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I CULT DEL GRANDE CINEMA POPOLARE Collana diretta da Claudio Bartolini
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2019. DOPO LA CADUTA DI NEW YORK [ 1983 ] DI
SERGIO MARTINO MANUEL CAVENAGHI
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2019. DOPO LA CADUTA DI NEW YORK DI SERGIO MARTINO
Prefazione
Siamo quasi a metà del 2019 e noto con piacere – anche con un certo stupore – l’interesse per quel film postatomico che girai nel lontano 1983. Merito di una generazione di cinefili che oggi apprezzano i nostri generi di quel tempo, grazie ai quali il cinema italiano visse una stagione produttiva notevole, collocandosi al secondo posto nella cinematografia occidentale. Statisticamente, quel film fu uno degli ultimi ad avere un risultato positivo tale da farlo vendere in tutto il mondo (ancora oggi). Era già in atto, infatti, l’impossibilità realizzativa di stare al passo con le nuove tecnologie che si stavano sviluppando negli Stati Uniti: noi italiani non godevamo di supporti economici a causa delle miopie politiche del tempo. La politica, votata in gran parte al finanziamento più o meno lecito dei partiti e disponibile soltanto verso il cinema d’autore, non era di certo favorevole al genere e, quindi, al miglioramento tecnologico per implementarne la spettacolarità. L’arte di arrangiarsi e la fantasia italiana, da allora, non bastarono più. Molti tra i giovani che amano e studiano quel cinema – Manuel Cavenaghi e Claudio Bartolini in testa – stanno rivisitando quel 2019 da me descritto in modo apocalittico, come un futuro che non doveva appartenermi, realizzando un approfondimento su quanto già da me descritto nella mia autobiografia Mille peccati… nessuna virtù ?. Ora che lo stiamo vivendo, prima di tutto mi sorprende di esserci
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PREFAZIONE
ancora, nel 2019. Quando girai il film mi sembrava un anno molto lontano e non mi ponevo di certo il problema se ci sarei o meno stato. Da qualche tempo avevo cominciato a pensarci e ora, vivendo il reale 2019, mi rendo conto che per fortuna il disastro nucleare che avevo raccontato non è avvenuto. Quello ambientale, invece, sta avvenendo, e ho la sensazione che non tutti se ne rendano conto. Speriamo se ne prenda coscienza e si arresti l’inquinamento in modo definitivo. Ci vorranno anni, troppi anni, perché io possa sincerarmene e spero che non resti un’utopia. Ma torniamo a 2019. Negli anni trascorsi da quando lo realizzai, ho avuto modo di ricordarmene. In quel tragico 11 settembre 2001, mi tornò in mente all’improvviso: d’istinto le immagini trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo mi sembrarono molto simili a quelle della New York del film e, per un attimo, sperai che anche quello spettacolo fosse solo finzione. Ma era tutto vero e le Torri Gemelle cadute, purtroppo, non erano quell’arcaico modellino realizzato da Antonello Geleng… Il fatto che oggi si scriva e si parli di 2019. Dopo la caduta di New York grazie a quei giovani – molti dei quali, in quegli anni, erano appena nati – è per me una piacevole sorpresa. Indipendentemente dalla valutazione sui contenuti di quella storia e dalla benevolenza che dimostrano nell’accettazione dei suoi effetti speciali pionieristici, auguro a questi studiosi di poter sperare che le prospettive per il futuro del cinema e del pianeta siano diverse da quanto narrato da quella sceneggiatura, che raccontava una possibile realtà realizzata con la cartapesta. Con la speranza che per il futuro resti tale: finta e non credibile. Sergio Martino
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2019. DOPO LA CADUTA DI NEW YORK DI SERGIO MARTINO
Cognome
Martino
Nome
Sergio
nato il
19 luglio 1938
a
Roma
mestieri cinematografici
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Regista, sceneggiatore, produttore
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LA CARTA D’IDENTITÀ DEL REGISTA
FILMOGRAFIA (REGIE) Mille peccati… nessuna virtù, 1969 America così nuda, così violenta, 1970 Arizona si scatenò… e li fece fuori tutti!, 1970 Lo strano vizio della signora Wardh, 1971 La coda dello scorpione, 1971 Tutti i colori del buio, 1972 Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, 1972 I corpi presentano tracce di violenza carnale, 1973 Giovannona Coscialunga disonorata con onore, 1973 Milano trema: la polizia vuole giustizia, 1973 Cugini carnali, 1974 La bellissima estate, 1974 La città gioca d’azzardo, 1975 La polizia accusa: il servizio segreto uccide, 1975 Morte sospetta di una minorenne, 1975 40 gradi all’ombra del lenzuolo, 1976 Spogliamoci così, senza pudor…, 1976 Mannaja, 1977 La montagna del dio cannibale, 1978 Il fiume del grande caimano, 1979 L’isola degli uomini pesce, 1979 Sabato, ep. in Sabato, domenica e venerdì, 1979 La moglie in vacanza… l’amante in città, 1980 Zucchero, miele e peperoncino, 1980 Cornetti alla crema, 1981 Spaghetti a mezzanotte, 1981 Assassinio al cimitero etrusco (come Christian Plummer), 1982 Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande, 1982 2019. Dopo la caduta di New York (come Martin Dolman), 1983 Acapulco, prima spiaggia… a sinistra, 1983
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Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, 1983 Se tutto va bene siamo rovinati, 1983 L’allenatore nel pallone, 1984 Mezzo destro mezzo sinistro. 2 calciatori senza pallone, 1985 Doppio misto, tv movie, 1985 Caccia al ladro d’autore, miniserie in 7 episodi, 1985-1986 Ferragosto, tv movie, 1986 Vendetta dal futuro (come Martin Dolman), 1986 La famiglia Brandacci, tv movie, 1987 Provare per credere, tv movie, 1987 Un’australiana a Roma, tv movie, 1987 Qualcuno pagherà, 1988 Rally, serie tv, 1988 American risciò (come Martin Dolman), 1989 Casablanca Express, 1989 Mal d’Africa (come Martin Dolman), 1990 Sulle tracce del condor (come Martin Dolman), 1990 Spiando Marina (come George Raminto), 1992 Un orso chiamato Arturo, 1992 Delitti privati, miniserie in 4 episodi, 1993 Graffiante desiderio, 1993 La regina degli uomini pesce, tv movie, 1995 Padre papà, tv movie, 1996 Mamma per caso, miniserie in 4 episodi, 1997 A due passi dal cielo, tv movie, 1999 Cornetti al miele, tv movie, 1999 L’ispettore Giusti, serie tv, 1999 Mozart è un assassino, tv movie, 1999 Il cielo tra le mani, tv movie, 2000 L’ultimo rigore, tv movie, 2002 Una donna scomoda, tv movie, 2004 L’ultimo rigore 2, tv movie, 2006 Carabinieri, serie tv, 2006-2007 L’allenatore nel pallone 2, 2008 Il paese delle piccole piogge, tv movie, 2012
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2019. DOPO LA CADUTA DI NEW YORK (1983) REGIA: Sergio Martino (come Martin Dolman); SOGGETTO: Ernesto Gastaldi (come Julian Berry), Sergio Martino (come Martin Dolman); SCENEGGIATURA: Ernesto Gastaldi (come Julian Berry), Sergio Martino (come Martin Dolman), Gabriel Rossini; FOTOGRAFIA: Giancarlo Ferrando (come Charlie Mc Farrow); OPERATORE ALLA MACCHINA: Enrico Lucidi (come Hank Lighter); ASSISTENTE OPERATORE: Bruno Cascio (come Bruce Heller); AIUTO REGISTI: Massimo Manasse (come Matthew Mills), Alain Sens-Cazenave; MAESTRO D’ARMI: Nazzareno Cardinali (come Dick Rozov); SCENE ACROBATICHE: Riccardo Petrazzi (come Patrick O’Neill); FOTOGRAFO DI SCENA : Francesco Narducci (come Frank Nye); ATTREZZISTI: Adriano Tiberi (come Sam Olsen), Angeluccio Maccarinelli (come Bill Chappell); MUSICA: Guido e Maurizio De Angelis (come Oliver Onions); FONICO: Roberto Petrozzi (come Robert Peterson); MICROFONISTA: Raffaele De Luca (come Ralph De Luca); DISTRIBUZIONE MUSICALE: Edizioni Musicali Cabum; SINCRONIZZAZIONE: N.C.E. International Recording (in collaborazione con C.D.C); FONICO MIXAGE: Bruno Moreal; EFFETTI SONORI: Studio Sound; MONTAGGIO: Eugenio Alabiso (come Alan Beugen); ASSISTENTE AL MONTAGGIO: Teresa Negozio (come Teresa Fox); AIUTO ASSISTENTE AL MONTAGGIO: Lorenzo Costantini (come Larry Campbell); EFFETTI SPECIALI: Paolo Ricci (come Paul Callard); SCENOGRAFIA: Antonello Geleng (come Tony Geleng); COSTUMI: Adriana Spadaro; ARREDAMENTO: Giacomo Calò Carducci (come Joe King); TAPPEZZERIE:
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LA CARTA D’IDENTITÀ DEL FILM
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Enrico Sanchini; TRUCCO: Fabrizio Sforza (come Fabian Schenk), Gino Tamagnini (come Gene Kimball); PARRUCCHIERE: Giancarlo Marin (come Carl Elting). IntERpREtI E pERsOnAGGI: Michael Sopkiw (Parsifal), Valentine Monnier (Giaiada), Anna Kanakis (ufficiale Ania), Romano Puppo (Ratchet, come Roman Geer), Paolo Maria Scalondro (Bronx, come Vincent Scalondro), Luigi Montefiori (Big Ape, come George Eastman), Luigi D’Ecclesia (Kirk, come Louis Ecclesia), Edmund Purdom (presidente della Confederazione Pan-Americana), Serge Feuillard (comandante Eurak), Haruhiko Yamanouchi (capo dei mangiatori di ratti), Jacques Stany (ufficiale Eurak), Tonino Aschi (Monty Kid, come Tony Askir), Tiziana Fibbi (Melissa, come Tiziana Power), Alessandra Tani (Flower il transessuale, come Alexandra Tanner), Franco Mazzieri (annunciatore alla Nevada Race, come Frank Mezner), Giovanni Cianfriglia (Panther), James Sampson (trombettista), Omero Capanna (soldato Eurak), Domenico Cianfriglia (soldato Eurak), Catharina Dahlin (mangiatrice di ratti), Ottaviano Dell’Acqua (soldato Eurak), Gilberto Galimberti (mangiatore di ratti), Angelo Ragusa (mercenario con il lanciafiamme), Bruno Romagnoli (pilota della Confederazione), Sergio Testori (mercenario), Sergio Ukmar (homeless), Goffredo Unger (soldato Eurak). ORIGInE: Italia, Francia, 1983; VISTO CENSURA: 79089, del 1° settembre 1983. pROduzIOnE: Luciano Martino per Nuova Dania Cinematografica (Roma), Medusa Distribuzione (Roma), Les Films du Griffon (Parigi); PRODUTTORE ESECUTIVO: Mino Loy (non accreditato); ORGANIZZATORE GENERALE: Sergio Borelli (come Boris Gray); ISPETTORE DI PRODUZIONE: Roberto De Laurentiis (come Bob Delson); SEGRETARI DI PRODUZIONE: Antonio Saragò (come Tony Sargent), Colette Guedon (come Colette Rice); CASSIERE AMMINISTRATORE: Leonardo Curreri (come Leonard Curren); SEGRETARIA DI EDIZIONE: Donatella Botti (come Donna Phillips); PELLICOLA: Kodak Eastmancolor; COLORE: Telecolor; TITOLI E TRUKE: Studio 4; RIPRESE: gennaio-febbraio 1983 (INTERNI: Studi De Paolis, Centrale del latte [Roma]; ESTERNI: Roma, Brooklyn [New York], Monument Valley [Arizona], Cave della Magliana [Roma], stabilimenti R.P.A. Elios, Centrale del latte [Roma]). duRAtA cInEMAtOGRAFIcA: 98’ (2688 metri), colore, 1.85, mono. dIstRIbuzIOnE cInEMAtOGRAFIcA: Medusa Distribuzione. pRIMA pROIEzIOnE: 2 settembre 1983.
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tItOLI stRAnIERI: 2019: After the Fall of New York (Stati Uniti); 2019 après la chute de New York (Francia); 2019 Nea Yopkh (Grecia); 2019, tras la caída de Nueva York (Spagna); 2099: Escape de Nueva York II (Messico); Fireflash: Der Tag nach dem Ende (Germania Ovest); New York – 2019 (Norvegia); New York 2019 After the Fall (Danimarca); New Yorkin tuhon jälkeen vuonna 2019 (Finlandia).
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Michael Sopkiw – Parsifal
Valentine Monnier – Giaiada
Luigi Montefiori – Big Ape
Anna Kanakis – ufficiale Ania
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LA CARTA D’IDENTITÀ DEL FILM
Romano Puppo – Ratchet
Paolo Maria Scalondro – Bronx
Edmund Purdom – Presidente della Confederazione
Serge Feuillard – Comandante Eurak
Luigi D’Ecclesia – Kirk
Haruhiko Yamanouchi – Capo dei mangiatori di ratti
Tiziana Fibbi – Melissa
Alessandra Tani – Flower
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tRAMA Anno 2019, vent’anni dopo la fine della guerra atomica. La popolazione degli Eurak ha imposto una dittatura planetaria su quel che resta del mondo civilizzato. Dopo avere scatenato l’olocausto nucleare per annientare gli avversari, gli Eurak si ritrovano a regnare su un pianeta di esseri umani sterili. La città di New York viene fortificata e, nella base operativa al suo interno, vengono compiuti esperimenti genetici sui pochi abitanti non infetti, al fine di trovare una cura all’infertilità. Mentre le milizie eurakiane compiono l’ennesimo rastrellamento tra i miserabili abitanti dei bassifondi newyorkesi, nel deserto del Nevada si svolge un torneo automobilistico all’ultimo sangue. Il campione in carica, Parsifal, sfida da solo i quattro guerrieri a bordo del veicolo avversario. Grazie alla sua astuzia riesce ad avere la meglio e i premi per avere ucciso i rivali sono due licenze di uccidere e uno schiavo transessuale. In sella alla sua moto, Parsifal mostra buon cuore impiegando subito le licenze per graziare due feriti destinati a morte certa e regalando la libertà allo schiavo. Rimasto solo cade in un’imboscata, viene rapito e condotto, con un’astronave, fra i ghiacci dell’Alaska, dove si è ricompattata in gran segreto la cellula della Confederazione Pan-Americana, che si oppone alla dittatura eurakiana. Il presidente della Confederazione affida a Parsifal il compito di trovare nei bassifondi di New York l’unica donna che si dice sia ancora fertile, per poterla portare sul sistema stellare di Alpha Centauri e garantire così la sopravvivenza della razza umana. Inizialmente riluttante, l’uomo accetta quando gli viene offerta la possibilità di prendere parte alla spedizione interplanetaria. New York, però, è fortificata: in essa risiede il quartier generale degli Eurak e non sarà facile per l’eroe entrarvi senza essere catturato dall’esercito che pattuglia la città. Per questo, Parsifal verrà accompagnato da due uomini valorosi, lo scaltro Bronx e il gigante Ratchet. Entrati nella metropoli attraverso i condotti fognari che conducono a un deposito di autobus in disuso, i tre hanno subito a che fare con le bande di disperati che popolano la città e devono farsi largo lottando per sopravvivere. Scampati al primo attacco, scendono nuovamente
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nei cunicoli sotterranei dove, nel tentativo di salvare un nano, Kirk, finiscono prigionieri della banda dei cacciatori di topi. Tra questi c’è la bella Giaiada, unico membro del gruppo a non presentare le tipiche ecchimosi causate dalle radiazioni: che sia lei la donna fertile di cui si vocifera? Lo sguardo di Parsifal sembra confermarlo. All’improvviso, però, il gruppo viene decimato da alcuni soldati Eurak che catturano sia la donna, per sottoporla agli esami di fertilità, sia Parsifal e Bronx perché appartenenti alla Confederazione. Ratchet riesce invece a fuggire. Nella base Eurak i due avventurieri sono sottoposti a interrogatori differenti: quello di Bronx è condotto da un comandante Eurak che cerca di ottenere risposte con la dialettica, mentre quello di Parsifal ha per protagonista la sexy ufficiale Ania, che usa l’arma della seduzione. Rimasto senza sorveglianti l’eroe riesce a scappare, liberando i compagni. Durante l’inseguimento, Bronx sacrifica la sua vita per permettere agli altri di continuare la fuga. Giunti all’esterno della fortezza, Parsifal e Giaiada, aiutati dal redivivo Ratchet e da Kirk, riescono a trarsi in salvo attraverso i condotti fognari. Tra insidie e attacchi degli Eurak, il gruppo trova un alleato in Big Ape, gigantesco uomo scimmia a capo di una sua armata. Ma questi, saputo che Giaiada – come anche lui – è in grado di procreare, cerca di ottenerla sfidando Parsifal, che nega la fertilità della ragazza. Kirk, ormai solidale con i suoi nuovi compagni, rivela di conoscere l’ubicazione dell’unica donna fertile. Si tratta di Melissa, ibernata vent’anni prima dal padre scienziato. Giunti a lei, il problema che si pone è come uscire dalla città. Nel laboratorio c’è un’auto, ma bisogna recuperare il metallo con cui corazzarla. Mentre Parsifal, Ratchet e Kirk vanno in missione, Big Ape stordisce Giaiada e, presumibilmente, violenta Melissa, ancora dormiente. Kirk affronta la morte in un’imboscata, permettendo agli altri di continuare la missione. L’auto è pronta a partire e regge a tutti gli attacchi, ma un’ultima pioggia di raggi laser uccide Big Ape, che ha fatto da scudo con il suo corpo per proteggere la preziosa Melissa che, ormai è chiaro, custodisce il suo seme.
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Nel tragitto verso la base della Confederazione Parsifal smaschera Ratchet, che si rivela essere un cyborg incaricato di portare in salvo solo la ragazza fertile, uccidendo gli altri. Nella collutazione tra i due, che vede vincere l’uomo sull’androide, Giaiada è colpita a morte e spira dichiarando il suo amore per l’eroe, che dovrà compiere il suo destino per salvare il futuro della razza umana. Parsifal fa ritorno in Alaska. Qui il presidente ammette il suo doppio gioco ma, a causa di una malattia mortale che l’ha colpito, cede il suo posto per Alpha Centauri al protagonista. Sull’astronave Melissa apre finalmente gli occhi e guarda con un sorriso sulle labbra l’uomo che la accompagnerà nel suo viaggio.
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PROLOGO
Fantascienza tricolore
introdotto gli effetti digitali e noi, senza finanziamenti adeguati, ci siamo trovati impreparati e non
«La differenza di costi tra un film
più competitivi». Sergio Martino
come Milano trema: la polizia
racconta così l’inizio degli anni
vuole giustizia (1973) e quelli
Ottanta, in particolar modo per
dell’ispettore Callaghan era enorme,
quanto riguarda la cinematografia
però riuscivamo a proporre prodotti
fantastica italiana.
assolutamente competitivi. I
Eppure, proprio in quel periodo, il
nostri stuntmen avevano la stessa
fantastico nostrano vive una vera
preparazione di quelli americani
e propria golden age. Nelle sue
e le sequenze in cui esplodevano
diramazioni horror, che già avevano
le auto erano le stesse. Certo,
vissuto una stagione gloriosa
magari i nostri erano veicoli vecchi
nei Sessanta, ma anche in quelle
e i loro nuovi, ma nel contesto
fantascientifiche, da sempre poco
il risultato era simile. La grande
bazzicate dai cineasti dello Stivale e
crisi del nostro cinema è avvenuta
non solo per mancata appartenenza
quando i cineasti americani hanno
del filone alla cultura nazionale:
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Modellini di astronavi realizzati da Antonello Geleng.
per confutare una lettura univoca
mitologico, oggi finito nell’oblio ma,
poggiata su tali basi basterebbe
nella stagione precedente al cinema
pensare a come l’industria italiana
dei cowboy, impostosi come il
si era appropriata da metà anni
prodotto più in voga e capace di
Sessanta del genere per eccellenza
incassi impressionanti, anche nelle
della tradizione statunitense, il
sue declinazioni più fantastiche.
western – che raccontava una
Tra gli ostacoli principali
realtà lontanissima da quella
all’affermazione e alla diffusione
tricolore per ambientazione
della fantascienza cinematografica
e struttura socioculturale –
italiana vi erano i costi. Una cosa
manipolandolo al fine di ottenere
era poter contare su scenografie
un prodotto assolutamente
preesistenti – come quelle dei
“interno” e di successo. Un
peplum, che provenivano dai
incredibile successo, al punto
kolossal statunitensi girati a
che in poco più di un decennio
Cinecittà – o sull’utilizzo intensivo
erano state prodotte 500 pellicole.
e quindi ammortizzabile di quelle
Con modalità analoghe era stato
del western, un’altra era produrre
approcciato anche il genere
ex novo modellini di astronavi
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PROLOGO
morte viene dallo spazio di Paolo Heusch (1958) in poi, non avevano saputo rielaborare il genere per farne qualcosa di altro, che fosse immediatamente riconducibile a una matrice tricolore. Tralasciando le opere autoriali a tema fantascientifico, la produzione era talmente esigua da essere riassunta nel benemerito lavoro di Antonio Margheriti (Space Men [1960], Il pianeta degli uomini spenti, I diafanoidi vengono da Marte [1966], Il pianeta errante [1966], La morte viene dal pianeta Aytin [1967]) e in poche altre pellicole come I pianeti Dettagli del plastico con la New York distrutta realizzato da Geleng.
ed effetti speciali. Oltretutto,
contro di noi di Romano Ferrara (1962), Terrore nello spazio di Mario Bava (1965) o 2+5 missione Hydra di Pietro Francisci (1966).
il pubblico degli anni Sessanta aveva mostrato reticenza verso il filone: nel 1961 Il pianeta degli uomini spenti di Antonio Margheriti aveva incassato 101 milioni di lire, mentre il peplum La guerra di troia di Giorgio Ferroni si era attestato a quota 813. Il principale problema era dato dal fatto che le storie spaziali nostrane, da La
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Alla fine degli anni Settanta, il gap
permetterci di girare per le strade
tecnico e produttivo tra il prodotto
con molta gente, macchine, creare
americano e quello italiano diventa
posti di blocco… per cui decisi di
insormontabile. Guerre stellari di
badare al risparmio, ambientandolo
George Lucas (Star Wars, 1977)
in un prossimo futuro dopo una
impone al pubblico un nuovo
non meglio precisata apocalisse»1.
standard qualitativo impossibile da
Per il regista australiano la
eguagliare. Chi vuole competere
questione apocalittica si risolve
sullo stesso piano fallisce con
unicamente nello scenario in cui
prodotti risibili, inadatti a platee che
far muovere i suoi personaggi. Non
non siano quelle oratoriali.
c’è volontà di riflessione, il suo è puro spettacolo d’intrattenimento: «Al cinema lo spettatore deve
Il cinema postapocalittico
allacciare la cintura di sicurezza. Lo shock del cinema deve essere lo stesso di un incidente stradale.
Tuttavia, pochi anni dopo l’uscita
Quello deve essere il ritmo»2. Fino
del film di Lucas, l’Italia torna ad
ad allora l’approccio all’argomento
affermarsi nel cinema fantastico
era stato ben diverso. Un primo
d’imitazione. Il successo di 1997:
spiraglio su un’ondata di barbarie
Fuga da New York di John Carpenter
a seguito di un conflitto atomico
(Escape from New York, 1981) e
era stato aperto dal film Il giorno
Interceptor. Il guerriero della strada di
dopo la fine del mondo di Ray
George Miller (Mad Max 2. The Road
Milland (Panic in Year Zero!, 1962),
Warrior, 1981) indica una nuova
rappresentazione di un mondo in
via. Una via percorribile, perché l’intuizione di Miller per il suo titolo d’esordio, Interceptor (Mad Max, 1979), si dimostra quanto mai efficace: «Non potevamo
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1. Cacioppo Marco, Intervista a George Miller, «Nocturno» n. 151, maggio 2015, pag. 22. 2. Detassis Piera, introduzione a «Sequenze» n. 4, Nuova Grafica Cierre, Verona 1986.
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