FONDAMENTALI E TECNICA INDIVIDUALE
Indice Fondamentali Esercizi per i fondamentali Esercizi polivalenti Uso dei fondamentali Esercizi per i fondamentali Esercizi per il palleggio Fondamentali offensivi senza palla Esercizi di condizionamento Attacco – Spazio e tempo nel gioco senza palla Didattica del tiro Tiro : 10 errori 1 contro 1 offensivo Rimbalzo Il tiro libero Giocare 1 contro 1 con palla Esercizi Attacco a metà campo Metodologia e tecnica Il miglioramento individuale Miglioramento di un esterno Concetti offensivi L’allenamento dei giovani 1c1 senza palla Collaborazioni d’attacco senza blocchi Contropiede, partiamo dalla mentalità Fondamentali e collaborazioni Esercizi Murphy Miglioramento difensivo
Fabrizio Frates Claudio Papini Kevin Eastman Carlo Recalcati Giovanni Piccin Giordano Consolini Ettore Messina
Marco Sanguettoli Bill Bayno Riccardo Izzo Alessandro Laudisa Marco Sanguettoli Mario De Sisti Maurizio Marinucci Stefano Bizzozi Carlo Recalcati Giovanni Papini Paolo Friso Marco Sanguettoli Enrico Ciuffo
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Esercizi per i fondamentali di Fabrizio Frates Rispetto degli spazi e sul movimento senza palla: la naturale propensione all'1 c 1 non deve essere esasperata in un prevedibile gioco di penetra e scarica senza sbocchi, ma si deve mantenere un accettabile movimento di palla che renda l'attacco piÚ fluido e dinamico e che permetta di giocare davvero su tutto il campo. L'Obbiettivo è quello di sensibilizzare gli atleti all'importanza delle corrette distanze sul campo, spingendoli a lavorare sempre piÚ senza palla con piccoli e grandi adeguamenti per facilitare la circolazione di palla e ottenere un sistema di gioco costruito sul passaggio e non sul palleggio. Particolare enfasi deve essere data al timing, il tempo dei passaggi.
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La ricerca del ritmo di tiro, il tempo del passaggio, è l'argomento dei primi 2 esercizi (diagr. 1, 2, 3 e 4): il giocatore con la palla deve cogliere il momento esatto per passare la palla al compagno in corsa in modo tale da consentirgli di prendere e tirare senza dover cercare aggiustamenti dell'equilibrio del corpo né della distanza da canestro. Deve distinguere il range di tiro del compagno (chi ha tiro da 3 riceverà fuori dalla linea e così via) e metterlo in ritmo, mentre chi riceve deve trovare i passi giusti, rallentando o accelerando a seconda del "tempo" (ci vuole orecchio...), mettere i piedi a canestro e sparare senza palleggi di aggiustamento. Il passaggio successivo (diagr. 5 e 6) è trovare il ritmo due volte, cominciando a riconoscere gli spazi e le distanze: chi riceve non può tirare, ma mette la palla per terra creando una nuova situazione. La lettura della reazione del compagno, movimento e spaziatura, si aggiunge al concetto di ritmo di tiro, spingendo gli atleti a collaborare per costruire insieme una situazione pericolosa. Particolare attenzione viene data al tipo di passaggio, sono consentiti anche passaggi in salto di uscita, e agli spostamenti del giocatore senza palla, che si preferisce siano laterali per avere sempre i piedi rivolti a canestro e le spalle a 90° con il ferro per ottimizzare i tempi di ricezione e tiro. La collaborazione viene ora estesa a 3 giocatori, che richiede ancora di più di mantenere il rispetto degli spazi e del timing. Viene introdotto il concetto di ribaltamento del fronte d'attacco (diagr. 7, 8, 9, 10 e 11) anche usando un solo passaggio skip e, analizzando le reazioni sul campo, si arriva alla costruzione del tiro con 1 e successivamente (diagr. 12 e 13) 2 passaggi. Delineate così una serie di semplici regole di spostamento fra giocatori esterni, si inserisce un giocatore d'area con cui costruire altrettante norme di collaborazione (diagr. 14 e 15) che facilitino la circolazione di palla e il rispetto degli spazi. Il giocatore interno viene spinto a migliorare il proprio gioco fronte a canestro lavorando sulla ricezione e tiro e sui passaggi di ribaltamento, sottolineando la necessità di vedere i 2 lati del fronte d'attacco e di non mettere la palla per terra, ma cercare collaborazioni fatte di passaggi rapidi e blocchi. Guardando la linea di fondo deve avere nel cono visivo tutti i compagni e leggere le situazioni di ribaltamento. Il passaggio consigliato è quello a 2 mani sopra la testa. Con queste regole, una volta inserita la difesa (diagr. 16 e 17) si può giocare anche situazioni di 3 c 3 con un giocatore interno, avendo cura di consigliare le letture in particolare al giocatore interno sui movimenti successivi al ribaltamento. Una regola facile è quella di muoversi in funzione della reazione del proprio difensore, scegliendo come opzione di bloccare la palla se la difesa è dentro l'area e può trovare difficoltà per recuperare una posizione aggressiva che le consenta di aiutare il difensore della palla. Avendo avuto cura di lavorare su queste regole senza difesa, si può passare a situazioni di campo aperto che prevedano l'applicazione di questi concetti e che in qualche caso forzino l'attacco a guardare tutto il campo, a cercare l'uomo libero, a giocare negli spazi, rispettando le distanze. E' il caso delle situazioni di 4 c 3 (diagr. 18, 19 e 20) dove la difesa può schierarsi a zona così come uomo contro uomo, avendo cura di marcare sempre la palla e i 2 attaccanti vicini ad essa, per costringere l'attacco a guardare il lato debole, a pensare al ribaltamento come a un modo per costruire il tiro. L'aggiunta del quarto difensore (diagr. 21, 22 e 23) renderà tutto più simile a una partita. I fondamentali di passaggio, palleggio sotto controllo e tiro sono naturalmente inseriti in questo contesto, ma lavorare quotidianamente su questi principi ha migliorato in particolare la sensibilità individuale della percezione del ritmo di gioco, la visione periferica e il gioco senza palla, aiutando i giocatori a valorizzare gli spazi e coinvolgendoli in un sistema d'attacco davvero collettivo dove l'iniziativa individuale non viene mortificata, ma solamente regolamentata dal rispetto dei principi di movimento di squadra. diagramma 1., 2., 3. e 4. - 2 file. Mettere in ritmo di tiro con un passaggio. Distinguere il range di tiro: passaggio fuori dalla linea da 3 per chi ha quella pericolosità, dentro per gli altri. Prendere i passi giusti. diagramma 5. e 6. - Chi riceve mette la palla per terra. Spostamenti conseguenti alla direzione di penetrazione. Se verso il fondo, giocare sull'ombra, se verso il centro spaziarsi allontanandosi. diagramma 7., 8., 9., 10. e 11. - Scegliere un lato tenendo conto del range di tiro. Reagire alla penetrazione, ricordando di coprire sempre l'angolo opposto. Aggiungere un passaggio skip e reagire di conseguenza alle penetrazioni dal centro e dal fondo. diagramma 12. e 13. - Penetro, scarico e metto in ritmo il compagno. Trovare le giuste distanze, non stare fermi senza palla. Creare un tiro con 2 passaggi. diagramma 14., 15., 16. e 17. - Collaborazioni con giocatore interno. Spaziatura in mezzo angolo (penetrazione dal centro) e spigolo (penetrazione sul fondo). Aprire il campo, ribaltare e leggere la difesa del giocatore interno. Esce aggressiva? Bloccare lontano. Copre l'area? Bloccare la palla.
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diagramma 18., 19. e 20. - Situazioni di 4 c 3 contro zona a triangolo e uomo contro uomo sul lato della palla. Guardare il lato debole, giocare nei buchi.
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diagramma 21., 22. e 23. - Situazioni di 4c4. Attaccare in penetrazione e rispettare spaziature e distanze. Leggere la difesa sul ribaltamento di palla.
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Esercizi polivalenti
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Diagramma 1. - I giocatori su due file in posizione di guardie. Il primo giocatore di ogni fila con palla. I centri (tre lunghi) si schierano agli angoli e nel semicerchio interno della lunetta prestando attenzione a ruotare le loro posizioni. L’esercizio viene eseguito contemporaneamente da entrambe le file e inizia con un passaggio dal centro all’angolo della lunetta. Il giocatore che passa finta un taglio interno e poi va esternamente al centro che gli ripassa il pallone. Esegue poi uno o due palleggi e ripassa al centro che, ricevuto il pallone, finta un tiro e poi passa nuovamente al compagno che ritorna verso il centro del campo. Il pallone torna al primo giocatore della fila, il giocatore che ha eseguito l’esercizio va in coda alla fila opposta e l’esercizio prosegue come descritto. Obbiettivo - Allenare e migliorare l’esecuzione di passaggio, palleggio e taglio dopo il passaggio. 1. Accuratezza dei passaggi. 2. Controllo del pallone. 3. Uso del corpo. 4. Finta e taglio. Diagramma 2. - I giocatori su due file e in posizione di guardie. Ciascun giocatore di una fila ha il pallone. All’angolo della lunetta sul lato del pallone è schierato un centro. Passaggio al centro, taglio finalizzato a portare un blocco per il giocatore dell’altra fila che ruota sul blocco e va verso il centro in lunetta. Il centro può passare ad entrambi i compagni che possono andare al tiro in sospensione. Chi tira recupera il pallone e i due esterni cambiano fila andando in coda a quella opposta. Il centro ha facoltà di muoversi lungo la linea di tiro libero. Dopo un certo numero di esecuzioni, l’esercizio viene ripetuto con il pallone in possesso dei giocatori dell’altra fila. Al tiro in sospensione può essere sostituito quello in entrata preceduto da una finta. Obbiettivo - Insegnare e migliorare l’esecuzione dei blocchi e la rotazione sugli stessi; allenare il tiro. 1. Correttezza del passaggio. 2. Esecuzione del blocco. 3. Rotazione sui blocchi. 4. Esecuzione dei tiri. Diagramma 3. - Guardie su due file nelle loro posizioni tradizionali, tutte in possesso del pallone. Le ali si dispongono sulle estensioni della linea di tiro libero nelle vicinanze delle linee laterali. Due centri si schierano agli angoli della lunetta avendo cura di scambiare di tanto in tanto le loro posizioni. La guardia passa al centro e va a bloccare per l’ala che ruota sul blocco fingendo il taglio a canestro. Dopo aver portato il blocco, la guardia ruota a canestro, riceve dal centro e va al tiro. Obbiettivo - Migliorare l’esecuzione del passaggio, dei blocchi, delle finte e dei tagli. 1. Esecuzione del passaggio. 2. Controllo del corpo. 3. Esecuzione dei blocchi e delle finte. Diagramma 4. - Disposizione dei giocatori come diagramma 3. Il passaggio della guardia è per l’ala che esegue una finta in allontanamento e torna per ricevere. Dopo aver passato, la guardia taglia alle spalle dell’ala che passa al centro e, fingendo di ritornare alla posizione di partenza, taglia poi verso la lunetta. Il centro può passare a uno dei due compagni o tentare il tiro. L’esercizio procede alternando il lato di esecuzione e con i centri che ruotano nelle tre posizioni indicate. L’esercizio può prevedere la variante del passaggio consegnato dell’ala per la guardia che taglia alle sue spalle. In questo caso la guardia va al tiro e l’ala ripete il taglio verso la lunetta. Obbiettivo - Migliorare il gioco a due guardia-ala. 1. Esecuzione dei tagli. 2. Proprietà delle finte. 5
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Diagramma 5. - Disposizione dei giocatori come diagramma 4. Si inizia con il passaggio della guardia all’ala che esegue un taglio a V con la finta in allontanamento dal pallone. La guardia poi taglia con un cambio di velocità esternamente al centro (che funge da blocco) e va verso la posizione di post basso. Dopo il passaggio della guardia, l’ala passa al centro e va a bloccare per la guardia che risale verso il pallone. Il centro può passare alla guardia o all’ala che, dopo aver bloccato, scivola a canestro. L’esercizio viene eseguito alternativamente sui due lati mentre i centri ruotano nelle tre posizioni illustrate. Obbiettivo Perfezionare il gioco guardia-ala con l’uso dei blocchi. 1. Controllo del corpo. 2. Esecuzione dei tagli. 3. Impiego dei blocchi. Diagramma 6. - Questo esercizio è quasi identico al precedente dal quale si differenzia per il passaggio dell’ala che, anziché passare al centro, passa alla guardia che esce sulla linea di fondo. L’ala poi blocca per il centro e la guardia ha la doppia possibilità di passare al centro o all’ala che ruota a canestro dopo aver bloccato. Obbiettivo - - Migliorare il gioco guardia-ala combinato con l’intervento del post alto. 1. Esecuzione dei tagli. 2. Controllo del corpo.
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Diagramma 7. - Lo schieramento si differenzia dal precedente per la presenza di un solo centro schierato in lunetta (l’altro si schiera nelle file occupate dalle ali). L’esercizio prende il via con il passaggio della guardia in possesso del pallone al centro. La guardia esegue una finta e, cambiando direzione e velocità, taglia verso l’ala sul lato opposto per la quale esegue un blocco. L’ala va sul blocco e con un taglio V risale incontro al pallone che riceve dal centro. Ricevuto il pallone, l’ala finta il tiro e poi passa alla prima guardia della fila schierata sul suo lato. La guardia e l’ala che hanno eseguito l’esercizio vanno in coda alle file opposte e l’esercizio prosegue nello stesso modo con una esecuzione speculare sull’altro lato del campo. Obbiettivo - Allenare i giocatori sui tagli e sui blocchi con l’impiego del centro nel ruolo di distributore del pallone. 3. Esecuzione dei tagli. 4. Controllo del corpo. 5. Uso dei blocchi. Diagramma 8. - Lo schieramento dei giocatori è identico a quello dell’esercizio precedente ma lo sviluppo è diverso per quanto riguarda il comportamento della guardia. Dopo aver passato al centro in lunetta, infatti, la guardia finta verso l’interno del campo e cambia direzione e velocità andando a bloccare in favore dell’ala sul suo lato. L’ala finta verso il fondo e sale sul blocco ricevendo il passaggio del centro che ha fintato l’esecuzione di un tiro. L’ala riceve, finta il tiro e poi passa alla guardia sul lato opposto che continua 6
l’esercizio passando al centro. Guardia e ala vanno in coda alle file opposte e l’esercizio prosegue come descritto con un numero di ripetizioni deciso dall’allenatore. Obbiettivo - Allenare il gioco guardia-ala con il coinvolgimento del centro in lunetta. 1. Esecuzione dei tagli. 2. Uso del corpo. 3. Impiego dei blocchi. 4. Esecuzione delle finte.
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Diagramma 9. - La disposizione dei giocatori è ancora la stessa dei due esercizi precedenti e l’esercizio prevede il suo sviluppo con l’ esecuzione contemporanea dei movimenti eseguiti alternativamente nel diagramma 7. La guardia in possesso del pallone passa al centro in lunetta, finta verso l’esterno e taglia con un cambio di direzione andando a bloccare per l’ala nelle vicinanze della posizione di post basso. La prima guardia della fila opposta esegue lo stesso movimento (come se avesse passato al centro), incrociando così con il compagno, e va a bloccare per l’ala sull’altro lato. Dopo aver fintato il tiro, il centro passa il pallone all’ala che ha ricevuto il blocco della guardia che ha passato al centro. L’ala finta il tiro e poi passa alla guardia sul suo lato che dà il via al nuovo turno con il passaggio al centro. Guardia e ala vanno in coda alle file opposte a quelle originarie. Obbiettivo - Allenare l’incrocio sul post in lunetta in combinazione con i blocchi per le ali. 1. Controllo del corpo. 2. Sincronismo dei movimenti (la guardia senza palla taglia dopo quella che esegue il passaggio al centro). 3. Tempismo. 4. Uso dei blocchi. Diagramma 10. - L’esercizio inizia con un passaggio fra le guardie seguito dal passaggio al centro in lunetta. La guardia che passa al centro porta poi un blocco per l’altra guardia che taglia sul blocco e porta a sua volta un blocco per la guardia che ha bloccato in suo favore. Le due guardie vanno poi verso le linee che delimitano l’area dei tre secondi (in posizioni più o meno profonde) dove bloccano per le due ali che hanno fintato verso il centro del campo per poi tagliare verso canestro. Le ali, che in situazione di gioco potrebbero ricevere il passaggio del centro per andare a canestro in entrata, ruotano sul blocco per ricevere il passaggio del centro. Obbiettivo - Lavorare sui blocchi fra le guardie, sui tagli e sulla rotazione sui blocchi delle ali. 1. Controllo del corpo. 2. Esecuzione dei blocchi. 3. Tagli e movimenti sui blocchi. 4. Coordinazione. Diagramma 11. - Con la disposizione dei giocatori immutata, l’esercizio inizia con il passaggio da una guardia all’altra seguito dalla finta della guardia che passa che si allontana e poi ritorna verso il centro del campo. L’altra guardia passa all’ala sul suo lato, che ha eseguito un taglio a V, e taglia decisamente verso la posizione di post basso. L’ala passa alla guardia che ha iniziato l’esercizio e poi scivola basso affiancandosi alla guardia. Sul lato opposto, l’ala esegue un profondo taglio a V e sale verso l’angolo della lunetta dove riceve il passaggio della guardia che poi segue il passaggio tagliando esternamente al compagno al quale ha passato il pallone. Il centro abbandona la lunetta e va a ruotare sul doppio blocco portato sul lato destro del campo da guardia e ala e poi torna alla sua posizione originaria. L’ala col pallone lo passa poi alla prima guardia della fila sul lato opposto al suo e l’esercizio prosegue con la sequenza descritta. Obbiettivo Migliorare il ritmo di esecuzione con un insieme di movimenti che coinvolgono tutti i giocatori. 5. Tempismo e ritmo dell’ esecuzione. 6. Esecuzione dei blocchi. 7
7. Accuratezza dei passaggi. 8. Esecuzione delle finte.
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Diagramma 12. - I giocatori sono schierati nel modo consueto, ma con l’assenza di un centro in lunetta, e agli angoli della stessa sono posti due ostacoli (coni o sedie). Ogni coppia di guardie ha un pallone in modo che il possesso sia alternato per ciascuna fila per consentire una esecuzione speculare per ogni gruppo di giocatori. L’esercizio inizia con il passaggio di una guardia all’altra ed il successivo passaggio per l’ala. Le due guardie fingono il taglio in allontanamento e poi tornano incontro al pallone che viene ribaltato sull’altro lato del campo con il passaggio della guardia che ha iniziato l’esercizio per l’ala sul suo lato. Entrambe le ali fintano di allontanarsi e tagliano a V per tornare e ricevere il passaggio. La prima ala che ripassa alla guardia taglia poi fra gli ostacoli e riceve il passaggio dell’altra ala che ripete il taglio fra gli ostacoli seguendo il compagno al quale ha passato il pallone. Le guardie e le ali vanno in coda alle rispettive file avendo cura di cambiarle ad ogni esecuzione. Obbiettivo - Migliorare l’azione combinata fra le coppie di guardie e di ali con il corretto tempismo di 1. Sincronismo dell’azione. 2. Esecuzione delle finte. 3. Tempismo dei tagli. 4. Accuratezza dei passaggi. Diagramma 13. - I giocatori sono divisi in tre gruppi che formano tre file: due sono nelle posizioni di guardie e una in angolo nella posizione di ala. La distanza fra le tre file è determinata dall’allenatore e il primo giocatore della fila sul lato opposto a quello dove sono schierati i compagni in posizione di ala ha il possesso del pallone. L’esercizio inizia con il passaggio da guardia a guardia seguito da una finta e dal taglio in area sulla destra del giocatore che ha eseguito il passaggio. Il passaggio successivo è verso l’ala in angolo ed è seguito dal taglio della guardia che ripete in modo speculare il primo taglio (quindi verso la sinistra dell’area). L’ala passa alla guardia che taglia e che va a concludere con un tiro da sotto. Dopo aver passato, l’ala entra in area posizionandosi vicino alla parte tratteggiata del cerchio e l’altra guardia è incaricata del rimbalzo. I passaggi usati, salvo diversa decisione dell’allenatore, sono a due mani dal petto o battuto a terra. Obbiettivo - Migliorare la circolazione esterna del pallone, il passaggio dentro sull’incrocio delle guardie e la posizione al rimbalzo. 1. Esecuzione dei passaggi (soprattutto alla guardia che va al tiro: non deve palleggiare). 2. Esecuzione delle finte. 3. Sincronismo. Nota - In questo esercizio, la rotazione dei giocatori assicura continuità utile a simulare una condizione di gioco nella quale la squadra che difende adotta il pressing a tutto campo su canestro subito. La guardia che recupera il pallone esce oltre la linea di fondo e passa all’ala che è uscita dall’area per ricevere la rimessa. Il pallone va poi alla fila il cui giocatore ha iniziato l’esercizio cosicché può essere iniziata una nuova sequenza. Durante la rotazione il passaggio usato è a due mani sopra il capo. Diagramma 14. - Dopo un numero di ripetizioni deciso dall’allenatore, l’esercizio prosegue con l’aggiunta di un passaggio nella sua fase finale. A tirare è il giocatore che ha ricevuto il primo passaggio e che riceve nuovamente, sottomano, dall’altra guardia che, in questo caso, finta il tiro e passa al compagno. La rotazione per la prosecuzione dell’esercizio è la stessa e comincia con la guardia che ha tirato che recupera il pallone e riapre. Obbiettivo - A quelli dell’esercizio precedente, va aggiunto il miglioramento del tiro da sotto con la mano debole. 1. Tutti i punti elencati nell’esercizio precedente. 2. Uso della mano debole.
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Diagramma 15. - L’aggiunta di un ulteriore passaggio nella fase finale dell’esercizio fa si che vada al tiro il giocatore che occupa la posizione di ala. Una sequenza così concentrata di passaggi ravvicinati e all’interno dell’area potrebbe portare ad una infrazione di tre secondi. L’adozione di un accorgimento evita questo rischio, dovuto principalmente alla velocità di esecuzione dei passaggi, e permette di introdurre e di perfezionare l’assunzione di una buona posizione per andare a rimbalzo offensivo. Entrambe le guardie, dopo aver passato, escono e si schierano nei pressi delle posizioni di post basso pronte al rimbalzo. L’ala esegue il tiro in sospensione dalla linea tratteggiata del cerchio e l’esercizio procede con la solita rotazione. Anche in questo caso il passaggio finale è sottomano ma va considerata l’opportunità di un passaggio battuto a terra per preparare i giocatori a battere il difensore che tiene le braccia alte. Obbiettivo Rimangono validi gli obiettivi citati nei due esercizi precedenti. 1. Tutti punti precedenti. 2. Posizione sui rimbalzi.
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Diagramma 16. - La parte terminale dell’esercizio può essere modificata e completata con l’aggiunta di alcuni movimenti che permettono di lavorare sulla reattività. Ricevuto il pallone nei pressi della parte tratteggiata del cerchio, l’ala finta di tirare in sospensione e passa ad una delle due guardie che lasciano la loro posizione per il rimbalzo per prepararsi al tiro da sotto. Dopo il tiro, l’esercizio procede con il solito sviluppo. Obbiettivo - Aggiungere ai precedenti, la reattività dei giocatori vicini al canestro in una parte del campo ad alta percentuale di tiro. 1. Tutti i punti precedenti. 2. Esecuzione della finta di tiro (in particolare dell’ala che deve attirare su di sé la difesa). 3. Sinergia di azione fra ala e guardie (non devono muoversi fino a che l’ala non inizia la finta di tiro). 4. Uso di entrambe le mani nel passaggio finale (una mano sopra il capo). Diagramma 17. - Per incrementare il lavoro di gestione e controllo del pallone, simulando situazioni di pressione difensiva nel gioco effettivo, può essere introdotta la variante che prevede la collocazione di un giocatore in ala sul lato libero (quello sinistro durante l’ esecuzione sulla destra) e di un centro in lunetta. La guardia che recupera il pallone dopo il tiro esce sul fondo e rimette in gioco passando al giocatore in ala. Su questo passaggio, l’ala diventa difensore e va a controllare il possessore del pallone mentre il centro lascia la lunetta ed esce lateralmente per ricevere il passaggio e consegnare a sua volta al primo giocatore della fila. Chi esegue la rimessa in gioco assume la posizione in angolo, il giocatore in angolo va in lunetta, il centro va in coda alla fila alla quale ha passato. Obbiettivo - Tutti i precedenti e il miglioramento della rimessa in gioco. 1. Tutti i punti precedenti. 2. Intervento difensivo. Nota - L’esercizio può e deve ovviamente essere eseguito su entrambi i lati per consentire l’applicazione di tutti i movimenti con le peculiarità tipiche derivanti dai due sensi di esecuzione e rotazione.
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USO DEI FONDAMENTALI Claudio Papini Penso che da un lavoro analitico è infatti possibile ottenere miglioramenti anche da giocatori adulti. Si afferma che le esecuzioni più belle siano quelle non apprese, ma su questa affermazione sono d’accordo solo in parte. Oggi, le esecuzioni che una volta erano considerate frutto di intuizione e virtuosismo, non sono più una prerogativa dei giocatori di talento, ma vengono eseguite anche da atleti meno dotati e, magari, apprese attraverso esempi visivi o insegnate, perché no, dai loro istruttori. I fondamentali sono i mezzi tecnici necessari per giocare una partita secondo il regolamento e nell’insegnarli seguo tre regole, come ho affermato anche in articoli precedenti: 1. Il COME 2. Il PERCHE’ 3. Il QUANDO COME: esecuzione del fondamentale in funzione di una situazione di gioco da risolvere PERCHE’: la situazione di gioco QUANDO: è il momento della scelta, sia del fondamentale, che del tipo di esecuzione Il compito dell’allenatore è di informare i giocatori delle varie esecuzioni adeguate a risolvere le situazioni di gioco che si presentano durante una partita. Il COME si deve attuare in funzione del PERCHE’, il QUANDO è prerogativa del giocatore: - lui in campo - è lui che deve leggere la situazione di gioco - è lui che deve fare la scelta adeguata, sia del fondamentale, che dell’esecuzione più idonea a risolvere la situazione di gioco che si evidenzia. Quindi, più informazioni avrà ricevuto su come fare in funzione del perché, più ampia sarà la sua capacità di scelta. Pertanto, più possibilità di utilizzare, sia il fondamentale, che l’esecuzione nel modo più opportuno e sarà in grado di modificare la scelta iniziale, qualora dovesse cambiare la situazione di gioco Partenza in palleggio da posizione statica Tre le regole: 1. Difesa lontana: si tira 2. Difesa vicina: si penetra 3. Difesa distanza ibrida: Finta di tiro, difesa reagisce: penetro o passo e tiro Finta di tiro, difesa non reagisce: tiro
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Diagramma 1. - Attaccante con palla, in posizione fondamentale, nella fascia centrale del campo. COME : partenza incrociata sulla destra PERCHE’ : piedi del difensore sulla stessa linea QUANDO: l’attaccante è destro ed in quella situazione partire incrociato a destra del difensore è la situazione più favorevole Diagramma 2. - Con palla ricevuta nella mano sinistra, strappare portando la palla da sinistra a destra e battere il difensore, facendo un passo incrociato. Diagramma 3. - Se il difensore sulla partenza incrociata reagisce correttamente ed impedisce la penetrazione, l’attaccante facendo perno sul piede interno, fa un giro in palleggio. E’ importante che l’attaccante sul giro, ruoti la testa per rendersi conto se il difensore ha reagito a questo altro movimento. 10
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Esercizio di uno contro uno agonistico Autopassaggio - Diagramma 4. - Un difensore sotto canestro, un attaccante con palla fuori dalla linea del tiro da tre punti. L’attaccante fa un auto-passaggio, recupera palla, fa arresto ad un tempo e poi si gioca uno contro uno, in base alle soluzioni viste in precedenza e a come si dispone il difensore. Passaggio del difensore - Diagramma 5. - Stessa disposizione dell’esercizio precedente, ma giocando su tutta la metà campo e con la palla nelle mani del difensore, il quale passa all’attaccante e poi va a marcarlo. Giocare senza palla - Per giocare uno contro uno è basilare il riuscire a ricevere palla in un punto del campo voluto e dove si è a distanza di tiro. E’ l’attaccante che inizia a creare una situazione a lui favorevole. Con il difensore che anticipa, l’attaccante fa un passo di condizionamento, cioè un passo verso la palla, per provocare una reazione della difesa. Vediamo le diverse possibilità: Diagramma 6. - La difesa non reagisce al passo di condizionamento: l’attaccante, con un cambio di direzione e velocità, taglia davanti al difensore, mano interna alta come punto di riferimento a chi deve passare. Diagramma 7. - La difesa reagisce accentuando l’anticipo: il difensore taglia dietro la schiena del difensore, sempre chiamando palla con la mano.
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Uno contro uno dopo smarcamento e ricezione - Diagramma 8. - Uno contro uno in posizione di ala sul lato destro del campo. Dopo la ricezione l’attaccante fa un arresto a due tempi e fronteggia il canestro: se il difensore è sbilanciato, l’attaccante che ha palla sulla mano sinistra, strappa palla, portandola velocemente sull’altra mano e fa un’entrata incrociata con la mano destra. Diagramma 9. - Se il difensore è in ritardo, l’attaccante entra con partenza omologa, cioè stessa mano stessa piede, in questo caso la mano e la gamba sinistra. Diagramma 10. - Se invece la difesa si dispone in modo tale da non permettere né la partenza incrociata, né quella omologa, allora l’attaccante esegue un giro in palleggio, usando il piede interno come piede perno. 11
Naturalmente, la prima soluzione, nel caso il difensore sia distante al momento in cui l’attaccante riceve palla, è quella di tirare subito in sospensione Lettura del gioco – Diagramma 11- Inizio: 3 c. 0 - 1, 2 e 3 sono in fila, oltre la linea di fondo campo, dietro il canestro. 1, con palla, partendo dalla posizione fondamentale, va in palleggio verso l'alto e si arresta oltre la linea del tiro da tre punti, con spalle a canestro. 2 e 3 seguono senza palla e si arrestano a metà dell'area dei tre secondi. Verifiche: partenze, specificatamente la omologa, cioè stesso piede, stessa mano di 1 in palleggio e partenza di 2 e 3 senza palla, che, per essere efficace deve essere eseguita con il piede opposto al piede perno che deve essere spinto in avanti e non portato dietro.
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Una volta arrestatosi e chiuso il palleggio, 1 ha una sola possibilità per muoversi, usare il piede perno, cioè compiere mezzi giri frontali e dorsali. In questo caso esegue un mezzo giro frontale (che sarà usato per tagliar fuori il difensore quando sarà marcato). Diagramma 12. - Se nello stesso istante in cui 1 inizia a girarsi verso canestro, facendo perno sul piede destro, 2 e 3 escono dall'area per ricevere palla. 1 ha due possibilità di passaggio, una a sinistra e l'altra a destra. Diagramma 13. - Se la continuità dell'esercizio prosegue in questo modo. 1 passa a 2 e taglia in dai e vai. Se non riceve palla da 2, 1 continua fin sotto canestro e si apre per poi uscire in ala bassa. Diagramma 14. - Se 3 scala e occupa il posto di 1 per ricevere da 2, mentre 1 fa un movimento di smarcamento e riceve il passaggio da 3 oppure 3 cambia con 2.
Diagr. 14
1 c. 1 con un appoggio - Stesso movimento visto in precedenza, con 2, che, anziché aprirsi in ala, diventa difensore e va a marcare 1: 3 serve solo da appoggio o a formare degli angoli di passaggio. 1, dopo aver effettuato il mezzo giro frontale, con perno il piede sinistro, per disporsi fronte a canestro, passa a 3, portando avanti il piede destro ed effettuando quello che chiamo il "passo di condizionamento", perchè condiziona il movimento del difensore. Soluzioni * Se il difensore 2 reagisce, anticipando in modo eccessivo, 1 esegue un taglio dietro (diagr. 15). * Se il difensore 2 non reagisce al passo di condizionamento, 1 taglia davanti (diagr. 16). * Se 3 non riesce a passare la palla a 1 sul taglio, 1 va fin sotto canestro, sempre guardando 3, che ha palla, e va in angolo basso (diagr. 17). A questo punto 3 palleggia verso la fascia centrale del campo e 1 si smarca per ricevere sull'altro lato del campo. Lo smarcamento deve essere effettuato per linee spezzate e si deve ricevere palla in una zona dove si possa essere pericolosi, quindi non troppo lontani da canestro (diagr. 18).
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Diagr. 15
Diagr. 16
Diagr. 17
Ricezione statica * Se 1 riceve staticamente ed ad una distanza di tiro a lui congeniale, deve effettuare subito il tiro, se la difesa è lontana (diagr. 18). * Se, invece, la difesa è vicina, può effettuare o la partenza in palleggio incrociata oppure quella omologa, stesso piede, stessa mano, ed andare a canestro (diagr. 19 e 20). Ricezione dinamica
Diagr. 18
Diagr. 19
Diagr. 20
* Se 1 riceve in movimento ed il difensore 2 si è sbilanciato per recuperare l'anticipo, 1 "strappa" la palla, cioè al momento della ricezione, la afferra e facendola passare sotto le ginocchia, portandola dalla parte opposta alla quale ha ricevuto, effettua una partenza incrociata, con perno sul piede dietro e va a canestro (diagr. 19). * Se il difensore impedisce sia la partenza omologa, che incrociata, mettendosi tra la palla e canestro, si esegue un giro dorsale o un cambio di senso (diagr. 20). 1 c. 1 con due appoggi - Lo stesso esercizio "trenino" si può attuare con due punti d'appoggio e facendo partire dalla linea di fondo quattro giocatori. Il primo in palleggio, 1 è l'attaccante, 2, dietro di lui è il difensore e gli altri due, 3 e 4 si dispongono in ala e servono come appoggio (diagr. 21 e 22).
Diagr. 21
Diagr. 22
Diagr. 23
1, dopo l'arresto, viene a trovarsi in una situazione difficile per riuscire a passare la palla ad un compagno libero se: * ha smesso di palleggiare * si trova spalle a canestro * è marcato in maniera molto aggressiva * il difensore sa che l'attaccante non può partire in palleggio
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Per disporsi fronte a canestro e muovere la palla, 1 ha una sola possibilità: lavorare sul piede perno e tentare di tagliar fuori la difesa con giri dorsali e frontali (diagr. 23). L'esercizio inizia nel solito modo, con quattro giocatori in fila sotto canestro con 1 con la palla, che palleggia, schiena a canestro, ed esce dall'area. 1 è l'attaccante e 2 il difensore, mentre 3 e 4 fungono solo da appoggio. Diagramma 24 - Movimenti di 1 : Piede perno e giro frontale : 1 si dispone fronte a canestro, facendo perno sul piede sinistro e usando un giro frontale. Se il difensore reagisce con una scelta di movimento appropriata, 1 continua il giro e ribalta la situazione e, con la gamba destra ed il sedere taglia fuori il difensore.
Diagr. 24
Diagr. 25
Diagr. 26
Collaborazione a due : Se la difesa: a) non reagisce alla finta di passaggio, 1 passa a 3, in questo esempio, e taglia davanti alla difesa (diagr. 25); b) reagisce in maniera eccessiva, 1 fa un taglio dietro la schiena di 2 (diagr. 26). Se durante il taglio 1 non riesce a smarcarsi per ricevere palla, 1 continua il taglio ed esce dall'area dei tre punti sul lato opposto alla palla in posizione d'ala bassa (diagr. 27). 4 sale e va al posto di 1 e 3 passa a 4, mentre 1 si smarca per giocare uno contro uno con 2 sull'altro lato (diagr. 28).
Diagr. 27
Diagr. 28
Diagr. 29
Soluzioni per l'attaccante 1 con palla: * se il difensore è lontano, tira; * se il difensore è vicino, penetra in palleggio; * se il difensore è ad una distanza intermedia, finge il tiro e penetra in palleggio. Le soluzioni senza palla di 1 sono le stese viste nell'articolo precedente quando abbiamo parlato dell'1 contro 1 con un appoggio. Trenino a 5 : 2 c. 2 con un appoggio : Facciamo ora un ulteriore passo in avanti, cioè il "trenino" a cinque, cioè un due contro due con un appoggio. Partiamo sempre dalla stessa disposizione vista in precedenza: cinque giocatori in fila sotto canestro con la palla al primo giocatore della fila. 1 palleggia con la schiena rivolta a canestro ed esce dall'area in posizione centrale, 2 è il difensore che lo marca, 3 è l'altro difensore che ha la schiena rivolta anch'egli a canestro, 4 è l'altro attaccante e 5 è l'appoggio. 3 non può girare la testa per vedere 4 che esce e si apre e marca 4 solo quando 4 entra nel suo campo visivo periferico. 5 andrà nella direzione opposta a quella di 3 e 4. Si gioca quindi con le stesse regole e movimenti visti in precedenza (diagr. 29 e 30). Trenino a 6 : 3 c. 3 : E' questa l'ultima fase dell'esercizio, in cui dopo una progressione di 1 c. 1 e 2 c. 2 giungiamo ad un 3 c. 3, con le stesse identiche regole e movimenti visti in precedenza. In questo caso 1 è l'attaccante con palla marcato da 2, 3 difende su 4 e 5 difende su 6. 3 e 5 difendono sempre di schiena e si aprono solo quando 4 e 6 entrano nel loro campo visivo periferico (diagr. 31 e 32). 14
Le soluzioni previste dal 3 c. 3 sono quelle di: * dai e vai * dai e cambia * dai e segui. I vantaggi di questo esercizio in progressione sono: a) non vi sono tempi morti b) i giocatori ruotano nelle diverse posizioni c) imparano ad occupare i giusti spazi d) applicano le appropriate esecuzioni dei fondamentali senza palla e con palla e) si allenano su situazioni reali di gioco
Diagr. 30
Diagr. 31
15
Diagr. 32
ESERCIZI SUI FONDAMENTALI Kevin Eastman Molti giocatori ed allenatori passano il tempo facendo esercizi, ma senza rendere ogni esercizio agonistico. Fare esercizi agonistici sarà quello che distinguerà i tuoi allenamenti da quelli degli altri. Più agonistici rendi i tuoi esercizi più intensità vi sarà in partita. Ci sono tre forme di sfida: 1) Sfida contro te stesso 2) Sfida con il cronometro 3) Sfida contro un avversario Sfida contro te stesso : sfida te stesso ogni giorno per fare un tiro o una ripetizione in più, per saltare un centimetro più in alto. Devi essere solo interessato a cosa hai fatto ieri e se riuscirai oggi a battere ciò che hai fatto ieri. Sfida con il cronometro : cerca di vedere quante ripetizioni riesci a fare in un certo periodo. La sfida più importante, in questo caso, è vedere se riesci a migliorare il numero di ripetizioni nello stesso lasso di tempo. Sfida contro un avversario : chiaro e semplice - sei tu contro l'altra persona - chi fa meglio, chi fa di più, chi salta più in alto, etc., vince. Competere ogni giorno è qualcosa che devi fare se vuoi diventare un giocatore. Sfida te stesso in ogni esercizio che fai. Raggiungi il più alto livello possibile con queste sfide! Gli esercizi sono la base. L'allenamento è la base. Le capacità individuali sono la base. La vera battaglia sta nelle ore di lavoro, nella fatica, nella frustrazione, nella sudore e nella necessaria disciplina. Il giocatore trova un modo per superare tutto questo e ancora di più, perché ha la passione per il gioco che lo aiuta a reagire a tutto quello che trova sulla sua strada. Infine, cerca di comprendere che il basket è un gioco di transizione - di costante movimento avanti ed indietro, da un lato all'altro del campo. E' breve il tempo in cui resti fermo. Lo stesso vale per il modo in cui ti alleni. Ti devi sempre muovere...non puoi semplicemente star fermo! Per diventare un giocatore devi avere la forte volontà di lavorare molto duro. Più tenacemente ti alleni, e maggiori saranno i tuoi progressi come giocatore. Non di far passare solo il tempo. I giocatori di basket non devono avere questo atteggiamento, ma provare sempre a migliorare le proprie capacità. Quello che realmente differenzia un giocatore, da qualcuno che semplicemente gioca, è che il giocatore vero si allena con obiettivi precisi e facendo fruttare il tempo passato in palestra. Si allena con la stessa velocità di partita, anche negli esercizi che simulano la partita. CHE COSA SI OTTIENE CON QUESTI ALLENAMENTI * Sviluppano la mentalità del : "lavoriamo più duro"! * Svilupperanno una maggiore sicurezza nelle tue capacità! * Miglioreranno le tue qualità! * Ti permette di lavorare sul "tuo gioco"! * Manterranno alto il tuo tono atletico! * Trasformeranno una debolezza in un punto di forza! COSA DEVE ESSERE FATTO PER FARE UN BUON ALLENAMENTO 1) Devi andare ad una velocità uguale o superiore a quella che servirà in una partita! 2) Ogni volta che ti senti stanco, interrompi l'esercizio ed esegui 3-5 tiri liberi. Non abusare di questa possibilità. Devi usarla solo quando ti senti malato o veramente stanco, non perchè sei dolorante o non ti va di allenarti. 3) Non eseguire gli esercizi a velocità ridotta, perchè non ti servono. Devi mettere il massimo sforzo in ogni esercizio, ogni giorno 4) Non puoi "voler essere bravo" solo nel giorno della partita. Devi "voler esser bravo" ogni giorno della stagione estiva, per prepararti ad aver successo durante il campionato 5) Non dire a te stesso come stai per diventare bravo: allenati e basta! SUGGERIMENTI PER TUTTI GLI ESERCIZI DI TIRO 1. Ogni seduta d'allenamento dovrebbe prevedere tiri usati in partita, dalla posizione di gioco tipica, alla 16
velocità della partita. * Tiri usati in partita: in uscita da un taglio? Dopo un palleggio? Dopo una finta di tiro? * Posizioni di gioco: immaginati, nell'attacco della tua squadra, dove la tua posizione ha più occasioni di tiro. * Velocità di gioco: esegui tutti i tiri con la stessa intensità dei tiri attuati in partita. 2. Durante tutto l'allenamento, utilizza i seguenti tipi d'esercizi: 1) Esatta posizione di tiro: meglio curare la posizione all'inizio e alla fine della seduta; eseguendo il tiro con la forma perfetta, tralasciando la velocità. 2) Contrasto del tiro senza contatto: ogni tiro che fa nella stagione estiva dovrebbe avere una mano che contrasta il tiro o un giocatore intorno - questa è una situazione uguale alla partita 3) Forte contatto (senza toccare la palla): non si può stoppare il tiro, ma si può commettere fallo sul braccio, sul polso, sui fianchi, sulle ginocchia. 4) Ogni tipo di contatto fisico: l'allenatore toglie equilibrio e/o concentrazione al tiratore (senza, però, che i giocatori si possano infortunare). 3. Gli esterni devono tirare e fare gli esercizi con un debole contatto sul polso e sugli avambracci soprattutto. I lunghi devono imparare ed accettare che ci sarà sempre contatto col corpo in area e devono tirare, subire fallo e segnare. 4. Aggiungere i seguenti tipi d'esercizio ogni giorno: a) Ricevi e tira b) Taglia - ricevi - tira c) Taglia - finta di tiro - un palleggio e tiro d) Taglia - ricevi - finta di tiro - un palleggio e tiro e) Ricevi - penetrazione veloce e tiro 5. Aggiungi almeno 10 tiri in sospensione e/o tiri da sotto a tutto campo, con alta intensità per ogni seduta d'allenamento. SU COSA LAVORARE QUANDO SI GIOCA UNO CONTRO UNO O DUE CONTRO DUE 1. Come sta difendendo su di te il tuo avversario? Lunghi: a) frontale; b)dietro; c) tre-quarti fianco alto; d) tre-quarti fianco basso Esterni: a) di fronte; b) indirizzando a fondocampo; c) indirizzando verso il centro; d) difende duramente/stretto; e) flottando; f) quale piede ha in avanti. 2. Suggerimenti sui tagli: cambia la tua velocità nel tentativo di "gelare" la difesa, specialmente se non possiedi la velocità del tuo difensore. 3. Per il lungo: se decidi di andare dentro l'area e poi fuori, stai comunicando al tuo compagno di squadra che non ti piace la tua posizione di post alto; a questo punto, è tua responsabilità trovare una posizione di post alto migliore. 4. Per il lungo: a) ottieni sempre una buona posizione iniziale di post alto; b) devi avere un movimento preferito, ma anche lavorare su tutti i quattro movimenti, che è obbligatorio imparare; c) sii pronto a tirare subendo un fallo; d) preferiamo che non si palleggi, ma, comunque, ne permettiamo uno. 5. Per l'esterno: preferiamo un solo movimento in palleggio, ma,comunque, ne permettiamo due. 6. Esegui i tuoi giochi di uno contro uno o due contro due, dopo aver sviluppato che le proprie capacità, come premio per il tuo duro lavoro. ESERCIZI DI RISCALDAMENTO DA FERMI 1) Avanti ed indietro: Un pallone A. Farlo rimbalzare contemporaneamente Due palloni B. Palleggi alternati 17
C. Palleggio creativo 2) Palleggio molto forte sul posto Un pallone A. Cambia/varia l'altezza del palleggio Due palloni B. Cambia/varia l'altezza del palleggio 3) Palleggi veloci * Dentro-fuori * Incrociati * Da davanti a dietro * Sotto le gambe * Esegui tutti gli esercizi di palleggio con entrambe le mani. IN MOVIMENTO 1) Avanti ed indietro a tutto campo : Il giocatore palleggia lungo il campo con la mano destra e ritorna con la mano sinistra. Tiene gli occhi fissi sul canestro opposto. Corre a tre-quarti della massima velocitĂ e ripete l'esercizio per quattro volte (diagr. 1). 2) Avanti ed indietro con due palloni : Come nell'esercizio precedente, ma questa volta il giocatore palleggia con due palloni. Percorre il campo due volte palleggiando simultaneamente e due volte con palleggio alternato (diagr. 2). 3) Palleggio sul posto : Il giocatore rimane fermo sul posto ed esegue un palleggio molto forte, per 15/30 secondi con la mano destra e poi con la mano sinistra. Variare l'altezza del palleggio ed eseguire l'esercizio con uno e due palloni (diagr. 3)
Diagr. 1
Diagr. 2
Diagr. 3
Esercizi di palleggio veloce 1. Il giocatore esegue per 20 secondi i seguenti palleggi, alla maggiore velocitĂ possibile e tenendo la palla al di sotto delle ginocchia. Eseguire questi esercizi con un pallone o due. a) Dentro-fuori b) Palleggi incrociati c) Di fronte e dietro 2. Con un solo pallone esegue un palleggio incrociato sotto le gambe. ESERCIZI DI PALLEGGIO * Per tutti gli esercizi usare entrambe le mani; negli esercizi a tutto campo lavorare sul cambio di velocitĂ lento-veloce, veloce-lento-veloce. Palleggio a tutto campo con tiro da sotto Il giocatore inizia da una posizione di post basso e palleggia fino alla sedia, poi esegue uno di questi movimenti in palleggio: A. palleggio in velocitĂ ; B. cambio di mano incrociato davanti; C. dentro-fuori. Quando arriva all'ultima sedia esegue il movimento in palleggio, poi va a tirare da sotto. Si gira e ripete l'esercizio tornando indietro alla posizione iniziale (diagr. 4). Una volta che ritorna nella posizione originale esegue di nuovo l'esercizio con il tipo di palleggio successivo. Palleggio a tutto campo e tiro in sospensione Il giocatore inizia da una posizione di post basso e palleggia fino alla prima sedia - esegue il movimento preordinato in palleggio- palleggia fino alla seconda sedia - esegue lo stesso movimento in palleggio e poi fa un tiro in sospensione in una delle tre posizioni: a) angolo della lunetta di tiro libero; b) linea del tiro libero; c) sulla linea tratteggiata interna della lunetta (diagr. 5). Ripete i movimenti tornando indietro
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Diagr. 4
Diagr. 5
Palleggiare per allenarsi sulla: a) velocità; b)cambio di direzione; c) dentro-fuori Esercizi usati a Duke University : Si inizia con la palla a metà campo, palleggia fino alla sedia ed esegue il movimento in palleggio. Fa 1-2 palleggi superata la sedia e si arresta e tira in sospensione. Puoi palleggiare intorno ad una sedia o passare in mezzo a due o tre sedie (diagr. 6). Esercizio Pitino : Il giocatore inizia a metà campo, palleggia fino alla sedia, fa un movimento in palleggio penetra forte a canestro ed esegue prima tiro da sotto diretto e poi di potenza, saltando sui due piedi. Eseguire alcuni movimenti in palleggio sul lato opposto del campo, tornando indietro a metà campo. Fare due ripetizioni del palleggio con un tiro da sotto. Poi altre due con palleggio e tiro in sospensione (diagr. 7). Palleggio a tutto campo creativo : Iniziare da una posizione di post basso, poi palleggia a tutto campo provando solamente ad essere il più creativo possibile con i suoi movimenti in palleggio (diagr. 8).
Diagr. 6
Diagr. 7
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Diagr. 8
Esercizi per il palleggio
diagr. 1
diagr. 2
Diagramma 1. - I giocatori si schierano su cinque file al di là della linea di fondo campo e al segnale convenuto iniziano a palleggiare avanzando verso l’altra linea di fondo. Raggiuntala, ritornano verso il punto di partenza dove consegnano il pallone al compagno e vanno in coda alla stessa fila. L’esercizio viene ripetuto da ogni giocatore e può essere eseguito, su indicazione dell’allenatore e personalizzato secondo le carenze individuali, con la sola mano destra, con la sola mano sinistra o con entrambe. Il palleggio può essere alto o basso. - tenere sempre alto il capo e gli occhi guardano avanti; - corretta posizione ed equilibrio del corpo: basso sulle gambe, ginocchia piegate, gomiti vicino al corpo (palleggio controllato), spinta in avanti del pallone e corpo eretto (palleggio alto); - controllare la massima porzione di campo con la visuale periferica; - curare il cambio di mano. Obbiettivo. Insegnare il corretto controllo del pallone con entrambe le mani e il palleggio alto, per il normale trasferimento del pallone dalla difesa all’attacco, e basso o controllato, per gli spostamenti eseguiti sotto la pressione difensiva. Diagramma 2. - I giocatori si schierano su tre file su entrambe le linee di fondo campo. Le file sono composte da tre giocatori su un lato e da due sull’altro. Ad un segnale convenuto, i primi giocatori delle file più numerose iniziano a palleggiare verso l’altra linea di fondo e, superatala, passano al primo compagno della fila. I giocatori ritornano verso il punto di partenza passando a loro volta al primo compagno di ciascuna fila. L’esercizio termina dopo un numero di ripetizioni a discrezione dell’allenatore. Eseguire l’esercizio usando entrambe le mani. - tenere sempre alto il capo con gli occhi che guardano avanti; - corretta posizione ed equilibrio del corpo: basso sulle gambe, ginocchia piegate, gomiti vicino al corpo (palleggio controllato), spinta in avanti del pallone e corpo eretto (palleggio alto); - controllare la massima porzione di campo con la visuale periferica; - curare il cambio di mano. Obbiettivo. - Insegnare il corretto controllo del pallone con entrambe le mani e il palleggio alto, per il normale trasferimento del pallone dalla difesa all’attacco, e basso o controllato, per gli spostamenti eseguiti sotto la pressione difensiva.
diagr. 3
diagr. 4
Diagramma 3. - I giocatori si schierano su tre file sotto un canestro. Ad un segnale convenuto i primi giocatori di ogni fila iniziano a palleggiare usando il palleggio controllato con cambi di direzione e di velocità fino a che raggiungono la linea di metà campo. Passano al palleggio alto fino all’altra linea di fondo campo dove rimangono fino a che non vengono raggiunti dall’ultimo compagno di fila prima di ritornare al punto di 20
partenza. Ogni giocatore successivo parte quando il compagno che lo precede si trova a circa sei metri dalla linea di fondo opposta. Il numero delle ripetizioni è deciso dall’allenatore. - adeguamento della corretta posizione del corpo e suo controllo in relazione al tipo di palleggio eseguito; - appropriata esecuzione del cambio di mano abbinato al cambio di direzione; - utilizzo del cambio di velocità al momento del cambio di direzione; - testa alta e visione totale del campo. Obbiettivo. - Apprendere e perfezionare il palleggio basso, combinato con il cambio di direzione e di mano, e il cambio di palleggio passando a quello alto. Diagramma 4. - I giocatori iniziano l’esercizio disponendosi lungo una linea di fondo campo nelle posizioni indicate con il numero 1. Ogni giocatore ha il pallone e palleggia sul posto fino al momento in cui un segnale convenuto con l’allenatore dà il via alla serie di palleggi su tutto il campo seguendo il percorso indicato nel diagramma. Ogni volta che un giocatore raggiunge i punti indicati con il numero 2 esegue un giro in palleggio. L’esercizio viene completato da ciascun giocatore allorché torna alla linea di fondo campo dalla quale è partito (eventuali ripetizioni a discrezione dell’allenatore).
diagr. 5
diagr. 6
Diagramma 5. - Raggiunta una buona conoscenza ed esecuzione dell’esercizio, possono essere inserite le variazioni che ogni allenatore reputa opportune e/o necessarie (cambio di direzione, di mano, senso del percorso complessivo, ecc…). Le variazioni possono essere introdotte in corrispondenza dei punti indicati con la sequenza numerica da 2 a 6. - posizione del corpo; - controllo del pallone con entrambe le mani; - capo alto e occhi che vedono sempre quanto più campo possibile; - esecuzione del cambio di mano; - gestione del pallone con la mano debole. Obbiettivo. - Impadronirsi della tecnica di palleggio con entrambe le mani e in diverse situazioni di gioco. Diagramma 6. - I giocatori si dispongono su tre file oltre una linea di fondo campo con il primo giocatore di ciascuna fila in possesso del pallone. Sul campo vengono disposti cinque ostacoli (asciugamani, sedie, coni) per ogni fila lungo il percorso che i giocatori devono seguire (come indicato nel diagramma). I giocatori devono eseguire una andata e ritorno da una linea di fondo campo all’altra cambiando mano in corrispondenza di ogni ostacolo. Partendo con la mano destra, cambiano mano e direzione al primo ostacolo avanzando quindi in palleggio con la mano sinistra. Al successivo ostacolo cambiano nuovamente direzione e mano tornando al palleggio con la mano destra e così via. Ritornano al punto di partenza e consegnano il pallone al primo compagno della fila che esegue a sua volta l’esercizio. Il numero delle ripetizioni è a discrezione dell’allenatore che ha facoltà di introdurre le variazioni che ritiene opportune o necessarie. - ambidestrismo; - controllo del pallone; - visione del campo; - esecuzione del cambio di mano in presenza di un ostacolo. Obbiettivo. - Migliorare il palleggio con entrambe le mani e il cambio di direzione in palleggio in presenza di un ostacolo senza perdere il controllo visivo della situazione in campo. Diagramma 7. - Il primo giocatore della fila inizia l’esercizio con il palleggio veloce fino al punto A. Esita brevemente e poi riparte con il palleggio alto andando fino al punto B. Esita nuovamente e poi punta verso canestro. Ripete poi le stesse fasi sull’altro lato del campo toccando i punti C e D per raggiungere poi il canestro opposto e consegnare il pallone al primo compagno che non ne è in possesso. L’esercizio deve essere eseguito con partenze a intervalli regolari degli altri giocatori e può comprendere anche il tiro a canestro. In questo caso può essere usato il tiro da sotto in entrata, il tiro in sospensione da una distanza
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predefinita o il tiro di potenza preceduto da un appropriato arresto. In aggiunta può essere inserito anche il rimbalzo. - controllo del palleggio e del corpo sia durante l’avanzamento che nel momento di esitazione; - capo eretto; - nel caso di tiro di potenza, l’ultimo palleggio deve essere deciso per conferire la maggiore spinta necessaria. Obbiettivo. - Migliorare l’esecuzione del palleggio alto e veloce abbinandolo con il rallentamento forzato da un avversario che si avvicina.
diagr. 7
diagr. 8
diagr. 9
diagr. 10
Diagramma 8. - I giocatori, divisi in quattro gruppi (due su ogni metà campo), si schierano a partire dalla tacca che indica il limite insuperabile da parte dell’allenatore durante le partite. Il primo giocatore di ciascuna fila parte ad un segnale convenuto, esegue una serie di palleggi alti e bassi, finte, cambi di direzione, arresti e ripartenze e va a concludere con un tiro in entrata. Eseguito il tiro, recupera il pallone a va in coda all’altra fila nella stessa metà campo in modo da alternare continuamente il lato di esecuzione. - controllo del corpo e dei piedi; - palleggio alto e basso; - velocità di esecuzione; - esecuzione e controllo dei movimenti combinati. Nota. - Il punto di partenza può essere variato a discrezione dell’allenatore avvicinandolo al canestro (indicativamente in corrispondenza dell’estensione della linea di tiro libero), soprattutto per i lunghi. Il numero di ripetizioni è a scelta dell’allenatore. Obbiettivo. Perfezionare il palleggio nelle sue forme e in abbinamento con altri movimenti individuali che si rendono necessari in situazioni di gioco diverse. Diagramma 9. - I giocatori partono dalla linea di metà campo sul lato destro del campo. Ogni giocatore inizia con il palleggio destro e, giunto al punto A, esegue un taglio a canestro andando a tirare da sotto in entrata. Recuperato il pallone, prosegue con il palleggio immaginando di essere contrastato da un avversario. Esita in palleggio e riparte deciso immaginando di sorprendere l’avversario. Raggiunta la linea di metà campo, cambia mano, mantiene vivo il palleggio e riparte ripetendo la stessa sequenza palleggiando (e tirando) con la mano sinistra. Completato il ciclo, passa al primo compagno senza pallone e va in coda alla fila. Ogni giocatore inizia l’esercizio non appena quello che lo precede esegue il tiro. L’esercizio viene ripetuto per un numero di volte o per un periodo di tempo deciso dall’allenatore. Così pure, l’allenatore può decidere la scansione delle partenze. - ambidestrismo; - controllo del corpo; - ritmo di esecuzione (cambio di velocità ripartendo dopo l’esitazione). 22
Obbiettivo. - Migliorare il palleggio con entrambe le mani integrandolo soprattutto con il movimento in esitazione. Diagramma 10. - I giocatori si schierano lungo la linea laterale sinistra in prossimità dell’angolo con un pallone ciascuno. Nei punti indicati nei tre diagrammi (centralmente appena oltre il limite esterno della lunetta, agli angoli della stessa e nelle posizioni di post basso) sono disposti cinque ostacoli (sedie o coni). Il primo giocatore della fila inizia l’esercizio palleggiando fino al primo ostacolo, nei pressi del quale esegue un giro in palleggio e poi si dirige verso i successivi ostacoli. Gira esternamente ad essi fino a superare l’ultimo e andare al tiro in entrata. Recuperato il pallone, va in coda alla fila mantenendosi esternamente ad essa mentre un altro giocatore esegue l’esercizio. Nota. L’allenatore può variare la cadenza delle partenze in funzione dell’abilità dei giocatori.
diagr. 11
Diagramma 11. - Completata la sequenza da parte di tutti i giocatori, l’esercizio viene ripetuto con l’introduzione, dopo il giro sul primo ostacolo, della variante del palleggio alternato interno-esterno sugli ostacoli, il che comporta il cambio di mano. Terminata la sequenza descritta nel diagramma precedente, l’esercizio può proseguire con una ulteriore variazione: dopo il giro in palleggio sul primo ostacolo, i giocatori palleggiano intorno ad ogni ostacolo. Assumendo che ogni ostacolo sia un difensore, devono avere l’accortezza di usare sempre la mano esterna durante la rotazione. Dopo aver completato l’intera sequenza, i giocatori cambiano lato ripetendo l’esercizio. - ambidestrismo; - controllo del corpo; - movimento dei piedi; - protezione del pallone; - cambio di mano. Obbiettivo. - Migliorare il palleggio combinato con il cambio di mano e di direzione in diverse situazioni di gioco.
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Fondamentali offensivi senza palla Carlo Recalcati Si da spesso tanta importanza al gioco con palla ed ai relativi fondamentali offensivi, mentre ritengo almeno altrettanto importante il gioco senza palla. Soprattutto con l’attuale organizzazione difensiva del nostro sport. Non ci può essere vittoria, giocando solo con la palla in mano. Ora chiamateli come volete: fondamentali senza palla, modo di muoversi, capacità di leggere le situazioni, ma la sostanza è la stessa. Se non sappiamo metterci nelle condizioni di poter ricevere palla, tutto il gioco offensivo soffoca. Bisogna sapere cosa fare per liberare una linea di passaggio per il compagno con palla. Nei fondamentali utili per liberarsi, io comprendo anche i blocchi argomento che tratterò velocemente alla fine del mio intervento. Per prima cosa voglio evidenziare l’importanza dei seguenti elementi: - buon lavoro dei piedi, - capacità di lettura delle situazioni offensive per poter anticipare le scelte; - saper collaborare con i compagni nel rispetto di un corretta spaziatura sul campo con l’Obbiettivo di utilizzare tutti i lati del campo. Se i nostri giocatori possiedono le armi offensive precedenti, sarà molto facile per loro, sfruttare in modo realmente pericoloso anche i blocchi. Nella costruzione del nostro gioco senza palla utilizzeremo come punto di riferimento ovviamente la palla. In attacco vogliamo sempre determinare un lato forte (o della palla) ed un lato debole. I modi per farlo sono due: - palleggio; - passaggio. Legato al poter passare palla, determinando la suddivisione della metà campo offensiva, c’è lo smarcamento, la capacità di farsi trovare libero e pronto a ricevere il passaggio. Oggi si è persa l’abitudine di approfondire questo insieme di movimenti. Siamo, forse, convinti che si può muovere la palla senza passarla. Talvolta, per mancanza di tempo, si trascura di lavorare sullo smarcamento. Tutto questo non fa migliorare i giocatori. Dobbiamo ricordarci che trascurare il lavoro sullo smarcamento, comporta la non comprensione di un corretto uso dei piedi sul campo, e questo principalmente a livello giovanile. Dove dovremmo dedicare alla tattica lo zero per cento e tutto il nostro tempo ai fondamentali. Vediamo più da vicino cosa fare per poter ricevere palla. Se la linea di passaggio non è chiusa, non c’è anticipo difensivo, non ci sono problemi da risolvere, si chiama la palla con le mani e si riceve facilmente. Se invece siamo anticipati, dobbiamo muoversi per liberarci. Dobbiamo innanzitutto evitare spinte sulla difesa (mani per chiamare la palla e non per fare stupidi falli), non fare inutili finte, dare un chiaro Obbiettivo al compagno con la palla.
Poi la prima tecnica da utilizzare è quella di cercare di mettere il proprio corpo tra la palla ed il difensore eseguendo un rapido passo incrociato (Diagr. n. 124). E sulle reazioni della difesa devo continuare a muovermi in equilibrio utilizzando bene i piedi. Se la difesa chiude il mio passo incrociato andando davanti, eseguirò un giro dorsale verso il fondo, tagliando fuori la difesa (Diagr. n. 125), oppure un taglio diretto in backdoor. Il concetto rimane lo stesso: frapporre il proprio corpo tra il corpo del difensore e la zona dove si vuole ricevere palla. Tutto questo resta valido finché sul mio quarto di campo ho tutto lo spazio a disposizione. La situazione cambia se un mio compagno è schierato in post basso. A questo punto gli spazi liberi sono diversi e diverso dovrà essere il mio smarcamento. Per esempio se dopo il primo passo incrociato davanti non mi sarò smarcato, reagirò con un giro dorsale verso palla e non più verso canestro, attaccando così la parte libera
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del campo. Abbiamo già visto quattro diversi modi di utilizzare i piedi per smarcarci: incrocio davanti, dietro (backdoor), reverse verso il fondo e reverse verso il centro. Andiamo avanti. Il fatto che ho un compagno in post basso, limiti gli spazi e movimenti, ma consente ulteriori possibilità offensive (collaborazioni per ricevere la palla e per passarla vicino canestro). Per prima cosa possiamo pensare ad un movimento del post diretto verso la palla, il passaggio del play per lui, ed un secondo passaggio del post per il compagno in ala che taglia in backdoor (Diagr. n. 126). Il primo passo del backdoor sarà sempre a tagliare fuori il corpo del difensore con un passo incrociato. Altra possibilità di collaborazione si ha dopo il passaggio del play per l’ala, con il post che a sua volta dovrà utilizzare correttamente i suoi i piedi per non dare tempo alla difesa di recuperare una corretta posizione difensiva e aprire una linea di passaggio per l’ala (Diagr. n. 127). Il post, ancor più degli altri attaccanti, non deve fare a spinte, ed una volta preso un vantaggio su un lato lo deve tenere in modo regolare.
Ci sono ovviamente altri modi per migliorare l’angolo di passaggio per il post: con un taglio in angolo di un quarto giocatore (Diagr. n. 128), o con uno spostamento in palleggio dell’ala verso l’angolo (Diagr. n. 129). Mi preme sottolineare che quando parlo di post basso non identifico un ruolo, ma una posizione del campo dove tutti devono saper giocare. Nel mio modo di vedere il gioco offensivo, voglio sempre lasciare libero quella posizione dove a turno tutti possono andare a posizionarsi. Se il giocatore in post basso non può ricevere, può collaborare sempre con il compagno in ala muovendosi in allontanamento sul lato debole, ricreando le situazioni per prima analizzate, oppure può salire in post alto, che mi sembra la reazione più logica. Se il difensore del post non lo segue, l’ala può passargli palla e si gioca subito in uno contro uno con lettura della difesa (Diagr. n. 130), oppure il post può portare un blocco per la palla, creando una situazione difficile per la difesa in quanto il movimento di aiuto sul blocco non è possibile (Diagr. n. 131).
Di nuovo dopo il blocco, il post dovrà utilizzare bene i suoi piedi per prendere un vantaggio di spazio e di tempo sulla difesa, rendendo difficile un recupero sull’eventuale passaggio del bloccato. Nel frattempo il lato debole collabora al gioco con movimenti di clear out e/o creando spazio (Diagr. n. 132). L’idea di una corretta spaziatura, evitando di sovrapporsi è ancor più valida in situazioni di contropiede.
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ESERCIZI DI CONDIZIONAMENTO
diagr. 1
diagr. 2
diagr. 3
MARINE - Una fila di giocatori sotto canestro, rivolti verso la linea di fondo opposta: 1. Il primo corre a metà campo, esternamente al cerchio e tocca con la mano la linea di metà campo. 2. Fa scivolamenti difensivi fino all'altro lato del cerchio di metà campo. 3. Corre all'indietro fino alla linea del tiro libero e tocca la linea. 4. Fa scivolamenti difensivi fino alla linea laterale toccandola con il piede. 5. Fa scivolamenti difensivi diagonalmente fino all'angolo opposto e poi fa cinque piegamenti sulle gambe. 6. Corre verso l'altro canestro e tocca la retina od il tabellone per cinque volte. Si ricomincia dall'altro lato una volta che tutti hanno terminato l'esercizio, che può essere ripetuto per un certo numero di volte (diagr. 1). LETTERA M - Due file di giocatori, una su un lato dell'area e l'altra sull'altro lato, fuori dal campo. I giocatori si muovono formando una ipotetica "M" sul campo secondo questi movimenti. a. Fanno scivolamenti difensivi, una fila a destra e l'altra a sinistra, verso l'angolo. b. Corrono fino a metà campo. c. Fanno scivolamenti difensivi in diagonale fino a toccare con il piede la linea del tiro da tre punti. d. Corrono fino al cerchio di metà campo. e. Corrono all'indietro fino alla linea di fondo. f. Ripetono lo stesso esercizio nell'altro lato della metà campo. Può essere ripetuto per un certo numero di volte (diagr. 2). Si possono formare con i movimenti anche altre lettere dell'alfabeto come la "B", la "D", la "O" o la "R". ALZARSI SULLE CAVIGLIE - Se non si ha una palestra questo esercizio può aiutare nel condizionamento. I giocatori formano delle coppie, sparsi sul campo. Un giocatore dietro all'altro: il giocatore dietro mette le mani sulle spalle del compagno ed esercita una certa pressione. Il giocatore davanti si alza sulle caviglie, spingendo con le dita dei piedi, cercando di estendersi il più possibile. Si ripete per venticinque volte. Dopo il primo set si cambia posizione per un totale di due set (diagr. 3). SPINGERE CON IL QUADRICIPITE - Stesso esercizio e stessa dinamica, ma questa volta il giocatore davanti si piega sulle gambe per un terzo e poi le estende gambe, senza mai sollevare completamente la pianta del piede. Ripetere il movimento 15 volte, cambiare ruolo e poi ripetere nuovamente per 15 volte (diagr. 4). SALTI SULLA LINEA - Disporre sul pavimento vari pezzi di nastro adesivo, come nel diagr. 5, oppure usare le linee già tracciate sul campo. Ogni giocatore eseguirà un certo salto per dieci secondi e poi passerà alla stazione successiva. L'allenatore ogni 10 secondi ed i giocatori ruoteranno verso una stazione successiva. Questa la sequenza dei salti: 1. Salto laterale: saltare lateralmente il più velocemente possibile sopra una singola riga (a). 2. Salto con tocco dei talloni: saltare verso l'alto e far toccare i talloni fra loro (b). 3. Salto laterale a piedi pari: come nell'esercizio 1, ma saltando sopra due linee distanziate tra i 40 ed i 60 centimetri (c). 4. Rotazione: saltare e ruotare in aria con un giro su sè stessi, atterrando nella direzione opposta alla quale si è iniziato, prima verso destra e poi verso sinistra (d). 5. Passo incrociato: iniziare con i piedi incrociati, saltare ed incrociarli sul lato opposto (e). 6. Quattro angoli: saltare in ognuno degli angoli (f). 26
7. Salto del coniglio: saltare avanti ed indietro (g). PIOVRA - Un giocatore "piovra" in campo ed i compagni oltre la linea di fondo. Al segnale della "piovra" i giocatori fuori campo entreranno in campo e cercheranno di oltrepassare la linea di metà campo senza uscire dalle linee di delimitazione del campo e senza essere toccati dalla "piovra". Chi viene toccato od esce dal campo, diventa un "tentacolo" ed aiuta la "piovra" a toccare chi cerca di oltrepassare la linea di metà campo. Chi è toccato dai "tentacoli" esce dal campo. L'esercizio termina quando rimangono in campo uno o due giocatori. Si può anche mettere in campo due "piovre" o restringere l'esercizio in zone più strette. E' ottimo per insegnare continui cambi di direzione e di velocità (diagr. 6).
diagr. 4
diagr. 5
diagr. 7
diagr. 6
diagr. 8
POPCORN - Dividere i giocatori in due formazioni e disporle esternamente al campo all'altezza della linea di metà campo, una rivolta verso un canestro e l'altra verso l'altro canestro, ognuna con un pallone, e disporre quattro coni nei quattro angoli del campo. 1 e 2 iniziano contemporaneamente lanciando forte la palla in aria e scattando verso l'angolo e per andare verso la fila opposta, correndo esternamente al campo. Non appena 1 e 2 sono partito 3 e 4 corrono afferrano la palla prima che tocchi il suolo, la lanciano verso l'alto e corrono verso la linea opposta e cos“ di seguito tutti gli altri giocatori per due minuti e senza che la palla tocchi mai il suolo, stazionando sempre a metà campo (diagr. 7). Si possono prevedere penalità, come piegamenti sulle braccia per la formazione che lascia cadere la palla oppure iniziare nuovamente l'esercizio se ciò accade. Inoltre si possono anche formare quattro gruppi in ognuno degli angoli. GARA DI TIRO -Due file negli angoli opposti con un pallone ognuna, quattro coni disposti negli angoli dell'area vicino alla linea di tiro libero. I primi due giocatori della fila palleggiano rapidamente verso il canestro opposto, si arrestano all'altezza del cono e tirano in sospensione, avendo a disposizione tre tentativi per realizzare un canestro. Ad ogni tiro sbagliato prendono il rimbalzo e lanciano la palla oltre il cono, con un autopassaggio. 27
Se non fanno canestro al terzo tentativo, prendono il pallone vanno rapidamente in palleggio verso l'altro canestro e tirano con la stessa regola. Una volta segnato il canestro o sbagliato il terzo tentativo passano al compagno successivo della propria fila. Vince la fila che ha concluso più velocemente la gara dopo che ogni giocatore ha effettuato due volte l'azione (diagr. 8). IL SERPENTE CHE CORRE - I giocatori sono disposti in fila, distanti un metro e mezzo due l'uno dall'altro. Il primo giocatore 1 corre e, passando in mezzo ai compagni a zig-zag raggiunge l'ultimo giocatore della fila, per poi fermarsi. Correndo a zig-zag il giocatore non deve urtare, toccare o sfiorare i compagni. Il secondo giocatore 2 parte quando 1 ha oltrepassato tre giocatori e cerca di raggiungerlo e così di seguito fino a quando tutti i giocatori hanno terminato l'esercizio. La fila si snoda per tutto il campo ed anche non essere in linea, ma essere curva (diagr. 9). Si può rendere l'esercizio ancor più competitivo con il giocatore dietro che deve toccare il giocatore che corre davanti a lui oppure i giocatori devono cambiare direzione ad ogni fischio dell'allenatore. AVANTI E INDIETRO - Porre quattro oggetti piccoli, gomme da cancellare, matite od altro a terra sulla stessa linea a serie di due. L'esercizio si svolge entro la delimitazione del campo di pallavolo, oppure ad una distanza simile. Due formazioni, con 1 e 2 disposti dalla parte opposta agli oggetti. Al fischio dell'allenatore 1 e 2 corrono, prendono l'oggetto, tornano al punto di partenza e lo rimettono a terra, così per due volte e poi subentrano altri due giocatori. L'allenatore tiene conto del tempo impiegato da ogni giocatore, che farà un'altra volta lo stesso percorso. Vince la formazione che ha ottenuto il miglior tempo totale (diagr. 10). VOLA VOLA - Una fila di giocatori sotto canestro, rivolti verso la linea di fondo opposta. Questa la sequenza dei movimenti: 1. Il primo giocatore della fila corre a metà campo, esternamente al cerchio e tocca con la mano, la linea di metà campo. 2. Fa scivolamenti difensivi fino all'altro lato del cerchio di metà campo. 3. Corre all'indietro fino alla linea del tiro libero e tocca la linea. 4. Fa scivolamenti difensivi fino alla linea laterale toccandola con il piede. 5. Fa scivolamenti difensivi diagonalmente fino all'angolo opposto e poi fa cinque piegamenti sulle gambe. 6. Corre verso l'altro canestro e tocca la retina od il tabellone per cinque volte. Si ricomincia dall'altro lato una volta che tutti hanno terminato l'esercizio, che può essere ripetuto per un certo numero di volte (diagr. 11).
diagr. 9
diagr. 10
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diagr. 11
ATTACCO - SPAZIO E TEMPO NEL GIOCO SENZA PALLA Giovanni Piccin Premessa - Quante volte capita di osservare una squadra effettuare semplici movimenti in attacco con efficacia e naturalezza. E altrettanto troppo spesso cercare di riprodurre quanto riuscito ad altri nella propria realtà, ma non ottenere affatto gli stessi sperati risultati. Forse si é osservato con troppa superficialità, forse si é preteso troppo dai propri giocatori oppure, a fronte dell’insuccesso, c’é quasi sempre qualcos’altro...... Questo qualcosa ha spesso e volentieri a che fare con il “talento naturale” dei giocatori. Il talento non é solo la semplice prerogativa di saper fare canestro o di possedere un prospetto fisico di tutto rispetto. Il concetto di talento và oltre questi semplici attributi ed é da far risalire alla capacità di lettura delle situazioni di gioco che, via via si stanno evolvendo sul campo. Non é una capacità intellettiva da piccolo genio, non é la capacità fisica di emergere in qualsiasi situazione, ma una semplice lettura spazio temporale di quello che avviene in campo. Il giocatore che legge nell’immediato, che ha un’interpretazione istantanea delle cose, che vede globalmente la situazione assimila l’indicazione tecnica che riceve e la elabora al meglio. Colui che riceve l’informazione ma non ne intravede il fine, la eseguirà al proprio meglio senza comprenderne appieno il significato. Leggere una poesia e declamarla pedestremente, come di scolastica memoria, senza pensare al momento e allo stato d’animo del poeta nel momento della creazione é un semplice sforzo mnemonico senza miglioramento intellettivo. Dobbiamo dunque selezionare solo giocatori di fine e cristallino talento. Magari. La realtà é diversa proprio perché é reale, ed allora accontentiamoci di allenare i nostri atleti per migliorare, scovare od esaltare queste attitudini. Il pensiero é rivolto a quella fascia di atleti, che poi é la quasi totalità, che possiedono un minimo di attitudine ma non viene loro mai chiesto di migliorarla. Lasciamo perdere i talenti assoluti che di solito hanno una folta schiera di allenatori alle spalle, che spergiurano di aver contribuito allo loro crescita ma che, da quando giocano, non hanno mai avuto effettivamente bisogno di molti insegnamenti. Lasciamo perdere chi non ha feeling con lo sport e lo pratica solo per compiacere tutti, ad esclusione di sé stesso. Da questa sgrezzatura rimangono i nostri giocatori che hanno estremo e disperato bisogno di apprendere. Didattica - Andiamo ad analizzare alcuni aspetti da focalizzare al meglio. Si badi bene la trattazione degli argomenti di seguito elencati, non si deve ritenere esaustiva, ma da stimolo alla ricerca del miglioramento della presenza in campo degli atleti. CAMPO DI GIOCO - Per possedere la nozione di spazio é necessario memorizzare dove si opera, nel caso nostro dove si gioca. Per possedere la nozione di tempo é necessario conoscere la corretta tempistica per raggiungere l’Obbiettivo. Bisogna percepire lo spazio in cui si opera (campo di gioco) e il tempo necessario per muoversi e agire in questo spazio. Partiamo dal presupposto che una cosa i nostri giovani atleti sanno con certezza, cioè dove sta il canestro e la palla. Meno certa é la loro posizione rispetto al canestro e ai compagni. Quando si passa dal minibasket al basket troppo spesso il concetto di spazio tempo migliora, ma non viene sufficientemente ribadito dall’istruttore. Come detto non basta sapere dove sta il canestro, bisogna migliorare la capacità periferica e percepire dove esattamente si é nel microcosmo del campo da gioco. Non solo. Dove ci si trova é importante, ma soprattutto dove si é rispetto agli altri che qualifica il movimento. Alcune regole essenziali da seguire per l’istruttore: A) Durante gli allenamenti fermare spesso l’azione d’attacco facendo mantenere rigorosamente le posizioni assunte dai giocatori e analizzarle con gli stessi stimolando la loro percezione periferica. Distribuirsi con cognizione in campo non ha regole precise, ma dipende dalla situazione. Vediamo in dettaglio situazioni tipo: Modalità: giocatori troppo vicini tra loro Conseguenza: spaziatura insufficiente, copertura del campo parziale, bilanciamento dell’azione insufficiente con conseguente impossibilità di cambiare lato alla palla, copertura reciproca delle linee di passaggio. Modalità: giocatori troppo lontani tra loro Conseguenza: spaziatura non percorribile con passaggi rapidi, sensazione di isolamento della palla, poche linee di passaggio sicure. Modalità: giocatori statici nelle loro posizioni Conseguenza: perdita della corretta posizione di ricezione, attacco prevedibile. 29
Modalità: giocatori troppo dinamici Conseguenza: linee di passaggio troppo fuggenti, non rispetto del movimento altrui. Le modalità descritte sono tipiche di un non corretto posizionamento in campo. Spesso dettando regole rigide al giocatore sulla propria posizione in campo, lo stesso perde consapevolezza dell’aspetto globale del gioco non modificando il proprio atteggiamento in mancanza di ordini successivi. Mentre non dettando regole al movimento, ma altrimenti alimentandolo senza dettagli sul come, il giocatore percepisce l’idea che si richieda solo il suo movimento senza dipendenza da quello altrui. Bisogna allora far riconoscere al giocatore che qualsiasi posizione di partenza é buona, se poi si seguono sul campo i dettami di un corretto utilizzo dello spazio tempo. B) Obbligare i giocatori a posizioni in campo non troppo vicine alle linee laterali, di fondo, fuori dalla linea da tre punti, di metà campo. Stare troppo vicino alle linee laterali del campo é come camminare sul ciglio di un burrone. Ricevere troppo fuori dalla linea dei tre punti non rende il giocatore particolarmente pericoloso. Il giocatore dovrà occupare le posizioni che l’azione d’attacco gli propone, avendo attenzione di disporre in seguito, di una vitale superficie di campo per poter scegliere la cosa più corretta da fare. C) Usare convenientemente l’area dei 3 secondi. Con il fatto che l’area dei 3 secondi non può essere permanentemente occupata, spesso i giocatori la transitano o troppo rapidamente (testa girata alla palla, testa bassa, mani sui fianchi) o non la transitano proprio. Ricordarsi che una delle caratteristiche di un qualsiasi buon attacco sarà sempre un corretto bilanciamento tra palla dentro e palla fuori. Un gioco troppo perimetrale non ha consistenza sotto canestro puntando tutto sul tiro da fuori area, ma niente sul rimbalzo d’attacco e sul tiro da sotto. Un gioco troppo interno attira troppi difensori in area, per cui diventa giocoforza un tiro in sottonumero. Invece l’utilizzo di un corretto taglio a canestro, soprattutto dal lato debole, rende disagevole il compito della difesa, muove automaticamente l’attacco e dà una linea di passaggio diretta verso il canestro. Non ultimo il vantaggio di essere a ridosso dell’area casomai partisse un tiro. D) Sviluppare gli esercizi con i giocatori dentro il campo. Nello sviluppo degli allenamenti, qualsiasi esercizio dovrà riprodurre condizioni da partita. Da cui le posizioni iniziali dell’esercizio dovranno essere reali e riconducibili ad una ipotetica azione di gioco. I serbatoi delle file potranno stazionare fuori dal campo, ma il primo della fila interessato all’esercizio dovrà mantenere la corretta posizione in campo. E) Fare esercizi di palleggio e passaggio che interessino tutte le zone del campo. Per migliorare la consuetudine all’occupazione di tutti gli spazi utili del campo, si consiglia di costruire gli esercizi con la posizione della palla non sempre nella canonica posizione centrale ma di variarla. Di effettuare esercizi che comportino sempre il cambio repentino del lato del campo e abbiano l’opzione dentro/fuori. Esempi pratici: treccia a tutto campo - Curare il movimento differenziando le discese: eseguire il movimento molto largo (oltre la linea della pallavolo), normale (oltre la linea della pallavolo), stretto (a contatto di gomito), ad elevato numero di passaggi (movimento maggiore) ma sempre con l’Obbiettivo di non perdere il pallone. Pretendere che la palla viaggi veloce, sottintende la copertura del campo in tempi corretti rendendo accessibile il passaggio mediante l’utilizzo delle mani come bersaglio. palleggio tutti contro tutti - L’esercizio si effettua con tutti i componenti della squadra dotati di pallone, che palleggiano nella metà campo tentando di rubarsi la palla con la mano che non palleggia. Curare la visione periferica del giocatore che se pensa solo a puntare un proprio compagno per rubargli la palla, non esegue correttamente l’esercizio. Mentre chi prende visione dello spazio, può decidere istantaneamente il compagno disattento e tentare di rubargli la palla. contropiede a tre - L’esercizio consiste in una discesa rapida a canestro. I giocatori in ordine sparso sotto canestro si muovono dentro l’area. L’istruttore lancia la palla al tabellone e tutti e tre i giocatori vanno a rimbalzo. Chi prende il rimbalzo passa la palla a uno dei due compagni che si sono allargati sui lati, il ricevitore occupa la posizione centrale o laterale a piacimento mentre gli altri due occupano i corridoi liberi. Il concetto é quello di farsi vedere da chi ha la palla, cioè correre davanti alla stessa per mettersi in condizione di ricevere. Con massimo due passaggi e palleggi del ricevitore si dovrà portare avanti l’attacco. POSIZIONE SUL CAMPO DEL GIOCATORE CON PALLA - Il giocatore con la palla deve mettersi nella migliore condizione possibile per: -vedere il canestro; 30
-leggere il tempo dell’azione; -battere il proprio difensore; -essere in condizione di fare canestro con ragionevole percentuale; -essere in condizione di passare la palla al giocatore meglio posizionato; -essere in condizione di palleggiare qualora servisse. Esempi pratici: - Insistere sempre sul corretto uso del piede perno. Controllare sempre, in qualsiasi esercizio che contenga la partenza in palleggio, il movimento del piede perno. Usare partenze in palleggio da fermi, per esempio mediante l’ausilio di autopassaggi. - Visione periferica. Gli occhi dell’attaccante con palla guardare tutto il campo, non essere fissi sul proprio attaccante e basta. Per passare la palla é necessario avere il quadro della situazione completo. - Uso del palleggio solo in condizione di necessità. Non abusare del palleggio, nelle partenze, un solo palleggio é più che sufficiente per battere l’uomo. Utilizzeremo il palleggio per migliorare l’angolo dei passaggi. POSIZIONE SUL CAMPO DEL GIOCATORE SENZA PALLA - In attacco vengono coinvolti 5 giocatori, 4 sono senza la palla, la maggioranza della squadra. E’ prioritario per chi ha la palla individuare il compagno meglio attrezzato per poterla ricevere. Da cui é fondamentale farsi vedere in modo corretto con il giusto tempo. Diventa fondamentale l’utilizzo della visione periferica che permette di: -essere pronti a ricevere nella condizione di possesso e a difendere nella condizione di perdita repentina della palla; -essere nella condizione di ricevere in una posizione del campo pericolosa per la difesa; -leggere la propria posizione sul campo rispetto palla e canestro e mettersi nella migliore condizione possibile; -leggere la posizione del proprio difensore e mettersi nella migliore condizione possibile; -coprire i buchi (spaziatura) che il movimento dei compagni creano per bilanciare l’attacco; -leggere il tempo, cioè muoversi con tempismo. Esempi pratici: due contro uno - Nello sviluppo del due contro uno é fondamentale il movimento della palla e la posizione del giocatore senza palla. Il giocatore senza palla dovrà: -Farsi vedere nel cono visivo dell’attaccante con palla. Il giocatore con palla deve essere sempre concentrato alla ricerca della migliore via del canestro. Ma nel gioco in sovrannumero, la condizione migliore per fare canestro ad alta percentuale consiste nel passare la palla al giocatore libero. Dato che non si può sperare che l’azione di sovrannumero duri in eterno, la ricerca dell’uomo libero dovrà essere avveduta e rapida. -Non nascondersi dietro la presenza del difensore. La posizione corretta della difesa é sempre uno schermo per l’attaccante con palla. Non solo, anche per il giocatore senza palla la presenza del corpo del difensore diviene naturalmente un ostacolo, che non permette alla palla di individuare il giocatore libero. Il giocatore senza palla dovrà fare attenzione a non entrare nel cono d’ombra difensivo, che non permette alla palla di individuare a pieno il bersaglio, cioè il giocatore senza palla. -Essere ad un passaggio dalla palla. Essere troppo vicini alla palla, permette ad un difensore il marcamento simultaneo di due attaccanti anche in presenza di un passaggio. Mentre essere troppo distanti non permette altrimenti un passaggio rapido, ma passaggi lenti con posizione difensiva facilmente recuperabile dalla difesa. -Effettuare tagli con alta visibilità. Tagliare verso il canestro significa prendere posizione vicino allo stesso e mantenerla per un tempo determinato non superiore ai 3 secondi. In ogni caso un taglio verso il canestro deve sempre prevedere la possibilità di ricevere la palla usando le braccia e le mani come bersaglio. Mai tagliare solo per andare da un’altra parte, ma avere sempre uno scopo. -Non intralciare l’uno contro uno della palla. Avvicinarsi troppo alla palla sfavorisce inoltre l’attaccante con palla, non permettendo allo stesso lo sviluppo dell’uno contro uno. Tutte le prerogative richieste al giocatore senza palla consistono nella lettura spazio tempo della propria posizione in campo e quella dell’avversario. Sapere la posizione assunta non basta, se non si sa quella della difesa. Lo sguardo dell’attaccante non deve essere solo rivolto alla palla, ma a tutto quello che gravita attorno ad essa. I medesimi concetti possono essere trasportati a tutte le situazioni di sovrannumenro (tre contro due, quattro contro tre, ecc...). Ma sono la linfa vitale del gioco di squadra in situazione d’attacco schierato. 31
DIDATTICA DEL TIRO Giordano Consolini Bisogna dedicare tempo e attenzione al tiro. Il giocatore deve essere in grado di fare canestro quando è sfidato a tirare. Importante: precisione e cura dei particolari; correzioni continue sul gesto tecnico. La tecnica del tiro deve essere adattata alle caratteristiche fisiche del giocatore, la guida però deve essere precisa (precisione nell’insegnamento). Un buon tiro nasce solo da una condizione di equilibrio. Tecnica del tiro da fermo: - base d’appoggio “comoda” - piede forte leggermente avanti - palla appoggiata sulla mano “naturalmente aperta” (non sul palmo o solo sui polpastrelli) - indice e medio formano una V - la palla non va afferrata (non vuole prese troppo forti con dita che si allargano esageratamente) - i pollici devono formare una T - palla sopra la testa (vedere il canestro da sotto la palla) - angoli di 90 gradi - indice della mano destra sopra l’occhio destro (per i mancini è il contrario) - allineamento: punta piede forte, ginocchio, gomito, occhio, indice mano di tiro. Questo come regola generale; non è però così per tutti: - per atleti con mani molto grandi non è comodo tenere i pollici a T - per chi ha le spalle larghe non è possibile tenere il gomito sotto la palla. La conclusione deve però essere uguale per tutti: braccio disteso, polso piegato con dito indice che punta a canestro. Tutti gli angoli (caviglie, ginocchia, gomito, polso) vanno aperti in rapida successione. IDEA: tutto il corpo spinge la palla verso canestro, non solo le gambe o le braccia (a volte si compensa la mancanza di collaborazione tra spinta di gambe e braccia, spingendo con la schiena). Progressione: 1) autotiro - tirare la palla in alto e lasciarla cadere; se la rotazione è giusta ritornerà indietro 2) tirare usando solo la mano forte (il tiro va però preparato con entrambe le mani) senza esagerare con la distanza 3) come prima usando però una sola mano; per lavorare sulla presa partire con la palla appoggiata sulla mano aperta (tipo scodella) 4) come prima usando entrambe le mani; staccare la mano debole e riportarla sulla palla 5) a coppie: ricevere il passaggio, lasciare cadere la palla a terra, riprenderla posizionando correttamente le mani e tirare 6) da fermo con piede forte arretrato; mentre la palla arriva, portare il piede arretrato nella posizione di tiro senza però alzare il bacino. Eseguire tutto mantenendo le gambe piegate; appena si riceve, bisogna spingere verso l’alto (mai caricare le gambe con la palla già nelle mani). E’ importante aggiungere un particolare alla volta; è difficile intervenire sul tiro dicendo tre cose in una volta sola. Inizialmente fare eseguire una serie di tiri consecutivi senza pressione: il giocatore deve concentrarsi a fare bene quello che gli abbiamo chiesto. Passando al tiro in movimento: l’importante è mantenere sempre un buon equilibrio. Arresto a due tempi: ricevere già piegati sulla gamba dietro; il primo piede che appoggia deve toccare tutto (rullata tallone, pianta, punta); il secondo piede prende contatto solo con l’avampiede e inizia la spinta (ho già completato il caricamento); il salto deve essere verticale. Esercizio: partendo dalla posizione fondamentale (palla sopra la testa), senza modificare l’atteggiamento del corpo (mantenere i giusti angoli) e senza muovere la palla, fare due saltelli laterali e tirare saltando. Aggiungiamo una difficoltà: partire con palla sotto la testa. 32
Poi eseguire i saltelli ricadendo tipo arresto a due tempi (andando verso destra faremo sinistro-destro, sinistro-destro). Altra difficoltà: un saltello in avanti e uno all’indietro. Arrivare poi all’autopassaggio (vicino al giocatore), recupero (così lavoro sulla presa) e tiro (andare sulla palla con le mani pronte; importante: mani pronte prima del tiro). Altro gradino: ricevere un passaggio, puntare con il tallone (tacco e punta) e fronteggiare il canestro ruotando sul tallone; appena appoggiato il secondo piede (avampiede) spingere verso l’alto (controllare la posizione dei piedi dopo la ricaduta). Per aiutare la rotazione, andare con la spalla interna verso il canestro (sul primo tempo di arresto). Consiglia di non inserire movimenti vari senza palla (può creare confusione nella testa del giocatore; la sua filosofia è MAI TROPPE COSE). R
T
P
OO
OO
OO O O
Nei tre diagrammi sono illustrati alcuni esercizi: 1) due posizioni di tiro; eseguire un arresto destro-sinistro e uno sinistro-destro variando gli angoli di rotazione (creare collaborazione tra chi passa e chi tira); usare passaggi reali (il passaggio in angolo non potrà mai essere un due mani dal petto perchè taglia l’area) 2) tirare dopo un movimento di allontanamento da canestro (ricevere vicino alla linea di fondo così, se il tiratore cade fuori dal campo, si renderà conto di non avere avuto una buona spinta dal secondo piede di appoggio) 3) passare, toccare il vertice lontano (spingere col piede sinistro) e ritornare verso la palla; mai alzarsi sulle gambe dopo la spinta; chi passa deve passare appena il compagno inizia la spinta di ritorno.
Aumentiamo l’angolo di rotazione; il giocatore deve ricevere davanti alla sedia dopo un movimento di smarcamento a V O O
O O Quando lavoro col palleggio non devo modificare l’arresto (inoltre non variare l’altezza del baricentro mentre si passa dal palleggio al tiro). Parlando della partenza incrociata: non una botta unica palla-primo passo, ma spingere per il palleggio poi eseguire i due tempi di arresto (tacco-punta); in sostanza avrò tre botte Boom-Boom-Boom. Sequenza per quanto riguarda l’appoggio delle mani: andando a destra avremo destra-sinistra (la mano destra ha già le dita rivolte verso canestro); andando a sinistra, la destra arriva insieme alla sinistra.
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Esercizio: giocatori disposti in cinque file; eseguire un palleggio verso destra (partenza incrociata), arresto e tiro; iniziare con palla sul fianco destro, poi sul sinistro (imparare a strappare la palla per una buona partenza). Usare poi un autopassaggio; ricevere davanti a una sedia o a un difensore passivo. Uso il palleggio per eseguire uno spostamento (deve avere la giusta ampiezza; non eseguire passi esagerati che ritardano o bloccano la spinta verso l’alto).
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Iniziare qualsiasi movimento dalla posizione fondamentale (quindi anche la partenza in palleggio). L’ultimo palleggio deve essere corto, forte e verso canestro (soprattutto con la mano debole; il giocatore, non sentendosi sicuro, tende a tenere la palla dietro al corpo e questo crea problemi in fase di raccolta della palla). Non esiste l’arresto ideale: in certe situazioni è meglio quello a un tempo, in altre quello a due tempi; l’importante è insegnarli tutti (uscendo da un blocco, un giocatore con gambe forti tipo Antonello Riva, ha un vantaggio se usa l’arresto a un tempo). Per ottenere miglioramenti è importante lavorare con pochi ragazzi (c’è meno confusione; l’istruttore non deve dividere la propria attenzione su 10 ragazzi e impartire 20 consigli o eseguire 20 diverse correzioni); può bastare anche un quarto d’ora su un particolare. Usare la telecamera e mostrare il filmato al giocatore (spesso non si rendono conto di sbagliare). Non usare esercizi troppo coreografici; lavorare sui particolari. Far capire al giocatore che quello che fa è importante anche per noi, non solo per lui (il giocatore troverà le giuste motivazioni a insistere).
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Tiro: 10 errori ricorrenti A tutti i livelli sono facilmente individuabili gli errori che parecchi giocatori commettono durante l’esecuzione dei tiri, segnatamente quello libero e quello in sospensione. Anche quando non sono sotto pressione difensiva o non subiscono un fallo, i loro tiri non vanno a segno. E’ quindi la tecnica adottata la principale imputata ed è difficile capire e condividere la mancanza di attenzione da parte di chi è demandato all’insegnamento e allo sviluppo di questo fondamentale che, per di più, è il più presente nei piani di allenamento, coinvolto com’è nei vari esercizi. Durante le partite, ma anche durante le lezioni e i corsi che tengo, emergono e si ripetono, talvolta con preoccupante e imbarazzante frequenza, errori che dimostrano e confermano la scarsità dell’attenzione dedicata alla tecnica di tiro. I punti seguenti mettono in evidenza i più comuni con l’auspicio che, per il bene di un basket in caduta libera, vengano rimosse le cause. 1.
I piedi (tiro in sospensione). Spesso il tiratore non è correttamente orientato verso il canestro, il suo corpo e, soprattutto, i piedi non sono rivolti a canestro ma divergono dalla linea pallone-canestro. Quasi sempre questo errore viene commesso già al momento della ricezione del pallone e richiede un inevitabile e necessario adeguamento perché il giocatore sia rivolto a canestro nella classica posizione di tripla minaccia. La correzione comporta una perdita di tempo che può rivelarsi fatale e la mancata correzione è peggiore perché porta all’inevitabile errore o alla rettifica in corso d’opera, vale a dire durante l’esecuzione del tiro.
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I piedi (tiro libero). Ammessa e concessa l’assunzione della loro corretta posizione in sede di preparazione del tiro libero, è durante l’esecuzione che si riscontra l’errore più frequente. Nella fase di spinta delle gambe e in quella della loro distensione finale i piedi svolgono un ruolo rilevante contribuendo in modo decisivo all’esito del tiro. Numerosi tiratori non finiscono il tiro sulla punta dei piedi ma rimangono ancorati al terreno con la pianta, se non addirittura con i talloni. Ciò non consente di trasmettere la spinta necessaria degli arti inferiori, incide sulla fluidità e comporta movimenti correttivi scorretti da parte del braccio e della mano di tiro. Le ginocchia. La rigidità delle ginocchia (e, di riflesso, delle gambe) e il loro insufficiente piegamento non consentono di caricare correttamente il tiro. Anziché scattare come una molla improvvisamente liberata, le ginocchia, da normalmente flesse nella posizione di partenza, devono piegarsi ed estendersi con un movimento fluido e continuo e in sincronismo con quello complessivo. La scorrettezza o l’incompletezza di questo movimento – caricamento durante il piegamento e restituzione della spinta nella fase che precede e completa il rilascio del pallone – oltre che non agevolare e non incrementare l’elevazione penalizza in modo consistente la sequenza meccanica del tiro, la cosiddetta “routine”, e incide sulla sua precisione e sul risultato finale.
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La posizione della mano sul pallone. E’ sorprendente – ma, purtroppo, vero – riscontrare quanti giocatori facciano un uso improprio della mano che esegue il tiro già al momento della sua preparazione. Accolgono amorevolmente il pallone nel palmo e lo avvolgono con l’ intera mano appoggiata sulla sua superficie. Ci sono così tutte le premesse per l’esecuzione di un tiro sbagliato e quando questo errore, già di per sé molto grave, si combina con uno o più altri – soprattutto con quelli indicati ai punti 5,6,7,8,9 – solo la dea bendata può benevolmente far sì che il pallone attraversi la retina. Nella fase di caricamento, il pallone finisce sopra la spalla e riceve una spinta verso l’alto e non verso l’alto-avanti e la spalla interviene scorrettamente causando un movimento più simile a quello dei lanciatori di peso. Il gomito. Il tiro in sospensione (ma anche il libero) non necessita della protezione del gomito che spesso e volentieri è allargato in fuori. Così facendo non è perpendicolare al di sotto del pallone che viene di conseguenza portato fuori linea con il canestro e non può che mancare l’Obbiettivo. Quando ciò si combina con la mancata formazione di un angolo di una “L” fra avambraccio e bicipite, quando il gomito non punta verso canestro o quando il braccio non viene completamente disteso la percentuale di errore è elevatissima. La distensione del braccio. Un elemento così importante come il braccio è frequentemente maltrattato da un uso errato e raramente gli viene prestata la dovuta attenzione. Soprattutto non viene curata la sua completa estensione che prepara la frustata del polso. Troppi tiri sono eseguiti con il braccio piegato con un angolo più o meno ampio, cosicché la spinta risulta incompleta e incide significativamente sul buon esito del tiro. Un secondo errore, altrettanto influente (anche se così non appare), consiste nel riportare immediatamente indietro (o verso l’alto) il braccio non
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appena il pallone viene rilasciato dalla mano. L’effetto negativo di questo gesto è l’impercettibile ma decisivo mancato completamento del tiro che imprime al pallone una parabola imprecisa. 7.
Il polso. Colpisce non poco osservare quanti sono i giocatori che eseguono sia il tiro libero che quello in sospensione senza piegare il polso. Un polso bloccato, non “spezzato”, nega il gesto che più di ogni altro è caratteristico del tiro e che è noto come “frustata”. La sua mancanza non consente di imprimere, con le dita, il movimento rotatorio all’indietro al pallone e, quindi, di dargli la giusta parabola. Né va sottovalutata l’incidenza esercitata dai movimenti che lo portano fuori asse quali quelli che imprimono alla mano le rotazioni verso l’interno e verso l’esterno (con i più che intuitivi risultati).
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La mano e la chiusura del tiro. Quando il pallone appoggia completamente sulla mano, dita e palmo, non soltanto quando viene ricevuto dal tiratore (possibile la presa scorretta dovuta ad un cattivo passaggio) ma anche nel corso dell’intera sequenza di tiro le possibilità di errore sono più che concrete. Il più evidente è quello già citato al punto 4 e deriva dalla spinta verso l’alto impressa al pallone. Ma c’è un altro clamoroso errore che viene commesso durante la fase di chiusura del tiro e consiste nella gamma di movimenti eseguiti dalla mano al momento del rilascio del pallone. Non è raro vedere la mano ruotata lateralmente verso l’esterno o verso l’interno facendo perno sul polso o chiusa a pugno. E’ evidente che simili gesti imprimono al pallone direzioni e rotazioni che lo portano a toccare l’anello e a uscire dopo aver ruotato alcune volte sulla sua circonferenza.
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Le dita. L’impatto esercitato sull’esito del tiro da un errato uso delle dita è assai forte e anche se tutti i movimenti precedenti sono eseguiti in modo appropriato l’errore è in agguato. Posizionate correttamente sul pallone, le dita lo controllano totalmente e ogni loro intervento inadeguato influenza il risultato. Troppo chiuse o troppo allargate, troppo rigide o troppo rilassate non permettono un buon controllo e, soprattutto, portano spesso anulare, pollice e mignolo ad essere le ultime dita a staccarsi dal pallone. Così facendo, il giocatore gli imprime una rotazione laterale che interferisce con quella rotatoria all’indietro e che causa l’uscita del pallone dal canestro. Inoltre, la parabola risulta troppo tesa o troppo arcuata e il pallone non “vede” l’anello nella sua forma circolare ma ellittica o, comunque, distorta. 10. Il punto di mira. A prima vista può risultare difficile individuare un errore fatale per il buon esito del tiro: la mancanza di un punto di mira e, per estensione, abbassare (o distogliere) gli occhi e perdere così il contatto visivo con il canestro. Avere un riferimento visivo preciso e univoco – quello che gli americani chiamano “target” – è determinante. Molto spesso si vedono tiri eseguiti con tecnica impeccabile mancare il bersaglio e ciò è dovuto alla mancanza di un preciso Obbiettivo oppure alla sua variabilità, vale a dire al cambiamento del punto di mira di volta in volta. Non è infrequente vedere eccellenti giocatori in possesso di una tecnica da manuale interrompere il contatto visivo con la parte del canestro prescelta e scoccare un tiro inevitabilmente destinato ad uscire. A questi errori, e a quelli non indicati, se ne sommano – come riscontro anche nell’attività di personal coaching – altri non meno importanti (in taluni casi più importanti) inerenti gli aspetti mentali del tiro, meno apparenti ma con una forte incidenza sul suo esito. Questo tema sarà trattato prossimamente in questa rubrica.
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1 CONTRO 1 OFFENSIVO Ettore Messina Premessa: si parte dal presupposto che i giocatori con cui si lavora siano già in possesso di una discreta conoscenza dei principali fondamentali d'attacco (uso del palleggio, passaggio e tiro), e quindi anche in grado di fare delle valide scelte di tiro. Parlando di 1 c. 1 offensivo è importante distinguere due diverse situazioni: - 1 c. 1 da fermo (che deriva da una ricezione) - 1 c. 1 che parte da una condizione di vantaggio da parte dell'attaccante (l'attaccante riceve dopo aver opportunamente sfruttato il blocco di un compagno oppure perchè il proprio avversario è in ritardo dopo aver aiutato su una penetrazione, ecc.). Se i nostri giocatori fossero abituati a stare sempre in movimento senza pause (continuità nel passare dalla difesa all'attacco e durante le varie fasi dell'attacco stesso), sicuramente il problema dello smarcamento rivestirebbe un'importanza irrilevante ai fini dell'esito del nostro attacco; purtroppo però la realtà è assai diversa. Nello smarcamento è fondamentale guardare il proprio avversario e non il compagno con la palla. L'attaccante deve quindi imparare a concentrare la propria attenzione sull'area e sui difensori (per tenere sotto controllo il compagno con palla basta la coda dell'occhio). A) Se il difensore non è già nella posizione dove io voglio prendere la palla (sulla traiettoria che mi porterebbe a ricevere), allora VADO A PRENDERE LA PALLA direttamente; se reagisce faccio backdoor (l'importante è mantenere sempre l'iniziativa). E' inutile fare smarcamento se la difesa non è sulla linea che unisce il punto dove voglio ricevere alla palla (perdo solo tempo e ho un attacco statico). Idee per il backdoor: quando l'attaccante vede che la difesa viene a giocare sulla linea, eseguirà un movimento diretto a canestro se lo spazio in area è libero (Dis. 1)
mentre se lo spazio risulta occupato da un pivot (Dis. 2) ricorrerà ad un backdoor in allontanamento (mi muovo verso il difensore che mi anticipa e mi allontano); in questo caso il passaggio migliore sarà sicuramente un due mani sopra la testa. Quindi riepilogando: difensore inizialmente sotto la linea di passaggio; mi muovo verso la palla e - se il difensore non reagisce, ricevo un passaggio diretto; - se il difensore si pone sulla traiettoria del passaggio e c'è spazio in area, eseguo un backdoor diretto a canestro; - se il difensore si pone sulla traiettoria del passaggio e non c'è spazio in area, eseguo un backdoor in allontanamento. B) Se invece il difensore è già sulla linea di passaggio, dovrò comportarmi diversamente: - se c'è spazio, vado contro la sua spalla interna per toglierlo dalla posizione di anticipo; - se arretra di un passo, prendo contatto ed esco fuori, altrimenti proseguo e osservo cosa fa la difesa (Dis. 3) Nel lavoro quotidiano bisogna privilegiare il lavoro dei piedi rispetto a quello del corpo (braccia, avambraccio, gomiti, ecc.). 1 c. 1 da fermo : ricevendo in ala da fermo (con il difensore davanti, dopo uno smarcamento) siamo in una situazione statica; spesso l'attaccante riceve e non ha coscienza della distanza che c'è fra lui e il difensore. Appena prendo la palla, se il difensore è vicino, come prima cosa devo strappare la palla e portarla sul lato opposto (probabilmente il difensore farà un passo indietro per recuperare la posizione, così acquisto un
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primo piccolo vantaggio); questa azione mi permette di poter giocare subito 1 c. 1 ma anche di avere una buona linea di passaggio sul fondo (Dis. 4)
Se il difensore si stacca perchè considera il proprio avversario un tiratore scadente, capita spesso che l'attaccante parta ugualmente in palleggio (con partenza incrociata). Invece, se si vuole comunque giocare 1 c. 1 col difensore lontano, è meglio mettere la palla subito per terra (palleggio vicino ai piedi) e attaccare poi con palleggio protetto, esitazioni, ecc. una delle spalle del difensore (non il suo petto); anche in questo caso, alla base della scelta, c'è la necessità da parte dell'attaccante di mantenere sempre l'iniziativa. In sostanza, parlando di situazioni pratiche e non canoniche, l’1 c. 1 da fermo si riduce alle due situazioni viste prima e cioè: - difensore molto vicino - difensore lontano. 1 c. 1 con difensore in ritardo : il difensore si trova a dover correre dietro o verso l’attaccante per recuperare il ritardo o per chiudere la distanza tra se e l’avversario con palla. Ad es. se l’attaccante che gioca sul lato debole vede che il suo difensore gira la testa verso la palla, dovrà tagliare dietro o allontanarsi in angolo; sul passaggio skip l’attaccante potrà giocare col difensore in recupero (Dis. 5) Per l’attaccante la cosa più importante è GIOCARE PER RICEVERE NELLE ZONE IN CUI PENSA DI POTER ESSERE PERICOLOSO e CREARE PERICOLI PER LA DIFESA. Per avere maggior vantaggio bisogna imparare a rubare spazio (es. muoversi in allontanamento rispetto alla penetrazione in palleggio di un compagno (Dis. 6). 1) Appena l’attaccante riceve con vantaggio sul proprio difensore deve mettere gli occhi sul ferro e la palla in posizione di tiro; se è libero la prima idea deve essere un tiro non una penetrazione in palleggio (che può portare ad un tiro ravvicinato ma col difensore addosso). 2) Nel caso in cui il difensore stia recuperando in modo particolarmente aggressivo, bisogna giocare 1 c. 1 in penetrazione CONTRO il difensore che sta correndo addosso, attaccandolo su una spalla con un primo palleggio eseguito oltre il suo corpo (se eseguo un palleggio laterale il difensore può recuperare). E’ importante che l’attaccante riconosca se il difensore sta correndo verso di lui davanti o di lato. Solitamente si dice all’attaccante: “GIOCA CONTRO IL PIEDE AVANTI”, questo però determina un atteggiamento sbagliato perché i ragazzi guardano per terra e non avanti; siccome invece bisogna tenere gli occhi sul ferro, il consiglio è quello di dire: “ATTACCA LA SUA SPALLA”. 3) Se l’attaccante ha dei dubbi allora userà una finta di tiro per poi giocare in relazione alla reazione del difensore. L’1 c. 1 può essere finalizzato alla difesa o all’attacco. Quando si lavora per l’attacco è meglio usare situazioni in cui la difesa deve recuperare, così l’attaccante si abitua a fare delle scelte. Nell’esercizio illustrato (Dis. 7) il difensore passa e corre a difendere (o sfida a tirare); l’attaccante deve leggere la situazione e reagire di conseguenza. Invertire le posizioni dopo 5 attacchi, così i ragazzi hanno la possibilità di memorizzare le cose che stanno facendo (gli facciamo capire che non stiamo lavorando sulle percentuali). Il difensore dovrà collaborare determinando situazioni diverse.
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Se invece vogliamo stimolare l’aggressività e la competitività useremo il classico “chi recupera attacca”. E’ ovvio che in questo caso ai giocatori interessa di più il FINE (recuperare la palla) e non il COME (ognuno giocherà per fare canestro facendo ricorso al movimento che dà maggior sicurezza, con scarso interesse quindi per quello che si sta facendo). Sempre a proposito di 1 c. 1 con difensore in ritardo, è invece raro vedere attaccanti che passano la palla e continuano ad attaccare mantenendo il vantaggio iniziale (o addirittura incrementandolo). Spesso infatti l’attaccante commette l’errore di esitare, dando così tempo al difensore di recuperare e giocare 1 c. 1 statico (Dis. 8), anziché passare e giocare dai e vai con successo, dato che il difensore non può porsi sulla linea uomo-palla (Dis. 9). L’allenatore deve spronare i ragazzi a non giocare da fermo, privilegiando 1 c. 1 dinamici e non statici. E’ mia convinzione che la percentuale di tiro non dipenda solo dalla giornata più o meno felice ma anche da come si gioca (se la palla si muove, la difesa ha più problemi e per l’attacco aumentano le possibilità di tiri facili) e pone quindi l’accento sull’importanza dei passaggi per muovere la palla. Nel bagaglio tecnico di un buon attaccante non deve mancare l’ARRESTO E TIRO. Non si tratta del Palleggio-Arresto-Tiro che più o meno tutti sanno fare, ma di insegnare l’uso del palleggio per spaccare la difesa, quindi Due o Tre palleggi-Arresto-Tiro per arrivare in mezzo all’area.
Non basta infatti saper entrare o tirare piazzato, perché in questo caso la difesa dovrà preoccuparsi di difendere solo la linea dei 3 punti e il centro dell’area. Senza arresto e tiro ho solo due aree di tiro: piazzato se sono in vantaggio o terzo tempo se penetro (Dis. 10). Usando anche l’arresto e tiro diventa difficile per la difesa coprire tutte le zone e si aprono così spazi enormi per l’attacco. Parlando poi di arresto e tiro in mezzo all’area, l’attaccante deve imparare ad arrestarsi e saltare leggermente all’indietro per neutralizzare l’eventuale aiuto difensivo. Durante lo smarcamento non devo guardare chi ha la palla perché quando ricevo non ho chiara la posizione del difensore (Dis. 11), ma è importante che i giocatori guardino il centro dell’area: muoversi verso la palla continuando a guardare dentro l’area e vedendo la palla solo con la coda dell’occhio (Dis. 12). Ci sono situazioni tipo (ad es. in uscita da un blocco basso) in cui si attacca preoccupandosi solo di vedere la palla, senza avere idea di come la difesa ha reagito (Dis. 13). Non è altro che il concetto che si applica in difesa: un occhio sulla palla e uno sull’attaccante. Usiamolo anche per l’attacco ! UN OCCHIO SULLA PALLA E UNO SUL DIFENSORE. Alleniamo la visione periferica.
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Il Focus dei miei occhi (il punto morto) non deve quindi essere sulla palla, ma in mezzo all’area. Se fisso gli occhi sulla palla vedrò una porzione di campo inutile (Dis. 14); la scelta giusta è quella di far rientrare nel proprio campo visivo tutto quello che serve: palla, difesa, canestro, compagni (Dis. 15). Ricordarsi : la difesa lavora per far perdere l’attimo del passaggio. Quasi tutti gli attaccanti, quando ricevono, hanno bisogno di guardare per fare un passaggio, la loro scelta è quindi quella di non mettersi subito sulla linea di passaggio, ma aspettare il momento in cui l’avversario ha ricevuto la palla per metterlo in difficoltà nel momento di decidere cosa fare dopo (creare indecisione nell’attaccante che ha ricevuto). Lavorando con giocatori giovani è importante tener conto delle loro caratteristiche senza però esasperare la specializzazione. Ad esempio non possiamo richiedere a un pivot giovane di fare gli stessi movimenti che usiamo per gli esterni : l’esterno può fare una partenza incrociata con un primo palleggio oltre il difensore (palleggio in avanti), ma se facciamo fare lo stesso movimento a un lungo vicino a canestro, o perde palla o va fuori equilibrio. In questo caso è meglio optare per un passo più corto con palleggio protetto (magari con due mani, palleggiando tra le gambe). E’ però importante proporre situazioni diversificate per l’1 c. 1, abituando così gli esterni a giocare vicino a canestro e i lunghi lontano. Gran parte del successo dell’1 c. 1 (senza e con palla) è legata alla capacità di tagliare. Come tagliare verso la palla: - con palla bassa, bisogna curare l’angolo di passaggio (Dis. 16) - nel caso SI ho creato un angolo di passaggio corretto perché se il difensore anticipa posso fare un backdoor rapido (i miei piedi sono più pronti a spingere verso canestro), nel caso NO troverei più difficoltà;
- con palla in ala, se taglio dritto sul fondo non aiuto a creare un buon angolo di passaggio (Dis. 17); se invece taglio un po’ a curva, salendo verso la palla, creo una situazione migliore (Dis. 18). Se poi chi ha la palla legge la situazione e usa un palleggio, posso ricevere in area. Se un attaccane fa una cosa dopo che un compagno ne ha fatta un’altra, diventa un fatto meccanico e si perde iniziativa. Bisogna imparare a fare una cosa insieme a un’altra che sta facendo un compagno. Riepilogando quindi: - prendere gli angoli giusti sul campo (per l’attacco) e togliere gli angoli di passaggio (per la difesa) è sinonimo di giocare bene a basket; - imparare a procurarsi lo spazio per acquisire un vantaggio; - OK il palleggio e il tiro, ma usare anche il passaggio per mantenere (o aumentare) il vantaggio.
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IL RIMBALZO Il rimbalzo difensivo Nella continua ed esaltante contrapposizione fra chi cerca la realizzazione di un canestro e chi tenta di non consentirla, non concedere l’opportunità di secondi e terzi tiri o di riprendere una nuova azione – con tutto ciò che ne consegue: nuovo possesso, secondi preziosi consegnati a chi attacca, rischio potenziale di nuovi falli – è spesso e volentieri essenziale per raggiungere la vittoria. Proprio per questo, porre enfasi su questo momento particolare e sulle lacune che non pochi giocatori e, per estensione, non poche squadre manifestano può rivelarsi utile per cercare di migliorare questo fondamentale che riverbera i suoi effetti sui risultati in modo significativo e spesso determinante. Il rimbalzo difensivo ha come principio informatore che non sia concessa all’attacco la conquista del pallone su tiro sbagliato. La sua importanza non mai troppo messa in evidenza e quelli che seguono sono gli errori, le lacune e i momenti critici che è opportuno rimuovere per non penalizzare il risultato finale: Il rimbalzo difensivo è uno sforzo di squadra coordinato e congiunto. Ogni giocatore deve essere consapevole che l’esecuzione di un buon tagliafuori – per posizione e per scelta di tempo – previene in gran parte le possibilità di recupero del pallone da parte dell’attacco. Un rimbalzo preso dalla difesa equivale ad un tiro realizzato in attacco. Non pochi giocatori non giocano una difesa intensa, capace di causare tiri forzati e/o affettati e questo comportamento vanifica il lavoro di squadra quando il risultato finale è la riconquista del pallone su tiro sbagliato. I giocatori devono capire che il rimbalzo difensivo è una di quelle situazioni di gioco nelle quali non è importante il numero delle volte in cui si compie un gesto bensì quante volte non lo si esegue. La discontinuità, per mancanza di intensità o per l’assunzione che il tiro andrà a segno (al contrario, è opportuno – dal punto di vista difensivo – considerare sbagliato ogni tiro), è un errore da evitare e da cancellare dal bagaglio di ogni giocatore. Sono pochi i giocatori che comunicano. Fornire ai compagni le giuste e tempestive informazioni, chiamare l’esecuzione di un tiro, ecc…costituisce un momento essenziale – soprattutto se un difensore non vede il pallone – e concorre in modo significativo alla conquista del rimbalzo. La chiamata di un tiro innesca l’esecuzione del tagliafuori. Chi non lo fa è colpevole e complice dell’eventuale mancata conquista del pallone. Quanti giocatori hanno l’istinto e l’attitudine di andare alla conquista del pallone quando fanno il tagliafuori? Spesso si fermano lì considerando la missione compiuta e non “vogliono” il pallone. Essere presenti mentalmente è determinante (soprattutto quando non si possiede il dono del “senso della posizione”). Gli allenatori non devono trascurare questa peculiarità, spesso nascosta nel profilo tecnico-agonistico dei giocatori. Non è raro individuare che, presente la giusta mentalità, è scadente la tecnica del tagliafuori, gesto che deve essere attivo e dominante, mai passivo e sottomesso. Non sempre in occasione di un tiro i difensori prendono l’iniziativa e attaccano i potenziali rimbalzisti offensivi. Al contrario, reagiscono, concedendo così un vantaggio rilevante agli avversari che si traduce, il più delle volte, nella mancata conquista del pallone. Localizzare l’attaccante, prendere contatto con una mano, in modo regolare, con una sua spalla e poi, stabilito il contatto, ruotare e mettersi fra attaccante e canestro – assumendo una posizione solida, con gambe larghe, braccia alte e larghe – sono i passi che chiudono la strada verso il canestro. Quanti lo fanno? Pochi. Verificare per credere. Queste sono, in modo sintetico, le principali carenze che emergono osservando questo aspetto del gioco. Così come la sua versione offensiva, il rimbalzo difensivo non deve essere trascurato, deve essere insegnato a fondo ed essere inserito nei piani di allenamento fino a che non diventa dote acquisita da ciascun giocatore. Ne va, non è esagerato ribadirlo, di una maggiore efficacia difensiva e di qualche vittoria in più o in meno. Qualche allenatore ha già sperimentato sulla propria pelle il peso di una partita persa per il mancato controllo del proprio tabellone.
Il rimbalzo offensivo Sono molte le cause che portano ad una sconfitta, soprattutto nelle concitate partite punto a punto. Un libero sbagliato, una banale infrazione, un passaggio impreciso, il tiro della disperazione che non va a segno. Questi sono i segnali più evidenti che balzano immediatamente agli occhi, ma c’è spesso un motivo altrettanto – e forse ancor più – valido ma spesso e volentieri colpevolmente trascurato e sottovalutato che emerge in modo netto e trasparente ad un occhio attento o dalla lettura dei dati statistici finali: il rimbalzo offensivo. Sono molte le cause che portano ad una sconfitta, soprattutto nelle concitate partite punto a punto. Un libero sbagliato, una banale infrazione, un passaggio impreciso, il tiro della disperazione che non va a segno. 41
Questi sono i segnali più evidenti che balzano immediatamente agli occhi, ma c’è spesso un motivo altrettanto – e forse ancor più – valido ma spesso e volentieri colpevolmente trascurato e sottovalutato che emerge in modo netto e trasparente ad un occhio attento o dalla lettura dei dati statistici finali: il rimbalzo offensivo. Non è forse la conquista del rimbalzo in attacco ad offrire l’opportunità di secondi (e terzi) tiri o l’occasione per avviare una nuova azione che può produrre i due/tre punti necessari per vincere, soprattutto nelle partite a punteggio ravvicinato allorché il possesso del pallone è vitale? Proprio per questo, porre enfasi su questo aspetto del gioco e sulle carenze che numerosi giocatori e non poche squadre manifestano non è mai eccessivo. Soprattutto in tempi come questi, nei quali molti fondamentali sono trascurati e, in questo ambito, molti principi del rimbalzo offensivo sono non soltanto scalfiti ma addirittura disattesi. Un breve elenco mette in evidenza, senza priorità, lacune ed errori comunemente rilevabili e ai quali, va da sé, è opportuno porre rimedio: I giocatori non sono stimolati ad incrementare anticipo, determinazione e grinta. Al contrario del rimbalzo difensivo, che richiede in modo predominante stazza fisica e forza, le qualità citate sono indispensabili e spesso non si ritrovano in numerosi giocatori o sono scarsamente allenate. Ai giocatori che non dispongo dell’istinto naturale per il pallone non è inculcata la giusta mentalità che porta all’incremento della volontà e della consapevolezza. L’aggressività e la determinazione devono essere dote propria dei rimbalzisti e vera e propria rampa di lancio che porta anche a secondi e terzi tentativi di conquista del pallone. I rimbalzisti – e, in generale, tutti gli attaccanti – spesso non sono al posto giusto nel momento giusto. Hanno un grosso vantaggio che non mettono a frutto: vedono il tiro, la sua direzione e dove, con molta probabilità, va a finire. Possono metterlo a frutto essendo attivi nel lasso di tempo che va dal momento in cui il pallone lascia la mano del tiratore, colpisce l’anello, sale verso l’alto e poi ricade verso il punto in cui sarà conquistato. Questo breve ma utile spazio temporale non sempre è utilizzato per determinare dove e con quale angolo ricadrà il pallone. Quanti giocatori sanno anticipare o superare il tagliafuori difensivo acquisendo, prima, la giusta posizione e aggirando, poi, il difensore con l’applicazione della giusta tecnica? L’uso appropriato delle braccia e delle gambe è un difetto/carenza da eliminare. Talvolta tutti gli sforzi vengono vanificati dall’acquisizione di una posizione scorretta, intendendo quella troppo sotto canestro. Superare l’avversario e trovare nel canestro un ostacolo non è un buon risultato. Poiché i giocatori hanno la tendenza a guardare il pallone durante il suo viaggio verso canestro, gli attaccanti che vanno al rimbalzo non trasformano questa abitudine in un vantaggio significativo per acquisire una posizione interna e per tagliare fuori a loro volta i difensori. Questo breve elenco mette a nudo gli errori e le lacune più evidenti facilmente riscontrabili nel corso di molte partite. Come sempre, è responsabilità degli allenatori far si che vengano possibilmente eliminati o, quanto meno, significativamente ridotti. L’insegnamento e l’approfondimento della tecnica del rimbalzo offensivo deve essere parte integrante dei programmi di allenamento, tanto pre-stagionali che stagionali, sia con esercizi mirati che in quelli che contemplano situazioni di gioco. Da una maggiore attenzione a questa importante componente del gioco possono derivare vittorie altrimenti negate e i due punti così ottenuti premiano squadra, allenatore e giocatori.
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Il Tiro Libero Osservandone la ricorrenza e la frequenza con cui si manifesta, il problema "tiro libero" sembra essere senza soluzione. Non c'è partita in cui non si evidenzi in modo lapalissiano, tanto da farlo ritenere ormai endemico. Dai mostri sacri (non più tanto) della NBA - ahi loro - ai nostri ragazzini delle leve giovanili - ahi noi - una casistica impietosa mette in mostra le carenze di molti giocatori allorché si trovano viso a viso con quel tiro che appare così facile - e lo potrebbe essere, o almeno non più complesso degli altri - ma che, in realtà, si rivela un ostacolo ostico e, per molti, insuperabile (o quasi, spesso aggirato in modo fortuito e occasionale). Non c'è alcun dubbio che, prima che tecnico, il problema sia mentale. E' difficile immaginare cosa scatti nel cervello del giocatore che, schierato sulla "linea della carità" - mai etichetta ha assunto un significato così valido e ambivalente -, si trova a tu per tu con il canestro. Si può affermare, con buone probabilità di azzeccarci, che un maligno interrupt cerebrale manda in tilt le sinapsi interrompendo o disturbando la connessione funzionale che lega la stanza dei bottoni, il cervello, con l'organo periferico di reazione. Cos'è infatti, se non un messaggio elaborato e inviato impropriamente o in modo incompleto dal cervello, che fa sì che, al di là del mero aspetto tecnico, il pallone prenda ogni volta strade diverse per non raggiungere l'Obbiettivo finale? Né si può dar credito all'ipotesi che il giocatore, soprattutto nei campionati professionistici o semiprofessionistici, sia influenzato - se non in qualche sporadico, e per questo accettabile, caso - dalla pressione esercitata dal pubblico (urla, occhi puntati addosso, oggetti agitati davanti al tiratore, ecc….). Individuare la regolazione che consente di ripristinare l'equilibrio mentale, la fiducia e le capacità di concentrazione del giocatore che patisce questa sindrome non è facile (ci sono in proposito varie e sperimentate strategie, fra le quali la PNL - Programmazione Neuro Linguistica) e una appropriata tecnica di esecuzione, ecco il secondo punto nodale, può essere il più che benvenuto medicamento che porta alla guarigione parziale, se non totale. Infatti, tutto ciò non toglie che la cura non esista. Quasi sempre uno scadente tiratore di liberi associa ad un problema di origine mentale problemi di tipo tecnico. Come in qualsiasi aspetto di tecnica individuale, vale a dire inerente ai fondamentali, la padronanza, più o meno completa, del gesto è determinante. La conferma viene non appena si presta un minimo di attenzione alla sequenza del tiro, dal momento in cui il giocatore prende fra le mani il pallone a quando lo rilascia. Al di là delle personalizzazioni - ben accette quando pagano buoni dividendi - non è raro riscontrare scorrettezze gestuali che inevitabilmente portano all'errore (e non al tiro "sfortunato", per favore!). Equilibrio precario del corpo, scarso caricamento delle gambe, controllo improprio del pallone, focalizzazione visiva imprecisa e variabile di un punto di mira, estensione incompleta del braccio, intervento della mano d'appoggio, assenza di "follow through", dita racchiuse, ruotate all'esterno o all'interno: sono questi alcuni "agenti patogeni" che incidono negativamente sul buon esito del tiro libero. Si spiegano così i perché dei tiri una volta lunghi e un'altra corti, che una volta vanno a destra e un'altra a sinistra o che, peggio ancora, non toccano il ferro. E' evidente che sulle lacune tecniche è più agevole intervenire, che si può e si deve intervenire (anche se, da quanto si vede, non viene fatto con la dovuta attenzione e intensità). Allenatori e giocatori devono lavorare con impegno e dedizione per rimuovere scorie facilmente individuabili, per far acquisire e acquisire una tecnica di tiro accettabile, se non perfetta, che si concretizzi in un miglioramento delle percentuali di realizzazione, salvo assumersi la responsabilità di un concorso di colpa deleterio per entrambe le parti e per i risultati della squadre di cui fanno parte. Quante partite si concludono con lievi scarti di punti? Non poche, non è vero? Perché non intervenire là dove si può senza fatiche sovrumane per portare a casa due punti in più? "Elementare, Watson!" diceva Sherlock Holmes. Il caso è, appunto, elementare, non occorrono intuizioni o trovate geniali, bastano semplice attenzione, giusta dedizione e la voglia di diventare (e far diventare) un giocatore migliore.
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GIOCARE 1 CONTRO 1 CON LA PALLA Marco Sanguettoli La didattica dell’1 contro 1 deve essere sia tecnica (apprendimento e automatizzazione dei gesti fondamentali che riguardano sia l’1 contro 1 dal palleggio sia l’1 contro 1 da fermi) che tattica (utilizzo del gesto tecnico più efficace in seguito a una intelligente lettura della posizione del proprio difensore) . A proposito dell’insegnamento tecnico vorrei sottolineare alcuni aspetti che ritengo essenziali: - Fronteggiare il canestro al momento della ricezione della palla (petto e punte dei piedi a canestro). - Arrestarsi solo nel momento della ricezione ( “mangiare la palla” ) per evitare l’anticipo del difensore. - Ambidestrismo nel palleggio, nelle partenze in palleggio e nell’uso del piede perno (saper partire incrociato o diretto con entrambi i perni). - Nell’1 contro 1 dal palleggio saper usare il corpo per sbilanciare l’avversario (ballare) mantenendo un corretto equilibrio dinamico. - Il primo passo della partenza incrociata (o il secondo della partenza diretta) deve essere profondo cioè oltre le gambe del difensore: negli esercizi di 1 contro 0 la presenza di una sedia serve a verificare che la gamba che incrocia e la palla siano oltre tale ostacolo. - Nella partenza incrociata la palla viene portata sul lato del palleggio con un energico movimento di “pendolo” davanti al bacino; nella partenza diretta la palla viene spinta a terra a due mani con traiettoria diagonale per svincolare prima possibile il piede perno consentendo il movimento di incrocio sul secondo palleggio per tagliare fuori il difensore. - Nel momento del tagliafuori offensivo nei confronti del difensore giocargli contro senza allargare (“bucare le spalle del difensore”). Per quanto riguarda l’insegnamento della tattica individuale dell’1 contro 1 credo sia di primaria importanza che il giocatore si abitui a guardare il proprio difensore nel momento che precede la ricezione della palla per anticipare la strategia di attacco. Quando in ricezione il difensore è vicino, l’Obbiettivo è batterlo con una partenza incrociata che è la più efficace: l’attaccante dovrà quindi imparare a scegliere il perno a seconda della posizione dell’avversario. Quando in ricezione il difensore è lontano, si attacca per tirare con la possibilità di interrompere l’azione di tiro se il difensore si avvicina e scegliendo quindi la partenza diretta o incrociata in relazione alla linea di recupero del difensore. La progressione didattica che propongo, dopo una prima fase di insegnamento tecnico analitico senza difesa (per offrire ai ragazzi gli strumenti tecnici essenziali), prosegue con una serie di esercizi semi-agonistici in cui il difensore (che all’inizio può essere un allenatore, ma che ben presto sarà un giocatore) aiuta l’attaccante a “leggere” la situazione e a utilizzare di conseguenza il fondamentale più efficace. L’utilità di questa fase deriva sia dal fatto che si porta il giocatore a risolvere con gradualità i problemi tattici, sia dal fatto che comunque la presenza del difensore da superare migliora e completa l’automatizzazione di un gesto tecnico sempre più corretto.
diagr. 1
diagr. 2
diagr. 3
Esercizio 1.a - La presenza del difensore ha il compito di stimolare una "lettura" dell'attaccante. Nel diagr. 1 il difensore che fronteggia 1 si sbilancia verso il centro sulla ricezione di 1, che dovrà leggere una partenza incrociata sul fondo con la mano dx per battere l'avversario. Esercizio 1.b - Adesso il difensore 1 insegue l'avversario - L'attaccante riceve la palla con un arresto esterno - interno per battere l'avversario con una partenza incrociata sul centro di sinistra (diagr. 2). Esercizio 1.c - Il difensore 1 può scegliere anche di stare lontano suggerendo all'avversario la lettura del tiro. Nel diagr. 3 sono rappresentate le tre scelte possibili per 1 in base alle tre posizioni difensive del difensore 1.
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Esercizio 1.d – Proseguendo nella progressione, il difensore 1 sulla ricezione di 1 è staccato suggerendo la soluzione tiro, ma può correre incontro all'avversario per stimolarlo ad interrompere l'azione di tiro per una partenza in palleggio che sarà diretta o incrociata a seconda della traiettoria del suo recupero difensivo (diagr. 4). E' evidente che aumentando il numero delle variabili la difficoltà nella scelta della strategia più efficace diventa maggiore. Suggerimenti: ricevere per tirare perché il difensore è inizialmente lontano - non scaricare le gambe durante il caricamento del tiro per essere pronti ad una eventuale partenza.
diagr. 4
diagr. 5
diagr. 6
Esercizio di 1 contro 1 agonistico da recupero difensivo. Il difensore 1 passa la palla all’appoggio (C), l'attaccante “sprinta” verso la palla, riceve e gioca 1 contro 1 contro un difensore in recupero (diagr. 5). Suggerimenti: * Guardare il difensore durante la ricezione. * "Mangiare" la palla fermandosi solamente al momento della ricezione con piedi e petto verso canestro. Successivamente limitare il numero di palleggi per costringere a "bucare le spalle" dell'avversario. 1 contro 1 agonistico da smarcamento. 1 si smarca per ricevere dal C e battere l'avversario. Suggerimenti: uso dei cambi di velocità per giocare senza palla (sprint-stop-sprint) e arrestarsi solo nell' attimo della ricezione per fronteggiare mentre si riceve per essere subito pericolosi (diagr. 6). Successivamente limitare il numero di palleggi per costringere a "bucare le spalle" dell'avversario. Considerando il fatto che i giocatori, in situazione agonistica, sono portati istintivamente ad usare la mano forte, propongo esercizi in cui la posizione del difensore obbliga l’attaccante ad usare la mano debole. Rinforzo dell'uso della mano debole e per i cambi di velocità in palleggio:
diagr. 7
diagr. 8
diagr. 9
1 parte da metà campo palleggiando lentamente con la mano sinistra, il difensore lo segue correndo a ritroso, poi 1 cambia velocità penetrando a canestro ; il difensore si gira e tenta il recupero (diagr. 7). Suggerimenti: sul cambio di velocità occorre portare la mano che palleggia dietro la palla per spingerla molto avanti e occorre sbilanciare le spalle in avanti abbassando il baricentro del corpo. Successivamente anche il difensore correrà in avanti, costringendo l'attaccante a migliorare l'efficacia del cambio di velocità. Il difensore passa la palla a 1 e corre a difendere mentre 1 punta il canestro; l'attaccante usa solo la mano debole con l'Obbiettivo di stringere verso canestro per avere un buon angolo di tiro sulla conclusione; il palleggiatore può cambiare mano solo se il difensore gli chiude la linea di penetrazione della mano debole (diagr. 8). Suggerimenti: * Puntare con decisione il difensore senza farsi portare verso gli angoli; 45
* Anticipare l'eventuale chiusura della linea di penetrazione con un cambio di mano frontale che inevitabilmente costringerà il difensore ad incrociare le gambe. Uso del palleggio con la mano debole dalla partenza in palleggio. Dopo l'auto-passaggio di 1 il difensore si sbilancia decisamente sulla mano forte dell'avversario costringendolo ad una partenza sull'altro lato; 1 deve dare profondità al primo passo per tagliare fuori l'avversario e deve continuare a puntarlo giocandogli sulla spalla più vicina a canestro : in questo modo renderà vano ogni tentativo di recupero dell'avversario e troverà un angolo di tiro ottimale (diagr. 9). Durante il gioco l’attaccante con palla, deve anche leggere gli spazi in cui penetrare in rapporto al movimento senza palla dei compagni; per facilitare tale lettura suggerisco alcune regole che riguardano l'1 contro 1 senza palla: 1. I tagli sono portati verso canestro e verso la palla, giocando contro le spalle del difensore e terminano sul lato della palla (diagr. 10 e 11).
CORRETTO
diagr. 10 diagr. 11
SBAGLIATO
In relazione alla situazione precedente, il giocatore 1 attaccherà lo spazio libero creato dal compagno con il taglio, con una penetrazione verso il centro (diagr. 12 e 13):
CORRETTO
diagr. 12 diagr. 13
SBAGLIATO
2. Il giocatore che penetra in palleggio e che passa la palla ad un compagno fuori dai 3 pt., in seguito ad un aiuto difensivo, prosegue l’azione con un taglio sul lato della palla. Col duplice Obbiettivo di ricevere spalle a canestro, giocando contro il proprio difensore in recupero e di creare spazio al compagno per un successiva penetrazione (diagr. 14, 15, 16 e 17). Esempio: a. Sequenza Corretta:
diagr. 14 diagr. 15
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b. Sequenza Sbagliata:
diagr. 16 diagr. 17
Infine, per quanto riguarda l’insegnamento della tecnica di palleggio, in aggiunta alla didattica di base, suggerisco che durante l’allenamento di tale fondamentale, il 70% circa degli esercizi siano eseguiti con la mano debole e che venga sottolineata continuamente l’importanza dell’uso del corpo come mezzo per sbilanciare il difensore durante i movimenti di esitazione di Hockey dribble etc.
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ESERCIZI Principalmente quattro parti: passaggio, palleggio, tiro, gioco di gambe (con o senza palla). Esercizi: - fazzoletto altezza ginocchio: scalpo dentro un cerchio; - usare o rete o linea per terra e giocare a ping-pong con una mano contro il compagno; - una palla per coppia. Chi ha la palla si muove e cambia mano per palleggiare; l’altro fa perdere la palla (percezione spazio, palla e difesa); - correre fino a metà campo, poi finta a sx e palleggio a dx con prosecuzione azione e viceversa; - metà da una parte e metà dall’altra per fare lo stesso esercizio; - prima tutto senza palla, poi con palla; - copiare a specchio il palleggio del compagno; - palleggio, giro perno e cambio mano. Esercizi: - in due, uno dietro l’altro; il primo palleggia con la mano dx, si blocca e mette la palla sulla mano sx (braccia in fuori). Il secondo con un balzo a piedi pari supera il primo e fa la stessa cosa; - come il primo esercizio ma si appoggia per terra la palla, il secondo recupera e continua; - in due. Il primo con la palla a centro campo, il secondo sull’angolo dx del campo. Il primo palleggia fino alla lunetta e appoggia la palla a terra; il secondo gli corre incontro, raccoglie la palla e in palleggio va verso sx (con maggiore rapidità possibile va fatto tutto l’esercizio). Il primo segue il secondo che poi va al centro e fa fare al compagno la stessa cosa da sx; - stesso esercizio ma con il passaggio della palla (il secondo aspetta la palla); - stesso esercizio ma con il passaggio della palla (il secondo va incontro alla palla); - stesso esercizio ma con il passaggio della palla e il secondo finalizza con un palleggio, due passi ed il tiro; - lancio la palla in alto, la riprendo dopo un palleggio e la tengo alla dx, poi un palleggio con piede sx avanti, due passi e tiro a canestro (poi il tutto a sx); - terzo tempo con palla consegnata dal compagno sulle mani (prima dx, poi sx); - stessa cosa con palla passata; - stessa cosa ma il passaggio viene effettuato dal lato opposto; - stessa cosa ma con passaggio frontale; - partita con passaggi senza spostarsi e unica possibilità di tiro in terzo tempo. Esercizi: - Passaggi della palla con i piedi -> ci vuole un maggiore controllo perché la palla è pesante. - Palla rotolata -> tempo di guardare a chi devo passarla. - Per il contropiede il 1° passaggio (da sotto canestro al giocatore vicino alla fascia) viene chiamato di apertura (se il giocatore che riceve palleggia rallenta l’azione); il 2° passaggio (al centro) consente al primo giocatore, attraverso il palleggio di chi riceve, di arrivare sotto canestro (si parla di lavoro in tre);il 3° passaggio serve alla conclusione. Nell’ultima fase il giocatore che va a tirare corre sempre a testa alta per seguire tutto il gioco. È necessario che ci sia sempre qualcuno sotto canestro nel caso in cui il compagno sbagli il tiro. Esercizi: - coppie -> palleggio e passaggio di corsa senza mai fare fermare la palla - treccia in tre con tocco prima di una mano e poi dell’altra (prima del passaggio in aria) - 7 persone con un pallone devono andare in fondo al campo passandosi la palla con i piedi. Si parte dal centrale che passa a quello vicino e cosi via fino ad arrivare a quelli esterni. Chi ha passato la palla passa dietro ai compagni - stesso esercizio ma con la palla che rotola - stesso esercizio ma con la palla che rimbalza a terra - stesso esercizio ma lancio la palla - stesso esercizio ma a gruppi di 5, poi 4, poi 3. È importante ricordarsi che se si deve fare canestro a destra e i passaggi devono essere pari, si passa la palla a chi sta dalla parte opposta al tiro. Viceversa se i passaggi sono dispari, si passa a chi sta dalla parte del tiro - 4 file (tre vicine e una dall’altra parte del campo per difendere). Il pallone a chi sta nella seconda -> azione di contropiede con una persona che difende. Dopo l’azione i giocatori ruotano di posizione. Importante per chi difende non marcare da vicino, ma stare in una posizione in cui è più possibile il passaggio (intuizione). 48
Qual è lo spazio più difficile da difendere? Dietro a se stessi, mai lasciare libero dietro alle spalle. Esercizi: - gambe divaricate -> la palla fa un giro intorno al bacino, poi da dietro, con due mani, la faccio rimbalzare in mezzo alle gambe e recupero davanti. Dopo cambio senso. - gambe divaricate -> faccio passare la palla con rimbalzo fra le gambe avanti e dietro. - stessa cosa ma la palla passa prima al volo davanti e dietro e poi di nuovo sotto. - unisco gli esercizi precedenti con sequenza personale. - lancio la palla con due mani e, dopo il rimbalzo a terra, la recupero più vicino possibile al terreno. Successivamente stessa cosa in movimento anche con altre parti del corpo. - la palla rimbalza a terra ed io recupero più in alto possibile (stacco prima con un piede, poi con l’altro e ricaduta a piedi pari). - stacco per prendere la palla e prima di ricadere sul terreno la rilancio (la palla non deve palleggiare). - a coppie -> il primo fa rimbalzare la palla ed il secondo recupera più in alto possibile, poi, prima di ricadere, la ripassa con rimbalzo al compagno. - a coppie -> il primo fa rimbalzare la palla e, prima di ricadere, la passa al volo. - come precedente ma passo la palla tenendo le mani come nell’azione di tiro. - palla tenuta sulla testa con due mani, due saltelli e passaggio. - un compagno sotto al canestro fa rimbalzare la palla verso il compagno sulla linea di tiro che, effettuato il recupero, fa un saltello e tira cercando di non utilizzare il tabellone. - panca vicino al canestro -> saltello a piedi uniti per salire, saltello per scendere e tiro. Evitare l’uso del tabellone e spostare la panca anche dall’altro lato. - palla sulla testa -> con le mani azione di tiro facendo girare la palla. La palla deve rimbalzare davanti al corpo e tornare alla mano con cui si ha effettuato il tiro. - tiro a canestro normale con spinta gambe e distensione del braccio (x fare bene questo esercizio provare prima da seduti per distendere bene il braccio). - un compagno passa la palla all’altro che gli corre incontro, arresta a due piedi e tira. - stessa cosa ma al recupero di palla un appoggio e tiro sia a dx che a sx del compagno. - 3 attaccanti e un difensore, poi 3 attaccanti e due difensori. Se gli attaccanti tirano e toccano il tabellone o il ferro fanno 1 punto, se fanno canestro 2 punti. Se la palla viene intercettata sono 5 o 10 punti a discrezione. Tutto questo serve per: il rimbalzo, il controllo del corpo per il tiro (il tiro parte da sopra la testa, non da davanti), l’utilizzo della spinta delle gambe per il tiro. Nell’ultimo esercizio è importante per i due difensori che uno stia vicino alla palla e l’altro nella zona in cui è più possibile il passaggio (difesa ad L). Se la difesa gira bene, l’attacco si prende tempo, ma si deve ricordare che ci sono 8 secondi per concludere l’azione. È importante nel contropiede che ci sia sempre il passaggio nella zona di apertura, perché si perde tempo se si palleggia.
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Attacco a metà campo Bill Bayno Ritengo sia più facile far giocare con intensità i giocatori in difesa piuttosto che in attacco. Stressiamo molto presto il gioco nella metà campo offensiva e la transizione difesa attacco. Rende le cose più semplice guadagnare dei facili canestri. Migliori sono gli atleti a disposizione e più facile sarà correre e giocare un attacco in velocità. C’è una sottile linea tra il gioco controllato e poter avere buoni tiri: dare loro la libertà di correre. Ed ottenere facili canestri è cruciale nel basket. Noi abbiamo a disposizione molti giochi prefissati chiamati “veloci”. Noi possiamo giocare 20 differenti giochi attraverso il corso di una stagione, ma lo facciamo partendo dagli stessi principi di base. Tutti i nostri movimenti offensivi hanno come riferimento il nostro lavoro individuale. Attacco a metà campo, transizione, gioco in movimento, gioco col post, . ecc. Noi insegniamo ai nostri ragazzi di attaccare sempre il canestro. Abbiamo quattro regole nel nostro lavoro individuale: - Noi dobbiamo sempre simulare situazioni reali, di gioco. Il nostro primo Obbiettivo è quello di mandare la palla dentro il canestro con un penetrazione. Se questo no e possibile andremo per un tiro libero da fuori. - Si deve saper cambiare velocità sia sul perimetro che nelle posizioni di post. - Si deve saper andare a contatto del difensore, corpo a corpo. È nella natura umana evitare i contatti, ma noi dobbiamo imparare a prendere l’iniziativa sulla difesa, andando con la nostra spalla sul petto del difensore. - Essere pronti a tirare ancor prima di ricevere la palla. Mani pronte. Dobbiamo migliorare ogni singolo giocatore, se vogliamo essere una buona squadra. Si deve insegnare ad ogni singolo giocatore, andare sul campo e giocare 5 contro 5 non è sufficiente. L’attacco a metà campo è anche portare blocchi e leggere blocchi. Insegnate a i vostri ragazzi a portare blocchi regolari, a saper giocare senza palla ed ad essere altruista. Inoltre, devono saper giocare tutti nelle posizioni di post, indipendentemente dalla loro statura e dal loro peso. Infine, dobbiamo sempre essere alla ricerca del miglior tiro possibile. Prima dell’inizio della stagione mi riunisco con il mio staff e chiedo a tutti alcune cose. Cosa possiamo realizzare in attacco con il personale a disposizione? Vogliamo correre o giocare a metà campo contro la difesa schierata? Rinunciamo al nostro attacco in movimento e passare direttamente dalla transizione offensiva a giochi fissi? Quali sono le nostre forze quali le debolezze? Quali le nostre caratteristiche? Sono i nostri ragazzi svegli? Hanno capacità di gioco in post? Minori sono le limitazioni che riscontrate e più potrete giocare correndo. Noi facciamo lavoro individuale ogni giorno.
diagr. 1
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Diagramma 1. - “Perfezione”. Questo è un esercizio sulla transizione offensiva, e come tutti i nostri esercizi viene imposto un tempo limite di esecuzione, così da mettere i giocatori sotto la pressione dell’orologio. Inoltre, teniamo statistiche degli errori fatti. Tre palloni. Il primo segmento dell’esercizio consiste in un palleggio veloce e tiro in terzo tempo, tutto alla massima velocità possibile e con 4 – 5 palleggi massimo. Il secondo della fila parte, quando il primo supera metà campo. Dopo il tiro la palla va recuperata con due mani prima che cada sul campo. Se si sbaglia si ripete da capo. Si va avanti fino a quando ognuno ha eseguito un palleggio veloce e terzo tempo di destro. 4 cattura il rimbalzo sul secondo tiro in terzo tempo e parte a sua volta. Lo stesso lavoro viene eseguito sull’altro lato del campo con palleggio e tiro con la mano sinistra. Se 50
palleggiano con la mano destra, ripetono tutto da capo. Se non sono in grado di eseguire il terzo tempo a sinistra concludono in arresto e tiro. Diagramma 2. - Due contro zero a tutto campo. Se la palla cade per terra, ripartono da capo. Realizzare canestro.
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Diagramma 3. - Tre contro tre “Michigan”. 1 e 2 si passano la palla di continuo, correndo verso il canestro opposto, mentre 3 sprinta sull’altro lato. Quando 1 riceve in prossimità della linea dei tre punti passa a 3, che conclude in terzo tempo, mentre 2 incrocia sotto canestro. 1 cattura il rimbalzo ed apre per 3, che a sua volta passa per 2 che conclude da sotto. Se non vengono realizzati entrambi i tiri si riesegue tutto da capo. Diagramma 4. - Tre contro zero “treccia”. Il terzetto corre per tutto il campo e con tre passaggi devono poter concludere in terzo tempo. Si ritorna nello stesso modo, concludendo in arresto e tiro dal perimetro. Il rimbalzo viene catturato dal giocatore sul lato debole che esegue anche il passaggio di apertura. Diagramma 5. - “Knick”. Esercizio di transizione con tre squadre di quattro giocatori ciascuna. 1, 2, 3 e 4 attaccano contro X1, X2 e X3 con X4. Questo ultimo entra in campo appena il quartetto in attacco supera la metà campo, corre a toccare il centro del campo e recupera in difesa. Il quattro contro tre diviene quattro contro quattro se non c’è una conclusione veloce.
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Diagramma 6. - Appena il quartetto in difesa, recupera la palla, attacca l’altro canestro quattro contro tre (Y1, Y2 e Y3), con Y4 che tocca centro campo e recupera come ha fatto in precedenza X4. Si gioca in continuità.
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Diagramma 7. - Taglia e riempi. Dividiamo il campo in quattro quadranti, per aiutare i giocatori a spaziarsi in modo corretto. Lavoriamo sui cambi di velocità, alla massima intensità possibile. 1 passa al primo Coach, e 51
dopo aver fintato un blocco per 2, taglia deciso verso canestro, riceve la palla di ritorno dal Coach e conclude da sotto, mentre il Manager fa fallo su di lui (si deve segnare comunque). Nel contempo 2 esegue una taglio a “V”, sale verso il gomito della lunetta, riceve palla dal secondo Coach e conclude in arresto e tiro. Diagramma 8. - Esercizio simile al precedente, con 1 che porta il blocco per 2. Questi taglia verso il gomito destro della lunetta, riceve dal primo Coach e tira. 1 subito dopo il blocco, si gira verso canestro, riceve palla dal secondo Coach e tira contro il manager. Diagramma 9. - Come il precedente, con 2 che esegue un taglio curl e 1 che taglia rapidamente verso il gomito.
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Diagramma 10. - Fade. 1 porta il blocco, 2 finta di uscire dal blocco verso la palla, per poi allontanarsi verso l’angolo. 1 si muove veloce verso la seconda palla. Diagramma 11. - Cieco. 1 passa palla al Coach, per poi sfruttare il blocco cieco di 2, tagliare verso l’angolo, dove riceve il passaggio skip dal Coach e tira. 2 taglia verso canestro, riceve palla dal secondo Coach e tira. Diagramma 12. - Alto e largo. Questo movimento non fa parte di un gioco prefissato, ma deve essere eseguito in gara dopo aver letto il comportamento difensivo. Tre contro zero, 1 passa a 2 e porta un blocco alto e largo per 3. Si gioca in continuità per sei passaggi e possono eseguire un solo palleggio per migliorare l’angolo di passaggio.
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Diagramma 13. - Taglio dell’ala. Quattro contro zero, ogni volta che la palla viene passata in angolo, l’ala deve tagliare verso canestro. Gli altri rimpiazzano. Diagramma 14. - Sul ribaltamento della palla si esegue lo stesso movimento. Il tutto per sei passaggi consecutivi. Diagramma 15. - Variante: sul passaggio guardia – guardia si taglia sulla fascia centrale. Diagramma 16. - Conclusione veloce “Chop”. Questo è un movimento che scaturisce dalla nostra transizione. 2 e 3 corrono veloce sulle corsie laterali fino all’angolo, 5 si posiziona in post basso sul lato della palla. Noi passiamo rapidamente dalla transizione ad una conclusione veloce. 1 ribalta palla per 3, che se non può passare palla rapidamente per 5, la ripassa ad 1. La palla viene ribaltata da 1 per 4 e da questi per 2. 5 blocca cieco per 3 che può ricevere palla da 2. 4, dopo aver passato a 2, blocca per 5. Diagramma 17. - Se 1 non passa subito palla per 3, utilizza il blocco di 4 per attaccare il centro dove tira o passa a 2. 5 blocca per 3 e poi sfrutta il blocco di 4. Ogni volta che 4 e 5 sono schierati sullo stesso lato del campo si bloccano tra di loro (blocco cieco o blocco basso).
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Diagramma 18. - “Up�. Eseguito sul lato destro. Come il precedente con 2 che taglia veloce verso canestro, passando radente a 5. Sul blocco di 4 per 1, 2 esce sul perimetro utilizzando i blocchi di 5 e 4, riceve da 1 e conclude da tre.
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diagr. 18
diagr. 19
Diagramma 19. - Se 2 non conclude, scende in palleggio verso l’angolo, mentre 4 si posiziona con decisione in post basso e 5 taglia in allontanamento.
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METODOLOGIA E TECNICA Riccardo Izzo - Iniziare ad instradare la tecnica dei vari fondamentali verso una corretta meccanica esecutiva e quindi con una diretta osservazione e cura degli stessi sia da parte dell'istruttore che da quella dell'allievo. - Porre particolare attenzione alla distribuzione del peso del corpo sui piedi (sulla loro parte avanzata, avampiede) e sulle gambe (giusto equilibrio). - Proporre dei correttivi base ad eventuali errori d'impostazione di gesti tecnici stimolando la partecipazione dell'allievo nello stabilire l'accaduto per una formazione più conscia, adeguata, completa e flessibile, nonché responsabile dello stesso, senza pur tuttavia esasperare le richieste di precisione. - Il lavoro tecnico s'inizia dai fondamentali individuali d'attacco con la palla per poi proseguire con quelli senza la palla ed, in seguito, quelli di difesa. Da un'idea ludico-pedagogica nonché utilitaristica per l'età in questione. CONCETTI DA INFONDERE - Trovare piacere al gioco in generale e, più nello specifico, nella pallacanestro. - Trovare piacere a stare insieme in gruppo. - Trovare piacere al gioco anche inteso come lavoro impegnativo. ATTACCO Transizione Concetto di transizione: capire quando! CONTROPIEDE - Reazione mentale e fisica di cambio da una situazione di difesa ad una d'attacco. - "Verticalizzare" se stessi e la palla sempre e nel più breve tempo possibile. - Passare sempre la palla al compagno in migliore posizione. (diagr. 1) - Se si è più indietro della palla far di tutto per sorpassarla. (diagr. 2). - Se si può, evitare il palleggio, comunque, iniziare a limitarlo al necessario. - Iniziare a "rispettare" gli spazi sul campo, andando verso i punti migliori dello stesso -"spot" (diagr. 3).
diagr. 1
diagr. 2
diagr. 3
NOTE METODOLOGICHE PER IL CONTROPIEDE Nei primi approcci, non dare traiettorie o itinerari definiti da seguire sul campo, ma solo idee, punti, in sostanza regole logiche alle quali l'allievo si potrà ispirare, senza commettere così degli errori macroscopici, dando però la possibilità agli allievi di mostrare ed utilizzare la loro creatività e adeguatezza. Per esempio, mentre si corre in avanti non seguire da vicino le traiettorie intraprese già da un compagno, oppure, se un allievo, che è già in una posizione ottimale, vede un compagno che sta sopraggiungendo nella stessa posizione, il primo si sposti in un'altra posizione anch'essa valida, lasciando lo spazio libero per il compagno così da avere, in tempi ottimali, ognuno una posizione da poter sfruttare per giocare al meglio. ATTACCO SU DIFESA SCHIERATA - Non dare ruoli, ma posizioni sul campo, almeno quelle essenziali, anche senza rendere le cose esageratamente impegnative per i giovani di queste età (diagr. 4 e 5).
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Diagr. 4
Diagr. 5
Diagr. 6
- Tutti debbono provare a giocare in tutte le posizioni per aumentare il loro vissuto tecnico-corporeo (aumentare le esperienze motorie). - Non si è padroni assoluti della palla, ma tutti hanno il diritto di giocarla, se nelle posizioni giuste, e non solo i più bravi. - Posizionarsi in un posto utile per l'attacco e non a caso, senza disturbare il lavoro (gioco) degli altri (diagr. 6) - Non sostare nella postazione prescelta per troppo tempo (massimo 2-3 secondi), ma cambiare e disporsi in una nuova posizione anch'essa utile, sempre nel rispetto del movimento collettivo e dell'armonia generale (diagr. 7 e 8).
Diagr. 7
Diagr. 8
Diagr. 9
- Per ricevere la palla bisogna smarcarsi, usando movimenti come tagli e smarcamenti; comunque, non stare mai fermi; quindi uno contro uno senza palla, liberi di farlo spontaneamente, con i criteri esposti, ovviamente nei limiti del possibile. - Non utilizzare i blocchi in questa età è a nostro avviso un valido mezzo per far crescere i ragazzi al meglio, facendo sì che gli stessi imparino a togliersi d'impaccio da soli senza iniziare a ricorrere ai "trucchi " della tecnica, e all'ausilio d'altri compagni. - S'inizia a dover rispettare gli spazi a disposizione dei giocatori in funzione del gioco e dei compagni: "spacing" (diagr. 9). - Iniziare a rispettare i tempi di movimento nel gioco proprio e nel gioco d'assieme: "timing".
Diagr. 10
Diagr. 11
Diagr. 12
- Dopo ogni passaggio eseguito da un compagno, eseguire un movimento, sia per ricevere più facilmente, sia per impegnare il proprio difensore, ed, eventualmente, anche altri difensori (diagr. 10). - Stimolare fortemente il tiro laddove ve ne sia bisogno (non avere paura del tiro se il movimento è corretto ed il momento è giusto); base dell'idea tecnica dell'uno contro uno: se l'avversario è distante, tirare, se l'avversario è vicino, penetrare, ecc. (diagr. 11). - Occupare gli spazi che si vengono a liberare (diagr. 12). 55
- Nell'uno contro uno in attacco stimolare sempre la lettura di ciò che propone le difesa con un atteggiamento piuttosto che un altro, se risulta lontana o se al contrario e molto vicina ecc.; comunque, considerare sempre l'istintività del gesto proposto dall'allievo, ricordando che l'errore è sempre uno dei migliori mezzi per imparare e correggersi, se non autocorreggersi, nei giovani, e non solo in loro (impostazione base dell'uno contro uno). - Sviluppare con particolare attenzione e con una didattica appropriata, nonché specifica la visione del gioco, o visione periferica, limitabile in questa età d'undici/dodici anni almeno ai proprio compagni o ad alcuni di loro, i più vicini solitamente, lasciando il controllo degli avversari ad età successiva (leggi categoria Bam) pur suggerendo di provare a farlo (diagr. 13).
Diagr. 13
Diagr. 14
Diagr. 15
NOTE PER L'ISTRUTTORE - Non giudicare mai un tiro effettivamente da eseguire, quindi tecnicamente e tatticamente ben selezionato, ma, magari mal riuscito, se non comunque con una nota positiva, lo stesso per altre tecniche ben utilizzate, ma mal riuscite. DIFESA - Avere piacere e voglia di difendere (stimolare l'orgoglio personale) ed instaurare le prime basi del principio legato alla "mentalità difensiva". - Difendere bene vuol dire avere migliori possibilità di vittoria. - Senso di responsabilità individuale: non farsi battere facilmente in difesa, "se io cedo, tutti gli altri ne subiscono le conseguenze". Tecnica - Tenere sempre la "linea": stare sempre sulla linea tra la palla ed il canestro avversario, oppure tra il corpo dell'avversario ed il canestro. - Impostare l'idea di "distanza" dall'avversario (diagr. 14). - Rendere difficoltosi tutti i passaggi degli attaccanti sul perimetro e d'improbabile realizzazione quelli all'interno dell'area, ove ce ne fossero (nella maniera più sentita, istintiva, non richiedendo tecniche specifiche). - Tagliafuori sostanzialmente ricordato, se non sistematico al rimbalzo, omettendo ancora tecniche esecutive sofisticate e troppo precise, almeno degli allievi più vicini all'area dei tre secondi (diagr. 15). - Capacità di reazione mentale nel passaggio da difensore ad attaccante (transizione difensiva). PROPOSTE DIDATTICHE - Equilibrio e distribuzione del peso del corpo. - Migliorare la propriocezione, in special modo della mano sulla palla, utilizzando particolarmente esercizi di ball-handling, e per i piedi, per esempio con esercitazioni a piedi scalzi. - Riproduzione di segmenti di gioco di base. - Situazioni di gioco agonistico anche se non richieste in forma esasperata. - Controllo sistematico, anche se mai con richieste esagerate della meccanica dei fondamentali proposti; uso della mano debole, sempre quando il caso lo richiede, anche in dinamismo; il passaggio con i criteri tecnici (due mani dal petto, due mani sopra il capo e baseball), poi il tiro da fuori, mai da distanze esagerate ed il tiro in corsa dai due lati; cura tecnica di questo ultimo, inteso come definizione dei parametri fondanti per stabilire una base ottimale utile per il progetto di lavoro futuro, come, allineamenti degli assi bracciocorpo, piedi sempre verso canestro, utilizzo propulsivo del polso e non della spalla, anche a costo di far tirare chi non arrivasse al canestro da più vicino degli altri. - Ripetizione del gesto del tiro come affinamento della mira e della sensazione del canestro, con particolare attenzione alle distanze di tiro da modulare anche in funzione della tipologia fisica degli allievi. - Familiarità con il tiro in corsa eseguito a velocità anche piuttosto sostenute, sia di destro, sia di sinistro. - Esercitazioni base sul contropiede, con lavoro imperniato sul 2c1, ma dove possibile anche di tre contro 56
due, tre contro due + uno e tre contro tre. - Lavoro sull'1c1, sia per l'attacco, sia per la difesa. - Difesa sull'uno contro uno, tenendo conto della "linea" e della "distanza", sia su un uomo con palla, sia senza palla (inizio del lavoro sui tagli e sui movimenti di smarcamento). - Movimento continuo sull'attacco a difesa schierata: non stare mai fermi. - Tagliafuori difensivo.
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IL MIGLIORAMENTO INDIVIDUALE. Alessandro Laudisa Personalmente credo che un atleta in generale e più in particolare un giocatore di basket, non possano prescindere dal credere fermamente che si possa e quindi si debba migliorare sempre a livello individuale, indipendentemente da alcuni fattori distintivi personali: 1. Età 2. Ruolo 3. Esperienze personali precedenti 4. Gerarchie tecniche. La mamma di tutti i problemi tecnici è individuabile proprio nell’atteggiamento di quei giocatori che non hanno a cuore il loro personale miglioramento tecnico (nei fatti, perché a parole si tratta di un plebiscito di si) e che, di conseguenza, lavorano in palestra solo ed esclusivamente per mettere in campo le cose che hanno sempre fatto o che ritengono di saper fare meglio. Con la conseguenza che, se queste loro “icone tecniche personali” vengono esaltate dalla squadra, tutto bene, altrimenti comincia lo scarica-barili di responsabilità. Le conseguenze sono di inimmaginabile impatto negativo. Complicità tra allenatore e giocatore. Al giocatore dico che, se lavorerà con lo spirito umile e collaborativo, proprio di chi va in palestra per imparare e per migliorarsi, troverà in me il suo più fedele alleato e che insieme potremo fare grandi cose. E il primo a beneficiarne sarà proprio lui stesso. Per semplificare il concetto gli dico, costruiamo un piano d’azione comune, con 2 paletti ben precisi : io,allenatore, do le regole (tecniche), tu, giocatore, fai le cose, con fiducia reciproca. Poi passiamo alla cassa (soprattutto il giocatore direi). Finalità del lavoro in palestra. Riguardo il problema delle gerarchie tecniche in una squadra, che ritengo essenziale definire all’interno del gruppo per ottimizzare il rendimento del team, credo sia importante far comprendere che queste vengono “stilate” non attraverso una sorta di imprimatur divino, ma conquistate attraverso il lavoro costante in palestra e i risultati in campo, quindi, proprio attraverso il miglioramento individuale tecnico. Obiettivi tangibili. Collegare i progressi tecnici individuali ad un maggior peso/responsabilità all’interno della squadra, volgarmente chiamato “minutaggio”, corrisponde a dare una motivazione oggettiva e misurabile dell’impegno e del lavoro svolto. E, il motivare un giocatore è un mestiere difficile, quanto indispensabile. Pianificazione del lavoro. Nello stilare il piano tecnico di lavoro, faccio molta attenzione al periodo in cui svilupparlo, differenziando tra 3 diversi momenti della nostra attività: 1. Post-campionato 2. Pre-campionato 3. Stagione regolare. Molti lavori sul miglioramento individuale debbano essere fatti preferenzialmente, anche se non esclusivamente, fuori dalla stagione regolare, al contrario del lavoro sul singolo giocatore come parte di un sistema di gioco, che a mio avviso è indispensabile sviluppare durante la stagione agonistica. Per chiarire meglio il concetto ed ad esempio, cambiare radicalmente la tecnica di tiro di un giocatore, anche se concettualmente errata, può determinare una perdita di sicurezza, specialmente nella fase iniziale di questo processo duro e lungo, con un conseguente calo delle percentuali in gara. Come dire: tiri molto meglio, ma… non fai canestro. Conviene veramente fare questo? Al contrario, invece, un lavoro tecnico individuale sulle letture, ad esempio, del giocatore con palla in posizione di middle-post, non può avere lo stesso risultato se fatto fuori dalla stagione regolare, perché mancherebbe il riscontro del campo; le verifiche sono indispensabili a motivare il giocatore e il suo lavoro. Fatte queste premesse, per mantenermi all’interno del tema in discussione, mi occuperò del lavoro da impostare e svolgere durante la stagione regolare. Il miglioramento del singolo giocatore passa attraverso almeno 4 aspetti di carattere generale: 1. Fisico 2. Tecnico/tattico 3. Mentale/psicologico 4. Logistico/ambientale Inoltre, un’altra differenza sostanziale sta tra: 1. Gioco interno (preferenzialmente dei giocatori lunghi) 2. Gioco esterno (preferenzialmente dei giocatori “piccoli”). L’uso della parola “preferenzialmente”, sta a dimostrare che tutti i giocatori debbano avere una buona 58
padronanza con i fondamentali sia fronte che spalle a canestro, a prescindere dalle specializzazioni che ogni giocatore deve costruirsi. Per una guardia, infatti, saper giocare spalle a canestro in attacco in una situazione di isolamento può rappresentare un’ opportunità per costruirsi dei buoni tiri o per subire dei falli in fase di tiro. Costringere, collassando la difesa, i lunghi avversari ad aiutare nell’area pitturata, può liberare i nostri giocatori interni per un comodo tiro in ritmo dalla media distanza. Il singolo giocatore deve essere messo nelle condizioni di sfruttare al meglio le proprie qualità. Ma è altrettanto vero che per rendere efficiente un attacco, tutti i giocatori devono avere ben presenti alcuni principi tecnici di base. E, soprattutto condividerli. Io credo che un attacco efficace e produttivo, si possa costruire attraverso il rispetto di alcune regole ben precise, ma anche molto semplici: 1. Spazio (utilizzare al massimo il campo da gioco). 2. Tempo (quando fare una cosa: tiro, penetrazione, passaggio, blocco, taglio, etc.). 3. Collaborazioni (un uomo con palla e ben quattro senza). Ai miei giocatori cerco di far comprendere che solo uno di loro ha la palla e che questo uomo avrà le maggiori attenzioni della difesa avversaria. Pertanto dobbiamo lavorare per mettere nelle migliori condizione tecniche gli altri 4 di sfruttare le soluzioni più interessanti e, quindi, a più alta percentuale. Per brevità, analizzeremo insieme alcune soluzioni di collaborazione a 3 (pick and roll) e di transizione difesaattacco, con particolare attenzione al lavoro sulle letture nella metà campo offensiva. Il Pick and roll. Nella costruzione di un “Attacco efficiente” moderno è necessario lavorare alla costruzione di soluzioni sul Pick & Roll. Si tratta della forma di collaborazione offensiva più utilizzata nella pallacanestro di oggi: a volte ben utilizzata, a volte abusata. Nella scomposizione e nel perfezionamento di tutti gli elementi tecnici necessari allo sviluppo del Pick & Roll, vi sono grandi possibilità per operare sul miglioramento individuale. Nonostante che, il livello di organizzazione ed efficacia difensiva sia cresciuta molto negli ultimi tempi, sempre più i giocatori migliorano nella padronanza degli strumenti tecnici necessari per potere giocare convenientemente un Pick & Roll: fondamentali individuali con e senza palla, buona lettura della difesa e conseguenti “reazioni offensive”, preparazione di tutta la squadra a muoversi in sintonia. Mi è caro il 3° principio della dinamica: ad ogni azione (scelta difensiva) corrisponde sempre una reazione (attacco) uguale e contraria. Ecco alcune soluzioni di Pick & Roll:
esercizio 1 esercizio 2
Esercizio. 1 - Blocco “invisibile” (3 giocatori) - In questo lavoro cureremo il sincronismo tra palleggiatore e bloccante, inserendo anche la coordinazione dei movimenti del giocatore sul lato debole. Svilupperemo: a. Capacità del palleggiatore (1): protezione della palla, ball handling, letture, spaziatura, tipologia del passaggio, uso dei cambi di velocità, etc. b. Capacità del bloccante (5): angolo di blocco, posizione del corpo sul blocco, posizione delle gambe nel movimento verso canestro, equilibrio sulla ricezione e posizione dei piedi sul recupero della palla. c. Capacità del giocatore sul lato debole (3): schiacciare il proprio difensore, posizionandosi in diagonale con 1, per poi uscire forte fuori a 45° (creare spazio). Se il difensore del bloccante, accentua molto la preparazione del cucù, il nostro 5, si lancia al ferro per un passaggio di 1.1 5 Esercizio. 2 - Lato debole (3 giocatori) c- .Svilupperemo: a. Capacità del palleggiatore (1): attaccare il miss match con un difensore lungo, lettura del cambio difensivo, passaggio a 3 (mano esterna o dentro schiacciato a terra sul movimento di back-door). b. Capacità del bloccante (5): tenere la posizione di vantaggio sul miss match (tagliafuori) con un difensore 59
“piccolo”, ricevere nel traffico, posizione del corpo (non solo mani e piedi) sulla ricezione, leggere un eventuale back door di 3. c. Capacità del giocatore sul lato debole (3): lavoro sul back door, ricezione in posizione esterna per un buon tiro, capacità di passare la palla a 5 sotto canestro (quando, dove, come). In caso di cambio difensivo (missimatch) 5 fa un taglia-fuori, 1 passa a 3 che ha almeno due soluzioni (a=tiro, b= passaggio) Le letture. Non è più possibile prescindere da un lavoro analitico sulle spaziature, sulla coordinazione dei movimenti degli uomini senza la palla, sull’atteggiamento tecnico del palleggiatore. Allenare i propri giocatori in attacco a creare prima e “leggere” poi le varie soluzioni, ora, significa anche lavorare sulle letture degli altri 4 giocatori, quelli privi della “boccia”, quelli che devono muoversi in continuità, con sintonia, con ordine e disciplina tattica. Quindi dovremo allenare la velocità di pensiero di ogni giocatore. Anche se, a farti vincere saranno sempre i giocatori più bravi, ora gli stessi devono essere messi nelle condizioni di giocare con gli spazi e i tempi giusti. Molto più che in passato. Letture offensive
esercizio 3 Su questa base di lavoro di gruppo, potremo costruire un vero e proprio sistema di gioco, lavorando contestualmente sul miglioramento individuale dei singoli giocatori. Successivamente, utilizzando prima 4 e poi 5 difensori, potremo allenare anche le letture e gli automatismi tra chi passa e chi riceve, in situazione di stress agonistico. Esercizio. 3 – Letture (5 <0 e 5<5)) - Transizione difesa/attacco e lettura delle soluzioni. Su una base di sviluppo laterale del contropiede, il nostro lavoro, tende a massimizzare i concetti di: 1. Creare spazio 2. Rendersi pericolosi sempre (con e senza la palla) 3. Muovere la palla (lato debole-middle-post, etc.) 4. Costruire soluzioni per tutti i giocatori Cureremo: • Le posizioni in campo con e senza la palla • I tempi e la scelta tecnica dei passaggi • Gli angoli di blocco e di passaggio • La coordinazione dei movimenti senza la palla, in funzione delle scelte del palleggiatore e viceversa. In sintesi, tutto ciò che perfeziona il sistema di attacco che vogliamo costruire, sarà funzionale alla crescita tecnica individuale del giocatore, inserito in un sistema complesso e coordinato di movimenti. Otterremo quindi due grandi risultati: 1. Migliorare il giocatore. 2. Migliorare la squadra. Con tanto lavoro e determinazione.
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MIGLIORAMENTO DELLA TECNICA INDIVIDUALE DI UN ESTERNO Marco Sanguettoli Esercizi di 1 c. 1: - attenzione e reattività - lettura della difesa - scelta del fondamentale più efficace - tecnica di 1 c. 1 in situazione semi-agonistica Esercizi di palleggio : - attenzione e reattività - lettura della difesa - uso del palleggio a testa alta e visione periferica - ambidestrismo nel palleggio (usare sempre la mano più lontana dal difensore) - uso del palleggio senza subire la pressione difensiva: arretramenti - palleggio scivolato - finte di corpo e di palla - puntare il difensore per farlo arretrare - capacità di mantenere il palleggio vivo fino al passaggio. Passaggio : - ambidestrismo nel passaggio (usare sempre la mano più vicina al ricevente nei passaggi ad una mano) - punto di mira dei passaggi (lontano dal difensore del ricevente) - tecnica del passaggio due mani dal petto (in campo aperto) - tecnica del passaggio a due mani "da spalla a spalla" (per i passaggi perimetrali con difensore lontano) - tecnica del passaggio "circolare" o a una mano laterale (per i passaggi perimetrali con difensore aggressivo) - tecnica del passaggio ad una mano battuto o diretto (al tagliante). Passaggio "circolare ": si esegue portando la palla con due mani fuori dalla sagoma del difensore sul lato del compagno che dovrà ricevere, mentre la mano che effettuerà il passaggio (quella corrispondente alla direzione del passaggio) si porta dietro la palla; la parte finale del movimento sarà a carico del braccio dietro la palla che si allargherà ulteriormente prima di distendersi velocemente verso il ricevente: la spinta finale è della mano e delle dite (frustata del polso); le gambe partecipano al movimento rimanendo cariche durante l'esecuzione del gesto per mantenere l'equilibrio del corpo e per aggiungere forza al passaggio. Si usa nei passaggi perimetrali sotto pressione difensiva perché permette la protezione della palla, o nei passaggi al pivot (la traiettoria del passaggio sarà preferibilmente battuta a terra). Passaggio "da spalla a spalla": si usa quando occorre passare ad un compagno dalla parte opposta a quella della mano che sta palleggiando, in assenza di pressione difensiva; si usa anche per i rapidi cambi di lato in assenza di palleggio; è il passaggio più veloce (a parte il passaggio dal palleggio), ma è poco protetto quindi non si può usare contro un difensore aggressivo. Si esegue a due mani facendo passare la palla da un lato all'altro del corpo davanti alla faccia, terminando con la distensione delle braccia e la frustata dei polsi nella direzione del ricevente. Passaggio a due mani dal petto: è fondamentale per i passaggi in campo aperto; ritengo che i punti chiave di una corretta esecuzione siano: 1) la spinta bilanciata e completa di entrambe le braccia; 2) l'uso dei polsi che danno forza e sensibilità al passaggio. LETTURE : 1 c. 1 Esercizio 1 - Il difensore passa all'attaccante e corre a difendere chiudendo una linea di penetrazione (difensore 1 chiude lato sinistro - difensore 2 chiude lato destro). L'attaccante che ha ricevuto da fermo batterà l'avversario con una partenza incrociata dalla parte lasciata libera dalla difesa. Inizialmente si inviterà il difensore a restare fermo sulla penetrazione, ma successivamente il difensore potrà reagire alla partenza dell'attaccante per poter verificare se l'attaccante riesce a tenere il vantaggio che l'esercizio prevede e per allenare l'attaccante ai tiri in avvicinamento contro la difesa. Suggerimenti: 1) nella partenza incrociata la palla viene portata con due mani sul lato della penetrazione facendola passare con forza sotto le ginocchia per proteggerla dalle braccia del difensore; 2) il passo di incrocio è lungo per tagliare fuori il difensore e diretto verso canestro; 3) la palla è spinta in avanti oltre il difensore quindi la mano che palleggia è dietro la palla.
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Esercizio 1
Esercizio 2
Esercizio 2 bis
Esercizio 2 - L'esercizio prevede un passaggio skip dell'attaccante al centro e uno sprint per ricevere in ala con arresto due tempi interno - esterno. Il difensore corre ad aggredire l'avversario, negandogli una linea di penetrazione e costringendolo quindi a scegliere l'altra. Il difensore corre a chiudere il centro cioè il lato sinistro dell'attaccante che dovrà quindi eseguire una partenza incrociata verso il fondo con la mano destra. Suggerimenti: 1) l'ultima parte del taglio è curvilinea (a banana) per fronteggiare meglio; 2) lo sguardo è soprattutto rivolto al proprio difensore per leggere meglio prima della ricezione Esercizio 2 bis - Il difensore corre ora a chiudere il fondo cioè il lato destro dell'avversario costringendolo ad una partenza diretta da sinistra verso il centro Suggerimenti: nella partenza diretta il primo palleggio serve soprattutto per svincolare il perno, quindi la palla va spinta a terra rapidamente per non incorrere nell'infrazione di passi; sarà il secondo palleggio che servirà per tagliare fuori l'avversario.
Esercizio 3
Esercizio 4
Esercizio 5
Esercizio 3 - Successivamente si porta l'attaccante a scegliere fra tre possibili soluzioni: infatti adesso il difensore oltre a chiudere a scelta una delle due linee di penetrazione, può anche rimanere più staccato dall'attaccante suggerendogli la soluzione tiro Esercizio 4 - Complichiamo ulteriormente il compito all'attaccante: il difensore, sulla ricezione, rimane staccato suggerendo all'avversario la soluzione tiro, ma durante il caricamento del tiro può restare staccato o correre a chiudere una linea di penetrazioni costringendo l'att. ad interrompere l'azione di tiro a vantaggio di una partenza in palleggio. Sono rappresentati nell'ordine: 1) la posizione di partenza del difensore 2) la posizione di arrivo sulla ricezione dell'attaccante 3) e 4) le possibili posizioni nel caso in cui il difensore voglia indurre l'attaccante alla partenza; sono rappresentate anche le possibili soluzioni dell'attaccante: tiro - partenza a destra - partenza a sinistra. Suggerimenti: Con difensore lontano sulla ricezione, avviare con decisione l'azione di tiro, sia per eseguire il gesto con precisione nel caso in cui il difensore rimanga staccato, sia per rendere l'azione credibile stimolando il recupero fuori controllo della difesa. Esercizio 5 - L'esercizio prevede infine una situazione totalmente agonistica: l'attaccante con palla penetra provocando l'aiuto del difensore di 1, che successivamente recupera sul passaggio di scarico; 1 riceverà per giocare 1 c. 1 contro un difensore in recupero. La progressione vista in precedenza dovrebbe migliorare sia la capacità di lettura e di scelta dell'attaccante, sia l'efficacia dei fondamentali d'attacco che verranno utilizzati.
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LETTURE : 1 vs 1 - passaggio
Esercizio 6
Esercizio 7 e 8
Esercizio 6 - Lettura da penetrazione contro aiuto difensivo:L'attaccante palleggia fra gli ostacoli e penetra in questo caso verso il fondo. Il difensore chiude la penetrazione stimolando l'attaccante a passare la palla al compagno che intanto si è spostato per aprire la linea di passaggio. Suggerimenti: 1) penetrare per tirare; 2) arrestarsi sempre prima del passaggio (o dell'eventuale tiro) per migliorare la precisione del passaggio e per evitare falli di sfondamento; 3) passare mentre il difensore sta venendo incontro per coglierlo in contropiede e rendergli difficoltoso il recupero. Esercizio 7 e 8 - In questo caso la penetrazione è verso il centro, quindi il movimento del ricevente sarà differente: o tagliando dietro la difesa (se il difensore guarda solo la palla), o allargandosi verso la linea di fondo (se il difensore fa aiuto e recupero). Successivamente permetteremo al difensore di fintare l'aiuto per stimolare l'attaccante all'arresto e tiro. LETTURE : passaggio Esercizio 9 - L'attaccante con palla palleggia fuori dai 3 punti immaginando di essere pressato (cambi di mano - di direzione - arretramenti - esitazioni - finte di corpo e di palla). Il centro da dietro (per non farsi vedere da 1) segnala con un braccio e con la mano aperta a uno dei due giocatori in angolo il momento di sprintare verso la palla per ricevere e penetrare (il centro alza il braccio destro se vuole attivare il giocatore di destra e viceversa). Il giocatore con palla deve reagire al movimento del compagno con rapidità passandogli la palla sulla spalla esterna con un passaggio " circolare" eseguito con il braccio corrispondente alla direzione del passaggio, oppure con un passaggio "da spalla a spalla". Chiederemo a 2 e 3 di continuare a correre verso la palla fino al momento della ricezione: se riceveranno troppo vicino al palleggiatore evidenzieranno un ritardo nell'esecuzione del passaggio da parte di 1. Suggerimenti: 1) palleggiare guardando avanti; 2) spingere la palla a terra con decisione durante il palleggio; 3) la forza del passaggio parte dalla spinta delle gambe che devono essere necessariamente cariche.
Esercizio 9
Esercizio 10
Esercizio 11
Esercizio 10 - Successivamente il centro segnalerà la partenza ai giocatori 2 e 3 (che adesso partono in ala) con il pugno chiuso (rappresentato da una T nel diagramma) e indicherà un taglio back-door immaginando un anticipo difensivo. 2 e 3 reagiranno con un passo verso la palla e un rapido cambio di direzione per tagliare in area. Il giocatore con palla dovrà riconoscere la situazione e, dopo aver fintato un passaggio perimetrale, servirà il compagno con un passaggio battuto o diretto usando sempre la mano corrispondente alla direzione di passaggio. 63
Suggerimenti: 1) ricercare un buon equilibrio nel momento in cui si ferma il palleggio e si esegue il passaggio (la spinta viene da entrambe le gambe); 2) abbinare il movimento del braccio che passa ad un movimento della gamba corrispondente nella direzione del passaggio; 3) il tagliante deve eseguire degli angoli nei cambi di direzione. Esercizio 11 - Adesso il centro potrà scegliere fra il segnale mano aperta (lato destro nel diagramma) o pugno chiuso (lato sinistro nel diagramma). Le due situazioni sono ovviamente in alternativa. Il giocatore con palla dovrà riconoscere la situazione e usare il passaggio più efficace.
Esercizio 12
Esercizio 13
Esercizio 14
Esercizio 12 - Complichiamo il compito al palleggiatore: la progressione precedente viene eseguita con la presenza di un difensore che pressa il giocatore con palla e che cercherà di ostacolarne l'azione di passaggio. Il centro inizialmente potrà utilizzare un solo segnale (o mano o pugno), poi potrà cambiarlo di volta in volta. Suggerimenti: 1) palleggiare con la mano più lontana dal difensore; 2) puntare il difensore per essere padroni dello spazio di gioco (avvicinarsi all'arco dei 3 punti senza farsi portare vicino alle linee laterali per essere equidistanti dai possibili riceventi); 3) usare l'arretramento in palleggio per alleggerire la pressione difensiva e lo scivolamento in palleggio per proteggere con più equilibrio la palla; 4) velocizzare il movimento delle braccia durante il passaggio; 5) non guardare il ricevente (passaggio fintato). Esercizio 13 - Adesso il difensore sarà sul ricevente; al segnale del centro 2 si smarcherà potendo scegliere entrambe i lati del campo per ricevere. Il palleggiatore avrà il compito di reagire rapidamente con il passaggio non appena il compagno si sarà smarcato, impedendo cosi il recupero del difensore. Suggerimenti: 1) i punti di mira del passaggio sono: la spalla esterna nei passaggi perimetrali - davanti al corpo del compagno nei passaggi al tagliante; 2) non fermare il palleggio fino a quando non si è sicuri di poter passare. Esercizio 14 - Per completare la progressione non resta che proporre una situazione di 2 c. 2: si comincia con un'azione di 1 c. 1 in palleggio, al segnale del centro si attiverà l'attaccante sotto canestro che dovrà smarcarsi e ricevere. Compito del palleggiatore sarà quello di mantenersi in una posizione centrale per essere equidistante dalle possibili zone di ricezione del compagno. Inizialmente l'esercizio proseguirà con l'1 c. 1 del ricevente, poi si potrà prevedere una situazione di 2 c. 2 in cui il palleggiatore dopo il passaggio si sposterà sul lato debole. Saranno quindi possibili collaborazioni fra gli attaccanti nel caso di aiuti difensivi. Si può in seguito consentire al palleggiatore di penetrare, ma solo da quando il compagno inizia lo smarcamento : sarà suo compito leggere la posizione del proprio difensore durante il palleggio e usare la penetrazione solo quando l'area non sarà occupata da 2. LETTURE : tutto campo Esercizio 15 - L'attaccante 1 dopo un cambio di direzione in palleggio passa la palla a 2 che sta sprintando sul corridoio. Il centro è circa a metà campo sulla linea del passaggio: se decide di stare giù, piegato sulle gambe, apre la linea di passaggio teso; se decide di stare in piedi a braccia alte suggerisce un passaggio lob. Suggerimenti: 1) passare comunque due mani - petto 2) passare davanti a chi corre per permettergli di ricevere in corsa senza dover rallentare e senza incorrere nella infrazione di passi. Esercizio 16 - Adesso il centro può decidere di correre incontro al palleggiatore: in questo caso la lettura sarà 64
di battere in palleggio il centro e successivamente passare al compagno. Le variabili saranno quindi 3: a) passaggio teso; b) passaggio lob; c) cambio di direzione contro il centro e passaggio teso. Suggerimenti: 1) usare la spinta delle gambe per passare; 2) non passare a una mano in campo aperto perché è un gesto lento e scoordinato (il passaggio dal palleggio è il più veloce, ma di difficile esecuzione in spazi ampi).
Esercizio 15
Esercizio 16
Esercizio 17
Esercizio 18
Esercizio 17 - L'attaccante senza palla deve adesso fare i conti con un difensore che reagirà alla partenza dell'avversario per impedirne la ricezione. Il primo Obbiettivo è quello di prendere su di lui un vantaggio che gli permetterà di ricevere e di andare a concludere come nel diagr. 3. La precisione e il tempo del passaggio assicureranno una soluzione vincente. Esercizio 18 - Nel caso in cui l'attaccante senza palla non riesca a prendere un vantaggio tale da poter ricevere in corsa, dovrà effettuare un rapido cambio di senso, una volta superato il prolungamento del tiro libero, prendendo in contropiede il difensore e aprendosi una linea di passaggio perimetrale. In questo caso: 1) il palleggiatore dovrà leggere la situazione, evitando di passare al compagno che avrebbe comunque il difensore vicino entrando in possesso di palla; 2) dovrà evitare di fermare il palleggio troppo lontano dal compagno; 3) dovrà eseguire un passaggio circolare sulla spalla esterna del compagno; 4) il cambio di senso diventa decisivo per consentire a chi corre in contropiede di essere sempre in grado di ricevere la palla, evitando di fermarsi in posizione di ala senza costituire più un pericolo per la difesa. Complicheremo ulteriormente questa progressione inserendo il centro a metà campo come negli esercizi iniziali. Esercizio 19 - Successivamente l'esercizio diventerà 3 c. 2 più il centro a metà campo perché ora il palleggiatore potrà passare a due compagni che corrono sui rispettivi corridoi. Il centro sceglie se stare o se correre incontro al palleggiatore che, oltre a guardare i compagni per cogliere l'attimo in cui uno dei due si libererà, dovrà anche, eventualmente, superare il centro in palleggio. L'esercizio continua 2 c. 2 col palleggiatore che può eventualmente fungere da appoggio per ribaltare la palla. Suggerimenti: 1) guardare avanti per poter passare a entrambi i compagni; 2) si può usare anche il passaggio "da spalla a spalla" quando dobbiamo passare sul lato opposto alla mano con cui stiamo palleggiando; questo tipo di passaggio si può usare solo quando il difensore non è aggressivo, ma risulta più veloce rispetto al passaggio "circolare" (che però è più protetto). Esercizio 20 - Infine arriveremo al 3 c. 3 con il difensore del palleggio che parte da metà campo e decide se correre incontro all'avversario o se ripiegare indietro. L'esercizio, nel caso l'attacco non riesca a trovare una soluzione di contropiede, prosegue giocando liberi 3 c. 3 a metà campo.
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Esercizio 19
Esercizio 20
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CONCETTI OFFENSIVI Mario De Sisti Premessa - Sono arrivato a cambiare completamente l’ordine delle materie dei corsi per allenatori, partendo dal gioco, dal cinque contro cinque, per poi approfondire il tiro, il palleggio, l’uno contro uno e poi via via tutto il resto. Ritengo, inoltre, che soprattutto con i giovani si debba preparare una precisa pianificazione degli allenamenti, basata su blocchi di lavoro, dove in una prima fase sia prevalente il lavoro offensivo (80% attacco - 20% difesa), in una seconda fase il lavoro difensivo (80% difesa - 20% attacco) ed in un ultima terza fase la transizione offensiva (50% contropiede - 25% difesa - 25% attacco). Il tiro Un primo aspetto da innovare è l’insegnamento del tiro ed essenzialmente la collocazione temporale degli esercizi sul tiro nel piano di allenamento. Quante volte, di fronte ad un giocatore appena entrato dalla panchina che esegue un tiro e sbaglia, diciamo che era “freddo” e, quindi, aveva molto probabilità di sbagliare quel tiro? Ma questo è sbagliato, qualsiasi giocatore deve essere in grado di entrare subito in partita, quindi, dobbiamo iniziare gli allenamenti proprio con esercizi di tiro. Dove a fronte ad errori di realizzazione (il primo tiro errato, % di realizzazione inferiore ad un target prefissato, ... ) vengono eseguiti piegamenti, scatti, ... , sostituendo in questo modo i classici lenti esercizi di riscaldamento lenti, con lenti palleggi che mai verranno eseguiti in partita, si spera! Un secondo momento, nel quale esercitarsi sul tiro, è a fine allenamento, quando si è stanchi. Ed un altra capacità da sviluppare è proprio quella di poter e saper tirare con efficacia alla fine di una partita, appunto quando non si è più freschi atleticamente. Smarcamento Per un efficace uno contro uno si deve saper anticipare la reazione difensiva ancor prima di ricevere palla. Quindi, l’attaccante, nel muoversi sul campo per smarcarsi, deve mettere contemporaneamente un occhio sulla palla e l’altro sul proprio difensore. Questa simultanea lettura palla - difesa va allenata di continuo, ricreando negli esercizi, situazioni di gioco differenti. Lettura da fermo della difesa
diagr. 1
diagr. 2
diagr. 3
Diagramma 1. - Giocatori disposti come da diagr.; 1 passa palla a 2, che si troverà già posizionato con i piedi rivolti al canestro, in modo tale da poter vedere la palla e X2. 2, sulla base della lettura del comportamento difensivo, decide se tirare o penetrare a canestro. Lettura in movimento della difesa Diagramma 2. - Giocatori disposti come da diagr.; 1 senza palla si smarca e riceve da 2, leggendo nel contempo la difesa “didattica” dell’Allenatore. Reagisce in modo corretto e conclude. Continuità. La partenza in palleggio Sempre con la stessa idea di anticipare il comportamento della difesa, lavoriamo sulla partenza in palleggio e penetrazione a canestro. L’aspetto più importante da curare è il lavoro della spalla opposta alla mano di palleggio, che andrà abbassata il più possibile per escludere il difensore e proteggere la palla. Diagramma 3. - Giocatori disposizione da diagr.; 1 lancia la palla e mentre va a raccoglierla legge il comportamento della difesa per poterlo anticipare e giocare con maggiore pericolosità in uno contro uno. Variante: X1 offre in modo sistematico un lato di penetrazione: il centro o il fondo in modo alternato. Con giocatori a livello cadetti ultimo anno o juniores possiamo lavorare sull’uso dei blocchi per smarcarsi, dove sarà di nuovo importante saper vedere contemporaneamente palla e reazione difensiva. Diagramma 4. - Giocatori disposti come da diagr.; 1 sfrutta il blocco costituito dalla sedia, riceve da 2 e conclude. Continuità. Su indicazione dell’Allenatore il giocatore esegue un movimento a riccio (curl), un movimento in allontanamento verso l’angolo (fade out) o uscita a 45°. 67
Il passaggio Il tipo di passaggio da adottare dipende sicuramente dalla particolare situazione offensiva affrontare, ma quello che oggi accumuna ogni tipo di passaggio è la necessità di incrementare esecuzione, data la crescente capacità difensiva di muoversi sul campo. In una situazione di necessità di ribaltamento della palla da un lato all’altro della metà campo riceve palla deve ripassarla in modo rapido e diretto dalla spalla di ricezione a due mani, senza palla stessa.
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diagr. 5
che si deve la velocità di offensiva chi abbassare la
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Diagramma 5. - Giocatori disposti come da diagr.; tutti i passaggi vanno eseguiti due mani dalla spalla. Se il passaggio rapido dalla ricezione non è possibile, in quanto la difesa anticipa più o meno forte, dovremo saper reagire nel modo adeguato: - se l’anticipo non è aggressivo, si passerà la palla con la mano esterna, proseguendo il movimento del passaggio a due mani dalla spalla (eseguendo quindi una curva), - se l’anticipo è aggressivo si passerà la palla schiacciato a terra per il compagno che sta tagliando dietro la difesa. Il passaggio al pivot La palla al giocatore interno deve essere passata da una posizione di minaccia di uno contro uno o direttamente dal palleggio. La palla andrà passata alta, sopra la testa del proprio difensore, il quale di fronte ad una reale minaccia di partenza in palleggio o tiro, o di fronte ad una azione di palleggio penetrante, avrà le braccia sicuramente abbassate. Diagramma 6 - Come l’esercizio n. 5, con 1 che dopo aver passato palla a 2 taglia in post medio. 2 ripassa palla a 1 che tira da sotto. Variante n. 1: 1 dopo aver ricevuto, finta il tiro e passa a 3 in post alto. Variante n. 2: 3 va a difendere su 1 in post medio. Passaggio skip Un altro utile passaggio per ribaltare subito la palla è quello skip, che va eseguito in modo rapido e deciso.
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Diagramma 7 - Giocatori disposti come da diagr.; 1 si porta in palleggio a dx (o a sx), 2 si allarga sull’altro quarto di campo. 1 recupera la palla e passa skip a 2 che riceve e tira. Variante n. 1: 2 riceve esegue finta di tiro ed esegue partenza in palleggio arresto e tiro. Variante n. 2: sul tiro di 2, 1 deve leggere il comportamento dell’Allenatore che difende su di lui. Allenatore al rimbalzo difensivo 1 al rimbalzo offensivo, Allenatore in contropiede 1 in copertura difensiva. Collaborazione a due Spaziatura Nel presentare il passaggio skip indirettamente è stato introdotto un concetto basilare nella collaborazione offensiva: la spaziatura (spacing). E’ importante che i giocatori occupino gli spazi giusti. Ritengo inutile, se non dannoso, nella collaborazione a due insegnare i blocchi sulla palla almeno fino al primo anno cadetti, in quanto il problema di fondo è che ancora devono capire come giocare rispettando una giusta spaziatura tra 68
di loro. Diagramma 8. - Giocatori disposti come da diagr.; 1 passa palla a 2, che si muove in palleggio verso l’altro quarto di campo, mentre 1 si posiziona nel quarto di campo che si sta liberando. Sulla penetrazione di 2, 1 si muove negli spazi liberi sul perimetro, leggendo il comportamento dell’Allenatore che esegue una difesa didattica. Sul passaggio di 2 per 1, questi conclude a canestro. 1 e 2 oltre a lavorare sullo spacing, migliorano la sincronizzazione dei loro reciprochi movimenti offensivi (timing), aspetto propedeutico al dai e vai. Dai e vai In questa collaborazione a due in attacco rimane per prima cosa importante che l’attaccante con palla non rinunci al suo uno conto uno. Se questa soluzione viene chiusa dalla difesa passerà palla al compagno, eseguendo un passo verso chi riceve, portando avanti il piede omologo al lato dal passaggio. Se la difesa non reagisce si prosegue il movimento andando diretti verso canestro, mentre se il difensore salta verso la palla sulla linea del passaggio, si taglierà back door. Se invece il difensore si schiaccia verso l’area (chiudendo la via al dai e vai) si può reagire in diversi modi: puntare la difesa per poi tornare indietro per ricevere e giocare di nuovo uno contro uno (rimpiazzarsi); allontanarsi sul lato debole liberando di spazio per il compagno con la palla (clear out); portare un blocco sulla palla (ovviamente, come già detto, con cadetti e/o juniores). Quando si decide di tagliare verso canestro (o diretti o back door) è importante tenere stretti il taglio, restando sempre sul lato forte, in modo tale da eludere gli aiuti provenienti dal lato debole. Diagramma 9 - “Timing” tra guardia e ala per giocare il dai e vai - Giocatori disposti come da diagr.; 1 effettua tre, quattro palleggi verso la sua sinistra, 2 sull’altro quarto di campo comincia a smarcarsi per ricevere la palla quando 1 si dirige verso di lui. 1 passa la palla e va direttamente a canestro senza fare cambiamenti di direzione. Il passaggio di 2 per 1 deve essere fatto sopra la testa.
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Diagramma 10. - “Timing” tra ala e guardia per giocare il dai e vai - Giocatori disposti come da diagr.; 2 avanza in palleggio sul lato destro; quando arriva nella posizione di ala, passa a 1 che, prima di ricevere, ha fintato di andare dalla parte opposta alla palla. Diagramma 11. - “Timing” tra ala e angolo per giocare il dai e vai - Giocatori disposti come da diagr.; 2 avanza in palleggio sul lato destro, 3 si smarca prima di ricevere la palla. Dai e vai tra 2 e 3. Diagramma 12. e 13. - Passa e vai dalla parte opposta - Giocatori disposti come da diagr.; dopo il passaggio di 1 per 2, un difensore o l’Allenatore impedisce a 1 di giocare il dai e vai, marcandolo d’anticipo (anticipando il tagli), in questo caso 1 ha due possibilità: - passare dietro al difensore e andare a canestro, se libero ricevere da 2 e concludere (diagr. 12); - andare dalla parte opposta alla palla; in questo caso 2 deve giocare uno contro uno (diagr. 13).
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Diagramma 14., 15., 16. e 17. - Blocco diretto - Come negli esercizi precedenti, con 1 che dopo aver passato a 2, porta un blocco per liberarlo (diagr. 14). Vediamo ora una serie di casi che si possono verificare e sui quali allenarsi per giocare un efficace pick & roll. 69
Nell’utilizzare il blocco 2 ha due possibilità: - penetrare a canestro; - o passare palla di nuovo a 1 (reazione ad un cambio difensivo sul pick & roll). 2 deve portare la palla dentro il blocco di 1 (creare un buon angolo di blocco), passando poi vicinissimo alla spalla del compagno. Di fronte ad un cambio difensivo con il difensore del bloccato che si pone sulla direzione di 2, questi deve arretrare in palleggio per crearsi due possibilità: - passare a 1 - ripartire in penetrazione per arrestarsi e tirare (diagr. 15). Se sull’azione di blocco il difensore di 2 reagisce chiudendo il centro e orientandolo vero la linea di fondo, 2 cambia rapidamente direzione per penetrare a canestro verso la linea di fondo campo (diagramma n. 16). Se sulla azione di 2, il difensore salta riesce a tenere l’attaccante, 1 può cambiare angolo del blocco (mettendosi frontalmente alla linea di fondo campo), con 2 che di nuovo attacca il centro dell’area (diagramma n. 17).
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Dopo aver lavorato bene due contro zero possiamo passare al due contro uno ed al due contro due, per poi passare ad un lavoro a tutto campo. Collaborazioni a tre Nei giochi a tre riprendiamo i concetti visti nel due contro zero; inizialmente lavoreremo senza difensori, insistendo molto sul fatto di non sostare più di due – tre secondi nella stessa posizione del campo.
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Diagramma 18., 19., 20. e 21 - Giocatori disposti come da diagr.; l’Allenatore scandisce “1, 2 e 3!” mentre i giocatori devono muoversi sulla metà campo, rispettando lo spacing. Nella collaborazioni a tre giocatori dovranno essere sviluppate le capacità di coordinare le azioni, di dai e vai e per giocatori più evoluti tecnicamente di dai e blocca, dai e ricevi un blocco e dai e segui (diagr. 19 - 21). Ricordo, infine, quelle che sono le regole su cui basare il gioco di squadra dal due contro due al cinque contro cinque: - leggi il tuo difensore; - leggi cosa fa chi ti ha passato la palla.
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L’ALLENAMENTO DEI GIOVANI
- l’attenzione – come allenarla. Maurizio Marinucci
La necessità di agire sulla concentrazione e sulla attenzione dei giovani mi ha spinto ad approfondire lo studio de i processi di apprendimento. Facendo riferimento proprio a questi processi conoscitivi, riassumerei tutto in 4 domande: perché è importante insegnare i fondamentali perché giocare contropiede perché difendere chiusi alla palla perché limitare il numero di errori in allenamento Ovviamente a queste domande sono legati strumenti ed esercizi, anche non nuovi, ma sugli obiettivi dei quali è necessario fare un ulteriore ragionamento. I FONDAMENTALI Facciamo un esempio pratico (diagr. 1): un esercizio di passaggio due mani al petto a coppie ci fa valutare la buone velocità di esecuzione. Ma se tra due coppie che eseguono il medesimo esercizio di passaggi una ha la possibilità di decidere quando andare a canestro, dando all’altra il compito di riuscire a segnare prima dell’avversario, ci accorgiamo che la velocità del passaggio diminuisce notevolmente perché l’attenzione deve essere direzionata non solo verso il passaggio e la palla, ma anche su quello che stanno facendo gli altri giocatori nell’altra metà campo. Questo tipo di attività si avvicina maggiormente alle situazioni che, dal punto di vista dell’attenzione, il giovane si troverà ad affrontare in una partita. A questo punto è opportuno definire alcuni processi di elaborazione: - focus attentivo – abilità di focalizzare l’attenzione su segnali rilevanti per il compito - attenzione - processo o insieme dei processi con cui la mente opera una selezione fra tutti gli stimoli che in un dato istante colpiscono i sensi, consentendo solo ad alcune di entrare negli stadi superiori di elaborazione delle informazioni Nella pallacanestro la capacità di selezionare informazioni rilevanti rispetto al compito, rispetto a quelle che lo sono meno, dipende dalla competenza dell’atleta Maggiore competenza = migliore memoria e migliore capacità anticipatoria La maggior parte delle situazione di gioco costringe l’atleta a stare attento simultaneamente a più elementi : nello specifico sono 4 i gruppi di informazione 1. relative a caratteristiche personali (capacità condizionali e coordinative, abilità tecnica, ansia, ecc) 2. informazioni sugli spostamenti della palla 3. informazioni sulle attività dei compagni 4. informazioni sulle attività degli avversari E’ evidente che la conseguenza di quanto detto si sostanzia nel fatto che, ad esempio, se il giocatore possiede un buon fondamentale di palleggio, può permettersi di dirigere la propria attenzione sugli altri aspetti del gioco. Un test interessante è quello di fare chiudere gli occhi al giocatore che trova questa difficoltà chiedendogli di mettere a posto sul campo i compagni egli avversari così come li ha visti. Attraverso questo test di può anche creare consapevolezza nel giovane su questi aspetti dell’attenzione. Ecco perché è importante insegnare i fondamentali. Palleggiare, passare e tirare come guidare la macchina. Inoltre è prerogativa del giocatore di basket passare da una abilità automatica ad una controllata e viceversa. Gli esercizi che ora illustrerò attengono proprio a questo aspetto creando situazioni, applicabili a qualsiasi tipo di gioco, intermedie, comunque, tra l’esercitazione per l’apprendimento del fondamentale “a secco”, come suole dirsi, e il gioco o le situazioni di gioco dal 2c2 fino al 5c5. 2c2 CON DUE PALLONI Gli esercizi iniziano sempre con uno smarcamento di #1 e #2 sotto canestro. Per farli abituare a cambiare velocità li obblighiamo a darsi un dieci alto tra di loro. Tra i due che si smarcano #1 ha facoltà di scegliere se andare a prendersi un tiro da fuori (diagr. 2) o se giocare il backdoor (diagr. 3) . Chiaramente #2 dovrà condizionare la propria scelta in base a quello che deciderà di fare il compagno. Prima di andare avanti facciamo alcune considerazioni. Intanto passare la palla ad un compagno e ricevere da un altro, posto nell’altro quarto di campo, stimola il giocatore ad una maggiore attenzione, costringendolo a spostare il suo campo visivo in un luogo diverso da quello in cui ha passato la palla. A questo tipo di lavoro
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sono sottoposti anche i due passatori che sembrano passivi rispetto allo svolgersi dell’azione, ma che in realtà sono costretti a guardare tutto il campo, abitudine ideale per giocare a pallacanestro. Gli esercizi non prevedono la difesa ed è possibile utilizzarli richiedendo fondamentali precisi (che tipo di passaggio, che tipo di tiro da sotto, che tipo di arresto), avendo cura dei particolari.
diagr. 1
diagr. 2
diagr. 3
La prima cosa che noteremo sarà che #2 rallenterà la propria corsa per avere il tempo di guardare le scelte di #1 e agire di conseguenza. Questa è la prima cosa che deve essere corretta categoricamente. Una volta che decide di partire, il giocatore deve andare alla massima velocità e mentre corre, guardare l’altro quarto di campo e scegliere senza esitazioni. Sarà opportuno per lui ritardare il momento di uscita, ma questo non deve inficiare la velocità della sua corsa, semmai farà una finta in più prima di partire oppure un movimento verso la palla per cercare di ricevere vicino a canestro posticipando il suo smarcamento di quel tanto che basta per poter individuare la scelta del compagno sull’altro quarto di campo. E’ sempre la fila di #1 a decidere la scelta, vedrete sul quarto di campo di due di #2 disegnata l’altra opzione. Mi risparmio così di disegnare due diagrammi ogni volta.
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Questi esercizi sono stati disegnati per un sistema di gioco libero con backdoor e consegnati ma possono essere utilizzati per blocchi lontano dalla palla e pick and roll. Consideriamo la situazione (diagr. 4) in cui il giocatore senza palla non è libero di ricevere e chi ha la palla non ha possibilità di attaccare il canestro per cui #3, che decide, potrà attaccare in palleggio nel suo quarto di campo, verso #1, per sfruttare il movimento di backdoor di questo ultimo (diagr. 5), oppure attaccherà in palleggio lo spazio opposto come fa #4 nello stesso diagramma. A questo punto mandiamo #1 a fare un tiro di forza e rimangono tre giocatori con 1 pallone.
diagr. 7
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L’esercizio può proseguire come un normale esercizio di 3c0 con dai e vai (diagr. 6 e 7), lasciando i giocatori liberi di andare a tirare con uno qualsiasi dei successivi backdoor Andiamo a vedere adesso come inserire una situazione per la ricezione in post basso. #3 e #4 dopo avere passato la palla in ala, tagliano sotto canestro (diagr. 8) e vanno a smarcarsi in post basso incrociandosi e ricevendo palla da #1 e da #3 (diagr. 9).
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A questo punto sarà #1, come se giocasse dal lato debole, a decidere se tagliare dentro l’aria o fare vedere dieci dita al suo compagno in post basso per ricevere e tirare da fuori (diagr. 10) Inseriamo ora una situazione con il passaggio consegnato (diagr. 11) - #1 e #2 hanno già passato palla e si smarcano. #1 sceglie il tiro immediato in backdoor e #2 va a prendere il consegnato da #3. A questo punto siamo di nuovo in tre con un pallone e la regola è che se il giocatore in palleggio non attacca l’area uno degli altri due deve andarci. Sceglie #3 che può tagliare verso canestro e prendere posizione (diagr. 12 ) o giocare un allontanamento, mandando #4 dentro l’area (diagr. 13). Per dare la palla dentro,#2 deve utilizzare il compagno rimasto sul perimetro, che chiuderà il triangolo.
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Allo stesso modo si possono utilizzare medesimi sistemi per la didattica dei blocchi lontano dalla palla. In questo caso il giocatore (diagr. 14) che sceglie deciderà se utilizzare il ricciolo o l’allontanamento immaginando o un difensore che insegue o che passa in mezzo e sul quarto opposto si sceglierà l’opposto. Guardiamo ora qualcosa con il pick and roll – Dopo lo smarcamento e il passaggio in ala (diagr. 15), #1 e #2 ricevono un blocco da #3 e #4. Quindi il giocatore che deve prendere la decisione sceglie se palleggiare verso il fondo o verso il centro dell’area sfruttando il blocco. Dalla parte opposta si fa l’inverso. I passaggi verranno effettuati ai bloccanti che lavoravano sul quarto opposto.
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Quindi #2 scaricherà sul fondo per il tiro dal mezzo angolo di #3 e #1 passerà a #4 per il tiro dal post alto (diagr. 16). Possiamo anche decidere che i due giocatori con la palla partano nella stessa direzione lasciando le scelte ai due bloccanti – uno attacca l’area l’atro si allarga (diagr. 17). L’ultimo esercizio è con un possibile blocco cieco ( diagr. 18). Dopo avere passato la palla #1 sceglie dove andare se sulla destra o sulla sinistra del campo e #2 lo segue. #1 può scegliere di prendere il blocco cieco di #2 e ricevere per un tiro immediato. In questo caso #2 dopo avere bloccato va a prendere un consegnato da #4 e i tre giocano con un pallone con la solita regola seconda la quale uno attacca l’area gli altri gli spazi sul perimetro. Altrimenti #1 va a prendere il consegnato e #2 dopo avere fintato il cieco si butta dentro a ricevere per il tiro immediato. Sul consegnato sceglie il movimento il giocatore che passa la palla, in questo caso#4 (diagr. 19).
diagr. 19
Aggiungo che le situazioni di traffico che si creano sono, a volte più complesse di quelle della partita. Le linee di passaggio non sono sempre pulite con un in un normale esercizio di 2c0 e 3c0. Inoltre costringono a tenere desta l’attenzione e gli occhi su tutto il campo e sui giocatori coinvolti. Ulteriore precisazione attiene ai numeri dei giocatori nei diagrammi: non indicano ruoli ma sono utilizzati per comodità. E’ chiaro che lo stesso tipo di lavoro si può fare anche con una squadra già strutturata considerando i ruoli e le posizioni che i giocatori vanno a prendere in campo secondo la dimensione tecnicotattica che l’allenatore ha determinato. CONTROPIEDE Per quanto riguarda il contropiede, rimandando ad approfondimenti specifici sul focus attentivo, è comunque importante sapere che, oltre a permettere un miglioramento dei fondamentali utilizzati ad alta velocità e, quindi, spinti al limite possibile per ogni giocatore, è una situazione in grado di mettere in moto quel tipo di attenzione che viene definita “diffusa”, che sembra essere maggiormente efficace per analizzare il contesto di gioco. Trovandosi nella situazione di aprire un contropiede, il giocatore ha la possibilità di allargare il proprio focus attentivo, cercando informazioni in profondità. In questa prospettiva gli viene più facile gestire le molte informazioni che riceve perché, pure essendo gli altri giocatori distanti fra loro, risultano centrali nel campo visivo. E’ chiaro che situazione ben diversa è quella del gioco spalle a canestro, dove la visibilità è limitata e conta molto di più la conoscenza del gioco e la capacità di riconoscere gli stimoli e le situazioni. Ciò non sarà un problema per un giocatore esperto, ma lo è per uno in crescita. Di conseguenza, come esistono progressioni didattiche per la assimilazione dei fondamentali e tattica dei fondamentali, allo stesso modo bisogna procedere per gradi e considerare il contropiede come propedeutico al resto del gioco. DIFESA La scelta verso un tipo di difesa chiusa alla palla verte su diversi motivi e uno di questi attiene in modo specifico al focus attentivo. Infatti questa posizione permette una maggiore efficacia delle selezione degli stimoli evitando i disturbi di quegli agenti che hanno la cosiddetta “capacità collativa” , cioè la capacità di attrarre la nostra attenzione (pensate alla palla, o alle finte di un giocatore con la palla). Un giocatore in posizione chiusa ha le spalle rivolte alla palla e la fronte verso il suo avversario diretto ed è quindi pronto a correre verso di lui nel caso questi ricevesse palla. Ma va allenato a utilizzare tutto il suo campo visivo a disposizione e ad adattare la posizione del suo corpo a quello che avviene in campo. Il difensore che assume una posizione corretta tra l’avversario diretto e l’uomo con la palla, abbassando la testa e lo sguardo di 30°40°, fisserà un punto sul pavimento che gli permetterà di vedere ai limiti estremi del suo campo visivo (290°), ricevendo, cosa importante, meno disturbi per il suo compito. Vediamo come allenare questo aspetto – 1c1 “volare – come da diagramma (20) - si inizia dalla posizione di difesa sulla palla. Una volta avvenuto il passaggio all’appoggio il difensore dovrà saltare sulla linea di passaggio cercando di visualizzare quel punto del pavimento che gli permetta di vedere, senza disturbi gli estremi del suo campo visivo(posizione 1 del diagr. 20). Quando la palla va in ala all’altro appoggio, il
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difensore ripeterà l’operazione ma su una frazione di campo più ampia, mantenendo sempre un braccio sulla linea di passaggio e allontanandosi dal suo avversario diretto. E’ fondamentale rimanere sulla linea di passaggio perché questo impedisce un passaggio veloce dall’appoggio in ala al giocatore e concede solo un passaggio lento sopra il braccio del difensore. Comunque, una linea di passaggio non perfetta che aumenta la possibilità di recupero. Ma la cosa importante è individuare il segnale giusto per riadattare la posizione del corpo del difensore e il momento in cui farlo. Nel diagramma 21 vediamo che quando la palla parte dalle mani dell’appoggio in ala per giungere all’altro appoggio il difensore attacca la linea di passaggio tornando nella posizione 1. Dunque quando la palla esce dalle mani dell’appoggio lui modifica la posizione del corpo né prima né dopo, cercando di non cadere nelle finte. Da qui si gioca 1c1. Da questo esercizio si passa a situazioni più dinamiche di 1c1 con appoggio diagr. 22 e 23. In questi esercizi , fin troppo classici e che non necessitano di ulteriori spiegazioni, quello che ritengo importante è tenere sempre alta l’attenzione dei giocatori in campo non lasciando finire l’esercizio dopo l’1c1, ma ritengo sia necessario convertire l’attacco in difesa e viceversa, attraverso un appoggio con palla fuori dal campo pronto a rimettere in gioco. Un’ulteriore azione fino a metà campo costringerà chi ha attaccato a non chiudere l’interruttore ma verrà stimolato ad essere pronto a non fare ricevere e ripartire rapidamente in attacco l’avversari che ha appena terminato l’azione difensiva. Mi soffermerei invece sulla situazione di 1c1 lato debole(diagr. 24) perché in questo esercizio troviamo proprio quanto detto sopra riguardo alla velocità del passaggio. Trovandosi sul lato debole la distanza del difensore dall’avversario diretto è maggiore e se vuole recuperare in tempo utile deve costringere l’appoggio ad un passaggio lob, comunque più lento e, quindi, “volare” con la palla quando questa esce dalle mani dell’appoggio, con uno skip verso l’attaccante in angolo . L’ERRORE Lascio in ultimo una considerazione rispetto all’errore in rapporto al focus attentivo, non perché sia meno importante ma proprio perché, invece, determinante nell’acquisizione di un metodo di lavoro . Nei giochi di lettura, come la pallacanestro, soprattutto nelle fasi didattiche, non è vero il detto che sbagliando si impara. Perché l’errore ripetuto crea una cattiva abitudine. E’ importante nel lavoro in palestra, che le correzioni vengano portate con tempestività e precisione, considerando il grado di analiticità in rapporto all’età degli atleti. E’ altrettanto ovvio che l’errore è ineliminabile ma bisogna valutare con attenzione il tipo e la quantità di errori. Se ci sono troppi errori in un esercizio è probabile che il numero delle variabili siano eccessive ed è necessario fare un passo indietro semplificando magari utilizzando una proposta diversa con obiettivi simili in grado di permettere il passaggio alla fase successiva. Inoltre è importante che i giocatori siano a conoscenza degli obbiettivi degli esercizi e non commettano errori proprio su quelli. E’ consigliabile restringere il numero degli obiettivi il più possibile perché questa soglia di attenzione rimanga di buon livello. L’altro aspetto, ancora più fondamentale, si può così sintetizzare: se l’allenatore corregge un giocatore, quest’ultimo, nella successiva esercitazione, potrà sbagliare qualsiasi altra cosa ma non quella che gli è stata fatta notare. In sostanza anche in questo caso restringiamo il focus attentivo del giocatore su quello specifico aspetto. Tra l’altro è importante che il giocatore impari ad utilizzare gli stimoli che gli arrivano direttamente dall’allenatore. In questo modo si prepara anche l’atleta a dare importanza e a mettere in pratica le consegne che l’allenatore disporrà nel corso di un a partita.
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1c1 senza palla
Pordenone 15-6-2007 Stefano Bizzozi
Premesse - Io lavoro su pochi fondamentali concentrandomi sulla rapidità di esecuzione e a grande intensità. Giocare senza palla non è smarcarsi, giocare senza palla è andare a canestro ed è proprio a questo che servono i fondamentali: ad ANDARE A CANESTRO. Come giocare senza palla? - usiamo il riferimento della linea dei 3 punti: giochiamo 1 metro fuori da essa - usiamo i tagli backdoor. Per smarcarsi fino a poco tempo fa insegnavo a fare un passo verso palla e poi a tagliare verso canestro, ora insegno direttamente, nel caso si sia anticipati, di tagliare verso canestro senza passettini perché vogliamo subito identificare lo spazio. Nota: fino all’U-18 non parliamo mai di “cosa fa l’altra squadra” ma ci concentriamo di più su quello che vogliamo fare noi. Preferisco avere giocatori impegnati a dare il proprio meglio piuttosto che giocatori impauriti da quello che fa l’avversario. Per lo stesso motivo non usiamo VHS.
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diagr. 2
diagr. 3
Quando difesa non anticipa ma attende in area faccio giocare un dai & segui (diagr. 1). Se viceversa la difesa anticipa invece che lo smarcamento facciamo tagliare il ricevente e al posto del passaggio usiamo il palleggio per portare la palla in posizione: usare il palleggio come il passaggio (diagr. 2) Che sia un passaggio-passaggio o un passaggio tramite palleggio, dopo il passaggio vogliamo sempre attaccare il canestro. Se a2 sceglie di attaccare canestro la nostra regola è mandare a1 a bloccare verticale (diagr. 3)
diagr. 4
diagr. 5
diagr. 6
Se d2 passa dietro il blocco a1 riblocca mentre a2 si allarga in angolo (diagr. 4) Se a2 mostra i pugni significa che non vuole ricevere ed allora andrà a bloccare (diagr. 5). Nota: “cosa vuol fare un giocatore quando porta un blocco?” “Vuole fare canestro!” ma questo i nostri giocatori non lo sanno. Dobbiamo fare cultura cestistica ed insegnare la tecnica dei fondamentali ma soprattutto le letture corrette. Su un blocco il difensore può seguire, passare, cambiare.. in tutti i casi il nostro attacco deve sapere leggere cosa accade ed agire di conseguenza. Non a caso i giocatori più forti sono quelli che guardano quello che fa la difesa e scelgono cosa fare.. i nostri ragazzi che prendono un blocco non guardano nemmeno il proprio difensore ed eseguono l’uscita a memoria. Nota 2: difensivamente vogliamo impedire sempre i passaggi diretti anticipando forte ed obbligando l’attacco a servire i giocatori con lenti passaggi lob. Attenzione: vogliamo impedire i passaggi diretti NON negare la ricezione difendendo faccia a faccia. 76
Proposte pratiche: 2c2 – (diagr. 6) Se a1 ha atteggiamento aggressivo (sta lavorando di palleggio per sbilanciare il difensore nell’1c1) a2 taglierà senza occupare lo spazio centrale (verso l’angolo). Se a1 non ha atteggiamento aggressivo a2 taglierà per attaccare il canestro. Pick and roll - Il pick and roll lo usiamo dall’U19 in su, ma mai ad inizio schema. Preferisco giocare il pick and roll dopo un ribaltamento di lato perché la difesa sarà in difficoltà nel recupero sul lato debole e spesso riusciremo ad attaccare in sovrannumero 2c1 (come quando usiamo il dai & segui perché il difensore del ricevente gioca molto staccato). I lunghi - Troppo spesso vedo lunghi abituati a ricevere solo dopo un blocco: dobbiamo insegnargli a ricevere anche da soli, usando il corpo per smarcarsi appoggiando il corpo al difensore e allargando il braccio opposto per ricevere il più distante possibile dalla difesa. Partiamo proprio da qui per insegnare il gioco senza palla: partiamo dall’imparare a ricevere usando il proprio corpo. Conclusioni - Dobbiamo “creare” giocatori creativi ed autonomi. Non importa se giocheranno in serie A od in Promozione, dobbiamo avere rispetto per loro e dare a tutti gli strumenti per migliorare; insegniamo a tutti, non solo ai più forti perché ci fanno vincere le partite.
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COLLABORAZIONI D'ATTACCO SENZA UTILIZZO DI BLOCCHI Carlo Recalcati Premesso che: * Il palleggio va usato solo quando necessario * Il giocatore senza palla deve mettersi in condizione di riceverla * Le linee di passaggio hanno un'importanza vitale per la buona riuscita di una collaborazione offensiva Parliamo di: 1. Uso del palleggio per migliorare le linee di passaggio (diagr. 1) 2. Tagliare per creare una linea di passaggio (diagr. 2, 3 e 5) 3. Tagliare per liberare un 1 contro 1 (diagr. 5) 4. Modifica della posizione per creare una linea di passaggio (diagr. 4, 6, 7, 9 e 10) 5. Modifica della posizione per liberare un 1 contro 1 (diagr. 6 e 7) 6. Uso del palleggio per provocare una reazione difensiva (diagr. 3, 4 e 8)
Diagr. 1a
Diagr. 1b
Il difensore di B nega la ricezione della palla (diagr. 1a). A palleggia verso la linea di fondo per trovare una linea di passaggio a B che mantiene il vantaggio nei confronti del proprio difensore (diagr. 1b).
Diagr. 2a
Diagr. 2b
Diagr. 2c
XB nega la ricezione della palla (diagr. 2a). C taglia e si posiziona in angolo creando una linea di passaggio per B (diagr. 2b). B mantiene il vantaggio su XB e riceve da C (diagr. 2c).
Diagr. 3a
Diagr. 3b
Diagr. 3c
XB nega la ricezione della palla (diagr. 3a). Il palleggio di A costringe XB a modificare la sua posizione per continuare a negare la ricezione della palla (diagr. 3b). C sale in posizione "post alto" e crea una linea di passaggio per B che riceve dentro l'area (diagr. 3c). 78
Diagr. 4a
Diagr. 4b
Diagr. 4c
A cambia posizione in palleggio, per costringere i difensori di B e C a modificare la loro (diagr. 4a e 4b). C sale in posizione di guardia e crea una linea di passaggio per il taglio di B (diagr. 4c).
Diagr. 5a
Diagr. 5b
Diagr. 5c
La palla è al pivot (diagr. 5a). A e C tagliano e liberano il lato (diagr. 5b). Due possibilità : 1) XA e XB li seguono e B gioca 1c1 (diagr. 5c). 2) Se un difensore raddoppia, si libera un passaggio per A o C (diagr. 5d).
Diagr. 5d
Diagr. 6a
Diagr. 7a
Diagr. 6b
Diagr. 7b
B modifica la sua posizione allontanandosi dalla palla (diagr. 6a e 7a). Il difensore di B resta in aiuto e si libera un passaggio (diagr. 6b e 7b). Il difensore di B lo segue e si libera l'1 contro 1 di A (diagr. 6c e 7c).
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Diagr. 6c
Diagr. 7c
I difensori si B e C negano la ricezione della palla (diagr. 8a e 8b). A gioca 1 contro 1 per provocare un aiuto difensivo ed aprire un passaggio sul lato dell'aiuto (diagr. 8c).
Diagr. 8a
Diagr. 8b
Diagr. 8c
A gioca 1 contro 1 verso la linea di fondo. B modifica la sua posizione mantenendosi in linea con la palla per tenere aperta una linea di passaggio (diagr. 9a e 9b).
Diagr. 9a
Diagr. 9b
A gioca 1 contro 1 verso il centro. B modifica la sua posizione lungo la linea di fondo per creare una linea di passaggio (diagr. 10a e 10b).
Diagr. 10a
Diagr. 10b
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CONTROPIEDE, PARTIAMO DALLA MENTALITÀ Giovanni Papini CONSIDERAZIONI INIZIALI - Considerare “il contropiede” come la parte del gioco basilare da cui partire per l’insegnamento e il perfezionamento dei fondamentali di attacco e di difesa, sia per il settore giovanile che per le squadre senior, in quanto il continuo alternarsi difesa - attacco - difesa, il giocare in velocità e nel maggior spazio possibile, sono determinanti per migliorare il gioco nella sua globalità; 1. “attaccare sempre e in ogni caso” (desiderio di rientrare in possesso della palla e di trasformarlo in una azione di attacco con vantaggi di tempo, spazio, e soprannumero); 2. permette la partecipazione di tutti i giocatori; 3. conoscere tutte le posizioni e gli spazi anche al di fuori del proprio ruolo; 4. migliorare la conoscenza del gioco (anticipare, intuire e leggere quello che sta per succedere, in relazione alla palla, ai compagni, agli avversari, allo spazio e al tempo), percepire il tutto “mentre” sta per accadere; 5. fa percepire il gioco nella sua globalità e non attraverso vari segmenti, in modo che ogni parte dell’allenamento (sia analitica che globale) sia riportata al “gioco” e non a una parte di esso. METODOLOGIA PRATICA Obbiettivo allenamento: transizione mentale da difesa in attacco, da attacco in difesa ESERCIZIO 1 - 4 c 4, gioco libero a metà campo, la squadra in difesa cerca di entrare in possesso della palla (palla recuperata, rimbalzo, canestro subito) e andare in contropiede, non difeso, senza palleggio usando solo passaggi diretti. (diagr. 1). La squadra che attaccava va in difesa. Obbiettivo esercizio: transizione difesa attacco e ricerca degli spazi utili per collaborare nei passaggi diretti. N.B.: per passaggio diretto intende tutti i passaggi che percorrono la linea più breve fra passatore e ricevente (rapidi), passaggio indiretto quello che ha una linea interrotta (battuto a terra o lob, meno rapidi) questo per enfatizzare la ricerca di rapidità e di collaborazione nei passaggi, collante di un contropiede efficace.
Diagr. 1
Diagr. 2
Aspetti da osservare nell’esercizio: - Trasformazione da difesa ad attacco; - Collaborazione nei passaggi (apertura, sviluppo, ecc.); - Atteggiamento dei giocatori con particolare riferimento alla loro “posizione fondamentale di equilibrio dinamico” che dovrà essere sempre di massima reattività fisica e mentale. La scelta di non utilizzare il palleggio è per avere maggiori cambi di ritmo e velocità con e senza palla, una efficace collaborazione fra i giocatori. Sono importanti i tempi di recupero negli esercizi ed evidenzia l’importanza dell’osservazione da parte dell’allenatore e l’uso di una correzione finalizzata allo scopo dell’esercizio. (Avendo a disposizione 12 giocatori deve essere eseguito in forma continua) ESERCIZIO 2 - Stesso esercizio di prima con i due attaccanti più vicini alla palla che, dopo aver perso il possesso della palla, vanno ad ostacolare il primo passaggio (attacco guidato). Obbiettivo esercizio: scelta della tecnica del passaggio diretto da effettuare e mentalità di transizione per l’attacco. (diagr. 2) ESERCIZIO 3 - Stesse regole dell’ esercizio precedente e con il coinvolgimento degli altri due attaccanti che bilanciano e difendono il contropiede (corrono a difendere il canestro). Obbiettivo esercizio: stesso del precedente aumentando le difficoltà nei passaggi e nella ricerca degli spazi (diagr. 3)
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Diagr. 3
Altri esercizi propedeutici all’obbiettivo iniziale: a) Stesso esercizio con la possibilità del giocatore che rientra in possesso di palla di poter scegliere fra il passaggio o effettuare un palleggio per acquisire spazio e trovare un migliore angolo di passaggio o di penetrazione. Obbiettivo esercizio: ricerca della soluzione più efficace per iniziare e condurre il contropiede. b) Stesso esercizio giocando 4 c 4 tutto campo, senza attacco guidato, cercando con posizionamenti e tagli di creare un soprannumero o uno spazio efficace per battere la difesa. Obbiettivo esercizio: cercare le soluzioni più efficaci in una simulazione di gioco (verifica delle proposte precedenti). N.B.: ogni esercizio termina con un canestro o con il recupero della difesa.. La scelta del tipo di passaggio è da fare in base alla situazione e sull’importanza di eseguire, prevalentemente, passaggi diretti e rapidi; inoltre, fa presente come può essere migliorata la tecnica individuale attraverso il gioco ed evidenzia l’importanza delle collaborazioni (interagire fra passatore e ricevente o possibili riceventi) e la ricerca degli spazi più utili. Anche 4 contro 4 può essere un’azione di contropiede qualora generi una situazione di vantaggio di vantaggio di tempo, spazio, soprannumero; pertanto definisce IL CONTROPIEDE come “un’azione in velocità prima che la difesa si schieri/si adegui e si organizzi”. RIEPILOGO DEGLI ASPETTI FONDAMENTALI NEL CONTROPIEDE 1° “ATTACCARE LA PALLA”, cercare di limitare o negare l’iniziativa dell’attacco, cercando di fargli eseguire la sua azione nel modo meno efficace possibile. 2° “MASSIMA PRONTEZZA MENTALE” (“da allenare molto!”), saper trasformare immediatamente una azione di difesa in attacco e viceversa. 3° “SAPER CORRERE NEGLI SPAZI IN RELAZIONE ALLA PALLA ED AGLI AVVERSARI, PER “COLLABORARE” DI SQUADRA A PRENDERE UN TIRO AD ALTA PERCENTUALE” Lo spazio efficace da cercare COME: LA POSIZIONE IN CAMPO DOVE UN DIFENSORE NON RIESCE A DIFENDERE SU DUE ATTACCANTI! Conoscenze tecniche fondamentali: 1) Tagliafuori 2) Rimbalzo 3) Passaggio di uscita 4) Tipi di palleggio da effettuare 5) Collaborazioni (saper collaborare tra passatore e ricevente) 6) Scelte di tiro FASE ANALITICA ESERCIZIO 1 – rimbalzo (diagr. 4) - Lancio la palla al tabellone salto e vado a prendere la palla nel punto più alto porto la palla protetta sotto il mento, con gli occhi che cercano il compagno o lo spazio più efficace ricadere cercando l’equilibrio dinamico. Variante: lo stesso con tiro di un compagno (sui due lati con due palloni). ESERCIZIO 2 - rimbalzo e l’apertura (diagr. 5) - Attenzione sulla linea di passaggio scelta e sulla ricezione in movimento e non da fermo del giocatore esterno.
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Diagr. 4
Diagr. 5
Diagr. 6
Diagr. 7
ESERCIZIO 3 – tagliafuori, rimbalzo, apertura (diagr. 6) - Il difensore tagliafuori l’attaccante che ha buttato la palla sul tabellone o l’ha fatta scivolare a terra, poi disturberà il passaggio d’apertura. (Verifica dell’esercizio precedente). Da osservare con attenzione: l’uso del piede perno e del conseguente giro frontale o dorsale per cercare il miglior angolo i passaggio, con la collaborazione anche del ricevitore, nonché della scelta del tipo di passaggio da effettuare in base alla difesa. ESERCIZIO 4 – passaggio di uscita - collaborazioni (diagr. 7) - Il Coach tira a canestro da fuori, tagliafuori, rimbalzo e scelta della soluzione più efficace, per passare al compagno libero, contro la difesa che va ad ostacolare questa azione con determinazione Collaborazioni fra passatore e possibili ricevitori. Progressivamente di inseriscono anche i difensori sui riceventi per simulare maggiormente una azione di gioco. Finalità dell’esercizio: andare a tirare prima possibile, con il minor numero di passaggi e palleggi.
Diagr. 8
Diagr. 9
ESERCIZIO 5 – palleggio (diagr. 8) - L’attaccante prende il rimbalzo, sprinta dalla zona di difesa al gomito della zona d’attacco usando palleggi alternati,con esitazione e scelta di tiro. La scelta del tipo di tiro da eseguire sarà in base al segnale del coach (esempio: se l’allenatore alza la mano il giocatore esegue un arresto e tiro all’altezza della lunetta, altrimenti prosegue in penetrazione all’interno dell’area). ESERCIZIO 6 - 2 c 0 per la conduzione, la collaborazione e conclusione del contropiede. (diagr. 9) - Scelta delle conclusioni sempre in base al segnale del coach. ESERCIZIO 7 - 2 c 1 in continuità, esercizi di verifica - (diagr. 10) - L’attaccante prende il rimbalzo, sprinta dalla zona di difesa al gomito della zona d’attacco usando palleggi alternati,con esitazione e scelta di tiro. 83
La scelta del tipo di tiro da eseguire sarà in base al segnale del coach: esempio: se l’allenatore alza la mano il giocatore esegue un arresto e tiro all’altezza della lunetta, altrimenti prosegue in penetrazione all’interno dell’area. Il compito degli attaccanti è quello di andare, nel minor tempo possibile, ad un tiro ad alta percentuale. Il compito del difensore è quello di rallentare il più possibile l’attacco e di cercare di fargli fare un tiro non voluto. Chi tira, difende sul successivo contropiede, chi difendeva ha il compito di iniziare (passaggio o palleggio) il contropiede. ESERCIZIO 8 - 2 c 2 in continuità (verifica) – (diagr. 11) Due contro due tutto campo: stessi scopi dell’esercizio precedente, collaborazione a 2 contro difesa pari numero, movimenti del giocatore senza palla a) in relazione al compagno, b) dettare sempre una linea di passaggio, c) non aspettare il passaggio dietro le spalle del difensore. Stessa rotazione, la coppia che era in attacco va a difendere su due nuovi giocatori che entrano in campo sotto il prolungamento della linea del tiro libero, ricevendo il passaggio di apertura da uno dei due difensori. Importanza della spaziatura e necessità di trovare la linea di passaggio più efficace per trasmettere il vantaggio. (La progressione continua fino al 5 c 5, alla fase vera di gioco, con spazi sempre più ristretti ).
Diagr. 10
Diagr. 11
CONCLUSIONI e CONSIDERAZIONI FINALI - “ E’ importante aver chiari gli obiettivi ed il percorso per raggiungerli.”. - “ A livello di metodologia si può usare sia il metodo analitico - globale che viceversa.” - “ E’ poco efficace correggere tutto ….. è efficace correggere gli obiettivi e gli scopi dell’allenamento.” I vantaggi di giocare in contropiede: • Coinvolgente; • Spettacolare; • Intuitivo; • Partecipativo; • Si gioca in spazi più grandi rispetto ai giochi schierati; • Maggior fantasia e iniziativa; • Maggior concentrazione; • Maggior coinvolgimento; • Evita che la formazione avversaria possa posizionarsi correttamente secondo i propri principi guida mettendoli in una situazione sfavorevole; • Aumenta la fiducia in se stessi e nella squadra, derivante dalle collaborazioni e da tiri a più alta percentuale, che allo stesso tempo possono frustrare e demoralizzare gli avversari. Gli svantaggi: • Difficoltà di esecuzione e di scelte per la rapidità di svolgimento; • Minor gestione della gara; • Meno tattica. Motivi per cui il contropiede può essere il gioco base a livello giovanile, propedeutico ai giochi d’attacco a difesa schierata e di conseguenza alla difesa, pone l’attenzione sui seguenti aspetti: 84
• Giocare su tutto il campo sia in senso verticale, orizzontale che in altezza; • Sul miglioramento dei fondamentali individuali e di squadra, in quanto giocati in velocità (maggior padronanza); • Capacità di intuire e di collaborare; • Riconoscere spazi e vantaggi nel minor tempo possibile; • Cercare sempre il soprannumero, anche cercando di battere il proprio avversario; • Andare a tirare con l’uomo più libero; • Di conseguenza saper difendere il contropiede conoscendo le difficoltà.
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Fondamentali e collaborazioni nella costruzione di un gioco d’attacco per categorie giovanili - Clinic Marghera 6-12-2007 Paolo Sfriso Quante volte nelle nostre squadre notiamo che in attacco è UNO SOLO e sempre lo stesso il giocatore che prende l’iniziativa nella nostra squadra? Il nostro sistema offensivo deve dare ad ogni l’opportunità di prendersi la propria iniziativa personale. Concetti da trasmettere: Controllo palla Tempo del passaggio Gioco senza palla Efficacia nell’1c1 Capacità tattiche individuali Dobbiamo creare giocatori AUTONOMI! Priorità giocatore con palla: prendere l’iniziativa e rapportarsi coi compagni Nella metà campo difensiva priorità di quando entro in possesso della palla: palleggio piano, cerco il passaggio, spingo forte il palleggio Nella metà campo offensiva priorità di quando entro in possesso della palla: tiro, passaggio, 1c1 Priorità giocatore dopo il passaggio. se non so cosa fare, se non vedo spazio sto fermo, passata la palla taglio. Priorità quando mi muovo. mi muovo tagliando verso il ferro , mi muovo allontanandomi da canestro per uscire fuori dalla linea dei 3 punti Priorità degli altri giocatori SENZA palla: muoversi (vedi punto precedente) per rimpiazzare. Esercizi Non uso esercizi di palleggio con coni o sedie perché voglio che si giocatori a testa alta. Due giocatori uno di fronte all’altro Passarsi contemporaneamente la palla con una mano come se si trattasse di un movimento di tiro, raccogliere la palla con una sola mano. Idem ma prima di passare faccio un palleggio con la stessa mano Idem ma faccio 1 o 2 cambi di mano Idem ma faccio una finta di cambio In tutti questi es. coach gira per il campo e quando mostra mano ad un giocatore riceve palla, questi riceve palla dal compagno e coach passa a questo ultimo (alleniamo la visione periferica).
diagr. 1 diagr. 2 Diagramma 1 - A1 in palleggio deve superare metà campo mentre d1 in palleggio deve toccarlo Diagramma 2 - A1 e a3 si toccano la palla e poi come fig. Aggiungere un difensore su a5 ed obbligarlo a smarcarsi, d5 poi ostacolerà il passaggio NB: tagliare DAVANTI al difensore.. chiedo sempre ai miei giocatori di cercare prima di passare davanti ai difensori e poi dietro.
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Diagramma 3 - C chiama i secondi: entro 6” devono passare ½ c.;entro 10” devono tirare. C se e quando chiama palla deve ricevere. Poi spieghiamo come battere il difensore: prima palleggio lento e poi lo batto col cambio di velocità e direzione. Poi lavoriamo a metà campo e sostituiamo giocatore a C Diagramma 4- 2c2
diagr. 3 diagr. 4
Giochi per lo “Spacing”
diagr. 5 diagr. 6
Diagramma 5 - Correre liberamente per la metà campo occupando tutti gli spazi.. appena un compagno mostra la mano passargli la palla. Aumentare il numero di palloni. Cacciatore: tutti senza palla tranne uno o più. Chi è col pallone non può essere cacciato.. passare la palla ai compagni per salvarli Cacciatore con palla: uno o più palloni, solo chi ha la palla può venire cacciato.. Farsi trovare liberi per ricevere e per salvare il compagno. Anche senza palleggio. 5c5 fare 10 passaggi 5c5 dopo 6 passaggi si può attaccare canestro. Dire che dopo 4-5 passaggi i difensori devono si anticipare ma prepararsi anche a difendere. Diagramma 6 - 1c1Anche 3c3 Note 1. Attaccanti senza palla devono giocare davanti o dietro la palla perché orizzontalmente non ci sono passaggi possibili 2. Spiegare che tagliare non serve solo a ricevere ma anche a liberare lo spazio per un compagno 3. Se quello che insegniamo è troppo difficile limitiamo velocità .
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Esercizi Murphy Marco Sanguettoli
esercizio 1
esercizio 2
esercizio 3
Esercizio 1 - 1 dopo un cambio di direzione passa la palla a 2 che sta sprintando sul corridoio. Il C, circa a metà campo sulla linea del passaggio, decide se stare giù piegato sulle gambe aprendo la linea di passaggio che sarà quindi teso, o se stare in piedi a braccia alte suggerendo un passaggio lob. Suggerimenti 1) passare comunque due mani - petto 2) passare davanti a chi corre per permettergli di ricevere in corsa senza dover rallentare e senza incorrere nella infrazione di passi. Esercizio 2 - Adesso il C. può decidere di correre incontro al palleggiatore: la lettura sarà di battere in palleggio il C. e successivamente passare al compagno Le variabili saranno quindi 3: passaggio teso - passaggio lob - cambio di direzione contro il C. e passaggio teso. Suggerimenti: 1) usare la spinta delle gambe per passare 2) non passare a una mano in campo aperto perchè un gesto lento e scoordinato. Esercizio 3 - 2 senza palla deve adesso fare i conti con un difensore. Il primo obiettivo quello di prendere su di lui un vantaggio che gli permetta di ricevere e di andare a concludere come nel diagr. 1 La precisione e il tempo del passaggio assicureranno una soluzione vincente. Esercizio 4 - Nel caso in cui l'attaccante senza palla non riesce a prendere un vantaggio tale da poter ricevere in corsa, dovrà effettuare un rapido cambio di senso prendendo in contropiede il difensore e aprendosi una linea di passaggio perimetrale. Il palleggiatore dovrà leggere questa situazione evitando di passare al compagno che avrebbe comunque il difensore vicino entrando in possesso di palla; dovrà evitare di fermare il palleggio troppo lontano dal compagno; infine dovrà eseguire un passaggio circolare sulla spalla esterna del compagno. Il cambio di senso diventa decisivo per consentire a chi corre in contropiede di essere sempre in grado di ricevere la palla, evitando di fermarsi in posizione di ala, senza costituire più un pericolo per la difesa. Complicheremo ulteriormente questa progressione inserendo il C. a metà campo come negli esercizi iniziali. Esercizio 5 - Successivamente l'esercizio diventerà 3>2 più il C. a metà campo perché ora il palleggiatore potrà passare a due compagni che corrono sui rispettivi corridoi. Suggerimenti: guardare avanti per poter passare a entrambi i compagni. Esercizio 6 - In questo caso la penetrazione verso il centro, quindi gli spostamenti del ricevente saranno differenti.
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esercizio 4
esercizio 7
esercizio 5
esercizio 8
esercizio 6
esercizio 9
Esercizio 7 - Successivamente permetteremo al difensore di fintare l'aiuto per stimolare l'attaccante all'arresto e tiro. Esercizio 8 - 1 lancia la palla al tabellone e salta per recuperarla mentre 2 esegue un cambio di senso per ricevere in movimento il passaggio di apertura dell'eventuale contropiede. Sul passaggio di 1 a 2, 3 esegue un cambio di direzione lontano – vicino e riceve in movimento da 2 un passaggio "circolare" mano sx. Sul passaggio di 2 a 3, 4 esegue a sua volta un cambio di direzione lontano - vicino e riceve in movimento da 3 un passaggio circolare di sx, si arresta a due tempi sx - dx e esegue una partenza incrociata di sx. Dopo il terzo tempo 4 lancerà la palla al tabellone per permettere il recupero in salto a 5 che ricomincerà la successione dei passaggi. Suggerimenti. 1) oltre ai passaggio circolari che si usano quando il difensore vicino, si possono utilizzare i passaggio "da spalla a spalla" che sono più veloci, ma che si possono applicare solo in situazioni di difesa lontana. Obiettivi: ricezione in movimento - passaggio "circolare" - passaggio apertura contropiede - passaggio back – door. Esercizio 9 - Ogni giocatore riceve e prima di eseguire il passaggio successivo esegue 1 o 2 palleggi nella direzione opposta alla ricezione, poi recupera la palla e passa al compagno usando la tecnica dell'esercizio precedente. Suggerimenti: strappare la palla con due mani - eseguire una partenza incrociata con movimento a "pendolo" della palla sotto le ginocchia e passo lungo di incrocio. Esercizio 10 - Riportiamo la rotazione dei giocatori che avviene immediatamente dopo ogni passaggio: 1 passa a 2 e va in 2 2 passa a 3 e va in 3 3 passa a 4 e va in 4 4 passa a 5 facendo rimbalzare la palla al tabellone e va in 5 5 sostituisce 1 a rimbalzo. Suggerimenti: 1) muoversi incontro alla palla arrestandosi solo nel momento della ricezione (mai ricevere da fermi) 2) ricevere bassi e mantenere le gambe cariche durante l'esecuzione del passaggio. 89
3) punto di mira: spalla esterna 4) il rimbalzista atterra con palla e usa il perno esterno (dx nel diagramma) per fronteggiare. Esercizio 11 – (passaggio 4) - Il giocatore 4 si muove verso la palla, poi cambia direzione per un taglio back - door, 3 finta il passaggio circ. sul movimento verso la palla poi passa al tagliante (usando la mano sx.) o battuto a terra o con leggero lob. Quando il C. dice "cambio" si inverte il senso di rotazione dell'esercizio senza interromperlo. Si aumenta la difficoltà usando un assistente come difensore didattico in posizione 4: l'obiettivo trasformare un esercizio di tecnica in un esercizio di lettura e quindi di scelta: infatti il C, per esempio, può permettere la ricezione di 4 per poi sbilanciarsi su un lato e obbligarlo a scegliere il lato di penetrazione - oppure può decidere o meno di anticipare il passaggio a 4 (in questo caso si obbliga sia 4 che 3 a leggere la situazione e a scegliere la strategia più efficace) – infine può decidere di impedire la ricezione perimetrale ma costringendo 4 a scegliere fra un taglio davanti o dietro al difensore Esercizio 12 – (passaggio 5) - Gioco di gambe senza palla a tutto campo – passaggi circolari in campo aperto dal palleggio - 1 dopo un cambio di mano e direzione dx. - sx. passa a 2 che esegue un cambio di senso lontano - vicino, riceve e palleggia di sx sul corridoio verso canestro. 3 sul passaggio da 1 a 2 corre verso canestro e cambia direzione all'altezza dei 3 punti per ricevere da due in posizione centrale. 4 sul passaggio da 2 a 3 sprinta verso la palla, riceve e parte in palleggio per concludere con arresto di forza. Suggerimenti: 1) palleggiare guardando avanti 2) arrestarsi bassi dal palleggio e stare bassi durante l'esecuzione del passaggio.
esercizio 10
esercizio 11
esercizio 12
Esercizio 13 – (passaggio 6) - Rotazione dei gruppi: 1 va in 2 2 va in 3 3 va in 4 4 dopo il tiro recupera la palla e va palleggiando in 1. Esercizio 14 – (palleggio 1) - Progressione andature da fondo campo. Questa serie organizzata con lo scopo di consentire ad ogni giocatore di ripetere molte volte il gesto richiesto, nell'unità di tempo. Infatti dopo la partenza della prima riga di tre giocatori, ogni riga successiva partirà quando quella precedente avrà raggiunto la linea di metà campo o, se vogliamo rendere l'esercizio ancora più intenso dal punto di vista condizionale, la linea di tiro libero. Si possono allenare tutte le abilità in palleggio dalle più semplici, ma non per questo meno importanti, alle più complesse. Nel diagramma sono raffigurate, solo a titolo esemplificativo, tre andature differenti che, a partire dalla fila di dx., sono: - andatura per il palleggio in linea di sx (coordinazione palla – gamba opposta al palleggio) - andatura per il palleggio in arretramento (2 palleggi in avanti + 2 palleggi in arretramento) - andatura per i cambi di mano e direzione (1 palleggio con mano forte + 2 palleggi con mano debole). I cambi di mano proposti saranno: frontale - sottogamba - giro dorsale. Esercizio 15 – (palleggio 3) - Rubarsi nei cerchi: All'interno di ogni cerchio due giocatori palleggiano con il duplice obiettivo di proteggere la palla dall'avversario e di rubarla a loro volta. Si può chiedere ai giocatori di sfidarsi nel cerchio usando solo la mano debole. 90
Serve sia per imparare ad usare il palleggio senza guardare la palla, sia per sensibilizzare i giocatori a usare la mano piĂš lontana dalla difesa. Suggerimenti: gli spostamenti all'interno del cerchio devono essere fatti usando lo scivolamento in palleggio e gli arretramenti, per sopportare i contatti con l'avversario, senza perdere equilibrio e proteggendo bene la palla, viene quindi stimolato l'uso reattivo dei piedi.
esercizio 13
esercizio 16
esercizio 14
esercizio 17
esercizio 15
esercizio 18
Esercizio 16 â&#x20AC;&#x201C; (palleggio 4) - Esercizio per migliorare l'uso della mano debole in palleggio. Il difensore passa la palla a 1 e corre a difendere mentre 1 punta il canestro; l'attaccante usa solo la mano debole con l'obiettivo di stringere verso canestro per avere un buon angolo di tiro sulla conclusione; il palleggiatore può cambiare mano solo se il difensore gli chiude la linea di penetrazione della mano debole. Suggerimenti: 1) puntare con decisione il difensore senza farsi portare verso gli angoli 2) anticipare l'eventuale chiusura della linea di penetrazione con un cambio di mano frontale che inevitabilmente costringerĂ il difensore ad incrociare le gambe. 91
Esercizio 17 – (palleggio 5) - Esercizio per l'uso del palleggio con la mano debole dalla partenza in palleggio. Dopo l'auto - passaggio di 1 il difensore si sbilancia decisamente sulla mano forte dell'avversario costringendolo ad una partenza sull'altro lato; 1 deve dare profondità al primo passo per tagliare fuori l'avversario e deve continuare a puntarlo giocandogli sulla spalla più vicina a canestro: in questo modo renderà vano ogni tentativo di recupero dell'avversario e troverà un angolo di tiro ottimale. Esercizio 18 – (palleggio 6) - Esercizio 1>3 nei cerchi: 1 deve superare successivamente tre avversari che sono dentro i cerchi e che possono solo scivolare lateralmente lungo il diametro del cerchio. 1 a sua volta deve battere ogni difensore senza uscire dal diametro stesso. Serve per allenare l'abilità di puntare il difensore senza allargare la linea di penetrazione per non consentire alcun recupero all'avversario. Definiamo questa abilità con il gergo "bucare le spalle del difensore" per stimolare i giocatori a colpire quasi le spalle dell'avversario. Il secondo attaccante parte quando il primo ha superato il difensore centrale.
esercizio 19
esercizio 20
esercizio 21
Esercizio 19 – (Palleggiatore passa sotto pressione 10) - L'att. con palla palleggia verso la linea dei 3 punti immaginando di essere pressato (cambi di mano - di direzione - arretramenti – esitazione - finte di palla). Il C. da dietro segnala con un braccio ( e con la mano aperta ) a uno dei due giocatori in angolo il momento di sprintare verso la palla per ricevere e penetrare. ( il C. alza il braccio dx se vuole attivare il giocatore di dx e viceversa ) Il giocatore con palla deve reagire al movimento del compagno con rapidità passandogli la palla sulla spalla esterna con un passaggio circolare eseguito con il braccio corrispondente alla direzione del passaggio Suggerimenti: 1) palleggiare guardando avanti 2) spingere la palla a terra con decisione durante il palleggio 3) la forza del passaggio parte dalla spinta delle gambe che devono essere necessariamente cariche. Esercizio 20 – (Palleggiatore passa sotto pressione 11) - Successivamente il C. segnalerà la partenza per i giocatori in angolo con il pugno chiuso e indicherà un taglio back – door immaginando un anticipo difensivo. Il giocatore con palla dovrà riconoscere la situazione e dopo aver fintato un passaggio perimetrale servirà il compagno con un passaggio battuto o diretto usando sempre la mano corrispondente alla direzione di passaggio Suggerimenti: ricercare un buon equilibrio nel momento in cui si ferma il palleggio e si esegue il passaggio. Esercizio 21 – (Palleggiatore passa sotto pressione 12) - Adesso il C. potrà scegliere fra il segnale mano aperta (lato dx. nel diagramma) o pugno chiuso (lato sx. nel diagramma) Il giocatore con palla dovrà riconoscere la situazione e usare il passaggio più efficace.
esercizio 22
esercizio 23
esercizio 24
Esercizio 22 – (Palleggiatore passa sotto pressione 13) - Complichiamo il compito al palleggiatore infatti la progressione precedente viene eseguita con la presenza di un difensore che pressa il giocatore con palla e che cercherà di ostacolarne l'azione di passaggio Il C. inizialmente potrà utilizzare un solo segnale (o mano o pugno) ma poi potrà cambiarlo di volta in volta. Suggerimenti: 1) palleggiare con la mano più lontana dal 92
difensore 2) puntare il difensore per essere padroni dello spazio di gioco (avvicinarsi all'arco dei 3 punti senza farsi portare vicino alle linee laterali per essere equidistanti dai possibili riceventi) 3) velocizzare il movimento delle braccia durante il passaggio 4) non guardare il ricevente (passaggio fintato). Esercizio 23 – (Palleggiatore passa sotto pressione 14) - Adesso il difensore sarà sul ricevente che parte sotto al canestro e al segnale del C. si smarcherà potendo scegliere entrambe i lati del campo per ricevere. Il palleggiatore avrà il compito di reagire rapidamente con il passaggio non appena il compagno si sarà smarcato, impedendo così il recupero del difensore Suggerimenti: i punti di mira del passaggio sono la spalla esterna nei passaggio perimetrali e davanti al corpo del compagno nei passaggio al tagliante. Esercizio 24 – (Palleggiatore passa sotto pressione 15) - Per completare la progressione non resta che proporre una situazione di 2>2: si comincia con un'azione di 1>1 in palleggio, al segnale del C. si attiverà l'att. sotto canestro che dovrà smarcarsi e ricevere. Inizialmente l'esercizio proseguirà con l'1>1 del ricevente, poi si potrà prevedere una situazione di 2>2 in cui il palleggiatore dopo il passaggio si sposterà sul lato debole. Saranno quindi possibili collaborazioni fra gli att. nel caso di aiuti difensivi.
esercizio 25
esercizio 26
esercizio 27
Esercizio 25 – (Reattività scelta 1) - I triangoli rappresentano le 7 postazioni. I giocatori 1 e 2 partono dalla postazione 1 eseguendo una esitazione in palleggio sul posto. L'obiettivo sarà raggiungere in palleggio prima del compagno la postazione chiamata dall'allenatore prima del via esempio: l'allenatore dirà in rapida successione 1 - 4 1 - 6 1 - 2 1 – via. I giocatori sprinteranno verso la postazione che quella chiamata immediatamente prima del via. Alleniamo, in questo modo, la capacità di mantenere l'attenzione durante l'esecuzione di un gesto tecnico e di selezionare l'informazione utile a raggiungere l'obiettivo dell'esercizio Esercizio 26 – (Reattività scelta 2) - 1 e 2 si fronteggiano L'attaccante funge da leader dell'esercizio e scivola lungo il diametro del cerchio cambiando direzione quando vuole con l'obiettivo di toccare un cono prima del difensore. Il difensore deve reagire ai cambi di direzione dell'avversario rimanendo il più possibile speculare rispetto ad esso e toccando, a sua volta, il cono contemporaneamente o quasi all'avversario. Alleniamo la reattività dei piedi durante lo scivolamento difensivo e la capacità di reazione rapida ad uno stimolo visivo. Esercizio 26 – (Reattività scelta 3) - I due giocatori sono alla postazione 1 ed eseguono uno skip sul posto. Il comando dell'allenatore sarà composto da due numeri di cui il primo quello della posizione di partenza; se il secondo numero si riferisce alla postazione immediatamente prima o immediatamente dopo, lo spazio fra le due postazioni verrà coperto con uno scivolamento difensivo; se il secondo numero si riferisce ad un'altra postazione tale postazione verrà raggiunta con uno sprint. L'obiettivo di ogni giocatore sarà ovviamente quello di arrivare alla postazione indicata dall'allenatore prima del compagno. Alleniamo la capacità di abbinare di discriminare gli stimoli esterni e di abbinarli ad un'azione tecnica specifica.
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MIGLIORAMENTO INDIVIDUALE DIFENSIVO DEL GIOCATORE PERIMETRALE Enrico Ciuffo
La proposta deve essere divertente ed allettante per sviluppare una sorta di “piacere della difesa”, quindi attenzione a: • modalità della proposta tecnica, SEMPLICE e ACCESSIBILE A TUTTI • modalità di comunicazione, TRASMETTERE ENTUSIASMO. Mai utilizzare esercitazioni sulla difesa a scopo punitivo… CONCETTI GENERALI CONTINUITA’ DIDATTICA: valutare la squadra a partire dalle informazioni tecniche fornite negli anni precedenti PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE: avere come riferimento che tipo di difesa vogliamo costruire nel corso dell’attività, il quadro di riferimento in cui verranno collocati i fondamentali difensivi non dovrebbe cambiare, si tratta di scegliere in un secondo tempo quali siano le priorità didattiche di ogni categoria e di ogni singola squadra. Ad esempio: • come vogliamo difendere sulla palla, a muro o condizionando il palleggiatore? • come vorremo posizionare il giocatore sul lato d’aiuto? In base a queste scelte verrà stabilita la gradualità delle richieste MAPPA CONCETTUALE: dovrebbe essere chiara a tutti i giocatori, in modo che riescano ad utilizzare i fondamentali come strumenti atti a risolvere un problema tecnico che si presenta durante il gioco, quindi il quadro di riferimento deve essere esplicitato. PARTIRE DALLA GLOBALITA’: motivare concretamente quando e perché si usa un determinato fondamentale, chiarendo i vantaggi dati da una corretta applicazione del medesimo, poi cominciare ad analizzare gradualmente il come, fornendo quindi i dettagli utili ad una efficace esecuzione del gesto tecnico (che andrà costantemente migliorata attraverso un’opportuna somministrazione di feedback durante l’allenamento). ACQUISIZIONE DELLA MENTALITA’ DIFENSIVA: và di pari passo con l’apprendimento tecnico e si consolida grazie alla chiarezza e precisione con cui vengono definiti gli obbiettivi concreti, non certo con richiami generici ad “impegno” e “concentrazione”: 1. RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE SU CUI, DOPO, POTER COSTRUIRE LE COLLABORAZIONI DIFENSIVE 2. AGGRESSIVITA’: “ATTACCARE L’ATTACCO” SENZA RISCHIARE DI ESSERE BATTUTI METTERE IN SEQUENZA GLI OBIETTIVI TECNICI SPECIFICI DIFESA - controllo visivo di più “bersagli” (palloni passati con le mani e palloni calciati) - controllo visivo di palla e avversario diretto (esercizi-gioco di tipo globale) - uso dei piedi: spostamenti in tutte le direzioni - posizione fondamentale dinamica: da stimolare tramite competizione 1C1: tenere la palla fuori da “casa mia” (linea dei 3 punti) - ostacolare ricezioni tra area e arco dei 3 punti - contenere le penetrazioni - negare ogni ricezione in area TECNICA - scivolamento - alternanza corsa/scivolamento - lato forte/lato debole - anticipo - aiuto - aiuto sui tagli in area - difesa sull’interno - difesa sulle penetrazioni MENTALITA’ - ostacolare tutti i tiri - ostacolare i passaggi COLLABORAZIONE: tutti proteggono il canestro 94
- quando un difensore è battuto, proviamo a chiudere “casa nostra” - passaggio di scarico: accoppiarsi col più vicino LAVORO DEI PIEDI Sta alla base di tutto, la pallacanestro si gioca con i piedi, perché tutti i fondamentali nascono da un corretto utilizzo dei piedi! Obiettivi: incremento della rapidità di movimento dei piedi ottimizzazione della capacità di reazione 1. Tapping alternato sul posto: • non guardare i piedi • variare il piede di inizio • mani attive • 2 appoggi, poi 3 appoggi 2. Tapping laterale sul posto: • 2 appoggi, poi 3 appoggi 3. Tapping alternato in avanzamento laterale (cambio di fronte) 4. Tapping laterale in avanzamento frontale 5. Tapping laterale in avanzamento dorsale 6. Strisce di gommapiuma (o funicelle) • parallele •aL • a scaletta 7. Otto tra i cinesini + sprint + arresto • verticale • orizzontale 8. Funicella 9. Andature preatletiche • avanti/indietro/laterale • in linea retta/curva SEZIONE 1 – PALLEGGIO - Obiettivi: Attivazione - Rapidità mani: “rubare la palla” Aggressività mantenendo equilibrio LIBERI IN PALLEGGIO: “butta fuori” la palla restando nei confini del campo - tutto campo - ½ campo - Arco 3 punti - 3 cerchi BUTTAFUORI IN 2: “butta fuori” la palla restando nei confini del cerchio centrale per fare punto, al segnale dell’istruttore segnare nel canestro più vicino per fare 1 punto A COPPIE: rubare la palla all’avversario - “cambio” : trovare un altro compagno - “numero”: per proseguire il gioco formare gruppi secondo il numero indicato dal coach A COPPIE: attacco con palla, protegge il palleggio dalle mani del difensore, al segnale “cambio” chi attacca, difende e viceversa
SEZIONE 2 – DIFESA SUL PALLEGGIATORE - Obiettivi: Lavoro tutto campo di tipo globale Linea palla – canestro - Alternanza scivolamento – corsa 95
Diagramma 1 - Al segnale “via” - Quando l’attacco apre palleggio • partenza in visione • partenza cieca Diagramma 2 - Al segnale visivo del coach (chi non gioca 1c1: ball-handling + 3° tempo)
diagr. 1
diagr. 2
diagr. 3
diagr. 4
Diagramma 3 - Parte un solo attaccante (chi non gioca 1c1: ball-handling + 3° tempo) (diagr. 2) - A segnale del coach - Accordo visivo tra attaccanti Diagramma 4 - RECUPERO DIFENSIVO Attacco con - palla tra i piedi - schiena a canestro - posizione fondamentale Diagramma 5 - PARTITA DI 1C1 - 1 attacco e 1 difesa a testa - Gioco a squadra - 1 punto per ogni canestro negato
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diagr. 5
SEZIONE 3 – DIFESA SUL PALLEGGIATORE - Obiettivi: Lavoro di tipo analitico - Tecnica di scivolamento
diagr. 1
Diagramma 1 - SPECCHIO con SEGNALI - Posti assegnati - Battere mani = Posizione fondamentale difensiva - DIFESA = piedi attivi - DX – SN 1 scivolamento - DX – SN 2 scivolamenti
diagr. 2
diagr. 3
Diagramma 2 - CORSIA STRETTA - Perno + salto indietro Diagramma 3 - CORSIA LARGA - Alternanza scivolamento – sprint (2 scivolo + sprint + 2 scivolo con CD)
diagr. 4
diagr. 5 97
Diagramma 4 - ZIG - ZAG DIFENSIVO . - Sul posto - 3 dx / 3 sn no cambi di velocità - 3 dx / 3 sn con cambi di velocità - - Palleggio libero (alternare le corsie per abituare a posizionarsi in modo corretto rispetto al canestro) Diagramma 5 - 1C1 AGONISTICO - Palla rotolata - Palla passata Successivamente possono essere sviluppate situazioni di 1c1 a ½ campo SEZIONE 4 – TAGLIAFUORI - Obiettivi: Contatto fisico - Tecnica tagliafuori frontale – dorsale
diagr. 1
diagr. 2
diagr. 3
Diagramma 1 - 1C1 REATTIVITA’ - rimbalzo - passaggio - palla vagante Diagramma 2 - TIRO LIBERO: 1C1 A RIMBALZO - cercare contatto - volere la palla Diagramma 3 - TAGLIAFUORI TIRATORE - frontale - dorsale
diagr. 4
Diagramma 4 - TAGLIAFUORI NON TIRATORE - frontale - dorsale AMPLIARE LA SEZIONE DOPO AVER INTRODOTTO IL CONCETTO LATO FORTE/ LATO DEBOLE SEZIONE 5 – DIFESA SULL’UOMO SENZA PALLA - Obiettivi: Lavoro di tipo globale - Linea uomo – palla - Posizione d’anticipo
diagr. 1 diagr. 2 98
Diagramma 1 - 1C1 + A - al segnale: palla all’appoggio + 1c1 Diagramma 2 - 1C1 + 2 A - attacco: 1 solo palleggio - negare passaggio di ritorno per 3 secondi
diagr. 3
diagr. 4
Diagramma 3 - 1C1 + A TUTTOCAMPO - stare tra uomo e palla Diagramma 4 - 2C2 TUTTOCAMPO - al “via” - attacco parte schiena a canestro SEZIONE 6 – DIFESA D’ANTICIPO - Obiettivi: Lavoro di tipo analitico - Tecnica dell’anticipo
diagr. 1
diagr. 2
diagr. 3
Diagramma 1 - 1 c 0 + APPOGGIO - sprizzare + contropiede 1c0 - visione periferica Lavorare su ¼ campo Diagramma 2 - 2 c 2 DIDATTICO L’attaccante funge da riferimento per il corretto posizionamento sulla linea di passaggio: - corsa blanda - cambio di senso e velocità - contropiede 1c0 Lavorare su ¼ campo Diagramma 3 - 1c1 + APPOGGIO: SPRINT + ANTICIPO - correre e scivolare - difesa c. backdoor L’attaccante è obbligato a correre oltre la linea dei 3 punti senza finte, né cambi di direzione, poi può smarcarsi liberamente.
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diagr. 4
Diagramma 4 - 1c1 + A: DIFESA CONTRO Dai & Vai - 2 palleggi, poi Dai & Vai (per abituare il difensore a mantenere sempre il corretto posizionamento, collegando anche il lavoro svolto precedentemente di difesa sullâ&#x20AC;&#x2122;uomo con palla) - salto alla palla - coprire bersaglio del tagliante (per ricevere 3 secondi, poi 5 secondi)
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