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LIBERI Periodico gratuito di informazione politico - culturale
Anno IX n. III
Fondato nel 2006
EDITORIALE
di Teresa Cerisoli
Li vedi sempre ben vestiti. Mai a lavorare. Non sanno cosa significa essersi sporcati alzando la ‘cardarella’, spostando di qua e di là i materiali negli scaffali, aggiustando vecchie vetture. Non sudano mai. Non si stancano. Vivono tranquilli. Fuori ai bar, fuori alle banche, fuori le sagrestie. Stringono mani, sorridono. Chi sono? Pensate ai politici? Ce n’è qualcuno anche fra loro. Sono gli usurai. Frattamaggiore ne è piena. L’usura è una pratica antica a Frattamaggiore. Quasi rispettata. Perché, come dicono loro, sei tu che ci sei andato. Mica ti hanno chiamato. Ed invece no. Ti aspettano quando hai l’acqua alla gola. Quando la banca ti ha messo l’ipoteca su tutto e non ti da credito alcuno. Quando hai lottato per non perdere quello che hai costruito col sudore della tua fronte, e sei allo stremo. Quando ti serve quella goccia l’acqua per non morire per
disidratazione, come accade nel deserto. Si presentano da te, o mandano, per conto loro, qualche tuo Nella foto: i lavori di costruzione della clinica conoscente. E diventano la fonte nel deserto, l’oasi a cui ti abbeveri. Solo una settimana, forse un mese ti fanno respirare. Poi l’interesse si mangia il capitale, dicono a Frattamaggiore. E loro come i salassatori di una volta, usano le sanguette per tirarti il sangue. Ti prosciugano tutto. Ti tolgono la dignità. Ti affamano. Affamano i tuoi figli. Il tuo futuro. Diventano proprietari del tuo immobile, della tua ditta, della tua azienda. E ti fanno pure il piacere di tenerti a lavorare per loro. Da padrone diventi dipendente. No, anzi, schiavo. Perché l’usura rende schiavi. LIBERIamoci dall’usura. LIBERIamo la legalità, in tutti si suoi aspetti della vita sociale. L’uomo è nato libero e ovunque è in catene, diceva Rousseau. Spezziamo le catene del silenzio e della connivenza.
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Mentalità, Cultura, Etica, Familismo Amorale, Corruzione di Alfonso Rossi*
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intrisi di una etica tribale (Vedi: Menti tribali di Jonathan Haidt) per il quale autore la morale è una straordinaria dote umana che ha reso possibile la civiltà grazie al suo ruolo di collante per gruppi di individui per l’appartenenza ed il ruolo rivestito all’interno di un gruppo. L’adesione ai valori morali di quel gruppo, (badate bene, di quel gruppo) è un processo molto efficiente. Sulla base dei propri studi, l’autore, identifica sei valori morali, legati a concetti relativi al danno (o alla sofferenza), alla correttezza (o all’ingiustizia), alla libertà e poi ancora intuizioni morali collegate alla lealtà, sacralità e autorità (vedi la coerenza delle organizzazioni mafiose) che non si pongono il
problema dello sviluppo e del rispetto delle libertà individuali. Questi principi sono il fondamento di tutte le società evolute, e sono il fondamento della democrazia. Per capire meglio bisogna fare riferimento anche alle teorie del “Familismo amorale” di Banfield e Fasano autori di Le basi morali di una società arretrata (1976). Gli autori, partendo dalla convinzione che nei paesi democratici la scienza dell'associarsi sia madre di tutti gli altri progressi, ipotizzarono che certe comunità sarebbero arretrate soprattutto per ragioni culturali. La loro cultura, (cioè la nostra) presenterebbe una concezione estremizzata dei legami familiari che va a danno della capacità di associarsi e dell’interesse collettivo. Gli individui sembrerebbero agire come a seguire la regola: “Non mi importa se è qualcosa che provoca danni individuali e sociali. Gli altri, chi li conosce! Nè mi interessa niente di loro”. Oppure: Perché dovrei denunciare. Che ci guadagno. Non voglio passare
un guaio. Chi mi protegge e mi garantisce. L'amoralità non sarebbe quindi relativa ai comportamenti interni alla famiglia, ma all'assenza di ethos comunitario, all'assenza di relazioni sociali morali tra famiglie e tra individui all'esterno della famiglia. La cultura familistica o tribale ha talmente permeato la società che comportamenti censurabili sono vissuti senza nessun dubbio o senso di colpa, considerati delle banalità. Aggirare una prenotazione sanitaria; una raccomandazione ad un esame; una segnalazione ad un giudice di guardare con un occhio particolare il convenuto in giudizio; affossare una pratica per ottenere il cosiddetto silenzio\assenso non si possono definire neppure corruzione ma che favoriscono un clima di frustrazione, sfiducia e rabbia nella gente, che finisce per essere costretta a cercarsi protettori o mediatori. Questa cultura e questa mentalità stanno dissolvendo le strutture portanti della società civile, favorendo un disastroso processo involutivo con un ritorno a piccole comunità, egoiste, chiuse nei propri piccoli interessi, con proprie regole ed in conflitto con tutte le altre, creando le condizioni ottimali per una futura colonizzazione. Già il processo è iniziato. Basta porre attenzione agli acquisti fatti da società estere delle più prestigiose società italiane.
* Psichiatra - psicoterapeuta
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eggo l’articolo di Teresa Cerisoli: “Cantone: La corruzione è un problema di mentalità” nel mentre nell’articolo si riporta “che la corruzione è un problema di mentalità collegato ad un dato culturale”. Dato, ritengo che stia per assunto culturale. Le mie considerazioni e perplessità nascono dall’uso generico e vago di parole quale mentalità e culturale, perché sia io che qualche amico lettore non abbiamo ben capito a cosa si riferisca. Per fare un esempio Massimo Carminati è molto chiaro quando esprime la “sua” cultura: C’è un mondo di sopra, dei vivi, dove risiedono coloro che detengono un potere; si arguisce che il potere di cui fa riferimento il Carminati è quello che opprime e non il potere del poter fare per la collettività. Poi c’è il mondo di sotto: quello dei morti viventi, cioè noi tutti, che non viviamo, che non possiamo realizzarci con la nostra capacità ed il nostro merito se non mediando con il mondo di sopra, che non ci consente di poter esercitare dei diritti, ma solo avere delle concessioni per esercitare un diritto. La mediazione tra sovrapposti e sottoposti è compito del mondo di mezzo. Sempre Carminati, ma tutte le cosche malavitose hanno la stessa mentalità: “Sono forte, sono prepotente, non mi devi mancare di rispetto (ovvero devi fare non solo quello che io ti dico, ma devi fare quello che io desidero, prima ancora che te lo chieda), se no ti ammazzo, o ammazzo la tua famiglia o distruggo quello che hai costruito”. Ma cosa unisce tutte queste cose così apparentemente distanti tra di loro? Cosa c’è alla radice di questa mentalità di sopraffazione? Quale cultura fa da collante in una società moribonda? Quali gli elementi comuni che ne costituiscono la mentalità? A)L’idea profondamente radicata che noi non siamo una nazione. Che chi ci governa, di qualunque colore politico, che sia di destra o di sinistra è un oppressore. Che nessuno opera per il bene comune, ma che ognuno che abbia un minimo di potere lo esercita per il proprio tornaconto. Viviamo da colonizzati passivi, che dobbiamo arrangiarci per sopravvivere. Quindi cultura della sopravvivenza. B) I valori familiari estremizzati sono
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Direttrice responsabile Teresa Cerisoli Registrazione al Tribunale di Napoli n. 57 del 30 giugno 2006 Sede Via Cavone, 51 - Frattaminore Stampa Tipografia F.lli Del Prete Frattaminore Email: teresacerisoli@gmail.com chiuso in tipografia il 18 dicembre 2014
bassolino serve una “per il dopo Copiare Mai, emulare si... di Teresa Cerisoli
Lello Topo non benedice Orazio Capasso candidato sindaco del P.D.
Capita solo nel periodo natalizio o in quelli preelettorali di dover far la spola tra un evento e l’altro. Si accumulano manifestazioni culturali, civili, religiose. E se sono tutti alla stessa ora o sei trino o fai la spola come la trottola. Questo è capitato a me, ultimamente. Avrei potuto scegliere, da direttrice, di inviare qualche collaboratore da un lato e rimanere a casa. Ma preferisco sempre avere il termometro delle cose. Così un pomeriggio l’ho dedicato a tutti gli eventi che erano stati organizzati a Frattamaggiore. Una capatina alla basilica pontificia di San Sossio, per l’evento organizzato dall’Istituto di Studi Atellani, una fermata lunga da Orazio Capasso che presentava la sua opera prima, poi avrei raggiunto i ragazzi di Libera e Sottoterra. Arrivata all’inaugurazione del volume ho visto la sala straripante di donne e famiglie. Orazio Capasso ha il suo seguito, l’ha dimostrato tutte le volte che organizza eventi medici, sanitari, di prevenzione. Ed è stato così pure per il libro. Due cose ho notato. Pochissimi giovani. Solo i parenti. Qualche politico. Qualcuno che in politica vuole scendere. A tergo della presentazione, mentre Orazio autografava i volumi, ho raggiunto Lello Topo, che per me è sempre e solo il sindaco di Villaricca. Nonostante sia onorevole e gestisca le fila di tutti gli ex democristiani che sono entrati nel Pd. Anche di quelli a cui appartiene il sindaco Russo. L’ho chiamato a parte e gli ho detto: Sindaco hai battezzato Orazio Capasso? Lui, con una secca e democristiana risposta, dice: Orazio è uno dei tanti. Prima doccia fredda per l’amico Orazio, che già cinque anni fa aveva fatto capire che era pronto ad impegnarsi in prima fila. La seconda stroncatura arriva quando mi avvicina il mio amico Lello Abbate, già dirigente Inps, amministratore a Grumo Nevano, scrittore affermato. Mi avvicina e mi porge il libro di Orazio. Mi dice: Teresa, leggi! E gira i fogli, gira. In un attimo mi si gela il sangue nelle vene. Quel racconto l’avevo già letto. L’avevo recensito. Era proprio quello di Lello Abbate, nel suo volume Canapa, presentato con l’Istituto di Studi Atellani, qualche anno fa, al centro anziani. Lello è visibilmente agitato.
Questa foto è bella. Ci inorgoglisce. Sono i nostri affezionati lettori di piazza Pezzullo. Sono seduti su una vecchia panchina. Vecchia e sgangherata. Per potersi sedere, senza cadere, hanno adottato una strategia. Hanno messo una enorme cassetta di plastica per evitare di sprofondare. Frattamaggiore meriterebbe un arredo urbano più decoroso. Meriterebbero di più anche i nostri lettori.
Mi chiede di poter parlare con Orazio. Lo avvicino e lui, con la gentilezza che lo contraddistingue, mi dice che gli avrebbe parlato dopo aver firmato gli autografi. I due si parlano. Si dicono qualcosa. I toni sono cordiali. Allora, vado via, da Franco Vitale e Sottoterra. Nelle ore successive cerco di contattare entrambi i protagonisti del casus belli. Non riesco a beccare Orazio via fb ed altro. Non sono riuscita a incontrarlo fino ad ora che siamo in stampa. Lello, l’ho incontrato e mi ha rilasciato questa dichiarazione: "Mi ha chiesto scusa, ma non ho capito come ha fatto ad inserire quel frammento senza citarmi. Si vede che si è servito di qualche collaboratore. Comunque ha indubbiamente alzato il livello della sua opera". Non so se ci saranno strascichi penali. Copiare è un reato. Bisogna sempre citare le fonti. Sarebbe bastato ad Orazio inserire il nome di Lello Abbate e della sua opera, riportando lo stesso racconto senza problemi. Racconto che era stato pubblicato anche su fb nel 2011. Copiare è un errore. Un reato. Simone Di Meo, mio amico e giornalista, è riuscito a dimostrare che Roberto Saviano, in Gomorra, ha scopiazzato o attinto a piene mani dai suoi articoli su Cronache di Napoli. Non sappiamo se Abbate adirà le vie legali. So solo dirvi che: mal digerisco chi copia. Mal digerisco chi si appropria delle produzioni dell’ingegno e dell’anima altrui. Non voglio entrare nello specifico del libro Canapine. Che non si sono mai chiamate così. Erano le pettinatrici. Dico solo che va dato merito a chi, per primo, coglie certe emozioni e le mette sulla carta, sulla tela, rendendole arte. Gli altri, se si ispirano e vogliono emulare ben vengano. Ma non si copi! news
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LA NOTIZIA
Sequestrata a Frattamaggiore discarica abusiva di 24.000 mq. di rifiuti speciali
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fondo? Dov’è questa terra? Siamo riusciti a ricavare la posizione del fondo inquinato, nel quale secondo alcuni non ci sarebbe null’altro che centinaia di lastre di amianto che facevano da coperture a decine di case. Per altri potrebbe apparire perfino qualche fusto tossico. In entrambi i casi siamo ad un inqui-
namento sfacciato del territorio, che è sconcertante in un posto che pensa, sogna e agisce come una grande città, e che invece non è stato ridotto a null’altro che ad un paesotto di campagna. Uguale a quella parte peggiore dell’agro aversano – casalese, da cui tutti prendono le distanze.
Lo Yoga della Nutrizione Dott. Raffaele Carofano E’ risaputo che questa in cui viviamo è l’Era dell’Informazione ed internet ne è solo lo strumento più dimostrativo. Tuttavia più informazione non significa necessariamente meno ignoranza, anzi il più delle volte chi crede di sapere risulta essere più chiuso (sceglie di ignorare) di chi non ha avuto modo di ricevere tali informazioni. Sono il Dott. Raffaele Carofaro, Biologo Nutrizionista e ideatore del Percorso Yoga della Nutrizione, con il quale accompagno le persone a raggiungere il miglior Stato Nutrizionale possibile. Lo Stato Nutrizionale del nostro corpo ci da un indicazione diretta del nostro Stato di Salute e trascurandolo si innescano dei meccanismi Fisio-Metabolici che remano contro il nostro Naturale Benessere. Ecco perché sono felice di far parte della “Famiglia” del Periodico Liberi News in quanto è mia volontà e dovere condividere, in maniera sempre più larga, la “Vera” informazione nel campo della Nutrizione e dell’Alimentazione. Per vera informazione io intendo quella che è stata avvalorata da prove scientifiche provenienti dai laboratori sparsi per il mondo e dalle esperienze dirette in sede di Studio, mie e dei colleghi della Salute con i quali collaboro. Allo stesso tempo sono sempre pronto ad evere torto in quanto le migliori scoperte vengono fuori quando si mette in discussione ciò che si crede di sapere); ma nessuno può avere torto se non si espone! Non voglio riempire questo spazio parlando di me, in quanto a tale scopo è possibile consultare la mia Pagina Facebook e il mio Blog ai seguenti link sottostanti: https://www.facebook.com/StudioBiolog oNutrizionistaCarofaro?ref=hl http://loyogadellanutrizione.blogspot.it/
Questo giornale è stampato su carta certificata Fedrigoni costituita da pura cellulosa e.c.f. e da un elevato contenuto di fibre di recupero (almeno il 25%).
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FRATTAMAGGIORE – Il personale del Comando della Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Napoli ha effettuato il sequestro di un’area agricola adibita a discarica abusiva estesa per circa 24.000 mq, adiacente alla sede del Liceo Scientifico Carlo Miranda ed a terreni coltivati. La discarica in questione era formata da un piano di calpestio rialzato mediamente per circa 2 mt rispetto al piano di campagna circostante. Da un primo riscontro è risultata costituita da materiale di risulta dell’attività edile e stradale (rifiuti derivanti da lavori di demolizioni, guaine bituminose ecc., frammisti a terreno in parte ricoperto da piante infestanti nonché materiale vegetale proveniente da potatura e abbattimenti di piante di palme), materiali plastici e pneumatici fuori uso. Nel complesso, si tratta di una quantità notevole di materiali smaltiti illegalmente per un ammontare di circa 40.000 mc. L’attività è stata svolta a seguito di una segnalazione anonima. Il proprietario del fondo è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli. Il Comandante Provinciale della Forestale, Angelo Marciano, afferma che “continua in maniera incessante l’attività del Corpo Forestale dello Stato in provincia di Napoli tesa alla prevenzione e repressione dei reati ambientali con particolare attenzione all’abbandono dei rifiuti speciali e pericolosi e al contrasto dei ‘roghi tossici’ derivanti dall’illecita combustione”. Appena la notizia si è sparsa, pubblicata sui maggiori quotidiani regionali, a Frattamaggiore è scattata la ricerca spasmodica del fondo inquinato. I quotidiani non avevano pubblicato la foto, fornita dalla Forestale. Dov’è il
Le rubriche
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L’Ospedale da campo Don Edoardo Capuano
SULL’ECUMENISMO…. Di ritorno dal recente viaggio in Turchia, il Santo Padre non si è sottratto alle varie domande poste dai giornalisti, circa il significato di questo “pellegrinaggio” per così dire ecumenico, in quelle gloriose terre che la tradizione vuole convertite dall’apostolo Andrea. Sarà pure sembrato non nello stile di Bergoglio la sua affermazione sulla difficoltà oggettiva ad una unità tra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa. Per il Papa, infatti, non è possibile parlare di una unificazione costruita a tavolino, anzi, non sarebbe possibile parlare di una unità globalizzata, massificata, dove una delle due parti, nella fattispecie la parte Ortodossa, possa sottomettersi e perdere la ricca tradizione e soprattutto l’identità! A qualche domanda di tipo teologica, ha preferito, con ironia, ricordare chi affermava che tali questioni dovrebbero essere affrontate da pensatori su di un isola sperduta in un lontano oceano! Quasi a voler dire che è tempo sprecato. Infruttuoso ed inopportuno. E noi sappiamo che per Papa Francesco il tempo è talmente prezioso che non va dissipato in chiacchiere. Quale soluzione? Non esiste una costruzione ideologica, ma un’azione condivisa! Non è questione di prestigio, ne tantomeno di riconoscere in “Pietro” il capo. Nel vescovo di Roma va riconosciuto la “presidenza alla Carità” , la quale si esplica nel servire per prima nel nome di un Capo assoluto, ovvero Gesù Cristo, per il quale l’unico atteggiamento è amare, e l’amore come sappiamo non si calcola ma si vive nelle scelte. Condividere significa scorciarsi insieme le braccia e rendere attuali le opere di carità. Significa dare poca importanza ai luccichii delle vesti e indossare abiti pratici per poter meglio e con disinvoltura lavorare nella vigna. L’ideale è lo stesso, il campo è il medesimo, gli operai hanno una loro identità! In questo mondo dove politicamente si vuol pensare solo ai presunti errori fatti in precedenza e l’inadeguatezza dei reggenti, teorizzando su promesse ataviche, mai applicabili, la Chiesa ancora una volta risponde col mettere l’essere umano al centro, sostenendo che anche l’ecumenismo non è atto a capire solo chi ha ragione o meno fra le religioni, ma come interpretare il volere del “Totalmente Altro” e farlo diventare monito per una condivisione pacifica dove la persona è il punto più alto nel pensiero e nelle opere!
Gli orrori di Psicologia Dott. Raffaela Cerisoli 1
Spesso anche volti noti nella prima serata televisiva affermano: “Non prendiamo questa cosa per vera, ma pensiamo che è STATISTICA”. La statistica non è sinonimo di qualcosa di indefinito o inverosimile, la statistica è una disciplina che ha come fine lo studio quantitativo e qualitativo di un particolare fenomeno che verrà studiato sottoponendolo a formule matematiche precise per ottenere l'informazione che ci permettano di rispondere alle domande poste e di estendere i risultati da un piccolo campione rappresentativo alla maggior parte della popolazione. Ad esempio dire che in Italia l’altezza media dell’uomo è di 175 cm mentre è di 183 quella degli uomini delle Alpi Diniriche (popolazione più alta al mondo) non significa che non esiste un italiano alto più di un metro e ottanta ma che la popolazione Italiana è meno alta di quella del nord Europa. La statistica è l’essenza della ricerca scientifica, sia quella psicologica, che è una scienza giovane, sia di discipline quali l’ingegneria e la medicina dove le statistiche fatte per l’elaborazione di ingranaggi specifici e di medicinali sono fondamentali per prendere decisioni strutturali, quindi altro che pressapochismo o verosimiglianza, la statica viene ad essere un paradigma di certezza . Questa rubrica si pone lo scopo di smascherare gli “orrori” che spesso giornali, tv e discorsi del senso comune fanno nell’abuso di termini tecnici della psicologia clinica. Vorrei con il lettore fare un viaggio in quelli che sono i luoghi comuni e gli errori classici che spesso vengono fatti perché la psicologia è di tutti ma non per tutti e deve essere trattata con la giusta dignità e usando il giusto vocabolario. 1 Psicologa, Phd student of Second University of Naples. Esperta in Psicodiagnostica e Rorschach.
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La Palestina c’è 1959/2014 Caduto l’ultimo muro Tensione alle stelle tra Israele e le istituzioni europee. Prima la decisione del Tribunale del Lussemburgo di 'sdoganare' Hamas, quindi, poche ore dopo, il voto del Parlamento a favore del riconoscimento della Palestina, vengono percepiti nello Stato ebraico come due azioni apertamente ostili. Tanto da provocare l'ira furibonda del premier Benyamin Netanyahu che arriva ad evocare la Shoah: "Oggi abbiamo visto esempi sconvolgenti dell'ipocrisia europea. A quanto pare - attacca il premier - troppe persone in Europa, nella stessa terra dove 6 milioni di ebrei sono stati massacrati, non hanno imparato alcunché". Tutto ha avuto inizio a Lussemburgo, dove i giudici del Tribunale europeo hanno deciso di annullare l'iscrizione di Hamas dalla lista nera europea delle organizzazioni terroriste, seppur per 'motivi procedurali' e mantenendone comunque in vigore gli effetti per garantire il congelamento dei beni. Decisione accolta subito con giubilo da Gaza: "Viene corretto un errore commesso dalla Ue nel 2003", ha detto Sallah al-Brdwail, un dirigente di Hamas. Il 29 novembre scorso l’ONU celebrava la Giornata Mondiale di Solidarietà con il Popolo Palestinese e si avviava il tema del riconoscimento della Palestina per tutte le cancellerie europee.
“Ho deciso di riconsiderare l’embargo, che considero antistorico”, ha detto Obama, che ha dato incarico al Segretario di Stato John Kerry di avviare un negoziato per normalizzare la situazione. L’annuncio è stato preceduto dalla liberazione di Alan Gross, un contractor che era detenuto all’Avana da cinque anni. Da parte statunitense, sono stati liberati tre agenti dei servizi cubani. Raoul Castro ha confermato la liberazione di 56 detenuti politici e una spia statunitense. Obama ha annunciato i primi provvedimenti, a partire dall’apertura di un’ambasciata. A Cuba, Castro nel frattempo elogiava il ruolo del Vaticano, la cui mediazione è stata fondamentale: l’ultimo atto, una lettera di Papa Francesco ai due presidenti.
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Al via Natale Insieme Frattaminore, la kermesse predilige la partecipazione e la difesa dell’ambiente di Cristina Capasso
ne, è stata messa in scena la “Favola di Natale...babbo Natale e i suoi folletti" , uno spettacolo per bambini, scritto e diretto da Angelo Perotta della Compagnia Teatrale di Frattaminore Comic Art di Angelo Perotta. Nella parrocchia di San Maurizio martire, c’è stata la messa di Natale dei bimbi della scuola dell’infanzia e delle classi quinte del circolo didattico Cristoforo Colombo. L’amministrazione, vincitore del premio “Comuni Virtuosi”, da sempre attenta alle tematiche ambientali, ha istituito nell’ambito delle manifestazioni natalizie 2014 il concorso a premi RiciclAbero. Ogni albero di Natale dovrà essere creato con materiali di riciclo e/o riutilizzabili. Le creazioni vanno presentate entro il 22 Dicembre presso l’auditorium del circolo didattico C. Colombo –via Manzoni. Il concorso è suddiviso in quattro fasce con premi non superiori ad € 500,00 per ciascuna categoria: 1. Classi delle scuole dell’infanzia, elementare, media e superiori Premio: buono da € 500,00 per acquisto materiale didattico 2. Giovani e meno giovani dai 18 anni - Premio: buono da € 500,00 per acquisto di un weekend in una capitale europea 3. Pensionati - Premio: buono da € 500,00 per acquisto di un weekend in una SPA o centro termale 4. Attività produttive e commerciali Premio: esonero della TARI per l’anno in corso e comunque non
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Lunedi 15 dicembre, alle 18, c’è stata, nell’auditorium della Scuola Media Novio Atellano, la presentazione del cartellone di iniziative Natale 2014, alla presenza del sindaco Vincenzo Caso, dell’assessore Vincenzo Fausto. Le iniziative erano partite nel weekend precedente. Il cartellone della kermesse è stato voluto dall’amministrazione comunale in collaborazione con le scuole, le parrocchie, le associazioni, la proloco ed il forum della giunta di Frattaminore. Una scelta quella della condivisione e della partecipazione di tutte le agenzie formative cittadine, voluta dall’assessore alla cultura, alle tradizioni ed alla polizia municipale del Partito Socialista. Sabato scorso, negli spazi della parrocchia di San Simeone profeta, è stata inaugurata la Mostra di Arte Presepiale dell’Associazione Presepi e Dintorni, presieduta dal maestro Bartolomeo Capuano e si è svolto il presepe vivente, il cui ricavato delle donazioni servirà per sostenere le famiglie bisognose. Domenica, sempre negli spazi della parrocchia di San Simeo-
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superiore ad € 500,00. La giuria è formata dal sindaco Vincenzo Caso (senza diritto di voto), dall’assessore Enzo Fausto (senza diritto di voto), dal geometra Mario Cimmino, responsabile del Servizio Ecologia (senza diritto di voto), da Carlo Di Domenico, Inventore App My Sir; dall’imprenditore Mario Schiano, della Mario Schiano 1923, da Antonio Gallozzi, Direttore Legambiente Campania, dalla nostra direttrice Teresa Cerisoli, da Bartolomeo Capuano, Presidente Associazioni Presepi e dintorni, da Luigi Costanzo, medico per l’ambiente e figura di spicco del comitato “No ai Roghi tossici”
Lettera alla Direttrice POVERA FRATTA Un comune inefficiente, incapace di rispondere con tempestività ai bisogni dei cittadini è la linfa dei sistemi politici clientelari, perché per il cittadino ottenere una concessione edilizia, il rilascio di un certificato, l'assegnazione di un loculo al cimitero diventano favori, non diritti, attraverso i quali si rafforzano i consensi elettorali. POVERA FRATTA: la crisi si acuisce mentre siamo solo alla fine della legislatura. In genere un sindaco e i politici sono in piena luna di miele. Come farà la città a reggere ancora questi pochi mesi? Deve scattare uno spirito civico forte che sia in contrapposizione con le forze politiche corrotte. FRATTA va messa davanti ad ogni interesse politico per il bene della città e dei cittadini. E’ necessario ed urgente che la Politica pulita faccia la sua parte e si rinnovi in campo aperto. Il paese è fermo. Siamo in un momento in cui è necessario il massimo dialogo tra le forze politiche ed i cittadini. Ognuno deve fare il suo sforzo ad unire quanto più è possibile. Solo chi si impegna può criticare. Chi non partecipa perde sempre. Crescenzo Giordano
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