Glimpse n. 9 - Marrone

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n. Maggio 2013 | 09 | Marrone - Brown

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GLIMPSE Fissavo una luce...distogliendo lo sguardo da essa, rimase a seguirmi il suo ricordo: dipinse i fotogrammi della realtà per minuti fino a scomparire nitidamente nella memoria. Questo è Glimpse: raccolta di visioni momentanee, suggerimenti e percezioni emotive in forma di poesia e immagini. Il primo blocco tematico proposto è il colore, sfumature in stimoli legate a miscele e variazioni di pigmenti. 10 volumi, per 10 distinti momenti cromatici, propongono un viaggio tra radiazioni elettromagnetiche di lunghezze d’onda comprese tra circa 380 e 750 nm. Anna Utopia Giordano

Glimpsers nel numero 09 - Marrone Alfonso Lentini Elise Bouralan Francesco Alfarano Rge

Paolo Gulfi (b)ananartista Antonello Cassano Carla Mura

Leonardo Cosmai

prossimo numero NERO inviate poesie e immagini con una breve biografia (max 8 righe) a info.glimpse@gmail.com



GLIMPSE 1 visione, apparizione fugace: to catch (o get) a glimpse of sthg. - vedere qualcosa di sfuggita; to show glimpses of sthg. - lasciare intravere qualcosa. 2 barlume, vaga idea circa l’essenza di qualcosa.


Odradek - 2008

ALFONSO LENTINI Alfonso Lentini, nato in Sicilia nel 1951, vive a Belluno dalla fine degli anni Settanta. Laureato in filosofia, ha insegnato letteratura italiana e storia. Si occupa di scrittura e di arti visive. La sua prima personale risale al 1976. Fra i suoi libri, due sono stati pubblicati dalle edizioni Stampa Alternativa (Piccolo inventario degli specchi e Un bellunese di Patagonia). Con il romanzo Cento madri (Foschi, 2009) ha vinto il premio letterario “Città di Forlì”. Il suo volume più recente è Luminosa signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia (Pagliai, 2011). Nel 2012 ha pubblicato in e-book la raccolta poetica Il morso delle cose (finalista alla XXIII edizione del Premio Montano) a cura della rivista online “La recherche”.

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Lapsus Prompta #15 - 2008

ELISE BOULARAN Elise Boularan grew up in the South of France and has a Master’s degree in Creation and Artistic Research from the University of Toulouse. She also studied photography at the Toulouse School of Photography. She currently lives between Paris and Toulouse, pursuing a career as a photographic artist. She has been published extensively and has exhibited in Europe and the USA, notably in Madrid, Denmark, and New York, as well as the French Institute of Ukraine, The Museum of New Art (Mona) and The Russell Industrial Center (Mona Detroit) in Detroit; the Instituto Cultural de MÊxico, San Antonio, Texas Hill Country, Usa. Her work is in several private collections.

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Lapsus Prompta #9 - 2008

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MEGLIO GIOCARE Milioni di sedicenti artisti che si rincoglioniscono in arte su arte sognando di immortalarsi in un peccato d’eternità che non sarebbe male elevare a reato. Ora sicchè dal temporale non se ne esce asciutti per essere coerenti col tempo bisognerebbe invece temporeggiare. Rimandare a domani. Fermarsi a giocare. Meglio giocare. A innamorarsi magari. E in questo mattino color dell’oro ti amo come amo ogni Marlboro. Nelle luci di natale ti amo come amo pane olio e sale. E blablabla. Mentre milioni di medicenti idioti attraversano le mattine e continuano a perdersi nella proporzione. Nel metro. Nel ritmo. Nello studio. Nel flusso di coscienza che è traduzione artistica dell’ego. Dirsi per autocelebrarsi. Ancora immortalarsi. Ma un giorno salterà tutto per aria.

FRANCESCO ALFARANO Francesco Alfarano nasce a Bari il 20/10/87. Bene o male studia. Bene o male scrive. Nel 2010 è uscita la sua prima raccolta poetica dal titolo “Albeggia ma non ce ne frega un cazzo” (Arduino Sacco Editore) che, bene o male, non ha venduto quasi nulla. Ad ogni modo continua a scrivere e, al momento, è ancora vivo. Bene o male.

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Un giorno chiudendo gli occhi finirà il mondo. Nessun turista attraverserà infoiato e sudato la Cappella Sistina. Nessuna lezione su Dante ucciderà l’anima inesistente dei ragazzi. Nessun padre si preoccuperà per i propri figli. Milioni di libri di filosofia decrepiti galleggeranno per tutte le vie lattee dell’universo assieme a scontrini e ingiunzioni di sfratto. Madre Teresa e Hitler saranno finalmente lo stesso vuoto. La stessa dimenticanza. La stessa assenza. E che grasse risate. Che dolore. Meglio giocare. Meglio fare l’elemosina alle auto ferme al semaforo. Citofonare ai testimoni di geova. Tagliare la strada ai gatti neri. Cadere esaudendo i desideri segreti delle stelle cadenti. Lanciare statuette di Berlusconi contro il Duomo di Milano. Meglio giocare. E in questo giorno lugubre e tristo ti amo come amo il fritto misto. Nel freddo del basso costo ti amo come amo l’arrosto. E blablabla. Prima che venga un cancro alla gola o al colon. Prima che sia tardi. Quanto è stupido dare nome e peso a ciò che non ha nè nome nè peso. Ti amo alla follia ma se ogni tuo desiderio è un ordine l’unico mio desiderio è disordine. Temo dunque non possa funzionare. Meglio giocare.

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Imago/Fear - THE BIG SHADOW - Digital Art - 2013

RGE Artista italiana laureata in Sociologia presso l’Università di Urbino.

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Imago/Fear - THE BIG SHADOW - Digital Art - 2013

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LEONARDO COSMAI Leonardo Cosmai è nato il 3 aprile 1955 a Calasetta nell’isola di Sant’Antioco in Sardegna. Vive e lavora a Milano. A Barcelona (Spagna) una sua personale nell’aprile del 1987 presso la Galeria Tartessos. Numerose sono le mostre personali e collettive. Per qualche anno ha collaborato come giornalista con Radio Popolare di Milano e con alcune testate web nazionali e internazionali come freelance. (tra i componenti della redazione di Reporter Associati International, nata dall’esperienza di un gruppo di giornalisti e reporter indipendenti impegnati su politica internazionale, sul tema della globalizzazione e sulle questioni che riguardano i diritti umani).

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RICORDO Quanto vorrei adesso trovarmi visibile nei tuoi (essere tronco anima, tu frutto del passo incisione) occhi di rovere. Sembrarti nuovo quasi nato da totale inesperienza. Il solco del sangue in cui scorre la carne incatena l’assenzio il circolo la mano ne colma l’assenza l’immagine di te. Torna quel vecchio disco quello che non conosco ci sei tu al mio fianco ricordo.

PAOLO GULFI Sono nato il 3 Giugno ‘86. Dopo essermi laureato in Filosofia vado in Inghilterra e poi in Germania. È la Sicilia la patria a cui torno, a Chiaramonte Gulfi, patria di artisti come il pittore Giovanni De Vita e di scrittori: il poeta Cometini e il “ritrovato” Vincenzo Rabbito. Fra le varie ho pubblicato una raccolta di poesie Mosaico. Svolgo il ruolo di curatore editoriale per Thauma Edizioni per cui ho curato la silloge In luogo dei punti di Sebastiano Adernò. Organizzo reading e manifestazioni culturali. Collaboro con La Masnada, Sitosofia e Filosoficamente. Alcune mie poesie sono apparse su Torno Giovedì, WSF, Eulaleia e altri.

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A SERGIO Le pieghe all’occhio che in rapide tratte delineano pennellate come dal bronzo appaia dipinto quel tuo viso stanco, sono occhi e raccontano di Sofferenza. Hanno per così tanto di quel tempo asciugato mondi, fissato stelle da rimanere fossili alla polvere del sole, abbagliati e imbrigliati sono succubi della luce.

La stessa luce da quando ti conosco t’imbriglia l’anima a cavalcare il vento. Vivi adesso sogni di mistico terrore e le tue guance sono scure, baluardi all’oltremondo come porte cesellate di bronzo. (Colui che ruba i giorni rende vivi le notti) Quel tuo viso è ora affranto non so dirti cosa avrà a soffrire. So di dirti nonostante questo: immersa è la luce nel tuo volto.

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Adorazione della grande madre - tecnica mista su etera - 20013

(b)ANANARTISTA (b)ananartista orgasmo sbuff sono è un quasar biologico, oracolo ascendente ed cyclopic pornotrain, museo vivente. Si occupa di cryptosucking, erotic porn walking, bra-painting, pittura mentale, videocrazia e design. Merendone, aquilotto delle cime e pèlatin charmant, è anche poeta e acclamato trovatore dei tempi moderni. E’ laureato alla Regia Accademia del Giambolognamelo da Merignac con uno studioinstallazione su Matt Papelli, nel 2012 rivece l’onorificenza di “Pictor Sublimis” dal Prof. Vincenzo Rubens con investitura ufficiale alla triennale di Stoccarda. Nel 20013 con la guida del Maestro Giuseppe Fiori si appresta a lanciare nella troposfera “Il Tronista”, suo album d’esordio.

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El Cucador - tecnica mista su etera - 20013

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TU CHE INGOI LA VITA Tu che ingoi la vita, non la sputi te ne vai in giro sola per la città bagnata a giocare con la carne e con la porpora e chiedi sigarette ai ragazzi spezzando il filo che ci lega. Tu che ingoi la vita e non la sputi togli zucchero dai mille occhi degli amanti e lo versi nel caffè ogni mattina, ora che ti porti il peccato a tracolla nella tua borsa e con uno sguardo regali proibizioni ai passanti mentre cammini sola nella città bagnata chissà per dove tu che sputi la noia, non la mastichi scrivi a fuoco sui giorni che la nostalgia ti fa schifo e ti trucchi col mio sangue per uscire ti porti dietro quel sapore di notte lunga e confusa di birra quasi calda e mascara nero, fra i capelli i segreti del giorno prima presentimenti fra le unghie delle dita e sui seni i segni di un martirio ma te ne vai in giro sola per la città impazzita e ingoi la vita, non la sputi.

ANTONELLO CASSANO Sono laureato in lettere moderne all’Università degli studi di Bari, sono un giornalista de “La Repubblica”, edizione locale barese. Nel 2008 ho partecipato a “Le belle bandiere” evento letterario milanese. Una mia poesia è presente nell’antologia poetica “ROSSO – tra erotismo e santità” (2010, Lietocolle Editore). Nel 2010 ho partecipato al Festival di Polignano a mare “Il libro possibile”. Ho ricevuto il primo premio del concorso “Savona, porta del Mediterraneo” (2010) e il secondo premio al concorso “Differenze generazionali” indetto dal Comune di Bari. Un mio racconto è inserito nel romanzo “Giallo ciliegia” (Sonzogno, 2011) di Gabriella Genisi. La mia prima raccolta si intitola “Preghiere a mano armata”.

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C’E’ UN’IMMAGINE DI PARTENZA C’è un’immagine di partenza è un’immagine di fumo azzurro che dà di colpo la fragilità è una carta di non identità C’è un’immagine di partenza è un’immagine fiammeggiante nella testa una crepa piuttosto, o una fenditura (i paninari e la statua dimenticata di Mazzini nel parco e lo sguardo evitato in fretta, la telefonata che non arriva. Il traffico fermo, per sempre i tuoi capelli neri e la tua risata nera e la gente che prende le piazze e la cara, vecchia, aids. La tua mano nella mia mano Il profumo di morte della primavera la tua mano nella mia mano) C’è un’immagine di partenza è un’immagine di una madre che bacia in bocca il figlio prima della partenza e d’un colpo è la fragilità e la febbre alta del futuro sempre più alta altissima. Alta quanto una panchina piena di barboni Alla radio la signora Catastrofe si lucida le labbra con queste ore pesanti C’è un’immagine di partenza che separa il mondo e non ritorna.

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Elettroencefalogramma, filo di cotone su legno, cm 70x70, 2010

CARLA MURA Vive e lavora a Roma. “Nei segmenti e nei pattern cromatici di Carla Mura ci sono visioni di panorami, aperture su strade e città, finestre di una casa metropolitana, vetri opachi di un vagone di un treno, forse di un autobus, segnati dalla pioggia o dalla polvere stratificata. Non c’è rappresentazione eppure crediamo di vederli. Il bisogno di realtà impone di attribuire nomi all’astrazione. “ Luca Beatrice

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Serie Metropoli - Guardando alto, filo di cotone su legno, cm 50x50, 2010

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Glimpsers Alfonso Lentini www.alfonsolentini.blogspot.com Elise Bouralan www.eliseboularan.com Francesco Alfarano canigattiaustralopitechi@live.it Rge www.facebook.com/rose.geartist Leonardo Cosmai www.wix.com/leonardocosmai/deep Paolo Gulfi www.paologulfi.wordpress.com (b)ananartista www.bananartista.com Antonello Cassano www.esulterei.wordpress.com Carla Mura www.carlamura.com



prossimo colore: nero invia poesie o immagini e una tua breve biografia a info.glimpse@gmail.com glimpsezine.wordpress.com facebook.com/glimpse.ezine



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