Il linguaggio segreto degli alberi di Gill Davies

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I MESSAGGI SEGRETI DEGLI

ALBERI

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Gill Davies

I MESSAGGI SEGRETI DEGLI

ALBERI Con prefazioni di Nick Atkinson, Woodland Trust Tony Kirkham, Royal Botanic Gardens, Kew

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Pubblicato originariamente in inglese con il titolo The Secret Language of Trees by Gill Davies © Worth Press Ltd, Bath, England, 2018 Direzione editoriale: Cristina Galimberti Design e layout: Arati Devasher, aratidevasher.com Revisione e ricerca iconografica: Meredith MacArdle Traduzione dall’inglese: Maria Elisa Albanese Stampato in Cina Copyright dell’edizione italiana 2018 © Gremese International s.r.l.s. – Roma

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, registrata o trasmessa in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, senza il preventivo consenso formale dell’Editore.

ISBN 978-88-6642-342-5

Nota dell’editore inglese: nonostante sia stato fatto ogni sforzo per garantire la completezza e l’accuratezza delle informazioni contenute in questo volume, né l’Autore né l’Editore si assumono qualsivoglia responsabilità circa la loro esattezza scientifica. In particolare, tutte le informazioni di carattere medico e/o alimentare sono da considerarsi come mere curiosità culturali e folkloristiche e non intendono in alcun modo suggerire terapie e cure alternative al parere del medico. L’Autore e l’Editore invitano i lettori a non consumare bacche, cortecce, foglie, fiori, radici e qualunque altra parte di piante e alberi senza aver preventivamente consultato un medico. Né l’Autore né l’Editore, pertanto, si riterranno responsabili per qualunque pregiudizio o danno derivante direttamente o indirettamente dalla messa in pratica delle informazioni contenute in questo volume. Le immagini usate in questo libro provengono da fonti di pubblico dominio, salva diversa indicazione.

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Indice Prefazioni

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Il mondo degli alberi

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Piccoli alberi e arbusti

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Il potere degli alberi

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Gli alberi come cura

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Gli alberi come fonte d’ispirazione

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Lo spirito della foresta

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Funghi e parassiti

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Foreste in crisi

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Ringraziamenti e bibliografia

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Indice analitico

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Annotazioni di un ambientalista

E

ntrare in un bosco significa entrare in un mondo segreto che si collega direttamente al nostro passato. I boschi antichi, quelli noti perché presenti già nelle prime mappe e che, molto probabilmente, hanno continuato a esistere per migliaia di anni, mostrano i segni inequivocabili di generazioni di sfruttamento umano. Gli alberi ci hanno fornito le principali fonti di combustibile e materie prime e le foreste hanno lavorato duro per molti secoli. Imbattersi per caso in un antico sgabello di legno di frassino di un bosco ceduo significa, probabilmente, trovarsi faccia a faccia con un migliaio di anni di esperienza artigianale umana, che ha anche modellato e sostenuto la fauna selvatica che la circonda. Gli alberi sono delle specie chiave per il mondo, sono l’impalcatura su cui è costruito il palcoscenico della natura. Fino a quando le persone non hanno iniziato a costruire le piramidi e poi le torri, erano gli alberi le strutture indipendenti più alte del pianeta. Tutta la vita terrestre si è evoluta con l’albero inteso come sua misura verticale, e la gran parte di essa si concentra sugli alberi. Ad esempio, ben oltre 2.000 specie dipendono dalla quercia, almeno 300 delle quali in maniera totale. Gli alberi non sono solo soggetti singoli, sono ecosistemi completi, ognuno è un’isola di biodiversità a se stante. Al di fuori dei boschi, gli alberi caratterizzano i paesaggi, dalla pianura del Serengeti in Africa alle South Downs del Regno Unito. Molti degli alberi più antichi si trovano in questi ambienti non boschivi: i tassi europei dei cimiteri dell’antichità precristiana, le grandi querce nodose sui terreni erbosi dei parchi e i frassini dei campi coltivati che hanno sostituito gli olmi, quando la malattia olandese degli olmi distrusse quel panorama negli anni Settanta. Gli strani baobab del Madagascar spuntano dai terreni aridi come zampe di elefanti incorporei; i boschetti dehesa spagnoli (un tipo di agroforestazione) di querce e ulivi secolari segnano i secoli all’inseguimento dei più bei piaceri della vita; i pini dai coni setolosi nel Great Basin degli Stati Uniti occidentali producono le forme di vita più longeve mai conosciute nelle condizioni più avverse. Il nostro destino è intimamente intrecciato a quello degli alberi. Ora più che mai li mettiamo sotto pressione, dallo sviluppo urbano all’agricoltura intensiva, all’inquinamento e allo stress idrico. Rimane meno del 40% delle foreste del mondo, il resto è stato raso al suolo a causa del disboscamento, dell’agricoltura intensiva e, più recentemente, della creazione di vaste piantagioni di olio di palma. Non c’è da stupirsi se siamo sull’orlo, forse anche oltre, del sesto evento di estinzione di massa nella storia della Terra e il primo a essere causato da un’altra specie. I cambiamenti climatici trasformeranno le foreste del mondo e le specie che ospitano, ma alberi e boschi possono anche aiutarci ad adattarci attraverso i numerosi benefici che ci offrono. 6

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In questo mondo sempre più orientato al raggiungimento degli obiettivi, la tendenza è quella di riservare spazio e tempo solo a quelle cose che ci procurano un beneficio misurabile. In questo modo si rischia di ridurre gli alberi alle loro funzioni di assorbimento dell’anidride carbonica, di stabilizzatori dei terreni e fornitori dell’ombra urbana; una strada pericolosa che porta inevitabilmente alla conclusione che “l’albero che paga è l’albero che rimane”. Ecco perché nel XX secolo centinaia di migliaia di chilometri di siepi e di antiche macchie di arbusti contenute al loro interno vennero estirpate, allorché i contadini non dipendevano più dalla cimatura delle siepi per il legname, il combustibile e il foraggio e l’efficienza produttiva richiedeva campi sempre più grandi da coltivare. E questo è anche il motivo per cui, durante lo stesso periodo, anche metà di quel che restava del nostro antico patrimonio boschivo fu abbattuto e reimpiantato con specie esotiche di conifere, il cui valore economico era ritenuto maggiore. Le minacce ai nostri alberi e boschi sono palpabili. Ogni anno arrivano nuovi parassiti e malattie, alcuni con un potenziale tale da poter competere con la grande epidemia dell’olmo. Un fungo originario del sud-est asiatico sta decimando le popolazioni di frassini in Europa. In Nord America tutte le sei specie autoctone di frassino sono ormai classificate a rischio estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, cinque delle quali in modo serio. Miliardi di alberi sono stati sterminati dal minatore smeraldino del frassino, uno splendido coleottero della corteccia che nella sua varietà nativa asiatica è poco più di una lieve irritazione per le piante ospitanti con le quali si è evoluta. Tutto questo, e molto altro, è il motivo per cui la conservazione di alberi e boschi è così importante. Questo volume offre ulteriori esempi di quanto meravigliosi siano gli alberi e gli ambienti boschivi. Giocate a indovinare le loro specie la prossima volta che vi troverete all’aperto, che si tratti di una passeggiata in campagna con la famiglia o del viaggio da pendolari per andare al lavoro. Osservate come la forma di un albero vi racconta il suo passato: si sta diffondendo (coltivato in campo aperto) o sta cercando la luce (nel bosco)? Mostra segni di una passata gestione condotta con la ceduazione (più ceppi a livello del terreno) o la cimatura (tagli effettuati più in alto per tenere lontana la crescita della pianta dal bestiame)? Ma soprattutto, amate i paesaggi boschivi: sono le fondamenta da cui tutti dipendiamo. – Nick Atkinson, Woodland Trust, Grantham, marzo 2018

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Annotazioni di un botanico

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iesco ancora chiaramente a ricordare il mio primo incontro con un ippocastano, un venerdì pomeriggio d’inizio primavera, quando ero alle elementari. La mia maestra portò in classe dal cortile un enorme fascio di ramoscelli di ippocastano con dei grossi boccioli gonfi e appiccicosi. Li mise in un vaso pieno d’acqua e ci disse che quell’albero in fondo al parco giochi stava per segnare l’inizio della primavera e che, con il calore della classe, i ramoscelli si sarebbero riempiti di foglie entro il lunedì mattina. Non le credetti e il lunedì mattina seguente mi precipitai a scuola prima del solito, corsi su per l’ampia scala fino in aula per dimostrare che si sbagliava. Rimasi ipnotizzato da ciò che vidi: un’esplosione di ramoscelli ricoperti di foglie piene di vita, rigogliose e verdi. Rimasi così sorpreso che un mazzo di ramoscelli si fosse trasformato così velocemente. La mia maestra mi spiegò allora perché si chiamava Ippocastano: per via delle cicatrici a forma di ferro di cavallo sui giovani ramoscelli. Da quel giorno in poi ho voluto saperne di più sugli alberi e ho orientato la mia carriera verso il mondo della dendrologia. Molti anni dopo ho saputo che non era da lì che proveniva il nome comune, ma dal fatto che le castagne dell’albero venivano schiacciate, impastate con l’acqua e date come foraggio ai cavalli in Macedonia – paese d’origine dell’ippocastano, appunto – per curare le coliche di questi animali. Anche quest’ultima storia potrebbe non essere vera, ma ho capito che non importa, in fondo, cosa sia vero o falso, purché catturi l’immaginazione, come ha fatto con me. Da allora sono diventato il curatore della collezione di arboreti ai Royal Botanic Gardens di Kew, un ottimo lavoro per uno fissato con gli alberi. L’Arboreto è un grande libro di racconti, dove ogni albero è una pagina e ha una storia interessante da raccontare. Gli alberi sono incredibili opere della natura che influenzano la nostra vita quotidiana in ogni aspetto, a volte senza che ce ne rendiamo conto. Non solo sono belli e ci forniscono tantissime caratteristiche stagionali che ci rallegrano la vita, ma creano anche uno scenario vivo e mutevole che addolcisce e rinverdisce i paesaggi delle nostre città, creando, pulendo e rinfrescando l’aria che respiriamo. Ad esempio, una giovane quercia di circa 100 anni, in una giornata di sole, assorbirà e convertirà circa nove chilogrammi di anidride carbonica in sette chilogrammi di ossigeno, sufficienti a far respirare per tutta la giornata circa cinque persone. Quell’albero filtrerà anche batteri, spore fungine, polvere e altre sostanze nocive, offendo a tutti noi un ambiente più pulito in cui vivere. Allo stesso tempo, assorbirà dai 200 ai 400 litri d’acqua attraverso le radici, riducendo il deflusso delle acque piovane e prevenendo, quindi, le inondazioni e l’erosione dei terreni instabili. La ricerca ha dimostrato che alberi e boschi rendono le persone più felici e 8

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meno stressate: accorciano i tempi di un ricovero ospedaliero, incrementano i prezzi delle proprietà immobiliari, riducono il crimine e aumentano l’aspettativa di vita. La quercia, che offre tutti questi benefici, migliora anche la biodiversità, fornendo l’habitat e il cibo a oltre 200 specie diverse di insetti che, a loro volta, rappresentano il cibo di tanti uccelli diversi. Gli uccellini se ne staranno appollaiati e nidificheranno nelle cavità e nelle fessure dell’albero come pure molti mammiferi, tra cui pipistrelli e scoiattoli. Le querce ospitano anche un certo numero di funghi marcescenti e funghi micorrizici che decompongono le foglie cadute degli alberi decidui, fornendo un altro tipo di habitat a invertebrati e mammiferi. Gli alberi offrono molti legami culturali con l’ambiente in genere e da un punto di vista storico sono stati una fonte di legname per la costruzione di case e navi, di combustibile per il riscaldamento e la cottura, di frutti da mangiare, di foglie con proprietà medicinali e di molti altri usi. Gli alberi catturano l’immaginazione di tutti. Abbiamo bisogno di imparare di più non solo sul modo in cui essi hanno plasmato il mondo, ma anche sui benefici che offrono a noi tutti quotidianamente. E magari, così, impararemo anche a dare loro il rispetto che meritano. – Tony Kirkham, Kew, marzo 2018

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Abete

A FAMIGLIA DEGLI ABETI comprende più di 50 specie di conifere sempreverdi, molte sono dei veri e propri giganti, come l’abete Fraser, l’abete balsamico, l’abete bianco, l’abete nobile, l’abete rosso della California e l’abete argentato del Pacifico. Tutti hanno foglie aghiformi e pigne erette e cilindriche, dritte come candele. Gli abeti possono vivere per diverse centinaia di anni. Simili ai pini e ai pecci, gli abeti si possono distinguere dagli aghi, che (come nei pecci rossi) sono attaccati individualmente ai rami, ma sono piatti e morbidi. L’abete di Douglas nord-americano, spesso usato per il legname, non è un vero abete.

NOME LATINO Abies

Per i Druidi, gli abeti rappresentavano la verità perché sono molto forti e dritti.

HABITAT Gli abeti si trovano nelle regioni montuose, SEGRETI E CURIOSITÀ prevalentemente del centro e del Nord America, Molti popoli nativi americani collegano gli abeti dell’Europa, del nord dell’Africa e dell’Asia. alla spiritualità. Si adattano bene alle regioni innevate grazie ai Le leggende scandinave raccontano di un ragazzo loro rami corti e rigidi e le cime appuntite che, persosi alla vigilia di Natale, fu ritrovato che riescono a ripararli dalla neve senza al riparo sotto un abete. Il ghiaccio sull’albero romperli. Gli abeti siberiani possono sopportare risplendeva alla luce del sole, così gli abitanti temperature fino a -45 °C. del villaggio portarono gli abeti a casa per ricreare quello spettacolo, dando vita alla SIGNIFICATI tradizione dell’albero di Natale. Abete: tempo. Gli alberi di Natale divennero popolari in Sempreverde: può significare povertà. Germania e furono portati in Inghilterra Gli alberi sempreverdi, le ghirlande e le corone dal principe Alberto nel XIX secolo. simboleggiano la vita eterna fin dai tempi degli Successivamente, divennero una presenza antichi egizi e degli antichi cinesi. natalizia in tutto il mondo. ALTRE INFORMAZIONI Ogni anno gli abeti producono una spirale di rami, quindi se un albero ha 60 spirali, avrà 60 anni d’età. Il tenero legno dell’abete bianco è facilmente lavorabile ed è famoso nel mondo della falegnameria; la sua corteccia produce una trementina di alta qualità. 10

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Oh albero di Natale, come sono verdi le tue foglie! Tu sei verde non solo d’estate, ma anche in inverno quando nevica. Oh albero di Natale, come sono verdi le tue foglie! Traduzione del canto natalizio tedesco “O Tannenbaum”

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Dalla superba chioma dell’acacia ravviata dal pettine del vento graziosamente sfuggivano riccioli di passeri cantori. Vittorio Tommasini (1879 - 1964), Italia

Faranno dunque un’arca di legno di acacia. La Bibbia, Esodo, 25:10

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Acacia

FIORI presentano delle infiorescenze dense e globulari con innumerevoli stami incastonati tra morbidi grappoli d’oro tenue o spighe allungate. Le formiche nidificano spesso dentro le spine cave presenti sui rami, nutrendosi della loro linfa, buona fonte di zucchero e acqua; a volte le formiche “mungono” gli insetti come gli afidi o le cocciniglie. L’Acacia drepanolobium è chiamata talvolta “spina sibilante” perché emette come una sorta di fischio al passaggio del vento, se le formiche fanno dei buchi nelle sue spine bulbose. L’Acacia paradoxa, coltivata per la Pasqua in Australia, funge anche da pianta da siepe o da stabilizzatore per le dune di sabbia. Le spine pungenti e dolci dell’Acacia karroo fioriscono nelle praterie africane, dove le giraffe aggirano con la lingua le spine per sgranocchiare le foglie fresche e saporite. Gli impollinatori comprendono coleotteri, mosche, falene e farfalle. NOME LATINO Acacia HABITAT Le acacie crescono in una vasta gamma di habitat: ambienti alpini, foreste pluviali, boschi, praterie, foreste, dune costiere e deserti. È il più grande genere di piante da fiore dell’Australia, con quasi 1.000 specie rintracciate lì e nelle isole del Pacifico. Più di 500 specie prosperano nelle regioni tropicali e subtropicali dell’America, dell’Asia e dell’Africa, oltre alle zone temperate più calde dell’Europa. Delle 70 specie americane, quasi la metà è originaria del Messico. STORIA Le acacie australiane potrebbero aver sviluppato la loro resistenza al fuoco circa 20 milioni di anni fa. SIGNIFICATO Amore casto.

SEGRETI E CURIOSITÀ Se qualche animale sfida le spine mangiando comunque le foglie, l’albero produce delle sostanze chimiche velenose per scoraggiarlo. Le foglie si riempiono di veleno e rilasciano etilene, che avverte gli alberi vicini e li stimola a prendere le stesse precauzioni. ALTRE INFORMAZIONI Le spine venivano usate come aghi da cucito. Alcuni semi di acacia possono essere trasformati in farina. Il legno veniva usato per costruire recinti, zattere, attrezzi, mobili, remi, armi da fuoco e strumenti musicali. Il tannino è usato per la colla e il cuoio. La gomma arabica è un addensante per alimenti, medicine, cosmetici e altro. I primi coloni europei in Australia costruivano le cannicciate e le capanne con il legno di acacia. 13

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Acero

A MAGGIOR PARTE DEGLI ACERI cresce dai 10 ai 45 metri circa. Sono alberi prevalentemente decidui, presentano fiori verdi, gialli, arancioni o rossi a fine inverno o all’inizio della primavera, più o meno quando riappaiono le foglie, e diverse specie producono nettare e polline molto apprezzati dalle api. Con la loro gamma di foglie colorate, tutti gli aceri sono generalmente rinomati per il loro favoloso spettacolo autunnale. Sono particolarmente famosi l’acero norvegese, l’acero argentato, l’acero giapponese e l’acero rosso.

NOME LATINO Acer

conduttore di onde sonore e viene usato per vari strumenti musicali come i violoncelli, le chitarre, i fagotti, i tamburi e le bacchette per le percussioni. Pare che, quando sono sotto attacco, gli alberi di acero inviino dei segnali aerei per avvertire gli altri alberi del pericolo imminente, in modo che aumentino la produzione di “armi chimiche” o attivino altri meccanismi di difesa.

HABITAT La maggior parte delle 128 specie è originaria dell’Asia, con alcune tipologie in Europa, in Africa settentrionale e nel Nord America. Solo l’Acer laurinum raggiunge l’emisfero australe. STORIA Lo sciroppo d’acero fu dapprima raccolto e usato dai nord-americani indigeni e poi adottato dai coloni europei, che gradualmente ne perfezionarono i metodi di produzione.

ALTRE INFORMAZIONI I suoi frutti alati sono modellati per girare mentre cadono, facendo così trasportare i semi dal vento. Durante la Seconda guerra mondiale l’esercito americano sviluppò un vettore aereo basato sulla forma del seme d’acero. Con gli aceri si creano bellissimi bonsai. La contemplazione dei colori brillanti degli aceri in autunno è un’usanza molto apprezzata in Giappone, in Corea e in Canada. L’acero è un’importante fonte di sciroppo, legno, carta e carbone. Con l’acero duro si producono birilli, piste da bowling, stecche da biliardo e mazze da baseball.

SIGNIFICATI Nella lingua dei fiori, l’acero significa “riserbo”. Simboleggia anche la forza e la resistenza. SEGRETI E CURIOSITÀ È l’albero nazionale del Canada, e la sua foglia compare sulla bandiera. Dopo averlo segato, nascosti nel legno, sono visibili dei motivi a grani molto decorativi. Il legno è un eccellente 14

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L’autunno è una seconda primavera quando ogni foglia è un fiore. Albert Camus (1913 - ’60), Francia/Algeria

…colorato e brillante come una quercia o un acero d’autunno, quando l’oro del sole è più ricco. John Muir (1838 - 1914) Scozia/USA

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Non è tanto per la sua bellezza che una foresta resta impressa nei cuori degli uomini, quanto per quel qualcosa di sottile, quella qualità dell’aria che emana dai vecchi alberi, che così meravigliosamente cambia e rinnova uno spirito stanco. Robert Louis Stevenson (1850 - ’94), Scozia

L’albero è una forza lenta e persistente alla conquista del cielo. Antoine de Saint-Exupéry (1900 - ’44), Francia

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Sicomoro

OTO ANCHE COME ACERO DI MONTE, questo albero robusto è tra i più antichi del pianeta e potrebbe esistere da oltre cento milioni di anni. Simile all’acero, può crescere fino a 35 metri e vivere per 500 anni. I tronchi antichi possono dividersi o assumere forme contorte e attorcigliate, mentre la corteccia liscia e marmorizzata può creparsi e diventare argentata. Presenta dei fiorellini giallo-verdi appesi come spighe. In autunno le foglie a cinque lobi diventano d’oro intenso e i semi alati scendono come piccoli elicotteri. Gli scoiattoli, le anatre spose e i procioni popolano i suoi rami, dove gli afidi attirano coccinelle e altri uccelli. Le foglie vengono mangiate dalle larve della falena del sicomoro e da altri lepidotteri, mentre in alcuni paesi sono i colibrì ad amare il suo nettare. I semi sono cibo per gli uccelli e le arvicole. Il sicomoro citato nella Bibbia e nell’antico Egitto è un albero diverso, il fico sicomoro.

NOME LATINO Acer pseudoplatanus

SIGNIFICATI Nel linguaggio dei fiori: curiosità. Simboleggia anche la divinità, l’eternità e la forza.

HABITAT Nativo dell’Europa centrale, orientale e meridionale. Introdotto in Gran Bretagna, in SEGRETI E CURIOSITÀ Australasia, nelle Americhe, in Madeira e nelle Il sicomoro è associato a una vasta gamma di Azzorre. Prospera vicino a fiumi, torrenti, laghi, funghi; alcuni possono vivere dentro le fessure linee ferroviarie e bordi stradali. È l’acero più delle sue radici. comune in Europa. ALTRE INFORMAZIONI STORIA Pavimenti, impiallacciature, mobili, barili, parti di Il medico della Grecia classica Ippocrate insegnava violino, fischietti e cucchiai dell’amore gallesi ai suoi studenti sotto un albero di sicomoro, intagliati sono tutti fatti di sicomoro. sull’isola di Kos. È una coltura energetica per i sistemi a In Pennsylvania (USA) si dice che un sicomoro biocarburante. di 168 anni abbia protetto i soldati di George Ogni anno, un albero di Washington durante la battaglia di Brandywine sicomoro produce oltre 10.000 nel 1777. semi. La sua linfa può essere L’albero dei martiri di Tolpuddle in Inghilterra è usata per fare la birra. un sicomoro risalente al 1680. Qui, nel 1834, Facile da segare, fornisce anche un sei operai agricoli crearono un sindacato e buon carburante. furono deportati in Australia. Il suo nettare è un ottimo miele. 17

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Baobab

L MAESTOSO baobab (o “albero rovesciato” per la forma dei suoi rami, che sembrano radici) è forse la pianta grassa più grande del mondo ed è un’icona africana. Le sue enormi radici bulbose immagazzinano grandi quantità d’acqua, permettendogli di far fronte alla siccità. I suoi rami aggrovigliati producono grandi fiori (solitamente bianchi), di breve durata, maleodoranti, che sono impollinati di notte dai pipistrelli della frutta. I frutti formano grandi baccelli, ricchi di vitamina C, chiamati “pane delle scimmie”. Alcuni baobab hanno vasti tronchi cavi che hanno ospitato uffici postali, carceri, fermate degli autobus e persino pub! Le nicchie e le fessure nascondono rettili, insetti e pipistrelli; babbuini, antilopi, scimmie, elefanti e facoceri gustano i suoi baccelli; gli uccelli tessitori costruiscono nidi nella loro chioma, mentre le api africane, i rondoni e i barbagianni si infilano dentro le cavità. Il baobab australiano appartiene a un’altra specie. NOME LATINO Adansonia digitata HABITAT Zone aride del Madagascar, 32 nazioni africane, Arabia. È stato introdotto anticamente in Asia meridionale e durante l’era coloniale nei Caraibi.

quando il baobab fu piantato da Dio, continuò a camminare, così Dio lo sollevò e lo ripiantò a testa in giù per impedirgli di muoversi.

ALTRE INFORMAZIONI In Sud Africa, il Glencoe Baobab aveva una circonferenza di circa 47 metri ma successivamente si divise in due tronchi STORIA separati. Questa specie ha 200 milioni di anni. Fino a quando non cadde nel 2017, il Sunland Il suo nome latino è in onore del naturalista Big Baobab ospitava un bar all’interno del suo francese del XVIII secolo Michel Adanson. tronco cavo in cui potevano sedersi fino a 16 clienti. SIGNIFICATO I baobab possono vivere fino a 5.000 anni. Albero della vita; simbolo di forza, potere e grazia. È soprannominato “albero del topo morto” perché i suoi frutti pelosi sembrano essere appesi a SEGRETI E CURIOSITÀ delle code. Dentro c’è un guscio duro, simile al Questo albero è venerato in Senegal cocco, che contiene la polpa. di cui è simbolo nazionale. In alcune La sua corteccia fibrosa fornisce carburante, funi, culture africane, i parenti defunti braccialetti, colla, cestini, materassini, reti da sono sepolti alla base dei baobab pesca, sacchi, tinture e indumenti. perché si crede che gli alberi si Il frutto del baobab è l’unico al mondo che si impregnino delle loro anime. essicca naturalmente sul ramo. Una leggenda racconta che, 18

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