Pane e cipolla - Franco Bellandi

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Pane e cipolla

Borlengo, e il figlio Tononto, avevano interrotto il lavoro su uno dei loro campi di zucche poiché era giunta l’ora di pranzare. Erano lontani da casa, e per non perdere tempo la moglie del contadino aveva preparato loro del pane, cipolla e pollo arrostito. Completava il loro pasto una bella fiasca di vino e una con dell’acqua.

Il sole era alto allo zenit del cielo e il caldo si faceva sentire. I due uomini, sudati per il faticoso lavoro, si accomodarono sotto un bel Faggio che, con il suo ampio fogliame, proteggeva i due dai raggi del sole. La pianta si trovava proprio sul confine della strada che conduceva al paese di Correggio. I due finalmente seduti all’ombra del Faggio si apprestavano a mangiare il meritato pasto. Aperti i fagotti contenente il cibo, sistemate a portata di mano le due fiasche con il vino e l’acqua, messo mano ai rispettivi coltelli si apprestavano a tagliare il pane. Avevano lavorato duramente tutta la mattina e anche lo sfaticato e lento Tononto, continuamente sollecitato dal padre, aveva dovuto dare un notevole contributo in termini di fatica e sudore, le mani del giovane dolevano a i calli sulle stesse si erano ingrossati.

Il Parroco della parrocchia del paese, don Santorio, un vecchio prete di campagna apparve sulla strada, la tonaca coperta di polvere e un fazzoletto legato intorno al collo per arginare la sudorazione per la fatica del lungo camminare. Vide i due contadini, suoi parrocchiani, e si fermò per salutarli e per riprendere fato; ritornava dal paese di Correggio dove si era recato per aiutare il collega Parroco di quel paese nelle Confessioni dei paesani in occasione della festa del patrono del luogo: San Crisafullo Martire da scimitarra. La camminata fra Correggio e il paese era lunga e lui, passata l’ora del pranzo, si trovava ancora per strada. Tononto, nonostante l’occhiataccia del padre Borlengo che ne aveva intuito l’intenzione, invitò il prete a condividere il modesto pranzo con loro e, sorvolando sul fatto che il vecchio contadino avesse, avanzato l’ipotese che il Paarroco andasse di fretta per raggiungere la sua chiesa, questi accettò con entusiasmo, troppo entusiasmo, l’invito. Si accomodò anche lui sotto il Faggio e: < Cosa c’è di buono da mangiare? > Il prete < Cipolla, pane e cipolla e un po’... poco di pollo. > Rispose Borlengo.


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