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UN ANGOLO DI GIAPPONE A PRATO
Lo Chef Imprenditore Francesco Preite
CI APRE LE PORTE DEL SUO MOI OMAKASE
DI MARTINA OLIVIERI
Sono bastati pochi posti intorno al bancone a portare Moi Omakase di Francesco Preite tra i migliori ristoranti di sushi in Italia. Con una posizione privilegiata davanti al Castello dell’Imperatore, questo accogliente ristorante porta un angolo di Giappone nel centro di Prato e consente di assaporare a pieno la cultura gastronomica nipponica tra piatti preparati a regola d’arte e una ricerca speciale dei migliori Sake. Più che una cena, una vera e propria esperienza a 360 gradi, dove l’arte e la sapienza dello chef e padrone di casa Francesco vi portano a viaggiare lontano.
La consacrazione di Moi Omakase arriva anche da riconoscimenti prestigiosi: il Gambero Rosso molti viaggi nel Paese del Sol Levante, sono e dalle armi da taglio, e da lì la mia attenzione si è spostata verso i coltelli da cucina e successivamente verso la cucina vera e propria.
C’è un piatto in particolare che in questi viaggi l’ha conquistata e che ha voluto riproporre e rivisitare nel suo menù?
Al Cospetto Del Castello
DELL’IMPERATORE
C’È UN LOCALE CHE SA STUPIRE
E Consente Di Viaggiare
l’ha inserito tra i ristoranti top di sushi in Italia e si è guadagnato il secondo posto nella 50 Top Italy 2023 nella categoria sushi. Per conoscere meglio questa bellissima realtà, abbiamo intervistato proprio lo chef imprenditore che ha reso possibile tutto questo. Come è nata la sua passione per la cucina e il Giappone?
Lontano
Il sushi, oggi al centro dell’esperienza al Moi Omakase.
Quali sono le tecniche fondamentali nella cucina giapponese?
La dedizione, la precisione e il taglio. Come descriverebbe la cucina giapponese in tre parole?
Pulizia, armonia e verità. L’esperienza da Moi è un vero e proprio viaggio nella cultura gastronomica giapponese. Come è nata l’idea di portare a Prato la formula Omakase e come hanno reagito i pratesi all’assenza di un menù e a questo concetto di completa
Sono innamorato di quella terra, ho fatto
Ho aperto il primo ristorante nel 2010, in via Verdi, ma aveva un taglio più commerciale.
Il è sempre stata la grande attenzione alle materie prime e al servizio, anche se l’approccio era più libero. Dopo 8 anni di attività ho sentito che dovevo cambiare qualcosa, così ho deciso di portare in città la formula Omakase, che in giapponese signifai
. È una formula perfetta per chi vuole provare solo materie prime eccellenti, cucinate con creatività. I pratesi hanno risposto bene, ma la fortuna è stata quella un pubblico nazionale e non solo locale.
Le regole d‘oro alla base di un sushi di alta qualità?
Avere delle materie prime eccellenti, conoscere bene i prodotti ed essere capaci di fare il proprio mestiere, senza nessuna improvvisazione.
Lei cucina davanti ai suoi ospiti, che tipo di legame si crea con loro durante la cena?
Un legame diretto, forte e immediato.
Niente viene trascurato o lasciato al caso, il cliente viene seguito in ogni momento della serata. Mi piace osservare i clienti durante la loro esperienza, scrutare gli sguardi, percepire i loro respiri e i movimenti, cerco di costruire la serata su di loro.
C’è un po’ di Prato nei menu che propone ai suoi ospiti?
Prato ha un ruolo centrale, sia perché come location siamo proprio davanti al bellissimo Castello dell’Imperatore, sia perché abbiamo l’onore di lavorare con il Maestro Paolo Sacchetti del Nuovo Mondo per i nostri dessert. Gli assi vincenti in comune tra la cucina italiana e giapponese?
La grande complessità della cucina regionale, che racchiude in sé la cucina di paese e quella delle famiglie. Sono due cucine che si assomigliano più di quanto ci possiamo immaginare.
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