VITA MARATONA
Siamo a meno di un chilometro dall’arrivo, distrutti, affranti, doloranti e sudati. Avevamo tutti altre aspettative, altri obiettivi. Colpa del caldo fuori programma, di qualche fetta di culatello in più, dell’aver preteso troppo all’inizio. Abbiamo mille altre scuse, ma non è questo il momento del lamento, l’ultima svolta è là, ci occhieggia da dietro un albero. «Forza ragazzi, adesso conta solo sorridere al fotografo e non appoggiare i talloni!» «Gruppo vacanze Piattura Padana, avanti! Dai che ci siamo.» Abbiamo un bel dire, ma è dura. Stimolarci a vicenda, però, ottiene i suoi effetti e girato l’angolo appare il tappeto rosso: gli ultimi maledetti 195 metri che ci separano dalla medaglia. L’emozione ci attanaglia con sfumature diverse. Piangiamo, ridiamo, gridiamo al cielo i nomi che abbiamo nel cuore, mentre gli amici dietro le transenne ci acclamano e la folla applaude. Ci prendiamo per mano, alziamo le braccia, posiamo raggianti sorpassando plastici la linea d’arrivo in un ultimo estremo sforzo, poi ci genuflettiamo alla regina conquistata e lasciamo che c’infilino al collo l’anelata patacca per schiantarci, infine, sul ristoro. Mele, biscotti e acqua. Tanta acqua. Ci sediamo stremati su una panchina e, senza davvero vederli, osserviamo quelli che arrivano dopo di noi. «È l’ora del reintegro. Ci vuole una birra.» Come un corpo solo, legnoso e scricchiolante, ci alziamo e andiamo al chiosco adagiato tra i colori autunnali degli alberi e il prato ancora verde; il sole scalda l’aria a dismisura in questo strano ottobre e un odore di legno e sudore ci satura le narici, ci sciacquiamo a una fontanella, togliamo le scarpe, strappiamo le linguette d’alluminio delle nostre lattine e brindiamo. «Prosit!» «Che ore sono? Ragazzi c’ho ‘na fame…» Cappelletti in brodo ci vorrebbero proprio, ma anche dei tortelli con burro fuso e parmigiano grattugiato, poi pesto di cavallo, patate bollite ripassate in padella e che nessuno ci tolga un altro piatto di culatello, mica ci farebbe male, magari anche due fette di Felino e due di prosciutto. E torta fritta! «Chi non pulisce il piatto non mangia il dolce, che sia spongata o torta di Maria Luigia.» «E lambrusco a litri, mi raccomando!» 1