La battaglia delle fionde - Franco Tagliati

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La battaglia delle fionde di Franco Tagliati

Quella sera la luna ci pareva gravida di sogni. Si era alla fine di giugno, l’afa era insopportabile e ce ne stavamo tutti e sette seduti sul muretto dell’aia. Sette cugini impazienti in attesa che il filòs1 avesse inizio. La nonna aveva preparato alcuni secchi di quelle sue erbe anti zanzara e, dopo averli coperti con un sacco di canapa forato, vi aveva gettato un pezzo di carbone acceso. Il fumo protettore iniziò subito a diffondersi come una nebbiolina mentre iniziavano ad arrivare i primi vicini e con loro i nostri coetanei. Le donne iniziarono a servire agli ospiti il vino tenuto in fresco, per quella circostanza nell’albi2 mentre la nonna, sotto il portico, serviva il tradizionale gnocco con fette di polenta fritte. Un’occasione unica per noi ragazzi per abbuffarci senza dover chiedere il permesso, poiché solitamente il cibo era misurato. Con gli otto ragazzi del vicinato c’era sempre un’accesa competizione che spesso sfociava in animate baruffe, ma quando i ragazzi del centro del paese vicino venivano a provocarci trovavamo sempre in loro dei validi alleati. Ovviamente nella speciale occasione di quel filòs ogni ostilità fu messa a tacere. Il loro capo si chiamava Gabriele e aveva quattordici anni come nostro cugino Ciro e fu proprio lui che quella sera, 1 2

intrattenimento serale abbeveratoio per bovini

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