Bataille vs Breton: Tutto si divide!

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Tutto si divide!

dai Testi di Georges di Giuseppe

Il duello rivoluzionario tra Breton e Bataille È proprio intorno al 1930 che le menti acute si accorgono del ritorno imminente, ineluttabile della catastrofe mondiale. (A. Breton, 1946)

Bataille un adattamento a fumetti Palumbo e pierangelo di vittorio

Non basta dire materialismo. Perché c’è il rischio di non riuscire a vedere la linfa idealistica che continua a scorrere nelle sue vene. E la rivoluzione? Fino a Marx non ci sono stati movimenti rivoluzionari privi d’idealismo, perciò...

<Georges Bataille

… bisogna prima di tutto riferirsi alla contraddizione generale ed essenziale tra “alto” e “basso”, nelle sue forme politiche per esempio, vale a dire nell’opposizione tra l’aquila e la vecchia talpa. (*)

Politicamente l’aquila s’identifica con l’imperialismo, metafisicamente con l’idea. L’idealismo rivoluzionario tende a fare della rivoluzione un’aquila al di sopra delle aquile, una superaquila che abbatte gli imperialismi autoritari...(*)

(*) G. Bataille, La “vecchia talpa” e il prefisso su nelle parole superuomo e surrealismo. (dossier della polemica con a. Breton)

Tuttavia, ricondotta all’azione sotterranea dei fatti economici, la rivoluzione “vecchia talpa” scava gallerie in un suolo decomposto e ripugnante per il naso delicato degli utopisti. (*)

Nel gergo di Marx, “vecchia talpa” va collegata con la nozione di “sollevamento geologico”. (*)

Nella storia come nella natura la putredine è il laboratorio della vita. Il punto di partenza di Marx non ha niente a che vedere con il cielo, luogo d’elezione tanto dell’aquila imperialista quanto delle utopie cristiane o rivoluzionarie. Si situa nelle viscere del suolo, come nelle viscere materialiste dei proletari. (*)

(K. Marx, Le Capital, Livre 1, éd. française 1872-1875)


Parigi 1929: L’Europa invasa da una marea nera. Nell’aria febbrile due spade s’incrociano. Gli sguardi dei rivali tagliano in due la Rivoluzione come la silhouette della persona amata. Sublime! Dice uno. Cadaverica! Dice l’altro. André Breton pubblica il Secondo Manifesto del Surrealismo, e si dà un gran da fare a epurare il movimento. il papa del surrealismo rimuove la spazzatura raccoltasi intorno al nome di Georges Bataille, il “filosofo-escremento”!

André Breton >

Finanziata da Georges Wildenstein, direttore della “Gazette des Beaux-Arts”, comincia a uscire la rivista “Documents”. Tra le mani di Bataille, il periodico si trasforma presto in una feroce macchina da guerra contro ogni forma d’idealismo.

L’idealismo è la malattia mortale della Rivoluzione perché è collegato in profondità con le basi del razzismo e del fascismo. Perciò bisogna squarciare il velo, prima che sia troppo tardi, e riconsegnare l’esperienza terrestre alla sua tragica materialità. Bataille falcia il prefisso “sur” con cui il surrealismo idealizza i materiali più bassi e infetti come l’inconscio e la sessualità.

Georges Bataille >

L’antinomia dell’alto e del basso...…

Un uomo non è poi così diverso da una pianta, dal momento che come una pianta subisce un impulso che lo innalza in una direzione perpendicolare al suolo....

D’altra parte però una pianta dirige le sue radici dall’aspetto osceno nelle profondità del suolo al fine di assimilare la putredine delle materie organiche, e l’ uomo subisce, in contraddizione con la morale formale, le pulsioni che l’attirano verso ciò che è basso, mettendolo in aperto antagonismo con tutta l’elevazione di spirito. (*) I dannati del Secondo Manifesto mordono ai calcagni l’Icaro surrealista trascinandolo nella polvere. Il 15 gennaio 1930 pubblicano un violento pamphlet nel quale viene riservato a Breton lo stesso servizio che nel 1924 i surrealisti avevano riservato ad Anatole France. Un Cadavre!

(*) G. Bataille, La “vecchia talpa”...

La Rivoluzione entra nel cafè Cyrano, ritrovo dei surrealisti. La politica è donna, è desiderio, è seduzione, è amour fou! Insieme a lei, come spasimanti assetati di passione, Breton e Bataille se ne contendono i preziosi umori. Il marchese de Sade, Picasso, Dalì... surrealismo o basso materialismo?


Il primo oggetto del contendere è un gioiello di nome Salvador Dalí. Terreno di scontro, il quadro intitolato Jeu lugubre.

<< “Raffigurazione del soggetto imbrattato che sfugge all’evirazione con un atteggiamento ignominioso e nauseante. La lordura è insieme causa primitiva e rimedio.” G. Bataille, Il “Gioco lugubre”, “Documents” 7/1929 Quando Breton scoprì la mia pittura, mostrò di essere colpito dagli elementi scatologici che la maculavano. Ne fui sorpreso. (*)

(*) S. Dalí, Diario di un genio, 1952-1963

Inutilmente chiamai alla riscossa l’iconografia digestiva di tutte le epoche e di tutte le civiltà: la gallina dalle uova d’oro, il delirio intestinale di Danae, l’asino dagli escrementi dorati, non vollero darmi credito. (*)

20 novembre 1929 - Galleria Goemans. Vernissage della prima personale di Dalí a Parigi. Nel catalogo della mostra in cui è esposto il Gioco lugubre, Breton, in piena trance igienista, discredita a priori chiunque decida di soffermarsi sul dettaglio della merda sulle mutande della figura ritratta in basso a destra.

<Salvador Dali Puntualmente Bataille, che sta preparando un articolo per “Documents” sul dipinto di Dalí, fa di questo particolare l’architrave della sua analisi. All’ultimo momento, però, Dalí non concede il permesso di riprodurre la sua opera e l’articolo di Bataille viene pubblicato con uno schema psicoanalitico del quadro corredato di glosse. Lo zampino di Breton?

Nello stesso articolo, viene chiamato in causa anche Picasso. Se Breton aveva definito il cubismo come un fiume di luce “alto al di sopra della sommità di ogni picco”, Bataille guarda all’arte moderna da una prospettiva completamente diversa...

… quando Picasso dipinge, la dislocazione delle forme trascina quella del pensiero; detto in altri termini, il movimento intellettuale immediato, che in altri casi conduce all’idea, qui abortisce.(**)

(**)G. Bataille, Il “Gioco lugubre”...

Pablo Picasso>

Picasso ci costringe a guardare con quello che Nietzsche chiama “l’occhio senza paura di Edipo”.


Nietzsche era un punto di riferimento sia per Bataille che per Picasso. Solo in La “vecchia talpa” e il prefisso “su” nelle parole “superuomo” e “surrealismo”, Bataille sembra esprimere una riserva nei confronti di Nietzsche. In realtà non fa altro che radicalizzare il suo pensiero. Conosce fin troppo bene il suo “disgusto per l’idealismo”. Eppure “sur-homme” e “sur-realisme” stanno a significare per Bataille lo stesso “predominio di valori superiori ed eterei”... …Nietzsche era condannato dalle circostanze a concepire la sua rottura con l’ideologia conformista come un’avventura icaresca...(*) (*) G. Bataille, La “vecchia talpa”.. I surrealisti usano materiali bassi e spregevoli - l’inconscio, la sessualità, il linguaggio osceno - ma poi li sublimano trasponendoli in salse ideali.

Friedrich Nietsche> Si ostinano a conservare “il magnifico atteggiamento icaresco” nonostante ciò che sta accadendo in Europa. Senza volerlo, infatti, avallano la natura profonda del fascismo, che è sistematica nobilitazione della feccia nelle figure gloriose del Duce e del Führer. Invece, la tragica bassezza umana solo restando ciò che è - un nauseante groviglio di radici sporche e putride - può rivelarsi “irrecuperabile” e in grado di lanciare una sfida decisiva al mondo borghese e alla sua deriva razzista e fascista. Senza la complicità profonda con forze della natura quali la morte nella sua forma violenta, le effusioni di sangue, le catastrofi improvvise incluse le orribili grida di dolore che le accompagnano, le rotture terrificanti di ciò che sembrava immutabile, l’abbassamento fino dentro a una putredine infetta di ciò che era elevato, senza la comprensione sadica di una natura incontestabilmente tonante e torrenziale, non possono esserci rivoluzionari, ma solo una penosa sentimentalità utopistica. (**)

Io, Georges Bataille, Non sono solo spazzatura, per questo con la mia spazzatura io vi sfido!

(**) G. Bataille, Il valore d’uso di D.A.F. de Sade

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