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editoriale Marcella Valverde

I grandi eventi tornano in presenza: un passo verso una “nuova” normalità

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opo gli eventi in presenza iniziati a giugno, anche il Cosmofarma riapre i battenti con la sua prima edizione in epoca pandemica. Dal 9 al 12 settembre presso la Fiera di Bologna, infatti, si accederà non solo a questa manifestazione, ma anche a OnBeauty by Cosmoprof e al Sana, il Salone internazionale del biologico e del

naturale. Il Cosmofarma occuperà i padiglioni 28, 29 e 30 e offrirà un calendario ricco di eventi: si potrà assistere a oltre 50 convegni suddivisi in quattro aree tematiche, quella scientifica, manageriale, istituzionale e all’insegna del claim del 2021, ossia “ReAzione - I valori al centro”. Quest’ultimo è un concetto molto significativo che non richiama alla memoria solo la ripartenza, ma anche i valori che animano l’edizione di quest’anno: empatia, ascolto, tempo, inclusività,

Finalmente tornano le manifestazioni in

presenza: al Cosmofarma di Bologna, però, non si abbassa la guardia e si

fa fronte comune contro

resilienza, fiducia, salute, relazioni umane, libertà e sostenibilità. “ReAzione”, in effetti, è un

la diffusione dei contagi

manifesto di intenti dal grande significato simbolico: dopo i tanti mesi di stop, è giunto il mo-

da Sars-CoV-2. La parola

mento di agire e reagire tutti insieme a ciò che è successo senza tralasciare, però, le regole di

d’ordine, quindi, è quella

prevenzione e di prudenza che dobbiamo ancora seguire per via della perdurante circolazione

della massima sicurezza:

del virus e della variante Delta, quella ora predominante. Perché la sicurezza è il primo criterio

l’adozione di protocolli

indispensabile per poter vivere giornate di incontri senza il rischio di ammalarsi o di trasmet-

severi, ma indispensabili,

tere la malattia. Così, l’attenzione alle misure anti-Covid emesse dal Ministero della Salute è massima. Il personale fieristico, infatti, controllerà che chi accede alle manifestazioni abbia una temperatura corporea inferiore a 37,5° e che sia in possesso del Green Pass oppure della certificazione di avvenuta guarigione da Covid-19 con la contestuale cessazione dell’isolamento prescritto, o di aver fatto il test antigenico rapido o molecolare con esito negativo entro 48 ore. Chi dovesse esserne sprovvisto potrà svolgere, a pagamento, un tampone antigenico rapido presso le apposite aree allestite in zone adiacenti al Quartiere Fieristico, oppure potrà rivolgersi

fanno sì che si possano svolgere le proprie attività professionali e commerciali in modo sereno e proficuo. Dopo questi terribili mesi di pandemia, è il coronamento

alle farmacie convenzionate che si trovano attorno alla Fiera. Come oramai ben sappiamo, an-

degli sforzi profusi dalla

che in questo caso il ruolo delle farmacie è di importanza fondamentale per fare fronte comune

comunità scientifica e

contro la diffusione dei contagi. Inoltre, tutti dovranno essere muniti di mascherina chirurgica o

dalla progressione della

FFP2, saranno intensificate le misure di igienizzazione e si garantirà il regolare distanziamento

campagna vaccinale. Ma

anche durante il servizio di ristorazione e catering. D’altro canto, è proprio in una manifestazio-

sarà anche la vittoria del

ne dedicata alla salute e alle azioni per mantenerla o per ritrovarla che non si deve abbassare

senso di civico che ognuno

la guardia, dando il buon esempio. Ci vuole un segnale forte per dimostrare che stare insieme

di noi ha messo in campo

si può a patto, però, che non si perdano di vista le linee guida dettate dagli esperti e si agisca in modo responsabile. La progressione della campagna vaccinale e i protocolli messi in atto garantiranno quindi agli operatori di concentrarsi princialmente sul loro business e sulla ripresa dei contatti commerciali in presenza. Finalmente arriva un segnale positivo: facciamone tesoro!

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sommario 6

Ne parliamo con SARS-COV-2: STATO DELL’ARTE E SCENARI FUTURI

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Prodotto del mese RAPIDO SOLLIEVO DALLE AFTE ORALI CON CURASEPT AFTERAPID

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Ne parliamo con TAMPONI E VACCINAZIONI: LA FARMACIA DIVENTA PRESIDIO SANITARIO ANTI-COVID

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Farmacia PANDEMIA COVID-19, BANCO DI PROVA PER LA FARMACIA DEL FUTURO

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Antibiotici ANTIBIOTICO-RESISTENZA, URGE LA RICERCA DI NUOVE TERAPIE

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Farmacologia ANTISTAMINICI, CONSIDERAZIONI PRATICHE SUL CORRETTO UTILIZZO

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Neurologia EMICRANIA, NUOVE PROSPETTIVE DI CURA

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Salute orale NIENTE IGIENE ORALE? EFFETTI NEGATIVI SI VEDONO GIÀ DOPO 24 ORE

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Grafica Grafic House www.grafic-house.com

Direttore responsabile Giuseppe Roccucci

Vendite Stefania Bianchi s.bianchi@griffineditore.it Paola Cappelletti p.cappelletti@griffineditore.it Lucia Oggianu l.oggianu@griffineditore.it

Redazione Andrea Peren a.peren@griffineditore.it Lara Romanelli l.romanelli@griffineditore.it Hanno collaborato in questo numero Carla Carnovale, Andrea Peren, Renato Torlaschi, Lucia Oggianu, Marcella Valverde

Stampa Alpha Print srl Via Bellini, 24 - 21052 Busto Arsizio (VA) Ufficio Abbonamenti Maria Camillo customerservice@griffineditore.it Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110

Tutti gli articoli pubblicati su Professione Salute sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La proprietà letteraria degli articoli appartiene a Griffin. Il contenuto del giornale non può essere riprodotto o traferito, neppure parzialmente, in alcuna forma e su qulalsiasi supporto, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Ai sensi della legge in vigore, i dati dei lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno

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Dermatologia MANIFESTAZIONE CUTANEA DA COVID-19: INDIVIDUATI 6 CAMPANELLI DI ALLARME

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Social Media FAR CRESCERE LA FARMACIA CON LA DIGITAL STRATEGY

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Eventi

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Attualità

Dermocosmesi ESTETICA E DERMOCOSMESI NEL PAZIENTE ONCOLOGICO

Professione Salute Trimestrale di counseling e formazione alla prevenzione

Coordinamento editoriale Rachele Villa r.villa@griffineditore.it

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Le aziende informano

Editore Griffin srl unipersonale via Ginevrina da Fossano 67A 22063 Cantù (Co) Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 www.griffineditore.it Professione Salute Periodico trimestrale Anno XI - n. 3 - settembre 2021 Registrazione del Tribunale di Como n. 4 del 14.04.2010 ISSN 2531-8748 Iscrizione Registro degli operatori di comunicazione n. 14370 del 31.07.2006

conformi a quanto previsto dalla legge. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione prevista per legge. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inserzionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi. aprile 2019 Professione

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NE PARLIAMO CON

SARS-COV-2: stato dell’arte e scenari futuri I contagi risalgono e la variante Delta preoccupa sempre più gli esperti. Oltre ai vaccini e al mantenimento delle misure di sicurezza cosa possiamo fare? Ecco l’autorevole parere del professor Massimo Galli

è ancora più importante conoscere e comprendere quali siano le azioni corrette per contenerne la diffusione.

È

Intervista di Marcella Valverde

Massimo Galli Ordinario di Malattie Infettive all’Università Statale di Milano Direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano

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diventato un volto noto durante questi terribili mesi di pandemia, un vero punto di riferimento non solo per la comunità scientifica, ma anche per tutti gli italiani. Il professor Massimo Galli, Ordinario di Malattie Infettive all’Università Statale di Milano e Direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, infatti, da eccellente insegnante qual è, ha sempre spiegato in modo chiaro e puntuale concetti scientifici molto complessi circa la natura del virus Sars-Cov-2, le sue varianti e le modalità di trasmissione, fornendo le informazioni necessarie per difendersi e per non diffonderlo. Che piaccia o meno, ha dimostrato di aver avuto sempre ragione lui. E oggi, con la ripresa dei contagi della variante Delta,

Professor Galli, con l’arrivo della variante Delta la gran parte dei virologi è in allarme: cos’è cambiato in questi mesi? Prima di tutto, mi lasci dire che, rispetto a quanto si era pensato l’anno scorso, è chiaro che la diffusione di questo virus non venga rallentata dalle temperature miti o torride e che, quindi, non si deve abbassare la guardia nemmeno in estate. La variante Delta, infatti, ha una grande facilità di trasmissione e, rispetto alle precedenti, ha una maggiore capacità di infettare anche i giovani. La gran parte dei positivi, per fortuna, sviluppa un’infezione asintomatica o paucisintomatica che, quindi, non viene individuata, ma che può essere trasmessa. E questo costituisce un rischio per i soggetti più fragili o non vaccinati. A proposito di vaccino, cosa succede ora con questa variante? Se i vaccini proteggono meglio dalle “vecchie” varianti, non sempre sono efficaci nel caso della Delta: a oggi si stima una copertu-

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INTERVISTA A MASSIMO GALLI

ra del 65-80% e, quindi, esiste la possibilità di infettarsi. Nel caso in cui ci si ammalasse, però, si evitano le forme gravi, quelle che richiedono eventualmente un ricovero in terapia intensiva. Inoltre, sappiamo che ci sono individui che non sviluppano una risposta al vaccino e che, quindi, non hanno prodotto anticorpi specifici. Sono casi non frequenti, ma esistono: questi soggetti credono di avere uno scudo, ma, invece, sono esposte al rischio di ammalarsi anche in forma severa. Quindi, a mio avviso, un passo importante sarebbe quello di individuare tali persone. Quindi sarebbe utile eseguire un test sierologico dopo la vaccinazione per controllare la propria risposta immunitaria? Certamente. È da tempo che discuto proprio su questo punto. Si sta ragionando, invece, sull’opportunità di una terza dose che, a mio parere, è attualmente una sorta di imposizione burocratica, mentre è un grande errore ignorare se un vaccinato o un guarito abbiano una copertura anticorpale o meno. Della terza dose si parla sulla base di un numero insufficiente di dati scientifici. Mi aspetto senz’altro che, facendola, si ottenga un’impennata degli anticorpi ma il punto è: serve? O meglio: serve che la facciano anche coloro che hanno ancora una risposta immune più che accettabile? Direi che il punto, invece, è che non si vuole andare a vedere se la gente ha risposto o no al vaccino e questo, secondo me, è un grave errore. Non solo: prima che mi convincano dell’opportunità di vaccinarmi con una terza dose di un vaccino che è stato impostato su un virus che girava a Wuhan a marzo del 2020, bisogna che mi dimostrino che non ho una risposta immune. Altrimenti vogliamo dire che si tratta di una sperimentazione sulla terza dose su imposizione burocratica? La domanda, quindi, ritorna al punto di partenza: non sarebbe molto più funzionale cercare di capire qual è lo stato effettivo delle persone che sono immunodepresse e hanno dei problemi di sa-

lute? Per quanto riguarda noi medici e molti operatori sanitari, proprio per conoscere la nostra capacità di risposta immune, stiamo facendo i test per conto nostro, come privati cittadini per proteggere noi stessi, ma soprattutto i nostri pazienti. Dal mio osservatorio sono queste le cose importanti, altrimenti continuiamo eseguire compiti inutili per imposizione, come, per esempio, vaccinare i guariti. Se sono queste le intenzioni, personalmente sono contrario. Invece, spero che fra non molto siano disponibili vaccini “aggiornati”, che tengano conto della variante Delta, predominante in questo periodo. L’aumento dei contagi è in atto ed è prevedibile che il numero sia destinato a crescere anche nelle prossime settimane. Oltretutto, visto che la grande maggioranza dei contagiati è asintomatica, è verosimile che il loro numero sia superiore a quello rilevato. Cosa possiamo fare, perciò? È necessaria ancora una grande cautela in tutte le situazioni che configurano un pericolo per la diffusione dell’infezione: certamente sono tali le manifestazioni che vedono un assembramenti di persone senza le distanze di sicurezza o che non seguono le norme di sicurezza, tra cui la disinfezione delle mani e l’utilizzo della mascherina. Il nostro il Paese, oggi, non può permettersi altre chiusure generali, mentre possono avere senso le quarantene. Il vaccino è benedetto e utilissimo, ma purtroppo, come ho già ricordato, è incapace di garantirci una protezione dalla variante Delta né al 100% e nemmeno al 70%. Ed è anche per questo che il discorso delle limitazioni e delle quarantene è assolutamente legittimo. I casi di infezioni salgono, soprattutto quelli nei giovani: parlare di una prossima ondata ha senso, ma possiamo anche prevedere che non avrà più le caratteristiche delle precedenti, ossia quelle che hanno messo in ginocchio il sistema sanitario in tutto il mondo. Oramai il tasso di vaccinati è tale da consentire una buona risposta in chi

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L’aumento dei contagi

è in atto ed è prevedibile che il numero sia destinato a crescere anche nelle prossime settimane. Oltretutto, visto che la grande maggioranza dei contagiati è asintomatica, è verosimile che il numero dei positivi sia decisamente superiore a quello rilevato

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NE PARLIAMO CON

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ha seguito correttamente l’iter.

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Parlare di una prossima ondata ha senso, ma possiamo anche prevedere che, grazie al vaccino, non avrà più le caratteristiche

delle precedenti, ossia quelle che hanno messo in ginocchio il sistema sanitario in tutto il mondo

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Cosa pensa del “green pass”? Torniamo sempre al punto iniziale: più la curva dei contagi aumenta, più cresce il numero delle persone che possono infettarsi in modo grave. Il green pass non deve essere un obbligo anche perché, in tal caso, non contribuirebbe a persuadere chi ancora non si è vaccinato. Però è comunque un modo per incentivare a vaccinarsi e a riflettere sul concetto di responsabilità civile e sociale. Non ci si vaccina solo per se stessi, ma anche per la collettività e proprio per questo motivo il green pass è uno strumento necessario per accedere a determinati servizi. L’idoneità a determinate mansioni, come quelle sanitarie o di docenza, è importante ma con un distinguo: se, per esempio, un sanitario non vaccinato, infettandosi, potrebbe mettere in pericolo i pazienti, nel caso degli insegnanti, invece, è più facile che siano loro in pericolo. Infatti, stando a contatto con i ragazzi che, in questo momento, hanno più possibilità di diventare veicolo di contagio, corrono più rischi. Dopo questi mesi sappiamo che la “dad” è uno strumento utile, ma secondario alla didattica in presenza: quindi l’idoneità di una persona che lavora a scuola si ottiene anche attraverso la vaccinazione. Al momento non abbiamo la possibilità di vaccinare tutti gli studenti, ma solo quelli più grandi: bisognerà perciò definire una linea guida adatta a tutte le scuole per limitare al massimo la presenza di eventuali focolai. Ma sicuramente si dovranno anche organizzare al meglio i mezzi pubblici e, soprattutto, si dovranno poter rilevare tempestivamente i contagi all’interno delle scuole attraverso gli strumenti di diagnostica applicata. La terapia con anticorpi monoclonali potrebbe essere una cura efficace? Gli anticorpi monoclonali agiscono contro il Sars-CoV-2 come gli anticorpi naturali facendo sì che il virus non possa a entrare nelle

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nostre cellule e, quindi, non riesca a infettarle e a replicarsi, ma venga più facilmente fagocitato da cellule del sistema immunitario, come i macrofagi. Quindi gli anticorpi monoclonali anticipano la risposta immune se si è contratta l’infezione entro il decimo giorno. Si tratta di una cura dal costo molto elevato e di limitata durata temporale, dalle due settimane a pochi mesi, dopo i quali è necessaria un’altra somministrazione. Inoltre è una cura che non è esente da rischi anche gravi e va somministrata in contesti ospedalieri o para-ospedalieri. È destinata soprattutto ai pazienti più a rischio come, per esempio, quelli anziani, diabetici, ipertesi, obesi o con malattie croniche gravi. Inoltre, la variante Delta sfugge ad alcuni monoclonali – così come per il vaccino preparato sul “primo” Coronavirus –: per questo sono in via di preparazione i nuovi monoclonali efficaci anche sulla variante Delta. Cosa ci può dire sul “Long Covid”? Chi ha contratto un’infezione anche severa talvolta sviluppa una sorta di trauma post evento drammatico. Molti dei sintomi riportati possono ricondursi ad attacchi di panico, ma vi sono anche dei casi di sindromi polimialgiche, qualche raro caso di perdita di olfatto e di gusto, di insufficienza respiratoria e via dicendo. Molti soggetti sono migliorati, ma abbiamo anche casi di compromissione d’organo e di miocarditi in pazienti giovani. Oggi che aiuto chiederebbe alle farmacie? So di toccare un argomento delicato, ma, a mio avviso, oggi le farmacie possono fornire un fondamentale servizio attraverso il rilascio del green pass specialmente a tutte quelle persone, più o meno anziane, che non hanno dimestichezza con i mezzi informatici. Inoltre credo che sarebbe utile mettere in rete le farmacie con i medici di famiglia in modo che esista non solo una continuità di cure, ma anche per far sì che il medico di famiglia collabori con la farmacia perché diventi un punto vaccinale a tutti gli effetti.

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PRODOTTO DEL MESE

RAPIDO SOLLIEVO DALLE AFTE ORALI CON CURASEPT AFTERAPID Le afte orali sono una delle patologie più frequenti del cavo orale, in genere associate a sensazione di disagio e dolore, con conseguenti limitazioni all’alimentazione, alle relazioni sociali, alla deglutizione e notevole aumento della salivazione. Afte orali: le cause Le cause delle afte non sono ancora completamente conosciute, anche se a riguardo sono state avanzate diverse ipotesi, probabilmente dipendenti tra loro (psicosomatiche, allergiche, autoimmuni, ormonali, infettive, genetiche e dietetiche). In taluni casi, le afte della bocca possono essere la semplice conseguenza di 10

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traumi locali, quali morsicature durante la masticazione o erosioni causate da un utilizzo troppo energico dello spazzolino da denti. Sintomatologia ed evoluzione delle lesioni aftose L’insorgenza di un’afta è spesso preannunciata da una sensazione di bruciore che si manifesta uno o due giorni prima nell’area in cui si formerà la lesione, anche se l’aspetto della mucosa appare ancora normale. Dopo questa prima fase, nell’area interessata si assiste alla comparsa di un arrossamento localizzato che, in seguito, evolverà in una lesione di forma tondeggiante e di colore bianco-giallastro. Le afte della bocca così formate possiedono la caratteristica di essere dolorose sia spontaneamente sia al contatto. Un’altra peculiarità di questo tipo di lesioni è rappresentata dal gonfiore.

Curasept AFTERAPID: pronto intervento in caso di afte Curasept AFTERAPID rappresenta una linea di prodotti innovativa che vede la presenza di esclusivi componenti ad azione protettiva, antinfiammatoria, antiedema e rigenerante come Tea tree oil e olio di manuka, acido glicirretico, allantoina e ruscogenina. In particolare: > l’acido ialuronico non idrolizzato e non salificato a tre pesi molecolari, offre numerosi vantaggi: elevata capacità di riparazione e protezione delle cellule della mucosa gengivale e diminuzione del livello infiammatorio; > frazioni di Dna/Rna di origine vegetale, con attività antinfiammatoria e capacità di stimolare i meccanismi biologici che portano alla riparazione tissutale. L’azione sinergica dei componenti di Curasept Afterapid permette di agire direttamente sulle lesioni, a livello degli strati più coinvolti dal processo

degenerativo, stimolando la proliferazione cellulare e la rigenerazione della ferita, riducendo così i tempi di guarigione. Grazie all’azione dei polinucleotidi, Curasept Afterapid risulta infatti in grado di preservare la vitalità cellulare, facilitandone la proliferazione di vasi e tessuti, mentre l’acido ialuronico crea il microambiente ideale per la neoformazione di connettivo ed epitelio, proteggendo contemporaneamente la lesione da eventuali infezioni. I tempi di guarigione possono essere così accelerati e la sintomatologia dolorosa si riduce già dal primo utilizzo. Curasept Afte Rapid: rapido il sollievo, rapida la guarigione La linea Curasept Afterapid è composta da tre prodotti: collutorio, gel protettivo e spray. www.curaseptspa.it

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NE PARLIAMO CON

TAMPONI E VACCINAZIONI: la farmacia diventa presidio sanitario anti-Covid Con i servizi di vaccinazione anti-Covid, esecuzione di tamponi rapidi e stampa di green pass, le farmacie, anche grazie alla loro presenza capillare sul territorio, si confermano una grande risorsa per il servizio sanitario

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n un periodo eccezionalmente critico, come quello che stiamo vivendo da oltre un anno, le farmacie non si sono limitate a svolgere il prezioso servizio di sempre, ma sono diventate ancor più protagoniste, qualificandosi come presidio sanitario polivalente, con il plus, davvero unico, che da sempre le caratterizza: la vicinanza ai cittadini. La problematica sanitaria più attuale è quella della vaccinazione della popolazione contro il Covid-19 e ancora una volta le farmacie sono in prima fila, mostrando di saper crescere ed evolvere anche nelle situazioni difficili. Ad Annarosa Racca, rieletta Presidente di Federfarma Lombardia per il triennio 2020-2023, abbiamo chiesto di delineare le sfide che le farmacie stanno affrontando.

Intervista di Renato Torlaschi

Annarosa Racca Presidente di Federfarma Lombardia 12

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Dottoressa Racca, la vaccinazione antiCovid coinvolgerà anche le farmacie: in che termini? Le norme introdotte hanno portato una nuova opportunità: vaccinare le persone contro la Sars-Cov-2 direttamente in farmacia. È un grande traguardo per le farmacie ma anche per la popolazione, perché consentirà a tutti i cittadini che non lo hanno ancora fatto di aderire alla campagna vaccinale in modo più semplice e con meno spostamenti. Riteniamo che la vicinanza e

la familiarità della farmacia – rispetto a un centro vaccinale esterno – possa aumentare ulteriormente l’adesione della popolazione alla vaccinazione, soprattutto di quella più fragile, che ha difficoltà nel recarsi in un hub vaccinale. Mi auguro che tutte le farmacie possano prendere parte all’iniziativa, ma l’adesione sarà su base volontaria, poiché ogni farmacia dovrà valutare la fattibilità del progetto sulla base degli spazi che ha a disposizione, del personale e di altri fattori gestionali e logistici. Come avverranno le vaccinazioni nella sua Regione? La prima fase è stata svolta da grandi hub vaccinali, che hanno permesso l’immunizzazione di un’ampia fetta della popolazione. In autunno anche noi saremo operativi in prima persona. In agosto è partita, infatti, una fase sperimentale su un limitato numero di farmacie, avviata da Regione Lombardia che, recependo con apposita delibera l’accordo quadro nazionale del 29 marzo, ha firmato l’intesa con Federfarma Lombardia per la partecipazione delle farmacie territoriali alla campagna vaccinale anti-Covid 2021 e 2022. Dopo questa fase sperimentale, in autunno il servizio entrerà a pieno regime in tutte le farma-

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INTERVISTA AD ANNAROSA RACCA

cie lombarde convenzionate che avranno confermato la propria disponibilità. Sarà possibile prenotare la vaccinazione direttamente nella farmacia aderente più vicina. L’accordo prevede che il vaccino possa essere somministrato direttamente dal farmacista: negli ultimi mesi ci siamo formati adeguatamente, partecipando ai corsi organizzati dall’Istituto superiore di sanità, dalla Federazione nazionale degli Ordini dei farmacisti e da altre istituzioni accreditate. Tutti i passaggi del percorso vaccinale, dalla firma del consenso informato al monitoraggio post-vaccino, compresa la gestione delle emergenze, saranno regolati secondo gli appositi protocolli previsti per la campagna di inoculazione. L’obiettivo di questa attività è aumentare il più possibile il tasso di copertura vaccinale della popolazione e agevolare l’accesso degli over 60 alla profilassi, sfruttando la capillare presenza sul territorio delle farmacie di comunità. In altri paesi europei, come la Francia, l’Inghilterra e il Portogallo, la vaccinazione in farmacia è già una realtà consolidata anche per il vaccino antinfluenzale; per questo motivo l’Italia sta semplicemente seguendo la tendenza data dall’Europa con lo sviluppo della sanità territoriale di cui la farmacia è un presidio fondamentale e uno dei primi punti di accesso al Servizio sanitario nazionale per il cittadino. In alcune Regioni è stato reso possibile l’effettuazione di tamponi rapidi in farmacia. Com’è andata questa esperienza in Lombardia? In Lombardia l’esperienza è stata positiva: da febbraio, in farmacia è possibile effettuare il tampone antigenico rapido come servizio del Sistema Sanitario Regionale, (Ssr) ma anche privatamente, con costo a carico del cittadino. Possono usufruire del tampone a carico del Ssr le categorie di cittadini selezionate da Regione Lom-

bardia, come personale scolastico, ragazzi di età compresa fra i 14 e i 19 anni e chi accede a Rsa, Residenze Sanitari per Disabili e Hospice. L’agenda delle prenotazioni per i test in regime di SSR è gestita attraverso il sistema Gestione delle prenotazioni del SISS, che viene utilizzato anche per la prenotazione dei tamponi molecolari necessari in caso di esito positivo del test. Nei primi sei mesi, da febbraio a luglio, le farmacie lombarde hanno eseguito un milione di tamponi, ulteriore segno concreto dell’apporto dato nella lotta quotidiana contro il Covid-19. Com’è stata la partecipazione dei farmacisti? L’adesione da parte delle farmacie per questa iniziativa è stata ampia; non è stata totale perché nel caso dell’accordo regionale sui tamponi antigenici si fa riferimento alla Legge di Bilancio 2021 che indica «i test mirati a rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM e i tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di antigene Sars-Cov-2 possono essere eseguiti anche presso le farmacie aperte al pubblico dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la tutela della riservatezza». Non tutte le farmacie hanno la possibilità di dotarsi di spazi diversi dal locale stesso della farmacia e adeguati dal punto di vista normativo, ma nonostante questo abbiamo avuto un’ampia adesione. La farmacia deve effettuare il tampone rapido su appuntamento, in un locale diverso dalla zona di vendita, garantendo la distanza interpersonale, per gestire in modo adeguato la sicurezza in caso di positività. In caso di positività di un utente, a oggi la farmacia deve segnalarlo a Regione Lom-

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INTERVISTA AD ANNAROSA RACCA

bardia poiché vi è l’obbligo di tracciabilità di tutti i test, inclusi quelli svolti nelle farmacie, che vanno inseriti nei sistemi informativi regionali. Il percorso del soggetto positivo ha come primo passo l’invio verso una struttura regionale accreditata che effettui un tampone molecolare, il seguito sarà poi identico a quello di ogni altro referto di positività.

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Le farmacie hanno

avuto un ruolo importante durante questa emergenza perché negli ultimi anni si è lavorato molto sul loro ruolo di presidio sanitario territoriale, arricchendolo di servizi, di funzioni e impegni affidati alla farmacia

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Durante l’epidemia Covid, le farmacie hanno rafforzato il loro ruolo esistente e hanno fatto passi avanti nel passaggio al ruolo innovativo, denominato “farmacia dei servizi”. Ci può descrivere, concretamente, quali esperienze stanno determinando questo mutamento? Durante la pandemia le farmacie hanno dimostrato quanto sia importante il loro ruolo di presidio territoriale del Sistema sanitario nazionale e regionale. Durante il lockdown hanno dato un supporto indispensabile alla popolazione, non solo nel fatto che non sono mai mancati i farmaci di cui i cittadini, in particolar modo i più fragili, avevano bisogno; ma anche nel fornire corrette informazioni su come gestire la situazione, la distanza, le mascherine, i guanti, e così via. Le farmacie hanno avuto un ruolo importante durante questa emergenza perché negli ultimi anni si è lavorato molto sul loro ruolo di presidio sanitario territoriale, arricchendolo di servizi, di funzioni e impegni affidati alla farmacia. Tali attività sono state associate alla presenza costante e all’ampia disponibilità offerta dalle farmacie. Questo lavoro di anni è stato evidenziato durante la pandemia, mettendo in luce quante potenzialità ha ancora da sviluppare la farmacia. Il primo ostacolo che è stato affrontato, sin dai primissimi giorni della pandemia e della prima zona rossa, è stato proprio quello delle ricette mediche, quando molti studi sono stati chiusi perché i medici si ammalavano o per evitare gli assembramenti di pa-

zienti malati negli ambulatori. I pazienti, in particolar modo i cronici, avevano bisogno dei farmaci; così le farmacie, in supporto alle istituzioni e ai cittadini, hanno iniziato a stampare i promemoria delle ricette accelerando il processo di digitalizzazione che era in sperimentazione già da alcuni mesi in alcune aree della Lombardia. Tale accelerazione ha portato, a partire da gennaio 2021, alla totale dematerializzazione della ricetta, senza bisogno neppure della stampa del promemoria. Più recentemente, le farmacie sono state parte attiva nell’agevolare i cittadini nell’ottenimento del green pass. A fine luglio le farmacie lombarde hanno stampato più di 500 mila green pass. Si tratta di un numero molto elevato, soprattutto se confrontato con i circa 30 mila stampati dai medici di medicina generale. I cittadini ancora una volta hanno trovato nella farmacia prima che in altri luoghi la risposta alle loro necessità confermando che la farmacia – con la sua capillarità, i suoi orari di apertura e la sua professionalità – costituisce una risorsa insostituibile per il servizio sanitario. La prossimità delle farmacie rende la burocrazia sanitaria meno onerosa per i cittadini, che risparmiano tempo e denaro. A che punto è l’informatizzazione delle farmacie? La farmacia è sempre stata molto innovativa in termini di informatizzazione: tutte le farmacie sono sempre connesse con il Sistema Regionale e sono in grado di agire su molti fronti: ricette totalmente dematerializzate, rinnovi di esenzioni, prenotazioni di visite ed esami, screening, telemedicina e così via. Quest’ultimo periodo ha messo in luce come la gestione territoriale della Sanità non possa prescindere dalla farmacia come primo e più prossimo presidio sanitario sul territorio e che la “farmacia dei servizi” è il mezzo attraverso il quale si può attuare la territorializzazione dei servizi sanitari.

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FARMACIA / SCENARI

PANDEMIA Covid-19, banco di prova per la farmacia del futuro le precauzioni del caso, recarsi nelle farmacie, che sono state essenziali per i cittadini che avevano difficoltà a muoversi e avevano bisogno di farmaci a domicilio e, in particolare, delle bombole di ossigeno, preziose durante la pandemia». Lo ha affermato Letizia Moratti, assessora al Welfare della Regione Lombardia, in occasione dell’apertura del webinar “Il valore delle farmacie nello scenario post-Covid-19 in Lombardia”, che ha visto coinvolti le istituzioni regionali e i principali attori dell’ecosistema salute, permettendo di dare uno sguardo all’operato delle farmacie a partire dalla diffusione del virus Sars-CoV-2 e soprattutto al futuro, in uno scenario che evidentemente non è solo lombardo ma riguarda tutto il territorio nazionale.

di Renato Torlaschi

Esperti a confronto riflettono sull’operato delle farmacie nell’ultimo anno, a partire dalla diffusione del virus Sars-CoV-2, e sugli scenari che si aprono nel prossimo futuro a livello nazionale

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«L’

esperienza del Covid-19 ha evidenziato il ruolo delle farmacie come presidio sul territorio e come punto di riferimento imprescindibile, soprattutto per le persone anziane e fragili e per chi necessita di informazioni e di assistenza. Le farmacie, anche durante i periodi più critici, sono sempre rimaste aperte e hanno dato un segnale importantissimo alla collettività, specie nei piccoli comuni e nei paesi di montagna, dove a volte sono l’unico presidio sanitario. È ovvio che in questo frangente gli acquisti online si sono moltiplicati ma, secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, le persone hanno preferito, pur con

Cosa è stato fatto Tutti i relatori che sono intervenuti hanno ripercorso la situazione emergenziale che improvvisamente e con gravità imprevista si è abbattuta sull’Italia, così come nel resto del mondo, a partire dai primi mesi del 2020 e la pronta risposta delle farmacie alle inedite difficoltà. Si sono ricordati per esempio gli innumerevoli test salivari effettuati dai farmacisti, che hanno rassicurato i genitori a fronte magari di banali sintomi influenzali che avrebbero potuto essere conseguenza del virus che causa il Covid-19. E di rassicurazioni c’è stato molto bisogno: «Abbiamo assistito al prolifarare di fake news – ha affermato Letizia Moratti

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– che hanno creato confusione e disagi, e i farmacisti hanno mostrato la competenza e autorevolezza per smontarle e per dare informazioni puntuali, precise e veritiere. La drammaticità di questa situazione ha evidenziato il rapporto fiduciario che esiste tra le farmacie e i clienti». Secondo la presidente di Federfarma Lombardia Annarosa Racca, la pandemia ci ha insegnato tanto: «Abbiamo continuato a fornire l’assistenza ai cittadini, non abbiamo avuto paura, non ci siamo mai tirati indietro, abbiamo messo plexiglass, guanti e mascherine e abbiamo aiutato e assistito le persone disorientate, in particolare è stato importante stampare le ricette ai cittadini organizzandoci in pochissimi giorni. Come faceva la gente ad andare a prendere la ricetta dal medico quando gli ambulatori erano chiusi? Ci sono stati dati nuovi compiti, come l’effettuazione dei tamponi e la veicolazione dei vaccini: per i tamponi ci siamo attrezzati, ne abbiamo fatti 550 mila; per quanto riguarda i vaccini, abbiamo seguito i corsi e siamo pronti». A questo proposito, si ipotizza un coinvolgimento diretto dei farmacisti e dei medici di medicina generale in una successiva fase. È infatti probabile che si evidenzi la necessità di somministrare una terza dose di vaccino, in funzione della durata della copertura vaccinale: se ci sarà bisogno di richiami, le farmacie potranno avere un ruolo rilevante nel colmare “l’ultimo miglio” della campagna vaccinale. A effettuare le vaccinazioni all’interno delle farmacie, non solo per il Sars-CoV-2, hanno cominciato i portoghesi e ora sono una realtà in diversi paesi europei. I farmacisti – e i cittadini – si augurano che questo sia possibile anche in Italia, in un futuro molto vicino. La farmacia del futuro E dei tanti aspetti che dovranno caratterizzare la farmacia del futuro, nel corso del convegno, se ne è parlato molto. Anche

LA FARMACIA CHE DESIDERA IL CITTADINO “La Farmacia che vorrei” è un sondaggio che è stato promosso da Cittadinanzattiva alla fine del 2020, con l’obiettivo di rendere ancora più rispondenti ai bisogni reali dei cittadini i servizi disponibili nelle farmacie e individuarne di nuovi. Come ha riferito Paola Pelliciari, coordinatrice regionale del Tribunale per i diritti del malato della Lombardia, al questionario, fatto in piena pandemia, hanno risposto 300 cittadini. Il primo dato è che il 94% ha dichiarato di essersi recato in farmacia e di aver usufruito dei servizi offerti. «E hanno detto due cose fondamentali: la prima è che si fidano della farmacia come istituzione e del farmacista come professionista esperto del farmaco; la seconda è che dalla farmacia vorrebbero ancora di più. I cittadini chiedono più servizi, ma c’è anche una sostanziale disinformazione su quello che la farmacia già offre. Non chiedono solo farmaci e servizi burocratici – Cup, scelta e revoca del mmg, prenotazioni – ma anche vicinanza e supporto nell’utilizzo delle nuove tecnologie, in primis del fascicolo sanitario elettronico, investendo il farmacista del ruolo di avvicinare i cittadini all’innovazione. Alla domanda “sai che in farmacia puoi usufruire di prestazioni diagnostiche in area cardiologica con modalità di telecardiologia?” la risposta prevanente è stata: “non lo so”. Ma alla domanda “lo vorresti?”, la risposta è stata: “assolutamente sì”. Lo stesso è accaduto quando abbiamo chiesto ai cittadini se fossero al corrente del ruolo svolto dalle farmacie nella prevenzione e nell’aderenza terapeutica. In sintesi, la direzione presa con lo sviluppo della farmacia dei servizi è proprio quello che il cittadino vuole, è chiaro però che ci deve essere un’azione di sistema basata sull’interoperabilità di tutti gli anelli che compongono l’assistenza sanitaria sul territorio, ognuno nel proprio ambito e con le proprie competenze, ma meno a compartimenti stagni».

perché «ci troviamo in una situazione irripetibile dal punto di vista della necessità di resettare completamente il modello di assistenza sanitaria», ha dichiarato Sergio Dompé, presidente dell’omonimo gruppo farmaceutico italiano e chairman della task force Health & Life Sciences del B20, chiamata a elaborare un documento di policy da condividere con i governi dei venti paesi più ricchi del mondo. «Bisogna rafforzare la presenza sul territorio, e quindi il ruolo dei medici di medicina generale e dei farmacisti, altrimenti nessun sistema avrà la capillarità di cui si ha bisogno. Se c’è una Regione che lo ha imparato con particolare violenza è proprio la Lom-

Da sinistra, Annarosa Racca, Presidente Federfarma Lombardia, e Sergio Dompè, Chair Health&Life Sciences Task Force, B20, Presidente Gruppo Dompé. Da destra, Alberto Zoli, Direttore Generale AREU

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bardia, dove c’è sempre stata un’eccellenza nel mondo sanitario ma si è troppo insistito in una visione ospedale-centrica. Per molti aspetti questo va benissimo, ma in casi come questi, per evitare l’assalto agli ospedali, ci sarebbe stato bisogno di gestire con grande capacità i pazienti a casa, con la telemedicina e i presidi di prossimità: in questo le farmacie, già oggi essenziali, dovranno avere una centralità molto maggiore». In Lombardia, la nuova attenzione al territorio si tradurrà nella revisione della Legge 23, approvata nel 2015 dalla Regione, che ha profondamente riformato il sistema sanitario, ha fallito e verrà cambiata. Nel nuovo assetto di assistenza sanitaria, le farmacie dovranno essere ancora di più al centro del Servizio sanitario regionale: si è parlato per esempio della possibilità di prenotare le visite e della raccolta delle autocertificazioni del reddito per fruire delle esenzioni: tanti servizi che si andranno ad ampliare progressivamente, per trasformare questo luogo amico da dispensatore di farmaci verso l’erogazione di un’assistenza sempre più ampia. In questo nuovo scenario, si prevede un ampio sviluppo della telemedicina, a cui le difficoltà di spostamento e le necessità di distanziamento determinate dal Covid-19 hanno fornito un deciso impulso. Ne ha parlato in dettaglio Alberto Zoli, direttore generale dell’Azienda regionale emergenza urgenza (Areu), con cui le farmacie lombarde hanno un rapporto di collaborazione molto stretto. «Già oggi abbiamo un contatto tra le farmacie e le centrali operative, per esempio per il controllo dei parametri vitali, ma questa connessione può essere ampliata; esiste già una rete in grado di garantire sicurezza con l’integrazione operativa e anche dal punto di vista dei risultati, una rete che potrà essere sfruttata appieno. Appena faremo l’accordo potremo utilizzare questi strumenti: siamo già pronti».

Ripartire dalla farmacia dei servizi Sulla necessità di ripartire dalla farmacia dei servizi ha insistito il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) e vicepresidente della Camera dei deputati Andrea Mandelli. «Nel 2005 ho scritto la prima proposta della farmacia dei servizi, che poi è diventata legge nel 2009. Dobbiamo avere il coraggio di ripartire da lì, riproponendo con forza l’operatività che i farmacisti avrebbero potuto avere se la farmacia dei servizi fosse stata già a regime e non in sperimentazione sulla carta, dove è rimasta per troppo tempo. Bisogna riprenderne i fili interrotti, considerando però che la sperimentazione migliore l’abbiamo fatta in questo anno di pandemia, e io credo che non ci sia più bisogno d’altro». Tra i tabù che è tempo di infrangere, Mandelli cita quello della dispensazione ospedaliera di alcuni farmaci: se un farmaco non è in monitoraggio intensivo, se non ha bisogno di una particolare situazione di controllo, potrebbe tornare sul territorio, nella casa naturale dei farmaci, la farmacia appunto. «Il paziente cronico va trattato sul territorio e non in ospedale e per fare questo dobbiamo avere il coraggio di scrivere una grande riforma: non vorrei lasciasse indietro la grande potenzialità degli ospedali, che va anzi ulteriormente ampliata; gli ospedali hanno fatto un buonissimo lavoro, ma ora va fatto un particolare sforzo per riorganizzare il territorio. In questo senso io credo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) non vada nella direzione giusta: le case della salute non sono una risposta concreta al bisogno di assistenza del cittadino italiano. Secondo me, la risposta definitiva alla medicina del territorio sta nelle reti di professionisti, medici, farmacisti, infermieri, ognuno con le proprie competenze. Abbiamo davanti a noi una sfida importantissima, che riguarda anche l’articolo V della costituzione, perché questo tipo di regionalismo va rivisto».

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ANTIBIOTICO-RESISTENZA, urge la ricerca di nuove terapie Gli antibiotici oggi esistenti non sono in grado di arginare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza: a preoccupare è la mancanza di soluzioni efficaci, anche per via dei pochi investimenti, e dell’innovazione nello sviluppo di nuovi antibiotici

di Carla Carnovale Farmacista

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partire dalla seconda metà del XX secolo, i numeri progressi scientifici hanno consentito lo sviluppo e il conseguente impiego degli antibiotici nella pratica clinica, rivoluzionando completamente l’approccio al trattamento e alla prevenzione delle malattie infettive e delle infezioni e gettando contestualmente le basi per l’e20

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voluzione della medicina moderna. Tuttavia, la comparsa del fenomeno dell’antibioticoresistenza, che negli ultimi anni è aumentato notevolmente, rischia concretamente di rendere vane tali conquiste. La crescente diffusione del problema, che oggigiorno rappresenta una delle principali preoccupazioni per la tutela della sanità pubblica a livello mondiale, rende necessario continui specifici interventi da parte di organismi internazionali tra i quali l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che negli anni hanno prodotto raccomandazioni e proposto strategie basate su un approccio “One Health” (ovvero che promuove interventi in modo integrato per l’uso responsabile di questi farmaci in tutti gli ambiti) [1]. In particolar modo, sebbene già nel 2019, l’Oms abbia messo in luce la necessità di far fronte al trend in crescita della resistenza dei superbatteri agli antibiotici (inserita nella lista delle minacce per la salute a livello globale), ha di recente lanciato un nuovo appello ai vari Paesi e all’industria farmaceutica per sottolineare la mancanza di soluzioni efficaci anche per via dei pochi investimenti del settore privato e dell’innovazione nello sviluppo di nuovi antibiotici. In merito alle nuove opzioni disponibili, la Commissione Europa ha di recente dato il via libera in Europa per un nuovo antibiotico (cefiderocol) per il trattamento di infezioni dovute a batteri aerobi Gramnegativi (considerati di priorità critica dall’Oms) in pazienti adulti con opzioni di terapeutiche limitate. Come con altri antibiotici β-lattamici, la principale attività antibatterica/battericida

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di questo farmaco si verifica mediante l’inibizione della sintesi della parete cellulare batterica Gram-negativa [2]. Tale approvazione rappresenta sicuramente un prezioso passo in avanti, contribuendo a garantire la di sponibilità di nuovi farmaci antimicrobici sicuri ed efficaci, tuttavia la lotta all’antibiotico-resistenza necessità di ulteriori e continui sforzi. Dati allarmanti forniti da uno studio pubblicato sull’illustre rivista scientifica The Lancet Infectious Diseases, indicano che nel 2015, le persone decedute per infezioni resistenti alle cure sono state 33 mila. La casistica è considerevolmente più ampia rispetto a quelle relativa ai decessi dovuti alla tubercolosi e all’ Hiv/Aids. E ancora, 671.689 sono state le infezioni riscontrate (dato mediano) e 170 gli anni persi in salute, su 100 mila persone. Il 39% delle morti è causato da infezioni batteriche resistenti agli antibiotici di ultima generazione come carbapenemi e colistina [3]. Allargando il campo di indagine, si stima che nel mondo, nel 2050, le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti all’anno, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2 milioni), diabete (1,5 milioni) o incidenti stradali (1,2 milioni) con una previsione di costi che supera i 100 trilioni di dollari [4]. I batteri sviluppano naturalmente resistenza ad un antibiotico; tuttavia, questo fenomeno è accelerato e aggravato da molteplici fattori che contribuiscono a rendere il quadro d’insieme estremamente complesso; le ragioni principali e più comuni includono l’aumentato uso (incluso quello non appropriato) degli antibiotici sia in medicina umana che veterinaria, l’uso degli antibiotici in zootecnia e in agricoltura, la diffusione delle infezioni ospedaliere causate da microrganismi antibiotico-resistenti e una maggiore diffusione dei ceppi resistenti dovuto a un aumento dei viaggi internazionali e dei flussi migratori [5].

La situazione in Italia In occasione dell’European Antibiotic Awareness Day (18 novembre 2020), l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha pubblicato nuovi aggiornamenti in merito al fenomeno nazionale dell’antibiotico-resistenza riportando che nel 2019 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza (Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species) si sono mantenute elevate e in aumento rispetto agli anni precedenti [5]. L’Italia si colloca infatti tra i paesi maggiormente colpiti dal problema; nella maggior parte dei casi, la media del numero di infezioni antibiotico-resistenti ogni anno è difatti al di sopra di quella europea. Nel nostro Paese, dal 7 al 10 per cento dei pazienti va incontro a un’infezione batterica multiresistente con migliaia di decessi. Le infezioni correlate all’assistenza colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi [6,7]. In accordo a quanto predisposto dalle raccomandazioni fornite dalle istituzioni internazionali, nel 2107 è stato approvato il “Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (Pncar) 2017-2020” con l’obiettivo di dettagliare le strategie utili a contrastare il fenomeno a livello locale, regionale e nazionale puntando in primis sulla sorveglianza dei consumi degli antibiotici sia nel settore umano che veterinario. Grazie alla rete di laboratori di microbiologia ospedalieri distribuiti su tutto il territorio nazionale, l’Istituto Superiore di Sanità sorveglia sistematicamente l’andamento del fenomeno dell’antibiotico-resistenza per un selezionato gruppo di microrganismi isolati da infezioni clinicamente rilevanti (batteriemie o meningiti).

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i paesi maggiormente colpiti dal problema;

nella maggior parte dei casi, la media del numero di infezioni antibioticoresistenti ogni anno è difatti al di sopra di quella europea

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SEMPLICI REGOLE PER PREVENIRE LO SVILUPPO DELL’ANTIBIOTICO-RESISTENZA

Bibliografia 1. Antibiotico-resistenza nel settore umano. Fonte: Ministero della Salute. Disponibile al seguente link: http://www.salute.gov.it/ portale/antibioticoresistenza/ dettaglioContenutiAntibioticoResistenza.jsp?lingua=italiano &id=5282&area=antibioticoresistenza&menu=vuoto&tab=1 2. Zhanel GG, et al. Cefiderocol: A Siderophore Cephalosporin with Activity Against CarbapenemResistant and Multidrug-Resistant Gram-Negative Bacilli. Drugs. 2019 Feb;79(3):271-289. 3. Alessandro Cassini, et al. Attributable deaths and disabilityadjusted life-years caused by infections with antibiotic-resistant bacteria in the EU and the European Economic Area in 2015: a population-level modelling analysis. Lancet Infect Dis 2019; 19: 56–66 4. Antimicrobial Resistance: Tackling a crisis for the health and wealth of nations. The Review on Antimicrobial Resistance, December 2014. Disponibile al seguente link: https:// amr-review.org/sites/default/files/ AMR%20Review%20Paper%20-%20 Tackling%20a%20crisis%20for%20 the%20health%20and%20wealth%20 of%20nations_1.pdf 5. L’antibiotico-resistenza. L’epidemiologia per la sanità pubblica. Istituto Superiore di Sanità. Disponibile al seguente link: https:// www.epicentro.iss.it/antibioticoresistenza/resistenza. 6. Antibiotico-resistenza nel settore umano - Ministero della Salute. Disponibile al seguente link: http://www.salute.gov.it/ portale/antibioticoresistenza/ dettaglioContenutiAntibioticoResistenza.jsp?lingua=italiano &id=5282&area=antibioticoresistenza&menu=vuoto&tab=1 7. Antibiotico-resistenza: un rischio globale che richiede strategie condivise. AIFA; disponibile al seguente link: https://www.aifa.gov. it/-/antibiotico-resistenza-unrischio-globale-che-richiedestrategie-condivise

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Limitare l’uso degli antibiotici ai casi in cui sono veramente necessari e contestualmente seguire alcune semplici regole è di fondamentale importanza per arginare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Le raccomandazioni per i pazienti includono: > non chiedere antibiotici al proprio medico di famiglia se questo/a non li ha prescritti > assumere gli antibiotici seguendo esclusivamente le indicazioni del medico > completare l’intero ciclo di cura anche se la sintomatologia migliora > chiedere consiglio al proprio medico su come comportarsi se ci si dimentica di prendere una dose > non prendere di propria iniziativa gli antibiotici non assunti da una precedente cura > non prendere mai gli antibiotici prescritti per un altro individuo > non prendere mai gli antibiotici in caso di raffreddore e/o influenza

Ma lo sforzo più importante da compiere è ascrivibile a un profondo e immediato cambiamento culturale nella popolazione e nella comunità medica che supporti un uso razionale degli antibiotici in modo da ridurne l’abuso e le devastanti conseguenti. Considerato che la diminuzione dell’efficacia degli antibiotici esistenti non è adeguatamente compensata dalla scoperta di nuove molecole, è contestualmente di primaria necessità identificare e promuovere la ricerca di nuove terapie innovative in grado di far fronte ai ceppi resistenti. Ulteriori strategie di interventi utili includono lo sviluppo di nuovi test diagnostici che possano evitare la somministrazione inappropriata di antibiotici, così come di strumenti atti a favorire l’individuazione degli antibiotici più adatti a eradicare un’infezione con conseguente limitata comparsa di ceppi resistenti. L’Aifa è da anni attivamente coinvolta nella promozione di una gestione responsabile delle prescrizioni antibiotiche, al fine di garantire un uso corretto di tali farmaci attraverso capillari campagne di comunicazione. Tuttavia, considerato che il problema della resistenza antimicrobica non prevede un’unica soluzione è necessario agire su molteplici fronti, affidandosi ad uno sforzo congiunto da parte delle istituzioni ma anche e soprattutto da tutti gli

operatori sanitari coinvolti a più a livelli nella gestione farmacologica dei pazienti, al fine di promuovere un’intensa ed efficace opera di sensibilizzazione rivolta alla popolazione [6,7]. È fondamentale incoraggiare i pazienti a non assumere questa classe di farmaci per curare l’influenza, infezioni virali o raffreddori non di origine batterica, ma di ricorrere a tale classe di farmaci solo se necessario e dietro prescrizione del medico, seguendo scrupolosamente dosi e tempi della terapia per non inficiarne gli effetti. L’assunzione di antibiotici contro infezioni batteriche non clinicamente rilevanti (come ad esempio alcuni tipi di mal di gola, bronchiti oppure otiti) risulta spesso superflua poiché in molti casi il sistema di difesa dell’organismo riesce a fronteggiarle; può essere di aiuto su consiglio del medico l’assunzione di farmaci sintomatici per alleviare i fastidi. Solo nel caso in cui i disturbi dovessero aggravarsi e persistere per più giorni, il medico curante, in caso di un’infezione batterica, prescriverà gli antibiotici. In alcune circostanze è invece necessario consultare tempestivamente un medico, ovvero se il paziente ha più di 65 anni, soffre di asma o di diabete, sta assumendo farmaci che inibiscono il sistema immunitario, ha una malattia polmonare cronica o problemi cardiaci.

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FARMACOLOGIA / ANTISTAMINICI

ANTISTAMINICI, considerazioni pratiche sul corretto utilizzo

di Carla Carnovale Farmacista

I farmaci antistaminici di recente introduzione risultano più tollerabili. Tuttavia è necessario considerare che, seppur raramente, possono insorgere interazioni farmaco-farmaco e/o farmaco-cibo responsabili di effetti clinicamente rilevanti

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farmaci antistaminici rappresentano una delle classi farmacologiche più utilizzate dalla popolazione generale; grazie alla loro capacità di modulare reversibilmente i recettori istaminergici, ne antagonizzano in maniera specifica l’azione e costituiscono pertanto un prezioso strumento nel trattamento delle patologie istamina-mediate, tra cui la rinite allergica stagionale (“febbre da fieno”), l’orticaria, la congiuntivite e le reazioni alle punture degli insetti. In Italia, circa 10 milioni di persone combattano con l’allergia (pari a più del 20% della popolazione), che costituisce la terza causa di malattia cronica dopo osteoporosi/artrite e ipertensione [1]. A partire dal lontano 1937, anno in cui fu-

rono scoperti, la storia dei farmaci antistaminici è stata caratterizzata da una rapida evoluzione che ha reso possibile la disponibilità di molecole sempre più maneggevoli; sebbene infatti gli effetti farmacologici e le applicazioni terapeutiche degli antistaminici di prima e seconda generazione siano simili, quelle di più recente introduzione comportano un minor numero di effetti avversi poiché più selettivi per i recettori H1 periferici [2]. A dispetto della loro efficacia, l’uso clinico delle molecole di prima generazione è infatti attualmente limitato da alcune delle loro caratteristiche farmacologiche, generalmente responsabili della comparsa degli effetti indesiderati, comunemente associati al loro trattamento [3]. A causa della loro elevata liposolubilità, tali farmaci sono in grado di attraversare con facilità la barriera ematoencefalica inducendo sedazione, sonnolenza, riduzione del livello di attenzione e dei tempi di reazione. Inoltre, la scarsa selettività sui recettori H1 consente loro di poter interagire anche con recettori non istaminici (soprattutto serotoninergici, colinergici ed alfa-adrenergici); tale azione è responsabile di ulteriori effetti collaterali che includono secchezza delle fauci, nausea, vomito, diarrea, stipsi, pollachiuria, disuria, ritenzione urinaria, aumento dell’appetito, tachicardia. Le peculiari caratteristiche delle molecole di seconda generazione rendono invece i farmaci antistaminici di più recente introduzione più tollerabili nei diversi contesti clinici utilizzabili.

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Mediano infatti un’attività mirata che riduce il rischio della possibile insorgenza di effetti collaterali (hanno scarso o assente effetto di tachifilassi dopo somministrazione prolungata) e contestualmente esplicano anche azione antinfiammatoria mediante: > la diminuzione della produzione di citochine pro infiammatorie (es. IL-4, IL-13, chemochine) e del rilascio di mediatori da parte di mastociti e basofili; > la riduzione del reclutamento di eosinofili nella fase tardiva delle reazioni allergiche; > la limitazione dell’espressione della molecola di adesione leucocitaria ICAM-1, che orienta e favorisce la migrazione e l’afflusso di leucociti dal sangue alla mucosa respiratoria e costituisce il recettore per i rinovirus cui il soggetto atopico non curato sembra essere più suscettibile [4]. Inoltre, il loro legame con il recettore H1 è più stabile e persistente; per cui, le somministrazioni possono essere più facilmente dilazionate nel tempo. Il profilo farmacocinetico della maggior parte degli antistaminici di seconda generazione è stato inoltre ampiamente caratterizzato anche in popolazioni vulnerabili, tra cui pazienti con funzionalità epatica o renale compromessa, anziani e bambini, confermando la loro buona tollerabilità. Tali medicinali costituiscono infatti i farmaci di elezione nel trattamento delle malattie allergiche pediatriche, proprio in virtù della loro efficacia e dei trascurabili effetti sedativi e anticolinergici. La modalità di assunzione della maggior parte di questi farmaci, in un’unica dose quotidiana, favorisce inoltre una buona aderenza al trattamento. Interazioni farmaco-farmaco Tuttavia, è necessario prendere in considerazione che, seppur raramente, possono insorgere interazioni farmaco-farmaco e/o farmaco-cibo responsabili di effetti clinicamente rilevanti. Le interazioni metaboliche che coinvolgo-

INTERAZIONI FARMACI ANTISTAMINICI-CIBO, LE ULTIME EVIDENZE IN MERITO La più recente revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata in merito ha raccolto tutte le evidenze concernenti le possibili interazioni tra nove antistaminici di seconda generazione, (bilastina, cetirizina, desloratadina, ebastina, fexofenadina, levocetirizina, loratadina, mizolastina e rupatadina) e l’assunzione di alcuni alimenti potenzialmente coinvolti [8]. Delle 2.326 pubblicazioni individuate nel primo step della ricerca, 53 studi sono stati inclusi nelle analisi. I dati ad oggi disponibili in letteratura sull’argomento hanno confermato la necessità di non sottovalutare tale aspetto, poiché il consumo di cibo, di succhi di frutta contenenti pompelmo, arancia, e mela e il consumo di alcol possono avere un impatto significativo sull’efficacia e la sicurezza della terapia. È pertanto indispensabile che tutti i professionisti della salute, coinvolti a più livelli nella gestione farmacologica dei pazienti, siano attivi e vigili nel consigliare ed educare il paziente a un’assunzione consapevole (rispettando scrupolosamente quanto indicato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto) affinché possa beneficiare dell’efficacia di tali farmaci senza andar incontro a rischi per la salute.

no i farmaci antistaminici sono state a lungo oggetto di studio a seguito delle prime segnalazioni (nei primi anni ‘90) di grave aritmia cardiaca associata alla co-somministrazione di terfenadina (antistaminico di seconda generazione dai blandi effetti sedanti) e inibitori del CYP3A4 (l’isoforma del citocromo P450 più coinvolta nella metabolizzazione dei farmaci) con conseguente aumento dei livelli plasmatici del farmaco e rischio di sviluppo di torsione di punta, un’aritmia potenzialmente fatale [5-7]. Proprio a causa della spiccata cardiotossicità (dovuta al blocco dei canali per il potassio delle miocellule cardiache), il farmaco fu ritirato dal commercio statunitense e da quello canadese nel 1997. La maggior parte degli antistaminici di seconda generazione commercializzati viene metabolizzata da più sistemi enzimatici del citocromo P450 epatico (loratadina e desloratadina), limitando così le potenziali interazioni cliniche da esso derivanti poiché è meno probabile che più sistemi vengano contemporaneamente inibiti con conseguente accumulo della molecola [3]. Inoltre, la principale via di eliminazione della fexofenadina è rappresentata dall’escrezio-

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Bibliografia 1. https://www.federasmaeallergie. org/sitoFA/index.php/malattierespiratorie-ed-allergiche/ allergie?id=246 2. Michael N. Fein et al. CSACI position statement: Newer generation H1-antihistamines are safer than first-generation H1-antihistamines and should be the first-line antihistamines for the treatment of allergic rhinitis and urticaria. Allergy Asthma Clin Immunol; 2019 Oct 1;15:61. 3. Gian Luigi Marseglia et al. Gli antistaminici. Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica, 2016; 3-12. 4. Ritchie AI et al. Pathogenesis of viral infection in exacerbations of airway disease. Ann Am Thorac Soc 2015;12(Suppl 2):S115-32. 5. Davies AJ, et al. Cardiotoxic effect with convulsion s in terfenadine overdose. BMJ 1989; 298:325. 6. Honig PK, et al. Terfenadineketoconazole interaction. Pharmacokinetic and electrocardiographic consequences. JAMA 1993; 269: 1513-1518. 7. Honig PK, et al. Comparison of the effect of the macrolide antibiotics erythromycin, clarithromycin and azithromycin on terfenadine steady-state pharmacokinetic and electrocardiographic parameters. Drug Invest 1994; 7:148-156. 8. Paweł Paśko et al. Second generation H1 - antihistamines interaction with food and alcohol-A systematic review. Biomed Pharmacother; 2017;93:27-39. 9. Bartra J, et al. Interactions of the H1 antihistamines. J Investig Allergol Clin Immunol. 2006 PMID: 17357375 Review. 10. Kane GC, Lipsky JJ. Druggrapefruit juice interactions. Mayo Clin Proc 2000; 75: 933-942. 11. Dresser GK, Bailey DG, Leake BF, Schwarz UI, Dawson PA, Freeman DJ, Kim RB. Fruit juices inhibit organic transporting polypetide-mediated drug uptake to decrease the oral availability of fexofenadine. Clin Pharmacol Ther. 2002; 71: 11-20. 12. Kamath AV, Yao M, Zhang Y, Chong S. Effect of fruit juices on the oral bioavailability of fexofenadine in rats. J Pharm Sci. 2005; 94: 233-239.

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ne biliare, mentre cetirizina e levocetirizina vengono eliminate per almeno il 60-70% attraverso la via urinaria. Tuttavia, sebbene in linea generale il possibile aumento dei livelli plasmatici di tali farmaci, conseguente alla co-somministrazione di altre molecole interferenti, non determina variazioni cliniche rilevanti, va comunque considerata l’eventualità che l’assunzione di farmaci comunemente assunti nella popolazione generale (inclusa quella pediatrica), possano determinare la comparsa di eventi avversi considerevoli. È quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di esperti olandesi che ha analizzato le segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci insorte soggetti di età compresa fra 0 e 18 anni, durante una terapia con antistaminici e inserite nel loro database nazionale. Le aritmie comparse in seguito alla co-somministrazione con altri medicinali che usano la stessa via metabolica epatica (come esempio alcuni antibiotici, i macrolidi, e antimicotici, imidazolici) hanno rappresentato gli effetti indesiderati potenzialmente più rilevanti mettendo in luce la necessità di educare il paziente a un corretto utilizzo, soprattutto in caso di automedicazione [8]. Interazioni dei farmaci antistaminici con il cibo Contestualmente alla possibilità di interagire con altri farmaci a livello metaboli-

co, gli antistaminici di seconda generazione, quando assunti con alcuni cibi, possono causare l’insorgenza di effetti indesiderati o portare a inefficacia terapeutica. Sebbene le interazioni farmaco-cibo costituiscano un aspetto di cruciale importanza per poter beneficiare appieno dell’efficacia terapeutica di tali farmaci, garantendo contestualmente la sicurezza delle cure, sono talvolta sottovalutate o non considerate, rendendo necessario supportare e incentivare campagne educazionali sul corretto utilizzo dei farmaci nella pratica clinica. È noto ad esempio che la concomitante ingestione di succo pompelmo, grazie alla presenza di alcune furanocumarine come la diidrossibergamottina e bioflavonoidi, aumenta i livelli plasmatici di alcuni farmaci (ad esempio, ciclosporina, calcioantagonisti e benzodiazepine [9]); questo effetto è attribuibile alla capacità del succo di pompelmo di inibire il CYP3A4, isoforma del citocromo P450 coinvolta nella metabolizzazione degli antistaminici H1 (come ebastina o loratadina). È quindi possibile che il succo di pompelmo sia in grado di aumentare la biodisponibilità degli antistaminici attraverso l’interazione a livello intestinale di tale enzima [9]. È stato inoltre dimostrato che il succo di pompelmo induce la PgP a livello intestinale; pertanto, i farmaci substrati (ad esempio fexofenadina) per questo particolare sistema di trasporto della molecola, potrebbero subire una diminuzione della biodisponibilità come risultato di tale interazione [10], con conseguente possibile effetto terapeutico ridotto. Questo effetto è potenzialmente riscontrabile anche con succo d’arancia e mela [11,12].

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NEUROLOGIA / EMICRANIA

Una nuova terapia specifica di profilassi con anticorpi monoclonali consente di ridurre frequenza, intensità e durata degli attacchi emicranici

EMICRANIA, nuove prospettive di cura di Lucia Oggianu

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È

la terza malattia più frequente al mondo e la seconda più disabilitante: l’emicrania è una vera e propria tempesta che dura giorni e si associa ai sintomi del mal di mare o del mal d’auto. Si tratta di una patologia neurologica, spesso genetica, che affligge soprattutto il sesso femminile e rappresenta un processo multifasico sequenziale. Può comparire già 24 ore prima che si manifesti il dolore con sintomi quali stanchezza, irritabilità, depressione, sbadiglio, particolare appetito per dolci, per poi sfociare nell’attacco che dura dalle 4 alle 72 ore. In questo arco temporale, si sommano dolore severo, riguardante metà capo, e altri sintomi come

nausea e vomito. L’emicranico sente il bisogno di isolarsi, di evitare la luce, rumore e odori e anche nella fase successiva, quella post-dromica, rimane insofferente. Le implicazioni psicologiche poi non sono meno pesanti, poiché chi soffre di questa patologia deve fare i conti con l’ansia anticipatoria ovvero la paura che l’attacco ritorni, la cosiddetta cefalalgofobia. Il paziente è dunque segnato anche quando non ha dolore perché percepisce la propria vita come condizionata dalla malattia. Ma quali sono le differenze tra le forme episodiche e quelle croniche in termini di qualità della vita e di costi sociali e individuali? E quali soluzioni sono disponibili a livello

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NEUROLOGIA / EMICRANIA

diagnostico e terapeutico? Se ne è discusso in occasione dell’evento digitale “Emicrania: combattere il disagio e le prospettive future” organizzato dal Sole 24 Ore. «L’emicrania è donna – ha spiegato il professor Piero Barbanti, primario neurologo all’Istituto San Raffaele Pisana di Roma e presidente dell’Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee – e colpisce per lo più tra i 30 e i 50 anni quindi il periodo dell’auge del genere umano. Vi sono però molti farmaci innovativi, specifici e selettivi che permettono il raggiungimento di ottimi risultati». Terapia acuta e di profilassi La terapia dell’emicrania distingue due approcci: il primo orientato a spegnere l’attacco acuto e il secondo volto a prevenirlo. La terapia acuta si avvale di farmaci antinfiammatori e dei triptani, in alcuni casi molto efficaci. Ma quando il paziente soffre di emicrania cronica, con almeno un attacco a settimana o 4-5 attacchi al mese, può essere utile fare ricorso a una terapia di profilassi, ossia quella in grado di prevenire gli attacchi ripetuti. Ad oggi, la terapia preventiva rappresenta la nuova prospettiva per la cura di questa patologia. Si tratta degli anticorpi monoclonali anti-CGRP, il primo trattamento selettivo e specifico, ritagliato su misura per l’emicranico. Da luglio 2020, la cefalea cronica è stata riconosciuta per legge come malattia sociale e gli anticorpi contro il CGRP sono diventati a carico del Sistema sanitario nazionale. Ma cosa sono e qual è il loro meccanismo di azione? «Si tratta di molecole selettive e specifiche che hanno la funzione di neutralizzare il CGRP – ha spiegato Cinzia Aurilia, neurologa dell’Istituto IRCCS San Raffaele Pisana – una sostanza fisiologica che, se prodotta in eccesso dall’organismo, provoca gli attacchi del mal di testa». «Quando è in eccesso,

EMICRANIA CRONICA RICONOSCIUTA COME MALATTIA SOCIALE Si è recentemente concluso presso il Senato il percorso parlamentare di approvazione della proposta di legge “Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale”. «La Società Italia di Neurologia (Sin), la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (Sisc) e l’Associazione Nazionale per la Ricerca sulle Cefalee (Anircef) plaudono al raggiungimento di questo obiettivo storico per i nostri pazienti, che dà finalmente un giusto riconoscimento alla loro condizione di forte disagio. Confidiamo che alla nuova legge seguano rapidamente norme attuative che migliorino sia i percorsi diagnostici e terapeutici sia le condizioni sociali dei pazienti affetti da forme primarie di cefalee croniche». Con queste parole Sin, Sisc e Anircef hanno commentato a inizio luglio il raggiungimento di tale traguardo storico. In particolare, il testo di legge prevede che il riconoscimento di malattia sociale venga previsto per i casi di cefalea accertati da almeno un anno, il cui effetto invalidante venga diagnosticato da uno specialista e che si manifestino nelle seguenti forme: emicrania cronica e ad alta frequenza; cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici; cefalea a grappolo cronica; emicrania parossistica cronica; cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; emicrania continua. Il provvedimento prevede l’emanazione di un decreto che individui progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone con cefalea.

il CGRP dilata le arterie infiammandole – aggiunge Barbanti – trasformando le vie del dolore in autostrade. Il blocco di questo peptide, invece, permette da un lato l’arresto dell’attacco in corso e dall’altro una desensibilizzazione del dolore agendo alla periferia, intorno ai vasi, intorno al nervo trigemino, desensibilizzano i circuiti centrali». Questi farmaci, nello specifico erenumab, fremanezumab e galcazenumab vengono somministrati mensilmente oppure trimestralmente per via sottocutanea e hanno un’elevata efficacia, notevole rapidità di risposta e alta tollerabilità. Consentono, infatti, di dimezzare gli attacchi già dal primo mese di somministrazione, riducendoli fino al 75% e, in alcuni casi, anche al 100%. Secondo le direttive Aifa, il trattamento è accessibile ai pazienti adulti che negli ultimi 3 mesi abbiano presentato almeno 8 giorni di emicrania disabilitante al mese, già trattati con altre terapie di profilassi per l’emicrania e che abbiano mostrato una risposta insufficiente dopo almeno 6

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NEUROLOGIA / EMICRANIA

CURARE L’EMICRANIA CON L’AGOPUNTURA L’agopuntura, tecnica che deriva dalla medicina tradizionale cinese utilizzata da tempo per il trattamento del dolore cronico, può avere effetti benefici anche sull’emicrania come ci spiega Luisa Fofi, neurologa presso l’Istituto San Raffaele di Roma. Dottoressa Fofi, in quali casi l’agopuntura può essere un rimedio efficace per questa patologia? Gli studi scientifici internazionali dimostrano che l’agopuntura è indicata per il trattamento di diverse forme di cefalea, in particolare l’emicrania episodica (<14 giorni di cefalea/mese), l’emicrania cronica (>15 giorni cefalea/mese) e la cefalea di tipo tensivo, con una efficacia pari o, nel caso dell’emicrania, superiore alla terapia farmacologica di prevenzione antiemicranica. Quando è indicata e che risultati può dare? È indicata quando la frequenza degli attacchi di cefalea mensili aumenta progressivamente, molto indicata inoltre nelle categorie in cui siano controindicati farmaci (ad esempio giovani, donne in gravidanza, anziani). In alcuni casi, potrà essere utilizzata come monoterapia preventiva, in altri casi si potrà associare alla terapia farmacologica. Lo scopo del trattamento è quello di indurre una riduzione degli attacchi di cefalea e/o la riduzione del dolore con conseguente minor assunzione di farmaci giornalieri. In media un trattamento di agopuntura, si effettua con una frequenza di 1-2 volte a settimana per circa 8-10 volte, ma ci sono pazienti che hanno bisogno di trattamenti più lunghi, soprattutto coloro che hanno una frequenza di giorni basali molto alta. L’agopuntura ha necessità di tempo, meno grave è la patologia, meno tempo è necessario per curarla. A oggi l’intervallo di terapia più efficace non è stato ancora ben determinato. In media negli studi clinici la durata del trattamento varia da 4 a 24 settimane ed il numero totale di trattamenti da 8 a 24 trattamenti. Come fare per trovare il giusto professionista nel proprio territorio? Sul sito web della Federazione Italiana delle Società di Agopuntura (Fisa) all’indirizzo www.agopuntura-fisa.it esiste un elenco dei vari agopuntori italiani che si sono formati in scuole riconosciute, suddivisi per regione.

settimane di trattamento o che siano intolleranti o che presentino chiare controindicazioni ad almeno 3 precedenti classi di farmaci per la profilassi dell’emicrania. Inoltre, le prescrizioni devono essere effettuate in accordo ai criteri di eleggibilità e appropriatezza prescrittiva e la selezione del paziente deve essere effettuata da uno specialista riconosciuto all’interno delle strutture ospedaliere o universitarie abilitate dalle regioni. 30

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I costi dell’emicrania Secondo l’indagine del Censis, in Italia soffrono di emicrania 15 milioni di persone e 3,5 milioni ha almeno 4 attacchi al mese. Questa patologia ha un forte impatto economico, sia in termini di costi diretti, legati alla malattia, sia indiretti, dovuti alla perdita di giornate lavorative oppure alla ridotta efficienza produttiva. Secondo uno studio dell’università Bocconi presentato dalla professoressa Rosanna Tarricone, docente del dipartimento Social & Political Sciences, il costo medio annuo per singolo paziente è di 4.352 euro. A spendere di più sono gli uomini, in media 6.062 euro l’anno contro 3.632 euro l’anno spesi dal sesso femminile. «Una differenza di genere che non dipende dal grado di severità della patologia – argomenta Tarricone –, lo studio rileva invece un numero di giornate di vita privata e sociale perse maggiore per le donne, circa 6,6 all’anno a fronte di 5 per gli uomini, e più giornate di lavoro con dolore, 12,9 all’anno per le donne e 8,9 per gli uomini. Anche per quanto riguarda le giornate di lavoro perse, il primato è sempre femminile: 4,2 all’anno a fronte di 3,4 per gli uomini». L’introduzione degli anticorpi monoclonali, oltre a offrire una importante soluzione di cura, propone anche la possibilità di abbattere i costi legati alla malattia, di ridurre il numero di giornate perse e i costi improduttivi. Ma sono effettivamente sostenibili dal Ssn? «Sì, lo sono – risponde la dottoressa Cevoli, dirigente medico presso l’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna – poiché abbattere i costi legati al numero di accessi in pronto soccorso e delle ospedalizzazioni rende tutto effettivamente più sostenibile».

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SALUTE ORALE / MALATTIE GENGIVALI

Niente IGIENE ORALE? Effetti negativi si vedono già dopo 24 ore Una scarsa igiene orale produce i batteri responsabili delle malattie gengivali e accelera l’invecchiamento del microbioma orale più velocemente di quanto si pensasse finora di Renato Torlaschi

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l giornale della American Society of Microbiology mBio riporta i risultati di uno studio cinese, da cui si evince che bastano da uno a tre giorni di interruzione dell’igiene orale per produrre una forte diminuzione dei batteri “buoni” e delle benefiche sostanze chimiche antinfiammatorie a cui sono associati. Parallelamente aumentano i batteri che si trovano frequentemente nel cavo orale dei pazienti con malattia parodontale. I ricercatori hanno prima chiesto ai 40 partecipanti, che soffrivano di gengivite a diversi livelli di gravità, di seguire rigorose pratiche di igiene dentale per tre settimane. Questa misura ha portato a ridurre la gengivite e a costituire un punto di partenza ideale per iniziare lo studio vero e proprio, in cui si è potuto osservare la ricomparsa della gengivite a seguito della successiva interruzione programmata dell’igiene orale, nel corso di quattro settimane. Gli autori hanno eseguito analisi e hanno scoperto che, entro 24-72 ore dalla cessazione dell’igiene orale, si verificava una forte diminuzione della presenza di diverse specie batteriche del genere Rothia, così come della betaina, una molecola che svolge una funzione antinfiammatoria. Contemporaneamente, si è avuta una rapida attivazione di diverse citochine salivari, che vengono prodotte dal sistema immunitario

in presenza di stati infiammatori. Inoltre, proprio mentre si riduceva la presenza di batteri benefici, si è registrato un forte aumento dei tipi di batteri tipicamente associati alla parodontite, anche se non c’erano ancora sintomi della malattia. Insomma, l’ecologia microbica durante la gengivite precoce è molto simile a quella che si osserva nella parodontite, sia dal punto di vista tassonomico che funzionale. Presi nel loro insieme, questi dati suggeriscono che i Rothia, la cui funzione era fino ad oggi controversa, debbano considerarsi batteri buoni, e ne individuano un’associazione positiva con la betaina e una negativa con la gengivite.

Bibliografia 1. Huang S, He T, Yue F, Xu X, Wang L, Zhu P, Teng F, Sun Z, Liu X, Jing G, Su X, Jin L, Liu J, Xu J. Longitudinal Multi-omics and Microbiome Meta-analysis Identify an Asymptomatic Gingival State That Links Gingivitis, Periodontitis, and Aging. mBio. 2021 Mar 9;12(2):e03281-20.

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DERMOCOSMESI / PAZIENTE ONCOLOGICO

Estetica e DERMOCOSMESI nel paziente oncologico di Rachele Villa

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e terapie oncologiche portano inevitabilmente con sé effetti collaterali che variano in base al tipo di malattia e dosaggio e alla durata del trattamento, così come alla risposta individuale del paziente. La tossicità dei cicli di radioterapia o chemioterapia si palesa spesso a livello della cute, delle mucose e degli annessi cutanei: non si tratta solo di manifestazioni estetiche, ma di effetti collaterali che possono, nei casi più gravi, portare anche alla sospensione delle terapie. Per questo motivo è opportuno impostare una vera e proprio terapia dermoestetica nei pazienti in terapia oncologica, in grado di prevenire e gestire efficacemente gli effetti collaterali delle cure, selezionando i cosmetici idonei con una formulazione che possa garantire l’efficacia e la sicurezza all’uso. Gloriana Assalti, farmacista e cosmetologa, e Cinza Tafuto, podologa e cosmetologa, nel volume “La dermocosmesi oncologica”, in pubblicazione con Griffin-Acta Medica, hanno voluto condividere le loro esperienze nell’ottica di favorire la collaborazione delle diverse figure professionali coinvolte nel processo di cura del paziente oncologico.

Eritemi, ulcere e desquamazione cutanea sono effetti collaterali indesiderati piuttosto comuni nei pazienti in terapia oncologica che possono essere mitigati da trattamenti dermoestetici mirati 32

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Dottoressa Assalti, dottoressa Tafuto, come nasce l’idea di un libro sulla dermocosmesi oncologica ? E a chi si rivolge? Il volume nasce dalla nostra esperienza clinica presso l’ospedale Fatebenefratelli – isola Tiberina di Roma, nei reparti di Oncologia e Radioterapia, dove abbiamo

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DERMOCOSMESI / PAZIENTE ONCOLOGICO

collaborato con medici oncologi e radioterapisti sia per la prevenzione che per la gestione degli effetti collaterali delle terapie a livello della cute, delle mucose e degli annessi cutanei. Abbiamo quindi voluto condividere la nostra esperienza, i nostri lavori di ricerca e i nostri risultati (molto positivi), con tutti i professionisti del settore, per poter ampliare la collaborazione tra le diverse figure sanitarie e poter offrire così un servizio più completo e soddisfacente per le pazienti. L’obiettivo di questo libro è, quindi, la divulgazione in ambito medico-scientifico dei principi della cosmetologia con la ricerca e la scelta di quegli attivi presenti nel codice INCI, da noi selezionati come cosmetici più idonei, tutti in vendita nelle farmacie, in modo da esser reperibili ovunque e con facilità, soprattutto in tempi brevi. Per tale motivo abbiamo escluso le formulazioni galeniche che la dottoressa Assalti, farmacista, poteva consigliare, ma sarebbero state di difficile reperibilità: non tutte le farmacie dispongono di un laboratorio galenico. Dermocosmesi e trattamenti estetici per i pazienti sottoposti a terapia oncologica sono temi molto dibattuti: esiste una “cosmesi oncologica”? In realtà esistono linee cosmetiche oncologiche, ma esistono anche cosmetici che possono esser utilizzati per i pazienti in chemioterapia e/o radioterapia. Fondamentale è che i cosmetici prescritti abbiano alla base della loro formulazione e della produzione dei lavori scientifici che ne garantiscano l’efficacia e la sicurezza all’uso. Inoltre, va ricordato che non esiste un cosmetico unico per tutte le pazienti oncologiche: ognuna avrà delle caratteristiche cutanee determinate dal proprio patrimonio genetico e dal proprio stile di vita e

a esse si assoceranno quindi le tossicità delle terapie oncologiche. La capacità del professionista, ben formato in merito, è proprio quella di saper ricercare nell’ampio settore della dermocosmesi un cosmetico idoneo per la paziente in esame, che copra le sue esigenze a 360°. Ci spieghiamo meglio: noi non curiamo solo la tossicità, ma curiamo principalmente la cute del malato secondo il suo bagaglio genetico. Una cute disidratata sarà più sensibile e delicata e risponderà in maniera diversa e negativa rispetto a una cute idratata. Fondamentale, quindi, è per noi, la prevenzione: scopo primario è quello di far arrivare la paziente alle terapie chemioterapiche con una cute sana, idratata ed elastica. Solo così si potranno avere meno effetti collaterali legati alla cute e agli annessi.

> Gloriana Assalti

> Cinzia Tafuto

Cicli di chemioterapia e radioterapia possono dare origine ad alterazioni anche severe a livello cutaneo, muco-cutaneo e annessiale: quali sono le principali? Tra gli effetti collaterali delle terapie oncologiche sicuramente rivestono un ruolo fondamentale le manifestazioni dermatologiche, spesso severe, che possono determinare anche l’interruzione temporanea della terapia. Fondamentalmente essi possono esser classificati in: > protratti, ovvero quelle tossicità che compaiono nel corso del trattamento oncologico, con vari gradi di tossicità, più o meno elevati, e che tendono alla remissione al fine delle terapie oncologiche; > tardivi, ovvero quelle tossicità che si manifestano anche a distanza di anni dalle terapie oncologiche e che possono apparire inspiegabili. Sono numerosissime le patologie dermatologiche determinate dalla chemioterapia e dalla radioterapia che si possono localizzare in tutti i distretti corporei. Per

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che possono essere

utilizzati per i pazienti in chemioterapia e/o radioterapia. Fondamentale è che i cosmetici prescritti abbiano alla base della loro formulazione e della produzione dei lavori scientifici che ne garantiscano l’efficacia e la sicurezza all’uso

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Esistono cosmetici

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DERMOCOSMESI / PAZIENTE ONCOLOGICO

> Intertrigine della piega mammaria in paziente in terapia chemioterapica

ansia, paura. Curare la cute vuol dire anche arrivare più in profondità, nella loro fiducia, affinché i pazienti non si sentano soli durante questo doloroso percorso e si vedano “ancora piacenti” allo specchio, così da poter vivere la loro quotidianità con maggiore energia.

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La dermocosmesi

aiuta la cute, le mucose e gli annessi cutanei sia nella prevenzione che nel trattamento delle patologie dermatologiche derivate dalla tossicità dei farmaci chemioterapici o dai raggi della radioterapia

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citarne solo alcune, possiamo ricordare sicuramente l’eritema cutaneo semplice o bolloso, le ustioni e le ulcere determinate dalla radioterapia, la disidratazione e la desquamazione cutanea secca o umida, determinata sia dalla radio che dalla chemioterapia, il prurito, l’edema, l’alopecia, la sindrome mano-piede, la melanonichia e la leuconichia che colpisce l’apparato ungueale, l’onicocriptosi, ecc. In che modo la dermocosmesi può essere di aiuto nel trattare gli esiti cutanei indesiderati derivanti dalle cure oncologiche? Quali sono i benefici a livello psicologico? La dermocosmesi aiuta la cute, le mucose e gli annessi cutanei sia nella prevenzione che nel trattamento delle patologie dermatologiche derivate dalla tossicità dei farmaci chemioterapici o dai raggi della radioterapia. La caratteristica fondamentale del cosmetico (accuratamente scelto), rispetto al farmaco, è di non avere effetti collaterali e di non interferire quindi con le cure oncologiche. Le tossicità cutanee manifestate determinano anche delle difficoltà relazionali, perché, ricordiamolo, la cute è la barriera tra il nostro “io” e il mondo esterno e i pazienti oncologici soffrono sia di un dolore fisico che psichico, che determina depressione,

Come deve essere formulato un dermocosmetico adatto a un paziente oncologico? Cosa deve e cosa non deve contenere? I dermocosmetico destinato ai pazienti oncologici dovrà avere caratteristiche ben precise: > un codice INCI breve, formulato con pochi ingredienti e ben selezionati; > assenza di alcune classi di conservanti; > assenza di allergeni, profumi e metalli pesanti. Il protocollo terapeutico prevede un’idonea detersione, seguita da un idoneo cosmetico idratante, emolliente e/o lenitivo, in base al danno. È possibile preparare la cute in vista dell’inizio delle terapie oncologiche? È assolutamente necessario e indispensabile preparare la cute prima dell’inizio delle terapie oncologiche. Solo così si avrà una buona risposta alle cure e questo permetterà al paziente di non interrompere mai il ciclo chemioterapico e/o radioterapico. Infatti alte tossicità cutanee o annessiali impongono la sospensione della terapia oncologica, come già detto in precedenza. Non parliamo quindi solo di fattori estetici, come molti potrebbero pensare, ma di una vera e propria terapia dermocosmetica.

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NOVITÀ EDITORIALE

Formato 16,8x24 cm Gloriana Assalti

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Tra i compiti della medicina estetica c’è la “cura del futile” ovvero ciò che esula dalla terapia psicofisica e che valorizza l’immagine della persona, articolando le prestazioni in virtù di un visibile riscontro e di una piena partecipazione del malato, tale da spostare la sua attenzione dalla malattia. In questi casi, l’intervento della medicina estetica rimane ancora prevalentemente cosmetologico per assicurare la minima invasività ed evitare ogni contrasto con la terapia oncologica. Le cure palliative rappresentano il trattamento globale prestato al malato in tutte le manifestazioni che generano una sofferenza, non solo fisica. La funzione principale della medicina estetica nei confronti del paziente oncologico consiste nel prevenire i danni cutanei causati dalla tossicità dei farmaci e i danni psicologici derivanti dalla compromissione della sua immagine corporea. Il suo obiettivo pertanto è cercare di tendere all’essere attraverso l’apparire, modificare l’aspetto esterno al fine di modulare quello più intimo e profondo, stimolando fiducia e coraggio.

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DERMATOLOGIA / COVID-19

Uno studio italiano ha individuato almeno sei alterazioni della pelle che possono erroneamente essere ricondotte ad altre patologie, ma in realtà non sono altro che manifestazioni cutanee correlate al Covid-19, associate a vari stadi della malattia

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on solo tosse, febbre o polmonite, ma attenzione anche ai segnali che manda la pelle: un’apparente orticaria, un eritema molto esteso, un’improvvisa vasculite, ecchimosi e geloni possono essere spie della malattia Covid-19. A sostenerlo è uno studio tutto italiano (1), condotto con il supporto della Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) e pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology, che ha individuato sei al-

terazioni cutanee che possono essere una manifestazione del Coronavirus associata a diversi stadi della malattia. Lo studio è stato coordinato dal professor Angelo Valerio Marzano, professore ordinario di dermatologia e direttore della Scuola di specializzazione in dermatologia e venereologia dell’Università degli studi di Milano, noto anche per essere stato il primo paziente ricoverato per Coronavirus il 22 febbraio 2020 a Milano, subito dopo il Paziente 1 di Codogno. Condotto con l’intento di correlare statisticamente

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DERMATOLOGIA / COVID-19

sei specifici quadri cutanei con la gravità della malattia Covid-19 e i sintomi di quest’ultima (febbre, polmonite, difficoltà respiratoria, ecc.), lo studio ha visto il coinvolgimento di 200 pazienti in tutta Italia ed è il terzo per numero di pazienti osservati a livello mondiale. «Fin dall’inizio della pandemia Covid-19 – afferma la professoressa Ketty Peris, presidente Sidemast e direttrice dell’Uoc di dermatologia del Policlinico Gemelli di Roma – Sidemast si è attivata portando avanti diversi studi scientifici focalizzati su malattie cutanee e infezione Sars-CoV2 e svolgendo numerose attività di supporto per i pazienti affetti da malattie della pelle. Lo studio coordinato dal professor Marzano è particolarmente interessante perché conferma che la cute può essere spia di una infezione da Sars-CoV-2. Per questo motivo, è fondamentale controllare ancora di più la nostra pelle, perché potrebbe metterci in guardia ed avvisarci preventivamente su quello che accade nel nostro organismo, dandoci la possibilità di muoverci in anticipo e aiutarci a fare una diagnosi precoce della malattia ed anche evitare possibili ulteriori contagi». Attenzione ai sei campanelli d’allarme sulla pelle I sei fenotipi cutanei individuati e che possono essere correlati al Covid-19 sono: > un quadro clinico simile all’orticaria; > un’eruzione morbilliforme sia agli arti che al tronco; > una reazione cutanea tipo varicella; > presenza di lesioni simili a geloni; > livedo reticularis, simile a ecchimosi da trauma; > vasculite, con un colorito rosso vinoso e possibile formazione di ulcere sugli arti inferiori. «La durata media delle manifestazioni cutanee osservata – afferma il professor Angelo Valerio Marzano – è stata di 12

giorni; quella dei geloni era di 22 giorni. Inoltre, abbiamo rilevato che i geloni erano il sintomo prevalente tra i giovani ed erano associati a una manifestazione quasi sempre asintomatica del virus, mentre tutti gli altri fenotipi erano collegati a una forma più o meno severa. A questo proposito, due importanti lavori condotti precedentemente a livello internazionale avevano dato come assunto il fatto che le lesioni della pelle più gravi fossero correlate a una forma più grave di Coronavirus, stabilendo quindi una proporzione diretta tra sintomi cutanei aggressivi e gravità del Covid. Una corrispondenza che invece, in base ai nostri studi, non esiste: non c’è alcuna correlazione diretta tra la gravità della manifestazione cutanea e quella della malattia da Sars-CoV-2. Piuttosto, una correlazione esiste tra aumento dell’età e aumento della gravità della malattia». Per l’esperto bisogna quindi prestare particolare attenzione a questi segnali precisi che compaiono sulla pelle e che devono indurci a fare un tampone. «Il nostro lavoro comunque non si esaurisce qui – conclude Marzano – vogliamo infatti studiare i meccanismi attraverso i quali il virus produce le lesioni cutanee una volta che si è introdotto nell’organismo attraverso l’apparato respiratorio. Per questo, insieme ai miei collaboratori, stiamo scrivendo un progetto che verrà inviato al ministero della Ricerca. L’obiettivo è contribuire a una sempre più rapida e approfondita conoscenza della malattia per far sì che la Comunità Scientifica possa sconfiggerla nel più breve tempo possibile».

Bibliografia 1. Marzano AV et al. The clinical spectrum of COVID19-associated cutaneous manifestations: an Italian multicentre study of 200 adult patients. J Am Acad Dermatol. 2021 Jan 18:S0190-9622(21)00166-3.

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SOCIAL MEDIA / PROFESSIONE

I social media sono strumenti utili per ampliare la propria offerta di servizi, per avvicinarsi al cliente e per fidelizzarlo. Ma la fiducia deve essere costruita all’interno della farmacia

Far crescere la farmacia con la DIGITAL STRATEGY di Lucia Oggianu

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e tecnologie digitali cambiano il modo di presentarsi ai propri clienti. È così per piccole e grandi imprese e lo è anche, non da oggi, per la farmacia. La sua natura trasversale nell’offerta di prodotti e servizi ha da tempo dettato le regole per tenersi al passo con i tempi, trasformandola in un luogo sempre più vicino al cliente, al centro delle sue necessità. E il passaggio verso una maggior digitalizza-

zione diventa una realtà ancora più attuale, un contesto in cui social media e social network occupano un posto di rilievo. Seppure con fluttuazioni della fiducia da parte degli utenti, questi mezzi di comunicazione sono innovativi e utili per entrare in relazione con il cliente, per offrirgli maggiore supporto. Ma quali sono i social di riferimento? Quanto e come andrebbero utilizzati?

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SOCIAL MEDIA / PROFESSIONE

Se ne è parlato durante la diretta Facebook di #4CHIACCHIERECON di Cosmofarma Exhibition, da cui sono emersi consigli e indicazioni pratiche. «Da una parte, in questi anni abbiamo visto un’espansione di social media – ha spiegato Emanuela Belloni, economista e docente di retail marketing farmaceutico – una conseguenza di questo è che, quando molte persone utilizzano un mezzo, diventa più difficile controllarlo e ciò porta alla proliferazione di notizie poco credibili e di fake news. Il loro utilizzo però è comunque aumentato: da 35 a 41 milioni nel mondo in quest’ultimo anno. Questo deve far pensare. È necessario esserci? Non so se è necessario ma teniamo presente che su 60 milioni di persone nel mondo, 41 milioni sono users di social media». I social media sono dunque validi per ampliare la propria offerta di servizi, per avvicinarsi al cliente e per fidelizzarlo ma attenzione: «La fiducia deve essere costruita ex ante – aggiunge Belloni – nasce all’interno della farmacia. Non si può pensare di costruirla tramite i social media e social network. Questi mezzi di comunicazione sono da intendersi come un’estensione di ciò che si fa quotidianamente, un ulteriore strumento per essere in contatto con i propri interlocutori». I social network più utili per la farmacia Non esiste messaggio senza destinatario. Per portare profitto, i mezzi di comunicazione devono essere concepiti proprio come tali ovvero come ‘mezzi’ e non come ‘fine’. È importante perciò chiedersi a chi si desidera parlare e cosa si vuole dire. «Una volta definito il destinatario e il contenuto del messaggio, si può tenere conto che Facebook è un social network molto diffuso, trasversale, con una rete ampia e costruito per una trasmissione del messaggio ‘ a imbuto’ o ‘a cerchi concentrici’ – dice Belloni – Instagram, invece, si basa

sul concetto di immagine e video, pertanto funziona bene se vogliamo raggiungere il cliente in modo veloce e rapido». Utilizzare tali social può tradursi nella possibilità di offrire al cliente nuovi servizi, come ad esempio video tutorial su come utilizzare alcuni prodotti (creme, integratori o altro) o per veicolare informazione sugli stessi o sulla propria offerta (offerte, coupon di sconto, giornate dedicate). E Linkedin? «è il primo social della storia – aggiunge Belloni – risale al 2002, è utile per fini lavorativi e per i rapporti B2B quindi per la relazione con farmaceutiche, informazione scientifica e per realizzare un network con altre farmacie, ma non per raggiungere il cliente finale». Valutazione dei risultati Come fare per sapere se l’attività digitale compiuta è utile o meno? Se davvero funziona? «Per capirlo, bisogna valutare la redemption – risponde Belloni – che sui social si chiama ‘engagement’ e indica il grado di interazione con il post pubblicato. Questo è solitamente più alto quando i video pubblicati, o in generale le immagini e i suoni sono reali ovvero quando includono persone vere, farmacisti e clienti laddove possibile. Per vedere poi l’efficacia di questa attività, bisogna portarla dal digitale al reale, per esempio pubblicando di tanto in tanto promozioni o partecipazioni a prove gratuite oppure codici di sconto da presentare in farmacia. Ciò permette di avere riscontro di quanto fatto, di vedere un pratico risultato». Utilizzare i social network significa avere la possibilità di percorrere due strade: aumentare la clientela oppure consolidarla. Per coniugare la clientela fisica con quella social occorre dare un’utilità al cliente, ad esempio poter ordinare un prodotto per poi andare a ritirarlo fisicamente. Per vedere i risultati della propria attività, è utile considerare i tre ambiti della far-

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social può tradursi nella possibilità di offrire al cliente nuovi servizi, come ad esempio video tutorial su come utilizzare alcuni prodotti (creme, integratori o altro) o per veicolare informazione sugli stessi o sulla propria offerta (offerte, coupon di sconto, giornate dedicate)

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Sono buone le prime ore del mattino ma, in genere, non esistono orari migliori. Con lo smart working si sono avute molte modifiche di orario quindi può essere utile la pubblicazione anche nei giorni di sabato e domenica. Per orientarsi meglio sulla questione degli orari, si può tenere conto che sia Facebook che Instagram permettono l’apertura di profili professionali e aziendali che offrono una serie di dati utili (statistiche, orari, visualizzazioni) utili per la valutazione dei post».

macia: sanitario, di relazione e di vendita. «A riguardo, si può applicare la cosiddetta ‘regola del 3 del digital’ – suggerisce Belloni – ovvero: 1/3 dei post dovrebbero essere dedicati al fornire informazioni utili al cliente, 1/ dedicati allo scambio e alla relazione con esso e 1/3 a condividere contenuti del settore, come, ad esempio, l’informazione scientifica». Post efficaci Per ottenere il risultato sperato è molto importante pubblicare post efficaci. Chiarezza, lunghezza del messaggio e orario di pubblicazione giocano un ruolo centrale, ma prima di tutto è fondamentale avere un piano editoriale ovvero una pianificazione delle date da non perdere, del contenuto del post e di come realizzarlo. Può essere utile ad esempio preparare il contenuto in anticipo (foto, video e testo) e poi programmare gli invii nelle date stabilite, anche a distanza di tempo, secondo il calendario. Per quanto riguarda la lunghezza del messaggio «sono fondamentali le prime 2-3 righe del post ovvero quelle della preview - consiglia Belloni –. L ’orario migliore? 40

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Whatsapp business Whatsapp è uno strumento molto diffuso perciò molto utile per una realtà trasversale come quella della farmacia. Nella versione ‘business’ permette di avere visione del mittente del messaggio, creare liste broadcast e offrire un servizio di risposta automatica. Di conseguenza, può offrire una utilità al cliente, il quale può fare richieste dirette al farmacista, avere informazioni, ordinare direttamente o anche fare videochiamate, se si vuole. Per far sì che funzioni, deve essere un servizio valido, ben curato e pronto nella risposta, se non si vuole incorrere in un disservizio. È importante ricordare che, per funzionare, il cliente dovrà aver memorizzato il numero della farmacia sul proprio cellulare. App mobile della farmacia Avere una propria applicazione mobile rappresenta di certo un ulteriore strumento a propria disposizione, tramite cui il cliente può comprare oppure prenotare prodotti. Per averne una ben fatta, e con diverse funzioni, l’investimento economico può essere elevato. Può allora essere utile realizzare un network di farmacie in una unica App, al fine di renderla quanto più completa a costi sostenibili, in una ottica di condivisione dei vantaggi.

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EVENTI

Cosmofarma ReAzione: appuntamento a Bologna dal 9 al 12 settembre Il mondo produttivo e il mondo della farmacia tornano a incontrarsi, finalmente in presenza, in occasione di Cosmofarma ReAzione, un’edizione speciale che nasce sotto il segno della ripartenza «Cosmofarma ReAzione è un’edizione speciale che nasce sotto il segno della ripartenza e che costituirà uno stimolo per tutto il mondo produttivo legato al comparto della farmacia». Così è stata presentata da Francesca Ferilli, Direttore generale di Bos srl, la società che organizza Cosmofarma Exhibition, l’edizione 2021 dell’evento, che si chiamerà Cosmofarma ReAzione – I valori al centro in programma a Bologna Fiere dal 9 al 12 settembre, in contemporanea con SANA – Salone internazionale del biologico e del naturale e OnBeauty by Cosmoprof Worldwide Bologna, un evento speciale dedicato alla cosmesi. Cosmofarma Reazione propone un ricchissimo programma di convegni, oltre 50, che vedono impegnati più di 100 relatori. Alcuni di grande prestigio, come il keynote speaker della Cosmofarma Business Conference di venerdì 10 settembre, il professor Massimo Recalcati, che propone un intervento dal titolo “L’importanza dei valori”. Sono i valori i veri protagonisti di Cosmofarma “Reazione”: empatia, ascolto, tempo, inclusività, resilienza, fiducia, salute, relazioni umane, libertà e sostenibilità. «Sono questi i valori da cui ripartire – ha continuato Ferilli – quelli che ispirano la moderna farmacia e che abbiamo riscoperto nell’ultimo periodo». Oltre alla Cosmofarma Business Conference, il programma di convegni prevede un calendario di appuntamenti di notevo-

le interesse: la collaborazione di Fofi, Federfarma, Utifar e Fondazione Cannavò, enti che patrocinano la manifestazione, darà vita al convegno istituzionale di sabato 11 settembre, che costituisce un momento fondamentale e imprescindibile per seguire gli aggiornamenti per la categoria. Sempre sabato 11, si terranno la Nutraceuticals Conference, un ciclo di seminari dedicato alla nutraceutica e agli integratori alimentari, e il Cosmetic Summit che rappresenta un focus sul mondo della dermatologia e della cosmetica in farmacia con approfondimenti sui trend e sugli scenari futuri. Altri momenti da non perdere saranno giovedì 9 il sociologo Francesco Morace, che parlerà dei Paradigmi del futuro e della farmacia nello scenario oltre Covid; venerdì 10 settembre, il Barometro Farmacia di Doxapharma, in cui verranno presentati i nuovi valori al centro della “farmacia post-Covid”, che sarà preceduto da un consensus – al quale parteciperanno Federfarma e

Fofi, Farmindustria, Assosalute, Aipa, associazioni mediche e dei pazienti – per discutere della formazione necessaria al fine di avere un network professionale vincente sul territorio. Nell’area denominata Cosmofarma Training Hub per 4 giorni si susseguiranno seminari formativi rivolti ai farmacisti sulle tematiche più diverse tra cui: presenza digitale e social network in farmacia, soft skills, gestione e numeri della farmacia e molto altro. Anche dal punto di vista espositivo, sono molte le novità e sono rappresentate da tante aree speciali: Cosmofarma Young per le giovani aziende che si stanno affacciando al canale farmacia e che sono soggetti portatori di innovazione, creatività e di un nuovo concetto di farmacia e industria; Free From Hub, un’area dedicata al business degli alimenti senza e alle sue applicazioni nel mercato del settore farmaceutico. E la nuovissima area Pet Care, che vede un progetto che lega la salute dell’uomo, dell’animale e del pianeta promuovendo l’applicazione di soluzioni innovative per migliorare il benessere animale. Il mondo produttivo e il mondo della farmacia tornano a incontrarsi, finalmente in presenza a Bologna, a Cosmofarma ReAzione dal 9 al 12 settembre. Per informazioni: www.cosmofarma.com

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ATTUALITÀ

Griffin: la casa editrice lancia il nuovo bookshop Con il nuovo sito web inizia una stagione caratterizzata da una vasta produzione libraria che spazia dalla chirurgia plastica alla medicina estetica, dall’ortopedia e traumatologia alla radiologia e fisioterapia È online all’indirizzo www.griffineditore. it il nuovo bookshop della Casa editrice Griffin, l’editore di Professione Salute e proprietaria degli storici marchi Timeo e Acta Medica. Il nuovo bookshop è una vera e propria libreria online e propone testi specialistici suddivisi per area medica. Molto curata, soprattutto nelle nuove uscite, è l’iconografia clinica, spesso affiancata da video chirurgici accessibili tramite QR Code Video System. «Con il nuovo bookshop inauguriamo una stagione caratterizzata da una vasta produzione libraria, in tutte le specialità in cui Griffin è attiva: dalla chirurgia plastica alla medicina estetica, dall’ortopedia e traumatologia alla radiologia e fisioterapia – annuncia Giuseppe Roccucci, founder della Casa editrice –. Sono sicuro che l’era post-pandemia ci

porterà a rivalutare tanti strumenti della vita analogica, a partire dai libri. Però anche questo strumento di formazione tradizionale può e deve innovarsi, ed è quello che proviamo a fare in Griffin arricchendolo di contenuti multimediali». Navigando nel bookshop sarà quasi come sfogliare i libri dal vivo, grazie alla possibilità di consultare alcuni estratti delle opere e guardare, in molti casi, le video presentazioni degli autori. Non mancano tutte le caratteristiche indispensabili di un negozio elettronico moderno: sicurezza della transazione, diverse opzioni di pagamento, spedizione in 24 ore. La navigabilità in lingua inglese rende il bookshop internazionale e ancor più autorevole, per consentire acquisti in sicurezza anche ai medici dall’altra parte del mondo.

Griffin: chi siamo Griffin è una Casa editrice fondata nel 2006 che opera prevalentemente in ambito professionale. Mission di Griffin è quella di trasferire agli specialisti informazioni utili nell’operatività quotidiana, aggiornandoli sull’attualità scientifica, clinica e professionale attraverso i suoi mezzi di comunicazione crossmediale: le testate giornalistiche, le riviste scientifiche e i siti web editoriali. Con i marchi storici Timeo e Acta Medica, la divisione libri di Griffin pubblica volumi specialistici e universitari per la formazione e l’aggiornamento del medico e della sua équipe. Griffin è anche un punto di riferimento affidabile e autorevole per le aziende del settore nello studio e nella realizzazione di campagne di comunicazione in ambito BtoB.

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ATTUALITÀ

Anticorpi monoclonali anti Covid-19: da Sifo e Sifap le istruzioni operative A supporto degli operatori sanitari che si occupano di terapie anti Covid-19, il documento fornisce indicazioni utili per la corretta preparazione e l’allestimento degli anticorpi monoclonali A seguito delle determinazioni dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) (Definizione delle modalità ottimali d’uso degli anticorpi monoclonali anti Covid-19 e Modifiche registro anticorpi monoclonali Covid-19) circa le modalità di utilizzo degli anticorpi monoclonali anti Covid-19, la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (Sifo) e la Società Italiana dei Farmacisti Preparatori (Sifap) hanno pubblicato le istruzioni operative per la corretta preparazione e allestimento del cocktail di Casirivimab e Imdevimab. «Le istruzioni hanno l’obiettivo di supportare il farmacista nella corretta preparazione e allestimento degli anticorpi monoclonali – si legge nel documento – da somministrare in un’unica infusione endovenosa in pazienti adulti e pediatrici (di età superiore a 12 anni) ospedalizzati per Covid-19, anche in ossigenoterapia convenzionale (non ad alti flussi e non in ventilazione meccanica), ma con sierologia negativa per gli anticorpi IgG anti-Spike di SarsCoV-2». «Il documento è la dimostrazione della proficua, continua ed eccellente collaborazione tra Sifo e Sifap – sottolinea Arturo Cavaliere, presidente Sifo –. Con questa istruzione inoltre confermiamo che la nostra attenzione alle problematiche Covid-19 rimane altissima, nel rispetto dei bisogni dei pazienti 44

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che ancora vivono la drammatica esperienza della malattia, sia esso vissuto in situazioni di emergenza che di lento ritorno alla normalità». Come precisato nelle istruzioni, gli anticorpi monoclonali non necessitano di inedite procedure di stoccaggio e congelamento infatti «i flaconcini integri possono essere conservati in frigorifero a una temperatura compresa tra 2 °C e 8 °C per un massimo di 24 mesi. I flaconcini devono essere conservati nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce». Come nel caso dei vaccini, anche in queste istruzioni operative viene data grande attenzione alla farmacovigilanza argomento quanto mai attuale per l’efficacia e la sicu-

rezza dei nuovi farmaci anti Covid-19: nel documento Sifo-Sifap si precisa infatti che le segnalazioni di eventuali reazioni avverse «devono essere tempestivamente effettuate entro 36 ore da quando il medico o l’operatore sanitario ne viene a conoscenza», direttamente online sul sito VigiFarmaco (www.vigifarmaco.it). Queste istruzioni operative si vanno ad associare alle precedenti riferite ai vaccini già messe a punto da Sifo e Sifap: tutte le istruzioni sono disponibili al portale www.sifoweb.it, a supporto degli operatori sanitari per fornire con puntualità come nel passato un chiaro binario scientifico alle novità in atto in tema di terapie anti Covid-19.

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ATTUALITÀ

Garante: sì all’informazione scientifica, ma attenzione alla privacy dei pazienti Un paziente ritrova online dati e foto relativi all’operazione chirurgica a cui si era sottoposto e si rivolge al Garante della privacy, che interviente con dei provvedimenti a carico dei responsabili È necessario prestare particolare attenzione a pubblicazioni o divulgazioni scientifiche di studi clinici, accertandosi che il paziente sia stato preventivamente informato, abbia dato il suo consenso e che i suoi dati siano stati opportunamente anonimizzati. Lo ha ricordato il Garante per la protezione dei dati personali nel sanzionare, in tre diversi provvedimenti, un dottore, una Ausl e un’associazione di medici chirurghi coinvolti nella pubblicazione on-line di documenti sulla salute di un paziente. Il caso di violazione dei dati personali (data breach) era stato segnalato al Garante da un’azienda sanitaria locale chiamata in causa da un paziente che, dopo essersi curato presso la struttura, aveva trovato fotografie e altre informazioni riferibili alla sua salute pubblicate

sul sito di un’associazione medica. Tali documenti erano reperibili anche tramite comuni motori di ricerca. Nel corso dell’istruttoria è emerso che un medico, il quale aveva avuto in cura il paziente presso la Ausl, aveva scaricato documenti dell’interessato dagli archivi informatici dell’Azienda per poi utilizzarli per una relazione in un congresso. Aveva poi usato il materiale della presentazione per partecipare a un concorso gestito da un’associazione di chirurghi. Il suo lavoro scientifico era stato anche pubblicato in rete senza alcuna forma di ulteriore oscuramento. Dai riscontri è infatti emerso che il medico, pur essendo autorizzato ad accedere alla documentazione medica per finalità di cura, non aveva chiesto il consenso al paziente, né il permesso alla Ausl, di poterla utilizzare per informazione scientifica. Il medico non aveva neppure proceduto a effettuare a un’efficace anonimizzazione dei dati usati per le diapositive e la successiva relazione scientifica. Durante l’istruttoria il medico aveva provato a giustificare la diffusione della documentazione sanitaria sulla base del consenso rilasciato alla Ausl dal paziente, per il trattamento dei suoi dati per finalità

di “indagine epidemiologica e ricerca scientifica”. Nel provvedimento il Garante ha però ricordato che quello specifico consenso, peraltro rilasciato solo all’Azienda, non giustifica in ogni caso la divulgazione dei dati sanitari, e che il medico aveva trattato dati personali e documenti clinici al di fuori delle finalità di cura. Per tali motivi ha ricevuto dall’Autorità una sanzione di 5.000 euro. La società scientifica che aveva pubblicato la relazione con i dati sanitari sul proprio sito, tra l’altro senza l’autorizzazione del medico vincitore del premio, ha invece ricevuto una sanzione di 2.000 euro. Nel terzo provvedimento, il Garante ha rilevato che la violazione dei dati causata dal medico si era verificata in quanto l’Azienda sanitaria non aveva adottato tutte le misure tecniche e organizzative volte a ridurre il rischio che il proprio personale autorizzato ad accedere ai documenti clinici per finalità di cura, potesse poi utilizzarli per altri scopi. L’episodio è però risultato isolato e gestito in maniera tempestiva da parte della struttura sanitaria che, tra l’altro, aveva già promosso iniziative volte a regolamentare l’utilizzo dei documenti aziendali per la partecipazione a convegni e seminari, addirittura promuovendo a livello regionale l’adozione di un apposito codice di condotta approvato dal Garante stesso. La Ausl ha ricevuto quindi solo un ammonimento.

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Roberto Tobia eletto nuovo presidente dei farmacisti europei Il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, è stato eletto per il 2022 presidente del Pgeu, il raggruppamento di cui fanno parte tutte le Federazioni degli Ordini dei farmacisti e le Associazioni nazionali delle farmacie europee. È la prima volta che un rappresentante Federfarma ricopre questo prestigioso incarico. I grandi cambiamenti che hanno interessato l’Unione Europea, a cominciare dalla Brexit, hanno creato la possibilità per l’Italia di accedere alla presidenza del Pgeu, in anticipo rispetto alla rotazione prevista. «Sono davvero felice di avere l’opportunità di rappresentare i farmacisti e le

farmacie dell’Unione europea il prossimo anno e ringrazio il presidente della Fofi onorevole Andrea Mandelli e il presidente di Federfarma Marco Cossolo per aver supportato la mia candidatura. Un grazie anche a tutti i colleghi membri del Pgeu per la fiducia dimostrata. Sono onorato di questa nomina e mi impegno a proseguire insieme nella proficua attività a difesa della professione e a tutela di tutti i farmacisti europei» ha affermato il neoeletto Roberto Tobia. «La pandemia ha evidenziato i punti di forza e le criticità dei nostri sistemi sanitari e ha chiaramente dimostrato che la rete dei farmacisti di comunità, in prima linea contro il Co-

vid-19 sin dall’inizio, è un pilastro forte e indispensabile, capace di grande efficienza in un complesso contesto emergenziale. Il 2022 sarà un anno importante per la ripartenza e ci impegneremo a dare il nostro contributo alla realizzazione di una nuova strategia farmaceutica europea volta a migliorare la gestione delle emergenze come quella relativa all’indisponibilità dei farmaci. Al riguardo l’Italia ha partecipato ad un progetto pilota assieme a Spagna, Portogallo e Francia. In base a questa esperienza lavoreremo con l’obiettivo di estendere a tutte le farmacie europee un sistema di segnalazione omogeneo sull’intero territorio dell’Unione».

Cosa sappiamo dei tumori cutanei? Ce lo dice una ricerca della Lilt Le donne sono le più attente e praticano con costanza la prevenzione del melanoma; gli uomini molto meno. In tema di tumori della pelle si registra una buona consapevolezza generale sui fattori di rischio, ma si stenta ancora a riconoscere il pericolo costituito dall’abbronzatura artificiale. Lo dice una ricerca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt), un’indagine condotta prendendo in esame un gruppo di quasi 5.000 pazienti degli ambulatori Lilt. La ricerca ha preso in esame conoscenze, atteggiamenti e comportamenti dei pazienti che richiedono una visita per la diagnosi precoce 46

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dei tumori cutanei. La maggioranza degli intervistati ha mostrato grande consapevolezza di cosa sia il melanoma e di come l’esposizione solare rappresenti un importante fattore di rischio. Eppure in tema di prevenzione, sebbene quasi tutti utilizzino creme solari, solo il 29% conosce l’importanza di indossare cappellini e magliette, che sarebbero la soluzione più efficace. L’abbronzatura artificiale resta una nota dolente: la letteratura scientifica la indica da tempo come responsabile del notevole aumento nell’incidenza di tumori cutanei, melanoma compreso, e nonostante la proibizione di applicarla ai soggetti ad età inferiore ai 18 anni,

dalla ricerca della Lilt risulta che il 2,2% degli intervistati ha praticato l’abbronzatura artificiale prima dei 15 anni. Il presidente della Lilt, l’oncologo Francesco Schittulli ha ribadito l’importanza della prevenzione primaria: «Prendere il sole con moderazione rientra tra i comportamenti virtuosi per tenere lontano il cancro ed è importante tanto quanto alimentarsi correttamente, non fumare e fare sport; tutti dovrebbero controllare e proteggere con regolarità la propria pelle e i nei, senza dimenticare di inserire nell’agenda delle visite periodiche di controllo anche l’appuntamento con il dermatologo».

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ARS GALENICA Con questo volume, Irene Ruffino, responsabile del Laboratorio di Galenica interno della Farmacia Ospedaliera di Santa Maria Nuova, ci accompagna nella storia della produzione farmaceutica dalle origini della spezieria fino alle più recenti produzioni.

a cura di Irene Ruffino 207 Pagine

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LE AZIENDE INFORMANO

SAME PLAST GEL, NUOVA FORMULA CON ACIDO IALURONICO PER LA CURA DELLE CICATRICI

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a formazione di cheloidi e cicatrici ipertrofiche in seguito a ustioni, traumi e interventi chirurgici causa notevole disagio sia dal punto di vista estetico che funzionale. Numerosi sono gli interventi possibili sia per la prevenzione (che si basa soprattutto su una stimolazione ottimale della formazione del tessuto cicatriziale) sia per la loro riduzione. Savoma Medicinali, azienda che opera nell’ambito dei preparati destinati alla cura delle cicatrici con la linea Same plast, dopo l’immissione in commercio di Same plast Cerotto, dispositivo medico in silicone medicale adesivo e riposizionabile, ha recentemente implementato la formulazione del Same

plast Gel mediante l’inserimento di acido ialuronico ad alto peso molecolare, noto per la spiccata attività idratante, ristrutturante e lubrificante. Grazie a questo aggiornamento Same plast Gel, costituito da allantoina, sulfomucopolisaccaridi, estratto fluido di cepae, veicolati in un gel idrosolubile arricchito con sostanze emollienti, viene a rafforzare le proprie indicazioni di impiego sia nelle fasi iniziali di rimodellamento della cicatrice sia nelle pratiche riabilitative dei massaggi di scollamento. Same plast Gel deve essere applicato sulla cute già riparata, due o più volte al giorno, mediante un leggero massag-

gio, più intenso in presenza di rigidità del tessuto. Inoltre, grazie alla proprietà lenitive favorisce la riduzione dell’arrossamento e del prurito. Savoma Medicinali Tel. 0521.963890 www.savoma.it

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a placca batterica scatena l’infiammazione dei tessuti molli con conseguente infiammazione e sanguinamento delle gengive. La potente capacità antibatterica dello Zinco Cloruro offre un notevole controllo sullo sviluppo della placca, mentre l’attività astringente agisce sul sanguinamento gengivale. Da Forhans arriva la soluzione più efficace, a base di Zinco Cloruro, la molecola a elevata e comprovata attività antibatterica e astringente che non macchia i denti come la Clorexodina, che racchiude in un unico kit tre prodotti indispensabili nella cura e prevenzione quotidiana del cavo orale: dentifricio, spazzolino e collutorio. Nasce così il Kit Gengive Sanguinanti 48

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zare lo smalto dentale. Lo spazzolino Forhans Medico, con setole morbide al carbone attivo a effetto sbiancante consente, grazie alla testina di dimensioni ridotte e alle setole dalle punte affusolate, di raggiungere le zone più difficili, garantendo una pulizia efficace ma delicata. Molto efficace nella prevenzione e nel trattamento di sanguinamenti gengivali, gengiviti, stomatiti e parodontiti è infine il Forhans Medico Collutorio Pronto all’uso Uragme Tel. 06.87201601 info@uragme.it www.forhanszincocloruro.it www.forhansmedico.it

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LE AZIENDE INFORMANO

DENS_UP, UNA LINEA DI PRODOTTI PER I PAZIENTI DISFAGICI

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antabria Labs Deutera è la realtà italiana della nutrizione clinica del gruppo spagnolo specializzata negli alimenti ai fini medici speciali. Cantabria Labs Deutera da più di dieci anni è in prima linea per supportare pazienti disfagici con il marchio DENS_UP che rappresenta la gamma di addensanti completi e versatili, utili all’idratazione, alla nutrizione e alla riabilitazione dei pazienti affetti da disfagia. L’ultimo nato della gamma è Dens up fortis l’addensante adatto per la nutrizione e l’idratazione del paziente disfagico. La sua formula unica lo rende versatile, adatto ad alimenti e bevande degassate e resistente all’amilasi, conferendogli

un’elevata stabilità nel tempo. La facile modulazione della quantità di polvere tramite il misurino dosatore consente di ottenere le 3 consistenze desiderate per i pazienti disfagici: sciroppo, crema e budino. In ottica di qualità di vita del paziente affetto da disfagia, Gel up aqua è l’addensante della gamma a base di gomma di xantano, in comode bustine monouso, per l’idratazione del paziente con problemi di deglutizione. L’amilasi resistenza ne permette una consistenza stabile nel tempo. La bustina monouso facilita l’utilizzo in tutte le situazioni di bisogno. Cantabria Labs Deutera è anche supplementazione orale ed enterale in

DA GUNA, TRE NOVITÀ PER DARE ENERGIA A CORPO E MENTE

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n occasione di Cosmofarma 2021, Guna lancia sul mercato tre prodotti studiati per ricaricare il fisico e la mente e dare sollievo alla pelle da stanchezza, stress e non solo: Tonicoguna Plus, Tamanu Arnica e Resource Freedom. Tonicoguna Plus è un integratore alimentare riformulato con l’aggiunta di due estratti vegetali, rodiola rosea e astragalo, che completano il mix di estratti vegetali selezionati, con proprietà toniche-adattogene. Inoltre, l’estratto di morinda citrifolia, pianta polinesiana più nota con il nome di Noni il cui succo ha azione tonica e antiossidante, è ricco di vitamine, minerali, aminoacidi, enzimi, oligoelementi, steroli e xeronina.

Tamanu Arnica è una crema cosmetica con estratti vegetali, da piante polinesiane ed europee, ad azione lenitiva ed emolliente, particolarmente indicata per pelli arrossate, screpolate o particolarmente secche. Può essere applicata dopo l’esposizione al sole, al vento e al freddo per donare alla pelle una sensazione di sollievo e benessere. Oppure come lenitiva per i bambini, dopo l’uso del pannolino. Il terzo prodotto, Resource Freedom, andrà ad arricchire la linea di composti pronti di Fiori di Bach. Ogni formula Resource

polvere grazie ai marchi Vulner_Up, Amin_up, Ramin_up, Protein_up, Restore_up, i cui prodotti sono stati studiati per soddisfare le necessità dei pazienti con malnutrizione caloricoproteica e specifici deficit nutrizionali. Per poter ricevere una visita da un incaricato Cantabria Labs Deutera scrivere a info@deutera.com. Cantabria Labs Deutera Tel. 02.80886549 info@deutera.com www.deutera.com

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LE AZIENDE INFORMANO

FIT THERAPY, INNOVATIVA TECNOLOGIA PER IL DOLORE AL GINOCCHIO

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uante persone, dopo una lunga giornata di lavoro stressante in piedi o una lunga camminata lamentano un dolore bruciante alle ginocchia? E quanti pazienti non desiderano altro che un momento di sollievo dai dolori muscolari? FIT Therapy è la soluzione innovativa alle infiammazioni dovute al sovraccarico muscolare: un cerotto a infrarossi per neutralizzare il dolore senza dover ricorrere a medicinali, ma soprattutto una tecnologia al 100% Made in Italy. A pensare al rimedio è stata l’azienda D.Fenstec che ha ideato un prodotto con lo scopo di alleviare situazioni di malessere a livello muscolo-scheletrico legate ad eccessivi accumuli di acidosi

tissutale dovute al sovraccarico di lavoro delle fibre muscolari, attraverso un più rapido smaltimento dell’acido lattico. Se applicato sul ginocchio, il cerotto FIT Therapy Patch è in grado di ridurre i dolori muscolo-scheletrici e di generare un effetto antalgico della durata di cinque giorni, grazie all’azione mio-rilassante sulla zona interessata. La situazione di benessere che il cerotto è in grado di generare è dovuta alla tecnologia FIT Therapy, che riesce a riflettere i raggi infrarossi emessi dal corpo umano agendo da “specchio” e rispedendo le onde in profondità. L’assorbimento dell’energia da parte dei tessuti causa un aumento del microcircolo, in grado di accelerare i processi riparativi

e ridurre il dolore. Ma i suoi effetti benefici non sono finiti qui. Infatti, tra le varie potenzialità vi sono anche il miglioramento delle condizioni circolatorie e una maggiore efficienza dei muscoli che consente altresì di migliorare la resistenza fisica e al corpo di riadattarsi in situazioni di deficit funzionali. D.Fenstec Tel. 0444.1750103 info@fit-italy.com www.fittherapy.biz

PANCIA PIATTA DREN: ESTRATTI NATURALI PER CONTRASTARE LA RITENZIONE IDRICA

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ancia Piatta Dren di Montefarmaco è l’integratore alimentare a base di estratti naturali con azione drenante 100% made in Italy, utile contro la ritenzione idrica, le gambe pesanti e il gonfiore. Pancia Piatta Dren si contraddistingue per l’esclusivo Active Natural Complex, un pool di estratti naturali 100% italiani, costituito da lespedeza, ortosifon, tarassaco, meliloto e ippocastano, con un grado di estrazione standardizzato che garantisce in ogni dose lo stesso quantitativo di estratti per un’azione costante assicurata Gli estratti di lespedeza, ortosiphon, tarassaco e meliloto favoriscono il dre50

Professione Salute

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naggio del corpo e l’eliminazione dei liquidi in eccesso. Gli estratti di lespedeza e di tarassaco facilitano le funzioni depurative dell’organismo. L’estratto di meliloto stimola la corretta funzionalità del micro-circolo. In occasione del lancio, Pancia Piatta Dren si presenta con un pack speciale e un omaggio: Mad Mud Dren, il fango anti-cellulite drenante firmato VeraLab. Pancia Piatta Dren è disponibile nei due gusti, Ananas e Frutti di Bosco, in confezioni da 14 stick pack da 20 ml cadauno. Si consiglia l’assunzione di uno stick pack al giorno. Sciogliere il contenuto dello stick pack in una bottiglietta

di acqua da 500 ml da bere durante la giornata. Montefarmaco Tel. 02.333091 www.montefarmaco.com

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