CECEDASMAGAZINE

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GIUGNO 2011

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Pubblicazione della Sezione Fotografia CEDAS Fiat

c’è cedas MAGAZINE

50 MM 1 :1.4

ITALIA150 INTERVISTE

PIER PAOLO BADOGLIO PHOTOSHOP

LO STRUMENTO PENNELLO FOTOGRAFIA & INFORMATICA

I FORMATI DEI FILE CONCORSI & MOSTRE

"Il miglior modo di fare “street photography” è avere un buon paio di scarpe"

(Max Ferrero)

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Fotografia di copertina: Claudio Grosso


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La Sezione Fotografia del Cedas si propone di favorire lo sviluppo tecnico e creativo dei Soci fotoamatori, promuovendo iniziative idonee a raggiungere tali scopi. Impianti e attrezzature sono a disposizione dei soci. Aderisce alla F.I.A.F. Ritrovo: tutti i martedì sera dalle ore 20,30 alle ore 22,30 presso la Palazzina Associazioni Fiat in via Giuseppe Giacosa, 38 10125 Torino. Consultare il sito internet per verificare variazioni di orario e/o chiusure programmate. www.cedas.fiat.it Direttivo della Sezione Fotografia:

50 MM 1 :1.4

gazine

GIUGNO 2011

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Pubblicazione della Sezione Fotografia CEDAS Fiat

Delegato: Piola Roberto Vice Delegato: Terrini Prino Luisella Consigliere: Olivo Vincenzo

ITALIA150 INTERVISTE

PIER PAOLO BADOGLIO

In questo numero

4

IL SALUTO DEL CEDAS

di Mario Dalmasso

CEDAS Fiat - Un modello di Associazione che... fa la differenza

5

EDITORIALE

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REPORTAGE

14

UNA FOTO, UN PENSIERO

di Aureliano Casale

16

INTERVISTE

22

PHOTOSHOP

24

FOTOGRAFIA & INFORMATICA

di Pierlorenzo Marletto

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APPUNTAMENTI

28

Mostre

C’è o non c’è... certo che c’è

di Pierlorenzo Marletto Italia 150

PHOTOSHOP

LO STRUMENTO PENNELLO FOTOGRAFIA & INFORMATICA

I FORMATI DEI FILE CONCORSI & MOSTRE

"Il miglior modo di fare “street photography” è avere un buon paio di scarpe"

(Max Ferrero)

Pubblicazione non periodica della Sezione Fotografia del Cedas. Torino 2011. Pubblicazione condivisa in formto PDF (Portable Document Format) non stampata su carta. Ogni autore si assume qualsiasi responsabilità derivante dalle proprie immagini inviate a C’E’ Cedas Magazine per la pubblicazione manlevando la redazione da ogni responsabilità che dovesse derivare dall’utilizzo delle immagini stesse. Tutti i diritti relativi alle fotografie ed ai testi presenti in questa pubblicazione sono riservati ai rispettivi autori. Responsabile: Renata Busettini Redazione: Renata Busettini, Elisabetta Lucido, Aureliano Casale, Massimo Ferrero, Pierlorenzo Marletto, Dante D’Elia. Contatti: cefotomagazine@gmail.com Impaginazione e grafica: Dante D’Elia - www.pixbitstudio.it

Settimo Cerchio

Intervista al fotografo Pier Paolo Badoglio

di Elisabetta Lucido Lo strumento pennello

di Max Ferrero Raw, jpeg e l’allegra combriccola...

Concorsi


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CEDAS Fiat Un modello di Associazione che… fa la differenza di Mario Dalmasso*

Il CEDAS, Centri di Attività Sociali FIAT S.p.A. – FIAT INDUSTRIAL S.p.A. è il Club aziendale di tutto l’universo Fiat rivolto ai dipendenti e ai loro famigliari (ai quali possono aggiungersi anche degli aggregati esterni). Fin dai presupposti che ne anticiparono la denominazione attuale, l’Associazione ha sempre rappresentato un mezzo di qualità esclusiva (sovente preso a modello da altre realtà analoghe) per promuovere, sostenere e agevolare il più largo ventaglio di gratificanti attività rivolte ai propri soci. E’ così che il Cedas da anni continua ad essere un sicuro punto di riferimento per il socio che voglia dedicarsi tanto alle discipline sportive quanto agli interessi culturali, oppure a qualunque altra esigenza recepita e proposta dall’Associazione per soddisfare al meglio il proficuo impegno delle ore libere. Per l’alta qualità delle attività organizzate e dei servizi offerti, grazie ad un forte potere contrattuale sul piano dei costi, si può affermare che la tessera Cedas costituisce ciò che fa la differenza, permettendo - nella maggior parte dei casi - di realizzare progetti ed aspirazioni che altrimenti sarebbero destinati a rimanere nel cassetto. A tutto questo, contribuiscono risorse operative altamente professionali e adeguate strutture messe a disposizione dall’azienda, mentre il prestigio di tecnici sportivi e di docenti nelle varie discipline aggiungono ulteriore valore ad una tradizione consolidata nel suo alto livello. *Segretario Generale Cedas

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C’è o non c’è... certo che c’è di Pierlorenzo Marletto

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a sezione fotografica Cedas FIAT affonda le proprie radici nei primi decenni del secolo scorso. Correva l’anno 1929. Esattamente il 29 settembre, giorno della 1° Mostra Fotografica FIAT, si può correttamente ritenere la data di origine dell’attività fotografica codificata all’interno delle sezioni culturali del, usando un termine passato di moda, “dopolavoro” FIAT. Da allora sono passati parecchi anni, tanti sono i soci che hanno partecipato e tanti sono i nomi famosi, veri e propri artisti della fotografia che hanno dato e danno tuttora lustro alla sezione. Il confronto con tutta questa Storia in parte intimorisce, ma è anche stimolo per le “nuove generazioni”. Questo è uno dei motivi fondamentali che ha spinto un gruppo di soci della sezione in questa nuova avventura editoriale, affrontata con entusiasmo ma con totale spirito “amatoriale”. Ecco quindi che una parte consistente di c’è è dedicata al recupero e alla riscoperta di queste immagini senza tempo e degli artisti che le hanno pensate, realizzate e donate alla nostra visione. In questo primo numero e nei successivi, ad esempio, offriremo un modesto omaggio ad un “grande amico” che ci ha recentemente lasciati, Aldo Manias, personaggio di spicco, non solo all’interno del Cedas, di cui ha ricoperto l’incarico di delegato per la sezione fotografica dal 1999 al 2009, anno della sua scomparsa, ma anche della FIAF e più in generale della fotografia amatoriale italiana ed internazionale, proponendo e commentando di volta in volta sue opere. Inoltre proporremo interviste a grandi fotografi che hanno lasciato un segno all’interno della sezione (oppure portfolio dei personaggi storici). Iniziamo con una bellissima, divertente e a tratti commovente intervista con un ragazzino (per l’entusiasmo dimostratoci) di 88 anni, Pier Paolo Badoglio, tuttora uno dei soci più presenti alle riunioni settimanali del gruppo, dove scopriremo il suo amore per la fotografia e commenteremo insieme solo alcune delle sue tante bellissime immagini. Ma c’è non nasce solo per celebrare questo glorioso passato (altrimenti avremmo intitolato la rivista: c’era!), ma anche per avere i piedi ben piantati nel presente della sezione fotografica.

Quindi in ogni numero di c’è ci sarà spazio per le notizie, il programma degli appuntamenti futuri e il resoconto di quelli passati, anche nella speranza di ampliare l’interesse e il numero di partecipanti. C’è è anche uno spazio aperto ai soci Cedas (o a chi intenda diventarlo). Chiunque potrà inviare le proprie immagini. A tale proposito in ogni numero verrà indicato un tema da affrontare, un comun denominatore delle immagini da pubblicare nel numero successivo, oppure semplicemente per farle commentare (e criticare) da un fotografo professionista. Inoltre chi se la sentisse di realizzare un suo piccolo reportage, dove naturalmente le fotografie fanno la parte del leone rispetto al testo (a volte bastano poche righe per indirizzare il lettore, poi il resto lo fanno le immagini), può proporcelo, e potrebbe vederselo pubblicare nei prossimi numeri. Su questo primo numero proponiamo un argomento di attualità cioè una serie di immagini scattate dai soci, dedicate ai festeggiamenti di Torino Capitale nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Vedremo un caleidoscopio di colori (soprattutto tricolori), di emozioni, di gioia e spensieratezza, ma anche immagini molto ironiche e che fanno riflettere sull’Italia di oggi. Per concludere, visto che il mondo della fotografia è sempre più legato al mondo informatico, proporremo alcuni brevi ma interessanti e utili suggerimenti e tutorial sull’uso del programma “principe” delle elaborazioni fotografiche e cioè Adobe Photoshop, e qualche approfondimento sugli aspetti più prettamente informatici del mondo fotografico. c’è è appena nato, e quindi ci potrebbero essere tante cose da sistemare e da rivedere, sarà quindi ben accetto ogni commento, critica o suggerimento che ci vorrete inviare, oppure, ancor meglio, ogni proposta di aiuto attivo nella realizzazione dei prossimi numeri (a tal proposito tutta la redazione è disposta a dividere il guadagno di “pura gloria” fra tutti i volenterosi che si faranno vivi). Non ci resta che augurare una buona lettura e visione del primo numero di c’è. ✽

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ITALIA 150 testo di Renata Busettini

Tricolore Ospitale Rumorosa Iperaffollata Nottambula Orgogliosa e ancora elegante, ridente, festosa, musicale, colorata ma soprattutto viva. Così Torino si è mostrata a tutti noi, fieri ancora una volta e pronti a goderci ogni attimo di questo anniversario. Dal 17 marzo Torino sembra essere tornata di nuovo capitale. Le sue strade sono state riempite dai vari corpi dell’esercito, i suoi cieli solcati dalle frecce tricolori, i suoi musei sono diventati meta di centinaia di scolaresche, i suoi parchi ed i suoi bar sono stati travolti dall’allegria contagiosa degli alpini, i suoi incroci sono stati attraversati dalle veloci biciclette del giro d’Italia e le sue finestre si sono trasformate in pennoni per centinaia di bandiere tricolore. Le immagini di questi giorni rimarranno nelle nostre menti e nella storia della nostra città per molti anni. ✽

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Renata Busettini

Paolo Lavezzato

Carlo Ferrari

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Alice Fabio

Pierlorenzo Marletto

Giuseppe Pirò

Alessandro Mancuso


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Pietro Abrignani

Guglielmo Astegiano

Giuseppe Dimasi

Ilaria Benecchi

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Gigi Laurino

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Mauro Dragoni

Roberto Piola


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Giannino Spezini

Gennaro Falanga

Barbara Caricchi

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Bruno Fontana

Philip Wendell Peterson

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Maurizio Biancotto

Claudio Di Canosa


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Paolo Giraudo

Alberto Piazza

“La vacanza in uno scatto” Al mare o in montagna, nel deserto o perché no, rimanendo semplicemente a casa per godersi il relax, tenete sempre a portata di mano la macchina fotografica per non perdere l’occasione di vedere un vostro scatto pubblicato nel prossimo reportage di c’è cedas MAGAZINE! Il tema è quello delle vacanze e per partecipare alla selezione basta inviare una vostra fotografia all’indirizzo e-mail cefotomagazine@gmail.com entro il 30/09/2011 specificando nome e cognome. Unici accorgimenti: niente cornice e firma. Affrettatevi... i posti sono limitati! :-) Aureliano Casale

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UNA FOTO, UN PENSIERO

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a foto è di Aldo Manias, un grande fotografo e un grande amico. Il pensiero è di un nostro socio che lo ha conosciuto, lo ha apprezzato come fotografo e come persona, e gli ha voluto bene. Manias, nato ad Aosta nel 1937, è scomparso a Torino il 24 luglio 2009. Delegato CEDAS per la sezione Fotografia dal 1999 al 2009, Delegato Regionale FIAF per il Piemonte dal 1992 al 2004, primo direttore della Galleria FIAF di Torino, membro del Centro Proposte FIAF, rimarrà fino all’ultimo un infaticabile organizzatore e promotore di eventi, mostre, rassegne e corsi di fotografia, contribuendo in maniera determinante all’ottenimento, da parte del CEDAS-FIAT, del titolo di Benemerito della Fotografia Italiana (BFI) nel 2001. Le sue immagini e le sue visioni spesso inquiete e sofferte, specchio di una lotta decennale contro la sua malattia, sono state apprezzate e premiate in numerosi concorso italiani ed internazionali, tanto da meritargli l’onorificenza di Artista della Federazione Internazionale (AFIAP).

SETTIMO CERCHIO di Aureliano Casale

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a lotta accompagna tutta la sua vita, lotta tra il bene e il male, la vita e la morte. Non sempre combattere è la soluzione migliore, forse sarebbe più facile smettere di provare e rassegnarsi a ciò che sembra essere il proprio destino... ma lui ha qualcosa per cui vivere, un filo invisibile che lo tiene fuori da quel baratro. Non è salvo, è in bilico tra la vita e l’oscurità e non è una posizione semplice. Questo filo è la sua macchina fotografica. Se ci crede davvero può staccarsi dalla sua vita, fotografa se stesso per dimostrare che è lui a governarla e può distaccarsi da lei così che non lo tocchi più nulla, assiste alla sua vita da spettatore più che da protagonista così ogni male, ogni paura viene avvertita con meno forza e la lotta diventa più semplice da affrontare. E’ un burattino nelle mani della sorte ma per vincere vuole diventare lui il burattinaio. La vita lo prende in giro, si sente uno dei tanti che viene preso in giro. Dimostrare il suo dolore e il suo stato d’animo servono a dimostrare che sono cose che può controllare, che non lo distruggeranno per quanto lo facciano soffrire e sentire inerme. A volte però la sua forza viene meno, perchè combattere una battaglia persa in partenza? Magari sarebbe tutto più facile se smettesse di ribellarsi... trasmette questi sentimenti dalle sue opere, i sentimenti vengono fotografati, e messi su carta così non sono più qualcosa di irreale ma diventano oggetti, e l’uomo può controllare questi oggetti così come la sua vita. E’ una lotta infinita, basta poco per cadere. ✽

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Aldo Manias - SETTIMO CERCHIO, 1981

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INTERVISTA AL FOTOGRAFO PIER PAOLO BADOGLIO di Elisabetta Lucido

olti sono stati i fotografi che si sono formati e M che hanno espresso il loro talento raggiungendo importanti risultati durante la lunga attività svolta dalla Sezione Fotografia del Cedas.

MAURIZIO BIANCOTTO

C’è Cedas intende darne evidenza tramite delle interviste che sono orgogliosa di poter condurre. Di volta in volta, andremo alla scoperta del mondo fotografico di ogni singolo autore. La prima intervista che ho il piacere di fare è a Pier Paolo Badoglio, un fotografo che ha occupato - ed

occupa ancora - una posizione di primo piano nel panorama fotoamatoriale nazionale. Ho appuntamento con lui il 10 maggio u.s. presso i locali del Cedas; non conosco personalmente Pier Paolo e quando arrivo lui è già li che sta mostrando alcune sue foto ai soci presenti. Ci presentiamo, è un bel signore di 88 anni dallo sguardo aperto e vivace, mi accoglie con un sorriso e invita subito anche me a guardare le opere che ha portato: è subito evidente il suo grande amore per la fotografia. Ci spostiamo in una stanza più tranquilla e iniziamo l’intervista: Ciao Pier Paolo, vuoi raccontarci qualcosa di te in modo da permettere a me ed ai lettori della nostra rivista di conoscerti? Sono nato nel 1923 a Torino, dove tuttora vivo, di professione impiegato, sposato e padre di famiglia ho avuto un’unica grande passione: l’amore per la fotografia. Mi piaceva partecipare ai concorsi, ne ho vinti molti, ho fatto delle mostre… ho avuto delle belle soddisfazioni… tutto qui. “Tutto qui…?” I premi sono stati davvero numerosi e prestigiosi, come le onorificenze e i riconoscimenti, sia in abito nazionale che all’estero. Con le tue foto hai contribuito a qualificare la fotografia italiana, ma non solo con le foto... so che hai anche contribuito a fondare la Fototeca Fiaf, divenendo poi direttore dell’importante Istituto. Giusto? Si giusto, ma sai io mi definisco un grande lavoratore (sorride n.d.r) quindi quando mi hanno affidato questo progetto ho accettato volentieri. Pensa che per 20 anni ho raccolto, schedato e archiviato più di 30.000 immagini. Per quanto riguarda i concorsi cosa posso dire... mi piaceva partecipare… le foto poi piacevano. Pensa che ho inviato circa 1500 foto a concorsi diversi. (Mi mostra fiero un’agenda su cui ha tenuto una contabilità perfetta, numerando e titolando ogni foto con l’indicazione delle selezioni a cui ha partecipato e i relativi risultati ottenuti. Sono sbalordita dai successi conseguiti n.d.r)

Un momento dell’intervista 16 |

Come sceglievi le foto da inviare ai concorsi? Il mio primo giudice era mia moglie, aveva un’ ottima capacità di giudizio.


Pier Paolo Badoglio - LORETTA

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Devo farti una domanda d’obbligo: come nasce la tua passione per la fotografia e come si è sviluppata negli anni? Ho iniziato a fotografare intorno agli anni 60 ed è stato Renzo Muratori a farmi entrare nel Gruppo Fiat nel 1963, da allora non ho mai smesso di frequentarlo.

modelle, sempre persone comuni, mai professioniste, ho sempre cercato un contatto più intimo e attento: le facevo parlare, gli suggerivo ad esempio di pensare alla persona che amavano, cose cosi…, ma i migliori scatti li facevo la seconda o terza volta che le fotografavo, quando ormai si sentivano a loro agio.

Hai nominato un altro fotografo di grande talento Renzo Muratori - ti sei in qualche modo ispirato a lui? Renzo Muratori e Filiberto Gorgerino sono due fotografi che ho ammirato e ammiro ancora oggi molto. Pensa che guardando i ritratti di Gorgerino mi sono detto “anch’io voglio fare ritratti così!” Inoltre facendo ritratti non ero più costretto a girare con tutta l’attrezzatura come quando uscivo per fare paesaggi, grande comodità davvero!

Ci racconti il perché della tua scelta di proporne ritratti sfumati avvolti in un’atmosfera quasi evanescente? Come dicevo cercavo di far emergere l’intimo della persona, per questo lasciavo perfettamente a fuoco solo gli occhi, sfumando e velando il resto creando un’immagine delicata.

A proposito di ritratti, nelle tue opere le donne rivestono un ruolo importante: cosa cercavi in questo soggetto che altri fotografi non avessero ancora esplorato? Non saprei… con i miei ritratti cercavo di far emergere i sentimenti, l’intimo della persona fotografata. Con le

A quale fra i ritratti che hai scattato sei più affezionato? Non saprei…, ognuno di essi racconta una persona e ha una storia dietro per come è stata costruita e realizzata. Forse “Loretta”… (il ritratto di una splendida bambina dagli occhi chiari – foto 1 - n.d.r) In tutte le tue foto, non solo nei ritratti, si vede una ricerca non solo compositiva ma anche tecnica. Curavi personalmente la stampa dei tuoi scatti? (segue...)

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Pier Paolo Badoglio - MOTIVO SUL LAGO

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Le foto che sto vedendo in questo momento sono tutte in bianco e nero: che rapporto hai con il colore? Ho scattato molto anche a colori soprattutto quando fotografavo soggetti sportivi ma non solo. In alcuni casi mi piaceva il contrasto che forniva il colore forte. Per esempio la foto con i due ragazzi all’interno dei grossi tubi (il ragazzo è mio figlio mentre la ragazza una passante reclutata al momento – foto 3 ) c’è anche a colori. Mi piaceva il rosso del vestito della ragazza che contrastava con il colore dell’ambientazione. Le foto che hai appena citato, ma anche altre come ad esempio quella dove tutti quegli uomini leggono il giornale (foto 4) sono molto moderne e potrebbero tranquillamente essere state scattate oggi, magari su richiesta di qualche pubblicitario… C’è una foto mai fatta e che avresti voluto fare? No, direi di no… le foto vengono da sole… ad esempio la foto che ha citato è scattata alle Terme di Montecatini ed è stato un caso che mi trovassi anche io lì e in quel momento… In effetti questa foto è stata molto richiesta per molte mostre. Mi è sempre piaciuto provare temi fotografici diversi come il ritratto, la figura ambientata, il paesaggio ma anche la ricerca grazie all’elaborazione in fase di stampa del bianco e nero.

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A proposito di tecnica fotografica cosa pensi del digitale e delle tecniche di fotoritocco attuali? La fotografia digitale non mi piace. Anche se ho visto bellissime fotografie non riesco a capire quale sia il confine fra il bravo fotografo e il bravo utilizzatore di computer… Secondo me vengono a mancare quei procedimenti e quelle azioni che sono nelle mani dello stampatore. Forse dico così perché sono troppo vecchio… non ho mai avuto un computer e per fortuna non ho dovuto imparare. Pier Paolo, siamo giunti al termine del nostro incontro, cosa consiglieresti a chi si avvicina ora al mondo della fotografia? Non fare foto digitali! Sto scherzando ovviamente. Posso solo consigliare di fare molte foto ma di non artefarle troppo. Le foto digitali troppo manipolate che mostrano qualcosa di inesistente non mi piacciono.

MAURIZIO BIANCOTTO

Si, ho sempre stampato in proprio, ogni giorno, al termine della giornata lavorativa, alcune volte prima di ottenere la stampa che volevo ci impiegavo un’intera notte! Schiarivo, scurivo, mascheravo, componevo… La foto del cigno ad esempio: una parte dell’acqua è il Po, l’altra è il lago Maggiore… (foto 2)


Pier Paolo Badoglio

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L’intervista è finita, rimango ancora con Pier Paolo a sfogliare le sue immagini, colpisce l’equilibrio compositivo, l’ordinata disposizione dei soggetti, delle luci e delle ombre. Quello stesso ”ordine” che gli ha permesso di costruire e di gestire la Fototeca Fiaf e con cui ha tenuto la sua contabilità dei concorsi… Emerge chiaro e forte il suo interesse per la figura

umana attraverso gli splendidi ritratti che raccontano lo stato d’animo e il vissuto delle singole persone. Di ogni scatto mi racconta come lo ha realizzato, della sua gioia di incontrare le persone e di poterle ritrarre. Mi viene spontaneo chiedergli se fra questi scatti ce n’è qualcuno di sua moglie, mi risponde di no, che lei non (segue...)

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voleva essere fotografata perché sosteneva di non essere fotogenica. Per un attimo non mi guarda più, il suo sguardo è altrove… Poi estrae dalla tasca il suo portafogli e mi mostra il ritratto di sua moglie. E’ una bella donna, sorridente, nel fiore degli anni. “Qui era giovane” - mi dice Pier Paolo - “ma lei era così e per questo l’ho amata e continuo ad amarla tanto, anche adesso che non c’è più”. Sono commossa, in questo momento fra le mani di Pier Paolo ci sono i due amori della sua vita: la moglie e la fotografia. Oggi ho conosciuto una bella persona ed un bravissimo fotografo. ✽

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Pier Paolo Badoglio

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LO STRUMENTO PENNELLO di Max Ferrero

L’icona su Photoshop ce lo mostra come un pennello, il nome ne dà la medesima descrizione, ma questo strumento è ben più potente di quanto si possa immaginare solo dal nome o dall’immagine cui è legato. Proviamo, in alcuni articoli, a dimostrarne le infinite potenzialità. MAX FERRERO

La foto non ancora ritoccata. Nella pagina seguente il risultato finale con in più l’aggiunta di una firma personalizzata. inalterate. Il pennello applicherà una leggera velatura (solo del livello d’opacità impostato). L’effetto potrà essere ripetuto più volte a piacimento.

fotografia è una strana alchimia di sapienza in riLtutto,apresa e in postproduzione. Saper inquadrare non è conoscere perfettamente la tecnica di ripresa è

Nella foto, che presentiamo come esempio, si può notare come la zona centrale dell’immagine sembri più luminosa. Ciò è dato dal fatto che con il pennello sono stati scuriti i bordi, soprattutto la parte riguardante il cielo e il fiume. Qualcuno potrebbe obiettare che quello che abbiamo

solo una buona base di partenza. Oltre al gusto serve avere una discreta capacità nel fotoritocco. Anche quando il risultato può apparire perfetto, potrebbero esserci ancora dei piccoli perfezionamenti che renderanno l’immagine più accattivante. Un attrezzo indispensabile, per il trucco finale degli scatti digitali, è lo strumento pennello. Di seguito riportiamo due metodologie di lavoro che possono essere uno spunto interessante per futuri esperimenti.

1. Correzione dell’esposizione zonale Create un nuovo livello con il metodo di fusione impostato su moltiplica. Selezionate lo strumento pennello, impostate un ampio diametro (nel caso della foto 960), impostate l’opacità al 10% e scegliete un colore in primo piano che si adegui al colore della zona della foto che intendete scurire. In questo caso ho scelto un bel blu intenso. Passate il pennello più volte sul livello appena creato, ovviamente nelle zone che intendete scurire senza sfiorare quelle che volete mantenere 22 |

fatto procura dei risultati simili, se non del tutto uguali, allo strumento brucia di Photoshop. In effetti, si assomigliano, ma con questo metodo non ci limiteremo a scurire una zona ma applicheremo anche un colore. Avremmo potuto conferire leggere dominanti in zone particolari semplicemente scegliendo un altro colore da applicare. Come ultimo passaggio unite i livelli e salvate in Jpeg. Se pensate che il lavoro non sia ancora perfetto ma non sapete bene perché, salvate il lavoro in Tiff o in PSD con i livelli, in qualsiasi momento potrete accedere al file e applicare nuove metodologie di ritocco, e questa è un’altra cosa che con lo strumento brucia non è possibile fare.


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2. Applicazione di una firma Seguendo quanto riportato sotto, avrete l’opportunità di creare un pennello assolutamente personalizzato da utilizzare tutte le volte che deciderete di apporre la vostra firma su di una fotografia. Non dovrete più ricercare un file immagine da collocare su di un secondo livello ma lo applicherete direttamente tramite un semplice click. Scansionate o scattate una fotografia alla vostra firma rendendola così un’immagine digitale. Utilizzate il comando soglia (immagine/regolazioni/soglia) per eliminare eventuali passaggi di grigio che potrebbero “sporcare” l’immagine. Quello che dobbiamo ottenere è una firma perfettamente nera su di uno sfondo candidamente bianco. Se si dovesse presentare qualche macchia di sporco, non esitate a cancellarla drasticamente anche con lo strumento gomma. Controllate che il lato massimo dell’immagine non superi i 2500 pixel totali (altrimenti non sarà possibile procedere con il prossimo passaggio), un numero inferiore, invece, non creerà problemi. Nell’esempio che riportiamo la firma è stata digitalizzata con 1000 pixel nel lato lungo. Per controllare se le dimensioni sono appropriate aprite il pannello dimensione immagine (immagine/dimensione immagine) e applicate le dovute modifiche. A questo punto siamo pronti per creare un nuovo pennello personalizzato: con il file definitivo aperto utilizzate il comando definisci pennello predefinito (modifi-

Il comando Soglia e la firma su sfondo bianco (a sinistra). Il pannello Dimensione Immagine (sotto). Il comando per definire il nuovo pennello (a destra).

ca/definisci pennello predefinito). Assegnate un nome al pennello che state per memorizzare. A questo punto basterà selezionare il pennello che avete or ora personalizzato e creare con un click la vostra firma nella dimensione (max 2500 pixel) nell’intensità (opacità) e nel colore che vi aggrada maggiormente. Nulla più di un semplice gioco, ma che ci permette di iniziare a comprendere meglio questo strumento fondamentale. Nella prossima puntata, partendo da questo tutorial, ci addentreremo maggiormente nella creazione di pennelli creativi sempre più personalizzati. ✽

Per posizionare la firma personalizzata è sufficiente un click, dopo aver selezionato il pennello, dimensione, colore ed opacità.

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RAW, JPEG e l’allegra combriccola… by Doctor Trigo

Per noi fotoamatori è innegabile che la nuova era “digitale” della fotografia ha semplificato la vita: un click con una delle sempre più evolute e sempre più convenienti macchine digitali, un PC con un programma di fotoritocco e i giochi sono “quasi” fatti.

Ho detto “quasi” per distinguere chi, più che legittimamente e comprensibilmente, si accontenta che sia la fotocamera a fare tutto, e chi invece vuole avere un maggior controllo e conoscenza del processo informatico che sta alla base della trasformazione di un insieme di raggi di luce in un file elettronico. Appunto per questi fotoamatori “tecnologicamente curiosi” è rivolto questo breve articolo e i prossimi. Non essendo lo scopo di queste poche righe addentrarci in una descrizione eccessivamente dettagliata e tecnica, eviteremo tecnicismi troppo spinti, preferendo altresì fornire una chiave di lettura più snella, anche a chi non ha necessariamente molte competenze informatiche. D’altro canto, a qualcuno potrà sembrare un approccio un po’ troppo banale e semplificato, spero che venga perdonato qualche inevitabile approssimazione di questo approccio “easy”.

rilevatore, che in passato era la lastra e poi la pellicola fotografica, e che ora, nell’era digitale, è il sensore elettronico. Il sensore è dotato di una serie di piccolissimi circuiti fotosensibili (fotodiodi) che catturano l’immagine “analogica” e la trasformano in una immagine “digitale” tramite appositi circuiti elettronici, interni oppure esterni al sensore stesso. L’immagine digitale è “decomposta” in milioni di pixel (pari al numero di questi fotodiodi presenti nel sensore, per questo si parla ad esempio di sensori a 3, a 10, a 20 Mega pixel, dove un Mega pixel corrisponde a un milione di pixel). Questi pixel, che sono i mattoncini di base della nostra immagine digitale, contengono tutte le informazioni necessarie per riprodurre il più fedelmente possibile (con dei limiti naturalmente) la realtà fotografata. Su questo argomento si apre un vastissimo mondo a proposito di “teoria del colore”, “sintesi additiva e sottrattiva”, “temperatura colore”, “spazi colore”, ecc., che merita una trattazione più approfondita, su cui si ritornerà sicuramente nei prossimi numeri. MAX FERRERO

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on un po’ di pazienza e capacità (e sulla capacità potremo essere aiutati, sia su queste pagine ma soprattutto grazie ai corsi CEDAS organizzati dalla sezione fotografica) possiamo ottenere dei risultati impensabili ai tempi dello sviluppo dei negativi in laboratorio oppure, per i più volenterosi ed appassionati, in camera oscura.

Quindi partiamo. Il primo argomento trattato sarà il variegato mondo dei file immagine, iniziando da come questi vengono generati (in ambito fotografico) e in quale formato, arrivando a descriverne pregi e difetti. Naturalmente il file immagine è già il risultato di una serie di azioni che noi e la nostra fotocamera compiamo: inquadriamo, settiamo le regolazioni “manuali”, scattiamo, a questo punto i raggi di luce che penetrano attraverso l’obbiettivo per la durata data dal tempo di posa vanno a colpire e “impressionare” un apposito 24 |

Sensore di una macchina fotografica digitale. In alto: macchina fotografica reflex digitale.


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Per riprendere il nostro argomento, l’immagine così trasformata viene elaborata dal processore interno alla macchina fotografica e quindi salvata su una scheda di memoria sotto forma di un file elettronico in un determinato formato (sulla base dell’elaborazione effettuata), analogamente a quanto succede su un PC con i nostri file (che verranno salvati con il formato tipico dell’applicazione che si sta usando). Banalmente ci accorgiamo del tipo di formato guardando l’estensione (le tre o più lettere dopo il punto) associata al nome del file. Ad esempio un file nominato “La Divina Commedia.doc” ci fa capire subito che è stato realizzato e che si può utilizzare tramite il programma Microsoft Word, mentre “La Divina Commedia.pdf” è un file generato e utilizzabile mediante Adobe Acrobat. Analogamente anche le nostre immagini digitalizzate saranno caratterizzate da un’estensione che ne identifica il tipo.

proprio specifico formato (anche formati diversi per diversi modelli), creando quindi uno (o più) formati proprietari. Ecco perché non vedremo mai un file nominato “mia foto.raw” ma bensì avremo, ad esempio, “mia foto.cr2” se fatta con una fotocamera Canon (cr2 per CRW cioè Canon RaW), oppure “mia foto.nef” se fatta con una Nikon (NEF per Nikon Electronic Format). Questo è il motivo per cui, fino ad ora, una foto in formato RAW non è visualizzabile direttamente dal sistema operativo del proprio computer oppure tramite generici programmi di gestione/editing d’immagini, ma sono necessari i programmi proprietari dei vari pro(segue...)

Vediamo i formati più comuni e usati.

Il formato RAW Raw significa “grezzo”, in effetti questo è il file che viene creato dalla semplice conversione analogica/digitale che avviene all’interno della macchina fotografica senza nessun altro tipo di elaborazione successiva, quindi si può ritenere come il dato grezzo di partenza prima delle possibili successive trasformazioni. In base al modello di fotocamera avremo delle conversioni più o meno ricche di informazioni (dipende dal numero di bit associati a ciascun canale colore per ogni singolo pixel), ma sicuramente il grado di dettaglio sarà molto elevato (vedi la scheda a fine articolo). Ecco perché partendo da un file RAW avremo molto più controllo per le successive elaborazioni rispetto ad altri formati come ad esempio il JPEG, in particolare con il RAW avremo un range di correzioni molto più estese su parametri come l’esposizione, anche di ogni singola parte dell’istogramma e il bilanciamento del bianco (nel senso che possiamo permetterci un’ampia variazione di questi parametri senza compromettere la qualità generale della foto, ad esempio sarà molto più ridotto il fenomeno del rumore elettronico rispetto a pari modifiche partendo da un file JPEG). Concetti come rumore elettronico e istogramma meriteranno anch’essi un futuro approfondimento. Questo formato non è disponibile su tutte le fotocamere, ma in genere è riservato solo per fotocamere reflex di fascia medio-alta, compatte e bridge di tipo prosumer, anche se ultimamente di sta diffondendo pure su macchine più economiche. Naturalmente su queste fotocamere oltre alla possibilità di salvare in RAW è sempre presente l’alternativa di salvare in JPEG (con diversi tipi di qualità) e spesso è disponibile anche il salvataggio contemporaneo in entrambi i formati con la creazione di un doppio file per singola immagine, oppure in formati RAW compressi. Rispetto agli altri formati, il RAW non è uno standard internazionale, bensì ogni produttore ha elaborato un

Da “Risorse del Computer” del sistema operativo il file RAW (in questo caso .NEF) e il file allegato .xmp (che viene creato quando effettuiamo delle correzioni tramite programmi come Camera Raw o Lightroom, in questo modo il file RAW non viene mai direttamente modificato) non sono riconosciuti; invece il .jpg viene visualizzato. Diversamente programmi specifici (in questo caso Bridge) visualizzano sia il RAW (con le modifiche registrate sul .xmp) sia il JPEG.

In Bridge questi simboli indicano che al file RAW visualizzato è associato un file .xmp e che quindi sono presenti delle modifiche (in questo caso modifiche sui livelli e sulle tonalità) ed anche un ritaglio alla foto originale.

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duttori (in generale forniti insieme con la fotocamera) oppure programmi specifici come ad esempio Adobe Camera Raw (plug-in di Photoshop, Bridge, Elements), Adobe Lightroom, Apple Aperture e iPhoto (questi ultimi solo per Mac), ACD See Pro, ecc. da mantenere costantemente aggiornati volendo visualizzare anche i formati RAW delle fotocamere più recenti. Esistono anche software gratuiti (freeware o open source) che permettono di gestire i file RAW, come, solo per citare i più noti, iRAW e Raw Therapee.

Vantaggi:

• Formato grezzo, non compresso, si possono fare elaborazioni senza “rovinare” il file ad ogni salvataggio successivo (praticamente si salvano soltanto le modifiche effettuate che verranno registrate su un file a

La stessa cartella vista in modalità “dettagli”. Si vede come il file RAW, non compresso, abbia una dimensione in KB molto più grande rispetto alla stessa immagine in formato compresso JPEG (di qualità alta). Il file .xmp invece è piccolissimo, con il RAW possiamo correggere l’immagine praticamente senza occupare spazio sull’hard disk.

Semplicemente cancellando, o spostando fuori cartella, il file .xmp possiamo visualizzare l’immagine RAW originale, senza modifiche, così come è stata registrata dalla fotocamera.

parte, mantenendo sempre invariato il file originale). • Maggiore controllo sulle regolazioni di base della foto perché il file contiene più informazioni di partenza (numero di bit per ogni canale colore per singolo pixel, di norma si hanno formati a 12 o a 16 bit piuttosto che a 8 bit come per quasi tutti gli altri formati).

Svantaggi:

• Formato grezzo, non compresso, quindi con dimensioni del file molto più grandi rispetto ad altri formati, ciò comporta un numero minore di foto registrabili sulla stessa scheda di memoria. • Per visualizzare e per modificare file RAW occorrono programmi software specifici. Le regolazioni disponibili sono comunque limitate, per effettuare dei fotoritocchi più complessi (come ad esempio poter selezionare una parte della foto e modificare solo quella) occorre prima trasformare il file in un formato standard tipo JPEG. • Non essendo un formato standard, per poter essere interpretato dalle periferiche del sistema (come ad esempio una stampante) il file deve essere prima convertito in un formato standard tipo JPEG. In altre parole, un file RAW non è direttamente stampabile (a meno di non usare programmi specifici come ad esempio Ligthroom), analogamente un file RAW non può essere visualizzato su una pagina web in internet. • Formato non disponibile su tutte le fotocamere digitali. Nonostante, a una prima e veloce analisi, sembrerebbe che gli svantaggi siano maggiori dei vantaggi, in realtà l’uso del formato RAW, anche se, soprattutto all’inizio, complica e allunga i tempi di elaborazione richiedendo qualche passaggio ulteriore, è la vera arma in più per ottenere dei risultati di grande livello, come gran parte dei fotografi professionisti potrebbe confermare. Nel prossimo numero analizzeremo pregi e difetti degli altri formati maggiormente utilizzati nel mondo fotografico. Buon attimo infinito a tutti…;D ✽

Questione di bit Tutto il mondo informatico è basato su informazioni codificate in insiemi di bit. Il singolo bit può assumere il valore 0 oppure 1. Più bit messi insieme formano “stringhe” di bit, in cui ogni possibile combinazione assumerà un diverso valore, quindi con 2 bit avremo 4 valori diversi (00, 01, 10 e 11), con 3 bit avremo 8 valori (000, 001, 010, 011, 100, 101, 110 e 111) e così via, ad ogni bit aggiuntivo moltiplicheremo per 2 i possibili valori rappresentati. Un qualunque colore è scindibile in componenti di rosso, verde e blu, quindi dire che si hanno 8 bit per singolo canale colore significa avere 256 gradazioni possibili di rosso, di verde e di blu che andranno a comporre una tavolozza di più di 16 milioni di colori diversi (256x256x256). Avere invece a disposizione 16 bit vuol dire avere 65536 gradazioni per ogni singolo canale per un totale di più di 280 mila miliardi di colori diversi.

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CONCORSI

05/07/2011 • PENNAPIEDIMONTE (CH) 23° Insieme per Pennapiedimonte - Patr. FIAF 2011P1 Tema Libero e Tema Obbligato “La montagna, la roccia e la pietra lavorata”: Sezione I.P. - QUOTA: 25,00 €; soci FIAF 22,00 €; under 29 10,00 € - INDIRIZZO: Coaper “P” Pennapiedimonte - Via Ponte Avello, 3 - 66010 Pennapiedimonte (CH) - tel. 0871 897451 - www.coaperp.it 10/09/2011 • FIGLINE VALDARNO Obiettivo Agricoltura 2011 - Patr. FIAF 2011M6 Tema Obbligato “Obiettivo Agricoltura”: Sezione I.P. - QUOTA: 22,00 €; soci FIAF 20,00 €. INDIRIZZO: C.F. ARNO - Via Roma, 2 - 50063 Figline Valdarno - www.obiettivoagricoltura.it 15/09/2011 • PUSIANO (CO) 20 anni di passione - Racc. FIAF 2011D02 Tema Libero e Tema Obbligato “Confini”: Sezione I.P. QUOTA: 12,00 €; soci FIAF 10,00 €. INDIRIZZO: G.F. Immagine - Via Mazzini, 47 - 22030 Pusiano (CO) - www.ventannidipassione.it - www.gruppofotograficoimmagine.it 15/09/2011 • MORTARA (PV) 16° Città di Mortara Tema Libero e Temi Obbligati “Motori che passione!”, “Miglior Ritratto” e “La nostra Lomellina”: Sezione unica BN/ CLP. - QUOTA: 1 sezione 12,00 €; 2 sezioni 15,00 €; 3-4 sezioni 18,00 € ridotte per i soci FIAF a 10,00 €, 13,00 € e 15,00 €. - INDIRIZZO: Circolo Culturale Lomellino - c/o Agenzia Costa - Via 20 settembre, 70 - 27036 Mortara (PV) www.circoloculturalelomellino.it 15/09/2011 • 1° concorsso NOVISS ONLUS Tema Obbligato: “La solidarietà non ha confini” – Quota di partecipazione € 5,00 INDIRIZZO: info@novissi.org www.novissi.org 18/09/2011 • PHOTO AID Contest 2011 Photoaid, Agenzia non profit per il reportage sociale, anche quest’anno organizza insieme ad Arché Onlus un concorso fotografico “PHOTOAID CONTEST 2011 - Anche tu fotoreporter”, aperto a tutti gli appassionati di reportage. Il vincitore avrà la possibilità di vivere un’esperienza unica affiancando un fotografo di Photoaid durante un lavoro di reportage all’estero www.photoaid.eu

24/09/2011 • DALMINE (BG) 26° Città di Dalmine - Patr. FIAF 2011D2 Tema Libero e Tema Obbligato “Natura”: Sezione I.P. - QUOTA: 15,00 €; soci FIAF 13,00 €. - GIURIE: Tema Libero: Antonio GRASSI, Giuseppe DELL’ERA, Luigi VESCOVI. Tema Natura: Gianni MAITAN, Pierluigi RIZZATO, Paolo MAFFIOLETTI. INDIRIZZO: C.F. Dalmine - Via Fossa, 4 - 24044 Dalmine (BG) - info@circolofotograficodalmine.net - www.circolofotograficodalmine.net 25/09/2011 • RAVENNA 24° Il Mosaico - Patr. FIAF 2011H1 Tema Libero e Tema Obbligato “Natura”: Sezione I.P.. QUOTA: 15,00 €; soci FIAF 10,00 €; under 29 5,00 €. - GIURIA Tema Libero: Conrad MULARONI, Moreno DIANA, Bruno LANCELLORRI. GIURIA Tema Natura: Lino GHIDONI, Omero ROSSI, Mauro PICCININI. INDIRIZZO: C.F. Ravennate - Via Castel S. Pietro, 26 - 48121 Ravenna. 21/09/2011 • CASCINA (PI) 43° Truciolo d’Oro - Patr. 2011M10 Tema Libero: Sezioni BN - RRSP - I.P.; Tema Obbligato “Natura”: Sezione CLP; Tema Obbligato “Sport”: Sezione I.P. QUOTA: 18,00 €; soci FIAF 16,00 €; solo sezioni I.P. 14,00 €; soci FIAF 12,00 €. - GIURIA BN e RRSP: Stefania ADAMI, Virgilio BARDOSSI, Simone BORGHINI, Paolo FONTANI, Massimiliano MAMMINI; GIURIA CLP Natura: Fabio BECONCINI, Angelo DEL VECCHIO, Giovanni FRESCURA; GIURIA I.P.: Fabio BECORPI, Bruno MADEDDU, Piero SBRANA. INDIRIZZO: 3c Cinefoto Club Cascina-Silvio Barsotti - Viale Comaschi 46 - 56021 Cascina (PI) - www.3ccascina.com 15/10/2011 • PONTEDERA (PI) 24° C.R.E.C. Piaggio - Patr. FIAF 2011M11 Tema Libero e Temi Obbligati “Sport” e “Natura”: Sezione I.P. - QUOTA: 14,00 €; soci FIAF 12,00 €. - GIURIA: Silvano MONCHI, Paolo BONCIANI, Omero TINAGLI, Fabio BECORPI, Claudio CALVANI. INDIRIZZO: CREC Piaggio - Villaggio Piaggio - Via Toscoromagnola - 56025 Pontedera (PI) - www.cfcrecpiaggio.it

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MOSTRE

ALDO MANIAS • FOTOGRAFIE 1976-2008 La mostra più cara a noi fotografi CEDAS è quella che, nell’ambito del 63° congresso FIAF, si terrà fino al 12 giugno presso il Mirafiori Village di Torino. Il sito del Mirafiori Village la descrive come “un viaggio in bilico tra luce e oscurità”. Per tanti di noi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, le foto di Aldo rappresentano lui, la sua vita , la sua lotta e le sue emozioni.

MUSEO FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA • VILLA GHIRLANDA - CINISELLO BALSAMO www.mufoco.org IL CORPO COME LINGUAGGIO Anni Sessanta e Settanta a cura di Roberta Valtorta 26 marzo 2011 – 11 settembre 2011

MAX FERRERO

Una mostra dedicata al tema del corpo attraverso fotografie di importanti autori italiani e stranieri scelte dalle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea. Fotografie di: Gabriele Basilico, David Bailey, Günter Brus, Maurizio Buscarino, Eugenio Carmi, Carla Cerati, Paolo Gioli, Guido Guidi, Les Krims, Paola Mattioli, Floris Neusüss, Christian Vogt.. GALLERIA GARLA SOZZANI Corso Como 10 20154 Milano http://www.galleriacarlasozzani.org/#/home/ PRIX PICTET - Grownth 9 giugno 2011 – 31 luglio 2011

MAX FERRERO

Alcuni momenti dell’inaugurazione della mostra

Il Prix Pictet è un premio internazionale di grande prestigio dedicato alla fotografia ed allo sviluppo sostenibile. Questo premio nato nel 2008 dalla collaborazione tra Pictet e il Financial Times, ha un mandato unico nel suo genere, utilizzare il potere comunicativo della fotografia per diffondere ad un pubblico mondiale messaggi di vitale importanza, in un continuo confronto con le pressanti emergenze ambientali e sociali del nuovo millennio. Il tema della terza edizione è GROWTH, la crescita che, in tutte le sue forme, rappresenta una della grandi incognite per l’umanità nel XXI secolo, dalla vertiginosa espansione delle città e il loro sempre più crescente consumo di risorse naturali, all’incessante aumento della popolazione e dei fabbisogni alimentari. GALLERIA ELLENI Via Broseta 37 Bergamo www.galleriaelleni.it 14 Maggio-30 Giugno 2011

La mostra è visitabile da Lunedì a Sabato dalle 9.00 alle 19.30 (orario continuato) e Domenica dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30. Indirizzo: Mirafiori Motor Village TORINO - Piazza Cattaneo, 9

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Alcuni dei protagonisti della fotografia italiana riuniti per raccontare la fotografia che diventa arte dal 1968 ad oggi, dalla camera oscura a Photoshop. Espongono: Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Gianni Bertini, Maurizio Buscarino, Mario Cresci, Bruno Di Bello, Franco Donaggio, Franco Fontana, Elio Mariani, Aldo Tagliaferro, Giorgio Sorti, Gian Paolo Tomasi.



Sezione Fotografia CEDAS Fiat


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