whybasic fondamenta del design*
le origini del basic design
tra fattuale/attuale
Le esercitazioni riportate nella rivista, sono prese dal libro “Interazione del colore. Esercizi per imparare a vedere” di Josef Albers, edizione del 20 novembre 2013. Nelle sue pagine, attraverso esperimenti ed esempi pratici, viene illustrata la teoria del colore sviluppata dall’autore durante gli anni di insegnamento al Bauhaus. Lo scopo delle lezioni di Josef Albers è sviluppare l’occhio per il colore, quella sensibilità per la luce e le tonalità che il solo studio teorico dell’ottica e dei sistemi cromatici non può in alcun modo affinare. Il risultato è un percorso semplice ma articolato che vuole essere uno stimolo alla formazione di un “pensare pratico” in cui l’esperimento e la scoperta accompagnano la creatività. pp 06 Tavola IV-1 - La relativitò del colore pp 08 Tavola IV-4 - La relativitò del colore pp 10 Tavola IV-3 - La relatività del colore pp 12 Tavola VII-4 - Sottrazione del colore
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contenuti ilpassato 07 la bauhaus 09 il new-bauhaus 11 la scuola di ulm
imaestri 13 tra fattuale e attuale Josef Albers 19 giovanni anceschi intervista
leesercitazioni 14 configurazione della forma formulazione delle esercitazioni
lehdemie 23 hdemiabellearti catania 27 ipapercraft 28 ilibri 3
whybasic fondamenta del design*
anno 0/ #0 settembre-dicembre 2015
whybasic fondamenta del design*
le origini del basic design
tra fattuale/ attuale
Direttore responsabile Francesca Sanfilippo Progetto grafico Francesca Sanfilippo Carattere tipografico Akzidenz Grotesk, 1896 fonderia H. Berthold AG
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accademiabellearticatania
In copertina esercitazione di basic design “Il nero come colore” teorizzata da Johannes Itten. Formato 170x220 mm Segnature 2 sedicesimi, 32 pp. Stampa Arti Grafiche Leonardi copyright © 2015. Tutti i diritti riservati. É vietata la riproduzione anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno e didattico.
editoriale
Benvenuti in questa primo numero di whybasic - fondamenta del design che si pone l’obbiettivo di diffondere ed approfondire la disciplina del Basic Design. Oggi infatti si riscontra una forte richiesta di propedeutica, da parte degli stessi studenti che, si aspettano che chi di dovere insegni cosa bisogna sapere prima e cosa dopo. Il Basic Design si propone di insegnare ciò che è il cuore della disciplina del design, di attribuire una forma agli oggetti, agli artefatti comunicativi. Il Basic Design erede del Vorkurs, del Grundkurs e della Grundlehre del Bauhaus, è una tematica costante per il dottorato di Design a Venezia, che ha portato a degli appuntamenti sistematici: il primo nel 2006 con “Venice Basic Design 06: Basic Design/la tradizione del nuovo”, un workshop che prevedeva le tre esercitazioni chiave del Bauhaus: di Itten “Scioltezza gestuale”, di Moholy - Nagy “Sinestesia” e della HFG “Antiprimadonna” di Maldonado. Alla fine delle mostre : “Albers Omaggio al Colore”e “Munari basic designer”. Nel 2007 il “Venice Basic Design Lab07” con titolo “Newbasicdesign/basic design dell’interazione, nel 2008 il “2Venice basic design Lab08” intitolato: Newbasicdesign / Hyperbasic”e nel 2009 il “Venice Basic Design Week”. Buon basic a tutti! Francesca Sanfilippo.
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1919 1933
Proponiamo una sintesi dei tre modelli della "nuova disciplina del Basic Design”: Bauhaus, New Bauhaus, Hochschule für Gestaltung. Nel contesto del corso preliminare chiamato inizialmente Vorkurs, in seguito Grundkurs, nasce quella disciplina che oggi chiamiamo Basic Design. Il Bauhaus (1919-1933) è la prima scuola di progettazione che affronta l’insegnamento di una grammatica visiva e formale, definita Formlehre e Gestaltungslehre, sia pratica che teorica, finalizzata al progetto. è utile analizzare i vari approcci pedagogici, attraverso le principali esercitazioni dei docenti. Iniziatore del corso preliminare è Johannes Itten (1888-1967), egli introduce per la prima volta l’ ”addestramento sensoriale” come elemento fondamentale; infatti le sue lezioni iniziano come veri e propri esercizi di respirazione e di rilassamento, al fine di liberare le energie creative dell’allievo. Dal 1923 fino al 1928 corso fondamentale
la bauhaus di Weimar
viene ripreso da László Moholy-Nagy (1895 1946), un suo celebre esercizio è quello della"Tavola tattile": esso si basa sui filati di cui ci si propone di evidenziare le qualità tattilo - visive, come per esempio la sensazione di ruvidezza, ma in particolare, valutare gli effetti luministici della luce, in relazione al materiale. Dal 1928 al 1933 Josef Albers diviene responsabile del corso sperimentale, egli intende sviluppare il pensiero costruttivo dell’allievo, attraverso il percorso di apprendimento a prove ed errori. A differenza di Itten e Moholy-Nagy Albers parte proprio dalle esercitazioni tridimensionali, convinto dell’idea che il pensiero dell’uomo percepisca più facilmente questo tipo di forme. Al fine di ottimizzare l’insegnamento formale a livello teorico, Gropius chiama al Bauhaus due artisti di fama come Paul Klee (1879-1940) e Wassily Kandinsky (1866-1944).
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1933 1936
Quasi in parallelo alla Bauhaus, viene fondata a Mosca una scuola d’arte e di progettazione, la scuola Vchutemas (1920 1930), con l’obiettivo di fondare su basi oggettive e scientifiche l’istruzione artistica per raggiungere un alto livello professionale. Il corso fondamentale si articolava in quattro sezioni: Grafica, Colore, Volume e Spazio. Lo scopo delle esercitazioni di Aleksandr Rodchenko,su cui costruisce il suo corso di Basic Design, è quello di sviluppare le capacità analitiche, l’intuito creativo e l’attitudine alla pratica dello studente. Il fulcro del Basic Design si sposta negli Stati Uniti a causa delle note vicende naziste negli anni trenta. Josef Albers viene chiamato ad insegnare al Black Mountain College (1933-1949), dove insegnano docenti del calibro di John Cage. Qui Albers sistematizza ulteriormente il suo insegnamento di Basic
il new-bauhaus di Chicago
Design iniziato al Bauhaus, e il motto di Albers era “to open eyes”. Successivamente, Albers insegna alla Yale University, dove si dedica quasi esclusivamente alla sperimentazione sul colore, pubblicando il famoso testo “Interaction of Color” (1963), che contiene tutte le sue esercitazioni di Basic Design sul colore. Nel 1937 Moholy Nagy emigra negli Stati Uniti e fonda il New Bauhaus (1937-1955) a Chicago. Al New Bauhaus Moholy-Nagy si oppone alla pedagogia formulata da Gropius e propone la triade arte, tecnologia e scienza. Moholy Nagy si allontana dal formalismo tecnico costruttivo, tipico degli studi del Bauhaus, e si concentra sul valore di comfort tattile e sugli aspetti sensoriali come nel caso delle note “hand sculpture”, oggetti scultorei facili da maneggiare.
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1956 1964
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Basic Design torna in Europa, con la fondazione nel 1953 in Germania, della Scuola di Ulm (1953 1968), Hochschule für Gestaltung. Il primo direttore è Max Bill (1908-1994), ex studente del Bauhaus, architetto e artista, chiama alcuni docenti del Bauhaus per insegnare nel corso fondamentale come Johannes Itten, Josef Albers, Helene Nonnè Schmidt e Walter Peterhans. Se l’inizio è chiaramente caratterizzato dall’influsso della pedagogia del Bauhaus, successivamente con la direzione di Tomàs Maldonado, vi sono dei cambiamenti decisivi nel contesto dell’insegnamento
la scuola Hochschule für Gestaltung di Ulm
fondamentale (Grundlehre); infatti Maldonado caratterizza il corso fondamentale introducendo la Visuelle Einfuehrung. Le esercitazioni di Basic Design perdono quel carattere sperimentale tipico del Bauhaus, per avvicinarsi a un nuovo modello pedagogico fondato sul “problem solving”. Un famoso esercizio è quello dell' Antiprimadonna, in cui l’obiettivo è quello di comporre una serie, una sequenza di colori a tinte piatte e di texture in bianco e nero, in modo tale che nessuna prevalga sull’altra.
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josef albers
Durante un convegno svoltosi a Praga nel 1928 è possibile individuarne i principi pedagogici, il testo verrà pubblicato nella rivista del Bauhaus: <<Noi non cominciamo con un introduzione teorica: all'inizio c'è solo il materiale, possibilmente senza strumenti. Questa procedura conduce naturalmente all'indipendenza di pensiero e allo sviluppo di uno stile individuale.>> L'11 aprile del 1933, dopo il trasferimento a Berlino, il Bauhaus viene chiuso dalle autorità naziste; ma una circostanza fu per loro l'apertura di una nuova scuola: i coniugi Albers si trasferiranno al Black Mountain Collage, fondato da Jhon Andrew Rice, nella Carolina del Nord, dove decisero di accettare le cattedre loro offerte. Albers portò molto dal
tra fattuale e attuale
Bauhaus: i principi di <<practice before theory>>, <<learning by doing>> e <<study, not art>>. Albers ripropone il corso di Basic Design, il <<Werklehre>> che cambierà nome in <<Basic-workshop>>. Albers inizierà a realizzare i primi studi e i primi dipinti della serie Homage to the Square. Il corso sul colore, sviluppato negli anni del black mountain collage, nel 1963 viene riassunto nel libro <<Interaction of Color>> pubblicato dalla Yale University Press. L’intento di questo testo è quello di sviluppare la capacità visiva di “saper vedere sia l’azione del colore, che sentire la relazione reciproca fra i colori”; di sensibilizzare l’occhio alle imprendibili variabilità fenomeniche del colore.
imaestri
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<<Che cos’è, e a cosa serve il Basic Design?>> La risposta implica, la presentazione delle ricerche svolte dai designer quando insegnano, nonché le metodologie e gli approcci pedagogici che stanno e sono state alla base dell’insegnamento. “Basic Design” non è una espressione del linguaggio comune e non è una nozione notissima, infatti molti studenti di molte università e scuole di design italiani, dimostrerebbero di non conoscere la tradizione del Basic Design. <<É una disciplina estremamente particolare e originale, intreccia intimamente propedeutica, (cioè la pratica dell’insegnamento di un saper fare) e fondazione disciplinare (cioè il pensiero teorico e metodologico che le sta alla base). In altri termini il Basic Design è il luogo ideale dove convergono e si concatenano di fatto ricerca formale e espressiva, progetto e, appunto, insegnamento.>> Il Basic Design serve dunque ad insegnare concretamente a un pubblico di potenziali designer. Ma come si insegna a dar forma, a configurare, a gestalten? “Forma”, nel titolo italiano, traduce la parola
formulazione delle esercitazioni
Gestaltung, ma forse oggi si potrebbe approssimare con configurazione e configurare. In tedesco dunque “gestalten” e “Gestaltung “contrapposte a “darstellen” e “Darstellung”, e in italiano un “configurare” ben distinto da “raffigurare”. Un “plasmare, disporre, comporre, montare e modulare” nettamente distinto da un “rappresentare e disegnare”. Il Basic Design ha un carattere di straordinaria originalità, e cioè l'intrinseca plasticità del corpus dei saperi specifici che lo compongono; infatti il Basic col procedere del tempo alcune esercitazioni (e quindi alcuni punti focali disciplinari) decadono e ne nascono di nuovi, adattandosi alle circostanze e agli sviluppi del contesto, ad esempio quello tecnologico: attualmente sta includendo sempre più esercitazioni cinetiche, sequenziali, interattive e multimodali in accordo con la presenza del computer. Facendo un riassunto cronologico abbiamo visto che la disciplina nasce alla Bauhaus, in Germania nel corso fondamentale, dopo l'avvento del Nazismo, in Chicago Yale, poi nel dopoguerra a Ulm, e così il Basic Design poté diffondersi in tutto il mondo. Il Basic Design in Italia invece, dove ancora vige la
configurazione della forma
totale leadership del modello architettonico, e allora assistiamo al fenomeno di un basic senza l’insegnamento, complice la mancanza di un’università del design. Il basic si è allora realizzato nell’arte o più precisamente in quella zona intermedia fra il design e l’arte. É Bruno Munari ad avviare una ricerca che si è realizzata nell’arte concreta e soprattutto nell’arte cinetica e programmata e nell’avanguardia gestaltica. Il corso, che ha un carattere propedeutico al successivo insegnamento di progettazione, è caratterizzato da una metodologia didattica fondata sulla ricerca e sulla sperimentazione. L’attività è articolata in relazioni e esercitazioni: le prime intendono avvicinare lo studente alle problematiche della progettazione, le seconde sviluppare la sua creatività intesa sia come capacità a definire processi logici, sia come attitudine a gestire sistemi complessi di relazioni. Una raccolta di esercizi di basic design raccolti da Giovanni Anceschi, docente presso Università Iuav di Venezia. Le esercitazioni sono state oggetto del corso tenuto da Anceschi allo Iuav.
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II nero come colore di Johannes Itten
4 colori con 3 colori di Josef Albers
In centro a un foglio A3 grigio medio orizzontale ricavare una scacchiera di 25 quadrati di cm 4 di lato ognuno. 5 di tali quadrati di cm 4 saranno neri e disposti a piacere nella scacchiera attorniati dai rimanenti quadrati obbligatoriamente colorati e senza aree scoperte con tinte piatte. La scacchiera dovrà risultare interamente colorata e senza aree scoperte, nessun tipo di grigio è ammesso. esercitazione di francesca sanfilippo
Esercitazione costituita da due gruppi di tavole A-B. Accostare senza soluzione di continuità due superfici A5 di diverso colore (tinte piatte) e collocare nel centro visivo di ognuna un piccolo rettangolo verticale circa cm 1,5x2,5- di un terzo colore piatto. Continuare a cambiare i colori fino a rendere evidente all’occhio l’esistenza di 4 colori. Eseguire 3 tavole usando colori diversi per ognuna inseguendo la massima efficacia del fenomeno percettivo, 4 colori. esercitazione di isabella gliozzo
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Antiprimadonna di Tomás Maldonado
Influenzamento dell’ordine di lettura di Giovanni Anceschi
Su un foglio formato A3 posizionare una fascia orizzontale di cm 10x35 secondo lo schema e suddividerla in 7 bande verticali di larghezza variabile; a cinque di esse attribuire un diverso colore (tinta piatta), e alle due restanti una diversa trama in bianco e nero. Per la definizione delle bande colorate sono ammessi tutti i colori; per quelle in bianco e nero tutte le trame isometiche; per entrambi i tipi sono ammesse tutte le larghezze. esercitazione di francesca sanfilippo
Su un formato A3 verticale, di colore piatto a piacere, piazzare le prime cifre(1,2,3,4,5=12345) nell’ordine, in un carattere tipografico a piacere (non sono ammessi caratteri calligrafici o disegnati ad hoc dallo studente. Le cifre possono essere ingrandite o rimpicciolite ma non deformate, possono essere spostate verso l’alto o abbassate lungo l’asse verticale e ruotate o capovolte, ma non rese speculari. Il colore può essere una tinta a piacere, ma non sfumata. esercitazione di simone saporita
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intervista al maestro del basic design
Ci puoi raccontare un po’ chi sei, che cosa, e dove hai studiato? La mia carriera è molto colorata confesso: ho iniziato come artista negli anni '60 dell'altro secolo e ho fondando il Gruppo T di arte cinetica e programmata. Poi mi sono domandato "qual è l'arte pubblica?" è il design; e allora sono andato a studiare alla Scuola di Ulm, che allora era la scuola più attiva, più importante del design. Da lì sono andato nel terzo mondo, e ho lavorato per la società nazionale del petrolio algerino, ho fatto l'immagine coordinata e poi ho lavorato in Africa per tre anni. Dopo sono tornato in Italia, e ho cominciato la mia carriera all'interno dell'università, dove sono stato il primo professore di grafica. Una delle cose che mi ha sempre interessato è stata la pedagogia del design, e il nucleo centrale è il basic design. Cos’è il Basic design? Bella domanda! Il basic design è il cuore del cuore della nostra disciplina di designer, cioè è proprio il centro centrale della disciplina. Se vi chiedono, che cosa fa un designer? La cosa che potete rispondere sicuramente è: attribuisce una forma, diciamo una configurazione più prudentemente, agli oggetti del mondo che ci circonda, ma anche ai comunicati, agli eventi, dei servizi. La cosa per la quale ci pagano, è proprio la qualità che
giovanni anceschi
noi attribuiamo a questa forma. Un ingegnere pensa all'automobile, come uno strumento per muoversi; un designer ci mette dentro altro, e soprattutto deve mettere un'attenzione particolare rispetto alla qualità che assumono le forme degli oggetti appunto. Il basic design insegna proprio a disegnare bene, a disegnare qualitativamente bene. Cos’è il design? Il design è la responsabilità di attribuire una certa particolare configurazione, non diciamo forma perché, passiamo per formalisti, ma una configurazione agli oggetti. Perché pagano i designer? perché sono responsabili di questa peculiare cosa, cioè l'attribuzione di una configurazione agli oggetti. Il basic cerca di trovare se ci sono dei fondamenti, basic vuol dire, come si dice basic english, basic sono i fondamenti costitutivi di questa disciplina, che vanno oltre la capacità più o meno artistica dell'autore; sono dei saperi condivisibili. Allora voglio raccontarvi un aneddoto, approposito del basic design. Io ero professore e membro del dottorato di ricerca in design, si presenta un dottorando, il quale felicemente si propone il suo dottorato sul basic design. Allora succede una cosa divertente, io vado nella riunione con tutti gl'altri professoroni, e presento quest'idea, perché sarebbe veramente una cosa
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interessante, uno studio sul basic design. E guardo i miei colleghi, e vedo che tutti hanno quella faccia che hanno i ragazzi quando sono interrogati; queste facce sfuggenti, che guardano un po' di qua e un po' di la. rimango un po' scioccato, semplicemente che non sapevano niente. E poi finisce la riunione e uno di questi prof. mi dice:"ma cusa l'è è sto basic design?" e allora poi alla fine di questo discorso mi dice:" è il mio stile!". Se veramente dovessi dire cos'è l'esatto contrario del basic design, questo è lo stile personale. Questo è per dire com'è la situazione degli studi, e della conoscenza di questa componente assolutamente essenziale del design, che è il basic design. Vorrei dire che ho quest'esperienza, cioè il fatto che gli studenti che hanno fatto basic design, diventano degli studenti diversi da quelli che non l'hanno fatto, ho lavorato al Politecnico di Milano, c'era questa situazione, e c'erano delle sezioni che facevano basic, e altri che non l'avevano. Bhe c'era una bella differenza, dopo si vedeva che quelli che hanno fatto basic, avevano una cosa che definirei come sicurezza formale assolutamente imbattibile.
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Che cosa vuol dire che lo stile personale è il contrario del basic design? lo stile personale è un sapere innato, che non si sa bene da dove venga...è un sapere che non si sa da dove viene. chi pensa in termini di basic design è convinto che ci siano dei sapere condivisibili, cioè è un sapere che non è che ce l'ho solo io, e anzi è un mio segreto,ma è un sapere che tutti noi possiamo condividere, sopra questo costruiamo il nostro progetto concreto.
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Nella rubrica lehdemie, riserviamo uno
spazio tutto dedicato alle scuole siciliane, ed italiane e alla loro formazione e sviluppo. In
questo primo numero della rivista parleremo delll’Accademia di Belle Arti di Catania, che è un’Istituzione di Alta Formazione Artistica e Culturale, da sempre impegnata, in ambito nazionale e internazionale, nel delicato ruolo di volano culturale e scientifico, testimone delle tradizioni e protesa verso il futuro, nel variegato sistema delle arti e delle complessità culturali contemporanee. Secondo l’offerta formativa MIUR l’accademia è compresa nel comparto universitario nel settore dell’alta formazione artistica e musicale. Nel mese di novembre di quest’anno, per la prima volta, gli studenti del Biennio del corso di Graphic Design - Editoria, dell’accademia di belle arti di Catania, si mettono in gioco alla scoperta del mondo del basic, attraverso il metodo delle esercitazioni; grazie alla possibilità offerta dal professore Gianni Latino, il quale ha appreso il metodo dal maestro Giovanni Anceschi. Questo metodo viene tramandato da docenti a discenti, fin dalle origini. Le esercitazioni di Basic Design che
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sono state svolte, hanno origine nel vorkurs del Bauhaus (1919/35) e nel grundkurs della Hoschule für Gestaltung di Ulm (1954/60). L’esercitazioni svilupperanno il metodo del “saper fare”, “dare una configurazione alla forma” e della “Realtà attuale e realtà fattuale”. Avendo partecipato personalmente al workshop, dopo aver studiato e letto sul basic, posso dire che non si può dire di conoscere il basic, se prima non lo si è toccato con mano. Ed è proprio vero, tipico del basic design è proprio il contatto con il materiale, con gli strumenti, con il tagliare ed incollare ed infine confrontarsi con i colleghi, e riuscire a giudicare i propri lavori e quelli degli altri. L’esperienza ha entusiasmato tutti, infine le esercitazioni complete sono state appese nel corridoio della nostra accademia, con i nomi e le formulazioni delle esercitazioni. L’Accademia non era mai stata cosi colorata! Francesca Sanfilippo
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DIY geoball DIY creareipapercraft con la carta itutorial
DIY - GEOBALL Couper Coller
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Teoria della forma e della raffigurazione 1 di Paul Klee 572 pagine, Editore: Mimesis EUR 35,70 Gli scritti teorici raccolti nel primo volume rappresentano per il lettore contemporaneo un imprescindibile punto d’accesso al laboratorio creativo del grande pittore. Intuizione poetica ed esperienza didattica: la prima parte del volume comprende infatti undici brevi saggi; nella seconda, riproduce un corso di lezioni tenute al Bauhaus di Weimar, la riflessione dell’artista si concentra invece sul problema della genesi della forma e delle sue potenziali metamorfosi nelle arti figurative.
Teoria della forma e della raffigurazione 2 di Paul Klee 526 pagine, Editore: Mimesis EUR 35,70 Sono qui comprese le lezioni tenute a Weimar durante il breve semestre estivo del 1923 che proseguono e precisano quelle dedicate alla teoria dei colori nell’inverno del ‘22, riservate all’analisi dei mezzi figurativi in connessione con lo studio della natura. Predilezione teorica dei corsi e degli appunti riportati è lo studio delle energie primarie che, mimetiche rispetto alla crescita di un complesso organico, governano il processo di maturazione figurativa per il quale viene a crearsi l’immagine compiuta.
Arte del colore di Johannes Itten 94 pagine, Editore: Il Saggiatore EUR 18,70
L’edizione originale dell’”Arte del colore”, pubblicata per la prima volta nel 1961, era il frutto dell’attività di una vita intera dedicata al colore. Una summa delle intuizioni, delle scoperte e delle esperienze di un pittore e di un formidabile didatta. Johannes Itten lavorava al progetto di una “piccola teoria del colore”. Intendeva condensare le leggi e le possibilità espressive del colore in un libro ridotto, indirizzato prevalentemente agli studenti.
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RECENSIONI ilibri
Punto, linea, superficie di Vasilij Kandinskij 229 pagine, Editore: Adelphi EUR 13,60 “Punto, linea, superficie” si presenta come un’opera più fredda e tecnica, ma in realtà è l’espressione più articolata, matura e sorprendente del pensiero di Kandinsky. Alla base del libro sono i corsi che Kandinsky teneva dal 1922 al Bauhaus. In essi egli mirava soprattutto a individuare la natura e le proprietà degli elementi fondamentali della forma, perciò innanzitutto del punto, della linea e della superficie. “Punto, linea, superficie” ebbe un’influenza determinante in diversi campi, basti pensare alla grafica.
Graphic Design: The New Basics di Ellen Lupton
247 pagine, Editore: Princeton Architectural EUR 27,59 Come fa il designer ad avere idee? The New Basics spiega i concetti chiave del linguaggio visivo che informano qualsiasi lavoro di designfrom un logo o carta intestata di un sito web complesso. Colorato, compatto, e chiaramente scritto, The New Basics è la nuova risorsa indispensabile per chi cerca una intelligente, introduzione stimolante per la progettazione grafica, è destinato a diventare l’opera di riferimento standard per l’istruzione di progettazione.
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PROSSIMA USCITA/luglio 2016
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anno 0/ #1 gennaio-marzo 2016
whybasic fondamenta del design*
il futuro del basic design
le nuove scuole del basic
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