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I GIOVEDI DI TV CENTRO MARCHE ore 20.20: Gli Incontri di Alceo Moretti

domani

ALCEO MORETTI DIRETTORE Periodico di Cultura - Economia Informazione - Politica - Sport Anno XXVII - N. 1 - FEBBRAIO 2012 Spedizione in A.P. 70% Filiale di Ancona Pubblicità non superiore al 50% Distribuzione gratuita E-mail: info@marchedomani.com

I GIOVEDI DI TV CENTRO MARCHE ore 21.00: Servizio Pubblico di Michele Santoro

E’ entrata in vigore con l’inizio del 2012 e in un coro di controversi pareri. Riforma delle pensioni, argomento dalle molteplici implicazioni: quella redatta dal governo tecnico del professor Monti modifica in profondità il sistema. Quale sarà l’effetto delle nuove misure previdenziali per una regione come le Marche che ha popolazione tra le più longeve d’Europa? Ci sono punti che andrebbero modificati per evitare disuguaglianze, eccessivi appesantimenti e sacrifici? La nostra testata ha invitato a partecipare il mondo degli addetti ai lavori e ha raccolto pareri tra la gente per un focus su un tema dai forti connotati sociali

Pensione, impresa ardua Sono intervenuti: GIAN MARIO SPACCA, ROBERTO GHISELLI, STEFANO MASTROVINCENZO, GRAZIANO FIORETTI, ADRIANO FEDERICI, ALBERTO NICCOLI, LORENZO CENTURELLI, LORENZO CAPICI GLI INCONTRI DI ALCEO MORETTI

Politica La parola a: STEFANO DELLABELLA,

GIAN MARIO SPACCA SARA GIANNINI

ENZO GIANCARLI, DINO LATINI, PALMIRO UCCHIELLI,

MARCO PACETTI

GIOVANNI ZINNI

Cultura La città ideale: l'utopia del Rinascimento nella grande mostra di Urbino

A scuola di visioni: percorsi attraverso i linguaggi del contemporaneo

“Nuova natura al Festival”: il progetto di Francesco Micheli, direttore artistico dello Sferisterio

Sport Le interviste: Fabio Sturani, presidente Coni Marche e Davide Paolini, presidente Fip Marche


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MORETTI – Buonasera cari amici, l’ospite di questa trasmissione è il Governatore Gian Mario Spacca e voglio iniziare raccontando la serie di traversie che abbiamo dovuto percorrere per poterlo avere qui, perché veramente Spacca è una macchina volante: (in tono scherzoso) ci sono film in cui si vedono delle strane macchine volare da una parte all’altra, così fa il nostro Governatore. Chiamo una volta ed è a Barcellona, un’altra volta è a Pechino, un’altra ancora non lo si può disturbare perché il Comitato centrale del Partito comunista cinese lo riceve in visita ufficiale, ed è la prima volta che succede ad un presidente di Regione. Per fortuna, però, questa sera riusciamo ad

altri continenti. MORETTI – Questo tuo dire fotografa una situazione che ormai tutti conoscono: le aziende sono in difficoltà, le banche non ne parliamo. Allora mi viene spontanea una domanda: come fai a reggere tu la ‘baracca’? SPACCA – Le difficoltà ci sono e sono molto forti; certo, la nostra è una comunità regionale particolarmente tenace, particolarmente solida; abbiamo una struttura imprenditoriale legata alla famiglia, al capitalismo familiare che non è quello finanziario, quindi in grado di reggere meglio le difficoltà. MORETTI – Piccolo inciso: siamo la regione più imprenditoriale d’Italia, battiamo la Lombardia che è al sesto posto. SPACCA – Una cosa positiva è che siamo saliti nella classifica europea: nella classifica delle regioni manifatturiere, proprio a causa della crisi, le Marche, che erano al quindicesimo posto, sono salite al dodicesimo tra le 260 regioni d’Europa, quindi scaliamo posizione. Indubbiamente, però, il nostro sistema manifatturiero complessivamente soffre e noi cerchiamo quindi di rafforzare la coesione della nostra società, sia

basta, non è sufficiente: bisogna anche creare lavoro, perché poi questi ammortizzatori finiranno e questo sarà quindi l’impegno… MORETTI – (scherzando) …ma tu da ragazzo facevi il boy scout? SPACCA – No, ero aspirante… MORETTI – …perché sei di un’abilità incredibile nella ricerca... SPACCA – …montanaro, boscaiolo, quindi la ricerca era quella: i funghi, gli asparagi, i tartufi (scherza, ridono). MORETTI – L’ho detto anche in un’altra trasmissione: mio cognato, che è della Comunità europea, dice che sei di un’abilità incredibile: hai trovato finanziamenti dormienti, che nessuno aveva cercato… SPACCA – …quelli dormienti sono quelli piccoli, con cui, ad esempio, abbiamo finanziato l’Iniziativa adriatico ionica; era un’economia nel bilancio dell’Unione europea. Grandi sono come quello della Banca europea degli investimenti: 200 milioni che ci hanno consentito l’equilibrio nel bilancio regionale anche nel 2012, finanziamenti che siamo riusciti a trovare grazie alla fiducia che la Regione Marche ha saputo conquistar-

SPACCA – …queste erano le priorità che ci eravamo dati per il 2011 e rispetto alle quali possiamo presentare un bilancio che ritengo sia positivo. Abbiamo parlato della cattura delle risorse, soprattutto in campo europeo, che ci ha consentito di compensare i tagli del Governo nazionale: il nostro bilancio per il 2012 complessivamente mette a disposizione della comunità regionale le stesse risorse, anzi

FEBBRAIO 2012 cento... SPACCA – …sì, ma loro non si preoccupano; stamattina ho letto una notizia che mi ha lasciato esterrefatto, e cioè che dei dipendenti della Sicilia stanno correndo al raggiungimento, al conseguimento delle pensioni baby prima che entri in vigore la nuova normativa. Si tratta di irresponsabilità, e non so quanto sia giusto che noi marchigiani ci assumiamo questo grande sen-

MORETTI – Ecco che viene fuori ancora una volta il rabdomante dei finanziamenti… SPACCA – …sorprende, comunque, che ci sia una polemica su questa cosa, perché considerato l’effetto Dustin Hoffman sulla crescita del turismo internazionale nella nostra regione, dato anche il costo, veramente si può parlare di un’operazione mirabile. MORETTI – E’ vero, ha

GOVERNATORE GIAN MARIO SPACCA

“Guardiamo alle opportunità del mondo che cresce” averlo qui con noi. Gian Mario, viviamo un momento molto difficile, no? Stamattina sono venuti a trovarmi due direttori di banca che si sostituiscono; facendo gli auguri al nuovo direttore per la sua attività, mi sono sentito rispondere: “Dovrebbe piuttosto farmi le condoglianze, perché vado ad assumere degli incarichi veramente...”. Insomma, com’è la situazione nella nostra regione? SPACCA – Buonasera, Alceo. Effettivamente se io fossi nei panni di un direttore di banca sarei preoccupato, molto preoccupato per l’anno che arriva; mi riferisco al peso che graverà sulle strutture finanziarie, sui loro profili di liquidità, e di conseguenza sulle imprese che sono chiamate a tenere il reddito e l’occupazione anche nella nostra regione. E la nostra preoccupazione è soprattutto da questo punto di vista: quello della liquidità necessaria alle imprese per sostenere i loro programmi, che non sono soltanto, e magari lo fossero, programmi di investimento, ma sono anche le attività correnti. Indubbiamente la politica che si sta facendo in Europa non favorisce una ripresa delle attività: è una politica molto orientata alla salvaguardia del valore dell’euro, della moneta europea, e così facendo si penalizza la possibilità della crescita dell’economia europea a tutto vantaggio degli

sotto il profilo economico, sia sotto il profilo più squisitamente sociale. Il primo impegno è quello di tutelare il lavoro -i lavoratori, le famiglie dei lavoratori- di fronte alle difficoltà, e ci rende particolarmente orgogliosi il fatto che, pur essendo ormai al quarto anno di crisi, il numero dei lavoratori nelle Marche sia rimasto costante: erano 657 mila prima della crisi, sono 657 mila oggi, anche se bisogna dire che in questo numero sono ricompresi i 40 mila protetti dagli ammortizzatori sociali messi in campo anche dalla Regione Marche, in modo particolare per le micro e piccole imprese e che sono gli ammortizzatori sociali in deroga. MORETTI – Come avete fatto a proteggerli? SPACCA – Abbiamo utilizzato soprattutto le risorse dell’Europa, quelle ordinarie, che sono legate al Fondo sociale europeo, ma anche quelle del Fondo per la globalizzazione, e questo ci ha consentito di praticare una politica di protezione e di resistenza di fronte alla crisi. Politica che ha impegnato moltissime risorse: in questi 3 anni sono stati impiegati 282 milioni di euro per proteggere quelli che sono tra i 40/45 mila lavoratori ogni anno. Quindi c’è stato un grande aiuto da parte dell’Unione europea, bisogna riconoscerlo, anche se chiaramente questa politica non

si e che non è una fiducia nel suo presidente, ma è una fiducia in tutta la comunità regionale che ha impegnato nel corso del tempo milioni di risorse e lo ha fatto con grande correttezza e serietà, senza malversazioni, senza degenerazioni anche di tipo crimina-

qualcosa di più, del 2011, nonostante i fortissimi tagli prodotti nei trasferimenti dello Stato, e questo si è potuto ottenere grazie appunto all’Europa, ma anche grazie all’azione di risparmio che la Regione ha introdotto nella sua attività. Ad esempio, c’è

Nonostante i tagli, il nostro bilancio per il 2012 mette a disposizione della comunità regionale le stesse risorse, anzi qualcosa di più, del 2011. Il primo impegno è quello di tutelare il lavoro le. Questo ci ha consentito di presentarci alla Banca europea degli investimenti con dei titoli, con una credibilità che anno su anno … MORETTI – ….dunque una provvista finanzia per ulteriori 200 milioni di euro… SPACCA – …e questi ultimi 200 milioni saranno particolarmente utili per far fronte ai problemi di liquidità delle imprese, ne parlavamo proprio all’inizio, e ai problemi dell’economia regionale nel suo complesso. MORETTI – Nella conferenza stampa di stamattina ha parlato di tre priorità: “Marche 2020”, domotica e cattura di risorse libere in Italia e in Europa...

stato un notevole risparmio sui costi del personale, e il costo del personale della Regione Marche è ormai un record a livello italiano: secondo una legge fatta dall’attuale Governo, le Regioni non possono spendere per il loro personale più del 40 per cento delle spese correnti; ebbene, noi siamo al 13 per cento, quando ci sono molte regioni d’Italia che sono bel al di sopra dei limiti di legge. Quindi noi siamo veramente virtuosi, seguendo lo spirito marchigiano orientato alla parsimonia e alla consapevolezza. MORETTI – Immagino quando alla prossima riunione dei tuoi colleghi presidenti di Regione incontrerai quelli che spendono il 40 per

so di responsabilità per noi e per il resto del paese, della comunità nazionale, quando ci sono altri che adottano questi comportamenti… MORETTI – …però è sempre bello poter dire queste cose. SPACCA – E’ bello poter dire queste cose, ma è bello anche pensare che gli altri prima o poi si adeguino a questa logica di virtù. MORETTI – Spero che tu faccia una smentita al Sole 24 Ore che è uscito con la notizia che tu hai pagato Dustin Hoffman 16 milioni di euro… SPACCA – …se dovessimo smentire tutte le notizie non corrispondenti all’esattezza, diciamo così, la nostra attività sarebbe ogni giorno concentrata sulle smentite. Però questa del Sole 24 Ore è particolarmente grave, perché ci ha addebitato un costo dell’operazione di Dustin Hoffman che non corrisponde minimamente alla realtà. L’abbiamo detto tante volte: Dustin Hoffman, la sua performance, la produzione del video, la distribuzione, è un’operazione che complessivamente è costata alla nostra regione un milione e 600 mila euro di risorse europee, risorse che se non avessimo utilizzato noi sarebbero state utilizzate da qualche concorrente del nostro paese, magari la Croazia, per incentivare la propria attività turistica.

dato grandi risultati: il turismo è aumentato… SPACCA – …è aumentato, soprattutto quello di provenienza anglosassone, tant’è che le do un’anticipazione: con Dustin Hoffman rinnoviamo il contratto anche per il prossimo anno e probabilmente lavoreremo in primavera nella nostra regione. MORETTI – Troverai ancora una legge dormiente europea… SPACCA – …sicuramente faremo riferimento alle risorse europee, perché quelle della nostra regione le dobbiamo spendere soprattutto per il lavoro. MORETTI – A proposito di lavoro, tu, con la tua formidabile squadra di assessori e con tutti gli altri tuoi collaboratori che ormai conoscono bene le redini del presidente, ti sei fortemente impegnato per la tutela dello stesso. Mi spieghi bene che cosa avete fatto, cosa state facendo e che cosa farete? SPACCA – E’ stato adottato un ventaglio di misure: quelle che abbiamo citato prima, cioè gli ammortizzatori sociali per i lavoratori che vivono situazioni di crisi, mettendo a disposizione forme di cassa integrazione, oltre che ordinaria e straordinaria, in deroga, e ciò con riferimento alle micro e piccole imprese e a diversi settori di attività, non solo l’industria ma anche l’artigianato, il commer-


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FEBBRAIO 2012 cio, il turismo, l’agricoltura e così via. Oltre a questo, abbiamo preso delle misure specifiche che riguardassero i familiari del lavoratore in condizioni di difficoltà, ad esempio sostenendo con borse di studio l’attività dei figli, perchè il percorso di studio intrapreso non venisse interrotto. Abbiamo adottato misure in diverse aree finalizzate a tenere coeso il rapporto tra l’imprenditore e il lavoratore, in modo

brasiliani. MORETTI – Ricordo quando cominciasti, ai tempi in cui eri assessore all’Industria, portando in Cina una ventina di industriali che ti diedero retta… SPACCA – …ma lo sai qual è il segreto della Germania? Perché la Germania sta andando così bene rispetto agli altri paesi europei? Innanzitutto perché è un paese manifatturiero come manifat-

erano state tutte vendute… SPACCA – …e in questo momento la Cina sta diventando un mercato di grande importanza per i calzaturieri della nostra regione; lo è stata la Russia negli anni Novanta. MORETTI – Diamo subito una notizia: è stato esaminato il primo semestre di esportazioni delle Marche in Cina, abbiamo avuto uno sviluppo del 43%.

Spingere verso i mercati in espansione. Per cogliere le occasioni legate a realtà che conoscono un forte sviluppo. Sotto i riflettori degli “Incontri” di Alceo Moretti l’esortazione del Governatore delle Marche, Gian Mario Spacca. Con un inciso: “Io sono andato in Cina, paese che vorrebbe rappresentare un partner affidabile per noi. La cancelliera Merkel, a differenza del nostro premier, andava a fare accordi commerciali in prima persona. E’ uno dei motivi per cui la Germania sta andando così bene”. Sostegno ancora più deciso all’internazionalizzazione: è uno dei punti progettuali per il 2012. In stretto binomio con l’innovazione: la priorità nella realizzazione di infrastrutture immateriali, su cui siamo in ritardo tale che non si disperdesse il capitale sociale costruito nel corso del tempo, ma anche affinché la famiglia del lavoratore fosse protetta e quindi il lavoratore fosse, in un momento psicologicamente difficile, sostenuto nell’alveo della propria famiglia. MORETTI – (Rivolto ai telespettatori) Una cosa che di Spacca mi è sempre piaciuta molto è l’impegno sul fronte dell’internazionalizzazione, una camicia che indossa da oltre 20 anni. Impegno quanto mai necessario oggi, perché, tasto su cui giustamente il nostro Governatore ribatte, è vero che noi siamo in crisi, ma è anche vero che nel mondo ci sono paesi che vanno con il vento in poppa, allora ecco che bisogna andare a trovare contatti nelle aree in espansione, cercando di penetrare nei mercati in sviluppo. SPACCA – Questa è una lezione che ci viene dalle nostre stesse imprese, perché le imprese che hanno internazionalizzato, che sono andate sui mercati in espansione nonostante la crisi, vanno bene, guadagnano, e i loro flussi di cassa, cioè le risorse che guadagnano sui mercati internazionali, li riportano nelle Marche per migliorare il nostro reddito e la nostra occupazione. Non siamo più nelle condizioni del 2009, quando il commercio mondiale è caduto del 12% per cento; nel 2011 il commercio mondiale crescerà del 5% per cento e altrettanto avverrà nel 2012, probabilmente anzi le cose miglioreranno. Quindi è vero che l’Italia è in una situazione di recessione -che la crescita non ci sarà, anzi avremo una diminuzione che molti pensano essere intorno al mezzo punto percentualee così pure l’Europa, ma ci sono altre realtà nel mondo che crescono moltissimo e su quelle noi dobbiamo andare a lavorare, integrandoci con le loro economie per cercare di cogliere l’opportunità della loro crescita, che assomiglia tanto a quella dell’Italia degli anni Settanta. Ecco allora che stiamo spingendo soprattutto le piccole imprese organizzate in sistemi, in network, ad andare su quei mercati in modo da poter godere delle opportunità che questi offrono e che sono soprattutto quelli asiatici e

turiere sono le Marche, poi perché la cancelliera Merkel, a differenza del nostro premier, andava a fare accordi commerciali direttamente con la Cina, quindi l’economia tedesca, economia manifatturiera di alta qualità e di forte innovazione, è direttamente intrecciata con l’economia cinese e sta godendo della fortissima crescita di quest’ultima. Cosa che non succede all’Italia perché il nostro premier, o meglio i nostri premier, non sono mai andati in Cina durante la loro … MORETTI – …era scomodo, eh… SPACCA – …era scomodo, però c’era un atteggiamento nei confronti della Cina che tu tante volte in queste trasmissioni hai ricordato e che a me è stato ricordato anche quando sono stato ricevuto al Comitato centrale del Partito comunista cinese –prima volta, l’hai detto tu all’inizio, che un presidente di Regione veniva invitato-, che è praticamente l’espressione più forte del governo di quel paese, dove vengono decise le strategie. C’è stato detto questo: che noi non vogliamo gli investimenti cinesi in Italia, non vogliamo il sostegno della finanza cinese al nostro debito pubblico, che noi dipingiamo quel paese come in realtà non è, quando vorrebbe essere un partner affidabile per noi, per costruire quelle linee strategiche che sono state fatte in Germania dalla Merkel. MORETTI – Spero che tu abbia smentito. SPACCA – Io ho detto che noi siamo pronti a ricevere capitali nella nostra regione e mi è stato risposto che per la verità la nostra regione non è immune da questo vizio: ci sono cose che noi avremmo voluto fare nelle Marche e non abbiamo potuto fare perchè ci sono state delle resistenze e non vado più avanti. MORETTI – (Spiega, rivolto ai telespettatori) Erano venuti per salvare qualche industria nostra. Ricordo che uno degli imprenditori del gruppo che tu, da assessore all’Industria, portasti per la prima volta in Cina mise per scherzo delle scarpe in vendita in un supermercato a 1.000 quando in Italia si vendevano a 200; non scherzava più quando il giorno dopo aveva visto che

SPACCA – E’ per questo che abbiamo messo il vaso cinese alle nostre spalle. MORETTI – (Ride) Bella questa! (Spiega, riferendosi al vaso che si vede alle spalle di Spacca) Mio papà mi ha lasciato in eredità quel vaso cinese, che appartiene alla famiglia Moretti credo da un paio di cento anni. Un amico di Spacca pensava che, dati i rapporti del Governatore con la Cina, lo avesse portato lui in trasmissione. Gian Mario, tra le altre cose, tu sei molto battagliero per l’innovazione: fai di tutto per sviluppare questo concetto, ci riesci? SPACCA – Questo è il punto dolente della nostra regione, che ha tanti primati ma è un po’ indietro invece su questo aspetto, sia nelle declinazioni classiche dell’innovazione, che riguarda soprattutto l’impresa -almeno secondo le statistiche ufficiali che vengono diramate dal Ministero della Ricerca e dell’Innovazione ed anche dall’Eurostat a livello europeo-, ma anche e soprattutto riguardo alle tecnologie di carattere più innovativo, informatico, e alle telecomunicazioni. Quindi l’obiettivo che ci siamo dati per il 2012 è lavorare su questo aspetto; abbiamo fatto un progetto particolare che si chiama ‘Web 2’: è un’area che ci consentirà, se riusciremo a svilupparla e a sostenerla con adeguati finanziamenti, di recuperare i ritardi che fin qui abbiamo accumulato, anzi di sopravanzare per offrire alla nostra comunità una rete su cui agganciare una velocità di comunicazione particolarmente alta. MORETTI – I marchigiani sono stati molto forti, presenti nel mondo, con alcune iniziative: penso ad esempio al Congresso eucaristico, che ha avuto una risonanza mondiale. SPACCA – Quella della visita del Santo Padre è stata una delle cose più belle che siano accadute nel 2011… MORETTI – … un avvenimento riportato dalle televisioni mondiali... SPACCA – …non solo; è stato motivo di rafforzamento spirituale, quindi credo che quei giorni di riflessione abbiano consolidato anche lo spirito della comunità regionale. MORETTI – Senti, come

va la Macroregione? SPACCA – Ormai tutto quello che noi potevano fare lo abbiamo fatto: la Macroregione è messa nelle mani del Governo italiano, perché, quando prenderà la presidenza dell’Unione europea, nel 2014, ci sia la conclusione di questo processo di autorizzazione. E’ molto importante che questo processo avanzi: ho sentito le prime dichiarazioni del nuovo Ministro degli Affari esteri, che continua a sostenere questo progetto come il suo predecessore. Speriamo quindi che questo percorso possa completarsi, anche perché la vicenda del Corridoio baltico adriatico testimonia che abbiamo bisogno di un’unità di indirizzo programmatico che riguarda tutto il mare Adriatico. MORETTI – Un settore molto importante è quello della sanità; ho visto che avete approvato un piano sanitario… SPACCA – …sì, è l’ultimo anello di un percorso di programmazione che riguarda la legge sull’organizzazione, il piano socio sanitario e il piano degli investimenti e questo ci consente di affrontare un anno in cui dovremo migliorare la produttività del nostro sistema sanitario a fronte di tagli che sono stati fatti dal precedente Governo, così da garantire gli stessi servizi, anzi migliorare i servizi ai nostri cittadini. E’ un’impresa molto complessa: speriamo di riuscirci anche grazie a questo nuovo modello organizzativo che supera le logiche campanilistiche dei territori: la programmazione non nasce più dalla sommatoria delle soluzioni che appartengono ad ogni territorio, ad ogni città, ma nasce da una visione regionale nel suo complesso, considerando appunto le Marche come una sorta di città-regione all’interno della quale è possibile far emergere le specializzazioni, le competenze e quindi offrire ai cittadini i servizi migliori. MORETTI – Un tema di cui si discute sempre molto e su cui c’è forte attenzione è quello delle infrastrutture; come stiamo adesso nella regione? Tenendo presente che ci sono alcuni miliardi di lavori in corso… SPACCA – …ci sono 5 miliardi di opere in corso di realizzazione, alcune in uno stato molto alto di avanzamento, come la terza corsia della A14, che ha superato il 50% per cento in quanto a realizzazione: su 120 chilometri ne sono già stati realizzati 60. Altre stanno avanzando più lentamente per le difficoltà che nascono dalle imprese che realizzano l’opera, penso al Quadrilatero, ma speriamo di superare anche queste con un pressing che è quotidiano. Stiamo inoltre lavorando sulla direttrice Fano– Grosseto con le altre due Regioni, Umbria e Toscana, per fare una società che metta in pratica un contratto di disponibilità, l’unico strumento che al momento abbiamo a disposizione per realizzare quest’opera che è attesa da moltissimi anni. Stessa cosa stiamo facendo nel sud delle Marche per cercare di creare una piattaforma logistica che sia la seconda piattaforma logistica della regione per risorse europee, ma questo progetto di seconda piattaforma logistica nell’area di San Benedetto del Tronto molto dipenderà proprio dall’avanzamento della Macroregione adriatica, perché si inserisce in quella direttrice. MORETTI – Una cosa che mi ha colpito: ho visto che hai premiato il Ministro

PAGINA degli Emirati Arabi Uniti e l’Ambasciatore della Repubblica di Corea; ci sono collegamenti con qualche progetto? SPACCA – Questi sono amici delle Marche da tanti anni, sia Sultan Al Mansouri, che è il Ministro dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti, sia Thomas Han: sono persone che frequentano la nostra regione da circa 20 anni. Il Ministro dell’Economia è un imprenditore che veniva a comprare mobili nelle Marche, poi ha fatto una grande carriera; con lui è nato un solido rapporto di amicizia, così come con Thomas Han: abbiamo voluto premiare loro nella Giornata delle Marche di quest’anno, per sottolineare l’apertura internazionale della nostra regione. L’internazionalizzazione si fa costruendo rapporti di amicizia, relazioni forti con delle persone, non si fa soltanto con lo scambio fisico delle merci, ed è questo il messaggio che abbiamo voluto dare alle Marche: nel mondo ci sono tanti amici che sono disponibili a costruire con noi un percorso di crescita che è utile a tutti, perché nessuno in questa fase è a riparo della crisi. Tutti vogliono stabilire dei rapporti e integrare l’economia per affrontare la crisi in una logica di sviluppo qualitativo. Quindi nel mondo ci sono tanti amici che aspettano i marchigiani per costruire insieme dei progetti di crescita economica. MORETTI – A proposito di rapporti internazionali, ho visto che ti sei preoccupato, con la Fondazione Marche, di mandare 20 studenti marchigiani in America. SPACCA – Questo è il primo step del progetto ‘2020’, ovvero guardare alla nostra regione non soltanto nella congiuntura, ma in una logica di lungo periodo. Venti ragazzi vengono mandati nelle università americane più importanti a studiare le nuove frontiere della medicina per rafforzare il nostro sistema sanitario: in America stanno due anni, a spese della comunità regionale, ma poi quando tornano, e questo è l’impegno, devono rimanere nei nostri ospedali per farli crescere e dare servizi migliori ai nostri cittadini. MORETTI – Senti, che cos’è il web computing? SPACCA – Fa riferimento al progetto di cui parlavo prima e che appunto mira al rafforzamento della rete infrastrutturale dei servizi informatici e delle telecomunicazioni nella nostra regione, per cercare di coprire il deficit digitale che in questo momen-

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to abbiamo. MORETTI – Tu hai sempre avuto un carattere battagliero e hai sempre cercato di prevenire le situazioni, perchè arrivassimo primi. Vedo con molto piacere che tutte queste difficoltà che ti circondano dalla mattina alla sera e che forse ti causano qualche notte insonne non ti scoraggiano in questa tua filosofia del combattere, del non arrendersi, di cercare di arrivare primi. SPACCA – Noi siamo marchigiani, quindi veniamo rafforzati dalle difficoltà e cerchiamo di affrontarle uniti. Questo 2012, credo sia importante sottolinearlo, lo affrontiamo con l’unità delle forze sociali, delle categorie produttive; sul nostro bilancio di previsione è arrivato l’accordo di tutti e siamo fiduciosi anche per il prossimo anno, perché, come si è detto all’inizio, mettiamo a disposizione della comunità regionale, nonostante i tagli del Governo, le stesse risorse, anzi qualcosa di più dell’anno precedente. Quindi credo che possiamo passare un Natale tranquillo e io vorrei augurare ai nostri telespettatori di trascorrere davvero un buon Natale: che sia un Natale sereno nei loro cuori, perché trovando la serenità del cuore poi si risolvono tutti i problemi che sono all’esterno. MORETTI – Naturalmente mi unisco a questo augurio, aggiungendo una piccola ma positiva notizia: in ottobre i fatturati sono aumentati. SPACCA – Questo è un ulteriore segno di speranza. MORETTI – Grazie Gian Mario; (ai telespettatori) non vi racconto le acrobazie che ha dovuto fare per arrivare qui, tra l’altro colgo l’occasione per ringraziare i tecnici televisivi che hanno accettato di fare la trasmissione in un orario che adesso li obbliga ad un tour de force per andare in onda stasera alle 8 e 20. SPACCA – Auguriamo buon Natale anche a loro. MORETTI – Grazie, grazie ai telespettatori e arrivederci all’anno nuovo.

Trasmissione del 22 dicembre 2011 www.youtube.com/GruppoAlceoMoretti Marche domani - Anno XXVII Numero 1 - Febbraio 2011 Direttore responsabile Alceo Moretti Gestione editoriale Gruppo Alceo Moretti Comunicazione S.r.l. C.so Mazzini, 64 - 60121 Ancona - Tel. 071/205115 - Fax 071/53082 E-mail: info@marchedomani.com Presidente: Alceo Moretti Vicepresidente: Giorgio Moretti Consiglio: Sergio Moretti Stampa Rotopress International srl - Via Brecce - 60025 Loreto (AN) Tel. 071-7500739 - Fax 071 - 7500570 - E-mail: info@rotoin.it Chiuso in tipografia il 24 gennaio 2012 Prestampa Ediga s.a.s. - Via Abbruzzetti, 2A - Jesi (AN) Reg. tribunale di Ancona n. 5 del 14/02/87 Pubblicazione periodica Spedizione in Abbonamento Postale Pubblicità inferiore 50% Pubblicità GRUPPO ALCEO MORETTI COMUNICAZIONE Tel. 071/205115 (4 l. r.a.) E-mail info@alceomoretti.it www.alceomoretti.it


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Eco-risate al cinema: la mobilità a zero emissioni targata Energy Resources

“Benvenuti al nord”, legame a doppio filo con le Marche

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n “Benvenuti al nord”, la commedia più attesa dell’anno in questi giorni nelle sale italiane, diretta da Luca Miniero e prodotta da Medusa Film in collaborazione con Cattleya, non sono solo i luoghi ad avere un legame con le Marche. Nel film, oltre a Piobbico come location di alcune scene, c’è spazio per la sensibilizzazione sui temi dell’ambiente grazie ad un gruppo marchigiano: Energy Resources, realtà di spicco nel settore delle energie rinnovabili e della sostenibilità a 360 gradi. ER ha scelto il cinema per lanciare al grande pubblico il messaggio di una mobilità a zero emissioni: nel sequel dell’esilarante ‘Benvenuti al sud’ campione di incassi, a ricaricare i veico-

ne delle scene più divertenti. Un’operazione che rientra in una strategia più ampia della Holding, mirata a diffondere i principi dello sviluppo sostenibile. “Le nostre città sono afflitte da

sure estemporanee non risolveranno il problema. Una mobilità diversa, rispettosa dell’ambiente e della nostra salute, è già possibile, impiegando veicoli elettrici che si ricaricano con apposite colonnine al posto del vecchio

In “Benvenuti al nord”, a ricaricare i veicoli elettrici dei protagonisti ci sono le colonnine Energy Resources, ben visibili in alcune delle scene più divertenti del film tassi di smog sempre più preoccupanti –commenta Enrico Cappanera, amministra-

distributore di benzina. Ma questo non basta, perché se l’energia elettrica viene pro-

Piobbico tra le location. E spazio per la sensibilizzazione sui temi dell’ambiente grazie ad una realtà di spicco del nostro territorio: ER ha scelto la commedia più attesa dell’anno per lanciare il suo messaggio li elettrici dei protagonisti ci sono le colonnine Energy Resources, ben visibili in alcu-

tore delegato di Energy Resources– ed è ormai chiaro che blocchi del traffico e mi-

Linea ferroviaria adriatica: rilancio per lo sviluppo Marche e Abruzzo insieme per attivare “un’azione forte” nei confronti del Governo nazionale. L’obiettivo è rilanciare la linea adriatica, penalizzata dalla riduzione dei servizi e dei collegamenti ferroviari. Gli assessori ai Trasporti delle Marche, Luigi Viventi, e dell’Abruzzo, Giandonato Morra, si sono incontrati ad Ancona per definire una strategia comune. Con il nuovo orario invernale, i collegamenti sulla lunga percorrenza hanno subito una diminuzione delle fermate. A seguito delle proteste delle Regioni sui cui territori transitavano questi treni, sono state ripristinate numerose fermate nell’Emilia Romagna, ma non nelle Marche e in Abruzzo. I Frecciabianca (ex Eurostar City) sostano solo ad Ancona, saltando Pesaro e San Benedetto del Tronto, mentre in Abruzzo non si fermano a Pescara, Giulianova e Vasto. Gli InterCity hanno poi ridotto due corse e nella fascia notturna non fermano più nelle Marche e in Abruzzo, dando vita a un paradosso, sottolineato dai due assessori: “Nelle Marche transitano e non si fermano, a Pescara si fermano ma non fanno salire i passeg-

quinamento: la soluzione sta in sistemi di ricarica integrati ad impianti fotovoltaici, che, oltre a fornire energia pulita, sostengono economicamente gli interventi grazie agli incentivi, con risparmi notevoli”.

geri”. Commenta Viventi: “Dopo aver risolto il problema del trasporto pubblico su ferro delle linee regionali, con un ripristino consistente dei trasferimenti statali (1,6 miliardi sui 2 necessari), ora dobbiamo affrontare il potenziamento dell’Adriatica. Senza le fermate cancellate, è una linea monca, che non serve al territorio e allo sviluppo economico del Paese”. Nel corso dell’incontro, Viventi ha affrontato anche le questioni legate alla “direttrice romana”. I collegamenti con la capitale hanno visto la soppressione di una coppia di Eurostar (partenza da Ancona alle 11.13, rientro da Roma alle 19.32), che le Marche chiedono invece di ripristinare. Sul fronte della Quadrilatero, recente incontro di Gian Mario Spacca con Gaetano Galia, presidente di Quadrilatero, per fare il punto, a diverse settimane dal subentro di Impresa spa alla Btp nella realizzazione delle opere. “Purtroppo –ha evidenziato il Governatore– i lavori non stanno procedendo come dovrebbero. E’ assolutamente necessario che anche quest’impasse sia superata al più presto”.

Dal 28 marzo attivo il volo Ancona-Stoccolma Dal 28 marzo sarà attivo il collegamento aereo da Ancona con Stoccolma –capitale della Svezia- attraverso la compagnia low-cost Ryanair. “La rotta –afferma Melisa Corrigan, Sales and Marketing Manager di Ryanair per l’Italia-avrà doppia frequenza settimanale e grazie a questo volo contiamo di movimentare circa 30 mila passeggeri nel primo anno di operatività”.

dotta con sistemi tradizionali non si fa altro che ‘spostare’ altrove l’origine dell’in-

Proposta di legge

Regione, riduzione assessori e consiglieri La Giunta regionale, su proposta del presidente Gian Mario Spacca, ha approvato la proposta di legge di modifica dello Statuto che dispone la riduzione del numero degli assessori, la riduzione del numero dei consiglieri regionali, il taglio degli assessori esterni. “La proposta di legge statutaria che sottoponiamo all’attenzione dell’Assemblea legislativa -dichiara Spacca– semplifica la governance regionale, consolida la priorità centrale della riduzione dei costi della politica con atti e fatti concreti, consente alla Regione Marche di rafforzare il suo profilo di sobrietà e virtuosità in termini di risparmi. In questo momento di grandi sacrifici per i cittadini le istituzioni per prime devono dare il buon esempio tagliando i costi di funzionamento degli apparati. Proseguiamo così il percorso di rigore e semplificazione istituzionale intrapreso da tempo che ha già consentito alle Marche di raggiungere risultati di eccellenza a livello nazionale”. La proposta di legge approvata dalla Giunta regionale prevede la riduzione del numero degli assessori da 10 a 6, la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 42 a 30, il taglio degli assessori esterni (con la possibilità di mantenerne massimo 1), il vincolo di scelta del vicepresidente tra i consiglieri regionali eletti. Le previsioni della proposta di legge potranno avere la loro efficacia a partire dalla prossima legislatura.

Anche attraverso iniziative come questa, realizzata grazie alla collaborazione con Pch Media di Chiara Telarucci, Energy Resources punta ad aumentare l’attenzione intorno a queste tematiche, rendendo familiari momenti quotidiani di una città nuova, dove il postino arriva sul mezzo elettrico, dove si lascia l’auto in ricarica mentre si fa shopping, o dove si aspetta il bus ecologico sotto le pensiline fotovoltaiche. Is. T.

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Servizi sociali: il Piano adottato dalla Regione

La strategia per il 2012 Sostenibilità, appropriatezza e innovazione sono le parole-chiave del Piano socio-sanitario 2012-2014 che, per la prima volta, integra le scelte sanitarie con quelle di politica sociale. Si tratta di una strategia ben precisa, adottata dalla Regione sia per far fronte all’azzeramento del Fondo per il sociale da parte del governo nazionale, sia per adeguare i servizi ai bisogni di una società dove le aspettative di vita si allungano e le necessità legate alla terza età aumentano. In questo contesto, gli obiettivi principali, proposti dalla Giunta e approvati dal Consiglio regionale attraverso il Piano socio-sanitario, sono il potenziamento delle strutture socio-sanitarie, il sostegno alla domiciliarietà e l’appropriatezza delle cure. “I servizi sociali –ha detto il presidente della Regione, Gian Mario Spacca- sono un aspetto fondamentale e una priorità per il bilancio regionale 2012. In questo momento di difficoltà puntiamo, infatti, a difendere e rafforzare la coesione sociale della nostra comunità attraverso la protezione delle fragilità. Nonostante si sia registrato quest’anno un taglio drammatico dei fondi da parte dello Stato, che fino allo scorso anno partecipava al 50% mentre ora non

raggiunge neanche il 10%, la Regione ha riconfermato e in alcuni casi, come per il fondo per la non autosufficienza, aumentato le risorse. Su 113,7 milioni di euro solo 9 sono riconducibili allo Stato, tutto il resto è frutto degli stanziamenti e dei risparmi effettuati dall’Amministrazione regionale”. “Il fondo per la non autosufficienza –ha evidenziato l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi– viene ricostituito e, anzi, aumentato, passando da 8 a 9 milioni di euro. E’ questo un segnale molto importante che testimonia l’impegno e l’attenzione della Regione per il sociale che non viene smantellato, bensì rafforzato. In particolare l’aumento di un milione, destinato all’assegno di cura da utilizzare da parte degli Ambiti territoriali sociali, va incontro all’obiettivo di favorire la domiciliarietà sociale e di sostenere le famiglie che svolgono attività di cura in casa”. Marconi ha ricordato i progetti avviati, quali la scuola per genitori e l’inclusione lavorativa e sociale per i detenuti, e quelli per il 2012: la scuola di diritto e cittadinanza per i cittadini immigrati e l’istituzione del servizio civile regionale, fino alla Festa del lavoro disabile in programma a maggio a Loreto.

Corridoio Baltico-Adriatico – Spacca: “Tenere ancora alta l’attenzione” Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, esprime “apprezzamento per l’iniziativa dei parlamentari che di recente alla Camera dei deputati hanno presentato una mozione sull’estensione del Corridoio Baltico-Adriatico an-

Uscita ad Ovest: offerte entro il 10 febbraio Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’approvazione dello schema di convenzione relativo alla gara d’appalto per l’Uscita Ovest (che collegherà il porto di Ancona con la grande viabilità) è stata trasmessa, da parte della Direzione generale dell’Anas, la lettera di invito ai sei concorrenti precedentemente prequalificati. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte è il 10 febbraio. Dopo questa data sarà istituita dall’Anas la commissione di gara. “Speriamo a questo punto – afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture, Luigi Viventi- che entro luglio si possa scegliere l’impresa e, quindi, affidare i lavori”. Il costo complessivo dell’intervento è pari a circa 480 milioni di euro, al netto dell’Iva, di cui circa 353 milioni per lavori, 13 per oneri di sicurezza e 114 per somme a disposizione.

che a Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. “Va registrato con grande favore – sostiene Spacca- il sì pressoché unanime della Camera alla mozione su un tema di grande rilevanza come quello del Corridoio Baltico-Adriatico”. “Un tema –conclude Spacca–

sul quale bisognerà tenere ancora alta l’attenzione e su cui sarà necessario insistere molto, soprattutto perché esiste un fronte molto forte che punta ad ostacolare il progetto del Corridoio a tutto vantaggio dei porti del Nord Europa”.


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I pareri politici Pagine a cura di Roberto I. Rossi

Enzo Giancarli Consigliere regionale Partito democratico

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- Un giudizio sulla manovra attivata dal Governo Monti; quali Le domande 1ricadute sulla nostra regione? 2 - Come valuta i vari aumenti che andranno a incidere in modo consistente sui bilanci delle famiglie? 3 - Siamo sulla strada giusta per uscire dalla crisi economica?

Interviste del 9 gennaio 2012

Dino Latini Consigliere regionale Alleanza per l’Italia

“Interventi per un “Così si pregiudica sostegno alla ripresa” la crescita del lavoro” 1 – “Si tratta sicuramente di una manovra pesante e gravosa. Alcuni dei provvedimenti contenuti, come l’Imu, erano già previsti nei decreti di attuazione del federalismo fiscale e sono stati soltanto anticipati. Allo stesso modo era prevista la reintroduzione di un’imposta anche sulla prima casa sotto forma di imposta comunale sui servizi. Nel territorio marchigiano, grazie all’azione della Regione, sono stati notevolmente attenuati i tagli previsti da questa e dalle manovre precedenti. Siamo riusciti pressoché a mantenere gli interventi nel sociale, come le protezioni al lavoro e alcuni incentivi alla ripresa. Rispetto poi alla manovra precedente, quella del Governo Monti garantisce, anche se senza la copertura dell’inflazione, la spesa sanitaria; mentre, e questo è un

dato molto positivo, sono state ripristinate quasi per intero le risorse per il trasporto pubblico locale, sia su gomma che su ferro”. 2 – “Bisogna ricordare che questa manovra, dura e dolorosa ma seria e profonda, ha evitato che scattasse in automatico la ‘clausola di salvaguardia’ prevista nelle manovre di luglio, che avrebbe gravemente danneggiato famiglie con redditi bassi e medio-bassi, soprattutto colpendo le detrazioni Irpef su lavoro e carichi familiari. Anzi, vi sono detrazioni per quanto riguarda l’Imu per tutelare le famiglie con figli a carico e quelle più numerose. Per gli stessi scopi sono state modificate le modalità di calcolo dell’Isee (indicatore situazione economica equivalente), sempre tenendo conto dei carichi familiari, ma

anche delle condizioni di salute”. 3 – “La manovra è senz’altro strutturale e vi sono misure di sostegno alla crescita, con interventi a favore delle imprese che danno la possibilità di dedurre completamente l’imposta sui redditi riferita al costo del lavoro. Viene introdotto il meccanismo cosiddetto Ace (aiuto alla crescita economica) che premia le imprese virtuose riducendo le imposte sugli utili in base al rendimento del capitale reinvestito; viene rifinanziato il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Vi sono, poi, dei provvedimenti che danno valore e concreta possibilità di attuazione anche a due leggi recenti della Regione Marche, come il secondo Piano casa e la legge di riqualificazione urbana”.

1 – “Una manovra che purtroppo incide solo sul piano delle tasse in modo molto generalizzato e sui ceti che già erano colpiti dalle imposte. Così si ottiene la recessione e non la crescita ed

equità. Nelle Marche l’effetto è uguale al resto dell’Italia”. 2 – “Come li valuta il cittadino medio e cioè che sono insopportabili e che nel medio periodo taglieranno ogni ipotesi

di crescita del lavoro”. 3 – “Non lo so. Non dipende dall’Italia soltanto ma dai mercati finanziari internazionali che non smetteranno di speculare finché non otterranno un’ambita preda”.

Agricoltura: Marche prima regione nello sviluppo rurale La Regione Marche conferma la prima posizione nella classifica delle Regioni a statuto ordinario nella performance di realizzazione del Programma di sviluppo rurale-Psr. Con il 43 per cento di spesa realizzata, le Marche precedono l’Emilia Romagna (39,8 per cento) e la Lombardia (39,7 per cento), ben al di sopra della media nazionale, che si atte-

sta al 37 per cento. Nel triennio 2009-2011 -posto che il Psr è stato approvato dalla Commissione Ue nel 2008– è stato speso il 43 per cento dell’intero budget assegnato. “Il dato –commenta il vicepresidente e assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Petrini– è particolarmente importante, perché presenta un settore pronto per affrontare al meglio il prossimo negozia-

to sulle prospettive finanziarie comunitarie e sulla riforma della Politica agricola comune. Senza contare gli anticipi, al 31 dicembre 2011 abbiamo erogato quasi 213 milioni di euro su un totale di circa 485 milioni complessivi. Il mondo rurale marchigiano dimostra di saper utilizzare efficientemente le risorse finanziarie a disposizione del settore”.


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I pareri politici

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- Un giudizio sulla manovra attivata dal Governo Monti; quali Le domande 1ricadute sulla nostra regione? 2 - Come valuta i vari aumenti che andranno a incidere in modo consistente sui bilanci delle famiglie? 3 - Siamo sulla strada giusta per uscire dalla crisi economica?

Giovanni Zinni

Interviste del 9 gennaio 2012

Consigliere regionale Popolo della libertà

“La politica deve tornare in pista” 1 - “La ricaduta è senz’altro negativa perché non ci sono risorse in più rispetto all’ultimo Governo Berlusconi come pensava qualcuno del centrosinistra. Complessivamente fra le manovre Tremonti e quella di Monti il risultato vero è il seguente: sulla sanità aumentano i trasferimenti, per l’aumento dell’addizionale regionale Irpef, ma meno di quello preventivato nella programmazione nazionale rispetto al fabbisogno calcolato dalle Regioni. Essendo cambiati i metodi di calcolo, con il passaggio dalla spesa storica al costo standard, non è ancora chiaro se nel tempo migliorerà o peggiorerà la

situazione complessiva nelle Marche. Sulle altre materie invece c’è stato un pesante ridimensionamento delle Regioni, criticato anche da quelle governate dal centrodestra. Oggi vi sono timidi segnali di miglioramento solo sul fronte del trasporto pubblico locale. Comunque, la Regione Marche sulla sanità dovrà risparmiare di più per mantenere la virtuosità, è finita l’epoca delle vacche grasse”. 2- “Anche se il Governo Monti ha affrontato seriamente la sfida della compressione del debito pubblico, senza un adeguato intervento a sostegno dello sviluppo delle imprese c’è il concreto ri-

schio che questi sforzi per risanare i conti pubblici non servano a niente. O le imprese ricominciano ad assumere e i consumi si riprendono, o chi pensa che i problemi siano solo il debito pubblico e lo spread non comprende l’Italia”. 3 – “Senza un provvedimento forte sullo sviluppo, la flessibilità nel lavoro è solo una triste precarietà. Senza una ripresa dei consumi, il Pil si dovrà reggere solo sulle esportazioni. Senza un’Unione europea forte non si va da nessuna parte. Altro che governo dei tecnici, la politica deve tornare in fretta in pista e meglio di prima”.

Palmiro Ucchielli Segretario regionale Partito democratico

“Una piattaforma unitaria per l’Europa” 1 – “Si è trattato di una manovra commisurata alla drammaticità del momento. Il Paese era prossimo al precipizio per cui occorreva agire subito e con coraggio perché ogni ora trascorsa avrebbe reso sempre più amara la cura necessaria. Il 2012 sarà un anno molto difficile e il bilancio regionale è condizionato dagli effetti di questa situazione. E’ sempre più necessario calibrare la programmazione e l’individuazione delle misure, razionalizzando e sperimentando la strada della sussidiarietà, anche nell’espletamento di servizi essenziali”. 2 – “Di fronte ad una situazione senza precedenti tutti siamo chiamati a

fare la nostra parte. I sacrifici sono necessari, ma per essere credibili hanno bisogno di essere equi, altrimenti si rischia l’esasperazione sociale. Come Pd abbiamo cercato di correggere il primo impianto della manovra e siamo riusciti a renderla più equa. Sugli scudati, sull’asta delle frequenze tv, sull’indicizzazione delle pensioni siamo riusciti a evitare veri e propri paradossi. Avremmo preferito una maggiore incisività sull’evasione fiscale e sulle liberalizzazioni. Sulle pensioni la riforma è stata dura e pensiamo che essa vada rimodulata in senso più gradualista”. 3 – “Uscire dalla crisi non dipenderà solo da noi.

La crisi dell’Eurozona ha bisogno che ognuno dei Paesi faccia la sua parte e che s’inverta una logica monetarista, che guarda soltanto all’austerità e al rigore ragionieristico, dimenticando la crescita e le politiche di sviluppo. In questo senso guardiamo con fiducia alla possibilità che i progressisti europei possano tornare a guidare i Paesi europei più importanti, Francia e Germania in testa, fin dalle prossime elezioni. Per questo il Pd è impegnato nella costruzione di una piattaforma unitaria che rilanci la costruzione dell’Europa attraverso istituzioni comuni, rigore e sviluppo”.

L’Unione di Centro in campo per risollevare Ancona * STEFANO DELLABELLA “La politica come dovere e impegno civico, come amore per la nostra città e volontà di dar voce ai suoi abitanti. E’ questa la filosofia che guida l’impegno dell’Unione di Centro di Ancona, attiva per dare immediata risposta alle urgenze che coinvolgono non solo il capoluogo, ma anche tutto il comprensorio, ponendo fine ad oltre un anno di discussioni meramente incentrate sulla disputa politica interna alla maggioranza, senza vicinanza ai reali problemi della collettività. Crediamo, infatti, che Ancona debba riappropriarsi del suo ruolo ricercando l’intesa con i Comuni limitrofi, con cui si dovrà costruire una sinergia che consentirà di sviluppare un maggiore ed omogeneo dialogo nei confronti delle Istituzioni sovra locali. In questo difficile momento di crisi generalizzata che non ha risparmiato nemmeno la Dorica, la città è chiamata ad agire, ora più che mai, non solo in merito a questioni e competenze di sua stretta pertinenza, ma anche in forte rapporto con le realtà politiche, sociali ed economiche presenti sul proprio territorio e che ne condizionano il ruolo e lo sviluppo. La politica dei campanilismi è superata, e la strategia vincente per uno sviluppo corretto e globale passa necessariamente per una struttura di ampio respiro che sappia guardare, in un’ottica di sistema, ad un panorama più esteso. Da troppi anni Ancona vive in un quadro di costante emer-

genza politica, aggravato dalla contingenza economica nazionale. Ciò ha contribuito a creare ricadute negative sul tessuto sociale e aggregativi della città, con crescenti fenomeni di delusione, rassegnazione e conseguente disimpegno che serpeggiano tra i cittadini. Una seria azione di governo deve, dunque, prefiggersi di arginare questo quadro, offrendo una concreta opportunità di impegno e di partecipazione per quanti, seppur delusi e amareggiati, hanno ancora la volontà di mettere a disposizione della città la propria esperienza e le proprie competenze. E proprio questo è l’obiettivo dell’Unione di Centro, pronta ad intervenire per il rilancio della città, a condizione che esso passi imprescindibilmente per azioni mirate e di forte valenza qualitativa. Sei, in particolare, sono i punti che necessitano di attenta focalizzazione ed intervento. Ancona capitale. Già da alcuni anni sede strategica della cosiddetta Regione Euroadriatica e del Segretariato Permanente dell’Iniziativa adriatico-ionica, Ancona deve riappropriarsi del suo ruolo di fulcro geografico ed

amministrativo per tutto il comprensorio. Centro di prestigio dove convergono importanti attività imprenditoriali e fonte di numerose opportunità lavorative, il capoluogo dovrà operare congiuntamente con i Comuni dell’area metropolitana. A tal fine sarà importante la realizzazione di una Consulta permanente che coinvolga anche i Comuni di Agugliano, Camerano, Castelfidardo, Chiaravalle, Falconara, Loreto, Numana, Osimo, Polverigi e Sirolo, raggruppando così un totale di oltre 230 mila abitanti. Grandi infrastrutture. Il comprensorio di Ancona può vantare una grande opera infrastrutturale che comprende porto/aeroporto/interporto, fondamentale a fini economici, di collegamento e di scambio. Tale risorsa va valorizzata e sfruttata al massimo, risolvendo le annose problematiche legate al suo sviluppo e pieno utilizzo. In particolare, è prioritario realizzare le opere di infrastruttura del nuovo porto commerciale, restituire ai cittadini gli spazi della passeggiata lungo le banchine, ridisegnare la fisionomia della città realizzando il cosiddetto Water Front, creare un collegamento visivo tra porto e centro cittadino, dare un vero inizio all’intermodalità gomma/ferrovia. Il lavoro di valorizzazione delle grandi opere, tuttavia, non dovrà mai far calare l’attenzione e l’intervento sulle realtà più piccole ma pulsanti come le frazioni ed i quartieri cittadini, da tempo purtroppo vittime di un drastico abbandono. Polo fieristico. L’attuale tendenza a spostare il fulcro economico e amministrativo

al Nord ha fatto perdere una grande occasione per la costituzione del polo fieristico unico marchigiano, di cui Ancona avrebbe dovuto essere la naturale sede istituzionale e amministrativa. Il capoluogo deve attivarsi fattivamente per sfruttare le risorse di cui dispone: solo così potrà evitare di vedere sfumare importanti occasioni che

si potrebbe pensare di ricalibrare le relative tariffe di sosta in un quadro di collaborazione. Sanità e sicurezza. Il sistema sanitario regionale, fiore all’occhiello delle Marche, necessita di una revisione generale, su cui anche Ancona può avere voce, avendo il sindaco, come prima autorità sanitaria della città, un im-

contribuirebbero alla sua riqualificazione. Sistema dei parcheggi. Gli interventi per la sosta vanno affiancati ad operazioni volte a far confluire le persone verso il centro cittadino. I parcheggi vanno costruiti in un’ottica di valutazione complessiva di opportunità e di riqualificazione delle aree interessate. Esemplare il caso piazza Pertini: la nostra idea è quella di spostare in questa zona le bancarelle attualmente in piazza Roma e corso Mazzini, arredando l’area con uno sviluppo su più piani, che consentirebbe agli ambulanti di disporre di un box magazzino al primo piano coinvolgendo anche la società che controlla il parcheggio della piazza,

portante ruolo di indirizzo e di controllo. Un corretto ed efficiente sistema sanitario deve essere pensato mettendo in rete tutte le diverse competenze dei numerosi presidi ospedalieri del comprensorio. Massima attenzione deve essere rivolta alla riorganizzazione del Presidio ospedaliero di Torrette, che necessita urgentemente della nomina di un nuovo direttore generale. Al contempo l’istituto Inrca, di rilievo nazionale grazie all’Agenzia della Terza Età, dovrebbe dotarsi di personale altamente specializzato che possa effettuare sperimentazioni e nuove proposte a beneficio dell’intera collettività nazionale. Al tema salute si accosta quello della sicurezza, che il Comu-

ne dovrebbe considerare come indice della qualità della vita e per cui dovrà prevedere una costante sorveglianza. Cultura e turismo. Riappropriatasi di importanti spazi della cultura, Ancona dovrà ora riempirli di contenuti e proposte di qualità, che sappiano rendere ragione di tutte le diversità ospitate dal capoluogo. A tal fine si dovranno attuare importanti progetti in collaborazione con le numerose eccellenze regionali nel campo artistico (per esempio, i progetti ‘Ancona capoluogo per il teatro’, ‘Casa delle culture’, ‘Parco del Cardeto’, ‘La Mole del Mediterraneo’, e ‘Ancona città Campus’, pensato per gli universitari). Al contempo andrà posto un forte accento sulle opportunità offerte dal turismo, sia in termini economici che occupazionali, sviluppando le sue molteplici applicazioni, a partire dal settore sociale, a quelli congressuale, nautico, sportivo e culturale. In una visione di collaborazione e di cooperazione per il rilancio, la valorizzazione e la ripresa economica della città, dando priorità alle tematiche sopra illustrate, l’Unione di Centro è disponibile a valutare la costituzione di una compagine di governo meno auto-riferita e più attenta alle problematiche reali con un governo della città in sintonia con la coalizione di governo delle Marche, come più volte ribadito e con una nuova squadra di Giunta rinnovata e determinata ad attuare la svolta realizzando anche gli interventi di ordinaria amministrazione già individuati”. * Segretario comunale UdC


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Pensione, impresa ardua

Speciale a cura di: Silvana Coricelli e Roberto I. Rossi

E’ entrata in vigore con l’inizio dell’anno nuovo e in un coro di controversi pareri. Riforma delle pensioni, argomento dalle molteplici implicazioni. Quella redatta dal governo tecnico del professor Monti modifica in profondità il sistema: pensioni di vecchiaia con requisiti più elevati, assegni determinati con il contributivo anche per coloro che avevano conservato il più vantaggioso metodo retributivo, sostanziale cancellazione per le pensioni di anzianità. Quale sarà l’effetto delle misure previdenziali contenute nella manovra per una regione come le Marche che ha popolazione tra le più longeve d’Europa? Ci sono punti che andrebbero modificati per evitare disuguaglianze, eccessivi appesantimenti e sacrifici? Sul filo delle novità introdotte, la nostra testata ha chiamato a raccolta il mondo degli addetti ai lavori per chiarire, commentare, dibattere un tema dai forti connotati sociali

“Riequilibrare il sistema, ma attenti ai vizi di equità” * GIAN MARIO SPACCA

La riforma delle pensioni varata dal Governo Monti rappresenta una misura di forte impatto sociale ed economico per il nostro Paese. Una riforma che ha suscitato reazioni discordanti e forti polemiche, ma che poggia su una necessità, a mio parere, stringente e indiscutibile: ristabilire un patto generazionale tra lavoratori e pensionati in modo da riequilibrare il sistema previdenziale italiano, sia dal punto di

vista della sostenibilità finanziaria sia da quello del pari trattamento tra coloro che sono già in pensione e le generazioni future. Una riforma che incidesse profondamente su questi elementi, quindi, era assolutamente necessaria e va riconosciuto al Governo Monti il coraggio e il senso di responsabilità di aver assunto decisioni anche impopolari ma fondamentali in una fase come quella che stiamo vivendo. Per un Paese come l’Italia, che vanta una delle aspettative di vita più alte al mondo e quindi una popolazione sempre più anziana, il tema di una incisi-

va riforma della previdenza non era più rinviabile. Un sistema composto da una popolazione di pensionati sempre più numerosa sostenuta dai redditi di una popolazione di lavoratori sempre più ristretta non può reggersi a lungo e rischia il collasso. Bene, dunque, aver affrontato di petto la questione ed aver introdotto importanti novità. Ciò non toglie che la riforma delle pensioni varata dal Governo Monti presenti elementi di debolezza e criticità: penso alla necessità che le nuove misure fossero maggiormente condivise con le forze sociali, pur nella ristrettezza

dei tempi a disposizione e nell’urgenza di varare la manovra; penso all’esigenza, non sufficientemente affrontata dal-

la riforma, di trovare risposte per coloro, e sono tanti, che oggi non hanno pensione né lavoro e ai moltissimi precari tra i quali, purtroppo, non figurano solo i giovani. Per loro il traguardo della pensione è sempre più un miraggio e su questo versante si dovrà intervenire al più presto. Penso poi a certi ‘vizi’ di equità e alla ‘durezza’ della riforma, a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile e del calcolo contributivo pro rata, per coloro che erano ormai prossimi alla pensione. Adeguarci agli standard europei, se in Europa vogliamo stare, è però necessario, che si

tratti di sistema pensionistico o di liberalizzazioni. Così come è fondamentale adattarsi alle evoluzioni sociali e ‘biologiche’ della popolazione: oggi si vive di più e si vive meglio nell’età anziana. Le Marche, regione con la più alta aspettativa in Europa e tra le più alte al mondo, lo sanno bene. L’una e l’altra condizione implicano certo grandi sacrifici. Quello che mi auguro è che tali sacrifici siano richiesti in misura maggiore di quanto non sia avvenuto con la manovra di dicembre ai redditi più elevati. * Presidente Regione Marche


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Pensione, impresa ardua

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Roberto Ghiselli, segretario regionale Cgil Marche

“Innalzamento età pensionabile, una scelta per fare cassa” “Le misure recentemente adottate in materia pensionistica colpiscono pesantemente molti lavoratori ed intervengono dopo una serie di altre misure, decise dal precedente governo, che avevano già modificato pesantemente il regime previdenziale. L’innalzamento forzoso dell’età pensionabile, che in molti casi ricade su persone con più di 40 anni di servizio che hanno iniziato a lavorare molto giovani, ancora una volta è stato deciso non per met-

tere in equilibrio il sistema, che già lo era con la riforma Dini del ’95, ma

“La manovra Monti di correzione dei conti pubblici è pesante e squilibrata a danno di lavoratori dipendenti, pensionati e giovani in cerca di occupazione; gli interventi sulle pensioni agiscono su un sistema previdenziale che era già uno dei più sostenibili d’Europa, grazie alle precedenti riforme attuate sin dai primi anni ‘90. Molto pesante è il previsto allungamento dell’età pensionabile per migliaia di lavoratori precoci nell’accesso al lavoro e già vicini al pensionamento. Insufficiente è l’aumento dei contributi a carico del lavoro autonomo, che sarà realizzato nel tempo e comunque porterà l’aliquota al 24%, contro il 33% del lavoro dipendente. Anche nella nostra regione, considerato il tasso

di invecchiamento e di longevità, la riforma Monti porterà un impoverimento degli assegni pensionistici, sia per l’introduzione del contributivo pro-rata, sia per la mancata perequazione di una parte delle pensioni, anche se grazie alle proteste è stata mantenuta nella versione finale l’adeguamento delle pensioni di entità fino a due volte il minimo. Sul piano sociale, in assenza di un miglioramento del livello di servizi a sostegno delle maternità e della famiglia, l’unificazione dell’età di uscita dal lavoro per uomini e donne a 66 anni e poi a 67 a partire dal 2018, rappresenta una penalizzazione significativa per le donne, che mediamente hanno carriere lavorative più discontinue e problematiche. Re-

per fare cassa a fronte delle innegabili esigenze di bilancio. Una scelta sbagliata ed iniqua che non potrà realizzare neanche un altro obiettivo dichiarato, quello di dare maggiori garanzie previdenziali ai giovani, cosa di cui non vi è traccia nei provvedimenti adottati. Dall’oggi al domani si posticipa l’età di pensione di molti anni, per alcuni anche di 6, senza tenere conto del tipo di lavoro che si è fatto, di quando si è iniziato a lavorare, del lavoro di cura cui ci si è

dedicati nel corso della vita. Vi sono dei casi in cui, per ottenere la pensione senza alcuna penalizzazione, il lavoratore dovrà versare 47 anni di contributi. In particolare per le donne questa accelerazione è dirompente e produrrà gravi conseguenze anche sulla coesione sociale e degli equilibri familiari. Per non parlare dei lavoratori che si troveranno, in età avanzata e senza lavoro, nella tragica situazione di non poter più agganciarsi alla pensione rimanendo senza alcun

“Per rispondere alle domande che Marche domani ci pone, con le abituali tempestività e proprietà, è necessario partire da un dato di base, che i testi di economia ci ricordano sempre, ma che per troppo tempo è stato colpevolmente trascurato: le risorse sono ‘scarse’, in altre parole non sono illimitate, vanno responsabilmente gestite e destinate. In uno Stato –lo dico volutamente in parole semplici– si deve decidere dove e da chi prelevare tali risorse, poi a chi e come darle. Le pensioni devono servire ad assicurare mezzi di sussistenza, quanto più dignitosi è possibile, a chi non è più in condizioni di lavorare, o per età o per problemi di salute.

Per nobili fini di solidarietà, le risorse necessarie devono essere versante dalle realtà produttive (imprese e lavoratori) ed eventualmente dalla collettività. Ebbene, fino a poco tempo fa non è stato assolutamente così. In una società nella quale la medicina e il welfare hanno allungato sia la vita sia la qualità della vita, si consentiva inspiegabilmente a un numero elevatissimo di cinquantenni di uscire dal circuito del lavoro e della produzione, per entrare in quello della pensione. Si poteva continuare a drenare risorse dal sistema produttivo in questo modo barbaro? La pressione dei mercati finanziari di fine 2011 ci ha messo con le spalle al muro, co-

se. In una regione come le Marche si troveranno in molti, a 55 o 60 anni espulsi dal lavoro, nell’impossibilità di trovare un’altra occupazione e di poter andare in pensione, soprattutto perché vi sono tante piccole e piccolissime aziende in cui anche gli strumenti di sostegno al reddito sono pochi. Per questi motivi, anche da una regione come la nostra, deve venire una richiesta precisa affinché si intervenga per correggere queste misure, renderle meno ‘draconiane’, favorendo l’innalzamento dell’età pensionabile attraverso un sistema di incentivi ma lasciando alle persone la libertà di decidere, anche in base alla loro condizione familiare, di salute ed occupazionale, quando e a quali condizioni andare in pensione”.

“Necessarie modifiche alle norme appena approvate”

sta, inoltre, insoluto il problema della separazione della previdenza dall’assi-

stenza, che andrebbe finanziata dalla fiscalità generale. C’è, poi, da considerare che, in una fase di crisi in cui molti lavoratori vengono espulsi dal lavoro, l’allungamento dell’età pensionabile può rendere più complessa la gestione contrattata di crisi aziendali; ci sono già ora decine di migliaia di lavoratori, in attesa della pensione con le vecchie regole e inseriti nei percorsi di Cig/mobilità o in dimissioni volontarie, che sono a rischio di rimanere senza lavoro, senza pen-

“Mancano politiche incisive per le nuove generazioni”

prima necessità da cinque anni aumentano più dell’inflazione, dove l’infla-

reddito. Le conseguenze di queste misure sono particolarmente gravi in una regione come le Marche dove l’età media è più alta che a livello nazionale, dove la crisi sta colpendo duramente soprattutto le attività manifatturiere con molti lavoratori licenziati o in cassa integrazione, con una prospettiva produttiva ed occupazionale per i prossimi anni ancora peggiore. Una regione, inoltre, dove sono molte le donne che lavorano nei servizi ma anche nelle fabbriche e che verranno coinvolte dal drastico innalzamento dell’età pensionabile, costrette a lavorare fino a 66 anni in attività pesanti, ripetitive e dovendo al contempo farsi carico dell’attività di cura in famiglia. Problemi, questi, che dovrebbero far riflettere anche le nostre impre-

Stefano Mastrovincenzo, segretario generale Cisl Marche

Graziano Fioretti, segretario generale Uil Marche

“Recupera risorse dai pensionati e dai lavoratori che contribuiscono, senza prevedere forme di redistribuzione inter ed infra generazionale. La riforma sulle pensioni, così come la manovra economica del Governo Monti, contiene diversi aspetti che, a nostro avviso, non rispondono a quei criteri di equità e di maggiore diffusione della ricchezza che le parti sociali avevano chiesto, ritenendoli indispensabili per una ripresa strutturale del nostro paese. Un paese dove i prezzi dei beni di

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zione stessa sta tornando a crescere in maniera sensibile e dove pensioni e salari continuano a perdere potere d’acquisto, anche per effetto delle nuove imposizioni fiscali. La Uil non condivide, innanzitutto, le scelte drastiche compiute in tema di pensionamento di anzianità e, soprattutto, non condivide l’ennesimo intervento finalizzato a bloccare il sistema di adeguamento dei trattamenti, sul quale almeno, grazie anche all’azione forte della Uil e della Uil Pensionati, si è

riusciti a ridurre l’impatto del provvedimento. Riteniamo che questi provvedimenti siano chiaramente mirati a fare cassa, utilizzando le pensioni e i contributi dei lavoratori per la copertura di spese e di voci che nulla hanno a che vedere con la previdenza. Anche perché, come ormai è ben noto ed è anche testimoniato da istituzioni nazionali, europee ed internazionali, il nostro sistema previdenziale ha raggiunto il pieno equilibrio finanziario. Mancano, poi, anche politiche pre-

sione, senza ammortizzatore; per loro dovrà essere trovata risposta nel decreto ministeriale in via di emanazione. Sono convinto che sia necessario, considerando le fosche previsioni per il 2012, apportare modifiche alle norme appena approvate, prevedendo il differimento al 2013 dell’entrata in vigore delle nuove regole previdenziali per i lavoratori coinvolti dalle Cig lunghe e dalla mobilità, una maggiore gradualizzazione dei nuovi requisiti di accesso alla pensione, l’elimina-

zione della penalizzazione per le pensioni d’anzianità per evitare il blocco delle uscite per i prossimi anni e l’acuirsi delle difficoltà nell’accesso al lavoro dei giovani. Va rafforzata la lotta all’evasione contributiva e va incentivata l’adesione alla previdenza complementare da parte di tutti i lavoratori, prevedendo maggiori incentivi fiscali per chi aderisce ed operando per l’accorpamento dei fondi complementari chiusi per rafforzarne il potere contrattuale”.

videnziali incisive per le nuove generazioni: spicca l’assenza di interventi re-

za complementare diventa una questione di assoluta necessità e priorità per i giovani lavoratori, attraverso interventi mirati ad eliminare quegli ostacoli che in alcuni settori, zone del paese e fasce di popolazione o reddito ne hanno frenato la diffusione. È, però, anche importante sottolineare che la riforma prevede la facoltà di cumulare i periodi di contribuzione previdenziale in diverse gestioni e quindi non coincidenti senza alcun limite di durata, mentre fino ad oggi erano necessari almeno tre anni per il riconoscimento del rateo. Una misura coerente con il principio stesso del sistema contributivo, che la Uil chiedeva da tempo per consentire ai lavoratori di vedersi riconosciuti tutti i contributi versati”.

“Spicca l’assenza di interventi reali sulla previdenza complementare, una questione di assoluta priorità ali sulla previdenza complementare, ormai da considerarsi non un elemento accessorio del sistema pubblico, ma una parte determinante per il suo stesso completamento. Un rafforzamento della previden-

Adriano Federici, presidente Camera di commercio Ascoli Piceno

“Servono misure tempestive e significative per lo sviluppo” stringendoci a scegliere l’essenziale, cioè la difesa del nostro sistema economico e produttivo: significativo è stato il nome assegnato al provvedimento del Governo, decreto ‘Salva Italia’. Nel formulare le sue domande, Marche domani giustamente ricorda che la riforma delle pensioni ha suscitato ‘un coro di controversi pareri’. Posso convenire che alcune componenti della manovra potevano essere fatte meglio

o diversamente: per esempio, fin dall’inizio non ho condiviso la sospensione dell’indicizzazione per le pensioni di importo medio e medio-basso. Ciò detto, per tutto il resto si poteva fare diversamente? Potevamo rischiare una soluzione ‘alla greca’? E anche se lo scenario non fosse stato così drammatico, potevamo continuare a chiedere imposte e tasse per pagare pensioni a persone nelle fasce di età più produt-

tive anziché per finanziare infrastrutture, insediamenti produttivi, posto di lavoro per i giovani? Le categorie produttive hanno condiviso lo sforzo del Governo per risanare i conti pubblici, ma hanno anche chiesto interventi tempestivi e significativi per lo sviluppo. Come presidente della Camera di commercio mi sento di condividere in pieno questo appello, che riporterò alle istituzioni regionali e locali”.


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Alberto Niccoli, esperto di Economia e Politica monetaria europea

“La riforma ha reso il sistema più equo e sostenibile” “L’ultima riforma per le pensioni? Partiamo da due punti: il primo è quello che la spesa per le pensioni in Italia è nettamente più elevata rispetto ad altri paesi, europei e non; vari elementi concorrono in questa direzione: l’elevata speranza di vita degli italiani; la bassa natalità; infine, l’elevato rapporto fra pensione e reddito da lavoro per chiunque abbia avuto un’occupazione regolare nel tempo. Il secondo fatto è costituito dall’enorme farraginosità ed eterogeneità della normativa, per cui il settore pensionistico, nonostante le importanti riforme Amato e Dini risalenti agli anni ’90 del secolo scorso, continua ad essere caratterizzato da un estremo livello di iniquità: vi sono persone che ottengono ancora pensioni molto elevate rispetto ai contributi che hanno versato, nonostante le loro famiglie non siano in condizioni di povertà, e altre per le quali è vero l’opposto. La riforma Fornero vuole in primo luogo risolvere, sia pur gradualmente, questo problema attraverso l’applicazione, dapprima parziale e poi esclusiva, del principio ‘contributivo’ al posto di quello ‘retributivo’; ovvero, la pensione è legata ai

contributi versati e non alla retribuzione percepita. Se si escludono le pensioni di natura non previdenziale, come quella sociale, quella integrata al minimo, ecc., la prosecuzione dell’attività lavorativa e ulteriori annualità di contribuzione garantiscono comunque un aumento dell’assegno pensionistico, anche per chi ne ha più di 40. In seconCome operatori specializzati nella previdenza complementare, qual è il vostro punto di vista sul decreto 201/2011? “Si tratta di una manovra definitiva: riporta l’Italia ai vertici della modernità in tema di previdenza pubblica, stabilendo principi e regole che garantiranno il funzionamento del sistema teoricamente senza ulteriori interventi. I punti principali sono l’età di pensionamento, che verrà agganciata all’evoluzione demografica e l’applicazione del metodo contributivo. In pratica ci sarà la garanzia che le risorse accantonate da ciascuno con i contributi versati saranno sufficienti a erogare la loro pensione pubblica. In più il contributivo applicato su tutti gli anni di lavoro dal 1/1/2012 porterà ad una maggiore equità gene-

do luogo, viene aumentata progressivamente l’età minima prevista per il pensionamento, e ciò soprattutto avviene in maniera molto più rapida rispetto alla normativa precedente: per le donne, tale età è già salita da 60 a 62 anni dall’inizio del 2012 e raggiungerà i 66 nel 2018; in precedenza quest’ultima soglia sarebbe stata raggiunta solo nel 2026. Per

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gli uomini essa, attraverso il sistema delle finestre e delle quote, era già pari a 66. L’obiettivo di questa normativa è quello di rendere coerente l’età del pensionamento con la durata della vita delle persone, la quale sta aumentando di poco più di due anni ogni decennio per i maschi, e poco meno per le donne. In terzo luogo, è introdotto un principio di flessibilità che permette alle donne un’età di pensionamento compresa fra quella minima e i 70 anni e agli uomini un intervallo di scelta compresa fra i 66 e i 70. A seconda dell’età di pensionamento effettivo, chiamato ‘anticipato’ se lo

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stesso avviene prima della pensione di ‘vecchiaia’, l’importo della stessa viene ridotto rispetto a quello normale. Le norme contenute nella riforma sono molto più numerose rispetto a quelle che abbiamo potuto ricordare in questo breve articolo, dove abbiamo esaminato l’evenienza più frequente, e cioè quella dei lavoratori dipendenti. In ogni caso, desidero chiuderlo con un giudizio positivo sulla riforma che, nonostante stia creando problemi a tanti, ha certamente reso più equo e sostenibile il sistema pensionistico italiano e, proprio per questo, rimarrà in vigore per moltissimo tempo”.

Lorenzo Centurelli, responsabile di agenzia Alleanza

“Italia ai vertici della modernità, ma bisognerà riorganizzarsi” razionale sul tema pensione, togliendo gli ultimi residui del sistema retributivo”. Quali impatti si avranno a livello sociale e sulle abitudini? “E’ difficile stimare l’impatto finale, ma di certo nell’immediato sarà obbligatorio riorganizzarsi. Le pensioni subiranno decurtazioni, calcolate su una speranza di vita maggiore, e questo renderà indispensabile per ognuno rivedere la destinazione delle proprie risorse finanziarie. Da fonti Inps/ Sole 24 Ore la generazione

dei quarantenni avrà una pensione massima del 58% del reddito: il Tfr dovrà essere visto come pilastro irrinunciabile della pensione complementare, alla quale destinare anche ulteriori risorse per potersi garantire un tenore di vita adeguato senza dover necessariamente lavorare fino a 70 anni”. Quali gli interventi per migliorare la riforma senza snaturarla? “Per rendere ancora più effettivo il criterio dell’equità, sarebbe utile agganciare i trattamenti pensionistici non tanto alla speranza di

vita generale, quanto a quella di ogni particolare categoria lavorativa, per eliminare indebiti trasferimenti di ricchezza a discapito di chi ha avuto una vita lavorativa più usurante. Un altro aspetto da poter rivedere è il metodo di rivalutazione delle contribuzioni: oggi è legato all’andamento del Pil, parametro che di per sé non dà una garanzia di tutela del potere di acquisto dei contributi e quindi delle pensioni”. Qual sarà il ruolo di Alleanza come azienda ‘specialist’ nella previdenza

complementare? “Il nostro principale compito, e se vogliamo anche dovere sociale, è di contribuire alla sensibilizzazione sul tema pensioni. E’ un’attività in cui abbiamo sempre creduto e investito molto: in questo momento storico con ancora più slancio, tanto che stiamo potenziando la rete dei nostri intermediari assicurativi per far fronte alla crescente domanda di conoscenza e di soluzioni adeguate alla soddisfazione dell’aspirazione di tutti i lavoratori ad un futuro sereno e senza brutte sorprese”.


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Lorenzo Capici, consulente del lavoro

“Obiettivo: eliminare i privilegi esistenti nel vecchio apparato normativo” “Come una saetta nel buio di una notte senza luna, la riforma delle pensioni ha fatto il suo ingresso nel desolato panorama previdenziale. Perché desolato? Perché fino ad oggi parlare di riforma previdenziale era tabù: dal 1995, quando il regime contributivo prese il posto di quello retributivo, la cautela della transizione ha reso il passaggio troppo lento. Paradossalmente dovremmo ringraziare la crisi finanziaria –di livello mondiale– che ha costretto a riprendere seriamente in

stro presente. La riforma è ispirata ai principi di equità e di convergenza tra le generazioni e all’interno delle stesse, con l’obiettivo dichiarato di eliminare i privilegi esistenti nel vecchio apparato normativo. In questa logica, nel rispetto degli impegni internazionali, dei vincoli di bilancio e della sostenibilità di lungo periodo del sistema previdenziale, sono previsti momenti di flessibilità in accesso ai trattamenti di scontentare l’elettorato pensionistici ed incentivi ci ha fatto seriamente rinella prosecuzione della schiare di caricare smisuravita lavorativa, nonché adeguamenti sia alla variazione legata aldelle “Per poter funzionare, il nuovo impianto l’allungamento prospettive di vita necessita di due condizioni che alla armonizzazione delle diverse fondamentali: diffusione di una cultura gestioni previdenziali. di contrasto totale ad ogni forma di ciò comporlavoro nero; stabilità, appetibilità, sana ta eTutto comporterà qualche disagio: significoncorrenza nel rispetto delle regole tra cherà abbandonare le imprese per permettere investimenti definitivamente la lussuosa idea di lafinalizzati a recuperare i troppi posti vorare poco e vivere –molto– a spese delperduti e riportare in Italia le troppe la collettività. Per eccellenze che hanno trovato asilo nei molti significherà dover rimandare paesi a più alto tasso di sviluppo” l’agognato riposo di qualche tempo ma mano tutte le riforme del tamente sulle spalle dei tutto ciò non deve essere welfare. Fingere che tutto giovani lavoratori e dei lavissuto come un dramma andasse bene, rimandare ad voratori futuri il peso dei ma come impegno per la un futuro prossimo, evitare privilegi, dei favori, nel notranquillità personale e fa-

miliare e per il benessere di chi verrà. Per poter funzionare, il nuovo impianto necessita

“Fingere che tutto andasse bene, rimandare ad un futuro prossimo, evitare di scontentare l’elettorato ci ha fatto seriamente rischiare di caricare smisuratamente sulle spalle dei giovani il peso dei favori nel nostro presente” di due condizioni fondamentali: diffusione di nuova cultura di contrasto totale ad ogni forma di lavoro nero, non solo perché illegale, ma soprattutto perché sottrae risorse al futuro

previdenziale; stabilità, norme certe, appetibilità, sana concorrenza nel rispetto delle regole tra le imprese per permettere nuovi investimenti finalizzati a recuperare i troppi posti di lavoro perduti e riportare in Italia le troppe eccellenze che per ‘necessità’ hanno trovato asilo nei paesi a più alto tasso di sviluppo. Quanto alle Marche, non è tanto la ricaduta degli effetti della riforma a preoccupare, ma la difficoltà di progettare un futuro dalle connotazioni forti. Questa nostra regione fisicamente confinante col Lazio, e tuttavia distante e mal rappresentata a Roma, ha, nel tempo, visto crescere ottimi lavoratori e grandi tecnici ma dalle connotazioni scarsamente imprenditoriali per i quali, sovente, la formazione è perdita di tempo e la ricerca delle risorse umane rappresenta la fantascienza. La sfida della nostra regione, in questi tempi,

deve essere giocata sulle innovazioni attraverso scelte di programmi chiare e definite da parte della classe politica. Rinnovamento e forte formazione della classe imprenditoriale, curiosità, fantasia, un po’ di coraggio sono gli ingredienti base per sfuggire ai tentacoli delle recessione. Solo così si potrà dar vigore all’occupazione, solo così si potrà dar vigore ai meccanismi che governeranno, da oggi, la nuova previdenza”.


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Siamo andati tra la gente. Abbiamo raccolto pareri e sondato gli umori sul tracciato di storie e percorsi individuali per restituire uno spaccato delle ricadute della riforma. Diffusa l’opinione sulla necessità di un intervento d’adeguamento, altrettanto condiviso il sentimento di incertezza per il futuro. Per alcuni il prezzo da pagare dopo anni di errori politici

Medicina amara in un paese per vecchi i

nterviste di ROSEMARY MARTARELLI ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Alessio Ancarani, 35 anni, ambulante “E’ molto dura per chi, come me, ha una decina di anni di contributi. Non vedo prospettive positive per noi giovani, perché non vedo

Federica Gara, 28 anni, impiegata in mobilità “Forse l’innalzamento dell’età pensionabile arginerà il problema del lavoro nero cui facevano riferimento molte persone andate in pensione ancora in giovane età. E’ anche vero, però, che con questi criteri ci sarà sempre meno ricambio ge-

certa tranquillità, noi invece ci vediamo cambiare il mondo attorno continuamente: non abbiamo sicurezze e pensando al momento della pensione vediamo soltanto un grosso punto interrogativo. Sinceramente, io mi sento come se la terra sotto i miei piedi potesse crollare da un momento all’altro”.

62 anni, farmacista

dorate”.

Matteo Romagnoli, 27 anni, impiegato “Sinceramente non mi sono informato molto sulle conseguenze della riforma: ho davanti a me ancora così tanti anni di lavoro che nel frattempo i criteri potrebbero cambiare ancora mol-

“Fra 3 anni io sarei dovuto andare in pensione, ma questa riforma ha spostato il momento del mio ritira dal lavoro a 67 anni, sempre che tutto rimanga così. A quell’età, dopo 40 anni passati al lavoro, non so nemmeno se ce la farò più a stare in piedi. Il mio pensiero va anche ai tanti neo laureati: quando troveranno mai un posto di lavoro se noi andremo in pensione sempre più tardi?”.

“I nostri genitori potevano lavorare pensando alla loro vecchiaia con una certa tranquillità; noi giovani, invece, vediamo cambiare il mondo attorno continuamente: non abbiamo sicurezze e pensando al momento della pensione vediamo soltanto un grosso punto interrogativo”

futuro. Ritengo che la riforma non sia equa: sono sempre i soliti noti a doversi sacrificare per chi ha di più. Sarebbe meglio un sistema all’americana: chi un domani vorrà ottenere qualcosa, se lo paga da solo”.

Biku Osmani, 19 anni, disoccupato “Sono originario dell’Albania, da otto anni vivo in Italia. Ho lavorato per un po’, ma adesso sono disoccupato. Per me l’idea della pensione è certamente ancora lontana, ma ritengo che la riforma colpisca i più poveri. Dovremo lavorare una vita intera, senza nemmeno avere la certezza che riusciremo goderci poi qualche anno di vita che resta”.

Salvatore D’Urso, 72 anni, insegnante in pensione “La riforma si inserisce in un corretto sistema di adeguamento all’Europa ed è coerente con l’aumentata aspettativa di vita. Tuttavia, così riformate, le pensioni non sono adeguate al costo della vita, sempre crescente. Da questo punto di vista trovo che la riforma sia iniqua, perché chi ha meno soffrirà di più”.

nerazionale, e noi giovani faremo sempre più fatica a trovare un posto di lavoro”.

Mirco Gigli, 30 anni, ingegnere “Come può sperare chi ha la mia età di percepire un domani la pensione? Siamo precari in tutto: oggi lavoriamo ma non abbiamo nessuna certezza per il futuro. Forse moriremo prima di ritirarci dal lavoro e questo perché stiamo pagando a duro prezzo gli errori fatti dalla politica nel corso di tanti anni”.

Fabio Cavalletti, 48 anni, operaio in cassa integrazione “La riforma delle pensioni è drammatica. Eri convinto che ad una certa età ti saresti ritirato dal lavoro e poi

Manuele Pacenti, 32 anni, commercialista

te volte. E poi come potremmo intervenire noi lavoratori? Con questa crisi è già tanto se riusciamo a mantenerci il nostro impiego”.

Doriana Santarelli, 47 anni, operaia “Siamo di fronte all’ennesima riforma che colpisce i soliti bersagli. Ma si è pensato a che cosa significhi lavorare in catena di montaggio senza avere nemmeno il tempo di alzare lo

Stefano David, 25 anni, studente universitario

“Era praticamente obbliga-

“Capisco l’adeguamento agli standard europei, ma allora questo adeguamento ci deve essere in tutto: già con gli stipendi molti italiani faticano ad arrivare a fine mese, figuriamoci con le pensioni, per di più se percepite in forma ridotta. Credo che aumenterà il divario tra chi ha di più e chi invece soffre”.

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Valeria Mancini, 35 anni, impiegata parttime “I nostri genitori potevano lavorare pensando alla loro futura vecchiaia con una

Gianfranco Schiaffi,

“Credo sia sbagliato un così consistente innalzamento dell’età pensionabile. Per andare in pensione dovrebbero essere sufficienti 60 anni, perché a 70 non si può più nemmeno godere dei soldi percepiti”.

Fabio Masini, 53 anni, libero professionista

molti italiani faticano ad arrivare a fine mese, figuriamoci con le pensioni, per di più se percepite in forma ridotta. Credo che aumenterà il divario tra chi ha di più e chi invece soffre” sguardo? Davvero si crede che per noi operai lavorare fino a 70 anni possa essere appagante come per chi svolge una libera professione in condizioni ben diverse dalle nostre?”.

Elisabetta Vitali, 40 anni, pensionata con invalidità civile

“Giudico negativamente questa riforma. E’ impensabile che prima o poi tutti i paesi dell’Europa diventino uguali. Ognuno ha le sue caratteristiche ed è a sé stante, non ci si può adeguare a standard di altri. In questo senso l’uguaglianza è pura utopia”.

“Già con gli stipendi

ad un tratto non è più così. Devi continuare ancora, anche se ormai le tue facoltà e i tuoi riflessi non sono più come un tempo, anche se per lavorare tu lasci a casa tanti giovani. Ma guai a parlare di riforme per i politici, che continuano a vivere nelle loro gabbie

“Personalmente faccio parte del gruppo più toccato dalla riforma pensionistica: sarei dovuta andare in pensione tra poco più di un anno, e invece mi sono vista lievitare di parecchio gli anni in cui dovrò ancora rimanere al lavoro. Ci adeguiamo all’Europa, ma stipendi e pensioni rimangono sempre gli stessi”.

“Con il nuovo metodo contributivo saremo tutti spinti a lavorare il più possibile, per poter poi percepire una pensione più sostanziosa. Ma così facendo bloccheremo il ricambio generazionale, rendendo l’accesso al lavoro per i più giovani sempre più difficoltoso e tardivo. Ciò innescherà un meccanismo a catena che non ritengo per nulla positivo”.

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Paola Marasca, 59 anni, impiegata ufficio pubblico

torio fare questa riforma, anche se non tutti ne sono toccati in modo uguale. Ad essere stati più colpiti sono coloro che stavano per arrivare al pensionamento e che adesso se lo sono visti sfumare davanti agli occhi”.

Daniela Volponi, 47 anni, impiegata in azienda privata

Fabiola Bonci, 41 anni, avvocato “La riforma era una misura dovuta, visto il passato del nostro paese. E la questione pensioni è per noi prioritaria. Questo è il prezzo che dobbiamo pagare per uniformarci ai canoni europei”.

Loredana Caldarelli, 50 anni, pensionata “Io facevo la badante, so bene cosa significa arrivare ad una certa età con difficoltà e poca lucidità. Pensare di far lavorare le persone fino a 70 anni è francamente terribile”.


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MORETTI – Oggi ho ospite una delle migliori espressioni della nostra regione, Sara Giannini. Sara Giannini ha iniziato da giovane ad interessarsi di politica: a 25 anni, nel 1992, è stata eletta sindaco al Comune di Morrovalle, risultando il sindaco più giovane d’Italia. Ti hanno votato così giovane perché eri una bella ragazza o perché eri brava? GIANNINI – Probabilmente, è stato il senso del rischio che hanno i miei

MORETTI – Peggio della moltiplicazione dei pani e dei pesci... GIANNINI – …adesso dovrò aprire un’altra pagina perché ho delle amicizie in attesa che non riesco a soddisfare, considerato che il limite massimo è di cinquemila, è un sistema, il social network, abbastanza innovativo. MORETTI – Inoltre, tu hai sempre tenuto contatti con tutti… GIANNINI – …sì, io cerco di essere abbastanza disponibile, ovviamente con i limiti delle ventiquattro ore giornaliere. MORETTI – (Ironizza) Una cosa che mi sta qui, con il tuo carattere che non si può dire che sia quieto, tranquillo, non ho capito perché con tutti gli sgarbi, i feroci tagli del Governo centrale non ti sei trasferita in un altro Paese straniero. GIANNINI – Perché questo è il mio Paese.

all’innovazione. Di recente, ho letto una dichiarazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, imperniata sull’innovazione nel nostro Paese “che è al centro del tessuto unitario”. GIANNINI – Esatto, è vero. MORETTI – Dimmi una cosa, che cosa stai facendo per questo settore e che cosa hai fatto? GIANNINI – Intanto, vista la tua presentazione molto carina ti ringrazio e invio un saluto a tutti coloro che ci stanno ascoltando. Questo è un momento difficile, molto complicato, nel quale, come Regione Marche, stiamo cercando di rispondere alla crisi, creando le condizioni per proseguire un’azione economica di sostegno alle imprese ed alla produzione. MORETTI – E devo dare atto, pubblicamente, a Spacca e ai suoi ‘ministri’, tra i quali ci sei tu, che veramente fate molto in

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stato fatto: la sinergia che c’è tra i vari assessori, questa è una bellissima cosa. GIANNINI – Sì, è molto interessante; la riduzione drastica delle risorse ci obbliga non più a lavorare a compartimenti stagni, ma ad intrecciare le nostre competenze e risorse, mettendo a fattor comune tutte le opportunità. Questo era un lavoro che già nelle Marche era iniziato: un lavoro d’integrazione anche tra gli assessorati che abbiamo accentuato con l’intervento della crisi. Per ritornare alle risorse finanziarie, tutti quanti abbiamo grandi idee e la Giunta regionale delle Marche non fa difetto su questo, dobbiamo fare i conti con le nostre capacità e possibilità economiche. In questo momento noi abbiamo verificato che tra la finanza derivata, cioè quella che lo Stato riconosceva alle Regioni per le competenze che aveva trasferito alle Regioni stesse, e la diminuzione del riconosci-

SARA GIANNINI

“Il 2012 sarà l’anno europeo dell’innovazione” concittadini, sono giocatori nati, hanno voluto investire su una risorsa nuova, su una persona nuova. MORETTI – Inoltre, sei diventata anche segretaria regionale del Partito democratico per oltre tre anni prima di passare il testimone ad Ucchielli. GIANNINI – Sì, a Palmiro. MORETTI – E poi, attraverso varie cose, sempre positive, non so perché… GIANNINI – (Sorride) …sarò una donna fortunata… MORETTI – (Rivolto ai t e l e s p e t t a t o r i , scherzando)…non posso dire perché guai a dargli contro, perché sarebbe un’esplosione continua... Tra l’altro, ne sa qualche cosa il presidente degli industriali, Paolo Andreani, però ho visto che avete fatto pace… GIANNINI – …sì, abbiamo fatto un incontro e ci siamo chiariti. Mi pare che Andreani, attraverso le sue dichiarazioni, abbia compreso come abbiamo fatto un importante sforzo. MORETTI – (Rivolto ai telespettatori) Nelle elezioni regionali è stata la più votata del centrosinistra, ha avuto 7.500 voti a favore. GIANNINI – Sì, preferenze. MORETTI – A proposito delle simpatie che stai raccogliendo, su Facebook all’inizio avevi 1.300 amici, quanti ne hai oggi? GIANNINI – Cinquemila. Abbiamo superato il limi-

MORETTI – E sei rimasta qui a fare la battaglia? GIANNINI – Questo è il mio Paese e quando il Paese sta in difficoltà chiunque di noi ha una responsabilità, rimanendo sul campo, poi è un mio sogno che lo coltiverò in vecchiaia, spero di arrivarci. MORETTI – Senti una cosa, ad un dato punto Spacca -che è sempre attento a tutto, non si lascia sfuggire niente, le migliori occasioni, persone, eccetera- ti ha affidato un assessorato. Tu sei assessore, principalmente, all’Industria… GIANNINI – …alle Attività produttive industriali e artigianali. MORETTI – Tra l’altro, hai un settore nel quale devi andare per forza d’accordo con tutti, la pesca… GIANNINI – …assolutamente. MORETTI – Perché penso che sia difficile… GIANNINI – …gli uomini di mare sono abbastanza frizzanti, sono molto iodati. MORETTI – Allora, come deleghe hai industria, artigianato, ricerca scientifica e tecnologica, l’innovazione per i settori produttivi, pesca marittima interna, cave e miniere. Cave e miniere: perché vai, magari, a nasconderti se le cose vanno male? GIANNINI – (Sorride) Se serve abbiamo un rifugio atomico. MORETTI – Senti una cosa, hai delle deleghe veramente vitali e importanti, so che ti dedichi molto

condizioni particolari, considerato il taglio del 91 per cento delle risorse alla Regione Marche da parte dell’ex-Governo centrale… GIANNINI – …che equivale nei tre anni… MORETTI – …mi devi spiegare come avete fatto a resistere… GIANNINI – …questo lo dice il mago della finanza, che è Marcolini, che tiene saldamente i cordoni della

mento dell’aumento del tasso dell’inflazione sulla sanità, per i prossimi tre anni avremmo da 1.122 a 1.180 milioni di euro in meno di risorse economiche. Considerate questo: tutti i fondi speciali che venivano affidati dallo Stato ai vari assessorati, attraverso le deleghe date dal Governo, sono stati tutti ridotti a zero, non c’è il più fondo delle attività produttive, che contava 28 milioni

Non darsi obiettivi, non avere prospettive, significa condannarsi ad una situazione d’insoddisfazione e di ansia. Ad un giovane direi: coltiva il tuo sogno e trova qualcuno che non lo consideri né un’utopia, né una esaltazione, ma che anzi ti aiuti a realizzarlo borsa. MORETTI – Marcolini è proprio bravo… GIANNINI – …sì, Pietro è molto bravo, come tutti i miei colleghi. Noi abbiamo cominciato a reagire in modo collegiale, nel senso che le discussioni in Giunta avvengono sulle linee strategiche, mettendo insieme tutte le opinioni e le idee, in modo che ci sia anche una condivisione non solo dei problemi, ma anche delle soluzioni… MORETTI – …infatti, scusa se ti interrompo, una cosa che è emersa poco tempo fa in uno studio che è

di euro, non c’è più il fondo per l’agricoltura, non c’è più il fondo per il sociale, non ci sono più i fondi strutturali per il turismo, diminuisce il fondo per il non riconoscimento dell’aumento dell’inflazione per la sanità, di circa 200 milioni di euro in tre anni, e potrei continuare. E’ stato ridotto del dieci più dieci il Fas, il Fondo aree sottosviluppate, sono dei soldi che il Governo destina alle Regioni attraverso dei progetti. Le Marche hanno lavorato molto sulle infrastrutture, il Fas valeva circa 240 milioni di euro, adesso siamo a 200; l’ultima rimo-

dulazione dovremmo farla entro il 15 di dicembre e non abbiamo ancora avuto le risorse, perché credo che proprio in questi giorni il nuovo ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture stia decidendo di sbloccare la prima trance del Fas che era rimasta bloccata. MORETTI – Dopo questa tua esposizione spero che tra i nostri telespettatori non ci sia nessun pessimista, perché qualcuno potrebbe aprire la finestra e buttarsi giù… GIANNINI – …buttarsi di sotto, non ci siamo buttati noi, non ci si butteranno i marchigiani, noi abbiamo lavorato con intensità. MORETTI – Ecco, dove avete trovato la forza, le idee, la capacità, dove avete reperito i mezzi per poter sostenere questa baracca? GIANNINI – Noi li abbiamo reperiti facendo un’operazione di messa a zero del bilancio regionale, ricostruendo il bilancio con una verifica accurata, spesa per spesa, investimento per investimento sul bilancio corrente, trovando delle risorse che, ovviamente, non sono replicabili anno per anno. Il presidente Spacca, nella conferenza stampa nella quale abbiamo presentato le linee di bilancio, ha chiarito che nelle Marche noi abbiamo affrontato la crisi prima degli altri, investendo molte risorse attraverso il Fondo sociale europeo per gli ammortizzatori sociali in deroga, oltre a investimenti

per finanziare iniziative sulle imprese, all’internazionalizzazione, alla strutturazione di una politica culturale e turistica integrata e così via, cercando di dare risposte di attacco e di resistenza, sperando che la crisi, poi, diminuisca la sua intensità; invece, abbiamo verificato che questo non è. Proprio venendo qui, ascoltavo l’ultima notizia sull’asta dei Btp, sono stati piazzati tutti e questa già è una buona notizia, ma il tasso d’interesse del 7–9 per cento significa che pagheremo cari gli interessi a coloro che hanno comprato i nostri buoni pluriennali; inoltre, lo spread tra il nostro tasso e quello dei bond tedeschi è sopra cinquecento, credo perché i mercati aspettano la manovra, con il decreto sullo sviluppo e sulle riforme del 5 dicembre annunciato dal presidente del Consiglio. MORETTI – Per fortuna, in questi giorni con il cambio del Governo abbiamo riacquistato prestigio e stima in campo mondiale, questo è molto importante, con Monti che ha attivato un buon Governo, accolto molto bene dalle autorità d’Europa e americane. Tra l’altro, Spacca, per continuare a cercare mezzi, accordi ed investimenti l’altro giorno è partito per la Cina con una… piccola squadra di 100 rappresentanti di aziende. GIANNINI – Sì, devo dire che questa è un’azione molto importante, perché l’internazionalizzazione, che


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FEBBRAIO 2012 tutte le imprese chiedono a gran voce considerato che chi vive di manifattura, di made in Italy come noi, è una propensione alla conquista di mercati stranieri che sono per noi molto appetibili. La Cina… MORETTI – …sia per i consumi che per gli investimenti… GIANNINI – …esattamente. Il nostro Governatore, che gestisce direttamente la delega all’internazionalizzazione, sta lavorando con intensità. Tra le priorità di bilancio che verranno sostanziate con risorse di rilievo,

mento giusto e gli elementi giusti… GIANNINI – …sì, grazie… MORETTI – …fortunatamente per i marchigiani che abbiamo. GIANNINI – A cominciare dal presidente a cui riferirò questo complimento. MORETTI – Senti, tu sei veramente innamorata delle innovazioni, ti dai molto da fare, la ricerca è uno dei tuoi cavalli di battaglia… GIANNINI – …innanzitutto, noi quest’anno abbiamo chiuso due bandi da 8 e

tare, tra l’altro, la tassazione, perché questo è un altro dato rilevantissimo, noi abbiamo deciso di non utilizzare l’aumento delle addizionali e abbiamo utilizzato solo, e questo ci tengo a dirlo, un piccolo aumento di accise sulla benzina perché abbiamo avuto la richiesta pressante delle Province e dei Comuni colpiti dall’alluvione che non avevano risorse per poter finanziare e pagare i lavori urgenti, fatti proprio nei giorni a ridosso dell’alluvione; perché a differenza delle regioni che, tra l’altro, guarda caso, sono tutte re-

“Questo è un momento molto complesso: il nostro impegno è nel creare le condizioni perché si possa proseguire un’azione di sostegno all’economia. Attenzione sarà riservata a progetti innovativi, con particolare riferimento alla domotica, cioè alla costruzione della casa intelligente”. E’ l’inciso di Sara Giannini, assessore regionale all’Industria e Artigianato, nel corso degli “Incontri” di Alceo Moretti. L’ingresso nel mondo politico è datato 1992, quando venne eletta primo cittadino al Comune di Morrovalle, in provincia di Macerata, all’epoca il sindaco più giovane d’Italia. Poi, da segretaria del Partito democratico delle Marche ha passato il testimone a Palmiro Ucchielli per entrare nella squadra del Governatore Gian Mario Spacca. “La riduzione drastica dei finanziamenti -sostiene la Gianninici obbliga ad intrecciare competenze e risorse, superando un lavoro a compartimenti stagni per mettere a fattor comune tutte le opportunità” in quanto abbiamo deciso il recupero di risorse raschiando il barile del bilancio regionale, indirizzando tale recupero verso alcuni specifici obiettivi: la difesa attiva del lavoro, nel quale ci sono le misure che noi abbiamo messo in campo con sindacato e imprese al momento in cui si è avviata la crisi; il fondo di garanzia, le misure per il sostegno a coloro che escono dal lavoro; le borse di studio per i ragazzi figli di disoccupati; una serie di azioni di sistema che servono a tenere la coesione sociale. MORETTI – E avete ancora mezzi per resistere in queste iniziative? GIANNINI – Noi abbiamo destinato quest’anno solo a questo tipo di misura che è straordinaria 23 milioni di euro, poi, altri li abbiamo destinati alla Ict (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, acronimo Tic, in inglese Information and communication technology, il cui acronimo è Ict, ndr.), all’innovazione e all’activaging, perché noi abbiamo il progetto sulla domotica, sulla costruzione della casa intelligente, legata anche al progetto dell’Inrca; inoltre, abbiamo deciso di investire nell’innovazione, perché il 2012 sarà l’anno europeo dell’innovazione. I regolamenti per la ripartizione delle risorse sono già all’esame dei tecnici e noi dovremmo affrontare anche il tema della costruzione, della realizzazione e dell’approvazione del piano dell’innovazione, cioè una programmazione sui temi dell’innovazione. MORETTI – Chi non vi conosce bene potrebbe prendervi per visionari, perché in un momento come questo pensare a tante cose attive da mettere in funzione… GIANNINI – …certo, invece è il momento giusto… MORETTI – …è il mo-

6 milioni di euro, uno sull’innovazione e l’altro sulla ricerca, i quali sono arrivati con gli ultimi recuperi di risorse che siamo riusciti a fare a 14 e 15 milioni. MORETTI – Hai vinto qualche lotteria? GIANNINI – No, sono le risorse comunitarie che abbiamo recuperato, verificato, riutilizzato in modo appropriato. MORETTI – E utilizzate in un momento giusto. GIANNINI – Sì, credo proprio che questo sia stato il momento giusto, perché, tra l’altro, sono stati presentati e poi emessi molti progetti interessanti costruiti da aziende e da molte aziende che si sono costruite in rete; per cui, noi complessivamente abbiamo messo a disposizione 29 milioni di euro per ricerca e innovazione sui bandi che sono stati approvati e chiusi ad aprile. Inoltre, ho già detto che continueremo a ricercare le risorse sul Por, il documento di Programmazione regionale europea, proprio perché vogliamo utilizzare il più possibile queste risorse e scorrere questi bandi. MORETTI – In questi giorni ho avuto ospite mio cognato, che adesso è in pensione, ma è stato un dirigente della Cee. Lui una sera mi ha detto: “Io non capisco più niente, perché a Bruxelles arriva solo gente che si lamenta, questi invece fanno, operano e trovano”. In un momento come questo una delle cose più difficili è trovare i mezzi. GIANNINI – Sì, stiamo facendo questa operazione di utilizzo di tutte le risorse disponibili e, soprattutto, di riorientamento delle risorse, perché piuttosto che investirle in alcuni rivoli che potevamo permetterci nel momento in cui non c’era la crisi, oggi abbiamo deciso di massimizzare tutto e finché sarà possibile, senza aumen-

gioni del centrodestra, tranne la Basilicata, e quindi il Veneto, il Piemonte, il Lazio e anche la Liguria mi risulta, non abbiamo avuto dal Governo nessun tipo di sostegno, ancora, per i danni subìti dalle alluvioni. Attraverso questa operazione abbiamo recuperato circa 15 milioni di euro che abbiamo messo a disposizione di Province e Comuni colpiti, e, in più, abbiamo predisposto 5 milioni di euro di fondo per l’alluvione, con l’obiettivo di garantire i prestiti e i finanziamenti che le imprese chiedono per far fronte ai danni subìti. MORETTI – Senti, in tutto questo mondo, a parte il fatto che se ci fosse ancora mio cognato direbbe che è capitato in un mondo di matti… GIANNINI – …diamo questa impressione… MORETTI – …adesso com’è la situazione nella regione? C’è qualche spiraglio di ripresa? Qualcosa di positivo? GIANNINI – Allora, noi stiamo vedendo che c’è un settore, il calzaturiero, che dà segni interessati di ripresa, anche se, ovviamente, non sta alle percentuali di precrisi, però dà segni di ripresa, soprattutto nella qualità medio-alta delle produzioni. Questo significa che sono riusciti ad entrare in mercati, anche internazionali, che crescendo, a differenza nostra, dal 3 al 4 per cento all’anno hanno fasce larghe di popolazione che si possono permettere l’acquisto di beni di valore. Siamo invece un po’ più preoccupati per le attività di mercato interno che riguardano l’agroalimentare, le costruzioni, perché evidentemente, essendo l’Italia un paese in cui si cresce zero, questa è l’aspettativa di crescita dell’anno prossimo, è evidente che anche avendo delle risorse i cittadini sono restii ad investirle. Noi ab-

biamo avuto alcuni incontri con le associazioni di categoria generalmente rappresentative, e l’Anci, appunto, dichiarava che c’erano forti difficoltà a gestire il mantenimento e la forza lavoro, che già ha subìto un depauperamento dai primi di quest’anno. Credo che dovremmo urgentemente mettere in campo tutte queste azioni previste sul bilancio, perché questo ci consente di avere risorse da indirizzare, non solo a sostenere i settori tradizionali, che ovviamente non possiamo abbandonare, ma anche a capire la futura declinazione delle Marche. MORETTI – Come sono il rapporto e l’atmosfera nei rapporti con le banche? GIANNINI – Noi, come sapete, abbiamo un tavolo di concertazione regionale, il quale sovrintende a tutte le operazioni che riguardano l’industria, l’artigianato e le altre iniziative imprenditoriali, nel quale siedono sia i rappresentanti delle parti sociali che delle associazioni di categoria, e, pur non essendo previsto dalla legge, abbiamo deciso all’inizio della legislatura, quando sono diventata assessore, di invitare anche un rappresentante dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana regionale, proprio perché pur non facendone parte, quindi non potendo votare, ha potuto assistere e dialogare nel momento in cui abbiamo individuato le linee d’intervento, stabilito le procedure, definito il percorso dei bandi, individua-

to le risorse, un tavolo che consente di poter stringere un accordo intenso e proficuo. Con l’Abi abbiamo firmato un accordo, che scade al 31 di dicembre, che stiamo già tentando di rinnovare per l’anno prossimo, il quale, oltre che l’anticipazione sulle fatture per i lavori fatti alle pubbliche amministrazioni, offre la possibilità della cessione del credito, che serve agli imprenditori per ottenere liquidità, e quindi rifinanziare la banca il rapporto con l’Amministrazione che liquiderà il saldo, perché, purtroppo, noi stiamo facendo un lavoro molto intenso sul pagamento delle nostre spettanze, siamo in una media di circa sessanta giorni a data della fattura, con alcuni picchi più positivi, altri, invece, meno positivi per quanto riguarda… MORETTI – …io sono tra i picchi negativi… GIANNINI – …e va bene, qualche picco negativo ci deve stare (sorride)… MORETTI – …so che il mio gruppo aspetta un po’ più di tempo. GIANNINI – Allora, adesso dirò a Marcolini che bisogna sveltire un po’. MORETTI – Senti, dimmi una cosa, la Macroregione adriatica-ionica,

PAGINA che adesso ha avuto via libera dall’Europa, che ripercussioni può avere per i nostri imprenditori, per la nostra regione? GIANNINI – Credo che sia strategica, perché noi intanto diventiamo punto di riferimento delle regioni della costa adriatica e lo diventiamo sia nei confronti dell’Europa che di tutto quel mondo che va dal Baltico in Russia sulla costa jugoslava, che ci consente di dialogare con i Paesi che entrano adesso nel percorso europeo e che sono opportunità di investimento e di produzione molto forte. Tra l’altro, il fatto di aver individuato la regione ci consente di poter poi candidarci all’utilizzazione di risorse progettuali specifiche che l’Europa metterà in campo. MORETTI – Senti una cosa, voglio toccare un punto che so ti sta molto a cuore. Tu segui con particolare attenzione l’artigianato, in particolare l’artigianato artistico, perché? GIANNINI – In realtà, ognuno di noi ha delle passioni, anch’io ho delle passioni. La mia passione personale è legata alle produzioni realizzate con la cura dell’artista, ma in realtà, loro si definiscono artisti, noi nelle Marche abbiamo delle persone straordinarie con dei talenti incredibili, che sono riconosciute nel mondo in mercati a noi del tutto ignoti e che sono considerate quasi delle star e che noi, invece, consideriamo semplici artigiani. Prima sono nati gli artigiani che poi

sono diventati industriali, alcuni grandi. MORETTI – Ad un dato punto non devo dimenticarmi che tu avevi qualche tempo fa, non so se l’hai ancora, una passione per il nuoto artistico… GIANNINI – Il nuoto sincronizzato. MORETTI – Vedi, mi ricordo tutto di te. GIANNINI – E’ quasi commovente questa cosa. La mia passione, non riesco più a seguirlo perché non ho più il tempo materiale, ne avevo poco prima, adesso quasi niente, però è la mia passione perché tali nuotatrici sono così belle, aggraziate, sembra che veramente vivano in un’altra dimensione quando vanno fuori e dentro dall’acqua e quindi questo senso di leggerezza, di forza insieme sono veramente belle. MORETTI – Senti, purtroppo il tempo è finito, ma ti devo fare un’altra domanda, impegnativa nel tuo ruolo. Considerato che nelle Marche ci sono tanti giovani che hanno voglia di fare, di creare, di realiz-

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zare, che cosa ti sentiresti di dire ad un giovane che voglia mettere su un’impresa oggi… GIANNINI – …so che è dura, so che ci si scontra di fronte ad un percorso impervio, però penso che ognuno di noi deve coltivare i propri sogni, e, se possibile, impegnare la propria vita a realizzarne qualcuno, per cui non bisogna rinunciarci, soprattutto in un momento di grave difficoltà come questo, perché avere un obiettivo che anche ci sembra ambizioso e irraggiungibile intanto ci fa guardare con minore ansia e preoccupazione le cose purtroppo negative che abbiamo intorno, ma ci dà anche la forza di superarle, perché noi abbiamo una prospettiva davanti. Non avere obiettivi, non avere sogni, non avere prospettive significa condannare tutti ad una situazione d’insoddisfazione e di ansia. Ad un giovane direi: coltiva il tuo sogno e trova qualcuno che per quello che può non lo considera né un’utopia, né una esaltazione, ma ti aiuta a sostenerlo e a realizzarlo. Noi abbiamo tanti strumenti, quindi io consiglierei di non rinunciare mai. MORETTI – L’ultima domanda, ci sono marchigiani che sono veramente, lo dico sempre, il miglior prodotto della regione; purtroppo, ci sono ancora dei marchigiani che hanno grandi preoccupazioni, soprattutto quelli che hanno piccole imprese artigiane, c’è ancora la possibilità di dar loro una mano? GIANNINI – Sì, noi stiamo lavorando con intensità, quest’anno abbiamo avviato delle iniziative importanti, oltre a rifinanziare misure della crisi, come l’innovazione che interessa molto le piccole e piccolissime imprese, perché l’innovazione loro tante volte la fanno senza saperlo, quando prendono in mano il loro prodotto lo guardano, lo cambiano, lo studiano e quella è innovazione, innovazione del prodotto. MORETTI – Ovviamente. GIANNINI – E loro non se ne rendono conto; poi, magari, viene qualcuno da fuori e gli dice: “Ma guarda che questa è una cosa innovativa”, e quindi gli fanno un progetto che può intercettare delle risorse e che li aiuta a continuare a lavorare e a migliorare. L’innovazione serve a questo, per questo abbiamo investito molto; inoltre, la ricerca è sempre stata considerata un appannaggio delle grandi industrie, quest’anno nel bando che abbiamo pubblicato abbiamo inserito una riserva del 10 per cento per le aziende artigianali sulla ricerca. MORETTI – Grazie Sara, grazie ai telespettatori e arrivederci alla prossima settimana.

Intervista del 1° dicembre 2011 www.youtube.com/GruppoAlceoMoretti


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MARCHEdomani

FEBBRAIO 2012


MARCHEdomani

FEBBRAIO 2012

Fondazione Marche– Finanziamenti per la diversificazione aziendale, lo sviluppo dei brevetti e gli studi dei ricercatori in America

La Facoltà dorica di Economia insieme al Gruppo Loccioni

Risorse per la crescita

Progetto Gol per studenti meritevoli

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ettecentomila euro in capitali e finanziamenti per la diversificazione aziendale e la valorizzazione dei brevetti e un milione di euro in borse di studio nel settore della medicina molecolare. Queste le risorse che Fondazione Marche, fondazione privata senza scopo di lucro, mette in campo per le imprese e i ricercatori delle Marche. Francesco Merloni, presidente Fondazione Marche, ha illustrato, assieme ai vicepresidenti della Fondazione Marche, Mario Pesaresi e Marco Pacetti, le tre nuove misure di finanziamento. “Questi inter-

Il presidente Francesco Merloni: “Individuare gli strumenti più idonei per rilanciare il nostro tessuto produttivo” venti, che abbiamo recentemente approntato –ha detto Merloni-, nascono da un confronto con le imprese, per individuare gli strumenti più idonei per rilanciare il tessuto produttivo regionale che è la nostra missione. Con queste

Da sinistra: Marco Pacetti, Francesco Merloni e Mario Pesaresi misure intendiamo favorire inidifficile e competitivo. Aiutaziative imprenditoriali in nuore chi vuole percorrere questa vi ed avanzati settori di attivistrada, che appartenga al montà industriale con alto potendo universitario e no, è cenziale di sviluppo futuro”. “I trale per tutti noi”. Queste nostri obiettivi –ha affermato nuove opportunità di supporto alle imprese ed imprenditoPesaresi- sono concentrati nella creazione e nello sviluppo ri impegnati nello sviluppo e delle imprese, le sole in grado nella crescita delle aziende si di creare ricchezze. Le magaggiungono alle precedenti giori difficoltà si stanno riiniziative a favore delle start up e spin off, i cui risultati si scontrando nel settore delle risorse umane che noi vogliasono già concretizzati in nuomo aiutare. Dobbiamo far ve imprese innovative. Nel setemergere chi ha talento e vuotore delle start up universitale accettare le sfide, anche se rie, finanziate nell’ambito del queste si presentano sempre concorso Ecapital, sono state più complesse”. “La comporealizzate 5 aziende (K-Sport nente innovazione –ha agSas di Mirko Marcolini, Cigiunto Pacetti- è fondamentamatic Srl, Nano-Tech srl, 3D – le per il successo delle iniziaSvs Società cooperativa e Gretive in un contesto sempre più entech di Santori & Moglie

La creazione Giampaoli scelta dal Corriere della Sera tra le migliori prelibatezze italiane

Ciambellona nell’olimpo Cambia l’anno ed è tempo di bilanci, anche in fatto di sapori. Ecco allora che, tra le tante classifiche che imperversano, c’è quella del Corriere della Sera stilata per eleggere le undici eccellenze italiane in campo alimentare ed enogastronomico. Tradizione e qualità premiano: c’è infatti anche la Giampaoli, storica azienda dolciaria anconetana, nella rosa dei migliori, unica realtà marchigiana presente nella mappa del gusto secondo il giornale di via Solferino. Nella rubrica gourmet “Scorribande”, curata dal giornalista Roberto Perrone, tra i riconoscimenti ai migliori prodotti, cuochi, piatti, alberghi e negozi del 2011, alla Giampaoli viene attribuito l’oscar del gusto come “sfizio dell’anno”, guadagnato grazie ad una sua creazione genuina e d’effetto: la Ciambellona. Fatta con farina, zucchero, uvetta, lievito, burro e solo tuorlo d’uovo, la Ciambellona ha i sapori tipici della tradizione marchigiana, segno distintivo dell’azienda dorica. E l’aspetto è all’altezza del gusto: il dolce prodotto si presenta infatti come una scenografica ciambella di tre chi-

logrammi, ben lievitata e ricca di uvetta, ed anche la confezione è accattivante, rimandando ai colori rustici della produzione

Giampaolo Giampaoli, a lato la Ciambellona

Un’eccellenza tutta marchigiana nella classifica dei sapori stilata dal giornale di via Solferino: un dolce delizioso al punto da provocare “turbamenti”

casereccia regionale. Una delizia in grado di “provocare turbamenti”, secondo Perrone, che parla anche di “un tributo, un giusto riconoscimento a Giampaolo Giampaoli, alla guida dell’azienda dolciaria di famiglia nata nel 1900”. Morbidissima e prodotta con ingredienti di alta qualità, la Ciambellona, ideale come regalo in occasione di festività natalizie e pasquali, facendo una figura di sicuro effetto sulle tavole imbandite, è buona da gustare sempre, venduta tutto l’anno. Fedele al credo che sia necessario soddisfare tutte le esigenze, la Giampaoli ha ideato più versioni anche di questo prodotto, proposto sia in forma intera (ciambella da tre chilogrammi), sia in tranci. Si trovano così in commercio la Ciambellona classica con uvetta, quella con l’aggiunta di gocce di cioccolato e quella della linea “zuccherozero” con uvetta, in cui lo zucchero è sostituito dal smaltitolo: una creazione, quest’ultima, pensata per chi ha problemi di glicemia e diabete. Rosemary Martarelli

Snc) a due delle quali sono stati assegnati premi per 50 mila euro e tre da 20 mila euro. Nell’ambito delle tre iniziative sulle start up e aziende che sono nate a fronte di situazioni di crisi, è stata fornita assistenza e valutazione dell’Istao a 20 soggetti, solo tre dei quali si sono concretizzati dopo i necessari approfondimenti sulla reale fattibilità. Le tre operazioni di capitalizzazione approvate riguardano Hp Composites, Così Srl e Stilox Srl; di queste la prime due hanno già perfezionato le operazioni. Il tema che la Fondazione si è posto con le nuove misure è di allargare le operazioni finanziarie anche ad altre opportunità.

La Facoltà di Economia “Giorgio Fuà ” insieme al Gruppo Loccioni offre, per la prima volta in Italia, un’innovativa modalità di formazione ed orientamento ai propri studenti. Si tratta del Progetto Gol - Grow On Loccioni, un percorso che coinvolge 12 fra i 303 iscritti al secondo anno della laurea magistrale, selezionati da università ed impresa. Il progetto, che ha l’obiettivo di preparare i giovani laureandi ad un ingresso veloce ed efficace nel mondo del lavoro, si divide in tre macro attività: formativa, project work e tutoraggio individuale. La prima prevede incontri formativi (fino al prossimo mese di maggio) con responsabili dell’impresa, consulenti e professionisti su tematiche che vanno dall’organizzazione aziendale al design. Il project work li vedrà protagonisti in un caso reale, dove dovranno partecipare allo studio e allo sviluppo di una delle business unit dell’impresa. Oltre a pagare a tutti e 12 gli studenti le tasse universitarie, il Gruppo si impegna a mettere a disposizione di ognuno un tutor per orientare l’ultimo anno di specializzazione e definire gli step necessari per arricchire adeguatamente il curriculum ed indirizzare il futuro.“L ’employability dei laureati è da sempre l’asse portante delle no-

stre strategie ”, aveva sottolineato il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, durante la presentazione del progetto. L’inciso di Enrico Loccioni, presidente del Gruppo Loccioni, su quello che è lo “scopo più importante del mestiere stesso di imprenditore: creare lavoro e, attraverso questo, offrire ai giovani la possibilità di sviluppare la propria identità personale e professionale. Mettere al centro dell’attenzione lavoro, mercato e persone significa vivere l’impresa come bene comune e non solo come bene privato. ‘Grow On Loccioni’ è un’occasione preziosa per portare avanti questa visione: crescita dei talenti, sviluppo del modello d’impresa, arricchimento del territorio”. Il progetto nasce all’interno del laboratorio di Business Marketing, creato nel 2005 dalla collaborazione tra la Facoltà di Economia ed il Gruppo Loccioni per offrire agli studenti altre opportunità formative tra cui project work, corsi di studio sul marketing B2B, progetti di tesi e dottorati di ricerca. Secondo Gian Luca Gregori, preside della Facoltà di Economia, tale progetto “rappresenta una modalità innovativa per integrare conoscenza e ricerca con e per il territorio”.

Banca dell’Adriatico e Confindustria PU: rinnovato l’accordo in favore delle Pmi

Plafond di 600 mln L’obiettivo comune è il continuo sostegno allo sviluppo delle piccole e medie imprese che rappresentano la struttura portante del sistema produttivo marchigiano. Si rafforza la collaborazione tra Confindustria Da sinistra Dario Pilla e Claudio Pagliano Pesaro Urbino e sta direzione: rinnova un Banca dell’Adriatico, firmarapporto di partnership già tari di un accordo che guaravviato, ma rafforza gli inda ad ogni possibile proterventi per la crescita, punspettiva di sviluppo per le tando su soluzioni in grado Pmi della regione e che a di supportare le imprese e questo scopo prevede un favorirne investimenti, creplafond di 600 milioni di scita, patrimonializzazione euro. L’accordo è stato pree sviluppo”. “Siamo al tersentato e siglato a Pesaro zo rinnovo di un accordo – da Claudio Pagliano, preha commentato Pilla– che sidente di Confindustria Peha dato risultati non facilsaro Urbino, e da Dario Pilmente immaginabili all’inila, direttore generale di zio di questo percorso coBanca dell’Adriatico. I punmune. Con Confindustria ti innovativi dell’accordo Pesaro Urbino oggi siamo sono tre: la valorizzazione una squadra che ha trasfordelle persone che lavorano mato l’emergenza in occain azienda con il sostegno sione di crescita. Se guaralla formazione dei dipendiamo alla realtà di ogni denti e allo sviluppo occusingola azienda, possono pazionale, gli interventi di emergere opportunità di finanza straordinaria e racrescita inesplorate, nuovi zionalizzazione organizzamercati su cui affacciarsi, tiva (Lean Management), i progetti da realizzare, posfinanziamenti e la consulensibili alleanze. Un punto za per una maggiore effiimportante dell’accordo è cienza energetica ed eco-sol’impegno per la formaziostenibilità dell’azienda. “In ne e quindi per l’occupaquesto momento il credito zione. Il momento è diffirappresenta l’emergenza e cile ma le nostre imprese la priorità più importante da hanno qualità e capacità affrontare nell’immediato. imprenditoriale indiscusse L’accordo siglato –ha affere intatte e noi faremo fino mato Pagliano- va in que-

Tre i punti innovativi dell’intesa: valorizzazione del capitale umano, interventi di finanza straordinaria e razionalizzazione organizzativa, misure per una maggiore efficienza energetica ed ecosostenibilità dell’impresa in fondo la nostra parte, mettendo loro a disposizione credito, conoscenza e vicinanza”.


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MORETTI – Buonasera cari amici, l’ospite di questa trasmissione è veramente una ricchezza per la nostra re-

MARCHEdomani ma la flessione di cui sentiamo parlare a livello nazionale è molto più ampia. MORETTI – Siamo un paese che deve fronteggiare una grave crisi: come mai ci sono giovani che ancora si iscrivono per intraprendere un cammino che è lungo alcuni anni, impegnativo, costoso? PACETTI – Io direi che purtroppo non ce ne sono ancora abbastanza; certo che fare un discorso di questo tipo in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo può sembrare in grave controtendenza, però il nostro paese, nello scenario europeo nel quale siamo immersi -ormai la nostra vita si regola forse più a Bruxelles, a Francoforte, che non a Roma-, si caratterizza per un numero di laureati straordinariamente basso. Vi è una sorta di leggenda

pre meno si baserà sul manifatturiero, su fattori tangibili, e sempre più invece vedrà arricchirsi quei popoli, quei paesi, quelle imprese capaci di immettere nei propri prodotti e nei propri servizi molta intelligenza, dunque innovazione. E l’innovazione viaggia con il talento dei giovani, soprattutto di quelli che hanno seguito un percorso professionale strutturato importante, cioè che hanno fatto degli studi di livello universitario. Il nostro paese non ha solo la mina pensionistica di cui in questi giorni tutti ci stiamo occupando: questa di cui ho detto è una mina ancora più grave, una problematica che non viene forse percepita fino in fondo, ma veramente è da fare un appello alle famiglie, ai giovani, perché andare all’università, specie oggi, richiede certo sacrifici, ma rappresenta ancora l’investimento più importante che un giovane diciottenne possa fare. E’ chiaro che anche la famiglia che investe deve essere consapevole che senza una formazione di livello universitario sarà difficile per il proprio figlio accedere ai livelli più alti della società della conoscenza. MORETTI – Un anno fa, di questi tempi, dopo un lungo e travagliato percorso parlamentare, veniva approvata la riforma cosiddetta Gelmini; che cos’è successo da allora?

nifestazioni, ma quasi niente di ciò che quella norma prevedeva si vede avanzare. Si è fatto un gran parlare di merito, una parola bistrattata perché viene pronunciata a piena bocca, ma mai applicata: non l’ha applicata la Gelmini -anche se ne ha fatto uno slogan, perchè è stata partecipe dei famigerati tagli lineari del ministro Tremonti, il quale ha tagliato dovendo tagliare, probabilmente in modo inevitabile, ma ha tagliato a tutti in egual modo, buoni e cattivi, andando in direzione esattamente opposta rispetto all’affermazione del principio del merito. MORETTI – Possiamo riporre qualche speranza nel fatto che il nuovo ministro Profumo, che è stato Rettore del Politecnico di Torino, ha una conoscenza profonda della materia che gli è stata affidata? PACETTI – Francesco Profumo è un amico da tempo memorabile ed io ho una grande stima delle sue capacità, delle sue conoscenze, delle sue capacità gestionali, perché ha gestito al meglio un ateneo importante come il Politecnico di Torino. Temo che non riuscirà a superare i vincoli economici che il paese affronta, però ho speranza che, proprio perché non c’è, come dire, una lira in cassa, possa dedicarsi con profitto alla sistemazione di alcuni procedimenti e ad attenuare quel soffocante

FEBBRAIO 2012 piedi tutta questa, scusi l’irriverenza del termine, ‘baracca’? PACETTI – Intanto va detto che le singole amministrazioni raccolgono anche i frutti di quello che hanno seminato: se nel passato hanno avuto dei comportamenti finanziariamente poco attenti o dissennati, in un momento di crisi della finanza pubblica vivono una crisi ancora superiore, unendo alle difficoltà del paese le proprie. Non è questo il nostro caso: grazie ad una condotta accorta, dal punto di vista della gestione economica e finanziaria, negli anni passati, noi siamo oggi in grado di affrontare la crisi non dico ridendo, ma certamente con minore preoccupazione rispetto a tanti altri nostri colleghi. Tant’è vero che anche in queste condizioni di tagli consistenti –e tagli uguali per tutti, quindi in senso contrario al merito tanto declamato- noi riusciamo a fare investimenti, il che per noi significa puntare sulla ricerca. E la ricerca si fa in due modi: con i giovani –ne abbiamo assunti proprio in queste ore e assumeremo altri ricercatori- e attrezzando al meglio i nostri laboratori; la settimana scorsa abbiamo varato un ulteriore piano di investimenti per il rinnovo degli apparati di laboratorio, perché ci vogliono buone idee, certo, ma servono anche degli strumenti, specie nella ricerca scientifica avanzata,

porti esterni di personale assunto con dei contratti annuali su temi specifici, ed è una buona massa. MORETTI – E’ un esercito della cultura, questo! PACETTI – E’ certamente una quantità impressionante di intelligenze che possono essere messe al servizio non solo della preparazione dei nostri studenti, ma anche a disposizione dello sviluppo di tutto il territorio, delle alte istituzioni pubbliche, delle imprese, dei cittadini su aspetti specifici, perché il nostro compito non è solo quello di sviluppare ricerca e poi trasmettere i risultati della stessa, ma anche di svolgere quella che ormai si chiama la terza missione: la prima è la ricerca, la seconda è la didattica, la terza è mettere i nuovi sapere che sviluppiamo nei nostri laboratori a disposizione per lo sviluppo economico del nostro territorio, anche partecipando direttamente alle imprese. MORETTI – Che speranze ci sono che la sapienza acquisita dai giovani che escono dalla Politecnica trovi accoglienza nelle varie industrie, negli enti, in sostanza nell’economia? PACETTI – Io, forse anche in controtendenza, posso dare dei segnali di fiducia da questo punto di vista: siamo reduci da un paio di giorni da una presentazione pubblica, fatta insieme alla Camera di commercio di Ancona e ad

RETTORE MARCO PACETTI

“Strategia delle tre T contro la crisi” gione: parlo di Marco Pacetti, il prestigioso Rettore dell’Università Politecnica delle Marche. Il professor Pacetti regge questo interessante, importante ateneo da 15 anni o sbaglio? PACETTI – Non sbaglia, è giusto. MORETTI – (Rivolto ai telespettatori, scherzando) Quindici anni! Non riescono a farlo fuori, eh! PACETTI – In senso accademico, si intende! (ridono) MORETTI – Indubbiamente. Senta, com’è andata l’ultima campagna iscrizioni? PACETTI – La campagna iscrizioni restituirà dati più precisi i primi mesi del nuovo anno, perché ci sono varie operazioni in corso, trasferimenti, eccetera. Noi stimiamo di superare ancora una volta il livello di 4 mila nuove iscrizioni, 4 mila matricole con leggera, immaginiamo, flessione, non equamente distribuita nelle facoltà, di un 2 per cento o poco più. MORETTI – Con una popolazione complessiva di… PACETTI – …la popolazione complessiva supererà i 17 mila iscritti, quindi più che un paio di divisioni da un punto di vista militare. Credo che questo sia un dato ancora buono, anche se forse è la prima volta negli ultimi anni che in termini assoluti registriamo una leggera flessione,

metropolitana che ogni tanto riprende a circolare e secondo la quale in Italia sarebbero fin troppi i laureati; in realtà è vero il contrario: noi abbiamo una dotazione di laureati che è la metà della media dei paesi Ocse, cioè dei paesi più sviluppati.

PACETTI – Lei dice bene, cosiddetta Gelmini; io direi cosiddetta riforma, perché in realtà, almeno dal mio punto di vista, e non ho mai mancato di sottolinearlo, non è in diritto di chiamarsi tale. Io ho un’idea delle riforme ben più alta; questa è un grande e com-

centralismo che caratterizza la cosiddetta riforma Gelmini. MORETTI – Io ho esaminato con attenzione, come

molto buoni. MORETTI – All’Università Politecnica delle Marche avete in questo momento ol-

faccio sempre quando ho il piacere di averla ospite in trasmissione, l’attività, le iniziative, i progetti e le realizzazioni della Politecnica delle Marche. Le pongo una domanda: come fa, considerata la situazione di crisi in cui versa il paese, a tenere lei in

tre 50 corsi attivi; quanti docenti avete? PACETTI – In una cinquantina di corsi dei vari livelli che sono attivi nelle nostre sedi lavorano strutturati, parlo cioè di personale di ruolo, quasi 600 tra professori e ricercatori; ci sono poi ap-

L’innovazione viaggia con il talento dei giovani, soprattutto di quelli che hanno seguito un percorso di studi importante. Andare all’università, specie oggi, richiede certo sacrifici, ma rappresenta ancora l’investimento più importante che un diciottenne possa fare MORETTI – Perché allora siamo conosciuti come un paese di alta cultura? PACETTI – Temo che questo appartenga più all’eredità dei secoli passati che non al presente: la capacità del nostro paese di incidere sulle alte professioni intellettuali nel panorama mondiale si è fortemente ridotta proprio a causa del fatto che abbiamo un numero di laureati decisamente inferiore a quello degli altri paesi. Questo è gravissimo nel presente, ancor più in termini di prospettiva, perché significa restar fuori dal circuito dell’economia delle conoscenze, cioè dell’economia che sem-

plicato affastellamento di norme che hanno il risultato pratico di bloccare per alcuni anni l’università nel fare regolamenti, leggi, leggine e di riaccentrare tutto il potere, quel poco che era stato decentrato all’autonomia degli atenei, verso il ministero. Quindi un modello straordinariamente in antitesi rispetto al modello generale di delega di funzioni, di federalismo di cui stiamo tutti vedendo l’applicazione in questi periodi. Dal mio punto di vista, non ha dunque la dignità di chiamarsi riforma. Ad un anno di distanza, poco si è visto, molto si è detto; ci sono state tante ma-

Ubi-Banca Popolare di Ancona, di un programma che si chiama ‘Campus World’ e che prevede stage in tutto il mondo per i nostri studenti. Abbiamo avuto un successo straordinario, ma lo straordinario di questa operazione è che la qualità dei nostri studenti è tale che una buona parte di essi trova lavoro direttamente all’estero. E’ una buona esportazione di capitali intellettuali, perché poi molti di questi giovani radicano le nostre imprese all’estero. Altrettanti rientrano e mi ha impressionato, proprio in sede di presentazione, il racconto di un nostro laureato in ingegneria che, fatta la sua esperienza ad Hong Kong, già nella prima settimana dal rientro ha avuto tre proposte di lavoro a tempo indeterminato, doveva solo decidere quale accettare. Immagino che non sia per tutti così, e questi segnali sono veramente confortanti per due aspetti: innanzitutto fa piacere che ci siano giovani talentuosi consapevoli che l’orizzonte è quello del mondo -e a questo proposito li favoriamo, perché nei tirocini all’estero noi li sosteniamo finanziariamente-; il secondo è che le imprese capiscono che questi talenti non bisogna farseli scappare e quando li trovano se li tengono. MORETTI – Ha parlato di imprese: in questo momento di difficoltà, si rendono conto dell’opportunità di in-


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FEBBRAIO 2012

Politecnica la virtuosa: bilancio premiato e nuovi investimenti in ricerca Bilancio 2011 in attivo ed un 2012 che si apre con buone prospettive, vedendo aumentare gli investimenti in ricerca soprattutto per i giovani. Hanno “caratteristiche di unicità, o comunque di singolarità”, per dirla con il Rettore Marco Pacetti, i dati che l’Università Politecnica delle Marche presenta, riconsegnando il profilo di un ateneo capace di risultati decisamente in controtendenza ri-

spetto al panorama nazionale. Con avanzo nell’ordine di 5/ 6 milioni di euro chiuderà il bilancio 2011, grazie alla quota premiale che la Politecnica –unico ateneo marchigianoha ottenuto per la qualità didattica (3.8 milioni) e per la qualità scientifica (5.4 milioni). Previsto in attivo per circa 2 milioni il bilancio 2012: l’inciso di Pacetti sull’indice di rigidità uscite (rapporto tra costo personale di ruolo e fon-

do ministeriale), inferiore alla media nazionale ed entro i limiti di legge; “L’alta sostenibilità finanziaria nel lungo periodo è di fatto un nuovo parametro di virtuosità”. Articolato il piano di investimenti in ricerca (aumento borse di dottorato, almeno 50, e degli assegni di ricerca, fondi speciali per mobilità dottorandi, incrementati di circa il 9% i fondi per la ricerca libera ai Dipartimenti, internazionaliz-

zazione, dotazioni per ricercatori neo-assunti), mentre il piano straordinario di assunzioni di professori associati prevede di reclutare una quindicina di unità già nei prossimi 2-3 mesi; per nuovi apparati di laboratorio, investimenti per circa 1.5 milioni. Restano intanto bloccate le tasse universitarie -anche se gli importi sono tra i più contenuti del paese-, ciò che non andrà a detrimento di nuovi investimenti per attività e servizi rivolti allo studente. Sil. Cor.

vestire in questi giovani? PACETTI – Direi di sì, complessivamente; poi ci sono imprese che hanno la capacità, oltre che la consapevolezza della necessità, di farlo, e ce ne sono molte, anche nel nostro territorio: non solo le realtà più grandi, ma anche quelle di medie dimensioni, che continuano ad investire. Le più piccole hanno difficoltà, però ho la percezione che comincino a capire che piccoli e da soli non si va da nessuna parte; se invece si creano delle reti, dei consorzi, se si fanno delle operazioni insieme, soprattutto per quello che riguarda le proiezioni internazionali, c’è spazio. Così come ce n’è per i giovani più aperti e disposti a cimentarsi sul mercato internazionale e non ad addormentarsi tra le comode braccia di mamma nell’azienda sotto casa o a pretendere un posto pubblico. MORETTI – Il vostro rapporto con la Ferrari esiste sempre? Collaborate ancora? PACETTI – Con la Ferrari c’è una collaborazione ormai storica, sia attraverso alcune consulenze puntuali, sia con dei tirocini, sia per il tramite dei nostri giovani -nel frattempo magari diventati adulti- che sono stati assunti e operano presso la Ferrari. Ma sono tante le realtà multinazionali, italiane o estere, di cui posso parlare; io ogni tanto mi ritrovo a capo, diciamo così, di imprese internazionali. E impresa internazionale è la Sirti, che si occupa della posa di fibre ottiche -quindi siamo ai livelli più alti delle tecnologie-, il cui amministratore delegato nominato di recente è un nostro laureato di Ingegneria. Ma è solo l’ultimo dei tanti casi: abbiamo un nostro laureato di Economia che è il capo area per l’intera America latina di un gruppo importante come Banca Intesa. MORETTI – Io la seguo da tanti anni e devo dire che lei mi riserva sempre delle belle sorprese. Una cosa che mi sorprende, il numero di corsi che avete alla Politecnica; come fate a sostenere queste spese in tempi in cui tutti si lamentano per le difficoltà della crisi? PACETTI – Delle difficoltà della finanza pubblica e dei tagli abbiamo già discusso: ci sono ed è una realtà con cui bisogna confrontarsi. Io non ho un segreto, però il sistema è molto semplice: non bisogna spendere quello che uno non ha. Non è necessario aver fatto la School of Management di Harvard per capire questo: se lo Stato avesse sempre fatto così, forse oggi ci troveremmo in minori difficoltà. MORETTI – E’ per questo o anche per altri motivi che la Politecnica è conosciuta come università virtuosa? PACETTI – Dal punto di vista della sostenibilità finanziaria è questo il motivo, perché noi non abbiamo debiti pregressi, non abbiamo neanche un euro di mutuo, anche

se i mutui non sarebbero tecnicamente da definirsi debiti. Abbiamo dunque una capacità di investimenti non esplorata attraverso i mutui ancora importante -che pensiamo di mobilizzare a breve-, inoltre non abbiamo scheletri nell’armadio. Quindi non abbiamo

terzo, però non siamo mai stati sotto questo livello. E saremmo ancora più in alto se fra i criteri di merito fosse considerato quello della sostenibilità economica, ciò che quasi mai avviene, anche se questo è determinante per le prospettive future: ad iscriversi ad

le sbocco nel mercato del lavoro trovano nella nostra realtà, rispetto ad altre, una qualità delle strutture e complessivamente dei servizi molto migliore, come ci viene riconosciuto. E con questo completo la risposta alla sua prima domanda.

“In un periodo di gravi difficoltà bisogna concentrare i migliori talenti, investire nelle migliori tecnologie, ma stando tutti uniti nel territorio”. Così, agli “Incontri” di Alceo Moretti, il Rettore della Politecnica delle Marche, Marco Pacetti. Che sottolinea: “La vicinanza alle imprese e alle istituzioni per mettere a disposizione i nostri saperi vale per noi adesso ancora più di ieri” fatto niente di speciale: semplicemente, da buoni marchigiani, non abbiamo fatto il passo più lungo della gamba. MORETTI – Il governo che è decaduto da poco -dico io per fortuna- vi ha sostenuto oppure no? PACETTI – Dal punto di vista finanziario certamente no: il sistema universitario italiano ha subìto dei tagli pesantissimi, nell’assunto che i soldi spesi nell’università fossero soldi sprecati, e questo è un assunto straordinariamente becero, straordinariamente inconsapevole dell’avvenire. Peggio ancora, poi, si è tagliato in egual misura senza tener conto di chi aveva meritato e di chi invece aveva sperperato, lungi dal fare, come dicevamo prima, i passi commisurati alla gamba, ma facendoli tre volte più lunghi della gamba. Invece di dare il buon esempio, di tagliare più fondi a questi ultimi, si sono tagliate le risorse in egual misura rispetto a chi aveva sempre ben meritato. Se questo è il merito tanto declamato… MORETTI – …mi scusi, quante sono le università in Italia? PACETTI – Fra pubbliche e private, una novantina, un po’ meno. MORETTI – La Politecnica delle Marche è tra le università leader, no? PACETTI – Noi, in tutti i tipi di graduatorie, siamo sempre nei primi 10 posti; certo, poi una volta uno è secondo, una volta primo, una volta

un ateneo con i conti traballanti, con l’aria che tira, potrebbe anche succedere che poi uno si ritrova al secondo, al terzo anno, in un’università che non c’è più, che non eroga lezioni, che ha chiuso i laboratori, che chiude la biblioteca. E sarebbe opportuno che una vera informazione su questi aspetti che toccano la vita quotidiana degli studenti i media la facessero. MORETTI – Una domanda che mi fanno spesso e alla quale lei già molte volte ha risposto: per quale motivo i giovani dovrebbe iscriversi alla Politecnica delle Marche? Altra domanda che mi viene rivolta frequentemente: perché i giovani che escono dalla Politecnica hanno garanzia di risultato? PACETTI – Parto dalla seconda, perché è già un po’ rispondere anche alla prima: hanno garanzie di risultato sul mercato del lavoro migliori di altri perché la nostra è un’università che ha concentrato le sue vocazioni, i suoi investimenti, nei settori delle lauree tecnico-scientifiche, e sono quelli che nell’era della tecnologia imperante e che accelera in continuazione vengono più richiesti sul mercato del lavoro. Per i laureati in ingegneria, in economia, in biologia o in medicina ci sono richieste più alte rispetto ai laureati in lettere antiche, faccio un esempio, o in giurisprudenza. I giovani intenzionati ad intraprendere questi percorsi che trovano più faci-

MORETTI – Lei e Francesco Merloni siete ai vertici della Fondazione Marche: Francesco è presidente, lei è vicepresidente; ho letto che avete studiato dei provvedimenti economici a favore delle aziende. PACETTI – Alla Fondazione Marche –l’altro vicepresidente è Mario Pesaresi- abbiamo avviato da alcuni anni un percorso di sostegno alla creazione di nuove imprese perché è tra gli scopi della Fondazione favorire la nascita di imprenditorialità: imprese che operino o ai fini di una ristrutturazione all’interno delle aree di maggior crisi industriale della nostra regione o addirittura in settori nuovi, quelli delle biotecnologie, delle Information and Communication Technology. Nei giorni prossimi faremo un ulteriore salto perché, insieme alla Regione e ad un’importante fondazione di scienziati italiani che operano in America, firmeremo un accordo per formare nostri nuovi giovani talenti in quella che sarà una delle frontiere della medicina degli anni a venire: la medicina molecolare, che appunto a livello molecolare studierà tanto le malattie quanto le cure. MORETTI – Lei ebbe ad un certo punto l’idea di aprire sedi distaccate della sua università in varie località delle Marche; soddisfatto di questa idea? PACETTI – Siamo soddisfatti per una serie di risultati che abbiamo ottenuto: risulta-

PAGINA ti che sono stati analizzati attentamente, anche alla luce delle restrizioni, sia finanziarie che di altro tipo, che ci sono state imposte dal governo centrale. Abbiamo dovuto chiudere alcune di queste esperienze dolorosamente, perché si trattava di esperienze positive: i giovani venivano, anche se in numeri non enormi, e trovavano poi facilmente lavoro, mi riferisco a Fabriano e a Pesaro in particolare. Restiamo comunque aperti in altre località: a Fermo continuiamo ad avere un ottimo corso di Ingegneria gestionale, a San Benedetto un corso di Economia e commercio che va benissimo e che da anni riconsegna risultati molto al di sopra delle più rosee aspettative che in esso avevamo posto. Poi continuiamo, ovviamente, in tutte le sedi di capoluogo di provincia, quindi Pesaro, Ancona, ma anche Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno: abbiamo dei corsi della facoltà di Medicina, corsi di Scienze infermieristiche che sono richiestissime e sono una di quelle lauree, di quelle professioni che hanno

un tasso di occupabilità altissimo, praticamente il cento per cento. MORETTI – Lei dice cose talmente interessanti che continuo a rubare tempo alla regia. Ha citato San Benedetto, mi viene in mente una notizia che è uscita sui giornali: per salvare le palme della Riviera è accorsa in aiuto l’Università Politecnica… PACETTI – …sì, perché si tratta di un problema grave: l’insetto conosciuto come punteruolo rosso è diventato il killer delle palme, e in tutto il Mediterraneo, non solo a San Benedetto. Ma San Benedetto, appunto Riviera delle Palme, se perde le migliaia di palme che ha addirittura dovrebbe trovare un altro nome… MORETTI – …qual è la facoltà coinvolta? PACETTI – La facoltà di Agraria, che è al centro di un progetto internazionale, un progetto finanziato dall’Unione europea per studiare appunto i sistemi che rimedino ai danni di questo insetto terribile che si nutre in pratica del cuore delle palme. Ancora non sono stati trovati dei sistemi efficaci e definitivi, perché gli unici che si potrebbero usare, che in laboratorio sono già stati testati, sono dei sistemi chimici trop-

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po pesanti, che teoricamente avrebbero delle conseguenze anche sulla popolazione. MORETTI – Avete già messo in campo un intervento? PACETTI – Abbiamo fatto alcuni studi, abbiamo alcune idee su cui lavorare. Quella di cui parliamo è una ricerca molto importante che si svolge a livello internazionale: noi contiamo di avere qualche buona via da consegnare agli interessati in un arco di 18-24 mesi. MORETTI – Ultimissima domanda: la famosa strategia delle tre ‘T’ -Talenti, Tecnologie, Territorioin questo periodo è ancora valida? PACETTI – Lo è più che mai, perché è evidente che in un periodo di grave crisi bisogna concentrare i migliori talenti, investire nelle migliori tecnologie, ma stando tutti uniti nel territorio. Oggi bisogna essere consapevoli dell’importanza di un territorio coeso, perchè è difficile che qualcuno possa salvarsi in un territorio disastrato. Quindi la proiezione territoriale, la vicinanza alle imprese del territorio, alle istituzioni del territorio per mettere a disposizione i nostri saperi, vale per noi oggi, in un periodo di crisi, ancora più di ieri. MORETTI – Ecco, il territorio: gli argomenti che ha usato sono felicissimi e importantissimi. Ma com’è nel territorio il rapporto tra le altre università e la Politecnica? PACETTI – A parte alcuni settori di sana competizione, che per noi riguardano solo poche cose –c’è più competizione, sovrapposizione, in alcuni degli altri atenei marchigiani- i rapporti sono buoni: stiamo studiando forme di collaborazione nella convinzione che il territorio va difeso con l’apporto di tutti, facendo squadra, come si usa dire adesso. E’ una consapevolezza che si sta diffondendo. MORETTI – Questo è importante; vedo che anche nell’imprenditoria si sta sviluppando questo concetto… PACETTI – …direi che è una premessa indispensabile: i campanilismi tipici della nostra regione devono essere accantonati soprattutto in questo momento di crisi, perché godere del fatto che il campanile vicino crolla non ci porta da nessuna parte. MORETTI – Diciassettemila iscritti alla Politecnica: la città ne beneficia, naturalmente. Secondo lei è consapevole di questo? PACETTI – Io credo di sì: è una consapevolezza che si è venuta creando e consolidando nel tempo ed io ritengo che possiamo oggi essere soddisfatti di questa vicinanza, di questa connessione tra città e università. MORETTI – Rettore, complimenti e grazie per quello che fa insieme al suo esercito di docenti. Grazie ai telespettatori e arrivederci alla prossima settimana.

Trasmissione del 15 dicembre 2011 www.youtube.com/GruppoAlceoMoretti


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cultura

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L’utopia del Rinascimento: è Urbino la città ideale Sarà inaugurata il prossimo 6 aprile ad Urbino l’importante mostra sul tema della città ideale partendo dal dipinto urbinate che costituisce uno dei più affascinanti enigmi del Rinascimento italiano. A cura di Lorenza Mochi Onori e di Vittoria Garibaldi, la mostra si propone di dimostrare come la

tavola dipinta, conosciuta come Città ideale, conservata nella Galleria Nazionale delle Marche della città feltresca, rappresenti, insieme con i dipinti gemelli –col medesimo soggetto- di Berlino e Baltimora, il compendio della civiltà rinascimentale fiorita ad Urbino e nel Montefeltro, nella seconda metà del Quattrocento,

ad opera di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino, il più dotto ed illuminato fra i signori del suo tempo. “La Città ideale –L’utopia del Rinascimento a Urbino tra Piero della Francesca e Raffaello” titolo dell’esposizione che alla Galleria Nazionale delle Marche sarà visitabile fino all’8 luglio; di un progetto

ambizioso parla la Garibaldi, sottolineando la possibilità per gli studiosi di tutto il mondo di un raffronto diretto tra le tre tele riunite, ma soprattutto per uno “sguardo complesso e poliedrico sul Rinascimento che abbracci aspetti architettonici, artistici e urbanistici, intrecciando il dibattito politico e filosofico sull’epoca rinasci-

FEBBRAIO 2012 mentale”. La mostra è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, dalla Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche, dalla Regione Marche, dalla Provincia di Pesaro e Urbino, dal Comune di Urbino, dalla Banca Marche, dalla Fondazio-

ne Cassa di Risparmio di Pesaro e dall’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. L’organizzazione è affidata a Gebart con la collaborazione di Civita.

Maraviglia Travellers’: cultura, relax e avventura

Percorso sui linguaggi del contemporaneo: al progetto, finanziato dalla Regione, il sostegno di Confindustria Giovani Ancona e di GGF Group

San Valentino da Gradara a Pesaro

A scuola di visioni

La poesia che canta l’amore e travalica i confini del tempo. Sono trascorsi più di sette secoli da quando Dante compose l’opera più celebre della letteratura, eppure niente è più attuale dei suoi versi forti e struggenti. Amato e citato dagli innamorati, il sommo poeta non poteva che costituire il leit motiv del momento dell’anno dedicato alle coppie: San Valentino. Nel mese di febbraio, infatti, tra le proposte di viaggio del tour operator marchigiano Maraviglia Travellers’ Company, spicca la due giorni a Gradara, città dell’amore per antonomasia, dove si è eternato il mito di Paolo e Francesca, cantati appunto da Dante nell’Inferno. Un soggiorno che accosta intimità e cultura e che offre uno spettacolo di rara bellezza proprio nella notte di San Valentino, quando il castello si illumina di luci rosse e candele e nelle vie del borgo si susseguono spettacoli, danze e musiche medievali. Il pacchetto prevede una cena a lume di

È

un’inedita Scuola di visioni del contempo raneo quella che si svolge da gennaio a giugno ad Ancona, Fermo e Macerata grazie al finanziamento dell’assessorato alle Politiche giovanili della Regione Marche su un progetto dell’Associazione Compagnia Sineglossa in collaborazione con Teatro Rebis, con il sostegno di Confindustria Giovani Ancona e di GGF Group e la partnership dei Comuni di Ancona, Fermo e Macerata, Università degli Studi di Macerata e Amat. “Un’idea illuminata che abbiamo accolto perché dà vita, attraverso l’arte, alla partecipazione attiva delle

nuove generazioni alla res publica. È la stessa finalità della nuova legge regionale in materia di politiche giovanili –ha sottolineato l’assessore Serenella Moroder- e del progetto ‘I giovani C’entrano’: intendiamo favorire il percorso dei giovani per renderli protagonisti e sostenerli nel loro compito di ricerca di autonomia”. La Scuola di visioni vuole essere un percorso formativo sui linguaggi del contemporaneo, un laboratorio per ragazzi dai 18 ai 29 anni ideato e condotto da 6 artisti –Federico Bomba, Andrea Fazzini, Luca Luzi, Sabrina Maggiori, Stefano Sasso e Alessia Tripaldi- che incrociano

le proprie competenze teatro, paesaggio sonoro, scrittura, fotografia, arte pubblica, performance- per stimolare i partecipanti verso una nuova pratica creativa. Non si pone l’obiettivo di formare figure specializzate in un determinato settore dei mestieri dello spettacolo, ma intende sviluppare nei partecipanti uno sguardo critico sui rapidi processi di trasformazione del contemporaneo, attraverso lo studio e la messa in pratica di grammatiche artistiche innovative. Le più grandi strutture imprenditoriali, infatti, riconoscono il profondo contributo che l’arte contemporanea, in quanto

L’omaggio a Roberto Papini Un'immagine di Gradara candela, un percorso benessere ed un trattamento ai sali di Cervia, cui è possibile accostare una visita guidata a borgo, rocca e camminamenti di ronda al tramonto. Suggestioni medievali anche per l’offerta di due giorni a Mercatello sul Metauro, accolti dalla singolare architettura del Castello della Pieve, che nel 1301 vide decretare l’esilio di Dante. Particolarità del pacchetto, la degustazione in cantina di vino di visciole e cioccolato, con un omaggio dei prodotti. Per gli innamorati curiosi è perfetta la proposta di soggiorno a Villa Lattanzi, luxury refuge a cinque stelle di Torre di Palme, uno dei cento borghi più belli d’Italia, dove si verrà guidati in un’escursione alla Grotta degli Amanti, nascosta nell’incantevole parco che circonda la villa. Per coloro cui San Valentino fa rima con coccole e relax, Maraviglia Travellers’ ha ideato una due giorni all’Hotel Excelsior, il cinque stelle di Pesaro, con accesso illimitato alla Spa della struttura, bagno vapore in hammam, doccia emozionale con savonnage al sapone nero del Marocco e massaggio finale con olio di Argan. Rosemary Martarelli

OffiCine Mattòli, fare cinema nelle Marche Per il secondo anno consecutivo il centro di formazione e produzione cinematografica OffiCine Mattòli di Tolentino propone tre corsi (sceneggiatura, filmmaking, recitazione cinematografica) che si svilupperanno da gennaio a luglio, durante i week end. “Siamo partiti da un’idea semplice: mettere in rete le centinaia di aspiranti professionisti dell’audiovisivo che vivono in questa regione e non solo”, dice Damiano Giacomelli, responsabile di OffiCine Mattoli, un luogo in cui “formazione e produzione si fondono, dando vita a un cinema agganciato al territorio”. L’accento dell’assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini su “un vero e proprio corso accademico che porta con sé diversi aspetti positivi: dalla formazione per i giovani alla valorizzazione dei talenti, alle potenzialità occupazionali”. I corsi –ciascuno della durata di 300 ore e numero chiuso a 14 allievi- si avvalgono di prestigiosi docenti: i registi Daniele Gaglianone, Marco Bechis, Aureliano Amadei, il produttore Gianluca Arcopinto, lo sceneggiatore Francesco Trento, le casting director Stefania De Santis e Jorgelina Depetris e l’attore Filippo Timi. Nell’ultimo anno, l’offerta didattica è stata accompagnata da un’intensa attività produttiva, iniziata con la realizzazione del corto di diploma 2011, coordinato da Gaglianone. Sono attualmente in produzione 9 cortometraggi, interamente realizzati dai 35 corsisti iscritti lo scorso anno; i corti migliori saranno promossi in concorsi nazionali grazie alla collaborazione con Marche Film Commission e Giometti Cinema. Numerose anche le co-produzioni a livello locale e nazionale per documentari, video istituzionali e lungometraggi, tra cui Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati.

La mostra che resterà allestita fino al 31 gennaio alla Mole Vanvitelliana, nei nuovi spazi del Museo Omero, è un doveroso omaggio a Roberto Papini e alla sua poderosa attività. Si tratta della prima antologica dedicata al novantenne artista anconetano che espone circa 80 opere selezionate dalla curatrice Marilena Pasquali per coprire

l’intero arco temporale del suo lavoro, offrendone un ampio spaccato, esplorandone il percorso espressivo, mettendone a fuoco caratteri, sviluppi e approdi. La mostra, fortemente voluta da Roberto Farroni, primo presidente del Museo Omero prematuramente scomparso nell’ottobre scorso, consente di conoscere un pittore appartato ed impegnativo,

attraverso opere molte delle quali esposte per la prima volta (prestatori: Roberto Papini, Museo Tattile Statale Omero, Pinacoteca Civica F. Podesti, Collezione Grassini Bottegoni, Collezione Sbaffi Pancioni). Nitido ed essenziale l’allestimento di Massimo Di Matteo; orario: da martedì a domenica: 16-19, ingresso libero.

strumento di critica del noto, apporta allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione negli ambiti più disparati: dall’ingegneria elettronica alla biomedica, dai nuovi strumenti di marketing alla progettazione di nuovi sistemi per la produzione di energia rinnovabile. Sviluppare lo sguardo critico significa aumentare l’occupabilità dei giovani. È proprio per questa ragione che Confindustria Giovani Ancona, presieduta da Beatrice Garofoli, e GGF Group, anch’esso guidata da un amministratore delegato sotto i 35 anni, Guido Guidi, hanno deciso di sostenere economicamente il progetto, ritenendolo un’azione pilota che esplora nuove modalità di fare formazione e aumenta le possibilità di sviluppo nel settore privato. Agguati è il tema del primo anno della Scuola di visoni, una scuola di pensiero e di azioni, che nasce con l’obiettivo di mettersi in ascolto del proprio tempo creando occasioni di trasformazione nel rapporto con l’ambiente e con gli altri. Il corso è a numero chiuso. Info: 327 8223436, www.visionidelcontemporaneo.com.

Recanati: scelte di prima qualità Il 28 e 29 gennaio la scena è per Art, trasposizione del testo di Yasmina Reza –autrice contem-

attesissimo appuntamento è con Stefano Accorsi, sul palcoscenico del Teatro Persiani il 10 e l’11 marzo con Orlando furioso. Ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante da Ludovico Ariosto nell’adattamento teatrale e per la regia di Marco Baliani. Il 28 e 29 marzo sarà la volta de Il ventaglio, una grande commedia corale di Goldoni interpretata da un gruppo di attori giovani del Teatro Stabile del Veneto diretti da Damiano Michieletto. Recanati Torino A/R Leopardi Martone l’Italia è il suggestivo titolo del Alba Rohrwacher in “E’ stato così” dittico che attraversa le due sezioni in poranea di grande interescui si articola il programse- interpretato da tre ma del Persiani, prosa e attori di talento come contemporaneo. Il prossiAlessio Boni, Alessandro mo appuntamento coinciHaber, Gigio Alberti de con la conclusione del diretti da Giampiero cartellone di prosa ed ha Solari. Nel calendario il sapore dell’evento 2012 della Stagione rivolto ad un vasto teatrale di Recanati altro

pubblico nazionale: si una confessione dettata tratta dell’ospitalità, dal dalla dolorosa lucidità di 26 al 28 aprile in escluuna moglie che per anni siva regionale, di Operette ha sopportato la relazione morali di Leopardi nella lettura del regista Mario Martone. Lo spettacolo, definito da Curzio Maltese il più bello dell’anniversario per i 150 anni dell’Unità d’Italia, rappresenta per il pubblico del Persiani una chicca preziosissima anche per l’esclusività della proposta che lo vede in cartellone in pochissimi “Operette morali” nella lettura del teatri italiani. La regista Mario Martone sezione dedicata al contemporaneo si extraconiugale del marito. chiude il 1° aprile con È Inizio spettacoli: stato così, testo di Nataferiali ore 21, festivi ore lia Ginzburg: l’affasci17. La stagione è promosnante Alba Rohrwacher, sa dal Comune di Recanadi nuovo in teatro diretta ti e dall’Amat e realizzata da Valerio Binasco, porta con il contributo della in scena i sentimenti, le Regione Marche e del passioni, le speranze di Ministero per i Beni e le una donna sola destinata Attività culturali. a smarrire inesorabilmente Info: Teatro Persiani la propria esistenza, e tel.: 071 7579445, Amat racconta la storia di un tel.: 071 2072439 amore disperato e geloso, www.amat.marche.it


cultura

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FEBBRAIO 2012

“L’eredità di mia nonna Andreina”: sapienza culinaria fra tradizione e innovazione I piatti della tradizione marchigiana interpretati da Errico Recanati. Tradizione di successo, legata ad un nome che ha fatto con la storia del locale quella di un luogo che ancora echeggia i suoi trascorsi e di cui ha assecondato la vocazione all’ospitalità. Via Buffolareccia, in quel di Loreto:

“Andreina” è nata lungo l’antica strada che risuona del passar di viandanti e pellegrini verso la Santa Casa. L’accoglienza cuore pulsante di un tempio del mangiar bene. Che sa di casa e di famiglia, il sapore stesso della cucina di Andreina. La sfida è di quelle che fanno tremare i polsi: raccogliere un’esperienza che si

è fatta arte e miscelarla con l’innovazione. Nipote e nonna: Errico che ad Andreina nel ristorante è cresciuto vicino, studiandone la manualità, cogliendo le intuizioni di una cultura autodidatta che non ‘grammava’ nulla. Il libro, ha detto la curatrice Daniela Larice durante la presentazione, “rappresenta il recupero di

Muse teatro aperto: la “piccola piazza” della cultura contigua alla biglietteria Si chiama “Museshop” ma il nome non deve trarre in inganno. Perché il nuovo spazio che all’interno del Massimo dorico si è aperto alla città è sì negozio dove poter acquistare oggettistica e gadget del teatro, ma è anche libreria, posto in cui poter navigare sul web e consultare il materiale culturale delle Muse, arricchito da prodotti audiovisivi dedicati alla musica, alla danza e alla letteratura infantile, al Velia Papa mondo dell’opera che affiora anche dal video schermo su cui scorrono le immagini di rappresentazioni famose. Al centro di Ancona, contiguo alla biglietteria delle Muse di via della Loggia, un luogo attivo, un punto di incontro per chi voglia fare un regalo, concedersi un caffè nel piccolo bar annesso alla struttura, comprare un biglietto di spettacolo trovando uno spazio d’accoglienza che ha tutti i comfort per rendere piacevole un’eventuale attesa (per agevolare gli spettatori, anche un display con il ‘conta-persone’, così da poter aspettare il proprio turno in comodità e al caldo, evitando code all’esterno). “Uno spazio da vivere”, l’inciso in occasione dell’inaugurazione, prima delle festività natalizie, del direttore della Fondazione Muse Velia Papa, ribadendo la sua intenzione di rendere “fruibili alla città tutti gli spazi utilizzabili del teatro, in un’ottica di razionalizzazione e conseguente abbattimento dei costi”. Un luogo dove muoversi liberamente è “Museshop” –allestito grazie alla collaborazione di Nova per l’originale arredamento-, una sorta di “piccola piazza” della cultura proposta in modo semplice. E di “un piccolo ma grande tassello che va nella direzione della valorizzazione di questo luogo straordinario che sono le Muse, incrementandone la funzionalità”, ha parlato l’assessore alla Cultura del Comune di Ancona, Andrea Nobili, intervenendo all’inaugurazione, presente anche il vicepresidente della Fondazione Muse Franco Pietrucci. L’orario di apertura di “Museshop” è dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 16.30, il sabato pomeriggio dalle 17 alle 19.30 come per la biglietteria. Sil. Cor.

Pesaro, protagonisti del ‘900 al Centro Arti Visive Pescheria Fino al 29 gennaio, al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, i protagonisti del Novecento nelle opere scelte dalla Collezione Montesi: i nomi in mostra, come scrive la curatrice Grazia Calegari “sono quelli ben noti, a partire da Giuseppe Vaccai che alla data 1867 ci dà un’immagine del porto di Pesaro com’era, nell’enorme luce di una mattina feriale, e spalanca le porte al secolo successivo, a molte altre vedute di mare. Poi, Achille Wildi, Alessandro Gallucci, Enzo Bonetti, Fernando Mariotti, Nino Caffè, Tullio Zicari, Aldo Pagliacci, Giancarlo Scorza, Cesarina Zanucchi, Nanni Valentini. Non sono tutti ma solo alcuni, e soltanto nati a Achille Wildi, Autoritratto, 1969 Pesaro, e radicati qui per storia, esperienza, affetti”. Più di trenta le opere in mostra, il Centro Arti Visive Pescheria dà dunque seguito, come sottolinea il direttore artistico Ludovico Pratesi, “alla sua indagine sul collezionismo privato a Pesaro, per permettere al pubblico di scoprire il gusto e la progettualità di persone che hanno dedicato alla passione dell’arte un’intera esistenza”. Orario: 10-12/17.30-19.30, chiuso lunedì, ingresso gratuito.

stessa raccontate una raccolta di ricette originali; a seguire, una scelta delle ricette di Errico, che, rielaborando la cucina della nonna, è entrato nella storia dei diversi piatti ed ha proposto quelle interpretazioni che hanno contributo alla sua fama di chef. “Il legame con il territorio –l’inciso di Recanati- si rafforza se si

questa storia” su un doppio binario di valori, “specchio di due spazi temporali diversi in cui la sapienza culinaria e la passione costituiscono il filo di identificazione da condividere”. “L’eredità di mia nonna Andreina” (italic): di Andreina -ormai novantenne, cinquant’anni di attività culinaria alle spalle- e da lei

“Nuova natura al Festival” Francesco Micheli

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celta unitaria del cda sulla prossima stagione lirica e sul futuro dello Sferisterio secondo un progetto che coniuga sviluppo economico e culturale del territorio alla promozione internazionale dell’arena maceratese. Ad attuare il nuovo corso dello Sferisterio sarà Francesco Micheli, nominato all’unanimità direttore artistico della stagione 2012. Traviata, Bohème e Carmen saranno le opere in cartellone. Alla base della scelta del giovane regista emergente alla direzione artistica dello Sferisterio è l’idea forte di coniugare la tradizione con la valorizzazione dei giovani

“Alla mensa del Signore”: oltre 25 mila le presenze Numeri da capogiro per il bilancio della mostra “Alla mensa del Signore, capolavori dell’arte europea da Raffaello a Tiepolo”, recentemente conclusasi alla Mole di Ancona e che ha portato a definitivo compimento il Congresso eucaristico nazionale. Un successo durato quattro mesi, quello della mostra, che aveva preso il via il 2 settembre 2011 e che ha registrato un totale di oltre 25 mila visitatori: 18.159 i paganti e circa 7 mila gli ingressi gratuiti. Ottocento le persone presenti alla Mole nel giorno di maggior affluenza durante il Congresso e 600 i visitatori nell’ultimo giorno di apertura della mostra. Le visite guidate hanno raggiunto quota 163, mentre 165 sono state le visite didattiche che hanno visto il coinvolgimento di oltre 4.500 studenti di 70 scuole. Sessantacinque le Diocesi che hanno organizzato pullman per Ancona. Il bilancio è stato presentato da Paolo Bedeschi, segretario generale del Comitato scientifico della mostra, dall’Arcivescovo di Ancona– Osimo Edoardo Menichelli, da Pietro Marcolini e da Carlo Pesaresi, rispettivamente assessore regionale e provinciale alla Cultura. Rosemary Martarelli

talenti, il rafforzamento del legame tra il teatro d’opera e il territorio nonché la capacità di far dialogare il melodramma con altre forme d’arte, indicati dal cda nelle linee guida. Accanto alla direzione artistica, il cda ha voluto mettere in campo un progetto di promozione internazionale dello Sferisterio e dell’intero territorio, avvalendosi di Giancarlo del Monaco per curare nei prossimi due anni le collaborazioni e coproduzioni con i maggiori teatri esteri e della Cina in particolare. Il

Festival 2012, che vivrà sotto il nume tutelare del grande Josef Svoboda nel decennale della morte e nel ventennale della sua memorabile Traviata degli specchi, vedrà anche una serata speciale dedicata al trentennale della morte di Mario del Monaco curata dal figlio Giancarlo. Confermata la collaborazione con Civitanova Danza per una serata di balletto. Lo Sferisterio si aprirà anche a nuovi generi quali il musical, avvalendosi dell’esperienza di Saverio Marconi. “Nuova natura al

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rende contemporanea una vicenda che ha radice antiche in un luogo, a quest’ultimo dando nuova identità tenendo sempre saldo il legame con il passato. In questo libro e nei miei piatti ci sono i sapori e i profumi che io sentivo da bambino. Un’eredità che andava colta, anche perché è Andreina la più contemporanea di tutti”. Silvana Coricelli

Grande coinvolgimento delle forze locali e delle giovani generazioni: è l’idea di fondo del progetto di Francesco Micheli, direttore artistico dello Sferisterio di fresca nomina Festival, rinnovato a vocazione internazionale ma nel contempo molto attento ai giovani e alle risorse del territorio”: così Micheli, intenzionato a coinvolgere forze locali e giovani generazioni, raccogliendone idee ed istanze. E proprio dai giovani si parte per dare una nuova immagine allo Sferisterio ed al Festival attraverso un bando pubblico, riservato agli under 40, attraverso cui viene affidata la progettazione del nuovo logo e della grafica principale della prossima stagione”.

34° anno su

CANALE 10

NUOVI ORARI per i giovedi di TVCM: Incontri di Alceo Moretti - ore 20.15 Servizio PPubblico ubblico di Michele Santoro - ore 21.00

LUCA LORENZI Responsabile UniCredit Centro Nord (Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria)

Giovedi 26 gennaio ore 20.15 Domenica 29 gennaio ore 14.00


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MARCHEdomani

FEBBRAIO 2012

BASKET A lato, il presidente del Comitato regionale della Federazione italiana pallacanestro, Davide Paolini

Intervista con Davide Paolini, presidente del Comitato Marche della Federazione italiana pallacanestro. “Sarà una manifestazione di grande spessore per il nostro territorio”

“L’evento? Il Trofeo delle Regioni” “Uno degli obiettivi: incrementare il settore femminile” ROBERTO I. ROSSI

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’appuntamento più importante del 2012 è il Trofeo delle Regioni, che si svolgerà dal 4 al 9 aprile nella provincia di Fermo... “Indubbiamente è l’evento di maggior rilievo dell’anno. Una manifestazione che coinvolge l’intero settore giovanile a carattere nazionale e che per la nostra regione e soprattutto per il nostro movimento farà da grande cassa di risonanza. Stiamo lavorando già da mesi per questo evento, sicuri di proporre un prodotto valido e all’altezza della sua importanza. Organizzare una manifestazione di tale spessore, coinvolgente un intero territorio, l’Amministrazione provinciale e 5 Amministrazioni comunali, è la dimostrazione della grande passione che la provincia di Fermo nutre per il basket. Sicuramente anche aver trovato due Villaggi come Holiday e le Mimose ci

danno una certezza che sicuramente siamo sulla buona strada”. Quali gli obiettivi per il 2012? “Rischio di ripetermi, ma il Trofeo delle Regioni catalizza la quasi totalità dell’attenzione. Anche se non dobbiamo naturalmente sottovalutare lo sviluppo del nostro movimento, ponendo particolare attenzione sui giovani, cercando, inoltre, di potenziare il settore femminile e valorizzare il settore arbitrale, in notevole crescita negli ultimi anni”. Quello appena iniziato è l’ultimo anno del mandato della sua presidenza. Un bilancio. “Non sta a me dirlo, ma credo, senza modestia, di aver eseguito un buon lavoro. Il movimento marchigiano è in grande espansione e rispetto ad altre regioni, geograficamente più importanti, siamo molto più avanti”. Si ricandiderà? “Ho già dato la mia disponibilità, sempre che tra i miei consiglieri e i presidenti provinciali nessuno abbia voglia di candidarsi, a quel punto non avrei proble-

mi a mettermi da parte. Ma tutto, poi, dipenderà dalle società se riterranno che il lavoro da me svolto abbia soddisfatto le loro aspettative”. Come sta procedendo l’attività cestistica nelle Marche? “Nonostante qualche difficoltà legata al momento generale, ci sono realtà importanti che continuano a confermarsi e altre in grado di emergere. Due squadre in Serie A, una in LegaDue, due in Dna, sono solo la punta dell’iceberg marchigiano. Dispiace, ovviamente, aver perduto una piazza importante come Osimo che ha pagato delle cattive gestioni, ma ha tutto per poter tornare quella di un tempo”. Com’è il rapporto numerico tra giocatori, allenatori, dirigenti ed arbitri? “A livello maschile sicuramente i numeri sono ottimi, mentre la carenza e dove dobbiamo lavorare ancora di più è il settore femminile…, li sicuramente qualche problemino lo abbiamo di sicuro. Mentre grande soddisfazioni in

questi ultimi anni sono arrivate dal settore arbitrale”. L’approdo della Sutor Montegranaro ad Ancona sta ottenendo i risultati attesi? “Direi di sì. Il pubblico anconetano si sta affezionando alla Sutor. Ci sono numeri importanti per quanto riguarda gli abbonamenti venduti ad Ancona ed anche le presenze domenicali sono soddisfacenti. Sicuramente avere la Serie A ad Ancona è un buono spot per la pallacanestro nel capoluogo di regione”. La Stamura Ancona tornerà a recitare i ruoli importanti di qualche anno fa? “Da anconetano lo spero vivamente, anche se tornare in campionati come il Dna richiede sacrifici da ogni punto di vista. Sto notando che la Società ha intelligentemente adottato la politica dei piccoli passi affidando molto al suo settore giovanile, che negli ultimi anni sta producendo atleti di interesse anche a livello nazionale”. Pesaro, Fabriano, Recanati:

come valuta i rispettivi campionati di queste storiche squadre marchigiane? “Pesaro: alti e bassi ma le vittorie contro Siena, Milano, Cantù e Bologna testimoniano il valore della squadra di Dal Monte, dotata di un grande talento, la qualificazione alle Final-Eight di Coppa Italia ne è una chiara dimostrazione, ma sono sicuro che alla fine potrà recitare un ruolo da protagonista durante i playoff. Fabriano: importantissimo aver ritrovato una piazza prestigiosa come quella fabrianese. Quest’anno è partita male, ma si è ripresa con una serie di risultati che ha dato l’inversione di tendenza. La salvezza è alla sua portata. Recanati: realtà emergente che, grazie al lavoro di uno staff che conosco benissimo, sta togliendosi soddisfazioni. Deve trovare continuità e sono convinto che possa fare bene fino in fondo”. Il settore femminile come sta procedendo? “E’ in forte calo a livello nazionale, e anche il nostro è in

questa linea. Per quanto ci riguarda stiamo cercando di aumentare il peso del movimento ed è uno dei nostri obiettivi principali”. Impianti sportivi: quelli attivi sono sufficienti per l’attività in corso? “A livello generale non possiamo lamentarci, anche se le Amministrazioni comunali e provinciali che gestiscono gli impianti potrebbero prevedere una migliore manutenzione e forse un adeguamento dei costi degli impianti, tenendo conto che questi sono utilizzati da società che disputano prevalentemente attività giovanile”. Che cosa suggerirebbe ai giovani per praticare il basket? “Innanzitutto è importante che i giovani pratichino sport. Il basket è semplicemente lo sport più attraente”. Il suo sogno sportivo nel cassetto. “Vedere la nostra nazionale ai vertici del basket mondiale e riscuotere un grande successo sotto ogni punto di vista nel prossimo Trofeo delle Regioni”.


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FEBBRAIO 2012

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CONI MARCHE A sinistra, il PalaRossini di Ancona; a destra, Fabio Sturani

Intervista con il presidente Fabio Sturani – Evidenziato il quadro regionale a fronte della crisi economica e dei tagli che andranno ad incidere sull’attività del nostro territorio. Il punto sulle Olimpiadi 2012

“Londra sarà… marchigiana” “Contiamo di realizzare un’appendice del libro scritto da Andrea Carloni, opera unica in Italia” ROBERTO I. ROSSI

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e medaglie d’oro olimpiche nel tempo hanno conquistato le Marche, una regione che dal punto di vista sportivo è a grandi livelli, con una storia da serie A. E le Marche sono già pronte, con atleti di varie discipline, a puntare sull’acquisizione di nuove ed ulteriori medaglie d’oro a cinque cerchi alle prossime Olimpiadi che si svolgeranno nel mese di luglio 2012 a Londra. La speranza di noi marchigiani è che la capitale della Gran Bretagna possa offrire ulteriori soddisfazioni ai nostri colori dopo le diverse medaglie conquistate alle precedenti Olimpiadi di Pechino 2008. A credere nell’opportunità che i nostri campioni possano tornare a salire sul podio è, tra gli altri, Fabio Sturani, presidente del Coni Marche: “Da sempre come Marche abbiamo delle grandi possibilità, grazie ai nostri qualificati atleti, di conquistare preziose megaglie olimpiche e sono convinto che anche Londra 2012 sarà un’occasione per registrare ulteriori soddisfazioni da podio”. Partiamo affrontando la questione della crisi economica collegata al mondo dello sport ed al Coni. Come sta procedendo tale rapporto? “La situazione economica attuale sta colpendo le famiglie, con minori risorse agli Enti locali e quindi colpisce anche il mondo dello sport con il rischio di togliere una parte secondaria nei rapporti con i cittadini e le famiglie, quindi in questa fase siamo fortemente preoccupati, ricordando che lo sport fa parte di quei servizi pubblici che dovrebbero essere sempre garantiti”. Che tipi di tagli sono previsti da parte del Governo

nazionale nei confronti del Coni? “E’ stato previsto l’11 per cento dei tagli, a livello di

sione dei Coni provinciali. Com’è la situazione al momento? “E’ stato approvato il pro-

sessore regionale Allo Sport, Serenella Moroder, ha presentato un’ulteriore proposta, siamo in attesa, chiediamo una

naria degli impianti sportivi, un compito che come Coni, insieme agli Enti locali, ci candidiamo a realizzare”.

Le medaglie olimpiche rappresentano un’eccellenza delle Marche, essendo state conquistate nel corso delle varie edizioni, a partire da Atene 1896. Una regione, la nostra, che ai prossimi Giochi olimpici di Londra cercherà di incrementare il numero delle medaglie finora vinte

400 mila euro nazionale, una cifra da recuperare per sostenere anche il Comitato paraolimpico che, ovviamente, va sostenuto. Per i Coni regionali i tagli saranno nell’ordine del 40 per cento dei finanziamenti da parte del Coni centrale; dunque, minori risorse ma vedremo di trovare dei finanziamenti sul nostro territorio”. Recentemente si è parlato di una possibile soppres-

getto di autoriforma del Coni che prevede il superamento dei Comitati provinciali con la nomina di un delegato provinciale, offrendo maggiori competenze ai Comitati regionali. A me dispiace perché significa perdere un rapporto stretto con il territorio”. Ora parliamo delle Marche. La legge regionale sullo Sport è stata rivista? “E’ stata approvata nella I Commissione consiliare, l’as-

sintesi unitaria”. Qual è la situazione dell’impiantistica sportiva? “Recentemente abbiamo presentato i risultati dell’ultimo censimento, è in linea una buona dotazione di strutture sportive, 3.100 gli impianti censiti a fronte di 5.213 Società sportive. Il punto più importante è di aggiornare ed incrementare l’Osservatorio e una seria programmazione sulla manutenzione straordi-

La Scuola regionale dello sport del Coni Marche sta ottenendo risultati attesi a seguito dei tanti convegni organizzati? “Sì, la Scuola ha raggiunto 8 anni di attività, è un punto importante di formazione per il mondo dello sport”. Quali le difficoltà che stanno attecchendo il mondo sportivo marchigiano? “La difficoltà maggiore è legata alle minori risorse eco-

nomiche. Mantenere viva l’attenzione a favore dello sport è un appello che lanciamo, come Coni, alle Società ed alle Federazioni”. Che progetti sono in cantiere da parte del Coni Marche per il 2012? “Completare, innanzitutto, quello che abbiamo in corso, terminando il progetto giocosport ed alfabetizzazione motoria per far praticare sport ai giovani della scuola primaria delle Marche, poi i campi estivi”. Il 2012, un anno particolare per le Olimpiadi a Londra... “Stiamo lavorando sulla preparazione olimpica, allo stato attuale già sono sette i marchiani qualificati”. Che tipo di speranze ha per i nostri atleti impegnati alle prossime Olimpiadi? “E’ meglio non sbilanciarsi, l’impegno che hanno prodotto fino ad oggi è stato di un certo rilievo, credo che faremo bella figura”. Nel corso della recente Giornata delle Marche, svoltasi al Teatro Persiani di Recanati il 10 dicembre 2011, è stato presentato il libro, scritto da Andrea Carloni, “Le Marche a 5 Cerchi”. Un libro unico, il primo in Italia a raccontare la storia degli atleti della propria regione da Atene 1896 a Vancouver 2010. Un suo giudizio su tale pubblicazione. “Stiamo pensando di presentarlo anche a Londra 2012, con l’intenzione di scrivere anche un’appendice a conclusione delle Olimpiadi. Abbiamo lavorato bene, complimenti ad Andrea Carloni. Ringraziamento alla Regione Marche, all’Ubi-Banca Popolare di Ancona e al Credito sportivo che ci hanno dato una mano. Realizzata un’opera unica nelle Marche e in Italia. E’ un pezzo di storia dello sport italiano e marchigiano”.

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