Le nostre proposte: studenti verso il voto

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Le nostre proposte: studenti verso il voto Associazioni universitarie a confronto: tra scenari immediati e soluzioni a lungo termine pesano le prossime elezioni di Davide Giuliani

Tavolo tecnico e proteste L’Udu: aumenti ingiusti

«I

soldi presi indebitamente agli studenti devono tornare agli studenti». È un messaggio chiaro quello che arriva dall’assemblea

Adattare subito le fasce Idee: mozioni in CdA

A

dattare le fasce fin da subito, oppure usare l’extra gettitto di quest’anno per aiutare i soggetti più disagiati. Questi i due punti di partenza, secondo Idee in movimento, per risolvere l’emergenza creata dal nuovo calcolo Isee. «Non è colpa dell’Università, si tratta di una decisione governativa», precisa il presidente Alberto Gambelli (nella

«Via da ISEE le 150 ore» SO vuole nuovi bandi

«È

la Regione l’unica a poter fare il primo passo per risolvere la difficile situazione che si è creata». Ne è convinto

di Sinistra Universitaria – Udu sul nuovo Isee. Una restituzione che deve avvenire tassativamente sulla base del reddito e non del merito. A spiegare come questo sia possibile è Tiziano Scricciolo (nella foto), coordinatore perugino dell’associazione: «Il nostro obiettivo è che gli importi vengano ridati personalmente, contando quanto ciascuno ha pagato in più rispetto allo scorso anno. In alternativa vogliamo che l’extra gettito ottenuto dall’Università sia investito in servizi allo studio».

Per il futuro è in programma una riforma delle rette universitarie; l’Udu, intanto, si muove su un doppio binario: localmente c’è la contrattazione con Università e Regione, con il Rettore Moriconi che ha assicurato l’istituzione a gennaio di un tavolo tecnico di monitoraggio Isee a cui parteciperanno anche gli studenti. La seconda strada è quella della protesta, da gestire a livello nazionale, e che prevederà sit-in fuori dagli atenei e dai palazzi istituzionali e interventi in aula a margine delle lezioni.

foto). «Questo aspetto è fondamentale: non vogliamo attaccare l’ateneo, ma risolvere il problema assieme». Il primo passo, tramite la rappresentanza nel CdA universitario e nel Senato accademico, sarà dunque quello di chiedere l’adeguamento delle fasciazioni per la seconda e la terza rata di quest’anno. Qualora non fosse possibile, il budget accumulato potrebbe essere convertito in borse di studio. Un processo difficile, ma che metterebbe una toppa alla falla creata.

«I soldi non sarebbero ridati a tutti, ma solo agli studenti più in emergenza e con criteri esclusivamente di reddito». L’intervento maggiore spetterebbe dunque all’Università, ma una correzzione sarà cercata anche nella Commissione di controllo Adisu.

Pietro Aceto (nella foto) responsabile dell’associazione Student’s Office. Senza i tempi tecnici per una modifica delle fasce universitarie già nell’anno in corso, infatti, l’unica soluzione sembra l’apertura di nuovi bandi che mettano uno stop all’emergenza. «Non è stato fatto prima perché non si avevano dati sufficienti a livello nazionale per comprendere quale sarebbe stato il reale effetto del cambio di calcolo nell’ISEE. Per quanto ci risulta, tuttavia, l’Adisu sta studiando una mi-

sura di adeguamento dei parametri». Fondamentale, secondo Student’s Office, è poi escludere dal calcolo Isee le retribuzioni per attività a tempo parziale compiute dagli studenti all’interno dell’ateneo, come il bando “150 ore”. «Entro l’inizio del prossimo anno accademico – conclude Aceto – si dovrà pensare a una riforma della tassazione universitaria: occorrono più fasce, in modo da rendere gli scaglioni più progressivi ed evitare i pesanti salti che si sono verificati in questa circostanza».

31 ottobre 2015 | 5


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