Gli autoritratti
2Il
contatto con l’ambiente pubblicitario, all’epoca molto attento e ricettivo nei confronti dell’arte contemporanea, costituisce per Pistoletto anche uno stimolo a seguire l’attività delle gallerie to rinesi, che offrono una presentazione piuttosto aggiornata della produzione artistica internazionale.
Pistoletto sente la necessità di trovare una risposta personale alle questioni esistenziali che vede espresse nelle diverse cor renti artistiche contemporaneo e trova nella pittura figurativa una via più consona alla propria formazione e cultura. L’au toritratto è lo strumento di cui si serve e in esso concentra fin dall’inizio la sua ricerca e produzione.
Con un autoritratto inizia la sua attività espositiva, nel 1955, presso il Circolo degli Artisti di Torino. Inizialmente dipinge autoritratti di grandi dimensioni, fra l’astratto e il materico, in cui il viso occupa l’intera superficie della tela, ma qualche anno più tardi nel Sacerdote e Il santo, il volto non occupa più tutta la tela e vi sono evidenti riferimenti all’iconografia cristiana. Entrambe le opere sono pubblicate sulla rivista “Presenze”, edita dallo stesso Pistoletto, insieme a uno scritto sulla situazione dell’arte astratta dell’epoca , sul pericolo di una sua riduzione a sterile formalismo e sull’importanza di recuperare l’essenziale funzione sociale e spirituale dell’arte.
“L’arte rinascimentale è la base dell’evoluzione di tutto il mio lavoro. Ho veramente avuto una rivelazione di fronte alla Flagellazione di Piero della Francesca. All’epoca c’e ra il conflitto tra astrazione e figurazione. Era la grande discussione, il grande dibattito del momento. Ma di fron te a tale dipinto compresi che Piero della Francesca era sia astratto che figurativo. Compresi che il problema era tutt’altro, o perlomeno che non era posto chiaramente.”
Negli autoritratti del 1958 i soggetti sono dipinti a figura intera e dimensioni reali. Il rapporto del soggetto con lo spazio circostante porta l’artista a confrontarsi con la realizzazione del fondo, che appare come una gabbia impenetrabile, in cui l’uomo vive in uno stato talmente drammatico da essere soffocato, da non aver voce e spazio.
Nel 1960 inizia appunto una caratterizzazione particolare degli sfondi. Negli autoritratti Pistoletto si raffigura a dimensioni reali, sempre più immobile e inespressivo, come un prototipo di comune essere umano, su fondi monocromi in oro, argento e rame. I fondi volevano essere luce, come una vetrata, o al con trario fondi assolutamente automatici ed inespressivi, migliaia di righette oppure superfici come il lineolum, cioè fondi decora tivi anonimi. L’artista voleva raffreddare la drammaticità, ma si ha come la sensazione che da questa anonimità del fondo ci si aspettasse di veder accadere qualcosa.
Quadri specchianti
Nel 1961 avviene infine la svolta definitiva per il rapporto tra soggetto e sfondo che porterà ai quadri specchianti. Pistoletto stende uno spesso strato di vernice trasparente su una tela dipinta di nero. Convinto a iniziare un autoritratto, si accorge improvvisamente di potersi specchiare direttamente sulla tela, senza più bisogno di usare uno specchio per osser Davarsi.queste
sperimentazioni nè ricaverà la collezione Il presente. “L’uomo dipinto veniva avanti come vivo nello spazio vivo dell’ambiente, ma il vero protagonista era il rapporto di istan taneità che si creava tra lo spettatore, il suo riflesso e la figura dipinta, in un movimento sempre “presente” che concentrava in sé il passato e il futuro tanto da far dubitare della loro esistenza: era la dimensione del tempo”
Pistoletto conduce una serie di esperimenti tesi a raggiungere il massimo grado di quell’oggettività manifestatasi nei primi di pinti specchianti. Per rendere maggiormente riflettente il fondo utilizza lastre di alluminio applicate sulla tela, come in Uomo grigio di schiena. Individua infine nell’acciaio lucidato a spec chio il materiale più idoneo. Per dare la massima oggettività alla figura sperimenta anche la fotografia. Si susseguono poi diversi tentativi: prova ad applicare l’imma gine fotografica ritagliata o gelatina fotografica direttamente su una lastra di acciaio lucidata, però la fotografia conserva il ca rattere di inserto oggettuale, che contrasta con l’immaterialità dell’immagine riflessa; prova a utilizzare uno specchio normale, ma viene accantonata anche questa tecnica per i problemi posti dallo spessore del vetro.
Giunge infine a mettere a punto la tecnica con la quale produce d’ora in poi i suoi quadri specchianti: una lastra di acciaio inox lucidato a specchio sulla quale è applicata un’immagine ottenu ta mediante una tecnica di riporto fotografico, consistente nel ricalcare una fotografia, ingrandita a dimensioni reali, a punta di pennello, su carta velina. A partire dal 1971 la velina dipinta sarà sostituita da un processo serigrafico di riproduzione dell’immagine fotografica.
I quadri specchianti costituiscono il fondamento dell’opera di Pistoletto, sia per quanto concerne la sua successiva produzione
artistica, sia per la riflessione teorica nella quale costantemente ritorna ad essi per approfondirne il significato e svilupparne le Leimplicazioni.caratteristiche essenziali sono: la dimensione del tempo, non soltanto rappresentato, ma realmente presente; un “autoritratto del mondo”, tramite l’inclusione dello spettatore e dell’ambiente circostante; la congiunzione di coppie di opposte polarità (statico/dinamico, superficie/profondità, assolu to/relativo) costituite dall’interazione tra l’immagine di natura fotografica e avvenimento nello spazio generato dalla superficie specchiante; comunicazione tra arte e vita, infatti la colloca zione dei quadri non più ad altezza finestra, bensì sul pavimento, fa sì che essi aprano un varco attraverso il quale l’ambiente reale si prolunga nell’ambiente virtuale dell’opera, come una Iporta.quadri
specchianti vengono esposti per la prima volta nella personale di Pistoletto alla Galatea nell’aprile del 1963.
arte povera
è considerato uno dei protagonisti dell’Arte Povera. Alcune sue opere, come Oggetti in meno, precedono la nascita ufficiale del movimento, altre ne costituiscono quasi l’emblema, come i lavori con gli stracci usati inzialmente per pulire i quadri specchianti e in alcune azioni dello Zoo, come ad esempio La Venere degli stracci. Non meno importante è il suo ruolo di catalizzatore, svolto fin dai primi anni Sessanta, di quel gruppo di artisti torinesi che darà vita all’Arte Povera e lo stesso Germano Celant gli riconoscerà tale funzione.
Plexiglass
Pistoletto, nel 1964, presso la Galleria Sperone, espone un grup po di sette lavori in plexiglass e fotografia. Il muro è costituito da una semplice lastra di plexiglass appoggiata alla parete, Scala doppia da due lastre di plexiglass sulle quali sono ripor tate le fotografie delle due rampe che costituiscono la scala, Ta volino con disco e giornale è un parallelepipedo in plexiglass su cui sono applicate le foto di un tavolino, un disco e un giornale. Si tratta di un primo passo nell’esplorazione, all’interno dello spazio reale, di quella nuova dinamica spaziale scoperta con i quadri specchianti. Allo stesso tempo di una presa di posizione rispetto all’utilizzo di oggetti comuni in ambito artistico prati cato in quegli anni e di una prima dichiarazione di “concettualità” dell’arte.
“Mi trovo nel quadro, oltre il muro bucato dallo specchio, anche se non materialmente. Anzi, siccome mi è impossibile entrarci, per indagare nella struttura dell’arte devo fare uscire il quadro nella realtà, creando la finzione di trovarmi oltre lo specchio. È facile in questi anni equivocare sull’identità tra oggetto-reale e oggetto-arte. Una “cosa” non è arte; l’idea espressa della stessa “cosa” può esserlo.”
Oggetti in meno
Tra il 1965 e il 1966 Pistoletto produce ed espone nel proprio studio gli Oggetti in meno. Sono opere create attraverso un pro cesso di lavoro legato alla spontaneità e alla contingenza. Con
questi lavori, ognuno diverso dall’altro, come se si trattasse di una mostra collettiva, viene infranto quel dogma per cui ogni opera di un artista deve essere stilisticamente riconoscibile, come un marchio commerciale standardizzato. Gli Oggetti in meno sono infatti accolti molto freddamente dalla critica, tan to che determinano un congelamento del valore di mercato dei precedenti quadri specchianti che avevano ottenuto grande suc cesso .
“I miei recenti lavori testimoniano la necessità di vivere e agire secondo questa dimensione, cioè secondo l’irripetibilità di ogni attimo, di ogni luogo e quindi di ogni situazione presente (...) I lavori che faccio non vogliono essere delle costruzioni o fabbrica zioni di nuove idee, come non vogliono essere oggetti che mi rap presentino, da imporre o per impormi agli altri, ma sono oggetti attraverso i quali io mi libero di qualcosa - non sono costruzioni ma liberazioni - io non li considero oggetti in più ma oggetti in meno, nel senso che portano con sé un’esperienza percettiva defi nitivamente esternata.”
Zoo e Manifesto della Collaborazione
Nel febbraio del 1968 Pistoletto tiene una personale presso all’Attico di Roma e realizza assieme a dieci giovani registi tori nesi altrettanti film che vengono proiettati l’ultimo giorno della Attraversomostra.
le prime azioni collettive e l’apertura dello studio si è andato formando un gruppo - Lo Zoo - costituito da persone provenienti da diverse discipline artistiche (musica, letteratu ra, teatro, arti visive) assieme alle quali, tra il 1968 e il 1970, Pistoletto realizza una serie di spettacoli, concepiti come collaborazioni creative e come forma di comunicazione non mediata da oggetti.
Lo Zoo si esibisce, in Italia e in Europa, in diversi tipi di spazistrade, piazze, discoteche, birrerie, teatri, gallerie - e collabora in più occasioni con Musica Elettronica Viva, gruppo composto da alcuni musicisti statunitensi stabilitisi a Roma.
Il primo spettacolo dello Zoo, L’Uomo ammaestrato, ha luogo nelle strade di un piccolo paese vicino a Corniglia.
scultura
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scultura è per Pistoletto una passione che nutre fin da raAgazzo.partire dal 1967 utilizza calchi di sculture classiche per al cune sue opere come la Venere degli stracci o L’Etrusco. L’Annunciazione (1980), in cui al calco di una statua è applicata una seconda figura in poliuretano, e Il gigante (1981), che sovrappo ne calchi di statue diverse, preannunciano la successiva produ zione di vere e proprie sculture, realizzate in poliuretano rigido, materiale scelto per la velocità di esecuzione. Proprio tramite blocchi di poliuretano policromi l’artista realiz za nel giro di pochi giorni blocchi policromi un gruppo di opere denominato La natività, esposte a New York presso la Galleria Salvatore Ala nel 1981.
Successivamente le sculture assumono sempre più l’aspetto di elaborazione e condensazione di frammenti, recuperati come “oggetti trovati” nella memoria della tradizione scultorea, aspetto evidente in opere come L’Acrobata o Albero. Dal 1984 Pistoletto deciderà di usare anche il marmo, per co piare in grandi dimensioni le sculture in poliuretano, oppure sovrapponendo marmo e poliuretano come nel gruppo Le quat tro “Perstagionitornare
alle statue giganti dell’isola di Pasqua e ai marmi di Michelangelo, voglio dire che hanno in comune un’anima del la scultura che attraversa il tempo e lo spazio. Ed è quest’anima che ritrovo oggi con la scultura. La controversia sull’interpreta zione del termine scultura cade su questo punto. È una questione di anima enon anima, centro e non centro, pieno o vuoto, dio o non dio.”
Nel 1985 Pistoletto espone presso la Galleria Persano di Torino un gruppo di opere costituite da superfici e volumi in materiale anonimo, dai colori scuri e cupi, e a cui l’artista si riferisce, nel testo pubblicato sul catalogo, anche con l’espressione Arte dello Squallore.
Si tratta di un ciclo di opere, prodotte tra il 1985 e il 1989, uti lizzando i grandi blocchi di poliuretano usati per le sculture, ricoperti di tela e dipinti. Nella mostra Immagine, tenuta a Roma presso la Galleria Pieroni, l’artista presenta, in forma di riproduzione fotografica su grandi pannelli di legno, le immagi
ni di alcune di queste opere esposte in diversi luoghi negli anni precedenti evidenziando,la commistione di pittura e scultura.
“I volumi della mia “Quarta generazione” diventando fotogra fie continuano il processo rivolgendolo al1’interno dell’arte, lo rendono proprio, riflettono le realtà dell’arte coincidendo con i mezzi del mondo. Senza tradursi in finestre sull’esterno. La por tata critica per me deve inserirsi nella lucidità della visione e nella capacita di scomporre, dividere, sezionare, moltiplicare i piani in modo da rendere agibile anche lo spessore della storia e percorribile lo spazio aperto nella nuova dimensione.”
proGetto arte
1978 presso la Galleria Persano di Torino si tiene una mostra di Pistoletto intitolata Divisione e moltiplicazione dello specchio. L’arte assume la religione. Attraverso questa mostra e due suoi testi pubblicati sul catalogo, l’artista annuncia due fondamentali direzioni in cui si svilupperà il suo lavoro.
La prima, denominata Divisione e moltiplicazione dello spec chio, nasce dalla constatazione che lo specchio può riflettere qualsiasi cosa tranne se stesso, dividendolo però e spostando progressivamente lo specchio si moltiplica, questo fenomeno è alla base di una serie di opere in cui il principio della suddivi sione si manifesta come fondamento universale di ogni sviluppo organico e, sul piano sociale, della condivisione come logica alternativa a quella dell’accumulazione e dell’esclusione.
La seconda, L’arte assume la religione, costituisce una riflessio ne sulla centralità dell’arte, rispetto ad altri ambiti del sapere e dell’agire umano, che saranno alla base di Progetto Arte e della fondazione di Cittadellarte.
È l’inizio di una riflessione sulla spiritualità che verrà ripresa e approfondita in diverse sue opere, tra cui Luogo di raccoglimen to multireligioso e laico e Il tempo del giudizio.
Segno Arte
Con la mostra Segno Arte, inizia una nuova fase di lavoro, che si svilupperà parallelamente in due direzioni: la produzione di una serie di opere da parte dell’artista e l’invito a realizzare il proprio Segno Arte anche agli altri. Il Segno Arte di Pistoletto è una figura, formata dall’interse zione di due triangoli, che inscrive idealmente un corpo umano con le braccia alzate e le gambe divaricate. Con questa forma, corrispondente alla massima estensione del corpo dell’artista, realizza numerose opere in materiali diversi, come porte, fine stre e contenitori di rifiuti.
Presso la Henry Moore Foundation di Halifax crea dei Nuclei Abitativi-Segno Arte. Come esempio dei Segni Arte prodotti dagli altri, è significativa L’ala, una scultura permanente realizzata a Krems, composta da pannelli luminosi contenti ciascuno il Segno Arte di un abi tante.
Progetto Arte
Progetto Arte nasce e si sviluppa durante l’attività di insegna mento di Pistoletto presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna, dal 1991 al 1999, dove imposta un programma innovativo che abbatte le tradizionali barriere tra diverse discipline artistiche. Nel 1994 Pistoletto organizza, presso il Teatro Marstall di Monaco, la manifestazione Tempo Tag Theater, coinvolgendo, oltre ad artisti, anche esponenti del mondo dell’economia e della po Lolitica.stesso anno a Pistoia, ha luogo il primo di una serie di incon tri pubblici in cui il manifesto di Progetto Arte viene presentato.
Si realizzano poi una fitta serie di attività in cui le finalità di Progetto Arte, sintetizzate anche in alcuni motti come “eliminare le distanze mantenendo le differenze” si sviluppano e con cretizzano. Tra queste la mostra Le porte divisa in 16 stanze tematiche che corrispondono alle diverse istanze articolate all’interno di Progetto Arte, nella successiva mostra Habitus, Abito, Abitare dove le stanze sono “abitate” da artisti, sociologi e designer e vengono organizzate iniziative che coinvolgono gli abitanti in diversi luoghi della città.
Cittadellarte
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, situata in un’ex manifattu ra di Biella, viene inaugurata ufficialmente nell’estate del 1998.
Le sue finalità possono essere essere oggi riassunte in sintesi nell’“ispirare e produrre un cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti creativi”. I progetti di Citta dellarte attivano una fitta rete di collaborazioni con altri enti e soggetti in tutto il mondo, delineando così una “geografia della Ognitrasformazione”.annoCittadellarte organizza un programma di “artist in residence”, denominato Unidee (University of Ideas), e assegna il Minimum Prize, un riconoscimento a chi avvia un cambia mento responsabile nella società.
terzo paradiso
2003 Pistoletto scrive il manifesto del Terzo Paradiso e ne disegna il simbolo, costituito da una riconfigurazione del segno matematico d’infinito. Tra i due cerchi contigui, assunti a signi ficato dei due poli opposti di natura e artificio, viene inserito un terzo cerchio centrale, a rappresentare il nucleo generativo di una nuova umanità, ideale superamento del conflitto distrutti vo in cui natura e artificio si ritrovano nell’attuale società. Per l’artista e Cittadellarte, il Terzo Paradiso è al momento la principale direttrice di un lavoro condotto tramite una rete di relazioni e collaborazioni con innumerevoli partner nei più di versi ambiti della società, una grande opera collettiva e parte Nelcipata.2007
inizia la collaborazione di Gianna Nannini al Terzo Paradiso, che prende forma nell’installazione MAMA – Terzo Paradiso, presentata tra il 2007 e il 2009 in collaborazione con RAM Radioartemobile.
Due temi affrontati con particolare impegno sono il riciclo e la sostenibilità ambientale. Tanti sono i laboratori organizzati in collaborazione con diversi enti, durante i quali il simbolo del Terzo Paradiso è stato realizzato, in diverse sedi e occasioni, utilizzando soprattutto un materiale riciclabile come l’allumi
Dalnio.
2008 intensificano la propria attività nell’ambito del Terzo Paradiso due Uffizi di Cittadellarte, quelli dedicati all’archi tettura e alla moda: il primo prende il nome di N.O.V.A. Civi tas (Nuovi Organismi di Vita Abitativa) e ha come obiettivo la promozione della cultura sostenibile in ambito architettonico e ambientale, il secondo è Cittadellarte Fashion B.E.S.T. (Bio Ethical Sustainable Trend), è una piattaforma e officina operativa dedita allo sviluppo della sostenibilità bio-etica nell’ambito del tessile e della moda.
Uno degli eventi più eclatanti è l’installazione di un grande simbolo del Terzo Paradiso al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra per l’evento Forests For Fashion - Fashion For Forests nel Sempre2014.sul
tema del riciclo vanno segnalate due opere di Pistoletto: I temp(l)i cambiano, realizzata assemblando unicamente cestelli di lavatrice per le colonne e serpentine di frigoriferi per
il fregio del timpano e nell’ambito della Biennale di Architettura di Venezia, l’Italia riciclata, realizzata utilizzando gli scarti prodotti nel corso degli allestimenti della Biennale.
Nel 2010 Pistoletto crea una grande opera permanente di land art: il segno del Terzo Paradiso formato da 160 ulivi collocati in un’area percorribile di 3000 metri quadri all’interno del bosco restaurato di Francesco d’Assisi, in collaborazione con il FAI –Fondo Ambientale Italiano.
Il 21 dicembre del 2012 si svolge in diverse sedi e nazioni il Rebirth-day: prima giornata mondiale della rinascita, festa inaugurale del Terzo Paradiso. La documentazione di questo evento è presentata nell’ambito della mostra di Pistoletto Année un – Le paradis sur terre che si tiene al Musée du Louvre di Parigi.
Sempre nel 2012 Pistoletto pubblica la prima versione del ma nifesto Ominiteismo e Demopraxia, una riflessione teorica in cui vengono approfondite le istanze del Terzo Paradiso.
Nel 2014 a Cuba ci sarà un evento di grande rilievo simbolico: alcune barche di pescatori formano sul mare di fronte all’Avana il simbolo del Terzo Paradiso, il giorno successivo viene annunciata ufficialmente l’intesa tra Cuba e Stati Uniti per una ripre sa delle relazioni tra i due paesi. Questa significativa coincidenza pone le premesse della realizzazione nel 2015, del Primo Rebirth Forum, intitolato Geo grafie della Trasformazione, un grande cantiere di arte e poli tica, che vede il coinvolgimento di cittadini, enti e istituzioni.
Il dialogo tra arte e politica promosso dal Terzo Paradiso prende forma anche in due eventi come l’installazione del simbolo del Terzo Paradiso al Palazzo del Consiglio Europeo a Bruxelles e la realizzazione nel 2015 di Rebirth, opera permanente collocata nel Parco del Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra, compo sta da 193 pietre, una per ciascun paese membro delle Nazioni Unite, disposte a formare il simbolo del Terzo Paradiso.
Nel 2015 viene inagurata presso Cittadellarte, la sede Sede permanente del Terzo Paradiso a Biella.
Il 2015 e 2016 vedono anche alcuni importanti momenti di pre
di un’altra opera di Pistoletto: La Mela Reintegrata, simbolo che rappresenta la ricomposizione degli elementi oppo sti: natura e artificio. La prima Mela Reintegrata è realizzata nel 2007, ha la superficie ricoperta di lana e viene esposta per la prima volta al GAMeC di La Spezia in occasione della mo stra Cittadellarte. Pistoletto e Il Terzo Paradiso, l’installazione in Piazza Duomo a Milano ha invece la superficie ricoperta da un manto erboso e viene successivamente ricollocata in Parco Sempione di fronte alla sede del FAI. Un’altra famosa installazione della Mela Reintegrata scolpita in un blocco di marmo puro di Carrara è situata nei sotterranei delle Terme di Caracalla, andando a integrare un altro lavoro di Pistoletto, il simbolo del Terzo Paradiso realizzato utilizzando frammenti di marmi e mosaici presenti nel sito.
Nel 2017 una rielaborazione del simbolo del Terzo Paradiso svi luppata da ESA (Agenzia Spaziale Europea) per ASI (Agenzia Spaziale Italiana) è scelta come elemento centrale del logo uf ficiale per la missione spaziale internazionale VITA, con pro tagonista l’astronauta Paolo Nespoli. Il cerchio laterale sini stro del simbolo contiene un filamento di DNA a richiamo di vita e scienza, quello destro un libro che rappresenta cultura e istruzione, mentre il cerchio centrale ospita un’immagine del Pianeta Terra a rappresentare l’intera umanità. Grazie all’app denominata SPAC3, gli utenti possono ricombinare con il sim bolo del Terzo Paradiso le immagini scattate durante la missione dall’astronauta Paolo Nespoli insieme a immagini proprie e formulare un messaggio a partire dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, contribuendo così a un’opera d’arte pla netaria collettiva e partecipata.
Nel 2019 riceve lauree honoris causa dalle Accademia di Belle Arti di Lecce e di Catania.
Tra il 2018 e il 2020 è ulteriormente intensificata l’attività del Terzo Paradiso, in particolare attraverso lo sviluppo di una rete internazionale di Ambasciate e di Forum. In questi stessi anni è inoltre particolarmente attivo in vari paesi dell’America Latina (Messico, Cile, Perù, Argentina, Cuba), con mostre personali e diverse iniziative legate al Terzo Paradiso.
tra arte e marketinG
Michelangelo Pistoletto negli anni Cinquanta frequentò la scuola grafica di Armando Testa, al momento la maggiore agenzia pubblicitaria italiana, e forse fu lì tra gli insegnamenti di Testa che l’artista iniziò a rendesi conto che l’arte non era solo l’arte come veniva intesa nalla tradizione, alta e isolata dal contesto come quella che praticava suo padre, ma che doveva inevita bilmente intricarsi con il mondo, quello di tutti i giorni, fatto di gente comune, sistemi di valori, difficoltà, piccole gioie, con traddizioni, lotte personali e politiche.
È così che Pistoletto inizia a indirizzare la sua arte verso quello che sarà un tratto caratterizzante di tutte le sue opere: esse sono un tramite per la costruzione dell’identità degli individui e delle collettività, continui spunti di riflessione su cui basare la costruzione di una società più umana, nel senso più ampio del termine, in cui la cultura è partecipazione attiva che si conden sa in una visione condivisa che apre le braccia alla prospettiva di un futuro migliore.
Già le prime opere affrontano temi in cui il cardine è la comu nicazione e la partecipazione, sono riflessioni su una visione spiritualmente attiva della vita sociale: la dimensione del tempo, inteso come tempo vissuto, presente; gli specchi come “autoritratto partecipato”, tramite l’inclusione dello spetta tore e dell’ambiente circostante; la congiunzione di coppie di opposti come ridefinizione del concetto di spazio in cui l’es sere umano ha ambito d’azione per ricongiursersi con il mondo, con gli altri esseri umani e con se stesso; la comunicazione tra arte e vita, che sarà il principio alla base di ogni sua opera.
Superata la fase puramente artistico-concettuale dei primi anni della sua carriera, in cui troverà passo dopo passo la sua vocazione, Pistoletto, muovendo dai concetti sviluppati durante le mostre dell’Arte Povera, inizierà ad agire in maniera attiva nel sistema sociale.
Il punto di partenza è stato lo Zoo, associazione costituito da persone provenienti da diverse discipline artistiche assieme realizza una serie di spettacoli, concepiti come collaborazioni creative e come forma di comunicazione non mediata da oggetti.
Lo Zoo si esibiscesia in spazi tradizionali come gallerie e tea tri, ma soprattutto inizia a portare l’arte nell’ambiente urbano,
nelle piazze e nei luoghi di incontro e intrattenimento. Lo sviluppo successivo del Progetto Arte, basato in primis sulla collaborazione tra il maestro e gli studenti tramite fro me di didattica non convenzionale, mostra un ulteriore passo in avanti in questa direzione, infatti si fonda sull’idea che l’arte è l’espressione più sensibile del pensiero e che l’artista si prenda la responsabilità di porre in comunicazione ogni altra attività umana, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dall’educazione al comportamento, in breve tutte le istanze del tessuto sociale. Nella mostra Habitus, Abito, Abitare le stanze sono “abitate” da artisti, sociologi e designer e vengono orga nizzate iniziative che coinvolgono gli abitanti in diversi luoghi della Coronamentocittà. in questa direzione è la fondazione di Cittadellarte a Biella, vengono instaurate una rassegna di mostre, incontri e seminari che raccontano pratiche artistiche di tra sformazione dei contesti sociali, attivando così una fitta rete di collaborazioni con altri enti e soggetti in tutto il mondo. Viene creato un complesso abitativo, l’Unidee (Università delle Idee di Cittadellarte) come residenza artistica che si propone di svilup pare progetti artistici per una trasformazione sociale responsa
Labile.carriera
artistica dell’artista è poi segnata da una profonda integrazione tra marketing culturale e marketing del territorio. Sono numerossime le opere in cui il territorio diventa una tavo lozza per l’artista e arte per i cittadini, capace di incentivare tu rismo e creare eventi dal forte impatto esperenziale e culturale. Solo per citarne alcune:
• I temp(l)i cambiano, realizzato per Edocom
• L’Italia Riclata, esposta alla Biennale di Venezia
• Il terzo paradiso realizzato con 160 ulivi, all’interno del bo sco restaurato di Francesco d’Assisi, in collaborazione con il FAI
• La mela reintegrata, a La spezia, a Milano e nelle Terme di Caraca,,a
• Terzo paradiso sul mare, a Cuba.
• Terzo Paradiso Rebirth, a Noto
• Il mare e la plastica – Il terzo Paradiso, a Catania
Quest’ultima in particolare, più vicina a noi in ambito territo riale, ci sono dichiarazioni di impegno sociale, totemizzazione turistica e un’operazione di marketing sottesa al lancio di una start up (la fondazione OELLE).
Lo scopo è quello di marcare ulteriormente la distinzione fra l’e stetizzazione del sociale, che museifica il mondo in funzione di un turismo culturale, e le poetiche della deterritorializzazione. Disinnescare l’arte come spostamento di contraddizioni sociali nello spazio innocuo del museo (l’esibizione) e reintegrarla nel campo di forze delle contraddizioni sociali. Calarla nella storia Ilvivente.principio
alla base della sua arte è quello di migliorare la qua lità della vita, di rimuovere quei blocchi che sembrano ingessa re il sistema culturale attuale, riportando il cittadino dentro il perimetro del sistema culturale, inteso come spazio fisico e mentale, sia come fruitore consapevole sia come produttore cul turale, ovvero come persona libera e capace di prendere parte ai processi di realizzazione, di distribuzione e di reinterpretazione dell’attività culturale sul territorio, che sia esso una piccola cit tà o il mondo intero. Ed in questo senso sta centrando in pieno uno degli obiettivi principi del marketing culturale moderno.
I suoi scopi sono chiari: inclusione, abbattimento delle frontie re, rinascita della vita pubblica, costruzione di un futuro mi gliore. E sono tutte racchiuse nel simbolo che è diventato il suo stemma, Il Terzo Paradiso.
Nelle sue mostre e i suoi eventi affronta i temi nella maniera più disparata argomenti che sono al centro del dibattito inter Connazionale.ilsuo
manifesto manifesto Ominiteismo e Demopraxia la sua arte diventa anche una lotta politica oltre che sociale. Egli parte dalla constatazione che il sistema della rappresen tanza del popolo attraverso i partiti politici, non ha portato a compimento la promessa di una democrazia compiuta, in questo contesto la demopraxia si pone come una soluzione, basata sulla consapevolezza che le persone sono già unite all’interno delle organizzazioni che compongono la società stessa in ogni
forma di collaborazione organizzata e in ognuna di esse vi è già di per sé un micro-governo o un micro-parlamento, distribuiti nel tessuto Demopraxiasociale,significa rendere visibili e consapevoli queste orga nizzazioni e connettere le loro pratiche per formare sistemi di governo realmente partecipati dall’intera società e Cittadellarte con il progetto Rebirth sta sperimentando una partecipazione attiva delle organizzazioni/ambasciate che, se estesa all’intera società, rende attuabile il governo del popolo.
Quella di Pistoletto e un’arte o un movimento(?) che riesce a unire quelli che sono il marketing tribale, il marketing tribale e il marketing di connessione in un unica prospettiva, improntata all’arte sì, ma intesa come rinascita culturale.
La Trinamica è la scienza delle relazioni e degli Maequilibri.soprattutto, è il principio della creazione. Con il Triplo Cerchio, ho inteso creare il simbolo della vita, cioè del finito, ovvero ciò che nasce e muore. La vita, che sia di uomo o di mosca, di albero o di civiltà, ha un inizio e una fine: il tempo di ciascuna è una durata. Essa dà confini all’infinito. La durata è rappresentata dal cerchio centrale della Trinamica, compresa fra i due cerchi laterali che rappresentano l’infinito. La durata non è mai statica. È una creazione continua e si svolge nella connessione di separati elementi.