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CENARIO GLOBALE
PROSPETTIVE FLUSSI TURISTICI Relazione a cura di Stefano Masullo direttore responsabile Golf People Club Magazine illustrata durante il Convegno di apertura della BIT Borsa Internazionale del Turismo - Edizione 2014 Giovedì 13 febbraio 2014 - Milano - Fiera Milano Expo
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lobal Blue, società di servizi finanziari, ha stimato, tramite l’elaborazione di una ricerca sulle tendenze del turismo, una spesa dei cittadini extra UE in piena espansione, trainata soprattutto da cinesi e russi. Dal 2010 ad oggi il mercato italiano del tax free shopping, appannaggio dei turisti extra europei che possono recuperare l’IVA, è cresciuto con tassi superiori al 30% l’anno. Negli ultimi mesi sta addirittura accelerando con incrementi del 35%. Ad attirare i turisti stranieri, evidenzia la ricerca, sono soprattutto l’abbigliamento e gli accessori, che valgono il 73% del totale degli acquisti tax free, e a seguire la gioielleria e gli acces-
giapponesi 615 euro, i coreani 672 euro e i turisti provenienti da Hong Kong ben 1.061 euro. Nonostante la presenza tuttora significativa dei turisti statunitensi, attualmente la spesa tax free targata USA rappresenta solo il 4% del totale. Secondo i dati del Centro Studi del Touring Club Italiano, l’8,9% delle presenze turistiche registrate in Italia riguardano visitatori provenienti da Paesi extraeuropei. Dal 2000 al 2010 questo segmento di mercato è cresciuto del 37% passando da circa 24 milioni di presenze ad oltre 33 milioni. Gli USA sono il principale mercato di riferimento con quasi 11 milioni di presenze ed un incremento del 15,7% rispetto al 2000, seguiti dalla Russia, 4,2 milioni, in crescita del 257%, e Giappone, 2,6 milioni di presenze, quest’ultimo in calo del 21,8%, negli ultimi dieci anni. La Cina registra un incremento di presenze del 147% dal 2000 al 2010, ed occupa la sesta posizione. ITALIA & TURISMO La competitività dell’Italia nel settore turistico resta bassa, come ha sottolineato recentemente l’ultimo rapporto del World Economic Forum. L’Italia infatti non entra nella top ten dei principali Paesi a forte vocazione e competiti-
sori, che oggi assorbono il 14% della spesa ma sono cresciuti del 50% nel primo quadrimestre dell’anno. Top spender in Italia sono i russi ed i cinesi, che rappresentano rispettivamente il 31% ed il 16% dello shopping tax free complessivo. I dati elaborati da Global Blue indicano come il peso dello shopping dei turisti asiatici sia destinato ad aumentare, considerando che la spesa dei cinesi è cresciuta di oltre il 74% nei primi quattro mesi del 2012, quella dei giapponesi e dei coreani del 40%, mentre Hong Kong ha segnato un +38%. Gli asiatici sono i più interessanti anche in termini di scontrino medio: i cinesi spendono circa 930 euro, i
vità in campo turistico; si piazza solo al 26° posto. In Europa si piazza al 18° posto: la competitività è fortemente compromessa da fattori chiave come il sistema delle norme, la governance in campo turistico e il livello dei prezzi dell’offerta. Insomma, ricordano al World Economic Forum, nonostante gli sforzi notevoli degli ultimi Governi, l’Italia non ha ancora un complesso di norme che
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CENARIO GLOBALE
le risorse culturali ha accelerato e conquistato la leadership mondiale, mentre l’Italia è relegata al 7° posto ricorda il rapporto del World Economic Forum. Posizioni di coda inoltre per le regole, flessibilità, sul lavoro 132° posto, formazione del personale 121° posto, sostenibilità ambientale 119° posto, tassazione 139° posto, il risultato peggiore per l’Italia che ha recentemente introdotto la tassa di soggiorno. In evidenza infine il fatto che il turista straniero in Italia non è sempre accolto benissimo, 79° posto per l’orientamento verso i turisti esteri. Nonostante l’elevata disoccupazione e le tensioni sociali, il turismo continua ad essere in Europa un settore in crescita. L’ultimo sondaggio comunitario lascia presagire anche per l’anno in corso un altro esercizio positivo. L’Italia in particolare, che sconta notevoli deficit di competitività, è sempre la seconda destinazione più desiderata dagli europei dietro alla Spagna. Per ora, malgrado l’incertezza economica, lo svago rimane una priorità per molti cittadini dell’Unione. Sette europei su dieci hanno viaggiato nel 2013, secondo un sondaggio Eurobarometro. Il 75% degli interpellati prevede di andare in vacanza quest’anno, anche se il 34% di loro adatterà il proprio periodo di villeggiatura alla difficile situazione economica. Le destinazioni preferite sono la Spagna per il 12%, l’Italia l’8%, e la Francia il 7%. Il 51% degli interpellati prevede vacanze nel proprio Paese. Le prospettive sul contributo del settore dell’economia sono molto promettenti, si tratta di una buona notizia poichè questo importante settore, con le sue piccole e medie imprese, può mandare un segnale forte di fiducia ad altri settori industriali. Tra coloro che hanno intenzione di prendere giorni di vacanza durante quest’anno, il 42% vuole optare per un soggiorno di villeggiatura tra le quattro e le tredici notti. Solo il 29% punta a soggiorni inferiori alle tre notti. Solo il 20% invece si sta preparando a soggiorni superiori ai tredici giorni consecutivi. Queste stime sono interessanti per gli albergatori perchè possono permettere loro di adeguare le proprie tariffe alla potenziale domanda.
TURISMO IN ITALIA PIANO STRATEGICO PER IL TURISMO IN ITALIA Per la prima volta in Italia, a livello istituzionale da parte del Ministero per il Turismo, è stato elaborato un piano strategico per lo sviluppo del turismo denominato Italia 2020, il cui obiettivo è quello di individuare linee guida per contrastare la perdita di competitività del Paese in questo specifico settore ed al contempo riconquistarne la leadership a livello europeo. Lo studio, ha messo in luce i punti di vulnerabilità dell’industria turistica che, pur continuando a rappresentare uno dei settori più importanti per il PIL, negli ultimi anni ha perso smalto e si trova ora dietro a Francia e Spagna. Fino ad oggi è mancato uno sforzo di questo tipo, forse anche perchè il turismo è materiale di competenza regionale e dunque senza un presidio centrale forte. Si tratta del primo e del più importante aspetto da mettere in rilievo: il settore ha bisogno di una diversa governance perchè è impossibile competere con successo a livello globale attraverso politiche frammentate e non coordinate tra loro. L’Italia è dotata di una quantità di risorse che possono essere valorizzate dal punto di vista turistico senza uguali: si ha dunque un vantaggio competitivo, ma non è possibile pensare di poter continuare a vivere di rendita. Oggi il settore è più complesso che in passato perchè i clienti sono molto più diversi tra loro, più sofisticati, la qualità e l’organizzazione dei servizi turistici offerti, di conseguenza, risulta fondamentale poichè altri Paesi hanno compiuto ragguardevoli passi in avanti in tale direzione. Per cogliere tutte le opportunità del settore, che sono innumerevoli compresa quella del turismo golfistico, è necessario dotare il Paese di una strategia unitaria abbinata ad una offerta al passo con i tempi e le esigenze qualitative richieste dai nuovi flussi turistici provenienti dai BRICS. Strategia unitaria non significa però mancata valorizzazione dei diversi territori, ma piuttosto impiego razionale e coordinato in un contesto di risorse limitate e concorrenza agguerrita. Offerta moderna significa saper confezionare dei prodotti turistici che prendano in considerazione l’esperienza complessiva dell’utente, dal momento in cui inizia la prenotazione al momento in cui torna a casa e viene ricontattato in una ottica di fidelizzazione. Un altro aspetto molto importante è la scelta dei clienti a cui rivolgersi; a livello internazionale il turismo sta crescendo rapidamente, da 280 milioni di viaggiatori nel 1980 a circa 1 miliardo nel 2012 con previsioni di quasi 2 miliardi entro il 2030, e proprio dai viaggiatori internazionali l’Italia può attendersi il più elevato contributo alla crescita. Le azioni contenute nel piano possono portare un contributo incrementale al PIL per un valore intorno ai 30 miliardi di euro nel 2020, come risultato della tenuta della spesa dei turisti italiani e di un incremento di quella degli stranieri, portando il PIL generato dal settore da 134 a 164 miliardi di euro ed un impatto sulla occupazione di 500mila nuovi posti di lavoro. Il turismo Made in Italy si dovrà rivolgere prevalentemente agli affluent provenienti da Europa, Nord America e Golfo Persico, si tratta di confezionare una offerta coerente con la ricchezza ambientale, storica, culturale ed enogastronomica presente, puntando su quegli utenti che possano generare il maggior valore aggiunto, con una strategia coerente con le attuali e future capacità ricettive e le relative infrastrutture, ma che richiede un grande sforzo in termini di standard qualitativi della proposta venduta. Il piano indica sette linee guida molto precise, governance, rilancio dell’ENIT, offerta moderna, riqualificazione del ricettivo, infrastrutture e trasporti, formazione delle risorse umane ed attrazione di investimenti internazionali. Le azioni sono organizzate per velocità di implementazione e per impatto economico. Per la prima volta l’Italia possiede un piano ben strutturato e coerente, l’unica cosa che però potrebbe mancare, fondamentale per la riuscita dello stesso, è un cambiamento di atteggiamento nei confronti di questo settore da prte degli operatori e non solo. Per una serie di motivi il turismo è sempre stato considerato, implicitamente o esplicitamente, come un settore di serie B e non come un valore inestimabile ed ineguagliabile a livello mondiale sul quale contare per lo sviluppo del Paese. Per valorizzare questo immenso patrimonio, serve un cambiamento di atteggiamento, a partire dal Governo, il turismo va posto in cima al programma, sia perchè può offrire occasioni di sviluppo impareggiabili, in particolare al Sud ed ai giovani, sia perchè dà la possibilità di esaltare i territori e le culture presenti a livello nazionale ed invidiate da tutti. Sarà impegnativo, rchiederà sforzi importanti, ma è fattibile, a patto che il turismo venga preso sul serio, come accade normalmente in altri Paesi moderni e sviluppati. Il piano prevede entro 5 anni 61 interventi su ricettività, infrastrutture, formazione ed investimenti quali incentivi per rottamare i vecchi hotel, la creazione di due nuovi grandi poli turistici, sul modello della Costa Smeralda, nel Sud Italia, la dotazione di un portafoglio al competente ministero, la trasformazione della tassa di soggiorno in una di scopo per il turismo, la defiscalizzazione degli investimenti nelle strutture ricettive e l’impiego di parte degli introiti dei visti per potenziare ambasciate e consolati e rafforzare 30 - 40 siti italiani di grande valore strategico riconosciuto a livello internazionale.
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GOLF & VACANZE Per troppo tempo si è pensato che lo sviluppo del Sud Italia passasse solo per l’industria, costruendo cattedrali nel deserto. Oggi questa scelta presenta il conto: solo il 13 % del turismo internazionale raggiunge il Mezzogiorno e negli ultimi 10 anni le cinque grandi regioni meridionali hanno inciso solo per il 12% del totale delle notti di stranieri e il 5% della crescita. Da qui l’idea di lanciare due nuovi grandi poli turistici sul modello di quanto realizzato negli anni 60 con la Costa Smeralda. L’obiettivo del piano varato recentemente dal Governo è incrementare l’impatto del turismo sul PIL reale da 134 miliardi di euro del 2010 a 164 miliardi nel 2020, con un contributo aggiuntivo di 500mila posti di lavoro. Il Golf è sicuramente uno dei punti di attrazione del turismo nazionale ed in particolare di quello pugliese, in tale contesto è da segnalare l’iniziativa istituzionale lanciata con successo nell’estate 2012, prima ed unica nel suo genere, da Golf People Club Magazine, il sistema editoriale integrato del golf italiano nonché il punto di riferimento nazionale per gli operatori mondiali del settore, denominata Golf District Apulia dove sono state unite e valorizzate le eccellenze italiane in un unico itinerario turistico golfistico culturale ed enogastronomico. Attualmente in Europa vi sono oltre sette milioni di golfisti, e in Italia le ultime statistiche parlano di 100.317 giocatori tesserati (28.181 donne e 72.136 uomini) contro i circa 5.500 del 1999, che aumentano sensibilmente anno dopo anno. Il giro d’affari legato al golf, secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero del Turismo italiano (aprile 2010), sarebbe per il Bel Paese intorno ai 350 milioni di euro di introito diretto, prodotto cioè unicamente dalle attività dei circoli. Su scala europea il business si attesta mediamente sui 50 miliardi di euro. Le caratteristiche socio demografiche più interessanti dei 100mila appassionati golfisti possono essere riassunte nel seguente modo: 44% età media tra i 30 ed i 40 anni; 18% età media tra i 45 ed i 55 anni; 38% in possesso di laurea o master post universitario contro una media nazionale del 7%; 6% dirigenti aziendali e 18% liberi professionisti; 42% reddito annuo superiore ai 62.000 euro contro una media nazionale del 3,5%; 26% possiede una seconda casa ed il 15% possiede più di due case; 40% fortemente interessato a moda e bellezza; 63% fortemente interessato ai viaggi. La propensione alla spesa dei golfisti in vacanza sarebbe inoltre più alta della media. Mentre l’esborso del turista ordinario è stato stimato dal Ministero del Turismo in 53,83 euro al giorno, quello dei golfisti salirebbe a 90 euro. Le proiezioni di mercato confermano che in Italia il bacino sta crescendo e che per conquistarlo è indispensabile specializzarsi investendo sulla creazione di prodotti altamente personalizzati e di alto livello, il golfista è infatti un viaggiatore con una spiccata propensione alla spesa e per giunta sempre in cerca di nuove destinazioni e nuovi green con cui misurarsi. A confermarlo è lo studio Enit del 2008 su Turismo e Sport, dove si specifica che “mediamente il 75 per cento dei giocatori che effettua vacanze all’estero dichiara di scegliere campi sempre diversi”. La stessa ricerca rivela inoltre che “il golf può essere ormai considerato parte integrante dell’offerta turistica italiana”, una considerazione avallata dai numeri forniti dalla FIG (Federazione Italiana Golf), secondo cui i golf
club nazionali che oggi possono disporre di un campo da almeno 9 buche sarebbero passati dai 200 del 1996 ai circa 250 attuali. Le potenzialità di crescita della nicchia sono quindi reali e interessanti per gli operatori del settore, che oggi possono contare su un bacino di appassionati in decisa espansione. A livello planetario il numero dei golfisti che fanno turismo legato al golf è passato dai 7,9 milioni del 1989 a 10,5 milioni nel 1994, agli 11,8 milioni del ‘97 per arrivare a totalizzarne oggi 25 milioni. Più in generale, i golfisti (turisti e non) raggiungono invece i 64 milioni. Sempre sul piano mondiale gli osservatori di mercato parlano di una crescita media annua dell’8 per cento fino al 2010 e di una ulteriore progressione fino al 2015. I dati forniti dal Ministero del Turismo italiano segnala inoltre la presenza nel mondo di 94 federazioni nazionali. Sulla ripartizione della spesa turistica, le statistiche internazionali informano che il 29% dell’importo complessivo del viaggio viene destinato all’alloggio, il 25% al trasporto, il 21% al cibo, il 9% ai divertimenti, il 7% per i green fee e per il noleggio dei cart, il 5% per lo shopping puro e l’1% per le lezioni di golf. Se ne deduce che anche per i territori l’investimento su questo segmento può rivelarsi interessante, poiché la contribuzione del viaggiatore all’arricchimento dell’indotto locale è notevole. Soltanto il 7% dell’importo pagato complessivamente rimane infatti al campo da golf mentre il resto è a vantaggio degli operatori turistici e degli operatori commerciali presenti sul territorio. Interessanti le prospettive di crescita del turismo legato al golf che, secondo gli osservatori di mercato, si attesterebbero al 10% annuo sul piano mondiale e al 5% annuo per la sola Italia. Attualmente il 59% dei golfisti vive in America, il 22% in Asia, il 16% in Europa, il 3% in Australia e l’1% in Africa. I fattori incentivanti per la pratica del golf in Italia, che conseguentemente influiscono sulla crescita del turismo legato alla disciplina sportiva: • C osti meno elevati rispetto al passato per l’iscrizione ai circoli e conseguente incremento del numero dei praticanti (fonte: Enit) • Aumento degli investimenti – oggi stimati intorno ai 400 mln di euro – per l’ampliamento e il miglioramento delle strutture golfistiche italiane (fonte Enit) • Facilità di associazione del prodotto golfistico a quello culturale ed enogastronomico (fonte: Associazione Golf Italiana Real Estate) L’offerta golf oggi in Italia: • 378 campi in Italia, di cui 100 da 9 buche e 110 da 18 buche riconosciuti Fig (Fed. Italiana Golf - dati 2009) • oltre 180 circoli con campi regolamentari dalle 9 alle 36 buche (Min. Turismo) • 43 impianti promozionali con campi da 3 a 9 buche (Min. Turismo) • 109 campi pratica (Fed. Italiana Golf dati 2009) L’offerta golf oggi nel mondo: • 6.700 campi in Europa • 34.000 campi nel mondo EXPO Italia attende 10 milioni di turisti da tutto il mondo, in particolare dalla Cina. EXPO spa ha creato una società consorziata con Regione Lombardia, EXPLORA, che si occuperà di promuovere il turismo dei visitatori EXPO su tutta la Lombardia. Molti si fermeranno poi anche sul territorio nazionale. La presenza di numerosi campid a golf in Lombardia (e in Italia) diventerà parte integrante dell’offerta turistica dei tour operator per EXPO.
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CENARIO GLOBALE ENOGASTRONOMIA & TURISMO La crisi del turismo italiano ha fortunatamente delle eccezioni, una di queste è rappresentata dal turismo enogastronomico che è cresciuto anche nel 2012, registrando un incremento del 12%, trainato dalle presenze straniere, con una spesa media di oltre 190 euro per ogni viaggio enogastronomico e con un giro d’affari complessivo che viene stimato tra i 3 ed i 5 miliardi di euro, a seconda del tipo di valutazione. In Italia esistono oltre 200 operatori specializzati nella vendita di pacchetti turistici gourmand che operano prevalentemente con 19 Paesi che spaziano dalla Russia al Giappone, dalla Germania all’Ungheria e soprattutto ai 4 territori che possiedono la maggior propensione ai viaggi del gusto e cioè Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna ed Olanda. Tali tour operators sono consapevoli che vino e cibo rappresentano il 17% delle motivazioni per mettersi in viaggio, in particolare in Italia. Il Piemonte che guida grazie al Cuneese la classifica delle 20 mete a più alta vocazione enogastronomica d’Italia sta per rilanciare la propria candidatura ad ospitare l’Osservatorio Nazionale del Turismo Enogastronomico all’Unesco dei paesaggi vitivinicoli per le zone di Langhe, Roero e Monferrato. A supporto di iniziativa vi è anche l’indice Travel Sat che conferma come l’enogastronomia sia il prodotto turistico che rende il Piemonte più competitivo a livello europeo. Un prodotto che consente, tra l’altro, di destagionalizzare l’offerta turistica, non concentrandola solo nei mesi invernali o estivi. Anche perché, con la crisi in atto, ci si rende conto che non è più possibile vivere con soli 3 – 4 mesi di turismo. Come dimostrano le iniziaMONTINARO GROUP tive enogastronomiche del capricorno, a Sauze d’Oulx. GUSTO Ma l’importanza dell’enogaMEDITERRANEO stronomia italiana come eleSAGL mento turistico è dimostrata Via Ponteggia n° 2 dalle iniziative straniere. Con Georgia e Kazakhistan che 6814 CADEMPINO si rivolgono all’enologo pie(Svizzera) montese Donato Lanati per Tel. +41 76 7424697 rilanciare vigne e vini, con la Bretagna cha a Torino apre una sorta di ambasciata del gusto dei prodotti del mare francese, con la Carinzia che arriva a proporre piatti tipici AGRICOLA NUOVA GENERAZIONE per attirare turisti, così come SOCIETA’ COOPERATIVA ha fatto l’Irlanda. Una sfida Via Provinciale Borgagne km 1, a 360 gradi, con il Piemon73025 MARTANO (Lecce) te come punto di incontro e http://www.nuova-generazione.it confronto. Un Piemonte che coinvolge anche la Liguria invitandola come regione Ospite e rilanciando le antiche vie del sale che univano i due territori.
SPORT & TURISMO Il binomio sport e turismo, in particolare, marcia a pieni giri e costituisce un elemento chiave per l’industria delle vacanze, sia italiana che più in generale, europea. Secondo i dati Econstat, dal 2007 ad oggi sono aumentati del 25% i flussi di appassionati che raggiungono mete turistiche scelte in base alla possibilità di praticare il proprio sport preferito. Un business questo che si presenta di tutto rilievo. Si tratta di oltre 10 milioni di persone che si spostano per turismo sportivo, 600 milioni di pernottamenti l’anno per un giro di affari totale di circa 9 miliardi di euro. In tale contesto l’Italia giocherà un ruolo chiave in quanto può ospitare una ampia quota dei flussi turistici internazionali. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha dichiarato che il peso dello sport sul PIL è pari all’1,6% della ricchezza prodotta in Italia e che il valore della produzione attivato dallo sport, direttamente e indirettamente, ammonta ad oltre 53 miliardi di euro, raddoppiando potenzialmente il dato relativo al PIL. E’nato un consorzio tra cinque università internazionali per organizzatori di turismo sportivo, coordinato dall’ateneo di Lille, in Italia sta partendo un analogo progetto che prevede la nuova figura professionale del qualificatore di strutture turistico – sportive. L’assessore allo Sport della provincia di Milano, Cristina Stancari, sottolinea che quello sportivo è il turismo su cui bisogna puntare. Milano purtroppo da alcuni anni ha offerto poche opportunità di questo tipo ha commentato ancora, ricordando però l’impegno della Provincia per offrire grandi appuntamenti mondiali, soprattutto in vista di Expo ed ha fatto specifico riferimento ai Mondiali di Canoa e di sci Nautico che si terranno tra luglio e agosto 2015. Gianni Merlo, presidente AIPS Associazione Mondiale Giornalisti Sportivi, ha sottolineato che gli introiti del turismo sportivo possono essere molto alti ma servono strutture adeguate e capacità organizzative di livello internazionale.
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Stefano Masullo Classe 1964, laurea in Scienze Economiche e Master in Comunicazione, Marketing e Finanza, Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e dell’Ordine Costiniano di San Giorgio, attivo nel settore finanziario dal 1984, già Rappresentante alle Grida alla Borsa Valori di Milano, autorizzato CONSOB, e Broker registrato al NASD a New York, è specializzato nella consulenza e gestione di patrimoni mobiliari ed immobiliari, nella finanza di impresa, nella pianificazione fiscale, nella comunicazione finanziaria e nella formazione. Ha iniziato a lavorare nella società Consulenti Finanziari SpA, creata da Pompeo Locatelli, in seguito, ha collaborato, per oltre un lustro, nello Studio di Agenti di Cambio Leonzio Combi, costituito a Milano nel 1907, uno dei più importanti in Italia. Dal 1995 fino alla vendita, avvenuta nel 2006, fondatore, presidente e azionista di riferimento, del gruppo di consulenza ed intermediario finanziario ex articolo 106 T.U.B., autorizzato Ufficio Italiano Cambi, Opus Consulting S.p.A., capitale sociale 625.000 euro. Socio fondatore, nel 1996, e tuttora segretario generale ASSOCONSULENZA Associazione Italiana Consulenti di Investimento la prima ed unica associazione di categoria riconosciuta a livello istituzionale in Italia; è inoltre socio fondatore, nel 2008, e segretario generale ASSOCREDITO Associazione Italiana Consulenti di Credito Bancario e Finanziario di cui è presidente Luigi Pagliuca, già presidente del Collegio di Milano e Lodi dei Ragionieri Commercialisti. Rettore Università ISFOA di Ginevra, autore di oltre 300 pubblicazioni e di 22 best sellers aziendali, di cui uno, nel 1998, adottato dall’Università Bocconi di Milano; opinionista presso i più
importanti media di settore, quali CNBC Class Financial Network e Bloomberg Television, è stato chiamato come relatore, in Italia ed all’estero, da prestigiose istituzioni quali Marcus Evans, Istituto di Studi Bancari, ISTUD, IUAV Università di Venezia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; nel 2002 ha realizzato il primo libro dedicato al Consulente di Investimento. Autore nell’ottobre del 2001, del primo testo dedicato al Bahrein, è stato direttore editoriale delle prima rivista svizzera di finanza islamica, Shirkah Finance, risultando uno dei principali esperti italiani del settore; attualmente fin della Fondazione avvenuta nel 2000 riveste il ruolo di direttore responsabile della testata internet di finanza operativa www.trend-online.com, che vanta oltre 2,5 milioni di visitatori annui è altresì fondatore e direttore responsabile della rivista leader assoluta ed incontrastata nel proprio segmento di riferimento, Golf People Club Magazine, in passato vice direttore del magazine dedicato al lusso World & Pleasure Magazine e direttore editoriale Family Office: Patrimoni di Famiglia, la prima rivista italiana multimediale, internet e cartacea, specializzata nella tutela e conservazione dei patrimoni di famiglia. Ha svolto incarichi direttivi o consulenziali in gruppi bancari, assicurativi, finanziari, industriali quali: Norwich Union, CIM Banque, Broggi Izar, Henderson Investor, Fleming, Corner Bank, Lemanik, Nationale Nederland, Banca Popolare Commercio Industria, 81 SIM Family Office SpA, Prudential Vita, Banca Popolare di Milano, Cassa di Risparmio di Cento, Cassa di Risparmio di Perugia, Société Bancarie PrivéeLiberty Financial, FMG Fund Marketing Group, Credito Italiano, IW Bank, ING Group, Colomba Invest SIM, MPS Banca Personale.
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Registrazione Trib. di Milano n. 147 del 16/3/2011 Realizzazione FoBo ADV srl Via Mac Mahon 50 – 20155 Milano Tel. +39 02.33.11.404 r.a. – Fax +39 02.34.537.282 e-mail: redazione@golfpeople.eu Editore FoBo ADV srl Via Mac Mahon 50 – 20155 Milano Tel. +39 02.33.11.404 r.a. – Fax +39 02.34.537.282 e-mail: mail@fobo.it
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