Pane e cipolla
Borlengo, e il figlio Tononto, avevano interrotto il lavoro su uno dei loro campi di zucche poiché era giunta l’ora di pranzare. Erano lontani da casa, e per non perdere tempo la moglie del contadino aveva preparato loro del pane, cipolla e pollo arrostito. Completava il loro pasto una bella fiasca di vino e una con dell’acqua.
Il sole era alto allo zenit del cielo e il caldo si faceva sentire. I due uomini, sudati per il faticoso lavoro, si accomodarono sotto un bel Faggio che, con il suo ampio fogliame, proteggeva i due dai raggi del sole. La pianta si trovava proprio sul confine della strada che conduceva al paese di Correggio. I due finalmente seduti all’ombra del Faggio si apprestavano a mangiare il meritato pasto. Aperti i fagotti contenente il cibo, sistemate a portata di mano le due fiasche con il vino e l’acqua, messo mano ai rispettivi coltelli si apprestavano a tagliare il pane. Avevano lavorato duramente tutta la mattina e anche lo sfaticato e lento Tononto, continuamente sollecitato dal padre, aveva dovuto dare un notevole contributo in termini di fatica e sudore, le mani del giovane dolevano a i calli sulle stesse si erano ingrossati.
Il Parroco della parrocchia del paese, don Santorio, un vecchio prete di campagna apparve sulla strada, la tonaca coperta di polvere e un fazzoletto legato intorno al collo per arginare la sudorazione per la fatica del lungo camminare. Vide i due contadini, suoi parrocchiani, e si fermò per salutarli e per riprendere fato; ritornava dal paese di Correggio dove si era recato per aiutare il collega Parroco di quel paese nelle Confessioni dei paesani in occasione della festa del patrono del luogo: San Crisafullo Martire da scimitarra. La camminata fra Correggio e il paese era lunga e lui, passata l’ora del pranzo, si trovava ancora per strada. Tononto, nonostante l’occhiataccia del padre Borlengo che ne aveva intuito l’intenzione, invitò il prete a condividere il modesto pranzo con loro e, sorvolando sul fatto che il vecchio contadino avesse, avanzato l’ipotese che il Paarroco andasse di fretta per raggiungere la sua chiesa, questi accettò con entusiasmo, troppo entusiasmo, l’invito. Si accomodò anche lui sotto il Faggio e: < Cosa c’è di buono da mangiare? > Il prete < Cipolla, pane e cipolla e un po’... poco di pollo. > Rispose Borlengo.
< Pane e cipolla! Benissimo, mangiare sano, genuino…e qualche pezzetto di pollo non guasta. > Il prete.
I tre iniziarono a mangiare e Tononto, per rispetto del prete, evitava di prendere i pezzi di pollo per lasciarli al sacerdote, e questi ne approfittava e incoraggiava, furbescamente, Tononto a mangiare pane cipolla.
< Pane e cipolla è un mangiare sano, fa molto bene al corpo e allo spirito. Anche a me piace molto mangiare pane e cipolla. > E intanto continuava a servirsi di pezzi di pollo.
Borlengo, che continuava a mandare occhiatacce al prete e al figlio, si alzò silenziosamente, si avvicinò al figlio e, con mossa repentina lasciò partire uno schiaffone sul viso di Tononto. Questi, sorpreso e stupefatto, toccandosi la guancia paonazza per la botta ricevuta e dolorante: < Ma padre…perché? >
Borlengo lo guardò furioso:
< Perché? Perché sei un grande screanzato. Come ti comporti? E così che ti ha insegnato tua madre? Abbiamo un ospite importante che onora nostra povera mensa di contadini, questi continua dirti che pane e cipolla è un buon cibo, sano, che anche a lui piace tanto mangiarne e tu? Tu stolto screanzato t'ingozzi di pane e cipolla e costringi l’ospite a mangiare solo pollo. Come te lo deve far capire il Parroco che a lui piace tanto la cipolla. Adesso tu, per penitenza del tuo screanzato comportamento mangerai solo del pollo e lascerai al nostro Parroco la cipolla e anch’io, per onorare l’ospite mi priverò della mia cipolla e la lascerò al nostro sacerdote. > Tononto si scusò con il prete, giurò di non averlo fatto apposta, non si era reso conto… Il sacerdote ringraziò ma non poteva accettare l’offerta. Quello che aveva mangiato era più che sufficiente per un frugale Parroco di chiesa, si alzò. e salutati i due contadini riprese il cammino verso Zucconia.
< Dici che si è offeso per come mi sono comportato? > Chiese Tononto al padre. Borlengo alzò gli occhi al cielo, proprio a lui doveva capitargli un figlio così?