Transizione e sviluppo attacco in movimento Treviso 2003 Ettore Messina
Ritengo che l’obiettivo di un attacco efficace è quello di creare le condizioni sia per un buon tiro da sotto sia dal perimetro. Quello che chiedo ai miei giocatori è di procurarsi situazioni dove possiamo avere la giusta aggressività nei confronti della difesa. Il limitare le nostre azioni offensive al solo tiro da fuori, o alla sola penetrazione, riduce di molto la nostra possibilità di mantenere l’iniziativa sugli avversari. Tre sono le cose fondamentali per costruire un attacco equilibrato: 1) la distanza, intesa come distanza tra gli attaccanti (o spaziatura), la distanza tra l’attaccante con palla e quelli senza, la distanza tra i giocatori e la linea dei tre punti ed il canestro. Avere delle giuste distanze ci dà ampia possibilità di manovra; 2) il timing la scelta del giusto tempo per agire, fare una cosa mentre un’altra si sta concludendo. Non giocare a scatti. Inizio a passare la palla ad un mio compagno mentre questo sta completando il suo smarcamento è non quando è già smarcato dando così il tempo alla difesa di recuperare; 3) il passaggio, che non ha solo una valenza tecnica e tattica, ma soprattutto di relazione tra i giocatori sul campo. Sapersi passare la palla nel modo e nel tempo giusto ci consente di prendere quel secondo di vantaggio sulla difesa e di utilizzare il possesso della palla nel modo più produttivo. Non mi preoccupo molto delle nostre percentuali di tiro durante una gara, quanto al come ci stiamo passando la palla. Nella mia testa non c’è un numero prefissato di passaggi da dover fare prima di concludere un’azione, ma l’idea di altruismo del gioco, dove tra un tiro forzato ed un passaggio si deve necessariamente preferire la seconda soluzione. L’introduzione dei 24 secondi ha obbligato tutti noi a rivedere alcune cose: il concetto d’attacco nel suo insieme, il concetto di buon tiro e quanto controllo vogliamo/possiamo esercitare sulla nostra squadra. Tutti ricordano che con i 30’’ molte squadre, ed in special modo quelle di scuola slava, muovevano la palla per 10 - 15 secondi con azioni che non rappresentavo la soluzione primaria, bensì erano un modo per far lavorare la difesa, stancarla con una serie di blocchi e di passaggi passivi per poi concludere negli ultimi secondi. Altro obiettivo di questa strategia era quello di abbassare il ritmo della gara, di diminuire il numero dei possessi così da poter mascherare limiti tecnici/tattici contro squadre più forti. Queste ultime avevano tre opzioni per reagire: 1) adattarsi al ritmo degli altri, giocando “lenti” in attacco: 2) cercare rapide conclusioni per alzare il ritmo, con il risultato di forzare le conclusioni e trovarsi a dover difendere per altri 25 - 30 secondi; 3) aumentare la pressione difensiva per forzare le conclusioni avversarie. I 24 secondi hanno distrutto la possibilità di avere il tempo per organizzare il gioco per diversi secondi per poi attaccare realmente. Quindi è sorta la necessità di mettere a fuoco il concetto di buon tiro. Quand’è che si prende un buon tiro? Credo che si possa trovare un buon equilibrio applicando idee semplici: possiamo tirare anche dopo un solo passaggio, purché la palla sia andate dentro l’area almeno una volta o tramite una penetrazione in palleggio e perché è stato fatto un passaggio ad un giocatore spalle a canestro. Se siamo riusciti a collassare la difesa dentro l’area non ci sono problemi nel prendere subito un tiro. Per quanto detto in precedenza non siamo sicuri che nel proseguo dell’azione saremo in grado di prendere un tiro non contestato altrettanto efficace. Anzi spesso si rinuncia ad un tiro facile per poi trovarsi a dover forzare per non perdere il pallone per infrazione dei 24 secondi. Inoltre la difesa comprende che abbiamo avuto paura nel prendere un tiro non contestato, che non abbiamo avuto fiducia in noi stessi e si adatta rapidamente. Se non riusciamo ad attaccare l’area nei due modi esposti vogliamo ribaltare velocemente la palla sull’altro quarto di campo e da lì cerchiamo di attaccare di nuovo il centro area. Non giocare in questo modo ci porta ad uno sport simile alla pallamano sport dove di attacca perimetralmente. Nel basket quello che rende imprevedibile un attacco è l’andare dentro l’area dei tre punti o dei due punti, costringere la difesa a chiudersi e scaricare la palla fuori. Passiamo ora ad analizzare quello che abbiamo fatto quest’anno in relazione al tema del clinic: contropiede primario e transizione. Io ritengo che si debba saper sviluppare due distinte capacità di gioco: - pallacanestro con rimesse veloci e ritmo più o meno alto. - giocare con aggressività il contropiede primario, oppure organizzare un gioco controllato. Non penso che si possa sempre e solo giocare con una delle modalità su elencate. Il contropiede e la transizione sono due aspetti simili del gioco, ma non uguali e devono essere entrambi presenti nel nostro bagaglio tecnico. Gli esercizi che di seguito esporrò sono quelli che realmente faccio nei miei allenamenti. Cose semplici ma a mio avviso molto utili. Cercherò di operare un continuo mix tra esercizi e teoria. Vediamo la prima situazione allenante.
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Giocatori disposti come da diagr. 1. Il giocatore 1 passa a 2 e si gioca due contro uno nella metà campo. Si gioca per fare canestro con un solo passaggio dopo quello iniziale. Chi tira o perde palla, difende sulla seconda coppia (3 e 4).
Diagr. 1 Diagr. 2
Variante # 1: le due file sono attaccate (diagr. 2). Anche a livello di squadre “evolute”, dobbiamo stare attenti ad alcuni elementi importanti così da evitare di sprecare quelle due o tre situazioni di contropiede a partita che possono condizionare il risultato finale della gara. Primo - Se stiamo in una situazione di due contro uno (o perché abbiamo rubato palla o perché abbiamo passato palla avanti rapidamente), la prima cosa da fare è di allargare il campo, non tenere la palla al centro. Appena recuperata palla ci si deve aprire ed occupare la corsia verso il gomito della lunetta tra noi ed il canestro. Secondo - Avere chiaro che il primo obiettivo è andare a canestro o utilizzare un solo passaggio per concludere, evitando passaggi orizzontali che fanno solo perdere tempo. Importante è il momento del passaggio. 1 deve puntare il canestro e passare a 2 nel momento in cui X non ha più possibilità di recuperare su 2. Noi abbiamo avuto spesso situazioni di due contro uno, dove abbiamo passato palla troppo presto, dando la possibilità al difensore di fermare l’azione con un fallo. 1 deve attaccare con decisione il canestro così da costringere X ad una chiara scelta. Passiamo ora ad una situazione di tre contro due. Giocatori disposti come da diagr. 3. Due contro uno all’andata (1 e 2 contro X1) e tre contro due al ritorno (1,2 e X1 contro X2 e X3). Poi X2 e X3 contro X4 e continuità.
Diagr. 3
Quindi; Passaggi solo avanti, correre e spingere la palla. Non si può fare contropiede se non si crea una seconda linea per la palla il più profonda possibile, è molto semplice, si deve correre (diagr. 4. e 5).
Diagr. 4 Diagr. 5 3
Banale, ma sono le cose semplici a fare la differenza. Se chi corre avanti la palla va profondo, costringe anche la difesa ad abbassarsi verso la linea di fondo per poter portare un minimo di aiuto. Questo consente di aprire i giusti spazi per la seconda ondata del nostro contropiede. Se ci passiamo palla senza profondità non riusciamo a giocare. Dobbiamo sviluppare la percezione della profondità del campo e della sua larghezza. Spesso giochiamo in attacco senza prendere vantaggio da quanto il campo è lungo e largo. Prima cosa, dettare una linea di passaggio profonda, seconda cosa giocare per un canestro e non per un passaggio. Non solo è importante per chi conduce il contropiede attaccare il canestro e spingere la palla avanti in palleggio o in passaggio, ma anche dove posizionarsi dopo il passaggio. 1 deve imparare a prendere il gomito della lunetta o il suo prolungamento (diagr. 6) se passa palla a 2 dopo che questi ha superato la linea del prolungamento ideale del tiro libero. Oppure se passa prima, 1 dovrà allontanarsi verso il lato debole così da consentire anche la penetrazione centrale a 2 (diagr. 7). 3 potrà stringere a canestro o scendere in angolo.
Diagr. 6 Diagr. 7
1, 2 e 3 si muoveranno in modo tale da escludere che un difensore possa marcare contemporaneamente due attaccanti. Nel seconda parte dell’esercizio (quella del tre contro due) si nota che si creano più soluzioni di tiro con il passaggio che con il palleggio. Questo distingue un numero ristretto di squadre: tiri generati passandosi la palla ed andando ad occupare precise posizioni sul campo, piuttosto che abbassare la testa ed attaccare canestro in penetrazione. Si abusa troppo dell’uno contro uno insistito. Questo, a mio avviso, crea pressione sui compagni senza palla, che rischiano di stare 10”-15” fermi ad aspettare lo scarico per poi avere la grande responsabilità di prendere il tiro. Se invece muovendo la palla si creano condizioni di uno contro in movimento e tutti toccano palla. Passo successivo consiste nel giocare una situazione di tre contro tre in continuità a rovescio (o tre contro tre da recupero). Rossi contro blu: i tre attaccanti dopo il tiro o dopo aver perso palla , tornano in difesa. I tre blu a fondo campo entrano in attacco e chi ha recuperato palla dei tre difensori passa loro dopo che hanno superato la linea di tiro libero. Chi ha attaccato deve recuperare rapidamente affrontando una ondata di contropiede. Devono decidere dove fermarsi nella loro corsa all’indietro e dove attaccare l’attacco (diagr. 8 e 9).
Diagr. 8
Diagr. 9
Consideriamo anche queste situazioni di tre contro tre come contropiede primario. Perché? Per un semplice motivo che si gioca con uno spazio che di solito è riservato al cinque contro cinque. Facciamo sicuramente
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un grosso passo avanti se assumiamo le situazioni di tre contro tre o anche quattro contro quattro come di contropiede primario. Se 1 anche in situazioni di tre contro tre comprende che può giocare con molto più spazio a disposizione il suo uno contro uno e 2 e 3 si posizionano correttamente negli spazi liberi per attaccare gli aiuti difensivi tutto può risultare più facile per l’attacco. Ci sono due o tre secondi da sfruttare per tenere questo vantaggio. Inoltre e per questi motivi di ampi spazi a disposizione, non voglio giocare con blocchi sulla palla e lontano dalla palla. Torniamo per un attimo ad argomentazioni teoriche. Come deve muoversi il primo rimorchio? Dopo il passaggio di 1 per 3, 4 dovrà tagliare direttamente a canestro per poter ricevere ed eventualmente schiacciare o andare da qualcun’altra parte? Ritengo che anche 4 (il nostro primo rimorchio) deve sapersi muovere rispettando lo spazio occupato dai compagni già presenti nella metà campo offensiva. Non voglio un taglio diagonale in post medio sul lato forte. Potrà sembrare un po’ eretico, ma ritengo questo taglio non produttivo. X4 il più delle volte è già tornato in difesa, posizionandosi dentro l’area verso la palla, proprio dove 4 andrebbe a finire con il taglio suddetto. Quindi è opportuno che 4 agisca in altro modo, se è un giocatore con caratteristiche “perimetrali”, può fermarsi oltre l’arco dei tre punti, lasciando libera l’area per 5, e poter tirare da lì (diagr. 10). Altrimenti 4 taglierà verso il lato debole, in modo tale da poter sfruttare (sia direttamente sia per i compagni) eventuali vantaggi creati da 3 con il suo uno contro uno (diagr. 11).
Diagr. 10
Diagr. 11
Diagr. 12
Questo non vuol dire che 4 in situazione di contropiede “ritardato” rinunci a giocare per prendere palla, ma lo fa rispettando gli spazi dell’uno contro uno di 3. Se questo ultimo rinuncia al suo uno contro uno e passerà la palla ad 1, 4 sarà pronto a tagliare fuori X4 (diagr. 12). Torniamo alla pratica e vediamo un esercizio per allenare i concetti fin qui esposti. Giocatori disposti come da diagr. 13. Tic - tac fino a metà campo, poi si incrocia il passaggio (palla a 4 che passa a 2 o palla a 1 che passa a 3). Chi riceve conclude a canestro, 4 va sempre al rimbalzo e passa a 1, mentre 2 e 3 incrociano. Si torna nella metà campo di partenza applicando i principi fin qui analizzati (diagr. 14). La palla non deve toccare per terra se non nella fase di ritorno, non voglio passaggi battuti, in definitiva si deve correre.
Diagr. 13
Diagr. 14
Analizziamo ora quali conclusioni si possono determinare. Passaggio profondo di 1 per 2 o 3, conclusione da sotto (diagr. 14). Skip di 2 per 3 e passaggio a 4 che tira da sotto. Utilizzare il campo nella sua lunghezza e nella sua larghezza (diagr. 15). Penetrazione verso il fondo di 2, passaggio a 3, da questi a 1 che può tirare o passare a 4 (diagr. 16). 5
Diagr. 15
Diagr. 16
Diagr. 17
Se il passaggio di 1 per 2 (o per 3) è sotto il prolungamento ideale della linea di tiro libero, 1 resta sul lato forte dove può ricevere un passaggio di ritorno da 2. 1 può tirare o penetrare in questo ultimo caso, 4 taglia in post basso sul lato debole , mentre 3 sale. Oppure 4 non taglia, ma porta un blocco sulla palla per 1. 4 dopo il blocca gira verso il canestro, mentre 2 sale. 3 può scegliere tra due soluzioni, o stare sull’angolo o salire nel caso di un raddoppio su 1, così da dare una linea di passaggio per battere la pressione sulla palla e poter passare a 4 che nel frattempo sta girando verso canestro (diagr. 18).
Diagr. 18
Diagr. 19
Diagr. 20
Non è raro che dopo le situazioni di quattro contro zero, facciamo del quattro contro tre, dove sarà molto probabile che non arriveremo a queste fasi di contropiede “ritardato”, ma troveremo soluzioni prima. Talvolta, disponiamo i tre difensori a triangolo, a zona, così da poter cambiare gli spazi, gli angoli il timing del gioco ed anche i tipi di passaggi da utilizzare. Spesso si equivoca, pensando che contro la zona si devono fare cose completamente diverse rispetto a quello che si fa contro la difesa individuale. Se ci sono differenze, vanno ricercate nel fatto che giocare contro la zona è più semplice, e le basi del nostro gioco contro la zona sono le stesse del nostro gioco contro la uomo. Passiamo a questo punto a situazioni di quattro contro quattro in continuità, sempre con gli stessi concetti, con l’attacco che scaturisce anche da rimesse dal fondo e non solo da rimbalzi difensivi o palle recuperate. Voglio concludere mostrandovi l’attacco che abbiamo utilizzato questo anno dopo canestro subito. Il gioco “5”, chiamato così perché l’obbiettivo è quello di giocare in cinque. I giocatori si dispongono per la rimessa della palla dal fondo, come mostrato in diagr. 19; 4 prima di andare via deve vedere se c’è anticipo su 1. Vogliamo mettere in moto 1, che così ha più vantaggi nel giocare in velocità. Mentre la palla è in volo da 5 verso 4, 1 corre verso la palla, due passi e poi taglia verso canestro per ricevere da 4 (diagr. 19). A questo punto 1 può andare per concludere direttamente a canestro o per scaricare sul perimetro. In questo caso, 1 dopo lo scarico, taglierà verso il lato opposto ben fuori la linea dei tre punti (diagr. 20). Se non otteniamo una soluzione immediata, perché la difesa è riuscita a recuperare in equilibrio, passiamo direttamente al nostro gioco “5”. 1 si sposta su un lato, 4 taglia in post basso sul lato debole, 2 e 3 scendono verso la linea di fondo, mentre 5 si arresta in punta (diagr. 21). La palla viene ribaltata da 1 per 5 e da questi per 2. Nel frattempo 4 porta un blocco orizzontale per 3, che va a posizionarsi in post basso, prendendo vantaggio da una situazione dinamica. 2 passa a 3 (diagr. 22). Due sono le opzioni che si creano sul lato debole. La prima consiste in un gioco di tagli, 5 taglia deciso verso canestro, mentre 4 va nella zona di post alto ed 1 scende verso l’angolo (diagr. 23). La seconda opzione 6
vede un blocco di 5 per 1, con 4 che si allarga in angolo (diagr. 24). Importante è la lettura del comportamento difensivo sul blocco.
Diagr. 21
Diagr. 24
Diagr. 22
Diagr. 25
Diagr. 23
Diagr. 26
Se non riusciamo a passare a 3, 5 porterà un blocco sulla palla per 2. 3 si allargherà in angolo, 4 salirà in post basso mentre 1 scende verso l’angolo sul lato debole. Dobbiamo sapere attaccare in cinque la situazione di pick & roll (diagr. 25). Preferisco che 2 utilizzi 4 o 3 per dare palla a 5. Il passaggio diretto da 2 per 5 crea grossi problemi di ricezione, 5 non può vedere se arriva o no una rotazione dal lato debole! (diagr. 26) Se sul taglio di 5 è X3 ha ruotare su di lui, 4 può passare palla a 3. Se non ci sono altre possibilità, 4 conclude il ribaltamento della palla, passando a 1, il nostro miglior giocatore di uno contro uno. Possiamo concludere sfruttando i vantaggi creati da 1 con il suo gioco o portare un blocco per lui con 4. In conclusione, ricordiamoci di distinguere tra le diverse situazioni di contropiede vere e proprie e quelle di pari numero (tre contro tre o quattro contro quattro), prendendo vantaggi dagli spazi, dal sapere prendere un vantaggio, passandosi la palla e giocando poi senza soluzione di continuità, evitando di dover necessariamente arrivare ad un gioco organizzato. Il gioco di transizione non è una alternativa al gioco contropiede più schema. Dobbiamo trovare un equilibrio tra le due cose. Spesso dipende dalla partita e dal momento della stagione. Ci vuole leggerezza per giocare in transizione. Se per vari motivi non stiamo attraversando un momento facile, è meglio giocare il primario rapidamente e se non c’è soluzione immediata, eseguire giochi semplici. Ma quello che resta fondamentale, indipendentemente se giochiamo in transizione (fluidità continua), sia che giochiamo primario e poi organizzato, è la capacità di sapersi spaziare in campo, sapere prendere il giusto timing, passarsi la palla. Questi sono gli elementi che ci devono guidare e dare equilibrio al nostro gioco offensivo.
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