Racconti inediti Carmelina Ianniciello
La Madonna di Campiglione Un’edicola per ricordare
Biblioteca Comunale “ Domenico Cirillo” Grumo Nevano (Na) 1
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La Madonna di Campiglione Un’edicola per ricordare Frattamaggiore, città benedettina e città d’arte, potrebbe essere identificata anche come il luogo delle edicole “smarrite” perché, oggi esse sono diventate, per molti, un inutile peso decorativo o un elemento architettonico da eliminare per far posto alle ingannevoli insegne luminescenti, capaci di indirizzare sempre più al consumismo e mai più ad una recondita preghiera, indirizzata alla Madonna o ai santi protettori. Oggi si cercano ben altre protezioni !!! In passato, questi simboli di culto testimoniavano, ad ogni cantone di strada, la viva fede religiosa del popolo e, nelle case padronali, sulla tesa intermedia delle scale, un misto di religiosità e di orgoglio sociale. Nei miei frequenti itinerari di ricerca storica, mi sono trovata in quei vicoletti frattesi che hanno visto il trasformarsi di un Pago in un Casale e, via via, in un famoso e dinamico centro canapiero dove l’operosità, il sacrificio degli abitanti erano pane quotidiano e, la preghiera, davanti ad un’edicola, costituiva un momento di abbandono totale alla volontà divina anzi essa diventava un simbolo intimo, a cui affidare le proprie sofferenze, i dubbi, “le malefatte” che potevano essere risolte solo per l’intercessione della Madonna, in particolare della Madonna delle Grazie, della Madonna del Carmine o dei santi, primi fra tutti, San Sossio, Sant’Antonio, San Nicola e San Rocco. Nel mio andare culturale, notavo palazzi fatiscenti che una volta avevano assistito ai fasti dei loro proprietari, orgogliosi di quel casato che, attualmente, era espresso in un corrotto stemma, sotto la balconata della facciata principale. Uno di questi palazzoni si trovava in Via Vittoria e, osservandolo attentamente, ebbi l’impressione di scorgere una vecchia dama che, pur nella miseria, cercava di conservare il suo portamento signorile: s’imbellettava il viso con polvere di talco e indossava i guanti neri traforati e un cappellino in raffia verde - blu, privo di veletta, elemento che contribuiva ad ingigantire, senza ritegno, la miriade di rughe e gli occhi cerchiati di rosso della dama, quegli stessi occhi che, un tempo, sfavillavano di ardore e di desideri appagati. Rattristata dal degrado che mi circondava, continuavo a percorrere i vicoletti, ancora con qualche “vasula”, corrotta dal tempo, quando fui colpita da una edicola stupenda, in cui era raffigurata la Madonna del Carmine con Gesù sulle ginocchia e da un lato c’era San Sossio e dall’altro San Rocco, inoltre, ai suoi piedi si trovavano le anime oranti del Purgatorio e più in basso ancora c’erano rifiuti di ogni genere; nauseata, smisi di “contemplare”il tutto e andai via, alla svelta, anche perché stava avanzando un famelico branco di cani randagi. Con il fiatone, mi ritrovai al Corso Durante e, allungai ancor più il passo perché avevo appuntamento con l’estetista Maddalena, originaria di Caivano, direttrice di un elegante ed attrezzatissimo centro estetico, nel quale accoglieva la clientela con cordialità e professionalità; l’ambiente 3
era ubicato al primo piano del cosiddetto “Palazzo Garofalo”, dal nome del proprietario di un’ala dello stesso, e in passato, anche gestore di un bar, famoso per la produzione artigianale di dolci e per un accorsatissimo servizio telefonico, a pagamento, con cabine riservate per gli utenti. Mentre salivo i corrosi scalini di “rapillo”, alzando gli occhi, notai un’edicola: mi fermai, rapita da quella Madonna con le palme tese in accoglimento dell’accorata supplica di una donna, in ginocchio sul lato sinistro; in lontananza si poteva scorgere un castello, sempre sullo stesso lato, mentre sulla destra c’era una forca, un condannato che scendeva una scaletta, appoggiata al patibolo dell’impiccagione, un cardinale con la tiara in testa e dei soldati. Incredula, mi chiedevo: “Come era possibile che la Madonna di Campiglione e il miracolo a favore di un giovane contadino, accusato ingiustamente di un delitto, fossero raffigurati in un’edicola, all’interno di uno dei palazzi più antichi di Frattamaggiore?” Dovevo,assolutamente condurre un’accurata ricerca e munirmi degli strumenti necessari , come una macchina fotografica e un registratore, perché ero certa che si trattava proprio del miracolo caivanese in quanto una mia alunna di Caivano, dovendo interessarsi degli aspetti storico-religiosi, relativi al territorio nel quale viveva, aveva elaborato un accurato articolo, proprio sulla chiesa di Campiglione, sul restauro delle pitture murali e sui documenti relativi al miracolo della Madonna, avvenuto nel 1453. Non potevo indugiare oltre, perché dovevo recarmi dall’estetista ma mi ripromisi di ritornare sul posto nel pomeriggio. Verso le quindici, fornita degli strumenti indispensabili, mi recai, tutta emozionata per ciò che avrei immortalato, all’interno e all’esterno del palazzo “Garofalo”; iniziai a fotografare la facciata, soffermandomi sullo stemma sovrastante il portone dove veniva riportata la data del 1890 con due grappoli d’uva e alla base erano in rilievo le lettere S e la V (che, come mi riferirono alcuni inquilini del palazzo, quasi certamente, quelle iniziali indicavano il nome e il cognome di uno dei proprietari dell’antica costruzione, il Signor Salvatore Vitale, commerciante di vini.) Entrata all’interno del palazzo, mi avviai verso destra per salire, rapidamente, quei pochi scalini che mi avrebbero condotto all’icona della Madonna di Campiglione col capo proteso verso la donna in preghiera, mentre stava per essere adornato da una preziosissima corona da due teneri angioletti; la visione fu di una tale intensità che risvegliò in me il desiderio di rivolgerle una preghiera (che, successivamente, è diventata un mio testo poetico), le parole mi sgorgavano dall’anima come un ruscello impetuoso, mi sentivo, da un lato, indegna nel rivolgermi alla Madonna, in modo quasi confidenziale, dall’altro sentivo il bisogno profondo di svelare il mio sentire di figlia alla mia Madre divina. A questo punto vi rendo partecipe della mia preghiera e spero che possiate viverla, in sinergia, con me.
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Alla Madonna di Campiglione Tu, Donna del cielo, sublime ed immacolata, accogli gli aneliti umani, nei rosei palmi delle tue mani; innalzali al Signore, per tutti noi. Tu, Regina del mondo, donaci il dolce profumo di sapienza e di salvezza che, solo i tuoi occhi, intrisi di luce divina, possono emanare. Tu, Madre degli uomini, indirizza i nostri pensieri verso i sentieri dell’equilibrio, placa i palpiti dei nostri cuori, in scelte di perdono e di amore. Oh! Tenera Visione! Il tuo capo, proteso all’ascolto, dissiperà la solitudine, ci affrancherà dall’effimero, scaccerà i deliri del male, fortificherà la nostra fede. Tu, Puro Amore, ti doni, senza riserve, a tutti noi, che uccidiamo senza ritegno,ogni dì, il divino Figlio tuo. Oh! Madre e Donna tra le donne, perdonaci per il tuo eterno dolore! Perdono! Perdono! Perdono!
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L’emozione è troppo forte per continuare il percorso della mia indagine conoscitiva, allora decido di riprenderlo, in un altro momento di maggiore serenità. Ritornata, l’indomani, davanti all’edicola, ho constatato che, vicino alle ginocchia della madre orante e ai piedi della Madonna, c’erano molte firme, forse erano di coloro che avevano contribuito alla realizzazione della composizione murale; in quelle lettere sbiadite dal tempo si poteva leggere la devozione e la venerazione per MARIA ; fra esse risaltava, in modo evidente( come si può notare dalla foto allegata al testo) quella dell’artista che aveva dipinto la stupenda opera e che io ho creduto di identificare in quella di Roberto Carmignani, in quanto si possono riscontare numerose somiglianze con altre opere dello stesso autore(dal libro “Il santuario della Madonna di Campiglione di Caivano” a cura di Giacinto Libertini, pag.84 e da un quadro, facente parte di una collezione privata, rappresentante la Madonna di Lourdes) . Nella parte sottostante dell’edicola si notavano due grandi riquadri con la scritta “AVE MARIA” mentre sopra l’edicola si rilevava una striscia ad arco con numeri romani in rilievo che, probabilmente, identificavano la data in cui veniva realizzata la composizione murale(1810?).
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Ho portato a termine un lavoro storico-devozionale, iniziato molti anni fa e interrotto varie volte, ma oggi 1 maggio ’11, giorno d’inizio del mese, dedicato alla MADONNA e giorno scelto per la beatificazione del grande PAPA GIOVANNI PAOLO II, ho sentito il bisogno di portarlo a conoscenza di coloro che credono nella forza salvifica di Maria e per chiederle sostegno e protezione nei nostri momenti di vita attraverso una vibrante preghiera del SANTO PADRE che, certamente, è più vicino a LEI. ILLUMINA I TUOI FIGLI Maria, Madre del Redentore e Madre nostra, porta del cielo e stella del mare, soccorri il tuo popolo, che cade, ma che pur anela a risorgere ! Vieni in aiuto alla Chiesa, illumina i tuoi figli devoti, fortifica i fedeli sparsi nel mondo, chiama i lontani, converti chi vive prigioniero del male ! E Tu, Spirito santo, sii per tutti riposo nella fatica, riparo nell’arsura, conforto nel pianto, sollievo nel dolore, speranza della gloria. Così sia ! (Oss. Romano, 8 giugno 1987 )
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