Collana GIRA COME...
GIRA IL TUO FILM COME
TARANTINO
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Christopher Kenworthy
GIRA IL TUO FILM COME
TARANTINO Rappresentare efficacemente tensione, conflitto e pericolo sul grande schermo: le tecniche di regia e i segreti del grande maestro.
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Titolo originale: Shoot Like Tarantino – The Visual Secrets of Dangerous Storytelling Pubblicato la prima volta da Michael Wiese Productions 12400 Ventura Blvd, #1111 Studio City, CA 91604 www.mwp.com 2015 © Christopher Kenworthy Copertina: Johnny Ink – www.johnnyink.com Traduzione dall’inglese: Fabio Bernabei Stampa: FP Design – Pavona (Rm) Copyright dell’edizione italiana 2019 © Gremese International s.r.l.s. – Roma Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, registrata o trasmessa, in alcun modo e con qualsiasi mezzo, senza il preventivo consenso formale dell’Editore. ISBN 978-88-6692-047-2
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INDICE Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Come usare questo libro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Capitolo 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
tensione in crescendo: Bastardi senza gloria
Capitolo 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
conflitto velato: Jackie Brown
Capitolo 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
attesa: Bastardi senza gloria
Capitolo 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
tensione insostenibile: Bastardi senza gloria
Capitolo 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63
stacchi minimali: Django Unchained
Capitolo 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
violenza incombente: Django Unchained
Capitolo 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81
anticlimax intenzionale: Kill Bill: Vol. 1
Capitolo 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
rompere la normalitĂ : Pulp Fiction
Capitolo 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105
controllare lo spazio: Pulp Fiction
Capitolo 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121
conversazioni di gruppo: Kill Bill: Vol. 2
Capitolo 11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131
perdere il controllo: Le iene
Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145 L’Autore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 147 Hanno detto di questo libro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149
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INTRODUZIONE
Quentin Tarantino è un maestro della tensione, della suspense, de momenti scioccanti, dei dialoghi spiazzanti e dell’umorismo non convenzionale. Ebbene, questo libro vi spiegherà come mai i momenti migliori dei suoi film funzionano così bene e come utilizzare queste nuove conoscenze per rendere i vostri film più efficaci. Voi non avete intenzione di copiare Tarantino. Centinaia di persone lo fanno senza però capire cosa lo rende un regista geniale e di solito il risultato è una lunga serie di imprecazioni e di violenza inutile. In altre parole, quando si copia Tarantino nel modo sbagliato, si finisce per creare un pasticcio imbarazzante. Al contrario, voi volete essere dei registi emozionanti e originali, e una volta imparate le inquadrature, i trucchi e le costruzioni creative di cui Tarantino è maestro, sarete forse registi ancora migliori di lui. Comprendere il suo metodo di lavoro vi offrirà nuove opportunità per essere creativi con la cinepresa. Buona parte delle capacità narrative di Tarantino
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deriva dalle sue sceneggiature e dal modo in cui dirige gli attori, ma egli possiede una conoscenza tale del linguaggio dello schermo da riuscire a raccontare le sue storie in modo più efficace della maggior parte dei registi. I film analizzati in questo libro mostrano che, a prescindere dalla qualità degli attori o del copione, occorre saper esplorare le mille magiche potenzialità della cinepresa per far sì che la storia funzioni davvero sul grande schermo. Le scene illustrate in alcuni casi sono capolavori indimenticabili, in altri costituiscono momenti semplicemente funzionali al racconto, a dimostrare che un bravo narratore deve trarre il massimo da ogni inquadratura, che si tratti della scena più importante o di uno dei momenti marginali del plot. Tra le abilità più spiccate di Tarantino, vi è la sua efficacia. Tarantino ci dimostra che basta muovere appena la cinepresa per raccontare una buona storia. Ma dimostra anche come ogni momento conti, e lungi dall’essere un regista che lascia andare avanti le scene senza motivo si assicura che vi sia un senso in qualunque elemento visibile allo spettatore. Nei capitoli di questo volume acquisirete nuove capacità che potrete applicare direttamente nei vostri film, rendendole espressione di uno stile personale. Mentre scrivevo il libro, ho fatto in modo di analizzare il meccanismo delle scene, piuttosto che limitarmi a reperire informazioni generiche o non essenziali. Non ritenevo importante conoscere teorie o aneddoti su quelle scene. Perché se il lettore vuole trarre il massimo da queste pagine,
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deve comprendere le ragioni tecniche che consentono alle scene di funzionare. Il succo di tutto questo è che, indipendentemente da quanto vogliate risultare creativi o folli, è necessario essere dei tecnici per raccontare le storie come si deve. Tarantino è famoso per molti motivi, ma è sottovalutato come regista tecnico. Questo libro ne illumina il talento nel mettere in luce personaggio e storia in pochi secondi o nel mantenere viva la tensione durante sequenze interminabili. Ciò non sarebbe possibile se Tarantino girasse le scene in modo tradizionale, con un “totale” e qualche primo piano. I film di Tarantino sono efficaci perché il regista ha trovato dei modi per sfruttare al massimo ogni singolo momento. Mi auguro che il libro vi faccia comprendere come i bravi registi non si limitino a riprendere quanto si svolge di fronte a loro. Nelle scene analizzate vi sono dettagli che dimostrano l’ossessione tarantiniana di ottenere sempre la migliore scena possibile. Quentin ha a cuore il cinema e si prende il tempo necessario per assicurarsi che ogni angolazione, ogni sguardo o movimento, ogni spostamento della cinepresa siano al servizio delle esigenze narrative. Tarantino è la dimostrazione che bastano anche tecniche molto semplici per realizzare alcune tra le scene più elettrizzanti mai girate. E quando saprete apprezzare in che modo il regista crei momenti così tesi, drammatici e sconvolgenti, potrete adattare le stesse idee ai vostri progetti. Una volta giunti alla fine del libro, avrete ormai una buona comprensione del modo in cui Tarantino
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vede la scena, dell’attenzione con cui la costruisce e della creatività con la quale la riprende. Sarete in grado di girare i vostri film con una maggiore consapevolezza delle tecniche visive che possono renderli così pieni di vita.
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COME USARE QUESTO LIBRO
Prima di leggere queste pagine, guardate tutti i film di Tarantino e acquistatene una copia in modo da poter esaminare le scene citate (o altre) e decodificarne le tecniche. I capitoli sono pieni di spoiler, ecco perché vi consiglio di guardare prima i film. La gran parte delle scene prese in esame si trova grosso modo all’inizio di ogni pellicola, per evitare di rivelare troppo della storia, ma conviene comunque partire dal film e poi passare al libro. Potete procedere nella lettura seguendo l’ordine dei capitoli, o magari scegliere un capitolo che vi interessa, oppure ancora selezionare l’analisi delle vostre opere tarantiniane preferite. Le tecniche menzionate possono essere applicate agevolmente al vostro lavoro. Se state creando una scena che ha bisogno di una tensione insostenibile, ebbene c’è un capitolo dedicato proprio a questo, quindi potete partire subito da lì. Prima di leggere il capitolo in questione, però, guardate comunque la scena descritta, se possibile, e cercate di capire come e perché funziona.
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COME USARE QUESTO LIBRO
Poi, una volta letto il capitolo, riguardatela, magari senza il sonoro, cosĂŹ da concentrarvi sui movimenti della cinepresa e capire in che modo la scena stessa sia stata concepita.
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CAPITOLO 1
TENSIONE IN CRESCENDO: Bastardi senza gloria
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L
a sequenza di apertura di questo film è un capolavoro di tensione in crescendo, ottenuto mediante
una semplice combinazione di inquadrature. Nella gran parte dei film le inquadrature di ambientazione sono girate da una certa angolazione, mentre questa (1) è ripresa in modo piano, lateralmente, così da farla apparire quasi come l’immagine di un libro illustrato. Ci vengono mostrati la casa, l’uomo con l’ascia, la biancheria stesa e la strada di fianco, per farci capire che ci troviamo in mezzo a un paesaggio rurale. Tutte immagini fondamentali per la scena che segue.
Le inquadrature di ambientazione non dovrebbero limitarsi a far capire dove si svolgerà la scena. Esse stabiliscono piuttosto l’atmosfera, e presentano tutti i dettagli importanti che si riveleranno necessari più avanti nella sequenza.
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(2-5) L’inquadratura seguente di Denis Ménochet con l’ascia è girata da un angolo basso. Questo ci fa concentrare su di lui, piuttosto che sul paesaggio circostante (rivelato più tardi, quando la cinepresa si inclina verso il basso). Elemento importante, l’inquadratura ci fa vedere il tronco e la casa come nella scena di apertura, chiarendo che siamo ancora nello stesso luogo.
Rivelate il vostro personaggio nascondendo alcuni particolari della scena, ma lasciatene a sufficienza per far capire dove si trova. Ci stacchiamo da questa inquadratura per osservare una giovane donna che stende il bucato; quando sente il rumore di un motore in lontananza, sposta di lato i panni mostrandoci così i nazisti in avvicinamento. In un istante, dunque, la messa a fuoco passa rapidamente dal bucato ai nazisti.
Lo spostamento di un oggetto per mostrare qualcos’altro si rivela una tecnica efficace solo se il focus della scena cambia rapidamente. È un passaggio scioccante in quanto l’ambientazione domestica è rimpiazzata da qualcosa di spaventoso. I nazisti sono distanti e si muovono lentamente, il che ci fa capire che sta per svolgersi una scena carica di tensione, piuttosto che di azione.
Un nemico che si avvicina lentamente, apparendo calmo e potente, comunica al pubblico che la scena sarà tesa. L’inquadratura successiva mostra la reazione di Ménochet, con l’ascia sospesa in aria che non ter-
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mina il colpo sul tronco. L’ascia si staglia alla perfezione sul cielo grazie all’angolazione bassa.
Per mettere in evidenza la reazione emotiva di un personaggio, fategli fare qualcosa di fisico, di visivo. (6-8) Ménochet si siede sul tronco e guarda davanti a sé. La casa è ancora visibile sulla destra dell’inquadratura, così sappiamo esattamente dov’è seduto e che sta guardando in direzione dei nazisti. All’apparenza è calmo e ciò contrasta con la giovane donna sullo sfondo che corre freneticamente a prendere l’acqua.
Quando mostrate due cose insieme, fate sì che il primo piano contrasti con lo sfondo, per mettere in evidenza quale sia il reale stato d’animo del personaggio. Solo adesso vediamo il primo vero primo piano di Ménochet. Dapprima egli appare solo preoccupato, ma poi si preme il fazzoletto sul viso, e l’oggetto è chiaramente denso di significato per lui. Momenti del genere possono essere anche scritti in sceneggiatura, se così non fosse cercate di trovare un modo per mostrare il personaggio mentre fa qualcos’altro che non sia solo guardare al di là della cinepresa. Un breve primo piano può farci prendere a cuore il personaggio, se percepiamo che sente la mancanza di qualcuno che ama o che sta temendo per i propri cari.
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BASTARDI SENZA GLORIA
Anche nei primi piani, fate in modo che il vostro personaggio faccia qualcos’altro che non sia solo osservare. Il controcampo in questo caso è un’inquadratura di quinta che agisce da collegamento per tutti gli elementi. Qui vediamo Ménochet, il luogo in cui sorge la casa e i nazisti in avvicinamento, che sembrano muoversi ancora molto lentamente.
Usate un’inquadratura che mostri il vostro personaggio e il problema incombente nello stesso fotogramma, per collegarli e accrescere così la tensione. Poi la cinepresa si inclina verso il basso, mentre Ménochet cammina verso la casa. L’inclinazione mostra l’abitazione, l’erba e le colline in lontananza. Quando ha pianificato le riprese, Tarantino ha curato le inquadrature con estrema precisione, affinché con un unico posizionamento di macchina potessimo vedere Ménochet che taglia la legna, l’ascia che si ferma a mezz’aria, e con un’inclinazione verso il basso l’uomo che cammina verso la casa dove avrà luogo il conflitto. L’attenta pianificazione ha portato il regista a costruire una serie di immagini potenti con niente di più di una semplice cinepresa montata sul treppiede e una sola inclinazione.
Invece di girare molto materiale da diverse angolazioni, concepite inquadrature che rivelino sempre più particolari mano a mano che la scena va avanti, usando semplici panoramiche e inclinazioni della macchina da presa.
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