estetica Tabloid di medicina Anno I - numero 1/2017
clinica e pratica LE MOLTEPLICI APPLICAZIONI CLINICHE dei sistemi LED Nonostante il loro meccanismo di azione non sia ancora del tutto chiaro, i Led sono impiegati in molti ambiti. Studi clinici ne provano l’efficacia nel trattamento di cicatrici, ulcere e fotoinvecchiamento pag. 11 RINGIOVANIRE LO SGUARDO dando volume con I FILLER
cONGRESSO SIES: MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA IN 3D La palpebra superiore è un’area “obbligata” a invecchiare. Fattori genetici e ambientali con il passare del tempo portano all’assottigliamento del cuscinetto di grasso preaponeurotico, quel sottile strato di tessuto adiposo presente nella cavità orbitaria che in età giovanile dona un aspetto turgido e pieno alla palpebra superiore. Se finora l’unico rimedio per correggere lo svuotamento di quest’area era rappresentato dalla chirurgia, oggi è possibile intervenire con una tecnica mininvasiva e di facile applicabilità, che garantisce un aumento di volume con filler a base di acido ialuronico pag. 8
Il congresso della Società italiana di medicina e chirurgia estetica apre alle nuove tecnologie: i collegamenti in diretta televisiva con le sale operatorie del Poliambulatorio Multimed mostreranno in 3D gli interventi live. Le riprese tridimensionali degli interventi chirurgici stanno entrando nelle sale congressuali di tutta Europa, ridefinendo lo standard formativo della video education con più dettaglio, profondità d’immagine e accuratezza anatomica 1:1
eventi e notizie formazione, tendenze e novità in medicina e chirurgia estetica
pag. 15
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QUANDO IL PAZIENTE non è soddisfatto
Come comportarsi se il paziente si lamenta del risultato estetico? Per tutelarsi serve una comunicazione chiara prima del trattamento e una firma può non bastare pag. 14
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in copertina
medicina estetica: TOP TREND è RINGIOVANIMENTO DELLO SGUARDO Un settore in salute che non conosce crisi, anche grazie a professionisti preparati capaci di interpretare le richieste dei pazienti, che si orientano sempre più frequentemente verso soluzioni meno invasive ed economicamente abbordabili n
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l 20° congresso internazionale di medicina e chirurgia estetica (Bologna, 24-26 febbraio) ci consente di fare il punto su una disciplina in grande fermento, di cui il debutto di una rivista come Tabloid di Medicina Estetica è evidentemente lo specchio; una disciplina che, dopo aver progressivamente guadagnato l’attenzione del pubblico, reclama ora la dovuta attenzione da parte di tutto il mondo medico di cui fa parte. «Ogni anno ci troviamo di fronte a un piacevole dilemma: quali temi privilegiare, in sede di presentazione, per aumentare la curiosità intorno al congresso? Ecco, per una volta mi permetta di essere… reticente, soltanto per non privare i partecipanti del piacere della scoperta» ha dichiarato Maurizio Priori, presidente della Società italiana di medicina e chirurgia estetica (Sies), che assicura però: «non c’è una sola relazione, fra tutte quelle che animano la nostra manifestazione, che non meriterebbe di essere posta in primo piano».
Dottor Priori, nella situazione di crisi economica degli anni scorsi, la medicina estetica non ha fatto registrare flessioni, a cosa è dovuto questo andamento positivo? È vero, a differenza di altri settori, la medicina estetica non ha risentito più del dovuto della crisi generale. Il merito credo sia da dividere tra la professionalità dei medici, alla continua ricerca di soluzioni più soft e meno costose, e l’importanza che ha il vedersi bene “fuori” per sentirsi meglio “dentro”. Quali sono gli ultimi trend della medicina estetica? Tolte rare eccezioni, al medico estetico non viene più richiesto il “miracolo”, e questo sancisce la maturità dei nostri pazienti. I trend sono quelli di sempre; dovendone scegliere uno, direi che le maggiori richieste riguardano il desiderio di rinfrescare lo sguardo. È vero che gli italiani preferiscono la medicina estetica alla chirurgia plastica? Come mai? Diciamo che si rivolgono più volentieri al medico piuttosto che al chirurgo e il merito di questa preferenza va attribuito all’evoluzione della medicina estetica. Grazie alla ri-
cerca, infatti, oggi la medicina estetica è in grado di risolvere quasi tutti i problemi in maniera meno invasiva e a un costo più accessibile. La medicina estetica è solo un fatto di apparenza esteriore oppure si inserisce in un discorso più ampio di “medicina del benessere”? I problemi che i pazienti portano nei nostri ambulatori non sono solo estetici, ma hanno una profonda connotazione psicologica. Un naso troppo pronunciato, un seno troppo grande o troppo piccolo, uno sguardo che ha perso bril-
Maurizio Priori
lantezza non sono soltanto problemi esteriori, ma chiamano direttamente in causa l’accettazione di noi stessi. Ecco, oltre all’aspetto fisico, noi medici siamo chiamati a migliorare la percezione che i pazienti hanno di loro stessi, la loro autostima. Per questo, l’inserimento della medicina estetica nel campo del benessere non è affatto peregrino. Nonostante la sua crescente diffusione, la medicina estetica non è ancora riconosciuta come specialità. A che punto siamo? Purtroppo il problema del riconoscimento ufficiale della nostra specialità è vecchio come la specialità stessa. Inutile risalire alla causa di questa ingiustizia che si perpetua, da anni ci battiamo per avere il giusto riconoscimento e, d’intesa con altre società scientifiche, qualche risultato l’abbiamo ottenuto. Il Collegio delle società scientifiche ha impostato con il ministero della Salute un tavolo di lavoro, di estremo interesse, sulla formazione permanente, in cui verranno affrontati i problemi connessi alla formazione in medicina estetica. Attualmente come avviene nel nostro paese la forma-
zione dei medici e dei chirurghi estetici? La formazione procede senza sosta e va di pari passo con una ricerca che, come accennavo prima, ha fatto passi da gigante sul piano delle tecniche. La Sies sviluppa il suo programma di didattica presso il Centro postuniversitario di medicina ambulatoriale (Cpma) di Bologna. Il programma consiste in corsi monotematici e, in quattro anni, arriva fino al diploma, come riconosciuto dalle maggiori società scientifiche europee, ed è adeguato a diplomare medici estetici competenti.
Consiglierebbe a un giovane di andare a formarsi all’estero? Non riteniamo utile questo iter, perché in realtà avviene il contrario: sono gli stranieri che vengono a formarsi in Italia, mentre i medici e chirurghi estetici italiani vanno all’estero per tenere corsi e insegnare la più innovative tecniche di estetica. In veste di presidente di una scuola di formazione di primaria importanza ha un messaggio da lanciare? Il messaggio è quello di sempre: colleghi, continuate a
20° CONGRESSO SIES: DENTRO LA SALA OPERATORIA CON IL 3D La Società italiana di medicina estetica (Sies) tiene anche quest’anno a Bologna, dal 24 al 26 febbraio, il suo ventesimo congresso internazionale (www. valet.it/EVENTI/20SIES). Il presidente Maurizio Priori la definisce un’occasione unica in cui, come ormai da tradizione, «centinaia di specialisti da tutto il mondo dibattono i temi più “caldi” del momento, dando una risposta chiara ed esaustiva a ogni problematica; alcuni tra i principali esperti del settore sono impegnati a fornire ai colleghi, durante la tre giorni congressuale, una specie di guida intelligente per districarsi tra le mille offerte della scienza estetica».
Per quanto riguarda l’organizzazione, «squadra che vince non si cambia - afferma il presidente Sies –, come sede è stato confermato il Palazzo dei congressi di BolognaFiere; il Comitato scientifico Sies si avvale come sempre dell’efficiente segreteria Valet e dell’appoggio delle sale operatorie del Poliambulatorio Multimed, teatro delle dimostrazioni in diretta televisiva. Dimostrazioni che, da quest’anno, si avvalgono della tecnologia 3D. E siamo davvero orgogliosi di presentare il primo congresso di medicina e chirurgia estetica che sfrutta la tecnologia tridimensionale. Anche in questo caso non ci siamo limitati alle pa-
role, ma siamo passati ai fatti: abbiamo sempre detto che vogliamo offrire ai colleghi che ci raggiungono a Bologna un nuovo modo di affrontare le problematiche di questa disciplina; da quest’anno, con la visione in 3D, i colleghi in aula possono sentirsi “dentro” la sala operatoria assieme al relatore di turno. Si tratta di un enorme sforzo organizzativo, ma anche di una grande soddisfazione, l’ennesimo, me lo lasci dire, fiore all’occhiello per il nostro congresso». L’evento bolognese si svolge in concomitanza con Sclerotherapy, il 14° congresso dell’Associazione flebologica italiana (Afi).
nutrire la vostra professionalità aggiornandovi e frequentando corsi mirati. Quanto alle criticità, vorrei solo che i mezzi d’informazione si avvicinassero al nostro mondo senza quel sensazionalismo che fa bene alla diffusione dei giornali e ai dati Auditel delle trasmissioni televisive, ma genera solo una gran confusione tra lettori e spettatori e, di conseguenza, tra i pazienti. Quanto conta la deontologia professionale per un medico o chirurgo che opera in questo campo e com’è lo stato reale delle cose riguardo alla deontologia nella medicina estetica? La deontologia è fondamentale in tutte le professioni e la nostra non fa eccezione. Ormai sono lontani i primi tempi della medicina estetica, il medico non viene più visto come un santone a cui chiedere miracoli (che il più delle volte erano follie). A titolo personale, posso dire che la stragrande maggioranza (vorrei dire la totalità) dei medici estetici offre una professionalità e un comportamento deontologico davvero encomiabili. Il fatto stesso che oggi i medici sconsiglino i pazienti di sottoporsi a trattamenti eccessivi è la miglior risposta alla sua domanda. Renato Torlaschi
Tabloid di medicina estetica
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clinica e pratica
Chirurgia estetica mininvasiva «professionisti ITALIANI SONO AL TOP» Il congresso Aicpe mette in vetrina i chirurghi italiani, di alto livello ma ancora poco noti a livello internazionale. Intanto la chirurgia estetica diventa sempre più tecnologica e si orienta verso soluzioni mininvasive e risultati più naturali n
A
lla vigilia del congresso nazionale dell’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe - www.aicpe.org), che si svolgerà ancora una volta a Firenze, dal 17 al 19 marzo, abbiamo incontrato il presidente Eugenio Gandolfi, che ci ha descritto come si è evoluta la chirurgia plastica negli ultimi decenni, insieme ai gusti e alle aspettative dei pazienti e anche grazie alle nuove tecnologie, e ci ha dato qualche anticipazione sull’appuntamento fiorentino. Numerosi gli argomenti che saranno trattati durante il con-
gresso: gluteoplastica, trasferimento di tessuto adiposo dalla chirurgia estetica alla medicina rigenerativa, mastoplastica riduttiva e mastopessi; e ancora, face lifting, chirurgia combinata e chirurgia estetica ambulatoriale e in day surgery. «Si tratta per noi di un’occasione culturale ma anche sociale – spiega Gandolfi –, ci incontriamo per confrontarci sui temi più importanti e anche quest’anno abbiamo deciso di tenere tutte le sessioni in un’unica sala, perché vogliamo che ci sia spazio per il dibattito ed evitare che ci sia troppa dispersione di idee e di persone».
Dottor Gandolfi, al congresso Aicpe è previsto l’intervento di numerosi esperti stranieri: come si pone la chirurgia estetica italiana nel contesto internazionale? Abbiamo come sempre ospiti stranieri che vengono da tutte le parti del mondo e con cui approfondiremo delle tematiche specifiche, ma tendiamo a privilegiare i relatori italiani: il confronto è notevole, ma riteniamo che gli esperti italiani abbiano molto da insegnare, grazie a una competenza nella chirurgia plastica ed estetica che sicuramente è superiore a quella di tanti altri Paesi, anche molto noti. Siamo però una specie di Cenerentola e pochi sanno della genialità dei chirurghi italiani; le ragioni sono molte, in particolare sono ancora rari i nostri interventi nei congressi internazionali e pubblichiamo poco nelle principali riviste scientifiche, ma l’impressione è che le cose stiano cambiando, le pubblicazioni sono in deciso aumento, e il mondo non tarderà ad accorgersi di una capacità e un ingegno che sono diretta emanazione della nostra cultura, da sempre orientata al bello. In Italia c’è una atteggiamento tipico che si può osservare anche in questo settore:
Eugenio Gandolfi
ognuno di noi cerca, da solo o in piccolissimi gruppi, di fare meglio degli altri: se questo può essere un limite nella diffusione dei metodi scientifici è anche un grande pregio perché ci permette di mettere a punto, in maniera creativa, le tecniche migliori. Questa formula congressuale di apertura ma non dipendenza dagli esperti stranieri che si confrontano con noi è stato un fattore di successo e ha permesso all’evento di essere sempre più frequentato: infatti, negli anni scorsi, oltre l’80% degli iscritti alla nostra associazione è stato presente al congresso e un numero crescente di altri medici e chirurghi che sono intervenuti si sono poi iscritti all’Aicpe. Nella sua attività lei privilegia la chirurgia estetica naturale: in cosa consiste e come si sono formati nel tempo i principi su cui si basa? La chirurgia estetica storicamente è nata dalla chirurgia plastica ricostruttiva. Mentre quest’ultima si è sviluppata tra le due guerre e ha poi avuto un boom dopo il secondo conflitto mondiale, anche per il tentativo di porre rimedio agli scempi creati dai grandi conflitti, la chirurgia estetica è nata in sor- >
La tipologia dei pazienti e gli interventi più richiesti L’Aicpe svolge periodicamente delle indagini sull’andamento della medicina estetica in Italia. Gli ultimi dati disponibili sono relativi al 2014 ma, come afferma il presidente Eugenio Gandolfi, sono del tutto attuali e delineano tendenze molto simili a quanto accade in ambito internazionale. Gli uomini rappresentano circa il 15% dei pazienti (ma in alcuni contesti arrivano al 25%) che si sono rivolti a un chirurgo plastico. Gli interventi più eseguiti dalle donne sono, nell’ordine, mastoplastica additiva, liposuzione e rinoplastica, mentre gli uomini preferiscono liposuzione, blefaroplastica e rinoplastica. «La tossina botulinica – spiega Gandolfi – è molto in crescita e così anche la medicina estetica, mentre la chirurgia più invasiva si riduce». Il 13,6% del totale delle operazioni di chirurgia estetica sono state secondarie, ossia eseguite dopo che la prima non è andato a buon fine. L’operazione è stata fatta nel 36,5% dei casi dallo stesso dottore della prima volta e il rimanente da colleghi.
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Attività Aicpe per il 2017
> dina negli anni Cinquanta. E si
è affermata solo qualche decennio più tardi, grazie ai grandi profeti di questa disciplina, uno dei quali è stato il famoso Ivo Pitanguy, il chirurgo brasiliano da poco mancato che l’ha divulgata e “resa nobile”: prima era una chirurgia un po’ nascosta e le persone non avevano il coraggio di ammettere di fare un lifting per avere un aspetto più giovane, si accettava solo di sistemare in modo estetico un taglio o una cicatrice. Inizialmente anche la chirurgia estetica era molto invasiva, come lo è la chirurgia ricostruttiva; quindi si facevano grandi tagli, grandi scollamenti e grandi lifting, secondo il principio che il grande taglio era il marchio che attestava la capacità di un grande chirurgo. Poi, in tutta la chirurgia, si è diffuso il paradigma della mininvasività: si riconosce che la chirurgia arreca comunque un trauma all’organismo e dunque, se si riesce a ottenere lo stesso risultato riducendo questo trauma al minimo, è certamente meglio. Il concetto di riduzione dell’invasività, a suo avviso, come ha trasformato la chirurgia estetica? Questo principio è stato particolarmente importante nel caratterizzare l’evoluzione di una chirurgia che prima stirava le persone invece di ringiovanirle e impiantava seni non solo più grandi ma obiettivamente enormi. Poi, appunto, le tecniche e il gusto sono cambiati e la chirurgia estetica si è avvalsa sempre più dell’aiuto della tecnologia, sono comparsi gli apparecchi laser e si è affermato il concetto di medicina estetica, grazie a filler, botox e peeling che hanno arricchito la disciplina negli anni Novanta e hanno permesso al chirurgo estetico di ampliare la propria offerta. Il Duemila ha poi sancito la definitiva separazione di chirurgo estetico e chirurgo ricostruttivo e i due professionisti, benché entrambi esperti in chirurgia plastica, operano ormai in ambiti chiaramente distinti. La chirurgia estetica è dunque diventata più tecnologica, meno invasiva, più naturale: che vuol dire ringiovanire e non tirare, ripristinare i volumi persi e non gonfiare, studiare e capire la fisionomia del paziente, rispettare il processo di
invecchiamento che è diverso per ognuno di noi e contrastarlo nel modo giusto, che è necessariamente personalizzato, evitando così di trasformare le persone rendendole tutte uguali con i tristemente noti labbroni a canotto e gli zigomi che sembrano mele. L’efficacia non è più misurata dall’entità dell’intervento ma dal fatto che si produca un aspetto naturale. C’è stata anche un’evoluzione del gusto che ha accompagnato quella della chirurgia? Naturalmente: il gusto è figlio della cultura e del periodo in cui si vive. Negli anni Settanta le donne più belle avevano un torace praticamente piatto, mentre oggi si è tornati a prediligere le donne più formose. Pochi decenni non sono certo sufficienti perché possa avere avuto luogo un’evoluzione biologica, c’è stata però un’evoluzione del gusto. E poi, ciò che è vero in una zona del mondo non è necessariamente vero in un’altra: nelle Americhe si impiantano protesi mammarie dai 400 grammi in su, mentre in Europa sono mediamente dai 200 ai 400 grammi. E anche in Italia c’è una differenza tra il Sud, dove si predilige un’estetica un po’ più sfacciata, e l’understatement tipico delle regioni settentrionali, dove c’è più timore a esporsi.
Oltre al congresso nazionale di Firenze, l’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica ha organizzato per il 2017 un ricco programma culturale (www.aicpe.org). «Quest’anno - spiega Eugenio Gandolfi - trattiamo strategicamente le mastoplastiche additive e la chirurgia mininvasiva del volto. Oltre al congresso nazionale abbiamo cinque corsi e tutti prevedono l’attribuzione di crediti formativi, validi ai fini Ecm». Il primo ha affrontato, sempre a Firenze, il tema della “Medicina estetica avanzata al fianco del chirurgo plastico”. Il secondo è in programma a Padova il 1 aprile e si tratterà di un corso monotematico interattivo che illustrerà la teoria, la pratica e i segreti delle mastoplastica dual plane. A l’Aquila, il 22 aprile, il tema sarà “Mastoplastiche additive secondarie - strategie e tecniche chirurgiche a confronto”. La chirurgia mininvasiva del volto sarà al centro di due corsi, che si svolgeranno a a Como nel mese di giugno e a Rimini in novembre. C’è infine da segnalare un congresso internazionale, organizzato congiuntamente da Aicpe e la Società svizzera di chirurgia estetica: avrà luogo a Lugano il 2 e 3 di giugno e approfondirà il tema dell’aumento mammario con protesi e grasso.
di pelle cadente del corpo. Il secondo capitolo fondamentale è dato dalla medicina e chirurgia rigenerativa. Dall’idea di riutilizzare con un trapianto
il grasso prelevato dalla liposuzione in altre parti del corpo in cui c’è bisogno di dare volume si sono sviluppate tecnologie sempre più sofisticate e oggi,
insieme al grasso, si innestano cellule staminali. Molto è stato fatto ma certamente ci attendono in questo ambito nuovi traguardi; si tratta in questo
caso di medicina veramente naturale, perché si rigenerano e si ridà gioventù ai tessuti che sono invecchiati, si riporta volume dove si è perduto. L’utilizzo delle cellule staminali per la rigenerare i tessuti, sia provenienti dallo stesso individuo sia da donatore, è certamente uno degli ambiti più fecondi della ricerca scientifica e io stesso me ne occupo da decenni: è il topic di quasi tutti i congressi, incluso il nostro, che vede tre colleghi approfondire da prospettive diverse il tema della medicina rigenerativa. Renato Torlaschi
L’evoluzione della chirurgia estetica si è manifestata anche nel modo di operare? I nuovi strumenti a disposizione del chirurgo (tecnologie laser, radiofrequenze, trapianto di tessuto adiposo, ecc.) richiedono competenze sempre più diversificate e questo richiede un’organizzazione e un lavoro di squadra, in cui ogni esperto porti le proprie conoscenze e capacità. Quali traguardi non sono ancora stati raggiunti e in che modo la ricerca sta cercando di metterli a disposizione della clinica? Oggi con i laser curiamo molto bene le rughe del volto, ma non altrettanto quelle del corpo; le caratteristiche biologiche e la resistenza del volto rendono più efficaci gli interventi e riusciamo a ottenere risultati migliori, però purtroppo non abbiamo ancora una tecnologia che possa risolvere i problemi
Tabloid di medicina estetica
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clinica e pratica
VARICI: LASER ha preso IL POSTO DELLA CHIRURGIA TRADIZIONALE? Una tecnica mininvasiva cambia l’approccio terapeutico e il decorso post-operatorio dei pazienti trattati in campo flebologico e ne consente un precoce ritorno alle attività quotidiane e lavorative n
N
ell’ambito delle tecniche endovascolari, il laser rappresenta attualmente una metodica efficace e sicura per il trattamento delle varici. Tabloid di Medicina Estetica ha approfondito alcuni aspetti relativi all’impiego del laser in questa pratica clinica con Alvise Cavallini, specialista in chirurgia generale con master in medicina estetica.
Dottor Cavallini, quali sono i vantaggi della chirurgia endovascolare flebologica con laser rispetto agli approcci più tradizionali nel trattamento delle varici? La chirurgia endovascolare flebologica con laser è una novità nell’ambito del trattamento delle varici. Si tratta di un intervento ambulatoriale di recente introduzione che garantisce ottimi risultati nella cura dell’incontinenza venosa della grande e piccola safena, nei casi in cui l’indicazione è correttamente posta. A parità di risultati a medio e lungo termine rispetto allo stripping, questa tecnica offre un maggior comfort al paziente, una minore invasività con un miglioramento della qualità di vita e un più precoce ritorno all’attività quotidiana e lavorativa. Per tutte queste ragioni, tale approccio viene oggi considerato il gold standard nel trattamento dell’insufficienza venosa associata a incontinenza safenica dalle linee guida di tutte le società scientifiche più prestigiose.
pia iniettiva). Con questo approccio esiste un elevato rischio di dover trattare nuovamente la vena safena, tuttavia è un eccellente alternativa per il trattamento cosmetico delle vene visibili. Tra i trattamenti endovascolari, come abbiamo dimostrato con le nostre ricerche, l’ultima delle quali sarà pubblicata a breve su Phlebology (1), rivista scientifica molto prestigiosa in questo
Rispetto alle altre tecniche, in che misura il laser produce un minore tasso di recidiva? Come riportato dagli ultimi studi recentemente pubblicati, il laser è un trattamento che ha dimostrato avere ottimi risultati (con occlusione della vena trattata in oltre il 90% dei pazienti) a lungo termine, anche dopo molti anni di follow-up, in particolare con l’uso dell’ultima tecnologia a disposizione (lunghezza d’onda elevata, come la 1470 nm e fibre ottiche a emissione radiale dell’energia). Nessuna delle altre tecniche oggi a disposizione
> Varici essenziali sintomatiche da incontinenza della safena accessoria anteriore. Immagine pre e post trattamento
Per quali motivi ritiene che, tra le tecniche endovascolari, il laser costituisca una delle metodiche più utili per il trattamento delle varici? Esistono oggi altre tecniche endovascolari, che vengono classificate come termiche tumescenti (laser e radiofrequenza) e non termiche non tumescenti (ablazione meccano-chimica, colla, scleroterapia con schiuma) e molte altre ancora. Quella più diffusa è la scleroterapia con schiuma guidata dall’ecografo (tera-
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campo, la tecnica laser si dimostra più eclettica, idonea a trattare diverse forme della malattia venosa, dalle varici recidive alle vene perforanti e molte altre, non solo gli assi safenici.
Tabloid di medicina estetica
può vantare follow-up a 5 o 7 anni di distanza. Proprio per questo motivo le linee guida pongono il laser come gold standard nel trattamento degli assi safenici e non ad esempio il vapore o la colla. Ci sono pazienti per i quali tale trattamento costituisce quello il più indicato? L’insufficienza venosa è una malattia ereditaria, cronica e ingravescente; è necessario quindi cambiare mentalità, passare dal concetto di “radicalità” al concetto di “miglioramento emodinamico”. È una malattia multiforme, non esiste la metodica migliore ma l’indicazione più corretta (personalizzazione della procedura). Dalla differente presentazione dei quadri clinici e anatomo/patologici dipende una strategia oggi diversificata, finalizzata, ove possibile, alla correzione dell’alterazione emodinamica venosa e microcircolatoria dell’arto inferiore. L’integrazione ragionata tra chirurgia, trattamenti endovascolari, sclerosi, terapia compressiva e farmacologica consente di ottenere i migliori risultati (sinergia) nel tempo con la minore invasività. Già nel 1962 un maestro di flebologia, Glauco Bassi, sosteneva che: «Il trattamento del varicoso deve essere polinomico, eziologico, funzionale e soprattutto differenziato, vale a
CAVALLINI : «LA FLEBOLOGIA NON PUÒ ESSERE UNA PRATICA DI BOTTEGA» «Purtroppo ancora oggi la flebologia è gestita in Italia come una pratica “di bottega”; soprattutto nel mondo dell’estetica, rappresenta uno dei tanti elementi adatti a riempire gli ambulatori e viene messa allo stesso livello di biorivitalizzanti, mesoterapia, erboristeria, laserterapia, magnetoterapia, ozonoterapia, ecc.». Con queste parole Alvise Cavallini, flebologo e membro dell’Associazione flebologica italiana (Afi), ricorda che la flebologia è una disciplina che si basa su metodologie e tecniche scientificamente riconosciute e condivise. «Senza negare che in ognuna di queste pratiche terapeutiche vi sia del valore – continua Cavallini – bisogna tuttavia ricordare che la flebologia è una disciplina scientificamente codificata. Eppure spesso, in alcuni congressi di medicina estetica, ascolto delle relazioni di pratiche terapeutiche o visioni filosofiche che ben poco hanno di scientifico; spesso i miei contributi in tali incontri sono indirizzati più a frenare che a incoraggiare gli interventi alla flebologia, calcando sulla responsabilità deontologica».
Alvise Cavallini
TRATTAMENTO DELLE VARICI LASER VS CHIRURGIA Vantaggi del laser rispetto al trattamento chirurgico (stripping venoso) n È una procedura semplice n Non richiede sedazione profonda né anestesia spinale n Non richiede ospedalizzazione del paziente n Comporta meno traumi per la gamba e minori effetti collaterali n Riduce il dolore post-operatorio n Non ci sono cicatrici postoperatorie n Consente un recupero molto più veloce delle normali attività e con meno disagi
dire diverso da caso a caso. A queste condizioni esso fornisce risultati eccellenti, duraturi e prevedibili con notevole esattezza». Oggi sosteniamo le stesse cose, l’evoluzione tecnologica ci ha agevolato il compito riducendo l’invasività e migliorando la qualità di vita dei nostri pazienti. Quale professionista può effettuare questo tipo di trattamento? Il laser endovascolare è una tecnica semplice, se il paziente è adeguatamente selezionato e se il chirurgo ha seguito un’adeguata curva di apprendimento, è possibile ottenere in maniera semplice e veloce ottimi risultati senza complicanze particolari, con grande soddisfazione per il professionista e per il paziente. Ciò che è difficile è proprio saper effettuare una diagnosi accurata e dare l’indicazione corretta. «I bravi chirurghi sanno come operare, quelli più bravi quando operare, ma i migliori di tutti, quando non operare»: questa famosa massima si applica a tutto il sapere medico e ancor di più alla flebologia, una disciplina complessa perché deve trattare una patologia multiforme e con alcuni aspetti etiopatogenetici ancora dibattuti. Resta infine da sfatare il mito che curare le microvarici inestetiche sia più facile e magari
più lucroso, che curare le varici di grosso calibro. In flebologia non esiste un unico trattamento che vada bene per tutti; essa, infatti, consta di tre terzi di quasi uguale importanza: la chirurgia (possibilmente mini-invasiva ed endovascolare), la scleroterapia e la compressione. Non vi è il minimo dubbio che per praticare cure ottimali bisogna saper usare tutti e tre e con pari abilità e senza preferenze; ogni altra cura è zoppa. In tale spirito un altro maestro di flebologia, Lorenzo Tessari, anni fa scrisse che coloro che curano le vene si possono dividere, a seconda di quello che sanno fare, in flebologi da un terzo, due terzi o tre terzi. Fu un’uscita che suscitò risentimenti, ma anche io continuo a pensare, oggi come allora, che il nostro primo dovere di medici sia di giovare ai malati. I nostri studi, lo sforzo nostro e delle società scientifiche che rappresento è teso a insegnare e praticare la flebologia non più o non solo come pratica “di bottega”, ma come materia scientifica a tutti gli effetti. Lucia Oggianu Bibliografia 1. Cavallini A, Marcer D, Ferrari Ruffino S. Endovenous laser treatment of groin and popliteal varicose veins recurrence. Phlebology. In press.
clinica e pratica
Non solo ritocchi con la medicina estetica integrata La medicina estetica integrata è un nuovo approccio che si fa carico dello stato di salute globale del paziente, con tutte le sue problematiche sia estetiche che personali, e lo indirizza guidandolo verso un percorso interiore di accettazione di sé n
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uando il medico estetico diventa anche terapeuta del benessere, il risultato estetico ottenibile con i mezzi e le moderne tecnologie di medicina estetica si integra con un percorso interiore di consapevolezza che aiuta il paziente ad amarsi e prendersi cura di sé accettando ogni fase della propria vita. «In questo modo la medicina estetica con i suoi filler, i vari tipi di laser e il botulino realizza la piena bellezza» spiega Anna Maria Veronesi, medico estetico e ideatrice dell’approccio di medicina estetica integrata e mindfulness.
Dottoressa Veronesi, cosa significa medicina estetica integrata? Significa cambiare l’approccio alla salute estetica del paziente: le problematiche estetiche del paziente non vengono trattate solo con le metodiche a disposizione della medicina estetica ma il paziente viene seguito anche dal punto di vista del raggiungimento del benessere interiore, energetico e psichico. Da dove nasce l’idea di questo approccio? Nasce dalla convinzione che la salute estetica ha bisogno anche del benessere interiore per potersi manifestare. La necessità di recuperare lo stato di benessere è indicata anche tra gli obiettivi dell’Organizzazione mondiale della sanità che definisce salute «uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale». Pertanto, obiettivo anche della medicina estetica dovrebbe essere non solo il risultato estetico che si può raggiungere sul corpo ma anche il completo benessere dell’individuo. Oggi che la fisica quantistica, l’epigenetica e la psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei) hanno scientificamente dimostrato millenni di conoscenze sulle relazioni tra ambiente, emozioni, pensieri e salute, sappiamo per esempio che esiste un’importante relazione tra stress e invecchiamento anche estetico: da qui si capisce bene che trattare solo la ruga per contrastare l’invecchiamento, la cui eziopatogenesi è nello stress, non è più sufficiente. Cambia anche il modo di approccio medico estetico
all’invecchiamento cutaneo? L’approccio è più naturale, richiede certamente la conoscenza delle tecniche di utilizzo dei filler, fili e delle altre nuove tecnologie antiaging di cui disponiamo che però vanno usate ricercando un risultato estetico naturale. Ai trattamenti di medicina estetica vanno però affiancate, cioè usate in modo integrato, anche tecniche come la mindfulness che aiutano a riequilibrare la parte interiore ed esteriore dell’individuo creando quel benessere che porta il paziente ad accettare la propria bellezza in ogni fase della sua vita. Pertanto, come c’è bisogno di filler per riempire una ruga, così il trattamento delle problematiche interiori ha bisogno di tecniche specifiche per modificare quei comportamenti che possono ripercuotersi negativamente sul benessere generale e, spesso, anche sulla soddisfazione del risultato estetico. Può farci un esempio di gestione del paziente secondo l’approccio di medicina integrata? La visita del paziente è il momento più importante. Il paziente arriva nei nostri ambulatori con un problema estetico, nel corso della visita possono tuttavia emergere altre problematiche, come per esempio pazienti cinquantenni che non si vedono più belle o che vanno incontro a divorzi, altre sentono che i loro compagni di vita non accettano di vederle invecchiare. Per queste pazienti il solo trattamento di medicina estetica può non essere sufficiente o soddisfacente. In base all’approccio
di medicina estetica integrata che ho elaborato e presento ai congressi ai colleghi, oltre al filler il paziente interessato a questo approccio inizia un percorso di accettazione di sé (mindfulness). Significa che il paziente esce dall’ambulatorio con la ruga riempita dal filler ma anche con una prescrizio-
ne di integratori da assumere, libri da leggere per iniziare un percorso di accettazione e benessere interiore o con indicazioni di meditazione e una app gratuita da scaricare sullo smartphone. Come dimostrato da studi scientifici, la meditazione influisce sulla produzione dell’ormone dei-
droepiandrosterone (DHEA): dopo tre mesi di meditazione per venti minuti al giorno, il DHEA aumenta in modo naturale del 47%. Questo dà il senso di cosa è la medicina estetica integrata: meditazione e trattamenti di medicina estetica diventano insieme strumenti di ringiovanimento estetico.
Anna Maria Veronesi
Sembrerebbe la nascita di un nuovo tipo di medico estetico. Sì, in effetti si tratta proprio di un nuovo medico di medicina estetica che diventa anche educatore. E per realizzare questo cambiamento serve un percorso di apprendimento che il medico inizia prima di tutto su se stesso. Liana Zorzi
clinica e pratica
Palpebre superiori: RINGIOVANIRE LO sguardo con i filler L’aumento di volume della regione palpebrale superiore diventa mininvasivo: grazie ai filler a base di acido ialuronico si può evitare di ricorrere all’intervento chirurgico di blefaroplastica per rinfrescare uno sguardo spento n
L
o sguardo è una delle zone del volto in cui si evidenziano prima i segni di invecchiamento. Sempre più pazienti si rivolgono al chirurgo o al medico estetico per chiederne il ringiovanimento, scegliendo la metodica più appropriata tra quelle disponibili oggi, sia di tipo chirurgico sia non chirurgico. Il trattamento della palpebra superiore, in particolare, risulta determinante per conferire allo sguardo un aspetto giovane e fresco. La blefaroplastica oggi non è l’unica soluzione per migliorare lo sguardo ricorrendo necessariamente alla chirurgia. Una nuova tecnica non chirurgica, codificata e standardizzata da Francesco Romeo, medico chirurgo specialista in chirurgia generale, chirurgia estetica e medicina estetica, prevede l’impianto di acido ialuronico nella palpebra superiore. Utilizzando questa metodica si ottiene una “volumizzazione” della regione palpebrale superiore che ringiovanisce lo sguardo.
Dottor Romeo, quali sono le evoluzioni che interessano la palpebra superiore nel processo di invecchiamento? A differenza di altre aree del viso che possono non mostrare i segni dell’invecchiamento, la palpebra superiore è un’area “obbligata” a invecchiare. La valutazione clinica e una buona conoscenza dell’invecchiamento dello sguardo aiutano a orientare il paziente verso un corretto trattamento sia di tipo chirurgico sia di tipo non chirurgico. Son ben sette le tipologie di evoluzione della palpebra superiore (dall’occhio scavato, all’occhio svuotato con pieghe cutanee di diversa entità, fino all’occhio cosiddetto pieno). Di questi difetti solo due si possono migliorare chirurgicamente, con la blefaroplastica, ricorrendo all’asportazione della cute in eccesso. Per le altre tipologie in cui avviene lo svuotamento palpebrale superiore è possibile ricorrere alla cosiddetta “volumizzazione”.
È questa la grossa novità, un aumento di volume che può essere ottenuto anche in maniera agile e duratura con l’utilizzo dell’acido ialuronico. Come è possibile migliorare lo sguardo con l’utilizzo dei filler? In questi anni ho messo a punto una tecnica di ringiovanimento, che ho eseguito in oltre cinquecento sguardi, basata sul presupposto clinico che l’invecchiamento palpebrale superiore, e di conseguenza dello sguardo, avviene perché si assottiglia il tessuto adiposo comunemente presente in questa sede in età giovanile. Si tratta del cosiddetto
> Donna di 49 anni con sguardo spento, atteggiamento di pseudoptosi, occhio svuotato e pieghe palpebrali di discreta entità. Con l’impianto di acido ialuronico si è ottenuta la soluzione della pseudoptosi e il ringiovanimento dello sguardo con palpebre turgide e simmetriche
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Tabloid di medicina estetica
grasso retrosettale o preaponeurotico, una sorta di imbottitura del tetto della cavità orbitaria che dona un aspetto turgido e gradevolmente pieno della palpebra superiore. L’assottigliamento di questo tessuto grasso si verifica in maniera più o meno evidente essenzialmente in base a fattori genetici, ma anche ambientali (come il fumo di sigaretta e l’incauta esposizione al sole); con il passare del tempo quella che è una vera e propria imbottitura del tetto della cavità orbitaria finisce con lo svanire fino a raggiungere l’atteggiamento scheletrico (si può definire anche spettrale) della palpebra superiore, tipico delle persone molto anziane. Questo sottile strato di grasso, peraltro, è costretto a una notevole attività fisica: basta pensare alle migliaia di volte in cui sbattiamo le palpebre o le strizziamo. Tutto ciò, associato all’inevitabile lassità cutanea dovuta al passare del tempo, porta a una condizione di svuotamento della palpebra superiore. La chiave di volta dal punto di vista chirurgico si era già trovata con i lipofilling, micro impianti di grasso che sfruttano anche la capacità rigenerativa delle cellule staminali notoriamente presenti nel grasso. L’importante novità attuale consiste nell’aver reso questa
Francesco Romeo
RIEMPIMENTO DELLE PALPEBRE SUPERIORI CON O SENZA CHIRURGIA: UNO STUDIO SU 154 PAZIENTI Il filler di acido ialuronico è uno strumento efficace per il ringiovanimento delle palpebre superiori. Rappresenta una valida alternativa alla chirurgia, soprattutto nei pazienti senza dermatocalasi, e in diversi casi costituisce l’unico approccio in grado di ripristinare il volume dell palpebre superiori. Nello studio condotto da Francesco Romeo pubblicato su Aesthetic Plastic Surgery (1) sono stati considerati 154 pazienti di sesso femminile, tra i 36 e 64 anni, con un’età media di 51 anni, selezionati per il miglioramento dell’aspetto della regione orbitale. I criteri di inclusione riguardavano: occhio scavato, occhio svuotato nelle varie forme, occhio pieno. Di queste,128 pazienti sono state trattate
pratica molto più agile utilizzando l’acido ialuronico per ridare il giusto turgore e volumizzazione alla palpebra svuotata. Questa tecnica ha necessità di essere ben conosciuta prima di essere messa in pratica perché bisogna capirne i vari risvolti applicativi, i giusti piani anatomici, la tipologia di acido ialuronico da utilizzare e le corrette indicazioni. Quando si ha piena padronanza, la tecnica appare facile, intuitiva, efficace, garantisce risultati a lunga distanza (oltre un anno e, in alcuni casi, oltre i due anni) ed è anche molto
unicamente con iniezioni di acido ialuronico nelle palpebre superiori, 21 pazienti sono state sottoposte a intervento chirurgico seguito da infiltrazione di acido ialuronico per garantire la piena correzione. Si è utilizzato acido ialuronico cross linkato impiantato con microcannule da 27 G 38 mm attraverso un’unica via di accesso. Infine, 5 pazienti sono state selezionate per la sola chirurgia. Ogni trattamento è stato valutato attentamente sulla base di criteri standardizzati. Per la valutazione dei risultati sono stati considerati dodici mesi di follow-up. Il grado di soddisfazione dei pazienti è stato elevato e gli effetti del trattamento sono risultati duraturi nel tempo.
più economica rispetto a una blefaroplastica. Si tratta di una tecnica che non crea disagio e impresentabilità, neanche temporanea, non è dolorosa, non è cruenta e non si esegue in sala operatoria. Quale tipologia di paziente ricorre a questo tipo di trattamento? La tecnica è applicabile in entrambi i sessi. In questi anni ho trattato donne nel 95% dei casi, senza limite di età. Le persone molto giovani ricorrono a questo tipo di trattamento ai fini della prevenzione o della minima correzione, mentre le persone più mature, ai fini della cura dell’invecchiamento. Ancora oggi, solo una sparuta minoranza di pazienti chiede il ringiovanimento della palpebra superiore e spesso lo fa pensando alla sola chance chirurgica. Soprattutto agli inizi di questa esperienza, che risale a ben sei anni fa, mi sono trovato spesso a suggerire alle mie pazienti l’approccio non invasivo del ringiovanimento dello sguardo con il filler sulla palpebra superiore. Oggi le pazienti cominciano ad avere una cultura diversa che porta quasi loro stesse a richiedere il trattamento giusto.
Quali risultati si ottengono dopo il trattamento con i filler? I risultati che si ottengono sono gradevoli, molto soddisfacenti e lasciano i pazienti entusiasti al confronto fotografico, addirittura gli aspetti dinamici sono di gran lunga superiori a quelli apprezzabili fotograficamente, trattandosi di un vero e proprio ringiovanimento dello sguardo. Possono insorgere complicanze dopo questo tipo di trattamento? Ad oggi non esistono complicanze serie descritte in letteratura internazionale, da utilizzo dell’acido ialuronico sulla palpebra superiore. Sono descritte complicanze molto gravi, anche se rarissime in percentuale, utilizzando il grasso sulla palpebra superiore e nell’area perioculare (glabella, solco naso-giugale) e l’acido ialuronico nella regione perioculare (glabella, solco naso-giugale). Lara Romanelli Bibliografia 1. Romeo F. Upper Eyelid Filling With or Without Surgical Treatment. Aesthetic Plast Surg. 2016 Apr;40(2):223-35. 2. Romeo F. Lo sguardo e la palpebra superiore. Acta Medica, febbraio 2016.
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clinica e pratica
SISTEMI LED: il punto dopo 15 anni di Esperienza clinica I Led trovano applicazione in numerosi ambiti medici: dal trattamento di cicatrici e lesioni ulcerose agli eritemi, fino ai danni da fotoinvecchiamento. Promettente anche l’impiego nella cura dell’alopecia areata n
I Led (Light Emitting Diode) sono strumenti che emettono bassi dose di energia in modalità intermittente o continua. La maggior parte degli strumenti Led di comune utilizzo in ambito medico è costituita da pannelli sui quali sono disposti numerosi elementi singoli. Esistono anche strumenti dotati di manipoli a contatto con un numero variabile di elementi. Nella pratica clinica vengono utilizzate diverse lunghezze d’onda. In particolare i primi studi condotti dalla Nasa su civili e militari affetti da ferite post-traumatiche e ulcere ischemiche prevedevano l’utilizzo di luce rossa (670-728 nm) e infrarossa (880 nm). Più recentemente sono stati introdotti dispositivi Led che sfruttano lunghezze d’onda inferiori (giallo 590 nm). Più raramente si usano i Led a luce blu. La maggior parte dei sistemi Led prevede l’emissione in continuo. Alcuni studi dimostrano tuttavia l’efficacia anche di strumenti a emissione pulsata, in particolare di Led 590 nm con tempi più rapidi di applicazione. Il meccanismo di azione dei sistemi Led non è completamente chiarito, anche se le ipotesi più accreditate sostengono che tale meccanismo sia differente dalla fototermolisi selettiva indotta dai sistemi laser sulle strutture cutanee. L’interazione tra le radiazioni luminose a bassa intensità e le strutture cellulari non riconosce un processo termico ma una sorta di biomodulazione tra fotone e recettore. I citocromi delle membrane mitocondriali sembrano rappresentare i recettori più importanti nella traduzione dello stimolo luminoso (ossidasi). Le modificazioni strutturali della membrana condizionano i processi di produzione di energia con aumento significativo di ATP (adenosina trifosfato). Si è ipotizzato che l’interazione tra fotone
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Ringiovanimento della palpebra: immagine pre e post trattamento
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Rughe periorbitali: immagine pre e post trattamento
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Rughe del volto: immagine pre e post trattamento
e recettore si traduca in segnali intra-cellulari molecolari specifici, quali le specie reattive dell’ossigeno (ROS) e l’ossido nitrico (NO). Tale processo sembra coinvolgere il sistema Na+/K+-ATPasi e la pompa Na+/K+. Una rapida e aumentata produzione di ATP a livello mitocondriale è stata osservata in colture di fibroblasti esposte a emissioni Led con sistemi a infrarosso e con lunghezze d’onda minori. I sistemi Led hanno dimostrato in vari modelli in vivo e in vitro attività su alcune funzioni cellulari. Le espressioni di molti fattori di crescita come il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor) o l’EGF (Epidermal Growth Factor), citochine, enzimi e mediatori dell’infiammazione sono sicuramente condizionate dai Led come altresì è dimostrata un’azione non solo sui fibroblasti ma anche su altre linee cellulari.
Applicazioni cliniche I sistemi Led possono modulare l’espressione genica di alcune componenti della membrana basale e delle strutture dermo-epidermiche. In questi anni diversi studi clinici sembrano mostrare risultati incoraggianti sui disturbi della cicatrizzazione, sull’infiammazione e sui danni del fotoinvecchiamento. I primi studi alla fine degli anni ‘90 dimostravano che in pazienti pediatrici affetti da disturbi mielo-proliferativi in terapia con citostatici si era osservata una riduzione degli episodi di mucosite orale e soprattutto un’accelerazione della guarigione delle lesioni ulcerose con miglioramento dei sintomi soggettivi utilizzando un Led a luce rossa in emissione continua. Studi più recenti dimostravano l’effetto preventivo dell’irradiazione Led sulla dermatite indotta da radiazioni ionizzanti in pazienti
affetti da carcinoma mammario. L’osservazione di guarigioni accelerate in condizioni ambientali sfavorevoli, quali quelle condizionate da microgravità (astronauti) o da ipossia, ipercapnia e assenza di luce (personale militare addetto ai sommergibili), giustificavano ulteriori ricerche e l’applicazione sui disturbi della cicatrizzazione su soggetti normali. Il pre-trattamento Led è capace di interferire sull’eritema UV indotto o favorire la cicatrizzazione dopo l’insulto termico cagionato dai laser cosiddetti ablativi, frazionali e non. Anche l’eritema e l’edema indotto dalle luci pulsate possono essere ridotti dalle emissioni a bassa intensità. Presso il mio studio l’uso di sistemi Led per facilitare anche il decorso di cicatrici post-chirurgiche rappresenta un approccio routinario. In campo vulnologico, nelle ulcere difficili degli arti inferiori, l’utilizzo di tali sistemi rappresenta una reale alternativa ai presidi medici. In molteplici occasioni ho integrato i Led con il laser frazionale nel trattamento delle cicatrici post-chirurgiche anche ipetrofiche. Infine, lavori clinici recenti e diverse osservazioni in ambito congressuale nazionale e internazionale giustificano un grande interesse nei confronti dei sistemi Led, nel trattamento di alcuni segni del fotoinvecchiamento. Molti studi sono stati condotti in fototipi chiari con Led 590 nm, ma anche fototipi più scuri hanno beneficiato di sistemi con luce rossa e infrarossa. Presso i nostri ambulatori utilizziamo spesso un sistema a tecnologia italiana, iperpulsato con lunghezza d’onda 880 nm con risultati molto confortanti nel fotoinvecchiamento ma anche nella lassità cutanea dei distretti medi e inferiori. Tale sistema prevede il contatto diretto sulla cute del manipolo, applicazioni di quattro-dieci
minuti una volta alla settimana per 6-8 settimane. Potezialità dei Led nella cura dell’alopecia In occasione del congresso Icamp, che si è svolto lo scorso novembre a Milano, oltre al tema del fotoinvecchiamento e dei disturbi della cicatrizzazione, ho sottolineato la potenzialità dei Led nelle alopecie. Da più di dieci anni infatti sto utilizzando in associazione sinergica Led giallo/rosso in sequenza per alopecie areate non responders alla terapia steroidea. Il trattamento prevede lunghi cicli terapeutici ma è scevro da effetti collaterali di qualsiasi tipo: 16 pazienti su 20 hanno beneficiato di tale trattamento; 3 su 20 le recidive entro i 6 mesi. Con la dottoressa Fiorella Bini da circa quattro anni stiamo utilizzando un sistema che prevede un Led infrarosso associato a laser diodo a bassa potenza nel trattamento dell’alopecia androgenetica di tipo femminile e nel telogen effluvium cronico. La casistica è limitata, ma in molti casi si è osservata crescita dei capelli, aumento dello spessore e del diametro con miglioramento dei sintomi soggettivi di accompagnamento (eritema, desquamazione, prurito, seborrea). I limiti della metodica sono rappresentati dal lungo periodo previsto dal trattamento, superiore ai 12 mesi. Impiego dei Led nella terapia fotodinamica I Led infine sono le fonti luminose a energia ottica più usate nella terapia fotodinamica. Tale terapia (PDT) prevede una luce attivante (rossa o blu) e una sostanza fotosensibilizzante. La reazione fotochimica che ne deriva crea le condizioni. Tale metodica non invasiva e non chirurgica trova i suoi campi di elezione nel trattamento dei tumori cutanei non melanomi, soprattutto i carcinomi in situ quali
Marco Fumagalli
cheratosi attiniche, morbo di Bowen o basaliomi piani o nodulari poco infiltranti. Tali lesioni neoplastiche rispondono in modo significativo alla terapia fotodinamica che prevede l’utilizzo di topici contenenti ALA (aminolevulinic acid) o METIL ALA (methylaminulevulinic acid). Di norma sono previsti 2-3 trattamenti. In alcuni casi l’utilizzo di laser frazionali ablativi prima del trattamento sulle lesioni neoplastiche favorisce la penetrazione dell’ALA o del suo derivato metilico, con conseguente maggior garanzia di successo terapeutico. Anche l’acne infiammata può beneficiare del trattamento con terapia fotodinamica. Di norma sono necessari tre trattamenti, eseguiti ogni 15-20 giorni. Nella nostra casistica le recidive a 6 mesi sono rare. In alcuni casi dopo la seduta residua un eritema che scompare entro 12-24 ore. Il trattamento è ben tollerato. Il tempo di posa del topico contenente ALA al 5% è di 90120 minuti e comunque inferiore rispetto alla PDT per le neoplasie cutanee dove sono necessarie almeno tre ore. Infine, le ultime osservazioni riguardano l’uso della PDT nel fotoinvecchiamento del volto, soprattutto nel fototipo chiaro in età adulta e avanzata. Non sono più aneddotiche le osservazioni e le testimonianze dei pazienti trattati con fotodinamica che osservano un miglioramento della texture cutanea dopo PDT in caso di cheratosi attiniche multiple. Analogamente in pazienti con cute fotodanneggiata, anche senza segni di cheratosi attiniche, si è osservata una sorta di refreshing, con miglioramento di alcuni segni quali pori dilatati e secchezza, riduzione dell’eritrosi e delle teleangectasie. Marco Fumagalli Specialista in dermatologia e venereologia Gruppo Italiano Radiofrequenze, Terapia Fotodinamica e Fototerapia Led (Girtel)
Tabloid di medicina estetica 11
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clinica e pratica
FILLER PER LA CORREZIONE DELLA PIEGA NASOGENIENA: GLI ERRORI DA EVITARE La correzione della piega nasogeniena è uno dei trattamenti più frequenti in medicina estetica. È però fondamentale progettare attentamente l’intervento e definire la sede dell’impianto del filler, che dovrà essere di tipo riassorbibile n
La correzione della piega nasogeniena rappresenta uno degli interventi più richiesti e più eseguiti nell’ambito della medicina estetica. I pazienti considerano la comparsa di questa piega di grande impatto sull’armonia del volto e la percepiscono come uno dei segni più tipici dell’invecchiamento. Gli esperti sanno che i pazienti non si sbagliano: la ruga nasogeniena appesantisce il volto, provocando la formazione di antiestetiche zone d’ombra. Cimentarsi con questo intervento medico-estetico è quindi d’obbligo per qualunque professionista del settore. I guai possono venire da un approccio un po’ troppo disinvolto al problema, che può sembrare di facile gestione, ma che nasconde in realtà delle insidie, sotto forma di un risultato esteticamente insoddisfacente. Valutazioni preliminari Cosa possiamo dunque fare per evitare di commettere errori nel trattamento della piega nasogeniena? Innanzitutto dobbiamo valutare attentamente il volto del paziente in posizione seduta (mai sdraiata), in modo che la forza di gravità esplichi la sua azione e la ruga in questione ci appaia in tutta la sua portata. Bisogna ricordare che ogni volto possiede caratteristiche peculiari proprie e, soprattutto, le asimmetrie non sono l’eccezione bensì la norma. Sarà perciò essenziale valutare il differente decorso e la differente profondità della ruga tra i due lati del viso, perché inasprire le asimmetrie invece che appianarle sarebbe certamente un errore grave. Il passo successivo sarà una valutazione qualitativa del tono e dell’elasticità della cute del paziente, e dell’adesione più o meno serrata delle ruga ai piani profondi: la scelta dell’intervento migliore sarà legata anche a questi parametri, che ci aiuteranno anche a garantire al paziente un risul-
tato più o meno favorevole. Mettiamo quindi che il/la paziente presenti uno scivolamento verso il basso di tutto il terzo medio del volto, e che io mi accinga a intervenire con un impianto di filler direttamente sulla piega: non rischierei di commettere qui un primo errore? Il problema dovrei certamente pormelo, perché l’impianto di filler potrebbe appesantire ulteriormente un’area del volto già pesante di suo. E se invece scegliessi un approccio diverso e pensassi di utilizzare sempre un riempitivo ma a livello dello zigomo, per dare volume a questa zona e risollevare anche di poco il solco nasogenieno? In effetti, l’etiopatogenesi di questa piega implica sempre la ptosi dei tessuti molli della guancia e in particolare del cuscinetto adiposo genieno. Inoltre, il muscolo elevatore del labbro è anch’esso coinvolto, attraverso la sua attività mimica, nell’accentuazione della ruga. L’intrecciarsi di queste variabili ci permette perciò di affermare che, come detto in precedenza, la correzione della piega nasogeniena non è un intervento banale nella maniera più assoluta, e ci mette alla ricerca di qualche criterio che possa fungere da guida nella scelta delle armi migliori in nostro possesso. Questione di angoli Premesso che ogni professionista finisce per trovare attraverso l’esperienza i propri personali criteri, un fattore che è stato preso in considerazione da diversi autori è quello dell’ampiezza dell’angolo formato dalla tangente al tratto di maggiore convessità della porzione geniena (supero laterale) del solco e da una linea immaginaria parallela al piano cutaneo. Quest’angolo può essere inferiore a 45 gradi, compreso tra 45 e 90 gradi o superiore a 90 gradi, e la sua valutazione ci permetterà di distinguere tra ptosi lieve, ptosi moderata, ptosi marcata.
La situazione più favorevole è quella in cui l’angolo in questione è inferiore ai 45 gradi (fig. 1), corrispondente a una ptosi lieve: in questo caso siamo certi che una correzione con filler, impiantato con la tecnica lineare sotto il decorso della ruga, ci garantirà un buon sollevamento di questa, una buona attenuazione della zona d’ombra e un risultato estetico soddisfacente. Se qui un errore si può commettere, questo starebbe nella scelta del tipo filler, o nella quantità eccessiva di prodotto iniettato
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o nella scarsa precisione durante l’impianto. Ma se invece l’angolo fosse compreso tra i 45 e i 90 gradi (fig.2)? In questo caso parliamo di una ptosi di grado 2 (intermedia) e la questione potrebbe farsi più dibattuta. Certamente un intervento preventivo con impianto di filler sullo zigomo potrebbe tornarci utile e indubbiamente aiuterebbe a mitigare un po’ l’angolo in questione, risollevando parzialmente i tessuti molli ptosici della guancia; a questo farebbe seguito la cor-
rezione con filler della nasogeniena. Ma se il/la paziente, come spesso accede, non fosse disposto a investire una somma superiore al previsto per il trattamento di una sola coppia di rughe? Allora potremmo ragionevolmente pensare di intervenire direttamente sulla piega, con l’accortezza di tenerci con l’ago in tecnica lineare leggermente più mediali (più verso la zona del perilabio) rispetto al suo decorso. È da prendere in considerazione l’uso della tecnica di tunnellizzazione nella zona di maggior aderenza del solco sui piani profondi, in modo da “scollarlo” leggermente e creare una sorta di piccolo spazio per impiantare un filler morbido, senza che questo venga a dislocarsi verso l’esterno (appesantendo quest’area e provocando accentuazione del solco). Se l’angolo di riferimento è invece superiore ai 90 gradi (fig. 3) siamo di fronte a una ptosi di grado 3 (senile); in questo caso la porzione geniena si “riflette” sul solco e l’errore è in agguato. Come suggerito prima, aggiungere del materiale che ha un peso e un volume in una zona già così appesantita non potrà che crearci dei problemi. Si tratta quindi di stabilire come superare l’ostacolo. Il punto fermo è che partire direttamente con l’impianto di filler sotto alla nasogeniena non è il migliore intervento da programmare per quel paziente. Stabilito questo, tutto ciò che può aiutarci a migliorare la caduta verso il basso dell’area del terzo medio del volto è il benvenuto: di nuovo, un impianto a livello dello zigomo, potrebbe già riequilibrare un poco i volumi e provocare una leggera risalita dei tessuti ptosici, con “apertura” del solco nasogenieno (attenzione però a non promettere miracoli). I fili di trazione riassorbibili potrebbero essere un’altra opzione: offrirebbero una buona risalita della regione della guancia con conseguen-
Valentina Castellan
te miglioramento della piega nasogeniena e resteremmo nel campo degli interventi poco invasivi, ultimamente molto graditi ai pazienti. Infine, se siamo per indole o formazione più orientati verso l’approccio chirurgico, possiamo suggerire in questi casi il lifting chirurgico. Errori tecnici nell’impianto del filler Ci sono altri errori nei quali si può inciampare nel trattamento dell’area nasogeniena. Oltre a degli errori che potremmo definire di “progettazione” dell’intervento, sono certamente possibili errori di tecnica nell’impianto del filler. Uno di questi consiste nel trattare la piega riempiendola esclusivamente al di sotto del suo decorso, trascurando la porzione più vicina all’ala del naso. Ciò potrebbe portare alla permanenza della zona d’ombra ivi presente: si consiglia quindi di partire, nella correzione, proprio dalla porzione più craniale della piega e di utilizzare una tecnica a ventaglio per distribuire il prodotto su un’area più ampia, in modo da risollevare la cute accanto all’ala del naso e farne un punto luce. Un secondo errore di tipo tecnico consisterebbe invece nell’iniettare troppo in basso lungo il decorso della ruga, accanto o al di sotto dell’angolo del labbro: non dimentichiamo mai l’effetto nefasto della forza di gravità, per il quale se aggiungiamo troppo materiale, i tessuti verranno trascinati ancor più verso il basso con immediate, e non del tutto ingiustificate, lamentele da parte del paziente. Superfluo dire che ognuno di questi errori non porterà a danni permanenti finché ci teniamo nel territorio sicuro dei filler riassorbibili: lo sbaglio più grande sarebbe quindi optare per prodotti che non ci garantiscano la piena reversibilità del trattamento. Valentina Castellan Medico estetico
Tabloid di medicina estetica 13
clinica e pratica
insoddisfazione del paziente: meglio ripetere il trattamento? Nella sua veste di cliente, il paziente dovrebbe essere per quanto possibile soddisfatto dal trattamento ricevuto. Per tutelarsi e prevenire il contenzioso c’è il consenso informato, che va affiancato a una corretta informazione verbale n
C
ome per ogni altra prestazione medica anche quella a finalità estetica richiede perizia, competenza e diligenza professionale da parte del medico estetico. Il consenso informato ha certamente un ruolo fondamentale nel tutelare il medico da un lato e nell’informare il paziente dall’altro: ma come comportarsi quando il risultato clinico è oggettivamente buono, il trattamento è stato eseguito con diligenza ma il paziente è insoddisfatto? Ne abbiamo parlato con Antonino Araco, giurista medico e collaboratore dello Studio di servizi legali Clinica Giuridica.
Dottor Araco, perché capita che il paziente sia insoddisfatto del risultato estetico anche se oggettivamente buono? Molto spesso il paziente non si ritiene soddisfatto del risultato estetico ottenuto dopo procedure di medicina estetica a causa di una scarsa o comun-
que non esaustiva spiegazione da parte del medico estetico sui potenziali risultati che si potevano ottenere. Anche il costo del trattamento, che spesso non è proporzionale all’efficacia clinica dello stesso ma è legato semplicemente al costo del materiale piuttosto che al laser in questione, può
aumentare il rischio di insoddisfazione del paziente: tanto più il trattamento proposto è costoso tanto più le aspettative del paziente in termini di risultato sono elevate. Nella sua esperienza di giurista, quali sono i trattamenti estetici che più di frequente possono causare l’insoddisfazione del paziente? I trattamenti che più spesso causano insoddisfazione al paziente in medicina estetica sono i fili di trazione per i lifting del volto e del corpo perché, a fronte di un costo spesso importante, non sempre riescono a dare un risultato oggettivamente significativo e anche quando lo danno la durata è piuttosto breve. Viceversa i trattamenti di medicina estetica che danno molta soddisfazione al paziente sono la tossina botulinica, i peeling, il laser CO2 frazionato e gli ultrasuoni microfocalizzati. In che modo consiglia di gestire i pazienti insoddisfatti? Occorre considerare che un paziente insoddisfatto è per il medico estetico un cliente insoddisfatto. Bisogna pertanto gestire con molta attenzione il paziente e fare di tutto per cercare di recuperare la sua fiducia. Se possibile, sarebbe consigliabile favorire il paziente e ripetere il trattamento a titolo gratuito. Quanto conta l’aspetto comunicativo medico-paziente in questo ambito? La comunicazione con il paziente è di vitale importanza per il medico che eroga prestazioni a finalità estetiche. Il punto focale della comunicazione verso il paziente è nella spiegazione dei potenziali risultati estetici che quel trattamento può dare a quello specifico paziente. È inoltre necessario spiegare i possibili effetti collaterali, anche quelli apparentemente più banali quali la comparsa di gonfiore, rossore o livido perché spesso i pazienti che si sottopongono
Antonino Araco
a trattamenti medici di natura estetica sottovalutano questi aspetti che, per quanto non pericolosi, possono comunque creare disagio nella vita lavorativa e sociale. Infine, una corretta comunicazione è importante ai fini di ottenere dal paziente un valido consenso informato al trattamento. Che cosa si intende per valido consenso informato? Il consenso informato per essere valido deve avere particolari caratteristiche i cui elementi essenziali sono stati tracciati dalla Suprema corte di cassazione nelle varie sentenze che l’hanno riguardato. Se tutti questi elementi non sono presenti, il consenso informato risulta invalido e quindi, per il diritto, inesistente. Per spiegare solo alcuni di questi elementi, per esempio, il trattamento medico estetico non può essere eseguito nello stesso giorno in cui si acquisisce il consenso informato, poiché il paziente deve avere il tempo di riflettere sulle informazioni ricevute; ciò significa che sul modulo di consenso informato devono esserci almeno due firme del paziente in due diverse date: la prima si riferisce al giorno in cui si è fornita la spiegazione del trattamento e la seconda è quella in cui si è ricevuto il consenso. Inoltre il consenso informato deve essere personalizzato su quello specifico paziente e sulla sua situazione clinica; ciò significa che non può essere raccolto su un modello generico e standard. Infine, devono essere indicate le cosiddette alternative terapeutiche a quello specifico trattamento, oltre ai potenziali rischi e benefici associati; ciò permette al paziente di poter scegliere in modo consapevole tra le varie procedure mediche. Per fare un esempio, se al paziente che desidera un ringiovanimento della pelle il medico estetico propone un trattamento laser resurfacing con CO2 frazionato, quest’ultimo sarà tenuto a informare il paziente che l’alternativa terapeutica al laser >
eventi e notizie
TwoDays in San Marino: focus su tecniche d’avanguardia e prodotti emergenti
Amwc 2017: IL punto su medicina estetica e anti-aging
Si terrà venerdì 1 e sabato 2 settembre presso il Best Western Palace Hotel di San Marino il secondo incontro del Master in medicina e chirurgia estetica TwoDays in San Marino (www. valet.it/EVENTI/TwODAYs_2017), un appuntamento di due giorni dedicato all’aggiornamento sullo stato attuale degli avanzamenti in questo settore. A presiedere il master sarà il professor Nicolò Scuderi, titolare della cattedra di chirurgia plastica dell’università degli studi La Sapienza di Roma e direttore del Master di secondo livello in medicina estetica dell’università degli studi della Repubblica di San Marino. Un incontro dedicato alla bellezza, durante il quale saranno approfondite le tecniche di intervento messe a punto negli ultimi anni e le novità sugli attuali sistemi tecnologici e medical device. «L’intenzione è quella di realizzare un incontro differente dai comuni congressi di medicina e chirurgia estetica – spiega il professor Scuderi a Tabloid di Medicina Estetica – che non sia una carrellata generale sui vari temi del momento, bensì un discorso estremamente pratico e attuale, incentrato sui cambiamenti in atto e su quelli prevedibili per i prossimi anni. In tutti i settori ci sono sempre nuove proposte ma quello che a noi interessa in questa occasione è cercare di fare il punto sullo stato attuale degli avanzamenti nel campo, con particolare riguardo alle tecniche e ai prodotti emergenti. Saranno sviscerate le novità della ricerca scientifica e delle aziende per il prossimo futuro: nuovi filler, medicina rigenerativa e le tecniche di ringiovanimento facciale. Troveranno approfondimento anche le novità tecnologiche e le tecniche chirurgiche meno invasive e più integrate con la medicina estetica». Il corso, rivolto a chirurghi plastici e medici estetici, rispecchia la filosofia del master e include due percorsi didattici, sia per la
Si terrà dal 6 all’8 aprile a Montecarlo la quindicesima edizione dell’Aesthetic & Anti-aging Medicine World Congress (Amwc), uno tra i più importanti congressi mondiali dedicati al settore della medicina e chirurgia estetica, che ogni anno attira circa 10.000 partecipanti provenienti da 120 paesi del mondo, ospitando più di 300 aziende internazionali del settore. Sotto la supervisione scientifica della World Society of Interdisciplinary Anti-aging Medicine (Wosiam), il comitato scientifico ha selezionato diverse sessioni scientifiche e programmato dimostrazioni live e momenti di interazione e discussione. Il congresso sarà un importante momento informativo sulle ultime novità del settore, interverranno esperti illustri nel campo della chirurgia plastica ed estetica, della dermatologia estetica e della medicina anti-aging e preventiva; verrano presentate le recenti scoperte e le ultime innovazioni tecnologiche del settore e saranno previste sessioni di aggiornamento. Il mondo della medicina estetica e anti-aging è in continuo cambiamento ed evoluzione e l’evento di portata internazionale Amwc 2017 di Montecarlo rappresenta anche un’opportunità di formazione continua attraverso i corsi proposti: tra questi “Aiming for the Perfect 10”, che presenta una nuova dimensione dei trattamenti estetici del viso, e il corso avanzato “Genital Rejuvenation & Cosmetic Gynecology”, basato sulle recenti conoscenze e scoperte nel campo del ringiovanimento genitale e della ginecologia cosmetica.
> resurfacing consiste nell’appli-
cazione di un peeling chimico di cui dovrà spiegare i benefici (anche se il trattamento potrà dare un minor risultato estetico) e i rischi a esso associati. Il paziente informato, infine, potrebbe ben scegliere di sottoporsi al peeling chimico, anche se consapevole del fatto che avrà un risultato estetico meno apprezzabile, perché gravato da un tempo di recupero più veloce e quindi più adatto, per esempio, alla sua specifica condizione familiare o lavorativa. Il consenso informato tutela sempre il medico? Il consenso informato è una forma di liceità alla prestazione medica in assenza del quale la prestazione stessa costituirebbe reato. Purtroppo il consenso informato non sempre evita la responsabilità
del medico in caso di mancato raggiungimento del risultato sperato dal paziente. C’è da dire che nelle prestazioni mediche a finalità estetica il consenso informato funge da vero e proprio contratto tra medico e paziente. Sul modulo deve essere ben specificato sia il risultato estetico che si potrà raggiungere sia quello che non potrà essere raggiunto. Per esempio, una donna si reca dal medico estetico perché desidera un aumento del volume delle labbra e porta con sé la fotografia di una tipologia di labbra che le piacciono. Il professionista spiega che per ottenere quel risultato è necessario utilizzare dell’acido ialuronico che è contenuto in fiale da 1 cc e ciascuna fiala ha un determinato costo. Il medico dovrà spiegare che, con l’utilizzo di una sola fiala di prodotto si
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Nicolò Scuderi
chirurgia plastica sia per la medicina estetica, con sessioni pratiche e dimostrazioni di trattamenti ambulatoriali dal vivo e tramite collegamenti video. Tra i diversi temi affrontati vi sono anche l’estetica molecolare, il ruolo dell’alimentazione e l’impiego dei nutraceutici. Ci si soffermerà in modo particolare sulle tecniche d’avanguardia. «Per fare un esempio – rivela Scuderi – sarà dato ampio spazio alla chirurgia post-bariatrica, come anche ai nuovi filler e alle tecniche più adeguate per prevenire le contratture nelle protesi mammarie. Il nostro obiettivo è quello di offrire ai partecipanti un aggiornamento che sia il più possibile attuale e specialistico in materia. Lo faremo attraverso il contributo di relatori esperti e qualificati a livello nazionale e internazionale, docenti universitari, ospedalieri e liberi professionisti, che si alterneranno nell’ambito di ciascuna tematica affrontata». Lucia Oggianu
potrà ottenere un minimo aumento di volume delle labbra e dovrà altresì specificare, oltre a scriverlo sul consenso, che con una fiala non si potrà raggiungere il risultato desiderato dalla paziente e mostrato nella fotografia. Saranno pertanto necessarie un certo numero di fiale che progressivamente potranno dare il risultato desiderato. Ebbene, può succedere che dopo l’applicazione della prima fiala di acido ialuronico, la paziente lamenti la sua insoddisfazione perché il volume delle labbra non è quello da lei desiderato. In questo caso, solo se il medico ha ben contrattualizzato la sua prestazione e specificato gli elementi essenziali, tra cui il risultato estetico che si potrà raggiungere e quello che non si potrà raggiungere, non sarà responsabile dell’insoddisfazione della paziente. Se viceversa ha predisposto un consenso informato generico e non ha specificato il potenziale risultato ottenibile con il trattamento, si troverà nella spiacevole situazione di dover restituire i soldi alla paziente oppure continuare a somministrare acido ialuronico a proprie spese fino alla completa soddisfazione della paziente. Liana Zorzi
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eventi e notizie Chirurgia plastica e ricostruttiva al Congresso Euraps
Medicina Sinaesthesica, corpo e mente si curano stimolando i cinque sensi
Il Congresso Euraps (European Association of Plastic Surgeons), giunto alla 28esima edizione, si terrà dal 25 al 27 maggio presso il Palazzo dei Congressi di Pisa. In occasione della kermesse verranno presentate le ultime novità con sessioni dedicate che coprono tutti i settori della chirurgia plastica. Il congresso inizierà mercoledì 24 maggio con la presentazione di studi e di risultati nel campo della ricerca nell’ambito della chirurgia plastica. Nella stessa giornata è previsto un simposio di medicina estetica tenuto dall’American Association of Plastic Surgeons (Aaps) e dai membri di Euraps. La giornata di venerdì 26 maggio sarà dedicata a sessioni scientifiche. Il congresso proseguirà fino a sabato 27 maggio, giorno in cui il presidente Euraps, Beatriz Berenguer, illustrerà le innovazioni nella chirurgia ricostruttiva.
condotto in prima persona in collaborazione Nel prossimo 2020 l’Organizzazione mondiacon il dottor Giuseppe Fischetto. Utilizzato le della sanità (Oms) dichiarerà lo stress prima dopo i trattamenti di medicina estetica del volcausa di malattia al mondo. Hans Selye, medito secondo i principi della fotobiomodulazioco e ricercatore pioniere nella codificazione ne, il casco dall’innovativo design, a mezzo di di questa alterazione sistemica, già dal 1936 frequenze luminose generate da sofisticati led, sosteneva che «lo stress è vita e la vita è stress». favorisce l’attivazione metabolica dei fibroblasti Questa inevitabile conseguenza del vivere «lacompromessi dal crono e fotoaging con consescia una cicatrice indelebile, e l’organismo paga guente neo formazione di collagene ed elastina per la sua sopravvivenza dopo una situazione e attenuazione degli inestetismi. Nelle sedute stressante, diventando un po’ più vecchio». n Pier Michele Mandrillo rilassanti proprie della medicina sinaesthesica, Tra i tanti apparati danneggiati dallo stress, la pelle, organo più esteso del nostro organismo, paga un prezzo il casco diventa invece un luogo anatomo-bio-fisiologico, uno biologico funzionale ed estetico notevole, mostrando i segni del spazio biotecnologico ideale per realizzare e favorire il procedesuo invecchiamento precoce, soprattutto sul volto. Così rughe, re attivo delle interconnessioni neuronali, stimolare e coniugare solchi, alterazioni volumetriche e morfo-strutturali deturpano la le funzioni dei cinque organi di senso, generare e mantenere una condizione permanente di continuo e corretto funzionamento bellezza del viso di uomini e donne di ogni età. Sulla base di questa evidenza ho ideato il concetto di Medicina di tutto l’organismo (body-mind communication). La vista è Sinaesthesica, pratica dedicata alla cura e alla gestione proprio stimolata da led sulla frequenza dell’indaco, l’udito da apposite del «male del vivere». Questa nuova ars curandi si basa sulla pos- musiche bineurali in grado di aumentare la produzione di endorsibilità di gestire lo stress e i suoi effetti sulla pelle e sulla mente fine e contrastare proprio il cortisolo, l’olfatto da aromaterapia utilizzando particolari e inediti protocolli medici favorenti una inalatoria con oli essenziali, riconosciuti di grande efficacia tecondizione di rilassamento psicofisico indotta dalla contempo- rapeutiche da continue evidenze scientifiche internazionali. Per ranea, sinergica e sinestetica attivazione dei cinque sensi del completare la contemporanea e sinergica attivazione polisensonostro organismo. Uno stato di de-stress capace di generare au- riale, il senso del gusto è sollecitato da caramelle o da piccole mento di endorfine contrastanti l’azione dannosa del cortisolo, barrette di cioccolato contenenti principi attivi. Il tatto, infine, è stimolato da un automassaggio del paziente in corrispondenza ormone caratterizzante lo stress. I trattamenti sono realizzati con la moderna biotecnologia po- del plesso solare con sfere di legno di radica d’olivo o da massaglisensoriale made in Italy FMFIVE Sensory, impiegabile sia nei gio rilassante eseguito da operatore specializzato. Pier Michele Mandrillo protocolli di medicina estetica che in quelli di medicina sinaeMedico chirurgo, odontoiatra e medico estetico sthesica, frutto di anni di studio e ricerca sperimentale che ho
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Ritocco estetico è diventato «componente socio-culturale» L’intervento estetico non è più semplicemente dettato dalla moda ma è diventato parte integrante delle abitudini di tanti uomini e donne del nostro paese, di ogni età e classe sociale. A dichiararlo è Giuseppe Maria Izzo, presidente dell’ultimo congresso internazionale di medicina estetica pratica (Icamp) che si è svolto lo scorso novembre a Milano. La medicina estetica non sta attraversando un momento di crisi, al contrario è in lenta ma costante crescita. Sono inoltre in aumento le richieste di medicina estetica maschile. «Tutta la tipologia dei pazienti è cambiata, in quanto ora anche un ceto medio-basso ha compreso l’importanza di essere in buona forma fisica e con la cute sana – ha precisato Giuseppe Maria Izzo –. Ormai i nostri interventi non sono più semplicemente dettati dalla moda o da un vezzo, ma costituiscono una componente socio-culturale della nostra realtà». Le richieste ad oggi più fre-
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Giuseppe Maria Izzo
quenti in medicina estetica riguardano gli interventi sul fotoinvecchiamento e sui suoi inestetismi (rughe, macchie, cheratosi, lassità cutanea), sulle smagliature, sulle alterazioni del profilo corporeo legate ad adiposità e cellulite, sull’acne giovanile e tardiva, sul cloasma gravidico e sul melasma. Gli interventi si sono moltiplicati e specializzati: vanno dal peeling chimico ai filler, dalla biostimolazione ai laser, ma includono anche la radiofrequenza, la luce pulsata, l’intralipoterapia
e la mesoterapia. Tuttavia, queste tecniche variano in rapporto all’inestetismo o alla patologia da trattare, ha spiegato Izzo. A giocare un ruolo di primo piano negli ultimi anni, nella crescita della medicina estetica, è stata proprio l’industria italiana, sia con le apparecchiature sia con i cosmeceutici e i peeling chimici. Le imprese italiane sono infatti arrivate al livello delle corrispondenti straniere, fornendo ai medici di ogni paese qualità a costi non eccessivi. Tabloid di medicina estetica 17
eventi e notizie 92° Congresso Sidemast: a sorrento dal 3 al 6 maggio
La 92esima edizione del Congresso nazionale della società Italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) si svolgerà dal 3 al 6 maggio nella suggestiva cornice di Sorrento, presso il centro congressi dell’Hilton Sorrento Palace. Il congresso rappresenta un momento di profondo significato scientifico durante il quale tutte le scuole universitarie e ospedaliere italiane si riuniranno per dibattere argomenti di attualità nei diversi settori delle scienze dermatologiche come ha sottolineato Giuseppe Monfrecola, presidente del congresso Sidemast 2017. I lavori congressuali si apriranno nel pomeriggio di mercoledì 3 maggio con corsi teoricopratici paralleli inerenti micologia, dermoscopia, suture cutanee e dermopatologia. La seconda e la terza giornata proseguiranno con sessioni scientifiche articolate in relazioni su argomenti di interesse collettivo e su tematiche specifiche, con simposi e sessioni specialistiche, tavole rotonde e riunioni di gruppi di studio della Sidemast. Ci saranno inoltre sessioni dedicate alle comunicazioni libere e una per la discussione di casi prodiagnosi e alterazione della barriera cutanea, entrambe dedicate agli specializzandi dell’ultimo anno. Infine il congresso chiuderà i lavori nella mattinata di sabato 6 maggio con la tradizionale sessione “Breaking news” comprendente diversi ambiti dermatologici unitamente ad altre sessioni Ecm su argomenti inerenti la dermatologia clinica medica e chirurgica.
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L’evoluzione del tessuto adiposo: dal macrofat al nanofat Il tessuto adiposo in passato era percepito solo col fastidio dei suoi accumuli nella definizione della silhouette corporea. Poi al contrario l’interesse è stato quello di utilizzarlo per aumentare i volumi. Oggi il grasso è stato rivalutato e considerato anche per le capacità immunomodulanti e rigenerative. Nel tessuto gli adipociti maturi rappresentano la maggior parte del volume, fino al 95%, ma sono solo il 10-12% del numero delle cellule. Il restante maggior numero è rappresentato da un’eterogenea popolazione cellulare, di più piccola dimensione, oltretutto più resistente al traumatismo, che è stata definita come Frazione Stromale Vascolare (SVF). La SVF include anche le cellule staminali di origine adiposa (ADSC). Tutte queste cellule sono tenute insieme da una rete che permette anche il passaggio di vasi e di nervi che chiamiamo matrice extracellulare (ECM). Considerando il ruolo straordinario di queste cellule della SVF, attualmente tantissime ricerche sono mi-
rate a permettercene una maggiore resa, riducendo o addirittura eliminando gli adipociti. Questo lavoro nel tempo ha portato a cambiare le procedure e quindi gli strumenti usati, per cui dal macrofat prelevato con cannule di 3 mm con fori ampi, si è passati al microfat prelevato con microcannule di 2 mm con fori al disotto di 1 mm, che permetteva di utilizzare cannule o aghi fino a 27 G, manipolando il tessuto come un filler. Questo tessuto conteneva adipociti e permetteva anche
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Angelo Trivisonno
Sicpre 2017: al via collaborazione con Società brasiliana di chirurgia plastica Un programma ricco di novità, convegni, workshop e dibattiti per il 66° congresso nazionale della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre) che si terrà dal 20 al 23 settembre, presso il Forum Monzani di Modena. La società Sicpre, assieme al comitato scientifico, sta preparando un programma di alto livello per dare all’evento una veste dinamica, interattiva e di portata internazionale. Nella prossima edizione si inaugurerà infatti un’importante collaborazione: nella giornata di sabato 23 settembre, la Società brasiliana di chirurgia plastica, scuola storica nel campo della chirurgia estetica e post-bariatrica, parteciperà, con molti esponenti di grande esperienza, al primo incontro scientifico congiunto con la società italiana. Diversi gli argomenti sui quali si focalizzerà il congresso, tra cui
Laser Florence 2017: incontro per gli specialisti della laserterapia Si terrà nel centro di Firenze dal 9 all’11 novembre la 29esima edizione del congresso internazionale di medicina laser organizzato dall’International Academy of Laser Medicine and Surgery e presieduto dal professor Leonardo Longo, medico chirurgo specialista e presidente della World Federation Societies of Laser Medicine and Surgery. Dopo più di mezzo secolo dalla scoperta del laser, medici e ricercatori da tutto il mondo si ritroveranno presso l’Auditorium Sant’Apollonia (via San Gallo 25/a) dove verranno presentate tutte le novità, le ricerche, le scoperte e le innovazioni dai più importanti luminari della medicina laser mondiale sull’uso del laser nei diversi ambiti della medicina, dalla chirurgia e medicina estetica, alla
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aumenti di volume, soprattutto in aree difficili, quali la regione periorbitaria ad esempio. Ma per eliminare tutti gli adipociti e condensare solo le SVF e la ECM si è arrivati di recente al nanofat: con un sistema di transfer e di nanotransfer, nella procedura si arriva all’emulsificazione del tessuto, che può addirittura passare per aghi da 30 G. Questo nuovo materiale cellulare ha trovato largo interesse per la rigenerazione, ad esempio anti-aging della cute. Ma anche come antinfiammatorio nel trattamento di diverse patologie. Senza dimenticare le capacità schiarenti sulla cute, accertate clinicamente. Ma siamo solo all’inizio, l’interesse che si muove intorno a questo tessuto emulsificato è evidente per il sempre più crescente numero di studi e pubblicazioni. Sicuramente lo spettro delle indicazioni si allargherà oltre a quello della chirurgia plastica, coinvolgendo un numero enorme di altre specialità. Angelo Trivisonno Specialista in chirurgia plastica
dermatologia, all’ortopedia, all’odontoiatria, alla riabilitazione neurologica, alla veterinaria. «Farmaci e terapie fisiche possono avere effetti identici, opposti o sinergici a quelli della luce laser. È compito del medico capire come utilizzare queste associazioni – spiegano gli organizzatori –. I laser inoltre sono utilizzati in molte procedure chirurgiche, sostituendo addirittura il bisturi o assistendo le procedure chirurgiche per semplificare gli interventi e garantire un risultato migliore. Laser e luce vengono poi utilizzati insieme ai farmaci anche in campo diagnostico, dalla prevenzione dei tumori alla diagnosi precoce di molte malattie degenerative e metaboliche». Laser Florence 2017 coprirà tutti que-
sti argomenti in modo scientificamente corretto, senza vincoli commerciali o di altro tipo, sotto l’egida dell’International Academy of Laser Medicine and Surgery, dell’International Society for Laser Surgery and Medicine e della World Federation Societies of Laser Medicine and Surgery. L’International Academy of Laser Medicine and Surgery, fondata a Firenze nel 2000, ha l’obiettivo di accogliere momenti di incontro e aggiornamento per gli specialisti della laserterapia e promuoverne l’insegnamento.
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chirurgia estetica e ricostruttiva della mammella, testa e collo, arti e genitali, microchirurgia ricostruttiva dei vari distretti corporei e medicina estetica. Saranno inoltre previsti momenti interattivi per parlare delle grandi sfide attuali della chirurgia plastica. «Una particolare attenzione - ha sottolineato Giorgio De Santis, presidente del congresso - verrà dedicata ai giovani neo specialisti e specializzandi, con la proposta di tavole rotonde che prevedono un loro coinvolgimento anche mediante confronti diretti con i loro colleghi europei».
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Nuove tecnologie per il ringiovanimento vaginale Con le nuove tecnologie sarà possibile evitare di soffrire di molti disturbi fino ad oggi irrisolti. Ad affermarlo è Paola Tarantino, medico estetico e direttore della Scuola internazionale di medicina estetica pratica (Icamp). In occasione del congresso Icamp dello scorso novembre, gli specialisti italiani e stranieri hanno fatto il punto sulle più recenti novità inerenti la sfera più intima della donna come laser, led, radiofrequenza e filler dei genitali femminili. I laser, in particolare, oggi permettono di affrontare tutti i problemi cutanei, senza lasciare alcuna cicatrice o segno di ogni tipo. «Il settore su cui maggiormente ci siamo concentrati è stato quello delle patologie della sfera genitale femminile: nel ringiovanimento vaginale i vantaggi sono non solo a livello estetico, ma anche a tutela della salute della donna. Dopo la menopausa, infatti, c’è il rischio di soffrire di secchezza, di atrofia a livello vaginale, mentre con questi nuovi laser è possibile dare una rigenerazione della mucosa e quindi ringiovanire la donna che eviterà di soffrire di molti disturbi fino ad oggi irrisolti» ha dichiarato la dottoressa Paola Tarantino. A ricorrere a questo tipo di trattamenti sono soprattutto le donne in menopausa appartenenti a ceti più abbienti, anche se recentemente il profilo del paziente si è ampliato notevolmente, includendo anche altre fasce sociali.
eventi e notizie
Trattamenti estetici: il 63% dei pazienti frequenta con regolarità lo studio medico di fiducia In occasione del XVIII Congresso internazionale di medicina estetica Agorà-Amiest, che si è svolto lo scorso ottobre a Milano, è stato fatto il punto sulle novità e sui trend del settore. Dai dati emersi durante il congresso si evince come il desiderio di mantenere un aspetto piacevole e fresco stia diventando una priorità, così come il rapporto tra paziente e medico estetico stia diventando sempre più di natura continuativa. In Italia, quasi il 63% dei pazienti che ricorre ai trattamenti estetici va con regolarità dal medico estetico, sviluppando un rapporto di fiducia con lo specialista. Si tratta soprattutto di donne ma anche di uomini tra i 35 e i 50 anni. Pochi i giovani sotto i 18 anni che ricorrono soprattutto a trattamenti non invasivi per l’adiposità localizzata, nell’ambito della dietologia e dell’integrazione alimentare (80% dei ragazzi) e a trattamenti per la cellulite (60% delle ragazze).
Tra le novità presentate spicca il Microbotox, definito da molti il futuro del botox. «Con il Microbotox - ha affermato Giuseppe Sito, chirurgo e medico estetico - agiamo con successo su acne, cicatrici cheloidi, pori dilatati, texture spenta e poco luminosa e sulle micro rughe anche di guancia e collo, aree sinora non trattate». Secondo Alberto Massirone, presidente del congresso, siamo di fronte a una novità importante poiché tale trattamento consente di ottenere risultati naturali, senza stravolgere l’espressività del soggetto. Sul fronte del ringiovanimento cutaneo la novità è rappresentata dai complessi ibridi cooperativi di acido ialuronico che permettono di biorimodellare la pelle del collo dandole più tono ed elasticità con una durata superiore ai comuni biostimolanti e i protocolli combinati di TCA modulato con H202 e chemoesfoliazione.
Nel corso del congresso sono stati presentati anche i filler di acido ialuronico combinati con peptidi biomimetici che incrementano l’attività svolta dai peptidi naturali coinvolti nella produzione di collagene e fibroblasti. Si è parlato inoltre di trattamenti anti-aging, in particolare
di un’innovativa metodica che combina uno speciale laser Q-Switched peel modificato per il trattamento dell’aging cutaneo. Nel campo del rimodellamento corporeo è stato dedicato un focus sulla regione glutea. «Oggi mode e modelli variano molto a seconda della geograficità. I chirurghi americani seguono standard dimensionali quasi doppi rispetto a quelli europei, mentre in Asia ci si concentra più sulla proiezione, vale a dire sull’altezza. In Europa risultano vincenti equilibrio e naturalezza» ha spiegato Sergio Noviello, chirurgo estetico. Tra i trattamenti più utilizzati per questo distretto anatomico troviamo il lipofilling, il botox, i filler a base di acido ialuronico e il Brazilian butt lift, una soluzione innovativa che consiste in una liposcultura mirata di punto vita, fianchi, esterno coscia e regione sacrale, con contemporaneo lipofilling della regione glutea.
LA Nuova età del benessere al 38°Congresso Sime
Il 38° Congresso nazionale della Società italiana di Medicina estetica (Sime) e il 12° Congresso dell’Accademia italiana di Medicina estetica (Aimaa) si terranno a Roma il 12, 13 e 14 maggio presso il Centro Congressi Rome Cavalieri Walford Astoria Hotels & Resorts. La nuova età del benessere e il progresso della medicina estetica rigenerativa saranno i temi della kermesse. Il congresso Sime confermerà il processo di internazionalizzazione avviato lo scorso anno, ponendosi come evento di rilevanza strategica anche al di fuori dei confini europei. Rappesenta infatti uno degli eventi di riferimento del settore in Italia e il terzo come importanza in Europa. A confermarlo sono i numeri della precedente edizione del congresso: 3.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo appartenenti alle varie discipline del settore della medicina estetica, 450 relazioni di alta validità scientifica presentate, 65 sessioni, 20 workshop aziendali e corsi accreditati ai fini Ecm. Anche per l’edizione 2017 il congresso vuole essere una valida opportunità di aggiornamento e confronto sulle tematiche più attuali di medicina estetica e medicina antiaging. Diversi saranno i temi che verranno presentati: medicina estetica al maschile, skin firming, rimozione dei tatuaggi, cosmetologia, vecchi e nuovi farmaci anti-aging, filler e peeling, laser e tecnologie, ginecologia estetica e funzionale, gestione delle complicanze in medicina estetica e molto altro.
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in vetrina Linea NCTF, biorivitalizzazione senza iniezioni Nel 1978 il Dottor Tordjman, fondatore dei Laboratoires Filorga, ha creato un cocktail biorivitalizzante iniettabile, l’NCTF (New Cellular Treatment Factor) in grado di ringiovanire la pelle agendo sui principali indicatori di invecchiamento. Diventato il Dna di Filorga, l’NCTF è una soluzione iniettabile di biorivitalizzazione, che racchiude oltre 50 attivi – vitamine, aminoacidi, minerali, coenzimi e antiossidanti – in grado di stimolare l’attività cellulare, restituendo alla pelle una qualità eccezionale. Nel 2007 Laboratoires Filorga lancia la linea cosmetica anti-età Medi-Cosmetique. L’idea innovativa è quella di inserire nelle formule gli ingredienti fino ad allora riservati alle iniezioni negli studi medici, soprattutto il celebre NCTF, e farli penetrare nella pelle per mezzo di
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un sistema di veicolazione brevettato dal Centro nazionale della ricerca scientifica francese: le cronosfere. Per celebrare i 10 anni dalla creazione di Medi-Cosmetique, i Laboratoires Filorga realizzano una vera e propria rivoluzione cosmetica, riuscendo per la prima volta a integrare in una gamma di trattamenti cosmetici anti-età l’equivalente di una fiala di NCTF iniettabile. Nasce così, dopo 3 anni di ricerca, la Linea NCTF le cui formule contengono una concentrazione di NCTF 10 volte superiore agli altri prodotti firmati Filorga. L’obiettivo è una rigenerazione completa della qualità della pelle, con risultati visibili dopo solo 7 giorni su rughe, tono cutaneo, omogeneità dell’incarnato, pori e idratazione. Il programma completo prevede 3 fasi: Essence,
DNA Recovery Peel, peeling per riparare il danno solare
lozione rigenerante suprema per preparare la pelle; NCTF-Intensive, siero rigenerante supremo per un effetto booster e, a seconda del tipo di pelle, NCTFReverse, crema rigenerante suprema o NCTF-Reverse Mat, fluido rigenerante supremo. Ogni trattamento contiene l’equivalente di una fiala di NCTF.
Laboratoires SVR Italia Tel. 02.6713271 - info@laboratoires-svr.it www.filorga.it
Le radiazioni ultraviolette presenti nei raggi solari causano piccole lesioni alle cellule cutanee che, progressivamente, possono evolvere in un’alterazione della struttura del DNA cellulare. Come conseguenza, si genera un invecchiamento accelerato della pelle che appare più rugosa e secca, le rughe sono marcate, compaiono delle macchie e, in alcuni casi, anche danni più gravi. Anche se siamo sempre più consapevoli dell’importanza della protezione solare, questa da sola a volte non è sufficiente. Mediderma ha sviluppato DNA Recovery Peel, un peeling basato su enzimi che agiscono in profondità, aiutando a ripristinare la struttura della pelle alle condizioni ottimali. Questo innovativo
peeling d’uso medico che aiuta a riparare il danno solare causato alla cute, mantiene la pelle bella e sana, poiché non solo rigenera, ma protegge e previene la comparsa di nuovi danni solari. DNA Recovery Peel è concepito in due passaggi, effettuati in ambulatorio medico, e in un trattamento domiciliare: DNA Recovery Peel Solution, a base di acido ferulico, DNA Recovery Peel Cream, e DNA Recovery Post-treatment cream, concepito come trattamento domiciliare. Si raccomanda un trattamento d’urto dopo l’estate per ripristinare la pelle dal fotodanno dovuto all’eccessiva esposizione al sole e uno di mantenimento ogni tre o sei mesi, in funzione dello stile di vita.
Kelairon, trattamento topico a base di lattoferrina Kelairon è un dispositivo medico per applicazione topica a base di lattoferrina, una glicoproteina di origine naturale, che viene incorporata in liposomi secondo una particolare tecnologia innovativa oggetto di brevetto europeo, la LPD’s (Lipid’s Technology). I liposomi sono particelle lipidiche la cui struttura è analoga a quella delle membrane cellulari: l’incorporazione in liposomi permette alla lattoferrina di ottenere una maggiore biodisponibilità e una maggiore protezione nei confronti della denaturazione. La lattoferrina è una proteina multifunzionale: principalmente ha attività ferro-chelante ma anche riepitelizzante, modulante l’infiammazione oltre che antiossidante. Il prodotto è disponibile in due versioni: la crema tubo da 50 ml e i 5 applicatori sterili monodose. La crema da 50 ml (dispositivo medico di classe I) può essere applicata per facilitare il riassorbimento delle ecchimosi dopo i trattamenti estetici che ne determinano la comparsa (filler, laser vascolare, scleroterapia), nelle ecchimosi post-chirurgiche o traumatiche e come post-laser non ablativo, perché agisce in sinergia con esso stimolando la riepitelizzazione e la sintesi di acido ialuronico e collagene. Inoltre, grazie all’attività ferro-chelante e riepitelizzante, può essere un valido aiuto nel trattamento delle discromie da insufficienza venosa cronica che, a lungo andare, possono determinare lo sviluppo di un’ulcera cutanea. In un recente studio Kelairon crema ha dimostrato di migliorare la colorazione e il trofismo cutaneo in due mesi di applicazione (Musso A et al. Use of a topical preparation based on lactoferrin to manage acute and chronic cutaneous dyschromia and hypotrophy. Acta Vulnologica 2015 June;13(2):77-89).
I 5 applicatori sterili monodose da 5 ml (dispositivo medico di classe II) sono invece applicabili su ferite aperte e nell’immediato post-operatorio, per facilitare il riassorbimento dell’ecchimosi e favorire la riepitelizzazione: è un prodotto particolarmente indicato per il trattamento delle ulcere cutanee di tipo venoso in quanto sono causate anche
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dall’eccessiva presenza di ferro. La lattoferrina ha inoltre dimostrato di avere un importante effetto antiossidante quindi il prodotto può essere utilizzato anche dopo la scomparsa della sintomatologia come topico anti-age e in estate per bloccare l’influenza dei radicali liberi.
Piam Farmaceutici SpA Tel. 010.518621 - info@piamfarmaceutici.com www.piamfarmaceutici.com
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Sesderma Italia srl Tel. 02.39192160 - info.italia@sesderma.com www.mediderma.it
Lutronic EnCurve, radiofrequenza per il rimodellamento del corpo EnCurve è un sistema facile, sicuro ed efficace per ridurre gli adipociti attraverso l’apoptosi indotta dalla radiofrequenza, particolarmente indicato per la riduzione della circonferenza addominale e dei fianchi, le cosce e le braccia. La particolare frequenza utilizzata (27.12 MHz) riscalda selettivamente gli adipociti, fino alla temperatura ottimale per l’apoptosi cellulare (45 °C). Assorbendo la radiofrequenza (27.12 MHz), gli adipociti vibrano od oscillano e l’energia da frizione genera calore all’interno delle cellule dagli adipociti stessi. L’apoptosi determina, tramite processi biochimici, la morte della cellula; il processo termina con lo smaltimento da parte dei macrofagi. EnCurve è la soluzione innovativa, facilmente accessibile a pazienti e medici, anche senza molta esperien-
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za con i trattamenti di rimodellamento del corpo: per questa ragione è stato creato Pisa (Personalized Impedance Synchronization Application), un sofisticato feedback che consente di personalizzare il trattamento, minimizzando la perdita di energia e ottenendo un risultato clinico migliore e più sicuro. La tecnologia Pisa supera le carenze di un dispositivo RF tradizionale. Il paziente sarà soddisfatto di poter usufruire di un trattamento simultaneo per addome e fianchi, per le cosce e per le braccia. EnCurve sarà apprezzato dal medico per il suo funzionamento che non richiede il lavoro di un operatore e non necessita di alcun prodotto monouso. Il trattamento è veloce (20-30 minuti) e il dolore associato è nullo o minimo. Il trattamento, non invasivo e non a contatto, non richiede tempi di recupero e non impatta sulle attività quotidiane. Il risultato clinico sarà visibile dalla seconda settimana.
Bioskin Italia srl Tel. 051.510506 - bioskin@bioskin.it www.bioskin.it
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in vetrina Linea Jalupro, iniettabili a base di aminoacidi e acido ialuronico
Metodo Lesc, trattamento di lipoemulsione sottocutanea Per combattere il grasso localizzato i pazienti cercano metodologie sicure e all’avanguardia, che diano risultati soddisfacenti in poco tempo, possibilmente senza ricovero e anestesie generali. La Lesc (lipoemulsione sottocutanea), apparecchiatura interamente made in Italy, vuole essere la risposta a queste necessità. La metodica eseguita ambulatorialmente garantisce la sicurezza sia al paziente sia al medico. Il paziente sarà in grado di riprendere le normali attività lo stesso giorno dell’intervento. In quanto tecnica soft e microinvasiva, consente di operare anche nei piani più superficiali del pannicolo adiposo, rispettando il sistema vascolare e linfatico, preservando così l’integrità della struttura portante della pelle. Con il metodo di lipoemulsione sottocutanea Lesc sono sufficienti minime incisioni di 2 mm che non prevedono punti di sutura. Con una sola seduta i risultati sono subito evidenti, ai livelli della liposuzione ma senza i rischi conseguenti come edemi, embolie, versamenti e avvallamenti. Questo innovativo strumento unisce la semplicità alla sicurezza, consentendo un’alta redditività e una piena soddisfazione nel paziente, che vedrà risultati in una seduta. Efficace nei punti più richiesti come fianchi, interno ed esterno
Tabloid di Medicina Estetica Quadrimestrale di attualità clinica, scientifica e professionale in medicina estetica Anno I - numero 1 - febbraio 2017 Numero chiuso in redazione il 20 febbraio 2017 Direttore responsabile Giuseppe Roccucci g.roccucci@griffineditore.it
cosce, mento, glutei, addome, braccia, caviglie e ginocchia, è uno strumento utile per eliminare in modo soft il grasso localizzato. L’apparecchiatura è prodotta interamente in Italia con certificazione Imq e registrata presso il ministero della Sanità. Effebi di F. Bruschi Tel. 335.6700919 - info@microlipo.it www.microlipo.it
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Da Revitacare due soluzioni iniettabili per il trattamento di capelli e area perioculare
Redazione Andrea Peren a.peren@griffineditore.it Lara Romanelli l.romanelli@griffineditore.it Rachele Villa r.villa@griffineditore.it Segreteria di redazione e traffico Ufficio abbonamenti Maria Camillo customerservice@griffineditore.it Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 Progetto grafico e impaginazione Grafic House, Milano Hanno collaborato in questo numero Valentina Castellan, Marco Fumagalli, Pier Michele Mandrillo, Lucia Oggianu, Renato Torlaschi, Angelo Trivisonno, Liana Zorzi Pubblicità Stefania Bianchi s.bianchi@griffineditore.it Paola Cappelletti p.cappelletti@grineditore.it Giovanni Cerrina Feroni g.cerrinaferoni@griffineditore.it Lucia Oggianu l.oggianu@griffineditore.it
Griffin srl unipersonale P.zza Castello 5/E - 22060 Carimate (CO) Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 www.griffineditore.it - info@griffineditore.it Stampa Litoseibo srl Via Rossini 10 - Rastignano (BO) Tabloid di Medicina Estetica Copyright© Griffin srl Iscrizione Registro degli operatori di comunicazione N. 14370 del 31.07.2006 La proprietà letteraria degli articoli pubblicati è riservata a Griffin srl. Il contenuto del giornale non può essere riprodotto o traferito, neppure parzialmente, in alcuna forma e su qulalsiasi supporto, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Ai sensi della legge in vigore, i dati dei lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dalla legge. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin srl, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione prevista per legge. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inserzionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi.
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La linea Jalupro lanciata da Professional Derma SA a livello internazionale è basata sull’efficacia provata di lunga durata della combinazione di particolari aminoacidi e acido ialuronico. I prodotti iniettabili sono Jalupro e Jalupro HMW, entrambi contenenti al loro interno quattro aminoacidi, essenziali per la sintesi del collagene e dell’elastina, e l’acido ialuronico a diverso peso molecolare utile per migliorare l’idratazione cutanea. Infatti la glicina è l’aminoacido che conferisce flessibilità ed elasticità alla fibre di collagene I e III, mentre la prolina e la lisina formano i ponti che uniscono le diverse fibrille/fibre di collagene e sono utili per il rilascio del collagene dal fibroblasto. Diversi studi scientifici sono stati effettuati sui prodotti mostrando un incremento del numero di fibre di collagene e un aumento dell’elasticità cutanea e in particolare, un effetto di ringiovanimento del derma visibile dopo quattro sessioni a distanza di poche settimane. È da notare come l’effetto non sia temporaneo ma tenda a un miglioramento nei mesi successivi all’ultima iniezione. Infatti i fibroblasti necessitano tempo per riattivarsi e aumentare la loro produzione. A seconda del grado di aging e delle zone da trattare, i medici possono utilizzare un prodotto oppure l’altro.
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Professional Derma SA Tel. +41 919.931263 - info@pderma.com www.jalupro.com
Haircare RHB e Cytocare S Line sono due formulazioni sviluppate e prodotte in Francia da Laboratoire Revitacare e sono state registrate come Medical Device di Classe III. Attraverso studi ed evidenze cliniche hanno dimostrato di essere formulazioni innovative, efficaci e sicure e di rappresentare per il medico due valide opportunità di ampliamento terapeutico. Haircare RHB ha dimostrato, con due studi internazionali e con tre anni di esperienza clinica europea, di essere una soluzione iniettabile sicura ed efficace per contrastare le alterazioni qualitative e quantitative dei capelli e del cuoio capelluto causate da squilibri ormonali, errati stili di vita, cambiamenti stagionali o agenti aggressivi esterni.
Haircare RHB rappresenta inoltre un valido complemento in caso di autotrapianto dei capelli o in associazione alla carbossiterapia, alla PRP o alla Led Therapy. Questa soluzione, composta da acido ialuronico naturale e dal complesso Restructuring Hair Booster, si presenta in confezione da 10 flaconi da 5 ml. Cytocare S Line è una soluzione iniettiva indicata e registrata per il trattamento del contorno occhi e delle aree cutanee più delicate. Grazie alla sua potente capacità idratante, antiossidante e restituiva di un corretto equilibrio fisiologico, questa formulazione ha dimostrato di essere uno dei trattamenti più innovativi e sicuri per cancellare o attenuare i principali inestetismi del distretto
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Orlicom srl Tel. 02.67101093 - info@orlicom.com www.orlicom.com
perioculare quali fini rugosità, fragilità cutanee, gonfiori palpebrali e occhiaie. Cytocare S Line si presenta in siringa monouso da 3 ml. È formulato con 18 mg di acido ialuronico naturale e con un pool di sostanze naturali, definito Rejuvenating Complex. Ad oggi è l’unico skin booster in siringa che viene sterilizzato per filtrazione asettica in modo da preservare l’integrità e l’efficacia di tutti i suoi componenti. Il trattamento non è doloroso e viene effettuato con aghi sottili a livello del derma superficiale o profondo in base all’inestetismo da correggere, consentendo di ottenere un immediato “spectacular rejuvenating & lightening effect”.
in vetrina Plexr Plus, generatore di plasma per interventi di chirurgia non ablativa Il PLEXR (PLasma ExeResis) Plus è un “generatore di plasma”. Non si tratta né di laser, né di radio bisturi o di dispositivo a radiofrequenza. Il “plasma” dal punto di vista fisico è inteso come il quarto stato di aggregazione della materia che si pone tra quello liquido e quello gassoso, una sorta di “gas liquefatto”, secondo i fisici. In realtà è gas ionizzato: i suoi ioni si incontrano allo stato libero, un insieme instabile di elettroni e ioni globalmente neutro. Il termine “ionizzato” indica che una frazione grande di elettroni è stata strappata dai rispettivi atomi, creando un raggio attivo di microplasma che, grazie alla differenza di potenziale elettromagnetico tra la punta del manipolo e il tessuto umano, “destruttura” i componenti dell’epidermide, i cheratinociti, sublimandoli. La sublimazione è il termine fisico per indicare il passaggio dallo stato solido a quello gassoso. Naturalmente in maniera contestuale ci sarà una biostimolazione del derma, dovuta al calore selettivo e focalizzato, trasferito durante l’impatto del raggio di microplasma sul tessuto interessato. Durante il trattamento, un fumo visibile verrà prodotto come risultato del processo di sublima-
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Kit NanoTransfer per trasformare il tessuto adiposo in filler naturale
zione, con la formazione di una crosticina sulla parte trattata che in circa una settimana cadrà, senza lasciare ematomi o cicatrici, grazie all’azione superficiale. Si capisce che il trattamento è sicuro: si lavora sull’epidermide (dall’esterno verso l’interno) e non si passa lo strato della membrana basale. Non c’è passaggio di energia elettrica e non si produce alcun danno termico. Per esempio in caso di trattamenti di ringiovanimento periorbitali, non ci sono danni né al nervo ottico né alle zone adiacenti, grazie all’azione precisa e focalizzata, nonché all’assenza di correnti di dispersione e all’azione superficiale.
GMV srl Tel. 06.94315964 - info@gruppogmv.it www.gruppogmv.it
JALUTÈ-HYALURONIC BIO-REVITALIZING GEL TRATTAMENTO DI BIORIVITALIZZAZIONE CUTANEA
Ormai le esperienze e gli studi clinici dimostrano sempre di più la capacità rigenerativa del tessuto adiposo. Due componenti fondamentali nel processo di rigenerazione sono le cellule staminali e la matrice extracellulare, molto importante per gli effetti trofici biologici nei tessuti impiantati. Tulip NanoTransfer è l’unico sistema che permette nella pratica clinica di trattare il grasso autologo per arrivare al nanofat, un filler naturale che è facilmente iniettabile con un ago da 30 G, preservando la matrice extracellulare e la vitalità delle cellule staminali. Il sistema è facilissimo da usare e prevede alcuni step: prelievo del grasso; emulsificazione dello stesso, passando il tessuto adiposo prima attraverso i due transfer inclusi nel kit (da 2,4 mm e poi da 1,4 mm o 1,2 mm); infine con il passaggio del grasso attraverso il filtro da 60 micron posizionato all’interno del corpo del dispositivo NanoTransfer. In sintesi un sistema unico e ad oggi già riconosciuto in tutto il mondo, semplice da utilizzare, il cui costo viene recuperato già con il primo intervento che offre tutti i vantaggi della rigenerazione della linea mesenchimale, di cui il grasso autologo fa parte, insieme alla cartilagine, all’osso, al muscolo e ai tendini. Il tessuto dopo l’emulsificazione diventa un filler naturale, iniettabile con aghi piccolissimi.
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DYNAMIS & SPECTRO FOTONA: BODY SCULPTING E SKIN TIGHTENING NON INVASIVO La tecnologia laser dei sistemi Dynamis e Spectro SP Fotona si fonda su due lunghezze d’onda complementari: Nd:YAG (1064nm) ed Er:YAG (2940nm). Entrambe le sorgenti laser offrono l’esclusiva tecnologia Variable Square Pulse (VSP), che assicura massima potenza e modulabilità dei parametri. Il laser Er:YAG VSP può essere regolato per ottenere contemporaneamente effetti che vanno dall’ablazione “fred-
Jalutè-hyaluronic bio-revitalizing gel è una novità di Officina Cosmetologica. Si tratta di un gel intradermico a base di acido ialuronico nato per soddisfare tutti i tipi di pazienti in base alle specifiche esigenze e può essere usato anche in aree estese del corpo per trattamenti antiaging personalizzati con scopi preventivi, ristrutturanti e di mantenimento. Il prodotto è un dispositivo medico di Classe III, per biorivitalizzazione completa viso-collo-décolleté. L’acido ialuronico utilizzato in Jalutè è ottenuto per via biofermentativa a medio peso molecolare simile all’acido ialuronico endogeno, formulato a una concentrazione di 20 mg/ml in un tampone fisiologico, senza alcuna modifica chimica: una garanzia di biocompatibilità e tollerabilità. Jalutè-hyaluronic bio-revitalizing gel è indicato nel processo fisiologico di invecchiamento della pelle e consente di apportare, direttamente nell’area da trattare, la quantità di acido ialuronico necessaria a ripristinare la funzionalità dei tessuti. Esplica una naturale funzione idratante e consente di migliorare nettamente il trofismo e la trama cutanea con sostanzioso aumento del turgore e dell’elasticità. Il gel si presenta in siringa preriempita da 2 ml, monouso con 2 aghi da 30 G, sterile e apirogena. Si consiglia, infine, di effettuare un ciclo iniziale di tre sedute di trattamento, a intervalli di una settimana l’una dall’altra, seguito eventualmente da sedute mensili di mantenimento.
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Officina Cosmetologica Tel. 02.36596679 - info@officinacosmetologica.com www.officinacosmetologica.com
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da” o “calda”, all’effetto termico superficiale o profondo. La possibilità di combinare questi effetti consente ottimi risultati, non paragonabili ad altri laser con lunghezze d’onda similari. Il laser Nd:YAG completa la gamma dei trattamenti tradizionali e, grazie alle modalità operative FRAC3, Versa, Piano e QCW, introduce alcune nuove applicazioni in cui l’eccellenza della tecnologia laser si sposa con le massime prestazioni e risultati raggiungibili, in termini di precisione, efficacia e soddisfazione del paziente. Costantemente orientata all’innovazione, Fotona ha creato TightSculpting, un protocollo combinato Erbio-Neodimio, non invasivo, per il rimodellamento e lo skin tightening di tutte le aree del corpo. Le esclusive modalità di emissione sono utilizzate in maniera combinata per la distruzione ipertermica degli adipociti e il rimodellamento del collagene, con risultati eccezionali. La procedura è un’alternativa veloce, sicura, efficace e non invasiva alla laser lipolisi, senza materiali di consumo o tempi di guarigione. Ideale quindi per i numerosi pazienti ancora spaventati dalle procedure chirurgiche. Nati dagli oltre 50 anni di esperienza Fotona, i laser Dynamis e Spectro rappresentano vere e proprie piattaforme multifunzionali, in grado di rispondere alle diverse esigenze dei pazienti, sempre più orientate verso trattamenti minimamente invasivi e dai risultati immediatamente visibili. Il protocollo TightSculpting risponde perfettamente a queste esigenze, configurandosi come una rivoluzione nel mondo della medicina estetica e integrando l’ampissima gamma di procedure effettuabili con i sistemi laser Fotona.
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