I GIOVEDI DI TV CENTRO MARCHE ore 20.20: Gli Incontri di Alceo Moretti
domani
ALCEO MORETTI DIRETTORE Periodico di Cultura - Economia Informazione - Politica - Sport Anno XXVI - N. 10 - 1 DICEMBRE 2011 Spedizione in A.P. 70% Filiale di Ancona Pubblicità non superiore al 50% Distribuzione gratuita E-mail: info@marchedomani.com
MARCO LUCHETTI
PIETRO MARCOLINI
Nostro speciale
I GIOVEDI DI TV CENTRO MARCHE ore 21.00: Servizio Pubblico di Michele Santoro
LUIGI VIVENTI
Focus
Macroregione adriatico-ionica
Ha successo chi internazionalizza Sono intervenuti: GIAN MARIO SPACCA, PAOLO ANDREANI, DAVID FAVIA, MATTEO RICCI, ROBERTO GRAMACCIONI, ADOLFO GUZZINI, FRANCESCO CASOLI, RENATO PICCIAIOLA, CLAUDIO PAGLIANO, RODOLFO GIAMPIERI, ANNARITA PILOTTI, LUCIANO GOFFI, DARIO PILLA, MICHELE AMBROSINI, MARCO PIGINI, PAOLO TOGNI, LAMBERTO TACOLI, IGNAZIO DROGHINI
Sport Vela - I Mondiali d’altura 2013 assegnati ad Ancona Motociclismo - Matteo Baiocco campione italiano Superbike Progetti sociali - A Buenos Aires accordo di cooperazione
Un progetto di respiro, suscettibile di ricadute positive per il territorio. Il Governatore Spacca: “Occasione unica per lo sviluppo della nostra comunità”
Parliamo di politica La parola a: Silvana Amati, Augusto Bugarini, Oriano Giovanelli, Dino Latini, Francesco Massi
Cultura All’Omero come al Louvre: “Il movimento scolpito”, diciotto opere del museo parigino nel capoluogo dorico
Le Marche sul grande schermo: nelle sale il nuovo film di Pupi Avati girato tra il Fermano e il Maceratese
Le musiche le ali: un’orchestra e un coro giovanili parteciperanno al Concerto di Natale alle Muse
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La Regione trasferisce 90 milioni di euro a Province e Comuni Spacca: “Il massimo sforzo per ogni realtà in modo equo e concreto”
Appalto per la sede di Indesit Company
“Una boccata di ossigeno” N
Cat Impianti vince a Milano
ovanta milioni di euro di capacità di spesa in arrivo per le Province e i Comuni su un fabbisogno totale di 150 milioni. La Giunta della Regione Marche ha approvato, di recente, la ripartizione di un plafond finanziario ottenuto grazie al sacrificio di una parte della propria capacità di spesa, sulla base dei criteri previsti dal Patto di stabilità regionale verticale. “Una vera e propria boccata di ossigeno per lavoro e imprese che hanno realizzato opere e progetti per conto degli Enti locali, ormai sull’orlo del collasso a causa dei tagli dei trasferimenti da parte del Governo nazionale –spiega il presidente della Regione, Gian Mario Spacca–. Queste risorse, recuperate grazie alla sofferta rinuncia della Regione ad una significativa parte della propria capacità di spesa, serviranno infatti per pagare le imprese che hanno già eseguito opere pubbliche sul territorio o hanno lavori in corso e costituiranno un volano fondamentale per l’economia regionale. In controtendenza rispetto al Governo nazionale, tutte le esigenze sono state classificate con criteri equi e oggettivi, al di là delle appartenenze politiche delle singole realtà”. Alla Provincia di Anco-
na sono stati trasferiti 9 milioni di euro sui 23 richiesti, mentre la Provincia di Ascoli ha ottenuto tutto l’importo di cui necessitava, pari a 7,3 milioni di euro, azzerando il proprio fabbisogno complessivo. A Macerata sono andati 8,7 milioni di euro su 13,4 e alla Provincia di Pesaro e Urbino 9,5 su 15 milioni. Fermo non compare nella lista in quanto Provincia di nuova costituzione e quindi fuori dal Patto di stabilità. Per quanto riguarda i Comuni sono stati trasferiti 55,4 milioni di euro su un importo di 94,1 milioni richiesti con una differenza rispetto al fabbisogno pari a 38,7 milioni di euro. Per quanto riguarda i
Comuni delle Provincia di Ancona, in particolare il Comune di Ancona riceve 6,2 milioni su 6,6 e Falconara, Filottrano e Maiolati azzerano il loro fabbisogno. Non prendono niente, perché già rispettosi dei limiti del Patto di stabilità, Arcevia, Corinaldo e Fabriano. Concreta e sistematica l’attenzione nei confronti del Piceno. Viene sottolineato come sia azzerato il fabbisogno di Grottammare, Folignano e in particolare di San Benedetto del Tronto, a smentire l’allarme lanciato dal sindaco Gaspari. Ascoli riceve 4,3 milioni di euro. Attenzione particolare anche per il Fermano, devastato dall’alluvione del mar-
zo scorso, e, unico caso in Italia, senza nessun ristoro da parte del Governo nazionale: azzerano il proprio fabbisogno Montegranaro e Sant’Elpidio a Mare, e Fermo prende 4,7 milioni sui 6 richiesti. Nell’area del Maceratese risulta evidente lo sforzo enorme per la sicurezza messo in campo nei confronti di Porto Recanati con 419 mila euro e l’azzeramento del fabbisogno per Camerino, Macerata (1,1 milione di euro richiesti), Tolentino. Nel Pesarese vengono trasferiti 4,1 milioni a Pesaro su 8 milioni richiesti e 2 milioni su 4,3 a Urbino. Azzerano il fabbisogno Tavullia, ma anche Cagli, Cartoceto, Fossombrone, Gabicce ed Urbania.
Imprese marchigiane, missione in Cina “Un’importante opportunità da cogliere”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha presentato la missione che un centinaio di imprese marchigiane e umbre compieranno prossimamente in Cina. Due le tappe previste: la provincia di Hunan -dal 27 al 30 novembre-, riservata alle aziende della meccanica e la municipalità di Dalian (dal 1 al 3 dicembre) dedicata alle imprese della moda. Per programmare gli appuntamenti, Spac-
ca ha ricevuto in Regione una delegazione della città di Dalian, guidata dal vicesindaco, signora Cao Aihua, accompagnata dall’ambasciatore in Italia della Repubblica popolare cinese, Ding Wei, e dal ministro consigliere economico dell’ambasciata cinese in Italia, signora Zhang Junfang. L’incontro è servito per definire il programma della missione a Dalian, una città di 6,7 milioni di abitanti e principale porto della provincia di Liaoning. “È una missione importante –ha
commentato Spacca- perché rientra negli accordi sottoscritti tra il nostro governo nazionale e quello cinese, per riequilibrare lo scambio commerciale tra Italia e la Cina e quindi favorire le esportazione italiane verso quel Paese. Le imprese che parteciperanno avranno un supporto straordinario nel ministero del commercio dell’ambasciata cinese in Italia perché è la prima volta che presenzierà a una missione delle Regioni italiane”.
La Cat Impianti di Jesi si è aggiudicata i lavori di riqualificazione degli impianti tecnologici (riscaldamento/condizionamento e ricambio aria) della sede di Milano di Indesit Company e di Merloni Progetti. L’intervento consiste nel rifacimento completo degli impianti di climatizzazione e ricambio aria nei due palazzi adibiti a uffici in viale Certosa a Milano, costituiti da due edifici in acciaio e vetro di 4 piani da 400 metri quadrati ciascuno, per una superficie complessiva di 3.200 metri quadrati. “Si tratta di un segnale importante, a dimostrazione della sensibilità della Indesit di dare lavoro alle aziende del territorio marchigiano anche per le sedi fuori regione – spiega Mirko Panzarea, amministratore di Cat Impianti–. La particolarità dell’intervento consiste anche nel fatto che eseguiremo l’opera senza dismettere le normali funzioni dell’attività, quindi a uffici aperti. Per quanto riguarda l’impianto, già in fase di realizzazione, la peculiarità invece consiste nel permettere di garantire il riscaldamento e il condizionamento in contemporanea a seconda dell’esposizione solare. Trattandosi di palazzine in acciaio e vetro, alcune zone sono all’ombra e altre in pieno sole, pertanto devono essere gestite in maniera separata allo stesso tempo”. L’impianto sarà pertanto del tipo ad acqua a quattro tubi, che permettono la gestione contem-
Mirko Panzarea, amministratore di Cat Impianti poranea di riscaldamento e condizionamento, e sarà dotato di un sistema di termoregolazione a gestione telematica con ventilconvettori terminali incassati nei mobili a completa scomparsa, per una estrema pulizia visiva degli ambienti. Il produttore per l’acqua di raffreddamento estivo sarà di una potenzialità pari a 800 Kw, con 12 compressori ad inverter in versione ad alta efficienza Aermec, mentre il ricambio aria sarà garantito da una macchina di trattamento aria da 12 mila mc/h sempre Aermec, dotata di recuperatore di calore entalpico, che garantisce un recupero del calore pari al 90%, abbassando quindi notevolmente i consumi di energia. La scelta delle macchine ha privilegiato il made in Italy, come ulteriore segnale di attenzione alla qualità e all’economia italiane. Il progetto degli impianti tecnologici è stato redatto da Andrea Carsetti di Fabriano.
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I pareri politici Pagine a cura di Roberto I. Rossi Le domande
1 – In questo particolare periodo, quanto si rischia di cadere nella recessione? 2 – Gli interventi che lei assumerebbe per uscire dalla crisi. 3 - Come dovrebbe muoversi la politica per migliorare la situazione generale? 4 - Pensioni: qual è il suo punto di vista?
Silvana Amati Senatrice Partito democratico
Dino Latini
VS Interviste del 4 novembre 2011
“Servono interventi concreti” 1. “Ogni timore è fondato, se teniamo conto che solo il 1° novembre sono stati bruciati 22 miliardi di euro nella peggiore seduta a Piazza Affari, dopo il crac del 2008 della Lehman. La Casa europea ha base e pareti solide, ma è senza un tetto vero, dato che manca un governo comune credibile, indispensabile per gestire processi così gravi e complessi”. 2. “Servono sempre più urgentemente interventi concreti e credibili che ridiano fiducia ai mercati e facciano ripartire la crescita. Servono politiche serie, come il Pd da tempo propone. Un welfare centrato sulla persona, un nuovo sostegno alle famiglie, una legge-quadro sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nuove politiche per l’invecchia-
mento attivo, un progetto per l’occupazione giovanile e femminile che utilizzi la leva fiscale, estenda il part-time agevolato e volontario, defiscalizzi per un primo congruo periodo le imprese che danno lavoro ai giovani, il contratto di apprendistato incentivato in relazione alla formazione impartita, una nuova regolazione dei tirocini e degli stage; ecco solo alcuni esempi delle proposte del Pd per l’Italia di domani”. 3. “Ancora una volta il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, vero punto di riferimento di tutti gli italiani in questi mesi, è intervenuto con una nota per chiedere ‘decisioni efficaci improrogabili’, mentre in molti sollecitano un governo di ricostruzione nazionale che possa
avere la forza e l’autorevolezza necessarie per frenare la caduta del nostro Paese e ridarci una speranza. Di norma le elezioni sarebbero la via più limpida, come, peraltro, sta avvenendo nella Spagna di Zapatero”. 4. “Sulle pensioni sarei prudente. Soprattutto perché in tempi di crisi bisogna trovare spazio per i giovani, anche quando i posti di lavoro si tagliano drasticamente e non si attivano concorsi, anzi si cancellano purtroppo quelli previsti. Auspico la volontarietà nella definizione dell’età di uscita, in particolare per le donne che compiono un doppio lavoro, se si tiene conto che anche il quotidiano lavoro di cura ricade prevalentemente su di loro”.
Consigliere regionale Api-Alleanza per l’Italia
“Puntare sui nostri settori” 1. “Credo che siamo ormai dentro una recessione la cui lunghezza e intensità non si conoscono. La cosa più grave è che il sentimento di molti sia che la recessione e la crisi che viviamo siamo degli altri, di chi perde lavoro o entra in difficoltà, mentre è un problema di tutta la nazione. La recessione va colmata in fretta, facendo tanti e tanti sacrifici”. 2. “Non sono un economista, ma credo che la ricetta sia di pochi concetti tutti legati ad un ritorno sulla terra circa il livello della qualità di vita raggiunta, l’impegno di tutti a lavorare indipendentemente dal tipo di lavoro, la capacità di snellire le procedure e di mettere in condizione alle nostre attività di essere sui mercati internazionali. Direi che la parola d’ordine è non pensare più con i parametri che ci hanno accompagnato dal
dopoguerra perché quella fase storica di crescita senza fine è terminata. Solo se rimoduleremo il tutto avremo speranza come comunità di avere un futuro meno povero e meno felice di quello che tutte le analisi stanno facendo su di noi. E poi puntare veramente su settori che sarebbero la nostra forza: agricoltura, turismo e cultura ed eccellenze”. 3. “Le gerarchie cattoliche hanno lanciato pochi giorni fa il messaggio dell’urgente necessità del primato della politica. Non voglio apparire vecchio, ma oggi serve solo la politica, perché la crisi generale è il frutto dell’arretramento della stessa per il futuro delle comunità internazionali occidentali a favore di finanze di ogni dubbio genere. La politica, però, è servizio e non personalismo. La politica do-
vrebbe cambiare i canali di rapporti con i cittadini, modificare la sue strutture, tornare in mezzo alla gente, avere il coraggio di proporre sacrifici e farli, togliere il concetto di vivere con la politica”. 4. “Tutti dicono che si deve elevare l’età pensionabile. Sono d’accordo fino ad un certo punto, perché così facendo si riduce ancora lo spazio d’ingresso al lavoro per i giovani. Dobbiamo, invece, tenere il livello delle pensioni in linea con i contributi versati e poi, soprattutto, evitare i doppioni di lavoro per chi già è in pensione. Accanto a ciò va rivisto completamente il meccanismo della cassa integrazione guadagni e pensare ad una revisione della baby pensioni e delle pensioni d’oro”.
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I pareri politici
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Le domande
1 – In questo particolare periodo, quanto si rischia di cadere nella recessione? 2 – Gli interventi che lei assumerebbe per uscire dalla crisi. 3 - Come dovrebbe muoversi la politica per migliorare la situazione generale? 4 - Pensioni: qual è il suo punto di vista?
Augusto Bugarini
Oriano Giovanelli Onorevole Partito democratico
VS Interviste del 4 novembre 2011
“Verso elezioni anticipate” 1. “Francamente io provo un certo fastidio quando sento dire anche da autorevoli esponenti della politica e della economia che siamo sull’orlo del baratro. Noi stiamo già precipitando e la questione che sta davanti alle classi dirigenti oggi è: cosa si fa subito per arrestare la caduta e cosa si mette in cantiere per uscire dal baratro. I clienti non pagano per mancanza di credito, la pubblica amministrazione non paga per il patto di stabilità, le banche non scontano i crediti vantati dalle aziende e l’economia quella reale e sana si ferma: le imprese chiudono e i lavoratori perdono il lavoro”. 2. “Ci vuole un nuovo Governo, meglio se frutto di elezioni anticipate. Poi, bi-
sogna decidere dove rompere il circolo vizioso e io suggerisco due punti in cui dare la scossa: a) una patrimoniale ordinaria bassa con ampie fasce di esenzione; b) sbloccare il patto di stabilità per favorire un grande piano di piccole opere immediatamente cantierabili, per pagare i debiti che la pubblica amministrazione ha con le imprese e incentivare fortemente l’economia ecosostenibile, dall’agricoltura alle fonti energetiche, l’economia più ricca di innovazione. Ma, soprattutto impegnarsi per una diversa politica europea che significa sconfiggere le politiche della destra europea come quelle della Merkel”. 3. “La politica deve dare l’esempio e deve far capire
che niente sarà più come prima, ma che se sapremo essere rigorosi e coraggiosi sentendoci tutti in gioco non è detto che le cose debbano andare peggio di prima, anzi potremmo cogliere l’occasione per rilanciare idee come la giustizia sociale, la responsabilità sociale, la solidarietà sociale che in tanti anni di egoismo e liberismo imperante sono state annichilite”. 4. “Tutto deve essere messo in discussione con coraggio. Se guardo dentro al sistema previdenziale vedo che tanto è già stato fatto, i conti sono tendenzialmente in equilibrio: allora l’idea non può essere quella di fare cassa con le pensioni, ma aprire un cantiere rigoroso di lavoro e di riforma”.
Responsabile noi Ancona-Libertà e Autonomia noi Centro
“Bisogna attivare le riforme” 1. “Stiamo già attraversando un periodo di recessione, dobbiamo vedere quanto durerà e quale livello raggiungerà. Aspettiamo fiduciosi di vedere provvedimenti fattibili con effetti concreti ed immediati”. 2. “Metter mano subito alle riforme strutturali -fiscale, lavoro, pensioni, magistratura, scuola, sanità- è fondamentale, attivando tali riforme con serietà, senza ideologie e senza sprechi”. 3. “Si dovrebbe riportare l’essere umano al centro della politica, ripartendo dalla base, dalle circoscrizioni, ascoltando i problemi che i nostri concittadini incontrano quotidianamente, sviluppan-
doli e cercando la risoluzione. Questo per una politica a livello comunale, ma se intendiamo la politica a livello nazionale, dobbiamo pensare non a riparare i danni fatti dai nostri predecessori e quindi vivere alla giornata, ma pensare, programmare e sviluppare il futuro. Si deve perseguire l’interesse generale e non come sta avvenendo sia da destra che da sinistra -termini ormai obsoleti- l’interesse particolare”. 4. “Faccio parte di quella categoria di cinquantenni a cui hanno innalzato l’età anagrafica per l’uscita dal mondo del lavoro ed hanno abbassato la pensione che prenderà, ma, come già detto,
dobbiamo perseguire un interesse generale e cercare di lasciare una speranza alle generazioni future. Detto questo, per le pensioni la nostra idea è semplice, togliere ogni agevolazione -fatte salvi i fondi per malattie, incidenti, handicap ed i 40 anni di versamenti- uscita con età anagrafica uguale per tutti, uscita con un minimo di anni uguale per tutti andrebbe già bene, l’uscita con un minimo di 62 anni ed un versamento minimo di 35 anni. Una volta in possesso di questi requisiti si potrà accedere alla pensione, senza altri cavilli. La pensione sarà calcolata secondo i criteri della contributività”.
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1 DICEMBRE 2011
1 – In questo particolare periodo, Le domande quanto si rischia di cadere nella recessione? 2 – Gli interventi che lei assumerebbe per uscire dalla crisi. 3 - Come dovrebbe muoversi la politica per migliorare la situazione generale? 4 - Pensioni: qual è il suo Capogruppo Pdl punto di vista?
Francesco Massi Regione Marche
“Al via modifiche strutturali” 1. “Non posseggo dati miei personali per valutare la concreta possibilità di tale rischio. Pertanto, mi affido alla recente dichiarazione di Mario Draghi che parla di una eventuale ‘recessione leggera’. Non so se accogliere con un sospiro di sollievo e in modo ottimistico tale espressione, tuttavia, ritengo che il nostro Paese possa farcela, a condizione che mettiamo in pratica quelle riforme strutturali per le quali ci siamo impegnati in Europa e che i mercati attendono da noi. Anche io auspico un Governo unitario dell’economia”. 2. “I consigli, le richieste o i ‘diktat’ provengono tutti dall’Europa. Purtroppo, c’è poco da scoprire o da inventare! Occorre la forza di attuare le manovre: inasprire
la lotta all’evasione fiscale e l’azione che ritengo più urgente e moralmente ‘dovuta’, e con ciò intendo la lotta all’evasione fiscale dei ‘furbi’ piccoli e grandi, anche se c’è da riconoscere che in questi anni il recupero dell’evasione ha dato buoni risultati. Poi, tocca alle misure per la crescita e per esse intendo quelle che puntano a far crescere i posti di lavoro: prioritario diminuire la pressione fiscale sul lavoro e sull’investimento delle imprese che assumono a tempo indeterminato”. 3. “In generale la politica deve prendersi la responsabilità di parlare chiaro alla gente, rinunciando alle demagogie di parte e smettendo di addebitare sempre le colpe agli altri circa gli ‘sprechi’ che ci sono stati in
questi anni e che, purtroppo ‘pesano’ molto. Ora mi limito ad osservare il nostro livello regionale: certamente la Regione Marche si colloca su una posizione quantitativa e qualitativa medioalta”. 4. “In modo del tutto egoistico negli anni ’90 ci fu la rivolta di certe ‘centrali’ sindacali e politiche contro una riforma delle pensioni che ci chiedeva l’Europa e che sarebbe servita a garantire anche le nuove generazioni. Non fu possibile per la demagogia ‘di piazza’, che, purtroppo, resiste ancora oggi in modo trasversale agli schieramenti. Ritengo che l’età pensionabile debba essere progressivamente innalzata verso i livelli europei, tutelando i lavoratori dei settori più usuranti”.
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L’intervento dell’onorevole Antonio Di Pietro, Idv-Italia dei valori, ad Ancona
“Abrogare i vitalizi” “I vitalizi vanno abrogati, anche con effetto retroattivo, una presa di posizione politica che vale per tutti, parlamentari, europei e nazionali, ed anche per i consiglieri regionali, oltre a tutte quelle categorie che hanno determinati privilegi”. E’ quanto ha dichiarato l’onorevole Antonio di Pietro, Idv-Italia dei valori, nel corso dell’incontro svoltosi, di recente, ad Ancona. “Per l’Idv -ha aggiunto Di Pietro- sarà una precondizione per le candidature, come quella di far restare fuori chi è sottoposto a procedimenti penali. In merito al modello Marche, la cui coalizione composta da Pd, Idv e Udv sta funzionando, come partito ci stiamo impegnati e stiamo continuando a farlo per attivare un’alternativa di governo nazionale”. In merito alle decisioni politiche dell’Udc Di Pietro ha detto che “non so se tale partito deciderà da che parte stare, ma forse, proprio perché si chiamano terzo polo, resteranno… terzi! Nel sistema bipolare o si sta da una parte o dall’altra. Pd, Idv e Sel devono rappresentare un’alternativa. L’Udc non lo so. L’intenzione è di riportare l’Udc nel sistema bipolare”. “Se riusciremo ad andare in Governo
-ha evidenziato Di Pietro- nei primi cento giorni uno dei provvedimenti da attivare sarebbe proprio quello dell’abbattimento di tutti i costi e degli sprechi”. “Nelle Mar-
che -ha precisato Di Pietrol’alleanza tra Idv e Udc è un sodalizio nato alle regionali 2010, attorno alla figura di un presidente, Spacca, che mette d’accordo tutti. I costi della politica sono da rivedere. La rinuncia ai vitalizi dovrà essere una precondizione per tutti i nostri candidati al prossimo voto. Riguardo all’eventuale rinuncia alle pensioni da parte dei consiglieri regionali noi proponiamo l’abolizione dei vitalizi”. Nel corso della riunione l’onorevole David Favia e l’assessore regionale Serenella Moroder hanno sottolineato il fatto di “abolire le doppie e le triple pensioni. B isogna tagliare le indennità, anche se siamo tra i più sobri d’Italia”.
Italo Bocchino, Fli, ad Osimo: “Le Marche laboratorio per il Terzo Polo” “Le Marche ed Osimo saranno due laboratori per il Terzo Polo”. E’ quanto ha dichiarato l’onorevole Italo Bocchino, Fli-Futuro e libertà per l’Italia, ospite del Circolo osimano di Fli nel corso di un recente incontro svoltosi nella sala maggiore del Comune di Osimo, durante il quale ha lanciato la sfida “del neonato progetto politico voluto da Gianfranco Fini. E potrebbero esserci grosse novità anche per la politica osimana, in vista delle prossime elezioni per la Provincia di Ancona”.
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Presentata dalla Fondazione Aristide Merloni la XXV Classifica delle principali imprese manifatturiere marchigiane, riferita ai bilanci 2010. L’intervento del presidente Francesco Merloni
“Importanti segnali di ripresa”
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on l’uscita dell’Antonio Merloni (azienda entrata in amministrazione straordinaria nell’ottobre 2008) dalla XXV Classifica delle principali imprese manifatturiere marchigiane relativa al 2010, stilata dalla Fondazione Aristide Merloni a cura di Valeriano Balloni e Donato Iacobucci, le prime tre posizioni risultano saldamente occupate dalla Indesit Company, dalla Ariston Thermo e dalla Tod’s. Nella Classifica è presente il primo bilancio dell’Antonio Merloni Clynders Ghergogroup, società nata per effetto dell’acquisto di un ramo d’azienda dell’Antonio Merloni da parte del gruppo Ghergo. Le consistenti variazioni, negative e positive, osservate nel 2009 e nel 2010 hanno determinato diversi passaggi di posizione fra il 4° e il 10° posto. Oltre al recupero della 4a posizione da parte dell’Elica, si segnala la notevole performance di crescita della Profilglass (+27,7%) che le consente di passare dal 13° al 7° posto. Per quanto concerne la redditività, fra le imprese manifatturiere Tod’s si conferma il best performer con utili netti pari al 14,1% delle vendite ed oltre 110 milioni di euro in valore assoluto. Seguono la Benelli Armi (12,7% delle vendite) e la Deatech (10,1%) le quali hanno, però, volumi di ricavi decisamente inferiori a quelli di Tod’s. Al di fuori del comparto manifatturiero la migliore performance reddituale è stata ottenuta dalla Api Energia. Oltre la 50a posizione si segnalano per la redditività la Somacis, la Rainbow e la GiGar. “I dati d’insieme delle oltre duecentotrenta imprese censite –ha dichiarato Francesco Merloni, presidente Fondazione Aristide Merloni, nel corso della presentazione della Classifica- danno, per il 2010, importanti segnali di ripresa. Certo, ancora non si chiude il gap aperto nel nostro sviluppo dalla flessione dell’anno precedente. Sono stati corretti i dati negativi del 2009, ma solo in parte. Tra il 2008 e il 2009, il fatturato complessivo era calato del 15%, mentre quest’anno è aumentato intorno al 10%. Come nel resto d’Italia le vendite sono cresciute del 7% all’interno, le esportazioni del 13%. Importanti recuperi si sono avuti nel risultato economico, che, dopo la sensibile caduta tra il 2008 e il 2009, sono ritornati, nel 2010, ai valori di fine 2008. In questo stesso anno, le imprese hanno avviato un consistente processo di razionalizzazione e di stabilizzazione della struttura finanziaria. Nell’insieme, si è ridotto del 10% il capitale circolante. Come conseguenza, si è realizzata una stabilità dell’indebitamento. Le imprese mar-
chigiane sono andate meglio della media delle imprese nazionali. Le prime indicazioni raccolte per il 2011 indicano un proseguimento della crescita per la prima metà
Francesco Merloni dell’anno, e un certo affievolimento negli ultimi mesi. Comunque, i dati raccolti fanno pensare che il sistema produttivo marchigiano abbia imboccato la strada giusta verso il suo rilancio”. “Certo –ha aggiunto Merloni-, tutti sentiamo il peso della crisi globale. Questa crisi non risparmia neanche le economie emergenti, ma si abbatte con maggiore durezza sui Paesi europei, e, oggi, in particolare, sull’Italia. La crescita della nostra economia, nel 2011, è prevista fra lo 0,4 e lo 0,6 %, contro quasi un 3% della Germania e oltre l’1,5% della Francia. Per le incertezze e i ritardi dell’economia e il deterioramento dell’azione politica, l’Italia continua a perdere credibilità. Le agenzie di rating continuano a toglierci punti. La sfiducia si traduce in un differenziale d’interesse fra i tre e i quattro punti percentuali rispetto alla Germania. Le nuove emissioni del debito pubblico dovranno offrire interessi quasi doppi di Germania e Francia. Se la situazione continuerà nel tempo, l’accumulo di questi interessi abnormi avrà conseguenze devastanti sul debito, che sarà destinato inevitabilmente a crescere”. “Oltre al rilancio dello sviluppo –ha concluso Merloni-, c’è la necessità urgente di una rinascita morale e di un recupero del senso del bene comune. Questo senso della morale è ancora forte nelle nostre Marche. Abbiamo saputo conservare i valori etici del lavoro, della solidarietà, della convivenza civile. Su queste basi abbiamo già avviato il recupero della nostra economia. Molte imprese si stanno orientando con successo su nuovi settori, come quelli dell’elettronica avanzata, del design, della moda, dei servizi culturali. Su questa strada dobbiamo accelerare, facendo conto, come sempre, sulle nostre forze e le nostre capacità. Per noi marchigiani questa è una realtà che viviamo da cinquant’anni. Nel costruire il nostro sviluppo passato, abbiamo sempre fatto da soli. E da soli costruiremo il nostro futuro”.
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Intervista al Governatore Gian Mario Spacca: “Riteniamo che la creazione della nuova realtà sia un’occasione unica e da non perdere per lo sviluppo della comunità marchigiana”
”Macroregione: opportunità di crescita” “A cittadini, enti ed imprese va spiegata soprattutto la concretezza del progetto”
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’Europa, lo scorso 11 ottobre, ha approvato, all’unanimità, il parere sulla Macroregione adriatico-ionica, che cosa succede adesso? “L’approvazione del progetto per la Macroregione adriatico-ionica da parte del Comitato delle Regioni, rappresenta sicuramente un passo decisivo nel percorso, ormai consolidato, per il riconoscimento della strategia macroregionale. Ora, però, altre decisive tappe ci aspettano, prima di vedere la nascita della Macroregione, nel 2014, quando si avrà il passaggio di testimone dalla Grecia all’Italia alla presidenza dell’Ue. E’ questo l’obiettivo finale per il quale continuiamo a lavorare: lo facciamo avviando la fase operativa, costituita dall’elaborazione del ‘Piano di azione’, di cui dovranno occuparsi le istituzioni regionali e locali, in stretto partenariato con i livelli nazionali. La strategia macroregionale, pur essendo promossa dagli Stati, sulla base del principio della sussidiarietà deve sorgere dal basso e comportare un forte protagonismo dei territori interessati perché siano essi a sviluppare i rapporti, gli accordi e le procedure per rendere possibile una effettiva cooperazione”. Quali sono gli obiettivi di questa strategia? “Le attuali strategie economico-politiche europee tendono a bypassare sempre più la regione adriatico-mediterranea, aggravate dalla divisione di fatto dello spazio comunitario in due settori distinti, uno ad alta e l’altro a bassa densità di azione. In questa fase l’area balcanica è infatti esposta ad un forte rischio di marginalizzazione se essa non potrà interagire completamente con tutto il sistema adriatico-mediterraneo. In questa area, dove si stanno verificando importanti incrementi di traffico marittimi e commerciali, si registra una carenza di concreti orientamenti di strategie partenariali, in quanto gran parte dei soggetti interlocutori (Balcani, Turchia, Medio Oriente) non sono ancora inseriti in un progetto politico-economico coerente, sia rispetto alla dimensione comunitaria nord-
orientale, sia rispetto alla dimensione euro-mediterranea. Quest’area, così, rischia non solo di chiudersi in una dimensione economica avulsa dalle traiettorie continentali nord-sud e da quella mediterranea est-ovest, ma anche di
dopo il 2013, un processo fortemente selettivo nell’attrazione delle risorse europee. D’altro canto, si tratta di dare una cornice compiuta alle tante iniziative che hanno accomunano nel tempo i Paesi che si affacciano sull’Adriatico, un
importanti sono le innovazioni legate alla Macroregione ed interessano l’utilizzo dei fondi comunitari nel prossimo periodo di programmazione. Come per la strategia del Mar Baltico, le Macroregioni infatti possono essere considerate prioritarie
bilità ambientale, la tutela del mare e della costa, la mobilità, ma anche nuovi progetti per la cultura e il turismo, lo sviluppo rurale e i rapporti tra Università”. La Macroregione porterà novità anche sul fronte delle
nell’utilizzo di fondi comunitari contenuti in particolari programmi finanziari, come il Programma quadro ricerca e sviluppo. Intercettare queste risorse ci consentirà di migliora-
infrastrutture? “Sta già accadendo. Le strategie macroregionali del Baltico e del Danubio, insieme a quella adriatico ionica e alle future strategie dell’Unione europea, possono e debbono creare interconnessioni e sinergie, anche e soprattutto infrastrutturali. Si tratta di costituire un asse ideale fra nord e sud dell’Europa e, in questo contesto, la Macroregione adriatico-ionica può rivestire a ragione il ruolo di rafforzamento e decongestionamento dell’accesso sudorientale dell’Europa. Potrebbe farlo soprattutto attraverso l’allungamento del Corridoio balticoadriatico. E’ in questa logica che nel documento approvato ad ottobre dal Comitato delle Regioni si chiede il prolungamento del Corridoio -per il quale la Commissione euro-
Lettura del parere nella sede del Comitato delle Regioni essere sempre più vulnerabile di fronte ai traffici criminosi provenienti dall’est”. Come si inseriscono le Marche in questo scenario internazionale? “E’ interesse diretto delle Marche e di tutte le regioni italiane che si affacciano sull’Adriatico e lo Ionio, intervenire con forza e convinzione per realizzare una sempre maggiore integrazione, economica, sociale e culturale tra i Paesi dell’area tale da creare una ‘massa critica’ in grado di avere dimensione e autorevolezza per riportare su di essa l’attenzione delle istituzioni comunitarie e degli attori dell’economia europea ed internazionale. Ricordo, infatti, che la prima Macroregione riconosciuta è stata quella del Baltico e che l’allargamento dell’Ue determinerà, soprattutto
mare che per troppi anni è stato linea di confine, una sorta di prolungamento del muro di Berlino, ma che oggi si avvia a diventare finalmente un mare di pace”.
“E’ interesse diretto delle Marche e di tutte le regioni italiane che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio intervenire con forza e convinzione per realizzare una sempre maggiore integrazione, economica, sociale e culturale tra i Paesi dell’area” In pratica, quali saranno i vantaggi? “Tecnicamente, molte e
re, ad esempio, le reti di trasporto e dell’energia e di affrontare sfide come la sosteni-
La sede del Parlamento europeo a Bruxelles
pea ha approvato a giugno un indirizzo, prevedendo che il Corridoio stesso si estenda fino a Ravenna- verso sud, interessando l’intera area adriatica italiana compresi Ancona e il suo porto”. I cittadini marchigiani hanno recepito l’importanza di questo progetto? “Siamo sulla buona strada. Riteniamo che la creazione della Macroregione adriatico-ionica sia un’opportunità unica e da non perdere per la crescita e lo sviluppo della comunità marchigiana. Comunità che deve, però, essere partecipe del progetto con consapevolezza, in modo da dare alle istituzioni europee quella spinta dal basso necessaria per centrare l’obiettivo. A questo scopo a fine agosto abbiamo organizzato ad Ancona una grande esposizione sulla Macroregione. A cittadini, enti ed imprese va spiegata soprattutto la concretezza del progetto, che non è semplice esercizio di diplomazia, bensì, grazie all’intercettazione di fondi europei, una strategia che si traduce in accordi economici, partnership tra imprese, condivisione di servizi, costruzione di infrastrutture e strutture sanitarie, sinergie culturali”. Ancona e le Marche confermano quindi la loro vocazione come porta d’Oriente? “Il fatto che nella nostra regione abbia sede il Segretariato permanente dell’Iniziativa adriatico ionica è dovuto sia alla posizione geografica baricentrica delle Marche, sia al forte spirito di cooperazione che ne contraddistingue le istituzioni, le imprese e i cittadini. Altrettanto credo abbia inciso la capacità di ascolto, la naturale vocazione verso est, l’apertura, non solo geografica ma anche culturale, sul mare Adriatico. Non secondario è stato il ruolo di ‘ponte’ che le Marche hanno svolto nel corso della guerra nella ex Jugoslavia per gli aiuti umanitari alle popolazioni così tragicamente colpite. Tutti questi fattori insieme, che uniscono istituzioni, imprese e cittadini, hanno fatto delle Marche una sorta di ‘capitale’ delle iniziative legate all’area adriatico-ionica”.
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Approvato il parere per l’avvio del progetto da parte del Comitato delle Regioni d’Europa nel corso della seduta plenaria svoltasi a Bruxelles. Relatore il Governatore delle Marche, Gian Mario Spacca
“Dall’Ue via libera alla strategia”
L
a Macroregione adriatico–ionica diviene una realtà. Il Comitato delle Regioni d’Europa riunito in seduta plenaria a Bruxelles l’11 ottobre scorso, nell’ambito degli “Open Days”, ha approvato in via definitiva all’unanimità il parere “Cooperazione nel bacino del Mediterraneo attraverso la Macroregione adriatico–ionica”. Relatore, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, che da anni sta lavorando alla riuscita del progetto che consiste nel riconoscimento istituzionale della Macroregione adriatico-ionica da parte dell’Unione europea entro il 2014. Dopo il pronunciamento del Consiglio europeo nel giugno scorso, questo è un nuovo passo fondamentale. Di seguito il testo integrale dell’intervento del Governatore Spacca: “Credo si possa essere tutti concordi nel dire che una buona governance sia decisiva per il processo di integrazione europea. L’Europa sarà un continente forte, con cittadini motivati, istituzioni legittimate, politiche efficaci se sapremo garantire una stretta collaborazione tra i diversi livelli di governo. L’Unione europea potrà essere davvero protagonista nello
scenario mondiale, se anche Enti locali e regionali sapranno agire ed interagire dentro una governance in grado di rispondere da una parte alle esigenze della globalizzazione ed alle emergere di un mondo multipolare, dall’altra dal-
“Credo si possa essere tutti concordi nel dire che una buona governance sia decisiva per il processo di integrazione europea” l’avanzare dell’integrazione europea che elimina frontiere, unisce mercati, avvicina i cittadini nel rispetto delle sovranità nazionali. La governance multilivello rafforza la dimensione democratica della Ue ed accresce l’efficacia dei processi per raggiungere obiettivi essenziali come: l’Europa dei cittadini-crescita economica e sociale-sviluppo sostenibile. La strategia europea delle macroregioni nasce per raggiungere questi obiettivi. Le due macrostra-
tegie già avviate per Baltico e Danubio, quella adriatico-ionica, e le altre (Mare del Nord, Manica, Arco Alpino, Arco Atlantico, Mar Nero e Mediterraneo) potranno tutte favorire interconnessioni infrastrutturali, sinergie e governance multilivello condivise. Inoltre, la strategia macroregionale, rafforzerà la politica di coesione, rendendo tra loro funzionali grandi spazi europei, aiutando a superare la debolezza dei singoli quadranti come quello attualmente rappresentato dal fianco sud est europeo, dove nasce l’iniziativa adriatico ionica. Questa Iai è particolarmente importante e significativa perché riconcilia i territori intorno a questi due mari, riscoprendo valori che da secoli univano le due sponde interrotti soltanto dal lungo periodo di ‘guerra fredda’. Inoltre, la Macroregione adriatico-ionica oltre ad integrare questi territori promuoverà un’accelerazione nei processi dei Paesi che sono in fase di preadesione. Infine, è da considerare la spinta che la strategia Ai potrebbe offrire alla politica mediterranea, oggi caratterizzata in molti Paesi da diffusi processi di democratizzazione delle istituzioni a cui l’Ue guarda con grande attenzio-
Spacca durante la conferenza stampa dopo la seduta plenaria del Comitato delle Regioni d’Europa tenutasi a Bruxelles ne. Tecnicamente, come renza con le priorità del dal sistema creditizio locasappiamo, molte e imporle e dagli attori privati. Un prossimo quadro finanziatanti sono le innovazioni, rio pluriennale 2014–2020 simile processo non può liche interessano l’utilizzo mitarsi ad una logica interdei relativi quadri strategidei fondi comunitari nel governativa, ma necessita ci comuni e programmi prossimo periodo di prodi un’attuazione di maggiooperativi per evitare programmazione: l’urgenza e il re sintesi della leva politiblemi di disallineamento valore aggiunto di una straco-istituzionale in una prodi una strategia sovrappospettiva di governance contegia macroregionale, risiesta a fondi già pre-allocadivisa. In termini pragmade proprio nei benefici di ti. Il parere attualmente in tici l’attuale ‘no’ a nuovi una forte integrazione tra le discussione si chiude con fondi va risolto con l’iniprogrammazioni tematiche e un invito sia nei confronti zio della programmazione quelle realizzate su scala del Parlamento europeo macroregionale per il nazionale, regionale e loperché assuma un’iniziativa forte a favore di questa 2012–2013, in modo da gacale, nonché degli investistrategia. rantire la più ampia coementi sostenuti dalla Bei,
Le proposte di lavoro, dal giugno 2008, vengono elaborate nella sede del capoluogo dorico Una struttura che opera per l’organizzazione delle attività d’incontro
Le iniziative del Segretariato permanente Nel giugno 2008, in virtù della lunga tradizione d’impegno della Regione Marche nell’area dell’Est
Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia- è stato istituito alla Cittadella di Anco-
sociale, istituzionale) trovino una armonizzazione, finalizzata allo sviluppo dei territori coinvolti. La costi-
di relazioni tra territori e la creazione di reti partenariali, generando un numero elevato di iniziative; in alcuni casi sono stati rinsaldati rapporti iniziati già nei decenni passati e sono state capitalizzate esperienze e competenze acquisite dagli enti territoriali. Le Marche, insieme a tutte le Regioni italiane che si affacciano sull’Adriatico e lo Ionio, intervengono con convinzione per rafforzare una sempre maggiore integrazione, economica, sociale e culturale tra i Paesi dell’area, al fine di creare una ‘massa critica’ che abbia le di-
mensioni e l’autorevolezza per riportare su quest’area l’attenzione delle istituzioni comunitarie e degli attori dell’economia europea ed internazionale. Per raggiungere tali obiettivi si sono condotti progetti su molteplici direttrici: favorire una maggiore internazionalizzazione del sistema adriatico; mettere in rete i territori locali; migliorare il flusso delle informazioni e dei rapporti tra i territori del bacino adriatico ionico e realizzare un network delle diverse reti già esistenti; inserire il sistema adriatico ionico in strutture politiche
e di opportunità più ampie, guardando in primo luogo al Mediterraneo. Terminata la fase di spinta dal basso fra Enti locali e città dell’Adriatico per istituire e avviare il Segretariato, che ha prodotto una serie di interventi di sostegno comunitario (come dal Programma Interreg) in diverse direzioni, dalla sanità ai servizi sociali, dall’agricoltura alla gestione del territorio e all’urbanistica, fino al turismo e alle piccole imprese, oggi l’obiettivo è insistere per avere riconosciuto il ruolo di macroregione da parte dell’Unione europea.
La sede del Segretariato permanente dell’Iniziativa adriatico ionica nel capoluogo regionale Europa e del Mediterraneo e della vocazione del capoluogo dorico come porta d’Oriente, è stato inaugurato ad Ancona il Segretariato permanente dell’Iniziativa adriatico ionica. Scopo del Segretariato è quello di garantire la continuità nel passaggio tra due presidenze e di dare all’Iniziativa un taglio project oriented, operando come catalizzatore di proposte da parte dei Paesi membri. Il Segretariato permanente dell’Iniziativa adriatico ionica -alla quale aderiscono Albania, Bosnia
na, ed è la sede dove si confrontano periodicamente i rappresentanti dei Paesi dell’area, dove si mettono a punto le strategie ed i programmi di sviluppo economico, infrastrutturale e sociale; è la struttura che lavora per l’organizzazione delle attività di incontro e di elaborazione di proposte progettuali comuni. Il Segretariato facilita un approccio sistemico ai problemi dell’area, in cui le diverse dimensioni relazionali fra Paesi e Regioni adriatiche e ioniche (a livello economico, culturale,
tuzione del Segretariato permanente ad Ancona, ha aperto nuove prospettive di lavoro e di elaborazione comune: comuni sono infatti i problemi di pace, stabilità e sicurezza, difesa dell’ambiente e lotta all’inquinamento, sviluppo economico e garanzia di libertà degli scambi e dei transiti commerciali tra i Paesi che si affacciano sui due Mari. La cooperazione nell’ambito dei Programmi europei ed internazionali attuata dalla Regione Marche ha favorito nel tempo il consolidamento
Il palazzo delle sedi delle Regioni italiane a Bruxelles (a destra nella foto)
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Il primo è l’emendamento in materia di infrastrutture che ha avuto il sì dall’Assemblea delle Regioni europee e che prevede il prolungamento a sud del Corridoio baltico-adriatico Helsinki-Ravenna, con l’inserimento delle Marche
Pianificazione e risultati concreti
I
nfrastrutture, ambiente, politica marittima integrata, sicurezza, trasporti: queste alcune delle aree su cui interverrà il ‘piano di azione’ che nasce dalla Macroregione adriatico-ionica. Non solo strategie, dunque, ma anche risultati concreti. Il primo è l’emendamento all’indirizzo della Commissione in materia di infrastrutture inserito nello stesso parere, approvato dall’assemblea delle Regioni europee, che prevede il prolungamento a sud del Corridoio baltico-adriatico Helsinki-Ravenna, con l’inserimento delle Marche e di Ancona e il suo porto nel tracciato. Le strategie macroregionali del Baltico, del Danubio insieme a quella adriatico ionica e alle future strategie dell’Ue -è scritto nel documentopossono creare interconnessioni e sinergie, anche infrastrutturali. Esse dovrebbero costituire un asse ideale fra nord e sud dell’Europa e, in questo contesto, la Macroregione adriatico-ionica rafforzerebbe e decongestionerebbe l’accesso sudorientale dell’Europa, potendo comprendere anche l’area del Mediterraneo centro orientale attraverso l’allungamento del Corridoio baltico-adriatico, previsto dalla
Scheda tecnica AREA INTERESSATA: Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Serbia, Montenegro, Albania, e Grecia.
La cartina della nuova Macroregione adriatico-ionica, con in evidenza la regione Marche comunicazione della Commissione del 29 giugno 2011, e la sua connessione con le reti intermodali. L’approvazione del parere in seduta plenaria era stato prece-
duto in mattinata da un workshop organizzato dalla Regione Marche sulla Macroregione, al quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente Spacca; Josè Palma Andres,
direttore delle Politiche regionali della Commissione europea; Zeljka CviJanovic, ministro delle Relazioni economiche della Bosnia-Herzegovina; Nebojsa Ciric, ministro
dell’Economia della Serbia; il segretario generale della Iai, ambasciatore Fabio Pigliapoco, e Alberto Petrangeli, in rappresentanza del Ministero degli Esteri italiano.
S O G G E T T I COINVOLTI: Forum delle città, network delle Camere di commercio, rete delle Università Uniadrion, Euroregione adriatica. POPOLAZIONE: 59.022.506 abitanti SUPERFICIE TERRITORIALE: 519.658
Partendo dal 1989, con la caduta del muro di Berlino, la storia, attraverso un percorso a tappe, del territorio relativo alla struttura geopolitica che a breve diventerà realtà
Il contesto storico e l’impegno della Regione 1989 - Caduta del muro di Berlino 1991 - 2000 - Conflitti nell’area balcanica 1991 - 2000 - La Regione Marche realizza progetti di cooperazione internazionale, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri, per la riabilitazione del tessuto economico, sociale e culturale a favore delle popolazioni stremate dai conflitti. 19 maggio 2000 - Ancona - Conferenza per lo Sviluppo e la Sicurezza dell’Adriatico e dello Ionio. Adozione da parte dei ministri degli Esteri di Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia della Prima Dichiarazione di Ancona che lancia l’Iniziativa adriatico ionica al fine di promuovere i legami tra le popolazioni dell’area e favorire gli scambi di esperienze e la comprensione reciproca. Agosto 2000 - Estensione dei Programmi europei di cooperazione transfrontaliera (Interreg IIIA) ai territori che si affacciano sull’Adriatico 2000 - 2010 - La Regione Marche realizza oltre 100 progetti di cooperazione territoriale europea nei settori dello sviluppo economico, dell’ambiente, dell’energia, della cultura, della mobilità sostenibile e del turismo mirati al rafforzamento dei rapporti con i partner dell’area balcanica.
I ministri degli Esteri all’evento chiusura presidenza italiana Iai ad Ancona 19 Giugno 2008 - Inaugurazione della sede del Segretariato permanente dell’Iniziativa adriatico ionica presso la Cittadella di Ancona. Per la prima volta una Regione italiana ospita un’organizzazione con compiti di politica estera propri del Governo nazionale. 2009 - 2010 - Presidenza italiana dell’Iniziativa adriatico ionica: sottoscri-
zione di importanti protocolli d’intesa tra gli Stati membri Iai relativi allo sviluppo economico, al turismo, allo sviluppo rurale. Viene lanciato il tema delle Macroregioni europee. 05 maggio 2010 Evento di chiusura della presidenza italiana dell’Iniziativa adriatico ionica - Seconda Dichiarazione di Ancona, sottoscritta
dai ministri degli Esteri degli otto Stati membri dell’Iai, che lancia l’obiettivo del riconoscimento da parte dell’Ue della Strategia della Macroregione adriatico-ionica entro l’anno 2014. 23 maggio 2011 - Dichiarazione di Bruxelles - I ministri degli Esteri degli otto Stati membri dell’Iniziativa adriatico ionica confermano l’obiettivo prioritario del riconoscimento da
parte dell’Ue della Strategia della Macroregione adriatico-ionica. 23/24 giugno 2011 Nelle sue conclusioni il Consiglio d’Europa “invita gli Stati membri a continuare la collaborazione con la Commissione per possibili future strategie macroregionali con particolare riferimento alla regione adriatico-ionica”. 04 luglio 2011 - Appro-
vazione da parte della Commissione territoriale (Coter) del Comitato delle Regioni (Cdr) del parere “Cooperazione territoriale nel bacino Mediterraneo attraverso la Macroregione adriaticoionica” presentato dal presidente della Regione Marche. 11-12 ottobre 2011 - Il Comitato delle Regioni europee approva il parere all’unanimità.
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Ad Ancona grande successo per il percorso espositivo sulla Macroregione; allestimenti a tema
I popoli dell’Adriatico si raccontano I
l grande progetto denominato Macroregione adriatico-ionica è ormai in dirittura d’arrivo. Per rendere omogenea l’azione di tutti i soggetti istituzionali coinvolti e per raccontare i principi di base, le condizioni di partenza ed i traguardi futuri, in concomitanza con il Festival Adriatico Mediterraneo, la Regione Marche il 27 agosto scorso ad Ancona ha inaugurato l’evento dal titolo “La Macroregione adriatico-ionica per lo sviluppo dell’Europa” iniziative e allestimenti a tema. Alla cerimonia hanno partecipato i soggetti interessati allo sviluppo della Macroregione, sia sul versante italiano che dell’faltra parte dell’Adriatico, con particolare riferimento alle reti dei Forum, delle agenzie di sviluppo, dei segretariati che si occupano della cooperazione nonchè dei rappresentanti di Stati e Regioni che si affacciano sull’Adriatico. Anche il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha voluto inviare il suo saluto ribadendo che l’Italia individua nello sviluppo della strategia adriatico ionica una priorità della propria politica estera. Al taglio del nastro erano presenti, tra gli altri, anche l’ambasciatore della Farnesina e segretario Iai, Fabio Pigliapoco e Jadranka Radovanic, presidente del Forum Camere di commercio. Il percorso espositivo, costituito dai totem delle Regio-
deve, però, essere partecipe del progetto con consapevolezza, in modo da dare alle istituzioni europee quella spinta dal basso necessaria per centrare l’obiettivo. Per questo nella mostra non si è parlato di concetti astratti, ma si sono evidenziati i progetti concreti realizzati in collaborazione con i Paesi al di là dell’Adriatico per la protezione e conservazione dell’ambiente, l’energia, i cambiamenti climatici, la ricerca e l’innovazione, la tutela delle aree sottomarine, le risorse culturali, la competitività e la creazione di posti di lavoro, il commercio, i trasporti e la logistica. I cittadini hanno immediatamente colto il valore dell’iniziativa dimostrando una grande apertura nei confronti delle tematiche internazionali e dello scambio culturale tra popoli. Questa risposta così positiva ci spinge a continuare con ancora più entusiasmo il nostro lavoro a Bruxelles”.
Inaugurazione esposizione Macroregione ni coinvolte e dalle installazioni delle Reti, si è snodato da piazza Cavour, nel cuore della capoluogo dorico, attraverso il viale della Vittoria, e si è concluso in piazza IV Novembre, al Passetto, di fronte al mare, luogo della visione futura. Qui la costituzione della Macroregione è diventata reale con un’installazione spettacolare e dinamica e una rosa dei venti che oltre ad in-
dicare i punti cardinali e i venti, segnalava l’esatta ubicazione di ogni Paese della Macroregione. Dove punta l’ago, lì, c’è una terra amica. Le Marche, in questo scenario, rappresentano il baricentro geografico. Il percorso del visitatore oltre che fisico è stato dunque temporale e concettuale. “Il coinvolgimento che si ottiene attraverso la spiegazione e l’approfondi-
mento di quello che si sta facendo -spiega il presidente della Regione, Gian Mario Spacca- è prezioso per la riuscita di qualsiasi iniziativa. Abbiamo fortemente voluto questa esposizione perché riteniamo che la creazione della Macroregione adriatico-ionica sia un’opportunità unica e da non perdere per la crescita e lo sviluppo della comunità marchigiana. Comunità che
ll Governatore: “Statua di Lisippo: ci stiamo attivando per riaverla” Il logo dell’iniziativa è un disegno stilizzato dell’Atleta vittorioso, la statua di bronzo attribuita a Lisippo, ripescata nelle acque di Fano, e da quasi 50 anni contesa al Museo Getty di Malibù che l’acquistò illegalmente. “La statua viaggiava dalla Grecia a Roma -ha detto Spacca-, stiamo facendo di tutto per riaverla, rappresenta al meglio l’anima culturale della Macroregione adriatico-ionica”.
I contenuti dell’Euroregione, un’associazione costituita da enti territoriali di sei Paesi: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Montenegro
Città, Camere di commercio e Università al lavoro L’Euroregione adriatica è un’associazione costituita da enti territoriali di livello regionale e comunale di 6 Paesi situati lungo le coste del mare Adriatico: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro e comprende: il Forum delle Camere di commercio dell’Adriatico e dello Ionio, che è una rete transnazionale nata nel 2001 e che riunisce 36 Camere di commercio sia italiane che estere, da Trieste a Brindisi e dalla Slovenia alla Grecia e 2 membri sostenitori, la Provincia di Ancona e l’Assonautica – Roma; il Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio, che nasce il 30 aprile 1999 su iniziativa del Comune di Ancona e dell’Anci nazionale (Associazione nazionale dei Comuni d’Italia) con l’approvazione della “Carta d’Ancona”. Questa associazione riunisce le città costiere dei sette Paesi che fanno parte del bacino adriatico-ionico: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania e Grecia; l’Iniziativa adriatico-ionica (Iai), che nasce ad Ancona il 19-20 maggio 2000 in seguito ad una Conferenza Intergovernativa su “Sviluppo e sicurezza del Mar Adriatico”, cui hanno partecipato le delegazioni di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia. Agli origi-
nali sei membri si sono aggiunti, nel 2002 e nel 2006, Serbia e Montenegro. Sede dell’organizzazione è il Segretariato permanente, ad Ancona; Uniadrion conta 36 Università di 9 Paesi: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Nasce nel 2000 nell’ambito dell’Iniziativa adriatico-ionica (Iai). Alcuni esempi di progetti. Forum Camere di commercio: Itac-Innova-
nali e di percorsi formativi; Osservatorio adriatico della pesca-Sistema di rilevazione e monitoraggio di dati ambientali ed economici del settore ittico; Marinas- Per un’offerta turistica integrata nell’Adriatico rivolta alla domanda di servizi innovativi in rete, rafforzandone la visibilità e qualificando gli standard di erogazione nell’intero bacino; Retaj-L’Euroregione adriatica come base per la nascita di una regione turistica adriatico-ionica. Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio:
Il Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio nasce il 30 aprile 1999 su iniziativa del Comune dorico e dell’Anci nazionale (Associazione nazionale dei Comuni d’Italia) con l’approvazione della “Carta d’Ancona” zione tecnologica per la competitività dell’Area adriatica; Adriatic economic cluster club-Rete di cooperazione in area adriatica fra i distretti/cluster dei settori meccanica-legnogomma/plastica, tessile, compresa la subfornitura; Adriontour-Adriatic ionian touristic routes- Sviluppo di prodotti turistici multipaese prevedendo una serie di iniziative promozio-
Act–Elaborazione di “piani di adattamento locale” per prevenire e limitare l’impatto del cambiamento climatico in alcune città europee; Easy-Propone un modello di sistema energetico locale per aree urbane decentralizzate delle regioni mediterranee di piccole e medie dimensioni e per lo sviluppo di comunità sostenibili. Uniadrion: Master, cor-
si di formazione, corsi di specializzazione, seminari realizzati con i paesi dell’area; “Creazione di un network multiculturale e multietnico basato sulla preservazione del patrimonio comune di Trebinje e la sua inclusione nell’offerta turistica e culturale della regione adriatica”; studio della città romana e del campus della legione militare di Viminacium attraverso la ricerca del patrimonio culturale dei suoi abitanti tramite l’uso di moderne tecnologie di geofisica, digitalizzazione e visualizzazione 3d. Euroreg i o n e : Installazione Adri.eur.o.p.– Ha supportato l’edificazione dell’Euroregione adriatica attraverso attività di formazione, laboratori, network, scambi di personale, reti istituzionali, una strategia di comunicazio-
interattiva e rosa dei venti al Passetto di Ancona ne ed informazione sull’Euroregione adriatica; Centro regionale di formazione e di assistenza tecnica in Molise per l’Euroregione adriatica-Costituzione in Molise di un Cen-
tro regionale europeo per l’alta formazione e lo studio dello sviluppo locale attraverso il coinvolgimento di Eipa (European institute of public administration).
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L’attività della Regione Marche - Obiettivo: promuovere in tutta l’area adriatica lo scambio di conoscenze, tecnologie, esperienze e buone pratiche, oltre alla creazione di reti di cooperazione
Più di 100 progetti in 10 anni L
a Regione Marche negli ultimi 10 anni ha partecipato a circa 100 progetti, strettamente sinergici con la programmazione regionale e nazionale, finanziati sui programmi di Cooperazione territoriale europea. Il fine è quello di promuovere in tutta l’area adriatica lo scambio di conoscenze, tecnologie, esperienze e buone pratiche, nonchè la creazione di reti di cooperazione. Nel corso di questo tempo è maturata la consapevolezza che, attraverso le numerose attività avviate nel periodo del conflitto nella ex-Jugoslavia e proseguite con iniziative di riabilitazione del tessuto socio-economico e culturale rivolte alle popolazioni colpite dagli eventi bellici, si stava concretizzando la Macroregione adriatico-ionica. La ricostruzione dell’ospedale di Mostar (Bosnia-Erzegovina), l’avvio di imprese femminili, il recupero dei centri storici di Girocastro e Berat (Albania), la realizzazione di Adriatico-Mediterraneo, grande evento culturale che interessa l’area balcanica e le Marche, sono l’esempio dell’impegno profuso nella costruzione di un modello di cooperazione concreta. La sfida dei prossimi anni consiste nell’intensificare la cooperazione sostenendo la crescita e favorendo lo svilup-
po delle aree interessate. Il riconoscimento da parte della Ue di una strategia macroregionale per l’area adriatico-ionica è un’importante occasione per condividere le politiche di sviluppo, per tradurre nel concreto il concetto di coesione territoriale,
Mostar (Bosnia-Erzegovina); primo concerto realizzato all’interno della biblioteca di Sarajevo (Bosnia-Erzegovina); Vito-Sviluppo urbano integrato di centri storici. Austria-Croazia-Grecia-ItaliaSlovacchia-Slovenia-Romania-Ungheria; Innovazione e
protezione ambientale, crescita economica e sociale sostenibile. Alcuni esempi di progetti: realizzazione di una guida turistica della città di Valona (Albania); formazione professionale e assistenza tecnica nel settore della pesca e dell’acquacoltura nella Prefettura di Valona (Albania); professionale e assistenza tecnica nel campo dello smaltimento dei rifiuti nella città di Durazzo (Albania); creazione di microimprese, formazione e orientamento per nuove imprenditrici a
sviluppo nell’area Med. Grecia-Francia-Italia-Spagna; Bioforenergy-Sviluppo di modelli energetici per la valorizzazione delle biomasse, Bosnia-Erzegovina-CroaziaItalia-Serbia; Thermalis-Azioni di sostegno per lo sviluppo del turismo termale, Albania-Bosnia-Erzegovina-Italia-Serbia; Pase-Politiche pubbliche ed imprese sociali, Francia-Germania-ItaliaPolonia-Romania-Spagna; Mmove-Modelli di mobilità in Europa, Bulgaria-Germania-Grecia-Inghilterra-ItaliaPolonia-Spagna-Svezia.
Qui sopra e sotto, due momenti dell’esposizione ad Ancona
Le iniziative più rappresentative per la costruzione della Macroregione adriatico-ionica sono legate all’aspetto economico ed al potenziamento delle attrattive turistiche della zona interessata
Le priorità: sviluppo e innovazione alle piccole e medie imprese del territorio albanese. Regione Marche: progetto Asviloc-Azioni di integrazione delle Agenzie di sviluppo economico. Il progetto Asviloc ha contribuito allo sviluppo economico e sociale delle aree costiere dell’Adriatico con la creazione di un sistema di cooperazione tra pmi adriatiche basato sulla promozione e l’integrazione delle Agenzie di Sviluppo economico locale dell’area transfrontaliera adriatica, quali agenti
di connessione fra saperi, pratiche e servizi a favore del territorio e strumento fondamentale per l’orientamento e la promozione del sistema delle pmi locali. Regione Marche: Progetto Itac-Innovazione tecnologica per la competitività dell’area adriatica. Lo scopo del progetto è stato quello di rafforzare il ruolo delle Camere di commercio nei Paesi dell’Area adriatico-ionica al fine di sostenere l’innovatività delle piccole e medie imprese.
Hanno detto…
I progetti più rappresentativi delle Regioni per la costruzione della Macroregione adriatico-ionica riguardano in particolar modo lo sviluppo economico, il potenziamento delle attrattive turistiche dell’area interessata attraverso l’attivazione di sinergie tra le coste, l’innovazione nelle pmi e la tutela dell’ambiente. Regione Abruzzo: progetto Mem-Monitoraggio elettro magnetico. Il progetto Mem ha dato vita ad una rete di rilevamento dei campi elettromagneti-
ci ambientali nella banda 0.001 Hz-100 kHz, in territori caratterizzati da basso rumore antropico ed in cui il rilevamento dei debolissimi segnali elettromagnetici associati a fenomeni tettonici e dei segnali di risonanza magnetica planetaria era particolarmente favorevole. Regione Emilia-Romagna: progetto FareadriFacilitare il rafforzamento e l’estensione dei parternariati adriatici. L’obiettivo principale di Fareadri è stato quello di accelerare il processo di
stabilizzazione nell’area di cooperazione adriatica e quindi di facilitarne il percorso verso la coesione economica e sociale. Regione Friuli Venezia Giulia: progetto Amamo-Attraverso il mare e i monti. Azioni pilota dimostrative transfrontaliere nel quadro della nuova strategia per il turismo rurale. Il progetto Amamo ha avuto come finalità la valorizzazione, nel mercato turistico europeo, delle risorse territoriali dei partner in ambito rurale, marittimo e montano.
Regione Marche: progetto Aderi-LinksNetwork adriatici locali e internazionali per la condivisione delle conoscenze. L’obiettivo specifico di Adri-Links, nell’ambito delle attività volte a favorire la stabile cooperazione tra gli operatori dell’area adriatica, è stato quello di rafforzare il ruolo di Mada, agenzia di sviluppo delle aree montane albanesi, con particolare attenzione alla sua capacità di catalizzare l’interesse dei soggetti economici e di erogare servizi
“Non vi è mai stato un momento più adatto di questo perché i Paesi dei Balcani occidentali si uniscano come partner nei processi di pace e riconciliazione”. (serviziitaliani.net) Vuk Jeremic, presidente di turno Iai e ministro Esteri Serbia “Per realizzare un vero salto di qualità abbiamo bisogno di una strategia europea per l’Adriatico e lo Ionio, una strategia che comprenda tutti i paesi della regione e in sintonia con l’approccio dell’Ue alle Macroregioni, una filosofia con cui l’Italia è pienamente d’accordo”. (www.esteri.it) Franco Frattini, ministro degli Esteri Italia “All’unanimità l’Assemblea ha riconosciuto questa Macroregione come una priorità strategica per il prossimo peri-
odo di programmazione. Ora chiediamo subito un tavolo di lavoro interistituzionale”. (Ansa) Mercedes Bresso, presidente Comitato delle Regioni Ue “Siamo stati i pionieri della realizzazione dell’Euroregione adriatica e adesso dobbiamo puntare ad avere un mare d’amicizia che non divide, ma unisce”. (Ansa) Ivan Jacovcic, vicepresidente Euroregione adriatica “I traguardi raggiunti in questi mesi danno la misura della nostra crescita e della nuova percezione della Macroregione adriatico-ionica, come unicum territoriale, turistico, economico. Uno delle nostre priorità sono progetti mirati per i nostri imprenditori, oltre un milione”. Jadranka Radovanic, presidente del Forum Camere di commercio dell’Adriatico
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MARCHEdomani
1 DICEMBRE 2011
Strategie di resistenza Il momento è complesso e lo scenario internazionale preoccupa. Responsabilità e solidarietà sono le parole d’ordine con cui la Regione sta cercando di dare risposte ad una situazione delicata come l’attuale. Tre assessori agli “Incontri”: Marco Luchetti, Pietro Marcolini, Luigi Viventi. Tre puntate della trasmissione di Alceo Moretti dedicate ad altrettante figure in prima linea nel tentativo di fronteggiare i pesantissimi tagli ai trasferimenti, indicando una direzione unitaria nell’impegno per razionalizzare gli interventi e recuperare risorse: sforzo corale, seguendo una tabella di marcia dettata dalle priorità
MARCO LUCHETTI
“La cultura del lavoro ci salverà” MORETTI – Buonasera cari amici; è questo un momento in cui il Paese vive in una confusione terribile, percependo un senso di mancanza di governo centrale: anche questa volta ho dunque pensato di invitare un personaggio che, essendo uno specialista del mondo del lavoro, un uomo abituato alle battaglie, può darci qualche indicazione, qualche giudizio assennato. Parlo di Marco Luchetti, che ha lunghi ed importanti trascorsi nella vita di sindacato: ha cominciato a 22 anni a Falconara, ha fatto un cammino notevole arrivando a diventare segretario generale della Cisl nelle Marche e ad assumere molti incarichi nazionali. Poi, per nostra fortuna, ha avuto il buon pensiero di candidarsi alla Regione: è stato eletto, e, avendo operato bene, ha avuto rielezioni fino a tre volte. (In tono scherzoso) Adesso, come premio, deve confrontarsi con le grane, tante. Dicevo all’inizio della situazione del Paese; ieri sera, anche un uomo vicino a Berlusconi diceva che manchiamo di una guida: a che cosa possiamo, allora, appigliarci noi, oltre che alle nostre capacità di lavoro, alla nostra dedizione al dovere, noi che ancora crediamo nel futuro per le nostre famiglie, che abbiamo punti fermi? Per esempio, lei dice che crede ancora nell’Europa: perché? LUCHETTI – Credo nell’Europa perché, secondo me,
per il vecchio continente c’è solo una speranza: quella di rimanere unito per affrontare tematiche completamente nuove rispetto a quelle cui eravamo abituati. Solo un’Europa unita potrà riuscire ad affermare la cultura di un mondo che oggi si trova
ria ha un senso, prima o poi troveremo una sintesi. MORETTI – Io devo subito, purtroppo, metterla a fronte di questi grandi problemi che lei ha come assessore regionale al Lavoro: tutti i giorni vediamo le battaglie per la Fincantieri,
Solo un’Europa unita riuscirà ad affrontare tematiche completamente nuove rispetto a quelle cui eravamo abituati e a competere con realtà che crescono molto più velocemente di prima. Il vecchio continente è chiamato ad affermare le proprie radici, corrispondendo allo sviluppo della propria gente. Ecco perché dobbiamo mantenere la speranza: se la storia ha un senso, prima o poi troveremo una sintesi a dover competere con realtà che crescono molto più velocemente di prima; solo un’unità di tutta l’Europa potrà corrispondere allo sviluppo della propria gente. Io non credo che la cultura sia un fattore ininfluente: saranno proprio le radici culturali di un continente come quello europeo a salvarci, probabilmente, riuscendo a fare una sintesi. E se oggi tutti parlano di una carenza di uomini di statura europea, prima o poi ne nasceranno: ecco perché dobbiamo mantenere la speranza. Se la sto-
per la vecchia Antonio Merloni, per la Berloni. Come usciremo da certe situazioni? Quello della Fincantieri, ad esempio, è un problema nazionale; come si può, lei che fa di questa battaglia un’attività giornaliera, intravedere un futuro? LUCHETTI – Intanto dobbiamo renderci conto di un dato: il settore della cantieristica è in crisi, perché quello della costruzione delle navi è un mercato che purtroppo si è contratto enormemente, e non solo per la concorrenza dei Paesi del
sud-est asiatico, che costruiscono navi a prezzi molto bassi rispetto ai nostri. Certo le navi più belle si costruiscono ancora da noi; resta il problema della caduta della domanda del mercato delle navi, caduta che naturalmente incide sulla possibilità di continuare a costruirle. L’offerta del nostro Paese, che presenta nove cantieri sulla costa –e tenga conto che la Germania ha un cantiere, non di più- fa riferimento a questo dato, che è un dato di sovraofferta, per cui è necessaria una riorganizzazione della cantieristica nazionale. E la ristrutturazione della cantieristica deve trovare sponda in una politica industriale che dia delle risposte alternative al ridimensionamento che purtroppo il comparto dovrà subire. Per quanto riguarda il cantiere di Ancona, la proprietà è di Fincantieri, che è proprietaria degli altri sette cantieri… MORETTI – …che sono quasi tutti in ebollizione… LUCHETTI – …che sono in ebollizione perché hanno carenza di lavoro. Così come il nostro, purtroppo: sono due anni che noi soffriamo la cassa integrazione, abbiamo consegnato una nave poco più di un anno fa; adesso, attraverso quello che la Regione è riuscita a fare con Fincantieri, ci sono state assegnate due commesse, che in questo momento sono però in discussione perché Fincantieri vuole obbligare il cantiere di Ancona ad un ridimensionamento strutturale. Questo è l’elemento di di-
scussione. Io spero che si possa trovare una mediazione tra il sindacato e Fincantieri, perché due commesse non possono essere lasciate cadere così. Se Fincantieri dice che ci sono 180 eccedenze -così le chiama- di lavoro in questo cantiere, dovremo trovare una soluzione sia con riferimento al ridimensionamento di queste eccedenze, sia ad alternative eventuali.... MORETTI – …perché non si può lasciar cadere questa… LUCHETTI – …no, non si può. E a riguardo dobbiamo fare un richiamo come Regione -lo dico perchè credo di interpretare anche il sentimento dell’Amministrazione comunale di Ancona e di quella della Provincia- affinché le parti trovino una quadra rispetto a questa discussione, sia Fincantieri nel ridimensionare le proprie idee, sia, dall’altra parte, il sindacato che deve trattare, così come abbiamo fatto in tante fabbriche, una soluzione che consenta la ripartenza del lavoro. MORETTI – Passiamo all’Antonio Merloni e alla proposta, che mi sembra concreta, di Porcarelli: questa è una cosa positiva… LUCHETTI – …la soluzione Porcarelli va accolta in termini positivi; sicuramente non è la proposta che ci aspettavamo da parte dei commissari dell’Antonio Merloni: si pensava di riuscire a fare di più, sia con gli interlocutori cinesi che iraniani che erano disponibili,
così avevano fatto pensare, alla rilevazione di tutti gli impianti… MORETTI – …sono ipotesi cadute… LUCHETTI – …ormai, nonostante le cose che si dicono, credo che non ci sia più nulla da fare, per cui dovremo trovare soluzioni alternative a più di 1.500 lavoratori e a questo tutte le istituzioni ma anche gli imprenditori devono fare in modo di dare una risposta. Noi supporteremo questa vertenza in tutti i modi e speriamo di trovare soluzioni ulteriori a quella di Porcarelli, che accettiamo e che va… MORETTI – …per la Berloni c’è qualche soluzione? LUCHETTI – Quella della Berloni è anch’essa una situazione delicata perché c’è una riorganizzazione del gruppo; si abbandona un settore produttivo, e quando si abbandona un settore produttivo se non c’è l’alternativa è un guaio. Anche in questo caso dovremo fare in modo che le maestranze espulse dal ciclo produttivo possano trovare alternative, che non possono essere solo gli ammortizzatori sociali: dobbiamo trovare soluzioni di produzioni alternative, anche nell’ambito del distretto del mobile per cercare di ridare lavoro a tante famiglie. Una situazione, quella della Berloni, che era un po’ annunciata, e dove, purtroppo, carenze di managerialità hanno inciso; anche nell’Antonio Merloni c’è stato un di-
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1 DICEMBRE 2011 fetto di managerialità. Sotto questo aspetto io richiamo ad un impegno più forte l’imprenditorialità marchigiana, perché le crisi che stiamo attraversando impongono una nuova cultura imprenditoriale: quella individualistica, che ci ha accompagnato per tanti anni, non serve più. MORETTI – Ho visto che la disoccupazione nelle Marche è inferiore rispetto al dato nazionale, anche quella giovanile (il riferimento è ai dati del II trimestre 2011, ndr.). Tra l’altro, Unioncamere Marche prevede 23.490 assunzioni entro la fine dell’anno, di cui il 35,2% di giovani con meno di 30 anni; questo è un segno di resistenza delle Marche? LUCHETTI – Diciamo che questo è un dato in qualche modo coperto dalla situazione che si profila nella cassa integrazione straordinaria: il nostro tasso di di-
soccupazione, cioè, risulta inferiore grazie alla capacità produttiva che ancora manteniamo. Abbiamo delle belle imprese che stanno uscendo dal periodo di crisi e stanno riemergendo in maniera positiva: non possiamo dimenticare questo aspetto. Noi abbiamo imprese che vanno in giro per il mondo e che sono riuscite, grazie alla qualità delle proprie produzioni, ad affermarsi: questo ci difende rispetto ad una condizione piuttosto precaria che si registra nel resto d’Italia. L’aspetto su cui, però, dobbiamo concentrarci oggi è che molte produzioni che noi facevamo nella nostra regione si sono spostate, per cui non possiamo aspettarci una ripresa nelle produzioni che non si potranno fare più: noi dobbiamo fare in modo di procedere verso altre soluzioni produttive, di qualità, alzando appunto la qualità della nostra produzione. Un insegnamento viene dal distretto del calzaturiero: la crisi del 2004-2005 ha indotto ad una riorganizzazione produttiva, elevando la qualità. Certo parliamo di un prodotto su cui era possibile lavorare da questo punto di vista; fatto sta che il distretto del calzaturiero si è abbastanza difeso durante la crisi e oggi quelle imprese sono in ripresa. Questo è dunque il dato: la qualità delle nostre produzioni e la nostra capacità di internazionalizzazione. MORETTI – Mi è piaciuta molto la risposta, che ho letto proprio questa mattina, di un dirigente del settore calzaturiero a un politico, il quale ironizza-
va chiamando gli operatori del settore ‘ciabattini’: il dirigente ha dato una lezione a questo signore dimostrando come i ‘ciabattini’ riescono a conquistare mercati, a dare lavoro, a battere le concorrenze internazionali… LUCHETTI – …ma non ci sono più ciabattini nel Fermano… MORETTI – …però mi è piaciuta molto la risposta a questo villano... LUCHETTI – …una volta si parlava di ‘scarpari’, oggi sono ‘scarpari’ di lusso. MORETTI – Lei è anche assessore all’Istruzione; (scherzando) certo la Gelmini non é una sua ammiratrice, perché ha tagliato 3.424 posti. Come fate a riassestare questi settori così mutilati dagli incompetenti che ci guidano? LUCHETTI – Purtrop-
po la riorganizzazione scolastica voluta dalla Gelmini ha messo fuori dal mercato della scuola -usiamo questa espressione, per capirci- molti precari, molti insegnanti che utilizzavano le liste del precariato per lavorare. Oggi ci ritrovia-
to, vi abbiamo anche i figli dei divorziati, dei separati, che purtroppo costituiscono una novità nel panorama educativo. Ecco che la numerosità dovuta a questi provvedimenti mette fuori gioco molte possibilità di crescita dei nostri ragazzi e questo è un dramma. Così come l’abbattimento di ore di laboratorio dei nostri istituti professionali mette in crisi le possibilità dell’istruzione professionale stessa. Non vanno bene per il sistema scolastico provvedimenti di questo genere, per cui l’avvio dell’anno scolastico, quest’anno, è un avvio complicato e difficile.
diretti interessati: attraverso un forte collegamento con il mondo del lavoro si può contribuire a restituire importanza, piena credibilità ad un mondo che forse fino ad oggi è stato un po’ distante dalle problematiche del futuro dei giovani. In una sua canzone Renato Zero diceva che non basta la cultura, non basta il sapere, ma bisogna avere anche la saggezza per capire dove stia il nostro futuro. Dunque la necessità che l’università si colleghi sempre più adeguatamente con il territorio; in questo senso, ripeto, si stanno facendo molte cose positive.
“Noi abbiamo imprese che vanno in giro per il mondo e che sono riuscite, grazie alla qualità delle proprie produzioni, ad affermarsi. Questa è dunque la strada: qualità e capacità di internazionalizzazione”. Sotto i riflettori degli “Incontri” di Alceo Moretti, l’ampia disamina dell’assessore al Lavoro Marco Luchetti: le linee direttrici per un’azione di contrattacco alla crisi; il confronto, intanto, con le situazioni di maggiore criticità. Sulla cantieristica un inciso: “La necessità di una ristrutturazione deve trovare sponda in una politica industriale capace di risposte alternative al ridimensionamento che il comparto, nel nostro Paese, dovrà purtroppo subire”
MORETTI – Lei è tra i firmatari di un protocollo d’intesa sull’educazione finanziaria; di che cosa si tratta? LUCHETTI – E’ un’iniziativa che abbiamo realizzato insieme alla Banca delle Marche e ad un con-
La riorganizzazione voluta dalla Gelmini ha estromesso dal mercato della scuola molti insegnanti che utilizzavano le liste del precariato. Le complicazioni riguardano la composizione della classe. E la numerosità causata dai provvedimenti presi mette fuori gioco molte possibilità rispetto al percorso di crescita dei ragazzi. Così come l’abbattimento di ore di laboratorio negli istituti professionali mette a repentaglio le possibilità della stessa istruzione professionale mo con classi molto numerose, con classi in difficoltà, perché la difficoltà della scuola non è solamente quella numerica –il passaggio, ad esempio, da 27 a 30 alunni nella classe-: le complicazioni della scuola oggi riguardano la composizione della classe. Pensiamo alle famose pluriclassi della montagna, quando nella stessa aula c’erano studenti di vari corsi; oggi la pluriclasse è quella normale perché vi abbiamo l’immigrato, il ragazzo che magari ha difficoltà di apprendimen-
vece noi diciamo che il denaro non è tutto, e soprattutto che bisogna saperlo usare. E’ il punto di partenza di questo protocollo che abbiamo firmato con l’Ufficio scolastico regionale; Banca delle Marche ci aiuta proprio ad andare nelle scuole e a parlare con i docenti per una loro formazione anche rispetto a questa materia; insomma, tentiamo di dare un contributo in questo senso. MORETTI – Che cosa pensa lei dell’intervento di Diego Della Valle, che ha fatto irruzione in maniera veramente poderosa nella comunicazione nazionale?
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sorzio nazionale che si interessa di questa novità dell’educazione finanziaria, perché riteniamo che una delle questioni di fondo della nuova realtà giovanile sia quella di comprendere bene come si usa il denaro. Dobbiamo ripensare culturalmente anche a questo dato: cioè come usiamo il denaro e qual è il valore dello stesso. MORETTI – E’ interessante questo. LUCHETTI – Purtroppo rincorriamo una cultura dove il denaro è tutto e in-
LUCHETTI – Siccome è una persona molto scaltra e molto intelligente, Diego Della Valle ha colto il sentire comune di questi tempi: utilizzando i canali della comunicazione, ha segnalato questa sua posizione, che, francamente, è abbastanza diffusa, abbastanza condivisa dall’opinione pubblica. Dunque un atteggiamento nei confronti della politica sicuramente generalizzato. Di questi tempi, secondo me, bisognerebbe tuttavia tentare, per rianimare un briciolo di speranza, di dare valore alle cose positive, perché se insistiamo nella negatività probabilmente non facciamo passi avanti. Questo non significa che non siano condivisibili le posizioni di Della Valle: in questo momento, però, la classe dirigente di cui Della Valle fa parte –perché, al di là del fatto che sia un grande imprenditore, sicuramente non è l’ultimo arrivato- deve fare la propria parte: occorre che tutti facciano la propria parte e si sporchino le mani, nel senso che tenersi fuori e poi criticare è facile, stare dentro è ben più complicato. MORETTI – Com’è il collegamento tra il mondo del lavoro e l’università? LUCHETTI – E’ un collegamento difficile, è sempre stato difficile, e quando dico difficile voglio dire che è un collegamento abbastanza asettico, per capirci. Per la verità, da qualche tempo a questa parte tutte le università marchigiane si stanno dando in questo senso da fare, poiché hanno capito che il collegamento con il territorio è vincente e va a favore dei ragazzi che frequentano l’università. Ed è dalle esigenze dei ragazzi che bisogna partire, dai bisogni dei
MORETTI – Considerata la sua bi-esperienza, l’esperienza del mondo sindacale e l’esperienza del mondo regionale, com’è il rapporto odierno tra i sindacati e il governo regionale? LUCHETTI – E’ un rapporto positivo, costruttivo, e non solo a livello confederale, con Cgil, Cisl e Uil, ma anche con i rappresentanti delle varie categorie, con cui quotidianamente mi rapporto. La cosa importante che possiamo affermare qui nelle Marche è riguardo al criterio che abbiamo tenuto: quello di non dividere il mondo del lavoro ma anzi di tenerlo unito, perchè soprattutto nei momenti di difficoltà il mondo del lavoro deve essere unito. Se si spacca il fronte, questo non fa bene a nessuno; da noi il fronte del sindacato è
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sempre stato unitario e questo è un bene per la nostra comunità: guai a toccare l’unità dei lavoratori. Credo che siamo una regione che fa la differenza rispetto al dato nazionale; abbiamo le nostre difficoltà, sicuramente, però, tutto sommato, i rapporti sono sempre stati costruttivi e abbiamo lavorato soprattutto per la gente in difficoltà: disoccupati, cassaintegrati, fasce fragili rispetto a cui le nostre politiche, condivise con il sindacato, hanno dato qualche risultato. MORETTI – Hanno dato parecchi risultati. Debbo farle una domanda che mi è nata spontanea nel raccogliere materiale ed idee per questa trasmissione, quindi nell’esaminare il suo lavoro e assumere una visuale più vicina rispetto alle problematiche con cui lei deve confrontarsi. La domanda che mi permetto di farle, data la vecchia amicizia, è questa: ma non le è mai venuto in mente di chiedersi chi glielo abbia fatto fare? LUCHETTI – No. MORETTI – Quindi continua in questa sua battaglia tranquillamente… LUCHETTI – …chi fa politica deve avere la passione necessaria per farla; se non hai la passione, devi lasciar perdere la politica. MORETTI – Lei è ancora aperto alla speranza che questa nostra regione, costellata in tutti i campi da vecchi lottatori, riuscirà a farcela? LUCHETTI – Certo che ce la faremo: noi dobbiamo contare sui marchigiani e i marchigiani hanno una bella fibra. Certo dobbiamo ragionare sui nostri difetti, ma io dico che ce la faremo, perché, lo sottolineavo prima, la cultura non è acqua. E la nostra cultura del lavoro ci salverà. MORETTI – E poi i pregi dei marchigiani sono talmente soverchianti rispetto ai difetti che ce la faremo sicuramente. Grazie Luchetti, grazie ai telespettatori e arrivederci alla prossima settimana.
Trasmissione del 6 ottobre 2011 www.youtube.com/GruppoAlceoMoretti Marche domani - Anno XXVI Numero 10 - Dicembre 2011 Direttore responsabile Alceo Moretti Gestione editoriale Gruppo Alceo Moretti Comunicazione S.r.l. C.so Mazzini, 64 - 60121 Ancona - Tel. 071/205115 - Fax 071/53082 E-mail: info@marchedomani.com Presidente: Alceo Moretti Vicepresidente: Giorgio Moretti Consiglio: Sergio Moretti Stampa Rotopress International srl - Via Brecce - 60025 Loreto (AN) Tel. 071-7500739 - Fax 071 - 7500570 - E-mail: info@rotoin.it Chiuso in tipografia il 15 novembre 2011 Prestampa Ediga s.a.s. - Via Abbruzzetti, 2A - Jesi (AN) Reg. tribunale di Ancona n. 5 del 14/02/87 Pubblicazione periodica Spedizione in Abbonamento Postale Pubblicità inferiore 50% Pubblicità GRUPPO ALCEO MORETTI COMUNICAZIONE Tel. 071/205115 (4 l. r.a.) E-mail info@alceomoretti.it www.alceomoretti.it
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MORETTI – Buonasera cari amici; ospite di questa trasmissione è Pietro Mar-
vizi, so che avete dato aiuti per salvare il lavoro, per dare sostegno alla piccola e media industria, so della lotta per salvare la sanità, eccetera. Allora le devo fare una domanda: come avete fatto? MARCOLINI – Intanto, c’è un prima e c’è un dopo: fino ad oggi, con il lavoro di efficientamento, anche di utilizzo delle opportunità sul piano comunitario -oltre che su quello nazionale con l’azione rivolta nei confronti dei Ministeri per i programmi di opere pubbliche-, siamo
grammata nella manovra dello scorso anno: a quella abbiamo cercato di far fronte in parte con le razionalizzazioni, in parte con l’aumento della lotta all’evasione -e a quest’ultimo riguardo voglio ricordare che noi riusciamo a recuperare, silenziosamente ma efficacemente, circa 30 milioni l’anno- e poi con la riduzione della spesa per i nostri dipendenti, per i nostri dirigenti: in pochi anni siamo passati da oltre 90 dirigenti a poco più di 50; abbiamo bloccato il turn over. Nella sanità, che è la voce
impresa… MORETTI – …sono in pericolo i servizi sociali fondamentali? MARCOLINI – Assolutamente sì. Voglio dare tre dati, perché l’esempio è più illuminante di qualsiasi ragionamento. Per il fondo alla piccola e media impresa abbiamo avuto cifre tra i 25 e i 30 milioni negli ultimi anni; ebbene, questo fondo è stato portato a 0. Il fondo che riguarda la manutenzione stradale, le strade Anas che hanno in gestione adesso le Province, fondo di circa 26-
1 DICEMBRE 2011 ai telespettatori) l’assessore parla del Veneto, che ha avuto 360 milioni di euro; (all’ospite) a voi, invece, con un sorriso sulle labbra hanno detto di mettere delle tasse. MARCOLINI – Questo è stato peraltro confermato con l’ultimo decreto, quello di agosto, in cui sono stati trovati i soldi per un’altra Regione o per il Comune di Roma, che, sull’unghia di una richiesta, ha ottenuto circa 100 milioni. Le Marche, che pure hanno avuto 650 milioni di danni, certificati dalla
una posizione più prudente, su cui cerchiamo in qualche maniera di intervenire. MORETTI – Una notizia, che ho appreso ieri, mi ha fatto molto piacere: il fatto che abbiate potuto stanziare 2 milioni e 400 mila euro per le piccole e medie imprese. MARCOLINI – Purtroppo il Governo ha cassato completamente il Fondo unico regionale: una delle componenti riguardava il co-finanziamento di un fondo rotativo che prima era appoggiato su Artigiancassa e
Protezione civile, fino ad ora non hanno avuto un euro e la condizione è quella di aumentare le tasse, il che significherebbe aggravare la già difficile situazione della parte più fragile della popolazione. Noi le tasse le abbiamo tenute a zero per circa i 2/3 della popolazione; sotto 15 mila euro, e parliamo del 60% dei marchigiani, non c’è addizionale Irpef, quindi il nostro margine di manovra riguarderebbe purtroppo soltanto la parte più esposta. D’altro canto, con riferimento all’Irap, colpire l’impresa in un momento di seria difficoltà economica potrebbe essere addirittura un’aggravante. MORETTI – Voglio analizzare ancora più dettagliatamente le cose. Voi vi date molto da fare per salvare l’occupazione: con quali mezzi? MARCOLINI – La leva principale, in considerazione del fatto che abbiamo purtroppo oltre 30 mila cassaintegrati iscritti alle liste di mobilità, sono gli ammortizzatori sociali, che gestiamo in parte con fondi statali e in parte con fondi comunitari e regionali, quelli della formazione professionale che abbiamo deciso di convertire in sostegno ai sussidi di disoccupazione oppure a sostegno della cassa integrazione guadagno e liste di mobilità. Sono cifre di alcune decine di milioni ogni anno quelle che indirizziamo alla difesa del lavoro. E sul versante del lavoro, fino ad oggi abbiamo potuto sostenere anche politiche di sviluppo che riguardano l’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica e il credito agevolato, che, in situazioni di difficoltà, è una delle leve principali a sostegno dello sviluppo. In questi mesi in cui, con il rialzo del costo della provvista finanziaria, le banche si adeguano rapidissimamente a questa situazione, c’è una doppia stretta: una stretta in assoluto, la riduzione della liquidità, e un aumento del costo della provvista. Quindi anche le imprese che potrebbero investire vengono riportate in
adesso dovrebbe andare sulla Cassa depositi e prestiti. Abbiamo pensato, facendo appunto un lavoro di ripulitura e di riorientamento della spesa, che tra l’altro ha un moltiplicatore elevato, perché quei 2 milioni e 400 mila euro attivano quasi 25 milioni di investimenti… MORETTI – (Scherzando) …lei per caso ha fatto l’esploratore? Perché devo dire che siete bravi ad esplorare per trovare sostegni, risorse. Altra buona notizia di queste ore, l’approvazione, a Bruxelles, della Macroregione adriatico-ionica, relatore del parere al Comitato delle Regioni il nostro governatore Spacca. Questo dovrebbe portare dei vantaggi... MARCOLINI – …è un parere importante rispetto al quale il presidente Spacca era appunto relatore e che riguarda la costituzione della Macroregione adriatico-ionica, una sorta di area economica che al momento attuale non ha un fondo di dotazione, ma che, sulla scorta di questi passaggi faticosi che si stanno facendo -tra l’altro prossimamente sarà ad Ancona anche il ministro degli Esteri-, va proprio nella direzione di assecondare la necessità di sostenere programmi di sviluppo. Sul piano europeo, il tema dell’integrazione è particolarmente sentito, quindi parliamo di una delle missioni esplorative volte a cercare finanziamenti aggiuntivi. MORETTI – C’è un’alternanza di notizie discrete e di notizie purtroppo pessime. Fincantieri, ad esempio, è in una situazione veramente dolorosa: i dipendenti non vogliono accettare che 170 persone vengano considerate esuberi, quindi fanno opposizione, però le notizie sono cattive anche nelle altre sedi italiane di Fincantieri: quella di Sestri Ponente ieri è stata militarmente occupata dai dipendenti. Si può fare qualche cosa? C’è qualche possibilità? MARCOLINI – Io penso che la preoccupazione dei lavoratori sia assolutamente
PIETRO MARCOLINI
“Missioni esplorative per aiutare lo sviluppo” colini, super assessore regionale perché il presidente Spacca, intelligentemente, gli ha rifilato (il tono è scherzoso) almeno dieci assessorati, tanto, ha considerato il governatore, Marcolini è bravo e li porta avanti bene. Ecco dunque le deleghe al Bilancio, alle Finanze, al Credito e, tra le tante altre, anche quella alla Cultura, essendo la cultura uno degli aspetti più importanti della nostra regione, che si deve però sempre confrontare con il problema dei mezzi finanziari. Dunque se un assessore al Bilancio ha anche la delega alla Cultura, risolve meglio queste cose. Spacca è persona intelligente, eh! MARCOLINI – Assolutamente sì. MORETTI – (Rivolto ai telespettatori) Allora, Marcolini è nato a Macerata; si è laureato in Scienze politiche con una tesi... MARCOLINI – ...sul modello marchigiano, con Massimo Paci... MORETTI – …poi ha svolto attività politica come consigliere comunale e consigliere regionale; nominato assessore nel 2005, nel 2010 è stato riconfermato. La cosa che mi ha colpito tra i suoi incarichi, che sono tanti, quello con l’Ocse, come consulente… MARCOLINI – …del Programma di sviluppo locale... MORETTI – …anche lì si sono accorti che Marcolini è bravo. Adesso, a proposito, ho paura che dobbiate metterla tutta la bravura; (spiega, rivolto ai telespettatori) il Governo italiano ha ritenuto ad un certo punto opportuno di tagliare ferocemente, perlomeno alla nostra regione, delle cifre pazzesche, continuando poi a tagliare brutalmente tutto. So che avete salvato molti ser-
riusciti a difendere e a consolidare interventi di notevole rilevanza per la regione. Con estrema franchezza devo purtroppo dire che la prospettiva non ci conforta nella possibilità di rassicurare la comunità regionale, di essere di appoggio, perché le manovre che si sono susseguite negli ultimi 12 mesi sono di una tale portata, di una tale vastità, che purtroppo non é possibile …
principale, siamo riusciti ad evitare che la spesa esplodesse e l’abbiamo fatto modernizzando una buona parte degli impianti e garantendo un miglioramento dei servizi. Il problema, come dicevo prima, è la prospettiva, perché mentre fino ad oggi la possibilità era quella di una severa sistemazione delle voci tradizionali delle entrate e della spesa, con la prospettiva noi ci troviamo
La ricetta adottata a livello nazionale rischia di aggravare le conseguenze della crisi, perché una cosa è ridurre la spesa pubblica, cercare di operare in maniera molto responsabile anche sui settori sensibili della previdenza, oppure con riferimento ad attività non strettamente necessarie; cosa ben diversa è abbandonare completamente la linea di sostegno all’economia, bloccando gli investimenti MORETTI – …(rivolto ai telespettatori) infatti uno dei titoli giornalistici che mi hanno colpito di più negli ultimi anni è proprio il titolo di un’intervista all’assessore Marcolini: “Il Governo ci ha annichilito”. Un titolo preciso, deciso, rivelatore. E a conferma di questo ricordo gli effetti dei tagli ai trasferimenti per le Marche: già nel 2011 176 milioni in meno, che salgono a 190 nel 2012 e nel 2013. MARCOLINI – Esattamente. MORETTI – Quindi ripeto la domanda: come fate a resistere? MARCOLINI – Ripeto, una parte di queste riduzioni alla spesa pubblica era pro-
di fronte a tagli che riguardano i 4/5 punti della dotazione ordinaria: siamo a tagli superiori all’80% e quando si tratta dell’80% non c’è efficientamento che tenga. Si tratta di ridefinire le stesse funzioni, le stesse mansioni delle nostre istituzioni, Comuni, Province e Regioni: se non cambia il quadro -e temo che una riflessione sul piano nazionale ed anche su quello europeo debba essere fatta-, i servizi a cui siamo stati abituati nel corso degli ultimi trent’anni di allargamento dei diritti che vengono chiamati di cittadinanza, della salute, dei servizi sociali, ma anche di accompagnamento allo sviluppo economico, quindi sostegno alla piccola
28 milioni, è stato azzerato. Il fondo per i servizi sociali come gli asili nido, le scuole materne, la non autosufficienza, è stato azzerato per una parte e fortemente ridotto per l’altra. Ecco che ad essere messa in discussione è l’idea stessa dello Stato nella società e nell’economia. Ora, se è possibile una considerazione di carattere generale, un conto è pensare che la battaglia contro gli sprechi non sia mai finita e che le ragioni della crisi non risiedano prevalentemente in campo nazionale, il che, con grande onestà, va riconosciuto. Il problema è che la ricetta adottata sul piano nazionale rischia di aggravare le conseguenze della crisi, perché una cosa è ridurre la spesa pubblica, cercare di operare in maniera molto responsabile anche sui settori sensibili della previdenza, oppure dell’impiego pubblico, oppure del sostegno ad attività non strettamente necessarie; cosa ben diversa è abbandonare completamente la linea di sostegno all’economia, bloccando gli investimenti. MORETTI – Voglio parlare di una cosa che mi suona strana: mentre le Marche e altre Regioni hanno dovuto contenere ferocemente le spese, lo Stato ha aumentato del 3% la spesa pubblica; perché? MARCOLINI – Purtroppo è una delle dimostrazioni che il senso di solidarietà nazionale è venuto meno; il caso più clamoroso riguarda l’alluvione (il riferimento, ovviamente, non è agli ultimi drammatici avvenimenti che hanno riguardato la Liguria e la Toscana, ndr.): da una parte si interviene a favore degli amici e della propria capacità di spesa in una maniera, come dire, molto larga, quando… MORETTI – … (rivolto
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1 DICEMBRE 2011 legittima e che difendere fino all’ultimo posto di lavoro sia un’esigenza insopprimibile. Detto questo, bisogna anche, come dire, avere coscienza del percorso che si è riusciti a fare dall’inizio della vertenza: da un azzeramento delle prospettive occupazionali di lavoro ad una prospettiva di lavoro, almeno per due anni e per un certo numero di lavoratori. E’ una base ovviamente non sufficiente, ma bisogna valorizzare anche questo risultato, perché la cantieristica e la navalmeccanica sono settori
tente nell’accompagnamento, nel dialogo, nell’accesso al credito. MORETTI – Sono più vicine alle situazioni e sentono… MARCOLINI – …sì, conoscono e riescono ad apprezzare anche il curriculum dell’impresa e dell’imprenditore: il merito di credito non è soltanto quello fissato da Basilea, ma c’è anche un qualcosa di più che viene apprezzato. Certo è che quando si passa in pochissimo tempo ad un differenziale nei rendimenti di titoli di Stato di
Vorrei ricordare in proposito il Patto sulla salute che è stato firmato dal presidente del Consiglio, dai presidenti di tutte le Regioni, e che prevedeva per il 2013 e per il 2014 un aumento delle risorse rispettivamente del 4% e del 3,6%. Ebbene, questo accordo è stato stracciato con un tratto di penna, trasformando gli aumenti, rispettivamente, nello 0,5 e nell’1,4%: si tratta di 8 miliardi in meno in due anni, il che per le Marche significherà circa 200 milioni in meno. Ecco allora che anche il lavo-
Ricerca di finanziamenti aggiuntivi. Di fronte a decurtazioni che riguardano i quattro quinti della dotazione ordinaria, d’obbligo utilizzare al meglio gli strumenti che possano fornire una chiave per uscire dall’impasse della situazione attuale. “Siamo a tagli superiori all’80%, e quando si tratta dell’80%, non c’è efficientamento che tenga”. In gioco è l’erogazione di ciò che è essenziale ai cittadini, soprattutto alle fasce più deboli, sottolinea l’assessore al Bilancio Pietro Marcolini agli “Incontri” di Alceo Moretti. Forte richiamo all’esigenza di ridisegnare una prospettiva fatta di priorità e di possibilità. Attenzione alle opportunità che vengono dall’Europa con il via libera alla Macroregione adriatico-ionica dichiarati sensibili sul piano europeo, a rischio da oltre vent’anni, e inoltre, come ricordava lei prima, ci sono altre sedi della cantieristica in Italia e bisogna evitare che l’attenzione possa essere dirottata altrove, se altrove hanno magari un potere politico contrattuale maggiore del nostro, visto che noi siamo una piccola regione e sul piano governativo neanche tanto, come dire, riguardata. Quindi c’è il rischio di una guerra fra poveri; il risultato che nella vertenza è stato conseguito dai lavoratori con la mobilitazione, con il coinvolgimento delle istituzioni, non è sufficiente, ma va giudicato positivamente alla luce di quanto detto. MORETTI – A Fabriano, nello specifico all’Antonio Merloni, sembra invece che le cose, almeno in parte, possano essere sistemate, no? MARCOLINI – Sì, sapendo che purtroppo a Fabriano c’è una tensione altissima e che i sacrifici occupazionali sono stati veramente pesanti. La soluzione di cui si sta discutendo in queste settimane va nella direzione positiva per una quota interessante di lavoratori, ma, ripeto, la situazione fabrianese è una delle più acute su base regionale. MORETTI – Lei è anche assessore alle Finanze -come farà a seguire tutte queste deleghe, poi me lo spiegherà-; com’è il rapporto con le banche? Sono vicine a voi? MARCOLINI – Le banche sono molto sensibili a quello che sta accadendo sul piano generale e io devo dire che notiamo una differenza tra le banche che hanno mantenuto radici locali e quelle che invece sono magari soltanto una filiale di conglomerazioni internazionali. Questa è una prima differenza che notiamo: le banche con radicamento locale sono più at-
meno di un punto, i primi di luglio, agli oltre 3 punti e mezzo attuali, il costo della provvista sale alle stelle e le stesse banche che devono fare provvista finanziaria stringono i rubinetti. Purtroppo le nostre imprese ne pagano le conseguenze. MORETTI – Senta, una delle voci più importanti, forse la più importante, del bilancio regionale è la sanità: in proposito come stiamo? MARCOLINI – La sanità rappresenta al momento attuale oltre il 65% del bilancio complessivo: siamo intorno a 2 miliardi e 700 milioni su poco più di 4 miliardi … MORETTI – …bilancio molto attivo dal punto di vista qualitativo, perchè abbiamo una buona sanità nelle Marche… MARCOLINI – …ovviamente, come si dice, dentro casa ognuno vede i propri limiti, quindi che ci siano delle differenze nella fornitura dei servizi, che ci siano problemi di aggiornamento in alcune aree, questo è indubbio, però considererei la situazione in termini assoluti e relativi. In termini relativi, siamo tra le 45 regioni che hanno i bilanci in regola e una buona qualità (spesa sanitaria inferiore alla media nazionale e qualità dei servizi alla popolazione tra le migliori in Italia: è la performance per le Marche di recente emersa dal Rapporto pubblicato su Panorama-Sanità, ndr.)... MORETTI – …il che è molto importante… MARCOLINI – …abbiamo delle eccellenze che migliorano i propri comportamenti e che addirittura attraggono … MORETTI – …lo si nota dalla forte presenza di persone con provenienza extraregionale... MARCOLINI – …esatto; e poi non c’è soltanto il presente, c’é la prospettiva.
ro di razionalizzazione, di conversione degli ospedali dall’acuzie alla lungodegenza che abbiamo preparato in un quadro di sostenibilità, viene fortemente scosso da questa prospettiva, perché se viene a mancare un finanziamento così rilevante e se nel frattempo, da qui al 2013, non cambiano le regole generali, siamo di fronte alla prospettiva di un impatto violento. MORETTI – Senta Marcolini, che ne pensa della green economy? MARCOLINI – La green economy non è soltanto un vincolo: dico questo perché molto spesso l’economia verde, la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico vengono intesi come un limite allo sviluppo. Invece proprio gli economisti più tradizionali -penso a studiosi come Spaventa- e i grandi centri di ricerca hanno certificato che le imprese e i sistemi d’impresa che si sono messi nell’ottica di dover rispettare il tema della sostenibilità ambientale hanno introdotto sistemi di innovazione tecnologica e di ricerca scientifica che hanno aumentato la competitività delle imprese stesse, quindi quello che era un vincolo è diventato un grado comparato di competizione. In più, l’economia verde è un settore in piena espansione di investimento... MORETTI – …è un bell’aiuto per la nostra economia... MARCOLINI – … il fotovoltaico, l’economia basata sull’energia più pulita costituiscono risparmi per i consumatori e per i produttori ed anche un nuovo settore di intervento. Sull’economia verde, che è una delle quattro priorità su cui è incentrato il programma di governo
del presidente Spacca, abbiamo indirizzato risorse comunitarie e regionali ad altissimo rendimento: è quindi uno dei settori che non in nome di un ambientalismo di facciata, ma in nome della necessità di inseguire traiettorie di sviluppo e di crescita rimarrà al centro dell’attenzione. MORETTI – C’è molto interesse da parte della Cina, di organizzazioni industriali, finanziarie cinesi nei confronti della nostra regione; come vede lei questa cosa? MARCOLINI – In parte sono preoccupato, in parte invece interessato. Preoccupato perché abbiamo saputo proprio in questi giorni che in alcuni fogli che si leggono ad Hong Kong ci sono dei veri e proprio annunci in cui si dice che l’Italia si può comprare a poco prezzo: non soltanto le azioni, ma anche
PAGINA MORETTI – …lei mi parla di musica, è assessore alla Cultura: siamo molto attivi nella nostra regione riguardo alla cultura: Rof, Sferisterio e quant’altro; lei è soddisfatto? MARCOLINI – Fino ad oggi noi siamo riusciti a sostenere, addirittura ad ampliare gli stanziamenti per la cultura, in controtendenza nazionale. MORETTI – Come avete fatto? Dove li trovate i mezzi? MARCOLINI – Fino adesso siamo riusciti a farlo qualificando la cultura come un settore prioritario. La cultura è in buona parte cinema, musica, danza, teatro, percorso lirico sinfonico e sono molte le istituzioni di prestigio nelle Marche; c’è però un settore, che è quello su cui abbiamo concentrato il differenziale di risorse, che a mio avviso va altrettanto
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andare al cinema o di sentire buona musica. Ecco che tutto questo, insieme al sistema dell’istruzione, innalza il pavimento che invece favorisce la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. MORETTI – Lei insegna all’Università di Urbino; che cosa insegna? MARCOLINI – Economia politica e economia sanitaria; a dire il vero, ho ridotto molto la mia attività proprio per il mio compito amministrativo... MORETTI – ...come giudica i giovani di oggi? MARCOLINI – Io penso che in questo ultimo periodo ci sia una grande ripresa di attenzione, soprattutto ad imboccare profili di studio professionalizzanti, perché c’è stato un momento in cui l’università è sembrata, come dire, la ricerca di un passaggio piacevole, transitorio, ma non legato alle prospettive di lavoro. Certamente studiare è importante di per sé, al(Foto Rillo) trimenti non ci sarebbero gli studi gli immobili, i terreni; nella sottolineato, perché è quello filosofici, gli studi umanistisottovalutazione generale, in che può giustificare anche ci in generale. Resta il fatto questi fogli di quella che era un intervento strategico di che gli studi devono essere la colonia inglese e che è uno lungo periodo e che riguaranche più strettamente coldei punti più avanzati del cada la cultura come sostegno legati alle prospettive di lapitalismo di stato cinese, c’è all’innovazione. Penso alla voro: in tal senso il presil’invito a venire in Italia a mostra “La bellezza delle dente e il collega Luchetti comprare. Ciò in parte, ovcose”: lì art, design, disegno stanno organizzando una viamente, ci preoccupa, ma industriale, informatica… conferenza regionale sulle può trattarsi di un’opportuMORETTI – …è propenuniversità, anche per organizzare e sintetizzare l’offerta formativa universitaria e Per la piccola e media post-universitaria evitando doppioni, integrando, speimpresa abbiamo avuto cifre cializzando e qualificando la tra i 25 e i 30 milioni negli stessa. Io ho partecipato ad una selezione delle presenultimi anni; ebbene, questo fondo è tazioni dell’offerta formativa stato portato a 0. Azzerato anche il a Macerata e ad Urbino, e devo dire che la risposta fondo che riguarda la manutenzione degli studenti è notevole, così come anche da parte stradale; quello per servizi come gli delle imprese. Quando queasili nido, le scuole materne, la non sto avvicinamento, non del tutto strumentale, viene preautosufficienza, è stato azzerato per sentato bene, c’è una rispouna parte e fortemente ridotto per sta da parte dei ragazzi e delle famiglie e c’è anche l’altra. Ecco che ad essere messa in l’eliminazione di qualche spreco che nell’università, discussione è l’idea stessa nel passato, c’è stato. dello Stato nella società MORETTI – Fortunatamente abbiamo delle università d’alto livello nelle Marnità se questo non significa sione verso il futuro… che. Assessore io la ringrasoltanto svendita, per intenMARCOLINI – …come zio, grazie soprattutto per derci, ma significa invece insi difende un grande corpo quello che fate, e so bene tegrazione di mercato, intemanifatturiero superiore alla con quali sforzi lo facciate. grazione di produzione, punmedia nazionale e superiore Spacca a Bruxelles è chiati di appoggio per la distriancora molto di più alla memato il “rabdomante dei fibuzione dei nostri prodotti dia europea? Introducendo nanziamenti”; so che lei fa più importanti... innovazione, istruzione, quaparte, con il governatore, di MORETTI – …quando lificazione nelle produzioni e questa coppia sempre alla risignifica rapporto con le innell’arte; da questo punto di cerca di risorse. E devo dire dustrie nostre è un vantagvista, in senso lato, parliamo che mi meraviglio sempre; gio... di un elemento competitivo, ogni volta che realizzate MARCOLINI – …e i nouna sorta di infrastruttura qualcosa, mi chiedo: “Ma stri imprenditori anche di recivile, perché cultura non è come avranno fatto a trovare cente lo hanno sperimentasoltanto un popolare o un i mezzi?”. Grazie, grazie ai to; in questi giorni si svolge più o meno snobistico bisotelespettatori e arrivederci un’esposizione sulla musica gno di andare a teatro, di alla prossima settimana. e da questo punto di vista abbiamo dei riscontri: quindi non soltanto sul calzaturieTrasmissione del 13 ottobre 2011 ro, sulla meccanica, ma anwww.youtube.com/GruppoAlceoMoretti che sulla musica…
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MARCHEdomani mente è assessore: (in tono scherzoso) il suo compagno di studi Gian Mario Spacca, non so se per cattiveria o per amicizia o per stima, gli ha ‘rifilato’ una quindicina di deleghe, tutti settori che Viventi deve sovrintendere, vigilare, promuovere, eccetera. Come fai? VIVENTI – Diciamo che sono riassumibili sostanzialmente in 4-5 grandi settori… MORETTI – …c’è chi si
MORETTI – Buonasera cari amici; continuando nel mio intento di far conoscere ai telespettatori quello che viene fatto negli uffici degli assessorati regionali, ho invitato in questa trasmissione Luigi Viventi, di cui non sto ad elencare le deleghe -perché se ne andrebbe così tutto il tempo, tante sono e trasversali a diversi settori-, ma a cui chiederò quali sono i fronti di lavoro più impegnativi per lui in questo momento, le preoccupazioni maggiori che ha. Dunque, Luigi Viventi è nato a Fabriano dove vive con la famiglia: consorte e figlia. E’ stato direttore del personale di una grande industria marchigiana; ti sei laureato all’Università di Roma in che materia? VIVENTI – Scienze politiche, con indirizzo economico giuridico. MORETTI – Hai avuto un grande maestro che si chiama Aldo Moro; ha inciso nella tua vita? VIVENTI – Sicuramente sì; con il senno del poi, credo di non essere stato capace all’epoca, essendo molto giovane, di apprezzarne appieno le qualità umane, però indubbiamente un fascino straordinario su di me l’ha esercitato, influendo anche nelle mie scelte: probabilmente non avrei mai fatto politica se non avessi conosciuto Aldo Moro. MORETTI – Com’era? Severo? Dedicava attenzione agli allievi? VIVENTI – Il primo insegnamento era questo: lui era a capo del Governo eppure veniva all’Università di Roma regolarmente, settimanalmente, a fare lezione. MORETTI – Quando era a capo del Governo? VIVENTI – Sì, e arrivava magari anche cinque minuti prima di noi, per cui questo è stato il primo grande insegnamento. E poi una capacità… MORETTI – …tu avevi come compagno di studi il governatore Spacca? Anche lui mi ha parlato di Moro. VIVENTI – Gian Mario
de lavoro che per noi è fondamentale, perché il collegamento con Roma –dunque Ancona - Roma, Ancona – Perugia – Roma- è uno degli investimenti clou per rafforzare e qualificare le infrastrutture delle Marche. MORETTI – Questa società che è subentrata è importante? VIVENTI – Ovviamente non abbiamo scelto noi, perché è la Quadrilatero che trat-
ni ci auguriamo che si risolvano anche tutti i problemi degli arretrati con le varie società subappaltatrici. MORETTI – C’è la possibilità di recuperare il tempo che si era perso? VIVENTI – Di tempo ne è stato perso molto -credo che su questo lotto ci sia un ritardo stimabile in un anno, un anno e mezzo-: non so se riuscirà a recuperarlo interamente, però il nostro obiettivo è
LUIGI VIVENTI
“Scatto di reni quando la crisi morde” esaurisce perché ne ha uno... VIVENTI – …sono questi momenti particolari in cui l’impegno che si richiede è ancora maggiore rispetto al passato, perché non c’è argomento che si affronti che sia argomento semplice: tutto è diventato terribilmente diffi-
La Macroregione adriaticoionica è un progetto di grande respiro, suscettibile di ricadute positive sul territorio. Bene ha fatto il presidente Spacca a spingere in questa direzione: una visione strategica, perché, per come stanno andando le cose in Italia, i prossimi finanziamenti per le grandi infrastrutture potranno venire solo da Bruxelles era un anno avanti a me negli studi; è stato lui a parlarmi per la prima volta del professor Moro e a consigliarmi di seguirne le lezioni perché queste avrebbero rappresentato un insegnamento anche di vita. MORETTI – (Rivolto ai telespettatori) Viventi è stato un dirigente della Democrazia cristiana, vicesindaco di Fabriano, poi è entrato nell’Udc… VIVENTI – …sì, successivamente… MORETTI – … e attual-
do ad ottenere dei riscontri. Continua con questa maniera? VIVENTI – Proprio recentemente, come governo della regione abbiamo dovuto affrontare grossi problemi in merito ai lavori del maxi lotto n. 2 –quello, per intenderci, del raddoppio della SS 76 dell’Ancona – Perugia-, dovendo far fronte alla richiesta di concordato di preventivo da parte della ditta che stava
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cile, per cui, ripeto, l’impegno è ancora maggiore. D’altra parte, quando si assumono responsabilità, bisogna agire con serietà, con professionalità. MORETTI – (Rivolto ai telespettatori) Una delle prime cose che mi colpì della figura, della preparazione, del piglio di Luigi Viventi, fu quando lui, al cospetto dei grossi problemi del Quadrilatero, prese l’automobile e andò a Roma, dove si mise a picchiare i pugni sui tavoli di quegli uffici e così riuscen-
gestendo i lavori, cioè la BTP. Nostra idea quella di chiedere che ci fosse uno scorporo, una cessione del ramo d’azienda relativo ai lavori pubblici per evitare di doverci trovare nel bel mezzo di un enorme, possibile fallimento di una ditta sul cantiere…
ta direttamente; noi come Regione Marche siamo soci di minoranza -così come la Regione Umbria- di questa società. Certo ci auguriamo che abbia le capacità, la struttura, la solidità necessarie per portare a termine un lavoro così impegnativo.
quello di poter gestire nel miglior modo possibile questo lavoro, dal momento che ci troviamo in una condizione economico finanziaria così complicata che ci sono dei problemi anche per quanto riguarda il completamento del finanziamento dell’intera ar-
MORETTI – So che ha già portato benefici: ha pagato tutti i dipendenti... VIVENTI – …intanto siamo riusciti a risolvere il problema dei pagamenti arretrati ai dipendenti e in questi gior-
teria. MORETTI – La situazione è molto diversa riguardo alla Foligno – Muccia, mi sembra. VIVENTI – Sulla SS 77 le cose sono andate e stanno
Foto Rillo
MORETTI – …adesso c’è una grossa novità, no? VIVENTI – Sì, una novità che è di pochi giorni fa: la società Impresa di Roma è subentrata alla BTP proprio nella gestione di questo gran-
procedendo in maniera migliore, in maniera regolare: si sta rispettando completamente il cronoprogramma dei lavori. MORETTI – So che vi siete dati molto da fare per la terza corsia della A14... VIVENTI – …i lavori che riguardano la terza corsia dell’autostrada rappresentano dal lato della costa l’investimento più grande e, se vogliamo, anche necessario per la nostra regione. La situazione del traffico chiedeva già da anni una terza corsia; il nostro rammarico è che ci fermiamo, di fatto, a Porto Sant’Elpidio e non possiamo completare il tutto, perchè all’epoca due Comuni, Fermo e Porto San Giorgio, non condivisero, non compresero appieno la validità di questa scelta della terza corsia. Comunque i lavori stanno andando bene, in alcuni casi siamo addirittura in anticipo sui tempi. MORETTI – Addirittura! Ho visto che tra l’altro avete aperto la terza corsia tra Senigallia e Fano… VIVENTI – …in direzione nord Senigallia – Fano; adesso si sta lavorando… MORETTI – …quindi siamo una delle poche regioni dove i lavori proseguono… VIVENTI – …proseguono e direi che sulla terza corsia dobbiamo essere veramente soddisfatti perché abbiamo … MORETTI – …in tutte le regioni ci sono lamentele perché i lavori non vanno, perché i lavori sono fermi, invece vedo che da noi, forse perché ogni tanto arrivi tu che dai... VIVENTI – …no, no, assolutamente: questo è frutto di un lavoro, di una programmazione fatta anche precedentemente e che adesso noi dobbiamo gestire con efficienza. MORETTI – Dalla documentazione ho visto che riguardo alla Fano – Grosseto c’è una novità importante con riferimento ad un raggruppamento di imprese. VIVENTI – Diciamo che sulla Fano – Grosseto le novità sono due. La prima vera grande novità è che stiamo passando da un’enunciazione generica di una volontà di fare ad una situazione in cui si parla di un progetto effettivo: è stato istituito un tavolo tecnico presso il Ministero delle Infrastrutture a Roma, un tavolo al quale partecipano sia la Regione Marche che la Regione Umbria che le Province interessate, e le riunioni di questo tavolo tecnico stanno producendo delle proposte, oltre la definitiva realizzazione del progetto stesso dal punto di vista tecnico. Senza entrare in particolari forse troppo complicati, troppo tecnici, possiamo dire che si stanno studiando delle soluzioni di partenariato pubblico-privato, soluzioni che cercano di intercettare i finanziamenti europei, e in merito c’è stato ultimamente un interessamento da parte di un raggruppamento di imprese importanti, la Astaldi, la CMC, la Strabag che sta gestendo tra l’altro i lavori sulla SS 77: si tratta di imprese che hanno una grande solidità e una grande capacità progettuale, per cui se ci chiedono, così come in effetti è accaduto, di poter presentare una proposta, un progetto, evidentemente la Fano – Grosseto si sta indirizzando nella direzione giusta. MORETTI – Molto importante è la piattaforma logistica delle Marche: questo tema richiede molta attenzione? VIVENTI – Diciamo che è un tema delicato: se ne parla da qualche anno, adesso noi stiamo cercando di dare una
MARCHEdomani
1 DICEMBRE 2011 concretizzazione a questa idea e a questi progetti. Piattaforma logistica significa che noi nel raggio di 15, massimo 20 chilometri, abbiamo tre grandi strutture: il porto, l’aeroporto con a fianco l’autostrada e l’interporto di Jesi. Quest’ultimo deve essere l’elemento catalizzatore, attraverso cui si cerca di utilizzare al meglio le possibilità di movimento delle merci con un trasferimento anche da gomma su rotaia, quindi su ferro, di una certa mobilità. Sono stati fatti dei lavori importanti, sia all’interno del porto di Ancona, sia, con l’utilizzo di fondi Fas, all’interno dell’aeroporto ed anche nell’interporto di Jesi: il collegamento con la superstrada, una stazione ferroviaria interna. Poi, per poter dare effettiva possibilità di funzionamento a questa struttura, noi abbiamo seguito alcuni progetti che sono indispensabili per dare un futuro alla stessa ed anche al porto, alla città capoluogo di regione: mi riferisco al collegamento con l’autostrada del porto di Ancona, collegamento senza il quale difficilmente potremmo pensare ad uno sviluppo del porto. Per quanto riguarda la cosiddetta Uscita Ovest, abbiamo fatto dei piccoli, ma significativi passi in avanti: finalmente il Cipe ha approvato anche lo schema di convenzione; noi abbiamo scritto una lettera, come assessorato, anche due, tre giorni fa, per sollecitare i Ministeri, perché quello che accade in Italia a volte è inspiegabile: dall’approvazione del 5 maggio, da parte del Cipe, dello schema di convenzione, ad oggi noi non siamo ancora riusciti ad avere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, tant’è che a me è venuto da pensare che forse… MORETTI – …roba da trogloditi… VIVENTI – …stranissimo, insomma. Questi sono i ritardi veri della politica italiana, questi sono i costi occulti: non ce lo possiamo permettere; anche in settimana saremo a Roma per verificare queste situazioni. MORETTI – (Scherzando) Ci vai armato o… VIVENTI – …armato di buone intenzioni, sempre. MORETTI – Ho letto che tra l’altro è necessario il completamento delle opere portuali, cosa c’è da fare al porto? VIVENTI – Al porto ci sarebbe da fare molto… MORETTI – …le cose più importanti. VIVENTI – …anche in questo caso sono avvenuti due fatti importanti. Il primo: l’appalto dei lavori per la costruzione del molo sopraflutto, una struttura indispensabile per assicurare gli ormeggi, l’ingresso delle navi nel porto, insomma per dare sicurezza. L’altro fatto riguarda la cosiddetta banchina lineare: siamo in procinto di appaltare la realizzazione di altri 300 metri di banchina. Quindi, pur tra tante difficoltà finanziarie, stiamo cercando di portare avanti, anche grazie ad un buon rapporto con l’Autorità portuale, questi investimenti. MORETTI – Parliamo adesso della galleria di Cattolica; so che è importante… VIVENTI – …direi che riguardo alla galleria di Cattolica ormai il lavoro è praticamente eseguito ed è un fatto importante perché l’ampliamento di questa galleria consente ad ogni tipo di merce, e quindi di vagone, di poter arrivare direttamente a Falconara e da lì andare per l’interporto di Jesi, proprio per quell’interscambio di cui dicevamo prima. La realizzazione della galleria di Cattolica, in-
sieme all’Uscita ovest, insieme ai lavori che stiamo facendo all’interno dell’interporto e del porto, potrà consentirci un inserimento, nel futuro, per quanto riguarda lo sfruttamento di finanziamenti a livello europeo per la realizzazione di collegamenti ferroviari, stradali, eccetera. MORETTI – Questo riguarda il famoso network delle reti europee… VIVENTI – …io non vo-
cerne il movimento merci, quindi direi che possiamo parlare di una crescita di circa il 20 per cento di movimento. MORETTI – Ho visto che perfino ai finanzieri argentini interessa l’aeroporto di Ancona... VIVENTI – ...sì, c’è un interessamento in corso che stiamo valutando. Non siamo più con l’acqua alla gola per ciò che concerne Aerdorica, per cui valuteremo bene: se
VIVENTI – Noi abbiamo avuto, come del resto tutte le Regioni italiane, dei pesanti tagli che saranno ancora più difficili da gestire il prossimo anno, perché non bisogna dimenticare che le manovre finanziarie ultime sono aggiuntive rispetto a quelle precedenti, non sono sostitutive, per cui credo che il 2012 e 2013 saranno due anni difficilissimi. Noi nel frattempo abbiamo cercato di fare di ne-
“Sono questi momenti particolari in cui l’impegno che si richiede è ancora maggiore rispetto al passato. Non c’è argomento che si affronti che sia argomento semplice: tutto è diventato terribilmente complicato”. L’effetto dei pesanti tagli inferti e la prospettiva di tempi ancor più duri: “Non bisogna dimenticare che le manovre ultime sono aggiuntive, non sostitutive, rispetto a quelle precedenti”. Il 2012 e il 2013 anni straordinariamente complessi, dice l’assessore alla Viabilità e Trasporti Luigi Viventi agli “Incontri” di Alceo Moretti. L’inciso: “Noi nel frattempo abbiamo cercato di fare di necessità virtù, e, soprattutto, abbiamo cercato di razionalizzare al massimo la spesa, di controllarla, senza far mancare le risorse ai settori strategici” levo utilizzare questo termine perché poi chi ascolta magari non capisce di che cosa si parla; come dicevo prima, si
questi signori che vogliono interessarsi del nostro aeroporto garantiscono un valore aggiunto dal punto di vista
cessità virtù, ma, soprattutto, abbiamo cercato di razionalizzare al massimo la spesa, di controllarla, ridurla ove ov-
tratta della possibilità di agganciare finanziamenti europei per investimenti da realizzare sulle nostre arterie. E’ chiaro che senza le infrastrut-
commerciale, dal punto di vista della movimentazione, possono essere ben accetti. Se si trattasse di un’acquisizione sic et simpliciter per sosti-
viamente possibile, però non abbiamo fatto venir meno, almeno fino ad oggi ci siamo riusciti, le risorse ai settori strategici.
vogliamo avere un co-finanziamento statale. Altrimenti, non c’è un euro per le Marche: questa è, se vogliamo, anche una specie di ricatto, una pressione pesante, però dobbiamo subirla per evitare che i nostri territori -in particolare il Fermano, che è la provincia più colpita, o il Maceratese- possano rimanere indietro nei lavori sulle infrastrutture viarie in particolare, ma anche sugli edifici, eccetera, ciò che domani pregiudicherebbe anche una decente vita per gli abitanti. Quindi dobbiamo intervenire con un principio, che è quello della solidarietà, per cui all’interno del territorio marchigiano tutti sono chiamati a contribuire anche se non tutti hanno subito danni particolari dall’alluvione… MORETTI – …ho sentito che hai fatto qualche cosa di importante nel campo dell’edilizia; che cosa hai fatto? VIVENTI – Due cose abbiamo fatto come Giunta in questo anno di attività. La prima, quando abbiamo rimesso in moto il Piano casa, e ne parlammo anche in un’altra occasione: abbiamo approvato una buona legge per il Piano casa. Ultimamente, abbiamo proposto una legge che ora è all’esame della commissione competente e che già nel mese di novembre dovrebbe essere in aula per l’approvazione definitiva, legge che riguarda il recupero delle aree degradate dei centri urbani. Abbiamo pensato di poter mettere mano a questa materia, inserendo nella proposta alcuni principi ispiratori della nuova legge urbanistica, perché è ormai ora che le Marche si dotino di una nuova legge urbanistica. Questa consentirà di avere degli strumenti molto snelli riguardo all’approvazione, molto agili, in pratica come se fossero dei piccoli piani particolareggiati che possono essere attivati sia dai Comuni che dai privati per costruire, questo è lo slogan, sul costruito: non occupare nuovo suolo pubblico, ma ristrutturare, riqualificare delle zone che sono a volte anche abbandonate, in degrado. MORETTI – Una cosa che mi ha un po’ lasciato perplesso: perché hai fatto la proposta sulla linea ferroviaria Fano – Urbino?
sembrato giusto accogliere la richiesta della Provincia di Pesaro-Urbino di potersi interessare a questo problema e poter realizzare degli importanti investimenti sulla stessa ex linea, chiamiamola così, ferroviaria dal punto di vista turistico. MORETTI – Quindi una proposta che veniva dal basso, diciamo… VIVENTI – …sì, una richiesta che viene dalla Provincia stessa; loro pensano anche di poter realizzare una bella pista ciclabile. MORETTI – A Bruxelles Spacca ha ottenuto l’approvazione della Macroregione adriatico-ionica; porterà dei vantaggi al nostro territorio VIVENTI – Sicuramente sì; certo immediatamente non è che possiamo aspettarci grandi cose, però questo è un progetto di grande respiro e bene ha fatto il presidente Spacca a spingere in questa direzione, anche perché, onestamente, con l’aria che tira in Italia, i prossimi finanziamenti per le grandi infrastrutture potranno venire solo da Bruxelles. Quindi è stata una visione strategica… MORETTI – …direi che tutta l’équipe di Spacca è molta brava ad andare a cercare finanziamenti in Europa. VIVENTI – Direi di sì, nel senso che bisogna essere in questo senso ‘imprenditori’. MORETTI – Un amico che è nel governo a Bruxelles mi ha chiesto, durante una recente telefonata che gli ho fatto, come stesse il ‘rabdomante dei finanziamenti’. Io, lì per lì, non sapevo a chi si riferisse: “Ma chi è?”, gli ho chiesto. E lui: “Come chi è? Il tuo presidente, Spacca: a Bruxelles lo chiamano il rabdomante dei finanziamen-
Piattaforma logistica delle Marche: nel raggio di pochi chilometri, tre grandi realtà come il porto, l’aeroporto e l’interporto. Quest’ultimo l’elemento catalizzatore, attraverso cui utilizzare al meglio le possibilità di trasferimento delle merci. Alcune condizioni sono però indispensabili per l’effettivo funzionamento di questa struttura: mi riferisco in particolare al collegamento con l’autostrada dello scalo dorico. Per quanto riguarda l’Uscita Ovest, piccoli ma significativi passi in avanti ture viarie l’interporto non poteva avere un futuro; noi, come Regione, possiamo impegnarci per fornire l’interporto di tutte le infrastrutture necessarie, ma va anche aggiunto che poi è il mercato -cioè gli operatori, gli industrialiche deve capire l’importanza di questa struttura. MORETTI – Anche l’aeroporto entra nelle materie di tua competenza, no? VIVENTI – Sì. MORETTI – Ho visto che l’aeroporto va bene, quest’anno... VIVENTI – ...per quanto attiene al bilancio, direi che c’è una gestione soddisfacente; c’è stato un incremento per quanto riguarda il numero dei passeggeri, per ciò che con-
tuire una maggioranza del socio pubblico a privato non sarebbe granché interessante, anche perché una regione come la nostra, che già ha grandi difficoltà di collegamento con il resto del Paese e dell’Europa per quanto riguarda strade e ferrovie -un gap che noi stiamo cercando di recuperare-, non può fare a meno di avere un bell’aeroporto funzionale. MORETTI – Purtroppo ho visto che il Governo centrale ha ritenuto opportuno scomparire e prima di scomparire ha fatto dei disastri: vi ha tolto l’81% dei finanziamenti. Come fate a continuare tutte le attività, con questi enormi tagli dal centro?
MORETTI – Parlavo con amici di grandi giornali italiani che conoscono bene le varie situazioni e sono sbalorditi nel vedere come le Marche riescono a camminare bene; uno ricordava la disparità di trattamento con riferimento all’alluvione in Veneto: a quella regione 360 milioni di euro, a noi l’invito a mettere le tasse. Questo è indicativo. VIVENTI – Purtroppo ci sono stati trattamenti così diversi che non depongono a favore del Governo nazionale. Proprio in questi giorni noi abbiamo dovuto decidere l’aumento dell’accise sulla benzina, perché questo ci impone di fare il decreto Milleproroghe del Governo se
L’Aeroporto delle Marche VIVENTI – Più che una proposta, noi praticamente abbiamo preso atto che dal 1987 la ferrovia che collegava Fano ad Urbino era dismessa. Abbiamo provato in diverse occasioni -hanno provato prima di me, l’ultimo sono stato io- a parlare con le Ferrovie dello Stato per vedere se era possibile un ripristino serio della linea, una funzionalità da questo punto di vista, ma avendo accertato l’impossibilità in merito, ci è
ti”. Bene, il tempo è volato. Io ti ringrazio, Luigi, per l’intensa, intelligente attività che dedichi alla nostra regione: in genere non è facile trovare delle persone che si interessano di cose non proprie, invece tu lo fai con entusiasmo, con passione e con competenza. VIVENTI – Grazie. MORETTI – Grazie ai telespettatori e arrivederci alla prossima settimana.
Trasmissione del 27 ottobre 2011 www.youtube.com/GruppoAlceoMoretti
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MARCHEdomani
1 DICEMBRE 2011
Festeggiati i dieci anni di vita di Prometeo. Il presidente Giacomo Roscioni ospite della trasmissione “Incontri” condotta da Alceo Moretti. “Siamo una bella realtà con degli utili record”
“La nostra Società? Una famiglia” “Oltre al gas metano stiamo puntando sull’energia elettrica” ROBERTO I. ROSSI
I
dieci anni di vita della Società Prometeo di Ancona sono stati ‘festeggiati’, televisivamente, dall’intervista al presidente Giacomo Roscioni da parte di Alceo Moretti nel corso della trasmissione degli “Incontri”, andata in onda, di recente, sulle frequenze di Tv Centro Marche. Prometeo -la principale Società di vendita di prodotti energetici delle Marche: gas metano ed energia elettrica- nasce nel 2001, grazie alla sinergia tra alcune delle più importanti aziende multiutilities della regione e un partner industriale di livello internazionale. “Noi –afferma Roscioni- stiamo festeggiando la riuscita di un progetto che nasce da una intuizione di alcune persone le quali capiscono che il gas entrando nel mercato libero andava gestito in modo diverso”. Amante della vela –ha partecipato a tre campionati del mondo, in Scozia, in Svezia e in Norvegia- ed anche delle mostre dei quadri, del teatro, della prosa e della lirica. “Autentiche passioni – sottolinea Roscioni- che mi sono state tramandate dai miei
Un momento degli “Incontri”, con Alceo Moretti e il presidente di Prometeo, Giacomo Roscioni genitori. Nello specifico, da siamo fare un ottimo lavoro clienti, servendo 135 mila fagiovane ho imparato che priavendo davanti una potenziamiglie, 15 mila piccole e mema di andare a vedere un’opelità enorme. L’avvio sul camdie imprese oltre a 75 imporra lirica si doveva leggere un tanti clienti industriali, distripo dell’elettricità sta portando libretto su tale opera e poi alla nostra società una forza buendo 280 milioni di metri andarla a vedere, il modo mieconomica di un certo spessocubi di gas all’anno, con un gliore per godersi l’opera”. re. Per noi questo nuovo lavofatturato intorno ai 140 milioRoscioni, in qualità di ingero rappresenta una sfida, essenni di euro all’anno. “ed ora – gnere, è anche costruttore e nel aggiunge Roscioni- stiamo do il mercato dell’energia eletcorso della sua carriera ha fatto trica non facile come lo è quelcercando di incrementare tale parte del Consiglio direttivo lo del gas”. “Prometeo –eviquota attraverso il lancio sul del Collegio dei Costruttori ed denzia Roscioni- nelle Marbusiness dell’energia elettrica, è stato anche membro della che è riconosciuta come un settore, quest’ultimo, che Giunta degli Industriali. Proper noi rappresenta un forte un’azienda di casa, seria, del meteo, dopo il primo decennio territorio. Noi siamo una sociemotivo e una considerevole di vita, ha centocinquatamila tà nata da un’intuizione delle possibilità di espansione. Pos-
Municipalizzate della zona che avevano capito che il gas doveva essere gestito in maniera privata e all’epoca entrò nella nostra società la Edison come socio privato, portando un know how iniziale importante, oggi Edison continua ad essere un socio al 17%. Nonostante la presenza di tali soci. Come soci abbiamo anche diversi Comuni e Municipalizzate della nostra regione. Prometeo ha impostato una struttura capace di gestirsi ed organizzarsi da sola, in modo autonomo”. “Siamo una bella realtà –sostiene Roscioni-; stiamo proseguendo con una conduzione molto familiare, con l’affetto della famiglia ma con le capacità tecniche e professionali di altissi-
mo livello. Stiamo ottenendo degli utili da record, utili che non sono a discapito del cliente, perché noi su ogni bolletta mediamente abbiamo un’incidenza mensile. Il nostro utile ammonta a 90 centesimi su ogni bolletta, quindi l’utile è una cosa minima, quasi impercettibile, ma sul gran numero, sulla gestione aziendale attenta, oculata, volta al risparmio, riusciamo ad ottenere degli ottimi utili. Utili che poi vengono destinati ai nostri soci”. “In questo momento di difficoltà internazionale –rimarca Roscioni- Non abbiamo nessun tipo di preoccupazioni per il rifornimento del gas”. Un altro aspetto attivato dalla Promoteo è stato il recente legame sportivo, in qualità di sponsor, con la squadra Fabi Shoes Sutor Montegranaro, militante nel campionato di serie A di basket e che disputa tale campionato al PalaRossini di Ancona. Un accordo triennale. “Un progetto – dichiara Roscioni- con l’obiettivo di ottenere risultati importanti e quindi non può che essere un progetto di media scadenza”.
Trasmissione del 20 ottobre 2011 www.youtube.com/GruppoAlceoMoretti
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Ha successo chi internazionalizza Nella stretta della crisi, la strada maestra è consolidare i nostri punti di forza. Un perno nella capacità di intrapresa di un modello di sviluppo che ha fatto scuola e che oggi sa restituire casi imprenditoriali capaci di risposte efficaci alle difficoltà del cambiamento, intercettando le esigenze delle aree in forte crescita. Significativo che a questa regione sia stato affidato il coordinamento nazionale della missione in Brasile nel 2012. Mentre ancor più necessaria diventa una spinta verso forme di associazionismo e cooperazione tra aziende, perché si raggiungano le dimensioni utili per andare all’estero
Speciale a cura di Silvana Coricelli e Roberto I. Rossi “Promozione integrata delle risorse produttive, del territorio, della cultura e del turismo che si traduce in un’unica identità, un brand esportabile che offre un’immagine di solidità e prospettiva al sistema Marche. Con questa strategia la Regione Marche ha avviato ormai da molti anni –con una visione che può essere definita ‘pionieristica’– una forte e decisa politica di internazionalizzazione. Obiettivo primario, creare le condizioni per l’apertura delle imprese marchigiane, soprattutto le micro e le piccole, ai mercati esteri, in particolare a quelli con le maggiori prospettive di crescita: un processo determinante per sostenere la no-
Paolo Andreani Presidente Confindustria Marche
“Il miglioramento degli scambi internazionali sta influenzando in modo selettivo il percorso di recupero del sistema manifatturiero marchigiano, generando effetti positivi molto differenziati tra le imprese, in relazione alle loro capacità di seguire la domanda internazionale. Molte imprese hanno infatti capito da tempo l’importanza, anzi, la necessità di operare su mercati esteri e l’hanno sfruttata. Sono però consapevoli che un’impresa, specie se piccola, non può rispondere da sola alla sfida globale. Solo presentandosi in forma aggregata, consorziata o di filiera, infatti, a mio avviso, le nostre imprese possono riuscire oggi a costituire una maggiore massa critica per affrontare con successo i mercati più lontani. In un momento difficile come l’attuale, credo che le imprese che rappresentiamo a livello nazionale e regionale abbiano più che mai bisogno di individuare nuovi mercati di sbocco per i propri prodotti, nuove opportunità che consentano ad esse
stra economia in uno scenario di crisi mondiale ancora severa. Non è un caso se oggi le aziende che registrano performance straordinarie in termini di fatturato sono quelle che più hanno internazionalizzato, quelle che più hanno puntato sull’export in particolare nei Paesi in forte crescita. I risultati di questa visione strategica si confermano per le Marche di anno in anno. Solo qualche dato: nel primo semestre del 2011 l’export marchigiano è cresciuto del +12% rispetto allo stesso periodo del 2010, con performance particolarmente lusinghiere nei Paesi Bric (Brasile Russia India e Cina) con un +21%, in quelli dell’America centromeri-
Gian Mario Spacca Governatore Regione Marche
Promozione integrata di risorse e territorio: identità unica per un brand esportabile dionale con un +69%, dell’America settentrionale con un +16%, degli Emirati Arabi Uniti con un +11% e ancora Vietnam (+36%) e Giappone (+20%). Una strada, si diceva, aperta già da tempo. Dieci anni fa eravamo dinanzi ad un processo di globalizzazione che sembrava ad esclusivo appannaggio delle grandi imprese, con il rischio che le piccole dimensioni del nostro
Maggiore massa critica per affrontare i mercati più lontani di recuperare il terreno perduto durante la crisi, di tornare a crescere continuando così ad assicurare posti di lavoro, sviluppo e benessere. Ricordo che le Marche, nel corso dei primi sei mesi del 2011, hanno registrato un incremento delle esportazioni dell’11,9%, anche se inferiore sia alla media della ripartizione dell’Italia centrale (+14,7%), sia alla media nazionale (+15,8%), e che tale incremento ha riguardato soprattutto i mercati extra Ue27 (+20%), mentre i mercati dell’Unione europea han-
Confindustria, dobbiamo accompagnare e sostenere tutte le imprese associate nel loro percorso di internazionalizzazione avviando progetti immediatamente realizzabili, concertando le azioni da intraprendere. Altrettanto importante è promuovere un maggior coordinamento tra tutti i soggetti, a vario titolo impegnati nei processi di internazionalizzazione, come associazioni di categoria, istituzioni, consorzi all’esportazione, Camere di commercio, ecc., sia per raggiungere una dimensione di ‘rappresentanza istituzionale’ idonea ad
no registrato un aumento del 7,3%. Nella graduatoria dei primi 20 Paesi di destinazione troviamo al primo posto la Francia (+7,7%), seguita dalla Germania (+10,5%), dal Belgio (-2,4%) e dalla Russia (+18,8%). Spicca il risultato della Turchia (+48,7%) e della Cina (+42,8%), anche se i valori assoluti restano molto contenuti. Per questo, come sistema
affrontare certi mercati, sia per proporsi con un adeguato appeal commerciale, sia per contenere i costi. Sono convinto che è questa la strada giusta per superare il difficile momento e tornare a crescere, perché dinamismo ed impegno del singolo non sono più sufficienti a garantire il successo: dobbiamo unire le forze per risultare ancora vincenti”.
sistema produttivo fossero escluse. Il governo regionale ha allora avviato una strategia di presenza produttiva -e non solo di promozione commercialein alcuni mercati in forte sviluppo e che oggi sono tra le principali potenze economiche mondiali. Lo strumento: la realizzazione di sistemi e reti di imprese grazie al supporto dei Centri servizi e la creazione di
relazioni strutturali tra la Regione Marche e Regioni brasiliane, cinesi, russe, indiane e di altri Paesi strategici. Nostro obiettivo era ed è entrare nel processo di crescita di questi Paesi, spingendo le nostre imprese a superare i limiti dimensionali tramite l’organizzazione in rete e l’aggregazione. Una sfida che vogliamo continuare a cogliere”.
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David Favia Onorevole, coordinatore Italia dei valori Marche
“Guardare all’estero per esportare e cercare nuovi mercati ai quali attingere e con i quali confrontarsi. Penso alla Cina e alla Russia, ma anche alle nuove prospettive in India e Brasile, Paese, quest’ultimo, con cui le Marche hanno già realizzato importanti progetti, come quello realizzato nel settore del legnomobile dal Centro servizi Cosmob e quello nel settore della meccanica in cui ha operato il Centro servizi Meccano facendo nascere ulteriori 10 joint-venture tra imprese marchigiane e brasiliane. Ma in Brasile avremo un ruolo da protagonisti e potremo mettere in luce le nostre imprese e la nostra bravura, anche considerando che le Marche sono state scelte quale regione di coordinamento nazionale della Missione di Sistema Governo-Regioni-
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Tornare leader con l’eccellenza del made in Marche sistema camerale in Brasile nel marzo 2012. Missione organizzata dal Ministero Affari sull’impegno per lo sviluppo internazionale del proprio sistema. Guardare all’estero, quindi, e ai mercati in espansione per esplorarli con coraggio: in questo momento di crisi la via più sicura è sicuramente quella di aprirsi all’estero e alle nuove economie. Ma l’internazionalizzazione è un concetto ampio che, a mio avviso, comprende anche lo sguardo a nuove forme di finanziamento e di auto sostentamento, considerando che il Governo nazionale ci lascia spesso a piedi. E allora credo che la visione provinciale che contraddistingue un po’ noi italiani andrebbe svecchiata anche dal punto di vista dei rapporti con l’Unione europea che tanto può offrire, ma che viene richiamata alla mente così poco. Forse, impigriti dalla mentalità opportunistica di questo Governo, non ci accorgiamo che basterebbe rimboccarsi le maniche e, invece di piangersi addosso, mettere in campo progetti seri e di qualità che sarebbero finanziati subito e con piacere dall’Unione europea. Nuovi mercati, quindi, poi la rete di sostegno dell’Europa che però va guadagnata con serietà
e infine puntare sul mercato interno e sui prodotti di qualità che ci contraddistinguono in tutto il mondo. A questo scopo credo che il concetto di Macroregione, dove con questo termine si intende l’unione e il consorzio di più realtà con lo stesso scopo, possa essere efficace e lungimirante. Già tanto se ne parla nella nostra Regione, ma credo che ancora non sia stato dato il giusto spazio a quest’importantissima iniziativa voluta con forza dal nostro presidente Gian Mario Spacca e appoggiata soprattutto da noi dell’Idv che con il lavoro in consiglio regionale, e penso alle numerose iniziative di Paola Giorgi, abbiamo sempre riportato in primo piano il concetto di Macroregione Adriatico Ionica. Unione culturale, economica, sociale. Un punto dal quale ripartire per conoscere altre realtà simili e fare lavoro di squadra in modo da raggiungere dimensioni utili a penetrare i mercati. Perché in fondo ‘l’unione fa la forza’, e nonostante i numerosi passi avanti compiuti e all’ottimo lavoro della Regione, abbiamo bisogno di molta grinta e molto aiuto per uscire dal guscio e tornare ad essere leader internazionali con tutta la qualità del nostro made in Marche”.
Matteo Ricci Presidente Provincia Pesaro Urbino
“In un contesto mondiale competitivo, la scelta strategica delle imprese non può che essere indirizzata verso l’internazionalizzazione. La gestione di un’azienda orientata al mercato globale pone, sicuramente, sfide inedite per il nostro territorio rispetto ai modelli del passato, che sono state evidenziate anche nelle linee di indirizzo del nostro piano strategico ‘Provincia 2020. Progetti per una comunità più felice’. Il tema è chiaramente un’opportunità se la struttura organizzativa e amministrativa aziendale viene adeguata alle nuove necessità mondiali. Altrimenti si rischia la perdita del vantaggio competitivo rappresentato dalla qualità del prodotto. Servono, dunque, competenze specifiche, che nella maggior parte dei casi devono essere il patrimonio dei giovani che escono dalle scuole superiori e dalle università,
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Competitività: favorire il sistema locale sui mercati stranieri oppure possono essere favorite da strutture di servizio. In tal senso, il sostegno di agenzie e laboratori come quello del Centro tecnologico per il settore legno-arredo, per il relativo distretto, è un elemento determinante per accompagnare le aziende verso processi di innovazione legate alle problematiche ambientali, trasformandole in fattori di competitività. Allo stesso modo la Provincia, di concerto con il sistema camerale, può favorire la competitività del sistema economico locale sui mercati esteri. Con il nostro Piano strategico, nonostante le difficoltà causate dalla crisi economica, non ri-
“La gestione di un’azienda orientata al mercato globale pone, sicuramente, sfide inedite per il nostro territorio rispetto ai modelli del passato”
nunciamo a progettare il futuro, evidenziando i settori su cui abbiamo deciso di scommettere. Il mobile, la meccanica e il tessile sono i comparti trainanti e tradizionali del nostro sistema produttivo, nei quali siamo impegnati a resistere insieme, in questo particolare momento. E su ciò ci siamo concentrati, con azioni mirate, fin dall’inizio della legislatura. Le strade dell’innovazione passano invece per lo sviluppo della green economy, intesa anche come nuovo modo di concepire la produzione, insieme alla riqualificazione dell’offerta turistica e alla valorizzazione del ruolo dell’università. Per intercettare i mercati, dobbiamo essere pronti, inoltre, a rispondere anche ai nuovi temi del futuro. Come sul design degli impianti per le rinnovabili, dove si possono creare opportunità occupazionali. Sono convinto che il made in Marche abbia tutte le potenzialità e la qualità necessaria per conquistare ancora maggiore competitività, anche con energie e risorse in grado di misurarsi con la costruzione di un nuovo modello di sviluppo basato, tra l’altro, su forme di cooperazione tra le imprese e metodi su cui implementare l’innovazione nel nostro sistema manifatturiero. E gli esempi positivi nel territorio, in questo senso, non mancano”.
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Roberto Puntare su una Gramaccioni qualità totale: all’estero Export Sales Manager Scavolini
vince l’italianità apprezzare lo straordinario rapporto tra design, qualità e prezzo. Molto importante per Scavolini è sicuramente la distribuzione, infatti grande attenzione viene posta al potenziamento e alla qualificazione continua della nostra rete. Dal primo punto vendita estero, inaugurato in Grecia 20 anni fa, abbiamo fatto molta strada. Oggi circa il 15% del fatturato proviene dai mercati esteri, dove siamo
“La nostra è una delle realtà aziendali leader del settore e una delle più conosciute in tutto il mondo. All’estero vince l’italianità e Scavolini è da sempre apprezzata e riconosciuta come perfetto esempio di made in Italy. Da sempre crediamo che si debba puntare su una qualità totale. Per noi è un valore fondamentale ed è per questo che abbiamo scelto di produrre interamente in Italia, secondo le più rigide normative del settore, senza mai dimenticare la nostra mission di partenza: produrre belle cucine, solide, affidabili, in grado di soddisfare le richieste di un mercato estremamente ampio. Questa fedeltà ai valori aziendali ha conferito a Scavolini il ruolo di ambasciatrice del made-in-Italy, proponendo ‘la cucina più amata dagli italiani’ anche sui più importanti mercati stranieri, che hanno dimostrato di
Francesco Casoli Presidente Elica “La storia del Gruppo Elica è iniziata negli anni ’70 quando mio padre, Ermanno, decise di partire da Fabriano, dal cuore delle Marche, verso Parigi per presentare a Philips la sua idea: il primo aspiratore d’aria, progenitore dell’attuale cappa aspirante. In questi 40 anni di storia Elica è cresciuta, si è evoluta. E si è internazionalizzata, senza mai perdere il proprio legame con il territorio di origine. Elica è una realtà multinazionale e appartiene sicuramente ai suoi azionisti ma prima di tutto è un patrimonio della collettività e del territorio: per me e per l’azienda il legame con il territorio originario è fondamentale. Oggi Elica è leader assoluta a livello mondiale: siamo presenti in Europa, America centrale, in Asia e in Cina. Valutiamo sempre con interesse la possibilità di espanderci in nuovi mercati: l’internazionalizzazione è la chiave del successo per le imprese. E’ necessario guardare al di fuori dei propri confini, capire cosa c’è fuori e avere curiosità per tutto quello che è diverso, che è altro. Nel corso degli anni i modelli competitivi sono radicalmente cambiati e siamo passati da una fase in cui il driver era il costo del lavoro e delle materie prime a una in cui la competizione è stata guidata dalla capacità di investimento per arrivare a una fase caratterizzata dai valori intangibili. Le imprese italiane e più in generale europee per vincere devono, oggi più che mai, investire su aspetti intangibili quali l’innovazione e il capitale uma-
“Fedeltà ai valori aziendali, mai dimenticata la mission di partenza: belle cucine, solide, affidabili, in grado di soddisfare le richieste di un mercato estremamente ampio” presenti in modo riconoscibile con una rete di oltre 350 punti vendita, quasi tutti monomarca, per comunicare
in modo costante e puntuale con il consumatore finale. Attualmente siamo presenti in tutti i continenti, dall’Europa, in particolare Spagna e Russia dove siamo molto forti, fino ad arrivare ai Paesi emergenti del Far East e dell’Africa. Particolarmente rilevante è anche la presenza nelle Americhe, con una rete di circa 40 punti vendita, dall’America Latina fino agli Stati Uniti, dove l’anno scorso Scavolini Usa ha inaugurato la Scavolini Soho Gallery, il primo flagship store, ad oggi il più grande punto vendita di cucine di Manhattan. Di immediata apertura anche gli Store di Vancouver e Calgary (Canada) ed importanti showroom a San Diego, Los Angeles (Usa), Santiago (Cile) e Lima (Perù). Siamo fiduciosi e proseguiamo con entusiasmo, ad un ritmo di circa 30 nuove aperture all’anno nei Paesi esteri –quest’anno sono stati inaugurati alcuni store tra i quali segnaliamo San Pietroburgo, Casablanca, Bahrein, Tel Aviv, Zhongshang (Cina), Singapore–, confortati dal gradimento che le nostre cucine, orgogliosamente prodotte interamente nelle Marche, incontrano all’estero. Andiamo avanti con rigore e tenacia, come abbiamo fatto in Italia, con l’obiettivo di costruire innanzitutto un rapporto di fiducia e trasparenza con i nostri rivenditori stranieri”.
Nel mondo, senza mai perdere il legame con il territorio di origine
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Adolfo Guzzini Presidente IGuzzini Illuminazione
“Viviamo anni ‘veloci’. Siamo sempre più interconnessi. Ci muoviamo da una parte all’altra del mondo, cercando nuove ispirazioni, nuovi trend, nuovi mercati. Il web, i social network, il 3D ci mostrano in anteprima parti di mondo -reali o virtuali che siano- mai immaginate. Abbiamo accolto il meltin pot e imparato a guardare alla differenza quale elemento di crescita. È in questo scenario che la nostra azienda persegue il suo processo di internazionalizzazione, leva strategica di uno sviluppo nella quale da sempre crediamo, e che, attiva già dalla metà degli anni ’70, ci ha consentito di ampliare il nostro ambiente imprenditoriale e di diffondere il brand iGuzzini in tutto il mondo. Basti pensare che solo il
no. Nello stesso tempo è cambiato il contesto in cui ci troviamo ad agire e la competitività è diventata globale. In passato si ragionava per Regioni, poi per Paesi. Oggi la sfida sono i mercati internazionali: non si può prescindere da questa nuova geografia economica, altrimenti si perde. Non si può restare fermi, altrimenti si perde. Oggi la competitività internazionale ci pone in una situazione nuova: i rapporti di forza si sono modificati e il quadro di riferimento è cam-
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Interculturalità, lasciando emigrare i nostri prodotti 2010 segnava una quota export del 70%. Il binomio ‘luce e architettura’ ci ha in qualche modo agevolato nell’esportazione del nostro saper fare e saper pensare: operando con architetti del calibro di Renzo Piano, Norman Foster, Steven Holl, Daniel Libeskind, Paul Andreu -solo per citarne alcuni-, abbiamo abbracciato l’interculturalità tipica dell’architettura e lasciato emigrare i nostri prodotti affinché illuminassero progetti di grande prestigio, a New York come a Dubai, in Israele come a Shanghai. Possiamo condividere una medesima riflessione anche per quelle collaborazioni avviate con i grandi nomi del franchising e dei marchi del lusso italiani: gli shop Kiko, le boutique di Patrizia Pepe, Max Mara, Geox o Loro Piana, le gioiellerie Bulgari. Anche questo, a mio avviso, è un modo per fare sistema e promuovere una qualità globale del made in Italy. Certo, le complessità non mancano: ci sono aspetti di natura normativa di cui tenere conto, standard differenti e il tutto ha una ricaduta diretta sul nostro core business -la produzione di apparecchi di illuminazione architetturale
per gli interni e per gli esterni– e di conseguenza sull’offerta di prodotti esportabili. Non sono da meno tutti quegli aspetti legati alla comprensione del mercato e delle giuste strategie da adottare in fase di eventuale start up. Porto ad esempio l’esperienza ormai quinquennale con la Cina rispetto al resto del Bric. Il mercato cinese ha metabolizzato la qualità del made in Italy. Le grandi metropoli come Pechino o Shanghai sono sempre più occidentali nel modo di vivere e organizzare il lavoro e in un certo qual modo, nonostante la matrice differente, si è riusciti a trovare un linguaggio comune. La penetrazione in Paesi come l’India o il Brasile invece è più lenta. Entrambi i mercati vivono una trasformazione culturale che porterà ad una inevitabile evoluzione sociale ed economica, ma sia le risorse a disposizione che i desideri di innovazione che emergono sono ancora contenuti. Naturalmente, cavalcando l’onda di questa persistente crisi dei mercati europei, stiamo spingendo ancora di più lo scouting e potenziando la presenza nei mercati emergenti così da cogliere tutti i segnali utili”.
biato. In un contesto simile sono le persone che lavorano ogni giorno con passione a fare la differenza tra le azien-
il vero valore aggiunto. L’Italia, insieme agli altri Paesi che costituiscono l’Europa, deve vincere sfide importanti con colossi quali America e i più recenti Asia e Cina. Perché la Vecchia Europa possa continuare a vincere non basta più solo l’impegno delle aziende ma serve che tutto il Paese faccia sistema e che intervengano anche la politica e soprattutto gli strumenti finanziari. Il mio sogno, da imprenditore e da politico, è vedere l’Italia vincere le sfide dei mercati internazionali”.
de, sono loro che costituiscono il vero fattore competitivo. Il capitale umano rappresenta
Incontro tra Confindustria regionale e Politecnica delle Marche sulle opportunità del credito d’imposta: gli interventi di Paolo Andreani e di Marco Pacetti
“Puntare su ricerca e innovazione per una ripartenza” “Per far ripartire le aziende, in questo particolare periodo di crisi economica, bisogna puntare sulla ricerca e sull’innovazione. Il nuovo credito d’imposta, finanziato dallo Stato con 484 milioni di euro nel quadriennio 2011-2014, sta fornendo e proseguirà a fornire un aiuto alle imprese”. E’ quanto ha dichiarato Paolo Andreani, presidente di Confindustria Marche nel corso della conferenza stampa , svoltasi, di recente, nella sede dell’associazione industriale del capoluogo marchigiano, organizzata per presentare le opportunità derivate dal recente intervento operativo nazionale per il credito d’imposta sulla ricer-
ca, alla quale ha partecipato, tra gli altri, il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Marco Pacetti. “Una legge –ha sottolineato Andreani- che risulta particolarmente vantaggiosa per le aziende che non hanno mai investito in questo comparto. Per loro, infatti, il risparmio d’imposta giungerebbe fino al rimborso di una parte della somma investita. “Puntare sulla ricerca e su nuovi prodotti –ha evidenziato Andreani consentirà alle imprese di incrementare la crescita. Il credito d’imposta a favore della ricerca è utilizzabile dallo scorso 10 settembre, credito che spetta alle imprese che affidano progetti di ricerca alle Università o ad Enti pubblici di ricerca. Saranno
agevolati gli investimenti effettuati a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quelli in corso dal 31 dicembre 2010 e fino alla chiusura del periodo d’imposta in atto fino al 31 di-
Il Rettore: “L’intento è di far conoscere le potenzialità che sono presenti all’interno delle nostre Facoltà”
cembre 2012. Il credito d’imposta, spalmato su tre anni, sarà applicato sull’importo agevolabile relativo ai maggiori investimenti effettuati negli anni 2011 e 2012, e rispetto alla media dei progetti finanziati nel triennio precedente”. La dotazione delle risorse per il periodo 2011-2014, di 484 milioni di euro, è così suddivisa: 55 milioni di euro per il 2011, 180,9 per il 2013, 157,2 per il 2013 e 91 per il 2014. “Se le Marche hanno la metà del valore investito –ha affermato Pacetti- per restare competitivi bisogna essere innovativi. L’importante è attivare investimenti da parte delle imprese, coinvolgendo le Università e i vari Centri di ricerca. Il nostro
scopo è di far conoscere e divulgare le potenzialità innovative presenti all’interno delle nostre Facoltà. E con Confindustria è già da tempo che abbiamo avviato una proficua collaborazione improntata sulla ricerca e sullo sviluppo. Negli ultimi anni sta crescendo la necessità di trovare una maggiore sinergia fra il mondo industriale e quello universitario come un nuovo elemento di competitività del sistema economico territoriale, anche attraverso la creazione di nuovi strumenti sui quali costruire vantaggi competitivi durevoli, basati sulla capacità di innovazione di prodotto, di processo ed organizzazione”. Roberto I. Rossi
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Renato Picciaiola Presidente Cna Marche
“In un contesto economico mondiale sempre più difficile, con l’Italia che affronta la duplice problematica del ripianamento del debito pubblico e dell’esigenza di crescita, il processo di internazionalizzazione delle nostre imprese è una necessità vitale ed inevitabile per poter affrontare con successo le nuove sfide dei mercati. Le industrie pesaresi sono impegnate per trovare soluzioni che possano contribuire a farle uscire dalla crisi che continua ad opprimerle. Lo sforzo che stanno facendo lo si riscontra nei dati forniti dall’Istat relativi alle esportazioni del primo semestre 2011 nella
Rodolfo Giampieri
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Favorire e rilanciare i processi d’innovazione “Secondo l’Osservatorio TrendMarche, le imprese con meno di 20 addetti hanno perso per effetto della crisi fino al 20% del fatturato e la ripresa avviata alla fine del 2009 è risultata troppo lenta per riuscire a riportarsi anche solo vicino ai livelli anti-crisi. Nello stesso periodo, però, il fatturato realizzato direttamente sui mercati esteri da queste nostre imprese è cresciuto rapidamente, portandosi a livelli
più che doppi rispetto a quelli della fase precedente la crisi. Nonostante questa performance, tuttavia, la quota del fatturato realizzata direttamente all’estero dalle imprese sotto i 20 addetti è rimasta troppo piccola, inferiore al 4% del totale del giro d’affari. E, quindi, incapace di trascinare le vendite complessive verso livelli meno depressi di quelli attuali. Ma noi sappiamo che le nostre micro
nostra provincia: + 16% che, pur essendo migliore della media regionale, rappresenta tuttavia un passo indietro rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Anche i dati quantitativi fotografano un’attività economica ‘ancora sotto stress’: nel periodo gennaio-giugno 2011: l’export ha raggiunto quota 937,8 milioni (era 973,8 nello stesso periodo del 2006). Per sostenere le imprese associate è scesa in campo anche la nostra Associazione, che ha firmato con Cna e Confartigianato un accordo, ‘Insieme si può’. Il progetto nasce da una constatazione di fondo. Al giorno d’oggi per una competizione, che
diventa giorno dopo giorno sempre più selettiva, è indispensabile sostenere l’innovazione favorendo, da un lato le opportunità di aggregazione –limitando così il deficit dimensionale del nostro sistema imprenditoriale– e, dall’altro, prospettare e sostenere un modello di impresa che ponga al centro della sua azione quei processi tecnologici e produttivi in grado di imporsi sui mercati mondiali. E l’accordo con le associazioni degli artigiani ha proprio questo scopo: favorire l’attivazione di processi di aggregazione, che possano aiutare le imprese ad acquisire maggiore competitività, condividendo
Allargare la platea delle aziende che internazionalizzano
Presidente Camera di commercio di Ancona
“Insieme per l’internazionalizzazione delle imprese marchigiane. Secondo il sistema camerale marchigiano solo unendo le forze dei vari soggetti regionali che si occupano di internazionalizzazione e favorendo la formazione di reti d’impresa sarà possibile consolidare la presenza del nostro sistema produttivo sui mercati internazionali. Da anni lavoriamo in questa direzione. L’interna-
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zionalizzazione è al centro degli obiettivi del Sistema camerale Marche, di cui fanno parte Unioncamere e Aziende speciali delle Camere di commercio, nella consapevolezza che lo sviluppo dell’economia marchigiana dipenderà sempre più dalla sua capacità di intercettare nuovi flussi della domanda internazionale ed attrarre nuovi investimenti. In questo momento di profonda
Annarita Pilotti Vicepresidente Confindustria Fermo
NUOVI ORARI per i giovedi di TVCM: Incontri di Alceo Moretti ore 20.15 Servizio PPubblico ubblico di Michele Santoro ore 21.00
Paolo Petrini
Vicepresidente Regione Marche Giovedi 17 novembre ore 20.15 Domenica 20 novembre ore 13.05
e piccole imprese lavorano per i mercati esteri non solo e non tanto direttamente, quanto piuttosto indirettamente, attraverso le produzioni e le lavorazioni specializzate fornite alle imprese più grandi che esportano e si avvantaggiano della dinamica del commercio estero, che dalla crisi è stato soltanto sfiorato. La domanda interna stagnante, l’assenza di politiche adeguate per il sostegno dei redditi di ampie fasce della popolazione, in primo luogo i giovani, stimolano le nostre micro e piccole imprese a sostituire parte della domanda interna con le esportazioni e a cercare l’accesso diretto ai mercati esteri, anche per aggiudicarsi quote della catena del valore più elevate di quelle
Claudio Pagliano Presidente Confindustria Pesaro e Urbino
crisi economico-finanziaria, il Sistema camerale è fortemente impegnato a formare un gruppo di lavoro sempre più consolidato, condividendo i progetti e le strategie, con un dialogo utile con la Regione Marche. Ciò porterà ad individuare e sviluppare importanti Progetti congiunti che coinvolgeranno l’economia regionale, con forte impatto sul territorio. Verranno rafforzati i mercati esistenti (Europa, Russia, Macroregione adriatica), verrà data continuità a quelli avviati da non abbandonare (Eau, Australia, Usa, Nord Africa) e stimolata la presenza delle aziende in quelli complessi ma con una forte crescita
alle quali accedono ora tramite le filiere produttive di cui fanno parte. E’ per questo che la Cna si è attivata per fornire alle imprese servizi e consulenze di livello adeguato, da un lato, per sensibilizzare e stimolare le imprese artigiane e le Pmi ad aprirsi verso nuovi mercati; dall’altro, per affiancarle e accompagnarle con servizi di export management per affrontare tali mercati con piena consapevolezza e adeguata pianificazione. Tra le altre iniziative, la Cna ha creato ‘Cna Export Box’, per offrire una gamma di servizi integrati e su misura che permettono alle imprese di operare sui mercati esteri, assieme ad un Team di professionisti che lavora a fianco dell’impresa, fornendole le competenze di cui ha bi-
sogno. Studi e ricerche indicano che le imprese che esportano direttamente o ricorrono ad accordi di collaborazione con imprese estere riescono a generare maggiore innovazione rispetto alle imprese operanti solo nei mercati nazionali, e questo grazie all’impiego più massiccio degli input relativi alla conoscenza e alla possibilità di accedere a maggiori flussi di informazioni ed idee da fonti esterne. L’internazionalizzazione costituisce, dunque, non solo un’opportunità per superare la stagnazione economica locale e nazionale, ma anche per rilanciare i processi di innovazione che stentano a proseguire per effetto della mancanza di riferimenti, oltre che delle difficoltà finanziarie”.
Aggregazione: una leva strategica per la competitività e quindi incrementando le proprie potenzialità di ricerca ed innovazione, sviluppo commerciale ed ottimizzazione delle risorse. L’imprenditoria industriale ed artigiana, tessuto portante dell’economia provinciale, hanno quindi uno strumento in più per affrontare le sfide dei mercati in una competizione senza frontiere, e, spesso, senza regole uguali per tutti i competito-
ri. Il che comporta il superamento della dimensione individualistica, che non paga più, e la possibilità di lavorare in sinergia per avere maggior potere contrattuale e per realizzare progetti volti ad accrescere le reciproche capacità innovative. L’aggregazione è, quindi, una leva strategica su cui puntare per innovare e competere a livello internazionale”.
economica in atto (Brasile, Cina, India, Paesi arabi). Le imprese marchigiane che attualmente mostrano chiari punti di forza e stanno reagendo all’attuale congiuntura, sono quelle che operano con l’estero, che hanno buona propensione all’internazionalizzazione, e quindi più competitive e reattive, nonché quelle che hanno investito nella ricerca e nell’innovazione. Uno degli obiettivi del Sistema camerale regionale e nazionale è quello di allargare la platea delle aziende che vanno all’estero con il supporto operativo e finanziario dei soggetti camerali; a tal fine, oltre a dare continuità alle iniziative promozionali
tradizionali, quali le fiere, gli incoming, le missioni istituzionali ed economiche, verrà anche sviluppata un’attività di sostegno per la creazione di reti di imprese, promuovendo la cultura dell’aggregazione con l’obiettivo di aumentare la capacità d’accesso delle piccole e medie imprese marchigiane verso i mercati esteri più grandi e difficili. I prossimi anni saranno molto difficili per il nostro sistema economico. L’internazionalizzazione, insieme all’innovazione, all’economia della conoscenza e alla green economy, sarà un elemento fondamentale di valorizzazione del territorio e del sistema produttivo marchigiano”.
Alla scoperta dei Paesi emergenti che sono interessati al made in Italy zarci nei mercati principali di riferimento, siano essi l’Italia, l’Europa o la Russia. Bisogna andare alla scoperta di quelli che sono i nuovi Paesi emergenti e che possono essere interessati al prodotto made in Italy ed alla sua altissima qualità”. La Pilotti porta l’esempio della Cina: “Basta guardare com’era la situazione cinque o sei anni fa: nessuno avrebbe mai
“Nessuna tessera fedeltà: internazionalizzare significa aprirsi verso nuovi Paesi. E’ questa la filosofia di Annarita Pilotti, vicepresidente di Confindustria Fermo e figura chiave del marchio Loriblu di Porto Sant’Elpidio, che ha inventato le scarpe gioiello. Un marchio per la cui crescita è stato fondamentale il rapporto con l’estero. “La nostra strategia è stata di non fossiliz-
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“Dimostrare la massima professionalità per guadagnare la fiducia di chi decide di investire”
immaginato che si potesse venire a creare un interesse così alto per il made in Marche e che si aprissero numerose opportunità. Invece, in un batter d’occhio, la Cina è diventata uno dei Paesi simbolo dell’internazionalizzazione in grado di offrire numerose occasioni. Non più una minaccia che copia le collezioni ma un’opportunità. Il made in Italy e le calzature del distretto fermano sono ambite da coloro che in Cina vogliono dimostrare di avercela fatta, di avere successo e un tenore di vita elevato. Siamo ancora una volta il sinonimo di eccellenza”. Internazionalizzazione che non è solo per la calzatura: “Ci sono altri comparti – continua la Pilotti- che si stanno facendo valere all’estero come quello della meccanica, come l’agroalimentare, il tessile, il cap-
pello. Ci sono infinite possibilità”. Quali saranno, dopo la Cina, i nuovi mercati in crescita che possono rappresentare un’opportunità per le nostre imprese? “Il prossimo Paese su cui investire è l’India, un mercato in grado di offrire molte possibilità di sviluppo. Qualcuno parla anche del Brasile ma secondo me ci vorrà ancora del tempo. Discorso simile per gli Stati Uniti, dove, dopo la crisi, la situazione è ancora molto chiusa, una sorta di standby”. Aprirsi dunque verso nuovi mercati portando non solo la qualità dei nostri prodotti, ma anche la garanzia di correttezza verso i nuovi clienti: “E’ fondamentale fidelizzare i rapporti che si vengono a creare e dimostrare la massima professionalità e serietà per potersi guadagnare la fiducia di chi decide di investire”.
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Luciano Goffi Direttore generale Ubi-Banca Popolare di Ancona
Abbattere tutti gli ostacoli che frenano la produttività
“Per il nostro Paese la crescita è la via obbligata. Senza crescita il debito non è sostenibile. Per com’è fatta
l’Italia non vi può essere crescita se non attraverso il ruolo fondamentale dell’industria; l’errore epocale che noi, come altri, abbiamo commesso nei decenni passati è stato quello di aver subito – senza reali capacità di innovazione– la spinta verso la delocalizzazione delle attività manifatturiere o di buona parte di esse; alla competizione da costi non siamo stati capaci –nelle prime fasi della globalizzazione– di reagire puntando alla qualità e alla produttività. La produttività dei fattori, e del lavoro in primis, è anzi diminuita negli
ultimi 10/15 anni, ed in mancanza dell’effetto compensativo della svalutazione del cambio, abbiamo perso quote di mercato e in sostanza non siamo cresciuti. Senza industria, o con poca industria, pensando di compensare sviluppando i servizi, non si cresce abbastanza; ci si illude di crescere, aumentando il debito e alimentando continue bolle speculative, ma prima o poi i nodi vengono al pettine. Gli Stati Uniti insegnano. Ma indietro purtroppo non possiamo tornare; al punto in cui siamo le impre-
“Per il Gruppo Intesa Sanpaolo, a cui appartiene Banca dell’Adriatico, l’internazionalizzazione del sistema imprenditoriale italiano è un tema talmente importante che a fine 2010 ha lanciato il Servizio internazionalizzazione imprese (Sii) che, insieme ad una piattaforma di prodotti ad hoc, favorisce e stimola l’accesso ai mercati esteri delle imprese, in particolare le pmi che rappresentano la maggior parte delle aziende italiane. Le imprese clienti di Banca dell’Adriatico che intendono affacciarsi sui mercati internazionali possono contare su di una presenza al-
l’estero del Gruppo in oltre 40 Paesi: nel centro-est Europa e nel Bacino del Mediterraneo attraverso le proprie banche retail e -in tutto il mondo- con le banche, le filiali e gli uffici di rappresentanza. In particolare con il Sii, le imprese hanno a disposizione degli specialisti in grado di individuare le migliori soluzioni -nelle varie fasi del processo- per consentire alla clientela imprese di trovare nuove opportunità di crescita o di consolidamento all’estero. Con cinque desk geografici specialistici (Cina, Americhe, Asia, EuroMed-Africa, Est Europa), il Servizio è attivo nella ri-
cerca sui mercati esteri, nella pianificazione di un investimento diretto all’estero, nella realizzazione di un investimento diretto all’estero e nella gestione delle controllate all’estero. Le Marche hanno una buona vocazione all’export e come banca del territorio dobbiamo assolutamente sostenere le imprese che vogliono internazionalizzarsi per agganciare la ripresa che in alcuni Paesi all’estero è già cominciata, con tassi di crescita dell’810%. Nella nostra regione le esportazione a fine giugno 2011 sono state rilevanti in alcuni distretti, in particolare le calzature di
Michele Le imprese più Ambrosini brillanti sono quelle più Presidente Banca delle Marche
votate all’export “Le chiamano ‘multinazionali tascabili’, le medie imprese italiane, spesso a controllo familiare, che sono riuscite a conquistarsi una presenza forte a livello internazionale. Le Marche sono una terra ricca di queste aziende, basti pensare alle nostre eccellenze nel settore calzaturiero, oppure a una società come la Rainbow, che è diventata in pochi anni un caso di scuola a livello mondiale. Sono imprese che sanno
Missione in India Il bilancio di Petrini Un’iniziativa densa di impegni, momenti di approfondimento, confronto e ultimo, ma non da meno, di occasioni di business per le imprese presenti. E’ il bilancio del vicepresidente della Giunta regionale, Paolo Petrini, sulla missione economico istituzionale marchigiana conclusasi di recente a New Delhi. Un evento organizzato da Regione Marche, Svim-Sviluppo Marche Spa e il sistema delle Camere di commercio marchigiane, in concomitanza con l’iniziativa nazionale organizzata da Ice, Confindustria, Abi e promossa dal Ministero per lo Sviluppo economico e dal Ministero per gli Affari esteri. Un modo per fare sistema e consentire anche alle imprese più piccole di affrontare al meglio un mercato grande e complesso come quello indiano. “L’India appartiene a pieno titolo al club dei Bric, i Paesi di nuova industrializzazione che con tassi di crescita da tempo sconosciuti nel vecchio continente rappresentano una grande opportunità commerciale per le produzioni di qualità del sistema marchigiano. Gli esperti prevedono che tra questo e il prossimo anno il 40 per cento del Pil mondiale deriverà da Brasile, Russia, India e Cina. Occorre tenerne conto per cogliere appieno le opportunità che questo comporta. La missione che abbiamo realizzato mira a far sì che anche le imprese di più piccole dimensioni possano vincere la sfida dell’internazionalizzazione. La missione governativa in India e la missione economica della Regione Marche sono accomunate da un obiettivo condiviso: quello di incrementare i rapporti tra i due Paesi, non solo sotto un profilo istituzionale ma anche e soprattutto a livello economico”.
unire una presenza mondiale a un forte radicamento e attaccamento al territorio del quale sono espressione, dove il processo di innovazione è naturale, considerato l’essenza stessa dell’essere impresa. Si tratta di aziende che fanno capo, di norma, a una famiglia imprenditoriale non di prima generazione, anche se spesso è stata proprio l’ultima generazione a dare l’impulso decisivo verso l’internazionalizzazione.
Marco Pigini Responsabile CentroSud Italia PM Service
“Il successo della nostra azienda, la PM Service, è legato ad un lavoro molto preciso e dettagliato in tutti gli aspetti imprenditoriali, un lavoro i cui risultati ci hanno permesso di avviare un processo di internazionalizzazione di tutto rilievo, cresciuto con costanza nel corso degli anni, tanto da per-
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se italiane possono crescere solo internazionalizzandosi, e per poterlo fare debbono saper innovare e collaborare tra di loro. Di aziende che si stanno internazionalizzando ne abbiamo; sono esempi eccellenti di imprese aperte al mondo, capaci di cogliere le opportunità offerte dai mercati in forte sviluppo. Sono aziende di media-grande dimensione, che hanno saputo agire sulle leve del marketing, investire sul capitale intellettuale, mantenere l’anima del made in Italy nei loro prodotti. Ma bastano queste aziende per far crescere il Paese? La risposto è no, perché si tratta il più delle volte di imprese che in Italia hanno una capacità produttiva largamente in eccesso, che puntano anzi a ridurre; la capacità produttiva la cercano altrove, dove costa meno o dove è più agevole raggiungere i
Dario Pilla Direttore generale Banca dell’Adriatico
Andare a conquistare nuovi mercati all’estero non è più una scelta, come poteva essere un tempo, ma una necessità per sopravvivere. L’esperienza ci insegna che, in un momento di crisi come questo, le aziende più
“Le Marche sono una terra ricca di queste realtà, basti pensare alle nostre eccellenze nel calzaturiero”
mercati di sbocco. I nuovi investimenti e la nuova occupazione non la fanno in Italia. Crescono loro -e meritano comunque per questo apprezzamento- ma non fanno crescere una ricchezza diffusa nel Paese, che è quella fatta di salari, di consumi, di famiglie che nascono, che comprano casa, che fanno figli ai quali si sa dare un futuro. Abbiamo un patrimonio straordinario di capacità imprenditoriale, ma non è qui che gli imprenditori possono fare impresa in modo competitivo. Occorre abbattere con forza tutti gli ostacoli che frenano la produttività e quindi la competitività della manifattura italiana. Sburocratizzare, normalizzare la tassazione, rendere flessibile il mercato del lavoro, spingere le banche a non fermarsi ai soli numeri ma a premiare il potenziale di crescita, rendere concor-
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renziali i servizi e le professioni, riportare la giustizia a riconoscere rapidamente i diritti… in altre parole, occorre far ritornare possibile per gli imprenditori produrre in Italia. In sostanza, per far tornare a crescere il Paese c’è bisogno di aziende in grado di internazionalizzare la propria presenza sui mercati, ma che possano mantenere i piedi produttivi saldamente ancorati al territorio. Gli imprenditori, per far ciò, li abbiamo: a loro, e soprattutto ai più piccoli, va chiesto lo sforzo di sapersi aggregare e saper collaborare. Ma è a tutti noi –alla politica in primis, ma anche alle strutture pubbliche, alle professioni, alle banche, ai sindacati– che spetta il compito più gravoso: quello, cioè, di mettere i nostri imprenditori in condizione di essere ancora il motore della crescita del Paese”.
Una spinta ad esplorare nuovi mercati di sbocco Fermo (+14,6%), la pelletteria di Tolentino (+18,9%), seguiti dalle cucine di Pesaro (+8,4%). Resta alto il ritmo di crescita nei nuovi mercati, dove l’aumento dell’export dei distretti marchigiani ha toccato il 20% tendenziale. Bene, in particolare, la Russia, la Libia e la Turchia. La nostra banca ha sempre cercato di valorizzare le risorse locali, sostenendo nel
tempo le imprese manifatturiere marchigiane e spingendole ora ad esplorare nuovi mercati di sbocco, a puntare su qualità ed innovazione, a crescere dimensionalmente e patrimonialmente, favorendo la traduzione di idee in attività imprenditoriali e la nascita di nuove imprese, dando in tal modo continuità allo sviluppo del sistema economico regionale”.
brillanti sono quelle più votate all’export, che hanno investito di più in innovazione e ricerca per rimanere competitive sui mercati internazionali. Sono quelle società che hanno avuto la lungimiranza di investire in nuove tecnologie, cercando di innovare la produzione e diversificare dal core business tradizionale. Continuano a soffrire, invece, quelle aziende che sono rimaste ancorate ai vecchi modelli d’impresa, che non hanno fatto investimenti in ricerca e sviluppo e si trovano in portafoglio prodotti poco innovativi e quindi non competitivi. Certo, le imprese hanno bisogno, oggi più che mai, dei finanziamenti del sistema bancario per affrontare le sfide lanciate dalla globalizzazio-
ne. Ma le banche non possono essere lasciate da sole in questo compito, soprattutto in un momento di difficoltà finanziaria come quello che sta vivendo in questo momento l’Europa. Perché in Italia le banche sono spesso gli unici soggetti che mettono capitali nelle imprese, molto più degli stessi imprenditori. Le aziende italiane non solo sono di piccole dimensioni, ma sono anche sottocapitalizzate e si finanziano principalmente con il credito bancario. Le due caratteristiche sono collegate tra loro: la scarsità di mezzi propri è uno degli ostacoli alla crescita delle aziende del nostro Paese. E’ bene ricordarlo, perché le sfide lanciate della globalizzazione non ammettono tentennamenti”.
Fondamentale investire all’estero, facendo ricerca e garantendo la qualità metterci l’avviamento in Paesi quali il Brasile e l’India. La PM Service è un’azienda composta di forze giovani, grintose, ambiziose e ben preparate, rivolta al futuro e con una precisa logica aziendale. La PM Service non è solo alla ricerca della vendita e del miglior prezzo di mercato, ma segue, passo passo, il cliente che intende investire: progetto tecnico, scelta dei prodotti, realizzazione impianto, consegna, logistica, assicurazione e relativa assistenza post vendita. Gli stessi marchi distribuiti dalla PM Service seguono una logica commerciale di qualità ed efficienza piuttosto che di prezzo, soprattutto per gli sviluppi di nuovi progetti ed innovazioni tecnologiche che impegneranno le aziende in collaborazione con la PM Service per al-
meno altri 20 anni. L’investimento che ogni azienda si adopera a fare nel settore della ricerca e dell’innovazione, puntando alla qualità ed efficienza dei prodotti, posiziona l’azienda stessa ai migliori livelli produttivi e commerciali e la qualità si ottiene selezionando i prodotti che si propongono ai clienti. Purtroppo, però, la mancanza di regole e normative precise per il nostro settore, soprattutto per il fotovoltaico, non è sicuramente una preziosa e rassicurante garanzia per le aziende che intendono investire e puntare sulla ricerca ed innovazione, e tanto meno stimolano ed invogliano i potenziali clienti a realizzare impianti di energia alternativa. Questo tipo di mercato cambia molto velocemente, vedi, ad esempio, il recente
cambiamento di allocazione degli impianti fotovoltaici che trasferiscono la loro installazione dai terreni ai tetti per evitare l’impatto ambientale, quindi con diverse progettazioni, ricerca e sviluppo ingegneristico, tecniche di montaggio, diversità di materiale da installare. Solo con una continua e costante ricerca di innovazione e tecnologia avanzata si può sperare di rimanere ad alti livelli, affiancati da ingegneri e progettisti preparati all’evoluzione e cambiamento che richiede il mercato. La professionalità e affidabilità sono le caratteristiche principali della PM Service ed importantissime doti per la conquista del mercato, soprattutto in un periodo di perdurante crisi economica”.
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Paolo Togni Amministratore delegato Togni Spa
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Orientarsi sempre più verso mercati dinamici e in crescita di successo e, vista anche la recente crisi dei mercati occidentali, abbiamo deciso di rilanciare a 360 gradi un importante piano di sviluppo soprattutto rivolto ai nuovi mercati emergenti dove il made in Italy comincia a rappresentare un faro di attrazione sempre più strategico e importante. E’ in questo contesto che le Marche, con la loro im-
“Per noi parlare di internazionalizzazione vuol dire pensare al futuro, pensare a nuovi mercati che hanno grandi potenziali di crescita e di sviluppo. La nostra azienda ha lavorato con costanza e successo nel mercato interno al fine di creare dei marchi importanti nel settore del beverage (Spumanti Rocca dei Forti, Vini CasalFarneto e Acque Minerali Gocciablu e Frasassi) e questo ha comportato grande impegno mentale, economico e finanziario. Visti gli importanti risultati conseguiti nel mercato nazionale, nel corso dell’ultimo decennio abbiamo dato vita ad un progetto strategico di medio-lungo termine legato allo sviluppo dei mercati internazionali. Ad oggi possiamo dire che questa scelta è stata vincente e
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Lamberto Tacoli Presidente Crn Chief Sales & Marketing Officer Gruppo Ferretti
prenditorialità, esperienza e know how, rappresentano concretezza, affidabilità e voglia di sviluppo. Quindi, in momenti come questi, dove nei mercati tradizionali regnano l’incertezza, le difficoltà e uno stallo per lo sviluppo economico, la nostra volontà sempre più è quella di orientarci verso mercati emergenti, dinamici e in crescita”.
Aria cosmopolita nel Gruppo Loccioni Il Gruppo Loccioni si posiziona in nicchie di mercato dove con le proprie competenze e soluzioni punta a migliorare l’efficienza, la qualità e la sostenibilità dei processi e dei prodotti dei propri clienti. Da sempre la scelta è stata quella di lavorare con grandi gruppi multinazionali leader nei settori dell’elettrodomestico, dell’auto, dell’ambiente, dell’energia e del medicale. Oggi il Gruppo di Angeli di Rosora, nato nel 1968 dalla visione imprenditoriale di Enrico Loccioni, fattura circa il 45% sui mercati esteri contando installazioni in 43 nazioni. L’internazionalizzazione del Gruppo comincia preparando i propri giovani con formazione manageriale e linguistica e facendoli interagire con grandi clienti internazionali. L’interazione quotidia-
na con giovani ricercatori provenienti da atenei nazionali ed esteri, con clienti e visitatori provenienti da ogni parte del mondo, contribuisce a far respirare un’aria cosmopolita nel piccolo centro marchigiano. Da queste esperienze nascono progetti di internazionalizzazione ‘cuciti su misura’ per i mercati di riferimento come quello che ha visto Matheus Furlan, brasiliano di Campinas, lavorare per circa tre anni presso il Gruppo Loccioni per poi decidere di tornare in patria ed agire come avamposto commerciale e di supporto tecnico al mercato brasiliano. La stessa formula è stata applicata per presidiare i mercati dell’estremo Oriente, dove il Gruppo Loccioni conta di giocare un ruolo importante nel prossimo futuro. Si punta sui giovani, ad esempio con il progetto Resi-
dent Engineer, grazie al quale i collaboratori che lo desiderano hanno l’opportunità di trascorrere un periodo di lavoro presso clienti e partner nelle diverse parti del mondo. Così è successo negli Stati Uniti, dove a partire da questo progetto si arriva nel 2009 alla nascita della Loccioni Usa Inc, prima filiale estera del Gruppo, che conta ad oggi tre collaboratori e cura gli interessi dei clienti nel mercato Nafta. “Il mercato nord americano –spiega Ignazio Droghini, amministratore della Loccioni Usa- è da sempre di grande importanza per il nostro Gruppo, sia per il fatturato che ne deriva, sia perchè è un territorio all’avanguardia in ricerca e innovazione. Un gruppo come il nostro qui può vendere, ma anche importare nuove soluzioni e tecnologie”.
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La cultura del made in Italy nella nautica a livello globale “L’Italia è da tempo tra i leader mondiali della cantieristica da diporto, essenzialmente perché possiede un know how di grande valore costituito da un mix di alta tecnologia, design unico e artigianato ai massimi livelli. Tutti elementi propri anche di Crn, che hanno contribuito a diffondere la cultura del made in Italy nella nautica a livello globale. Queste caratteristiche si ritrovano anche nel panorama del distretto nautico marchigiano, costituito da realtà industriali competitive e di tutto rilievo, di cui Crn, marchio del Gruppo Ferretti, costituisce uno dei brand di punta. Crn è oggi uno dei pochi cantieri di megayacht con numeri in crescita e con un portafoglio ordini completo fino a tutto il 2014. Ci piace pensare che questi risultati siano stati raggiunti anche, e soprattutto, perché abbiamo voluto mantenere tutte le fasi dell’attività produttiva in questo territorio, dalla progettazione fino al varo, esportando unicamente il prodotto finito, anche attraverso campagne di marketing mirate. L’ ‘estero’ per Crn non è mai stato inteso come ricerca di nuove sedi produttive a basso costo di manodopera, ma di ‘mercati di riferimento’. In generale, comunque, la maggior parte
della nostra attività si concentra su un target di persone con un’età media tra i 40 ed i 65/70 anni con un patrimonio superiore ai 30 milioni di euro e che possono arrivare dal qualsiasi parte del mondo, Europa, Middle east, Europa dell’Est come aree geografiche di riferimento, mentre tra i Paesi emergenti includiamo il Messico, il Brasile e l’Asia. Stiamo registrando comunque con interesse anche un ritorno della clientela americana e russa, quest’ultima, quasi scomparsa qualche anno fa, oggi di nuovo affacciatasi nella nautica di lusso, ma con un approccio più razionale. Siamo partiti da Ancona nel 2000 con la volontà di farla diventare uno dei siti produttivi leader a livello mondiale nel settore della nautica custom. Abbiamo deciso di focalizzare il nostro core business, impegnandoci nella realizzazione di imbarcazioni in acciaio e alluminio tra i 44 e gli 80 metri di lunghezza: quella scommessa ci ha dato oggi ragione, tanto che in cantiere ci sono 17 barche in costruzione, nove Crn e otto Custom Line. Un megayacht Crn che naviga per il mondo viene oggi associato automaticamente ad Ancona e agli investimenti che abbiamo fatto qui, che oggi possiamo dire essersi rivelati vincenti”.
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Grande successo per la prima giornata di Appassimenti aperti Domenica 20 novembre la seconda e ultima tappa della manifestazione
“Fit & wellness village”, marzo 2012, ad Ancona
Assalto a Serrapetrona
Primo evento per il benessere
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l paese di Serrapetrona trasformato per una domenica per la 6a edizione di Appassimenti aperti, la manifestazione dedicata alla valorizzazione della Vernaccia di Serrapetrona docg e del Serrapetrona doc. Affluenza imponente, ristoranti e cantine super affollati, grazie anche alla giornata di sole che ha stimolato la gita fuori porta. “Un grande successo –il commento di Adriano Marucci, sindaco di Serrapetrona–; ogni anno che passa Appassimenti aperti si conferma come manifestazione enologica sempre più importante e di primissimo piano a livello nazionale. Grazie all’impegno di tutti i produttori e della Pro loco abbiamo garantito un servizio di alto profilo alle migliaia di visitatori, che sono venuti da ogni parte d’Italia. Le cantine, il mercatino di prodotti del territorio, la mostra di artigianato artistico e anche tutti gli agriturismi e i ristoranti della zona hanno registrato il tutto esaurito. Di più proprio non potevamo fare”. Domenica 20 novembre la seconda e ultima giornata della manifestazione: dalle ore 11 alle ore 19 nella piazza della deliziosa cittadina nel cuore del Maceratese sarà possibile degustare negli stand dei produttori le eccellenti qualità ot-
Una delle affollate cantine di Serrapetrona alla prima giornata di “Appassimenti aperti” tenute dal vitigno autoctono Vernaccia Nera. Per le vie del centro saranno allestiti anche una mostra-mercato delle tipicità agroalimentari della provincia di Macerata e il mercato dell’artigianato artistico. Come ogni anno, grazie ad un servizio navetta gratuito, si potranno raggiungere le cantine e gli ‘appassimenti’, dove le uve vengono lasciate per mesi ad appassire. Appassimenti aperti nasce per raccontare la storia affascinante di uno dei vini simbolo delle Marche e del suo profondo legame con il territorio. L’iniziativa è organizzata dal Co-
mune di Serrapetrona, dai Comitati di tutela delle due denominazioni e dall’Istituto marchigiano di Tutela vini, in collaborazione con Banca Marche, Camera di commercio di Macerata, Regione Marche e con la Provincia di Macerata che ha inserito Appassimenti aperti nel cartellone di “…assaggi di Raci”. Appassimenti aperti promuove la conoscenza di vini inconfondibili ottenuti da vitigno autoctono, dunque inestricabilmente legati alla loro terra e non riproducibili altrove. L’appuntamento di Serrapetrona rappresenta un’oc-
casione unica per ammirare le bellissime ‘pareti di grappoli’ appesi ad appassire, ed ascoltare dai produttori stessi una storia antica: apparteneva infatti alla civiltà contadina l’usanza di mettere ad appassire l’uva per assicurarsi buon vino, superando le difficoltà che la natura opponeva; oggi quella necessità è diventata un’eccellenza, simbolo di un territorio che basa su enogastronomia, cultura e tradizioni il suo sviluppo. Info: www.appassimentiaperti.it tel 0733 908321 Comune di Serrapetrona.
Estetica, salute, alimentazione, attività fisica: sono i temi del primo evento nelle Marche interamente dedicato al benessere, proponendosi come un grande palcoscenico dove mostrare il meglio dell’industria marchigiana nel settore fitness & wellness. Fit & wellness village, questo il nome dell’evento, che, organizzato da First Class, si terrà nei locali della concessionaria Delta Motors di Ancona dal 23 al 25 marzo 2012. “Il sistema economico locale ripone la sua fiducia nel settore privato per trovare nuovo slancio e vitalità -afferma Elena Baldassarri, responsabile del progetto di First Class-, soprattutto alla luce delle recenti vicissitudini della Fiera di Ancona, con conseguenti spostamenti a Pesaro o chiusure di manifestazioni. Noi vogliamo dare un messaggio che già oggi, a diversi mesi dall’evento, sta riscuotendo molto interesse. Abbiamo già molte adesioni, di aziende locali e nazionali, a dimostrazione che quando ci sono progetti e impegno il sistema privato delle Marche risponde. Il “villaggio del benessere” è un’occasione importante per il territorio, il suo tessuto produttivo e i suoi protagonisti, perché offre loro un momento esclusivo per esporre e presentare i nuovi prodotti e i diversi trend di un
settore in crescente espansione che stimola sempre più l’interesse di esperti e consumatori. L’evento-esposizione, in linea con la richiesta attuale del grande pubblico di un crescente bisogno di armonia, benessere ed equilibrio fisico e mentale, nasce per offrire visibilità, per ampliare le connessioni tra domanda ed offerta nel territorio marchigiano, e, contemporaneamente, creare un appuntamento gradito e originale per gli operatori del settore, per i cultori del benessere o per i semplici curiosi. Un allestimento su una superficie di 850 metri quadrati, in una location d’impatto e di forte appeal che gode di una posizione strategica rispetto al polo commerciale di Ancona, accoglierà molti eventi ed espositori che caratterizzeranno l’iniziativa nelle diverse aree tematiche, a partire da quella del benessere-estetica (trattamenti estetici, prodotti cosmetici, attrezzature e centri estetici, spa, macchinari, resort & relais) passando per lo sport, l’alimentazione e la medicina naturale (tecniche innovative, omeopatia, yoga, shiatsu, reflessologia plantare, massaggi ayurvedici). Non mancheranno momenti di approfondimento a carattere scientifico e dimostrativo che implicheranno la dimostrazione di tecniche estetiche e macchinari medici specifici.
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Sodalizio di lettere
Il saggio pubblicato nel 1945
Quando Alceo Moretti “incontrò” Umberto Calosso
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ai microfoni di “Radio Londra”, durante gli anni della Seconda guerra, la voce di Umberto Calosso. Giornalista, politico e docente, nella capitale
Alceo Moretti inglese Calosso fondò, con altri emigrati italiani, l’associazione “Free Italy”, collaborando anche alle trasmissioni per l’Italia della famosa emittente radiofonica. La sua opposizione al regime gli era costata, anni addietro, l’estromissione dall’insegnamento: la decisione di lasciare il proprio Paese lo vedrà prima in Francia, poi a Londra, in Spagna, a
Malta, e di nuovo a Londra. Caduto il fascismo, nell’ottobre del 1944, il ritorno in Italia: dove Umberto Calosso l’anno successivo pubblica, per i tipi di Alceo Moretti, “La legge degli imperi ”, corposo saggio di 144 pagine. Due nomi legati dall’impegno nella lotta antifascista e dalla comune esperienza nelle file della resistenza. Moretti ha solo 24 anni quando pubblica il libro di Calosso, già autore di scritti come “L’anarchia di Vittorio Alfieri” o “Antonio Gramsci e l’Ordine Nuovo”, e collaboratore di punta del quoti“La legge degli imperi”, il frontespizio del libro scritto da diano l’ “Avanti!”. Un Umberto Calosso e pubblicato da Alceo Moretti nel 1945; per eminente giornalista e gentile concessione della Fondazione Gramsci di Bologna scrittore in sodalizio di da Guido Calogero e con lucida disamina delle polettere con il giovanissiCarlo Azeglio Ciampi litiche di colonizzazione mo Moretti, futuro edicome collaboratore. “La e delle linee di sviluppo tore di riviste quali “Lilegge degli imperi” è una degli imperialismi in un beralsocialismo”, diretta excursus storico che segue la marcia dei popoli desiderosi di “impero” verso la decadenza. “Truffa mussoliniana” parlare dell’Abissinia come colonia di popolamento: il contraltare è con una “viva, fresca, libera nazione”. A riguardo, un impegno che vedrà Calosso, nel 1946, deputato alla Costituente, e Alceo Moretti, dopo la lotta partigiana del ’43, membro del governo provvisorio del Comitato di liberazione nazionale delle Marche. S.C.
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L’economista Giacomo Vaciago ospite di “ER Academy”
“Dieci anni per cambiare” L’economista Giacomo Vaciago, già consulente del governo ed editorialista del Sole 24 Ore, ha inaugurato gli appuntamenti di “ER Academy”,
riesce comunque a crescere, essere internazionali è una condizione di successo, le nostre aziende lo devono diventare per forza. Nonostante la crisi, ci
Giacomo Vaciago, nella foto il terzo da sinistra, al primo appuntamento di “ER Academy”; alla sua sinistra Enrico Cappanera, amministratore delegato Energy Resources progetto di Energy Resources per creare momenti di condivisione di idee e di proposte, di scambi di opinioni e di approfondimenti, aperto a tutti coloro che sentono di partecipare al progetto di pianeta sostenibile che il gruppo ha posto alla base della sua azione. Una platea affollata ha interagito per oltre due ore con Vaciago sul tema “Eurozona e mancata crescita dell’Italia”, tra gli altri anche il direttore generale di Ubi Banca Popolare di Ancona, Luciano Goffi. Molti gli argomenti affrontati, dalla stretta attualità nazionale agli scenari internazionali di lungo periodo, con un grande filo conduttore: la pressante richiesta di impegno per la crescita e lo sviluppo. “Fondamentale la crescita: se vogliamo salvare il Paese – ha spiegato il professor Vaciago– bisogna produrre reddito per ripagare il debito. Non possiamo adottare misure restrittive nei confronti delle aziende e della parte sana dell’Italia, servono politiche per lo sviluppo delle aziende. Ricordiamoci che la crisi non è mondiale, è una crisi europea e italiana. Chi opera all’estero
sono territori che crescono anche in Italia: vedi il Trentino, che attua politiche per lo sviluppo e l’attrazione di aziende estere ed eccellenze mondiali”. Per finire, un messaggio di speranza e di urgenza: “Nessun Paese è condannato per sempre. L’Italia è stata ai vertici del mondo diverse volte nel corso della propria storia, dai romani al Rinascimento. Anche quando eravamo poveri abbiamo sempre saputo riprenderci, prima o poi torneremo a crescere. L’importante è farlo ora: sappiamo cosa bisogna fare e che ci vorranno dieci anni per sistemare il Paese, bisogna cominciare da ora. Soprattutto bisogna essere credibili, non si risolve in sei mesi ciò che non si è fatto in trent’anni”. Positivo il commento di Enrico Cappanera, amministratore delegato di Energy Resources: “Vaciago ci ha fornito moltissimi stimoli e indirizzi; un’occasione proficua per tutti i dipendenti e gli amici che sono intervenuti. Internazionalizzazione, professionalità, innovazione e credibilità sono tutti temi su cui lavoriamo da anni e su cui continueremo ad investire per garantire il nostro futuro”.
Da Maraviglia Travellers’ Company un pacchetto ad hoc: tradizioni, gusto e natura
Autunno ai Sibillini L’autunno del relax è questo: gusto e tradizioni, genuinità e natura, declinati in un salutare “vivere lento”. Per fuggire dal traffico e dalla routine quotidiana e concedere ad anima e corpo una rigenerante pausa per ricaricarsi, niente di meglio dell’accogliente abbraccio di un paesaggio montano che sa stuzzicare con la sua quiete e con la particolarità dei suoi sapori. Da Maraviglia Travellers’ Company una proposta raffinata e coinvolgente, per una sette giorni da vivere intensamente alla scoperta dell’entroterra marchigiano. “La dolce vita nei Sibillini” è il pacchetto proposto dal noto tour operator: ospiti di una dimora storica, in trattamento di mezza pensione, si verrà guidati alla scoperta di un territorio dalle mille sorprese, da assaporare con ogni senso. Delizierà il gusto la visita guidata di due laboratori artigianali di formaggi e salumi, cui seguirà una piacevole degustazione. Tatto ed olfatto saranno solle-
ticati durante la lezione di cucina e nell’avventurosa spedizione alla ricerca del tartufo insieme ad un esperto cavatore che racconterà i segreti del tubero più famoso al mondo. Ma anche l’occhio avrà la sua parte, potendo spaziare dalle meraviglie naturali che si schiuderanno nel corso dell’escursione guidata attraverso il paesaggio aperto ed incontaminato dei Sibillini alle particolarità architettoniche, cariche di storia, del delizioso
borgo di Visso, cui si verrà accompagnati da una guida. Sette giorni di emozionanti esperienze, di momenti rigeneranti che accompagneranno il visitatore anche al suo rientro in città. Sette giorni da protagonisti, viziati da un tour operator che ha fatto dell’eleganza e dell’unicità il suo marchio di distinzione e che, per l’occasione, ha previsto un omaggio a sorpresa per i fruitori dell’offerta. Rosemary Martarelli
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cultura
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Rof, chiuso in pareggio il bilancio 2011 “Nessun miracolo, solo la capacità di non fare il passo più lungo della gamba”; così il sovrintendente del Rossini Opera Festival, Gianfranco Mariotti (nella foto a lato), presentando il bilancio 2001 del Rof: chiusura in pareggio, un dato di
Le Marche sul grande schermo: nelle sale cinematografiche il film di Pupi Avati E’ nelle sale cinematografiche “Il cuore grande delle ragazze”, ultimo film di Pupi Avati (nella foto) girato quasi interamente tra il Fermano e il Maceratese. Un omaggio all’Italia rurale degli anni Trenta, a quella civiltà contadina di cui il nostro entroterra conserva ancora caparbiamente delle tracce. “Ci unisce a questa terra il buonsenso”, ha detto il regista emiliano a Fermo nei giorni scorsi per la presentazione del film insieme al fratello Antonio, produttore dell’opera. La pellicola narra la storia d’amore tra un giovane contadino e una ragazza di buona famiglia, ed è ispirata alla vita dei nonni del regista. A dare il volto ai protagonisti, Micaela Ramazzotti e il cantante Cesare Cremonini, alla sua prima prova come attore cinematografico. Hanno espresso soddisfazione, in occasione dell’anteprima fermana del film, le autorità locali, tra cui l’assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini, il presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti, il sindaco della città Nella Brambatti e il prefetto Emilia Zarrilli, che hanno sottolineato come il film sia un’occasione preziosa per la promozione del territorio marchigiano, sempre più frequentemente sotto i riflettori. “Nella vostra regione si torna volentieri”, ha commentato Avati, evidenziando la disponibilità e la calda accoglienza del territorio in cui sono state girate le riprese, quattro settimane a cavallo tra il mese di febbraio e il mese di marzo scorsi. Molti i marchigiani che hanno collaborato alla realizzazione della pellicola: il 30 per cento della troupe e il 50 per cento delle comparse (oltre 200), infatti, proveniva dalla nostra regione. Ros. Ma.
particolare rilievo nel contesto di crisi in cui versa la cultura. Nonostante i tagli che dal 2001 ad oggi hanno portato al dimezzamento dei fondi, da 10 a 5 milioni e 300 mila euro, il festival di Pesaro ha inoltre saputo mantenere la qualità dell’offerta.
Who’s Who in Italy Un’edizione personalizzata è stata donata per celebrare il 150° dell’Unità d’Italia a tutti i presidenti e ministri dell’Economia di oltre 180 Paesi del mondo, invitati dal presidente Napolitano in occasione delle festa della Repubblica. La nuova edizione 2011 di Who’s Who in Italy darà il proprio contributo per una migliore conoscenza a livello internazionale del nostro Paese, presentando oltre 7.500 profili biografici e 4.800 profili di imprese e istituzioni più rappresentativi in Italia. La regione Marche, presente istituzionalmente ormai da varie edizioni, dà un immagine chiara e articolata del tessuto economico-imprenditoriale del territorio. Il ruolo di questo strumento quotidiano di lavoro è quello di comunicare l’energia vitale del Paese e metterne in luce le eccellenze. L’opera on-line è consultabile su www.whoswho.eu.
ne e 569 mila euro per la pubblica amministrazione. “Un fenomeno economico e sociale”, il Rof, nelle parole dell’assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini: “Una potente leva di sviluppo –ha aggiuntograzie alla sua forza attrattiva e turistica”, come confermato dall’edizione 2011, che ha
registrato oltre 16 mila presenze. Di grande richiamo il cartellone 2012: oltre alle due nuove produzioni “Ciro in Babilonia” e “Il signor Bruschino” e alla ripresa della “Matilde di Shabran” firmata da Mario Martone, il “Tancredi” in forma di concerto. Ro.Ma.
Pesaro, gli appuntamenti della stagione teatrale: temi d’attualità e grandi classici. Cartellone ricco per contenuti e presenze
Al Rossini tra finzione e realtà S
ignificativa per contenuti e presenze sceniche, lo sguardo rivolto alla drammaturgia di tutti tempi, con importanti classici a fare la parte del leone: la qualità a connotare la nuova stagione teatrale organizzata al Teatro Rossini dal Comune di Pesaro e dall’Amat. Prossimo appuntamento, il 25, 26 e 27 novembre, con Paolo Poli e lo spettacolo Il Mare ispirato alle novelle della scrittrice Anna Maria Ortese. Tema tra i più attuali e delicati come quello della violenza sulle donne con lo spettacolo La donna che sbatteva nelle porte, in programma il 20, 21 e 22 gennaio, tratto dal romanzo di Roddy Doyle; allestimento di Giorgio Gallione, Marina
Massironi unica e sorprendente interprete. Il 10, 11 e 12 febbraio sarà la volta di Antigone, mito della tragedia
compagnia Le Belle Bandiere con un linguaggio teatrale vicino al nostro tempo. E’ invece
“Il racconto d’inverno” di Shakespeare greca di Sofocle messo in scena da Elena Bucci e Marco Sgrosso della
un’Otello senza Jago, un Romeo e Giulietta a lieto fine, il bellissimo Il
racconto d’inverno di Shakespeare messo in scena da Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, gli ex ragazzi dell’Elfo, che restituiscono ad arte, con la loro Compagnia, le vicende di una favola magica: appuntamento con questo spettacolo cult il 24, 25 e 26 febbraio. Seguirà la famosa commedia Cena dei cretini di Francis Veber che il 16, 17 e 18 marzo Zuzzurro & Gaspare porteranno in scena. Per finire, il 30-31 marzo e 1 aprile, un grandissimo e divertente classico: Il ventaglio di Carlo Goldoni, portato in scena con la fantasiosa direzione di Damiano Michieletto, noto al pubblico pesarese per le applaudite regie al Rof.
“Sogno di una notte d’estate”: secondo anno di tournée per la produzione dello Stabile In scena un gruppo di attori, sì giovani, ma già lanciatissimi, che grazie a questo lavoro hanno affrontato la loro prima vera tournée teatrale in compagnia e sotto la guida di un maestro come Carlo Cecchi, per un progetto fresco e accattivante. Dopo il successo della scorsa stagione è ripartita in tournée la produzione del Teatro Stabile delle Marche Sogno di una notte d’estate
Le musiche le ali: lo spartito dell’acqua per il Concerto di Natale alle Muse Riunire tanti giovani intorno alle tematiche dei diritti umani, e farli riflettere attraverso una passione comune. La musica può farlo, come dimostra il progetto “Le musiche le ali”, che, alla sua terza edizione, si pone l’obiettivo di creare un’orchestra ed un coro giovanili che parteciperanno al Concerto di Natale previsto per il 15 dicembre alle Muse. Coinvolte 14 istituzioni scolastiche di 9 Comuni della provincia di Ancona, per un totale di 170 studenti dagli 11 ai 18 anni, il progetto, dedicato alla riflessione sul diritto all’acqua, è promosso dalla Provincia di Ancona con Regione Marche, Comune di Ancona, Form, Amici della Musica “Guido Michelli”, Fondazione Teatro delle Muse, in collaborazione con Teatro Stabile delle Marche, Istituto superiore di studi musicali “G.B. Pergolesi” e Rotary Club di Ancona (al progetto, l’adesione del presidente della Repubblica). Un appuntamento, quello del 15 dicembre, che vedrà esibirsi insieme giovani studenti e professionisti della Form: “Un modo per far vivere ai ragazzi un’esperienza da veri musicisti”, sottolinea Annalisa Pavoni, curatrice del progetto. Lo spettacolo si snoderà attraverso momenti diversi, con l’esecuzione di due composizioni di Paolo Marzocchi e di un brano di Toru Takemitsu, la lettura di una storia sul diritto all’acqua scritta da Guido Barbieri, direttore artistico degli Amici della Musica e la testimonianza di Congo Lassané proveniente dal Burkina Faso. Rosemary Martarelli
Positivo anche il bilancio sociale 2010 del Rof che, a fronte di 5 milioni e 225 mila euro di entrate, ha elargito remunerazioni per 2 milioni e 180 mila euro per maestranze ed artisti, un milione e 200 mila euro per le attività economiche, e un milio-
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di William Shakespeare (foto a lato) con la regia e la presenza in scena di Carlo Cecchi e una compagnia di quindici giovanissimi attori; la traduzione è della poetessa Patrizia Cavalli, i costumi sono di Sandra Cardini e la consulenza musicale è di Nicola Piovani. Lo spettacolo, con il patrocinio dell’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, fino a marzo 2012 calcherà i
palcoscenici di 20 città italiane; nelle Marche sarà in scena, dopo Macerata e Fano, al Teatro Pergolesi di Jesi il 21 e 22 gennaio 2012. Tra le tappe più importanti che saranno toccate: Napoli, Teatro Bellini, 18/27 novembre; Firenze, Teatro della Pergola, 6/12 dicembre; Genova, Teatro della Tosse, 25/29 gennaio; Roma, Teatro Vascello, 31 gennaio / 12 febbraio.
“Da qui riparte il nuovo Canguro” Il prossimo appuntamento è per il 27 novembre: “Storie appese a un filo”, firmate Teatro del Canguro. Che l’8 gennaio, sul crinale dell’anno nuovo, ad Ancona debutterà in prima nazionale con la nuova produzione “La Bella e la Bestia”, sempreverde fiaba popolare del ‘700, di cui lo spettacolo saprà esaltare l’aspetto più magico. Questa, d’altra parte, la mission di una realtà di cui il nostro territorio si pregia: finalità ribadita dal direttore artistico del Teatro del Canguro, Lino Terra; “Mettere la nostra creatività al servizio dei più piccoli”. Alle derive delle più frequentate forme di comunicazione, la contrapposizione di un luogo che ha la fisicità stessa dei suoi “riferimenti culturali”. Un luogo “importante per la crescita psicologica e sociale del bambino”: “Tanto più avanza la tecnologia e la comunicazione diventa frammentata, schizofrenica, tanto più il teatro offre occasioni di riflessione e di libertà”. Domeniche a teatro, e un nutrito carnet di matinée in sinergia con il mondo della scuola: sono i due grandi filoni in cui si articola
rassegna “A perditad’occhio”, che con questa 31a edizione saluta il rilancio del Canguro, istituzione cui ormai storicamente è legata nel capoluogo la stagione
gi, di fare quello che sappiamo fare meglio”. In tempi di crisi, quattro nuovi giovani assunti; immutati i prezzi dei biglietti, già molto contenuti, e diverse le
“Voglio la luna”, Teatro Baku Teatro Pirata
per ragazzi. “Il passaggio, compiuto nei mesi scorsi, da Stabile a Impresa di produzione si è rivelata un’efficace spinta propulsiva per la ridefinizione delle nostre attività e dei progetti in cantiere. Grazie alla maggiore flessibilità del nuovo status –inciso di Lino Terra-, abbiamo ritrovato l’entusiasmo degli inizi, il piacere di sperimentare nuovi linguag-
“A perditad’occhio” alla 31a edizione: ad Ancona articolata la rassegna per ragazzi
agevolazioni: Rafforzato inoltre il legame con la scuola, attraverso una serie di attività rivolte anche agli insegnanti -proposte nel progetto “Recitare con gli oggetti”- e una maggiore articolazione di quelle programmate nell’ambito del progetto “Teatro educazione”. Del Canguro come “eccellenza per il territorio”, “una delle più importanti realtà italiane di teatro per ragazzi”, ha parlato l’assessore dorico Andrea Nobili durante la presentazione della nuova stagione. Nel cartellone degli spettacoli domenicali allo Sperimentale (inizio ore 17): “La bella addormentata”, Teatro Verde, 11 dicembre; “Voglio la luna”, Teatro Baku Teatro Pirata, 29 gennaio 2012, “Hansel e Gretel”, Progetto Zattera Teatro, 12 febbraio; “Giocagiocattolo”, Teatro del Buratto, 4 marzo; “Brr…che paura!”, Gli Alcuni, 25 marzo. La rassegna è organizzata in collaborazione con il Ministero delle Attività e dei Beni culturali, Comune e Provincia di Ancona, Regione Marche e Amat. Info: 071/82805 www.teatrodelcanguro.it Silvana Coricelli
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Gli eroi di Alessandrini in mostra nel capoluogo Il filo conduttore della sua carriera segue il tracciato stesso dei suoi segni neri decisi, nervosi ma sempre flessibili, che da quarant’anni danno il volto agli eroi comuni ma straordinari nati dalla fantasia di grandi artisti e sceneggiatori. Giancarlo Alessandrini è così: una vita di sfide ed avventure come
quella dei suoi personaggi, una curiosità innata, un carattere volitivo che ha messo al centro del suo mondo la passione per il disegno ed il fumetto. Ed ora Ancona gli dedica una personale dal titolo “Disegnare eroi”, per celebrare un grande conterraneo (Alessandrini è nato a Jesi) di fama
internazionale e che proprio nella Dorica ha maturato ed accresciuto la sua arte. La mostra, visitabile fino al 27 novembre, è stata organizzata dall’associazione culturale Galleria Puccini, con il sostegno degli assessorati alla Cultura di Comune e Provincia di Ancona, ed è stata allestita in due diversi spazi cittadini: la
Mole Vanvitelliana e la Galleria Puccini di via Bernabei. Oltre 250 tavole in esposizione, comprese opere inedite e vere e proprie chicche. Una vita dedicata al disegno fumettistico, quella di Alessandrini; una passione nata in tenera età e che ha avuto una svolta professionale nel 1972, quando l’artista iniziò
cultura la sua collaborazione con il Corriere dei Ragazzi. Poi un susseguirsi di successi, illuminati da nuovi eroi che prendevano vita sotto le sue abili mani. Risale al 1982 il suo personaggio più noto, Martin Mystère, il detective dell’impossibile di Alfredo Castelli, di cui Alessandrini è creatore grafico. E ancora il moltiplicarsi delle collaborazioni con la Sergio Bonelli Editore e la
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parigina Bagheera, per cui disegnò tre volumi della saga di Indiana Jones e due volumi del fantasy Outremer. Una passione per il lavoro che tuttora lo vede affamato di nuovi spunti e guidato dalla curiosità; a Giancarlo Alessandrini, ricordiamo, andò nel 1992 il prestigioso premio Yellow Kid come migliore disegnatore italiano. Rosemary Martarelli
All’Omero come al Louvre T
utti conoscono Il Gladiatore Borghese, Lo Schiavo ribelle di Michelangelo o il Mercurio di Giambologna: si tratta di veri e propri simboli che rappresentano l’evoluzione del linguaggio e delle forme artistiche, ma non solo. Ed è il Museo del Louvre a realizzare una mostra che rappresenta questo itinerario storico-artistico e che appunto è titolata “Le mouvement sculpté – Il movimento scolpito”. Si tratta di 18 opere del Museo parigino, che hanno
già riscosso un grande successo nel continente asiatico fra Taiwan e la Cina e che fino al 30 aprile 2012 saranno esposte al Museo Omero di Ancona, nelle stanze di via Tiziano n. 50. Si tratta di pezzi di grande valore, copie al vero e rilievi in gesso e resina di celebri sculture. La mostra è a cura di Geneviève Bresc Bautier, conservatore generale incaricato del Dipartimento di scultura del Museo del Louvre, e di Cyrille Gouyette, responsabile generale delle
attività del Museo del Louvre per il pubblico diversamente abile; l’allestimento di Massimo Di Matteo, unitamente al coordinamento del progetto voluto dal compianto presidente e direttore del Museo Omero Roberto Farroni, scomparso di recente, e da Aldo Grassini, ne fanno un’occasione da non perdere. Ad arricchire l’esposizione, “Bello e accessibile”: proposto in anteprima il primo nucleo della nuova sezione itinerante del Museo Omero.
“Il movimento scolpito”: 18 opere del Museo parigino ad Ancona, nelle stanze della prestigiosa istituzione di via Tiziano. Che per l’occasione propone il primo nucleo della sua nuova sezione itinerante Jean Baptiste Pigalle, scorcio con Mercurio che allacci ai sandali, 1744
Un nuovo patto per lo sviluppo della cultura Da Fano un nuovo patto per lo sviluppo della cultura, frutto della concertazione tra Regione, mondo della cultura e delle imprese. È questo il risultato più significativo del seminario “Imprese per la cultura in tempo di crisi”, che si è svolto al Teatro della Fortuna, promosso dalla Regione Marche. Nell’attuale scenario di crisi la cultura può far da traino allo sviluppo economico, contribuendo a dare linfa vitale alle imprese. Lo ha ribadito con convinzione
l’assessore regionale Pietro Marcolini: “Questa iniziativa ci ha consentito di chiamare a raccolta il mondo economico produttivo e quello della cultura, per condividere di fronte alle asprezze della crisi e ai cambiamenti necessari, la possibilità di una risposta comune che costituisca una concreta possibilità per nuove forme di economia. Le Marche sono una regione di cultura connotata da una straordinaria diffusione di beni culturali; un territorio dove il ‘saper
fare’ e lo spirito imprenditoriale si uniscono al genio dell’arte. Con questo seminario si è cercato, per la prima volta, di far tesoro delle esperienze svolte nel territorio in questi anni, per valorizzarle e per avviare un percorso costruttivo di condivisione di progetti e interventi destinati a qualificare il tessuto culturale regionale. Sulla scia dell’esempio storico di Federico da Montefeltro che ha permeato la città di Urbino rendendola ricono-
scibile come simbolo del Rinascimento, la Regione è pronta condividere con gli imprenditori e le fondazioni la nascita di un nuovo umanesimo delle arti e della cultura che abbia come fulcro le Marche”. Dopo i saluti del sindaco di Fano, Stefano Aguzzi, dell’assessore alla Cultura della Provincia di Pesaro Urbino, Davide Rossi, e del presidente della Fondazione Teatro della Fortuna, Giuseppe De Leo, sono seguite le relazioni del presidente
Civitanova, il meglio della danza Civitanova Marche è pronta ad accogliere la XV edizione della rassegna invernale Civitanova Danza tutto l’anno, un cartellone di cinque appuntamenti da gennaio ad aprile con quanto di meglio presenta la scena italiana ed internazionale. L’inaugurazione, il 25 gennaio 2012 al Teatro Rossini, sarà affidata a Giselle -balletto romantico per eccellenza- nell’elegante interpretazione dello Slovak National Theatre; coreografia di Ondej Šoth e Juraj Kubánka, musica di Adolphe Charles Adam. Il 3 febbraio il Teatro Annibal Caro ospiterà lo studio di Parkin’son di Giulio D’Anna prima del debutto all’Auditorium di Roma quale vincitore del prestigioso Premio Equilibrio. Giulio D’Anna marchigiano di nascita e olandese di formazionepresenterà l’ultima tappa di lavoro, danzando con suo padre un brano di forte impatto emotivo che proprio a Civitanova Marche è stato creato durante una recente residenza nell’ambito del progetto Civitanova Casa della Danza.
Serata imperdibile quella del 24 febbraio, quando brillerà il talento di Silvia Azzoni, vincitrice dell’ulti-
Prix quale coreografia dell’anno in Francia, spettacolo che coniuga diversi stili, dal contempoSilvia Azzoni
mo “Oscar del balletto mondiale” (il Benois de la Danse); con lei, nel Gala presentato al Teatro Rossini, un gruppo di fuoriclasse dell’Hamburg Ballett di John Neumeier, di cui è la prima ballerina. Ancora la grande danza internazionale protagonista il 16 marzo al Teatro Rossini con la Compagnie La Baraka di Abou Lagraa e il Balletto Contemporaneo d’Algeri. Al pubblico di Civitanova Danza presenteranno Nya, grand
raneo all’hip hop, e insolite culture musicali, dal Bolero di Ravel ai
Rassegna invernale con cinque date in cartellone: apre “Giselle”, dello Slovak National Theatre
canti nordafricani. La chiusura della rassegna, il 13 aprile al Teatro Cecchetti, con un dittico della coreografia italiana di grande interesse che vede protagonisti due veri talenti della scena marchigiana, in prepotente ascesa sulle scene internazionali. Un dialogo poetico tra padre e figlia, in cui il linguaggio comune è la danza, al cuore di Daddy’n me di Mara Cassiani. Un assolo di grande intensità e intelligenza divertita, in cui una figura sola cerca e si cerca, è Joseph di Alessandro Sciarroni. La rassegna è promossa dal Comune di Civitanova Marche, dall’Azienda Speciale Teatri di Civitanova e dall’Amat con il contributo di Regione Marche e Ministero per i Beni e le Attività culturali. Inizio spettacoli ore 21.15 - Carta Danza in vendita dall’1 al 10 dicembre (prelazione abbonati scorsa stagione) e dal 12 dicembre vendita nuove carte. Info: Teatro Rossini 0733 812936, Amat 071 2072439, www.civitanovadanza.it, www.amat.marche.it.
del Consorzio Marche Spettacolo, Carlo Pesaresi, del presidente di Confindustria Marche, Paolo Andreani, e di Maurizio Cecconi, esperto di politiche economiche per la cultura. Quindi, gli interventi di Francesco Casoli (presidente Gruppo Elica), Enrico Loccioni (presidente Gruppo Loccioni), Francesca Merloni (Ariston Thermo Group), Gennaro Pieralisi (presidente Gruppo Pieralisi), Gianfranco Sabbatini (presidente Fondazione Cassa di
Risparmio di Pesaro), Emanuela Scavolini (vicepresidente Scavolini spa), e Monia Polini (Faam Group). Investire in cultura, inciso diMarcolini, vuol dire investire sulla qualità e sull’eccellenza; per far questo e affinché si creino reali condizioni di crescita e sviluppo sociale, identitario ed economico, specialmente in questo periodo di crisi, occorre una nuova governance di sistema che risponda a una logica di efficienza.
Muse, standing ovation per capitan Capossela Stacca gli ormeggi e va. Salpa il vascello con il suo carico di umanità, seguendo le rotte di “virtute e conoscenza”. Lungo il viaggio, avverte capitan Capossela: “Del resto, in marina si firma per due anni anziché uno”. E per il pubblico è come imbarcarsi, solcando le acque fonde di un’opera che trova ispirazione nei grandi libri di mare e echeggia i miti, la storia, informando di sé tutta la struttura dello spettacolo. Ventre di balena il palco delle Muse, dove ha fatto tappa il tour di “Marinai, profeti e balene”, come titola l’ultimo album di Vinicio Capossela, cantautorepoeta-capitano che invita ciascuno a “mettere sé nell’alto mare aperto della Vinicio Capossela (foto Elettra Mallaby) letteratura”. Da Melville a Conrad, da Omero a Dante, a Celine, la navigazione è in un luogo immaginario dove risuona il battito del mondo e la visionarietà si mischia con l’avventura. La “ciurma” dei musicisti alle spalle, l’inarrivabile Vinicio a prua del veliero ottocentesco in cui si trasforma adesso la scenografia, che cambia, di volta in volta, e diventa abisso sottomarino, antro del ciclope, calotta stellata. Le voci sono infinite: canto degli aedi e delle sirene, suoni ancestrali, tra suggestioni oniriche e apparizioni mitologiche. Sono canzoni che “presentano qualche rischio”, quelle di Capossela: si può incontrare il ciclope, la medusa e il Minotauro; si può anche finire impiccati o ingoiati dal grande Leviatano. “Sul palco, del Leviatano, abbiamo messo soltanto le ossa, in modo che si possa vedere, aspirare alla luce. Perché se è vero che al peggio non c’è limite, nemmeno al meglio c’è limite”. In piedi il pubblico delle Muse, il tributo ad un artista che nei ripetuti bis parla di Ancona e del suo porto: “Da qui si può partire per le terre da cui io sono attratto”. Il mare è metafora del destino, è la frontiera aperta: quello che abbiamo attraversato con Capossela è l’Adriatico, “mare-lago” che unisce e rende prossima l’altra sponda. E da qui è facile raggiungerla. Silvana Coricelli
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MOTOCICLISMO Superbike – Titolo conquistato dal pilota osimano dopo la gara del Mugello. Il ricordo dell’amico Marco Simoncelli
Il convegno organizzato dal Panathlon Club Pesaro
Baiocco campione italiano L
“Sport, eventi e business”
a stagione motociclistica 2011 ha riservato belle soddisfazioni ai piloti marchigiani e la nostra regione sta sfornando a getto continuo giovani piloti promettenti. Quest’anno è stata la volta del 14enne Lorenzo Baldassarri di Montecosaro, che ha sbaragliato il campo nella Red Bull Rookies Cup, prestigioso monomarca che si corre parallelamente alle tappe europee del motomondiale. A fine stagione il 15enne ascolano Romano Fenati ha vinto il titolo europeo 125 ad Albacete in Spagna, proprio in casa del vivaio notoriamente più prolifico di questi ultimi anni. Sempre Fenati ha perso il titolo italiano al Mugello per 19 millesimi di secondo in volata con il romagnolo Niccolò Antonelli. Per le categorie superiori è stata magnifica la stagione dell’italiano Superbike, dove Matteo Baiocco ed Alessandro Polita si sono contesi il titolo da compagni di squadra nel team mantovano Ducati-Barni. L’asso osimano, Matteo Baiocco, ha coronato alla fine di ottobre 2011 il sogno
corso anche per ricordare lo sfortunato pilota di Coriano. Al Mugello si è conclusa una stagione ricca di soddisfazioni per l’osimano e per il team bergamasco, dove nelle 8 gare del Civ Matteo ha ottenuto tre successi, altrettanti secondi posti, un quarto ed un sesto posto. “E’ stata una giornata incredibile –racconta Matteo Baiocco-, la tragica notizia della scomparsa di Marco Simoncelli nella
Matteo Baiocco di diventare Campione italiano Superbike 2011 sui saliscendi del tecnico e bellissimo circuito del Mugello. Purtroppo, la giornata di domenica 23 ottobre si è aperta con la bruttissima e incredibile notizia arrivata dalla Malesia, relativa all’incidente mortale occorso a Marco Simoncelli nella gara di MotoGp. Matteo, amico di Marco con il quale da bambino aveva corso insieme nelle minimoto, è partito per la gara con il cuore gonfio di dolore, ma da pilota professionista, al pari di tanti altri colleghi, ha
Mondiali di Vela d’altura 2013 assegnati ad Ancona Assegnati ad Ancona i Mondiali di Vela d’altura Orc-Offshore Racing Congress 2013. A deciderlo è stato, di recente, il Comitato ufficiale dei Mondiali di vela d’altura riunitosi in Porto Rico. Nel 2012 la gara sarà ospitata dalla Finlandia. Ancora in ballo il periodo dello svolgimento dei Mondiali 2013, giugno o settembre i mesi più probabili. I campi di regata saranno due: il primo si sviluppa a nord-ovest di Ancona, a breve distanza da Marinadorica; il secondo si snoda, invece, lungo la Riviera del Conero.
Sottoscritto a Buenos Aires un accordo di cooperazione internazionale per i diritti umani
“Progetti sociali” Sono partiti lo scorso 29 settembre gli “ambasciatori di diritti” che da Ancona e Pesaro sono volati in Argentina per partecipare al grande evento sportivo “Los juegos” nella città di Mar Del Plata. I marchigiani, guidati dal presidente regionale Anpis-Associazione nazionale polisportive per l’integrazione sociale, Roberto Grelloni, sono stati invitati direttamente dal governatore della città argentina per portare l’esperienza italiana nel campo della salute mentale. A partecipare, infatti, diversi utenti delle Polisportive “Solidalea” di Ancona e dell’associazione “Tipi Tosti” di Pesaro, accompagnati dagli operatori. In totale sono stati 12 i membri della delegazione, di cui hanno fatto parte anche Edio Costantini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e rappresentante del Csi-Centro sportivo italiano, Massimo Narcisi, vicepresidente Csi Marche, Laura Pergolesi, consigliere di parità della Provincia di Ancona. Durante i 10 giorni i ragazzi hanno preso parte e diverse manifestazioni sportive nell’ambito dei “Los juegos”, partite di calcio, rugby e basket, e hanno fatto visita al centro diurno “Libremente” nella capitale sudamericana. C’è di più, perché con l’occasione è stato anche sottoscritto un importante accordo di cooperazione tra la Provincia di Ancona e la Provincia di Buenos Aires, unite per la tutela dei diritti: firmatari, lo scorso 3 ottobre,
Roberto Grelloni (delegato dalla presidente della Provincia Patrizia Casagrande) e Alejandro Rodríguez, Secretario de Deportes provincial (assessore allo Sport provinciale) di Buenos Aires, il quale durante la conferenza stampa a Mar del Plata ha dichiarato: “Lo sport per noi è un diritto fondamentale e inalienabile, sullo stesso piano del diritto alla vita e al lavoro. Vogliamo esaltare la partecipazione, non la competizione, e l’evento Los Juegos, giunto alla ventesima edizione, è una tappa fondamentale di questo percorso”. “Sono dieci anni che viaggio in Argentina -ha affermato Grelloni- per portare qui l’esperienza italiana dell’associazione Anpis. E’ davvero possibile dare una vita più dignitosa alle persone che soffrono di problemi di salute mentale, in questo senso lo sport è uno strumento stra-
MotoGp ha reso questa gara impossibile. Oggi mi sono limitato a controllare la gara ed è stata la cosa migliore da fare. Essere il nuovo campione italiano Sbk mi riempie di gioia. Per il futuro non ho ancora nulla di preciso. Ci tengo molto a ringraziare tutti i miei fans che mi hanno seguito anche qui al Mugello e tutti i miei meccanici, perché sono stati i numeri uno”.
ordinario”. “Questo progetto di cooperazione tra le due Province è all’avanguardia nel promuovere un modello di sport educativo -ha sottolineato Edio Costantini- e il Csi marchigiano è stato orgoglioso di partecipare. Lo sport è uno straordinario strumento educativo ma deve superare la mentalità competitiva e rimettere al centro la persona umana e il valore della vita. E’ importante più che mai puntare sulla formazione, rivolta sia ai formatori sia agli educatori”. “Abbiamo apprezzato molto l’accordo di cooperazione tra le due Province -ha affermato Patrizia Casagrande-; nonostante le difficoltà dettate dalla crisi economica, riteniamo importante continuare a collaborare a progetti di inclusione sociale che mirano a tutelare i soggetti più svantaggiati, abbattendo le barriere della discriminazione”.
Moroder: “Una legge per promuovere il territorio” Rispondere alle esigenze dei cittadini che praticano sport, valorizzare i progetti di promozione sportiva e gli eventi ludico sportivi che si svolgono sul territorio. Tutto in armonia con i contenuti dello Statuto regionale, con i principi della legislazione statale e gli orientamenti dell’Unione europea: sono le finalità della proposta di legge, a iniziativa della Giunta regionale, “Disposizioni regionali in materia di sport e tempo libero”. “Occorre ammodernare e coordinare la legge regionale sullo sport che risale al 1997 -dichiara l’assessore, Serenella Moroder- per adeguarla alla realtà e alle mutate esigenze del territorio regionale. La proposta di legge, per promuovere e favorire lo sport nel territorio, evidenzia con forza l’importanza del ruolo che lo sport svolge per la coesione sociale”
Il rapporto con gli sponsor ed il ritorno ai territori degli investimenti fatti in occasione dei grandi eventi sportivi è stato il tema al centro della serata organizzata dal Panathlon Club di Pesaro, in collaborazione con Banca dell’Adriatico, improntata su “Sport: eventi e business”, svoltasi, di recente, nella sala convegni della direzione dell’Istituto di credito in via Gagarin a Pesaro. Presenti alla riunione, coordinata da Alberto Iaccarino, presidente Panathlon Club Pesaro, il vice presidente e il direttore generale di Banca dell’Adriatico, Enrico Marchionni e Dario Pilla. In apertura, Iaccarino ha ricordato la scomparsa del pilota Marco Simoncelli, al quale è stato dedicato un ultimo affettuoso applauso. Ospite Angelo Zomegnan, direttore del Giro d’Italia nelle ultime otto stagioni e attuale direttore del comitato organizzatore dei Mondiali di ciclismo su strada previsti in Toscana nel 2013. Le sue capacità comunicative e le esperienze maturate hanno attirato l’attenzione dei soci e degli ospiti
del Panathlon. Zomegnan ha motivato come gli investimenti legati alla massima competizione ciclistica italiana garantiscano un ampio ritorno economico. Articolato l’intervento di Marchionni, incentrato sulla vicinanza di Banca dell’Adriatico allo sport della provincia di Pesaro-Urbino e sulla ricerca delle risorse e l’attuale crisi finanziaria. Sono inoltre intervenuti Enzo Belloni, assessore allo Sport del Comune di Pesaro, che ha ricordato la figura di Giorgio Marollo ed ha illustrato le attività dell’Amministrazione comunale per incentivare il turismo sportivo; Alighiero Omicioli, fautore delle recenti tappe del Giro nella provincia di Pesaro-Urbino, che ha trattato il tema della valorizzazione del territorio attraverso gli eventi sportivi, ed Alessandro Barbalich, già dirigente della Victoria Libertas Scavolini Pesaro, che ha presentato il ‘prodotto’ Nba come esempio di business ad altissimo livello. All’incontro hanno partecipato anche Paolo Pizzi e Tarcisio Pacetti, presidenti del Panathlon Club di Senigallia ed Ancona.
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MARCHEdomani
1 DICEMBRE 2011