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IL VALORE DEL MARCHIO MADE LA BOLLA DELL’OTTIMISMO EXPO 2015 IN MOSTRA FARE SISTEMA

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PERCHÉ MADELIFE Carissimi, ho il piacere di presentarvi il primo numero del web magazine “Madelife”, la nostra rivista on line – avrà cadenza bimestrale – che si pone l’obiettivo di diventare uno strumento di informazione per le aziende della distribuzione edile aderenti a Made e per i loro clienti professionali: tecnici, imprese e artigiani. “Madelife” vi racconterà le ultime novità dentro e fuori Made; novità sui servizi per la vostra clientela, ma anche le ultime news sulle innovazioni di prodotto dei nostri partner commerciali ed alcune loro case history di successo. “Madelife” sarà sfogliabile sul nostro sito gruppomade.com ma vi verrà inviato anche come pdf, affinché possiate inoltrarlo alla vostra clientela professionale che potrà apprezzare la dimensione e la competenza del mondo Made di cui fate parte. Per ora vi auguro una buona lettura e vi invito a comunicare idee e suggerimenti che possano rendere la rivista sempre più vostra a marketing@gruppomade.com.

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Claudio Troni

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SOMMARIO

PRESENTAZIONE 3 Perché Made Life di Claudio Troni

EDITORIALE 5 Più valore al Marchio Made di Alessandro Pagliarani

DAL GRUPPO 6 Livingmade Showroom,

un Network per crescere di Claudio Troni

8 Apre lo Spazio Living e i clienti arrivano di Cristiano Bonesso

11 Guidate sicuri,

guardate il Cruscotto Made a cura di Andrea Giani e Gabriele Benfenati Con interviste a Giuseppe Trotta e Alberto Vigliano

ATTUALITÀ 14 La bolla dell’ottimismo di Roberto Anghinoni

18 Expo 2015, una mostra fotografica racconta la diversità di Luisa Collina

MADE PER VOI 20 Una rete di professionisti per il mercato che c’è di Claudio Troni

22 Fare sistema

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COLOPHON

con le spalle coperte di Annalisa Ferrazzi

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24 Made legal

a cura dell’Avvocato Cristiano Leonarduzzi Studio Agrimi & Leonarduzzi di MIlano

DALLA PRODUZIONE Case History

26 DAMIANI HOLZ – LIGNOALP Tra architettura e natura, un agriturismo in legno

28 SAINT- GOBAIN GYPROC Loccioni Leaf Lab

30 INDEX

Rifacimento della pavimentazione della “Promenade” di Alassio

32 Nuovi Prodotti CAMINI WIERER CONIX® la scelta sicura sempre ECLISSE Syntesis® Collection ISOVER Clima34 G3, il cappotto in lana di vetro MAXIMA Il nuovo espositore per la Linea Ceramica POLYGLASS Adeso, il leader delle membrane autoadesive SAINT-GOBAIN WEBER La nuova gamma Weber.Col

“Made Life” è un house-organ web ideato dal Marketing di Gruppo Made. Hanno collaborato a questo numero: Roberto Anghinoni, Cristiano Bonesso, Luisa Collina, Annalisa Ferrazzi, Andrea Giani, Cristiano Leonarduzzi, Alessandro Pagliarani, Claudio Troni. Grafica e impaginazione: Sillabario Srl – Milano Gruppo Made è un marchio di Made Italia Srl, con sede legale a Milano, Via della Moscova, 47/A - 20121 Milano (MI). Made Italia Srl – Sede di Bologna -Via Piero Gobetti, 52/3 40129 Bologna Tel: +39 051.760041 | Fax: +39 051.6056789. Made Italia Srl – Sede di Pero (Mi) - Via Amerigo Vespucci, 10 20016 Pero (MI) Tel: +39 02.93909301 | Fax: +39 02.93906184.


EDITORIALE

PIÙ VALORE AL MARCHIO MADE, PIÙ VALORE ALLE VOSTRE AZIENDE IL DESIDERIO DI EMERGERE, PER AVERE SUCCESSO DURATURO, DEVE NECESSARIAMENTE PASSARE ATTRAVERSO LA PIENA CONDIVISIONE DEI VALORI COMUNI. GRUPPO MADE HA INDIVIDUATO QUATTRO DRIVER PER AFFRONTARE CON DETERMINAZIONE LE NUOVE SFIDE DEL MERCATO ALESSANDRO PAGLIARANI DIRETTORE GENERALE GRUPPO MADE

SFRUTTARE I VANTAGGI DEL FARE GRUPPO In questi due anni Il Gruppo è cresciuto e si è consolidato acquisendo la fiducia della produzione più qualificata.

Contiamo 130 ragioni sociali e oltre 170 punti vendita aderenti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, caratterizzati da una forte volontà di migliorare la propria forza e la propria competitività attraverso una stretta collaborazione territoriale. I vantaggi che possiamo offrire ai nostri aderenti che ancora non utilizzano le risorse interne al meglio si possono riassumere: nel supporto di un’organizzazione professionale e specializzata per garantire nel tempo il valore del proprio business di riferimento; nella fornitura di strumenti e linee guida per migliorare tutte le leve di marketing e per ottimizzare e monitorare la gestione del punto vendita. Tutti valori che consentono di poter disporre di più tempo per focalizzare l’attività sulla vendita: il cliente e i collaboratori. Il gruppo si muoverà anche nei prossimi anni per essere sempre più e sempre meglio, una società di servizi per la distribuzione edile che vorrà essere competitiva nel mercato che c’è. SODDISFARE I NUOVI BISOGNI DEL CLIENTE Il mercato che c’è ha un nuovo Re, è il cliente privato 2.0 quello che naviga il web per cercare risposte, per comparare prezzi, per visitare virtualmente negozi per decidere un acquisto. Un cliente molto

lontano dallo standard del cliente di pochi anni fa. Il compito di Made è dunque chiaro: offrire nuovi soluzioni di business a valore aggiunto a chi è deciso a rimanere sul mercato , ma anche programmare da subito nuove opportunità di vendita. Possiamo dunque dire che i punti cardine su cui opereremo saranno fondamentalmente tre: 1) Stimolare l’adozione di format commerciali da parte dei rivenditori che attraverso il riposizionamento dell’offerta stimolino la visita del cliente privato 2.0 e l’acquisto di prodotti con valore aggiunto. Format dunque che siano in grado di soddisfare e fidelizzare il cliente. 2) Sviluppare il valore del marchio Made attraverso investimenti mirati a incrementarne la reputazione e l’immagine amplificando gli stessi valori condivisi ed esposti da punti vendita aderenti 3) Acquisire nuove quote di mercato facendo conoscere la nostra idea di business in modo da poter espandere il nostro network con vantaggi per tutti i soggetti della filiera Made. Concludendo, crescere insieme sotto la stessa insegna non è solo un claim, uno slogan, è soprattutto un percorso di crescita coerente che ci porterà da protagonisti nel nuovo mercato. ■

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uesto mercato scorbutico che fa arrancare quotidianamente tanti rivenditori nella quadratura dei conti, ho la sensazione ci faccia perdere di vista il senso dell’attività del Gruppo, dell’attività di Made. Dunque ritengo sia utile rammentare che la nostra unica finalità è quella di favorire il miglioramento della competenza commerciale tecnica e finanziaria delle rivendite aderenti, affinché possano eccellere nel proprio territorio sulla concorrenza, puntando sull’innovazione a tutti i livelli, che considero il vero driver del nuovo mercato. Per eccellere oggi occorre aggiornare la propria azienda alle dinamiche del nuovo mercato scegliendo la condivisione di modelli che permettano una crescita dei singoli e contemporaneamente una crescita qualitativa del network dei punti vendita Made. Lo dico ad ogni occasione e non mi tirerò indietro dal ripeterlo oggi: crediamo fermamente che crescere insieme sotto un’unica insegna sia l’unica via per ottenere quei livelli di performance che le difficoltà del mercato attuale hanno reso imprescindibili.

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DAL GRUPPO

LIVINGMADE SHOWROOM UN NETWORK PER CRESCERE di Claudio Troni

IL NUOVO NETWORK NASCE PER SVILUPPARE BUSINESS IN UN SEGMENTO INDISPENSABILE PER CONSOLIDARE LA TRASFORMAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE EDILE

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RENDERING DEL PROGETTO LIVINGMADE SHOWROOM

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l mercato post crisi, il mercato che c’è - così lo abbiamo identificato in Made - sta dando indicazioni inequivocabili: cresce la ristrutturazione, cresce il peso del privato, di conseguenza cresce e crescerà sempre di più la quota della vendita delle finiture all’interno dei fatturati della distribuzione edile tradizionale. Delle finiture, una ex rivendita generalista che si sta riposizionando in un punto vendita specializzato nella ristrutturazione, non può farne a meno. Abbiamo recentemente presentato quella che è la vision Made per un punto vendita moderno, ovvero un punto vendita che deve avere necessariamente una showroom tanto attraente quanto efficiente per attirare e soddisfare la clientela privata. Oggi il network Made cataloga 75 spazi finiture, tra showroom vere e proprie e spazi capitolati, non tutti in linea con le richieste del mercato attuale perché le dinamiche del settore ci insegnano che un corretto posizionamento degli spazi finiture necessita di una sintassi commerciale, comunicazionale e organizzativa, del tutto diversa dalla tradizionale rivendita. Ma anche quegli spazi finiture già molto attraenti ed effi-

cienti, come si richiedeva nella premessa operano, del resto non poteva essere altrimenti, secondo modelli totalmente individuali. È mancato insomma più meno in tutti il supporto di un network forte nazionale, una brand alla quale si può chiedere poco, per chi è già largamente autonomo, o tanto, per chi deve riorganizzare lo spazio finiture o addirittura progettarlo. O g g i c ’è L I V I N G M A D E SHOWROOM. Oggi siamo in grado di offrire un servizio organico per la diffusione e la crescita del network finiture. Per cominciare, Livingmade Showroom offrirà alle showroom dei punti vendita che hanno condiviso l’Upgrade la fruibilità del know how necessario per efficientare spazi espositivi, personale e processi interni. Da più di un anno abbiamo la possibilità di offrire un set di servizi mirati che vanno dalla progettazione al restyling di spazi espositivi, sino alla formazione del personale di vendita. Il dettaglio di questi servizi su misura è visibile nel sito livingmade.it. Oltre ai servizi, Livingmade Showroom sosterrà i punti vendita con una campagna on e off line destinata a valorizzare i punti vendita del

network, la cui prima pagina uscirà già a giugno su “Casa Facile” (potete vedere in anteprima la pagina pubblicitaria nella pagina seguente). Al di là del messaggio che vuole far passare la nostra anima, che vuole comunicare la full immersion di competenza e passione che dedichiamo a ogni cliente che entra nella nostra showroom, che è il nostro profilo distintivo rispetto alla concorrenza, l’obiettivo dichiarato della pubblicità è rendere protagonisti i punti vendita Made, creare familiarità tra la domanda e il marchio Made, in questo caso la brand Livingmade Showroom. Contestualmente, stiamo costruendo un panel di partnership con la produzione per offrire anche il servizio acquisti ai nostri aderenti, per poter ampliare le risorse per reinvestire in comunicazione e perché no, anche per potere “girare” sempre più premi agli aderenti. Lavoreremo dunque per rendere più raggiungibile e più trasferibile ai punti vendita la domanda, anche quella che transita sul web, ma di questo tema ne vedremo già concrete evidenze in autunno. Allora benvenuti nel network Livingmade Showroom. ■



DAL GRUPPO

APRE LO SPAZIO LIVING E I PRIVATI ARRIVANO di Cristiano Bonesso

VAI DOVE TI PORTA IL MERCATO, COSÌ IL MERCATO TI CONOSCERÀ. DOPO LA PICCOLA RIVOLUZIONE SUGGERITA DA UNA CHIARA VOGLIA DI MODERNITÀ, IL PUNTO VENDITA MADE DI LISSONE (MI) CONQUISTA NUOVE FETTE DI UTENZA

L’ ARCH. CRISTIANO BONESSO CONSULENTE MADE PROGETTO LIVINGMADE SHOWROOM

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OMBRETTA E ANTONIO GIANNUBILO TITOLARI DI CMV

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obiettivo, in questa seconda decade del nuovo secolo, è la conquista del cliente privato. Può sembrare illogico partire dalla fine – ricordate la definizione di “cliente finale” - ma, come ormai sanno anche i sassi, la ristrutturazione e l’utilizzo sempre più massiccio del web per ottenere informazioni hanno trasformato il nostro cliente privato da vittima sacrificale della furbizia costruttiva a protagonista assoluto delle scelte. Ogni essere umano si sente progettista, architetto e interior design

privilegiato dei suoi metri quadrati, e poiché è lui che paga, ha sempre ragione. Il percorso che CMV di Lissone, storica rivendita Made, ha compiuto in questi ultimi anni va esattamente in questa direzione. Primo passo, rifondare il punto vendita con un occhio alla modernità; secondo passo, aderire con convinzione al servizio Livingmade e creare tutti i presupposti per avvicinare il cliente privato, una figura che, solo fino a pochissimi anni fa, non ha mai considerato pienamente CMV come showroom, ma che oggi è diventata un punto di


Come hanno sottolineato Ombretta Giannubilo e suo fratello Antonio, i clienti in rivendita sono aumentati, proprio grazie alla show-room. C’è chi viene con le idee chiare per concretizzare i suoi progetti, così come persone che entrano a curiosare, ad informarsi, a chiedere chiarimenti. In ogni caso un altro passo verso il mercato che c’è. ■

ALCUNE IMMAGINI DEL LIVINGMADE SHOWROOM DI CMV

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riferimento importante nel suo bacino di utenza, e anche più in là. Cristiano Bonesso, architetto e responsabile del servizio Livingmade, ha così trasformato 200 metri quadrati della vecchia superficie in una moderna sala mostra, attraverso innovativi criteri espositivi, curando il layout nei minimi dettagli per evidenziare al massimo il mix delle merceologie, attraverso il miglior sfruttamento degli spazi, l’architettura delle luci, la scelta della grafica e della comunicazione integrata. Il risultato è un percorso emozionale nel quale il cliente riesce facilmente a immedesimarsi, scoprendo dettagli invitanti e dando forma e contenuto ai suoi desideri. Sono quattro le aree di business indicate da CMV per il suo progetto Livingmade, “suo” perché il servizio è adattabile alle diverse ampiezze e alle più disparate necessità delle rivendite, pur mantenendo lo stile Livingmade. Un’ampia parte è dedicata alle ambientazioni da bagno, poi i pavimenti, le porte e le finestre. La parte del libero servizio – ferramenta e abbigliamento tecnico – è stata studiata e realizzare per consentire il facile accesso ai prodotti desiderati. Un discorso a parte è riservato al colore, anzi, alla “color experience”, quindi non solo i prodotti, ma un vero e proprio laboratorio dove il cliente può applicare le tinte e vedere immediatamente quale sarà l’effetto cromatico.

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di Andrea Giani

PER CONDURRE CON L’OPPORTUNA ATTENZIONE LA PROPRIA ATTIVITÀ È SEMPRE PIÙ NECESSARIO POTER MONITORARE IN TEMPO REALE L’ANDAMENTO FINANZIARIO E QUELLO GESTIONALE. GRUPPO MADE METTE A DISPOSIZIONE UNO STRUMENTO UNICO ED EFFICACE, CHE EVIDENZIA IN TEMPO REALE GLI INDICATORI CHIAVE PER UNA GESTIONE IMPRENDITORIALE MODERNA. NE PARLIAMO CON ANDREA GIANI

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ANDREA GIANI ESPERTO DI EFFICIENZA COMMERCIALE

GABRIELE BENFENATI IT MANAGER GRUPPO MADE

utto è iniziato dall’esperienza dei check up finanziari che, negli ultimi anni, hanno interessato oltre una quarantina di rivendite Made. In quelle occasioni, la necessità di creare le condizioni per un migliore controllo dell’attività aziendale era emersa, a volte in modo diretto, altre in maniera sottintesa. Il controllo dei dati aziendali non è più, se mai lo è stato, un lusso, o un di più: stiamo parlando infatti di uno strumento che per una società commerciale è decisamente vitale, perché serve per capire l’andamento finanziario ma anche gestionale, nella più ampia accezione del termine. Questo servizio si chiama “Cruscotto Direzionale”, una definizione che già spiega il suo contenuto: per guidare un’azienda, è necessario avere sempre davanti agli occhi la situazione. Andrea Giani è il responsabile di questo servizio, da mesi frequenta le rivendite Made per presentarlo e per verificare quanto questo strumento sia interessante per i nostri distributori. Presentiamo il cruscotto, come è nato, e perché è nato… Durante gli incontri per la valutazione qualitativa della gestione dei vari punti

vendita Made, molti rivenditori hanno compreso come il controllo dei dati della loro azienda fosse tanto importante quanto in molti casi trascurato, o non perfettamente equilibrato. Il distributore edile è una figura professionale che ha sempre operato, nella maggior parte dei casi con successo, affidandosi al suo istinto, alla sua esperienza, al suo “occhio”. Ma questo avveniva in tempi decisamente diversi da quelli attuali. Occorreva quindi una strumento un po’ più moderno, e se vogliamo anche più preciso e oggettivo, per permettere a questi operatori di poter fruire di dati in modo diretto e aggiornato, semplice da utilizzare, ma soprattutto rapido e perfettamente aderente alla loro realtà di tutti i giorni. Che cosa è possibile leggere nel cruscotto? Il cruscotto offre immediatamente alcuni indicatori oggettivi che diversamente il nostro rivenditore dovrebbe cercare ed elaborare, impiegando quindi più tempo. Nella prima schermata, per esempio, è evidenziato il fatturato del giorno prima, diviso per settori merceologici (ovvero edilizia, ferramenta, finiture, vernici, e così via). Quindi, oltre ai dati del fatturato giugno 2015

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DAL GRUPPO

GUIDATE SICURI GUARDATE IL CRUSCOTTO MADE

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L’ESPERIENZA di Per alcuni distributori Made, il cruscotto è già una realtà. Vi trasmettiamo quindi l’opinione di un collega che vorrebbe anche ampliare la gamma delle informazioni. Come sta utilizzando il cruscotto? Lo uso tutti i giorni, non appena arrivo in ufficio la mattina accendo il computer e vedo come è andato il giorno precedente, ALBERTO VIGLIANO perché mi offre subito l’idea di come stia VIGLIANO EDILIZIA andando il lavoro, soprattutto per quanto DI CIGLIANO (VC) riguarda i margini, che sono un aspetto molto importante della nostra attività. Stiamo sistemando alcuni passaggi fra le misure d’acquisto (esempio: il cemento che si compra in tonnellate) e quelle di vendita (il cemento che si vende in sacchi), in questo caso, posso solo fare le valutazioni sul fatturato. Ci fa un esempio di qualche informazione interessante? Attraverso il cruscotto, per esempio, sto monitorando l’andamento dei trend di vendita. Nei primi due mesi dell’anno, l’edilizia rappresentava quasi il totale del fatturato; dopo un paio di mesi l’edilizia era due terzi, e un terzo le finiture. In questi giorni siamo 50/50 sempre come volumi di vendita. Poi ho anche il monitoraggio in tempo reale degli acquisti da parte dei clienti, raffrontato con lo scorso anno. Quanto l’impegna il cruscotto? Basta un quarto d’ora tutti i giorni e si riescono ad avere dati interessanti, dati che mi permettono di realizzare azioni mirate su alcuni clienti. Secondo la sua esperienza, il cruscotto è un buon investimento? Secondo me sì, porta dei vantaggi che alla fine si traducono in valore monetario. Infatti, con il cruscotto vedi subito eventuali errori, magari nei prezzi di vendita, e li puoi correggere immediatamente, e non dopo mesi o a fine anno, quando il danno è ormai fatto. Io, per esempio, quando verifico che cosa ho spedito il giorno precedente come bollettazione e come cassa, per ogni prodotto vedo che cosa ho guadagnato. Se un prezzo non è corretto rimedio immediatamente. Ho anche chiesto ad Andrea Giani e a Gabriele Benfenati di aggiungere una casistica: mi piacerebbe infatti inserire nel sistema anche gli ordini a portafoglio, per vedere quale potrebbe essere l’andamento futuro. Mi hanno detto che sarò accontentato.

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Il cruscotto è uno strumento che va adattato alle vostre necessità, ogni suggerimento è utile per tutti… Ho visto che il software è molto duttile. I dati li prendo dal gestionale e si riescono poi a elaborare nella forma che fa più comodo. Con Benfenati riusciamo a fare determinate elaborazioni, quindi ci sono molte possibilità. Al cruscotto bisogna dedicare un po’ di tempo, deve diventare una sorta di consuetudine per essere realmente utile, un vero e proprio strumento di lavoro. Per me sono soldi spesi bene.

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ottenuto sia nel giorno che progressivamente nel mese, appaiono anche i fatturati che si sarebbero dovuti ottenere, secondo i budget. Appare anche la marginalità, complessiva e divisa per settore. Quindi, ogni giorno, semplicemente accendendo il mio computer, so immediatamente come sta andando la mia azienda, quali sono i settori merceologici che vanno meglio e quali non secondo le aspettative, sia a livello di fatturato, sia in percentuale. Quanti clienti ho servito, quanti scontrini ho fatto, quanti sono i clienti nuovi e quanti quelli persi. È evidente che con questi dati sempre a portata di mano è più facile creare dei correttivi, migliorare le aree in sofferenza, e così via. Già queste informazioni sono basilari, ma c’è di più? Il cruscotto, sempre con straordinaria immediatezza, consente in effetti anche altre analisi, più specifiche, sia sui singoli clienti, sia sui vari settori merceologici distribuiti. Per esempio, si può sapere se un cliente quest’anno, rispetto allo scorso, ha acquistato di più o di meno. Quali prodotti ha scelto, quali ha smesso di acquistare, e così via. Posso anche sapere in quali settori merceologici ho venduto con una marginalità negativa, quali invece ho venduto con il giusto ricarico. Da queste informazioni possono emergere idee per fare delle promozioni, oppure per realizzare azioni di vendita mirate. Soprattutto, si ha tutto sotto controllo e ci si può preoccupare della nostra azienda conoscendo davvero la sua realtà, la sua potenzialità, così come le cose da migliorare, perché ovviamente un controllo così puntuale fa emergere gli errori, che non è una cosa negativa. Negativo è piuttosto che si continui a operare senza rendersi conto di questi errori. I dati arrivano direttamente dal gestionale? Sì, i rivenditori non devono fare niente in più di ciò che fanno ora. L’importante è che i dati siano inseriti correttamente. In questo caso, i risultati del cruscotto saranno sani e veritieri, se invece la gestione dei dati non è corretta, si avranno risultati inquinati. Ma il cruscotto serve anche a questo, a evidenziare


A questo punto ti chiedo: perché non tutti i rivenditori Made utilizzano il cruscotto? Il 99,9% dei distributori Made a cui abbiamo presentato questo strumento ha mostrato grande interesse. Tutti hanno perfettamente compreso l’utilità del cruscotto, anche perché non tutti i nostri interlocutori conoscono esattamente dati sensibili come le marginalità dei singoli prodotti, oppure hanno la certezza che nel loro sistema operativo non ci siano errori. Il motivo quindi è da ricercare nell’andamento del nostro mercato. È di natura anche finanziaria – è difficile oggi fare investimenti, anche esigui come può essere nel caso del cruscotto – ma soprattutto è complicata la gestione delle risorse umane, all’interno delle rivendite. Molti colleghi hanno dovuto ridimensionare il loro staff di collaboratori, chi prima si occupava di una cosa, ora ne fa tre. Quindi, da un lato il cruscotto agevolerebbe notevolmente la gestione commerciale e finanziaria, dall’altro occorrerebbe dedicare tempo e attenzione alla gestione dei dati. Ma forse, il cruscotto non è ancora visto come un valore sul quale investire, uno strumento che, in fondo, è nato per far risparmiare un sacco di soldi che oggi si disperdono in una gestione a volte ancora troppo approssimativa. Ma il desiderio di operare in modo più organizzato esiste? Sicuramente sì. Molti rivenditori chiedono espressamente indicazioni per migliorare la loro attività sia dal punto di vista della cultura d’impresa, sia attraverso l’utilizzo di sistemi informatici e programmi. Il cruscotto è un grande aiuto, con l’esempio e la consapevolezza sempre più diffusa di come sia necessario lavorare informati sono certo che sarà sempre più apprezzato. ■

L’ESPERIENZA di Siamo all’inizio perché è un mese che è stato installato, lo stiamo utilizzando, è un sistema molto approfondito di ricerca, lo stiamo utilizzando passo passo, è agganciato al nostro gestionale informatico e può riprocessare in qualsiasi modo i dati che abbiamo. Il nostro è diviso fondamentalmente in sette protocolli diversi, in primi ci dice il fatturato totale del giorno precedente e lo divide in fatture GIUSEPPE TROTTA emesse e in corrispettivi. Inoltre questo F.LLI TROTTA totale lo si può rielaborare secondo le FINALE LIGURE (SV)) categoria merceologiche. Nel nostro caso, edile puro, libero servizio, idraulica, finiture e servizi vari, fra cui il noleggio. Possiamo fare confronti con il passato, ma anche con budget prestabiliti. Si può vedere quanto si è fatto e quanto si doveva fare. Comodo perché ogni giorno… La cosa sulla quale Gruppo Made ha davvero fatto centro, è che la visione dei dati è a cascata. Vedi immediatamente il dato principale, poi se vuoi approfondire basta un clic e puoi andare a vedere per singolo prodotto, su singole categorie, eccetera. Riuscite a monitorare il comportamento dei clienti? Sì, perché una delle sette macro categorie riguarda proprio la clientela. Sia a livello di acquisto prodotti, sia per nominativo di cliente, magari in ordine di fatturato per vedere quali sono i migliori o i peggiori. Quindi uno strumento utile anche per iniziative particolari? Per noi è ornai uno strumento base, senza questo cruscotto si navigherebbe un po’ troppo a vista. Io che sono abbastanza giovane ne ho bisogno, perché non ho l’esperienza di mio padre, o dei miei zii. La loro generazione a naso sapeva dove andare, per me il Cruscotto Made è come avere il navigatore in auto, o la bussola su una nave. Uno strumento che riesce in ogni momento a fornire una fotografia che puoi confrontare con il passato. Per me è diventato uno strumento di lavoro a tutti gli effetti. Ricordo che abbiamo aderito subito a questa iniziativa, perché in questi tempi difficili commettere errori può essere destabilizzante. Il Cruscotto vi ha aiutati a individuare qualche errore? Sì, è accaduto, l’errore umano infatti può sempre capitare. Per esempio, il nostro cruscotto è uno strumento di controllo che mette in ordine gli articoli in base al margine realizzato. Nell’edilizia e nel colore, visto che questi margini sono minimi, un errore nella modifica di un prezzo può far perdere anche tanto. In questo modo possiamo vedere se i margini sono ridottissimi o addirittura se sono negativi. In un secondo si individuano queste incongruenze e si pone rimedio. Noi ne siamo entusiasti. Il Cruscotto è una sorte di telescopio dei nostri dati, bisogna acquisirne l’esperienza e dedicarci un po’ di tempo, ma i risultati sono eccellenti.

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gli errori. Un altro esempio: se la mia sala mostra fa un fatturato di 700.000 Euro, e io indico causali generiche, come unico dato avrò il fatturato, ma non potrò determinare alcuna marginalità. Stessa cosa nel caso di digitazione di prezzi sbagliata, cose che possono accadere ma che ovviamente mi forniranno valutazioni errate.

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ATTUALITÀ

LA BOLLA DELL’ OTTIMISMO di Roberto Anghinoni

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n po’ per logorroica dialettica politica, un po’ perché forse è proprio così, da più parti si incominciano a intravvedere segnali se non proprio positivi, almeno incoraggianti. Certo che oggi per trovare qualche buona notizia, in generale, bisogna scavare parecchio, e non si è nemmeno certi di avere fortuna. Se ci dovessimo fermate alle rilevazioni congiunturali che l’Ance ha presentato verso la fine dello scorso anno, prendendo i dati nudi e crudi, verrebbe quasi da far fagotto ed emigrare

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nei Mari del Sud. In realtà, è lo scenario complessivo che è cambiato, perché la crisi (o le crisi, perché sembrano di più) un po’ di sconvolgimento l’ha fatto. Prendiamo per esempio in considerazione gli occupati nei vari macro settori della nostra economia, analizzando l’andamento del terzo trimestre 2014, rispetto al gemello del 2013: se nell’industria, nell’agricoltura e nel settore dei servizi oggi si registra una crescita degli occupati, le costruzioni – e solo loro – fanno registrare un preoccupante segno meno, che significa quasi 60.000 posti di


NON È COMPLICATO CONDIVIDERE IL PENSIERO POSITIVO, PIUTTOSTO È DIFFICILE FARLO RIMANENDO COLLEGATI ALLA REALTÀ. I NUMERI SONO IMPIETOSI E PER CAMBIARE IDEA (E TREND) OCCORREREBBE QUALCHE CONCESSIONE ALLA PRATICITÀ

lavoro persi, in un anno. Il conto generale fornito dall’Osservatorio dell’Ance dice che, dall’inizio della crisi, sono stati persi ben oltre 500.000 posti di lavoro, sempre nelle costruzioni. Quasi 800.000 con i settori collegati. Sono cifre quantomeno allarmanti. Se poi andiamo a vedere i dati che ci riguardano più da vicino, è una esagerazione di segni “meno”, anche se la ristrutturazione durante questi ultimi 7/8 anni, mostra un bel +18,5%, e sarà in crescita di almeno due punti percentuali anche quest’anno.

UNA POSITIVITÀ RAZIONALE Che il nostro mercato, più quelli satelliti, sia alquanto nervoso è testimoniato anche dagli andamenti altalenanti del settore immobiliare, della richiesta e della concessione di mutui. Rimane il fatto che c’è un gran bisogno di case, soprattutto edilizia sociale, ma la mia idea è che il nostro paese stia vivendo un preoccupante momento di “bolla dell’ottimismo”, che magari non è devastante come una bolla finanziaria fatta come si deve (cioè come l’hanno giugno 2015

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organizzata anni fa), ma che lascia comunque l’amaro in bocca. Premesso che è giusto iniziare a vedere le cose con un minimo di razionale positività - non è certo questo un principio da mettere in discussione - rimane il fatto che fra quel che si sente e la cruda realtà c’è un abisso. Il mercato immobiliare che per qualche mese ha mostrato segnali di ripresa pare sia tornato a soffrire, nonostante i prezzi delle case siano diminuiti di diversi punti percentuali, impoverendo, fra l’altro, i proprietari. I primi mesi del 2015, invece, danno i dati in deciso miglioramento, e qualcuno azzarda anche l’ipotesi che entro un annetto questi prezzi si stabilizzeranno. Ma aspettiamo a far proclami, se non altroo la crisi ci ha insegnato la prudenza. L’impatto della nuova filosofia del costruire è ancora in cerca di un coinvolgimento serio da parte della maggior parte delle imprese e degli artigiani. Non è nemmeno sufficiente sapere che chi lavora bene lavora perché, ormai, la vecchia generazione degli operatori edili non ha l’umiltà, la passione e la voglia per rimettersi in discussione. E questo delicato tema riguarda anche la distribuzione edile. Il mercato si muove quindi a due velocità, ma se non ricordo male è sempre stato così. Sarebbe curioso sapere quanti di quei 60.000 posti di lavoro persi riguardano operatori che non si sono accorti che non si può più costruire come una volta. E sarebbe anche interessante sapere quante di quelle persone hanno dovuto chiudere a causa degli insoluti, magari da parte della Pubblica amministrazione di uno stato che invita ogni giorno all’ottimismo. Quanta di quella gente è rimasta impegolata nelle trame del malaffare che nell’edilizia hanno sempre trovato terreno fertile. E poi, ovviamente, e immagino sia la fetta più grossa, quanto abbia giocato una flessione del mercato che ha ormai raggiunto percentuali negative da capogiro.

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STABILITÀ, BRUTTA PAROLA Eppure, se si potesse sbloccare il Patto di Stabilità, magari la ripresa ci sarebbe veramente. Significherebbe rimettere

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in circolo denaro che è lì fermo, che non si può utilizzare, altrimenti di Grecia in Europa ce ne sarebbero due. Ma se non sblocchiamo i capitali, la ripresa non ci sarà mai. Ecco quindi che un vocabolo di per sé positivo come “stabilità”, nel nostro caso diventa un macigno permanente su qualsiasi velleità di cambiamento delle prospettive di rilancio della nostra, specifica economia. Abbiamo in sostanza sottoscritto un patto per stare fermi, perché i soldi che giacciono nelle casse degli enti pubblici (comuni, province, regioni, eccetera) magari per progetti già approvati, coperti finanziariamente e solo da cantierare, sono una sorta di garanzia per l’Europa della tenuta finanziaria del nostro paese. Più ci si pensa, e più la bolla dell’ottimismo pare gonfiarsi a dismisura. Ma, fedeli alla linea, abbiamo il dovere di orientare i nostri sforzi verso ogni possibile opportunità di sviluppo. Solo, è a mio avviso necessario un maggiore contatto fra politica e realtà, non ci siamo mai riusciti ma si può provare. A me piacerebbe ricevere meno promesse e un po’ più attenzioni concrete all’ordinario. COME OTTANT’ANNI FA Secondo le rilevazioni dell’Ance, che poi non sono così differenti da quelle del Cresme, nel 2014 gli investimenti in costruzioni hanno perso il 3,5% rispetto all’anno precedente. Dall’inizio della crisi, quindi, la flessione di questo valore è stata di circa il 32%, pari a 64 miliardi di Euro. Nel 2015 l’Ance ipotizza un’ulteriore perdita del 2,4%. La flessione degli stanziamenti dello stato negli investimenti pubblici è stata dell’11%. I permessi per costruire hanno fatto registrare un ulteriore – 10,2% nel 2014, rispetto al 2013. All’Ance fanno notare che siamo ai livelli del 1936. E, come abbiamo già ricordato, la ristrutturazione con il 2015 farà registrare un segno positivo di oltre il 20%, dall’inizio della crisi (+2% nel 2015, rispetto al 2014). Il nostro ottimismo inizia e finisce con quest’ultimo dato. Ma i numeri non sono tutto, nella vita. Se è infatti vero che il valore del mercato è sceso di oltre il 30%, è anche vero che rimane quasi un comunque sostanzioso 70%. E, a questo punto, le domandone lo possiamo anche immaginare: riuscirà mai la distribuzione edile a trovare quell’unità di categoria necessario a rendersi visibile e credibile per conquistare 2 o 3 punti percentuali di quel fantomatico 70% del valore del mercato? Quale sarà l’aggregazione commerciale, che per prima riuscirà a trasformarsi – finalmente! – in gruppo di vendita e vincere la partita, senza neanche dover ricorrere all’artificio di sentirsi ottimista? Quindi non parliamo di numeri ma di strategie, di visione, perché i prossimi numeri di cui ci occuperemo saranno il risultato dell’affermazione di questi valori. ■


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ATTUALITÀ

EXPO 2015, UNA MOSTRA FOTOGRAFICA RACCONTA LA DIVERSITÀ di Luisa Collina

AZERBAIJAN gennaio 2015

BRASILE gennaio 2015

CILE gennaio 2015

CINA gennaio 2015

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FRANCIA gennaio 2015

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FRA LE MILLE INIZIATIVE LEGATE ALL’IMMINENTE EXPO 2015 ABBIAMO SCELTO DI PRESENTARE UN EVENTO CHE, ATTRAVERSO LE IMMAGINI, RACCONTA IL LAVORO DI PROGETTAZIONE DEI VARI PADIGLIONI. INOLTRE, QUALCHE FOTO DI CANTIERE, CERTAMENTE INTERESSANTE. GRUPPO MADE RINGRAZIA IL POLITECNICO DI MILANO, NELLE PERSONE DELL’ARCH. OSVALDO POGLIANI, LUISA COLLINA, CURATRICE DELLA MOSTRA E LAURA DAGLIO PER IL COORDINAMENTO SCIENTIFICO, OLTRE CHE PER LA CORTESE DISPONIBILITÀ

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runo Munari nel suo libro Da cosa nasce cosa descrive il processo progettuale attraverso la metafora della preparazione del riso verde: dalla scelta dei materiali e delle tecnologie (“quale riso? quale pentola? quale fuoco?”), alla sperimentazione

(“prove e assaggi”), alla realizzazione di modelli (“campione definitivo”), alla verifica (“buono, va bene”) e, infine, alla elaborazione dei disegni costruttivi e alla realizzazione della soluzione finale (la predisposizione del riso su un piatto caldo).


in alcuni casi il materiale direttamente alla fonte (come il larice da Fukushima per il Giappone, il pino radiata dal Cile o il legno del lungomare di Coney Island per gli USA), mentre altre propongono soluzioni più “globali” (la pizza di Little Italy a New York, il riso alla cantonese a Chinatown a Milano), selezionando e assemblando prodotti spesso utilizzati internazionalmente. EMIRATI ARABI gennaio 2015

“Building the Expo” si concentra su queste importanti fasi del processo ideativo e realizzativo che precedono l’inaugurazione dell’Esposizione Universale di Milano, mettendo in mostra una selezione di 31 padiglioni attraverso disegni, schizzi, schemi di montaggio, campioni e prototipi accompagnati da video e foto di cantiere. Dalla raccolta di questi “semilavorati” progettuali e costruttivi, per lo più inediti, emerge un insieme di “ricette” quanto mai ampio e variegato: alcune essenziali, fondate su pochi elementi di base, altre più complesse, in cui si mescolano tecnologie e materiali diversi; in alcune prevale un ingrediente principale, che identifica in modo chiaro il “carattere” di queste architetture effimere, in altre i sapori risultano meno netti e riconoscibili mirando, forse, a incontrare il gusto di un pubblico più vasto; alcune incorporano contenuti innovativi (dallo sviluppo di brevetti all’utilizzo di nuovi materiali o di strumenti di calcolo sofisticati), altre si radicano maggiormente nella tradizione facendo leva sul coinvolgimento emozionale dei visitatori; alcune, infine, si connotano per la presenza di un legame con le specificità costruttive del paese che rappresentano, importando

ISREAELE gennaio 2015

REP. CECA novembre 2014

SPAGNA dicembre 2014

STATI UNITI gennaio 2015

UNGHERIA gennaio 2015

VIETNAM gennaio 2015

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LA MOSTRA FOTOGRAFICA E, AI LATI, I CANTIERI DEI PADIGLIONI DI EXPO 2015

Mercato globale o filiera corta? Slow Food versus fast food? Slow building versus fast building? Cultura del pittoresco o modernità globalizzata? Questi e molti altri sono i termini entro i quali ogni progetto di padiglione prende una posizione riconoscibile attraverso il proprio farsi. La mostra “Building the Expo” intende raccontare tale varietà attraverso una doppia libreria lunga quasi 40 metri, in cui ogni scaffale è dedicato a un padiglione; al centro un grande “foro”, spazio di incontro con i progettisti di queste architetture effimere, arricchito dalla presenza di otto “landmark”, prototipi in scala al vero di alcuni principali elementi tecnologici. Il risultato è una sorta di grande abaco, composto da piccoli assaggi progettuali: una tavola periodica degli ingredienti architettonici e costruttivi dell’Esposizione Universale che sarà inaugurata nei prossimi giorni. ■

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MADE PER VOI

UNA RETE DI PROFESSIONISTI PER IL MERCATO CHE C’E’ COME LA PUBBLICITÀ DEI PUNTI VENDITA MADE PUÒ PORTARE NUOVE OPPORTUNITÀ A TECNICI, ARTIGIANI E IMPRESE CLAUDIO TRONI DIRETTORE MARKETING DEL GRUPPO MADE

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mprese, tecnici, artigiani, tanto quanto le rivendite hanno subito in modo più o meno feroce la crisi del mercato dell’edilizia. Poi si è detto che non di crisi si trattava ma di un cambiamento epocale riguardante anche il settore delle costruzioni. Siamo d’accordo, ma resta il fatto che la filiera delle costruzioni, tecnici, imprese e artigiani, rivendite e anche produttori, si sono venuti a trovare in situazioni di grave sofferenza. Insomma, c’è poco da girarci intorno, di crisi. Le motivazioni le conoscete tutti meglio di me quindi non vale la pena ricordarle. Resta il dato oggettivo che il mercato tradizionale non c’è più. È finito. Per sempre. Ma c’è un altro mercato di grande interesse per tutta la filiera che va rapidamente consolidandosi il mercato della ristrutturazione. Un mercato potenzialmente enorme: si stimano di 2 miliardi di mq da ristrutturare. Il dato sembra plausibile in quanto l’Italia “vanta” il patrimonio immobiliare più vecchio d’Europa: il 40% delle abitazioni hanno più di quarant’anni. Questo mercato ha un nuovo soggetto attorno al quale ruota tutto: è il privato. Così

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come al tempo delle nuove costruzioni il privato poteva incidere poco o niente nelle scelte dei materiali, oggi con le ristrutturazione il privato diventa sempre più soggetto. È, insomma il nuovo cliente con cui fare i conti. Rivendite in primis, ma anche i clienti professionali delle rivendite, tecnici, artigiani, imprese devono rivedere la propria offerta affinché sia coerente con il mercato che c’è. Una delle leve che Made sta utilizzando per interagire con il privato è la pubblicità che abbiamo scelto di effettuare sia on-line che off-line. La pagina che vedete a fianco è la pagina pubblicitaria diretta al privato che va sulle riviste legate a temi dei “lavori in casa”, per esempio “Casa Facile”, dove il tema della ristrutturazione è primario quanto il desiderio del lettore di metterci becco. Attraverso questa campagna iniziata già lo scorso anno, vogliamo costruire una familiarità tra la domanda di ristrutturazione e l’offerta di materiali ma anche l’offerta di competenza. Infatti la body copy (quel trafiletto sotto l’immagine) riporta che “possiamo offrire i migliori prodotti, ma anche servizi qualificati e che siamo in gra-

do di suggerire i migliori tecnici e artigiani per effettuare lavori a regola d’arte”. La pagina inoltre invita a cercare il punto vendita più comodo sul nostro sito, nel quale il privato ha la possibilità di segnalare un lavoro chiedendo un preventivo, una segnalazione che il nostro punto vendita gira al professionista più idoneo o al momento libero da impegni. Stiamo creando una rete di punti vendita sempre più adatti al mercato che c’è, una rete che comprende anche i professionisti dei nostri clienti. Insomma stiamo lavorando per orientare l’offerta al mercato attuale ma anche per valorizzare quel capitale di competenze che solo rivendite, tecnici, imprese e artigiani, qualificati, possono vantare. Meglio affidarsi a professionisti, meglio affidarsi a Made e alla sua filiera. ■



MADE PER VOI

FARE SISTEMA (CON LE SPALLE COPERTE) IL PROGETTO H&D-MADE COSÌ COME INDICATO DAL BINOMIO CHE GLI DÀ IL NOME, È STATO PENSATO DA HARLEY & DIKKINSON FINANCE E DA MADE PER FAVORIRE IL MIGLIORAMENTO DELLA COMPETENZA COMMERCIALE E TECNICA DELLE RIVENDITE ADERENTI, CON LO SCOPO DI FAR TORNARE LA DISTRIBUZIONE AL CENTRO DELLA FILIERA EDILE. NE PARLIAMO CON ANNALISA FERRAZZI DI H&D ANNALISA FERRAZZI RESPONSABILE MARKETING DI HARLEY & DIKKINSON FINANCE

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ome hanno reagito le rivendite alla proposta H&D – Made? Direi che, rispetto agli intendimenti iniziali in cui si pensava di partire con una decina di rivendite pilota, selezionate direttamente da MADE, la risposta di interesse pervenutaci dopo la presentazione generica iniziale, ci ha portato a effettuare la proposta ai punti vendita che hanno attivamente manifestato volontà di saperne di più. Con il risultato comunque che le rivendite più strutturate sono state anche le prime a “candidarsi”. Il progetto piace, il punto è che forse, al di là dell’entusiasmo iniziale, è stato recepito che va interiorizzato e associato a un cambio di approccio da parte della rivendita stessa che deve rivedere quello che vende, passando, per esempio, dal semplice cappotto, a un pacchetto fatto di prodotto e applicazione di qualità, soluzione finanziaria e garanzia assicurativa che copre tutto il progetto per cinque anni.

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Quali dubbi ha potuto rilevare da parte dei rivenditori e quindi risolvere? Il primo giro di appuntamenti ha evidenziato la difficoltà a farsi portavoce centrale verso le aziende clienti di un cambio di paradigma fondamentale, ovvero proporsi

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come centro di riferimento per la fornitura di un servizio, più che come venditori di un prodotto: in sostanza, la difficoltà di adeguare la propria conformazione aziendale abituale alle nuove esigenze del mercato. Ritengo qui fondamentale il supporto di MADE nel guidarle con fiducia verso una loro nuova identità. Potrebbe riassumere i principali vantaggi di questo servizio? I vantaggi sono di diverso tipo, ma credo davvero tutti interessanti. Dal punto di vista dell’identità professionale, vendere soluzioni sistemiche piuttosto che solo prodotti significa diventare punti di riferimento globali del sistema casa. Poi, ovviamente, il servizio garantisce il pagamento per tutti i soggetti coinvolti; offre cinque anni di garanzia dell’installatore e del cliente finale con la formula RC Artigiani/Azienda + Garanzia H&D, oltre alla copertura dei danni patrimoniali con gestione sinistro. Ma, al di là delle comunque imprescindibili soluzioni finanziarie, per le società che fanno capo a Gruppo Made questo servizio è anche un modo per fare sistema ed evolvere. E ciò significa creare nuove opportunità commerciali garantite direttamente da H&D e Gruppo Made, su target

di mercato vecchi e nuovi. La rivendita, infine, così come i suoi clienti, possono contare su un supporto consulenziale di H&D che avviene tanto attraverso i suoi uffici centrali, quanto per mano dei gestori di zona in tutte le fasi precedenti e successive all’istruzione della pratica finanziaria. Potrebbe riassumere i principali “impegni” per il rivenditore? Praticamente nessuno. Il contratto è gratuito, non comporta costi. Chiediamo solo di veicolare il progetto ai suoi migliori clienti aziendali che lavorano con i condomìni a cui un nostro gestore possa spiegare nel dettaglio tutti i vantaggi di aderirvi; i primi quindici che aderiranno avranno l’esclusiva agevolazione di poter pagare il fee iniziale alla prima delibera bancaria, quindi con la certezza di un primo lavoro finanziato. Esistono esempi, anche in altri settori merceologici, dove questo servizio viene praticato e funziona? H&D sta portando avanti un progetto filiera WIKI ovvero smart, su tutti i settori di interventi edili. In particolare, nell’ambito degli ascensori e dell’elettrofornitura abbiamo già avuto modo di seguire più operazioni andate a buon fine. ■



MADE PER VOI

INFORMAZIONI LEGALI

PER IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI E DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI A CURA DELL’AVVOCATO CRISTIANO LEONARDUZZI STUDIO AGRIMI & LEONARDUZZI DI MILANO

■ AMMINISTRATORE RESPONSABILE NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ SE TRANSIGE UNA CONTROVERSIA SENZA CONSULTARE IL LEGALE Non è possibile sindacare le operazioni nel merito e sotto il profilo del risultato economico, ma è invece ammissibile censurare le modalità attraverso le quali l’amministratore sia giunto a tali scelte, concludendo una transazione penalizzante per la società da lui rappresentata senza nemmeno curarsi di consultare un avvocato

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Deve risarcire i danni l’amministratore di una società per azioni che, nell’imminenza di una decisione arbitrale (ma il principio vale anche per una lite pendente dinanzi all’autorità giudiziaria), conclude una transazione penalizzante per la società da lui rappresentata, senza neppure curarsi di consultare un legale, al fine di analizzare sia l’esito probabile della lite sia i contenuti dell’atto transattivo. Con la sentenza in esame, la Suprema corte affronta il tema dei limiti del sindacato giurisdizionale sulle scelte di gestione compiute dagli amministratori, chiarendo quando questi ultimi possano essere chiamati a rispondere dei propri atti di mala gestio. Sebbene non sia

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possibile sindacare le operazioni nel merito e sotto il profilo del risultato economico, è invece ammissibile la censura delle modalità attraverso le quali l’amministratore sia giunto a tali scelte, qualora esse rivelino la violazione del generale dovere di diligenza incombente sugli amministratori e, in definitiva, l’irragionevolezza della scelta concretamente operata. La giurisprudenza ha evidenziato che dalla norma disciplinante la responsabilità degli amministratori si desume che essa può sorgere dalla violazione: i) di obblighi che hanno un contenuto specifico, in quanto precisamente determinato dalla legge o dall’atto costitutivo (si pensi, ad esempio, all’obbligo incombente sugli amministratori, ai sensi dell’articolo 2377 del codice civile, di adottare i conseguenti provvedimenti in caso di annullamento di una deliberazione assembleare, o all’obbligo di rispettare le norme interne di organizzazione relative alla formazione e alla manifestazione della volontà della società); ii) oppure degli obblighi, identificati da clausole generali, di amministrare con diligenza (evincibile dal comma 1 dell’articolo 2392 del codice civile) e senza conflitto di interessi (articolo 2391 del codice civile). La Suprema Corte di Cassazione ha avuto modo di chiarire che, trattandosi

di clausole generali, le norme non specificano la condotta che l’amministratore deve tenere è, quindi, necessario stabilire di volta in volta, in relazione alle circostanze del caso concreto, quando vi sia stata violazione di tali canoni. Forzando il dato testuale, ma cogliendo lo spirito della legge, la giurisprudenza ha dunque ritenuto che l’obbligo di diligenza (che - alla lettera - è riferito all’adempimento degli obblighi imposti dalla legge e dall’atto costitutivo) determini un’autonoma obbligazione di amministrare con diligenza (Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza n. 1783/2015).

■ CONTRATTO PRELIMINARE DI PRELIMINARE - INVALIDITÀ - ESCLUSIONE Valido il contratto preliminare di preliminare di vendita immobiliare quando emerge la configurabilità dell’interesse delle parti a una formazione progressiva del contratto basata sulla differenziazione dei contenuti negoziali La vicenda all’esame della Corte di Cassazione trae origine da un’azione promossa dai proprietari di un immobile, i quali agivano per chiedere l’esecuzione in forma specifica dell’accordo con il quale i futuri acquirenti del bene si sarebbero obbligati

contrattualmente ad acquistarlo, a condizione che l’istituto di credito avesse dato l’assenso alla cancellazione dell’ipoteca che vi era iscritta. La difesa dei convenuti eccepiva - in sede di costituzione - che l’accordo, dal quale sarebbe scaturito l’impegno a stipulare il successivo preliminare di vendita, non creava un’obbligazione giuridicamente vincolante. Dal momento, infatti, che il primo accordo era da considerare quale preliminare di preliminare, lo stesso doveva ritenersi nullo per mancanza di causa, con la conseguenza di dover riqualificare l’iniziale incontro dei consensi come una semplice puntuazione e quindi privo di vincolatività giuridica. In sostanza, la non riconducibilità del primo accordo a un contratto preliminare, escludeva la percorribilità dell’azione ex articolo 2932 del Cc.. Sia in primo che in secondo grado, i giudici accoglievano la tesi dei promissari acquirenti, escludendo quindi che all’accordo preliminare potesse riconoscersi una funzione giuridicamente apprezzabile se produttivo di effetti uguali da quelli del successivo preliminare, e ribadendo pertanto la nullità del preliminare di preliminare per difetto di causa, così come sancito dall’unico precedente di legittimità rinvenibile. La Suprema Corte ha, invece, stabilito che - in presenza di contrattazione preliminare re-


■ DIFFORMITÀ E VIZI DELL’OPERA - DENUNCIA DEI VIZI - TERMINI DECORRENZA Nell’ambito dei contratti di appalto i termini per la tempestiva denuncia dei vizi alla cosa decorrono dalla conoscenza loro completa che deve intendersi conseguita, in alcuni casi, all’atto dell’acquisizione di idonei accertamenti tecnici L’identificazione degli elementi conoscitivi necessari e suffi-

cienti onde possa individuarsi la scoperta del vizio ai fini del computo dei termini (agli effetti di cui all’articolo 1669 del Cc) deve effettuarsi con riguardo tanto alla gravità dei vizi, quanto al collegamento causale di essi con l’attività espletata. Non potendosi onerare il danneggiato di proporre senza la dovuta prudenza azioni generiche a carattere esplorativo o, comunque, suscettibili di rivelarsi infondate, la conoscenza completa - idonea a determinare il decorso del termine - deve ritenersi conseguita, in assenza di convincenti elementi contrari anteriori, solo all’atto dell’acquisizione di idonei accertamenti tecnici. Deriva da quanto precede, pertanto, che nell’ipotesi di gravi vizi, la cui entità e le cui causa - a maggior ragione ove già oggetto di contestazioni tra le parti - abbiano, anche per ciò, rese necessarie indagini tecniche, deve ritenersi che una denuncia di gravi vizi può implicare un’idonea ammissione di valida scoperta degli stessi, tale da costituire il dies a quo per la decorrenza del termine e, a maggiore ragione, tale da far supporre una conoscenza dei difetti di tanto antecedente da implicare la decadenza solo quando, in ragione degli effettuati accertamenti, risulti dimostrata la piena comprensione dei fenomeni e la chiara individuazione e imputazione delle loro cause, per l’un effetto alla data della denuncia e, per l’altro, a data a essa convenientemente anteriore (Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza n. 22722/2014).

■ LOCAZIONI AD USO ABITATIVO – RILASCIO ANTICIPATO DELL’IMMOBILE – RISARCIMENTO DEL DANNO L’anticipato rilascio altera l’originario assetto contrattuale: il locatore che ha ottenuto la ri-

soluzione del contratto per inadempimento dell’inquilino può, dunque, chiedere anche i danni; infatti, se l’inquilino non paga, la preoccupazione del locatore è di ottenerne lo sfratto al più presto. Una volta avuta la riconsegna dell’immobile, però, notevoli rimangono i costi e le perdite prima di riuscire a trovare un altro inquilino, anche con riferimento all’ammontare dei canoni del nuovo contratto L’art. 1591 c.c. stabilisce che il conduttore, in mora a restituire la cosa, sia tenuto a dare al locatore il corrispettivo convenuto fino alla riconsegna, salvo l’obbligo di risarcire il maggior danno. Nell’ipotesi, del tutto usuale, nella quale l’inquilino non paghi i canoni della locazione ed ometta di riconsegnare l’immobile, al locatore in pratica non resta che dar corso all’intimazione di sfratto per morosità, chiedendone la convalida al tribunale e nello stesso atto anche l’ingiunzione di pagamento per i canoni scaduti e, in tal caso, il giudice pronuncia separato decreto d’ingiunzione per l’ammontare dei canoni scaduti e da scadere fino all’esecuzione dello sfratto, e per le spese relative all’intimazione. In alternativa, il locatore potrebbe anche chiedere l’adempimento dell’obbligazione del conduttore, ossia il pagamento dei canoni fino alla cessazione contrattuale del rapporto. Va da sé, però, che in pratica questa seconda strada non viene mai intrapresa, se non altro perché quando si verifica la morosità appare evidente che l’inquilino navighi in cattive acque, e allora ciò che più conta è toglierselo di torno il più presto possibile. Nel caso all’esame della Suprema Cassazione, i due gradi del giudizio di merito avevano negato il risarcimento dei danni da anticipata restituzione degli immobili locati sul rilievo (pressoché costante fino a quel momento) che - una volta rilasciato l’immobile in con-

seguenza della risoluzione viene ripristinata la posizione del locatore in ordine al godimento del bene nei termini in cui essa si poteva estrinsecare prima della scelta dell’esercizio del godimento nella forma indiretta della concessione in locazione: il locatore viene posto, cioè, nella condizione di esercitare il godimento sul bene in via materiale oppure con atteggiamento di mera inerzia oppure nuovamente in forma indiretta, cioè conferendolo in godimento a un terzo, a titolo oneroso, cioè iure locations, o, eventualmente, gratuito, iure commodati. Questa orientamento deve intendersi oggi superato alla luce della sentenza in commento che ha il merito di evidenziare come - a seguito del rilascio - il locatore recupera sì la disponibilità materiale della cosa e la possibilità di goderne, direttamente o dandola nuovamente in locazione a terzi, ma questa nuova situazione di fatto di per sé non è idonea a porre nel nulla il danno, che esiste ed è originato dall’alterazione dell’assetto contrattuale. Tale pregiudizio subito dalla parte locatrice si esprime dunque, ad avviso della sentenza in esame, nell’incremento patrimoniale netto che la parte non inadempiente avrebbe conseguito mediante la realizzazione del contratto e che non ha potuto conseguire per l’inadempienza dell’altra parte. Tuttavia, afferma la Corte di Cassazione, non vi è alcun automatismo, con la conseguenza che incombe a parte creditrice, cioè alla locatrice, l’onere della prova di avere inutilmente tentato di locare l’immobile ovvero della sussistenza di altre analoghe situazioni pregiudizievoli (come ad esempio il reperimento di offerte di locazione meno vantaggiose), dando conto dei concreti propositi di utilizzazione dell’immobile (Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza n. 2865/2015).

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lativa a compravendita immobiliare che sia scandita in due fasi, con la previsione di stipula di un contratto preliminare successiva alla conclusione di un primo accordo - il giudice di merito deve preliminarmente verificare se tale accordo costituisca già esso stesso contratto preliminare valido e suscettibile di conseguire effetti ex articoli 1351 e 2932 del Cc, ovvero anche soltanto effetti obbligatori, ma con esclusione dell’esecuzione in forma specifica in caso di inadempimento. Col ché, si riterrà produttivo di effetti l’accordo denominato come preliminare con il quale i contraenti si obblighino alla successiva stipula di un altro contratto preliminare, soltanto qualora emerga la configurabilità dell’interesse delle parti a una formazione progressiva del contratto basata sulla differenziazione dei contenuti negoziali e sia identificabile la più ristretta area del regolamento di interessi coperta dal vincolo negoziale originato dal primo preliminare. La violazione di tale accordo, in quanto contraria a buona fede, potrà dar luogo a responsabilità per la mancata conclusione del contratto stipulando, da qualificarsi di natura contrattuale per la rottura del rapporto obbligatorio assunto nella fase precontrattuale (Corte di Cassazione, sezione unite, sentenza n. 4628/2015).

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DAMIANI HOLZ – LIGNOALP

TRA ARCHITETTURA E NATURA, UN AGRITURISMO IN LEGNO

LA DAMIANI-HOLZ&KO S.P.A., AZIENDA DELL’ALTO ADIGE SPECIALIZZATA IN EDILIZIA PREFABBRICATA IN LEGNO E PRESENTE SUL MERCATO CON IL MARCHIO LIGNOALP, REALIZZA LA CASA RIGA, UN ESEMPIO DI SIMBIOSI TRA ARCHITETTURA E NATURA, CHE SORGE IN TRENTINO ALTO ADIGE, AI MARGINI DELLA STAZIONE TERMALE DI COMANO, SU UN TERRENO IN PENDIO PARZIALMENTE TERRAZZATO ADIBITO A FRUTTETO E PRATO: UN CONTESTO PAESISTICO DELICATO

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a grande attenzione all’inserimento paesaggistico di un progetto dalla cubatura importante, ha portato i progettisti Stefania Saracino e Franco Tagliabue a sfruttare il declivio naturale e a realizzare un edificio parzialmente ipogeo, scelta che risponde anche alla richiesta iniziale del committente di realizzare un edificio “invisibile” da monte, e percepibile come un solo taglio orizzontale da valle. Architettura e topografia si fondono. Il progetto risolve le due unità funzionali - residenza di un imprenditore agricolo e agriturismo - in un unico insediamento interconnesso, ma distinto dalla diversa esposizione delle due parti. L’abitazione si apre con il fronte vetrato a Ovest verso la vallata, l’agriturismo con il fronte vetrato delle camere a Sud, verso l’avvallamento del rio e il bosco. Esposizione ottimale per un’architettura ad alto risparmio energetico che impiega sistemi di climatizzazione passivi per il controllo dell’apporto calorico. La ricerca tipologica è stata supportata dall’affinamento delle tecniche costruttive, con la scelta di realizzare la strut-

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tura ipogea completamente in legno. Da monte la luce penetra negli ambienti interni tramite una sequenza di patii, incisi nella superficie del prato. L’utilizzo di materiali locali (pietra per i terrazzamenti, legno, copertura a prato) completa l’inserimento armonico della costruzione nel paesaggio.

Interamente realizzata da LignoAlp, la struttura degli ambienti abitabili è realizzata in legno a pannelli portanti Xlam, lasciati a vista negli spazi interni. Questa soluzione, oltre a favorire elevati livelli di comfort e vivibilità interna, risulta ottimale per l’ottenimento, in combinazione

con materiali isolanti quali la fibra di legno, dei livelli di isolamento termico richiesti all’involucro per un edificio classificato CasaClima Oro. Particolare attenzione è stata posta nella definizione del pacchetto di copertura, che ricostituisce sopra l’edificio in legno il prato preesistente alla sua costruzione. I fronti vetrati continui sono stati risolti come facciate strutturali in legno con doppio o triplo vetrocamera. Oltre ai sistemi di accumulazione passivi dell’energia solare, l’edificio è riscaldato e raffrescato da una pompa di calore alimentata da sonde geotermiche. Lo sbalzo della gronda con struttura in legno garantisce un opportuno ombreggiamento nel periodo estivo e un adeguato irraggiamento solare in quello invernale. L’edificio non ha pannelli fotovoltaici applicati direttamente, ma utilizza l’energia elettrica di un consorzio locale, prodotta da un impianto a distanza. La climatizzazione interna è controllata da impianto di ventilazione con preriscaldamento/ preraffrescamento dell’aria immessa e recupero di calore dall’aria espulsa, regolato da un impianto domotico.


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SAINT- GOBAIN GYPROC

LOCCIONI LEAF LAB

QUATTRO RICHIESTE PROGETTUALI SPECIFICHE HANNO TROVATO RISPOSTA NEI PRODOTTI E NEI SISTEMI GYPROC, CON PIENA SODDISFAZIONE DEL PROGETTISTA E DELLA COMMITTENZA

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el 2008 il gruppo Loccioni di Angeli di Rosona (AN), leader nello sviluppo di sistemi automatici di misura e controllo qualità, ha lanciato il progetto denominato “Leaf Community”, un laboratorio dinamico e aperto che raccoglie la sfida della sostenibilità e che rappresenta un punto di incontro tra imprese, enti e istituzioni. La prima richiesta progettuale prevedeva la realizzazione di pareti interne in grado di garantire contemporaneamente prestazioni acustiche, resistenza meccanica, resa estetica e salubrità dell’aria. La soluzione Saint-Gobain Gyproc è stata la realizzazione di divisori a secco, costituiti da montanti metallici da 75 mm, isolante nelle intercapedini e doppia lastra per lato, una del tipo Wallboard 13 e una del tipo Habito Activ’Air®. La combinazione delle due lastre assicura un’elevata durezza superficiale e alte prestazioni acustiche, con grande velocità di esecuzione e pulizia di cantiere. La tecnologia Activ’Air®, brevetto internazionale di Saint-Gobain, neutralizza la formaldeide presente negli

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ambienti chiusi, assicurando comfort e salubrità dell’aria. La seconda richiesta progettuale era la realizzazione di una parete di compartimentazione antincendio di grande altezza, posizionata tra il magazzino e l’area adibita ad uffici e laboratori. In questo caso, Saint-Gobain Gyproc ha proposto una parete realizzata completamente a secco, con struttura metallica da 150 mm e doppia lastra Fireline 13 per lato, in grado di garantire una resistenza al fuoco EI 120. Le Fireline sono lastre di tipo F – che si identificano per la colorazione rosa del rivestimento sulla faccia a vista – con incrementata coesione del nucleo ad alta temperatura, il cui gesso è additivato con

fibre di vetro e vermiculite al fine di aumentarne la capacità di resistenza al fuoco. La terza richiesta progettuale riguardava il rivestimento dei tamponamenti perimetrali tramite controfodere a secco per facilitare il passaggio degli impianti e migliorare le prestazioni termo-acustiche dell’edificio. La soluzione Saint-Gobain Gyproc è consistita nella realizzazione di contropareti tecniche, costituite da una struttura metallica da 50 mm, da un pannello isolante e da una lastra Habito Activ’Air®. Le contropareti così concepite consentono di incrementare le prestazioni termiche e acustiche, di contenere le numerose e complesse parti impiantistiche dell’edificio e di migliorare

la qualità dell’aria grazie alla tecnologia Activ’Air®. La quarta richiesta progettuale prevedeva la creazione di controsoffitti a pannelli ispezionabili nelle zone uffici per nascondere gli impianti e assicurare resa estetica e resistenza meccanica. La risposta di Saint-Gobain Gyproc è stata il sistema per controsoffitti ispezionabili Eurocoustic Minerval con bordi ribassati di tipo E, costituito da pannelli rigidi autoportanti in lana di roccia, resistenti agli urti e facili da montare. Caratteristiche tecniche-prestazionali del controsoffitto: Assorbimento acustico: 15 mm: αw = 0,90; Reazione al fuoco: Euroclasse A1; Tenuta all’umidità: 100% resistente, qualunque sia il livello di umidità relativo dell’aria. Progetto: Arch. Lando Pieragostini; Direzione Lavori: Ing. Francesco Giorgini – Gruppo Loccioni Applicatore sistemi a secco Saint-Gobain Gyproc: Il Controsoffitto di Cecchini Sandro, Maiolati Spontini (AN) - in collaborazione con Nuova Grondex srl. Monte Roberto (AN)


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CASE HISTORY

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RIFACIMENTO DELLA PAVIMENTAZIONE DELLA “PROMENADE” DI ALASSIO (SV)

A CAUSA DEL LOGORIO DEL TEMPO E DELLE SEVERE CONDIZIONI CLIMATICHE, LA PAVIMENTAZIONE DEL LUNGOMARE HA SUBITO UN IRREVERSIBILE PROCESSO DI DETERIORAMENTO E IL CONSEGUENTE DISTACCO DI PARTI DI ESSA, RENDENDO NECESSARIA UN’OPERA DI RIFACIMENTO COMPLETO

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intervento ha previsto la totale demolizione della vecchia pavimentazione fino ad arrivare alla struttura originale in c.a.; il consolidamento della struttura con calcestruzzo Rck 300 rinforzato con fibre; l’eventuale ripristino di parti ammalorate di calcestruzzo con malte strutturali e passivazione dei ferri d’armatura; la preparazione e regolarizzazione del supporto; l’impermeabilizzazione del supporto; l’incollaggio della nuova pavimentazione, per una grossa parte prevista in pietra naturale e per una piccola parte in pietra ricostruita tipo Listotech e la sigillatura impermeabile della pavimentazione con fugante a base epossidica. Le problemsatiche da tenere in considerazione per ottenere un lavoro allineato alle aspettative della Pubblica amministrazione, non erano banali; a una resa estetica pregevole era necessario prevedere una serie di accorgimenti, materiali e tecniche di posa che potessero superare le molteplici criticità a cui avrebbe dovuto far fronte il manufatto nel suo immediato futuro: la perenne esposizione agli agenti atmosferici e a un ambiente salino particolar-

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mente aggressivo, le forti sollecitazioni vibrazionali imposte dall’incessante e ripetitivo moto ondoso, comprese le mareggiate di forte entità; la presenza di giunti strutturali; la diversità delle pietre da posare, con maggiori difficoltà per le pietre ricostruite, notoriamente più “sensibili” all’assorbimento della parte liquida dei collanti; una sigillatura impermeabile e duratura nel tempo. LE SOLUZIONI INDEX Si è proceduto con la prima opera di ripristino dei calcestruzzi

ammalorati della soletta e dei pilastri di sostegno, tramite il ciclo di passivazione con StratoFer e la successiva ricostruzione con malta tissotropica fibrorinforzata Resisto Tixo (malta strutturala classificata R4); ove necessario si è infine rasato e livellato con malta Resisto Level (malta R2 PCC). Successivamente, le lavorazioni sono proseguite con l’impermeabilizzazione della struttura, intervento eseguito tramite stesura a pennello (con temperature superiore a 10°C) di Epostop ABC, malta tri-componente epossice-

mentizia (con consumi di circa 1-1,5 Kg/m2). Il supporto è stato poi trattato con malta adesiva Wetbond Rapid, per regolarizzare le asperità e rendere il piano di posa della pietra quanto più planare possibile. Dopo stagionatura e un’accurata pulizia del supporto si è proseguito con la posa delle pietre naturali di grande formato e spessore e delle pietre ricostruite grazie alle notevoli prestazioni di Granicol AB Rapid, super collante ad adesione maggiorata bi-componente (cemento-polimero) a elevata deformabilità e presa e asciugamento rapidi (classificato C2TEFS2). I giunti di frazionamento, effettuati ogni 5 m con campiture di circa 20 m2, sono stati trattati con il sigillante a base poliuretano SuperflexPur, mentre le fughe sono state eseguite con uno degli ultimi arrivati in casa Index, il fugante a base epossidica Fugopox Color AB Grigio, prodotto rivoluzionario nel panorama degli stucchi epossidici, facilmente rimovibile anche dopo 45 minuti dalla stesura con una semplice spugna bagnata, dato con un “sac a poche” per riempire le fughe di grosso volume senza disperdere prodotto e migliorare la velocità.



NUOVI PRODOTTI

CAMINI WIERER

CONIX® LA SCELTA SICURA SEMPRE

L’evoluzione tecnologica dei generatori di calore e l’abbassamento delle temperature di uscita dei fumi ha portato a due sostanziali modifiche nelle prestazioni delle canne fumarie, che oggi devono garantire impermeabilità (tenuta a pressione) e incorrodibilità (tenuta alle condense). Queste prestazioni sono state universalmente affidate finora all’utilizzo di fascette di chiusura e guarnizioni siliconiche

in corrispondenza dei giunti degli elementi, senza alcuna garanzia di durata nel tempo. Ecco perché Camini Wierer ha studiato e brevettato CONIX®, sistema camino a elevate prestazioni, caratterizzato da un giunto conico che non necessita di guarnizioni né fascette di assemblaggio. CONIX® ha una caratteristica unica, l’universalità di utilizzo; la sua designazione lo identifica con la massima resistenza al calore (T600), tenuta a pressione (H1), resistenza all’incendio da fuliggine (G) e impermeabilità alle condense (W). È idoneo per qualsiasi generatore, condizione di temperatura o pressione; va bene sempre, per sempre. CONIX® offre anche grandi vantaggi installativi; il sem-

plice incastro tra i due giunti maschio/femmina abbatte di oltre il 50% i tempi di installazione con un notevole risparmio nei costi e la semplicità della messa in opera riduce al minimo la possibilità di errore

per un’installazione in assoluta tranquillità e sicurezza. L’assenza guarnizioni garantisce assoluta affidabilità e risparmio dei costi di esercizio anche per l’utente, che non deve sottoporre il sistema a periodiche verifiche di tenuta. La forza, i vantaggi e le garanzie di CONIX® hanno indotto Camini Wierer a una scelta epocale; eliminare definitivamente il sistema con guarnizioni. Una decisione radicale data da una totale sicurezza e fiducia nel prodotto che ha portato, a far data dal 10.10.2010, alla storica scomparsa delle guarnizioni siliconiche dal mondo Camini Wierer. Perché solo CONIX® è per sempre.

ISOVER

CLIMA34 G3, IL CAPPOTTO IN LANA DI VETRO

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Isover Clima34 G3 è l’unico pannello da cappotto in lana minerale con un indice di conducibilità termica pari a λ 0,034, un prodotto che non solo rappresenta una valida alternativa ai cappotti in natura plastica ma una soluzione innovativa e dalle caratteristiche uniche, con il vantaggio di un prezzo straordinariamente accessibile. Isover Clima34 G3 abbina all’isolamento termico le caratteristiche uniche della lana di vetro: traspirabilità, comfort acustico, protezione dal fuoco e stabilità dimensionale, per un cappotto che dura nel tempo. È proprio la particolare natura della lana di vetro Isover, materiale impiegato come isolante in una casa su 3 in Europa, che conferisce le caratteristiche uniche che contraddistinguono Isover Clima34 G3. La struttura a celle aperte della lana di vetro conferisce al pannello le prestazioni di isolamento termico e traspirabilità. L’intreccio delle fibre di cui è composta crea una moltitudine di pori dove l’aria viene imprigionata impedendo così al calore di fluire attraverso il muro. Inoltre, grazie al valore di resistenza al passaggio del vapore acqueo uguale a quello dell’aria, un cappotto realizzato con Isover Clima34 G3 permette all’umidità in eccesso presente nell’edificio di fuoriusci-

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re, evitando la formazione di muffe e condense all’interno. La flessibilità ed elasticità della lana di vetro garantiscono al pannello le performance di isolamento acustico, adattabilità, durabilità e resistenza agli urti occasionali. A differenza degli isolanti plastici, il comportamento elastico della lana di vetro conferisce prestazioni uniche a un sistema a cappotto. Innanzitutto un ottimo isolamento acustico ai rumori aerei quali traffico, pioggia, grandine, ma anche un’elevata durabilità del sistema che corre minori rischi di fessurazione dovuti a sbalzi termici giornalieri e stagionali grazie alla stabilità dimensionale del pannello. Sempre risultato della struttura elastica della lana di vetro di cui è composto, Isover Clima34 G3 permette anche una resistenza agli urti superiore agli standard e può essere facilmente adattabile a qualsiasi parete di base. Non da ultimo, la lana di vetro con cui è prodotto Isover Clima34 G3 proviene da materiale naturale per oltre il 95% (più dell’80% di vetro riciclato e silice): una scelta ecosostenibile, che si prende cura dell’ambiente dall’inizio alla fine del suo ciclo di vita e contribuisce a uno sviluppo sostenibile nel tempo. La natura minerale del prodotto inoltre garantisce l’incombustibilità del materiale, caratteristica fondamentale per l’utilizzo di prodotti in facciata, come nel caso delle applicazioni a cappotto.


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IL NUOVO ESPOSITORE PER LA LINEA CERAMICA Maxima, Azienda di Poviglio (Re), leader nella realizzazione e nella distribuzione di utensili diamantati e macchine edili per taglio e carotaggio è lieta di presentare il primo espositore da banco che valorizza l’intera gamma di dischi professionali per il gres porcellanato: il Cer Oro Turbo, il Cer Rosa Turbo, il Cer Rosa Laser e il Cer Rosso Turbo. Tra questi, la novità nel campo degli utensili da taglio è rappresentata dal Cer Oro Turbo. È la naturale evoluzione del disco più venduto e più imitato del mercato: il Cer Rosa Turbo. Pochi ma importanti dettagli li differenziano. La nuova versione Oro si distingue per un design della corona diamantata che produce maggior velocità di taglio. La maggior durata è ottenuta variando l’altezza della corona, che passa dai 7 mm del Cer Rosa Turbo ai 10 mm del Cer Oro Turbo. L’espositore “Linea ceramica” è nato per rispondere a tutte le esigenze di mercato e appartiene alla linea di espositori da banco, specifici per linea di prodotto, pensati e progettati da Maxima per favorire la vendita ai propri clienti. Grazie al suo design semplice e raffinato, alla comunicazione efficace e diretta, in totale stile Maxima, esso è in grado di avvicinare i rivenditori all’utente finale e accompagnarli nella scelta per loro più idonea. È il primo espositore da banco che comunica in modo efficace un’intera linea di prodotti e facilita la scelta al cliente, anche attraverso le descrizioni delle principali caratteristiche e differenze dei vari dischi in esso incorporate. Inoltre, la struttura dell’espositore rende accessibile la consultazione delle tabelle tecniche apposte sul retro delle confezioni delle varie tipologie di dischi. Maxima, attraverso questo nuovo espositore, valorizza anche il territorio in cui opera e dimostra di essere parte attiva del vicino Distretto Ceramico di Sassuolo.

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NUOVI PRODOTTI 34

MAXIMA

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ECLISSE

SYNTESIS® COLLECTION

Syntesis® Collection include soluzioni scorrevoli a scomparsa prive di cornici esterne, soluzioni per porte battenti filo muro, vani tecnici nascosti nella parete e un innovativo profilo battiscopa, in un sistema completo e modulare per la progettazione di pareti completamente lisce. Syntesis® Collection comprende: Syntesis® Line scorrevole, il controtelaio per porte a scomparsa senza finiture esterne. Grazie alla totale integrazione nella parete che lo ospita e all’assenza di cornici, il sistema raggiunge una perfetta sintesi tra tecnica e design per un risultato estetico perfetto. Il controtelaio include elementi e dettagli costruttivi che, pitturati con lo stesso colore della parete diventano invisibili, all’insegna della perfetta mimetizzazione. Syntesis® Luce, il controtelaio per porte a scomparsa senza finiture esterne, che combina estetica e praticità. Disegnato per ottenere un’assoluta pulizia delle linee, contemporaneamente all’installazione di vari dispositivi elettrici come punti luce, comandi on/off o prese. Gli accorgimenti costruttivi permettono di ottenere un risultato di assoluta omogeneità della parete, mentre, con la tecnologia brevettata di Eclisse, il controtelaio viene predisposto per l’illuminazione. Syntesis® Line battente, la soluzione Eclisse che permette di installare una porta a battente raso muro. Con Syntesis® Line battente la parete è uniforme fino all’interno del foro di passaggio, senza che sia visibile alcun bordo in alluminio. Notevoli le prestazioni anche sul piano della robustezza per consentire l’installazione anche in misure fuori standard senza incorrere in deformazioni o crepe. Syntesis® Tech, la soluzione che permette di contenere vani di servizio. Cablaggi, tubature, impianti elettrici e persino ripostigli possono ora esser nascosti ed integrati con discrezione nella parete. Grazie a Syntesis® Tech, la parete appare completamente inalterata mentre i vani tecnici rimangono accessibili attraverso comode aperture push-pull. Personalizzabile con qualsiasi tipo di apertura, Syntesis® Tech permette di nascondere qualsiasi nicchia, lasciandola ispezionabile per interventi di manutenzione. Syntesis® Battiscopa, la versione montata con superficie a filo scorre a livello del muro senza sporgere, a differenza dei normali battiscopa. In questo modo i mobili possono appoggiare direttamente alla parete, senza che ci sia la necessità di rimodellare il battiscopa.


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NUOVI PRODOTTI

SAINT-GOBAIN WEBER

LA NUOVA GAMMA WEBER.COL Saint-Gobain Weber presenta weber.col la nuova generazione di collanti per piastrelle ad alta sostenibilità ambientale. Alla base della nuova gamma weber.col vi è un legante ecologico a elevate prestazioni a base di minerali riciclati che, riducendo l’utilizzo di cemento, consente maggiore risparmio di energia. Inoltre, grazie alla tecnologia SP Tech, i nuovi collanti Weber raggiungono un notevole abbattimento delle polveri nelle varie fasi di lavorazione, garantendo un maggior comfort sia per l’applicatore sia per il committente finale.

Saint-Gobain Weber, primo produttore al mondo di colle, con le sue cinque famiglie di prodotto garantisce all’installatore elevate prestazioni applicative con una gamma completa adatta a qualunque formato e tipologia di piastrella ed è in grado di rispondere alle diverse esigenze di posa. La famiglia weber.col Smart rappresenta la soluzione più efficacie per la posa del cotto, della bicottura e monocottura in interno e in esterno, a parete e pavimento. La famiglia weber.col Pro, conforme alla normativa europea

C2TE, permette la massima garanzia per la posa del gres porcellanato anche in sovrapposizione grazie ai suoi 4 prodotti specifici per le diverse necessità: Weber.col ProGres Evo destinato alla posa di materiali inassorbenti e pietre naturali in esterno, interno nonché in box doccia e su massetti con impianto radiante. Weber.col ProGres Top per la posa dei materiali inassorbenti e pietre naturali di grandi dimensioni e su fondi critici. Weber.col ProGres Maxi è

l’adesivo cementizio senza polvere adatto per regolarizzare pavimenti e pareti, sia in interno che in esterno, fino a 20 mm di spessore, prima della posa di piastrelle. Weber.col ProGres Fast risponde alle necessità di rapidità ed elevata adesione in caso di materiali greificati e sovrapposizione anche di grandi dimensioni e non sensibili alla macchiatura, garantendo un rapido indurimento. La famiglia weber.col Ultra, conforme alla normativa europea C2TES1, risolve con i suoi tre prodotti, UltraGres Evo, UltraGres Top e UltraMarmo, ogni problema legato alla posa dei grandi formati, anche a basso spessore, sui fondi più critici sia a pavimento sia in facciata. La famiglia weber. col pro HF Light garantisce il massimo della flessibilità nella posa dei grandi formati sia a pavimento che in facciata ed è conforme alla normativa europea C2TES2.

POLYGLASS

ADESO, IL LEADER DELLE MEMBRANE AUTOADESIVE

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Le membrane autoadesive Adeso® sono il prodotto impermeabilizzante bituminoso più innovativo del settore. Rispondono alle necessità di sicurezza, velocità di realizzazione, versatilità d’uso tipiche delle tecnologie costruttive moderne. La facilità di posa su strutture delicate come il legno, l’applicazione sicura su pannelli isolanti sensibili alla fiamma o la semplicità di interven-

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ti di ripristino del manto impermeabile, costituiscono solo alcuni tra i vantaggi del sistema autoadesivo proposto da Polyglass®. Le membrane autoadesive con tecnologia Adeso® sono applicate senza uso di fiamma. L’applicazione dei prodotti con tecnologia Adeso® è facile e veloce. I film monosiliconati asportabili, e un allineamento preciso dei teli, rendono il lavoro sicuro, piacevole ed esteticamente eccellente. Le membrane autoadesive Adeso® rispettano l’ambiente. Durante l’applicazione non producono fumi, odori e rumori. Nella linea sono disponibili membrane di natura SBS e APP, barriere al vapore bi-adesive, sotto-tegola con finitura antiscivolo e membrane per applicazioni su muri contro terra, dotate di finitura in HDPE.


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