GreenVoice 01/11 - febbraio 2011

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GREEN ECONOMY E SVILUPPO SOSTENIBILE Mensile indipendente di informazione Anno III n. 1 www.green-voice.eu • FEBBRAIO 2011

CITTÀ

MANAGEMENT

WAY OF LIFE

Ance e Legambiente insieme per le città sostenibili

Monster.it: intervista al country manager Nicola Rossi

Google vs Apple: storia di un imminente impatto frontale

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EDITORIALE

Una nuova modalità sostenibile di abitare la città e vivere la comunità “D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. Le parole scritte nel 1972 da Italo Calvino ne Le città invisibili risultano quanto mai attuali e per questo oggi noi ci chiediamo: è possibile immaginare un nuovo modo di realizzare e abitare le città che sia frutto di una nuova e condivisa cultura della sostenibilità ambientale in edilizia? Dal secondo dopoguerra in Italia il settore delle costruzioni è considerato locomotiva dell’economia nazionale e contemporaneamente causa di deturpamento del BelPaese. Ma è tempo di superare tale dualismo, occorre uno scatto in avanti. Occorre progettare e ricostruire il singolo edificio, interi quartieri, intere realtà urbane con criteri di sostenibilità, riorganizzando tutti i servizi, come il trasporto delle persone e delle merci, il servizio energia, l'uso e il riciclo dei materiali, l'acqua, gli spazi di aggregazione e socialità, la natura in città e l'agricoltura di prossimità. Nell’immaginario popolare a volte il costruttore è visto come un imprenditore tutto concentrato nel massimizzare il proprio profitto senza badare dei possibili effetti negativi sulla comunità. Ci sembra interessante sottolineare il percorso comune intrapreso da ANCE Lombardia (l’associazione dei costruttori) e Legambiente che hanno presentato il primo decalogo, scritto congiuntamente, che riassume tutte le regole per un'attività edilizia di qualità, rispettosa del territorio e vicina ai cittadini. Un esempio da tenere in grande considerazione. Con questo numero Green Voice cambia nella forma, un nuovo format, ma anche nella sostanza, inchieste, interviste e articoli, segno di un più forte impegno dell’editore e della redazione per costruire uno strumento di comunicazione più incisivo e accattivante. Attendiamo vostri suggerimenti. Doctor J

Voglio vivere in città

“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda” Italo Calvino, Le città invisibili, 1972

L’ENERGIA DELLA TERRA

SPECIALE Il contributo della geotermia alla produzione energetica da rinnovabili per raggiungere gli obiettivi del 2020


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Primopiano

Oltre un terzo dei consumi energetici del Paese è destinato all’uso abitativo; l’edilizia è il settore che per il futuro presenta i migliori margini di risparmio energetico (fino al 30% entro il 2020). Ance Lombardia e Legambiente presentano un decalogo sull’edilizia sostenibile, per favorire un cambio di mentalità.

A CONFRONTO

La mobilità sostenibile come fattore decisivo

EDILIZIA • NEL SEGNO DELL’INNOVAZIONE

Ance e Legambiente insieme per le città sostenibili

GERENZA EDITORIALE Green Voice srl DIRETTORE RESPONSABILE Elisabetta Bevilacqua e.bevilacqua@green-voice.eu REDAZIONE Corso Trieste, 16 00198 Roma Segreteria di redazione tel +39 06 85304252 fax +39 06 85301878 segreteria@green-voice.eu HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO CATTID (Centro per le Applicazioni della Televisione e delle Tecniche di Istruzione a Distanza) Università "La Sapienza" di Roma direzione@cattid.uniroma1.it Andrea Sponzilli andrea.sponzilli@gmail.com Alessia Salvatore alessia.s81@libero.it PUBBLICITÀ segreteria@green-voice.eu GRAFICA Giovanna Massini STAMPA Sarnub spa, Torino Registrato al tribunale di Torino autorizzazione n. 43 del 14/7/2009 Distribuzione gratuita in abbobamento postale e eventi

Oltre un terzo dei consumi energetici del Paese è destinato all’uso abitativo; l’edilizia è il settore che per il futuro presenta i migliori margini di risparmio energetico (fino al 30% entro il 2020). A partire da questi due dati nasce lo sforzo di collaborazione tra Ance Lombardia (l’associazione regionale dei costruttori edili) e Legambiente che, unite in un’alleanza all’avanguardia, hanno pubblicato il primo “Decalogo per un’edilizia di qualità, rispettosa del territorio e vicina ai cittadini”. Nello studio non si parla più di singolo edificio, ma di interi quartieri, che andrebbero progettati e ricostruiti con criteri di sostenibilità, riorganizzando tutti i servizi, come il trasporto delle persone e delle merci, il servizio energia, l'uso e il riciclo dei materiali, l'acqua, gli spazi di aggregazione e socialità, la natura in città e l'agricoltura di prossimità. Il decalogo si compone nel modo seguente. 1. Rottamare il vecchio Abbattere edifici vetusti, privi di pregio architettonico, inadeguati ad ospitare le funzioni per cui sono stati pensati sostituendoli con nuove edificazioni a basso o nullo impatto energetico. 2. Sfruttare i nuovi vuoti Utilizzare i nuovi "vuoti urbani" come scali ferroviari, grandi insediamenti industriali, mercati, macelli, impianti energetici non più funzionali alle esigenze della modernità e oggi da delocalizzare. 3. Addensare in corrispondenza dei nodi Riorganizzare il trasporto, incrementando l'accessibilità delle reti di mobilità sostenibile, quella del ferro, dei veicoli leggeri ed efficienti, della ciclabilità. Attorno ai nodi di traffico si costruiscono in tutta Europa i quartieri a bassa motorizzazione, a volte addirittura car free. 4. Sperimentare nuove soluzioni tecnologiche A partire dal potenziamento delle tecnologie legate alle energie rinnovabili in relazione alle specifiche vocazioni dei territori, per non parlare

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poi del risparmio idrico, della gestione del ciclo dei rifiuti, della depurazione e del riutilizzo dei reflui, dell’integrazione del verde negli edifici. 5. Progettazione integrata Adozione di principi bioclimatici nel layout architettonico ed urbanistico degli insediamenti, dalla scelta dell'orientamento ottimale dell'edificio, fino all'implementazione di idonee soluzioni per la climatizzazione, la ventilazione e l'illuminazione naturale. 6. Ricercare economie di scala La progettazione “per grandi insediamenti” è l'unica in grado di consentire scelte più efficienti: sistemi di produzione e distribuzione di energia, ma anche di gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e delle acque reflue piuttosto che di infrastrutture e servizi per la mobilità sostenibile. 7. Innovare i processi aziendali La sfida consiste nella “riprogettazione del processo costruttivo” e a questo scopo è fondamentale coinvolgere in tale processo a miriade di piccole e medie imprese implicate nel processo edilizio, per incrementare l’impatto dell’innovazione nel settore.

8. Usare materiali a basso impatto Occorre promuovere una politica di "green procurement" da parte degli operatori del settore, incentivando l’impiego, nella pratica edilizia, di materiali da costruzione che presentino impatti ridotti in tutte le fasi del ciclo di vita. 9. Far evolvere il mercato Il settore delle costruzioni, anche in funzione del suo ruolo primario di intermediatore tra domanda e offerta, deve agire per colmare la distanza, che purtroppo ancora esiste, tra la realtà della ricerca, il mondo accademico e il mondo delle imprese. 10. Educare alla qualità Per qualità del prodotto edilizio si intende l’insieme delle prestazioni che l’oggetto edilizio sarà in grado di assicurare attraverso le sue caratteristiche, in risposta alle esigenze dell’utenza. In questo senso molto possono fare enti ed istituti per la formazione delle maestranze, unitamente al mondo dell'università e della ricerca. Compimenti ad Ance e Legambiente. Che sia l’inizio di un cambiamento di mentalità?

Un’efficace strategia di mobilità urbana sostenibile richiede un elevato grado di innovazione, è la cifra comune che ritroviamo in tutte le migliori esperienze europee in tema di mobilità urbana sostenibile. Ma la normativa di riferimento è molto diversa da Stato a Stato. Solo Francia e Inghilterra sembrano aver compiuto scelte rigorose in tema di pianificazione strategica dei trasporti dal punto di vista della sostenibilità, imponendo strumenti di pianificazione vincolanti alle città con più di 100.000 abitanti. Essi si pongono gli obiettivi comuni di incrementare l’uso del trasporto pubblico, la ciclabilità, la pedonalità, ridurre gli incidenti, la congestione. In numerosi altri stati europei (Danimarca, Belgio, ecc.), tuttavia, pur non essendoci l’obbligo dei SUTP, è il normale governo del territorio a stabilire i criteri d’uso dei suoli coerenti con una corretta politica della mobilità, attraverso piani o altri sistemi di gestione ambientale. In un

DECALOGO • CITTÀ SOSTENIBILI 1 Ricostruire le nostre città riutilizzando e sostituendo il vecchio

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Sfruttare i nuovi vuoti urbani Addensare in corrispondenza dei nodi Sperimentare nuove soluzioni tecnologiche Progettare in maniera integrata Ricercare economie di scala Innovare i processi aziendali Usare materiali a basso impatto Contribuire all'evoluzione del mercato Educare alla qualità

gruppo di altri Stati, infine, quali l’Italia, la Germania e la Spagna, non vi sono normative che vincolino le realtà urbane alla pianificazione sostenibile, ma solo strumenti volontaristici: il piano urbano della mobilità (PUM), introdotto dalla legislazione nel 2000 per le città sopra i 100 mila abitanti, non ha infatti carattere vincolante e costituisce in sostanza solo un prerequisito per l’accesso ai fondi nazionali in caso di investimenti. Di fatto l’adozione di un piano strategico di intervento sulla mobilità urbana in Italia è tuttora circoscritta a pochi casi lungimiranti. Forse è ora di guardare lontano.


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Primopiano

INTERVISTE • DUE MODI DI VEDERE LE NOSTRE CITTA’

Ripensare le città per vivere meglio I bisogni delle persone al centro delle politiche urbane

3 RICERCATORI CON LE IDEE CHIARE A CONFRONTO BARBARA BORLINI

@Barbara Borlini. Ripensare le città in relazione ai bisogni delle persone. Come? La questione della vivibilità urbana nasce dalla tensione tra le aspettative crescenti nei confronti delle città e le difficoltà di queste ultime a rispondere a queste aspettative. La società contemporanea è infatti caratterizzata da una forte domanda di città, fatta dei bisogni delle persone che la abitano ma anche dei desideri di chi “consuma” la città (ad esempio city users e turisti). A fronte di questa domanda crescente, le nostre città fanno fatica a offrire un ambiente vivibile e che sia in grado di rispondere ad esigenze e stili di vita vecchi e nuovi, sempre più eterogenei. C'è bisogno di nuove strategie di governo della città e di una maggiore integrazione tra ricerca e politiche urbane. Cosa vuol dire immaginare un’edilizia di qualità, rispettosa del territorio e vicina ai cittadini? Lo sviluppo edilizio non può essere selvaggio o semplicemente casuale, ma va inserito in un progetto di gestione e governo del territorio più ampio e integrato. Penso per esempio alla densificazione intorno ad assi di sviluppo infrastrutturati (vedi copertura della rete di trasporto pubblico e presenza di servizi) in modo da ridurre l'impatto ambientale dei nuovi insediamenti (traffico, consumo di suolo). Abbattere e ricostruire è uno slogan suggestivo o una possibilità reale? Questa opzione è emersa in Europa con riferimento alle problematiche dei quartieri periferici di edilizia pubblica, dove al degrado fisico e ai bassi standard qualitativi degli edifici si sommano situazioni di disagio sociale. Può essere una possibilità interessante se accompagnata dalla disponibilità non solo finanziaria ma anche politica a fare investimento sociale. In caso contrario, resta uno slogan, per certi aspetti suggestivo, per altri preoccupante perché può nascondere la voglia non di risolvere, ma semplicemente di far sparire certe problematiche e chi ne è portatore. La programmazione urbanistica può essere l’occasione per favorire uno sviluppo diffuso? La programmazione territoriale è centrale nella città diffusa come principio d'ordine per ridurre il consumo suolo e modificare un sistema mobilità schiacciato sull'automobile. E’ tanto più importante in un paese come il nostro che presenta un territorio molto delicato, dal punto di vista paesaggistico e idrogeologico. Qui lo scoglio è rappresentato dalla frammentazione delle competenze e dalla difficoltà di trovare meccanismi di coordinamento fra i diversi livelli amministrativi. Suggerimenti pratici per vivere meglio i contesti urbani. Quali priorità? Occorre cambiare gli stili di vita, modificando le default option (le scelta ovvie e scontate), ad esempio nel campo della mobilità. Un uso più assennato dell’automobile porterebbe non solo ad un miglioramento della qualità dell’aria ma anche a modalità diverse di vivere il territorio. Bisognerebbe poi votare meglio. Non è una battuta. Il punto di riferimento nelle scelte politiche ormai devono essere le generazioni future: lasciare loro un ambiente vivibile e una società ricca ed equa. Tutte le società avanzate oggi spendono soldi per capire come coniugare sviluppo e sostenibilità. Esigiamo che chi governa le nostre città, o ambisce a farlo, raccolga questa sfida.

Barbara Borlini e Francesco Andreani operano su ambiti la prima gravita su Milano, il secondo su Roma. Punti di vista differenti da cui raccontano la loro idea di città.

BARBARA BORLINI

FRANCESCO ANDREANI

@ Francesco Andreani. Ripensare le città in relazione ai bisogni delle persone. Come? Recentemente ho sentito dire dal prof. Giangiacomo Polin, con riferimento a Milano, che nella città contemporanea le nozioni convenzionali di quartiere non esistono più. Questo sostanzialmente per giustificare la densificazione delle ultime aree libere nei quartieri degli anni sessanta. Io penso invece che nel gestire la continua ed inevitabile trasformazione della città, occorra sempre indicare e promuovere delle qualità persistenti e convenzionali e soprattutto i desideri delle persone a cui sono destinate. Nelle nostre città ci sono intere categorie di persone sostanzialmente emarginate, i più giovani e soprattutto gli anziani, costretti nelle loro case da una misura urbana pensata per la mobilità veloce e carrabile. Dobbiamo pensare luoghi dove lo scambio umano sia una pratica facile e possibile. Cosa vuol dire immaginare un’edilizia di qualità, rispettosa del territorio e vicina ai cittadini? Io sono per una città moderata, fatta di edifici bassi e limitati, anche con significative eccezioni, ma lontana dalla moda dei grattacieli urbani, che proiettano sul quartiere ombre sgradevoli e inquietanti. Poi c’è la qualità dei manufatti edilizi: fino agli anni ‘60 abbiamo costruito case ben fatte, con materiali durevoli, belle da vedere e semplici. La prefabbricazione, ed anche una certa povertà dei materiali, dovrebbe essere vietata. Abbattere e ricostruire è uno slogan suggestivo o una possibilità reale? Possiamo forse abbattere quartieri vivi, abitati, densi di proprietà e di qualità consolidate, per pensare di ricostruire altrove per motivi estetici oppure ambientali? Solo le società autoritarie hanno avuto questa presunzione e per fortuna non siamo in questa condizione. E' la città stessa che ci indica nel tempo cosa decade ed è disponibile alla trasformazione e, a particolari condizioni, alla ricostruzione. Quando eravamo studenti, ci dicevano che i quartieri della Roma democristiana, comunque dignitosi e spesso accurati, erano frutto della speculazione edilizia. La pianificazione urbana che è venuta dopo rappresenta un'eredità molto peggiore. La programmazione urbanistica può essere l’occasione per favorire uno sviluppo diffuso? Le cose più belle che abbiamo dalla tradizione della città e dalla sua arte, sono il frutto non tanto di una programmazione urbanistica quanto di una “cura”, di un attenzione urbanistica. Lo sviluppo diffuso è quindi certo il prodotto di un progetto ma anche di un metodo, di una attenzione costante. La Roma di Sisto V non fu davvero costruita nei suoi cinque anni di pontificato, ma preparata da decenni di lavoro, di scelte e idee di tutti quelli che allora si occupavano di costruire la città. Suggerimenti pratici per vivere meglio i contesti urbani. Quali priorità? Cose fatte bene, con materiali di qualità, con altezze moderate e rispettose dell'esistente, con idee poetiche e una qualche indicazione di “memoria” e cultura che ogni città possiede. E poi occorre ridare al mestiere di fare la città una diversa dignità ed efficacia. L'urbanistica italiana è burocratica e inefficace e purtroppo burocratico è il lavoro di tutti quelli che se ne occupano per i quali è difficile pensare, sperimentare, e proporre qualità e idee.

Sociologa urbana, fa parte del laboratorio PeriMetro (Periferie Metropolitane www.perimetrolab.it). Dottore di ricerca in Studi Europei Urbani e Locali presso l'Università di Milano Bicocca è borsista presso l'Istituto Italiano di Scienze Umane. Tra le sue pubblicazioni Ripensare l'accessibilità urbana (www.cittalia.it) e Il quartiere nella città contemporanea (Bruno Mondadori).

FRANCESCO ANDREANI Architetto, dottore di ricerca in progettazione architettonica e urbana e docente universitario a contratto, è autore di diversi Piani Regolatori (Terni, Cascia, Calvi, Tuoro etc ). Tra gli altri testi ha pubblicato Michelangelo e l’arte della città, Gangemi 2005, La Casa media romana e Architetti della città in Quaderni dell’arte della città, Nuova Cultura, Roma 2009.


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Competitività

MONDO • LE RINNOVABILI PER LA RIPRESA

Un 2011 sotto il segno delle rinnovabili e del drago cinese Dopo la ripresa del 2010, ottime previsioni per l’anno in corso. L’annuncio di fondi cleantech e nuove aziende quotate spingono all’ottimismo, nonostante le probabili riduzioni degli incentivi pubblici “Dal nostro punto di vista il 2011 potrebbe essere un anno molto positivo per il settore delle cleantech a livello globale”, sostiene Dallas Kachan, Managing Partner di Kachan & Co., azienda specializzata nella ricerca e nella consulenza nel settore green. “Un anno record per il finanziamento dell'innovazione cleantech”, conferma Sheeraz Haji, CEO di Cleantech Group, azienda di ricerche mercato. Alla base di queste previsioni c’è soprattutto la ripresa del mercato nel corso del 2010, rispetto al declino dell’anno precedente, stimolata soprattutto dagli interventi dei governi attraverso incentivi. Un certo ottimismo deriva anche dai segnali favorevoli sul versante finanziario, come il ritorno dei deal early stage, il crescente flusso degli investimenti aziendali, la nascita di nuovi fondi dedicati al cleantech annunciati in tutto il mondo. “Al di fuori degli Stati Uniti, che sembrano avere difficoltà crescenti nel sostenere il settore, l’industria green è viva e vegeta, anche in termini di risultati ... anche se parliamo so-

Per l’Italia si prevede un 2011 sotto il segno del fotovoltaico in un panorama di crescita eccezionale delle installazioni che sfiorerà il 40% a livello mondiale. Lo sostiene iSuppli, azienda di ricerche di mercato del Gruppo IHS, che prevede per l’Italia il primo posto per velocità di crescita e la seconda posizione come parco installato con 3.9GW stimati nel 2011, dopo la Germania (9,4 GW stimati nel 2011 di potenza installata). “In un mercato in accelerazione che promette uno dei più alti tassi interni di rendimento al mondo, le installazioni in Italia raddoppieranno”, sostiene l’analisi. Le uniche nuvole ad oscurare il panorama potrebbero derivare da alcune discontinuità nelle strategie di governo, in risposta all’incremento eccessivo della capacità installata, come è accaduto in Francia nei mesi scorsi con conseguente confusione fra gli operatori. ''Se la riduzione degli incentivi è un passaggio inevitabile – sostiene Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys, che ha analizzato anche gli impatti occupazionali degli interventi - è però necessario che le forme di sussidio siano il più possibile certe e ancorate agli effettivi costi di produzione degli impianti''. Analoga è la posizione di Assosolare e di altre asso-

prattutto della Cina”, aggiunge Kachan. Conferma questo quadro sostanzialmente positivo una recente ricerca di Bloomberg New Energy Finance (BNEF), secondo la quale gli investimenti in tecnologie di supporto ad un’economia a basso contenuto di emissioni di carbonio ha raggiunto il 243 miliardi di dollari nel corso del 2010 (contro i 186 miliardi dell’anno precedente). La ricerca, che ha analizzato gli investimenti nelle energie rinnovabili, l’efficienza energetica, gli apparecchi smart-grid, i biocarburanti e la cattura e stoccaggio del carbonio (escludendo le fusioni e le acquisizioni), evidenzia a sua volta il contributo significativo della Cina, che ha aumentato gli investimenti del 30%, superando, nel 2010, i 51 miliardi di dollari. Michael Liebreich, Ceo di BNEF, sottolineando come il settore sia a metà strada per raggiungere l’obiettivo di 500 miliardi di dollari di investimenti l’anno che gli esperti ritengono necessario per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei gas serra entro il 2020, aggiunge che il livello di investimento

"si scontra con lo scetticismo verso il settore dell’energia pulita tra gli investitori del mercato pubblico – e avverte che - potrebbe ridursi significativamente se i governi cominciassero a eliminare i sussidi messi in atto per sostenere il settore”. Rob Wylie di WHEB Partners, venture capital company europea nel settore cleantech, conferma che gli investimenti, dopo la caduta del 2009, sono tornati, lo scorso anno, al livello del 2008. “Tuttavia ci sono alcuni cambiamenti”, avverte. In primo luogo, il mercato del Nord America in termini di investimenti di tipo venture capital rappresenta ormai circa il 75%, con la California che concentra il 50% del totale mondiale, mentre si contrae la quota europea. In secondo luogo, questi investimenti sono stati dominati da grandi impianti e concentrati in gran parte solare. “In terzo luogo, mentre il Nord America ed Europa restano dominanti nei finanziamenti venture capital, il mercato delle IPO (nuove aziende quotate), ha visto un enorme incremento di attività in Cina”.

PREVISIONI • ITALIA 2011 FOTOVOLTAICO

Il sole continuerà a splendere, ma servono certezze sugli incentivi Secondo iSuppli, il picco di installazioni del quarto trimestre 2010, che ha consentito di raggiungere 1.9 GW, con un incremento del 100% rispetto all’anno precedente, rappresenta una svolta per l’Italia e crea le condizioni per il raddoppio ulteriore nel 2011.

ciazioni di produttori, come Aper e Assotermica e GIFI/ANIE, portata alla Commissione Industria al Senato, insieme ad altre proposte di modifica del Decreto legislativo sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili: La richiesta è di seguire il modello tedesco che, a differenza di quanto avvenuto in Spagna dove un taglio drastico e improvviso degli incentivi ha portato al crollo del mercato, ha invece consentito una solida crescita del settore grazie a una riduzione graduale degli incentivi, proporzionale alla diminuzione dei costi dei componenti. Una limitazione ulteriore rispetto alla crescita prevista da potrebbe derivare dalla scelta delle regioni di limitare le installazioni a terra (oltre quanto già previsto nel decreto governativo) e dalla difficoltà di collegare alla rete nazionale gli impianti costruiti nel Meridione. Sembrano infatti porre ulteriori limitazione le indicazioni delle regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Molise, Puglia e Basilicata) che hanno varato le li-

nee guida per le autorizzazioni dei nuovi impianti, rispettando la scadenza del primo gennaio 2011. Regioni al primo posto per numero di installazioni, come Emilia Romagna (6.600 connessioni di sistemi fotovoltaici nel 2010, con 225 Mw di pannelli solari), Toscana (4mila nuovi impianti soprattutto di piccola taglia per una potenza di 68 Mw), Umbria (2mila nuovi impianti lo scorso anno per 26 Mw di capacità), recependo le linee guida nazionali emanate a settembre, limitano le installazioni a terra, favoriscono piccoli impianti nel terreni agricoli, vietano le installazioni in aree e per i beni immobili di notevole interesse culturali. Limitazioni immotivate, secondo le associazioni di produttori, che sottolineando la compatibilità tra terreni con destinazione agricola e impianti fotovoltaici a terra, ricordano che gli impianti solari hanno carattere temporaneo e a fine vita utile possono essere smantellati permettendo una semplice riconversione dell’area.

EOLICO ITALIANO

Un’iniezione di fiducia per rilanciare il settore. La chiedono le associazioni italiane dei produttori.

Il crollo del 25% delle installazioni nell’eolico conferma il ruolo che il sostegno pubblico tuttora svolge nel mercato delle rinnovabili, un’anomalia in un settore in crescita, trainato però dalle grandi installazioni in Cina e nel Mare del Nord . “È il primo anno di recessione in Italia per questa fonte rinnovabile e la causa è da ricercarsi nel crollo dei certificati verdi”, è la diagnosi dell'Anev, l'Associazione Nazionale Energia del Vento, che ritiene il dato "molto preoccupante perchè riflette un diffuso malessere tra gli operatori” e denuncia il rischio per il raggiungimento degli obiettivi comunitari al 2020. Uno studio congiunto Anev-Uil evidenzia inoltre la difficoltà di raggiungere l’obiettivo di 67mila addetti nel settore ipotizzati per quella data. “Le cause del rallentamento sono certamente ascrivibili alle alterne vicende che hanno caratterizzato lo sviluppo dell’eolico nel 2010: la crescente difficoltà nel finanziamento di nuovi progetti e la confusione normativa hanno senza dubbio giocato un ruolo fondamentale”, sostiene Aper, l’Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili. Le incertezze in materia di Certificati Verdi avrebbero provocato difficoltà nell’accesso al credito e il clima di sfiducia spingerebbe potenziali finanziatori verso situazioni più stabili. La situazione non è però disperata: la potenza cumulativa raggiunta di 5.797 MW al 31 dicembre 2010 potrebbe ancora consentire il raggiungimento degli obiettivi comunitari, a condizione, secondo Anev, di un tempestivo adeguamento della normativa. Aper da parte chiede al Governo e alle amministrazioni locali un’iniezione di fiducia, a partire dal recepimento della direttiva europea 28/2009/CE, essendo “l’Italia l’unico dei grandi Paesi a non apparire in grado di conseguire gli obiettivi assunti in sede Europea”. Di buon auspicio l’annuncio da parte di Relight Energie Rinnovabili di 12 progetti, per lo sviluppo di altrettanti parchi eolici in Basilicata, per una potenza complessiva di 300 MW, e dell’avvio dei primi 44 MW in esercizio dei 64 MW complessivi dell’impianto di Maida San Floro (Catanzaro) da parte di Enel Green Power.


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HERAMBIENTE - CAVIRO Con la partnership fra Herambiente (Gruppo Hera) e Caviro, l’impianto a biomasse del produttore vinicolo, in funzione da maggio 2010, oltre a produrre energia rinnovabile valorizzando le vinacce, impiegherà sfalci, potature ed altri componenti organiche conferite da Herambiente, che curerà il ritiro e lo smaltimento delle swcorie. I partner costruiranno una società di scopo, Enomondo srl, che gestirà l’impianto di combustione di biomasse nella zona industriale di Faenza, che produrrà energia “verde” per il fabbisogno di circa 29.000 famiglie.

RAVANO GREEN POWER Allacciata alla rete lo scorso dicembre, è attiva a Casalvolone (Novare) la prima centrale a biogas da 1 MW di Ravano Green Power, azienda genovese attiva nel mercato delle fonti rinnovabili. Grazie all’utilizzo di colture agricole dedicate e liquami zootecnici, sarà prodotta energia per coprire il fabbisogno energetico di circa 4mila famiglie. La biomassa arriverà direttamente dalle colture limitrofe garantendo anche il reimpiego dei residui organici e delle deiezioni provenienti dagli allevamenti. Previsti altri 10 impianti analoghi entro il 2014.

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TARGET 2020 • RINNOVABILI E AGROENERGIA

Rilanciare l’agricoltura, raggiungere gli obiettivi per rinnovabili e Co2 Agricoltura e ambiente sono potenzialmente alleati. Ma, ha avvertito Jeremy Rifkin, guru delle energie rinnovabili e di molto altro, in occasione del Forum Internazionale promosso da Barilla Center for Food Nutrition: “In agricoltura è necessaria una rivoluzione energetica: energie distribuite e pulite, solare, eolico e geotermico”. In Italia già oggi una quota significativa della produzione elettrica da fotovoltaico deriva da impianti presso le strutture agricole: 300mila imDall’energia verde dell’agricoltura 100mila nuovi occupati e 26 Mt di emissioni in meno entro il 2020 pianti, per la maggior parte sotto i 200 KW, per un totale complessivo di circa 500 MW, secondo dati GSE 2010. Secondo le previsioni Coldiretti, l’energia rinnovabile prodotta dall’agricoltura al 2020 potrebbe raggiungere 15,80 Mtep, con un risparmio di 26,37 Mt/annuo di missioni di CO2 e un incremento occupazionale di quasi 100mila persone. Gli obiettivi al 2020 dell’Italia in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili si possono raggiungere non solo con la crescita di impianti fotovoltaici ed eolici, ma an-

che con le agroenergie. Le enormi potenzialità per la produzione di energia da colture dedicate, scarti colturali e residui zootecnici sono ad esempio evidenziate in rapporto realizzato da Nomisma per conto di Confagricoltura: si potrà così generare il 20% dell’energia rinnovabile prevista nel 2020. Le imprese agricole possono a loro volta avvalersi di risorse rinnovabili e puntare sull’efficienza energetica nell’ambito della climatizzazione microclimatica nell’agricoltura protetta, sfruttando risorse rinnovabili locali (solare, geotermico e biomassa). L’impiego di sistemi innovativi potrà dare un’ulteriore contributo alla riduzione Co2, come alcuni esempi internazionali evidenziano. È il caso di

un sistema “naturale” per controllare i parassiti senza l’impiego dei pesticidi, sviluppato dalla britannica Exosec, impiegando il quale si risparmiano 40mila tonnellate di Co2 ogni 2 milioni di ettari di riso rispetto ai trattamenti chimici tradizionali. Mentre un significativo risparmio di acqua (il 70% del consumo mondiale va in irrigazione) e di energia può essere ottenuto con l’adozione di sistemi intelligenti che combinano sensori, sistemi di telemetria e software dedicato (proposto dalla statunitense AquaSpy). Come si vede problematiche così complesse richiedono una programmazione supportata da incentivi certi e stabili, con grande attenzione all’equilibrio fra le diverse attività e fonti di reddito.

Coldiretti mette ad esempio in guardia dalla realizzazione di maxi impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli che finiscono per danneggiare l’esercizio dell’attività agricola stessa, oltre che la qualità del territorio. “La diffusione della produzione di energia solare da parte delle imprese agricole rappresenta una sfida importante e di sicuro interesse, soprattutto se interpretata in chiave multifunzionale”, sostiene l’associazione dei coltivatori diretti, preoccupata che la diffusione incontrollata dei grandi impianti fotovoltaici a terra possa concorrere alla perdita generale di superficie agricola. Analoga preoccupazione anima Confagricoltura che, in materia di agroenergie, ha indicato priorità che permettano alle imprese agricole di poter diversificare il proprio business rispetto a settori classici delle coltivazioni e dell’attività legata agli allevamenti. Con un quadro normativo stabile le aziende agricole potrebbero più facilmente seguire la via della diversificazione economica e contribuire al raggiungimento degli obiettivi 2020.

AMBIENTE • BIOCOMPENSAZIONE A PARMA

Un bosco di oltre 150 alberi e arbusti per cancellare “l’impronta” di Sinfo One A ridosso della tangenziale di Parma è nato un piccolo bosco di aceri, frassini, bagolari e altre specie autoctone, oltre a nove diverse varietà di arbusti: tutte specie classificate ad alto assorbimento di CO2 dal CNR-IBIMET di Bologna. L’obiettivo è di riqualificare un’area di 7mila mq andando a creare una macchia di verde apparentemente spontanea. Le attività di piantumazione e successiva manutenzione dell’area sono state affidate da Sinfo One, azienda (azienda italiana di sviluppo software per la gestione d’impresa, consulenza e system integration) alla cooperativa sociale Cigno Verde, realtà promossa da Lega Ambiente. Il progetto è stato accolto favorevolmente dall’amministrazione comunale, che da qualche anno ha avviato un programma di biocompensazioni per il miglioramento della qualità ambientale. “La sponsorizzazione ambientale è una soluzione efficace per coinvolgere i cittadini e le aziende nella gestione del verde, patrimonio di tutti – ha precisato Pietro Vignali, Sindaco di Parma, all’inaugurazione – e consente all’amministrazione comunale di risparmiare fondi da destinare ad altre iniziative”. Il Progetto Verde Sinfo One prevede, oltre a quest’attività di biocompensazione

Il Sindaco di Parma Pietro Vignali e il Presidente di Sinfo One, Rosolino Pomi (rispettivamente a sinistra e a destra nella foto) all’inaugurazione del nuovo bosco creato per compensare l’impronta ecologica prodotta dalle attività industriali ambientale, anche un’azione di sensibilizzazione del personale e, soprattutto, l’utilizzo di tutti i metodi più innovativi che la tecnologia offre per ridurre l’impatto dell’attività sull’ambiente. “Sono molto soddisfatto del progetto – ha sottolineato nella stessa occasione Rosolino Pomi, Presidente e fondatore di Sinfo One – e sarò particolarmente esigente nel garantire la cura di questo bosco; d’altronde provengo da una famiglia di agricoltori e sono stato educato al rispetto del verde”.

Il progetto, sviluppato in collaborazione con Sodales onlus, che dal 2005 di promuove e divulga le tematiche relative all'ecologia e del recupero energetico, è partito con l’analisi dell’impronta ecologica, ovvero dell’impatto ambientale attraverso il calcolo dell’emissione di CO2 equivalente, passaggio fondamentale per dare credibilità ad un progetto di riduzione dell’impatto ambientale. Parma è la prima città in Emilia Romagna ad aver introdotto le biocompensazioni nella lotta contro gl’inquinanti del-

l’aria, nell’ambito dell’accordo di programma per la tutela della qualità dell’aria. Il Comune ha avviato nel 2008 una collaborazione con l’IBIMET di Bologna, Istituto del CNR, da tempo impegnato in ricerche volte a studiare i benefici delle piante nella mitigazione del microclima urbano e in particolare sulla capacità di assorbimento di CO2 atmosferica, di emissione di composti organici volatili. Si è così creato un database di piante idonee per le varie condizioni microclimatiche urbane.



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GREEN WEB

Quanto inquini e come puoi ridurre l’impatto? Te lo dice Zero Impact Web Internet consente di risparmiare tempo ed energia e di ridurre le emissioni di CO2 grazie ai minori spostamenti per attività personali e per lavoro. Basta pensare agli spostamenti risparmiati grazie alla teleconferenza, le email e gli sms, ai social network, all’e-shopping. Tuttavia la comunicazione elettronica produce grandi quantità di dati e necessita di elevate potenze di calcolo che, concentrate in grandi data center assorbono energia (spesso proveniente da fonti fossili) per far funzionare gli elaboratori, il condizionamento e i sistemi di sicurezza. Si stima che l’Information Technology nel suo complesso sia re-

sponsabile del 2% delle emissioni di CO2 europee, con circa 7 milioni di centri elaborazione dati e 40 miliardi di Kwh consumati all’anno, energia sufficiente per far fronte al fabbisogno di oltre 13 milioni di famiglie. Un data center che opera a 4 MegaWatt (quello del più grande motore di ricerca è da 10) arriva a consumare fino a 57 barili di petrolio al giorno. Nasce da queste considerazioni il progetto Zero Impact Web, promosso da LifeGate, che ha l’obiettivo di fornire strumenti a web master e navigatori on line per ridurre l’impatto ambientale delle loro attività e compensare le emissioni con la creazione e la tutela di foreste. Ognuno può fare qualcosa per il pianeta, è l’idea di Zero Impact Web: non solo calcolando le emissioni prodotte e compensandole, ma anche diventando elemento di sensibilizzazione per promuovere tra le persone e le aziende una maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente e del riscaldamento globale. Per aderire basta selezionare il pacchetto che corrisponde alle dimensioni del proprio sito Web o del blog (in termini di pagine scaricate) e compilare tutti i campi della registrazione e del pagamento tramite carta di credito: si va da qualche decina i euro a qualche migliaio l’anno. . Si acquisirà così darà diritto alla creazione di un account per avere accesso al certificato che attesta la compensazione, la mappa che indica il luogo di creazione/tutela della foresta in crescita, i consigli per la riduzione dell’impatto cibernetico, il logo Zero Impact Web per certificare l’adesione.

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ICT

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e-mobility: presentato il centro operativo che la controlla Siemens, Enel e smart alleate per la mobilità elettrica Nel discorso di gennaio all’Unione, Barak Obama ha definito come obiettivo un milione di auto elettriche per il 2015, un importante contributo anche per il miglioramento della qualità della vita nelle città. E’ questo un settore l’ Italia potrebbe essere all’avanguardia. Lo testimonia il progetto e-mobility Italy di Enel e smart, uno dei più significati via livello mondiale che renderà possibile la diffusione e l’utilizzo efficiente di veicoli elettrici, con tecnologie di ricarica all'avanguardia, grazie allo sviluppo di infrastrutture su misura, in fase di sperimentazione con 100 veicoli forniti da Daimler a Roma, a Pisa (sede del Centro Ricerche Enel) e a Milano. Siemens Italia, partner tecnologico di Enel per la realizzazione del sistema di connessione alla rete delle smart elettriche, nell’ambito dell’emobility day, ha presentato la soluzione Operation Center, che gestisce l’infrastruttura di connessione alla rete delle smart elettriche, i contratti, i servizi, compresi quelli dedicati agli utenti, e il controllo della rete. “A mio avviso in fatto di mobilità elettrica in Italia abbiamo un vantaggio importante che deriva dalla forte spinta sull’innovazione delle utilities e di aziende come la nostra che stanno investendo risorse preziose. La giornata di oggi è la prova che la collaborazione tra industria e utilities è ormai realtà”, ha commentato Federico

HACKER CONTRO CARBON REGISTRY

Golla, AD di Siemens Italia a margine dell’evento. Alla fase sperimentale, nei primi mesi del 2010, in cui un team congiunto di ricercatori Siemens e specialisti Enel ha messo a punto il software, è seguito il rilascio ufficiale della prima release dell’Operation Center. Nei prossimi due anni Siemens supporterà ulteriormente lo sviluppo del sistema oltre a occuparsi di tutti gli aspetti relativi alla manutenzione. L’operation Center si compone di tre

moduli funzionali: power grid control, che si interfaccia con il sistema di controllo della rete di distribuzione cui invia le informazioni sui punti ricarica (colonnine); il modulo che garantisce un collegamento con i punti di ricarica distribuiti che possono essere localizzati sulle mappe digitali e consultabili via web; modulo di gestione dei contratti, che salva e utilizza tutte le informazioni relative ai contratti attivi di ricarica, generando tessere RFID necessarie per autenticarsi alle colonnine.

AMBIENTE • FIBRA OTTICA

Una conferenza per rilanciare un futuro luminoso… anche per l’ambiente

Il blocco per diversi giorni, a gennaio, del sistema austriaco di scambio dei certificati per le emissioni di CO2, a causa di un attacco coordinato da parte di hacker, è solo l’ultima notizia allarmante. Il registro, come i suoi omologhi europei, amministra lo scambio delle quote di emissioni carbonio nell'ambito dell'Unione europea Emissions Trading Scheme. La sospensione ha ovviamente causato gravi danni agli operatori. L'incidente è stato preceduto negli ultimi tempi da altri attacchi. Nel mese di novembre Holcimin, società rumena che produce cemento armato, ha ad esempio riferito di un trasferimento elettronico abusivo di 1,6 milioni dei suoi certificati EUA in conti situati in Liechtenstein, Italia e Regno Unito. Mentre nel febbraio 2010, grazie ad un messaggio di phishing, sono stati sottratti euro da sei aziende tedesche permessi di emissione del valore di circa 3 milioni. Una email fraudolenta, ha infatti indotto le aziende a connettersi ad un sito web falso, che simulava un sito di trading, e a inserire le informazioni riservate di sicurezza. Il registro tedesco, insieme a 12 dei suoi partner europei, ha chiuso in quell’occasione per un giorno, nonostante siano rimasto invece aperti i principali sistemi di scambio dell'Unione Europea.

Nonostante per diversi anni l’Italia abbia manifestato una crescita lenta, il nostro paese resta uno dei più grandi mercati nel campo della fibra ottica in Europa. A fine dicembre 2010, sono oltre 2,5 milioni le abitazioni cablate e 348 mila gli abbonati che utilizzano la fibra ottica. Questi sono i dati preliminari rivelati oggi da FTTH (Fiber to the Home) Council Europe ha comunicato annunciando la prossima conferenza internazionale che si terrà il 9 e 10 febbraio 2011 presso il Centro Congressi della Fiera di Milano, città natale della fibra ottica in Italia, e avrà come tema la "Creazione di un futuro più luminoso". Si tratta del più grande evento dedicato alla fibra ottica nel mondo metterà in evidenza i molteplici modi in cui la fibra ottica può creare vantaggi sociali, economici e ambientali. I dati, raccolti per FTTH Council Europe su base semestrale dalla società di ricerche IDATE, mostra che il numero di abbonati in fibra ottica in Italia è circa il 13,7% del totale del numero delle abitazioni

HARTWIG TAUBER

cablate La situazione è destinata a migliorare notevolmente se il progetto "Fibra per l'Italia" sarà portato avanti. Il progetto, lanciato congiuntamente da Fastweb, Vodafone e Wind, punta diffondere la fibra ottica raggiungendo 20 milioni di persone nelle 15 più grandi città d’Italia entro il 2015. L’iniziativa è partita come progetto pilota a luglio 2010, nel quartiere residenziale di Collina Fleming a Roma e ha coinvolto 7000 abitazioni.

Telecom Italia ha inoltre annunciato che collegherà 138 città con la fibra ottica entro la fine del 2018 e, con altri sei operatori, ha recentemente siglato un protocollo d'intesa con l'intenzione di creare un’infrastruttura nazionale in fibra per l’accesso aperto nelle aree che nessun operatore ha ancora cablato. "Siamo lieti che gli operatori italiani abbiano deciso di collaborare tra loro per creare reti in fibra ottica in un quadro di reciproco vantaggio, soprattutto in questo anno in cui sarà proprio l’Italia ad ospitare il nostro evento più importante", ha dichiarato Hartwig Tauber, direttore generale di FTTH Council Europe. "Questo è un esempio ispiratore di come gli operatori possano lavorare insieme per rendere la fibra ottica una vera e propria realtà, pur mantenendo un mercato competitivo in termini di servizi. Ci auguriamo che un ampio pubblico prenderà parte a FTTH Conference 2011 per conoscere i più recenti sviluppi nel settore".


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Pubblica Amministrazione

GPP • BUONE PRATICHE

Dalle Alpi a Selinunte dal Tevere al Coghinas Nel nostro Paese il principale acquirente di beni e servizi è il complesso mondo dei pubblici poteri. Pensiamo per un attimo se le decisioni di acquisto di questi soggetti integrassero considerazioni di carattere ambientale e si orientassero verso "quei prodotti e servizi che hanno un minore, oppure un ridotto, effetto sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo. Gli acquisti pubblici, infatti, rappresentano in Italia circa il 17% del Prodotto Interno Lordo e nei Paesi dell’Unione Europea circa il 14%. Il ricorso allo strumento GPP viene incoraggiato da alcuni anni dall'Unione Europea che ne parla diffusamente sia nel "Libro Verde sulla politica integrata dei prodotti" del 1996, sia nel Sesto Programma d'Azione in campo ambientale e sviluppato nella Politica Integrata di Prodotto (IPP - Integrated Product Policy). È però la direttiva 2004/18/CE del

31 marzo 2004, relativa al “coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di forniture, di servizi e di lavori” che, a livello normativo, riconosce la possibilità di inserire la variabile ambientale come criterio di valorizzazione dell’offerta. In Italia il Green Public Procurement non è obbligatorio, però esistono alcune norme che ne solleciGli acquisti pubblici in Italia rappresentano circa il 17% del Prodotto Interno Lordo (PIL) tano l’introduzione stabilendo dei requisiti specifici o degli obiettivi per l’acquisto e/o utilizzo di determinati prodotti o servizi. In particolare il Codice degli Appalti (D.lgs 12/05/2006, n. 163), la “regola madre” per le procedure di acquisto nelle PA che, pur non

PA IN PILLOLE

COMUNI • ATTI SUL WEB

L’albo pretorio passa on-line addio alla carta Basta con le carta e con le bacheche, dal 1 gennaio di quest’anno tutte le notizie e gli atti amministrativi che necessitano di pubblicità legale (bandi di concorso, permessi di costruzione, delibere del Consiglio e della Giunta comunale) si troveranno solo ed esclusivamente sulle rispettive home page istituzionali. Nei giorni scorsi il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, in collaborazione con il Cnr, ha effettuato un'indagine approfondita sullo stato di applicazione della legge che riguarda gli albi pretori online, nei siti Internet delle pubbliche amministrazioni.

Dall'indagine, è risultato che finora 5.133 Comuni (pari al 66,80 % del totale) hanno predisposto una sezione online dell'Albo pretorio, così suddivisi su base regionale: 51 Comuni in Basilicata (40,5 %), 50 in Molise (41 %), 123 in Abruzzo (47,3 %), 174 nel Lazio (52,7 %), 119 in Friuli Venezia Giulia (56,4 %), 167 in Trentino Alto Adige (56,6 %), 140 nelle Marche (58,6 %), 338 nel Veneto (59,1 %), 152 in Puglia (60,8 %), 239 in Sicilia (61,9 %), 243 in Sardegna (64,5 %), 47 in Valle d'Aosta (65,3 %), 136 in Liguria (65,7 %), 1.030 in Lombardia (68,8 %), 243 in Emilia-Romagna (70 %), 382 in Campania (71,4 %), 291

rendendo obbligatoria la pratica degli acquisti verdi, lascia la possibilità a tutte le amministrazioni ed agli Enti Locali di effettuare scelte preferibili dal punto di vista ambientale e sociale. Tale contesto ha favorito il dinamismo di alcuni Regioni ed Enti Locali che si sono distinti per aver attivato modelli e procedure virtuose. La Regione Lombardia, per esempio, che ha attivato una rete regionale per lo scambio di informazioni e buone pratiche sugli acquisti verdi, al fine di rafforzare la diffusione del GPP. Alla rete regionale possono aderire, liberamente e gratuitamente, le pubbliche amministrazioni, le scuole, gli enti pubblici in generale, ma anche i soggetti privati, le imprese e le associazioni di categoria, la cui presenza nella Rete è utile per rafforzare il rapporto virtuoso tra domanda e offerta per la diffusione

di beni, servizi, lavori a basso impatto ambientale. Nell’ambito della Regione Lombardia alcuni Enti Locali si sono distinti per aver attivato esperienze particolarmente significative. Ad esempio la Provincia di Bergamo che ha finanziato i Comuni del territorio provinciale per iniziative di riduzione rifiuti e implementazione GPP; si è aggiudicata il premio "Compraverde Lombardia”; ha sottoscritto la Carta degli impegni per la promozione del Green Public Procurement; ha aderito all'iniziativa "Provincia amica delle foreste”, promossa da FSC Italia e Greenpeace. Ma la buona pratica della Regione Lombardia non si è limitata alle realtà locali: lo scorso anno l’esperienza del GPP lombardo è stata trasferita ad altre cinque realtà regionali (Liguria, Sardegna, Lazio, Campania e Sicilia) che erano in ritardo e ora stanno implementando anche loro un percorso di affermazione del GPP in accordo con gli Enti Locali del territorio. Così gli acquisti verdi si diffondono lungo lo stivale: in Sicilia alla rete GPP Infonet già aderiscono 5 Province, 40 Comuni e altri 40 enti.

Certificati on-line: medici in rivolta Il sindacato dei medici è in procinto di proclamare lo stato d'agitazione generale per protestare contro la posizione del ministro Brunetta sulla sospensione delle sanzioni relative ai certificati medici online. Brunetta risponde che «le sanzioni scatteranno solo se un medico si rifiuta di fare i certificati»

in Calabria (74,6 %), 68 in Umbria (78,2 %), 882 in Piemonte (80,6 %) e 258 (90,2 per cento) in Toscana. Le città metropolitane sono promosse al 100%.

Consiglio Regione Lombardia hi-tech La prima seduta del 2011 della giunta regionale è destinata a rimanere agli annali; è stata la prima riunione in chiave totalmente hi-tech. Basta delibere cartacee, pacchi e pacconi di scartoffie ingombranti, tutto si tramuta in comodi file leggibili attraverso un comodo sistema di video multi touch screen. La nuova tecnologia hi-tech è a disposizione di ogni componente della giunta lombarda e otterrà il risultato di fa risparmiare un sacco di carta nonché a rendere molto più veloci le consultazioni di documenti. Premio Innovascuola 2011 Torna anche nel 2011 il Premio "Innova-

scuola", iniziativa che promuove e valorizza la didattica digitale nelle scuole italiane, incentivando la produzione di materiali multimediali realizzati da studenti e docenti e distribuiti con licenza Creative Commons. Nella passata edizione, il successo dell'iniziativa aveva portato a ben 823 candidature, di cui 282 della scuola primaria, 267 della scuola secondaria di primo grado e 274 della scuola secondaria di secondo grado. Da Pisanu a Maroni, il wi-fi diventa libero Dal primo gennaio è possibile in tutta Italia sedersi al tavolino di un bar e connettersi allarete con il proprio portatile senza dover espletare alcuna procedura burocratica. A stabilirlo è il mancato rinnovo dei termini del famigerato Decreto Pisanu, inserito nel decreto mille proroghe dal ministro dell’Interno Roberto Maroni.


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Ricerca e innovazione

Molti intravedono nel mobile il vero futuro dei servizi a valore aggiunto. Proprio in questo contesto, il CATTID, centro di ricerca della Sapienza, diretto dal prof. Ugo Biader Ceipidor e coordinato dal prof. Carlo Maria Medaglia, ha avviato ormai da qualche anno, una serie di sperimentazioni in grado di prevedere quelli che saranno gli scenari ed i futuri sviluppi del settore mobile.

cole quantità di dati (per consentire, ad esempio, l’identificazione dell’utente presso un sistema di pagamento) in maniera sicura, grazie alla presenza di un chip dedicato, detto Secure Element, che custodisce i dati personali dell’utente come codici PIN, numero di carta di credito, importo residuo nel borsellino elettronico, etc.. Il Secure Element può risiedere all’interno della SIM card o essere integrato nell’hardware del telefono. Una volta che i servizi basati su tecnologia NFC saranno diffusi a livello di massa non sarà più necessario portare con sé le tessere che oggi custodiamo nei nostri portafogli, come il bancomat, l’abbonamento ai mezzi di trasporto e la carta fedeltà del supermercato, perché le loro funzioni saranno tutte svolte da un unico dispositivo, sempre a portata di mano, come è oggi il telefono cellulare.

Nuove tecnologie e ricerca scientifica per le Smart Cities del futuro

IL CRISTALLO PERFETTO

Il problema fino ad ora risiedeva nella scarsa diffusione sul mercato di telefonini provvisti di questa tecnologia. Il 2011 dovrebbe tuttavia rappresentare un anno di svolta: molti dei principali produttori di terminali (Nokia, Samsung, Apple, RIM, etc.) hanno infatti annunciato di voler integrare la tecnologia NFC in tutti gli smartphone che immetteranno sul mercato. Inoltre, nell’ottica di una più rapida diffusione di dispositivi NFC, alcune aziende hanno proposto dei plug-in che permettono ai telefoni cellulari attualmente in commercio di acquisire funzionalità di tipo contactless. In particolare possiamo distinguere tra Sticker NFC, SD Card NFC, Smart Object e altre tipologie di Plug-in. Quelli maggiormente utilizzati sono gli sticker NFC che vengono applicati sul retro del cellulare ed aggiungono funzionalità contactless al device. I presupposti per una rapida diffusione dei sistemi di pagamento sembrano dunque essere già radicati nel nostro paese. Tali presupposti devono tuttavia essere supportati da una serie di cambiamenti importanti quali l’adeguamento della normativa vigente e la proattività degli operatori mobili, che fino ad oggi non hanno favorito la diffusione dei Mobile Proximity Payments. A supporto della positività che si respira dal mercato mobile, anche le società di ricerca sostengono questo scenario di sviluppo, stimando per il 2013 circa 700 milioni di telefoni NFC, pari al 25% dei telefoni che verranno immessi sul mercato in quello stesso anno.

Un team di ricercatori della Sapienza, dell’università dell'Aquila e di Gerusalemme ha messo a punto un cristallo in cui la luce si propaga senza diffrangere. Il cristallo è ottenuto dalla mescolanza tra componenti chimici diversi quali il potassio,il litio,il tantalio, il niobio e l’impurità di rame e differentemente dagli altri materiali per i quali la luce si propaga subendo una deviazione, in questo tipo di materiale, un fascio laser procede senza deformarsi. Questo effetto, indipendente da dimensioni ed intensità del raggio luminoso apre le porte a nuovi tipi di microscopi e lenti in grado di trasferire immagini ad altissima risoluzione.

MEDICINA • LA MOLECOLA miR-31

ICT • COMPUTER VISION

Ricerca contro la distrofia

Un’area di ricerca poco esplorata

Si chiama miR-31, il microRNA identificato dai ricercatori del dipartimento di Biologia e Biotecnologie della Sapienza, per combattere la distrofia muscolare di Duchenne, una grave patologia genetica che provoca una progressiva morte delle fibre muscolari. Questa rara malattia è causata da una mutazione nel cromosoma X che determina la mancata produzione di una proteina, la Distrofina. Lo studio, pubblicato il 7 gennaio 2011 su EMBO Reports, è stato condotto su cellule muscolari murine e umane con il sostegno di Parent

La computer vision è un’area di ricerca che ha destato nell’ultimo anno un notevole interesse, sia per coloro che si occupano di ricerca di base, tanto quanto per coloro che operano in ambito industriale. Le applicazioni che sino ad oggi hanno suscitato curiosità ed attrattiva da parte di esperti e profani del settore, sono soprattutto quelle legate all’imaging diagnostico in ambito medico-sanitario e il trattamento delle immagini satellitari. C’è tuttavia un’area ancora poco esplorata legata all’applica-

Project Onlus e Telethon. Il team della Sapienza, coordinato dalla professoressa Irene Bozzoni , ha rilevato comparando le biopsie di soggetti sani e soggetti affetti da distrofia muscolare di Duchenne, livelli di miR-31 superiori nei soggetti sani. Gli studi hanno evidenziato che questa molecola controlla la sintesi della Distrofina e può dunque rappresentare, un metodo efficace e di supporto al miglioramento dell’exon skipping, un approccio terapeutico in grado di ripristinare parzialmente la sintesi della Distrofina.

A CURA DEL CATTID

CITTÀ

Scenari emergenti e servizi del futuro in ambito mobile Il cellulare, che solo dieci anni fa era considerato un bene di lusso, sta oggi rivoluzionando il modo di operare e di comunicare, raggiungendo tassi di penetrazione altissimi. Il caro vecchio SMS, protagonista indiscusso della storia del mobile, vede oggi affiancarsi tutta una serie di nuovi servizi a valore aggiunto sempre più attenti e vicini alle esigenze degli utenti di telefonia mobile. I servizi di Mobile Payment, già ampiamente utilizzati a livello internazionale, stanno entrando a far parte dei comportamenti di uso comune, registrando ampi consensi dal mondo degli utilizzatori. Al momento ad essere abbastanza diffusi sono i servizi di Mobile Payment in remoto. All’interno di questa categoria rientrano tutti quei servizi che consentono di effettuare un pagamento a distanza tramite rete cellulare o WiFi e che prevedono una richiesta di acquisto tramite SMS o via web. La vera novità del mercato è tuttavia rappresentata da quelli che vengono definiti “Mobile Proximity Payments”, servizi che consento di effettuare il pagamento in prossimità, cioè in situazioni di vicinanza fisica tra acquirente e prodotto/servizio oggetto dell’acquisto. La tecnologia su cui si basano le applicazioni di mobile payment di prossimità è indicata con l’acronimo di NFC (Near Field Communication). Si tratta di una tecnologia di comunicazione wireless a corto raggio che permette a due dispositivi posti a distanza ravvicinata di scambiarsi pic-

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zione delle tecniche di computer vision nei sistemi di safety & security applicati alla protezione degli asset. Un'altra tendenza in forte crescita è quella relativa all’applicazione dell’analisi tridimensionale delle immagini. Le attività di ricerca sul riconoscimento degli oggetti, l'identificazione delle persone e di azioni potenzialmente pericolose, stanno dunque sfruttando le possibilità offerte dalle nuove tecnologie affrontando con coraggio anche le sfide poste dalla ricostruzione 3D.

Il dibattito connesso al futuro dello sviluppo urbano è negli ultimi anni un tema di grande interesse che sempre più viene associato e anche influenzato dalle riflessioni sul tema delle città intelligenti (Smart Cities). Tuttavia non esiste una short list delle caratteristiche e degli aspetti che una città intelligente dovrebbe possedere per essere così classificata. La mancanza di una definizione riconosciuta a livello internazionale dell’etichetta “Smart Cities”, non ha inoltre agevolato questo processo di chiarificazione del concetto. Nel forum mondiale del ’97 sulle Smart Cities è emerso un dato previsionale importante: nel decennio successivo, quasi cinquantamila città in tutto il mondo avrebbero avviato iniziative “intelligenti”. Nel tentativo di operare una riflessione sul concetto, appare evidente che una porzione del problema si riferisce proprio alla varietà di significati e di utilizzi che si fanno del termine intelligente. Smart cities cioè infrastrutture digitali, e-gov, apprendimento sociale, efficienza energetica… Per esempio l'aggettivo “smart” indica, da un lato, alcuni tipi di innovazioni tecnologiche positive basate sull’urbanistica ed alcuni cambiamenti fondati sulla tecnologia dell’informazione e della comunicazione, analoghi a quelli di una città cablata, digitale, di telecomunicazioni, informativa o intelligente; dall’altro lato il termine è stato utilizzato, non senza problemi, in relazione all’e-governance, alle community e all’apprendimento sociale, nonché per affrontare questioni legate alla crescita urbana e sociale e tematiche connesse alla sostenibilità ambientale. La definizione che forse si avvicina di più al concetto di città intelligente è quella delineata da N. Komninos la quale si articola in alcuni possibili significati. Il primo riguarda l’impiego di una vasta gamma di applicazioni elettroniche e digitali per le comunità e le città, il secondo è legato all’uso delle tecnologie dell’informazione per trasformare la vita ed il lavoro delle persone in modi significativamente fondamentali ed il terzo significato di città intelligente risiede nel modo con cui l’informazione integrata e le tecnologie della comunicazione, uniscano insieme le tecnologie dell’informazione e le persone per favorire l’innovazione, l’apprendimento, la conoscenza. Fantascienza? Anche se siamo ancora lontani dall’affermazione dei principi rinvenuti nella definizione di Komninos, molti dei parametri identificati sono presenti in più di una delle città italiane ed europee. Anche la Comunità Europea sta attuando in tal senso strategie di intervento volte a migliorare l’efficienza energetica, il monitoraggio ambientale, realizzando linee guida per modelli di città sostenibili.


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Management

MONSTER.IT • NICOLA ROSSI

INTERVISTA

Cercare lavoro, che fatica! Serve molta determinazione

Il peggior nemico del successo professionale è la paura del cambiamento

Il mercato del lavoro è il luogo in cui chi cerca lavoro (le aziende, gli imprenditori, gli enti pubblici) si incontra con chi offre il proprio, cioè i lavoratori. Questa definizione, molto semplice, cela una realtà complessa e a volte confusa, tanto è che spesso chi cerca personale e chi cerca occupazione fanno fatica ad incontrarsi. Fino agli anni ‘80 era il lavoro che ci cercava: già dopo la scuola superiore era possibile ottenere occupazioni semplici come l’impiegato, la maestra, il ragioniere, l’operaio. Oggi le professioni sono diverse migliaia e orientarsi è sempre più difficile, come in un negozio senza commessi. A dire il vero, per rimanere nella metafora, il ruolo delle commesse sarebbe appannaggio dei Centri Provinciali per l’Impiego ma i servizi erogati da tali strutture non sempre brillano per efficacia ed efficienza. In Italia poi una quota importante delle richieste di lavoro proviene dalle PMI, la maggior parte delle quali non prevede investimenti nella selezione del personale, dunque queste opportunità di lavoro non vengono pubblicate sui giornali e la ricerca passa attraverso canali informali. E allora ci si rivolge allo zio, al politico, al parroco, al professore…Ma non è sempre così. Negli ultimi anni hanno avuto un forte sviluppo i sistemi di recruiting online: molti siti specializzati consentono di inserire i cv all’interno di motori di ricerca che facilitano il matching tra domanda e offerta di lavoro. Tra di essi emerge Monster.it, leader nella ricerca e offerta di lavoro on line, che rappresenta un punto di incontro efficace tra candidati e responsabili delle risorse umane, con prodotti e servizi che offrono una vasta gamma di opportunità e soluzioni personalizzabili. Monster.it da un lato aiuta i candidati a cercare il primo lavoro, una nuova occasione professionale o a realizzare al meglio le proprie aspirazioni e dall’altro supporta le Aziende a trovare in modo rapido ed efficace i migliori talenti disponibili. Monster.it fa parte di Monster Worldwide, una delle più grandi società al mondo di consulenza per la ricerca, selezione e valorizzazione delle risorse umane presente in oltre 60 Paesi. La filiale italiana di Monster è diretta da Nicola Rossi, un 47enne di origine senese

Il mercato del lavoro è il luogo in cui chi cerca lavoro (le aziende, gli imprenditori, gli enti pubblici) si incontra con chi offre il proprio, cioè i lavoratori. Questa definizione, molto semplice, cela una realtà complessa e a volte confusa NICOLA ROSSI

della nobile contrada del Nicchio, una contrada che ha festeggiato l’ultima vittoria nel Palio il 16 agosto del 1998 quando Dario Colagè, detto il bufera, sul cavallo Re Artù ha tagliato per primo il traguardo alla fine del terzo giro. Da allora per il Nicchio più amarezze che soddisfazioni; al contrario, il contradaiolo Nicola Rossi, in questi anni ha inanellato una serie di successi professionali molto importanti, quasi che quella vittoria fosse un segno premonitore per sé. Dal suo ingresso in Monster.it, il manager senese ha ottenuto risultati brillanti prima come direttore marketing e poi dal 2008 come country manager. Oggi è a capo di un’azienda che ha dei numeri che fanno paura: 5.000 aziende clienti; 30.000 offerte di lavoro presenti sul sito ogni mese, aggiornate quotidianamente; 2.700.000 CV qualificati presenti nel solo database italiano e oltre 3.600.000 candidature veicolate nel 2010; 1.300.000 visitatori unici; 2.600.000 visite; 24 milioni di pagine viste ogni mese; numerose partnership con le più importanti realtà Internet e offline; decine di eventi con candidati e aziende su tutto il territorio nazionale. Complimenti a Monster e a Nicola Rossi. E speriamo che al prossimo Palio il Nicchio vinca di nuovo.

CARTA D’IDENTITÀ Nome: Nicola Rossi Età: 47 Nascita: Siena Residenza: Milano Web: www.monster.it Qualcosa di lui: laureato in Economia e Commercio e Master in marketing management presso l'Università di Parma; diverse esperienze professionali nella realizzazione di strategie di comunicazione e marketing per principali companies e brand a livello internazionale; giornalista professionista, ha collaborato con importanti testate nazionali ed internazionali; prima direttore marketing, dal 2008 country manager di Monster Italia. Interessi: Palio di Siena, calcio giocato a livello amatoriale

Vivere il cambiamento. Quanto è stato importante nella sua vita professionale? Il peggior nemico del successo è la paura del cambiamento. Cambiare vuol dire introdurre innovazione, guardare le cose da altre prospettive. E vale sia quando le cose vanno bene, per non sedersi sulla vittoria acquisita, sia dopo una sconfitta in battaglia, la miglior medicina per il successo in guerra. Cosa ne pensa degli under 35? Come Monster ogni giorno incontriamo, selezioniamo, centinaia di under 35 e non sono affatto bamboccioni. Molti si danno da fare, altri sono scoraggiati. Noi cerchiamo di aiutarli con servizi mirati di orientamento, formazione, accompagnamento nella carriera. Un suggerimento: umiltà e professionalità. Il Monster Employment Index: come funziona e cosa indica? Il Monster Employment Index rappresenta l'analisi mensile del recruiting online, basata su milioni di offerte di lavoro pubblicate in Europa dai maggiori portali di ricerca del personale. L’indice consente di avere un quadro di quale sia il trend del mercato del lavoro: quali regioni cercano più personale, quali meno, che settore tira, quale categoria professionale è più ambita dalle aziende e così via. Nuove professioni. La figura più originale di questi anni? E la più richiesta nel 2010? In un anno particolarmente freddo abbiamo cercato, per il comune di Milano, degli spalaneve: tantissimi candidati e cliente contento. Poi ci fu anche la ricerca di un cacciatore di tacchini. È vero che esiste una vera e propria filiera di green jobs? Sì. Monster da poco ha creato una divisione specializzata nella ricerca di profili green, un settore che tira molto e chiede tecnici specializzati, ingegneri o progettisti. Per le start up cerchiamo anche figure come segretarie, addetti all'amministrazione, al personale ecc. Che consigli vuole dare a chi oggi è alla ricerca del lavoro? Analizzare il proprio territorio, individuare aziende in crescita, compilare un cv dettagliato ma non prolisso, presentarsi ai colloqui sempre preparati e mostrare motivazione. E non scoraggiarsi.


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GEOTERMIA

L’energia della terra

S

otto i nostri piedi si trova uno dei maggiori giacimenti di energia poco conosciuto e non sempre sfruttato a dovere: il calore della terra. La geotermia è una fonte energetica il cui sfruttamento ha tradizioni consolidate anche se ancora limitata in quantità. Può dunque essere considerata affidabile conveniente e capace di assicurare, a differenza di altre rinnovabili, una produzione continua con un impatto minimo sull’ambiente e sul clima. Nonostante queste preziose caratteristiche ha finora avuto attenzione inadeguata sia nelle strategie 2020 della Comunità Europea sia nelle iniziative della maggior parte degli stati membri. Tuttavia verrà proprio dalla geotermia, il più importante contributo alla realizzazioni di un mix ottimale di fonti rinnovabili, almeno secondo quanto emerso dalla recente conferenza internazionale EGEC, Europea Geothermal Energy Council, tenutasi a Parigi a dicembre. “Le cose devono cambiare se l’Europa deve raggiungere l’obiettivo di ‘decarbonizzare’ l’energia, che non sarà raggiungibile senza un contributo sotanziale della geotermia”, ha detto in occasione della conferenza il presidente di EGEC Burkhard Sanner. Con una quota del 37%, l’Europa guida il mercato della geotermia (includendo sia la generazione elettrica sia l’impiego diretto), ed è seguita da America e Asia con il 32% e il 27%, in un settore che cresce globalmente per arrivare dal 61,200 MW del 2010 ai 120,300 MW in 2015 con una crescita anno su anno del 14%, secondo un recentissimo report MarketsAndMarkets (M&M). Allo stato attuale la forma più conosciuta di sfruttamento dell’energia geotermica è l’impiego del vapore formatosi in sacche sotterranee, a profondità rela-

La geotermia è indispensabile per ottenere un mix di energie rinnovabili capace di raggiungere gli obiettivi del 2020. L’Italia, dove la geotermia è nata, per sfruttare le grandi opportunità di un mercato che gli analisti vedono in crescita, per poter restare fra i leader deve puntare anche alle nuove tecnologie come i sistemi EGS e le pompe di calore tivamente modeste, dove l’acqua è penetrata e restata imprigionata in prossimità di masse magmatiche. In alcuni casi il fluido risale, attraverso fratture e da luogo a fenomeni come geyser, le fumarole o le sorgenti calde. Il caso più noto in Italia è quello di Larderello in Toscana dove per la prima volta al mondo, all’inizio del ‘900, i vapori provenienti dal sottosuolo furono utilizzati in alternativa alle macchine a vapore risparmiando il costo del carbone necessario per alimentare le caldaie. Oggi nella zona il vapore imbrigliato e trasportato nelle centrali elettriche produce il 25% dell'energia elettrica necessaria in Toscana. L’Italia, con 5,4 TWh, è il terzo pro-

duttore di elettricità di origine geotermica, secondo i dati del rapporto GSE (Gestore dei Servizi Elettrici) riferiti al 2009, preceduta da Messico (6,7 TWh) e da Stati Uniti (16,5 TWh). Ma solo in aree particolari si trovano le caratteristiche geologiche che consentono la produzione di elettricità. Tutto pianeta ha una invece una caratteristica comune: la temperatura del terreno aumenta 3 °C ogni 100 metri di profondità e, in ogni caso, già a pochi metri di profondità, si mantiene grossomodo costante durante l'arco dell'anno grazie all'azione della radiazione solare sulla crosta terrestre, che trattiene l’energia. Una caratteristica ben nota nel mondo animale; la volpe del deserto e il tasso, ad esempio, sfruttano

questa caratteristica scavando lunghe gallerie sotterranee per sfuggire il caldo diurno nel deserto o difendersi da freddo invernale. La differenza termica fra ambiente esterno e calore della terra può essere utilizzato, grazie alle pompe di calore e a scambiatori di calore orizzontali ad alcune decimetri da suolo o sonde termiche ad alcune centinaia di metri per il riscaldamento o la climatizzazione. Si tratta di applicazioni diffuse soprattutto nei paesi del Nord Europa (Germania, Olanda, Norvegia, Svezia) e ancora ma ancora in fase iniziale di sviluppo in Italia e in generale nei paesi mediterranei. Ma anche l’Italia, che per raggiungere gli obiettivi 2020 dovrà coprire il 17% dei consumi finali di energia mediante fonti rinnovabili per un totale di 22,62 Mtep, dovrà sfruttare più di quanto oggi non faccia, la geotermia nelle sue diverse forme compresa quella, consentita dai recenti tecnologie Enhanced Geothermal Systems (EGS). Questi consentono lo sfruttamento della temperatura di rocce secche presenti a oltre 3 km di profondità tramite l’iniezione di acqua in pressione, da cui trarre fluidi con temperature superiori ai 200 °C. Potrebbe dunque essere utile seguire i consigli ai governi europei forniti da parte del settore della Geotermia, di investire in ricerca e sviluppo per sviluppare sistemi EGS per abbattere i costi degli impianti, adottare incentivi adatti per lo sviluppo dei sistemi EGS, creare un fondo europeo per ridurre il rischio geologico. Con queste premesse l’energia geotermica sarà in grado di fornire risorse in grado di coprire almeno il 20% del fabbisogno europeo di energia al 2050 e assicurare una significativa riduzione delle emissioni di CO2.


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GEOTERMIA CALORE

Basse temperature con impiego diretto del calore per riscaldamento e usi industriali

TEMPERATURA • FRA 150 E 200 °C

Alla ricerca di nuovi giacimenti per produrre energia elettrica Il rispetto dell’ambiente e i minori costi operative e di manutenzione, se confrontati con quelli dei carburanti tradizionali, sembrano fattori capaci di trainare la crescita della geotermia come fonte rinnovabile privilegiata per la produzione di energia elettrica. Secondo un recente report di Global Industry Analyst (GIA) nei prossimi cinque anni il comparto geotermico, con riferimento alla sola produzione elettrica, poNegli USA Google ha finanziato una ricerca per analizzare il potenziale geotermico della Virginia trebbe far registrare un incremento di oltre l'80%, passando dagli attuali 10 GW installati a circa 18,4 GW. Un freno alla diffusione può però derivare dai costi iniziali alti e dalla disponibilità limitata in aree geografiche ristrette che tuttavia nuove tecniche di produzione potrebbero ampliare. I giacimenti più ricchi (con temperature fra 150-200 °C) si trovano infatti nelle zone vulcaniche e ai confini delle placche tettoniche, a profondità comprese tra 500 e qualche km: da qui è possibile trarre vapore da convogliare direttamente nelle turbine per la produzione elettrica. Hanno queste caratteristiche l'Anello di fuoco del Pacifico che presenta il più alto potenziale di generazione elettrica da fonte geotermica, seguito da Stati Uniti e l’America Latina, ma anche da regioni come l'Oceania e il Corno d'Africa. L’Italia ha però una posizione di rilievo in questo campo. Il primo luogo di sfruttamento della geotermia è stato infatti Larderelllo, in provincia di Pisa, e tuttora l’Italia

ha tuttora contribuisce a una produzione di tutto rispetto se pur concentrata in Toscana, dove vengono prodotti oltre 5 miliardi di kWh l'anno, pari al consumo medio di 2 milioni di famiglie italiane. Una volta tanto l’Italia dunque potrebbe trovarsi in una posizione di vantaggio nella corsa all’oro della geotermia. Lo sviluppo di nuove tecnologie di estrazione e produzione come le centrali a ciclo binario e i sistemi EGS (Enhanced Geothermal System) aiutano ad aumentare le potenzialità di produzione elettrica geotermica anche in aree a minor potenziale geotermico. Nasce proprio per valutare le potenzialità di nuove aree, in particolare Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, il progetto VIGOR (Valutazione del Potenziale Geotermico delle RegiOni ConveRgenza), nato dall'intesa tra il Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento Generale per l'Energia Nucleare, le Energie Rinnovabili e l'Efficienza Energetica e il CNR - Dipartimento Terra e Ambiente. Nelle regioni coinvolte nel progetto sebbene la quantità di energia prodotta da fonte geotermica sia attualmente irrilevante, potrebbero esserci prospettive interessanti grazie alle nuove tecnologie, capaci di innescare un ciclo termico anche con differenza di temperature modeste. I maggiori player mondiali dell’industria geotermia, fra i quali figura ai primi posti Enel, puntano ad ampliare il loro raggio di azione andando ad analizzare le potenzialità in tutto il mondo. L’annuncio più recente riguarda l’accordo che Enel Green Power ha raggiunto con il gruppo industriale turco Uzun per lo sviluppo di impianti geotermici in Turchia. E uno degli ultimi segnali di internazionalizzazione per l’azienda italiana che già da tempo ha pro-

getti in Nord America e in America latina Altri due gruppi italiani, Eni ed Edison, si stanno organizzando per concretizzare dei progetti geotermici in Ungheria, incoraggiati da incentivi del Governo italiano. Molti sono i paesi dove sono stati avviate ricerche per scoprire i giacimenti profondi. In Irlanda, ad esempio, è in corso un progetto di SLR Consulting, supportato dall’autorità per l’energia sostenibile del paese (SEAI) che ha l’obiettivo di analizCon il progetto VIGOR allo studio nuove potenzialità in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia zare le potenzialità della geotermia per produrre energia elettrica a basso contenuto di carbonio e prevede esplorazioni fini a 5 km di profondità. Il Kenya, all’interno di incremento dello sviluppo delle fonti pulite nel paese, è stato posto l’obiettivo di raggiungere una potenza geotermica, nel corso del prossimo ventennio, pari ad almeno 5 GW, di cui 500 MW entro due anni e 2 MW mila entro il prossimo decennio a partire dagli attuali 210 MW). Il progetto prevede di sfruttare il calore della terra nella zona in cui si trova il cratere Menengai, all’interno della Rift Valley. Un segnale interessante viene infine dall’impegno di Google che ha finanziato con quasi 500mila dollari una ricerca della Southern Methodist University per analizzare il potenziale geotermico della Virginia che, con quasi 19MW di energia l’anno, è risultato del 78% più alto del previsto. L’interesse per le rinnovabili non è una novità del gigante del web: basti ricordare l’investimento di 200 milioni di dollari nell’eolico off-shore.

Il calore di origine geotermica, a temperature fra 50 °Ce 90°C, o derivante dalla produzione di energia elettrica delle centrali geotermiche può trova già oggi impieghi termici diretti per il riscaldamento di abitazioni, serre o per usi industriali nel nostro Paese, in diverse aree non solo nell’area classica di produzione della geotermia, come la Toscana. E anche in Europa sono previsti diversi progetti per lo sviluppo di centrali termiche per teleriscaldamento, ad esempio nel comune alsaziano di Beinheim in Francia e nel distretto di Ried, in Austria. In Toscana vengono riscaldati nelle zone geotermiche quasi 1,5 milione di mq di cui beneficiano circa 4,500 famiglie e aziende, con un risparmio di 8,6 tonnellate di petrolio equivalenti e oltre 26mila tonnellate di CO2. Nella foto un particolare di una delle serre geotermiche nei pressi di Radicondoli in provincia di Pisa, dove vengono coltivati dei gerani. Gli impieghi si stanno ampliando grazie a soluzioni innovative come quella prevista nel comune di Montieri. Questa utilizzerà l’energia residua del fluido bifase acqua-vapore di una delle centrali elettriche geotermiche per il riscaldamento di ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria per 425 utenze, di cui 8 pubbliche. Un altro esempio è teleriscaldamento, realizzato a Ferrara dalla multiutility Hera, basato su più fonti (rinnovabili e di recupero) fra cui la geotermia, il recupero da WTE (Waste to Energy), centrali termiche di integrazione e riserva a gas metano. La risorsa geotermica, rilevata negli anni ’60 in fase di ricerca delle ricerca del metano, è stata valorizzata come fonte primaria per una rete di teleriscaldamento a dimensione urbana. Attualmente la componente geotermica contribuisce con 75mila MWht/anno. Il sistema, alimentato per l’83% da rinnovabili, ha evitato nel 2010 l’emissione di oltre 40 tonnellate di CO2 e un risparmio di oltre 15 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) e si prevede un ulteriore potenziamento per arrivare a 71.411 t risparmiate di CO2 e 27.938 TEP nel medio termine.


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GEOTERMIA L’energia geotermica può essere utilizzata in qualunque contesto grazie anche all’impiego delle pompe di calore geotermiche, che permettono il recupero del calore terrestre dalle acque di falda e superficiali, o estraendo il calore direttamente dal terreno, anche in assenza di acqua. Se dunque le risorse geotermiche che possono fornire a profondità di meno di 3KM temperature superiori a 150 °C si trovano esclusivamente nella fascia preappenninica tosco-laziale-campana ed in alcune isole vulcaniche del Tirreno e alla stessa profondità si trovano temperature fra 50 e 150 °C in vaste aree del nostro territorio, in particolare la Pianura Padana e le isole maggiori, risorse a temperature comprese fra 30 e 50 °C si trovano quasi ovunque a modeste profondità. Con l’uso di pompe di calore geotermiche, lo sfruttamento del calore terrestre può essere esteso per usi diretti in gran parte del territorio nazionale. Le pompe di calore associate ad acque calde a bassa temperatura (meno di 50 °C), per elevarla o abbassarla, o accoppiate con sonde di scambio verticali (profondità 50 300 m), serpentine inserite in pali di fondazione degli edifici o serpentine di scambio orizzontali a bassa profondità (< 2 m) possono essere impiegate per la climatizzazione.

Nuove tecnologie per aumentare sfruttamento e efficienza energetica L'utilizzo dell’energia ricavata dal calore terrestre potrebbe essere esteso per usi diretti in gran parte del territorio nazionale Il 67% del mercato degli usi diretti del calore di origine geotermica è costituito dalle pompe geotermiche di calore, che secondo lo studio di M&M registreranno un incremento soprattutto in Germania, Olanda, Norvegia, Svezia e USA. In questi Paesi saranno installati gran parte dei circa 2,72 milioni di pompe di calore entro il 2015. In Europa, l'Italia con 500 MW si colloca al secondo posto dopo l'Ungheria (700 MW) per potenza geotermica installata destinata agli usi diretti. Ma se si analizza lo sfruttamento dell'energia geotermica per la climatizzazione in ambito civile, l'Italia scivola al 14° posto dietro a Paesi come la Lituania e la Lettonia. In questo settore il mercato italiano è cresciuto poco negli ultimi anni rispetto a quanto avvenuto in altri Paesi europei. Basti pensare che nel 2005 in Italia c'erano

120MW installati mentre nel 2008 erano 150 MW. Nello stesso lasso temporale la Germania è balzata da 681 MW a 1652 MW, mentre la Francia da 702 a 1.366 MW. Si tratta di incrementi tripli rispetto a quelli nazionali che dimostrano l'arretratezza del Paese nell'adozione di queste rinnovabili termiche seppur in presenza di un industria nazionale leader a livello mondiale. Un problema che investe in generale il settore delle pompe di calore. In Svizzera circa il 95% delle nuove abitazioni è climatizzata con pompa di calore (aria/acqua/suolo) “Le pompe di calore a ciclo annuale e i diversi tipi di impianti di climatizzazione con esse realizzabili – ha dichiarato Bruno Bellò, Presidente Co.Aer/ANIMA, Associazione Costruttori apparecchiature ed impianti aeraulici parte della Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine, in occasione della firma protocollo di intesa con Enel per lo

CLIMATIZZAZIONE • IL CASO IKEA

CLIMATIZZAZIONE • RISPARMIO

La geotermia per il riscaldamento e la climatizzazione

A Brescia abitazioni per anziani innovative ed efficienti

Fa parte della policy aziendale di IKEA ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte con le proprie attività. Per farlo l’azienda svedese, specializzata nella vendita di mobili e oggetti d’arredamento, con 258 centri in 37 paesi, si impegna attivamente in ogni aspetto della catena di produzione, dalla selezione delle materie al fine ciclo di vita del prodotto, compresa l’attenzione all’impatto dei propri insediamenti industriali. Rientra in questa strategia l’impiego della geotermia per la climatizzazione degli stabilimenti italiani.

Le tecnologie geotermiche che garantiscono il riscaldamento in inverno, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria in estate, sono parte integrante del progetto di edilizia residenziale del complesso di Sanpaolino (provincia di Brescia). Il villaggio di 52 case, è stato realizzato nell’ambito del progetto Bird (Bioarchitettura, inclusione, residenza e domotica) promosso da Regione Lombardia, Aler di Brescia e Comune di Brescia per rispondere alle esigenze abitative degli anziani. Il sistema è basato su un parco di 86 speciali sonde a servizio di 3 centrali geoter-

Dopo lo stabilimento di Corsico in provincia di Milano, anche per il megastore di Uguzzolo, in prossimità di Parma, è stato adottato un sistema riscaldamento e climatizzazione di tipo geotermico basato su sonde e pompe di calore. Con un risparmio di duemila barili di petrolio all’anno e con un potenziale nominale di 1, 2 Mw termici e altrettanti frigoriferi, l’impianto di Parma si candida ad essere uno dei più grandi sistemi geotermici presenti in Europa. Il sistema, realizzato in sei mesi da Ground-Heat Systems International per conto della multinazionale, impiega

213 geosonde situate sotto il parcheggio esterno che raggiungono una profondità di 146 metri. Nella realizzazione dell’impianto sono state utilizzate tecnologie innovative di perforazione del suolo studiate in modo da garantire il rispristino della continuità areale dei livelli argillosi che isolano i vasi acquiferi sotterranei, evitando così di interferire sulla falda.

sviluppo delle energie rinnovabili nel settore della climatizzazione costituiscono una valida alternativa ai tradizionali sistemi a combustione. Oltre a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni nocive, hanno il vantaggio di impiegare per il loro funzionamento circa il 75% di energie rinnovabili, qualunque sia la sorgente termica utilizzata, aria, acqua o suolo”. Co.Aer ha fatto uno studio sui sistemi di climatizzazione dal quale emerge che, ipotizzando che il 30% della domanda di servizio venga soddisfatta con sistemi a pompa di calore a ciclo annuale (un unico impianto per il riscaldamento e il condizionamento), sarebbe possibile ridurre i consumi di energia primaria di circa 4,6 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), con un decremento del 23% dei consumi complessivi, pari a circa 10,5 milioni di tonnellate di CO2 evitate. Secondo il geologo Gabriele Cesari del consorzio GeoNet l'ignoranza (in senso stretto) di molti progettisti e installatori, la scarsa conoscenza del sistema da parte dei committenti (poco informati da parte dei progettisti), la mancanza di standard di riferimento e di incentivi ancora tengono al palo lo sviluppo di tale mercato in Italia.

miche, per una potenza termica di 113,4 kWp e 290.531 kWh di energia prodotta annualmente. Le sonde a spirale impiegate, capaci di abbattere del 50% il costo di installazione, sono un prodotto brevettato di Energy Resources, che ha realizzato l’impianto. L’impiego di energia geotermica nel complesso di SanPaolino, non solo evita ogni anno l'immissione in atmosfera di 75 tonnellate di anidride carbonica, grazie all’abbinamento con il fotovoltaico, ma genera risparmi energetici fino al 75% rispetto ai sistemi tradizionali, che equivale ad un risparmio annuo stimato

in circa 17.500 euro, pari 250 euro per alloggio. Il sistema beneficia inoltre degli incentivi del Conto Energia per il fotovoltaico, aumentati del 30% grazie all'abbinamento con il geotermico. Scompare dunque non solo la bolletta del riscaldamento, ma non è più necessario l’allacciamento alla rete gas (né la canna fumaria), con vantaggi anche per la sicurezza.


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INQUINAMENTO ACUSTICO Il 98% delle aree urbane italiane supera la quantità di rumore consentita per legge anche negli orari notturni. La località che presenta i risultati più preoccupanti è Vicenza, seguita da Ancona e Messina. La città veneta ha fatto registrare il picco di inquinamento acustico raggiungendo i 215db a fronte di un limite di 50db. L’inquinamento acustico è considerato una delle cause del peggioramento della qualità della vita e incide sulla salute di almeno il 25% della popolazione europea

LE AUTO IN ITALIA Secondo i dati del rapporto ISTAT 2010, viene evidenziato che il tasso di motorizzazione in Italia è tra i più alti d'Europa con 600 autovetture ogni mille abitanti, circa il 22% in più della media UE. Nel rapporto si segnala la chiara tendenza allo svecchiamento del parco circolante con veicoli meno inquinanti e meno “assetati” di carburante. Secondo i dati dell'Istat, nel 2008 in media le auto Euro 4 sono state 173 ogni mille abitanti, un valore più che quadruplicato rispetto al 2005

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Competitività

INQUINAMENTO • POLVERI SOTTILI

Dati allarmanti dalle città: in crescita i fattori inquinanti Le polveri sottili sono un mix di sostanze cosiddette antropiche e di sostanze naturali. Alle prime appartengono i prodotti di combustioni chimiche quali metalli, solfati, nitrati, ceneri, fibre di amianto, polveri di cemento e carbone; alle seconde appartengono il polline, le spore, il sale marino, la terra alzata dal vento. Queste sostanze miscelate rappresentano una grave minaccia per la salute umana perché sarebbero responsabili di patologie all’apparato respiratorio e cardio-circolatorio. E tanto più sono sottili quanto più sono dannose per la nostra salute in quanto attraverso la respirazione riescono ad entrare in profondità nell’organismo, arrivando addirittura a penetrare nelle cellule. Il tema è scabroso, le nostre città speso sono sature di queste polveri, emesse per la maggior parte da automobili, stabilimenti industriali e inceneritori. La politica, nel breve periodo, non è in condizione di affrontare il problema se non attraverso dei provvedimenti tampone come i blocchi della mobilità cittadina. Le azioni a medio-lungo periodo non sono ben viste dagli amministratori locali perché non danno risultati nello spazio temporale della consiliatura, così il problema non ac-

Nel 2010 ben 48 capoluoghi di provincia fuorilegge per il superamento dei limiti delle polveri sottili cenna ad essere considerato in maniera strutturale. L’ultimo rapporto di Legambiente, “Mal d’aria di città 2011” basato sul monitoraggio delle sostanze in tempo reale stila una classifica dei capoluoghi di provincia con più alto tasso di polveri sottili: nel 2010 sono stati 48 i capoluoghi di provincia fuorilegge per il superamento dei limiti delle pericolose polveri sottili. Lo scorso anno, in 21 città, i giorni fuori limite sono stati oltre 70, più del doppio ammesso dalla normativa. Ai

primi posti per Pm10 Torino e Frosinone con 134 e 108 superamenti. Seguono Asti (98), Lucca (97), Ancona (96) e Napoli (35). Maglia nera alla Pianura Padana, dove si sono concentrati 30 dei 48 capoluoghi fuorilegge. Livelli d’inquinamento elevati, e sostanzialmente invariati rispetto agli anni precedenti, anche per gli ossidi di azoto e i microinquinanti come il benzo(a)pirene, potente cancerogeno presente anche in città industriali come Trieste e Taranto o altre in cui il traffico è il principale responsabile dell’inquinamento come Padova, Milano e Torino. Una situazione confermata dai dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente,

che riporta ai primi posti della classifica delle città più inquinate Torino, Brescia e Milano, precedute solo da Plovdiv, in Bulgaria. Dall’Europa, che da due anni esorta il nostro governo a rispettare i limiti imposti dalla normativa comunitaria, è arrivato, inoltre, un monito formale. Lo scorso novembre la Commissione europea ha deferito l’Italia presso la Corte di giustizia per non aver rispettato la direttiva sulla qualità dell’aria. Bruxelles contesta al nostro Paese la mancanza di un piano nazionale d’interventi concreti, mirati a migliorare la qualità dell’aria nelle città italiane, nonostante il governo italiano abbia approvato, ad agosto scorso, il Decreto legislativo n. 155/2010 in recepimento della Direttiva in materia di qualità dell’aria. Un provvedimento che, se da una parte, introduce nuovi limiti, dall’altra giustifica la mancanza d’interventi di riduzione dell’inquinamento in caso di costi sproporzionati. Ormai il problema è troppo imponente per essere sottaciuto. Urgono soluzioni anche a livello locale.

INQUINAMENTO • POSSIBILI RIMEDI

Rassegna semiseria di proposte per la riduzione dell’inquinamento La questione della riduzione degli inquinanti non ha una soluzione univoca e certa. Senza dubbio ripensare il nostro stile di vita in termini più ecosostenibili darebbe un contributo importante. Di seguito ci siamo divertiti a riportare una rassegna di proposte e interventi per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle aree urbane. Una prima proposta proviene da Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor, che suggerisce un metodo piuttosto semplice: lavare le strade. Ebbene sì, perché il semplice gesto di bagnare l’asfalto può dare un contributo all’abbattimento del particolato nell’atmosfera, infatti le polveri sottili si depositano sul suolo e vengono sollevate e rimesse in circolo nell’aria che respiriamo dal vento o dal traffico. Il lavaggio delle strade risolverebbe questo problema portando verso gli scarichi il particolato che si è depositato. Francesco Musso da Mazara del Vallo propone di realizzare parcheggi fotovoltaici per bici elettriche da noleggiare; il parcheggio funzionerebbe anche da stazione di ricarica e l’energia prodotta in eccesso sarebbe al GSE dietro compenso monetario. Gabriele Casali propone di avviare una filiera industriale che si specializzi nella realizzazione di un velomobile, cioe' un veicolo leggero (30 kg) a propulsione ibrida umana/elettrica (pedalata assistita fino a

La questione della riduzione degli inquinanti non ha una soluzione univoca e certa. Senza dubbio ripensare il nostro stile di vita in termini più ecosostenibili darebbe un contributo importante. Vienna,Parigi,Nottingham e Città del Messico ci stanno provando, a modo loro. 25 km/h), completamente carenato (fibra di carbonio/vetro/kevlar), da utilizzare nei centri urbani. Finora abbiamo raccontato alcune idee. Ora passiamo alle realizzazioni. Gli amministratori della città di Vienna hanno realizzato un quartiere, l'Autofrei Siedlung di Nordmanngasse, un'area residenziale a circa 8 chilometri dal centro servita in modo perfetto dai mezzi pubblici: le circa 600 famiglie che abitano lì, al momento della firma del contratto si sono impegnate

a non possedere un'auto propria, scegliendo così per gli spostamenti quotidiani i mezzi pubblici, la bicicletta o i piedi. Il denaro e lo spazio risparmiato grazie alla mancata costruzione dei parcheggi può essere investito in migliore qualità residenziale, spazi verdi, servizi collettivi. Il Sindaco “eco-sostenibile”di Parigi, Bertrand Delanoë, dal momento della sua elezione a primo cittadino di Parigi nel 2001, ha dichiarato guerra al traffico e all'inquinamento. Fin da subito ha realizzato corsie protette per gli autobus e reintrodotto la linea tranviaria all'interno del territorio comunale mandata in pensione negli anni '50. Nel luglio 2007 ha inaugurato un servizio di noleggio biciclette distribuite in vari punti della città ed è di questi giorni invece la notizia che alcune zone della Ville Lumière potrebbero essere off limits per le auto più inquinanti come SUV, jeep e fuoristrada vari.

La città di Nottingham negli ultimi anni ha sviluppato una politica di mobilità sostenibile che ha convinto gli abitanti ad utilizzare il meno possibile la macchina, preferendo mezzi alternativi, come i trasporti pubblici, la bicicletta o, al limite, le proprie gambe. La rete di autobus e tram è stata ampliata, sono stati costruiti 50 kilometri di piste ciclabili, si è puntato sul commercio di prossimità, scoraggiando la realizzazione dei grandi shopping-center nei sobborghi. I tetti degli edifici pubblici di Città del Messico, una delle capitali più inquinate del mondo, fioriranno di giardini grazie ad una trovata dell'amministrazione che ha lanciato un programma per combattere il surriscaldamento globale. La metropoli ha in programma di coprire il cemento dei 9.300 metri quadri di "tetti pubblici" con prati e cespugli che assorbiranno l'anidride carbonica.


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Solidarietà

VOLONTARIATO

SAHARAWI

Un fenomeno “straordinariamente vasto, vario e ricco. Insostituibile”

Italiani solidali con il popolo del Sahara Occidentale

Emporio della Solidarietà: supermercato solidale Una spesa responsabile per chi è in difficoltà

Il muro di Berlino non è l’ultimo dei muri. Uno di questi, sorvegliato con le armi proprio come quello di Berlino, divide il popolo Saharawi dalle terre del Sahara Occidentale, costringendo gli uomini e le donne a rifugiarsi in campi profughi ospitati dall’Algeria sin dal 1975. Da sempre il mondo del volontariato italiano è stato vicino al popolo Saharawi. In particolare la vicinanza si manifesta attraverso l’accoglienza estiva dei bambini provenienti dai molti campi profughi. Ogni anno sono tantissime le associazioni e le famiglie che accolgono i piccoli, creando un vero gemellaggio tra popoli.

L’Emporio della solidarietà è ormai una realtà della Città di Pescara e da alcuni mesi ha aperto i battenti nei locali dell’ex quartiere uno in Via Rubicone nel Quartiere di San Donato a Pescara. Allestito come un supermercato, innova il concetto di “fare la spesa” con la cassa alla quale basterà consegnare la speciale tessera magnetica che consentirà di fare la spesa senza tirare fuori soldi dal portafoglio: «Vorremmo dare attraverso un segno concreto, una speranza alle persone e alle famiglie che vivono un disagio economico» spiega Nicola Smigliani, responsabile del progetto. Per il mondo della solidarietà si tratta di una vera e propria rivoluzione, che permetterà di compiere un salto di qualità all’impegno quotidiano di parrocchie, associazioni ma anche dei Servizi sociali. «Con l’Emporio – illustra Don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana-, daremo dignità alle persone, aiutando il soggetto o la famiglia a fare i conti con le proprie esigenze alimentari e di sussistenza, scegliendo responsabilmente i prodotti e venendo coinvolti in un percorso di graduale uscita dal disagio economico». E’ importante che il territorio tutto, in una gara di solidarietà verso le famiglie in difficoltà, faccia proprio il progetto cercando di aggregare un numero sempre maggiore di sponsor solidali. L’Emporio non sarà una risposta totale ai bisogni alimentari delle famiglie in difficoltà della nostra diocesi, ma vuole piuttosto essere una testimonianza concreta affinché non sia mai perso di vista il valore dell'accoglienza, della solidarietà, della gratuità, ma anche della promozione umana.

Così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definisce il volontariato nella 'Giornata internazionale del volontariato'. È "insostituibile" per il contributo costante e territoriale a tutta la popolazione, i volontari sono "punti di riferimento e protagonisti attivi della nostra società civile". "Il volontariato - continua Giorgio Napolitano nel suo discorso- è una linfa vitale della nostra convivenza e costituisce un elemento caratterizzante e distintivo della qualità della nostra democrazia. Abbiamo bisogno di questa grande scuola di solidarietà che generosamente produce azioni, pratiche quotidiane e progetti i quali rappresentano un contributo essenziale per la creazione di un diffuso capitale sociale. Proprio in questo momento di particolari difficoltà economiche - conclude - e' di fondamentale importanza sostenere quell'universo variegato di Onlus, di Organizzazioni Non Governative, anche garantendo le risorse necessarie"

L’INIZIATIVA

LA PROPOSTA COINVOLGE ENTI LOCALI PUBBLICI E PRIVATI

Provita, una risposta concreta alle vittime della crisi economica Avviato il progetto di finanziamento per contribuire al miglioramento delle condizioni sociali di vita della comunità L’attuale crisi finanziaria e gli stringenti criteri di “Basilea 2” hanno comportato una riduzione dei prestiti concessi dagli Istituti di credito con un contraccolpo sulle realtà produttive locali che, da una parte si sono viste togliere il credito che abitualmente utilizzavano per lavorare e, dall’altra, hanno assistito ad una contrazione del proprio mercato di riferimento. Una situazione di questo tipo ha comportato una serie di effetti: l’aumento del ricorso della Cassa Integrazione Guadagni, la cessazione di numerose attività imprenditoriali e i licenziamenti di giovani e degli “Over 50”. Si tratta di una crisi dell’economia reale e del mercato del lavoro che costringe intere famiglie a enormi sacrifici per far fronte alle spese di prima necessità; siamo in presenza di una nuova generazione di poveri che con estrema dignità cercano di sopravvivere. Per dare una risposta concreta alle persone in difficoltà la Fondazione Caritas della Diocesi di Pescara, in collaborazione con il Centro di Ricerca Universitario La.S.I.T. e il Centro di Ricerca Apru-

tium hanno elaborato un progetto legato al microcredito nella Provincia di Pescara denominato PROVITA rivolto alle famiglie, ai giovani e a tutti coloro che sono a rischio di esclusione sociale. Il progetto ha le caratteristiche tipiche di un sistema di microcredito: è un prestito di piccola entità, è solidale, non è supportato da garanzie reali (bensì morali), prevede la restituzione del capitale attraverso un piano di rimborso flessibile e con un tasso d’interesse molto basso, capitali garantiti dal Fondo di garanzia contro il rischio di insolvenza, presenza di una Rete di Centri di ascolto presenti in modo capillare sul territorio con la funzione di raccolta delle richieste e prima valutazione delle “Condizioni di accesso al credito” come lo stato di “non bancabilità”, di effettivo bisogno e la presenza di due Garanti morali. PROVITA non è elemosina, bensì è fiducia nelle possibilità, nelle capacità e nella fede dell’essere umano di riuscire ad uscire con dignità dai momenti difficili della propria vita.

L’EVENTO IN CIFRE A sostegno del progetto si è organizzata una serata di beneficienza, dando vita ad un Concerto di Natale nella chiesa dello Spirito Santo di Pescara con la prestigiosa presenza del M°Mons. Marco Frisina, del Coro della Diocesi di Roma e dell’Orchestra Fideles et Amati. Chiesa gremita in ogni ordine di posto: autorità civili, anch’esse impegnate nel progetto, i primi sostenitori di Provita insieme al direttore della Caritas e a quanti hanno avuto il piacere di assistere all’evento.

febbraio 2011

PROGETTO ALBANIA

SITICIBO

La sfida per una chiesa aperta e in contro tendenza

Un ponte tra spreco e povertà. A Milano si recupera il cibo invenduto

In questo tempo segnato da crisi, violenza e nuove guerre è necessaria una Chiesa aperta. Questa chiesa– comunione è quella che conduce ad una cooperazione solidale e che si vuole realizzare attraverso il progetto “Vllaznia” (fratellanza) che impegna da tempo le organizzazioni di solidarietà delle due sponde dell’Adriatico in un gemellaggio fatto di gesti concreti, con uno scambio di opportunità, prassi, servizi per la crescita delle realtà ecclesiali in campo e nel servizio ai poveri e agli esclusi. Diverse le iniziative che hanno già coinvolto tutta la realtà diocesana pescarese coordinate dall’Equipe Mondialità della Caritas.

Siticibo è un’iniziativa nata a Milano nel dicembre 2003 con la finalità di recuperare il cibo invenduto da mense aziendali, ospedali, refettori scolastici, hotel, etc. e donarlo ai numerosi enti caritativi che si occupano di offrire gratuitamente pasti ai poveri. Siticibo raccoglie cibo cucinato ma non servito, alimenti freschi come frutta e verdura, pane e dolci che nel giro di poche ore vengono consegnati e consumati presso gli enti riceventi. Il servizio viene effettuato attraverso una rete logistica di furgoni attrezzati che trasferiscono le eccedenze alimentari laddove il bisogno è più urgente. Le procedure di sicurezza alimentare, di cui l'organizzazione si è dotata, garantiscono l'igiene degli alimenti ritirati assicurandone l'integrità e l'appetibilità. Tali procedure, costruite anche grazie alle competenze dei partner donatori di cibo, coinvolgono tutti i soggetti della filiera: soggetti donatori, personale Siticibo, enti caritativi riceventi.


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febbraio 2011

MONDO

Sulla Terra due miliardi di persone senza energia elettrica

Il mondo in breve

pre in media il 16% della domanda energetica del Paese. Ma non solo. Le forti piogge hanno fatto aumentare la produzione idroelettrica del 59% rispetto al 2009, mentre l'energia solare e' in ritardo rispetto alle altre ''solo'' del 3%.

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L’Unep sta lavorando attivamente con il governo algerino per l’attuazione del progetto, che, secondo le stime ufficiali mira ad ospitare 400.000 persone.

URUGUAY

Si punta sul mini-idro

MONDO

L’Iran per la prima volta alla Presidenza dell’OPEC

Due miliardi di persone, nel mondo, non hanno oggi accesso all'energia elettrica. Di queste oltre 800 milioni abitano in Africa (40%), 750 milioni in Asia (37% circa), mentre i restanti 450 milioni vivono in America Latina (18%) e in percentuali minori nell'Europa dell'Est (3%) e in Oceania (2%). I dati provengono da uno studio elaborato da Bernoni Professionisti Associati col supporto di EFrem, associazione formata da docenti, tecnici, e volontari impegnata nel campo dell' energia alternativa nei Paesi in via di sviluppo. Le energie da fonti rinnovabili, in primis quella fotovoltaica, potrebbero soddisfare oltre il 50% del fabbisogno.

GIAPPONE

Con la crisi meno gas serra In Giappone nell'ultimo biennio, e' stato compiuto un taglio del 5,7% delle emissioni di gas serra. A causa della debolezza dell'economia globale, i livelli di CO2 sono scesi infatti a 1.209 miliardi di tonnellate equivalenti, dopo il picco negativo raggiunto nel 2008, con 1.374 milioni di tonnellate di CO2 (+9% sul 1990-1991). I risultati sono in linea con le aspettative del mercato che prevedevano una riduzione annua del 5,6%, pari a 1.075 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.

L'Iran ha ufficialmente assunto oggi per la prima volta dal 1975, la presidenza dell'Opec, il "cartello" dei paesi produttori di petrolio. L'Opec ha sede a Vienna e attualmente associa , dodici nazioni. La presidenza è assegnata a rotazione, secondo il criterio dell'ordine alfabetico, agli stati dell'Organizzazione che possono pertanto convocare e ospitare vertici dei ministri membri sempre al fine di coordinare le politiche petrolifere del "cartello". L'Iran che fu tra i cinque paesi fondatori dell'Organizzazione nel '60 - succede nella presidenza all'Ecuador.

ITALIA

Euromobility: al nord le città più sostenibili Venezia, Parma e Torino salgono sul podio delle città più sostenibili; fra le prime dieci ben quattro città emiliane; Torino passa dalla tredicesima alla terza posizione; Milano si conferma al quinto posto; Roma arretra dal diciottesimo al ventesimo posto; al quattordicesimo posto, ma in discesa, arriva Bari, che si conferma prima città del sud; le più insostenibili sono Siracusa e Sassari. Questa la fotografia scattata sulle città più eco-mobili nel quarto rapporto sulla mobilità sostenibile in 50 città italiane redatto da Euromobility con il contributo di Assogasliquidi e Consorzio Ecogas e con il patrocinio del ministero dell'Ambiente.

Scenari futuri da Cancun Il potenziale dell’energia pulita nei prossimi anni I summit internazionali spesso non rispettano le attese in termini di risultati però rappresentano un momento straordinario per condividere scenari e prospettive. Anche l’ultimo appuntamento sui cambiamenti climatici di Cancun, in Messico, è stata un’occasione utile a tal fine. Il Pew Charitable Trusts, organizzazione non governativa, ha analizzato scenari di sviluppo dinamico di energia elettrica da fonti rinnovabili per i prossimi dieci anni. Secondo lo studio a livello mondiale nel periodo si prevede un investimento di 2,3 trilioni di dollari con i mercati dell’est in consistente crescita. Per quanto riguarda l'Europa il settore potrebbe attrarre 705 miliardi di dollari entro il 2020. Tali numeri sono condizionati a politiche più incisive nel sostenere il settore green: con le attuali timide politiche, invece, mette in evidenza il rapporto, gli investimenti complessivi raggiungerebbero nel prossimo decennio solo 1.7 trilioni di dollari. In altre parole, politiche forti produrrebbero un valore supplementare di investimenti pari a 546 miliardi di dollari. In particolare l'enorme potenziale del fotovoltaico è inoltre legato alle caratteristiche geografiche e di sviluppo mondiali. La capacità fotovoltaica nella fascia del sole compresa tra il trentacinquesimo parallelo a nord e a sud, già nel 2020 potrà raggiungere dai 60 ai 250 Gw, e dai 260 ai 1100 nel 2030. I paesi di quell'area hanno un grado di irradiazione solare eccezionalmente alto. Eppure ad oggi solo il 9% del fotovoltaico é presente in quelle zone dove vive circa il 75% della popolazione mondiale con il 40% del consumo elettrico mondiale, destinato ad una rapidissima crescita nei prossimi 20 anni.

SPAGNA

La Spagna chiude il 2010 come leader del rinnovabile: il grande slancio dell' ''elettricità verde'', che ha fatto soddisfare il 35% della domanda spagnola dal settore idroelettrico, eolico e solare, e' dovuto alle forti perturbazioni meteorologiche dell'ultimo anno. Nel 2010 l'energia eolica e' aumentata del 18,5% e co-

Stop alle buste di plastica Anno nuovo vita nuova per i clienti dei negozi che vendono prodotti alimentari. Dall’inizio di gennaio del 2011 botteghe, supermarket, mercati di strada, non potranno più consegnare la merce negli 'shopper' di plastica che verranno sostituiti da equivalenti realizzati in materiale biode-

gradabile o carta. Chissà che non ricompariranno alcune buone abitudini del passato? Soddisfazione senza riserve da tutte le organizzazioni ambientaliste che temevano una nuova proroga per l'entrata in vigore del divieto.

MONDO

Popolazione mondiale oltre i sette miliardi nel 2011 Verso la fine del 2011 la popolazione mondiale sulla Terra supererà i sette miliardi secondo National Geographic Deutschland. In questo modo la popolazione mondiale sarà esattamente il doppio rispetto al 1960. Oltre il 95% della crescita avviene nei Paesi in via di sviluppo, e particolarmente forte è l'aumento in India dove, se tutto continua secondo in trend attuale, nel 2030 ci saranno 1,6 miliardi di persone, superando così anche la Cina come numero di abitanti. Le stime attuali prevedono che nel 2050 sulla Terra ci saranno nove miliardi di abitanti.

ALGERIA

ITALIA

Boughzoul zero emission

Alla ricerca di un deposito per le scorie nucleari

ITALIA

Il meteo favorisce l’elettricità verde

Il governo uruguayano sta valutando la possibilità di istallare sul territorio un centinaio di istallazioni miniidroelettriche per combattere ed attenuare gli effetti negativi determinati dal cambiamento climatico, migliorando al contempo la possibilità di irrigare le colture. Questo tipo di unità avranno una capacità compresa tra i due e i cinque megawatt. Combinando la generazione di energia elettrica alle funzioni di irrigazione dei terreni coltivati si cercherà di favorire il doppio obiettivo che, puntando alla sicurezza alimentare, vuole garantire l’energia elettrica nelle aree rurali.

La città di Boughzoul secondo il governo algerino sarà il primo esempio al mondo di centro urbano a zero emissioni nette di gas serra. Realizzata a circa 200 chilometri a sud di Algeri in una zona praticamente disabitata, avrà i sistemi di trasporto che esclusivamente utilizzano energia pulita, pubblica illuminazione a LED, edilizia verde e un sistema di fornitura elettrica a base di fonti rinnovabili.

Un paese moderno deve avere un deposito per le scorie nucleari, che è la prima cosa che deve essere decisa quando si parla di energia nucleare: lo ha detto il commissario dell'Enea, Giuseppe Lelli che ha auspicato una decisione in tal senso "entro pochi mesi". "Diamo per scontato - ha detto il commissario dell'Enea - che il deposito

GIUSEPPE LELLI

debba avere la priorità e quindi sia la prima cosa ad essere decisa". Per individuare l'area dove collocare il deposito di superficie delle scorie nucleari, ma anche i siti degli otto impianti da 1.650 MW programmati dal governo, però "dobbiamo convincere la popolazione ha spiegato Lelli - dicendo tutta la verità".

CINA

Nel deserto sperimentazione del camino solare-eolico Prima istallazione in Cina, nel deserto dei Gobi nella Mongolia interna, della speciale centrale che impiega delle serre nelle quali l’aria riscaldata è forzata ad incanalarsi in un cilindro cavo, alla cui base sono poste turbine per la generazione di elettricità e sul cui lato una porta consente l’accesso del vento in maniera tale da integrare anche lo sfruttamento dell’energia eolica che consentirà al sistema di funzionare anche d’inverno quando le ore di sole sono ridotte. In questo modo, il sistema può funzionare 365 giorni all’anno tutto il giorno. L’obiettivo è quello di raggiungere una potenza di 27,5 MW entro il 2013.

USA

È giapponese il protocollo di ricarica veloce per l’auto elettrica Il protocollo di ricarica veloce CHAdeMO (“CHArge de MOve”) nato dall’accordo tra Toyota, Nissan, Mitsubishi, Subaru e la società elettrica Tepco (Tokyo Electric Power) entra negli USA. Il sistema giapponese sarà installato in Arizona, California, Texas, Tennessee, Oregon e Washington. Il progetto richiederà un investimento totale di ben 230 milioni di dollari e sarà in grado di fornire un “pieno” fino all’80 per cento della capacità del veicolo in soli 30 minuti. Nel frattempo in Europa l’azienda energetica tedesca RWE e la Daimler hanno lanciato lo standard Isospina.


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Il mondo in breve

Acqua ai privati e nucleare: nuova stagione di referendum La Corte costituzionale ha deliberato in relazione alle richieste di ammissibilità dei referendum in materia di privatizzazione dell'acqua e della costruzioni di nuove centrali nucleari. I quesiti proposti dai comitati promotori erano in tutto cinque: quattro relativi alla gestione degli acquedotti e uno sul ritorno dell'atomo. Il verdetto della Consulta dà via libera a solo tre proposte. A passare il vaglio di costituzionalità sono stati il quesito proposto per cancellare le norme in materia di "determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito" e quello per cancellare le norme sulle procedure di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici locali di rilevanza economica fissate dal decreto Ronchi-Fitto. Ad essere stati rigettati sono stati invece il quesito promosso sullo stesso primo argomento da Antonio Di Pietro e quello per abrogare le "norme limitatrici della gestione pubblica del servizio idrico". Ammesso, come detto, anche il quesito promosso dall'Italia dei valori per cancellare circa 70 norme contenute nei provvedimenti che con il governo Berlusconi hanno riaperto la strada a nuove centrali nucleari. Si tratta di un quesito molto articolato per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Gli altri punti toccati dai quesiti sul nucleare riguardano la localizzazione delle centrali, le procedura autorizzative e altre norme che contengono disposizioni strettamente funzionali al perseguimento degli impegni internazionali e comunitari dell’Italia, in particolare legati all’ambito di operatività del trattato Euratom.

febbraio 2011

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JOSÈ MANUEL BARROSO

EUROPA

José Manuel Barroso: è necessario aumentare l’efficienza energetica in UE

SVIZZERA

ITALIA

Solar Impulse pronto per i cieli europei

Porto Tolle si converte

Il 2010 è stato l’anno della verità per Solar Impulse, l'aereo che lo scorso anno ha vinto la scommessa di volare di notte grazie alla sola energia del sole. Il velivolo voluto dallo svizzero Bertrand Piccard non mira a trasportare passeggeri, bensì un messaggio: ''abbiamo dimostrato che con la tecnologia pulita si possono vincere sfide che si credevano impossibili e che questo è possibile già adesso''. Il 2011 sarà l’anno delle conferme: il velivolo partirà alla sfida dei cieli europei, mentre proseguirà la costruzione del nuovo aereo.

Arriva l'ok del ministero dello Sviluppo Economico per la conversione a carbone della centrale termoelettrica di Enel a Porto Tolle. Con il nuovo assetto la centrale potrà operare con tre sezioni alimentate a carbone e, parzialmente, a biomasse (contro le attuali quattro alimentate a olio combustibile denso, da 660 MW elettrici ciascuna), per una potenza elettrica lorda nominale complessiva di 1.980 MW. L'intervento comporta un investimento da parte dell'azienda pari a circa 2 miliardi di euro, i lavori potranno essere conclusi in sei anni.

ITALIA

Finanziamenti per il sostegno del trasporto delle merci su ferro

ITALIA L'Europa va troppo piano sul tema dell'efficienza energetica. Lo ha denunciato il presidente della Commissione europea, Jose' Manuel Barroso, nella prima conferenza stampa del 2011 dedicata al tema della crescita e della governance economica. ''Lasciatemi dire con franchezza: mentre stiamo facendo grossi passi avanti sul tema delle risorse rinnovabili, tanto che ora e' realistico pensare che riusciremo a raggiungere l'obiettivo del 20% nel 2020, non è così per il recupero di efficienza energetica che pure è di fatto la nostra miglior fonte di energia''.

CINA

Nuova tecnologia per riutilizzare l’uranio già processato Secondo la televisione cinese CCTV, alcuni scienziati del Sol levante avrebbero sviluppato una nuova tecnologia per il riprocessamento del carburante nucleare, capace di risolvere potenzialmente il problema di approvvigionamento cinese dell'uranio. Secondo i ricercatori cinesi le risorse di uranio cinesi già stoccate potranno essere riusate per altri 3000 anni. Attualmente in Cina sono in funzione 12 reattori per una capacità totale di 10,15 Gwatt di potenza generata che dovrebbero diventare 40 Gwatt entro il 2020.

EUROPA

In provincia di Salerno il comune riciclone della Campania Roccagloriosa, comune di circa 1700 abitanti in provincia di Salerno, con il 93,6 % di raccolta differenziata è il ''Comune Riciclone Campano'' 2010. Al secondo posto Atena Lucana, sempre in provincia di Salerno, con il 93,20% e medaglia di bronzo per il comune avellinese di Chiusano San Domenico con l'85,11%. Complessivamente sono 160 i comuni ricicloni campani che hanno superato il 50% di raccolta differenziata. Tra i capoluoghi di Provincia la maglia rosa spetta ad Avellino con 61,57 % di raccolta differenziata, seguita da Salerno con il 59,98%. Terza Caserta con il 47,25%. Piu' indietro Napoli con il 18,53% e Benevento con il 16,96.

Barroso: il Nabucco s’ha da fare L'Unione europea fa pressing per avere da Turkmenistan e Azerbaigian ''impegni concreti'' a favore del cosiddetto ''corridoio sud'' ed in particolare del gasdotto Nabucco. Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha annunciato che insieme con il commissario per l'energia Guenther Oettinger si muoverà proprio allo scopo di ''spingere'' in tal senso. ''Credo che la sicurezza e la diversificazione dei nostri rifornimenti energetici - ha detto Barroso - siano una delle priorità strategiche dell'Europa''.

AUSTRALIA

Come corrono queste auto Il veicolo a energia solare più veloce del mondo? Un'auto australiana con la stessa potenza di un tostapane che , dopo aver registrato in una prova a cronometro 88 chilometri l'ora, ha superato il record precedente di quasi 10 chilometri. La Solar Racer Sunswift IV è stata progettata e costruita da docenti e studenti dell'Università del Nuovo Galles del Sud, è alimentata da celle solari al silicio e a piena velocità produce circa 1.200 Watt, la stessa potenza di un tostapane.

Circa 7 milioni, per il finanziamento di interventi di sostegno del trasporto combinato e trasbordato su ferro e per gli investimenti delle imprese di autotrasporto di merci finalizzati al miglioramento dell'impatto ambientale e allo sviluppo della logistica. Saranno ammessi ai finanziamenti le imprese utenti di servizi di trasporto ferroviario. L'accesso ai contributi è subordinato all'effettuazione, su base annua, di almeno 48 coppie di treni completi e all'impegno a mantenere lo stesso volume l’anno successivo.

ITALIA

Certificazioni di qualità per Enel Enel Energia e Enel Servizio Elettrico, le due societa' del Gruppo per la fornitura in Italia di energia rispettivamente sul Mercato Libero e sul Mercato di Maggior Tutela, hanno conseguito la Certificazione ISO 9001 degli standard di qualità del servizio offerto. Enel Energia ha ottenuto la prima emissione del certificato UNI EN ISO 9001:2008, mentre Enel Servizio Elettrico ha invece ottenuto il rinnovo del certificato, all'ultima edizione della norma UNI EN ISO 9001:2008. L'ambito di certificazione è l'attività di relazione con il cliente attraverso i canali Punti Enel e Contact Center


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febbraio 2011

Il mondo in breve

ITALIA

ITALIA

Confindustria: priorità a efficienza energetica

Monte dei Paschi di Siena: le nuove filiali ecologiche

Confindustria veste i panni del decisore pubblico e delinea una proposta di politica industriale a carattere nazionale con il “Piano straordinario per l'efficienza energetica”. Questo piano potrebbe costituire un vero e proprio pilastro per la green economy: attiverebbe in 10 anni 130 miliardi di euro di investimenti e 238,4 miliardi di euro di nuova produzione industriale, creando 1.635.000 nuovi occupati. Richiederebbe 16,7 miliardi di euro di incentivi pubblici in dieci anni, ma produrrebbe un risparmio ben superiore (25,6 miliardi di euro risparmiati per la bolletta energetica e di 5,2 miliardi di euro risparmiati per il costo delle emissioni di CO2 evitate, attivando interventi di efficienza energetica in nove settori: trasporti, motori e inverter, illuminazione, edilizia, caldaie a condensazione, pompe di calore, elettrodomestici, gruppi statici di continuità, cogenerazione. Purtroppo fino ad oggi non si rileva grande interesse intorno alla proposta.

Banca Monte dei Paschi ha iniziato a progettare le sue filiali sia agendo sulla riduzione dei consumi energetici sia cercando di minimizzare l'impatto ambientale delle sue dipendenze e del patrimonio immobiliare strumentale in genere. Una delle prime realizzazioni e' stata quella che ha visto nascere e svilupparsi la prima filiale ecologica con un piano di recupero dell'ex complesso rurale 'La Vigna', a Castelnuovo Berardenga (Siena), un ex fienile abbandonato ristrutturato nella logica green. Questo, spiega il presidente del Gruppo Giuseppe Mussari ''e' il futuro e noi dobbiamo cominciare a realizzarlo''.

L’ospedale al centro del progetto Progetto Udine verso la trigenerazione La centrale tecnologica dell'ospedale sarà il nucleo centrale del sistema di trigenerazione del “Progetto Udine”: sarà prodotta energia termica (centrale da 83,5 MW), frigorifera (30 MWf) ed elettrica (9,7 MW). L'energia prodotta sarà utilizzata principalmente per le necessità dell'ospedale, mentre un'altra parte di calore verrà convogliata per il teleriscaldamento cittadino: a beneficiare del riscaldamento distribuito attraverso una rete di tubi lunga 13 chilometri saranno edifici esterni all'ospedale: l'Università, il Palamostre, il collegio Tomadini, alcune scuole e anche una serie di edifici residenziali privati. La rete del teleriscaldamento sarà gestita dall'utility Amga e porterà energia termica a 39 grandi utenze. Dopo la firma dell'accordo di programma, nel 2006, le istituzioni hanno bandito una gara, vinta da un'associazione temporanea d'impresa guidata dalla capogruppo Siram, da Rizzani De Eccher, Arco Lavori e Cooperativa Cpl Concordia. L'associazione di imprese garantirà realizzazione e gestione delle opere con una concessione trentennale: la formula del Partnerariato Pubblico Privato (PPP) prevista dal Codice dei Contratti (D.Lgs 163/06) è lo strumento per progetti di questo tipo. A garantire gli investimenti è stato un piano di Finanza di Progetto; secondo le previsioni l'opera sarà realizzata con investimenti privati, che saranno remunerati attraverso il diritto a erogare, in concessione pluriennale, servizi di manutenzione ed energetici all'ospedale in via esclusiva.

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ITALIA

CINA

Fincantieri varata nave per materiali radioattivi

Con 41,8 GW è record per eolico installato

E' stata varata alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e del ministro russo all'Industria Viktor Khristenko, 'Rossita', la nave per il trasporto di materiali radioattivi derivanti dallo smantellamento dei sommergibili nucleari russi, il cui nome indica la cooperazione tra Russia (Ross) e Italia (Ita). La nave che ha un valore di circa 70 milioni di euro è stata realizzata da Fincantieri nello stabilimento del Muggiano e sarà utilizzata dalla società russa Atomflot, che fa capo all' Ente per l' energia atomica della Federazione Russa Rosatom, per trasportare combustibile irraggiato.

Un rapporto diffuso dall’agenzia di stampa Xinhua ha definito la Cina come il paese con il più alto valore di potenza eolica istallata a livello mondiale. Il primato avviene in seguito all’attivazione di 16 GW nell’anno passato che hanno fatto raggiungere una potenza istallata di 41,8 GW posizionandola davanti agli Stati Uniti, che alla fine del 2010 hanno dichiarato 40,2 GW. La relazione non ha però specificato quanta capacità energetica sia attualmente in grado di essere immessa alla rete di trasmissione e distribuzione elettrica. Alcuni parchi eolici cinesi nel corso del 2010 hanno lavorato a lungo al di sotto delle capacità a causa dell’inadeguata rete di trasmissione che non è stata in grado di accogliere l’energia prodotta dai nuovi impianti attivati dove in numerosi casi non è stato possibile azionare le turbine già dal primo giorno di attività del parco. Per queste ragioni la Cina sta lavorando all’implementazione della rete.



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febbraio 2011

Way of life

A CURA DI ANDREA SPONZILLI

GIGANTI • UNA VOLTA ERA MICROSOFT

Apple vs Google storia di un imminente impatto frontale Con l’ingresso nella telefonia di Google,Apple e la Big G sono diventati competitori diretti: storia delle due più brillanti aziende contemporanee Apple e Google, Steve Jobs ed il terzetto Page-Brin-Schmidt, la Mela e la Big G, sono questi i nomi, sono queste le aziende, sono queste le icone dei giganti che dominano il mondo digitale contemporaneo: Apple distribuisce l’hardware più bello, accattivante e tecnologicamente avanzato; Google fornisce i contenuti, il software ed il motore di ricerca “più cool” ed utilizzato; prima alla ricerca di una integrazione e collaborazione reciproca, oggi rivali e duellanti per la conquista dei veri simboli dei nostri tempi, smartphone e web tv, iOS e Apple TV vs Android e Google TV. La dicotomia non finisce qui, anzi, le due aziende cult offrono una interessante lettura dei nostri tempi, tempi in cui magari l’ideologia politica ha perso mordente ma in cui “illuminate” aziende riescono a far presa oltre i meri prodotti offerti; non è un caso che Intelligent Life, supplemento trimestrale dell’Economist, abbia titolato “Appleism contro Googleism” proprio a sottolineare come le due aziende siano

La buona tavola si conferma vera passione per molti italiani, ma quanto è green il mondo gourmet? Rivolgiamo a Alessandro Bocchetti qualche domanda per capire quale sia lo stato dell’arte della ristorazione italiana, non trascurando l’indicazione di alcune tavole italiane d’eccellenza attente alla sostenibilità. Green voice è un mensile che si occupa di ecologia ed energie rinnovabili. Nella ristorazione italiana contemporanea, quanto sono centrali le tematiche “green”? Le tematiche Green sono sempre più centrali nel comparto enogastronomico italiano. Nel vino, come nel cibo, è sempre più vivo l'interesse dei produttori e consumatori verso un prodotto che sia sempre più non solo buono, ma anche “ambientalmente” corretto e figlio di una tradizione contadina rispettosa dell'ambiente e del territorio. È opinione condivisa che un piatto riuscito nasca dal binomio ottime materie prime - grandi tecniche, quanto spesso è sacrificata la sostenibilità su questo altare? Credo sempre meno, si ha sempre più consapevolezza che le tecniche siano solo una parte (anche se importante) del processo e che la provenienza e l'eccellenza della materia prima sia ugualmente importante. Tale concetto è

portatrici di una reale filosofia che si riverbera in stili di vita differenti ed in scelte, spesso ma non sempre, diametrali. La parola d’ordine a Cupertino è “integrazione”, Apple è infatti un mondo chiuso e circoscritto ai suoi clienti, o dentro o fuori, senza vie di mezzo; la fedeltà al marchio ripaga il cliente con una usabilità senza confronti ed una perfetta integrazione e sinergia tra tutti i gadget della casa ed iPad, a patto, però, di aver anticipatamente sborsato la cifra non propriamente economica dei device con la Mela. A Mountain View la logica dell’integrazione lascia il posto alla “divinazione” della libertà: Google è un universo aperto, posato sulle fondamenta dell’ open source, che permette a tutti di penetrare all’interno del suo codice e di modificarlo secondo le proprie preferenze puntando sul valore aggiunto di community; Google lascia i suoi clienti liberi di scegliere il prodotto che maggiormente si confà alle proprie esigenze, mettendogli a disposizione, appunto, gli strumenti di ricerca più avanzati,

il tutto senza alcun esborso finanziario ma a discapito della privacy degli utenti minacciata dalla vendita dei propri indirizzi email e gusti a pubblicitari, che, in sintesi, è il modo di far business dell’azienda. Non sono però solo le differenze gli ingredienti di questa saga giunta forse allo scontro finale, le due aziende hanno, infatti, anche parecchi elementi in comune: entrambe sono nate in California, nell’incredibile fucina di tecnologia quale è la Silicon Valley; sia Apple che Google hanno una logica aziendale che mira all’affermazione dei giovani e che spalanca le porte lavorartive alle donne ed alla società multietnica; entrambe si distinguono per capi estremamente carismatici che hanno sviluppato una cultura aziendale alternativa, quasi rivoluzionaria e ribelle, basata non da ultimo su abbigliamento casual ed arredo minimalista ed ecocompatibile. Non è distante il giorno in cui anche noi clienti dovremmo schierarci: “Appleisti” profeti dell’ordine, o “Googleisti” predicatori della libertà e del caos che ne consegue?

INTERVISTA

Buona tavola e sostenibilità La ristorazione italiana è ecofriendly Alessandro Bocchetti è un noto giornalista enogastronomico che, dopo aver collaborato con le principali testate editoriali di settore, oggi, oltre alla collaborazione storica con il Gambero Rosso di cui è una delle firme di punta, coordina anche il seguitissimo sito di enogastronomia www.scattidigusto.it fondato dal collega e giornalista Vincenzo Pagano.

valido soprattutto in un paese come il nostro che è una vera miniera di materie prime e saperi rurali sul cibo. Quale o quali sono gli chef italiani più attenti alla sostenibilità ed all’eco-compatibilità delle loro proposte? Ritengo che tutta la "nuova cucina italiana" sia molto attenta a tematiche come quelle della sostenibilità. C'è una nuova generazione di cuochi che si interroga sui prodotti, sulle materie prime e sulla territorialità dei propri piatti; che non si limita ad acquistare materia prima, ma sempre più entra e collabora con produttori (spesso biologici o biodinamici) entrando così in prima persona nel processo produttivo. I nomi? Sono molteplici, ma i primi che mi saltano in mente sono Niko Romito del Reale, Norbert Niederkofler a San Cassiano, Gennaro Esposito della Torre del Saracino, Massimo Bottura dell’Osteria La Francescana, il giovanissmo Giorgio Parini del Povero Diavolo, ma l'elenco potrebbe essere molto lungo. Se dovesse scegliere, quale piatto citerebbe come

emblema del “green” nell’alta ristorazione? Il primo che mi salta in mente è la minestra di pasta di gragnano pesci di scoglio e crostacei, della torre del saracino di Vico Equense, un piatto che urla territorio, sapienza antica e rispetto delle tradizioni, ma anche freschezza e modernità. Cambiando prospettiva, i clienti ricercano nel piatto tali tematiche? I clienti sono sempre più sensibili al tema del biologico e del sostenibile, talvolta anche inconsapevolmente, ricercando integrità e correttezza nei piatti. Quali sono le tendenze gastronomiche per il 2011? La tendenza mi appare simile alla moda e poco acconcia ad un comparto antico e importante come quello dell'enogastronomia. Comunque credo che sia sempre più percepibile una richiesta di sostanza, di ricerca e rispetto del territorio, della stagionalità e dei sapori precisi. Una provocazione: tradizione o innovazione? Né l'una né l'altra, solo buona cucina!

CINEMA

È arrvato in italia LaVersione di Barney film tratto dall’omonimo romanzo di culto

Importante caso editoriale e amatissima opera letteraria, “La versione di Barney” di Mordecai Richlelr approda sul grande schermo, grazie anche ad una coproduzione italiana, in una riduzione cinematografica estremamente godibile ma che sconta l’ineluttabile confronto con il famoso romanzo: se va riconosciuto al regista Richard J. Lewis lo sforzo di proporre un adattamento coerente nella trama e nel tono brillante della scrittura di Richler,meno riuscita è la trasposizione del carattere “ingombrante”, irriverente e politicamente scorretto di Barney Panofsky, interpretato da un perfetto Paul Giamatti, ottenendo come risultato un Barney mortificato nella sua caratterizzazione yiddish e allineato alla schiera di protagonisti-eroi che affollano il genere. Grande assente della pellicola è l’espediente narrativo utilizzato dallo scrittore canadese: Barney Panofksy, incalzato dalla pubblicazione del romanzo in cui un ex detective lo accusa dell’omicidio di Boogie, suo caro amico e promettente scrittore,decide di rispondere alle calunnie con la sua “versione” dei fatti,la versione di Barney,ripercorrendo in questo modo una vita, la sua, raccontata con tutte le incertezze derivanti da una memoria gradualmente compromessa e caratterizzata da alcool,Montecristo e da tre donne,le tre signore Panofsky. L’attesa voce narrante risulta qui sacrificata a favore di un racconto tessuto tra diversi piani temporali richiamati da lunghi e frequenti flashback che, pur rendendo la narrazione fluida,ad un’analisi comparativa con il romanzo fa apparire la versione cinematografica eccessivamente semplicistica ed oggettiva,rimandando solamente al titolo la reale natura soggettiva del racconto. Ottime sono le interpretazioni degli attori spalla: l’amatissima terza signora Panofsky, Miriam,è interpretata dall’ex bondgirl Rosamund Pike che convince con una leggiadra recitazione rendendola vera luce femminile del film, offuscata, si fa per dire, solo dalla superlativa presenza di Dustin Hoffman, perfettamente a suo agio nei panni dell’ironico padre poliziotto di Barney. Da vedere.


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febbraio 2011

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Giovani talenti

INTERVISTA

C’erano una volta famiglie di artigiani che si tramandavano le virtù di padre in figlio; c’erano una volta gli istituti tecnici industriali che formavano ragazzi e li preparavano all’ingresso nel mondo del lavoro; c’erano una volta i marchigiani, popolo creativo e laborioso. O forse tutto questo c’è ancora. Mattia Gabarrini è un ragazzo con i piedi per terra che dall’officina di casa è arrivato a vendere le sue attrezzature fitness sui mercati mondiali. Prima ha iniziato a ripararle, poi a progettarle e realizzarle, ora fa tutto ciò nello stabilimento di Senigallia, sede di Luxtrainer, dove si svolgono tutte le fasi di sviluppo e realizzazione dei prodotti. L’azienda produce strumenti di alta gamma destinati a chi desidera allestire un'area di training all'insegna della qualità e dell'italian design. Capace di coniugare la sapienza artigianale con la più avanzata tecnologia in prodotti unici, esclusivi nei dettagli, non più semplici macchine ma elementi di arredo e dal design unico e sofisticato. L’ambiente aziendale è positivo: l’attenzione al benessere organizzativo, alla qualità, alla responsabilità ambientale e sociale sono cifre visibili al primo impatto. È proprio l’approccio green ciò che interessa noi. Tutti i prodotti Luxtrainer sono progettati e realizzati per durare a lungo: i telai sono accompagnati da garanzia a vita Limited Lifetime Structural Warranty a conferma della lunga durata ed affidabilità delle attrezzature; le vernici a polveri utilizzate in produzione sono senza solventi chimici, selezionate ed acquistate esclusivamente dai produttori leader per qualità del prodotto e per l'attenzione che anch'essi dedicano all'impatto ambientale; ricerca del minimo consumo di risorse ambientali in termini di materiali come cartone, plastica e legno: gli imballaggi dei prodotti sono accuratamente progettati in termini di minimo ingombro e ri-usabilità. Dal punto di vista commerciale Luxtrainer ha avviato relazioni commerciali a diverse latitudini: si va dalle strutture ricettive quali hotel,

Mattia Gabarrini un artigiano al tempo della globalizzazione

Bellezza e funzionalità le chiavi del successo di Luxtrainer Il fitness marchigiano dall’officina domestica ai mercati internazionali nel giro di pochissimi anni resort, country house e beauty farm che desiderano dedicare ai propri clienti una esclusiva area fitness ad aziende e abitazioni private. Le chiavi del successo le troviamo nella parole di Mattia: “da quando mi sono affacciato al mondo del lavoro, non c’è stato un giorno in cui non ho sentito pronunciare intorno a me la parola crisi , anzi forse proprio per questo la mia scelta imprenditoriale sin dall’inizio è stata considerata da molti un salto nel buio. Sicuramente negli ultimissimi anni la battaglia sul mercato si è fatta più aspra, ma nel nostro segmento, costituito da consumatori attenti più alla qualità che al prezzo c’è stata una conferma del nostro posizionamento di nicchia che ci differenzia nettamente da qualsiasi altro marchio del fitness”. Ma non sono tutte rose e fiori: oggi Mattia può parlare cosi, dopo anni di sacrifici e di lavoro duro, di soddisfazioni e di delusioni. Ma la vita dell’imprenditore è proprio questa. E non è da tutti.

CARTA D’IDENTITÀ Nome: Mattia Gabarrini Età: 29 Nascita: Senigallia Residenza: Senigallia Web: www.luxtrainer.com Qualcosa di lui: 2000 - Diploma presso l'Istituto Tecnico Industriale Statale Vito Volterra di Ancona (specializzazione capotecnico – meccanica) con la votazione di 87/100; 2002 - a soli 20 anni, abbandona gli studi per dedicarsi a tempo pieno allo sviluppo di una propria gamma di attrezzature per il fitness, che assumerà il nome Luxtrainer, oggi marchio registrato in oltre 30 paesi nel mondo. I suoi prodotti sono stati esposti nelle maggiori fiere dedicate al lusso e menzionati su primarie riviste di lifestyle; 2006 – entra nel Comitato Giovani Imprenditori di Confindustria di Ancona. 2010 – riceve il Premio Cavalierato Giovanile – edizione Provincia di Ancona. Interessi: viaggiare in luoghi di mare, nel poco tempo a disposizione

Se vuoi promuovere la tua attività su Green Voice contattaci ai seguenti recapiti: telefono 06.85304252 telefax 06.85301878 e-mail segreteria@green-voice.eu

A che età e perché hai cominciato l'attività? Il mio primo ordine di barre di acciaio ad una ferramenta della zona è datato 15 Marzo 2002. Avevo compiuto 20 anni da poco e frequentavo il primo anno di ingegneria, dopo aver ottenuto il diploma di perito industriale con specializzazione meccanica. Dal principio la vita universitaria non mi dava soddisfazioni: al ritorno dalle lezioni, invece di studiare, mi divertivo nell’officina casalinga. Un giorno riparai un attrezzo ginnico di un amico, poi iniziai a disegnare e a realizzare nuovi attrezzi. In quel momento è nata la voglia di provarci per davvero, di affrontare il mercato. Perché il nome Luxtrainer? Quando realizzai il primo prototipo di multistazione, un’isola dove allenare contemporaneamente quattro persone in uno spazio molto contenuto, invitai alcuni titolari e istruttori di palestre della zona. La loro prima reazione fu: “ma ci vogliono i guanti per usarla?” tanto furono colpiti dalla cura dei dettagli e dalle rifiniture di lusso del prodotto. Così decisi il nome Luxtrainer dall’unione di luxury e trainer, cioè le due parole che al meglio sintetizzano la nostra filosofia. Chi ti affianca nelle scelte gestionali? La mia passione per la meccanica deriva dal fatto che sono nato e cresciuto in una famiglia di artigiani che da oltre venticinque anni si occupa di costruzioni meccaniche. Ancora oggi mio padre è prodigo di consigli nei miei confronti, utili a frenare la mia esuberanza. Fino ad oggi più soddisfazioni o più delusioni? Molte volte le delusioni ti riportano repentinamente con i piedi per terra mentre stai sognando; ma poi il bello è andare avanti finché non si inizia a vincere qualche battaglia con se stessi, con il mercato e con chi non ci ha mai creduto. Come vedi il futuro tuo e quello di Luxtrainer? Sul futuro sono ottimista, se mi guardo indietro e ripenso a quante cose siamo stati in grado di fare con i miei collaboratori e a quante ce ne sono ancora da fare. I prossimi traguardi sono ambiziosi, perciò difficili, impegnativi, ma non impossibili. È questa la vita dell’imprenditore.


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IL SONDAGGIO

febbraio 2011

Community

Quale media preferisci per informarti?

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@ To: Green Voice @ From: Berenice Object: web Text: la versione cartacea è ok ma dovete potenziare il web

@ From: Gianni Object: Fossili o nucleare Text: credo che le rinnovabili potranno crescere fino ad un certo punto, ma non si può pensare che una nazione di 60 milioni di persone risolva la questione della domanda energetica dalle fonti rinnovabili. La realtà è che bisogna scegliere tra fossili e nucleare. Questo è il tema vero. Bisognerebbe avere il coraggio di dirlo alla gente.

radio 10% carta stampata 20%

@ From: Berenice Object: risparmio carta

50% internet

20% televisione

Text: una volta uno mi disse che i computer un giorno avrebbero preso il posto della carta usata per stampare. Chissà cosa direbbe ora quello stesso se sapesse che ogni giorno vengono stampate migliaia di pagine utilizzando proprio il computer, molte delle quali senza alcun motivo, visto che il contenuto è già stato letto sullo schermo del PC, e in ogni modo è comunque possibile rileggerlo, sempre sullo schermo del PC e non solo, in ogni momento e in ogni luogo.

@ From: Chiara 71 Object: acqua pubblica

I risultati del sondaggio condotto fra i lettori mettono in evidenza cambiamenti di abitudini ormai affermati tra i fruitori di informazioni. Un trend continuo che sposta utenti dai media tradizionali verso internet. Questo fenomeno però è differente a seconda delle latitudini: in Italia l’utenza si sposta dalla versione cartacea a quella web della stessa testata; negli States invece si affermano nuovi contenitori. In Italia, secondo la classi-

fica stilata da Alexa e i dati disponibili su Google Trend, La Repubblica figura al nono posto tra i siti italiani più visitati (preceduta soltanto da corazzate come Google, Facebook, Yahoo, Wikipedia e Libero), e Il Corriere della Sera si attesta invece al dodicesimo posto. Negli States a luglio 2010 le reti di blog Gawker Media e

Huffington Post hanno battuto ogni altro giornale nel mese di luglio, ad eccezione del New York Times. Questi dati (raccolti da comScore) spingono il direttore del gruppo Gawker Nick Denton ad affermare che per il suo network la vera sfida non è più con i giornali tradizionali ma con le altre forme di informazione. La stessa considerazione potrebbe aver spinto proprio il New York Times a ripensare le proprie forme distributive: il direttore Arthur Sulzberger ha dichiarato che in futuro la testata potrebbe non avere più un supporto fisico.

Text: Nonostante le azioni di mobilitazione dei cittadini attraverso email e presidi in corso dal mese di Novembre, la regione Lombardia ha approvato una proposta di legge che affida di fatto l'acqua al mercato e alle multinazionali pronte ad entrare nella gestione dell'acqua in Italia.

@ From: Ing. Ragni Object: politica energetica e industriale Text: In Italia manca da decenni una seria politica energetica e industriale. Le scelte energetiche sono state dettate dall’emotività (referendum nucleare) o dalla moda prevalente nell’opinione pubblica (benefici alle rinnovabili). Nel primo caso, il nucleare, l’Italia era all’avanguardia sia nella ricerca che nelle tecnologie, aveva una filiera industriale che funzionava. Dall’oggi al domani è finito tutto e oggi scontiamo un ritardo che ci costerà caro a tutti noi contribuenti e dovremo affidarci a industrie straniere. Nel secondo caso, le rinnovabili, i governi che si sono succeduti hanno deciso di dare un forte impulso allo sviluppo della produzione energetica dalle rinnovabili. Anche in questo caso i benefici andranno a tedeschi e cinesi che hanno una forte industria manifatturiera specializzata nel settore. È possibile che nessuno in Italia pensi in termini combinati la politica energetica con quella industriale?



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