H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..
VIAGGI • Icha River • Trentino mon amour • Nunavik • Like a River Lapland Lodge • Alaska adventure • Belize, the lost paradise
CHATBOX • I pionieri del giornalismo sportivo
COLLECTOR’S PAGES • History of Winston • Craig Bertram Smith
€ 7 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri
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www.francovivarelli.com
VIAGGI 6 Icha River 18 Trentino mon amour 34 Nunavik 46 Like a River Lapland Lodge 64 Alaska adventure 78 Belize, the lost paradise
SOMMARIO
www.h2omagazine.net
F I S H I N G
T R A V E L L I N G
CHATBOX 28 I pionieri del giornalismo sportivo COLLECTOR’S PAGES 56 History of Winston 72 Arte nella pesca: Craig Bertram Smith
The Ultralite ASR (Assisted Spool Release) offers the ultimate cassette system reel featuring a fast, easy to use spool release system that actively frees the spool at the flick of a switch and automatically engages the new spool with a simple push fit.
Anno X - Numero 4 Inverno 2017
FLOATER TO FAST SINKER AT THE FLICK OF A SPRING LOADED SWITCH
H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..
€ 7 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri
SOMMARIO
VIAGGI • Icha River • Trentino mon amour • Nunavik • Like a River Lapland Lodge • Alaska adventure • Belize, the lost paradise CHATBOX • I pionieri del giornalismo sportivo
www.hardyfishing.com
COLLECTOR’S PAGES • History of Winston • Craig Bertram Smith
In copertina fotografia di Barry Ord Clarke
Giorgio Cavatorti Direttore Editoriale
Pescare... Viaggiando H2O anno X Dicembre 2017 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Vice Direttore Dante Iotti Caporedattore Emilio Arbizzi Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Emilio Arbizzi, Riccardo De Stabile, Raimonda Lanza di Trabia, David Mailland, Wayne Mc Gee, Thomas Woelfle Art Director Giuditta Soavi giuditta.soavi@gmail.com Collaborazione Grafica Omar Gade Stampa: “Tipografia Bertani” Cavriago (RE) Responsabile viaggi di pesca Stefano Bellei Fotografi di Redazione: Marco Agoletti, Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 - DCB Bologna Una copia € 7,00 Arretrato € 10,00 Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione.
End of the year, time to take stock and make plans for 2018. First of all we thank the supporters of h2o magazine that allow us to print and give the magazine free. A special acknowledgment goes to all those who came to visit us to the numerous events we took part in and that gave us their contribution in terms of advice and suggestions. In 2018 we will attend many European exhibitions; we've been busy with some customers to promote their fishing destinations, so come and see us to find out where big fish are ... we will be happy to tell you ... just because we have already been there. In this issue we will introduce our little lodge in Swedish Lapland, a project that kept us busy throughout the summer season, and you will find many interesting things: the lodge of our friend Waine in Alaska, where we are headed to next August, Belize, and Val di Sole in Trentino, a valley that is investing heavily on tourism promotion and has a great water management. We then move to Kamchatka, where we have just come back, and to Canadian Nunavut, finally a bit of art with the beautiful works by Craig Smith and a bit of culture with an article on the history of sports journalism. P.S.: this year we celebrate our tenth anniversary. 10 years of h20 magazine. Happy reading Giorgio Cavatorti Fine anno, tempo di bilanci e di progetti per il 2018. Innanzitutto ringraziamo i sostenitori di h2o magazine che ci permettono di stampare e regalare la rivista. Un particolare riconoscimento va a tutti quelli che ci vengono a trovare alle varie manifestazioni a cui partecipiamo e che offrono il loro contributo in termini di consigli e suggerimenti. Nel 2018 saremo presenti in tantissime fiere europee del settore; abbiamo preso l’impegno con alcuni clienti di promuovere le loro destinazioni di pesca, quindi venite a visitarci per sapere dove sono i pesci grossi… ve lo diremo volentieri… anche perché ci siamo stati. In questo numero parleremo anche del nostro piccolo lodge in Lapponia svedese, progetto che ci ha visti impegnati per tutta la stagione estiva, inoltre troverete tante cose interessanti: dal lodge in Alaska dell’amico Waine, dove andremo il prossimo agosto, al Belize, alla Val di Sole in Trentino, vallata che sta investendo moltissimo sulla promozione turistica e che ha una gestione delle acque in grande miglioramento. Ci trasferiamo poi in Kamchatka, da dove siamo appena tornati, e sul Nunavut Canadese, infine un po’ di arte con le bellissime opere di Craig Smith e un po’ di cultura con un articolo sulla storia del giornalismo sportivo.
P.S.: quest'anno festeggiamo il nostro decimo anno di pubblicazione. 10 anni di h2o magazine. Buona lettura Giorgio Cavatorti
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Icha River,
in the middle of nowhere di Giorgio Cavatorti 6
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I think that all fly fishermen dream of fishing in rivers where nobody has ever cast a fly before… some sections of the Icha River in Kamchatka perfectly suit this dream perhaps. The journey from Italy is extremely
long, tiring, and lasts around 2 full days, with endless hours of flying, staying in airports, and transfers on military means and off-road vehicles before you can see a wonderful river. Then you are told that the lodge is about 50 km downstream
via a rubber boat… we have reached the Icha River in the north-west of the Kamchatka peninsula. The miracle is when you wear your waders and make the first cast, you immediately forget all efforts and enter
another world. For a week you live in a wonderful forest, make unrepeatable experiences, strengthen friendships, get to know characters with incredible stories and every time you cast a fly into the water, you never know who will rise and
bite it. This is Kamchatka’s true beauty. There are many destinations where on your second day there, you can already expect to know the size of the fish before it bites, and that you will shoot the photos as soon as you have taken it with your
landing net. These are the things that make you selective in the choice of trips, and that push you to incredible transfers from one river to the other, just because you have heard that some hours away from you another fisherman has caught
Credo che il sogno di tutti i pescatori a mosca sia di pescare in fiumi dove nessuno prima abbia mai lanciato una mosca… forse alcuni tratti dell’Icha river in Kamchatka corrispondono pienamente a questo sogno. Il viaggio
dall’Italia è estremamente lungo e faticoso e dura circa 2 giorni pieni, ore infinite di aereo e aeroporti, trasferimenti con mezzi militari e fuoristrada per poi finalmente vedere uno splendido fiume e sentirsi dire che
il lodge è a circa 50 km di gommone a valle… abbiamo raggiunto l’Icha river, nel nord ovest della penisola della Kamchatka. La cosa miracolosa è che appena ci si mette i wader e si fa il primo lancio si dimenticano immediatamente
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a somewhat different fish, a bit bigger or a bit more suspicious. I think it is this “longing for something new” that pushes us to look every year for places that are always less known and less easy to reach. Well, the Icha River offers all of this in just
50 km. You must bring a 13-foot skagit rod because there are a lot of salmon of different species in the Pacific Ocean, as well as a 9-foot rod with tail 5 for trout and 7 to fish on the surface with gurgles for the big white-spotted (kundka) char,
that not only have a strange behavior, but feed on the surface. If it were not for this variety of fish and fishing techniques, it would probably be enough to go to Alaska which is easier to reach and is more “domesticated,”
tutte le fatiche e si entra in un altro mondo. Per una settimana si vive in una splendida foresta e si fanno esperienze irripetibili, dove si rafforzano amicizie, si conoscono personaggi con storie incredibili e dove ogni volta che lanci
una mosca nell’acqua non sai mai chi può salire a prenderla. Questa è la vera bellezza della Kamchatka. Sono molte le destinazioni dove, dopo il secondo giorno, sai già cosa ti aspetta, dove sai già la taglia del pesce, prima che
abbocchi, dove sai già dove ti metterai a fare le fotografie appena lo avrai portato nel guadino. Queste sono le cose che ti fanno diventare selettivo nella scelta dei viaggi, che ti spingono nei trasferimenti incredibili da un fiume all’altro, solo
perché hai sentito dire che a qualche ora da dove sei un altro pescatore ha catturato un pesce un po’ diverso, un po’ più grande o un po’ più diffidente. Credo che sia questa “voglia di nuovo” che ogni anno ci spinge a cercare luoghi sempre meno battuti e sempre meno facili da raggiungere. Beh, l’Icha River offre tutto questo in una cinquantina di chilometri. Ci si deve portare una canna
da skagit di 13 piedi perché ci sono molti salmoni di diverse specie del Pacifico, oltre ad una 9 piedi coda 5 per le trote e una coda del 7 per pescare a galla con i gurgle i grossi salmerini white spotted (kundka) che, oltre ad avere un comportamento bizzarro, mangiano sulla superficie. Se non fosse per questa varietà di pesci e di tecniche di pesca probabilmente basterebbe andare in
Alaska, che è più facile da raggiungere e più “addomesticata”, ma il desiderio di sorpresa qui può essere soddisfatto al massimo. L’ultima volta che sono venuto in questi territori ero con Janus, un amico e grande viaggiatore con cui abbiamo passato splendide giornate, che purtroppo ci ha lasciati qualche mese fa. Questo fiume è pieno di ricordi, delle serate passate in sua compagnia
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but the desire for surprises can be most satisfied here. The last time I was in these territories I was with Janus, a friend and fond traveler with whom I spent wonderful days, and who passed away a few months
ago, unfortunately. This river is full of memories of the evenings spent with him making considerations on fishing, just the way only he could do. Fortunately things have not changed much, and the guides are always the same.
I can imagine how it would be difficult to replace them since they spend months far away from everything and where bears are the only new faces you meet every day. The guides are young men who need a salary, but cannot understand at
a fare considerazioni sulla pesca come solo lui era capace. Fortunatamente le cose non sono cambiate molto, le guide sono sempre le stesse; immagino la difficoltà per sostituirle, mesi lontano da tutto e da tutti dove gli orsi sono le uniche facce nuove che giornalmente ti fanno visita. Le guide sono ragazzi giovani, che hanno bisogno di uno stipendio, ma che impiegano un po’
di tempo a capire che c’è gente che è disposta a fare il giro del mondo per catturare pesci per poi rilasciarli. Sempre disponibili e affidabili, fanno il loro lavoro con grande professionalità e cercano di instaurare un buon rapporto da subito, chiarendoti immediatamente quali sono le regole principali di sicurezza appena arrivi, visto che il primo centro di pronto soccorso è a
un giorno intero di fuoristrada. Credo che alcune zone della Russia siano le ultime frontiere della pesca a mosca e,in questo senso, la Kamchatka, con i suoi numerosi fiumi ancora da scoprire, rappresenti sicuramente un paradiso. Occorre un po’ di spirito di adattamento, ma sappiamo anche che nel momento in cui troviamo l’asfalto e le comodità, stranamente calano i pesci nei fiumi...
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first why some people are ready to tour the world for catch and release. They are always helpful and reliable, do their job with great professionalism and try to build a good relationship with you from the beginning. They tell you at once what
the main safety rules are as soon as you get there, considering that the nearest casualty is a one-day travel on an offroad vehicle. I think that some areas in Russia are the last frontiers for fly fishing, and in
this regard, Kamchatka with its several rivers still to be discovered, certainly represents a paradise. All you need is a bit of capacity to adapt, but we know as well that whenever we have asphalt and comforts, fish decrease all of a sudden ‌
ros Pesca nell’isola di And
ami e a circa 65 ilometri a sud-est di Mi ch 0 25 a ta ua sit è ed delle isole Bahamas, ra corallina Andros è la più grande ola si trova la terza barrie ll’is de sta co lla de go lar tro al Appena di Nassau. Un chilome va dai 9 ai 1800 metri. ua chilometri a sud-ovest cq ll’a de ità nd ofo pr dove la o, una lingua di oceano più grande del mond sci vela, e lampughe. nde, ci sono tonni, pe ofo pr e qu ac in a, lin fuori dalla barriera coral metri di flats sca al bonefish! Chilo pe lla de e ial nd mo ale nosciuta come la capit L’isola di Andros è co fish. at perfetto per il bone incontaminate, un habit ra ai bonefish. pesca, da quella d’altu tecnica di pesca. no a migliorare la tua an ter aiu ti e ti an cin as aff no scoprire i luoghi più Le nostre guide ti faran
re vari tipi di ... Il resort Tiamo off
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Trentino ur o m a n o m di Raimonda Lanza di Trabia
Il mio amore per il Trentino arriva da lontano, devo averlo ereditato dalla mia nonna veneziana, Madda Papadopoli, come l'amore per le lunghe passeggiate, per il tennis, per la vita all'aria aperta, per la pesca. Lei aveva una passione
per la caccia che la portava a pernottare in qualche baracca di posta su questi monti o nelle piane slovene, nell’attesa di un’apparizione sempre inaspettata di un alce o di un cervo. Nonna Madda era nata a Venezia, ma era cittadina dell'
Impero quando al trono erano Sissi e Francesco Giuseppe. Sua madre, di grande famiglia croata (al tempo parte del vasto territorio ungherese) aveva educato le figlie gemelle in maniera assai spartana, suo nonno Lazar era un
eccentrico filosofo, una sorta di mago esoterico che parlava tutte le sere con gli spiriti e prendeva seriamente questa sua bizzarra passione.
Impero disfatto, Madda, nostalgica del fascinoso mondo perduto della sua adolescenza asburgica, trascorreva le vacanze a Latemar, a stremarsi di impervie passeggiate sulle montagne dolomitiche e a villeggiare nel vecchio
albergo di legni odorosi e inglesissime stoffe a fiori.
Dopo la prima guerra mondiale, a
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Tutta la mia famiglia amava il Trentino. Mio nonno Giuseppe Lanza di Trabia era deputato a Roma, e da lĂŹ si recava
My love for Trentino Alto Adige comes from afar. I must have inherited it from my Venetian grandmother, Madda Papadopoli, like my love for long walks, tennis, outdoor life, and for fishing. She was so fond of hunting that she stayed
hidden overnight in some hut on these mountains or in the Slovenian plains, waiting for a moose or deer to appear unexpectedly. Grandmother Madda was born in Venice, but she was a citizen of the Empire when Sissi and Francis Joseph
were reigning. Her mother, whose family came from Croatia (which was at that time part of the vast Hungarian territory), has brought up her twin daughters in a very Spartan way. Her grandfather, Lazar was an eccentric philosopher, a
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regolarmente ad Avalengo per scegliere i suoi amati cavalli; mio padre Raimondo, nella sua veste di agente segreto, conosceva le valli dell'Alto
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Adige come le sue tasche, per via di missioni rocambolesche a cui aveva partecipato durante il periodo fascista. Io, meno avventurosamente, ho il pallino
della pesca a mosca e il Trentino (e non di meno l'Alto Adige) dispone di un corredo eccezionale di valli ordinate e intatte, di abitudini rurali che ancora si
sort of esoteric magician who spoke all evenings with spirits and took his odd passion very seriously. After the First World War, when the Empire was over, Madda, who was nostalgic for the fascinating lost world of her Habsburg adolescence, spent her
holidays in Latemar, strenuously walking her way into the Dolomite mountains and staying in an old hotel with sweetsmelling wood and very English flower fabrics. My whole family loved Trentino.
My grandfather, Giuseppe Lanza di Trabia was a member of the parliament in Rome, and from there he regularly went to Avalengo to choose his beloved horses; my father, Raimondo,as a secret agent, knew the valleys of Alto Adige like the back of his hand, due to exciting
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missions he had taken part in during the era of fascism. I am not as adventurous. I am just fond of fly fishing and Trentino (Alto Adige at least as much) offers an extraordinary series of orderly and untouched valleys,
rural habits that you can still breathe in the hamlets and on the paths that smell of cut hay, and balconies overflowing with neat flowers. In spring I often spend some enchanting days in Val di Sole, that basin among the
mountains of Ortles-Cevedale, Brenta and Adamello: visiting that amphitheater moves me every time. I fish at dusk in Lago dei Caprioli, where you can only cast a fly into that quiet lake. MoJo, my dreamer dog, gazes like me at
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respirano nei borghetti e nei sentieri, quell'odore di fieno tagliato e la vista dei balconi straripanti di fiori ben curati. In primavera trascorro sovente qualche giorno incantevole in Val di Sole, quella conca racchiusa tra le montagne
dell'Ortles-Cevedale e quelle del Brenta e dell’ Adamello: la vista di quell'anfiteatro ogni volta mi commuove. Pesco all’imbrunire sul Lago dei Caprioli, solo la mosca puo' essere lanciata in quel pacifico laghetto. MoJo,
il mio cane sognatore, guarda rapito con me il tramonto sul lago. I giorni seguenti pesco nel torrente Rabbi, nel torrente Meledrio e nel Vermiglio, l'acqua e' un po' velata, corre veloce e la pesca con la ninfa
Al centro Madda Papadopoli
è la più adatta in quel momento, ma l'ideale sarebbe montare una canna con la mosca secca per non perdere l'attimo fuggente in cui gli insetti volano nell'aria e le nostre trote cominciano a bollare. Solo noi pescatori sappiamo
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che i momenti magici sui fiumi durano “l'espace d'un soupir" e ci lasciano sempre con un senso di incompiuto perché sempre troppo brevi... Anche il torrente Noce fa parte delle Incompiute di questi miei giorni in
Trentino, troppa acqua per essere pescato e mi rimane la voglia di tornare presto nel piccolo paradiso che ancora non mi ha svelato tutti i suoi segreti e ne sono certa - mai lo farà.
the sunset on the lake. In the next days I fish on the Rabbi, Meledrio and Vermiglio streams, where the water is a bit veiled. It flows fast and fishing with a nymph is very suitable then. But the best solution would be a rod with a dry fly, so as not to miss the fleeting
moment when insects fly in the air and our trout begin to make circles on the surface of the water. Only we fishermen know that the magical moments on the rivers last “l'espace d'un soupir" and always leave behind something unconcluded, because they are too short....
Also the Noce stream is part of my unconcluded adventures in these days spent in Trentino where there was too much water to fish in. I wish I could come back soon to that little paradise which has not revealed to me all its secrets yet, but – I am sure of this – it never will.
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I pionieri del giornalismo sportivo Riccardo de Stabile
There is magic in an old outdoor magazine. You notice it, start to leaf through it, and suddently it’s half an hour later. In any old magazine we are amused by the advertising hype, amazed by the price, and led from page to page in hope of new discoveries of old tackle.We are as well attracted, once we adjust to whatever style was fashion able at that time, to the thinking of the writers. And we are often surprised by what we read; so much that we thought was new is just recycled, periodically (so to speak),
generation after generation. Magazines have such a short life expectancy that they disappear from attention and their contents are lost until some historian or other documentary wander comes upon them in an attic, library, or museum, and then they are almost new again, reaching out to an audience their publishers never imagined. Serious fishing historians have known for many years that it was in the perodicals , not the more durable books, that the devevolpment of flyfishing
Una vecchia rivista sulla vita all’aria aperta ha qualcosa di magico. La notate, cominciate a sfogliarla e improvvisamente è passata mezz’ora. In una vecchia rivista gli annunci pubblicitari ci divertono, il prezzo ci stupisce e procediamo pagina dopo pagina nella speranza di scoprire una vecchia attrezzatura. Una volta che ci sintonizziamo su un qualsivoglia stile di moda di quel tempo, siamo attratti anche dal pensiero degli scrittori. E spesso quello che leggiamo ci sorprende, tanto che ciò che pensavamo fosse nuovo si rivela essere riciclato periodicamente (per così dire), generazione dopo generazione. Le riviste hanno una vita così breve che spariscono dalla nostra attenzione e i loro contenuti si perdono fino a quando qualche storico o cercatore di documenti le scova in una mansarda, biblioteca o stanza di museo, e allora quelle riprendono vita, raggiungendo un pubblico che i loro editori mai avrebbero immaginato. Storici della pesca di tutto rispetto sanno da anni che fu nei periodici, non nei libri, che si fece la cronistoria della pesca a mosca. I libri sono un po’ pietre miliari lungo il percorso; i periodici – milioni di pagine di flussi caotici di informazioni, dibattiti e pubblicità – sono le pietre del lastricato. Un libro può rappresentare le opinioni di una persona, forse di una persona con un punto di vista che rispecchia una minoranza; i periodici non solo recensiscono il libro, ma offrono, nel loro interminabile flusso di articoli, tutte le opinioni prevalenti che venivano discusse per iscritto a quel tempo (anche se pure i periodici sono incompleti, in fondo, perché solo un’esigua parte dei pescatori di una generazione scrive qualcosa sul proprio sport; i periodici sono semplicemente più affidabili perché sono più esaurienti). I libri arrivano a noi come prospettive passate, e come tali influenzano le generazioni successive forse anche più di quanto abbiano influenzato la propria, dato che ogni scrittore successivo menziona i libri precedenti e diffonde il loro messaggio. I periodici il più delle volte si estinguono rapidamente e a maggior ragione riflettono il loro tempo. Insieme ai cataloghi di attrezzatura e a un’ampia varietà di altri tipi di materiali – report di brevetti, manoscritti e diari inediti, rubriche telefoniche commerciali, un vasto assortimento di manufatti, dalle canne alle mosche e al vestiario, oltre a interviste personali ai pescatori in vita – questi periodici ci fanno comprendere ciascuna generazione di pescatori a mosca meglio di quanto facciano i libri che quei pescatori possono aver scritto. Per noi è molto più facile conoscere e studiare i pescatori a mosca americani dell’inizio dell’Ottocento
was most throroughly chronicled. The books are a little like mile stones along the way; the periodicals - millions of pages of chaotic flow of information, debate, and promotion - are the pavingstones. A book may represent the opinions of one person, perhaps a person who held a minority view point; the periodicals not only review the book, they offer in their endless stream of artiche all the other prevalent opinions that we rebeing discussed in writing at that time (thought even periodicals are incomplete, finally, because only a small portion of anglers in any generation write any thing at all about their sport; the periodicals are simply more reliable because they are more comprehensive). Books come down to us as past perspectives, and in that they influence later generations perhaps even more than they influence their own, as each subsequent writer mentions earlier books and spreads their message. Periodicals die quickly most of the time, they reflect their own age more specifically. They, along with tackle catalogues and a broad array of other kinds of materials – patent records, unpublished manuscripts and diaries, business directories, a huge assortment of artifacts from rods to flies to clothing, and personal interwiews of surviving fishermen- yield to us a better under standing of any generation of flyfishers than do the books those flyfishers might have written. American flyfishers become far easier for us to know and study in the early 1800s because they wrote more. They may have written more partly because there were more of them, but it was also because publishing was becoming easier. Advances in printing technology, and increase in the size in the publishing trade, and an assortment of commercial interest ( especially more sporting – related trade) combined to awaken in the new World a sporting journalism that would quickly grow to rival that to England. Started about 1820, a few magazines- The American Farmer, Farmer’s, Mechanic’s, Manufacture’s and Sportsman’s Magazines, and others, some of which were really newspapers - published the occasional sporting item. Then, in 1929, the demand and commercial prospect became sufficient for the entire journal devote to sport, and soon others would follow. The first was the American Turf Register and Sporting Magazine, founded in Baltimore by John Skinner; the first issue appeared in September 1829 and the magazine went on as a monthly until its demise in 1844. Like most of the earlier sporting magazines, it was most heavily devoted to the turf. Hunting, fishing and other activities were covered frequently, but most of the charming, even beautiful engraving that served as frontis for the Turf Register were portraits of famous studs and champions. The fly-fishing journalism in these first periodicals is a striking mix of old and new. In some years, I am sure, there were more words about flyfishing lifted from British publications, both books and magazine, than there were contributed by American writers. At first there was fairly heavy reliance on just a few correspondent . George Gibson was one of these. Gibson had fished widely in his life, but loved his home county in southern Pennsylvania, were he was a regular with fly rod on the Letor, Silver spring, and Big Spring. He and at least a few other correspondents with both the Turf Register and the Spirit about their exploits. It becomes clear from these short reports that there was by 1800 and presumably earlier) a thriving little group of flyfishers working those streams and also working on their own patterns.
perché hanno scritto di più, in parte perché erano più numerosi, ma anche perché pubblicare stava diventando più facile. I progressi nella tecnologia di stampa e l’aumento del numero delle pubblicazioni in circolazione, oltre a un assortimento di interesse commerciale (soprattutto di tipo sportivo), contribuirono a far nascere nel Nuovo Mondo un giornalismo sportivo destinato a crescere rapidamente, fino a rivaleggiare con quello inglese. Fondate attorno al 1820, alcune riviste - The American Farmer, Farmer’s, Mechanic’s,
Manufacture’s and Sportsman’s Magazines e altre, alcune delle quali erano in realtà quotidiani – pubblicavano gli eventi sportivi occasionali. In seguito, nel 1929, la richiesta e le prospettive commerciali diventarono sufficienti perché l’intera rivista fosse dedicata allo sport, e presto ne seguirono altre. La prima rivista americana fu l’American Turf Register and Sporting Magazine, fondata a Baltimora da John Skinner; il primo numero apparve nel settembre 1829 e la rivista continuò a uscire mensilmente finché non venne chiusa, nel
1844. Come la maggioranza delle prime riviste sportive, era dedicata prevalentemente alle corse. La caccia, la pesca e altre attività venivano trattate frequentemente, ma la maggior parte delle stampe affascinanti e anche esteticamente belle che ornavano il frontespizio del Turf Register ritraevano famosi stalloni e campioni. In questi primi periodici il giornalismo di pesca a mosca è un mix di vecchio e nuovo. In alcuni anni, ne sono certo, si scriveva di più di pesca a mosca nelle pubblicazioni britanniche, considerando libri
e riviste, che in quelle americane. All’inizio ci si affidava a pochi corrispondenti. George Gibson era uno di questi. Gibson aveva pescato da tante parti, ma amava la sua patria nel sud della Pennsylvania, dove era un habitué della canna da mosca sul Letor, sul Silver Springe sul Big Spring. Lui e qualcun altro scrivevano sia sul Turf Register che su Spirit dei loro exploit. Da questi brevi report risulta chiaro che nel 1800, e presumibilmente anche prima, c’era già un piccolo ma fiorente gruppo di pescatori a mosca attivi su quei ruscelli.
13A EDIZIONE
Mostra Mercato della CACCIA e della PESCA
24>25 MARZO 2018 QUARTIERE FIERISTICO RIVA DEL GARDA (TN) 8:30 - 18:00
www.exporivacacciapescambiente.it #ExpoRivaCPA
Ritagliare e presentare alle Casse compilato e firmato
13A EDIZION EDIZIONE
Mostra Mercato Merca della CACCIA e della PESCA
Expo Riva Caccia Pesca Ambiente
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INGRESSO RIDOTTO Riduzione valida per un solo ingresso
Sabato 24 o Domenica 25 Marzo 2018 Orario: 8.30 - 18.00
€ 8,00 anzichè € 12,00
COGNOME E-MAIL
H2O
Thomas Woelfle
NunAvik
Far north there is a place so lost and untouched, a place in the middle of nowhere with char as bright and big as salmon and in numbers hard to believe. It is the land of the Inuit, the polar bears and nights of dancing Northern Lights. A place only few people know, though full of adventures…
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It was quite an interesting way for my
friend Michael and me to get to this place. Munich-Montreal and the next day from Montreal to Kuujjuaq… from there to Kangiqsualujjuaqw here Alain Legace was waiting to fly us to Rapid Lake Lodge with his Cessna 180. Especially the flight to the Lodge, over the top of mountains, count less lakes, rivers and waterfalls made one thing clear…here human beings seem mean in gless and
little. No hut, no street or any indication of civilization. Well this northern province of Quebec, called Nunavik is as big as France with only 11,000 people living there. So if you want to get the feeling of a remote and unspoiled country with lots of space…go! When we finally headed out for fishing, every day we took the Cessna, as long as the weather is cooperative, I was pretty much overwhelmed when
Alain landed his plane on one of the most beautiful parking spots I’ve seen so far. We secured the plane at shore and right after that Alain took his Winchester and loaded the gun with bullets. Big bullets! Alain just smile dand said: "Big country… big bears… big guns… big bullets!" Yeah, makes sense and so we disappeared in
the wild of Inuit country until we reached a beautiful part of a river running down to the fjord in two big cascades. "Gorgeous, absolutely gorgeous!" Michael brought it to the point. The pools there were packed with char, crystal clear water and everywhere the light green blue backs of char! "Time
to fish boys!" Yes absolutely and so we rigged up our gear. Alain recommended nymphs, heavy nymphs to get down to the fish immediately. "Use sink tips and short leaders!" Alain explained. Kind of an interesting combination: 7 weight rod, 250-300 grain Sink Tip, short leader and a nymph called "Bottom Roller". I even
Nel lontano nord c’è un luogo così sperduto e incontaminato, un luogo nel mezzo del nulla con salmerini brillanti e grossi come salmoni e presenti in quantità incredibili. È la terra degli Inuit, degli orsi polari e delle notti attraversate dalle aurore boreali. Un luogo conosciuto solo da poche persone, ma pieno di avventure…
È stato piuttosto interessante il modo in cui io e il mio amico Michael siamo giunti in questo luogo. Prima Monaco-Montreal e il giorno dopo da Montreal a Kuujjuaq… infine da lì a Kangiqsualujjuaq, dove Alain Legace ci aspettava per portarci al Rapid Lake Lodge col suo Cessna 180. Soprattutto il viaggio verso il Lodge, sorvolando le cime delle montagne, innumerevoli
laghi, fiumi e cascate ha chiarito bene una cosa: qui gli esseri umani appaiono insignificanti e piccoli. Niente capanne, strade o segni di civiltà. Beh, questa provincia settentrionale del Québec, chiamata Nunavik, è grande come la Francia, ma ci vivono solo 11.000 persone. Se dunque volete provare la sensazione di trovarvi in un Paese remoto e incontaminato con tantissimo spazio a
tied them with two tungsten beads so I was prepared for snags…that´s what I thought but Alain smiled, laughed and just explained: The closer you get your nymph to the white water below the falls…the better! "Your nymph needs to drift along the bottom right at the edge to the deep water!" That’s the place
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where char bite the best! Just ignore the fish in the middle water! Easier said than done if you see hundreds of char right in front of you. But Alain was right and so we concentrated to fish the fast lane and got bright, big char that fought like salmon, biggest one around 8 kilo. A smaller one we took and prepared the
filets fur lunch. Our curious guests,two black bears, probably thought the same but, nice move, kept some distance. After this break it was time to catch some char again. We stood up, looked down stream and wondered. "Where is the fjord?" Where is all the water? "Well…the fjord was gone, only left wet sand, stonesand a
disposizione, andateci! Ogni volta che andavamo a pescare prendevamo il Cessna, tempo permettendo, e io ero in estasi quando Alain atterrava col suo aereo in uno dei più bei parcheggi che io abbia mai visto. Dopo aver messo al sicuro l’aereo a riva, subito Alain tirava fuori la sua Winchester e caricava le pallottole nella pistola. Grosse pallottole! Alain sorrideva dicendo:
"Grande Paese… grandi orsi… grandi pistole…grandi pallottole!" Certo, è logico e detto questo, ci inoltravamo nel selvaggio Paese degli Inuit fino a raggiungere un bel tratto di un fiume che scorreva fino al fiordo in due grosse cascate. "Splendido, assolutamente splendido!" Dicendo ciò, Michael coglieva nel segno. Le pool erano piene di salmerini e nelle acque cristalline
rilucevano ovunque le schiene verdibluastre dei salmerini! "È tempo di pescare, ragazzi!" Sì, lo era proprio e così montavamo la nostra attrezzatura. Alain consigliava ninfe, pesanti ninfe per scovare subito i pesci. "Usate punte affondanti e terminalicorti!", spiegava Alain. Che combinazione interessante: canna per coda 7, punta affondante da 250-300 grains, terminale corto e una
third waterfall."Our tides are huge, boys!" Alain explained, "sometimes up to 16 meters!" For us it didn’t matter that much. We had a safe place, two top pools full of char and as always time was running fast and soon our first experience in the Arctic was over. What a day and days to
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come! Obvious that we took the chance to fish this place the next day, but in the afternoon we went for a change and tried the inlet of a lake for more colored char. "Red char! "So red and orange you can not believe!" That’s what Alain told us. He was right but those fish were not so
easy to catch as we thought. We had to change to floating lines, long leaders but still used heavy nymphs. Ticket was to get those nymphs right in front of their nose. "Char protect their spawning grounds and bite on those nymphs if they get close enough!" That at least was Alain’s theory.
ninfa chiamata "Bottom Roller". Le ho costruite persino con due perline di tungsteno, dunque ero preparato agli strappi…almeno così pensavo, ma Alain ha riso e poi ha detto semplicemente: "Più si avvicina la ninfa all’acqua spumeggiante sotto la cascata, meglio è! La vostra ninfa deve trascinarsi lungo il fondale giusto ai margini delle acque profonde! Quello è il punto in cui i
salmerini abboccano di più! Ignorate i pesci nelle acque di media profondità!" Più facile a dirsi che a farsi se vedete centinaia di salmerini giusto di fronte a voi. Alain però aveva ragione e così noi siamo andati sulla corsia di sorpasso, per così dire, e abbiamo preso dei grossi salmerini combattivi come salmoni, tra cui il più grosso pesava attorno agli 8 chili. Ne abbiamo preso uno più piccolo
e abbiamo preparato i filetti per pranzo. I nostri ospiti curiosi, due orsi neri, probabilmente pensavano di fare la stessa cosa, ma, strano a dirsi, tenevano le distanze. Dopo questo break ci siamo alzati e abbiamo guardato verso valle e ci siamo chiesti: "Dov’è il fiordo? Dov’è tutta l’acqua?" Beh, il fiordo era andato lasciando dietro di sé null’altro che sabbia bagnata, sassi e una
It worked but we had to invest time until the ice was broken and the first red char was landed. And what should I say… hey really were red and orange with no need for photoshop at all. Later that day, in the evening, when we were lying tired in our beds Michael just said: "Thomas, I’d never ever expected that!" "Char in all colors that fight like hell! And the size…incredible!" "Like
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those lights outside!" Michael was lying close to the window and first I thought it’s a joke. "Don’t give me shi there!" "No Thomas…just look!" Ohhhh… the first I saw was a greenish light that flared through the window and seconds later I jumped out of the bed and into open country and stood there like a child watching dancing lights in all colors everywhere on the horizon. What a
spectacle. I was hoping for it and got it. The next day Alain looked at two smiling faces at the breakfast table. The weather was good and so he asked: "Now you’ve seen the Northern Lights…what about polar bears today?" Polar Bears, yeah, let´s head out and seewhat the day in the Arctic brings…beside all this incredible fishery for chars so bright… so orange… so beautiful…
terza cascata. "Le nostre maree sono gigantesche, ragazzi!", ci ha spiegato Alain. "A volte arrivano fino a 16 metri!" Per noi non era così importante. Ci trovavamo in un posto sicuro, su due pool a monte, piene di pesci, e come sempre il tempo scorreva via veloce, presto la nostra esperienza sull’Artico sarebbe finita. Che giornate avevamo
davanti! Ovviamente abbiamo colto l’occasione per pescare in quel luogo il giorno seguente, ma nel pomeriggio abbiamo voluto provare l’insenatura di un lago in cerca di salmerini più colorati. "Salmerini rossi! Così rossi e arancioni da non credersi." Ecco quello che ci disse Alain. Aveva ragione, ma quei pesci non erano così facili da pescare
come pensavamo noi. Abbiamo dovuto montare lenze galleggianti e terminali lunghi, ma abbiamo continuato a usare ninfe pesanti. Tutto stava nel portare quelle ninfe davanti al loro naso. "I salmerini proteggono le loro zone di riproduzione e abboccano alle ninfe se sono abbastanza vicine!" Questa era più o meno la teoria di Alain. Ha funzionato,
ma noi abbiamo dovuto investire del tempo per rompere il ghiaccio e arrivare a prendere il primo salmerino rosso. E che dire? Erano davvero rossi e arancioni, senza bisogno di photoshop. Più tardi, nella serata di quello stesso giorno, mentre eravamo coricati a letto, Michael disse: "Thomas, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere! Salmerini di tutti i colori che
lottano come indemoniati! E di taglie incredibili! Come quelle luci là fuori!" Michael era sdraiato vicino alla finestra e io dapprima pensai che fosse uno scherzo. "Non dire stronzate!" "No Thomas…guarda!" Ohhhh…la prima che vidi era una luce verdastra che baluginava attraverso la finestra e, pochi secondi dopo, saltai fuori dal letto, uscii e stetti là come un bambino a guardare
quelle luci danzanti di tutti i colori che attraversavano tutto l’orizzonte. Che spettacolo! Ci speravo ed eccolo lì. Il giorno seguente Alain vide due facce sorridenti a colazione. Il tempo era bello, quindi chiese: "Ora che avete visto l’aurora boreale, cosa ne dite di incontrare gli orsi polari oggi?" Orsi polari, sì, andiamo e vediamo cos’ha da offrirci questa giornata nell’Artico….”.
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A un passo dal fiume Il fiume Sarca, che percorre tutta la Val Rendena, scorre proprio a fianco del nostro camping.
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Like a River
Lapland Lodge Emilio Arbizzi e Raimonda Lanza di Trabia
3 mesi, 90 giorni di luce “all day long” sono già volati via! Abbiamo appena concluso la nostra prima stagione, una lunghissima vacanza di pesca in Lapponia. Vacanza perchè per noi vivere in questi ambienti è sempre una festa. La giornata non è solo pesca ma è condividere con amici le
arrivare chissà quando. A volte trovi quel che sognavi: un selvaggio lago su un’altura, un placido fiume senza tracce di presenza alcuna, la vera selvaggia e incontaminata Lapponia. Le giornate si sono susseguite così, sempre uguali ma sempre diverse, lunghe ed emozionanti anche se il tempo, in questi mesi, non è stato propriamente estivo: a inizio stagione piogge abbondanti hanno condizionato i livelli limitando la pesca solo ad alcuni fiumi; nel Biske, però, non sono mancati salmoni freschi di risalita e in compenso, a fine stagione, abbiamo potuto pescare ovunque: il Pitealven era perfetto,
il Parlalven pure, l’Abmo una meraviglia…ma quanto sono belli e combattivi questi temoli artici! E che dire dei laghi? Vedere l’attacco esplosivo di lucci da oltre un metro (112 cm se vogliamo essere precisi) è uno spettacolo grandioso. Concludere le giornate con abbondanti pastasciutte, salumi e formaggi o con sfrigolanti grigliate accompagnate da calici di Prosecco o spumeggiante Lambrusco è quel che ci meritiamo dopo tante fatiche! Un regista direbbe ” buona la prima” … e così l’inverno servirà per scrivere il copione della seconda puntata.
LIKE A RIVER Emilio Arbizzi
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Lapland Lodge
emozioni che questi luoghi sanno regalarti: camminare nella foresta costeggiando un fiume, avventurarsi in un lago con il belly boat per insidiare un luccio tra i canneti dopo un lento e silenzioso avvicinamento… ed avere la fortuna di scorgere nel fitto bosco un alce con i suoi piccoli. Ampie strade che tagliano infinite foreste di conifere incrociano ogni tanto altre strade senza indicazioni, perlopiù sterrate, che porteranno forse ad un lago o magari in un isolato spot di un burrascoso torrente… occorre il tempo di percorrerle, la voglia di inoltrarsi verso chissà dove, per
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Una Lapponia
Alla meta’ di giugno 2017 lascio l’Italia avvolta in una bolla di caldo anomalo. Mi aspetta il nord della Svezia, con i suoi luoghi dai nomi antichi come “contea del Norbottens” e “Contea del Vastenbottens”e il suo clima di montagna, un fresco delizioso
con temperature che oscillano tra i 9 e i 18 gradi. Paesaggi grandiosi: boschi di pini, larici, betulle, sequenze di piccoli e grandi a laghi a perdita d’occhio,cascatelle, fiumi e banchi di nuvole a goccia. I prati sono ordinati in maniera maniacale, le casette rosse con il tetto verde. Ma la vera sorpresa e’ il fiume, il Byske, torrentizio a tratti, placido, scorre per chilometri prima di sfociare nel Mar Baltico. Nel mezzo tante pools non una uguale all’altra, abbastanza da irretire una salmon-fisherman fanatic come me!! L’acqua e’ ancora alta, i salmoni argentati mostrano la schiena, si pesca in piena libertà , senza orari, beneficiando della sempiterna notte sub-artica nei giorni del
solstizio d’estate nell’incantato paesaggio del grande nord. Il lodge che mi ospita si chiama giustamente LAPLAND LODGE e sembra costruito su misura per pescatori di vecchia data, piccolo e confortevole, senza fronzoli, per iniziati che sanno bene che la pesca a mosca e’ un arte misteriosa che si affina con il paziente esercizio dell’osservazione, dell’acqua senza distrazioni. Perché noi, pescatori romantici, adoriamo queste rigorose strutture minimaliste e detestiamo in fondo i resorts tanto di moda a cinque stelle che allo charme del luogo e alla sensazione di casa sostituiscono comfort sibaritici e menu
gourmet. Pescare qui non e’ mai noioso, per la varietà delle possibili prede: salmoni, ovviamente, ma anche temoli artici variopinti e lucci instancabili. Il Lapland lodge è un po’ come casa: Dante è un cuoco sapiente e Franco una guida entusiasta, competente e simpatica con cui è davvero piacevole passare la giornata sul fiume. La pesca non è stata miracolosa ma un bel salmone argenteo che aveva già risalito 30 km di fiume è entrato nel nostro retino per la gioia di tutti, inclusi due pescatori svedesi che, spettatori dall’altra sponda, si sono morsi le mani.
TEMPERATA AL SOLE DI MEZZANOTTE Raimonda Lanza di Trabia
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LIKE A RIVER Emilio Arbizzi
Lapland Lodge
Three months or 90 days of light “all day long” have already passed! We have just concluded our first season, a very long fishing holiday in Lapland. It was a holiday because it is always a pleasure for us to live in these locations. We spent our day not
knows when. Sometimes you find what you were looking for: a wild lake on a high ground, a calm river with no traces of man, a truly wild and uncontaminated Lapland. Days passed by like that, always identical but always different, and they were long and exciting even if the weather had not been properly summery these months: at the beginning of the season, abundant rains influenced the levels, thus limiting fishing to just a few rivers. In the Byske River, however, there were fresh running salmon, and to make up for it we could fish everywhere in the late season: the Pitealven River was perfect, so was the
only fishing, but also sharing the emotions that these places give you: walking in the forest along the river, venturing on a lake with the belly boat to lure a pike among the rushes after a slow and silent approach…..and being so lucky to catch sight of a moose with its little ones in the thick woods. Wide roads cutting through endless conifer forests cross other roads every now and then without indications, most of them unpaved and leading maybe to a lake or an isolated spot of a stormy stream …..you need time to cover these places, to fulfill the wish to venture towards who knows where, to arrive who
Parlalven, and the Abmo was wonderful…how beautiful and combative these Arctic grayling are! And what about lakes? The explosive assault of pikes over one meter (112 cm to be precise) is an impressive show. Ending the day with plenty of pasta, cured pork, and cheese or sizzling grilled meat accompanied by glasses of Prosecco or sparkling Lambrusco wine is just what we deserve after so much struggle! A film director would say “That’s a take” … so winter will be spent writing down the screenplay of the second episode.
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A Lapland
MADE MILD BY THE MIDNIGHT SUN Raimonda Lanza di Trabia In mid-June 2017 I left Italy which was unusually hot for that time of the year. Northern Sweden was waiting for me with its places with old names like “County of Norbottens” and “County of
freely without a timetable, taking advantage of the neverending subarctic night in the days of the summer solstice in the enchanted landscape of the High North. The lodge that hosts me is rightly called LAPLAND LODGE, which looks as if it were custom-built for long-standing fishermen. It is small and comfortable, with no frills for experts who know well that fly fishing is a mysterious art that you improve with the patient observation of the water without any distractions. Romantic fishermen like us love these rigid minimalist facilities and essentially hate the trendy five-star resorts that replace the
Vastenbottens,” and mountain climate, a pleasant fresh air with temperatures of 9 - 18°. The majestic landscapes consist of pine, larch, and birch woods, sequences of small and big lakes as far as the eye can see, small waterfalls, rivers, and drop-like groups of clouds. The lawns are extremely tidy, and the houses are red with green roofs. However, the real surprise is the Byske River, which in some sections looks like a stream that is calm and flows for kilometres before getting into the Baltic Sea. In its course it offers several pools, one different from the other, enough to lure a salmon-fisherman fanatic like me!! The water level is still high and silver salmon show their backs. You fish
charm of the place and the feeling of being home with sybaritic comforts and gourmet menus. Fishing here is never boring with the variety of the possible preys: salmon, of course, but also colorful Arctic grayling and tireless pikes. The Lapland lodge is a bit like home: Dante is a wise cook and Franco an enthusiastic, competent and nice guide with whom you enjoy spending the day on the river. The fishing was not miraculous, but a nice silver salmon which had already run up 30 km of the river entered our net to the joy of everybody and of two Swedish fishermen who, from the other bank, looked at us biting their nails.
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SUPER NATURAL ADVENTURES Il Deep Creek Lodge ĂŠ situato a Terrace in British Columbia nel cuore della regione dello Skeena, vicino ai migliori fiumi per la pesca alla Steelhead e ai cinque salmoni del Pacifico. Nel lodge a conduzione famigliare, troverete un ambiente confortevole e accogliente in cui potrete gustare la nostra famosa autentica cucina Italiana. Un posto perfetto per le vostra vacanza di pesca in famiglia, con amici oppure da soli. The Deep Creek lodge is located in Terrace British Columbia in the heart of the Skeena region, close to the best rivers for Steelhead and Pacific Salmon fishing. At the Lodge in a family atmosphere you will find a clean and comfortable accommodation and taste our famous home made Italian and International cuisine. The perfect place for your fishing holiday with family or friends.
DEEP CREEK LODGE 5255 Deep Creek Drive Terrace B.C. V8G0C2 - CAN Phone: 1-250-635 4449
info@deepcreeklodge.com www.deepcreeklodge.com follow us on
COLLECTOR’S PAGES
History of Winston di Cavatorti Giorgio
Tutto iniziò nel 1929….. data infausta nei circoli finanziari. Appena dopo il crollo della borsa, Robert Winther e Lew Stoner acquisirono la Western Fishing Rod Company di San Francisco. L’Azienda iniziò immediatamente a produrre canne da pesca in bambù esagonale, collocandosi ben presto sul mercato ad un alto livello qualitativo. Le canne costruite ottennero rapidamente notorietà per le loro prestazioni e le qualità eccezionali, diventando in breve tempo il riferimento dei pescatori a mosca della costa Ovest degli Stati Uniti. Le canne erano dette "Winston", una contrazione dei cognomi dei due soci. Nel 1933 Robert Winther vendette la sua parte
di azienda al dipendente Red Loskot, un esperto pescatore e membro del famoso club di pescatori a mosca di San Francisco Golden Gate Angling Club. L’anno seguente Stoner sviluppò una canna (che in seguito fu brevettata) dal design molto particolare, studiata per le gare di distanza. Nel giro di pochi anni queste canne avrebbero battuto molti record mondiali di lancio a distanza aumentando il prestigio e la popolarità della Winston in tutto il mondo. Nel 1945 Doug Merrick cominciò a lavorare alla Winston, e nel 1953 acquisì le quote di Red Loskot poi, quando nel 1957 morì Lew Stoner, divenne l’unico proprietario. Verso la fine
Everything began in 1929…..an unlucky year in financial circles. Just after the stock market crash, Robert Winther and Lew Stoner acquired the Western Fishing Rod Company in San Francisco. The company started to manufacture hexagonal, bamboo fishing rods immediately, thus establishing itself on the market at a high level of quality. The rods they built soon became famous for their performance and excellent qualities, and so became in a short time a reference point for fly fishermen from the western coast of the United States. The rods were called "Winston," which is a contraction of the surnames of the two partners. In 1933 Robert Winther sold his share of the company
to his employee, Red Loskot, an expert fisherman and member of the famous fishing club, Golden Gate Angling Club, in San Francisco. In the next year Stoner developed a rod (which was then patented) with a very characteristic design for distance matches. Within a few years these rods would beat several world records for distance casting, thus increasing Winston’s prestige and popularity all over the world. In 1945 Doug Merrick began to work at Winston, and in 1953 he acquired Red Loskot’s shares. Then when Lew Stoner died in 1957, he became the sole owner. In the late 1950s, Winston and other manufacturers started to use a new material to build
degli anni ’50 la Winston ed altri costruttori cominciarono a usare un nuovo materiale per costruire le canne: la fibra di vetro. Anche qui la scelta commerciale fu di tenere altissima la qualità a discapito della grande produzione. La tradizione di eccellenza nella costruzione delle canne continuò negli anni ‘60, quando un rinomato pescatore a mosca e grande lanciatore, Charles Ritz, allora Presidente del Club Internazionale Fario di Parigi, consegnò a Merrick una medaglia per "La grande professionalità, le conoscenze costruttive e la notevole qualità nel campo delle canne in bambù. " Gli anni ’70 furono anni di cambiamenti alla Winston. Tom Morgan acquistò l’azienda da Merrick e un anno più tardi
Glenn Brackett divenne socio. Nel 1975 la Winston cominciò a costruire canne in grafite e nel 1976 venne presa la decisione di trasferire l’azienda da San Francisco a Twin Bridges, nel Montana, per essere logisticamente vicini a fiumi straordinari per la pesca a mosca come il Beaverhead, Big Hole ed il Jefferson. Una decina di anni dopo venne introdotto l'uso della grafite IM6 e nel 1991 la ditta passò ancora di mano e David Ondaatje divenne il nuovo proprietario. Sotto la sua guida, l’azienda ebbe un nuovo impulso incrementando notevolmente il lavoro e la promozione: nei nuovi reparti produttivi si svilupparono design innovativi e nacquero le canne da trota a 5 pezzi LT, le canne Joan Wulff Favorite e BL5
rods: glass fiber. They also chose to maintain a very high quality in this case, to the detriment of big producers. The tradition of excellence in the building of rods continued in the 1960s, when a renowned fly fisherman and great caster, Charles Ritz, who was at that time the President of the International Rainbow Trout Club in Paris, awarded Merrick with a medal for his "great professionalism, building knowledge and notable quality in the field of bamboo rods." The 1970s were years of change at Winston. Tom Morgan bought the company from Merrick and a year later Glenn Brackett became his partner. In 1975 Winston began to build graphite rods and in 1976 the decision was
made to move the company from San Francisco to Twin Bridges in Montana, so as to be logistically near unique rivers for fly fishing such as the Beaverhead, Big Hole and Jefferson. About ten years later the use of graphite IM6 was introduced and in 1991 the company was sold again and David Ondaatje became the new owner. Under his guidance, the company attained a new impulse by considerably increasing both manufacture and promotion: in the new manufacturing departments innovative designs were developed and 5-piece trout rods LT, Joan Wulff Favorite rods, BL5 and XTR were born, the latter using leftover compounds of boron and graphite. In 2004 Boron IIX rods were
e XTR, che utilizzavano entrambe composti avanzati di boro e grafite. Nel 2004 sono state introdotte le canne Boron IIX, una serie leggera ma molto potente e con azione veloce. Il progresso tecnologico nella produzione di canne in boro/ grafite consente alla Winston di presentare una gamma molto ampia per poi arrivare nel 2006 a lanciare sul mercato i modelli Vapor e Ascent. Due anni dopo nasce la serie Boron II-MX, terza serie di canne prodotte con la tecnologia unica Boron II. MX sta per massima potenza, distanza ed efficacia nella lotta con il pesce. La tecnologia Boron II permette alle Boron IIMX di essere, oltre che veloci e potenti, sorprendentemente
leggere e reattive. Winston oggi offre canne per ogni applicazione di pesca, dalle piccole canne da 7 piedi coda 3 alle potenti coda 12 da tarpon, e si colloca al top delle canne esistenti sul mercato. L’acquisizione recente della Bauer, famosa ditta di mulinelli, ha incrementato il prestigio del marchio che è sempre più considerato sinonimo di qualità e tradizione. Le ultime canne nate, modelli Nimbus e Kairos, sono tra gli oggetti migliori che un pescatore a mosca possa desiderare. Un vecchio slogan di questa azienda diceva che quando si solleva per la prima volta una Winston si nota quanto sia leggera e reattiva ma quando si lancia... si "sente la sua anima"!
introduced, which was a light but very powerful series with rapid action. The technical progress in the manufacture of boron/graphite rods allowed Winston to present a much wider range before it launched the models, Vapor and Ascent, in the market in 2006. Two years later the series Boron II-MX was born as the third series of rods manufactured with the unique Boron II technology. MX stands for maximum power, distance and efficiency in the fight against the fish. The Boron II technology enables Boron II-MX to be not only strong and powerful, but also extraordinarily light and reactive. Today Winston offers rods for
every fishing application, from the small 7-feet rods with tail 3 to the powerful rods with tail 12 for tarpons, and it is top quality among the rods in the market. The recent acquisition of Bauer, a famous reel manufacturer, increased the prestige of the brand which is increasingly being considered a synonym for quality and tradition. The newborn rods, i.e. the models, Nimbus and Kairos, are among the best objects that a fisherman can wish for. An old slogan of this company used to say that when you lift a Winston for the first time, you feel how light and reactive it is, but when you cast .........well, then you "feel its soul!�
ALASKA Adventure WAYNE MCGEE
If fly-fishing were considered a religion, then Alaska would be its High Church. Fly-Fishing in Alaska is more than just a sport or passion - it’s a way of life. Once you have been bitten by the bug, you’re “hooked”. A stay at Alaska Trophy Adventures Lodge provides you with some of the most remote and stunningly beautiful locations on the planet. My father always told me, it’s about being outdoors and on the river. Catching a fish is just a bonus. Well in Alaska i have to constantly remind myself to stop and appreciate the scenery because the fishing is so great. When discussing fishing, you may have heard the saying “it’s called fishing not catching”. But at ATA Lodge it can often seem like catching. For many, Alaska has always been a dream destination, somewhere they envision coming to only once in a lifetime. But once you get up here and experience what we have to offer, it will be hard to stay away. There is something about catching a huge Alaskan rainbow trout or salmon, surrounded by beauty beyond compare, that I believe calls to the deepest part in all of us. South-West Alaska is the High Church of fly-fishing. Whether it be the sensation of a 35+lbs King Salmon pushing a double handed rod to its limits, or seeing a 26inch rainbow trout rise to crush a mouse pattern tied the previous evening, or just the feeling that no one has ever fished these beautiful waters before. It has to be said that
fishing in Alaska is something very special. It brings us back to the reason we started fishing in the first place when we were children. For the fun of it, for the thrill of a tight line, and the sound of a reel's drag screaming. It's for the laughter when your friend loses that fish of a lifetime, because in the heat of the moment he forgot to let go off the reel as "the one that got away” took its final run downstream. Situated on the remote banks of the Wild and Scenic Alagnak River, Alaska Trophy Adventures Lodge is the perfect wilderness fishing retreat. Our lodge consists of 160 acres prime river frontage, located in the most iconic section of the Alagnak known as the Upper Braids. We are only accessible via bush plane, landing on a private airstrip on the property. You will spend an unforgettable time surrounded by wild, untouched nature, while enjoying all the comforts our lodge has to offer. All of our guest cabins, including main lodge, have spectacular views of the Alagnak river. The Dining Lodge is the centre piece of the camp. I'ts where we take our meals, share stories and socialize after a day on the river.With lounge sofas, a fireplace and a stunning view of the river and surrounding mountains. This building really is the town hall of our little village. Wooden walkways connect all our private guest cabins (8) to each other and lead down to our naturally sheltered dock where
Se la pesca a mosca fosse considerata una religione, l’Alaska sarebbe la sua cattedrale. La pesca a mosca in Alaska è più di uno sport o una passione è uno stile di vita. Una volta che vi ha presi, siete “allamati”. Un soggiorno all’Alaska Trophy Adventures Lodge offre alcune delle più remote e straordinarie location del pianeta. Come mi ha sempre detto mio padre, l’importante è stare sul fiume all’aria aperta. Prendere un pesce è solo un bonus. In Alaska ho costantemente ricordato a me stesso di fermarmi ad apprezzare lo scenario. Parlando di pesca, può darsi che abbiate già sentito il detto: “si chiama pesca, non cattura”. All’ATA Lodge, però, spesso sembra cattura. Per molti l’Alaska è sempre stata una destinazione da sogno, un luogo dove si deve andare almeno una volta nella vita e, una volta arrivati qui, vedendo cosa abbiamo da offrire, vi sarà difficile stare lontani. Prendere un’enorme trota iridea o un salmone Coho in Alaska, circondati da una bellezza senza eguali, vi trasmette qualcosa che secondo me tocca la parte più profonda del vostro essere. L’Alaska sud-occidentale è il santuario della pesca a mosca. Che si tratti di un salmone reale da trofeo che, con le sue 35 libbre e più, porta al limite la vostra canna a due mani, di una trota iridea da 50 cm che ha ingoiato un’ imitazione di topolino costruito la sera prima, o che sia semplicemente la sensazione di pescare in acque
mai toccate prima, in ogni caso la pesca in Alaska è qualcosa di molto speciale. Vi riporta indietro alla ragione principale per cui abbiamo cominciato a pescare da bambini: per divertirci, per il brivido di una lenza tesa e il sibilo di un mulinello. È la risata che facciamo quando il nostro amico perde il pesce di una vita perché nell’impeto del momento ha dimenticato di lasciare andare il mulinello quando il pesce ha fatto il suo rush finale verso valle. Situato sulle sponde remote del selvaggio e scenografico fiume Alagnak, l’Alaska Trophy Adventures Lodge è il perfetto ritiro di pesca in quella landa selvaggia. Il nostro lodge consiste in 160 acri di fantastiche sponde sul fiume situate nel tratto più spettacolare dell’Alagnak noto come Upper Braids. È accessibile solo tramite idrovolante che atterra su una pista privata compresa nella proprietà. Trascorrerete momenti indimenticabili circondati dalla natura selvaggia e incontaminata, godendo al tempo stesso di tutti i comfort che il nostro lodge ha da offrirvi. Tutte le cabine degli ospiti, compreso il lodge principale, offrono viste spettacolari sul fiume Alagnak. Il Dining Lodge costituisce il fulcro dell’accampamento: è qui che consumiamo i nostri pasti, condividiamo le nostre storie e socializziamo dopo una giornata trascorsa sul fiume. Il tutto con divani da salotto, un camino acceso e una vista mozzafiato sul fiume e le montagne circostanti. Quest’edificio è davvero, per così
a fleet of jet boats are ready to access all the best fishing spots within minutes of the Lodge. The Swiss Chalet on the hill is perfect for larger parties accommodating up to 8 guests comfortably and in style, not to mention taking in the “Million Dollar View”, where you can survey the rest of the property, river and mountains beyond. Boasting a world-famous run of all five species of pacific salmon, the Alagnak is also home to a host of resident fish, such as leopard rainbow trout, arctic char and grayling. This prestigious river is located within the Katmai National Park, with its headwaters in the surrounding mountains and drains into Bristol Bay. It is also famously known as “The Branch River” for its seemingly endless braids, where 10 miles of river can easily contain 30 miles of fishable waters. With such exclusive river access you are sure not to be bothered by any crowds. The Alagnak river flows through a wild land of captivating landscapes, abundant wildlife, and cultural heritage. Meandering down the braided river, you may discover a bald eagle perched atop a spruce tree, gaze at a moose browsing above the river bank in the wet sedge tundra, or encounter a brown bear feasting upon spawning salmon. For centuries people have lived along the Alagnak and depended on the rich natural resources for survival. The Alagnak River’s wildlife and the abundant fish
make the river the most sought after destination for sport fishing in Southwest Alaska. ATA Lodge is located just 6 miles from where two rivers join to form the Alagnak River. Because of our prime location and fleet of jet boats we are able to access all 3 of these river and draw upon its many resources. Wading and fishing are made easy on the many small natural islands and gravel bars, which the river flow creates. Crystal clear water allows for perfect stalking conditions, whilst slow runs and fast riffles are commonplace, with pools well suited to holding pods of staging salmon, often 35+ lbs., when targeting the kings. With hatches occurring throughout the season, it is not rare to see a resident trout or grayling rise. The Kukaklek River is well known for its short section of narrow, class 3 rapids contained by steep canyon walls. What is less known is that a section of this rapids creates a small waterfall with an easily accessible natural overlook which is perfect for viewing feeding bears in the height of the salmon run. The upper section near the mouth of the lake is particularly good trout fishing, in particular as the salmon start to spawn. The Nonvianuk River is surrounded by rolling hills of tundra. It is a beautiful place to fish or spend a day wildlife viewing. These are only a few of the numerous things you can do in my beautiful Alaska.
dire, il “municipio” del nostro piccolo villaggio. Le passerelle in legno collegano tra loro tutte le cabine private e portano alla banchina provvista di un riparo naturale, dove una flotta di barche a idrogetto è pronta ad accedere a tutti i migliori punti di pesca a pochi minuti dal lodge. Lo Chalet svizzero sulla collina è perfetto per gruppi più numerosi, poiché vi possono soggiornare confortevolmente fino a 8 ospiti, senza contare il “panorama da un milione di dollari”che offre una veduta dall’alto sul resto della proprietà, il fiume e le montagne oltre il fiume. L’Alagnak, che può vantare una risalita famosa in tutto il mondo di tutte cinque le specie di salmoni del Pacifico, ospita anche molti pesci residenti come le iridee leopard, i salmerini artici e i temoli. Questo prestigioso fiume si trova nel Katmai National Park, nella zona della Baia di Bristol. Notoriamente è chiamato “The Branch River” per i suoi intrecci apparentemente interminabili, dove 10 miglia di fiume possono facilmente contenere 30 miglia di acque in cui è possibile pescare. Con un accesso così esclusivo al fiume siete sicuri di non essere disturbati dalle folle. Il fiume Alagnak scorre attraverso una landa selvaggia fatta di paesaggi accattivanti, abbondante fauna selvatica e un patrimonio culturale unico. Girovagando lungo le ramificazioni del fiume, vi può capitare di scoprire un’aquila di mare appollaiata in cima a un abete, osservare un alce che bruca sulla sponda del fiume nell’umida
tundra di carici, o incontrare un orso bruno che fa la festa ai salmoni mentre depongono le uova. Le sponde dell’Alagnak sono abitate da secoli da persone che dipendono dalle sue ricche risorse naturali per la loro sopravvivenza. La fauna selvatica e gli abbondanti pesci lo rendono la destinazione più ambita per la pesca sportiva nell’Alaska sudoccidentale. Guadare e pescare è più facile grazie ai numerosi isolotti naturali e alle strisce di ghiaia formate dalla corrente del fiume. L’acqua cristallina crea condizioni perfette per pedinare i pesci, mentre le lente risalite e le correnti veloci sono la norma, con pool adatte a contenere riserve di salmoni superiori alle 35 libbre, in cui ci si imbatte spesso. Il fiume Kukaklek è noto per il suo breve tratto di strette rapide di classe 3 incastrate fra irte pareti di canyon.Meno noto è il fatto che un tratto di queste rapide crea una cascatella sormontata da un punto panoramico naturale facilmente accessibile, perfetto per osservare gli orsi che si cibano di salmoni al culmine della risalita. La sezione superiore, vicino alla bocca del lago, è particolarmente adatta per la pesca alla trota, in particolare quando i salmoni cominciano a deporre le uova. Il fiume Nonvianuk è circondato da ondulate colline di tundra. Qui si respira a pieni polmoni ed è un bel posto per pescare o trascorrere una giornata ad ammirare la fauna selvatica. Queste sono solo alcune delle cose che si posso fare nella mia Alaska.
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Craig Bertram Smith
L’ ARTE NELLA PESCA
Craig Bertram Smith is an internationally acclaimed artist with a deep passion for fishing and wildlife. Through his acrylic and pencil masterpieces, he portrays interesting perspectives as he depicts his subjects wild in their natural habitat in a realistic style. He has a unique ability to illustrate, in photographic detail, the living, moving details and meticulously depicting every feather, fin and hair, capturing the essence and attitude of each and every species. Already an accomplished artist,
Craig's reputation for his underwater fish and wildlife art has grown in popularity and his works of art are highly collectable. His work appears, both internationally and locally, in various magazine publications, books, DVDs, on clothing apparel, fishing packaging and equipment and many other products. With most of his pieces sold as they are finished, he is in high demand and constantly working through private commissions from clients from across the globe.
Craig Bertram Smith è un artista di fama internazionale con una profonda passione per la pesca e gli animali selvatici. Nei suoi capolavori in acrilico e a matita mostra prospettive interessanti, in quanto ritrae i suoi soggetti liberi nel loro habitat naturale in uno stile realistico. Ha un’eccezionale capacità di illustrare, con dettagli fotografici, i particolari in movimento, riproducendo meticolosamente ogni piuma, pinna e crine, catturando l’essenza e il comportamento di
ogni singola specie. La reputazione artistica di Craig per i pesci e la fauna selvatica è cresciuta tanto da far sì che le sue opere siano ricercate dai collezionisti. I suoi lavori si trovano, a livello sia internazionale che locale, in diverse riviste, libri, DVD, su capi di abbigliamento, attrezzature da pesca e molti altri prodotti. Data la grande richiesta delle sue opere, Craig lavora su commissione privata per clienti provenienti da tutte le parti del mondo.
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THE LOST PARADiSE DAvid MAillAnd
Pochi Europei hanno sentito parlare del Belize. Questo tranquillo Paese dell’America centrale, confinante con Messico e Guatemala, non è mai finito in prima pagina, non ha mai partecipato al campionato mondiale di calcio, non ha dato i natali a star del cinema o a premi Nobel. Questo ex rifugio di pirati divenne in seguito una colonia britannica prima di ottenere l’indipendenza e oggi si sta aprendo gradualmente al turismo. Ma la destinazione è tuttora relativamente sconosciuta... per la gioia di quei pochi pescatori fortunati che conoscono le grandiose flat del Belize (costituiscono il 5% della superficie del Paese),
dove si può ragionevolmente sperare di raggiungere, con un pizzico di fortuna, un Super Grand Slam.
caratteristico. Noi veniamo ricevuti calorosamente dai nostri ospiti, Margaret e Mike, e condividiamo con loro un rinfresco di benvenuto sotto gli occhi di giovani iguane che giocherellano sul lussureggiante prato verde. Il Belize River Lodge rispetta standard definiti e offre ai suoi ospiti stanze private ampie e confortevoli, lontano da occhi indiscreti.
cottage per stabilire con noi quale tipo di pesca risponde meglio alle nostre aspettative. Ci dà l’impressione di sapere tutto del fiume, ci aiuta a selezionare le esche, prepara le canne, ci insegna un nodo speciale, il "Nodo Jamal". Nel frattempo, come temevamo, il bel cielo blu che ci aveva accompagnati il giorno precedente se n’è andato ed è cominciato a cadere un forte scroscio di pioggia. Chinati per proteggerci dai freddi goccioloni, avvolti nelle nostre tele cerate gialle, ci dirigiamo verso la giungla.
PESCA AGLI SNOOK Il giorno seguente, dopo una notte tranquilla, incontriamo la nostra prima guida, il gioviale Jamal, che viene nel nostro
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Partiamo dalla cittadina francese di Tolosa e arriviamo il giorno seguente nel piccolo aeroporto di Belize City, dove Patty ci accoglie con un grande sorriso. Uno spazioso 4x4 con aria condizionata ci conduce al fiume e dopo un piccolo tragitto in barca arriviamo al Belize River Lodge. Un incantevole giardino, tenuto con cura dai dipendenti, circondato da un vecchio recinto, ospita un bell’edificio
Il lodge si trova a pochi chilometri dall’estuario. Scendiamo
Few Europeans have heard of Belize. This quiet small Central American country bordered by Guatemala and Mexico never made the headlines, never participated in the World Cup of Soccer, has born no star cinema or any Nobel Prize laureate. This former pirate hideout, later became a British colony before gaining independence, is gradually opening up to tourism. But the destination is still relatively unknown... to the delight of the “happy few� fishermen who know about the Belizean majestic ranges of flats (5% of the surface of the country), where one can reasonably hope to achieve, with a hint of good fortune a Super Grand Slams (Tarpon, Bonefish,
Permit, Snook on the same day) or a Grand Slam (3 of 4 species mentioned above).
We are received with great respect by our hosts, Margaret and Mike, and share with them a welcomed refreshment under the eyes of young iguanas frolicking on the lush green lawn. We leave an hour later to rest. The Belize River Lodge reports to a certain standard and offers to its guests large and comfortable private rooms away from prying eyes. SNOOK FISHING
which kind of fishing best fits our expectations. He gives us the impression of knowing everything about the river, helps us to select lures, prepares the rods, teaches a special node, the "Jamal Knot". Meanwhile and as we feared, the beautiful blue sky we enjoyed the previous day is gone and a heavy shower of rain has begun falling. Kowtowing to protect us from the cold drops, covered in our yellow oilskins, we head towards the jungle.
The next day, after a quiet night, we meet our first guide, the jovial Jamal, who comes into our cottage to determine with us
The lodge is located a few kilometers from the estuary. We go down the river toward a first snooks spot. We fish with shads
We leave Toulouse, France and arrive the next day in the little Belize City airport where we are greeted with a large smile by Patty. A spacious air-conditioned 4x4 directs us toward the river and after a short boat ride we arrive at the Belize River Lodge. A charming garden, carefully maintained by employees, belted with an old fence, houses a beautiful, typical building.
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il fiume verso un primo spot per snook. Peschiamo con imitazione di alose in circa 5 metri d’acqua. Oggi non possiamo dire di essere a nostro agio: la corrente è forte e la pioggia è ancora intensa. Le curve sono aree privilegiate: più profonde, con una corrente rapida, attraggono molti predatori in cerca di facili prede. Ci prendiamo del tempo per trovare il giusto peso e una buona animazione dell’esca, ma alla fine lasciamo questo posto senza pesci. Jamal decide di andare a perlustrare un po’ in giro, passando per un’area di lamantini. Alcuni minuti sono dedicati all’osservazione di quelle voluminose creature dai piccoli occhi che brucano
le piante sul fondale. Arriviamo poi alla costa, a uno dei più famosi spot di snook del Belize, vicino a un piccolo aeroporto. Prendiamo alcuni "poliziotti". Questi piccoli pesci bianchi e gialli sono molto aggressivi e hanno una pinna dorsale piena di veleno. Possiamo assicurarvi, perché l’abbiamo sperimentato noi stessi, che per guarire ci vuole un mese abbondante!
fiume, serpeggiando attraverso una foresta lussureggiante di alberi scuri che sembrano allungarsi fino al cielo. Sono pieni di vita, ma solo un occhio allenato può distinguere cosa sta succedendo.
guida di una zona poco profonda piena di giovani snook ci consente di catturare i nostri primi esemplari di questa specie leggendaria, proprio quello che mancava alla lista delle nostre conquiste. Siamo riusciti a prenderli senza difficoltà con una piccola esca da superficie in bucktail. La giornata termina con due constatazioni: siamo bagnati fradici e vogliamo prendere un grosso snook, ora che abbiamo provato i piccoli.
Un’ora dopo, nel bel mezzo di un’umida giungla, andiamo in cerca di snook sul fondale del fiume, armati di un’alosa e di un’esca in bucktail. Alla fine prendiamo il primo pesce interessante del giorno, un trevally da 6kg. Nelle ultime ore del giorno, la scoperta da parte della
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Con un po’ di disappunto per il tempo e per la nostra performance, Jamal prova qualcos’altro: passiamo per Belize City e poi continuiamo a risalire lungo le acque torbide del
Durante il resto del viaggio trascorriamo del tempo a pescare questo pesce. Il primo giorno si rivela il peggiore
next to a dead wood area in about 5 meters of water. This kind of fishing reminds us a lot of zander fishing: keeping the lure 5cm off the bottom but with a tight brake since snook is much more powerful and is famous to go straight towards the dead wood when it feels it is stung. We cannot say we're doing with ease: the current is strong and the rain is still intense. The turns are privileged areas: deeper, with a rapid current, they attract many predators looking for easy preys. We take some time to find the right weight and good animation but we finally leave this first place without fish. Jamal decides to go for a first run during which we pass through an area of Manatees. ​​ A few
minutes are devoted to observing these voluptuous tiny-eyed creatures grazing plants on the bottom. Then we come to the coast at one of the most famous snook spots in Belize, near a small airport. We catch a few "policemen". These small white and yellow fish are very aggressive and have a spiny dorsal full of venom. We can assure you, for having experienced, that healing takes a good month!
through a lush forest with dark trees that seem to stretch up to the sky. They are full of life, but only a trained eye can distinguish what is going on.
our first specimens of this legendary species. That which was missing from our list of conquests. We managed to catch them without difficulty with a small topwater and a small bucktail jig (1/8oz). The day ends on two findings: we are soaked and now that we have tasted the little ones we want to catch a big snook.
An hour later, in the middle of a humid jungle, we seek for snook on the bottom of the river, armed with a shad and bucktail jig (3/4 Oz). We finally catch the first good fish of the day, a 6kg trevally. In the last hours of the day, the discovery by the guide a shallow area filled with young snooks allows us to capture
A bit disappointed by the weather and our performance, Jamal tries something else: we pass through Belize City and then continue to go up the murky waters of the river, snaking
During the rest of the trip we spent time fishing for this fish. The first day proving to be the worst because of the rain. Our biggest (about 3,5kg far more serious than the first day) were captured by casting "dark jerks" as close as possible to the
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a causa della pioggia. Abbiamo catturato i nostri pesci più grossi, lanciando il più vicino possibile ai bordi, tra i cespugli di mangrovie. Quando il tempo è favorevole, è meglio trascorrere solo alcune ore della giornata a pescare, quelle durante le quali il pesce è attivo, che dipendono dalle maree. Per massimizzare le possibilità di prendere pesci nell’ambito di questa pesca molto particolare, è importante soprattutto seguire i consigli della guida. Lo snook è relativamente opportunista e il suo comportamento ci ha ricordato il persico trota. Solitamente
troppo forte, perché la sua bocca è fragile come quella del luccioperca. Questi ultimi due punti possono rendere la sua cattura piuttosto delicata per chi è alle prime armi. PEDRO, LA GUIDA FILOSOFO Abbiamo trascorso la seconda metà del viaggio con Pedro, la guida filosofo. Pedro è un ometto che vi guarda con occhi maliziosi e un eterno sorrisetto di scherno. Da più di 30 anni guida i clienti sulle flat con la sua pesante pertica in legno. Il riflesso del sole sul Mare dei Caraibi ha profondamente
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si trova vicino alle sponde, in agguato tra la legna o lungo i tronchi. Gli esemplari di maggiori dimensioni vagano soli e quelli più piccoli in gruppi di 3 o più. Incontriamo gli snook in due tipi di spot: sul fondale dei fiumi, come spiegato sopra, oppure nelle zone poco profonde delle mangrovie. Possono essere pescati a vista, a mosca, con un jerk o con un popper. Partite il più vicino possibile alla sponda e scuotete 5 o 6 volte. Il pesce si mostra spesso e volentieri aggressivo ed è essenziale in ogni caso cercare di confinarlo quando ha afferrato l’esca, ma non tirate
scurito il suo volto. Il suo carattere è profondamente ostinato fino all’inverosimile, il che rappresenta una dote importante per una guida di pesca. Ama sopra ogni cosa "conversare" –questo è il termine che usa–con gli ospiti del lodge. Pedro ama parlare della vita–del rapporto genitori-figli, per esempio–prima di saltare di palo in frasca: cos’è la felicità? Da dove viene la nostra libertà? Cosa distingue il bene dal male... Per restare ben concentrati sulla pesca abbiamo deciso di parlare con Pedro di questi argomenti importanti solo durante la pausa pranzo. Ci siamo però resi conto ben presto che Pedro è una guida strepitosa.
borders, between the branches of the mangroves. When the weather is favorable it is better to spend only a few hours of the day to fish: those during which he is active, which depends on the tide. To maximize the chances of catches in the context of this very specific fishing it is especially important to follow the advice of the guide. The snook is relatively opportunistic and its behavior reminded us of the Black Bass. One can usually find them near the edge, ambushed in the woods or along the trunks. The larger ones wanders alone and the smaller ones in groups of
PEDRO THE PHILOSOPHER'S GUIDE We spent the second half of the journey with Pedro, the philosopher’s guide. Pedro is a little man with a mischievous eye, and a permanent and slightly mocking smile. For more than 30 years he has been guiding the clients on the flats with his heavy wooden pole. The reflection of the sun on the Caribbean Sea has profoundly obscured his face. His character is surprising stubborn to the extreme, which is a valuable asset for a fishing guide. Above all
3 or more. We meet snook on two types of spots: on the bottom of rivers, as explained above or in the shallow areas of the mangroves. It can then be fished on sight, fly, with a shallow jerkbait or a with popper. Start as close as possible from the edge, twitch 5 or 6 times. This fish shows willingly aggressive and it is essential in all cases to seek to restrain him when he has grabbed the lure, but do not pull too hard because its mouth seemed as fragile as that of zander. These last two points can make its capture rather delicate for the uninitiated.
things, he enjoys to "converse" - this is the term he uses - with the lodge’s guests. Pedro loves to talk about life - the parentchild relationship, for example - before drifting from subject to subject: what is happiness? where does our freedom come from? what distinguishes good from evil ... In order to remain well focused on our fishing, we decided to talk with Pedro about these important topics, but only during the lunch break. But we soon realized that Pedro is a hell of a fishing guide.
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LE FLAT
siamo colpiti dallo spettacolo unico che ci aspetta.
Il tempo del Belize resterà un mistero per noi: dall’inizio del terzo giorno alla fine del nostro soggiorno non abbiamo avuto una sola goccia di pioggia, il che ha significativamente migliorato la varietà e la qualità della pesca. Pedro ci ha consigliato di trascorrere alcuni giorni sulle flat. Il Belize è spesso descritto come un paradiso perduto per l’eccezionale bellezza dei paesaggi che offre, la ricchezza dei suoi ecosistemi e l’abbondante biodiversità. L’arrivo sulle flat è davvero un momento magico. In piedi sulla prua
La caratteristica acqua color blu turchese del Belize improvvisamente si schiarisce, mostrando un fondale bianco sabbioso punteggiato di rocce sparse attorno alle quali nuotano i pesci. D’un tratto i vortici in superficie indicano che abbiamo disturbato qualcosa di grosso.
di mangrovie hanno la capacità di vivere in acqua salata e offrono nutrienti derivanti dalla decomposizione della materia organica. Distinguiamo tra le radici un lungo corpo scuro che conosciamo bene. Catturiamo così, con grande naturalezza, alcune grossi snook. Arriviamo poi a una zona aperta e Pedro ci chiede di pescare con attrezzatura più leggera e di lanciare il più lontano possibile. Riusciamo a distinguere la barriera corallina (patrimonio UNESCO), una delle più belle del mondo. Non abbiamo però il tempo di ammirare l’ambiente eccezionale che viene offerto ai nostri occhi, perché sentiamo che le nostre esche Wiggle Jigs
sono pesantemente sotto attacco! Contro ogni previsione catturiamo molti bonefish, che reagiscono piuttosto bene alle nostre esche. Quei giorni sulle flat sono indimenticabili, andiamo da un atollo all’altro, in un’ambientazione eccezionale. In queste calde acque turchesi catturiamo parecchie specie, come i grossi barracuda del Belize. Con i suoi fianchi bluastri, questo spietato killer delle mangrovie è ancora molto presente nelle zone del bonefish. Tra i nostri vari exploit, ricorderemo il momento in cui abbiamo preso una razza ai margini dell’arcata e Pedro si è rifiutato di rimuovere l’amo per paura del puntiglione.
Pedro ci mostra infatti un grosso bonefish che raggiunge la mangrovia. Fragile dominio di tante specie ittiche che vengono a riprodursi e a proteggersi dai predatori, le foreste
THE FLATS Belize weather will remain a mystery to us: from the beginning of the third day to the end of our stay we will not have a single drop of rain, which will significantly improve the variety and quality of fishing. Pedro advises us to spend a few days on the flats. Belize is often described as paradise lost due to the exceptional beauty of the landscapes it offers, the richness of its ecosystems and abundant biodiversity. The arrival on the flats is indeed a magical moment. Both standing on the bow we are blown
away by the unique spectacle that awaits us. The characteristic turquoise blue water from Belize suddenly clears to reveal a white sandy bottom dotted with scattered rocks around which colorful fish are swimming. Suddenly the eddies on the surface indicates that we have disturbed something big. Indeed Pedro shows us a large bonefish joining the mangrove. Fragile domain of several fish species that come to breed and to protect themselves from predators, mangrove forests have the ability to live in salt water and provide nutrients from the decomposition of organic matter. We distinguish between the
roots of long dark body that we know well. So it is in the most natural way we capture some beautiful snooks.
We fish for the first time of our life with a fly rod and capture more of these small torpedoes with this technique.
Then we arrive to an open area and Pedro asks us to fish lighter and to cast as far as possible.We distinguish the reef (UNESCO heritage), one of the finest in the world. But we do not have time to admire the exceptional environment that is offered to us because we feel that our lures Wiggle Jigs are under heavy attack! Against all odds we capture many bonefish that react quite well to our lures. We discover this little fish filled with tremendous energy, able to empty our Stella 2500 in no time.
Those days on the flats are unforgettable, we go from an atoll to another in an exceptional setting. In these hot turquoise waters we capture several species as these great Belizean barracuda. With its bluish flanks, this ruthless killer of mangroves is still very present on the areas on Bonefish. Among our various exploits, we will remember the moment when we caught a ray by the edge of the arcade and Pedro refused to remove the hook by fear of the sting.
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