Progetto Smart Thinking Samsung ICS Rapisardi Palermo

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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE M. RAPISARDI – G. GARIBALDI PALERMO PROGETTO EDUCATIVO

CLASSE 4^A COORDINATRICE DEL PROGETTO INS. G. CARINI

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Anche quest’anno la nostra maestra ha proposto un nuovo progetto Samsung e noi abbiamo deciso di partecipare!

Il progetto fa proprio al caso nostro perché in classe abbiamo la fortuna di utilizzare le nuove tecnologie: LIM, tablet, notebook e svolgere laboratori di robotica e coding; ma la nostra aula, pur essendo grande, non è attrezzata in maniera adeguata. 2


1^ Fase Abbiamo formato 4 gruppi di lavoro. E’ stato divertente scegliere il nome e disegnare i loghi dei gruppi.

“Siamo il gruppo Smart Thinking Children perché attraverso varie attività sviluppiamo il pensiero innovativo” 3


“Abbiamo chiamato il nostro gruppo PAST-FUTURE perché prenderemo spunto dallo stile classico ed elegante del passato per puntare allo stile moderno e tecnologico del prossimo futuro”

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“Abbiamo scelto questo logo perché speriamo che in ogni scuola ci siano le attrezzature adeguate per studiare bene” 5


“Per questo logo ci siamo ispirati al nostro ruolo di bambini attivi e vivaci che contribuiscono allo sviluppo di un progetto. Noi collaboriamo insieme per ottenere un risultato migliore” 6


2^Fase Abbiamo svolto innovative al all’avanguardia.

una ricerca sulle scuole più mondo; alcune sono davvero

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Ma in molte parti del mondo esistono anche queste realtà…

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3^ Fase Negli archivi della scuola abbiamo consultato i documenti più antichi.

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Purtroppo a causa di un allagamento molti fascicoli sono andati distrutti ma, è stato interessante consultare alcuni vecchi registri risalenti al 1937.

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Durante la ricerca abbiamo trovato le piantine dell’edificio scolastico. Quella indicata dal numero 47 è la nostra aula.

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4^ Fase Abbiamo descritto la nostra aula… è spaziosa ed è dotata di: tre grandi finestre, una cattedra, dodici banchi disposti per lavorare in gruppo, tre armadi metallici e due scaffali in legno.

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CriticitĂ : 1)

Dalle finestre entra troppa luce ed i raggi solari oltre ad impedire una perfetta visualizzazione della LIM, colpiscono direttamente i compagni seduti vicino le finestre.

2)

I banchi sono troppo grandi ed ingombranti.

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3)

Tre armadi di metallo riempiono il fondo dell’aula, quindi rimane poco spazio per muoversi.

4)

La cattedra (poco utilizzata dalla maestra) occupa molto spazio.

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5^ Fase Ogni gruppo ha svolto una ricerca sulla storia degli arredi scolastici.

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6^fase I nostri progetti Alla fine di questo impegnativo lavoro di ricerca, ogni gruppo ha evidenziato le caratteristiche della nostra nuova aula.

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Banchi monoposto con ruote, colorati e ripiegabili, dotati di gancio per lo zaino e portaoggetti. Al posto della cattedra un tavolo touch. Il banco-bici potrebbe essere una soluzione per muoversi senza interrompere la concentrazione sul lavoro. Sedie ergonomiche e regolabili in adattabili a tutte le etĂ degli alunni.

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altezza,


In generale un ambiente modulare,per una didattica laboratoriale, che si modifica sulle esigenze della classe (banchi che diventano postazioni pc, tavoli che si possono unire, ma che possono essere impilabili quando serve un setting per un’esperienza di gruppo).

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Infine abbiamo utilizzato Minecraft per realizzare nuovi progetti di aula.

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Riflessioni sul progetto

Sin dalla prima, la classe ha seguito un percorso di educazione al pensiero computazionale, sviluppando competenze logiche e capacità di problem solving. IL progetto Smart thinking, quindi, pur essendo la nostra prima esperienza di progettazione e di design, ben si inserisce nella programmazione curriculare. I bambini hanno avuto modo di “studiare la scuola” e proporre idee innovative lavorando come protagonisti della loro vita e non semplici spettatori, dipingendo il loro presente-futuro in una costellazione di aspirazioni e desideri. Personalmente ho sempre interpretato la mia funzione di insegnante come promotore di creatività e la scuola come sede dell’esperienza culturale. Del resto come diceva Piaget: “impariamo di più quando dobbiamo inventare”.

Ins. Giusi Carini

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