La comunicazione visiva del farmaco nell'ambito dell'area critica

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica.

Gloria Angelini matricola numero 274779 Relatore: Gianluigi Pescolderung Correlatrice: Elisa Pasqual

Università IUAV di Venezia Dipartimento di progettazione e pianificazione in ambienti complessi Corso di Laurea magistrale in Design anno accademico 2012/2013 Sessione straordinaria



INDICE

INTRODUZIONE

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RICERCA ED ANALISI I SCENARIO DI RIFERIMENTO 1.1 1.2 1.3 1.4

Area critica Il soccorso extra-ospedaliero Il rischio clinico e ADE Errori di somministrazione

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II IL FARMACO 2.1 Il farmaco 2.2 I farmaci d’emergenza 2.3 La catalogazione dei farmaci 2.4 Il percorso del farmaco 2.5 La ricezione e presa in carico dei farmaci 2.6 La conservazione dei farmaci 2.7 La collocazione dei farmaci 2.8 La catalogazione dei farmaci d’emergenza 2.9 Interazione farmaco e operatore sanitario 2.10 Interviste

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III IL PACKAGING FARMACEUTICO 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6

Il packaging Normativa legge Il packaging farmaceutico: cenni storici L’etichettatura Storia dell’imballaggio farmaceutico Il packaging farmaceutico

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IV LA COMUNICAZIONE VISIVA DEL FARMACO 4.1 La fruizione delle informazioni 4.2 Il giusto utilizzo, interazione packaging-utente 4.3 Il packaging come interfaccia 4.4 Il packaging in area critica 4.5 La comunicazione visiva del farmaco 4.6 La comunicazione visiva del farmaco in area critica 4.7 la comunicazione visiva del farmaco nel soccorso extra-ospedaliero 4.8 La gerarchizzazione delle informazioni 4.9 Analisi di un imballaggio farmaceutico d’emergenza 4.10 Case history

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IL PROGETTO V LO SVILUPPO DEL PROGETTO 5.1 Approccio progettuale 5.2 Struttura del packaging farmaceutico secondario 5.3 Lo spazio nel packaging 5.4 La diversificazione 5.5 La fruizione delle informazioni 5.6 Le caratteristiche del carattere tipografico 5.7 Il codice visivo 5.8 Il colore 5.9 Struttura del packaging primario 5.10 Stesura del progetto

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CONCLUSIONI

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FONTI

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INTRODUZIONE

La comunicazione visiva del farmaco è un argomento di forte interesse nell’ambito della comunicazione visiva, ed è stato a lungo sottovalutato nel suo excursus; infatti si può notare come il packaging farmaceutico non sia mai stato progettato all’interno di una visione univoca del farmaco, bensì questo è progettato secondo il brand di riferimento, quindi sottovalutando lo spettro molto più ampio e generale dei farmaci stessi, distaccati dalla casa farmaceutica di appartenenza. In quest’ambito è stato di mio interesse legare il mondo del design al mondo medico sanitario, più specificatamente al mondo dei farmaci. Tuttora in Italia abbiamo una varietà ampia di farmaci che nelle loro vesti grafiche non riescono a fornire in maniera univoca e facile, le informazioni necessarie ad un giusto utilizzo. Da qui nasce la mia necessità di reinterpretare il packaging farmaceutico come un interfaccia che sia di aiuto agli operatori sanitari nel loro lavoro. L’informazione scientifica-medico-sanitaria, deve porsi il problema dell’ultima fase di interazione del farmaco, ovvero l’uso dello stesso nei pazienti. Il packaging farmaceutico è l’ultimo elemento d’interazione che può dare informazioni che orientino al giusto utilizzo. Tuttora questo non accade, basti pensare come il prodotto finale farmaceutico sia interamente progettato dalle case farmaceutiche, le quali sono vincolate dalla legge solo sulla tipologia di informazioni necessarie. In questo assetto troviamo una forte lacuna che riversa le sue conseguenze direttamente sui pazienti e sugli operatori sanitari. In questo ambito si trovano errori legati alla comunicazione visiva dei farmaci, infatti nell’ultima fase di interazione tra operatore sanitario e farmaco, può accadere che avvengano errori di scelta dovuti ad una cattiva comunicazione del farmaco stesso, e in medicina in questo caso ci si trova a parlare di evento avverso prevedibile da farmaco.

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L’evento avverso prevedibile da farmaco (ADE) è una delle principali cause di errore in corso di terapia farmacologica nei pazienti ospedalizzati. Il progetto prevede di migliorare e reinterpretare l’interazione finale del farmaco agendo direttamente sul packaging farmaceutico aumentando il grado di leggibilità e identificazione, assicurando accessibilità e usabilità corretta agli operatori sanitari. L’ambito di applicazione scelto è quello dell’area critica la quale vede un utilizzo dei farmaci in maniera tempestiva, così da estremizzare totalmente l’interazione finale del farmaco con l’operatore sanitario, in quanto, in pochi secondi ci si dovrà orientare per scegliere il giusto farmaco. Il progetto prevede la creazione di un format e delle linee guida che permettano una trasparenza delle informazioni a tutti gli strati riconosciuti nell’ambito medico sanitario della sicurezza del paziente. Il sistema di packaging deve permettere la trasmissione delle informazioni attraverso l’uso di una simbologia non ambigua e di facile comprensione, nonché una gerarchizzazione delle informazioni che permetta un utilizzo veloce e una fruizione delle informazioni in maniera semplice. Tuttora le confezioni dei medicinali si propongono tutte simili e diverse tra di loro, ognuna rispecchia esteticamente la casa farmaceutica di appartenenza dando poca importanza al come dovrebbero essere disposte le informazioni, affinché ci sia un giusto orientamento. La mancanza di una tassonomia delle informazioni nel packaging farmaceutico è legata agli errori di somministrazione e quindi all’ADE, tuttora il ministero della salute raccomanda una maggiore attenzione da parte degli operatori sanitari, ma questa non può bastare. Per questo motivo il mio progetto prevede l’individuazione dei problemi principali legati alla comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica, agendo su questi come: l’uso arbitrario del colore e una mancata tassonomia delle informazioni, si

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cercherà di migliorare il prodotto con il fine ultimo di abbassare il rischio di errori di somministrazione legati alla cattiva comunicazione del farmaco. In area critica la maggior parte delle operazioni legate al farmaco si svolgono in un tempo strettissimo maneggiando vari prodotti e si può notare come sia importante quindi, che il packaging farmaceutico debba essere un dispositivo informativo di facile accesso, e che orienti l’operatore sanitario al giusto utilizzo. Il progetto, dopo una prima analisi dello scenario di riferimento prevede la progettazione di un sistema comunicativo univoco per i farmaci che permetta un usabilità di facile applicazione. Nel primo capitolo affronteremo lo scenario di riferimento, analizzando il campo dell’area critica che si suddivide principalmente nel soccorso ospedaliero ed extraospedaliero, i quali sono due campi di applicazioni diversi tra di loro in quanto si interagirà con diversi packaging farmaceutici, mostrando quindi problematicità differenti. Il secondo capitolo analizza il farmaco e come funziona in Italia il suo percorso, passando dalla sua nascita fino alla sua messa in commercio e sottolineando le fasi di maggiore importanza nell’ambito della comunicazione visiva, come sarà ad esempio la classsificazione tramite codice ATC ovvero il gruppo anatomico terapeutico chimico. Il terzo capitolo affronterà la questione del packaging in senso lato, analizzando cosa è un imballaggio quale è la sua storia per arrivare ad affrontare il discorso dell’imballaggio farmaceutico. Il quarto capitolo, ultimo prima dei capitoli di progettazione, analizza la comunicazione visiva dei farmaci soffermandosi sul packaging come interfaccia e come dispositivo di comunicazione. L’ultimo capitolo affronterà la stesura del progetto.

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ANALISI E RICERCA



1. SCENARIO DI RIFERIMENTO

1.1 L’Area critica Con il termine area critica ci si riferisce a qualunque struttura, servizio o ambito operativo, e all’insieme di quelle strutture ad alta intensità assistenziale e di quelle situazioni ad alta criticità del paziente. Quindi l’area critica include il 118 sul territorio, il pronto soccorso in ospedale, la terapia intensiva, le camere operatorie, l’emodialisi e anche l’area della radiologia. “L’area critica comprende le strutture e le situazioni relative all’instabilità vitale del malato e alla complessità dell’intervento assistenziale.”1

Nell’area critica bisogna differenziare innanzitutto il concetto di emergenza da quello di urgenza, infatti mentre con il termine emergenza ci riferiamo ad una qualsiasi condizione clinica che richiede un trattamento immediato, con urgenza trattiamo una condizione molto più frequente dell’emergenza, ovvero un processo patologico per il quale non c’è immediato pericolo di vita per il paziente, nonostante ciò è importante adottare delle misure terapeutiche adatte affinchè la situazione non si trasformi in emergenza. Le emergenze si possono verificare anche nei reparti o nei servizi diversi da quelli dell’area critica. Approfondendo il concetto di emergenza, riferendosi sempre all’area critica, nell’ambito del primo soccorso c’è bisogno di differenziarlo in intra-ospedaliero ed extra-ospedaliero, i quali affronteranno l’emergenza in due situazioni molto differenti con problematicità diverse. Mentre nel caso di un primo soccorso ospedaliero il personale sanitario si troverà a lavorare all’interno dell’ospedale quindi in una situazione ottimale per l’equipaggio d’emergenza, nel caso del primo soccorso extra-ospedaliero il personale si tro-

1. Rossella Marchetti, Gaetano Romigi, Alessandro Stievano, Lavorare in area critica; L’assistenza in ospedale e sul territorio; edizione Carrocci, Roma, 2006

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verà a lavorare in una situazione che potrà cambiare in base all’evento, ma soprattutto con un equipaggio molto differente rispetto ad un assetto ospedaliero. Queste due differenzazioni sono importanti in quanto contraddistingueranno anche la tipologia di approccio al lavoro stesso, in questo caso a quello farmaceutico.

1.2 Il soccorso extra-ospedaliero

L’obiettivo di un ottimale soccorso extra-ospedaliero è rappresentato dalla riduzione della mortalità e degli esiti invalidanti conseguenti ad un evento traumatico; la sopravvivenza aumenta considerevolmente se gli infortunati ricevono un trattamento definitivo qualificato ma soprattutto tempestivo. Il protocollo di emergenza parte con un allarme alla centrale operativa al 118, che rappresenta il primo anello dell’assistenza sanitaria, la telefonata farà richiesta di un intervento sul luogo, specificando la necessità di un automedica o autombulanza medicalizzata. La Centrale Operativa 118, raccolti i dati necessari, provvede ad inviare sul luogo dell’evento le risorse più idonee al soccorso. Attraverso l’intervista telefonica, la Centrale Operativa 118 raccoglie notizie relative al luogo dell’evento e, se possibile, anche informazioni riguardo alla dinamica, al numero ed al tipo di mezzi coinvolti nell’evento, al numero ed alle condizioni dei feriti, questo per capire se si tratta di un emergenza o una maxi-emergenza, dove si hanno più feriti. In base alle informazioni riuscite a prendere, il 118 dovrà decidere quale tipologia di ambulanza sarà mandata sul luogo. In Italia esistono diverse tipologie di ambulanze che vengono usualmente categorizzate, in base all’equipaggio e ad alcune strumentazioni particolari presenti a bordo, queste sono: MSB, Mezzi di Soccorso di Base con a bordo solo soccorritori e dotate dei presidi per il soccorso di base. Essendo la materia di competenza delle singole

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regioni, il numero minimo di soccorritori che deve comporre l’equipaggio può variare tra due e tre; MSI, Mezzi di Soccorso Intermedio o Infermieristico con a bordo, oltre ai soccorritori (di cui uno nelle vesti di autista) anche un infermiere, solitamente con formazione di area critica; MSA, Mezzi di Soccorso Avanzato con a bordo soccorritori (di cui uno nelle vesti di autista), un medico solitamente anestesista-rianimatore e generalmente anche un infermiere d’area critica; sono spesso attrezzate con presidi sanitari di competenza medica, come ad esempio un defibrillatore manuale o il necessario per l’intubazione. Inoltre è presente una valigetta o zaino con farmaci salvavita o farmaci d’emergenza che saranno argomento di trattazione nel progetto. C’è una differenzia sostanziale tra ambulanza e automedica o ambulanza medicalizzata, ovvero l’ambulanza MSB ha il compito di portare il paziente in un ospedale mentre l’automedica o MSA è dotata di un equipe di personale sanitario in grado di trattare l’evento sul luogo stesso dell’incidente. Il secondo anello della catena è relativo alla necessità. La squadra di soccorso, allertata dalla centrale operativa, durante la fase di raggiungimento del luogo dell’evento, dovrà provvedere alla precisa definizione del ruolo di ciascuno dei componenti. All’arrivo del mezzo di soccorso sul luogo dell’evento d’emergenza sarà d’obbligo che l’automedica e/o l’ambulanza medicalizzata sia il più vicino possibile al lugo dell’incidente e al/ai paziente/i affinchè ci sia un primo soccorso tempestivo. Giunti sul luogo dell’evento si valuterà l’accaduto tramite il triage sulla scena cercando di stabilire al meglio la priorità del trattamento. Sulla base delle priorità accertate si passerà agli interventi terapeutici finalizzati alla salvaguardia delle funzioni vitali del paziente adottando misure necessarie dall’immobilizzazione fino all’uso di farmaci salvavita o di emergenza. Le dotazioni minime dei mezzi di soccorso sono stabilite sia dal-

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la normativa europea, e possono quindi variare ampiamente tra diverse realtà e tra le diverse tipologie di mezzo. Tuttavia, in generale, le principali dotazioni di bordo delle ambulanze di soccorso comprendono presidi medicali ed elettromedicali tra cui: materiale di medicazione e primo soccorso: cerotti, bende e garze sterili e non sterili, forbici, coperta isotermica, disinfettante, soluzione fisiologica e acqua ossigenata; kit di rianimazione: defibrillatore semiautomatico, aspiratore, forbice taglia-abiti, cannule oro-faringee e pallone autoespandibile; materiale per l’ossigenoterapia: mascherine con reservoir e bombole, sia fisse che portatili materiale di autoprotezione dei soccorritori: guanti, mascherine, occhiali antischizzo, camici sterili e tute protettive semplice materiale diagnostico, tra cui sfigmomanometro, fonendoscopio, saturimetro, pila ottica e monitor multiparametrico, presidi di immobilizzazione dei traumi: steccobende, collarini cervicali, barella cucchiaio, tavola spinale con ragno e fermacapo, estricatore (KED), materassino a depressione presidi per il trasporto dei pazienti: barella, sedia portantina e coltrino. In caso di presenza a bordo di personale medico-sanitario la strumentazione di bordo viene ampliata con elettromedicali specifici, come il defibrillatore manuale, e con una serie di farmaci d’emergenza per il paziente trasportato. Un presidio medicale è uno strumento utilizzato in ambito intraod extra-ospedaliero da soccorritori, infermieri o medici per operare sui pazienti che necessitano di soccorso e cure. I presidi medicali si dividono in: presidi di trasporto e recupero, quali barella, tavola spinale e ked; presidi per la diagnostica, come defibrillatore manuale o semiautomatico, pulsiossimetro, sfigmomanometro e stetofonendoscopio; presidi per l’ossigenoterapia, come maschera, bombola e ventilatore polmonare; presidi per la rianimazione, tra cui il pallone autoespandibile, le cannule oro-faringee e il defibrillatore manuale o semiautomatico; presidi

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di autoprotezione, da cui guanti, mascherine, occhiali protettivi e divise ad alta visibilità; presidi ausiliari, quali zaini e borse per equipaggiamento e kit di pronta rianimazione. In caso di emergenza un aspetto molto importante ricade sui primi ausili che si danno al paziente. Questi comprendendo l’utilizzo dei farmaci d’emergenza, i quali hanno un importanza molto rivelante in quanto si entra nel concetto di rischio clinico, argomento molto trattamento dagli anni 1960 in poi e diventato uno delle priorità dell’assistenza sanitaria. L’utilizzo di farmaci durante un primo soccorso, sia esso intra-ospedaliero che extra-ospedaliero richiede da parte dell’equipe un lavoro di attenzione molto alto in un tempo molto piccolo, questa tipologia di lavoro è messa a dura prova anche a causa di una cattiva progettazione del packaging farmaceutico il quale non orientando al giusto utilizzo non permette agli operatori sanitari di svolgere il proprio lavoro in maniera veloce e sicura, introducendo così il concetto di rischio clinico.

1.3 Il rischio clinico

Il rischio clinico può essere definito come la possibilità che un paziente sia vittima di un evento avverso da farmaco ovvero l’ADE, cioè subisca un qualsiasi danno o disagio, imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza o di primo soccorso. Le conseguenze cui il paziente potrebbe andare incontro vanno dal possibile prolungamento del periodo di degenza, ad un peggioramento delle condizioni di salute o, nel caso peggiore, alla morte del paziente stesso. L’ADE è un acronimo che sta per adverse drug event ovvero evento avverso da farmaco, con questo termine ci riferiamo a qualsiasi evento indesiderato che si verifica durante una terapia farmaco-

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logica, per effetto dell’uso e del non uso del farmaco, ma strettamente correlato all’azione del farmaco stesso. All’interno di questa categoria esistono gli eventi avversi da farmaco prevedibili, ovvero causati da un errore in terapia ed eventi avversi da farmaco non prevedibili, che avvengono nonostante l’uso appropriato del farmaco, definiti come reazioni avverse a farmaci. L’evento avverso da farmaco (ADE) è uno dei principali errori terapeutici presenti in ambito medico-sanitario con forte impatto sociale. L’ade è un rischio clinico su tutto il territorio sia esso un ospedale che una farmacia che un abitazione privata. Il rischio di incorrere in errori di scelta, durante l’interazione tra farmaco e utente è un rischio che colpisce l’intera popolazione. Gli eventi avversi dovuti ad errori in corso di “terapia farmacologica” sono la causa di danno più frequente nei pazienti ospedalizzati e nei pazienti soccorsi in ambito extra-ospedaliero e intra-sopedalieto tramite primo soccorso. Questi possono verificarsi durante tutto il processo di gestione del farmaco e pertanto ai fini della prevenzione si deve prendere in considerazione l’intero sistema di gestione delle terapie. La gestione del rischio clinico indica un insieme di attività volte a identificare, valutare ed eliminare i rischi attuali e potenziali all’interno delle strutture sanitarie al fine di assicurare qualità e sicurezza alle prestazioni assistenziali. In questo scenario si cerca di sviluppare un approccio concretizzatosi con l’adozione di una serie di procedure e percorsi diagnostico terapeutici volti a migliorare la gestione del paziente in condizioni critiche e più in particolare nelle sale operatorie e nell’area di emergenza. Attualmente il tema del rischio clinino si pone di forte interesse sia in ambito sanitario che in ambito sociale. Nel 2003 (D.M. 5 marzo 2003 ) viene istutuita “la commissione tecnica sul rischio clinino” che fra le varie finalità di studio si pone anche quella dell’individuazione di tecniche per la riduzione e gestione del rischio clinico. La sicurezza dei pazienti e la riduzione degli errori in terapia far-

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macologica rappresentano una priorità dell’assistenza sanitaria. Gli errori in terapia farmacologica si possono verificare durante tutto il processo di gestione del farmaco in ospedale: approvvigionamento, immagazzinamento, conservazione, prescrizione, preparazione, distribuzione, somministrazione e monitoraggio Con il termine errori in terapia ci riferiamo a qualsiasi errore si verifica all’interno del processo di gestione del farmaco e può essere rappresentato da vari componenti: errore di prescrizione che riguarda sia la decisione di prescrivere un farmaco sia la scrittura della prescrizione; errore di trascrizione/interpretazione riguarda la errata comprensione di parte o della totalità della prescrizione medica e/o delle abbreviazioni e/o di scrittura; errore di allestimento/preparazione avviene nella fase di preparazione o di manipolazione di un farmaco prima della somministrazione (per esempio diluizione non corretta, mescolanza di farmaci incompatibili), può accadere sia quando il farmaco è preparato dagli operatori sanitari sia quando è preparato dal paziente stesso; errore di distribuzione avviene nella fase di distribuzione del farmaco, quando questo è distribuito dalla farmacia alle unità operative o ai pazienti; errore di somministrazione avviene nella fase di somministrazione della terapia, da parte degli operatori sanitari o di altre persone di assistenza, o quando il farmaco viene assunto autonomamente dal paziente stesso. L’errore di somministrazione è quello più frequente in area critica a causa di un facile scambio dei farmaci che sono tutti molto simili tra di loro. In area critica bisogna soffermarsi sul luogo fisico d’azione e sulla tipologia di intervento da attuare. Ogni ambito avrà le sue regole e la sua formazione, per questo motivo è importante che durante l’utilizzo di farmaci d’emergenza ci sia un ambiente e delle strumentazioni che permettano l’uso tempestivo di tali, in maniera adeguata senza incorrere in errori di somministrazione. Nel processo di gestione del rischio clinico è importante sottoli-

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nerare come il metodo cerchi di abbassare il rischio, non essendo inelibinabile l’errore in sè, in quanto fa parte della realtà umana, il compito principale è quello di assicurare un ambiente consono al lavoro affinchè si abbassi il rischio di incorrere in errori di scelta e di somministrazione. Semplificando, si può affermare che in area critica spesso si incorre in errori di somministrazione a causa di una cattiva progettazione del sistema comunicativo dei medicinali, i quali non riescono ad orientare al giusto utilizzo, nelle loro vesti grafiche

1.4 Errori di somministrazione

Il punto di interesse maggiore ricade sugli errori di somministrazione in area critica o emergenza, queste tipologie di errori portano ad un evento avverso da farmaco prevedibile il quale può avere conseguenze anche gravi. La probabilità che una persona assistita possa essere vittima di un errore di somministrazione è molto alta e perciò richiede un attenzione particolare, per migliorare il servizio, e necessità di strumentazioni adeguate per agevolare il lavoro dell’operatore sanitario. Per questo si intende migliorare il packaging farmaceutico, ultimo elemento di interazione tra operatore sanitario e somministrazione del farmaco. Questo dovrà essere progettato per migliorare l’accessibilità e l’usabilità in maniera tale da abbassare il rischio clinico da evento avverso da farmaco. In caso di paziente critico, il personale ospedaliero può trovarsi davanti a vari fattori che mettono a richio il proprio lavoro giungendo ad errori di somministrazione, fra questi ci sono problematicità individuali come necessità di decisioni rapide, elevata complessità, errori legati allo stress, affaticamento. Nello svolgimento del processo assistenziale i momenti di maggiore rischio di errore sono identificati nei cosidetti gaps o “vuoti” che rappresentano momenti di discontinuità delle cure e/o

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perdita di informazioni. La commissione tecnica sul rischio clinico nel 2004 ha dichiarato tramite il protocollo di monitoraggio degli eventi sentinella che tra gli errori presenti in terapia farmacologica al 6° posto in ordine di incidenza c’è: “Morte, coma o grave danno derivanti da errori in terapia farmacologica”.2

Per questo motivo è bene porre attenzione su come oggi si presenta il farmaco, e porsi alcune domande riguardo il miglioramento del sistema di comunicazione visiva del farmaco, affinchè questo possa agevolare il lavoro dell’operatore sanitario. Nell’ambito dell’area critica il riconoscimento visivo del farmaco è molto importante, in quanto ci si affida a quello principalmente per la scelta e per la somministrazione del medicinale. Possiamo concludere che in area critica l’evento avverso prevedibile da farmaco è uno dei principali errori in terapia farmacologica, e che è spesso legato alla cattiva comunicazione visiva del farmaco che non riesce ad orientare al giusto utilizzo, portando errori di somministrazione.

2. Ministero della salute, raccomandazione num. 7 http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_ pubblicazioni_675_allegato.pdf

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2. IL FARMACO

2.1 Il farmaco “Un farmaco è una sostanza esogena, organica o inorganica, naturale o sintetica, capace di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente, positivamente o negativamente, attraverso un’azione fisica, chimica o fisico-chimica. Tale definizione, non funzionale, è necessaria a dare la nozione esatta e scientifica di farmaco. Il farmaco per poter essere commercializzato deve possedere tre caratteristiche: qualità, sicurezza ed efficacia.”3

Un farmaco o medicinale è, infatti, una sostanza o un’associazione di sostanze impiegata per curare o prevenire le malattie. È composto da un elemento, il principio attivo, da cui dipende l’azione curativa vera e propria, e da uno o più “materiali” privi di ogni capacità terapeutica chiamati eccipienti che possono avere la funzione di proteggere il principio attivo da altre sostanze chimiche, facilitarne l’assorbimento da parte dell’organismo, oppure mascherare eventuali odori o sapori sgradevoli del farmaco stesso.

2.2 I farmaci dell’emergenza

Tra i vari farmaci esistenti ci soffermeremo su quelli specifici dell’emergenza. Possiamo trovare una lista dettagliata di quei farmaci che vengono utilizzati in area critica sia che essa sia in ambito ospedaliero che extra-ospedaliero. Questa lista prevede l’utilizzo di circa 40 prodotti farmaceutici, verranno riportati in ordine alfabetico per principio attivo: Acido acetilsalicilico (Cardioaspirina, Aspirina); Adenosina (Krenosin); Adrenalina;Aminofillina (Tefamin, Aminomal); Amiodarone cloridrato (Cordarone) Atracurio besilato (Tracrium); Atropina solfato; Beclometaso-

3. Definizione del termine farmaco, http://it.wikipedia.org/wiki/Farmaco

Il farmaco 25


ne dipropionato (Clenil); Calcio cloruro; Clorfenamina maleato (Trimeton); Clotiapina (Entumin);Diazepam (Valium); Dopamina cloridrato (Dopamina, Revivan); Fentanil citrato (Fentanest) Flumazenil (Anexate); Furosemide (Lasix); Glucosio (destrosio) monoidrato; Idrocortisone emisuccinato sodico (Flebocortid); Ipratropio bromuro (Atem); Isosorbide dinitrato (Carvasin); Ketoprofene (Ibifen); Labetalolo cloridrato (Trandate); Lidocaina cloridrato; Lisina acetilsalicilato (Flectadol); Magnesio solfato; Metamizolo sodico (Novalgina); Metilprednisolone emisuccinato sodico (Solumedrol); Metilprednisolone emisuccinato sodico (Supresol, Urbason); Metoclopramide cloridrato (Plasil); Midazolam (Ipnovel); Morfina cloridrato; Naloxone cloridrato (Narcan); Nifedipina (Adalat); Nitroglicerina (Perganit); Oxitocina (Syntocinon); Potassio cloruro; Ringer Acetato; Salbutamolo (Broncovaleas); Sodio bicarbonato; Sodio cloruro 0,9%. Fra questi farmaci quello utilizzati in emergenza sono all’incirca 10 prodotti, mentre gli altri sono specifici per ogni reparto ospedaliero e nel progetto si terrà conto solo dei farmaci salvavita creando un format adeguato anche per tutti gli altri.

2.3 La catalogazione dei farmaci

Il farmaco e la sua catalogazione in ambito sanitario è un aspetto molto importante da affrontare in quanto la catalogazione dei farmaci all’interno degli armadi o degli zaini d’emergenza è strettamente collegata alla comunicazione visiva dei farmaci. In ambito sanitario ogni farmaco appartiene ad una serie di catogorie che variano dalla forma farmaceutica fino alla catalogazione per gruppo anatomico terapeutico chimico (ATC); Il farmaco può essere classificato in vari modi e secondo diverse caratteristiche: gli organi su cui agisce o il tipo di azione che svolge (in tal caso si parla di classe o categoria terapeutica); le modalità di

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produzione (di origine industriale, preparati in farmacia o galenici). Per medicinali di origine industriale si intendono quei farmaci preparati industrialmente o nella cui produzione interviene un processo di tipo industriale. I medicinali preparati in farmacia (o galenici) si distinguono in: formule magistrali, se preparati in base ad una prescrizione medica destinata ad un determinato paziente; formule officinali, se preparati in farmacia in base alle indicazioni della Farmacopea europea o della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana e destinati ad essere forniti direttamente ai pazienti serviti da tale farmacia. Esiste poi un’ulteriore modalità di classificazione del farmaco, quella che distingue i farmaci coperti da brevetto da quelli a brevetto scaduto e denominati equivalenti (Legge 149 del 26 luglio 2005). “I farmaci equivalenti – spiega l’opuscolo AIFA “Usa bene i farmaci” – sono spesso chiamati generici, un termine che non rende loro giustizia. Si tratta, infatti, di medicinali che hanno la stessa efficacia, sicurezza e qualità dei corrispondenti farmaci “di marca”, ma hanno un costo inferiore almeno del 20% perché, essendo scaduto il brevetto che consentiva la produzione in esclusiva alla ditta che li aveva scoperti per prima, anche altre aziende possono produrli.”4

L’accezione bioequivalente è da preferirsi rispetto a farmaco generico in quanto un luogo comune porta a pensare che il termine generico voglia dire meno efficace. Un altra forma di catalagoziane avviene per forma farmaceutica e si suddivide in: - preparazione ORALE - preparazione NASALE - preparazione PARENTALE

4. AIFA, agenzia del farmaco, http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/cose-un-farmaco-0

Il farmaco 27


- preparazione TOPICA - preparazione PRESSURIZZATA Si hanno poi le Fasce farmacologiche che contraddisguono i farmaci in: -A -C -H - AUTOMEDICAZIONE - BANCO - SENZA OBBLIGO DI PRESCRIZIONE Esiste poi la classificazione per gruppo anatomico terapeutico chimico ovvero ATC che prevede una suddiviosione in 5 livelli corrispondenti a una sequenza di lettere e numeri che fanno riferimento a delle categorie ben specifiche. Questa tipologie di catalagozione è ben conosciuta in ambito medico sanitario ed è uno dei migliori metodi di raggrupamento dei farmaci in quanto vengono catalogati secondo delle famiglie di appartenenza, soprattutto nei primi due livelli della catalogazione. Come si è accennato abbiamo una suddivisione in livelli, per la precisione cinque: - I LIVELLO - II LIVELLO - III LIVELLO - IV LIVELLO - V LIVELLO Il primo livello contiene il gruppo anatomico principale, costituito da una lettera: A Tratto alimentare e metabolismo B Sangue e gruppi eritroproiettici C Apparato cardiovascolare D Farmaci dermatologici G Apparato genito urinario e ormoni sessuali H Preparazioni ormonali sistemiche, esclusi ormoni e Insulina

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J Anti-infettivi per uso sistemico L Anti neo-plastici e immunomodulatori M Apparato muscolo-scheletrico N Sistema nervoso P Antiparassitari, insetticidi e repellenti R Apparato respiratorio S Organi sensori V vari La catalogazione ATC permette un riconoscimento e identificazione precisa del farmaco preso in questione, ogni codice quindi si riferisce ad un farmaco preciso ed è formato dai 5 livelli dove rispettivamente avremo una lettera, due cifre da 01 a 16, una lettera come sottocategoria al 3° livello, di nuovo una lettera per il 4° livello ed infine 2 cifre. Verrà riportato un esempio di catologazione tramite codice ATC che identificherà un farmaco qualsiasi, per capirne meglio la struttura. Esempio di catalgozione ATC:

B

02 A 2°

A 02 4°

In questo caso stiamo trattando un farmaco dal nome URUGOL, il suo principio attivo è Acido tranexamico, e il codice permette l’identificazione esclusiva di questo medicinale. Il riconoscimento del farmaco attraverso codice ATC ha un importanza particolare in quante la combinazione di numeri e lettere permette un riconoscimento univoco del farmaco nonché una catalogazione secondo la classe terapeutica, e sarebbe un’accortezza che tale codice fosse riportato su ogni medicinale affinchè l’operatore sanitario fosse nella condizione di riconoscere visivamente il farmaco in maniera tempestiva, e di accedere a tutte le informazioni

Il farmaco 29


riguardanti il prodotto attraverso il prontuario farmaceutico. Si può quindi affermara che nella catalogazione farmaceutica esistente va data maggiore importanza al sistema ATC soprattutto al suo primo livello dove la lettera indicherà l’appartenenza ad una classe terapeutica precisa, inoltre il codice ATC sarà di supporto per la progettazione del mio sistema comunicativo per i farmaci.

2.4 Il percorso del farmaco

Accertato che il composto in esame ha l’efficacia desiderata sul bersaglio farmacologico, e un accettabile grado di sicurezza per l’utilizzo, bisogna verificarne la reale tollerabilità ed efficacia sull’uomo. Per questo sono previste più fasi distinte e successive. Sperimentazione preclinica: questa fase della sperimentazione è utile per osservare come si comporta e qual è il livello di tossicità della molecola su un organismo vivente complesso, qual è la via di somministrazione, come viene assorbita e successivamente eliminata. Inizialmente sono eseguiti gli studi “in vitro” al fine di comprendere le caratteristiche della molecola chimica da cui si ritiene di poter ricavare un farmaco. In pratica, la sostanza viene messa in provetta insieme a colture cellulari o a microrganismi e sottoposta a una serie di test. Questi esperimenti vengono eseguiti in laboratori altamente specializzati. Soltanto quando si è appurato in laboratorio che la molecola possiede potenziali effetti terapeutici si può passare alla sperimentazione sugli animali, studi “in vivo”. Quando infine il nuovo farmaco ha dimostrato di avere un’efficacia sufficiente in rapporto agli eventuali rischi; rapporto rischio/ beneficio, tutti i dati derivati dalle valutazioni precliniche e cliniche sono raccolti in un dossier che viene sottoposto all’autorità competente, per l’Italia l’AIFA, per richiederne la registrazione e l’autorizzazione alla commercializzazione. Gli effetti collaterali possono emergere soltanto con miglia-

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ia di somministrazioni e non sono del tutto visibili in fase di sperimentazione. Sostanzialmente buona parte degli effetti collaterali elencati nel foglietto illustrativo (meglio noto come bugiardino) sono scoperti quando il farmaco è già in commercio, e non durante la fase sperimentale. Per controllare gli effetti collaterali è stata istituita la farmacovigilanza, che consiste in programmi , spesso pubblici e di competenza del Ministero della Salute, a volte indipendenti, per il controllo e la sorveglianza dei farmaci in commercio. Delineato che cosa è un farmaco e quali siano i principali passaggi dalla sua creazione fino alla sua messa in commercio, è importante analizzare precisamente cosa avviene nel momento dello approviggionamento e della catalogazione dei farmaci nelle farmacie, usl e ospedali. In questa particolare fase del percorso del farmaco si può riscontrare come in ambiti differenti ci siano catalogazioni e stoccaggi diversi, tutto ciò dovuto semplicemente ad un meccanismo legato al luogo stesso dello staccaggio e della catalogazione. Per quanto riguarda una farmacia e un ospedale la catalagozione dei farmaci è una fase molto importante in quanto, decidere la posizione di un farmaco interagisce direttamente su colui che si troverà ad usare quel farmaco. Le principali categorie di catalogazione corrispondono alla forma farmaceutica, la quale suddivide i farmaci in 5 categorie ovvero preparazione orale (compresse, capsule, sospensione, polvere), preparazione topica (crema, gel, unguento), preparazione nasale, preparazione parenterale, preparazione farmaceutica pressurizzata. Una seconda catalogazione dei farmaci negli armadi o scaffali ospedalieri o farmaceutici è data da un ordine alfabetico il quale permette uno smistamento dei farmaci in base all’iniziale del proprio nome commerciale o del principio attivo, tutto questo per migliorare e facilitare il riconoscimento immediato del farmaco nel momento della scelta, bisogna sottolineare come attualemente non ci sia

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una normativa legge che definisca con quale metodo la classificazione alfabetica abbia luogo, quindi se per nome del principio attivo o nome commerciale ma è da preferirsi il principio attivo come metodo di catalogazione in quanto il nome commerciale è un nome di fantasia, non strettamente collegato quindi alla sostanza chimica presa in considerazione. In area critica o d’emergenza extra-ospedaliera lo stoccaggio dei farmaci avviene in borse termolabili o zaini portamedicinali, qui avviene in maniera differente rispetto le altre strutture sanitarie. In area critica spesso i farmaci vengono contenuti tutto nel medesimo contenitore senza una catalogazione precisa, ma è importante sottolinerare come nella maggior dei casi i farmaci vengano smembrati dalla loro confezione originale. C’è una suddivisione di quei farmaci che vanno contenuti in astucci termolabili, e degli stupefacenti contenuti in cassaforte. In questa maniera è palese come possano verificarsi errori durante la scelta del farmaco in quanto non ci sia un ordine prestabilito di catalogazione e bensì come questo ordine cambi in base all’operatore sanitario che effettua lo spostamento dei medicinali dal loro contenitore originario allo zaino portafarmaci. Mentre nel soccorso intra-ospedaliero la catalogazione dei farmaci non avviene, in quanto questi vengono posti in delle valigette di emergenza portando così ad una forte confusione dei farmaci ed ad una scarsa identificazione dei farmaci d’emergenza da quelli specifici del reparto

2.5 Ricezione e presa in carico dei farmaci

Analizzando più accuratamente il percorso del farmaco, ci soffermeremo in maniera specifica sull’approvigionamento e lo stoccaggio dei farmaci. Al ricevimento dei medicinali, il Coordinatore infermieristico, o altro collaboratore formalmente delegato, ha la responsabilità: a) di ricevere in reparto quanto richiesto alla farmacia interna e

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


di provvederne allo stoccaggio dopo adeguato controllo; b) della verifica della congruità quali-quantitativa tra quanto realmente ricevuto (verifica prodotti ), quanto richiesto ( modulo di richiesta ) e quanto attribuito dalla farmacia (nota di consegna ); c) ricevimento nei tempi previsti; d) della verifica delle modalità di conservazione e delle condizioni del materiale inviato (es. mantenimento della catena del freddo, integrità delle confezioni, corretta etichettatura, consegna dei prodotti nelle confezioni originali, ecc.). e) della presa d’atto di eventuali sostituzioni di prodotti richiesti con un altri disponibili in farmacia ed evidenziati con annotazione e firma del Farmacista f) delle corrette modalità di conservazione.

2.6 Conservazione dei farmaci

La conservazione dei farmaci riguarda il luogo in cui questi vengono posti (armadietti per ì farmaci, dispensari automatici, frigoriferi, carrelli per farmaci) e le condizioni ambientali (luce, temperatura, umidità, tempo). La corretta conservazione dei farmaci assicura l’integrità del prodotto farmaceutico, quindi la sua efficacia terapeutica (ad esempio, i farmaci che necessitano di conservazione in frigorifero o in condizioni ambientali controllate), mentre il corretto stoccaggio previene i rischi di errore evitando, ad esempio, di confondere tra loro farmaci con confezioni o nomi simili, ovvero farmaci LASA, acronimo che sta per look alike sound alike. ll Coordinatore infermieristico è responsabile in reparto della gestione dell’armadio farmaceutico, dell’approvvigionamento, dello stoccaggio e della conservazione dei prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici; tali funzioni possono esser formalmente delegate. È comunque fondamentale che tutto il personale di assistenza venga portato a conoscenza delle regole generali per un

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corretto stoccaggio ed una buona conservazione. In area critica lo stoccaggio dei farmaci avviene tramite l’infermiere di area critica, il quale dovrà controllare e sistemare i farmaci negli appositi contenitori sia che essi siano carrelli che borse e astucci di primo soccorso. Lo stoccaggio è una fase molto importante in area critica in quanto la sistemazione che ne consegue, assume un significato rilevante nella gestione della terapia farmacologica. Su questo aspetto ci soffermero nei capitoli a seguire in quanto lo stoccaggio e quindi la catalogazione dei farmaci all’interno di nuovi contenitori pone un problema importante legato alla comunicazione visiva del farmaco, infatti basti pensare come la collocazione del farmaco possa agire direttamente sulla scelto dello stesso nel momento del bisogno.

2.7 Collocazione dei farmaci

La collocazione avviene in armadi, ben puliti, al riparo dalla luce solare diretta e lontano da fonti di calore, disposti in locali idonei, ben areati, con temperatura controllata < 25° C, non umidi e non accessibili a pazienti e/o visitatori. I principi guida per una conservazione dei farmaci esente da rischi ed efficace comprendono un adeguato controllo ambientale relativo a temperatura, luce, umidità, igiene, ventilazione e collocazione in sedi separate appropriate. Collocare i farmaci nell’armadio secondo un ordine logico, (alfabetico, classe terapeutica, forma farmaceutica, etc ) verificare la data di scadenza e collocare nell’armadio i farmaci secondo la regola “first in first out” (Fi-Fo), cioè porre avanti il farmaco con scadenza più prossima e utilizzarlo per primo; nella collocazione dei farmaci può avvenire anche l’evidenziamennto dei farmaci soprattutto quelli con confezioni, nomi o etichette simili con particolare cura per quelli “ ad alto livello di attenzione“; collocazione con più forme farmaceutiche, massima attenzione per le forme

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


farmaceutiche a più alto rischio, per infusione, endovena, etc. ; con più dosaggi massima attenzione per i dosaggi più elevati e quindi più pericolosi. La data di scadenza è una delle informazioni tra le più importanti nel momento della catalogazione, ed è bene notare come tuttora questa venga posta su un lato della confezione, al contrario sarebbe utile che venga impressa sul fronte del packaging affinchè la catalogazione “first in first out” avvenga con più sicurezza e facilità. Tuttora la data di scadenza viene scritta a penna sul fronte del packaging farmaceutico dall’operatore sanitario.

2.8 La catalogazione in area critica

In area critica la catalogazione dei farmaci dovrebbe ricoprire un ruolo fondamentale, in quanto tale pratica, se gestita in maniera appropiata aiuterebbe l’operatore sanitario nella scelta del farmaco. Attualmente la collocazione dei farmaci, in area critica non ha nessuna linea guida che indirizzi ad una catalogazione appropriata e logica dei presidi farmaceutici. È opportuno quindi notare come questa mancanza sia una grave lacuna del sistema di gestione della terapia farmacologica. Questa mancanza è una della cause del rischio clinico da evento avverso da farmaco in area critica; infatti senza una catalogazione dei farmaci la scelta del giusto medicinale ricadrà esclusivamente sull’operatore sanitario senza sapere dove trovare il medicinale. Si nota l’importanza di un codice di catalagozione dei farmaci, come ad esempio, la collocazione in ordine alfabetico, questo semplice meccanismo di organizzazione permetterebbe all’utente di poter cercare il farmaco tramite un senso logico, e non attraverso un caos di medicine ordinate senza nessun criterio logico. Inoltre maggiore attenzione va data a diverse categorie esisenti nell’ambito dei farmaci d’urgenza e sono quelli più rischioci

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come, i farmaci vasoattivi: adrenalina, atropina, noradrenalina, efedrina; gli stupefacenti: morfina, fentanyl, sufentanyl, ketamina, eccetera e gli elettroliti: principalmente soluzioni contenenti potassio. Queste sono le principali categorie esistenti nei farmaci d’urgenza e sarebbe oppurtono che tali farmaci siano differenziati tra di loro. Nonostante il numero dei farmaci arriva fino a 40 prodotti, all’interno di questa lista quelli strettamente necessari nell’emergenza sono all’incirca 10, mentre gli altri sono specifici per ogni reparto. Infatti è facile immaginare come in un reparto di ostetricia ci sia bisogno di farmaci d’emergenza differenti rispetto ad un reparto di ortopedia, ma tra tutti questi ce ne sono alcuni che sono fondamentali per ogni reparto ospedaliero e ogni situazione d’emergenza come ad esempio l’atropina e l’adrenalina. I farmaci d’emergenza essenziali in ogni kit sono: - adrenalina - atropina - sufenatnile - efedrina - morfina - ketamina - fentanile - midazolam - magnesio - calcio - potassio Questi sono i farmaci di cui tratterò nel mio progetto, questi nelle loro vesti grafiche come tutti gli altri presidi farmaceutici non aiutano l’operatore sanitario nell’orientamento al giusto utilizzo. In questo caso andremo a parlare dell’interazione tra il packaging farmaceutico e l’operatore sanitario, il quale è l’elemento di interazione che coincide con l’evento avverso prevedibile da farmaco.

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


2.9 Interazione farmaco e operatore sanitario Dopo aver analizzato il percorso del farmaco ci si dovrà soffermare sulla sua parte finale, ovvero l’interazione del farmaco con l’operatore sanitario. In questo ambito è bene evidenziare cosa si intende con interazione finale del farmaco con l’operatore sanitario. In maniera più esplicativa il farmaco deve comunicare all’utente una serie di informazioni inerenti al proprio carattere. Tale informazioni che dovranno essere riportate sul farmaco ci portano a parlare di packaging farmaceutico che sarà il vero elemento di interazione tra farmaco e operatore sanitario. A questo proposito si entra in merito alla gestione del rischio clicnico rivolgendosi agli eventi avversi da farmaco dovuti ad errori di somministrazione, in quanto nell’interazione finale del farmaco sussegue la somministrazione del medicinale. Per quanto riguarda il percorso del farmaco in area critica, spetta all’operatore sanitario preparare il farmaco indicato dal medico per poi somministrarlo al paziente. In questa pratica di emergenza sono molti gli errori legati alla somministrazione, alcuni dei quali legati ad una cattiva comunicazione del packaging farmaceutico o ad una disposizione non studiata all’interno dei presidi che contengono i farmaci. Nell’ambito delle emrgenze sono molti i medicinali che vengono tolti dal loro packaging originario farmaceutico e sistemati in degli astucci o borse; questa pratica avviene per una questione di tempestività nell’utilizzo di un farmaco, condizione necessaria in caso di emergenza, infatti maneggiare un contenitore di medicinale porterebbe ad uno spreco di tempo che può risultare necessario per salvare una vita. Alcune di queste pratiche sono dovute dalle caratteristiche stesse del farmaco i quali sono contenuti in astucci termolabili in quanto devono essere conservati in borse refrigeranti. Nel momento in cui un medicinale viene tolto dalla propria confezione andranno perse molte informazio-

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ni, ma ciò che merita una maggiore attenzione è la riconiscibilità di questi farmaci una volta smembrati dal loro confezionamento. I farmaci presi in questione sono presentati sotto forma di fiale le quali sono contenute nello stesso astuccio, queste fiale apparentemente sono uguali (farmaci LASA) e anche la fonetica della parole è molto simile, per questo motivo è importante concentrarsi su una proggettazione accurata del packaging dei farmaci con particolare attenzione alla leggibilità del testo. Il tempo in una situazione di emergenza è di fondamentale importanza, più tempo si perde nella preparazione del bolo più a rischio sarà il paziente. In questo ambito è bene riconoscere quindi, come il farmaco debba permettere un usabilità di facile accessibilità, nonché debba essere progettato nella sua veste grafica per aiutare l’utente ad una facile gestione, riconoscimento e utilizzo dello stesso. Possiamo quindi affermare che l’interazione tra il packaging farmaceutico e l’operatore sanitario solleva la questione della comunicazione visiva del farmaco, in quanto il packaging farmaceutico deve essere considerato come un dispositivo dispensatore di informazioni, sia che esso sia primario che secondario. Tuttora i medicinali nei loro packaging non riescono a comunicare visivamente il loro contenuto in maniera univoca ma soprattutto non riescono a comunicare informazioni uguali alla stessa maniera.

2.10 Interviste

Intervista ad anastesista, Maria Grazia Frigo, dottoressa presso il Fate Bene Fratelli di Roma, Isola Tiberina. Come funziona l’approvigionamento?

L’approvigionamento dei farmaci dell’emergenza, si fa su indica-

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zione del medico e si delega all’infermiere o caposala che si interfaccia con la farmacia interna dell’ospedale, ogni reparto presenta una propria check list. I farmaci emergenziali devono essere sempre disponibili, tralasciando i farmaci oppioadi che per normativa legge devono seguire delle linee guida le quali prevedono che vengano costuditi in cassaforte. Errore nel risk management?

Le fiale sono facilmente confondibili e per esempio per alcuni farmaci abbiamo un sistema di etichettatura standardizzarto, come ad esempio un etichetta rossa, basta che sia un linguaggio convenzionale conosciuto. Questa etichettatura avviene all’interno dell’ospedale, principalmente per i farmaci stupefacenti. Altro aspetto molto importante ricade nello scambio delle fiale, che sono tra loro assolutamente indistinguibili se non per una dicitura impressa ma con lo stesso colore, e caratteri illeggibili Dove vengono conservati i farmaci?

Esiste una valigetta per l’emergenza interna che può essere anche uno zaino, salvo per alcuni farmaci i quali la conservazione è preferibile avvenga a temperature intorno ai 20° che vengono conservati in astucci termolabili, o in frigorifero se ci riferiamo al primo soccorso ospedaliero. Altra cosa è il carrello dell’emergenza che di solito si trova in tutte le sale operatorie che fa parte del carrello di anestesia, dove si hanno a disposizione tutti i farmaci dell’emergenza. Una cosa migliore sarebbe un etichettatura o l’utilizzo di un colore per diversificare i farmaci.

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La catolazione avviene secondo una logica? Per ordine alfabetico. La catalogazione avviene generalmente a criterio di chi organizza lo zaino, preferibilmente in ordine alfabetico visto che i farmaci dell’emergenza sono circa una decina. Sarebbe più razionale organizzarli per categorie, anche se per praticità vengono catalogati in ordine alfabetico e qui sorge un problema ovvero che la catalogazione dovrebbe avvenire in ordine alfabetico per principio attivo ma questo non avviene sempre, infatti avremo catalogazioni sia per nome commerciale che per principio attivo. Andrebbe fatta assolutamente la catalogazione per principio attivo, come avviene per i generici che riportano il nome del principio attivo. Può essere utile riportare il codice ATC sul packaging dei farmaci? Secondo me, previa formazione sull’ATC, assolutamente si. Servirebbe a monte condividere questa conoscenza, e sarebbe utilissima anche la catalogazione in quanto avverrebbe un approccio molto più utile in area terapeutica. Intervista ad infermiere in area critica, Guglielmo Umbriaco, operatore presso il 118 di Bologna

Come funziona l’approvigionamento dei farmaci? Il coordinatore infermieristico (o persona delegata) si occupa degli ordini per via informatica alla farmacia centralizzata. Le scatole dei farmaci vengono poi riposte negli armadi.

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Come vengono conservati e traspostarti in area critica i farmaci? Nel servizio 118 il numero di farmaci è molto esiguo rispetto alla terapia intensiva. Al 118 abbiamo un solo armadio con tutti i farmaci che poi vengono inseriti nei portafiale che ti ho fotografato. In terapia intensiva abbiamo 5 armadi di farmaci, suddivisi per categorie (antibiotici, fiale, pastiglie, pomate-colliri-gocce) e i farmaci più usati (anestetici in particolare) hanno ripiani dedicati. Come avviene la catalogazione dei farmaci?

In che senso catalogazione? Negli armadi li riponiamo in ordine alfabetico. Poi, in terapia intensiva, c’è un carrello ogni due posti letto e in un cassetto, diviso in due, si tengono i farmaci dei due pazienti (che vengono tolti alla dimissione/decesso del paziente) Esistono degli errori nella gestione della terapia?

Ne esistono abbastanza, molto più in terapia intensiva rispetto al 118 (probabilmente a causa del maggior utilizzo di farmaci e del maggior numero di farmaci usati). La maggior parte di errori è secondo me di errata applicazione di una prescrizione (ossia quando la prescrizione si discosta da uno “standard”) e in alcuni rari casi errori di dosaggio e rarissimi di errore di fiala. Può essere utile riporatre il codice ATC sul packaging dei medicinali? È molto meglio contrassegnare con un colore i farmaci pericolosi. Parlavo con un anestesista del tuo lavoro e mi ha detto che addirittura aveva sentito che le case farmaceutiche vogliono man-

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tenere la stessa grafica sulle confezioni perché “fidelizza” il paziente...

Quali miglioramenti dovrebbero essere applicati ai farmaci per evitare gli errrori in terapia? Personalmente sarei per colorare la parte alta e sottile delle fiale, credo si riesca a farla di un colore o anche di due. È molto più immediato. Le interviste affrontate sono state di grande aiuto nella stesura del progetto in quanto parlare direttamente con operatori sanitari mi è stato utile per capirne meglio le dinamiche del funzionamento dei farmaci e dell’area critica.

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica




3. IL PACKAGING

3.1 Il packaging Una volta definito lo scenario di riferimento, ovvero quello dell’area critica è bene entrare più dettagliatamente nel mondo del design e focalizzarci sul problema che ricade nell’orientamento del packaging farmaceutico. Come spiegato nel primo capitolo negli eventi avversi da farmaco abbiamo un problema strettamente legato alla riconoscibilità ed identificazione del prodotto, identificazione che non avviene in maniera tempestiva a causa di una mancanza di tassonomia delle informazioni e di orientamento al giusto utilizzo. A questo proposito indagheremo quello che è il packaging farmaceutico, soffermandoci sull’imballaggio primario e secondario di quei farmaci usati in emergenza; sia intra-ospedaliera che extra-ospedaliera. In questo capitolo verrà affrontato il tema del packaging creando dei punti di giunzione tra il design e il mondo della comunicazione visiva dei farmaci. Analizzeremo che cosa è un imballaggio, la sua storia per poi arrivare ad analizzare l’imballaggio farmaceutico. Il packaging o imballaggio è uno strumento della quotidianetà, con cui abbiamo a che fare tutti i giorni con la maggior parte degli oggetti che ci circondano, da quello alimentare a quello medico sanitario. Con la parola imballaggio nell’ambito del design ci affacciamo di fronte un argomento molto vasto, che comprende vari aspetti. Gli imballaggi possono essere considerati come dei contenitori, degli informatori e così via. Hanno un proprio linguaggio e sono i comunicatori ultimi delle informazioni del prodotto. L’imballaggio racchiude in sè un dispositivo di comunicazione, in quanto permette un passaggio di informazioni riguardanti un dato prodotto, e deve essere considerato anche come un dispositivo per la sua forza comunicativa, infatti, oltre a proteggere e conservare deve essere anche in grado di comunicare ciò che contiene.

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È molto diffuso l’uso di riferirsi all’imballaggio con il termine inglese packaging, che ha però un’accezione più ampia, in quanto oltre all’imballaggio (package) comprende il processo di progettazione e industrializzazione. Il packaging inteso come dispositivo-comunicatore, affonda le proprie radici progettuali nel mondo del design della comunicazione visiva in quanto è di grande importanza soffermarsi sull’aspetto comunicativo dell’imballaggio, e di come questo sia di sostanziale importanza nell’ambito della comunicazione visiva dei farmaci.

3.2 La normativa legge

Il packaging, ovvero l’imballaggio, per la normativa legale e regolamentare italiana, è il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere e a proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, e ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo. In Italia gli imballaggi sono distinti in tre tipologie o categorie funzionali: imballo primario (per la vendita), imballo secondario (multiplo), imballo terziario (per il trasporto). l’imballaggio secondario (imballaggio multiplo) è un imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale all’utente finale o al consumatore, o che serva soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto di vendita. Esso può essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche L’imballaggio deve rispettare una serie di obiettivi, quali: proteggere la merce, evitare furti, essere economico, e rispettare un equilibrio tra le sue prestazioni e il suo costo, sia dal punto di vista del materiale impiegato, sia del tempo impiegato per realiz-

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zare l’operazione di imballaggio. Dal punto di vista ecologico è importante che per gli imballaggi vengano usati materiali facilmente riciclabili e nella minor quantità possibile. Riguardo l’imballaggio dei farmaci e la sua etichettatura facciamo refirimento al decreto legislativo che enuncia il seguente testo.5 Etichettatura e foglio illustrativo: Etichettatura: l’imballaggio esterno o, in mancanza dello stesso, il confezionamento primario dei medicinali reca le indicazioni seguenti: a) la denominazione del medicinale, seguita dal dosaggio e dalla forma farmaceutica, aggiungendo se appropriato il termine «prima infanzia», «bambini» o «adulti»; quando il medicinale contiene fino a tre sostanze attive, e solo quando la denominazione è un nome di fantasia, esso è seguito dalla denominazione comune; b) la composizione qualitativa e quantitativa in termini di sostanze attive per unità posologica o, in relazione alla forma farmaceutica, per un dato volume o peso, riportata utilizzando le denominazioni comuni; c) la forma farmaceutica e il contenuto della confezione espresso in peso, volume o unità posologiche; d) un elenco degli eccipienti, con azione o effetto noti, inclusi nelle linee guida pubblicate a norma dell’articolo 65 della direttiva 2001/83/CE; tuttavia, se si tratta di un prodotto iniettabile o di una preparazione topica o per uso oculare, tutti gli eccipienti devono essere riportati; e) la modalità di somministrazione e, se necessario, la via di somministrazione; in corrispondenza di tale indicazione deve essere riservato uno spazio su cui riportare la posologia prescritta dal medico; f) l’avvertenza: «Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini»; g) le avvertenze speciali eventualmente necessarie per il medicinale in questione con particolare riferimento alle controindi5. 24 aprile 2006, n.219 Attuazione della direttiva 2001/83/CE relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonche’ della direttiva 2003/94/CE

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cazioni provocate dalla interazione del medicinale con bevande alcoliche e superalcoliche, nonché l’eventuale pericolosità per la guida derivante dall’assunzione dello stesso medicinale; h) il mese e l’anno di scadenza, indicati con parole o numeri; i) le speciali precauzioni di conservazione, se previste; l) se necessarie, le precauzioni particolari da prendere per lo smaltimento del medicinale non utilizzato o dei rifiuti derivati dallo stesso, nonché un riferimento agli appositi sistemi di raccolta esistenti; m) il nome e l’indirizzo del titolare dell’AIC, preceduti dall’espressione «Titolare AIC»; n) il numero dell’AIC; o) il numero del lotto di produzione; p) per i medicinali non soggetti a prescrizione, le indicazioni terapeutiche e le principali istruzioni per l’uso del medicinale; In base al decreto legge, trattando i medicinali di emergenza è bene notare come alcune parti possono essere considerate meno importanti come riportare la dicitura “tenere fuori dalla portata dei bambini”, infatti più avanti noteremo come le informazioni necessarie possano essere leggeremente diverse per migliorare la fruizione delle stesse.

3.3 Il packaging: cenni storici

Negli ultimi due secoli il mondo del packaging design ha visto uno sviluppo tuttora attivo, questo grazie alle reti di trasporto la distribuzione e la vendita al dettaglio che dipendono completamente dal packaging, mezzo necessario per muovere e proteggere le merci nel passaggio dal luogo della produzione a quello del consumo. Le origini del moderno packaging si possono far risalire alla fine del diciottesimo secolo grazie alla rivoluzione industriale che introdusse grandissimi cambiamenti nella serializzazione dei pro-

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dotti, infatti dopo la grande esposizione del 1851, grazie all’avvento delle macchine a vapore, era possibile produrre grandi quantità di prodotti a prezzi sempre più accessibili. . Mentre prima la maggior parte dei processi di produzione era basata quasi esclusivamente sul lavoro manuale e sulla produzione limitata di merci, l’introduzione della meccanizzazione portò ad una produzione molto più ampia e seriale. L’imballaggio nella sua storia divenne un elemento essenziale nel quadro della mitologia delle merci, dello scambio di prodotti; ed i suoi processi evolutivi vanno di pari passo con l’evoluzione tecnologica. Possiamo far coincidere l’evoluzione del packaging principalmente tra il 1800 fino ai giorni nostri, con una spiccata evoluzione alla fine degli anni ‘50 con l’entrare nell’era del boom economico, del consumismo, e del concetto dell’usa e getta. In questo contesto il packaging vede un evolversi, sia sotto un punto di vista materico che di comunicazione visiva, nonché ci si trova davanti ad vasto assortimento di prodotti dove viene richiesto di sapersi orientare nella scelta. Fin dall’inizio le funzioni della confezione furono trasporto, e conservazione del contenuto, ma la componente comunicativa fù necessaria fin da subito per comunicare il contenuto del contenitore, e si nota quindi come il packaging rivesta un ruolo di comunicatore, essenziale per la mercializzazione del prodotto. Non ci soffermeremo sull’evoluzione dei materiali utilizzati nel packaging, in quanto la scelta del materiale è legata alle sue caratteristiche peculiari e alla stretta compatibilità con il contenuto, che come vedremo in ambito sanitario si rilega a materiali sterili come l’alluminio per il blister o il vetro per le fiale , mentre per l’imballaggio secondario il materiale utilizzato sarà esclusivamente la carta. A tal proposito daremo più attenzione al ruolo delle etichette poste sui contenitori le quali iniziano ad attribuire un identità al prodotto.

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3.4 L’etichettatura L’etichetta utilizzata fin dall’antichità anche dai farmacisti è un mezzo collaudato impiegato per la marcatura dei prodotti, potendo arrivare a parlare di una seconda pelle dell’oggetto, la quale è il mezzo comunicativo per eccellenza di qualsiasi prodotto. L’etichettatura ha permesso un processo progettuale molto importante nel design, in quanto ha dato luogo al concetto di forma e funzione, dove appunto l’etichetta svolgeva la funzione di comunicatore della forma che contiene il prodotto. “Forma e immagine dovranno concorrere alla definizione di un imballaggio protettivo, comunicativo e informativo ma anche strumento per un facile consumo del contenuto”6

Come afferma Valeria Bucchetti il ruolo del packaging all’interno della mercializzazione di prodotti è di forte impatto in quanto racchiude in se tutte le componenti essenziali affinchè ci sia un giusto riconoscimento e utilizzo del prodotto. Il packging o imballaggio deve quindi rassicurare il destinatario riguardo il contenuto e tutto ciò, attraverso l’utilizzo di un etichetta e di elementi grafici volti a rappresentare il prodotto in questione. Quindi l’imballaggio sia che esso sia farmaceutico che alimentare è volto a concretizzare il contenuto in maniera reale del prodotto, senza che questo crei un immagine lontana dalla realtà. Il packaging inteso nella sua accezione più larga, comprendendo anche l’etichettatura quindi, deve essere di tangibile informazione ovvero deve risultare un prodotto che al suo interno abbia la capacità di comunicare informazioni veriterie sul proprio contenuto. L’imballaggio farmaceutico assume in questo quadro un assetto valorizzante del suo ruolo di comunicatore, in quanto è facile 6. Bucchetti Valeria, Packaging design. Storia, linguaggi, progetto. edizioni Franco Angeli s.r.l., Milano, 2005.

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comprendere come un farmaco debba essere in grado di comunicare il suo contenuto in maniera semplice, univoca e veriteria. E proprio in questo ambito è facile notare come alcuni prodotti farmaceutici mostrino un etichetta forviante rispetto al proprio contenuto, non riuscendo quindi a trasmettere in maniera semplice ed univoca le informazioni necessarie. Infatti nel vasto assortimento farmaceutico non riusciamo a riconoscere facilmente un farmaco tanto è vero che ogni volta che se ne maneggia uno ci sarò bisogno di interpretarlo secondo il proprio linguaggio.

3.5 Storia dell’imballaggio farmaceutico

Prima dell’avvento dell’alchimia e della chimica i farmaci erano ottenuti sopratutto dalle piante o da loro estratti. Queste erbe venivano essiccate e conservate in contenitori di ceramica spesso decorati, altri materiali utilizzati erano il peltro o il vetro; le erbe erano usate come tali o sottoposte a distillazione o ad infusione. Nel medioevo ci troviamo di fronte all’utilizzo di bottiglie in vetro per contenere i farmaci, spesso queste erano in vetro soffiato e di colore blu cobalto, utilizzato per proteggere i medicinali dall’esposiszione alla luce. Le bottiglie venivano utilizzate fino all’inizio dell’800. C’è da sottolineare come le stesse bottiglie spesso venissero utilizzate anche per preparazioni cosmetiche come ad esempio profumi, e la distinzione dei prodotti avveniva tramite l’applicazione di un etichetta che riportava le specifiche del contenuto. Passiamo poi a parlare del pilloliere dove le erbe essiccate erano mescolate a sostanze eccipienti come miele o sapone; questa massa molle veniva trasformata nel pilloliere in lunghi cilindri che erano poi suddivisi in tante piccole porzioni ad ognuna delle quali si dava manualmente una forma sferica. Le fonti storiche non riportano in questo caso nessua tipologia di contenitore adibito a questo compi-

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1. Cassetta del pronto soccorso, 1930. Fonte: http://www.amber-ambre-inclusions.info/nuova%20farmacia.htm

2. Conservazione dei farmaci attraverso scatole di latta. Fonte: http://www.amber-ambre-inclusions.info/nuova%20farmacia.htm

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to, ma si può pensare che venissire utilizzate delle scatole di legno e in seguito latta dove venivano riposte le varie pillole. Per quanto riguarda le fiale in vetro, all’inizio della terapia iniettiva il principio farmacologico era frazionato in piccole pastiglie contenute in flaconcini di vetro chiusi con un semplice turacciolo; la dose di farmaco veniva sciolta in qualche cc. di acqua immediatamente prima di essere iniettata nel paziente. Le prime fiale sigillate in vetro compaiono verso la fine del 1800 con un più rigoroso controllo dell’asepsi; erano ottenute da un tubetto di vetro chiuso alle due estremità. In seguito dell’aumento sempre crescente del metodo ipodermico i dr. Berlioz e Duflocq per prevenire gli inconvenienti derivanti dall’iniezione di liquidi più o meno settici, hanno immaginato un dispositivo che permettesse di distribuire dei prodotti assolutamente asettici. Questi medici hanno fatto costruire dei tubi della capacità di mezzo, uno, due e quattro centimetri cubici. I tubi sono in vetro soffiato di colore giallo per evitare l’azione della luce; essi hanno la forma di piccole bottiglie il cui collo è molto stretto nelle sua parte superiore. Per una corretta chiusura dei flaconi era necessario che i tappi garantissero una buona tenuta d’aria; si faceva perciò uso di apparecchi che permettevano di comprimere i tappi; questi venivano poi infilati velocemente nel collo dei flaconi dove gradualmente riprendevano il loro iniziale volume chiudendo ermeticamente la bottiglia. Il riconoscimento veniva affidato sempre all’etichettatura. Agli inizi del 1900 si avranno i primi astucci farmaceutico (Canada) contenente numerosi flaconcini con principi attivi; alcuni di questi portano la scritta “compressed pill” ed erano destinati alla terapia orale, altri invece contenevano delle pastiglie da sciogliere estemporaneamente in acqua per la terapia iniettiva. Passando al secolo XX possiamo vedere come la maggior parte dei farmaci veniva costudita in contenitori di latta, questo avveniva

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poichè l’industrializzazione aveva permesso un largo utilizzo di materiali come la latta. , avvicinandoci agli ‘50 e ‘60 vedremo un approccio molto diverso per quanto riguarda il packaging design farmaceutico, innanzitutto l’utilizzo della carta per l’imballaggio secondario che diventrà il supporto per eccellenza del packaging. Bisogna soffermarsi accuratamente sull’immagine del kit di pronto soccorso, che analizzero nei capitoli successivi come case history. Giungendo ai giorni nostri possiamo vedere come ormai i medicinali siano confezionati tutti con la stessa materia, e che l’etichettatura sia ormai parte indivisibile del packaging. Attualemte il packaging farmaceutico è composto da varie parti, ovvero due; un contenitore detto packaging secondario che spesso coincide con una scatola di cartone, e un packaging primario come i blister, le bottigliette o le fiale in vetro.

3.6 Il packaging farmaceutico

Una volta che il farmaco è stato reso commercializzabile è importante soffermarsi accuratamente su quello che è l’imballaggio farmaceutico e il package. Ogni medicinale una volta messo in commercio avrà una serie di imballaggi che permetteranno il suo utilizzo, dal trasporto alla somministrazione del farmaco. Avremo due tipi di imballaggio per i prodotti farmaceutici, uno primario, come i blister e le fiale di vetro e uno secondario ovvero il contenitore dei blister e fiale, realizzato esclusivamente in cartone. Questi due imballaggi sono di massima importanza per il farmaco in quanto oltre al proteggere, dovranno riportare tutte le informazioni scientifiche e di divulgazione, del farmaco stesso, senza che avvenga un decifit d’informazione. Possiamo definirle come delle interfacce alle quali appellarci nel momento in cui necessitiamo di informazioni. L’imballaggio si affaccia al mondo del design della comunica-

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zione visiva e delle etichettature dei prodotti nonché affronta il problema della comunicazione visiva dei farmaci. Per comunicazione visiva dei farmaci ci riferiamo al linguaggio utilizzato da packaging per istruire sul proprio contenuto, ovvero al come comunica un prodotto farmaceutico. Ci accorgeremo della grave lacuna progettuale dei packaging farmaceutici. Questi, nei loro imballaggi soffrono di una forte lacuna progettuale nell’orientano al giusto utilizzo. Come ogni buon prodotto di design anche i packaging farmaceutici dovrebbero nelle loro grafiche comunicare il proprio contenuto. Purtroppo, nelle loro vesti, i farmaci non riescono ad orientare al giusto utilizzo e ciò può comportare ad un uso sbagliato del farmaco, come avviene nell’ADE con gli errori di somministrazione da farmaco. L’aspetto visivo e comunicativo del farmaco è un aspetto sottovalutato nella progettazione dei packaging, infatti si può ben notare come non ci siano in maniera assoluta delle linee guida che permettano una fruizione delle informazioni in maniera univoca. Proprio per questa ragione ogni casa farmaceutica progetta a modo proprio il packaging dei medicinali attenendosi solo ai decreti legislativi che vincolano la tipologia delle informazioni. Il decreto legislativo regola le informazioni necessarie nel packaging ma non la maniera in cui queste dovrebbero essere progettate per migliorare l’usabilità del prodotto. In questa maniera la comunicazione visiva dei farmaci ci mostra esempi di packaging tra i più disparati, con grafiche assolutamente diverse e informazioni nelle più possibili soluzioni. Possiamo quindi affermare che ogni buon prodotto farmaceutico nel proprio imballaggio dovrebbe essere in grado di comunicare il proio contenuto in maniera univoca e permettere una semplicità nella fruizione delle informazioni. In area critica questo problema è estremizzato in quanto una cattiva comunicazione del farmaco compromette il lavoro dell’operatore sanitario che si ritroverà a lavorare in un assetto non

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adeguato. Ăˆ molto importante quindi affrontare il problema del packaging design con il fine ultimo di abbassare il rischio di eventi avversi da farmaco, agendo direttamente sul packaging in maniera tale da progettare un format che sia di aiuto per l’operatore sanitario nella scelta del farmaco.

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4. LA COMUNICAZIONE VISIVA DEL FARMACO

4.1 La fruizione delle informazioni Il riconoscere attraverso uno sguardo, è di grande importanza nell’ambito medico sanitario in area critica, in quanto attraverso uno sguardo si svolgono le principali operazioni di soccorso. Nonostante la diversificazione dei farmaci possa sembrare un ottimo metodo di riconoscimento dei prodotti, spesso questo concetto si lega a quello della conoscenza acquisita attraverso l’esperienza, che può trarre in inganno. Infatti riconoscere un farmaco attraverso l’esperienza può portare ad un operazione errata. Basti pensare come cambiando una veste grafica del prodotto è semplice cadere in errore di scelta, se ci affidiamo esclusivamente all’esperienza personale. Il packaging farmaceutico deve essere visto come un dispositivo dispensatore di informazioni, le quali devono essere di facile utilizzo per l’utente, e non devono indurre ad errori . Queste devono essere pensate come interfacce con il quale l’utente interagisce per ottenere informazioni. In quest’ottica è facile riconoscere l’importanza di creare una comunicazione visiva dei farmaci che si attenga a varie linee guida, affinchè si possa arrivare ad una gerarchizzazione delle informazioni in maniera strutturata secondo una logica. Affermiamo che il packaging farmaceutico mostri delle problematicità principali come il problema che non orienta al giusto utilizzo e di come non ci sia una tassonomia delle informazoni. Tuttora il sistema di informazione all’interno della comunicazione visiva dei farmaci non è tutelato da linee guida, tanto da avere prodotti simili tra loro ma di scarsa identificazione e riconoscibilità. Nelle confezioni di medicinali è più semplice riconoscere la casa farmaceutica di appartenenza piuttosto che il farmaco stesso, questo sistema è molto pericolo nell’uso dei medicinali in quanto non avendo un giusto orientamento all’utilizzo si può incorrere in errori di scelta.

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In questo contesto è importante sottolinerare l’evidenza di un sistema prodotto-utente, dove per prodotto intendiamo il medicinale con il suo packaging e per utente identifichiamo un operatore sanitario. In questo rapporto tra prodotto e utente, nasce l’esigenza di vedere il packaging come un interfaccia capace di orientare l’utente al giusto utilizzo. Ma quale è il giusto utilizzo?

4.2 Il giusto utilizzo, interazione packaging-utente

Con il termine il “giusto utilizzo” ci riferiamo a quell’interazione che si ha tra prodotto ed utente, di essenziale importanza poichè il fine ultimo del prodotto è il suo utilizzo. In questa accezione ci riferiamo al termine utilizzo con l’aggettivo giusto in quanto in una qualsiasi interazione tra prodotto e utente ci deve essere un utilizzo appropiato del prodotto. Nella comunicazione visiva dei farmaci ci troviamo di fronte ad uno scenario d’immagini tutte molto diverse tra di loro, e in alcuni casi di fronte ad immagini da cui è difficile riconoscere anche una valenza medica, questo per l’uso ingenuo del colore sul confezionamento dei farmaci, per l’utilizzo di texture e decorazioni grafiche che non informano minimamente sul prodotto. La progettazione di un packaging farmaceutico che orienti al giusto utilizzo è una condizione di particolare importanza, in quanto l’imballaggio è l’ultimo elemento di interazione che l’operatore sanitario ha prima della somministrazione del farmaco. Ovvero la progettazione di un interfaccia utile per l’utente per interagire correttamente con il contenuto del prodotto, in questo caso un farmaco. L’interazione tra operatore sanitario e farmaco è di sostanziale importanza nell’ambito dell’area critica e questa avverrà principalmente con il packaging primario nel soccorso extra-ospedaliero e con il packaging secondario nel soccorso intra-ospedaliero.

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4.3 Il packaging come interfaccia I d.m. che prevedono vincoli nel packaging farmaceutico trattano delle informazioni necessarie che devono essere riportate sul farmaco affinchè questo possa essere utilizzato in maniera adeguata, infatti è noto come ci siano 5 punti fondamentali che ogni confezione farmaceutica deve riportare nel proprio package. Occupandosi principalmente del packaging secondario, i d.m. odierni decretano obbligatorie solo alcune informazioni spesso non del tutto utili per un giusto utilizzo del farmaco. Le informazioni principali che vanno riportate nel packaging sono: nome del farmaco, principio attivo, forma farmaceutica, dosaggio, data di scadenza e tracciabilità del farmaco. Queste informazioni sono essenziali per il riconoscimento del farmaco , ma la loro tassonomia è totalmente senza linee guida infatti ogni casa farmaceutica può scegliere come riportare le informazioni nel package; così da avere tutti farmaci diversi con una disposizione casuale delle informazioni. La tassonomia delle informazioni è una delle principali linee guide nell’interesse del design delle informazione in quante predilige l’organizzazione delle informazioni secondo un meccanismo logico. Attualmente non c’è nessuna linea guida che decreti il come queste informazioni devono essere presentate nel package, tanto da farci ritrovare in un mondo di farmaci che sono allo steso tempo tutti uguali e diversi tra loro. Uguali come avviene per farmaci della stessa casa farmaceutica e diversi in base alla sistemazione delle informazioni, infatti di fronte ad ogni medicinale si dovrà interpretare il suo linguaggio in quanto non offre una gerarchizzazione delle informazioni, la quale invece faciliterebbe il riconoscimento del medicinale stesso. Ad ogni forma deve corrispondere una funzione è uno degli assiomi del design che in questo caso ci fa entrare nel problema legato

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al packaging dei medicinali e il loro orientamento all’uso. In questo campo è bene annotare come si possa parlare di bad affordance dei prodotti farmaceutici, infatti questo termine esprime al meglio come i medicinali non offrano un giusto orientamento all’uso bensì offrono una serie di informazioni da decifrare. “In commercio esistono numerosi prodotti che possono essere confusi tra loro a causa di forme, colori o etichette simili. La forma riguarda il senso della vista ma anche quello del tatto ed è per questo che le confezioni dovrebbero diversificarsi notevolmente da quei prodotti per l’igienie, alimentari e così via.”7

In Italia esistono una quantità di farmaci numerosi che possono essere suddivisi in varie categorie ma ognuno di questi presenta lo stesso problema, come vediamo al lato prendendo per esempio un farmaco di marca,lo Xanax in questione, si possono notare le varie informazioni riportate ma soprattutto si può notare come queste informazioni vengano disposte in maniera casuale nel packaging. Per quanto riguarda le informazioni riportate sull’imballaggio farmaceutico si possono riscontrare varie problematicità legate al passaggio delle informazioni, infatti l’imballaggio considerato come comunicatore delle informazioni spesso si trova carente di un sistemo logico delle informazioni, e in quest’ambito il design dell informazioni tratta il tema gerarchizzando le informazioni e dando delle linee guide da seguire per i medicinali, e sarà compito del mio progetto di tesi la gerarchizzazione delle informazioni riportate nel packaging farmaceutico.

7. il packaging: dalla confezione all’immagine aziendale http://www.galenotech.org/packaging.htm

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


4.4 Il packaging in area critica In area critica il packaging farmaceutico è l’ultimo elemente di interazione prima della somministrazione del farmaco, un errore di interazione che coincide con la scelta sbagliata di un farmaco porta ad un errore di somministrazione nonché ad un evento avverso da farmaco prevedibile. L’area critica o in situazione d’emergenza è di vitale importanza lavorare in un ambiente consono e che aiuti l’operatore sanitario ad una scelta giusta del farmaco. Il problema a cui andiamo incontro nell’area critica e nelle situazioni di emergenza è fortemente legato all’aspetto comunicativo dei farmaci, il quale sarà l’unico mezzo di riconoscimento del farmaco. In questo ambito la tempestività gioca un ruolo cruciale nella gestione della terapia in quanto un riconoscimento visivo immediato aiuterebbe l’operatore sanitario nella proprio scelta. È consono quindi trattare i medicinali d’emergenza con giusta attenzione tenendo conto di tutti gli imprevisti possibili in area critica, inoltre sarebbe consono che questi vengano diversificati dai farmaci che non sono di emergenza. Ricordiamo che i farmaci in area critica sono gli stessi farmaci d’emergenza fatta eccezione per quei farmaci che sono specifici del reparto. In quest’ambito è bene notare come la comunicazione visiva dei farmaci sia di sostanziale importanza in quanto si necessita di una comunicazione visiva veloce e di facile lettura, ciò che non accade attualmente. Come sappiamo il packaging farmaceutico viene conservato e catalogato in maniera diversa in base al tipo di soccorso. Nelle immagini riportate nelle pagine seguenti possiamo notare come la prima immagine ci mostra una cassetta dell’emergenza per un soccorso intra-ospedaliero, mentre la seconda immagine ci mostra una portafarmaci in caso di soccorso extra-ospedaliero. In questo caso è bene notare, quindi, come cambi la catalogazione in

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base al soccorso, infatti mentre con uno avremo a che fare con il packaging secondario del farmaco, nel secondo caso ci troveremo a fruire informazioni dal packaging primario del farmaco come avviene appunto per le fiale.

4.5 La comunicazione visiva del farmaco

La comunicazione visiva del farmaco è un argomento molto vasto nel panorama del packaging design, ma possiamo affermare che tuttora l’imballaggio farmaceutico non riesce a comunicare in maniera semplice il proprio contentuto. La comunicazione visiva del farmaco si trova carente di un sistema di comunicazione semplice, univoco ed universale. Questa carenza porta a possibili errori di identificazione del farmaco che combaciano con errori di somministrazione. Il design dell’informazione si occupa del come le informazioni devono essere comunicate, agevolando le vie di comunicazione più consone alla tipologia di dati usati. Nell’ambito sanitario non esistono linee guida del come alcune informazioni devono essere comunicate. Occupandoci dei farmaci possiamo facilmente notare, prendendo in mano due farmaci diversi, di come le informazioni siano uguali in tutte le confezione, e di come queste siano ordinate casualmente e in maniera diversa da farmaco a farmaco, ritrovandoci in uno spettro confusionario e difficile da coodificare, soprattutto in una situazione d’emergenza. L’organizzazione dell’informazioni in questo ambito è di forte interesse nel ramo del design, cosa che avviene nel packaging farmaceutico ma non secondo una logica ordinata. Il problema alla base è una cattiva progettazione del packaging farmaceutico il quale non tiene conto delle informazioni da trasmettere. La maggior parte dei packagings vengono progettati per un gusto estetico e/o commerciale, o magari rispettando

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l’immagine coordinata di una casa farmaceutica; ma un farmaco non dovrebbe comunicare informazioni utili al proprio uso? Ed essere facilmente identificabile e di semplice lettura? In base a quanto citato si riconosce un grave problema nell’ambito della comunicazione visiva dei farmaci, questi non essendo progettati per il giusto orientamento alzano la questione del come non scambiare un farmaco con un altro; quando sono simili o non indichino specificatamente informazioni necessarie per un identificazione immediata. Tuttora si raccamonda solo una maggiore attenzione agli operatori sanitari, riconoscendo però in questo una grave lacuna. Il problema ricade quindi sull’orientamento del packaging farmaceutico sia esso primario, che secondario. Possiamo definire l’imballaggio farmaceutico come un interfaccia a cui l’utente, nel nostro caso un operatore sanitario, deve interagire per svolgere il proprio lavoro. Questa oggi si propone come un interfaccia confusionaria e di difficile interazione a causa di una cattiva tassonomia delle informazioni, nonché ad una mancanza di un linguaggio univoco nella comunicazione visiva dei farmaci. E’ bene soffermarci sull’accezione comunicazione visiva dei farmaci con la quale ci riferiremo al modo con il quale oggi i farmaci parlano ai loro utenti. Quest’aspetto è molto importante ricordando che l’imballaggio è l’ultimo elemento di interazione prima della somministrazione del farmaco.

4.6 La comunicazione visiva dei farmaci in area critica

In area critica abbiamo due differenti categorie di emergenza: quella extra-ospedaliera e quella intra-ospedaliera. In questa divisione l’utente si troverà ad interagire con due prodotti esteticamente differenti ma chimicamente uguali.

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Nel soccorso extraospedaliero i farmaci vengono tolti dalla loro confenzione originale (packaging secondario), come avviene per le fiale, che una volta smembrate dal loro imballaggio vengono collocate all’interno di borse o astucci portafarmaci. Lo smembramento del packaging farmaceutico solleva una questione importante: una volta che le fiale sono state spostate nei portafarmaci, ovvero ci viene mostrata una nuova interfaccia grafica. Questa sposta l’attenzione della comunicazione visiva dal packaging secondario al packaging primario, infatti in area critica con il primo soccorso extra-ospedaliero l’utente non si ritroverà ad interagire con l’imballaggio secondario del prodotto, ma con il primario ovvero la fiala. Nel packaging primario, come per esempio le fiale o i bistler avremo un decifit di informazione, per logiche cause legate allo spazio, infatti nelle fiale andranno riportate solo il nome e il dosaggio del farmaco e altre informazioni secondarie. Lo smembramento del prodotto, dal suo packaging secondario al packaging primario, ci pone di fronte ad una perdita di informazioni, nonché di fronte ad un interfaccia nuova che di buona regola dovrebbe comunicare nella stessa maniera della prima ovvero il packaging secondario. Possiamo quindi affermare che il packaging primario e secondario siano due dispositivi di comunicazione, che devono dialogare fra di loro permettendo un riconoscimento veloce del contenuto e contenitore. Nel soccorso exra-ospedaliero, la somministrazione del farmacaco avverà attraverso l’operatore sanitario che interagirà direttamente con lo zaino porta farmaci e le fiale ovvero con il packaging primario. Nel soccorso intra-ospaliero l’interazione avverrà per mezzo del packaging secondario, per poi passare al packaging primario fino alla somministrazione del farmaco. In questo scenario possiamo affermare che tra il packaging primario e il packaging secondario ci deva essere una comunicazione visiva condivisa per agevolare l’operatore sanitario nei diversi contesti.

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


3. Interno cassetta dell’emergenza nel soccorso intra-ospedaliero

Ci troveremo di fronte a due principali interfacce: Il packaging secondario e primario nell’ambito intra-ospedaliero ed eslusivamente il packaging primario nel soccorso extra-ospedaliero. In questo contesto è bene riconoscere l’importanza che assumono i contenitori portafarmaci nel soccorso extraospedaliero; e pensarli anche come ad un problema da risolvere una volta creato un format visivo del farmaco.

4. 7 La comunicazione visiva dei farmaci nel soccorso extra-ospedaliero

Gli zaini e astucci portafiale meritano una forta attenzione. Una volta che la fiala viene smembrata dal suo packaging secondario, deve essere riposta in una borsa, in questa fase subentra la catalagozione del farmaco all’interno di un nuovo dispositivo, ovvero l’astuccio portafiala. Le fiale possono essere disposte in astucci portafarmaci, in questo caso si parla di astucci termolabili i quali necessitano di un astuccio refrigerante. Questa tipologia di disposizione nonché lo smembramentto del farmaco dalla sua custodia originale porta

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4. Astucci portafiale nel soccorso extra-ospedaliero. Foto di Guglielmo Umbriaco.

ad una problematicità molto forte, ovvere il packaging delle fiale. Queste saranno l’ultimo elemento di interazione prima della somministrazione del farmaco. Anche in questo caso il packaging delle fiale non rispetta nessuna linea guida che possa aiutare l’operatore sanitario nella scelta del giusto farmaco bensì, ci troviamo di fronte fiale con un aspetto molto simile, nomi scritti con font di grandezze inleggibili ed un uso del colore totalmente arbitrario, tanto da confondere piuttosto che aiutare nella scelta, inoltre anche il metodo di stampa utilizzato non è utile alla trasmissione delle informazioni; infatti posssiamo notare come nelle fiale le informazioni vengano stampate su fondo trasparente riducendo così fortemente la leggibilità del testo. Alcuni di questi farmaci sono potenzialmente pericolosi e non c’è nessun codice che possa comunicarlo. In quest’ottica è bene soffermarsi anche sul come sono fatti gli astucci in quanto la progettazione del package farmaceutico dovrebbe essere studiata proprio in base al contenitore in cui verrà posto. Anche la semplice scelta tra una lettura verticale o orizzontale è di grande spessore se si tiene conto del dove le fiale vengono conservate e quale è il migliore metodo di riconoscimento. Soffermandoci sugli astucci e sulle borse d’emergenza è consono trattare l’argomento con lo stesso interesse a cui ci si approccia al packaging dei medicnali. È bene notare come le borse e gli astucci siano alla base di una buona progettazione del farmaco, nonché

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5. Fiale, packaging primario. Foto di Guglielmo Umbriaco.

parlare di questi in ambito della comunicazione visiva. Per quanto riguarda le valigetta d’emergenza che viene tenuta in tutti i reparti ospedalieri la catalogazione dei farmaci avviene in maniera arbitraria, infatti si può notare come all’interno ci siano i principali farmaci d’emergenza ma disposti secondo un ordine casuale, ancora più importante è notare come nelle valiggette d’emergenza intraospedaliera i farmaci vengano tenuti nel loro packagign originario ovvero il secondario. Si può parlare di comunicazione visiva anche nell’ambito delle borse, astucci e zaini portafarmaci, ma è più appropiato coniugare questo ramo soprattutto agli astucci portafiale, i quali sono predisposti per poter comunicare visivamente un determinato ordine, grazie alla struttura stessa del prodotto. La scatola dei farmaci è una valigetta semirigida, suddivisa in piccoli scomparti, con chiusura a cerniera, dove i farmaci sono disposti per lo più in fiale di vetro, allineati e inseriti in appositi spazi fermati con elastico, e proprio in questo ambito la comunicazione visiva puà agire direttamente sul prodotto creando delle via di comunicazione tra il contenitore e il contenuto. A questo proposito è bene ricordare come fosse progettata il kit del prontosoccorso del 1930, in quel caso vedremo come avveniva una catalogazione secondo un ordine alfabetico e come su ogni scompartimentovenisse riportato il nome delle fiale che contiene. In quest’ottica è bene capire come il packaging primario abbia

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un ruolo principale nella comunicazione, e che questo deve a suo modo permettere un passaggio di informazioni senza che avvenga una perdita; nonché deve essere di immediato riconoscimento.

4.8 La gerachizzazione delle informazioni

A questo proposito è importante soffermarci più accuratamente su quelle che sono le informazioni che vanno riportate all’interno del packaging farmaceutico. Abbiamo visto come nel decreto legge ci siano informazioni necesseria che devono essere riporatate nel packaging per assicurare sicurezza e tracciabilità del farmaco. Nell’ambito del design è bene soffermarsi sulla tipologia di informazioni che si trattano e del come queste vengano inserite nell’imballaggio. Non tutte le informazioni hanno la stessa importanza, quindi bisogna organizzarle sulla base di una gerarchia. Le stesse informazioni possono subire variazioni gerarchiche a seconda del tipo di testo e dell’oggetto comunicativo. Inoltre, il rilievo gerarchico può essere espresso in modi diversi a seconda del tipo di testo e della situazione comunicativa. Parleremo anche di Tassonomia delle informazioni (tassonomia: dal greco ταξις, taxis, “ordinamento”, e νομος, nomos, “norma” o “regola” è, nel suo significato più generale, la disciplina della classificazione.) in quanto le informazioni relative ai farmaci dovrebbero seguire una classificazione secondo una logica di appartenza che tiene conto principalmente dell’interazione con l’utente; o meglio nella progettazione della tassonomia delle informazioni è sostanziale indagare il rapporto utente-prodotto. Nel mio caso l’utente può definirsi, un utente esperto, in quanto è un operatore sanitario, ciò comporta una conoscenza della farmacologia in grado di poter interagire con il prodotto in maniera adeguata. Quindi l’interazione utente-prodotto, ovvero, il rapporto operatore sanitario-farmaco è il principale punto di ap-

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plicazione del mio progetto, in questo ambito rientra il packaging farmaceutico ultimo elemento di interazione. Per quanto riguarda la tassonomia dell’informazioni dei packagings farmaceutici, queste dovrebbero essere vincolate da linee guida che permettano una catalogazione delle informazioni in maniera univoca. A questo proposito è bene ricordare come in ambito farmacologico i farmaci sono riconiscibili attraverso il nome del principio attivo e quindi come questo debba essere riportato sul packaging in maniera ben visibile e con uno spessore maggiore rispetto le altre informazioni, allo stesso modo deve essere trattato il dosaggio. Possiamo affermare che in un prodotto farmaceutico visto come un interfaccia dispensatrice di informazioni, il principio attivo e il dosaggio siano il titolo del prodotto. Subito dopo il titolo del prodotto andrebbe riportato il nome commerciale del farmaco, che spesso è un nome di fantasia. La maggior parte dei prodotti riportano il nome commerciale come titolo del prodotto, e qui sorge un grave problema per quanto riguarda il riconoscimento del farmaco, il quale dovrebbe avvenire tramite identificazione del principio attivo, a cui viene data un importanza secondaria. Nel caso dei medicinali bioequivalenti dove quindi non ci sarà un nome di fantasia del farmaco, bensì sarà riportata come “medicinale bioequivalente e nome della casa farmaceutica”, questa tipologia d’informazione dovrà essere trattata come il nome commerciale del farmaco, in quanto lo sostituisce. Nell’ambito della tassonomia delle informazioni, si è potuto notare come la data di scadenza del farmaco viene ricopiata a penna sul fronte dell’imballaggio, questo denota l’importanza della tipologia di informazione, la quale di solito viene posta nei lati secondari del packaging. In questo caso per quanto riguarda la tassonomia dell’informazioni sarebbe oppurtuno riportare la data di scadenza sul fronte del packaging così da avere una lettura immediata.

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Queste presentate sono delle piccole accortezze, che nella loro tassonomia aiuterebbero l’interazione farmaco-operatore sanitario in quanto permetterebbero un riconoscimento immediato del farmaco con le sue principale informazioni necessarie per un giusto utilizzo. Nell’interfaccia del packaging farmaceutico ci sono sostanzialmente 6 facciate di comunicazione, in quanto il prodotto si presenta come una scatola contenitore e in questa andranno riportate le varie informazioni secondo un metodo di classificazione o tassonomia. Nelle sei facciate possiamo riconoscere un fronte e un retro, ed è facile comprendere come le informazioni necessarie per il riconoscimento del farmaco debbano essere poste nel fronte dell’imballaggio. Il fronte dell’imballaggio vedrà quindi contenere le informazioni strettamente necessarie nell’interazione con l’operatore sanitario e in ordine di importanza saranno : principio attivo, dosaggio, forma farmaceutica, nome commerciale del farmaco e data di scadenza. Queste sono le informazioni necessarie che andranno riportate sul fronte del packaging mentre nelle altre facciate avremo differenti informazioni anche se è bene ricordare come le informazioni presenti nel fronte del pakaging debbano essere riporatate su almeno 3 facciate delle 6 presenti nell’imballaggio. Questo accade perché in base al posizionamento del farmaco all’interno dei vari contenitori, come armadi o valigette d’emergenza, ci potrebbe essere la necessità di posizionare un farmaco in 3 diverse maniere, come per esempio tramite il fronte o il lato corto, per questo motivo è bene che su almeno 3 facciate dell’imballaggio siano presenti le informazioni necessarie al riconoscimento del farmaco. L’accessibilità delle informazioni è di fondamentale importanza nell’ambito del design della comunicazione visiva in quanto la fruibilità delle informazioni dipende dal grado di accessibilità, e questo si può valuatre in base al grado di leggibilità e visibilità di un testo. La trasmissione dell’informazioni deve avvenire nel

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6. Imballaggi farmaceutici dei principali farmaci d’emergenza. Foto di Guglielmo Umbriaco.

minor tempo possibile e in una struttura ottimale per la fruibilità senza che ci siano linee di intralcio.

4.9 Analisi di un packaging farmaceutico di emergenza

Analizzeremo ora un classico packaging di un farmaco di emergenza, in questo caso l’adrenalina, come possiamo vedere nella foto le informazioni riportate all’interno del packaging sono quelle strettamente vincolate dai decreti legislativi, inoltre avremo delle altre informazioni quali la composizione, l’uso, che sono una tipologia di informazioni non strettamente necessarie da essere riporatate nel

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fronte del packahing, ma che possono essere anche poste nel retro o in uno dei lati dell’imballaggio. Da una prima analisi di un packagig farmaceutico ci accorgiamo immediatamente di come non esista una gerarchizzazione dell’informazioni, che dovrebbe essere, invece di sostanziale importanza. Questo farmaco è un medicinale bioequivalente di marca S.A.L.F., e come vediamo nelle altre confezioni di farmaci differenti ma prodotti dalla stessa casa farmaceutica ci accorgiamo di alcuni particolari di evidente importanza nel sistema comunicativo farmaceutico. Il colore in questo caso è del tutto arbitrario, la casa farmaceutica ha scelto due colori da contrapporre senza tener conto di nessuna regola logica sistematica. In questo caso si può pensare che il colore sia un ottimo metodo di riconoscimento del farmaco, ma questo non è del tutto esatto, basti vedere come alcuni colori vengono proposti più volte in packaging differenti potendo così indurre ad un errrore, nel momento in cui il colore diventa un orientamento visivo per la scelta del farmaco. Ma questa è solo una della problematica inerente al colore, infatti basti pensare a come semplicemente il colore possa variare nel momento in cui si sceglie di comprare un farmaco di una altra marca, che riporterà nel proprio packaging una struttura tutta sua, inerente alla propria casa farmaceutica di produzione. Il colore quindi può essere avvolto in una cornice di errore, o meglio tuttora non esistendo delle linee guida che in qualche maniera cataloghino i farmaci secondo un ordine logico-sistematico, è semplice incorrere in farmaci differenti con lo stesso colore, o peggio ancora incorrere in farmaci dove il colore è dettato da quello dell’immagine coordinata della casa farmaceutica. L’uso del colore come orientamento visivo nel packaging è di fondamentale importanza e nella fase progettuale dei prossimi capitoli vedremo come questo possa essere utilizzato in maniera appropiata grazie ad una suddivisione dei farmaci di emergenza

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secondo 3 categorie, ovvero le più rischiose. Da una semplice analisi del packaging farmaceutico quindi ci accorgiamo come siano evidenti i problemi fino ad ora citati, nei capitoli precedenti. La gerarchizzazione delle informazioni deve essere alla base della progettazione del packaging in quanto questo deve essere pensato come un dispositivo comunicatore, e in quanto tale deve essere in grado di dare informazioni in maniera univoca e semplice. Possiamo quindi affermare che nell’ambito della comunicazione visiva dei farmaci ci sia bisogno di attuare delle linee guida le quali dettino un interfaccia di facile fruizione. Come per esempio riguardo i colori e di come questi non diano informazione alcune riguardo il farmaco e per questo concepito come decorazione.

4.10 Case history

Nell’ambito del packaging farmaceutico sono molti i casi di un approccio progettualo volto a migliorare il servizio. La maggior parte dei casi trovati sono dei progetti che prevedono un restyling grafico del packaging che può andare da quello dei farmaci generici a quello delle aziende farmaceutiche. Nella pagine precedente abbiamo l’immagine coordinata progettata da Steiner per la casa farmaceutica Pierrel, questa tipologia di approccio è ben lontana dalla ricerca svolta fino ad ora che mira a produrre un progetto per tutti i farmaci d’emergenza quindi non trattando il caso del brand farmaceutico. La diversità ricade proprio nell’approccio progettuale il quale prevede fuochi di attenzione molto diversi. Verranno riportati altri esempi di restyling grafico di packaging farmaceutico. Nell’immagine riportata in basso si può notare come ci sia un attenzione grafica in termini di caratterizzazione visiva che non dà informazioni in più se non un aspetto visivo piacevole. Per quanto riguarda questi case history è importante sottoline-

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8. Progetto danese, Media labelling Fonte: http://www.e-types.com/39267/

are come non ci sia un approccio progettuale basato sul risolvere i vari problemi bensì il progetto è puramente estetico. Non ci soffermeremo sui vari casi in quanto non portano alcun contributo fondamentale alla ricerca, ma si terrà attenzione al caso della Danimarca con il progetto del Media-labelling. Questo progetto prevede la classifcazione dei farmaci ospedalieri secondo un codice visivo progettato sull’ATC code. Questo caso è molto importante in quanto è l’unico presente sul mercato che adotta un sistema comunicativo visivo attraverso un sistema logico. Come posssiamo vedere questo progetto è di rivelante importanza anche se assume delle caratteristiche opinabili come l’uso di 14 colori che sicuramente non orientano al giusto utilizzo

9. Health Care , Ungheria , progetto universitario. Fonte: http://www.packagingoftheworld.com/2013/02/medicine-package-design-by-dora-novotny.html 76

La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


7. Immagine coordinata Pierrel, reazlizzata da Steiner; AIAP, Archivio Storico del Progetto Grafico, Fondo Alfredo Mastellaro.

ma che tenderanno a confodenre l’operatore sanitario in quanto non sarà in grado di ricordare tutti i colori. Come possiamo vedere la relazione dei primi due codici del sistema ATC formano una corrispondenza tra colore e lettera che viene riporatata attraverso un rettangolo su ogni packaging farmaceutico insieme alla lettera corrispondente. Oltre all’adozione del colore viene anche fatta una scelta stilistica sulla tassonomia delle informazioni, in questo caso è stato scelto di mettere come prima informazione il dosaggio e riportare in secondo luogo il principio attivo. Dalla mia ricerca tale tassonomia è opinabile in quanto la prima informazione che un operatore sanitario va a cercare nel packaging è il nome del principio attivo e in secondo luogo il dosaggio, a tal proposito sarebbe più adeguato riportare quindi il principio

L a comunicazione visiva del farmaco 77


10. Progetto danese, Media labelling Fonte: http://www.e-types.com/39267/

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


attivo come prima informazione. L’etichettatura in questa veste grafica offre uno strumento essenziale al riconoscimento visivo del farmaco in quanto tramitel’utilizzo del codice visivo ATC si da il via ad un sistema di comunicazione visiva universale, tale da orientare l’utente ad una giusta scelta del farmaco eliminando l’eventualità di errori legati all’uso di troppi colori. Oltre al codice visivo in questo progettato è stata creata una font con particoloari accortezze che permettesse una stampa a piccole dimensioni con un leggibilità molto alta. Inoltre nella parte inferiore dell’etichetta è stato usato una gamma di 5 colori dal rosso al blu che indicano il dosaggio, ovvero se questo è nella sua dose maggiore, intermedia o minore. Nel totale il progetto è un ottimo studio caso su cui porre attenzione nella fase progettuale in quanto offre un sistema di comunicazione visiva secondo un sistema logico anche se opinabile. Un case history importante da citare è quello mostrato nei capitoli precedenti riguardo la cassetta del primo soccorso. La cassetta in questione mostra un ottimo metodo di catalogazione in quanto viene gerarchizzata in ordine alfabetico riportando il nome del farmaco in questione, questa è un ottima base per la progettazione inerente al soccorso extra-ospedaliero dove si interagirà con le fiale dei farmaci all’interno di astucci, e sarebbe consono che nell’atto della catalogazione dei farmaci si faccia riferimento a questo case history.

L a comunicazione visiva del farmaco 79



IL PROGETTO

Il progetto

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5. LO SVILUPPO DEL PROGETTO

5.1 Approccio progettuale Una nuova concezione grafica del packaging farmaceutico è alla base della mia riflessione sul problema della comunicazione visiva dei farmaci. In questo campo faremo atto delle regole esistenti nell’information design, in quanto il campo di applicazione è proprio quello delle informazioni e del come queste devono essere comunicate. Nel progetto si terrà conto di produrre un prodotto che sia in grado nella sua veste grafica di orientare al giusto utilizzo nonché di avere un sistema comunicativo visivo univoco per tutti i farmaci, così da avere di fronte a se un interfaccia sempre uguale da coodificare con semplicità. Ricordiamo che alla base del problema c’è una mancanza della tassonmia delle informazioni che sarà il primo campo di analisi del progetto, infatti tuttora le informazioni dei prodotti farmaceutici sono disposte secondo un ordine casuale dettato dalla casa farmaceutica che si attiene alle proprie linee guida. Questo processo diviene molto pericoloso nella scelta di un farmaco in quanto ogni volta che si prenderà in considerazione un medicinale ci sarà bisogno di coodificarlo in base al proprio linguaggio. Sottolineando come ci sia la necessità di adottare delle linee guida come sistema comunicativo in maniera universale, così da permettere una facilità della fruizione delle informazioni. Si agirà direttamente sul packaging farmaceutico reinterpretandlo affinchè ci sia un aspetto univoco del farmaco tenendo conto delle problematicità rilevata fino ad ora.

Il progetto

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5.2 La struttura del packaging farmaceutico secondario La struttura del packaging è un argomento importante da affrontare in quanto ogni confezione mostrerà le proprie caratteristiche a livello di grandezza, poichè sarà consono al prodotto che protegge, ciò che rimane invariato nel packaging è la sua struttura, ovvero si avrà a che fare sempre con delle scatole in cartone le quali mostreranno 6 facciate che saranno a completa disposizione per la stesura del progetto. Bisogna però notare come in queste sei facciate 4 devono contenere le informazioni relative al nome del farmaco e al suo dosaggio in quanto questa disposizione permette di collocare il farmaco negli armadi in 4 maniere differenti, nonché questa disposizione permette una visualizzazione delle informazioni del packaging qualsiasi sia la sua posizione. Questa operazione è importante nel momento in cui il farmaco viene collocato in un armadio, carrello o cassetta delle emergenze in quanto permette di disporre il prodotto in varie maniere ma usufruendo sempre delle stesse informazioni. Va ricordato che questo discorso vale per il packaging secondario del farmaco e quindi rivolgendoci per ora al soccorso intraospedaliero. Altro discorso verrà affrontato per le fiale, che sono il prodotto maggiormente utilizzato nel soccorso extra-ospedaliero. Il packaging primario in questo caso cambia da farmaco a farmaco come per esempio può accadere di avere fiale di diverso colore ma forma uguale, in questo campo si agirà direttamente sull’etichettatura del farmaco e sui contenitori portafarmaci. Ricordiamo quindi come nel nostro campo di applicazione avremo a che fare con il soccorso intra-ospedaliero ed extra-ospedaliero, e quindi con due strutture diverse di packaging rispettivamente, il secondario e il primario.

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Informazioni medicinale

logo farmaceutico

Informazioni medicinale

Informazioni medicinale

Informazioni medicinale

Informazioni medicinale

Informazioni medicinale

Il progetto

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5.3 Lo spazio nel packaging Il packaging farmaceutico come già discusso nei capitoli precedenti necessiterà di uno spazio per l’immagine coordinata della azienda farmaceutica. Infatti nella progettazione del prodotto finale non si è potuto eliminare il contesto delle case farmaceutiche o meglio non si è potuto sottovalutare la valenza che ogni azienda rivendica sul proprio prodotto commercializzato. Tenendo conto che ogni azienda farmaceutica nelle vesti grafiche dei loro prodotti necesita di comunicare la propria immagine coordinata, ci sarà bisogno nel progetto di pensare a questa eventualità. Secondo questa riflessione è nata la necessità dello spazio nel packaging; considerando il fronte del packaging si è progettato di suddividere lo spazio in maniera tale che si possa includere il logo dell’azienda farmaceutica e di lasciare il restante spazio per le informazio di natura medico sanitaria così da avere un interfaccia che possa comunicare in maniera univoca il proprio contentuto all’operatore sanitario

5.4 La diversificazione

Un primo approccio progettuale nasce dalla necessità di diversificare i farmaci d’emergenza da quelli che non lo sono. Questa necessità è dovuta dal fatto che un farmaco d’emergenza per la sua importante funzione deve essere visibile e identificabile fin da subito senza che ci sia bisogno di andare a leggere le informazioni riguardanti il prodotto. Per questo motivo si è scelto di utilizzare una fascia che percorra tutto il packaging, questa sarà di colore rosso, il quale richiama mentalmente ad una situazione di emergenza e sarà texturizzato con linee a 45° bianche creando così una fascia esteticamente

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto

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più caratterizzante. Oltre la fascia che percorrerà il packaging si è scelto anche di evidenziare in rosso il lato del packaging che combacia con la fascia. L’utilizzo di queste elementi grafici permette di poter visualizzare sempre la fascia rossa, quindi in qualsiasi modo si posizioni il packaging. Questo approccio è molto importante se si tiene conto del soccorso intra-ospedaliero dove i farmaci d’emergenza sono in una valiggetta portafarmaci la quale conterrà farmaci diversi da quelli dell’emergenza.

5.5 La fruizione delle informazioni

Per quanto riguarda la fruizione dell’ informazioni di un farmaco si è fatto ricorso ad un analisi svolta anche su delle interviste, nella quale veniva chiesto come si svolgeva la pratica della somministrazione del farmaco. Antecedente alla somministrazione del farmaco, c’è l’atto dello scegliere il farmaco, il quale come già detto nei capitoli precedenti, è uno delle principali cause di errore in terapia farmacologica. A proposito di questo l’interviste hanno riportato una serie di informazione relative alla stesura del progetto. In primo luogo è stato chiesto ai soggetti quali sono le prime informazioni che si vanno a cercare nel packaging farmaceutico nel momento della scelta di un medicinale. Tutte le iterviste riportano che ogni operatore la prima informazione che cerca è il principio attivo, nome con il quale il farmaco viene riconosciuto. La seconda informazione ricercata è il dosaggio di essenziale importanza in quanto a dosaggio diferrente equivalgono conseguenze differenti, che possono interagire anche negativamente sul paziente. Fino a quanto citato possiamo già dire che abbiamo due informazioni principali nell’ambito della gerarchizzazione delle informazioni. In questo caso principio attivo e dosaggio, queste sono le informa-

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto

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Composizione:

Principio attivo dosaggio forma farmaceutica

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso.

lotto n. 123456 scad 06/2016 forma farmaceutica

Principio attivo dosaggio scad 06/2016 Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

forma farmaceutica

Principio attivo dosaggio forma farmaceutica

Principio attivo dosaggio


zioni primarie e che devono avere uno spessore maggiore fra tutte. È molto importante quindi soffermarsi sulla tipologia di informazioni che devono essere presenti all’interno del packaging farmaceutico e dare ad ognune di queste una caratterizzazione che le differenzi dalle altre in base alla loro importanza; importanza relativa all’informazione che produce. A lato abbiamo una prima bozza del progetto, ciò che va analizzato è come ci sia una prima tassonomia delle informazioni tenendo conto del decreto legislativo che prevede determinate tipologie di informazioni necessarie come: il nome del farmaco, il principio attivo, la forma farmaceutica, la scadenza, il dosaggio. Quindi tenendo conto del decreto legge esistente ci atterremo a quelle informazioni da riportare sul packaging farmaceutico, ma la tassonomia sarà cambiata affinchè tutte le aziende farmaceutiche possano attenersi a questa per creare un linguaggio universale condiviso che va a risolvere il problema dell’inesistente gerarchizzazione delle informazioni ora presente. In questo caso si è scelto di mettere il nome del principio attivo come titolo del packaging seguito dal dosaggio, questa scelta è stata affrontata grazie al percorso dello sguardo dell’utente nella ricerca di un prodotto, infatti tenendo conto che un operatore sanitario nella scelta del farmaco cerchi come prima cosa il nome e il dosaggio del farmaco permette di progettare un interfaccia dove le prime informazioni fruibili siano propio quelle che sono ricercate dall’operatore. Le informazioni strettamente necessarie al riconoscimento del farmaco andranno poste su quattro lati del packaging affinchè sia permessa una catalogazione differente in base alle necessità del contenitore. In questo modo se il farmaco viene posto in un contenitore secondo uno dei lati dell’imballaggio avrà un interfaccia che riporta Il nome del principio attivo e il dosaggio, informazioni necessarie per riconoscere un farmaco. Tutte le altre

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


informazioni presenti non strettamente legate al riconoscimento del farmaco dovrebbero essere poste nel retro del packaging, in quanto sono informazioni di secondaria importanza e non strettamente collegate al riconoscimento del farmaco. Un altro aspetto di fondamentale importanza nel packaging farmaceutico è l’inserimento della data si scadenza, tuttora questa viene posta su uno dei lati laterali del packaging non permettendo così una fruizione veloce, tanto che spesso l’operatore sanitario riporta scritto a penna la data di scadenza sul fronte del packaging. Questo porta ad una riflessione ovvero quella di inserire nel fronte del packaging la data di scadenza così da averne una fruizione agevolata. Ciò ricade anche sull’argomento della catalogazione dei farmaci, i quali vengono posti in base alla data di scadenza da quella più vicina a quella più lontana, quindi possiamo affermare che porre la data di scadenza nel fronte del packaging farmaceutico permetterà una catalogazione più veloce e una fruizione delle informazioni migliore. Per quanto riguarda le informazioni necessarie nel packaging farmaceutico è stata fatta una prima selezione basata sui lati della scatola del farmaco riconoscendo in questo un fronte e un retro i quali conterranno informazioni differenti. La tipologia di informazioni necessarie invece, saranno quelle citate fino ad ora ovvero: principio attivo, dosaggio, forma farmaceutica, scadenza nel fronte della scatola mentre nel retro verranno riportate informazioni di seconda necessità come il codice AIC, il numero del lotto, e la composizione che verrà posta su uno dei lati rimanenti del packaging.

5.6 Caratteristiche del carattare del tipografico

Per quanto riguarda la leggibilità delle informazioni è bene soffermarsi su quello che è la scelta della font. In questo caso sono state utilizzate, nello sviluppo del progetto, varie font affinchè la scelta

Il progetto

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ricadesse su quella più adeguata. Tra la varie possibilità di scelta si è innanzitutto pensato a cosa dovrebbere trasmettere una font per essere appropriata a delle informazioni scientifico sanitarie. I primi tre concetti che sorgono spontanei sono la sicurezza, leggibilità, impersonalità. La sicurezza in quanto l’aspetto tipografico deve essere in grado di trasmettere un serietà delle informazioni; leggibilità poichè ci può essere la possibilità di informazioni scritte con caratteri molto piccoli; ed infine l’impersonalità in quanto la font non deve far pensare a qualcosa di già esistente. Da queste considerazioni si sono escluse a priori le font graziate in quanto nel loro stile sono poco appropriate per le informazioni medico-scientifiche, quindi considereremo principalmente font san- serif. Per la leggibilità il nostro sguardo cade su quelle font che risultano leggibili scritte anche in corpi piccolissimi come ad esempio il Bell centennail e l’Amplitude. La prima è una font disegnata per elenchi telefonoci e ciò connota la carratestica di essere letta a piccole dimensioni lo stesso discorso vale per l’Amplitude font progettata per essere letta con dimensioni piccole Nelle proposte presentate nelle pagine seguenti vengono mostrate le font prese in considerazione, scelte in base alla loro pertinenza per le informazioni scientifico mediche. Verranno proposte le quattro font nella stesura di un etichetta farmaceutica affinchè possa essere immediata la resa della font riguardo le informazioni scientifiche sanitarie. Le font prese in considerazione all’inizio della mia progettazione sono: il Din, il Frutiger, l’Univers e il Bell Centennail. Per la scelta della font oltre a varie prove di stampa, è stata fatta una prova di leggibilità attraverso la sfocatura delle parole e prorpio attraverso questa ci si è resi conto che tra le quattro quella che mantiene una più alta leggibilità è il Bell centennail. Come viene mostrato sotto possiamo notare alcune caratteristiche

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


DIN

Frutiger

Fentanile citrato Fentanile citrato 1mg 1mg fiale scad 06/216

fiale scad 06/216

Categoria farmacoterapeutica: alcoidi della belladonna Uso: i.m.|e.v.| s.c.

Categoria farmacoterapeutica: alcoidi della belladonna Uso: i.m. | e.v. | s.c.

Bell centennial

Univers

Fentanile citrato 1mg

Fentanile citrato 1mg

fiale scad 06/216

fiale scad 06/216

Categoria farmacoterapeutica: alcoidi della belladonna Uso: i.m.| e.v. | s.c.

Categoria farmacoterapeutica: alcoidi della belladonna Uso: i.m. | e.v. | s.c.

Il progetto

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Bell centannial Address ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890 Bell centannial Name and number ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 1234567890

Morfina Adrenalina Efredina Sufentanile Magnesio solfato Ketamina Fentanile Atropina solfato Potassio cloruro Amiodarone Midazolam

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Sfocatura delle font in ordine Din, Frutiger, Bell Centannail, Univers

Belle Centannail, studio semantico

Il progetto

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della font nel taglio delle lettere, queste connotano un identificazione veloce nonché una progettazione adatta alla stampa a piccole dimensioni. Quindi la scelta della font da utilizzare nel packaging ricade sul Bell Centennial, che è un carattere disegnato da Matthew Carter nel 1978. La font rientra tra i caratteri realizzati per rispondere a un bisogno specifico. Questo è stato progettato su richiesta della AT&T per essere utilizzato per gli elenchi telefonici. Era richiesto un carattere tipografico che consentisse di avere più caratteri per riga senza perdita di leggibilità, in modo da ridurre la necessità di abbreviazioni e di voci su due linee e contemporaneamente aumentare la leggibilità delle parole scritte in piccoli punti e infine per ridurre il consumo di carta. La forma delle lettere del Bell Centennial è caratterizzata dai ink traps ossia dei piccoli incavi nelle lettere. Questa operazione è dovuta al fatto che gli elenchi telefonici venivano stampati ad una velocità molto elevata su una carta di bassa qualità che assorbendo molto inchiostro comprometteva la leggibilità. Le ink traps disegnate da Carter si comportano come delle conche per catturare l’inchiostro. In generale per garantire la leggibilità a piccoli pesi e contemporaneamente l’economia di spazio, il carattere risulta leggermente condensato.

5.7 Il codice visivo

Per quanto riguarda il codice visivo, nel mio progetto è stato scelto di utilizzare il codice ATC, già trattato nel capitolo sui farmaci. Questo è una catalogazione farmaceutica in base alla classe di appartenenza di ogni farmaco molto utile nel riconoscimento di un farmaco in quanto ci darà un infomazione in più dsulla propria natura. Il codice ATC nel suo primo livello riporta una lettera che è appartenente alla classe specifica del farmaco ed è stato scelto di riportarla sul packaging per agevolare il riconoscimento del

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La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


farmaco all’interno della classe di appartennza. Questa lettera che quindi sarà identificativa del codice ATC, viene inserita all’interno del packaging e verrà declinata a livello di colore in base ad un sistema logico che tratta i principali farmaci d’emergenza, o meglio i più rischiosi. Mentre se il farmaco non rientra in queste categorie verrà declinato con il colore nero. La lettera del codice ATC verrà posta vicino al nome del principio attivo e al dosaggio affinchè possa essere letta come informazione inerente alla stesse e quindi informare maggiormente l’operatore sanitario sulla natura del farmaco.

5.8 Il colore

Il colore è stato un argomento molto discusso fino ad ora in quanto ce ne è stato un uso arbitrario senza che questo desse informazioni di alcun tipo. Abbiamo già utilizzato un colore, il rosso che sarà indicativo dei farmaci di emergeneza per identificarli tra gli altri. All’interno dei farmaci di emergenza abbiamo una suddiviose principale che consiste in farmaci stupefacenti, vasoattivi ed elettroliti, principali categorie presenti. Riguardo questa suddivisione sarebbe consono utilizzare tre colori differenti che identificano queste tre categorie affinchè ci sia un riconoscimento visivo immediato legato al colore. I colori scelti sono quelli mostrati a lato che andranno ad identificare rispettivamente in ordine i farmaci vasoattivi, gli stupefacenti e gli elettroli. Questa operazione sarà di grande aiuto nel packaging primario e quindi nel soccorso extra-ospedaliero quando, quindi tutti i farmaci verrano posti negli astucci porta fiale. In questo caso l’uso del colore ha una forte detonazione in quanto permetterebbe di diversificare e identificare le varie fiale

Il progetto

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Codice ATC. Per gruppo anatomico-terapeuto-chimico.

A Tratto alimentare e metabolismo B Sangue e gruppi eritroproiettici C Apparato cardiovascolare D Farmaci dermatologici G Apparato genito urinario e ormoni sessuali H Preparazioni ormonali sistemiche, esclusi ormoni e Insulina J Anti-infettivi per uso sistemico L Anti neo-plastici e immunomodulatori M Apparato muscolo-scheletrico N Sistema nervoso P Antiparassitari, insetticidi e repellenti R Apparato respiratorio S Organi sensori V vari

Colori scelti per la declinazione in vasoattivi, stupefacenti, elettroliti.

C M Y K

49 1 100 0

100 0 2 0

0 35 85 0

Declinazione della lettera del codice ATC, nella versione del fronte e del lato del packaging.

10 mm

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6 mm

La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto

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all’interno degli astucci nonché permetterebbe visivamente una distinzione tra le principali categorie dei farmaci d’emergenza. Il colore veràà declinato sulle lettere del codice ATC attraverso l’applicazione di un cerchio che verrà colorato e all’interno verrà posta la lettera di appartenenza in bianco. Inoltre il colore verrà declinato anche su un filetto che separerà le informazioni.

5.9 Struttura del packiging primario

Ora affronteremo il packaging primario, per quanto riguardo questo è necessario innanzitutto notare come tuttora il packaging non offra una identificazione facile delle fiale; per questo motivo si è scelto di agire sullu struttura del packaging con l’applicazione di un adesivo con sfondo bianco. Tuttora il packaging delle fiale vede la stampa dell’adesivo su sfondo trasparente il che compromette notevolmente la leggibilità delle informazioni, necessarie per un identificazione del farmaco. L’impaginazione e le informazioni presenti sull’adesivo combaciano con quelle del packaging secondario, creando una sistema di comunicazione che comunichi attraverso lo stesso linguaggio, inoltre si è scelta una lettura verticale delle informazioni la quanle si propone la più adeguata, visto che le fiale verrano riposte in astuccio portafiale e tale connotazione permetterà una lettura semplificata delle informazioni. Infatti possiamo notare come negli adesivi delle fiale siano riportate le informazioni necessarie per l’identificazione del farmaco, nonchè viene riportata la fascia rossa a linee bianche e la lettera del codice ATC, inoltre per quanto riguarda il colore si è scelto di mettere una fascia declinata nella parte superiore delle fiale, questa nella sua disposizione perterrà un riconoscimento veloce dei farmaci elettroliti, stupefacenti e vasoattivi, aumentando l’identificazione nel soccorso extra-ospedaliero

100 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Adesivi packaging primario.

Il progetto 101


- elettro contene

Adrenalina 2mg|1ml 5 fiale

Adrenalina 2mg|1ml 5 fiale

Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

scad 06/2016

Adrenalina 2mg|1ml 5 fiale lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Adrenalina 2mg| 1ml

Composizione:

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso. 102 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


oliti: principalmente soluzioni enti potassio

Atropina solfato 1mg|1ml 5 fiale

Atropina solfato 1mg|1ml 5 fiale

Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

scad 06/2016

Atropina solfato 1mg|1ml 5 fiale lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Atropina solfato 1mg| 1ml

Composizione:

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso.

Il progetto 103


Efedrina cloridrato 10mg|1ml 5 fiale

Efedrina cloridrato 10mg|1ml 5 fiale

Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

scad 06/2016

Efedrina cloridrato 10mg|1ml 5 fiale lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Efedrina cloridrato 10mg| 1ml

Composizione:

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso. 104 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto 105 Composizione:

Fentanile citrato 1mg 5 fiale

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso.

lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Fentanile citrato 1mg scad 06/2016 Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

5 fiale

Fentanile citrato 1mg 5 fiale

Fentanile citrato 1mg


Ketamina cloridrato 50mg|2ml 5 fiale

Ketamina cloridrato 50mg|2ml 5 fiale

Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

scad 06/2016

Ketamina cloridrato 50mg|2ml 5 fiale lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Ketamina cloridrato 50mg| 2ml

Composizione:

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso. 106 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto 107 Composizione:

Magnesio solfato 20mg|10ml 5 fiale

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso.

lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Magnesio solfato 20mg|10ml scad 06/2016 Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

5 fiale

Magnesio solfato 20mg|10ml 5 fiale

Magnesio solfato 20mg|10ml


Morfina solfato 30mg|5ml 5 fiale

Morfina solfato 30mg|5ml 5 fiale

Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

scad 06/2016

Morfina solfato 30mg|5ml 5 fiale lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Morfina solfato 30mg|5ml

Composizione:

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso. 108 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto 109 Composizione:

Noradrenalina tartrato 2mg| 1ml 5 fiale

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso.

lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Noradrenalina tartrato 2mg|1ml scad 06/2016 Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

5 fiale

Noradrenalina tartrato 2mg|1ml 5 fiale

Noradrenalina tartrato 2mg|1ml


Sufentanile citrato 50mg|5ml 5 fiale

Sufentanile citrato 50mg|5ml 5 fiale

Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

scad 06/2016

Sufentanile citrato 50mg|5ml 5 fiale lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Sufentanile citrato 50mg| 5ml

Composizione:

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso. 110 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto 111 Composizione:

Potassio cloruro 2mEq|ml 5 fiale

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso.

lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Potassio cloruro 2mEq|ml scad 06/2016 Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

5 fiale

Potassio cloruro 2mEq|ml 5 fiale

Potassio cloruro 2mEq|ml


Calcio cloruro 10ml 5 fiale

Calcio cloruro 10ml 5 fiale

Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

scad 06/2016

Calcio cloruro 10ml 5 fiale lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Calcio cloruro 10ml

Composizione:

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso. 112 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto 113 Composizione:

Sodio lattato 3mEq|10ml 5 fiale

medicinale equivalente S.A.L.F categoria farmacoterapeutica: alcaloidi della belladonna, amine terziarie uso: intramuscolare; sottocutaneo; endovenoso.

lotto n. 123456 scad 06/2016 5 fiale

Sodio lattato 3mEq|10ml scad 06/2016 Medicinale bioequivalente uso: i.m.| s.c. | e.v.

5 fiale

Sodio lattato 3mEq|10ml 5 fiale

Sodio lattato 3mEq|10ml


114 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto 115


116 La comunicazione visiva del farmaco nell’ambito dell’area critica


Il progetto 117



CONCLUSIONI

Il percorso affrontato durante la fase di ricerca ha mostrato molte problematiche legate alla cattiva comunicazione del packaging farmaceutico, potendo affermare che tuttora il packaging farmaceutico non orienti ad un giusto utilizzo, portando ad errori di somministrare che in ambito medico sono chiamati eventi avversi prevedibili da farmaco. L’imballaggio farmaceutico nel suo assetto non riesce a dare una visione univoca e di semplice codificazione delle informazioni. Durante la ricerca è emerso che in area critica il riconoscimento del farmaco è messo a dura prova da una scarsa identificazione del packaging nonché da una mancata tassonomia delle informazioni, ma questi sono solo alcuni dei problemi riscontrati, infatti si può aggiungere come ci sia un uso arbitario del colore e di come nel packaging primario sia difficile identificare le diverse fiale a causa di una scarsa leggibilità e un assetto confusionario delle informazioni. Tenendo conto delle problematiche rilevate durante la fase di ricerca, che si è svolta tramite anche delle interviste, si è scelto di agire direttamente sul packaging farmaceutico. Questo è stato analizzato a fondo per riscontare le varie problematiche legate alla comunicazione visiva. In primo luogo si è analizzato il packaging secondario inerente al soccorso intra-ospedaliero per poi passare al packaging primario nel soccorso extra-ospedaliero. Nel packaging primario in una prima analisi sono sorte varie problematiche inerenti alla comunicazione visiva, prima fra tutte la mancanza di una tassonomia delle informazioni che deve essere alla base della progettazione di un prodotto mirato ad informare. La mancanza di una tassonomia delle informazioni è stata analizzata affinché si arrivasse a progettare un architettura delle informazioni volta ad agevolare l’interazione operatore sanitario-packaging farmaceutico. In base al percorso dello sguardo dell’operatore sanitario nel momento della scelta di un farmaco si

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è scelto di impostare il packaging farmaceutico dando evidenza alle informazioni che per prime vengono cercate. Le informazioni che devono essere di facile identificazione sono il nome del principio attivo e il dosaggio, le quali sono strettamente necessarie nel momento di interazione nella scelta del farmaco, per questo motivo si è scelto di dare una valenza visiva molto forte aggiungendo anche un grado di informazione che tuttora non è presente nel mondo del packaging farmaceutico, ovvero l’ATC codice. Questo viene utilizzato per dare un informazione inerente la natura del farmaco, infatti l’adozione del primo livello del codice ATC aiuta l’operatore sanitario ad orientarsi nelle categorie di appartanenza di ogni farmaco. Sul packaging si è scelto di riportare affianco al principio attivo e il dosaggio la lettera corrispondente al primo livello del codice ATC, questa informazione permette di catalogare ogni farmaco in base alla propria categoria farmacoterapeutica di appartenza. Un altro aspetto molto importante all’interno dei farmaci d’emergenza è la sua riconoscibilità all’interno di uno spettro molto più ampio, che è quello dei farmaci in senso generico, per questo motivo si è scelto di adottare una fascia di colore rosso texturizzata con linee bianche a 45°. La fascia percorre l’intero imballaggio e si troverà su tutti i lati del packaging per assicurare un identificazione tempestiva dei farmaci di emergenza da tutti gli altri, inoltre il lato che combacia con la fascia sarà colorato di colore rosso. Questa scelta grafica è dovuta da una necessità di identificare i farmaci d’emergenza da tutti gli altri e con questa soluzione si evidenzierà tale connotazione su tutti i lati del packaging, quindi anche in base ad un posizionamento differente dell’imballaggio sarà facile riconoscere un farmaco d’emergenza da uno che non lo è. Nell’ambito dei farmaci d’emergenza durante la ricerca è emerso che esistono 3 categorie che li differenziano, e sono le categorie più rischiose nell’ambito dell’area critica. A queste tre categorie si è scelto di abbinare un colore il quale renderà tempestivo il ricono-

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scimento del farmaco. Per quanto riguarda l’uso del colore si è scelto di declinare le lettere del codice ATC, le quali mostreranno il colore identificativo principalmente delle categorie degli stupefacenti, vasoattivi ed elettroliti; un discorso diverso avverrà per il packaging primario ovvero le fiale dove il colore sarà presente con una fascia posizionata nella parte alta della fiale che percorrerà tutto la circonferenza affinché sia ben visibile all’interno degli astucci portafiale. Introducendo il discorso delle fiale ovvero del packaging primario, l’analisi svolta legata al riconoscimento delle problematiche legate alla comunicazione visiva del farmaco ci mostrano come ci siano caratteri inleggibili e un metodo di stampa che risulta inutile, infatti tuttora alle fiale viene applicato un adesivo di sfondo trasparente con sopra stampate le informazioni, ma si può facilmente intuire come questo riduca la leggibilità delle informazioni. In base a queste problematiche si è scelto l’utilizzo di un adesivo con sfondo bianco dove stampare le informazioni necessarie all’identificazione del farmaco, inoltre gli adesivi delle fiale sono stati progettati in maniera tale che comunicassero visivamente nella stessa maniera del packaging secondario, quindi adottando sia la lettera del codice ATC che l’inserimento della fascia colorata di rosso. L’impaginazione delle informazioni nelle fiale è stata pensata come l’impaginazione dei lati corti del packaging secondario così da avere un impostazione sempre uguale che porti l’operatore sanitario a codificare un linguaggio già conosciuto. La progettazione di un format per i farmaci d’emergenza ed una reinterpretrazione del packaging è stata svolta per abbassare il rischio clinico dovuto da eventi avversi prevedibili da farmaco legato ad errori da somministrazione dovuti da una cattiva progettazione del packaging farmaceutico.

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FONTI

LIBRI: Bucchetti Valeria, Packaging design, storia, linguaggi progetto, edizione Franco Angeli, Milano, 2005

Bucchetti Valeria, Packaging Contro.Verso, edizioni Dativo, Milano

Ciravegna, Erik. La qualità del packaging. Sistemi per l’accesso comunicativo-informativo dell’imballaggio. Edizioni Franco Angeli, Milano, 2010.

Steiner Albe, Il mestiere del grafico, edizione Giulio Enaudi, Torino, 1978. Bringhurst Robert, Gli elementi dello stile tipografico, edizione Sylvestre Bonnard

Lussu Giovanni, La lettera uccide, storie di grafica. Edizione Stampa alternativa & Graffiti, Roma, 1999. Baroni Daniele, Vitta Maurizio, Storia del design grafico, edizioni Longanesi & C., Milano, 2003.

Pastoureau Michel, Simonnet Dominique, Il piccolo libro dei colori, edizione Ponte alle Grazie

FONTI WEB:

Area critica: http://www.areacritica.net http://www.rossoemergenza.it

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ADE, evento avverso da farmaco: http://web.tiscali.it/caspani/avversidafarmaci.htm http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1358_allegato.pdf http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_675_allegato. pdf Case history: http://www.e-types.com/39267/#/39267/ http://www.packagingoftheworld.com/2013/02/medicine-package-design-by-dora-novotny.html http://www.aiap.it/cdpg?IDsubarea=169&IDsez=328

Decreto legislativo etichettatura farmaci: http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/Decreto_legislativo_n_219.pdf Farmaci: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/come-nasce-un-farmaco Fonte: http://www.amber-ambre-inclusions.info/nuova%20farmacia.htm

Gestione del rischio clinico: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_583_allegato.pdf http://www.policlinicovittorioemanuele.it/gestione-del-rischio-clinico http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_640_allegato. pdf I farmaci dell’emergenza http://www.rossoemergenza.it/Articoli%20Farmaci%20Emergenza.html

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Il packaging dei medicinali: http://www.galenotech.org/packaging.htm

Imballaggio: http://it.wikipedia.org/wiki/Imballaggio http://www.galenotech.org/packaging.htm http://www.bio.unipd.it/safety/man/norme.html

Normativa legge sui farmaci: http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06219dl.htm

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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio i miei docenti Gianluigi Pescolderung ed Elisa Pasqual. Ringrazio Guglielmo Umbriaco e Maria Grazia Frigo. Ringrazio la mia famiglia, mia madre e mia nonna per il costante supporto che mi hanno dato, per la loro forza e per tutti gli incoraggiamenti e i “ci manchi” che scandivano il tempo. Ringrazio mia sorella per la sua importante presenza, la sua bellezza e il suo costante aiuto in tutte le vicessitudini accadutemi. Ringrazio mio nipote che con il suo “zia ioia ti voglio molto bene” mi riempiva le giornate di sorrisi, sorrisi a cui non riesco più a rinunciare. Ringrazio mio padre che a modo suo è riuscito ad aiutarmi. Ringrazio Andrea Bonaccorso, Maria Cioffi, Rocco Leggieri, Melania Fiasconaro per la convivenza, per essermi stati vicini quando ogni giorno chiedevo consigli, spiegazioni e aiuti di qualsiasi genere, per i pranzi e le cene e tutte le canzoni cantante. Ringrazio Silvia Bassoli che nonostante la lontananza mi è stata molto vicina incoraggiandomi e aiutandomi a mantenere il sorriso. Ringrazio Marta Cassieri, amica di sempre. Ringrazio Graziana Saccente, una nuova amica di sempre. Ringrazio Nicola Ciuffo per quello che di splendido mi ha dato. Ringrazio Nicola Leone per la comune propensione agli eventi. Ringrazio Chiara Costantini, Dario Martone, Gabriella Giampietro. Ringrazio tutte le persone che in questo ultimo anno mi sono state accanto, chi da vicino chi da lontano.

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