C'era una volta in America di Sergio Leone di Ilaria Feole

Page 1



C'era una volta AMERICA.indd 1

23/10/18 09:52


I MIGLIORI FILM DELLA NOSTRA VITA Collana diretta da Enrico GiacovElli

C'era una volta AMERICA.indd 2

23/10/18 09:52


C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA [ 1984 ] DI

SERGIO LEONE ILARIA FEOLE

C'era una volta AMERICA.indd 3

23/10/18 09:52


4

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA DI SERGIO LEONE

Leone

Cognome Nome

Sergio

nato il

3 gennaio 1929

a

Roma

morto il a per

30 aprile 1989

Roma infarto

sepolto a

Pratica di Mare (RM)

C'era una volta AMERICA.indd 4

23/10/18 09:52


LA CARTA D’IDENTITÀ DEL REGISTA

5

FilmograFia (regie) Gli ultimi giorni di Pompei, 19591 Il colosso di Rodi, 1961 Per un pugno di dollari, 1964 Per qualche dollaro in più, 1965 Il buono, il brutto, il cattivo, 1966 C’era una volta il West, 1968 Giù la testa, 1971 Il mio nome è Nessuno, 19732 C’era una volta in America (Once Upon a Time in America, 1984)

1

Accreditato soltanto come regista della seconda unità mentre in realtà ha diretto buona parte del film (firmato poi da Mario Bonnard). 2

Non accreditato, ha diretto parecchie scene (tra le più importanti e riuscite) del film, firmato poi dal solo Tonino Valerii.

C'era una volta AMERICA.indd 5

23/10/18 09:52


6

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA DI SERGIO LEONE

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA (Once Upon a Time in America, 1984)

regia: Sergio Leone; soggetto: dal romanzo di Harry Grey The Hoods / Mano armata (1953); sceneggiatura: Franco Arcalli, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Franco Ferrini, Sergio Leone; dialoghi aggiunti: Stuart Kaminsky; musica e direzione musicale: Ennio Morricone [brani aggiunti: God Bless America (Berlin), Summertime (George & Ira Gershwin, DuBose Heyward), Night and Day (Porter), Yesterday (Lennon & McCartney), Amapola (Lacalle & Morricone), Ouverture da La gazza ladra (Rossini) diretta da Francesco Molinari Pradelli]; suono: Jean Pierre Ruhu; fotografia: Tonino Delli Colli (Technicolor); operatore di macchina: Carlo Tafani; scenografia: Carlo Simi, James Singelis; costumi: Gabriella Pescucci, Richard Bruno; montaggio: Nino Baragli; casting: Cis Corman, Joy Todd; aiuti regia: Fabrizio Sergenti Castellani, Luca Morsella; assistenti alla regia: Dennis Benatar, Amy Wells. interpreti e personaggi: Robert De Niro (David “Noodles” Aaronson), James Woods (Max Bercovicz), Elizabeth McGovern (Deborah Gelly), Treat Williams (Jimmy Conway O’Donnell), Tuesday Weld (Carol), Burt Young (Joe), Joe Pesci (Frankie Monaldi), Danny Aiello (Vincent Aiello, il capo della polizia), William Forsythe (Philip “Cockeye” Stein), James Hayden (Patrick “Patsy” Goldberg), Darlanne Fluegel (Eve), Larry Rapp (Fat Moe Gelly), Dutch Miller (Van Linden, il mercante di diamanti), Robert Harper (Sharkey, l’organizzatore sindacale), Richard Bright (Chicken Joe), Gerard Murphy (l’affarista Crowning), Amy Ryder (Peggy), Ray Dittrich (“Trigger”, assassino di Eve), Frank Gio (“Beefy”, assassino di Eve), Mario Brega (“Mandy”, assassino di Eve), Karen Shallo (la signora Aiello), Angelo Florio (Willie “the Ape”), Scott Tiler (Noodles adolescente), Rusty Jacobs (Max adolescente / David Bailey), Jennifer Connelly (Deborah adolescente), Brian Bloom (Patsy adolescente), Adrian Curran (Cockeye adolescente), Mike Monetti (Fat Moe adolescente), Julie Cohen (Peggy adolescente), Noah Moazezi (Dominic), Richard Foronjy (l’agente “Whitey”), James Russo (Bugsy), Frankie Caserta e Joey Marzella (gregari

C'era una volta AMERICA.indd 6

23/10/18 09:52


LA CARTA D’IDENTITÀ DEL FILM

7

di Bugsy), Clem Caserta (Al Capuano), Frank Sisto (Fred Capuano), Jerry Strivelli (Johnny Capuano), Marvin Scott (Marvin Brentley, intervistatore televisivo), Mike Gendel (Irving Gold, l’avvocato di Bailey), Paul Herman (“Monkey” il barista), Olga Karlatos (spettatrice nel teatro cinese), Ann Neville (ragazza nella bara), Joey Faye (anziano accanto al carro funebre), Linda Ipanema (infermiera Thompson), Tandy Cronin, Richard Zobel e Baxter Harris (cronisti), Arnon Milchan (autista limousine), Bruno Iannone (teppista), Marty Licata (custode del cimitero), Louise Fletcher (direttrice del cimitero), Marcia Jean Kurtz (madre di Max), Estelle Harris (madre di Peggy), Chuck Low (padre di Deborah), Gerrit Debeer (ubriaco caricato da Max), Alexander Godfrey (giornalaio), Cliff Cudney e Paul Farentino (poliziotti a cavallo), Bruce Bahrenburg (sergente Halloran), Mort Freeman (cantante di strada), Sandra Solberg (amica di Deborah adolescente), Jay Zeely (caposquadra), Susan Spafford (infermiera), Ron Nummi (cameriere), Massimo Liti (macrò nel teatro cinese), Claudio Mancini (assistente del cinegiornale), Francesca Leone (amica di Bailey), Margherita Pace (controfigura nuda di Jennifer Connelly). . principali doppiatori dell’edizione italiana del 1984: Ferruccio Amendola per Robert De Niro, Sergio Fantoni per James Woods, Rita Savagnone per Elizabeth McGovern, Maria Pia Di Meo per Tuesday Weld, Leo Gullotta per Joe Pesci, Gigi Reder per Burt Young, Carlo Giuffré per Danny Aiello, Cesare Barbetti per Treat Williams, Vittoria Febbi per Darlanne Fluegel, Vittorio Caprioli per Richard Foronjy. origine: Italia / Stati Uniti. produzione: The Ladd Company, Embassy International Pictures, PSO (produttore: Arnon Milchan; produttore esecutivo: Claudio Mancini). riprese (interni): Cinecittà (Roma), Hotel Excelsior (Venezia). riprese (esterni): New York [Williamsburg Bridge, Manhattan Bridge, Brooklyn, Woodlawn Cemetery, Vinegar Hill], New Jersey [Spring Lake, Hoboken Terminal], St. Petersburg Beach Florida [Don Cesar Hotel] (usa); Montréal, Louiseville (Canada); Parigi [Gare du Nord] (Francia); Bellagio, Pietralata (Italia). durata cinematograFica: 218’ (versione originale), 139’ (versione americana della Ladd Company), 228’ (versione britannica), 245’ (versione restaurata dalla Cineteca di Bologna nel 2012). distribuzione: Titanus (Italia), Warner Bros (usa). 1a proiezione: 20 maggio 1984 (Festival di Cannes). 1a proiezione americana: 1°giugno 1984. 1a proiezione italiana: 2 settembre 1984 (Mostra di Venezia).

C'era una volta AMERICA.indd 7

23/10/18 09:52


8

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA DI SERGIO LEONE

Scott Tiler / Robert De Niro – Noodles

Rusty Jacobs / James Woods – Max

Jennifer Connelly / Elizabeth McGovern – Deborah

C'era una volta AMERICA.indd 8

23/10/18 09:52


LA CARTA D’IDENTITÀ DEL FILM

9

Adrian Curran – William Forsythe / Cockeye

Mike Monetti / Larry Rapp – Fat Moe

Brian Bloom / James Hayden – Patsy

Julie Cohen / Amy Ryder – Peggy

C'era una volta AMERICA.indd 9

23/10/18 09:52


10

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA DI SERGIO LEONE

Tuesday Weld – Carol

Treat Williams – O’ Donnel

Burt Young – Joe

Joe Pesci – Frankie Monaldi

Danny Aiello – Vincent Aiello

Darlanne Fluegel – Eve

C'era una volta AMERICA.indd 10

23/10/18 09:52


LA CARTA D’IDENTITÀ DEL FILM

11

plot New York, 1933. Un trio di gangster è alla ricerca di Noodles: tentando di ottenere informazioni, uccidono la sua compagna Eve e massacrano di botte il suo amico Moe. Gli uomini si recano al teatro cinese, dove Noodles sta fumando oppio; ha con sé un giornale che riporta la notizia della morte dei suoi tre soci, nonché più cari amici. Noodles riesce a sfuggire e raggiunge il locale di Moe, dove uccide un sicario; lì recupera la chiave del deposito della stazione dove i quattro soci conservavano i loro guadagni, ma quando arriva a destinazione, scopre che i soldi sono spariti e la valigia contiene solo giornali. Prende un treno di sola andata per Buffalo. New York, 1968. Un Noodles attempato fa ritorno in città: ha ricevuto una missiva misteriosa, che lo informa dello spostamento delle salme dei suoi tre amici, un segnale inquietante, visto che da 35 anni vive sotto falsa identità. Fa visita a Moe, che si offre di ospitarlo, e nel locale indulge in ricordi del passato. New York, 1922. Noodles è un adolescente con una cotta per la sorella di Moe, Deborah, aspirante ballerina; ma non c’è tempo per le smancerie nella sua vita, perché insieme agli amici Patsy, Cockeye e Dominic compone una banda di giovani delinquenti al soldo del boss di quartiere, Bugsy. Mentre tentano di derubare un ubriaco, vengono anticipati da un giovane scaltro; si tratta di Max, appena trasferitosi nel quartiere con la sua famiglia, e dopo la rivalità fra lui e Noodles nasce dell’amicizia e il ragazzo entra a far parte della banda. Insieme, i cinque mettono a segno un bel colpo quando colgono in flagrante l’agente di polizia Whitey insieme alla giovanissima Peggy, che vive nello stesso palazzo di Noodles e concede le sue grazie in cambio di dolci alla panna. Max e Noodles fotografano il poliziotto e usano lo scatto per ricattarlo, ottenendo che chiuda un occhio sulla loro attività criminale: i cinque ragazzi hanno deciso, infatti, di mettersi in

C'era una volta AMERICA.indd 11

23/10/18 09:52


12

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA DI SERGIO LEONE

proprio. Noodles sta per coronare il suo sogno romantico con Deborah quando viene nuovamente interrotto: Bugsy ha deciso di fargliela pagare e riempie di botte lui e Max. La gang non desiste ed escogita un piano ingegnoso da proporre ai contrabbandieri per il recupero dei carichi buttati a mare: l’idea ha successo e i cinque inaugurano il loro deposito fondi, in una valigia riposta alla stazione, promettendosi di aprirla solo quando saranno presenti tutti quanti. All’uscita dalla stazione, però, sono sorpresi da un nuovo agguato di Bugsy, che ferisce il piccolo Dominic a morte. Sconvolto dalla rabbia, Noodles accoltella il boss e nella furia colpisce anche un poliziotto accorso sulla scena: il reato gli costa 11 anni di carcere. 1968. Noodles fa visita alla tomba di Max, Patsy e Cockeye, un grande mausoleo la cui porta è legata a un meccanismo musicale che riproduce la canzone che Cockeye suonava con il flauto di Pan. Una targa indica come committente dell’opera lo stesso Noodles, che all’interno della tomba trova una chiave che lo indirizza alla famosa cassetta di sicurezza. La valigia, questa volta, è piena: oltre alle mazzette di banconote, una nota indica che si tratta del pagamento anticipato per il suo «prossimo lavoro». 1933. Noodles è libero: Max lo attende fuori dalla prigione, con una prostituta affittata per l’occasione. Lo conduce dopo a vedere la fiorente attività della banda: dietro al locale di Moe hanno aperto uno speakeasy, in barba al Proibizionismo, dove il whisky esce dai caloriferi e si fa festa fino all’alba. Noodles ritrova tutti i vecchi amici, comprese Peggy, che ora fa la tesoriera per il gruppo, e Deborah, che è diventata una ballerina di grido e lo invita a vederla ballare. Senza perdere tempo, Max presenta Noodles a Frankie, il loro socio in affari, che propone alla gang un colpo apparentemente facile: a Detroit, la moglie di un gioielliere sarà loro complice per il furto di una partita di diamanti. Noodles è infastidito dall’ingerenza di questo personaggio, ma partecipa alla rapina durante la quale violenta la moglie

C'era una volta AMERICA.indd 12

23/10/18 09:52


LA CARTA D’IDENTITÀ DEL FILM

13

del gioielliere, Carol. Al momento dello scambio però, dopo aver preso i soldi, Max e gli altri sterminano la banda di Detroit: il piano era già prestabilito, ma avevano tenuto all’oscuro Noodles, che si vendica lanciando l’auto, con tutti a bordo, nell’acqua. 1968. Noodles sente parlare in tv dei guai legali di un tale senatore Bailey. Al notiziario compare anche James Conway O’ Donnell, un sindacalista che ha conosciuto in passato. 1933. Noodles, Max e gli altri continuano a espandere la propria attività malavitosa supportando uno sciopero di operai che hanno occupato una fabbrica: salvano la vita al sindacalista O’Donnell e in seguito, per convincere il capo della polizia Aiello a non sgomberare la fabbrica, sostituiscono il figlioletto che gli è appena nato con una bimba (per far ciò hanno scambiato tutti i braccialetti della nursery in ospedale, ma non sono poi in grado di ricollegarli ai rispettivi proprietari). Mentre si trovano nel bordello di lusso gestito da Peggy, riconoscono Carol, la donna del gioielliere; Peggy la invita a incontrare la banda e da quel momento Carol diviene l’amante di Max. Nel frattempo, Noodles riesce finalmente a ottenere una serata con Deborah: prenota per lei un intero ristorante e i due si dichiarano reciproco amore, ma lei è decisa a fare carriera come attrice e gli comunica che partirà il giorno dopo per Hollywood. In auto, al ritorno, Deborah bacia Noodles, che risponde aggressivamente e la violenta. Il giorno dopo corre in stazione per vederla partire, ma lei non vuole vederlo. L’ambizione di Max e la sua relazione con Carol provocano screzi nel suo legame con Noodles; Max è interessato alla proposta di un politico, che offre loro il supporto del partito, ma Noodles ritiene che facciano già abbastanza soldi senza invischiarsi coi politicanti. Poco dopo, mentre il gruppo è in vacanza in Florida, giunge la notizia che il Proibizionismo è finito: per rimediare alla fine dei loro introiti, Max propone a Noodles un piano folle, rapinare la Federal Reserve Bank. Terrorizzata all’idea che il colpo possa essere fatale, Carol chiede aiuto a Noodles:

C'era una volta AMERICA.indd 13

23/10/18 09:52


14

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA DI SERGIO LEONE

non possono far desistere Max, ma possono fare una soffiata alla polizia per impedirgli di tentare la rapina. Noodles accetta, comunica alla sua nuova compagna Eve che probabilmente starà in prigione per un po’ di tempo, e poi telefona alla polizia per fare la soffiata. 1968. Noodles fa visita a Carol alla Fondazione Bailey. Lei gli racconta che la notte della retata, Max aprì il fuoco per primo contro i poliziotti: è convinta che volesse morire. Noodles nota una foto della madrina della fondazione, un’attrice, in cui riconosce subito Deborah. La raggiunge a teatro nel suo camerino, dopo una performance nei panni di Cleopatra, e le chiede informazioni su Bailey, di cui lei è l’amante da anni. Uscendo, incontra il figlio di Bailey, David: è la copia esatta di Max da giovane. Noodles capisce che Max non è mai morto, e che ha preso lui i soldi della valigia comune. Si reca quindi a una festa a casa di Bailey; il senatore, ovvero Max, lo chiama nel suo ufficio dove gli chiede di ucciderlo. Gli suggerisce che è la giusta vendetta per il tradimento di 35 anni prima, ma Noodles si rifiuta categoricamente e per tutto l’incontro non si rivolge mai a Max chiamandolo con il suo vero nome. Poi abbandona la villa, e mentre si allontana vede una figura uscire dal cancello. In quel momento passa un grosso camion della nettezza urbana che tritura i rifiuti: quando riparte, la figura è scomparsa. 1933. Il giorno dopo la retata, Max arriva al teatro cinese, fuma dell’oppio, e sorride. sequenze versione estesa (1h 33’39”) 1968. Nel cimitero di Riverdale, Noodles incontra la direttrice e le chiede informazioni sulla commissione del mausoleo. Mentre sono insieme, nota un’auto che sembra seguirli. La direttrice gli suggerisce di pensare a una tomba anche per se stesso. L’automobile si allontana ma Noodles prende nota della targa. (2h 6’15”) 1933. Dopo il tuffo in acqua con l’auto, tutti riaffiorano tran-

C'era una volta AMERICA.indd 14

23/10/18 09:52


LA CARTA D’IDENTITÀ DEL FILM

15

ne Noodles, e per qualche attimo Max, angosciato, crede di averlo perduto. 1968. Noodles rintraccia l’auto davanti alla villa del senatore Bailey, ma poco dopo la vede esplodere davanti ai propri occhi. (2h 32’45”) Noodles e l’autista parlano, fuori dal teatro, prima dell’arrivo di Deborah per la cena romantica. L’autista disprezza lo stile di vita di Noodles e lo ritiene incompatibile con la condotta di un buon ebreo. (2h 46’55”) 1933. Tornato allo speakeasy dopo aver stuprato Deborah, Noodles si ubriaca e incontra una prostituta, Eve. La porta a casa e la paga chiedendole di poterla chiamare Deborah, poi si addormenta. Eve gli lascia un biglietto col suo numero di telefono, firmato Deborah. (3h 26’46”) 1968. In teatro, Deborah interpreta Cleopatra: è il monologo finale, prima di portarsi l’aspide al seno. Noodles la osserva dalla platea. (3h 40’24”) 1968. Durante la festa, Bailey / Max discute con O’Donnell, nel suo studio; l’uomo suggerisce che il senatore farebbe bene a suicidarsi, vista la situazione in cui si trova incastrato.

C'era una volta AMERICA.indd 15

23/10/18 09:52


C'era una volta AMERICA.indd 16

23/10/18 09:52


17

INTRODUZIONE

IO E IL FILM Risulta sempre vagamente imbarazzante per l’interlocutore la precisione con cui ricordo la prima volta che ho visto C’era una volta in America. Era la sera del 20 settembre 1997 e avevo da poco compiuto 14 anni. Il cinema era già una passione, ma le mie visioni si muovevano fra Guerre stellari, i classici anni Ottanta come I Goonies, i cartoon Disney e i cicli di film con Marilyn Monroe che guardavo avidamente ogni estate in televisione. La visione del capolavoro di Leone è stata seminale: non sapevo che un film potesse essere così enorme, così violento, così struggente, così lungo, anche, e tutto quanto insieme. Come un’epifania su piccolo schermo – la visione era casalinga, era il sabato sera dopo la mia prima settimana da liceale – il film mi rivelò, in un’unica soluzione da 229 minuti, cosa davvero fosse il cinema, e diventò il mio (iniquo, probabilmente) metro di giudizio per tutti i film a venire. L’impatto emotivo, sullo sguardo di una spettatrice assolutamente non edotta di storia e teoria del cinema, in quel momento fu certamente amplificato dall’assonanza anagrafica con i protagonisti da giovani: a colpirmi era il legame della banda di adolescenti, l’amicizia fraterna tra Max e Noodles, la malizia del loro inseguire le

C'era una volta AMERICA.indd 17

23/10/18 09:52


18

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA DI SERGIO LEONE

sottane, restando però poco più che bambini, e la tragedia dell’infanzia spezzata dalla prigione. Registrai il film al successivo passaggio televisivo, per averlo a disposizione, comprando per l’occasione una VHS da 240 minuti affinché lo contenesse tutto. Negli anni è rimasto per me un punto di riferimento quasi ossessivo: C’era una volta in America fa parte di quel pacchetto di titoli che non vengono quasi mai estromessi dalla programmazione televisiva del periodo natalizio (solitamente in palinsesto è collocato fra le ultime notti dell’anno o fra le prime di quello nuovo), e ogni anno ne ho sorbito la visione, progressivamente allontanandomi dall’età dei giovani Max e Noodles, e avvicinandomi a quella degli adulti, scoprendo a ogni visione nuove letture e nuove profondità, eppure ogni volta riaccostandomi a quell’esperienza con reverenza quasi sacrale. Il fotogramma finale, il sorriso enigmatico di Noodles alla fumeria, è sempre stato un rovello delizioso, un’ambiguità che, da ragazzina abituata a film con finali netti e risolutivi, nemmeno immaginavo il cinema potesse raggiungere. Non conoscevo Sergio Leone all’epoca della prima fatidica visione, e non avevo mai visto i suoi western, che per lungo tempo, col fervore di un’innamorata, ho snobbato, considerandoli immeritevoli di competere con il suo capolavoro. Solo più tardi, da studentessa universitaria, mi sono avvicinata al resto del suo cinema, grazie ai corsi di cinema ma anche, paradosso (o forse, neanche troppo), grazie a Quentin Tarantino. Esaltata dal suo cinema iper cinefilo, scoprii che usava chiedere un primissimo piano all’operatore dicendo «give me a Sergio Leone», e che con Kill Bill (2003) aveva reso omaggio ai suoi spaghetti western e alle musiche di Ennio Morricone. Solo allora mi addentrai nella produzione western leoniana, pur restando fedele alla mia incrollabile devozione a C’era una volta in America, tradizionalmente assai meno conosciuto, studiato e popolare dei western leoniani, sui quali esiste una più folta letteratura e una nettamente

C'era una volta AMERICA.indd 18

23/10/18 09:52


INTRODUZIONE

19

maggiore pervasività nell’immaginario collettivo. Nel 2012 sono stata per la prima volta al Festival di Cannes come inviata del settimanale «Film Tv». Quell’anno, il 18 maggio, veniva presentata nella sezione Cannes Classics la versione estesa, con i 26 minuti restaurati e suturati all’interno del film. La trepidazione con cui mi sono accodata, troppe ore in anticipo, fuori dalla Sala Buñuel del Palais du Cinéma, era quella di chi torna ai propri 14 anni. Era, soprattutto, la prima volta che potevo vedere il film su grande schermo: un’emozione unica. La proiezione, con la sala nemmeno del tutto piena, fu una bizzarra condivisione emotiva: molti colleghi conoscevano il film a memoria e spesso recitavano le battute ad alta voce, come in una di quelle proiezioni sing along di musical classici. Una sorta di rito collettivo. Un giornalista seduto nel posto vicino al mio si addormentava a tratti (certamente non per la natura tutt’altro che soporifera del film, ma forse anche per la sensazione di trovarsi a casa, tra le immagini di un film così noto) e si svegliava declamando subito, come niente fosse, interi dialoghi parola per parola. È stata la prima volta in cui ho percepito una dimensione di culto intorno al mio personale oggetto di culto. È stata anche, curiosamente, la prima volta che ho visto il film in lingua originale, e qui confesso ciò che un critico cinematografico non dovrebbe mai ammettere, ovvero una personale affezione, al limite della preferenza, per la versione doppiata di C’era una volta in America, col timbro inconfondibile di Ferruccio Amendola a marcare di una tenerezza più consistente la voce di Noodles, come se la sua voce pastosa fosse un ulteriore elemento di nostalgia e di legame col passato, così diversa dal timbro nervoso e moderno che ha fatto di Robert De Niro uno dei maggiori interpreti della sua generazione. Inevitabile, probabilmente, che il rapporto con un film visto in giovane età si stringa soprattutto intorno alla versione parlata nella propria lingua madre. Nel corso degli anni, C’era una volta in America è diventato per me

C'era una volta AMERICA.indd 19

23/10/18 09:52


20

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA DI SERGIO LEONE

un saldo termine di paragone: ogni film amato, ogni solida o passeggera infatuazione per un regista, passava prima o poi per l’ingrato confronto, dal quale emergeva riconfermata la superiorità dell’opera di Leone. Al momento di scrivere la recensione della versione estesa del film, distribuita in sala in Italia alla fine del 2012, affermavo che «se la Storia del Cinema venisse per sbaglio cancellata dalla memoria del mondo, una proiezione di C’era una volta in America basterebbe a riportarla in vita per intero. Sarebbe sufficiente che Noodles / Robert De Niro accostasse gli occhi a quel buco nel muro del bagno e rivedesse, circonfusa di farina e d’amore, Deborah / Jennifer Connelly danzare su Amapola: ci ricorderemmo tutti di colpo cos’è il Cinema e perché è stato inventato». La visione delle scene restaurate mi riconfortava in questa idea: che non solo il film nella sua interezza, ma anche suoi brani scelti più o meno casualmente, contenessero e comprendessero il cinema tutto. Forse proprio per la sua natura di omaggio e, al contempo, demistificazione del mito del cinema, C’era una volta in America parla ancora oggi agli spettatori della mia generazione, che con il metacinema sono cresciuti, che hanno trovato in Quentin Tarantino e nel suo citazionismo parossistico uno specchio della propria infanzia e adolescenza nutrita di visioni in VHS. Solo molti anni dopo la prima visione del film ho compreso che quello che per me era stato un rito di iniziazione e una celebrazione del cinema, era anche una sorta di rito funebre per la settima arte, un elegante e appassionato funerale per quel mito. Jean Baudrillard etichettò Leone come «il primo regista cinematografico post-moderno» e Christopher Frayling, biografo ed esegeta di Leone, ricorda che fu sua l’intuizione che «i film potrebbero riguardare altri film, anziché necessariamente il mondo reale», intuizione che la generazione successiva, quella della New Hollywood e dell’inizio dell’era dei blockbuster, avrebbe fatto completamente propria. È Leone stesso a fare i nomi, mettendo in luce l’influenza che il suo

C'era una volta AMERICA.indd 20

23/10/18 09:52


21

INTRODUZIONE

cinema ha avuto su di loro: «George Lucas mi ha detto che faceva riferimento alla musica e alle immagini di C’era una volta il West quando ha montato Guerre stellari, che era in realtà un western di serie B ambientato nello spazio. Tutti questi giovani registi di Hollywood, George Lucas, Steven Spielberg, Martin Scorsese, John Carpenter, tutti quanti parlavano di quanto dovessero al mio lavoro»1. Ma nel film di Leone non c’è solo il cinema: c’è anche la Storia, vissuta in prima persona, filtrata dal ricordo. E c’è la frattura tragica fra quei ricordi e il mito edificato dal cinema, un divario che Leone colma di malinconia funerea. Perfino lui era stupito dal successo che il film ottenne presso le generazioni più giovani, appena uscito: «Pensavo di aver fatto qualcosa per le persone della mia età, che avessero ricordi di certe esperienze e di un certo cinema. Non mi sbagliavo, perché questa generazione ha apprezzato il film. Ma chi l’ha amato fino al delirio, al punto da vederlo 25 volte, sono persone di vent’anni. Persone che non conoscono il cinema e ignorano i nomi di Griffith, Stroheim, Ford e perfino Chaplin»2. Persone, compresa la sottoscritta, che poi, nel corso dei decenni, hanno imparato a scoprire e ad amare quel cinema anche grazie a C’era una volta in America.

1

Christopher Frayling, C’era una volta in Italia – Il cinema di Sergio Leone, Cineteca di Bologna, 2014, pag. 19. 2

Noël Simsolo, Conversation avec Sergio Leone, Petite bibliothèque des Cahiers du cinéma, 1999, pag. 179.

C'era una volta AMERICA.indd 21

23/10/18 09:52


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.