Book di progetto
Indice Obiettivi di marketing pag. 5 Analisi del contesto pag. 6 Strategia di comunicazione pag.10 Idea creativa pag.14 Pre produzione pag.22 Produzione pag.30 Editing e compositing pag.38
Obiettivi di marketing I dati statistici del 2012 attestano che il numero di iscritti ad Aido sono in aumento rispetto l’anno precedente ma, a causa della strategia di comunicazione adottata dall’organizzazione, tale incremento è composto principalmente da persone tra i 35/50 anni, lasciando esclusa tutta quella fascia di target costituita dai giovani che necessita una maggior sensibilizzazione sull’argomento. L’biettivo di marketing è, quindi, la progettazione di una campagna atta a promuovere la donazione degli organi tra i giovani.
Obiettivo a medio termine
L’obiettivo a medio termine prefissato consiste nella sensibilizzazione dei giovani compresi nella fascia tra i 18 e i 30 anni per avvicinarli al tema della donazione degli organi.
Obiettivo a lungo termine
L’obiettivo a lungo termine della campagna è la presa di coscienza da parte della popolazione giovane per creare una cultura della donazione degli organi che in Italia, a differenza di molti paesi esteri, non ha ancora trovato il suo spazio.
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Campagna crossmediale
La campagna progettata viene definita crossmediale grazie all’ampia gamma di canali distributivi disponibili e utilizzabili. La sensibilizzazione del target avverrà attraverso uno spot televisivo e potenziali pillole in canali youtube. L’intero marketing comprenderà i mezzi più tradizionali, come manifesti e affissioni nei punti strategicamente di maggior visibilità delle principali capitali italiane, fino alla progettazione di marketing non-convenzionali tramite l’utilizzo di social media e la sperimentazione di approcci innovativi atti a colpire il target interessato.
Analisi del contesto Contesto italiano, AIDO
Aido,Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, è un’Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS) – fondata a Bergamo il 26 febbraio 1973 con sede legale a Roma. E’ costituita dai cittadini favorevoli alla donazione volontaria, post mortem, anonima e gratuita di organi, tessuti e cellule a scopo di trapianto terapeutico. E’ una organizzazione apartitica, aconfessionale, interetnica, senza scopo di lucro, fondata sul lavoro volontario. Essa opera nel settore socio-sanitario ed ha l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale (art.1). L’Associazione è strutturata su tutto il territorio nazionale e conta un totale di 1.306.421 iscritti, secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2012. Il numero maggiore di adesione lo
Contesto Europeo
conta la Lombardia con 343.110 iscritti, seguita dal Veneto (203.674) e dall’Emilia Romagna (164.616). Con 3.622, la Basilicata è la regione con meno iscritti.
L’Italia, con 21,3 donatori per milione di abitanti, è il terzo paese europeo per numero di donatori di organi, preceduta unicamente dalla Spagna (29,2) e dalla Francia (22,8). La Germania e il Regno Unito succedono l’Italia rispettimente con 15,8 e 10,4. La media europea è di 16,9. Inoltre l’Italia è il primo paese europeo per la donazione di coornee, cellule e tessuti.
Vision
Promuovere la cultura della donazione attraverso la promozione di uno stile di vita sano e la raccolta di adesioni all’associazione.
Mission
Aumentare il numero di adesioni all’Aido e sensibilizzare la popolazione, utilizzando campagne pubblicitarie reiterate di anno in anno.
Basilicata 3.622
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Numero di donatori per milione di abitanti (pmp)
Numero totale di donatori per regione Emilia Romagna 164.616
Veneto 203.674
Lombardia 343.110
Regno Unito 10,4
Germania 15,8
Italia 21,3
Francia 22,8
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Spagna 29,2
L’opposizione
La posizione della chiesa cattolica
Con il 28.3 %, in forte diminuzione rispetto al 2010 (- 3.2 %), l’Italia si posiziona al secondo posto dopo la Spagna (18%), ma prima rispetto a Francia, Germania e Regno Unito che hanno una percentuale di opposizione superiore al 30%.
Com’è percepita AIDO? La maggior opposizione che la donazione degli organi trova in Italia è La Lega Nazionale contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente nata nel 1985 come “Associazione apartitica, laica e aconfessionale, ONLUS, per l’abolizione della dichiarazione di “morte cerebrale” a cuore battente imposta dalla legge per espianti-trapianti.” Vengono riportate le tesi di aido (nero) e le risposte della lega (rosso).
Morte cerebrale
La commissione della Harvard Medical School nel 1968 definisce la morte cerebrale come una “cessazione di tutte le funzioni del cervello”. L’uso delle macchine in grado di mantenere il respiro attivo allunga la vita agli altri organi per rendere possibili i trapianti. La “morte cerebrale” coincide, quindi, con la morte della persona.
Non morte
La Lega Nazionale in opposizione alla morte cerebrale afferma che per la biologia i pazienti hanno tutti i loro organi perfettamente funzionanti. La legge recita: “per cadavere si intende il corpo umano rimasto privo delle funzioni cardiorespiratoria e cerebrale”. I punti su cui si focalizza sono: l’espianto di organi si effettua da perso-
É favorevole alla donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili secondo il criterio di difesa del bene della persona. 1. inaccettabile il commercio, vendita o scambio di organi 2. il consenso alla donazione deve essere cosciente e libero 3. si escludono encefalo e gonadi, elementi dell’unicità dell’individuo 4. la scelta della priorità dei trapianti non deve essere discriminante
na in coma, con respirazione aiutata, e non da cadavere e sulla condizione del paziente durante l’espianto; gli organi vengono tolti, infatti, da persona che ha perso la coscienza le cui reazioni alla sofferenza prodotta dall’espianto sono impedite da farmaci paralizzanti o da anestetici.
Accertamenti
Nella fase di accertamento di morte tre differenti specialisti monitorano le condizioni cliniche per almeno 6 ore. Si può stabilire lo stato di morte soltanto se si presentano contemporaneamente lo stato di incoscienza e l’assenza di riflessi del tronco cerebrale e di respiro spontaneo, di qualunque attività elettrica cerebrale e dell’irrorazione di sangue al cervello
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Salvare gli organi a tutti i costi
La lega vede tale fase come un alibi allo scopo di incrementare i trapianti; i pazienti vengono avviati agli ospedali maggiori, così facendo si superano i tempi ideali per il loro recupero. Passate 2/3 ore dal trauma i neurochirurghi sono consapevoli che salvare il paziente ad ogni costo può significare anche perderlo con l’atto chirurgico o durante il decorso post-operatorio, perdendo così i suoi organi.
Trapiantati vs donatori
Iscrizione ad aido
Con i pittogrammi a sinistra si vuole indicare la proporzione che intercorre tra i trapiantati (2.940) e i donatori (1.309). (dati in riferimento all’anno 2011)
L’iscrizione all’associazione consiste nello scaricare un documento dal sito e, una volta compilato, spedirlo tramite posta tradizionale alla sede dell’Aido. In molti paesi europei i cittadini sono donatori dalla nascita e, al contrario, sono chiamati a firmare nel caso in cui non acconsentano alla donazione.
Il problema della donazione
Ritagli di interviste sul problema della donazione fatte a due donne che hanno subito un trapianto di organi “Finché non vieni toccato in prima persona non stai a pensarci troppo: ci sono così tante cose a cui pensare nella vita. Siamo cresciuti in questo paese in cui vige un certo senso di non-educazione. Si sorvola sulle cose, si è menefregisti: c’è dietro tanta ingnoranza, trasmessa dai genitori, non per colpa loro però, in fin dei conti chi li ha mai sensibilizzati su questo argomento? Io stessa, anche dopo quello che mi è successo, non ne ho mai parlato ai miei figli. Come in tutte le famiglie italiane, non si parla mai di donazione. Non si vuole sfiorare l’argomento. Chi parla mai di morte? Se iniziassero a parlarcene fin dalla nascita diventerebbe qualcosa di normale. Solo lo studio e l’educazione permetteranno di fare passi avanti nella cultura.”
“Di donazione si sente parlare poco. Quando mi avevano detto che avevo bisogno di un trapianto di cuore non sapevo neanche cosa volesse dire. C’è poca informazione e purtroppo c’è tanta gente che aspetta. Le persone hanno sempre la speranza che il loro caro sul letto di ospedale si possa risvegliare: non capiscono che dopo la morte cerebrale non c’è più niente. Se non mi fosse arrivato un cuore entro un mese non ci sarebbe stato nulla da fare. Ora come ora se avessi qualcosa da donare diventerei subito donatore.”
Liste d’attesa pazienti in lista nel 2011: 8970
3 1000 800
2
600 400
1
200
Numero di pazienti in lista
12 10 8 6 4 2
Tasso mortalità in lista
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tempo medio d’attesa
Reni Fegato Cuore Polmone Pancreas
L’analisi del contesto ha messo in luce i problemi della donazione. Il numero di donatori è in proporzione nettamente inferiore rispetto ai trapianti necessari. Questo determina lunghe attese in lista, con un sovraffolamento che incide nei tempi medi d’attesa e il conseguente tasso di mortalità in lista. Tali dati cambiano in corrispondenza degli organi interessati. Vengono riportati due frammenti di interviste fatte a due donne (60 e 40 anni) le quali hanno subito un trapianto, rispettivamente di rene (intervista di sinistra) e di cuore (intervista di destra).
Strategia di comunicazione Campagna Aido 2012
La campagna di Pubblicità Progresso del 2012 volta ad aumentare gli iscritti di Aido si configura come una campagna crossmediale. Grazie alla parte web, costituita dal sito con struttura a bivio doniamo.org, è possibile accedere a risposte referenziate a domande frequenti sulla donazione, conoscere l’intera campagna, condividere su social network e infine scaricare il modulo di iscrizione all’associazione. Per quanto riguarda la tv è stato realizzato uno spot che ricorre alla metafora dello strumento musicale per parlare della donazione e al claim “Tu puoi donare la vita”. Il tono tranquillo e rilassato piuttosto che l’uso della metafora fanno in modo che il messaggio sia poco pregnante sullo spettatore, o per lo meno su un target costituito da giovani. Lo stesso
claim viene ripreso per la campagna alla radio che, utilizzando la stessa colonna sonora dello spot, pone l’accento su prendere una posizione rispetto alla donazione come atto di responsabilità. Quest’ultima non è pensata per convincere, quanto per spingere il fruitore a visitare il sito. Infine la campagna stampa prevede la presenza di testimonial famosi immortalati in scatti fotografici in cui è presente la tessera dell’Aido e cerca quindi di stimolare l’adesione all’associazione, definendola come “uno dei club più prestigiosi d’Italia”.
Analisi SWOT Forza
Debolezze BOOK DI PROGETTO 10
Opportunità
Vincoli BOOK DI PROGETTO 11
Risultati
Presupponendo di dover comunicare ad un target universitario, è stato necessario condurre un questionario con il fine di approfondire e chiarire chi effettivamente fosse il fruitore della nostra campagna. Sono stati intervistati 100 studenti, provenien-
ti da ogni genere di università milanese, da quelle private con orientamento fortemente cattolico alle accedemie. I risultati ottenuti hanno messo in luce, come si può vedere dall’infografica sottostante, che, nonostante la maggior parte degli studenti sia favorevole alla donazione d egli organi, solo un’esigua parte di loro è effettivamente iscritta all’as-
sociazione. Importante è inoltre sottolineare come ad una percentuale così alta di favore nei confronti della donazione corrisponda, a livello quantitativo, un’irrisoria volontà di
effettiva adesione all’Aido. I risultati più rilevanti sembrano proprio essere le percentuali relative ai motivi per cui gli intervistati non si iscriverebbero. La maggiorparte di loro infatti è frenata dal timore della morte. Ed è da questo risultato che abbiamo deciso di partire e al quale la nostra campagna dipenderà in termini di contenuti, tecnica e linguaggio.
Personas
Escludendo coloro che sono già iscritti o che, al contrario, non sono in alcun modo favorevoli alla donazione, la nostra attenzione ricade su chi è favorevole ma è bloccato ad iscriversi causa poca informazione piuttosto che l’influenza da preconcetti o paure irrazionali collegate al tema della morte. Le
ultime due tipologie descritte sono da leggersi non più come due generi di fruitori differenti bensì come due step consequanziali: se l’informazione è il nostro primo obiettivo, l’iscrizione si configura invece come la conseguenza logica nonchè la prova dell’efficacia della nostra comunicazione.
Claudia 21 anni, Rimini Università Statale di Milano favorevole iscritta: familiari iscritti
Alberto 23 anni, Firenze Università Cattolica del Sacro Cuore contrario: morte cerebrale non è morte, organi sono personali non iscritto
Eleonora 19 anni, Milano Politecnico di Milano favorevole non iscritta: mai interessata si iscriverebbe ora? no, ha bisogno di più tempo
Mario 20 anni, Siracusa IED favorevole non iscritto: paura, non vuole pensare alla morte si iscriverebbe ora? no, è una scelta troppo importante
Obiettivi di comunicazione
Questionario Main promise
Firmare per diventare donatore è nel pensare comune sinonimo di atto di grande responsabilità. In realtà non è una scelta diversa da molte altre in quanto la vita pone ogni giorno l’individuo davanti a decisioni importanti dove le possibilità sono autoescludenti. Iscriversi all’Aido è quindi, in questi termini, una scelta sì da prendere con coscienza e a valle di ragionamenti e di informazione, ma, al contrario di molte altre, è una delle poche che non comporta un vero e proprio cambiamento nella vita dell’individuo poichè la donazione avviene post mortem.
+ +
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Supporting evidence
Alla luce delle paure irrazionali dell’individuo circa il tema della morte quali la risaputa scaramanzia tipicamente italiana, si vuole dimostrare l’infondatezza di queste ultime. Nonostante sia chiara l’impossibilità di scardinare una cultura che si è costituita nel corso di millenni, è altrettanto chiaro come una firma non condizioni a tal punto l’individuo, tanto meno comportare la sua morte.
Reason why
L’iscrizione non comporta di certo l’avvicinamento alla morte ma di sicuro nobilita l’individuo. La decisione di diventare donatore potrà infatti salvare la vita ad altre persone.
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Tono di voce
Considerando le campagne passate di Aido e l’appeal che hanno potuto esercitare su un pubblico giovane, abbiamo deciso di discostarci totalmente dal tono di voce adottato. Esso è sempre stato leggero e ironico, evitando in questo modo di affrontare l’argomento della donazione in modo schietto. Il giovane è poco impressionabile e mostra disinteresse davanti a qualcosa di troppo friendly. È per questi motivi che abbiamo optato per un tono più diretto, sicuramente di impatto. È quindi nostra intenzione porre il nostrio fruitore davanti alla realtà dei fatti, senza filtri.
Idea creativa L’idea
Il soggetto del nostro spot è la paura. Essa verrà rappresentata in due diverse sfaccettature: le paure latenti, infondate e volatili e quelle reali, che non dipendono dal soggetto. Il video mostrerà il nesso che intercorre tra queste due tipologie, portando il fruitore a riflettere sulle conseguenze che le paure che lo bloccano provocano su coloro che hanno bisogno di aiuto per vivere. Le “piccole” paure che bloccano il target a diventare donatore di organi, quali la superstizione o la paura della morte, causeranno le grandi paure di coloro che, a causa del timore dei primi, sono costretti a vivere con la paura nell’attesa di ricevere un organo capace di salvare la loro vita.
L’idea rielaborata Inizialmente, partendo dal medesimo insight, avevamo elaborato un concept che comportava un tono di voce ironico e leggero ma capace di far riflettere. Sviluppando l’idea ci siamo resi conto che l’ironia non era efficace per comunicare il tema difficile e delicato che abbiamo deciso di affrontare. Grazie all’analisi di svariate campagne internazionali abbiamo potuto notare come un tono più forte, nonostante l’uso di metafore, provocachi una riflessione molto più profonda rispetto un messaggio trasmesso in modo ironico e “ponderato”. Il tono delle principali campagne sociali internazionali è, infatti, capace di mettere il telespettatore davanti a fatti e storie reali senza paura di suscitare in lui sentimenti forti.
Insight
Il target non si iscrive perché è vittima delle superstizioni e più in generale delle paure legate all’argomento.
Concept
Le paure infondate che bloccano i ragazzi nell’iscriversi causano grandi paure a coloro che si ritrovano ad aspettare un organo per sopravvivere.
Tone of voice Diretto e d’impatto.
Claim
Le piccole paure che ti bloccano, diventeranno, le grandi paure di qualcun’altro. Affronta le tue paure, visita doniamo. org
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Appare da campo nero la scritta “Le piccole paure che ti bloccano” che scompare poco dopo per far posto al corridoio di un albergo, con una luce intermittente. Successivamente dal buio spunta un clown.Uno stacco porta la scena su una ragazza che fa il bagno, completamente immersa. Rapido stacco e quest’ultima emerge violentemente. Un altro stacco e appare un letto da cui sbucano delle braccia; Si inquadra ora il pavimento, su cui cade uno specchio da trucco, che va in frantumi. Riappare il campo nero, accompagnato dalla scritta “creeranno”. Un successivo stacco mostrerà una ragazza con lo sguardo triste in una stanza estremamente asettica. Apparirà la scritta “le grandi paure di qualcun altro”. Successivamente, su sfondo nero, il logo dell’Aido, “Associazione Italiana Donazione Organi” e il claim “affronta le tue paure, visita doniamo.org”.
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Il soggetto Le prime paure verranno rappresentate tramite veloci flash in bianco e nero fortemente contrastati per enfatizzarne la volatilità delle stesse. Le scene saranno una sorta di “tribute” ai migliori film horror per dimostrare l’infondatezza delle situazioni che creano le paure irrazionali. I suoni che accompagnano le scene saranno incalzanti e creeranno tensione nel fruitore. La seconda tipologia di paura viene rappresentata a colori, per inserire il telespettatore in una situazione reale e concreta. Il lento zoom e il ritmo ottenuto dal tichettÍo dell’orologio amplificheranno il sentimento di attesa e angoscia.
Il claim
Affronta le tue paure visita doniamo.org BOOK DI PROGETTO 16
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Ricerca di marketing tradizionale
Da un’analisi dei diversi approcci di marketing, abbiamo preso come fonte di ispirazione due tipologie a nostro parere adeguate all’obiettivo che vogliamo raggiungere. Nivea ha progettato l’affissione di adesivi sulle facciate degli autobus rappresentanti viaggiatori decontestualizzati e in situazioni inerenti al prodotto pubblicizzato. Ikea ha sostituito le panchine delle fermate degli autobus con divani rafforzati da manifesti che ne pubblicizzano l’azienda produttrice.
Conventional Marketing Above the line
A valle del sondaggio condotto al target di riferimento abbiamo verificato che le poche persone iscritte ad AIDO sono entrate in contatto con l’organizzazione tramite stand installati fuori dalle università e dai licei. Il nostro marketing tradizionale punterà perciò nell’inserimento di stand nei punti di massima visibilità delle più grandi città italiane. Inoltre verranno progettati manifesti da affiggere lungo la strada e nei punti strategicamente più frequentati come fermate delle metro e degli autobus e nei mezzi pubblici. Alle fermate degli autobus e dei tram verranno installate vere e proprie
scenografie per coinvolgere il target in prima pesona. Tutto il marketing tradizionale punterà sull’affrontare le paure che ci bloccano e a questo proposito gli strumenti pubblicitari mostreranno le paure della prima parte dello spot come il clown e le mani che spuntano da sotto il letto/divano.
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NinjaMarketing
“Come i Ninja, ci addentriamo nell’arte della guerriglia, del mimetismo e dell’attacco all’improvviso, con l’obiettivo di ottenere il massimo dei risultati con il minimo delle risorse. Come i Ninja, grandi osservatori della natura, il nostro approccio di marketing si baserà su una profonda conoscenza del territorio: sullo studio “dal basso” della tipologia del target, dello spazio n cui si muove, dei codici che ne regolano il comportamento.”
Unconventional Marketing Below the line “#affrontaletuepaure”
Il progetto di marketing “#affrontaletuepaure” consiste nel pubblicare tramite Instagram foto rappresentanti personali paure “infondate” che in qualche modo bloccano l’utente a compiere determinate azioni. In questo modo si punta sul coinvolgimento del target nella campagna e sull’utilizzo dei social. Il target diventa testimonial della campagna portando un’ampia diffusione. Con le foto così ottenute verranno organizzate mostre e esposizioni.
“casa degli orrori”
Una delle idee di marketing non convenzionale consiste nell’installazione di un “cubo nero” nelle maggiori piazze italiane. All’interno di questa struttura i cittadini diventeranno vittime in prima persona delle paure affrontate nella prima parte dello spot, come all’interno di una casa degli orrori da lunapark. Il persorso termina in una stanza molto accogliente nella quale apparirà la frase “valeva veramente la pena aver così paura?”
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Pre produzione 1. Appare la scritta “le piccole paure che ci bloccano” tempo: 3s
1. Storyboard
2. Corridoio buio con luci che lo i lluminano ad intermittenza tempo: 2s mdc: fissa
3. Pagliaccio che emerge dal buio tempo: 2s mdc: fissa
6. Specchio da trucco che cade tempo: 2s mdc: fissa
7. Appare la scritta “creeranno” tempo: 2s BOOK DI PROGETTO 22
4. Ragazza che viene affogata da qualcosa dentro la vasca tempo: 2s mdc: fissa
8. Donna in attesa tempo: 8s mdc: lento zoom in
5. Mani che spuntano da sotto il letto tempo: 2s mdc: fissa
8.1 Appare la scritta “ le grandi paure di qualcun altro”
9. Appare logo Aido tempo: 3s
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10. Appare visita “doniamo.org” tempo: 3s
2. Location Corridoio
Elemento riprodotto in 3D, prendendo ispirazione dai corridoi dell’albergo in cui è ambientato “Shining”. Le pareti sono rivestite da una tappezzeria a motivo geometrico, le porte sono di legno dipinto di bianco o di un colore pastello. Parquet come pavimento. Sono presenti delle luci a soffitto, che si accendono e si spengono ad intermittenza.
Camera da letto
Questa camera è caratterizzata da un’asetticità generale: muri bianchi,un armadio bianco, una cassettiera bianca con sopra una bottiglia di vetro trasparente, un bicchiere e dei flaconi di medicinali. Un letto é all’interno dell’ambiente, appoggiato con la testata al muro, con lenzuola marroni e cuscini azzurro chiaro.
Bagno
Vasca da bagno classica, con mattonelle bianche o di colori candidi sulle pareti.
Studio
Per la realizzazione della scena del clown è stato necessario girare nel laboratorio di movie design del Politecnico di Milano. La scena richiedeva un ambiente perfettamente oscurato.
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Di seguito una serie di imagini dei nostri strumenti in azione.
3. Strumenti Camera
La macchina utilizzata nel nostro spot è una Canon 600D, che con il suo sensore CMOS da 18 Megapixel è una delle reflex migliori della sua categoria. La sua funzione di Eos Movie
Full HD ci ha permesso di ottenere una qualità di ripresa alta anche in condizioni di luci non ottimali. Per girare il nostro spot abbiamo deciso di utilizzare una reflex digitale, perchè il nostro concept si basava su delle immagini in grado di impressionare gli spettatori e pertanto avevamo bisogno di qualità elevata e profondità di campo; inoltre la maneggevolezza e la possibilità di cambiare le ottiche ci ha facilitato la realizzazione delle diverse scene.
Ottiche
Per quanto riguarda le ottiche abbiamo deciso di utilizzare il 24-105mm F4, che avendo un’elevata ampiezza focale ci ha permesso di girare quasi tutte le scene, la possibilità di mantenere il diaframma aperto fino ad F4 ci ha permesso di ottenere delle immagini ben illuminate. Per girare la scena del clown, invece, abbiamo deciso di usare un 50mm F1.8 fisso, obbiettivo particolarmente
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indicato per i ritratti e sopratutto con la possibilità di usare un diaframma molto aperto, grazie al quale abbiamo potuto girare la nostra scena praticamente al buio.
Cavalletto
Quasi tutte le nostre scene hanno richiesto l’ausilio di un cavalletto per essere girate, infatti il nostro concept si basava su flash di immagini fisse. Solo per la scena girata nella vasca da bagno, data l’impossibilità di montare un cavalletto perpendicolare a quest’ultima, abbiamo utilizzato “il ragno”, un supporto per la camera con due manici che ci ha facilitato nel mantenere la macchina stabile durante le riprese.
Luci
Oltre alle luce naturale gestita con l’ausilio di teli oscuranti, sono stati utilizzati fari al Led che anno contribuito al perfetto bilanciamento dei colori e dei contrasti pertanto, il sapiente utilizzo delle luci ha avuto un ruolo fondamentale nel nostro spot.
Trucchi e costumi
Per la scena del clown abbiamo preferito l’utilizzo del trucco ad una maschera, in modo tale da mantenere l’espressività del volto dell’attore. Sono stati utilizzati trucchi specifici per clown come il cerone bianco. Nella scena finale, l’attrice, ha indossato un vestito color panna, appositamente scelto per amplificare il concetto di asetticità e richiamare l’immagine di una persona convalescente in una stanza di ospedale.
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Elementi di scena
Uno dei soggetti della nostre scene è lo specchio, ne abbiamo ricercato uno che potesse essere facilmente riconoscibile come tale. Hanno contribuito a rendere le nostre scene più verosimili alcune confezioni di medicine, una caraffa d’acqua e dei teli neri che hanno isolato la luce non necessaria.
Per il clown cercavamo un viso molto spigoloso in grado di rafforzare il concetto di cattiveria. La persona cerata doveva inoltre avere un viso pulito e senza barba in modo da far aderire perfettamente il trucco.
La scena delle braccia che sbucano invece richiedeva delle possenti braccia maschili.
È stato molto difficile individuare la persona giusta per la scena della vasca da bagno. Cercavamo una persona dal volto interessante, con i capelli scuri e sopratutto disposta ad “affogare” nella vasca da bagno.
Per quanto riguarda la scena finale, dato che è la scena chiave del nostro spot, ci siamo dovuti rivolgere ad un’attrice professionista, in grado di esprimere con il solo viso la paura che si prova quando si è in attesa di un organo.
Di seguito alcuni scatti fatti durante le giornate (e nottate) trascorse a lavorare per la buona riuscita del lavoro di gruppo.
5. Conclusioni
4. Attori
Nome: Giuseppe Cognome: Esposito Età: 22 Professione: Studente Ruolo: Clown
Nome: Tiago Cognome: Rodrigues Età: 20 Professione: Studente Ruolo: Mani che sbucano
Nome: Elisa Cognome: Di Nofa Età: 21 Professione: Studentessa Ruolo: Ragazza nella vasca
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Inizialmente non ci era molto chiara l’importanza di questa fase di progetto, ciò nonostante ciascuno di noi ha svolto i propri compiti al fine di avere un’organizzazione di base abbastanza accurata. Soltanto nella produzione ci siamo resi conto che tutto il lavoro fatto in questa fase ci ha davvero aiutato e facilitato nella realizzazione delle scene, facendo in modo che il tempo di lavoro fosse sfruttato al meglio e che non mancassero gli strumenti necessari. Sicuramente questa esperienza ci ha fatto capire che la pre-produzione è uno dei passaggi chiave di un progetto e pertanto va dedicata un ampia di parte del lavoro.
Nome: Erika Cognome: Del Bianco Età: 29 Professione: Attrice Ruolo: Malata
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Produzione 1. Prove di di ripresa Dato che i giorni a nostra disposizione per la produzione vera e propria erano veramente pochi, abbiamo deciso di fare due prove di girato: nella prima abbiamo utilizzato una videocamera Sony solo per selezionare e testare le inquadrature; nella seconda invece abbiamo utilizzato la camera con la quale è stato realizzato lo spot finale e quindi settato i parametri per ottenere il risultato atteso; abbiamo poi regolato le luci, sistemato le inquadrature in base alle precedenti riprese, testato tutti gli altri strumenti ed elementi di scena. Questa seconda prova è stata fondamentale anche per gli attori che hanno cominciato a
2. Problemi prendere confidenza con la parte assegnatagli. Successivamente abbiamo provato a montare il tutto per renderci conto del risultato che avremmo potuto ottenere e delle capacità tecniche necessarie alla fase di post-produzione.
I problemi riscontrati in queste prove di ripresa sono stati molteplici e su diversi fronti. Le inquadrature sono state ridimensionate per bilanciare meglio i pieni ed i vuoti, alcuni movimenti di camera immaginati non è stato possibile realizzarli per la mancanza di attrezzature specifiche. Non poche difficoltà sono state riscontrate per lo zoom della scena finale che alla fine abbiamo dovuto realizzare in maniera digitale. Anche la gestione delle luci non è stata semplicissima, sopratutto per la scena del clown, in cui è stato difficile posizionare le luci ad una distanza tale da non entrare nell’inquadratura ma abbastanza vici-
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ne da illuminare bene il soggetto: per girare questa scena la macchina è stata davvero usata al massimo delle sue potenzialità. La scena della vasca da bagno invece è stata particolarmente difficile per l’attrice che è dovuta stare diversi secondi sotto l’acqua e non sempre riusciva a mantenere un’espressione adeguata, pertanto abbiamo dovuto ripeterla numerose volte. Infine per la scena dello specchio è stato necessario fare numerose prove in quanto bisognava stabilire il punto di caduta dello specchio e sopratutto il modo di rottura dell’oggetto non era sempre quello sperato. BOOK DI PROGETTO 31
3. Allestimento set Per girare tutte le nostre scene è stato necessario intervenire su tutte le location individuate per girare il nostro spot. Nello specifico per la scena del clown, girata nel laboratorio di movie design del Politecnico di Milan, abbiamo dovuto installare uno sfondo nero e posizionare due luci sulle quali abbiamo fissato delle gelatine per cambiare il colore originario dei faretti al LED. La scena delle mani che sbucano, invece, è stata realizzata a casa del nostro compagno di gruppo Mattia: in questo caso abbiamo dovuto oscurare tutte le finestre, successivamente abbiamo posizionato un telo nero sul pavimento per rendere meno BOOK DI PROGETTO 32
riconoscibile l’ambiente e posizionato i vari faretti al LED. Dato che le luci non erano abbastanza potenti abbiamo avuto bisogno dell’ausilio di alcune torce. Anche la posizione della coperta disposta sul letto non è stata lasciata al caso, è stata infatti adagiata in modo che si potesse facilmente capire che le mani sbucassero da sotto un letto. Le riprese della scena della vasca da bagno non hanno richiesto una particolare cura per l’allestimento del set dato che la porzione dell’inquadrata era veramente minima. Per quanto riguarda la scena dello specchio è stato posto un telo nero sul pavimento per rendere l’ambiente
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vuoto ed irriconoscibile, inoltre sono state posizionate delle barriere, non visibili nell’inquadratura, per evitare che i residui degli specchi rotti si divulgassero nel resto della stanza. La scena finale del nostro video è stata girata nella camera da letto del nostro compagno di gruppo Mattia, pertanto abbiamo dovuto riposizionare alcuni mobili nella stanza in modo da lasciare nell’inquadratura molto spazio vuoto, dato che volevamo riprodurre un ambiente asettico che ricordasse una stanza di ospedale.
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4. Riprese Le riprese definitive del nostro spot sono state realizzate nell’arco di tre giorni. Il primo giorno abbiamo girato nel laboratorio di movie design del Politecnico di Milano la scena del clown, per la quale la camera è stata posta su un treppiedi: complessivamente la ripresa è stata abbastanza semplice da eseguire. I veri problemi sono stati riscontarti nel settaggio dei parametri della camera e delle luci. Il giorno seguente abbiamo realizzato la scena della vasca, in questo caso è stato necessario fissare la camera sul “ragno” perchè il cameraman, dovendo ottenere una ripresa perfettamente perpendicolare alla vasca da bagno, doveva stare in piedi sui bordi della
5. Conclusioni vasca stessa. Successivamente abbiamo realizzato le riprese per la scena finale, che del punto di vista dei movimenti di camera è stata la più difficile in quanto dovevamo ottenere un lento progressivo zoom in; abbiamo provato in diversi modi: usando lo zoom della camera, muovendoci con il ragno, improvvisando una sorta di carrello; alla fine, data l’elevata qualità delle immagini e la difficoltà nel realizzare quel tipo di zoom manualmente, abbiamo optato per uno zoom in digitale.
La produzione è stata complessivamente un’esperienza molto intensa e formativa. In questa fase di progetto abbiamo potuto apprendere quanto sia fondamentale arrivare ai giorni di ripresa con una fase di pre-produzione ben svolta. Tutti noi abbiamo imparato a confrontarci con i limiti della strumentazione utilizzata, apprendendo come scegliere i materiali corretti in base al risultato che si vuole ottenere. Data la nostra inesperienza nel campo, le prove di ripresa che abbiamo deciso di fare sono state fondamentali ai fini della produzione vera e propria: abbiamo infatti potuto rispettare i tempi preventivati perchè eravamo già al corrente di eventuali
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problemi nella realizzazione. Sicuramente con l’esperienza fatta negli shooting futuri saremo più veloci e capaci di anticipare i vincoli. Questa fase del progetto è stata chiaramente uno dei passaggi chiave, nella quale ognuno di noi ha dato il massimo per la buona riuscita delle scene, il sincronismo e la collaborazione sono stati fattori determinati.
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Editing e compositing Elenco scene
3.Clown
L’attore, truccato da clown, si sposta su fondo nero avvicinandosi a mano a mano alla camera.
4.Vasca da bagno 1.Le piccole paure che ti bloccano. Testo bianco appare grazie ad una rapida dissolvenza su sfondo nero.
2.Corridoio
Elemento realizzato in 3D su ispirazione dei corridoi dell’Hotel Overlook in “Shining”
L’attrice è sott’acqua in una vasca da bagno ed esce all’improvviso.
5.Letto
Delle mani escono all’impovviso da sotto un letto in una stanza buia.
6.Specchio
Specchio si infrange cadendo su di un pavimento scuro.
ABCDEFGHIJKLMN OPQRSTUVWXYZ 0123456789 1. 7. 8. Testo
Studio della tipografia
Dopo aver passato molto tempo a cercare un font adatto allo spot, abbiamo optato per l’utilizzo di un Univers condensed, stretto e slanciato, perfetto per il nostro scopo. Di seguito possiamo vedere il carattere, identificando immediatamente le caratteristiche che hanno influito sulla nostra decisione. Tutti i testi saranno scritti in maiuscolo, per evitare “sbalzi” compositivi.
7.Diventeranno
Testo bianco appare grazie ad una rapida dissolvenza su sfondo nero.
8.Scena finale
Una ragazza si trova distesa a letto in una stanza asettica in attesa di qualcosa, con lo sguardo perso a fissare il vuoto.
9.Claim
Logo AIDO appare attraverso una rapida dissolvenza su sfondo grigio, seguito dalla scritta “Associazione Italiana Donazione Organi” e “visita Doniamo.org”
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Timeline
Schema sintetico per evidenziare la durata delle singole scene e le diverse transizioni.
Impostazione testo
Tutta la parte di copywriting è stata attentamente studiata, sia dal punto di vista delle frasi utilizzate che dal punto di vista della composizione e della scelta della font. Nelle scene 1 e 7 la parte di testo si posiziona nella parte centrale del quadro, su sfondo nero. Per definire corpo e tracking del testo abbiamo preso il testo più lungo (il primo), e BOOK DI PROGETTO 39
abbiamo modificato i parametri per far rientrare la scritta in un terzo del quadro. Per cui il testo della fase 7 ha mantenuto le stesse impostazioni tipografiche sopra definite. La scena 8 invece ha una composizione differente, in quanto il testo si dispone su un video di sfondo che, per quanto risulti statico, ha pur sempre una sua composizione da cui non si può prescindere. Abbiamo quindi creato una griglia al fine di individuare la posizione migliore, che è risultata essere quella in figura, che segue le linee ideali create dalla testa e dalla spalla dell’attrice.
Suggestioni
Per la realizzazione di questa scena era necessario trovare architetture celebri nella cinematografia, da cui prendere spunto per la realizzazione dell’ambiente tridimensionale, che potessero essere collegate attraverso l’immaginario comune ad un “corridoio spaventoso” Per questo ci è sembrato opportuno rifarci agli ambienti presenti in “Shining”, famoso in tutto il mondo nell’ambito dei film thriller/horror.
2. Corridoio Realizzazione modello
Una volta elaborate le caratteristiche principali delle architetture prese ad esempio è iniziata la fase di modellazione, al fine di creare un elaborato tridimensionale verosimile per forme e proporzioni alla sua versione reale. Gli elementi stilistici presi in considerazione per il nostro corridoio sono: 1.battiscopa alti e modanati, in legno dipinto di colore pastello chiaro (rosa o panna), legati con soluzione di continuità agli stipiti delle porte, che richiameranno forme e colori. 2. carta da parati anni ‘60/‘70, ca-
ratterizzata da motivi geometrici o floreali, leggermente consumata o invecchiata. 3. pavimento in legno lucido, composto da listelli chiari. 4. illuminazione a soffitto con lampadari o plafoniere in vetro. 5. senso di claustrofobia data da spazi stretti, con poche aperture esterne, pareti ritmate da porte ed elementi rindondanti. Abbiamo inoltre deciso di creare (attraverso il software dedicato all’animazione) un effetto di luce intermittente, tipico delle lampade al neon in procinto di bruciarsi. Qui di seguito sono riportati alcuni screenshot a diversi dettagli della modellazione.
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Software utilizzati
La fase di montaggio è stata fatta con Adobe Premiere, per la postproduzione tutto il video è stato affidato ad Adobe AfterEffect. Il modello tridimensionale è creato grazie a Rhinoceros, importato in Lightwave Modeler per l’assegnazione dei materiali, mentre Lightwave Layout è stato utilizzato per la parte di animazione e render.
Animazione e render
Una volta definito il modello siamo passati alla fase di assegnazione materiali, animazione e infine render. Innanzitutto è stato necessario trovare quella combinazione di parametri tale per cui il modello potesse acquisire la verosomiglianza necessaria. Successivamente, sempre dopo le dovute fasi di test, abbiamo deciso quale sarebbe stato il movimento di camera: un leggero zoom unito ad una lenta rotazione; in questo modo l’effetto di inquietudine viene amplificato, rendendo il corridoio ancora più opprimente. Prima di eseguire il rendering dei 50 frames necessari per 2 secondi di video una luce (quella più vicina alla fine del corridoio) è stata impostata per creare il tipico effetto intermittente del neon malfunzionante. Naturalmente anche dopo aver lanciato il render è stato necessario fare BOOK DI PROGETTO 41
diversi tentativi prima di ottenere il risultato definitivo. Molti problemi sono stati infatti riscontrati nella gestione della Global Illumination, che molte volte ha creato effetti di flickering, problema che fortunatamente siamo riusciti a risolvere.
Postproduzione
Rispetto a questa scena ci siamo limitati ad applicare Color Finesse al fine di desaturare l’immagine e modificare il contrasto, per amplificare l’effetto già forte di inquietudine. Infine è stata applicata un’immagine sopra il video, al fine di simulare l’effetto di pellicola rovinata.
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Suggestioni
Montando questa scena ci siamo rifatti a horror famosi che trattavano il tema preso in questione; l’esempio più interessante trovato è “It”, da cui abbiamo cercato di cogliere l’aura di inquietudine aleggiante intorno a Pennywise. Inoltre abbiamo eseguito un’accurata ricerca di immagini al fine di individuare il giusto make-up per l’attore.
3. Clown Durante la fase di ripresa abbiamo ottenuto due output diversi, entrambi validi per il lavoro. Nella prima serie di riprese, l’attore emergeva dal buio stando seduto, partendo da un’immagine nera si vedeva pian piano comparire il volto del clown. Nella seconda versione l’attore invece avanzava verso la camera, entrando a poco a poco nel fascio di luce.
Montaggio
Abbiamo optato per un montaggio discontinuo: la scena è stata tagliata in modo da mantenere continuità temporale nel movimento ma allo stesso tempo creare un senso di ansia attraverso l’eliminazione di alcune
parti del movimento; abbiamo applicato questa tecnica a entrambe le sequenze. Nella prima l’attore sbuca all’improvviso dal buio, mentre nella seconda la sagoma si sposta rapidamente da un lato all’altro dell’inquadratura, fino ad apparire chiaramente davanti alla camera. Delle due scene montate abbiamo selezionato la seconda, più forte per intensità e dinamicità.
Postproduzione Anche qui abbiamo trattato l’immagine con Color Finesse, plug-in di Adobe per la correzione colore, grazie al quale è stato possibile modificare l’immagine aumentando i contrasti e desaturando completamente ogni colore presente sulla scena. Anche qui abbiamo aggiunto un secondo livello simile alla scena del corridoio al fine di simulare l’effetto di usura della pellicola. BOOK DI PROGETTO 44
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Suggestioni
L’idea consiste principalmente nel riprendere l’immaginario comune per cui si ha paura di qualcosa che possa afferrarti mentre si sta facendo il bagno, o più banalmente la paura di morire affogati. Numerosi film horror trattano questa tematica: una scena la si può vedere in Nightmare, o in Alone. Il secondo titolo ci è stato di ispirazione per la fase di montaggio, oltre che per le inquatrature scelte.
Questa scena non ha presentato problematiche insormontabili a livello di montaggio e postproduzione. Le riprese sono state un’ottima base su cui lavorare.
Montaggio
Per montare questa scena abbiamo selezionato le due scene riprese precedentemente. Dopo un’attenta selezione, avendo fatto diverse prove di luci, è stato infatti necessario trovare due inquadrature che tenessero la necessaria coerenza di luci. Infine, in seguito ad una buona dose di correzione colore, abbiamo selezionato le scene destinate al montaggio finale.
Postproduzione
In questo video è stato necessario utilizzare Color Finesse in maniera molto più accurata, tenendo conto della differenza iniziale di colore tra le due sequenze montate. Inoltre, BOOK DI PROGETTO 46
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4. Vasca da bagno data l’intrinseca natura della specifica ripresa, è stato necessario prestare attenzione all’effetto della correzione sui riflessi generati dall’acqua, che in molte prove risultavano appiattire le immagini o creare artefatti, rischiando di influire negativamente sull’output finale. Per aumentare il crescendo di inquietudine abbiamo applicato un altro filtro, Twitch, al fine di aumentare la luminosità in maniera discontinua; questo effetto appare poco prima del taglio tra le due scene, in modo da destabilizzare il clima di calma dato dalla prima parte della sequenza.
Suggestioni
Quella che trattiamo in questa sezione è una tra le più classiche paure delle persone. Nei film horror viene affrontata nelle maniere più svariate, compresa la presenza di qualcuno nel buio sotto al letto. Per aiutarci nella realizzazione di questa scena abbiamo studiato a fondo le inquadrature presenti in Boogieman, che appaiono lente per poi crescere attraverso rapidi salti nello stesso movimento di camera.
5. Letto Per questa scena abbiamo fatto diverse prove di ripresa: inquadrature, luci e movimenti dell’attore sono stati modificati più volte, al fine di trovare la composizione più adatta.
Montaggio
Una volta selezionata la sequenza, questa è stata importata in AfterEffect e duplicata, al fine di creare uno stacco simile ad uno spavento nel momento in cui le braccia escono da sotto il letto; il taglio è abbastanza netto, in modo da rendere chiaramente il cambio di situazione.
alzare drasticamente la luminosità della ripresa, senza però sacrificare il contrasto necessario per dare continuità a tutta la parte dello spot relativa alla paura. Anche per questa fase di postproduzione Twitch ci ha consentito di distorcere una parte del video, creando un effetto interferenza appena percepito, ma che contribuisce ad anticipare l’entrata in scena “soprannaturale” delle braccia. Purtroppo non è stato possibile eliminare completamente il rumore creato dall’alta impostazione delle ISO della fotocamera, necessaria per riprendere un ambiente così scuro; tuttavia questo effetto risulta essere coerente in quanto riconducibile a un altro tipo di disturbo.
Postproduzione
In questa sequenza è stato essenziale utilizzare la correzione colore per BOOK DI PROGETTO 48
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Suggestioni
Specchio che si rompe: 7 anni di sfiga. Basandoci su questa paura legata alla scaramanzia abbiamo pensato a questa parte di video. Anche il semplice rumore di specchi infranti possono creare inquietudine, per cui, nonostante all’inizio non fossimo convinti delle riprese non avendo trovato nessun esempio a cui rifarci, alla fine siamo riusciti ad inserire anche questa parte in maniera soddisfacente.
La parte interessante di questa scena è stata la ripresa: capire le modalità con cui fare cadere lo specchio, e soprattutto fare tutto in un numero molto ristretto di tentativi, essendo pochi gli specchi a nostra disposizione.
Montaggio
Della ripresa originale è stato estrapolato solamente un piccolo frammento, ovvero il momento che parte dall’entrata in scena dello specchio fino alla sua caduta a terra. In questo modo la scena appare come un rapido flash, riconoscibile ma non perfettamente individuabile.
Postproduzione
Anche in questa sequenza la postproduzione è servita a dare coerenza alle scene precedenti: correzione colore e desaturazione hanno contribuito a migliorare l’immagine, che BOOK DI PROGETTO 50
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6. Specchio appariva inizialmente molto scura e poco definita. Impostando accuratamente il parametro per la gestione della luminosità negli highlights siamo riusciti a rendere molto meglio l’effetto dei vetri infranti, che si stagliano chiaramente sullo sfondo nero nel momento in cui riflettono la luce del faretto. Infine un filtro di sfocatura gaussiana all’inizio della sequenza rende tutto vago, per diventare nitido nel momento in cui lo specchio entra nell’inquadratura. Questo effetto non è ben visibile, ma è percepito dall’osservatore migliorando il risultato generale della scena.
Suggestioni
Diverse volte nei film vengono trattate scene di questo genere. Oltre a guardare la parte cinematografica, abbiamo anche fatto un piccolo studio riguardante la composizione grafica dell’immagine, trattandola come una sorta di manifesto, con i suoi pesi e i suoi bilanciamenti.
8. Scena finale Questa scena è la più statica di tutta lo spot: inquadratura fissa, nessuna azione dell’attrice, solamente un’attesa, capace però di creare un senso d’ansia crescente nello spettatore.
Montaggio
Per questa sequenza sono state fatte un’infinità di prove: volevamo fare in modo che uno zoom-in portasse l’attenzione molto più vicino all’attrice; tuttavia, vista la nostra incapacità di fare uno zoom manuale ruotando la ghiera dell’obbiettivo in maniera costante al fine di modificare la focale, abbiamo optato infine per uno zoom digitale; nonostate
non fossimo troppo convinti di questa soluzione (questo comportava un ingrandimento dell’immagine superiore alla sua grandezza nativa, con conseguente perdità di qualità), dopo alcune prove ci siamo resi conto che in realtà la perdita di qualità non era così alta, anche riscalando l’immagine fino al 115%.
Postproduzione
Per questa parte l’unica azione di postproduzione è stata una pesante color correction. L’idea che dovevamo rendere era quella di un ambiente asettico, in cui la ragazza è in attesa di qualcosa, da cui dipende tutta la sua futura esistenza. Abbiamo optato per una tonalità tendente al giallo, per riscaldare leggermente le immagini, mantenendo tuttavia i colori molto chiari, per lasciare comunque un alone di tristezza e inquietudine, amplificata dallo studio compositivo. BOOK DI PROGETTO 52
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Suggestioni
Specchio che si rompe, 7 anni di sfiga; basandoci su questa paura legata alla scaramanzia abbiamo pensato a questa parte di video. Anche il semplice rumore di specchi infranti possono creare inquietudine, per cui, nonostante all’inizio non fossimo convinti delle riprese non avendo trovato nessun esempio a cui rifarci, alla fine siamo riusciti ad inserire anche questa parte in maniera soddisfacente.
Montaggio definitivo scene
9. Claim
Riprendendo lo schema illustrato all’inizio del capitolo, siamo passati ad assemblare le diverse scene. In questa fase abbiamo fatto uno studio soprattutto rispetto alle transizioni e al ritmo, tenendo anche conto della parte di audio che compone il nostro video.
La parte finale del video è stata realizzata completamente con Adobe Premiere. Iniziamente appare il logo dell’associazione, che scompare per lasciare il posto alla scritta “Associazione Italiana Donazione Organi”, seguito dal nostro claim, “Affronta le tue paure, visita doniamo.org”. Testo e colore dello sfondo riprendono il copy della scena precedente. Questo, unito al ticchettÍo dell’orologio che continua oltre la precedente scena, dà continuità a tutta la parte finale.
Transizioni
Non sono state utilizzate molte transizioni nella fase di montaggio, in quanto queste ultime rallentano molto il ritmo, che doveva restare incalzante per tutta la prima parte. Le uniche applicate sono all’inizio, per far apparire il primo testo, e a metà, per far scomparire la seconda scrit-
ta. Abbiamo deciso adottare questa tecnica per “incorniciare” la parte delle paure
Tagli
La maggior parte delle scene sis susseguono grazie a due tipologie di tagli: semplici stacchi tra una sequenza e l’altra o tagli alternati; verso la fine di una scena, si taglia l’inizio della seconda, conservandone solamente alcune parti; in questo modo si crea una sorta di “transizione sfarfallante”, in cui non si capisce immediatamente cosa si stia vedendo, consentendo di mantenere alto il ritmo dello spot, oltre a creare una sensazione di instabilità all’intero video. BOOK DI PROGETTO 54
Audio Sincronizzazione
Contemporaneamente alla fase di montaggio, ci siamo focalizzzati sull’audio, fondamentale per la buona riuscita dello spot. La base ha un ritmo abbastanza rapido, su cui si basano i diversi tagli della scena; un rumore di fondo collega la prima e la seconda parte dello spot, rimanendo come sfondo a tutti i suoni applicati nelle singole sequenze. Questi sono composti principalmente da suoni di animali o rumori ambientali. Inoltre nella scena finale si può sentire il suono di un orologio.
Fonti
Tutti i suoni sono stati recuperati da siti internet free, in modo da risparmiare il pagamento di eventuali diritti CIAE. BOOK DI PROGETTO 55
Credits Attori Giuseppe Esposito Elisa Di Nofa Tiago Rodrigues Erika Del Bianco Location Laboratorio movie Politecnico Casa Predabissi Si ringraziano Andrea Losa per l’attrezzatura Erika per aver fissato il vuoto per due intere ore Il computer di Mattia per aver lanciato render dalla mattina alla sera I cinesi di via Padova per gli specchi La musica di Mattia per l’intrattenimento Il tabacchino
Politecnico di Milano FacoltĂ del Design Corso di Laurea in Design della Comunicazione a.a. 2012/2013 Lab. di Progetto della Comunicazione Visiva Doc. M. Galbiati, L. Bellavita e G. Carbone Julia Barros Elisa Di Nofa Giuseppe Esposito
Mattia Geraci Martina Granello Tiago Rodrigues