N.O. 1/2021
Progettazione magazine
Esame di Grafica Editoriale Prof. Lo Curzio
Studentesse: Giuseppina Giardina Nadia Macaluso
Corso di Design della Comunicazione Visiva, 3° anno a.a. 2020-2021
Retroscena © Copyright 2021 Accademia di Belle Arti di Catania
L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro. – Wassily Kandinskij
Sommario
Oltre gli stereotipi
Cosa significa essere un’artista (donna) oggi
#ilpezzoforte
Come un post può cambiarti la vita
Anche agli uomini è permesso piangere
Lo stretto rapporto tra psicoterapia e arte
#senzagenere #illatoumano
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#ridicisù #romantichiamo #lerubriche Un romanticismo dalla vena blu 19 Retro-serie 20 Retro-libri 29 Eventi 30 Il piccolo mondo degli Uomini Uccello 26
Fumettibrutti
- Josephine Yole Signorelli
Adolescenza, sesso, rabbia e dolore.
Oltre gli stereotipi
grazie alla viralità delle sue immagini, al modo in cui riescono a essere inci sive, tristi e al contempo ironiche, ha saputo sfruttare bene i vantaggi di piat taforme come Facebook o Instagram per diventare un nome di riferimento con un discreto seguito, che supera or mai i 100 mila follower su Instagram. E proprio le censure, i ban, gli insulti che riceve sotto ai suoi disegni sono in realtà un elemento che arricchisce le sue creazioni, connotandole ancora di più di una loro personalità specifica, come se che il fastidio che crea vedere la vignetta di un corpo nudo diventasse ancora più incisivo nel momento in cui è sottolineata dal segno di una proibi zione, in questo caso una manciata di pixel sopra un capezzolo.
Oggi abbiamo avuto il piacere di parla re con lei.
Amore e dolore, noia e fame di tutto. Sesso e sessualità senza filtri. Fumettibrutti nasce nell’aprile 2017 dai sogni di Josephine Yole Signorelli. Con testi e disegni diretti, duri e spiazzanti racconta la realtà e i sogni, spesso di sillusi, della sua generazione. Roman zo esplicito (Feltrinelli Comics 2018) è stato il suo esordio editoriale, accla mato dalla critica (non solo fumettisti ca) e con il quale ha vinto il Premio Micheluzzi come migliore opera prima. È seguita una storia sull’antologia Post Pink (Feltrinelli Comics, 2019). An cora per Feltrinelli Comics, P. La mia adolescenza trans (2019) e Anestesia (2020).
Fumettibrutti è composto di tanti elementi interessanti, sia per quan to riguarda i fattori esterni che han no reso possibile il progetto, dalla storia dell’autrice alla vicenda edi toriale stessa del fumetto, sia per quanto riguarda i suoi contenuti e i suoi disegni. Il primo aspetto è il mezzo attra
verso cui si è diffuso – dalla storia dell’autrice alla vicenda editoriale del fumetto – conseguenza dell’arrivo di internet in praticamente tutte le forme di arte e della sua rivoluzio ne, sia in termini di composizione che di fruizione.
Fumettibrutti nasce infatti come fenomeno di webcomics, un gene re che negli ultimi anni spopola e non è difficile capire perché: non tutte le forme di rappresentazione sono compatibili con la dimensio ne da scrolling dei social, tant’è che non verrebbe in mente a nessuno di pubblicare un romanzo su Insta gram; i fumetti, nella loro forma di striscia o di unica tavola, sono inve ce perfetti per essere guardati anche dallo schermo di uno smartphone e per essere condivisi sui social.
Nella sintesi tra immagine e testo, i fu metti hanno il grande vantaggio di con densare un messaggio anche breve ma emblematico. Fumettibrutti, da questo punto di vista, ne è un esempio: proprio
Fumettibrutti: chi e cosa si cela dietro questo nome? Quando na sce questo progetto?
Dietro questo nome c’è una perdente a cui piacciono quelli come lei. I fumet ti sono ufficialmente “brutti” da apri le 2017, quando ho finalmente capito come si facevano. Non si tratta solo di tecnica. Quella devi averla e prima di farla a pezzi, bisogna impararla. Dietro Fumettibrutti c’è l’amore, amore misto al dolore, ma pur sempre amore.
Entriamo nel mondo di Fumetti brutti: sesso, sessualità, esplorazione del corpo senza filtri. Cosa ti preme comunicare?
Mi preme comunicare la noia, la fame di tutto, la libertà di fare quello che si vuole a patto di rispettare il prossimo, e anche raccontarne il contrario. Sia mo esseri umani, quindi terribilmente affascinanti, turbanti, vomitevoli e a volte bellissimi.
7 #senzagenere
Non hai mai fatto coming out prima del tuo primo libro: perché ora?
Ho sentito la necessità. Questa frase basterebbe da sola per rispondere, ma voglio aggiungere altro: fino a qualche tempo fa ero convinta che non ci fosse alcun bisogno di fare coming out, ma dopo aver visto la piega populista che stava prendendo il mondo, ho deciso di raccontare anche quest’aspetto, che è da sempre una parte fondamentale
di me. Ho iniziato a pensare che sen za parlare di P. ogni mia relazione per sonale, ogni mia storia, sarebbe stata sempre incompleta, e mi disgustava l’idea che P. venisse come cancellato dal mio passato. P. mi ha insegnato un sacco di cose pur avendo 15 anni”.
Il fumetto in Italia è sessista?
Mi duole ammetterlo, ma è così. Per fortuna tra i miei colleghi ho anche trovato delle persone splendide a sup portarmi, ma certi episodi avvenuti nel periodo del mio ingresso di que sto mondo ancora così provinciale mi hanno portato del dispiacere.
Ritieni che la tua identità di genere possa ostacolarti in qualche modo?
Fermarmi? No, personalmente li asfal to tutti.
Secondo alcuni studi sociologici, le nuove generazioni sarebbero meno interessate al sesso e ne farebbero meno. Il sesso continua ad avere un potere rivoluzionario, anche narrativo?
Fino a quando a prevalere sarà un certo tipo di educazione, morale o so ciale, il sesso verrà considerato un ar gomento scomodo e usato come arma di controllo del corpo. Una maggiore consapevolezza sessuale crea inevita bilmente delle persone libere, persone che pensano. Ogni volta che faccio l’a more, o sesso, mi riprendo una parte del mio corpo, mi libero di quella ver gogna insinuata nel mio cervello fin dall’infanzia dalla morale cattolica, tipo: “copriti”; “non è a modo”, “non si fa”…
P. afferma davanti al suo medico di sognare un mondo che possa superare il binarismo di genere. Ma il personaggio comunque è determinato ad arrivare a comple tare la transizione MtF. Non è una contraddizione?
Nessuna contraddizione, si tratta di inclusione. Lo spiego con un esempio più semplice: il fatto che l’emancipa
8 #senzagenere
@fumettibrutti
“Basta chiedere se sono trans. Sì, lo sono.”
@fumettibrutti
zione ci stia portando verso un model lo femminile meno rigido, meno fiabe sco, più sportivo, forte e autoritario, non significa che dobbiamo cancellare lo standard da principessa bionda e senza peli. Anche le principesse vo gliono esistere, vogliono i diamanti e non hanno nessuna voglia di rotolarsi nel fango. Il punto è non pretendere che esista un unico prototipo di don na, lasciar decidere alle ragazze quello che vogliono essere, senza che la so cietà continui a rompere le scatole su cosa è giusto o sbagliato (spoiler: non ce ne frega niente).
Lei ha un continuo dialogo con i suoi lettori-follower. A che pun to sono gli italiani rispetto alla comprensione e accettazione della fluidità di genere e ad altre espressioni della sessualità?
C’è ancora tanta strada da fare. Quan do la mia popolarità online ha iniziato a crescere, mi sono chiesta il motivo di quel successo. A me avevano sem pre dato della pazza per ogni cosa che
pensavo o dicevo, mentre adesso mi applaudono, mi mandano messaggi per dirmi che sono la loro voce, ma sono le stesse cose che dicevo alle superiori e per cui, forse, venivo emarginata. I miei fumetti raccontano cose banali, ma c’è
talmente tanta aridità di pensiero in giro da farli sembrare stratosferici. So gno il mondo in cui non serva ribadire concetti semplici, un mondo libero dai ruoli, dalla dittatura dei corpi, per una sessualità serena e consapevole.
9 #senzagenere
“Che rabbia!
Tutta questa fatica per essere bella e sentirmi accettata… per poi darla ad un simile coglione.”
L’avanzata dei giovani illustratori
sui social
Come un post può cambiarti la vita
oggi Instagram è il place to be dell’arte.”
Afferma Andrea Concas, imprenditore nel campo dell’arte e fondatore di Art Backers e Art Rights.
La crescita di Instagram, secondo il report annuale di We Are Social, “Glo bal Digital Network in 2019”, è note vole: nell’ultimo anno gli utenti attivi sono aumentati di 38 milioni. Il totale dell’audience raggiungibile per scopi comunicativi e pubblicitari è stimata a 895 milioni. Appare evidente, con i suoi 75 milioni di post al giorno, che Instagram può diventare una grande occasione per promuovere la propria attività.
“È per gli artisti un’opportunità per creare nuovi contatti con una gran de platea di amanti dell’arte, che
usano la piattaforma per valutare i prossimi acquisti della loro colle zione”, continua Andrea Concas.
Dell’enorme potenziale che un so cial network come Instagram, ba sato esclusivamente sulla divul gazione delle immagini, riesce a sprigionare anche all’interno del sistema dell’arte se ne parla oramai tanto e da tempo. Perfino le dinamiche legate al col lezionismo sono profondamente
cambiate: l’estrema semplicità nel consultare e valutare opere pubbli cate attraverso profili personali dà infatti la possibilità a un ipotetico acquirente di contattare in auto nomia l’artista in questione senza dover passare per galleristi e art de aler.
Di un simile cambiamento sono pie namente consapevoli anche gli arti sti. Molti di loro, infatti, cavalcando questa grande onda del nostro tem
11 #ilpezzoforte
“Ad
@andreaconcas
po, sono riusciti a compiere il passo successivo spingendo il proprio ac count tanto in là da farlo diventare un progetto artistico in tutto e per tutto. Questo tipo di approccio ricorda molto operazioni che, durante la metà degli Anni Novanta e dunque agli albo ri di internet, venivano portate avanti dai net artisti, molti dei quali trasfor marono dei “semplici” siti internet in vere e proprie opere d’arte con tanto di contratti che ne attestavano lo status. Così facendo, un intero spazio, seppur virtuale, viene sacrificato per contene re e diffondere una sola e unica idea.
Rimanendo sempre sul tema dello spa zio allestito (questa volta inteso in tut te le sue accezioni),ci sembra doveroso citare Rick and Morty Rickstaverse: un particolare account ideato dai creato ri dell’omonima serie animata statu nitense incentrata fondamentalmente sulle vicende dei due protagonisti (per l’appunto Rick e Morty) alle prese con l’esplorazione di dimensioni parallele e portali spazio-temporali.
Dalla suddetta pagina profilo è dunque
possibile visualizzare un’immagine unica suddivisa in più riquadri all’in terno dei quali si possono scovare dei tag che, se cliccati, conducono verso un altro account che a sua volta ospita una nuova immagine frammentata in diversi riquadri contenenti ancora al tri tag pronti a rimandare verso nuove pagine, e così via.
In questo caso il profilo Instagram di viene una sorta di scatola cinese, una tautologia che ben rappresenta i con cetti di universi paralleli e viaggi tem porali, temi per l’appunto cari al con cept del sopraccitato cartone animato, accostandosi ancora una volta, proprio per la sua navigabilità, all’idea origina le di sito internet. La fruizione di profi li simili diviene dunque un’esperienza a tutti gli effetti capace di trasmutare un qualsiasi utente annoiato in un frui tore attivo pronto a sublimare la bana le azione dello scrolling in qualcosa di più dinamico e partecipativo. Secondo un recente sondaggio tra col lezionisti, un incredibile 51,5% ha ac quistato opere di artisti scoperti trami
te Instagram. Ancora più interessante, è che attraverso l’app si è avuta una media di 5 opere acquistate! Sebbene gli intervistati siano tutti attivi su In stagram e quasi la metà abbia raccolte di oltre 100 opere, questi sono risultati significativi.
Quando si decide di vendere la propria arte sui social si deve però prestare at tenzione alle sue peculiari caratteristi che.
I social non sono nostri, e quindi non sono “stabili”.
Non dimentichiamo che sono piatta forme che ci ospitano. Di conseguen za, il modo in cui i contenuti vengono catalogati, visualizzati, promossi e va lorizzati, è deciso dalle policy di ogni singolo social, non da noi.
Cambiano gli algoritmi che regolano i feed (e quindi ciò che vediamo e riu sciamo a far vedere al pubblico), ma ciò che è peggio è che i social posso no sparire perché caduti in disuso e, a quel punto, si perde tutto il seguito che si era venuto a creare. Pensiamo a MySpace, per esempio, o al flop di G+. Esistono, ma sono irrilevanti.
Non si può decidere della qualità dell’immagine.
In particolar modo per Facebook, che penalizza la risoluzione (molte imma gini appaiono sgranate o comunque di qualità inferiore una volta caricate) e su Instagram, dove il formato è vinco lato.
Un po’ meglio Pinterest, che non rovi na le immagini caricate.
È difficile strutturare la navigazione delle immagini.
D’accordo, su Facebook possiamo cre are degli album, ma non è certo come poter avere delle categorie su un sito. Tutto è meno intuitivo, ed è normale: in fondo, Facebook è pensato per con dividere le fotografie del barbecue di Ferragosto con gli amici, non per pro porre un portfolio.
Instagram è a sua volta piuttosto li mitato, perché non possiamo creare album o cartelle ma solo post oppure slide di immagini (una novità imple
12 #ilpezzoforte
mentata di recente).
Anche da questo punto di vista, co munque, Pinterest è più utile (tanto vero che lo utilizzano le agenzie di illustrazione per lo scouting, cioè per trovare nuovi illustratori da rappresen tare).
Internet come vediamo ha le sue gi gantesche zone d’ombra e i suoi aspetti morbosi e inquietanti, ma esclusi i casi in cui sono le aziende stesse a creare fenomeni in modo artificiale, esistono ancora persone che sfruttano la sua li bertà per ritagliarsi uno spazio in una scena che probabilmente in altri tempi sarebbe stata molto più inaccessibile. Ne sono consapevoli molti degli autori che abbiamo citato in questo magazi ne.
Giulio Mosca, aka Il Baffo, ad esempio si definisce nel suo sito un “not ordi nary influencer”
“Diciamo che, non lo so, forse è un po’ una paraculata effettivamente detta così. Però diciamo che c’è sempre que
sta sorta di pregiudizio verso chi viene dal web, soprattutto se poi chi arriva dal web si inserisce in degli ambienti che sono magari più tradizionali come la letteratura, la scrittura di libri, po esie e fumetti. Quindi semplicemente questa mia definizione è un modo un po’ per sfatare il mito, nel senso, al giorno d’oggi ormai il linguaggio dei so cial è un linguaggio un pochino di tut ti. Se una persona è tanto seguita sui social, non per forza vuol dire che non possa aver nulla da dire anche in altri
ambienti. Questo è l’antifona di questa definizione.
Il termine influencer viene spesso uti lizzato con accezione negativa a causa delle persone che, sfruttando la loro popolarità, sono diventate canali di te levendita costante, proponendo a chi li segue prodotti e servizi senza neppu re accertarsi di ciò che stanno “consi gliando”.
Ecco, io non sono questo.”
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“Collezionare arte è una dipendenza e Instagram è il rivenditore e lo spacciatore che lo abilita.”
@karenrobinovits
Gabriele Villani nasce a Ta ranto nel 1990, ma dal 2016 è ormai conosciuto come Coma Empirico. A distanza di due anni, la sua pagina Fa cebook conta oltre 160mila iscritti.
Attraverso una vena languida ma a tratti persino ironica, Coma Empirico riflette su dilemmi esistenziali, cercan do di sdoganare steriotipi parlando al suo pubblico senza filtri. Offre delle microstorie che hanno più il sapore di preludi, e sembra appellarsi allo spetta tore chiedendo a lui stesso di chiudere il cerchio attraverso le sue riflessioni. Può sembrare strano parlare di imme desimazione per fumetti chiaramente autobiografici, ma è proprio così: il disegnatore si identifica fisicamente e spiritualmente nel suo personaggio ma nel contempo il suo scopo è quello di favorire l’empatia del lettore. Non è come se volesse dirgli: “Ehi, guarda come mi sento io!”, ma “Ehi, guarda come ci assomigliamo!”.
L’importanza di sentirsi vulnerabili
Anche agli uomini è permesso piangere
Coma empirico
Nulla di più lontano dai muri di soli tudine dietro i quali molti, soprattutto i giovani, si nascondono mentre si il ludono di costruire reti di amicizie e occupazioni in chat, giochi di gruppo e tweet. Eppure i temi trattati da Coma Empirico sono proprio quelli in cui molti, soprattutto i giovani, possono riconoscersi: il desiderio di sperimen tare, la volontà di sentirsi all’altezza in ogni situazione, il contrasto tra spe ranza e rassegnazione, l’illusione dei sogni, il difficile rapporto con gli altri, la ricerca di un senso.
Possono apparire malinconiche le bre vi storie di Gabriele Villani, il quale però chiarisce che: “più che la malin conia è la sofferenza a costituire l’ele mento attorno al quale l’umanità si ri trova: la sofferenza in realtà può unire, non perché la felicità non lo faccia, ma quando si soffre si cerca maggiormen te la vicinanza dell’altro. Naturalmente non mi riferisco a patologie come la depressione, ma al sentirsi in difficol tà.>>si soffre si cerca maggiormente la vicinanza dell’altro. Naturalmente non mi riferisco a patologie come la depres sione, ma al sentirsi in difficoltà.”
– Gabriele villani
“È che non so come difendermi… vorrei essere meno sensibile alle volte.“
@coma.empirico
Da diversi anni sentiamo spesso parla re di mascolinità tossica. Che cosa s’intende con questo termi ne? Ma soprattutto, come si manifesta nella società moderna l’atteggiamento che vieta agli uomini di essere fragili?
In un articolo del New York Times del 2019, si afferma che la mascolinità tossica sia “un insieme di comporta menti e credenze che comprendono il sopprimere le emozioni, mascherare il disagio o la tristezza, il mantenere un’apparenza di stoicismo, e la violen za come indicatore di potere (pensate al comportamento da ‘uomo duro’)”.
Insomma, la cosiddetta toxic masculi nity consiste in quell’insieme di regole non scritte che spingono ogni uomo a
mantenere determinati atteggiamenti che precludono sensibilità, debolezza e fragilità. Un uomo non può essere vulnerabile: per emergere, deve mo strarsi sempre all’altezza di qualsiasi situazione, senza paure o remore.
Esprimere emozioni negative è una possibilità che non viene concessa, e man mano che si avanza con l’età, di viene un divieto anche provare quel le emozioni, provocando disfunzioni estremamente dannose. L’uomo “duro” si frammenta lenta mente e si dimena nella “bolla di gene re” che egli stesso ha contribuito a co struire, rendendola più solida nel corso degli anni e trasformandola in un’ansia sociale. Il dramma più grande è che la possibilità di chiedere aiuto non viene
vista di buon occhio nemmeno quando è il fisico a richiederlo, poiché la “du rezza” verrebbe compromessa. In questo modo, va a formarsi il senso di invincibilità che l’uomo deve mante nere nel corso della sua vita, mostran dosi sempre coraggioso e disinteres sato di fronte a quelle problematiche che potrebbero portarlo ad un rapido deterioramento anche di natura fisica.
Quest’ideale tossico spinge dunque gli uomini a rifiutare ogni atteggiamento simbolo di vulnerabilità, poiché si ac costerebbe troppo al mondo femmi nile. Oggi è più che mai è necessario, proprio come nei fumetti di Gabriele Villani che l’uomo si accorga di esse re umano, prima di voler essere quel “duro” che la società gli ha imposto.
15 #illatoumano
Livia è un’illustratrice
Cosa significa essere un’artista (donna) oggi
Perché le donne artiste, pur non essendo poche, sono per lo più sconosciute e sembra che non riescano a raggiun gere i livelli qualitativi dei loro con temporanei uomini?
Nel 1971 veniva pubblicato per la pri ma volta il saggio “Perché non ci sono state grandi artiste?” di Linda Nochlin. L’autrice, nel testo dal titolo voluta mente provocatorio che rende esplici to il pregiudizio sessista che attraver sa la disciplina, vuole mostrare come porre la domanda in questi termini sia fuori luogo e deviante: il problema sta in quel “grandi” associato ad “artiste” Che valore ha questo aggettivo? Come si misura tale grandezza?
Il modo romantico che abbiamo di guardare al mondo dell’arte sembra suggerirci che la risposta sia il genio, una forza astorica e inspiegabile, che si possiede oppure no, indipendente mente da qualsiasi altro fattore ester no. Il punto è che il genio è un essere mitico, un concetto astratto. Il fare arte, invece, è un’attività con creta che implica delle conoscenze di forme, di convenzioni, che possono es sere apprese attraverso l’apprendista to, l’insegnamento o un lungo periodo di ricerca personale.
La creazione artistica non è autonoma e libera, ma si inserisce in una rete di rapporti, sociali ed economici, di indi vidui e di istituzioni, in un preciso con testo storico e culturale in cui anche le asimmetrie di genere esercitano un certo peso.
È importante che un’artista donna continui a comunicare la propria sen sibilità pur dovendo combattere con tro i pregiudizi? Importantissimo.
Livia ad esempio con le sue illustrazio ni regala un immaginario romantico e combatte affinchè il lato emotivo di ognuno si mostri senza paura e trovi la giusta forma per essere espresso e comunicato. La sensibilità va allenata
Anchetulil
– Livia Chiffi
e non reclusa, non è un fattore di vul nerabilità, ma un strumento per cono scersi ed entrare in empatia con chi ci circonda. Sarebbe un peccato nascon derlo per paura di pregiudizi altrui. Al lenarsi alla sensibilità è percorso lungo e complicato, chi non l’ha ancora ini ziato può essere più incline a giudicare e a reggere il peso dei pregiudizi. Chi ha già mosso i primi passi si accorge di quanto siano vuote le offese altrui ed è capace di ridimensionarne il valore.
16 #senzagenere
“La colpa non è stata delle stelle sotto le quali siamo nate né degli ormoni o dei cicli mestruali […].
Il nocciolo della questione è che, per quanto ne sappiamo noi, non vi sono state grandi artiste – per quanto ne siano esistite di molto interessanti e capaci. La situazione, nelle arti così come in un centinaio di altri campi, è sfavorevole, pesante e scoraggiante per chiunque non abbia avuto la fortuna di nascere maschio di razza bianca, preferibilmente dal ceto medio in su.”
17
@anchetulil
– Roberta Guzzardi
Che l’arte e la psicoterapia abbiano degli aspetti co muni è un dato acquisito sin dagli inizi della psicoa nalisi. Freud ha il merito di individua re delle analogie tra il contenuto della creazione artistica e quello della psi coanalisi. Gli artisti intraprendono da sempre un viaggio nei cunicoli segreti della propria anima e si avvicinano in questo percorso alla psicoanalisi.
La terapia d’arte è considerata dalla psicoterapia un’essenziale componen te del setting terapeutico che non va, però, a sostituirlo. Potremmo dire che questa disciplina sia nata per rispon dere a un bisogno reale? Arte Terapia è un’espressione molto ampia ed ognuno potrebbe declinarla
Disegnasi attraverso uno specchio
Lo stretto rapporto tra psicoterapia e arte
in maniera abbastanza libera: può es sere descritta come una forma di psi coterapia che utilizza modalità diverse, può essere utilizzata nelle scuole, nel sociale in un’ottica più larga di promo zione della salute. Sono tutte cose mol to importanti. La specificità del lavoro sulla creatività nella relazione d’aiuto, si situa in un delicato confine tra arte e terapia, in una difficile integrazione tra processo creativo e processo tera peutico.
Oggi esistono diversi professionisti che lavorano con l’arte e che spiegano il percorso terapeutico ai pazienti trami te linguaggi illustrati come i fumetti e finalmente è stato raggiunto anche in Italia un traguardo importante, che sancisce il riconoscimento, atteso da molto tempo, in settori come le arti te rapie e il counselling.
Il fumetto in particolare rispecchia il mondo circostante e i modelli sociali più diffusi, talaltra propone contenuti finzionali assolutamente irrealistici; spesso presenta caratterizzazioni mar
18 #illatoumano
Robart
cate della realtà e dei personaggi che in essa agiscono, enfatizzandone le quali tà tramite l’uso di caricature e onoma topee.
La caratteristica espressività che co niuga operativamente testo e immagi ne, il particolare linguaggio usato, e la possibilità data al lettore di estraniarsi dal suo mondo per incarnarsi momen taneamente in quello dell’eroe di tur no, sono alla base dell’alto funziona mento di queste pratiche.
Ma se il fumetto è amato, lo deve so prattutto al fatto che le storie che rac conta: non solo narrano eventi più o meno realistici, ma lo fanno in modo “emozionante”, suscitando emozioni, facendo sì che il lettore si identifichi in questi e si interroghi circa lo sviluppo della storia. La lettura è “emozionan te” poiché “risuona” nel lettore.
Il fumetto rappresenta frequentemente le emozioni dei suoi protagonisti, e lo fa in modo che possa capire non solo di quali emozioni si tratta, ma anche perché quel protagonista prova quell’e mozione, per quanto tempo la prova, con quale intensità, con quali conse guenze.
Autore e fruitore del fumetto devono dunque incontrarsi. Perché questo le game si crei è necessario anche che ci sia in comune un mondo fatto di valori sociali ed esistenziali; un mondo in cui riecheggiano memorie storiche, miti passati e contemporanei, ideali a cui tendere o ai quali si è rinunciato ma che si riesce a recuperare nella passeg gera lettura di qualche vignetta.
“Insieme alla passione per la psicologia ho sempre avuto anche quella per il disegno, ed è per questo che è nato questo sito: per divulgare concetti di psicologia in un modo più diretto, chiaro e d’effetto rispetto a quello che si ha utilizzando soltanto le parole.”
Cosi nascono gli “PsycoFumetti” di Roberta Guzzardi, psicoterapeuta, che affianca l’arte al suo lavoro .
Sono brevi strisce o illustrazioni per spiegare “in tratti semplici” concetti che a parole sono più difficili da com prendere.
A volte non è facile capire come fun zionano i nostri problemi, perché li abbiamo e come possiamo risolverli, ancora più difficile diventa parlarne, lo scopo di Robart è proprio questo .
Gli PsycoFumetti nascono per impa rare a guardare ai nostri problemi con più leggerezza, con lo scopo di rendere gradualmente più semplici i cambia menti che adesso ci sembrano impos sibili.
19 #illatoumano
“Prendo spunto da ciò che vivo, mi tuffo nei miei processi interiori, ed ecco il risultato!”
@robart
#Retro-serie
Strappare lungo i bordi
Zerocalcare approda su netflix
Il fumettista italiano ha annuncia to di aver scritto e diretto la sua prima serie animata Netflix.
Zerocalcare, ha usato queste po che parole per condividere online il video-annuncio voluto da Netflix, ha rotto il silenzio.
“Oggi, finalmente, è il giorno in cui posso rispondere: sto a fa’ questo.”
Strappare lungo i bordi è la prima se rie animata prodotta dal colosso strea ming in Italia, e la prima, poi, ad essere scritta e diretta dal fumettista, debut terà sulla piattaforma «prossimamen te».
“Era da tanto tempo che giravo attor no all’animazione, anche divertendo mi molto a sperimentare, facendo tut to da solo”, ha spiegato Zerocalcare, che nella serie di prossima fattura ha promesso ritrovare i suoi personaggi di sempre, Armadillo, Secco, l’Amico Cinghiale, Sarah.
Per il resto, la trama della serie TV Strappare Lungo i Bordi resta ancora un mistero, sebbene Zerocalcare abbia tenuto a specificare ironicamente che le vicende non ruoteranno attorno ad un tizio che deve scalare un palazzo,
come si vede nel video. Nello stesso messaggio condiviso sui social in cui ha spiegato questo aspetto, l’autore ha anche dichiarato:
“È una storia che mi sta molto a cuore, e la sto a fa come voglio io. Nei linguaggi, nei contenuti, nella scrittura, è roba mia, il che significa che se viene na merda me l’accollo io. Al tempo stesso, come si vede già a partire da questi 50 secondi, sta cosa è realizzata de cisamente meglio di quello che è nelle mie possibilità: questo per ché ci stanno a lavorà un sacco di persone che sono quelle che poi fanno la differenza tra quello che faccio per i fatti miei e quello che stiamo facendo qui.”
20 #larubrica
@zerocalcare
Classe 1991, Giulio Mosca è il creatore del Baffo.Nasce a Genova e si trasferisce a Torino all’età di vent’anni, dopo aver conseguito una borsa di stu dio per lo IED dove si laurea in Graphic Design.
Nel 2014, poco dopo essere stato as sunto come motion designer, si licen zia per fondare una startup nel setto re gastronomico insieme ad altri due soci. Si occupa della direzione creativa
e della comunicazione. Il personaggio del Baffo nasce nel Natale del 2016. Nel 2017 esce la prima graphic novel dell’autore: “La Notte dell’Oliva”, edi ta ManFont, ad aprile 2018 la seconda pubblicazione: “Sublimi Banalità Quo tidiane”, una raccolta delle vignette pubblicate sul web affiancate da diver si scritti inediti, edita sempre da Man Font..
Da febbraio 2018 Giulio Mosca lascia il lavoro nella startup per dedicarsi
Le poesie si possono disegnare Un romanticismo dalla vena blu
interamente alla carriera da autore e lavora come consulente per diverse aziende e insegna allo IED di Torino. Nel novembre 2018 esce la sua secon da graphic novel: “La Fine del mondo di Qualcun Altro” (ManFont).
Nell’ottobre 2019 esce la sua prima raccolta di poesie illustrate per Longa nesi “Le Poesie si Possono Disegnare” e quest’anno viene pubblicata la sua prima graphic novel con una “major”: Clorofilla, edita da Feltrinelli.
Il baffogram
– Giulio Mosca
Noi abbiamo avuto il piacere di in contrarlo durante il Book Festival di Catania, dove presentava la sua ultima graphic novel e gli abbiamo chiesto di più sulle sue vignette e il suo innato romanticismo.
Quando è nato il Baffo, io penso che un po’ la tua vita è cambiata. Da quando è nato questo perso naggio, tu Giulio Mosca, hai avuto dei cambiamenti a livello personale?
Diciamo che quando ho deciso di apri re la mia pagina Facebook, l’ho fatto come bisogno personale, non con l’am bizione di creare qualcosa di specifico. Sentivo il bisogno di ritrovare la mia creatività. Io in realtà facevo già un lavoro creativo, che però trasportato in ambiente professionale rischiava di diventare quasi noioso, no? Lo facevo perché mi piaceva l’idea di poter lavo rare attraverso la mia creatività, quin di avere più di libertà, poi quando mi sono sentito più oppresso dalla routi ne, ho voluto ricercare uno spazio mio. Il cambiamento in positivo può essere stato quello di avere avuto la fortuna di riuscire a fare qualcosa di veramente spontaneo, ecco. Ho ritrovato la mia spontaneità nella vita lavorativa e di conseguenza in quella quotidiana.
21 #romantichiamo
Il baffo, questo personaggio che ci hai fatto conoscere, quanto fa parte di te lui e quanto tu fai parte di lui? Vi completate? Siete due facce della stessa medaglia? Siete uguali o c’è qualcosa che è in contrasto tra voi?
Questa è una domanda interessante. Visto, appunto, che il personaggio che disegno è molto simile a me, anche solo per i baffi, a volte magari si può pensa re che sia proprio la mia trasposizione, però in realtà non è per forza così. Io ho cominciato a disegnare quel per sonaggio perché si dice spesso che quando si disegna in maniera sponta nea viene sempre da disegnare perso naggi con le sembianze simili alle pro prie, perché comunque una persona si vede allo specchio tutti i giorni e quin di la figura più presente nella nostra mente alla fine è la nostra. In realtà lo vedo anche molto come un simbolo. La vivo molto come una sor ta di dualismo, non per forza costan te, nel senso che ci sono molte cose di me in quello che racconto, ma come in
qualsiasi persona al mondo che decide di raccontare qualcosa, però non è di ciamo la mia “vita a fumetti”.
È un personaggio che ho creato e ormai faccio anche fatica a disegnare qualsi asi altra cosa, è comunque un simbolo
anche per me. Quindi è un personaggio che in realtà ha la sua identità, la sua vita e vive sicuramente di intuizioni e di esperienze mie, della mia vita, ma che non per forza deve essere la mia fotocopia.
È una cosa un po’ difficile anche da spiegare, però penso che il modo più semplice per raccontarlo sia quello di dire: “Non è la mia trasposizione a fu metti” .
Il Baffo, lo vediamo spesso circon dato da donne.
Ecco, questa donna che è sempre con lui, è qualcuna che fa parte della tua vita o ne ha fatto par te? Ti ricolleghi a degli episodi o anche a delle persone che hai conosciuto?
@Ilbaffogram
No, vabbè, io sono fidanzato da 8 anni, quindi non è che ci sia tanto da na scondere. Sono molto riconosciuto per le vignette che affrontano temi sia in timi, sia romantici della vita di coppia, non si può negare che non sia un po’ la mia “poetica”.
#romantichiamo
“Quindi amare è una sorta di processo naturale, simile alla respirazione, dai e prendi, prendi e dai. L’atto di amare è la respirazione, mentre l’amore è ossigeno.”
“Ho capito perché ti nascondi, ho capito che se mi vedi poi ti lasci andare e finirai con il deludere tutti. Ma come puoi nasconderti se le tue intenzioni brillano di luce propria? Sembri una stella che cerca di non dare nell’occhio in un cielo senza nuvole.”
La situazione che introduco nelle mie vignette non è, anche lì, una mera tra sposizione della mia vita. Io utilizzo, quasi come cavallo di batta glia, diciamo così, questo aspetto della coppia del maschile e del femminile per riuscire a raccontare meglio la no stra vita, perché comunque tutti hanno una parte maschile e femminile dentro di loro ed io ho una visione molto sim bolica di tutto questo e in generale di quello che faccio.
Alla fine ognuno ha la sua interpre tazione, il mio raccontare la coppia e la quotidianità è semplicemente un modo per cercare di fare chiarezza e di scoprire il proprio io interiore più pro fondo, che non è mai solo bianco e solo nero, e trovo che il tema della coppia e dell’amore, del romanticismo, sia dav vero un pretesto interessante per poter raccontare di noi in maniera molto più profonda cose che magari non hanno niente a che fare con l’amore o con la vita quotidiana di quello che sto rac contando in quella vignetta. È un modo per riuscire ad avere una
visione più ampia dei sono i nostri pensieri, le idee che abbiamo dentro di noi, che magari a volte non riusciamo a dire e presentate in una chiave più diretta e romantica a volte riescono a farci capire parti di noi che magari non avevamo compreso ancora.
Stai parlando dell’amore in gene rale, no?
No, non dell’amore in generale, pro prio dell’aspetto del maschile e femmi nile della nostra anima e che comun que esiste e coesiste anche in coppie di donne e donne, uomini e uomini. Infatti maschile e femminile è quasi un termine “sbagliato”.
È più come un rapporto tra spirito, quindi la parte più combattiva di noi, e anima, la parte più dolce, più riflessi va. Un contrasto che si ritrova poi nel mito, dai greci ai popoli della Mesopo tamia, si ritrova da sempre nella lette ratura da sempre nella letteratura di qualsiasi tipo e viene facile raccontarlo così, dato che non è così banale come può sembrare.
Parlando dell’aspetto maschile e femminile, secondo te, la società nella quale viviamo è pronta per accettare tutti i diversi tipi di amore che ci sono? Ed è pronta ad accettare il fatto che magari un uomo possa fare emergere sen za nessun problema la sua parte femminile, così come e una donna possa fare emergere senza nessun problema la sua parte più maschi le?
Ma, in realtà, noi siamo già nati pronti, poi probabilmente siamo stati deviati o storditi da qualche pregiudizio che possa avere magari a che fare con uno aspetto più, non lo so, religioso, più di facciata... ma noi noi abbiamo già den tro di noi tutto quello che serve. Lo dimostra anche la storia del passa to, a volte si parla del Medioevo come un periodo buio, quando in realtà era no molto più elastici di noi. Forse è più una questione di riabituarsi a prender ci per quello che siamo seguendo più il nostro istinto rispetto all’essere con dizionati da convenzioni che ci hanno
23 #romantichiamo
@Ilbaffogram
fatto perdere un il punto del discorso. La questione quindi non è prepararsi, è semplicemente prenderne consape volezza e capire che non c’è assolu tamente neanche da discuterne, non tutti magari ancora lo capiscono, ma gari qualcuno ci metterà un po’ di più, qualcuno un po’ di meno, però anche il parlarne è sicuramente propedeutico per riuscire a ricordarsi chi eravamo.
Giulio l’amore è ossigeno, l’hai scritto tu, quindi l’amore ci serve necessariamente?
Si, credo proprio di si. Facendo un’al tra metafora riguardante i motori, è quasi una sorta di carburante. Questa è la mia visione diciamo, è qualcosa che riesce a darci la forza di vivere e non deve essere per forza amore ver so un’altra persona, può essere anche una passione, l’amore verso un’arte, il proprio mestiere... quindi insomma di ciamo che è quello che ci da la motiva zione per affrontare uno scopo, questo è il senso.
Un’ultima domanda al volo, come mai i tuoi personaggi sono blu?
In realtà volevo introdurre un elemen to surreale che fosse proprio impossi bile da non notare. Il colore della pelle purtroppo sappiamo che è una cosa che tutti notano e quindi farla di un co lore inesistente, il blu appunto, è una cosa che ho pensato che potesse esse re, visti i nostri preconcetti, qualcosa che potesse farci un po’ distaccare da quello che vedevamo, e quindi farci ve dere da fuori quello che veniva raccon tato poi nelle vignette, no? E siccome le cose da fuori si capiscono sempre meglio, un po’ come da osservatore esterno, si riesce poi anche ad imme desimarcisi di più. Perchè si riesce ad immedesimarsi in una roba quando la capisci. È stato questo il motivo, vole vo aggiungere un elemento che potesse far staccare per poi fare immedesima re di più le persone, facendo diventare c i personaggi più un simbolo che uno stereotipo.
25 #romantichiamo
Il protagonista dell’intervista è Mattia Labadessa, fumettista e il lustratore classe ’93, noto al po polo del web principalmente per il piccolo mondo giallo degli Uomini Uccello.
Dopo aver studiato presso l’Accademia Di Belle Arti, si è dedicato alla grafica e all’illustrazione, per poi passare ai fumetti e alla Graphic Novel, collezio nando già quattro libri, editi da Shock dom: “Le cose così”, “Mezza fetta di limone”, “Calata Capodichino” e il nuovo nato “Bernardo Cavallino”.
Le sue vignette, caratterizzate da un’i ronia cruda e pungente, gli hanno per messo di essere apprezzato e seguito da oltre 450 mila fan su Facebook. Mattia unisce pienamente nei suoi di segni risate e momenti di riflessione, raccontando tramite la sua arte se stesso ai lettori, mettendosi a nudo e condividendo esperienze e sensazioni.
In occasione di Etna Comics 2019, ab biamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con lui, un ragazzo semplice e sempre con la battuta pron ta, conscio di essere un “privilegiato” e determinato a conquistarsi un posto nel mondo.
Com’è nato il personaggio dell’Uo mo Uccello?
Il piccolo mondo giallo degli Uomini Uccello è nato per caso, come tutta la struttura che sta dietro a Labadessa. L’aver studiato Graphic Design in Ac cademia mi ha permesso di avvicinar
Il piccolo mondo degli Uomini Uccello
mi a uno stile più asciutto, pulito e più vicino appunto al mondo della grafica che a quello dell’illustrazione e, ini ziando a disegnare in questo modo, ho dato vita all’Uomo Uccello e al mood Labadessa, che mi porta a ricercare sempre qualcosa di interessante anche nell’ovvio e nel banale.
Nelle tue vignette quanto c’è di te e della tua vita?
Tendo spesso a parlare di me e dei “drammi” che vivo, non per cercare una risposta tramite la comunicazione con l’altro, ma per condividere le espe rienze vissute, che spesso sono univer sali.
Quando invece voglio fare qualcosa di divertente mi apro all’esterno e guardo
27 #ridicisu
Mattia
racconta
labadessa – Mattia Labadessa
Labadessa si
“io sono anomalo, nel senso che faccio fumetti ma non leggo fumetti.”
@_labadessa
al mondo, anche se lo faccio davvero di rado. All’inizio il mio obiettivo era divertire, quindi lo facevo spesso, ora invece sono portato a raccontare in particolar modo la mia vita, spegnendo un po’ di giallo.
C’è un fumettista che ti ha ispirato maggiormente?
Io sono anomalo, nel senso che faccio fumetti ma non leggo fumetti. Questo è stato un grande problema quando sono entrato nel mondo Comi cs, perché agli occhi degli altri autori non ero ben visto, ma io ho sempre disegnato, sono un illustratore cata pultato nel fumetto. Dal semplice dise gno sono passato alle vignette, poi alle strisce e adesso anche gli editori sono interessati ai miei lavori, stravolgendo i miei piani e dandomi molte soddisfa zioni, sia professionali sia umane. Il fatto di non essere un lettore accani to di fumetti mi consente di muover mi più liberamente in questo mondo, senza condizionamenti, ma rischiando anche di copiare involontariamente qualche idea già realizzata e, appunto, da me non nota.
Nel mondo del fumetto, avverti una sorta di snobismo nei con fronti degli artisti che nascono da internet?
All’inizio l’ho avvertito parecchio, per ché quando ho aperto la mia pagina su internet molti hanno deciso di intra prendere lo stesso percorso sul web. Si è quindi creato un “campo odiato” dai fumettisti di mestiere che hanno studiato questo nella vita e si sono sem pre dedicati al Comics, leggendo tan tissimo e sguazzando in questo mondo da sempre. Però ora non avverto più questo snobismo e mi sento accettato, inserito a pieno nel mondo del fumet to, senza riserve e discriminazioni.
Bernardo Cavallino, come nasce?
La via in cui abitano a Palermo i miei nonni materni ha dato il nome al per sonaggio, caratterizzato dall’ossessio ne per la morte e dalla paura di spari re. Solo il legame con i ricordi lo tiene
“La vita è questo, secondo me: una serie di miserie ed afflizioni, di ansie e di problemi, che racconto agli altri come se stessi parlando con l’amico di una vita al bar, niente imbarazzo e niente maschere, solo tristi verità!”
attaccato alla vita, con le sue continue manie, come quella per le candeline.
Il timore della morte lo collega a me moltissimo, essendo una paura condi visa a pieno anche da me e diventata ormai quasi una vera ossessione, che si evince anche dalla perdita del giallo a favore del nero, che andando avanti diventa sempre più opprimente.
Quale altro personaggio dobbia mo aspettarci per il futuro?
Dopo l’Uomo Uccello, ho pensato a tanti altri personaggi che potessero af fiancarlo.
Prima la Platessa, poi l’Uomo Pesce, il Varano Poeta, ma non l’ho mai fatto. L’unica volta che ho inserito due per sonaggi nuovi è stato nella pubblica zione “Mezza fetta di limone”, in cui erano presenti anche il Coniglio e il Tucano, ma ho in progetto di inserirne altri a breve.
@_labadessa
#Retro-libri
Emotivazione
Sadzylla
esasperata nel dimostrare perfezione e felicità perenne, Sadzylla dà voce e forma a sentimenti attinti dalla real tà in cui tutti si possono riconoscere. Sadzylla, in questo libro, ci parla dell’a more in tutte le su sfaccettature, e lo fa con lo stile che le appartiene e che la rende inimitabile. E così fra queste ri ghe ci si ritrova a ridere, a piangere, a commuoversi, perché tutte le emozio ni che ci troviamo dentro sono state di tutti noi, almeno una volta nella vita.
Sadzylla è il progetto artisti co creato da Giulia Corona. In poco tempo, la sua pagina instagram si è fatta notare nell’impervio mondo dei social sempre più saturo. Sadzylla è una sorta di dia rio illustrato: colpiscono i colori sgar gianti dei disegni, gli sfondi intervallati ora da toni scuri, ora da sfumature più chiare. Ma, ciò che sbalordisce in posi tivo è la maestria con cui Giulia abbina alla sua arte visiva anche quella lette raria: sì, perché Sadzylla non è solo disegno digitale! E’ contenuto, poesia, porzioni di vita. Un abbinamento fra visione e riflessione: illustrazioni origi nali accostati a testi che, con ironia e realismo narrano problemi quotidiani. Dove i social sono, oramai, una vetrina .
“Si impara a stare soli. Si impara a stare senza occhi altrui da cui farsi guidare e ammirare. Si impa ra a vivere senza qualcuno che ti ricordi wquotidianamente che sei bella e interessante e speciale e inarrestabile. Si impara a credere che se non c’è una fonte esterna a riempirti di belle parole, que ste perdono di significato o per lomeno smettono di starti bene addosso. Così, quando la persona che ami se ne va, non ti senti più bella, e affascinante, e speciale e inarrestabile. Si diventa Una. Una che cammina in mezzo alla ressa. Una utile a riempire i tempi morti, in luoghi delle relazioni umane ferme in un punto e mai destina te a procedere. Una. Una di cui dimentichi il nome e i connotati. Una. Una interessante ma mai troppo.”
29 #larubrica
Eventi
Catania Book Festival Catania, 21-22- 23 Maggio 2021
Arf! Il festival dek fumetto Roma, 28/05/2021 - 11/10/2021 07/05/2021 - 26/09/2021
Comicon Napoli. 22-25 Aprile 2022
Bande de Femmes Roma, 23/06/2021 - 3/07/2021
Modena Nerd Modena, 3-4 Luglio 2021
Lucca comics - changes Lucca, 01/11/2020 - 28/02/2021
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Le fonti https://acrimonia.it/it/articles/cosa-significa-essere-un%27artista-donna-oggi https://losbuffo.com/2020/10/14/lil-si-racconta-intervista-allillustratrice-livia-chiffi/ https://www.2duerighe.com/arte/111223-intervista-labadessa-e-il-piccolo-mondo-gial lo-degli-uomini-uccello.htmlhttps://www.artribune.com/progettazione/new-media/2017/10/ instagram-artisti/ https://martebenicult.wordpress.com/2019/12/01/larte-su-instagram-tra-creativita-e-comuni cazione http://centrostudipsicologiaeletteratura.org/2014/02/la-psicoterapia-con-larte/ https://www.artribune.com/attualita/2015/04/arte-terapia-psicologia-psicoanalisi/
€ 10,00