H2O Magazine - Autumn 2019

Page 1

H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

EXPERIENCES • LAKELAND • CAYO LARGO (CUBA) • BOSNIA AND HERZEGOVINA • DANISH SALMON • TROUT’S SIBERIAN SIBLINGS • LAMPI D’ARGENTO NELL’ACQUA

CHATBOX • STUART HARDY’S FLIES

COLLECTOR’S PAGES • ARTE NELLA PESCA: NICK LAFERRIERE • WOLFHARD SCHULTZ

€ 8 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri



ÂŽ

www.francovivarelli.com




SOMMARIO

www.h2omagazine.net

EXPERIENCES 6 Lakeland 18 Let's go fishing young teen-boys ! 38 Bosnia and Herzegovina 54 Successful back-end days with Danish salmon 68 Trout's Siberian Siblings 80 Lampi d’argento nell’acqua CHATBOX 28 Stuart Hardy’s flies

F I S H I N G

T R A V E L L I N G

COLLECTOR’S PAGES 46 Arte nella pesca: Nick Laferriere 64 Wolfhard Schultz


Anno XII - Numero 3 Autunno 2019

Hardy Zephrus SWS THE SALTWATER GAME CHANGER Zephrus SWS with SINTRIX® 440 technology takes the multi award winning, record breaking Proaxis blank design to the next level of saltwater evolution. Pick one up and change your game for good.

H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

€ 8 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri

CONTENTS

EXPERIENCES • LAKELAND • CAYO LARGO (CUBA) • BOSNIA AND HERZEGOVINA • DANISH SALMON • TROUT’S SIBERIAN SIBLINGS • LAMPI D’ARGENTO NELL’ACQUA CHATBOX • STUART HARDY’S FLIES

www.hardyfishing.com

COLLECTOR’S PAGES • ARTE NELLA PESCA: NICK LAFERRIERE • WOLFHARD SCHULTZ

Fotografia Grand Slam Lodge, Messico

Giorgio Cavatorti

H2O anno XII Settembre 2019 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti

Pescare... Viaggiando

Vice Direttore Dante Iotti Caporedattore Emilio Arbizzi Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Terkel Broe Christensen, Raimonda Lanza di Trabia, Rasmus Ovesen, Clements Ratshan, Edoardo Scapin, Paolo Zoletto Art Director Giuditta Soavi giuditta.soavi@gmail.com Collaborazione Grafica Omar Gade Chief Technology Officier Giovanni Albero Digital Strategist Paolo Artoni Stampa: “Tipografia Bertani” Cavriago (RE) Fotografi di Redazione: Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 - DCB Bologna Una copia € 8,00 Arretrato € 10,00 Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione.

Autumn, time for upstreams. We will spend next September at the Deep Creek lodge in Terrace, British Columbia fishing for Steelheads, while the new Best Lodge 2020 catalog is in print. The catalog will collect the best fishing destinations in the world and will be distributed free in 2020 in all the major Flyfishing fairs in Europe and some in the USA. The calendar of fairs is available on our sites. In this issue we point out some good destinations for fishing trips starting from Finland and ending up in Costa Rica. The 2020 booking for fishing in Italy and abroad is already filling up; we are always available to give advice on the best areas to go fishing . What else to say about this issue? ... Read it quickly and go fishing! Autunno, tempo di risalite. Questo settembre lo passeremo al Deep Creek lodge di Terrace in British Columbia per la consueta pescata di Steelhead autunnali,mentre è in stampa il nuovo catalogo Best Lodge 2020. Il catalogo raccoglierà le migliori destinazioni di pesca nel mondo e sarà distribuito gratuitamente nel 2020 in tutte le maggiori fiere d’Europa e alcune negli USA specializzate in Flyfishing. Il calendario delle fiere è disponibile sui nostri siti. In questo numero segnaliamo qualche buona destinazione di pesca a partire dalla Finlandia per finire in Costarica. Il booking 2020 per pescare in Italia e per partecipare ai nostri viaggi si sta già riempiendo, siamo comunque sempre a disposizione per dare consigli sulle zone migliori verso cui partire. Cos’altro dire di questo numero?… leggetelo velocemente e andate a pescare! Giorgio Cavatorti www.h2omagazine.net

7


8


Lakeland by Giorgio Cavatorti

9


10


Recentemente ho pescato e visitato una splendida regione nel sud della Finlandia. Questa regione, denominata Lakeland, è una delle più estese dell’intera geografia finlandese. La superficie di quest’area è coperta

prevalentemente da foreste e laghi e la particolare configurazione territoriale è dovuta al recedere dei ghiacciai quasi 10.000 anni fa. La zona dei laghi occupa la maggior parte della Finlandia centrale e orientale, corrispondenti alle

regioni della Savonia e della Carelia, ed è delimitata a Sud dal crinale di Salpausselkä. Ad Est, la regione dei laghi si estende fino alla Russia, innestandosi nella Carelia, un’area per la quale i due paesi hanno a lungo

combattuto. Una delle conseguenze di questa configurazione è che non esiste, tecnicamente parlando, un confine naturale fra Russia e Finlandia. A seconda della definizione che vogliamo dare al termine lago, il conteggio dei laghi finlandesi in questa nazione oscilla fra i

55.000 e i 187.888. In media, ci sono 40 laghi ogni 100 km quadrati. Il più grande è il lago Saimaa con una superficie di circa 4400 chilometri quadrati, è famoso per essere praticamente l’unico posto al mondo dove si può trovare la rarissima Foca dagli Anelli,

una specie di foca che vive in acque dolci. I laghi veri e propri occupano circa il 25% di tutta l’area. Il resto è costituito prevalentemente da foreste e la densità della popolazione è molto bassa. Per pescare in questa zona e per avere risultati interessanti è ovviamente

11


I recently visited and fished in Lakeland, a wonderful region in southern Finland and one of the widest. The surface of this area is mostly covered with forests and lakes and the peculiar configuration of its territory is due to the retreat of the glaciers

almost 10,000 years ago. The area of the lakes occupies most of central and eastern Finland, corresponding to the regions of Savonia and Karelia, and it is delimited in the south by the Salpausselkä ridges. In the east, the region of lakes stretches as far

as Russia, crossing over Karelia, an area over which the two countries fought for at length. One of the consequences of this configuration is that, technically speaking, no natural boundary exists between Russia and Finland. Depending on the definition

we want to give to the word “lake”, the number of Finnish lakes in this nation is between 55,000 and 187,888.

Saimaa Lake with a surface area of about 4,400 sq.km, which is famous because it is practically the only place in the world where you can find the very rare Ringed Seal, a seal species living in freshwater. The real lakes

occupy about 25% of the whole area. The rest is mostly occupied by forests and the population density is very low. To fish successfully in this area, you obviously need good organization and expert guides, otherwise you

On the average, there are 40 lakes every 100 sq. km. The biggest is the

12


13


14


necessaria una buona organizzazione e guide esperte, altrimenti si corre il rischio di passare molto tempo a “pescare l’acqua”. In questo viaggio siamo stati ottimamente supportati da Tomi, Teemu e Kimmo, che molto professionalmente ci hanno aiutato

anche in momenti difficili. Sicuramente il momento più critico è stato quando uno del nostro staff è accidentalmente scivolato nel fiume in zona profonda e, grazie alla prontezza di Tomi che si è tuffato immediatamente, oggi siamo qui a raccontare questa avventura. Il brutto

quarto d’ora si è concluso con un bagno non pianificato e tutta l’attrezzatura da pesca persa nel fiume, ma anche qui gli amici finlandesi hanno dato prova di grande professionalità e amicizia; hanno infatti chiamato alcuni loro amici sommozzatori che sono riusciti

a ritrovare in fondo al grande fiume canna e mulinello del provetto tuffatore. Nonostante le altissime temperature dell’acqua, che ha causato anche la chiusura temporanea di alcuni fiumi, la pesca è stata buona, con prevalenza di lucci e temoli anche nei laghi e

qualche salmone atlantico in un fiume locale. Le accomodation, spartane ma molto accoglienti, fanno vivere a pieno l’atmosfera finlandese, a contatto con la natura. L’ottima organizzazione fa sì che questa destinazione sia perfetta anche per

famiglie con bambini che vogliono provare l’esperienza di vivere qualche giorno in un cottage in riva al lago, balneabile ma soprattutto con acque potabilissime, oppure fare qualche gita con la barca per pranzare e pescare in luoghi incontaminati.

15


16

are likely to spend a lot of time just “fishing water.� In this journey we were excellently supported by Tomi, Kimmo and Teemu, who helped us in a very professional way. The most critical moment was certainly

when one of our staff accidentally fell into the river in a deep zone: thanks to the readiness of Tomi who immediately dived, we can now tell this adventure. The bad quarter of an hour ended by a not planned bath

and all fishing equipment got lost in the river. However, our Finnish friends proved to be very professional and caring people, as they called some befriended scuba divers who were able to find the rod and reel of

the fallen fisherman on the bottom of the river. Despite the very high temperature of the water, which even caused some rivers to be temporarily closed, the catches were good with a predominance of pike and grayling

also in the lakes and some Atlantic salmon in a local river. Simple but very comfortable accommodation facilities make you fully live Finnish atmosphere in contact with nature. The excellent organization of this

destination makes it perfectly suitable also for families with children who want to experience some days in a cottage, bathe in the nearby lake, or take some boat trips and have a picnic in uncontaminated places.


17


fly away




Let's go fishing young teen-boys! Di Raimonda Lanza di Trabia Autrice di …“QUANDO SI SPENSE LA NOTTE” (Feltrinelli 2018)


Se avete un figlio, nipote o altro che non ama il cemento delle grandi città, che non vive perennemente connesso, si entusiasma dei luoghi selvaggi e incontaminati dalla civiltà dei consumi e in più adora pescare e il mare, allora portatelo a Cayo Largo (Cuba) e lo farete felice e farete felici voi stessi. Quest’isola intatta non potrà non

prender loro l’anima, con la più grande varietà di pesci di tutte le dimensioni e colori, i pellicani, i pappagalli, le iguane, le tartarughe marine e gli aironi, (non dimenticatevi un binocolo). Questa e’ l’isola dei pirati come la si e’ sognata da bambini... lunga lunga e stretta, con le piccole palme, sentieri nella vegetazione tropicale e i forzieri

nascosti sotto la sabbia bianca ... Nella settimana del mio soggiorno ho incontrato un padre, Gunther, e suo figlio, Philip; la vivacità, la fantasia e l’energia della coppia padre -figlio ha fatto sì che ciascuno abbia assaporato la pesca a mosca attraverso le specie di pesci più diverse: un numero


If you are parent to a young boy who dislikes big towns and sometimes likes to be disconnected, is attracted by wilderness and loves fishing and the sea, just take him with you to Cayo Largo in Cuba and you will make him happy and of course you will share the same joy as never before. If

he

likes

unspoiled

natural

environment, the greatest variety of the submarine animal world, the seagulls and the parrots, iguanas and turtles, herons and hummingbirds (don't forget your binoculars). This is the perfect island, a former Pirates' retreat as boys fancy, long and narrow, with palms and low jungles and plenty of treasury coffers behind flats of white sand.

Taking advantage of a special offer, a father, Gunther, and his child, Philip, spent adventurous days in Cayo: a good organization accompanied by spirit and initiative of the two made the most fantastic fishing session possible. I watched them catching quite a number of bonefish, permit, red snappers, lady fish, tarpon, two meter long barracudas (40lb), a lemonshark

23


infinito di bone, permit, red snapper lady fish, tarpon, barracuda lunghi due metri (40LB), un lemonshark e persino un piccolo coccodrillo (70LB). Ovviamente non tutto questo bendidio è stato ”landed”, ma i due si sono quasi aggiudicati il “Sharp Teeth Grand Slam“ come Gunther usava chiamarlo (barakuda, shark and alligator) e la

24

prossima volta si concentreranno sul normal Grand Slam!!!

fiato, la barriera corallina lunga 19 miglia. Anche le guide simpatiche ed entusiaste hanno il loro peso in queste Cayo e’ un tuffo nella natura selvaggia avventure, fanno un lavoro egregio e tutto rende la pesca magica: i colori quando lo skiff scivola nei canali, sui dell’acqua, i canali dove tra le mangrovie flat sospinto silenziosamente da un solo si acquattano i grandi tarponi, i flash remo, la guida ha occhi che anticipano argentei che segnalano dei permit i nostri... e come non abbracciarli alla in avvicinamento e ti mozzano il fine della settimana ?


and even a small crocodile (70lb), though of course not all the catches could be landed... They nearly got the“Sharp Teeth Grand Slam“, how Philip’s dad used to call it (barracuda, shark and alligator), so they will aim for the normal grand slam next time. The young boy found an unforgettable treasure in all the stories they experienced (well documented by

the father's smartphone) and they will tell when back to the civilized world. Cayo Largo is nothing but a plunge into the wildest nature where fishing is pure magic: the sea colors, the small canals encumbered with mongroves that hide sly tarpon and sudden light flashes signal the approaching permits and you hold your breath,

the barrier Reef being19 miles long. And the nice and cheerful guides who smoothly drive the skiff along the canal tracks by gently and firmly thrusting one oar, seeing well before your eyes all things you could not otherwise see. They will certainly deserve your gratitude like God who invented


Il Parco MARINO di Cayo Largo nasce nel 2001 implementando il programma di governo per la tutela delle risorse naturali dettato dalla legge del 1996. Il parco si estende su tutta l’isola Solo la pesca a mosca è permessa come negli altri 6 parchi marini cubani dal 2017 (il 25% delle coste cubane sono

ora strettamente protette).

Attrezzatura raccomandata:

I fishermen pescano in rotazione le 6 differenti aree, ogni giorno un nuovo panorama! Il Reef lunghissimo si trova nell’area 6 ed il nostro Gunther ha agganciato per un attimo un tarpon immenso intorno alle 100 lb !!!

1 canna 9#8; 1 canna 9#10; 1 canna 9#12 Per quanto riguarda le mosche, le migliori sono le AVALON, costruite dalle guide. Per tentare di pescare sharks e coccodrilli procuratevi dei grandi popper.


this immaculate spot in the Atlantic Ocean... Parco Marino of Cayo Largo was created in 2001 implementing the governmental program for the enhancement of natural resources in the island pursuant to a 1966 law. Only fly fishing is allowed alike in

all the other six Cuban marine parks since 2017 (25% of the Cuban coasts are now strictly protected). In Cayo Largo there are six fishing areas and each fisherman rotates each day to fish all sections, every day a new panorama! The reef in the sixth area is 19 km long. Gunther hooked for a fraction a tarpon around 100lb!

The following recommended:

outfit

is

strongly

1 rod 9#8; 1 rod 9#10; 1 rod 9#12 Flies better working are “Avalon“, made by Avalon guides. To try to catch sharks and crocodiles you must have big poppers!

27


The Feather Bender’s Flytying Techniques is the first fly tying book to include a video link for every fly featured. The idea is that the reader first watches the YouTube video of international expert Barry Ord Clarke tying his particular version of a fly, using his new techniques. Each fly in the book has a QR code and link to the relevant YouTube video. Then the fly tyer turns back to the chapter in the book and ties the fly at his or her own pace, following Barry’s crystal clear, step by step photographs and instructions in the book. Ord Clark, who is British but lives in Norway, is well known on the fly tying circuit for his imaginative, contemporary and ground-breaking techniques which either improve on existing fly patterns or use new materials and technology to create 21st century flies. The author also offers to answer any of his Feather Bender readers’ fly tying questions online. The video and instructions for his melt glue technique to create an ant and a flying ant are good examples of Barry’s innovation. Once the technique is mastered, the ‘Mutant’ can be created in minutes and gives as much satisfaction in the making as in the fishing of it. Barry Ord Clarke’s new book, The Feather Bender’s Flytying Techniques, features 28 flies, each with a matching online video and full step by step instructions in each chapter. This full-colour hardback book has 256 pages and is published on 5 September by Merlin Unwin Books.



30


Stuart Hardy’s Art 31


Fly Tying has been a journey for me – a journey of discovery, joy, frustration and fulfilment. As a 14 year old boy scout I tied little dry flies and fished with silk, and bamboo on the delicate Mid-Wales upland rivers under the austere eye of my Scoutmaster. Those years were whimsical and yet formative, and were to lead ultimately, to half my life spent in the outdoors, and the World of Adventure. As a mountain guide, kayaker and expedition leader - my office was the wild places of the world, and a multitude of colour, texture, cultures and extreme experiences assaulted my senses on a daily basis. Move on 40 years or so, and until three and a half years ago it never occurred to me to tie a fly since those far off days. However, determined to take up a more relaxing hobby, that I could continue despite recently becoming a Grandfather, and connect with the world of creativity that I had explored as an artist in University – I considered to revisit my old hobby. I started tying a few flies for fishing for trout but was rapidly

drawn into the world of Salmon flies by colorful creations made from lavish materials from around the world. Soon I tried to imitate the creations I found on the internet and realized almost immediately this was science as well as art. Initially I sort guidance from experts around the world and struggled manfully to create classic patterns according to the strict instructions of the old pattern books ,and some fearsome mentors. I found those early days extremely daunting as my skills did not match my aspirations, and seriously considered giving up my new hobby – but an increasing interest in collecting the rare and vintage materials required for construction fueled my attention – and I stuck with it. I realized that many of the vintage flies I had come to collect were not perfect, and were not tied exactly to pattern, rather the old tiers used the pattern as a guide and tied their own interpretations. I decided to follow suit and entered a phase of what I like to call ‘Classic’ freestyle tying – that is to say tying variations of original patterns using my own interpretations. For me this was a cathartic period and


La costruzione delle mosche è stata per me un viaggio – un viaggio di scoperta, gioia, frustrazione e realizzazione. A 14 anni, quand’ero boy scout, costruivo delle piccole mosche secche e pescavo con seta e bambù sui fiumi di montagna del Galles centrale sotto l’occhio severo del mio capo scout. Quelli furono anni bizzarri ma formativi, che mi avrebbero infine portato a trascorrere metà della mia vita all’aria aperta. Come guida di montagna, canoista e capo spedizione, il mio ufficio erano luoghi selvaggi e una moltitudine di colori, trame, culture ed esperienze estreme. E così è stato per circa 40 anni e fino a tre anni e mezzo fa non avevo più costruito una mosca da quei giorni lontani. Deciso a trovare qualcosa di rilassante che potessi portare avanti anche da nonno, recuperando la creatività che avevo esplorato da artista

all’università,ho pensato di riprendere il mio vecchio hobby. Ho cominciato a costruire alcune mosche per pescare le trote, ma rapidamente sono stato catturato dal mondo delle mosche da salmone vedendo le variopinte creazioni e i loro materiali sfarzosi. Presto ho cominciato a imitare le creazioni che trovavo su internet e mi sono reso conto quasi immediatamente che si trattava di scienza oltre che di arte. Inizialmente mi sono fatto guidare da esperti internazionali e ho sudato per creare modelli classici conformi alle ferree istruzioni trovate in vecchi libri. Non ero però soddisfatto vedendo che le mie abilità non erano pari alle mie aspirazioni e considerai seriamente la possibilità di abbandonare la mia passione, cresceva però il mio interesse per i materiali rari

33


totally transformed my attitude to the hobby and the quality of my tying. I felt free to experiment and explore outside the confines of ‘correctness’ and although my approach clearly upset a number of the ‘old guard’ in the fly tying world, I discovered a new found enthusiasm. I have always been a collector, and so in parallel to my tying, I developed a growing love of all things old and interesting related to the history of fly tying, initially intrigued by the characters involved in this dance of life, and started to derive further insight and ideas from my growing collection of vintage items and materials. Somehow I found these nostalgic possessions of the early artists inspirational too, and have always tried to collect items that are not only interesting but also belonged to interesting people. In the last three years

34

I have been privileged to gather together one of the most significant collections of vintage salmon hooks in the UK included a large number of GM Kellson and Pryce-Tannat’s personal hooks and my hope is that one day they will find their way into the Redditch Hook Museum. In addition I have over 3000 vintage flies contained in an array of intriguing and charming storage devices some of which are unique. I experienced adrenalin rushes in auction houses, as strong as any whitewater or cliff edge much to the amusement of my friends and family. Jump to the present and my tying is now something I am completely obsessed with, and I like to think that - just like some of my early inspirers, I am pushing the boundaries


e vintage necessari per la costruzione e non cedetti. Vidi quindi che molte delle mosche vintage che avevo collezionato non erano perfette e non erano costruite esattamente come il modello, che i vecchi costruttori usavano come guida e interpretavano a loro piacimento. Decisi di fare lo stesso ed entrai in una fase che chiamerei ‘costruzione classica in stile libero’ – ovvero variazioni di modelli originali secondo le mie interpretazioni. Per me fu un periodo catartico che trasformò completamente il mio atteggiamento verso la passione e la qualità delle mie mosche. Mi sentivo libero di sperimentare ed esplorare al di fuori dei confini della ‘correttezza’ e, sebbene il mio approccio sconvolgesse chiaramente una parte della ‘vecchia guardia’ del mondo della costruzione, scoprii un ritrovato entusiasmo. Sono sempre stato un collezionista e così, parallelamente alla costruzione, sviluppai un crescente amore per tutte le cose vecchie e interessanti legate alla storia della costruzione delle mosche. Traevo ispirazione da questi oggetti dei primi artisti e ho sempre cercato di collezionare articoli che non solo fossero interessanti, ma appartenessero

anche a persone interessanti. Negli ultimi tre anni ho avuto il privilegio di raccogliere una delle più significative collezioni di ami vintage da salmoni del Regno Unito, compreso un buon numero di ami personali di GM Kelson e Pryce-Tannat, e la mia speranza è di farli entrare un giorno al museo degli ami Redditch. Inoltre ho più di 3000 mosche vintage contenute in un’esposizione di intriganti e affascinanti contenitori, alcuni dei quali unici. Ho sperimentato le scariche di adrenalina alle aste, forti come sulle rapide o ai bordi di una scogliera, per il divertimento dei miei amici e della mia famiglia. Venendo al presente, la costruzione è ora qualcosa che mi ossessiona e mi piace pensare che io stia portando qualche rinnovamento, proprio come alcuni dei miei primi ispiratori. Ho scoperto per caso che Hardy,negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, sperimentò delle ali montate orizzontalmente sulle mosche da salmone, chiamandole Monoplani. Ho trovato l’idea affascinante e ho cominciato a sperimentare versioni artistiche di monoplani costruiti


of contemporary tying. I discovered by chance that Hardy in 1940-50 experimented with horizontally mounted wings on their Salmon flies, referred to as Monoplanes. I found the idea fascinating and started to experiment with artistic versions of monoplanes tied predominantly for display. I soon realized that people began to recognize these designs and even referred to them as Stuart Hardy flies… something I found a huge incentive, and many even considered they looked like butterflies. With that trigger my latest phase has begun and I am now tying with real butterfly wings integrated into many patterns, and I often use them as the inspiration for the colors I combine together - as they drive a natural color balance. I use vintage hooks or hooks I make myself ,often with real gold and silver encrusted onto the hooks in what I call an Egyptian Finish, and I use the finest quality materials I can source from around the world often up to 100 years old or more. Many people who have seen my flies refer to them as more like jewelry with their 22ct bodies which is something I consider a compliment, and it

has led me to tie some patterns onto large kilt pins – so that they can be worn as brooches on people hats or clothing. My hobby is now funded by the popularity of my flies, and I tie commissions to order for clients all over the world – particularly Monoplanes…everyone is unique, and I never know how a pattern will end until it is finished. My current occupation requires endless air travel, and lonely stays in hotel rooms around the world, which strangely - actually provides me with the time required to invest online in searching for my many treasures. My journey has only just started, and I am thrilled by what the future holds, as my collection grows - and I tie at more shows around the world. The more I tie the more I realize I have to learn and the more I sense the opportunity for growth is there. In the meantime – I still like to catch fish!!


prevalentemente per bellezza. Ben presto la gente cominciava a riconoscere questi modelli e faceva persino riferimento ad essi chiamandoli mosche Stuart Hardy… il che mi ha lusingato e spronato a continuare questa attività. Alcuni ritengono che le mie mosche somiglino a farfalle e questo ha dato inizio alla mia fase più recente che prevede l’uso di vere ali di farfalla in molti modelli, e spesso le uso come ispirazione per combinare i colori. Utilizzo ami vintage o ami che faccio io stesso con laminature di vero oro o argento su una finitura che io chiamo egiziana, e materiali di alta qualità che hanno più di cento anni. Chi ha visto le mie mosche dice che sembrano gioielli, coi loro corpi da 22 carati, e questo lo considero un complimento che mi ha portato a costruire modelli su grosse spille da kilt, così che possano essere indossati come fermagli su cappelli o abiti.

Il mio hobby ora è incentivato dalla popolarità delle mie mosche e costruisco su commissione per clienti di tutto il mondo, soprattutto Monoplani…ciascuno è unico e non so mai come un modello sarà finchè non è terminato. La mia attuale occupazione comporta interminabili viaggi in aereo e soggiorni solitari in stanze d’albergo, il che mi dà tempoper investire nella ricerca di materiali. Il mio viaggio è appena cominciato e il mio entusiasmo aumenta man mano che la mia collezione cresce e partecipo con le mie mosche a esposizioni in tutto il mondo. Più costruisco e più mi rendo conto che ho da imparare e più sento che ci sono opportunità di crescita. Nel frattempo mi diletto ancora a prendere pesci!!

37


Per info pesca www.pescatorisolandri.com


STOPPIONI s.n.c. Firenze Italy Tel.+39 0558739615 -Fax +39 0558739648 stonfo@stonfo.com

Art.711

TRAVEL TOOL SET

Set da viaggio completo di 8 utensili per la costruzione di mosche artificiali e streamers. Fornito in una robusta ed elegante scatolina il cui interno in gomma è sagomato per dare ad ogni utensile un preciso alloggiamento. All’interno dettagliate istruzioni per l’uso dei vari utensili. Il set comprende: Forbicine bobinatore Bobtec1 con tensionamento del filo regolabile Passafilo Annodatore-Annodatore conico Spillo di montaggio Pinza per hackles Rotodubbing mini Pettine Comb LEGGERISSIMO gr 200

www.stonfo.com

MEMBER


Bosnia and Herzegovina:

The Hidden Gem of the

n o i g e R n Balka

Croatia, and especially Slovenia, have long since gained a reputation for being prime fly fishing destinations. Bosnia and Herzegovina, on the other hand, is still rather undiscovered – at least by the international fly fishing community. La Croazia e specialmente la Slovenia sisono da tempo costruite una reputazione come ottime destinazioni di pesca a mosca. La Bosnia ed Erzegovina, invece, è tuttora poco nota – quantomeno alla comunità internazionale di pesca a mosca. BY RASMUS OVESEN PHOTOS: RASMUS OVESEN, ADO ADMIR JEGINOVIC, TOMMY JOSEFSEN



Bosnia and Herzegovina has only just recently started showing up on the mainstream fly fishing radar. Too long in the haunting shadow of the Yugoslav Wars, the numerous pristine rivers in the sparsely populated country have gone largely unnoticed by the international fly fishing community. Rivers such as Una, Pliva, Sana, Neretva and Ribnik are destined, however, to become part of the vocabulary of traveling fly fishing. Not only are their cold, nutrient-rich and welloxygenated waters teeming with fish, they’re also among the most strikingly beautiful in all of Europe – being, as they are, meanderingly carved into one of Europe’s most monumental and mountainous reaches. There might be fisheries management issues to be solved in the years to come regarding fishing pressure, stocking practices and habitat protection, but there is no doubt, Bosnia and Herzegovina deserves a spot in the limelight. After all, there aren’t many places in the world with such a richness of endemic trout and salmonid species – species like the Danubian salmon, Adriatic grayling, brown trout, marble trout and soft mouth trout. During a visit in September 2018, I experienced some of the fishing Bosnia and Herzegovina has to offer with a group of close friends. Using the newly built and extremely ambient Hotel Kraljevac on the Sana River near Kljuc as a starting point, our skilful and engaged guides - led by Bosnia’s most renowned fly fisherman, Ado-Admir Jeginovic, showed us some of the gems in the region. First up was Sanica, a tributary to the Sana. In this small, meandering river that pours downstream through a rich culture landscape draped by overhanging trees, we got our first taste of what fly fishing in Bosnia and Herzegovina is all about. There were plenty of fish. We could see them in the gin-clear water along all the gravelly depressions in the river bed. They were mostly grayling with a few bright red-spotted brown trout thrown into the mix. And they were feeding too; eagerly and consistently – both on and below the surface. Catching them, however, proved an entirely different matter. Throughout the day, we continued to revise and refine our presentation. The flies kept getting smaller, the tippets thinner and thinner. Once we got to hook sizes in the mid-twenties and started fishing downstream with 8X tippets and short but controlled drifts, the fish finally came to our flies. But they would, inadvertently, switch to feeding on different insects or different hatching stages, once we thought we had everything figured out. It was challenging and, at times, downright frustrating but each hard-fighting fish was fulfilling and provided us with a heart-warming sense of achievement. They were beautifully coloured, well-nourished and predominantly big: from 40 to 50 cm and more. The Una was a beautiful sight. The upper stretches of the river, which are managed on a strict catch and release basis, kept us busy for a full day. Here, in the midst of the most beautiful tree-clad mountain terrain, there were plenty of aggressively feeding rainbow trout in varying sizes. Some of them, at one point, had obviously

42


La Bosnia ed Erzegovina solo di recente ha cominciato a farsi conoscere dai pescatori a mosca. Troppo a lungo, all’ombra inquietante delle guerre jugoslave, i numerosi fiumi incontaminati presenti nel Paesenon sono stati notati dalla comunità internazionale della pesca a mosca. Fiumi come l’Una, il Pliva, il Sana, il Neretva e il Ribnik sono comunque destinati a diventare parte del vocabolario dei viaggi di pesca. Le sue acque fredde, ricche di nutrienti e ben ossigenate, non solo brulicano di pesci, ma sono anche tra le più belle di tutta Europa – visto che i loro meandri sono incastonati fra i tratti più monumentali e montagnosi d’Europa. In futuro potrebbero esserci problemi di gestione dei vivai in relazione alla pressione della pesca, le pratiche di ripopolamento e la protezione dell’habitat, ma senza dubbio la Bosnia ed Erzegovina merita un posto di spicco. Dopo tutto non ci sono molti luoghi al mondo con una tale ricchezza di trote autoctone e specie di salmonidi – come il salmone del Danubio, il temolo adriatico, la trota fario, la trota marmorata e la trota dalla bocca soffice (trota illirica). Durante una visita nel settembre 2018 ho sperimentato con un gruppo di amici la pesca in Bosniaed Erzegovina. Servendosi come punto di partenza dell’Hotel Kraljevac, di recente costruzione e di grande atmosfera,sul fiume Sana, vicino a Kljuc, le nostre guide abili ed impegnate– con a capo il più rinomato pescatore a mosca della Bosnia, Ado-Admir Jeginovic – ci hanno mostrato alcune delle gemme della regione. Il primo è stato il Sanica, un affluente del Sana. In questo piccolo fiume sinuoso che scorre verso valle attraversando un paesaggio ricco di cultura, ornato di alberi a strapiombo, abbiamo fatto la nostra prima esperienza di pesca a mosca in Bosnia ed Erzegovina. C’era abbondanza di pesci. Li vedevamo nell’acqua limpida lungo le depressioni ghiaiose del letto del fiume. Erano perlopiù temoli con in mezzo, ogni tanto, una brillante trota bruna chiazzata di rosso. E mangiavano, avidamente e regolarmente, sia sopra sia sotto la superficie. Prenderli, però, è stata tutta un’altra faccenda. Per tutto il giorno abbiamo continuato a rivedere e affinare la nostra presentazione. Le mosche diventavano sempre più piccole, i tippet sempre più sottili. Dopo aver cominciato a pescare verso valle con tippet 8X e derive brevi ma controllate, i pesci finalmente sono venuti verso le nostre mosche. Però hanno cominciato a mangiare insetti diversi o a diversi stadi di schiusa, proprio quando noi pensavamo di aver capito tutto. E’ stato impegnativo e a tratti assolutamente frustrante, ma ogni pesce che lottava con foga era una soddisfazione e ci dava un senso di realizzazione che ci riempiva il cuore. Avevano colori bellissimi, erano ben nutriti e in genere di grosse dimensioni, dai 40 ai 50 cm e più. L’Una è stata una vista magnifica. I tratti superiori del fiume, che sono gestiti con un severo catch and release, ci hanno tenuti impegnati tutto il giorno. Qui, nel mezzo di un bellissimo terreno montagnoso ricoperto di alberi, c’è grande abbondanza di voraci trote iridee di varie taglie. Alcune di loro, a un certo punto, erano ovviamente passate dal predare minuscole mosche in superficie all’attaccare altri pesci e, in questo processo, erano cresciute fino a raggiungere dimensioni stupefacenti.

43



C’erano alcune trote fario selvagge assolutamente imponenti che si sono materializzate come grosse ombre incombenti in alcune delle pool più profonde, facendoci provare un brivido lungo la schiena. Le nostre guide avevano molte storie spettacolari da raccontare su trote fario di oltre 1m catturate nel fiume. Avendo un sacco di facili proteine a disposizione sotto forma di stock di trote iridee, questi pesci non erano facili da adescare però. E allamarne uno, ovviamente, non era la stessa cosa di trarne uno a riva… Il Ribnik è uno dei fiumi più famosi della Bosnia ed Erzegovina. È corto e dolce, lungo solo 5 chilometri circa, poco profondo e pieno di ghiaia e vegetazione – e nondimeno pesci. I temoli sono la specie predominante e sono abbondantemente distribuiti per tutta la lunghezza del fiume. Sono anche presenti in buone quantità trote fario autoctone e si trovano esemplari oltre gli 8 chili persino alla sorgente del fiume. Ci siamo goduti una bella giornata sul fiume e abbiamo avuto tanto tempo per identificare alcuni dei temoli più grossi e lanciare ai branchi di trote fario che si trovavano nelle pool più profonde. Le schiuse erano prolifiche e al termine della giornata tutti avevamo passato parecchie volte, una dopo l’altra, le nostre scatole di mosche. Nell’ora del mezzogiorno i pesci risalivano con regolarità per avventarsi sui moscherini in fase di schiusa e sulle blue dun. La presentazione era comunque fondamentale e persino le migliori imitazioni erano studiate a sangue freddo e rigettate cinicamente se la deriva non era assolutamente perfetta. Ancora una volta ci siamo ritrovati a pescare con emerger #22-28 CDC, formiche ed effimere scrupolosamente legate su tippet 8X. Ma con una tale concentrazione di pesci da individuare, siamo riusciti a trarre a riva un buon numero di temoli fino a 55cm – e, non da ultimo, una manciata di belle trote fario. Tre giorni di pesca sono troppo pochi quando si visita un luogo come la Bosnia ed Erzegovina. Se ci fosse stato più tempo, probabilmente ci saremmo avventurati sul Sana in cerca di grossi temoli e di trote fario – e avremmo fatto le ore piccole a cercare l’enorme hucho hucho, l’inafferrabile salmone danubiano che cresce fino a superare i 25 chili. Alcuni dei ragazzi avrebbero senz’altro trascorso più tempo puntando alle grosse trote dell’Una e dei tratti superiori del Ribnik – e alcuni avrebbero potuto fare una puntatina sul Pliva, un altro fiume panoramico della zona che offre pesca a vista di temoli da trofeo e trote fario. Motivi giustificati che ci spingeranno a tornarci. Senza alcun dubbio quindi ci sentiamo di raccomandare a chiunque sia affascinato dalla pesca a vista di trote e temoli di visitare la regione di Kljuc e i suoi incantevoli fiumi. Si consiglia una guida del luogo, visto che la pesca può essere talvolta molto impegnativa. Per maggiori informazioni visitate: http://www.flyfishing-bosnia.com

45


switched from snatching miniscule flies off the surface to preying on other fish and, in the process, they’d grown to stupendous sizes. We spotted a few absolutely massive wild brown trout in the river. They would materialize as big, looming shadows in some of the deeper pools and they sent shivers of disbelief down our spines. Our guides had several spectacular stories to tell about brown trout in excess of 1m being caught in the river. Having lots of easy proteins in the shape of stocked rainbow trout to feast on, these fish weren’t easy to lure, though. And hooking one, obviously, wasn’t the same as landing one either… The Ribnik is one of Bosnia and Herzegovina’s most famous rivers. It’s short and sweet. Only about 5 kilometers in length, shallow and full of gravel and vegetation – and, not least, fish. Grayling are the predominant species in the river, and they are abundantly distributed throughout the whole length of the river. Native brown trout are also present in good numbers, and at the very source of the river, specimens in excess of 8 kilos can be found. We enjoyed a beautiful sunny day on the river and had lots of time to single out some of the biggest grayling and cast to the pods of brown trout that were holding in the deeper pools. The hatches were prolific and by the end of the day, we had all gone through our fly boxes back-toback several times. During midday, the fish were rising steadily on hatching midges and blue duns. Presentation was key, however, and even the best of imitations was cold-bloodedly studied and cynically rejected if the drift wasn’t just right. Once again, we found ourselves fishing #22-28 CDC emergers, ants and mayflies painstakingly tied onto 8X tippets. But with such an incredible concentration of fish to be spotted, we managed to hook up with and land a good number of solid grayling up to 55cm – and, not least, a handful of handsome brown trout. Three fishing days are too few, when visiting a place like Bosnia and Herzegovina. But it was all the time we had. Had there been more time, we would probably have ventured onto the Sana in search for big grayling and brown trout – and we would have spent the wee hours of the day searching for its massive hucho hucho; the elusive Danubian salmon, which grows to more than 25 kilos. A few of the guys would no doubt have spent some more time targeting the big trout on the Una and upper reaches of the Ribnik – and some might have spun off to the Pliva; another scenic river in the area that provides technical sight-fishing for trophy grayling and brown trout. There’s certainly enough exciting fishing left to provide a convincing argument for returning. And we need not think twice about recommending anyone, who’s fascinated by sight-fishing for trout and grayling, to pay a visit to the Kljuc area and its mesmerizingly beautiful rivers. A local guide is recommended, as the fishing can be rather challenging at times. For more information, please refer to: http://www.flyfishing-bosnia.com

46



L’ ARTE NELLA PESCA

k c i N e r e i r r e f a L

48


49


Nestled in the heart of the Rocky Mountains in Golden, BC, award-winning painter and illustrator Nick Laferriere, creates his uniquely recognizable, detailed and dynamic fish art. From a young age, Nick has been fascinated with nature and when he got into fly fishing, was able to combine his two passions and found his way as a fish artist. His works have been chosen for two provincial fishing stamps, the 2014 Manitoba Fisheries Enhancement Stamp and the 2017 British Columbia Salmon Conservation Stamp. Graphite pencils were Nick’s weapons of choice for many years and it wasn’t until just a few years ago that he took up acrylic and watercolour painting. This has allowed him to broaden his spectrum of artwork and offer different

50

styles of work. From very detailed fish skeleton work with pencils, to whimsical watercolour pieces, to dynamic paintings with full backgrounds using acrylics; Nick enjoys the variety and new challenges. He has also been able to offer clients commissioned paintings where he can take someone’s memorable fish they have caught and bring it back to life in a dynamic underwater scene. “I thought of the idea of offering people a painting of a favourite catch of theirs but instead of doing a painting of them holding it out of water, offering to bring their fish back to life and place it back in its environment. Whether it was a memorable dry fly eat, or how the fish reacted during the fight, I enjoy making their memory eternal and


Annidato nel cuore delle Montagne Rocciose, a Golden, British Columbia, il pluripremiato pittore e illustratore Nick Laferriere crea la sua arte inconfondibile e ricca di dettagli di pesci in movimento. Fin da piccolo Nick è stato affascinato dalla natura e, quando ha cominciato a pescare a mosca, è riuscito a combinare le sue due passioni e ha trovato la sua strada come artista. Le sue opere sono state scelte per due francobolli di pesca della provincia, il Manitoba Fisheries Enhancement Stamp del 2014 e il British Columbia Salmon Conservation Stamp del 2017. Per molti anni Nick ha scelto di usare i pastelli di grafite e solo alcuni anni fa ha cominciato a dedicarsi alla pittura acrilica e ad acquerelli. Ciò gli ha permesso di ampliare la sua gamma

artistica e di produrre opere con stili diversi. Dai bizzarri acquerelli ai dettagliatissimi scheletri di pesci tratteggiati a matita, fino ai dipinti dinamici con sfondi in acrilico, aNick piacciono la varietà e le nuove sfide. Ha eseguito anche dipinti su commissione in cui ha ridato vita ai pesci che i suoi clienti avevano catturato. “Mi è venuta l’idea di fare dipinti raffiguranti le loro catture preferite, ma invece di rappresentare loro che prendevano i pesci, ho ridato vita a questi ultimi reinserendoli nel loro ambiente. Che si tratti di un abbocco memorabile a una mosca secca, oppure delle reazioni del pesce nel corso della lotta, mi piace rendere eterni questi ricordi e riportarli in vita con la pittura. Ciò mi dà inoltre la possibilità di ascoltare

51


bringing it back to life with paints. It also lets me hear great fish stories!” His passion has continued to thrive and extend beyond artwork and into conservation, having recently started up a Trout Unlimited Canada Chapter in Golden, BC, alongside local fishing guide Dave Burns (The Golden Gillie). “After moving to Golden, BC I quickly realized at how lucky we are here to have a stable and thriving population of native Bull Trout and felt it necessary to get a TUC Chapter started to help protect them now, while they are healthy and plentiful. We’re excited to get the community involved, educated and also excited about our incredible wild trout fisheries.” Nick spent five summers guiding above the Arctic Circle with Plummer’s Arctic Lodges on Great Bear Lake. He had

52

the opportunity to experience some truly untamed wild spaces and guide in areas that had not seen humans. It was in the Arctic where he met his wife, Irene, who also worked at the lodge for five seasons. “From crimson Char in the Tree River, to bountiful jewel adorned Grayling, to the various types of Lake Trout, the Arctic is one of the most beautiful and unforgiving places on the planet. It’s like living in a postcard…but a postcard that can take your life without batting an eye. Great Bear Lake is incredible but there’s an unspoken respect amongst its guides, knowing the dangers every day can bring. To this day, some of my most fond memories are all from the Arctic.” For more information about Nick’s photography, please visit his website. www.nicklaferriere.com

artwork

and


straordinarie storie di catture!” La sua passione ha continuato a crescere e ad estendersi oltre i confini dell’arte, nell’ambito della tutela del patrimonio ittico, con la fondazione a Golden, BC della Trout Unlimited Canada Chapter, assieme a Dave Burns, guida di pesca del luogo. “Dopo essermi trasferito a Golden, BC, mi resi rapidamente conto di quanto siamo fortunati qui ad avere una popolazione stabile e persino in crescita di salmerini autoctoni e ho reputato necessario avviare un ramo locale della TUC (Trout Unlimited Canada) per contribuire alla loro tutela ora che sono in salute e numerosi. Desideriamo coinvolgere, educare e anche entusiasmare la comunità riguardo i nostri incredibili vivai di trote selvagge.” Nick ha trascorso cinque estati a fare la guida oltre il Circolo

Artico al Plummer Arctic Lodge sul Grande Lago degli Orsi. Ha avuto l’opportunità di sperimentare spazi selvaggi davvero incontaminati e di fare la guida in zone mai calcate da piede umano. È nell’Artico che ha incontrato sua moglie, Irene, che ha lavorato insieme a lui al lodge per cinque stagioni. “Dal salmerino alpino color cremisi del Tree River agli abbondanti temoli adornati di gioielli, fino alle varie specie di trote di lago, l’Artico è uno dei luoghi più belli e inclementi del pianeta. È come vivere in una cartolina… ma è una cartolina che ti può anche togliere la vita improvvisamente. Il Grande Lago degli Orsi è incredibile e le guide, che ben ne conoscono i pericoli, lo rispettano.Tuttora alcuni dei miei ricordi più cari sono legati all’Artico.” Per maggiori informazioni sulle opere e la fotografia di Nick visitate il suo sito web. www.nicklaferriere.com

53


STOPPIONI s.n.c. Firenze Italy Tel.+39 0558739615 -Fax +39 0558739648 stonfo@stonfo.com Art.699

MORSETTO AIRONE

360°

Morsetto da viaggio per la costruzione di mosche artificiali. Grazie al suo design particolare e ad una serie di snodi esso può essere richiuso e riposto in una apposita scatola di cm 15X10X2 senza che si debba smontare alcun pezzo. La lavorazione accurata e la scelta dei materiali consentono a questo piccolo morsetto di avere prestazioni eccezionali. L’Airone utilizza la stessa efficiente pinza intercambiabile del morsetto Elite. La testa è inclinabile, rotante a 360° e regolabile in altezza. Munito di frizione sul movimento di rotazione con bloccaggio in qualsiasi posizione. Adatto anche per mancini. Fornito completo di chiave a brugola e istruzioni per l’uso.

angolo regolabile adjustable angle mors orientable

altezza regolabile adjustable height hauteur réglable

LEGGERISSIMO gr 420

www.stonfo.com

MEMBER



56 By Terkel Broe Christensen - fotografie: Terkel Broe Christensen - Ente del Turismo Danese

Successful bAck-end dAys with DAnish sAlmon


57


The Danish River Skjern represents a true fairytale in the world of wild salmon. The 2017 season beat all records with near 1.700 rod landed salmon averaging 13 lb (6 kilos). The story of the Danish River Skjern is like one written by H.C. Andersen. For many years, it suffered much physical abuse from drainage, fish farming and pollution. A final blow was the straightening out of the lower 26 kilometers of the river in the 1960s. The meanders of this low-land river were made into 19 kilometer lifeless canal. The crops flourishing on the newly created fields came at a prize: the salmon stock was nearly wiped out.

Near to extinction As the years went by, the stock of salmon of the river went from miserable to just bad. In the beginning of the 1980s the catches of salmon had dwindled to nothing but 5-10 salmon most years. In the mid 1980s biologists predicted that the extinction of the salmon was almost certain within an ever-nearer future. At the same time coastal waters gasped for air as the large quantities of fertilizer used on the fields ended up polluting the fjord where the river has its outflow. All this coincided with the 1980s ‘greening’ of the major political parties, paving the way for a new beginning. So,


Il fiume danese Skjern rappresenta un mito per i salmoni selvaggi. La stagione 2017 ha battuto tutti i record, con quasi 1.700 salmoni tratti a riva, con una media di 13 libbre (6 chili) ciascuno. La storia del fiume danese Skjern sembra scritta da H.C. Andersen. Per molti anni ha subito gli abusi del drenaggio, dell’itticoltura e dell’inquinamento. Il colpo di grazia è stato il raddrizzamento, per 26 chilometri, del tratto inferiore del fiume negli anni Sessanta.I meandri di questo fiume di pianura furono ridotti a 19 chilometri di canale senza vita. Le colture che fiorivano nei campi ebbero però un prezzo: i salmoni quasi si estinsero. Prossimi all’estinzione La popolazione di salmoni era in costante diminuzione. All’inizio degli anni Ottanta le catture si erano ridotte a 5-10 salmoni all’anno. A metà degli anni Ottanta i biologi predissero che l’estinzione dei salmoni era quasi certa. Al tempo stesso le acque costiere iniziavano a soffrire a causa delle grandi quantità di fertilizzanti usati nei campi che inquinavano il fiordo dove sfociava il fiume. Questo però coincise con la svolta ‘green’ dei maggiori partiti politici che preparò la strada ad un nuovo inizio. Fu così che nel 1987, 25 anni dopo la fatale canalizzazione, il governo danese decise di ripristinare il fiume Skjern.


in 1987, 25 years after the fatal canalization, the Danish Government decided to restore the river Skjern. How to re-create a river Based on old aerial photos the former meanders were recreated. Obstructions were removed. New spawning beds were established and very quickly the river matured into, not a beautiful swan, but a wonderful salmon river. A river in its own right. Not only the River Skjern now beats all catch records on a national level, it is now able to compete with some of the better Norwegian salmon rivers. 800 % more salmon in 10 years In the beginning of the 1990s the annual catches from

60

the river were around 30 salmon. In the year 2000, when the recreated river was inaugurated by Prince Joachim of Denmark, some 150 salmon were caught in the river. But year after year the salmon stock recovered. In 2010, ten years after the river had been given its meanders back, a stunning 1.149 salmon were caught – a nearly 800 % improvement in a decade… Mighty salmon This success story is the background ‘music’ I hear every time I head west to try my chance with the mighty River Skjern salmon. Because mighty it is: the largest salmon caught in the river weighed 26.5 kilos (that’s over 58lbs!) and each year trophy salmon up to 20 kilos (44lbs),and


Come ricreare un fiume I precedenti meandri vennero ricreati sulla scorta di vecchie foto aeree; furono rimosse le ostruzioni, vennero preparati nuovi letti di frega e molto rapidamente il fiume si trasformò fino a diventare uno stupendo fiume da salmoni. Un fiume a buon diritto. Non solo lo Skjern ora batte tutti i record di cattura a livello nazionale, ma può competere con alcuni dei migliori fiumi norvegesi da salmoni. 800% in più di salmoni in 10 anni All’inizio degli anni Novanta siprendevano ogni anno circa 30 salmoni. Nel 2000, quando il fiume ricreato venne inaugurato dal principe Gioacchino di Danimarca, ne vennero catturati all’incirca 150. Anno dopo anno la popolazione di salmoni è

aumentata. Nel 2010, dieci anni dopo aver restituito al fiume i suoi meandri, sono stati presi ben 1.149 salmoni, con un incremento dell’800% in un decennio… Salmoni possenti La storia di questo successo è la ‘musica’ di sottofondo che sento ogni volta che vado verso ovest per tentare la fortuna col possente salmone del fiume Skjern. Possente lo è di sicuro: il salmone più grosso pesava 26,5 chilie ogni anno qui si prendono salmoni da trofeo fino a 20 chili, talvolta anche di più – e molti vengono presi a mosca. La stagione 2017 Per saperne di più sullo stato attuale del fiume ho chiamato


sometimes more,are caught here – many salmon are taken on the fly. The 2017-season To learn more about the actual status of the river I called Kenny Frost, who is the daily leader of “The House of the Salmon”, the local angling information center. “This season has been truly fantastic with no less than 141 “storlaks” (big salmon, in Danish)taken,” he told me on the phone. A storlaks measures one meter or more! Each new season, a quota, or total allowable catch number, is fixed based on scientific estimations of the actual number of salmon in the river. The quota is approximately 10 % of the total number

of salmon migrating up the river. Record year “River Skjern can now compete with the big boys in the class,” Kenny exclaims. He gives as an example the world-famous River Lakselv in northern Norway. This year anglers here caught around 1,206 salmon with an average weight of 7.5 kilograms (17lbs). Many anglers release their salmon but based on the length alone it is estimated that the total catch in 2017 was around 10 tons. By comparison 7 tons were caught in the famous Norwegian River Stjørdal; 6 tons in River Surna and 9 tons in River Lakselv.


Kenny Frost, che è attualmente a capo di “The House of the Salmon”, il centro di informazioni locale sulla pesca. “Questa stagione è stata veramente fantastica, con 141 storlaks catturati,” mi ha detto al telefono. Uno storlaks misura un metro o più! Ogni stagione si fissa una quota, o numero totale consentito di catture, sulla scorta di stime scientifiche sull’attuale numero di salmoni presenti nel fiume. La quota corrisponde a circa il 10 % del numero totale di salmoni che risalgono il fiume. Anno record “Il fiume Skjern può ora competere con i primi della classe,” esclama Kenny. Come esempio cita il fiume Lakselv nella Norvegia settentrionale, famoso in tutto il mondo. Quest’anno ci hanno pescato circa 1.206 salmoni, con un peso medio di 7,5 chilogrammi. Molti pescatori rilasciano i loro salmoni, ma si stima che il pescato totale nel 2017 sia stato attorno alle 10 tonnellate. Per fare un confronto, sono state pescate 7 tonnellate nel famoso fiume norvegese Stjørdal; 6 tonnellate nel Surna e 9 tonnellate nel Lakselv.


www.scapinbamboorods.com

A un passo dal fiume Il fiume Sarca, che percorre tutta la Val Rendena, scorre proprio a fianco del nostro camping.

CAMPING VAL RENDENA Via Civico 117 38094 Porte di Rendena (Tn) Tel. +39 0465 801669 Fax +39 0465 801669 info@campingvalrendena.com www.campingvalrendena.com



CLASSIC TACKLE

WOLFHARD SCHULTZ

I mulinelli Edward vom Hofe made in Germany di Edoardo Scapin

Wolfhard Schultz si è interessato ed appassionato alla pesca a mosca piuttosto tardi, nel 2004, ma fin da subito volle cimentarsi anche con la costruzione di canne in bambù, attrezzandosi e creando un piccolo laboratorio. Venne a stretto contatto con costruttori del calibro di Rolf Baginski, Harald Langer e Olaf Kudrus,con il quale mantiene tuttora una stretta collaborazione in quanto costruttore delle sue custodie portamulinelli in cuoio. L'obiettivo per Wolfhard era quello di costruire da solo tutta la componentistica per una canna in bambù,dalle ghiere ai porta mulinelli, alle serpentine, sperimentando anche materiali come bronzo,titanio ed alluminio. Da lì il passo fu breve,e in poco tempo l'idea di costruire anche dei mulinelli, iniziò a prendere piede. L'occasione si presenta nel 2006, l'amico Olaf Kundrus lo mette in contatto con Joe Janciuras ed inizia così la

collaborazione e l’ amicizia tra i due che,per circa quattro anni, avranno un’ intensa collaborazione con continui scambi di mail e telefonate notturne. A prescindere dai fusi orari, Joe mette a disposizione tutta la sua esperienza e il suo know-how, di cui potete leggere l'intera ed interessante storia sul sito internet di Wolfhard. Alla fine di questa intensa collaborazione durata fino alla morte di Joe nel 2011,Wolfhard riesce a mettere a punto il perfezionamento della frizione di Edward Vom Hofe, basandosi solo sugli schizzi grezzi lasciatigli dall'amico. Joe Janciuras quindi lascia in eredità questo prezioso materiale composto da più di 1000 foto ed innumerevoli appunti nonché da alcuni esemplari di mulinelli dello stesso Joe. A questo punto l'interesse di Wolfhard non era solamente quello di replicare i famosi modelli "Perfection e Peerless" di Vom Hofe ma espandere il suo sapere a nuove implementazioni degli stessi. E' per questo che la sua produzione fino a questo momento è stata molto limitata. Diverse sono state le "invenzioni"di Wolfhard al fine di migliorare i modelli originali,a partire dal modello Perfection fino ai vari modelli Raised Pillar costruiti in alluminio,titanio e persino rame. Wolfhard ha inoltre costruito modelli più piccoli nelle taglie di 1/0 e 2 in nichel-argento e acciaio con una funzione di moltiplicatore come nel modello "Tobique"; il tutto (ingranaggi e componentistica) fatto a mano. Un'altra versione molto bella è quella costruita in ebonite colorata e ottone che riprende le grandi frizioni oceaniche di Vom Hofe in taglia 2. Secondo Wolfhard il suo mulinello più interessante è il size 2, con il disco frizione posizionato sotto la manovella e non nella parte posteriore come invece accade nell'originale. Wolfhard è ormai conosciuto da anni dai collezionisti e appassionati di tutto il mondo,che apprezzano i suoi capolavori. Oltre a costruire mulinelli, Wolfhard è in grado naturalmente di riparare e restaurare tutti i modelli originali Vom Hofe, ricostruendo, se necessario, le parti mancanti o danneggiate e riportando questi stupendi oggetti al loro antico splendore. Wolfahrd ha molti altri progetti per la testa tra cui la lavorazione di parti in titanio per evitare i vecchi problemi di ossidazione nei modelli originali,inoltre è in cantiere una versione vom Hofe antireverse di prossima presentazione. Va sottolineato il fatto che questi mulinelli non sono prodotti in serie ma " uno ad uno" con una cura a dir poco maniacale e una particolare attenzione al dettaglio, dalla produzione della componentistica al montaggio,frutto solamente di amore e grande passione e di rispetto per la continuità. website: http://www.regna-flyfishing.com


Wolfhard Schultz developed an interest and passion for fly fishing in 2004. It was rather late, but since the beginning he wanted to engage in building bamboo rods, equipping himself and creating a small laboratory.He got in contact with rodmakers such as Rolf Baginski, Harald Langer and Olaf Kudrus, with whom he is still cooperating for the building of his leather reel seat cases.Wolfhard’s aim was to build by himself all components for a bamboo rod, from ferrules to reel seats and coils,also testing materials like bronze,titanium and aluminum.The next step was easy and soon the idea of building reels as well began to catch on. The occasion came in 2006, when his friend Olaf Kundrus put him into contact with Joe Janciuras; soon the cooperation and friendship between them began and they worked together for four years with continuous mail exchanges and phone calls at night. Regardless of time zones, Joe offered all his experience and know-how. His history can be read on Wolfhard’s website. At the end of this intense cooperation, which lasted till Joe’s death in 2011,Wolfhard managed to perfect Edward vom Hofe’s clutch, just basing on the sketches left by his friend. Joe Janciuras bequeathed his valuable materials made up of over 1,000 photos and innumerable notes, as well as some reel samples made by Joe himself. Wolfhard’s interest was then not only to duplicate the famous "Perfection and Peerless" patterns by vom Hofe but also to expand his knowledge on their new implementations. For this reason his production had been very limited till then. Wolfhard made several "inventions" to improve the

original patterns, starting from the Perfection pattern up to various Raised Pillar patterns built in aluminum, titanium and even copper. Wolfhard also built 1/0 and 2 size nickel-silver and steel patterns, with a multiplying function Tobiquelike, everything (gear and components) madeby hand. Another beautiful version is the one made in colored ebonite and brass, which recalls the big ocean clutches by vom Hofe size 2. According to Wolfhard, his most interesting reel is the size 2, with the clutch disc positioned under the crank and not in the rear part as in the original one. Wolfhard has been known for years by collectors and enthusiasts from all over the world,who appreciate his masterpieces. Besides building reels, Wolfhard can repair and restore all original vom Hofe patterns, rebuilding the missing or damaged parts if necessary,and bringing these wonderful objects back to their old splendor. Wolfhard has many other projects in mind, among which is the production of parts in titanium so as to avoid the old oxidation problems which were typical of the original patterns. Moreover a vom Hofe anti-reverse version is going to be developed. It must be pointed out that these reels are not massproduced, but made "one by one" with utmost care and particular attention to details, from the production of components to their assembly, which is only the result of love, passion and respect for continuity. website: http://www.regna-flyfishing.com




70


71

By Clements Ratshan

Trout's Siberian Siblings


Floating the river Anyui in the Russian Far East with a rubber boat, I enjoy long dead drifts of my dry fly. Casting at an angle ahead the boat, it is possible to let the fly drift for several hundreds meters without mending, because the broad river bed bends only slightly on its course through the hills and the surrounding virgin forest. To know that I am alone here not only with about 150 native tree species but also with a few hundred Siberian tigers that have found

72

their last refugium in this remote corner of Asia, adds a special thrill to the experience. The fishing proves to be a dryfly fisherman’s dream. Connected to the end of the leader is a Lenkovka, hook size 4. A Russian fly-pattern that looks like a palmer with a foam body and imitates the intense hatch of huge stoneflies. After some kilometres without any special event, the line


Fluttuando sul fiume Anyui nell’Estremo Oriente russo su un gommone, mi godo le lunghe passate della mia mosca secca. Lanciando ad angolo davanti alla barca è possibile lasciar andare alla deriva la mosca per parecchie centinaia di metri senza aggiustature, perché il letto del fiume fa solo una leggera curva attraverso le colline e la foresta vergine. Sapere che sono solo con 150 specie autoctone di alberi, ma anche con alcune centinaia di tigri siberiane, che hanno trovato il loro ultimo rifugio in quest’angolo remoto dell’Asia, aggiunge un brivido speciale a questa esperienza. La pesca è un sogno per il pescatore a mosca. Attaccata alla coda c’è una Lenkovka, amo 4. È un modello russo di mosca che assomiglia ad un’esca artificiale con un corpo in foam e imita l’intensa schiusa di enormi plecotteri. Dopo alcuni chilometri senza nessun evento particolare, la coda si tende e

est, però, diversi salmonidi coesistono con i temoli e i taimen – ovvero, detto in termini scientifici, occupano la nicchia ecologica delle trote – i lenoks appunto. Fino a qualche anno fa la questione se queste due forme di lenoks fossero ecotipi, sottospecie di una specie o una coppia di vere e proprie specie distinte era altamente controversa. Quantomeno tra loro possono essere prodotti ibridi che sono in salute e fecondi. Recenti studi di biologia molecolare, però, supportano l’idea che debbano essere considerate specie a sé stanti. Il diffuso lenok musoguzzo popola vaste parti della Siberia, dai fiumi Ob ed Enisei all’Estremo Oriente russo. Il lenok capopiatto vive invece nelle aree meridionali dell’Estremo Oriente e nel Lena in Jakuzia. Nella maggioranza dei fiumi

uno strattone incurva la mia canna così tanto che il gommone si gira controcorrente. La mosca ha davvero ingannato un taimen siberiano? Sono costretto a stringere con la bocca il manico in sughero, così da riuscire a portare la barca verso riva, dove intendo far arenare il grande sconosciuto, visto che non ho guadino a bordo. Non è facile tenere una coda dritta, ma ci riesco – alcuni minuti dopo ho tra le mani la bellezza in persona. Si rivela essere non un piccolo taimen, bensì un lenok, di circa 3 kg. Con gran piacere guardo ammirato la preda, la sua corporatura robusta ma ben proporzionata e le sue grosse chiazze nere…… L’evoluzione della trota fario, Salmo trutta, è una storia di successo. Popola fiumi, laghi e coste lungo quasi l’intero continente europeo e ha sviluppato numerose forme, dall’Africa settentrionale a sud fino ai Monti Urali a est. Più a

della Mongolia ci sono solo lenok capopiatto, ma la parte nord-orientale di questo immenso Paese forma le sorgenti del possente fiume Amur e ospita entrambe le specie. In alcuni fiumi della Cina e della Corea ci sono anche lenok, ma non è del tutto chiaro a che specie di lenok appartengano. A prima vista questi pesci assomigliano alle trote fario. Hanno grosse pinne adipose, piccole squame e una colorazione di base che va dal dorato al marrone rossiccio, con puntini neri. Come in molti salmonidi, le livree scure del salmoncino sono tipiche anche dei giovani lenok. I lenok capopiatto adulti presentano belle chiazze di colore rosso o porpora sui fianchi, mentre la colorazione della seconda specie, con i suoi puntini neri più grossi, assomiglia ancora di più alla trota fario. Alcuni pescatori affermano che la bocca di un lenok

73


tightens and a pull bends my rod so strong that the little rubber boat is turned upriver. Has that fly really tricked a Siberian taimen to rise and take an insect pattern from the surface? Hectically, I have to clasp the cork handle in the mouth to be able to row the boat to the shore where I plan to beach the big unknown, since no net is on board. Not easy to keep a straight line, but the feat succeeds – a few minutes later I have the beauty in my hands. It turns out to be not a small taimen, but a lenok, that can be defined as a lunker at a weight of about 3 kg. Happily, I marvel at the quarry, its brawny proportions and big black dots – it is a blunt-nosed lenok. But more about that in a second… The evolution of brown trout, Salmo trutta, is a success story. It populates rivers, lakes and shores across almost

of Siberia, from the Rivers Ob and Enisei to the Russian Far East. In contrast the blunt-nosed lenok lives in the southern parts of the Far East and the Lena in Yakutia. In most rivers of Mongolia only sharp-nosed lenok occur but the northeastern part of the huge country forms the headwaters of the mighty Amur river and hosts both of the species. In some rivers in China and Korea, lenoks occur as well but it is not entirely clear which lenok species they belong to. At first glance, these fish resemble brown trout. They have big adipose fins, small scales, and a golden to reddish brown base colour decorated with black dots. As in many salmonids, dark parr-marks are typical for juvenile lenoks as well. Adult sharp-nosed lenoks feature pretty, red to purple blotches on their flanks, whereas the coloration of

74

the entire European Continent and developed numerous forms, from Northern Africa in the south till the Ural Mountains in the east. But further east, different salmonids hold the line next to grayling and taimen – or in scientific words, they occupy trout’s ecological niche – these lenoks. Until a few years ago the question of whether these two forms are ecotypes, subspecies of one species or a pair of true species was highly controversial. At least, artificial hybrids between them can be produced, that are viable and fertile. Recent molecular biological studies, however, support the view that they should be regarded as separate species. The widespread sharp-nosed lenok populates vast parts

the second species with their bigger black dots resembles brown trout even more. Some fishermen state that the mouth of a lenok looks like a grayling’s mouth, but I cannot follow this. At least, in the sharp-nosed form, the mouth is subterminal and the snout is pointed. But the large jaws reach far behind the eye. When a lenok opens its trap, it gets huge and enables it to swallow big prey fish or rodents. The often-quoted opinion that lenok are an archetype of trout, or even the missing link between trout and grayling, is wrong as well. They are indeed primitive salmonids, but more closely related to taimen and chars than to trout. Accordingly, lenok don’t spawn in autumn or winter as brown trout do, but in spring like taimen.


assomiglia a quella di un temolo, ma io non sono d’accordo. Perlomeno nella forma musoguzzo la bocca è subterminale e il muso è appuntito. Le ampie mandibole vanno però ben oltre gli occhi. Quando un lenok apre la sua trappola, diventa enorme e ciò gli consente di inghiottire grossi pesci preda o roditori. L’opinione spesso citata che i lenok siano un archetipo della trota, o persino l’anello mancante fra le trote e i temoli, è anch’essa sbagliata. Sono infatti salmonidi primitivi, ma più affini ai taimen e ai salmerini che alle trote.

Di conseguenza, i lenok non depongono le uova in autunno o inverno, come invece fanno le trote fario, bensì in primavera come i taimen. Il fatto che i lenok capopiatto si trovino perlopiù assieme alla specie musoguzzo è straordinario. Non conosco un altro caso di due specie di salmonidi con requisiti ecologici così simili che coesistano in natura. Visto che non si sono esclusi a vicenda evolvendo in direzioni diverse secondo il

75


The fact that blunt-nosed lenok mostly occur together with the sharp-nosed species, is extraordinary. I don’t know of a second case of two salmonid species with such similar ecological requirements that naturally co-exist. Because they haven’t ruled themselves out or evolved in different directions according to the competitive exclusion principle, one might assume that the evolution of the lenoks is still in full operation. At least there are minor differences

76

in seasonal migration patterns and distribution limits in some river systems. In this regard, it is remarkable that unlike brown trout in Europe – lenok do not populate cool, fast flowing streams at their highest headwaters. Instead, interestly various species of grayling exist upriver of the uppermost occurrences of lenok. Just as well that only minor differences concerning habitat choice and feeding habits of the two species can be found.


principio dell’esclusione competitiva, si potrebbe supporre che l’evoluzione dei lenok sia ancora assolutamente in fieri. Ci sono quantomeno differenze di minore importanza negli andamenti migratori stagionali e nei limiti di distribuzione in alcuni sistemi fluviali. A tale riguardo, va notato che – a differenza delle trote fario in Europa – i lenok non popolano i ruscelli freddi e rapidi alle loro sorgenti più elevate. Interessante è che invece varie specie di temoli si trovino più a monte rispetto alle più elevate presenze di lenok. È già una fortuna che si possano trovare differenze minime relativamente all’habitat e alle abitudini alimentari delle due specie. Entrambe si alimentano in maniera assai opportunistica, non disdegnando nessuna particolare fonte di cibo. Gli insetti acquatici e terrestri, specialmente i tricotteri e i plecotteri, le cavallette, le libellule e le loro

fiume all’altro. In molti casi, è attorno ai 60-65 centimetri, ma si possono trovare esemplari eccezionalmente grandi fino a un metro di lunghezza e otto chili di peso. Se allamate un grosso lenok all’inizio tirerà forte e si scuoterà in profondità. Questi pesci però difficilmente fanno lunghi sprint e la loro resistenza – come nelle trote fario – non dura molto a lungo. Per la loro taglia e per la loro considerevole attitudine a risalire e a prendere la mosca sono però un obiettivo molto gratificante per noi pescatori. Non meritano assolutamente di essere conosciuti solo come una sgradita cattura accessoria mentre si pesca il taimen siberiano! Però lo capisco – è successo anche a me. Nel settembre 2009 stavamo facendo un lungo percorso in gommone sui monti Sajany, nel sud della Siberia. Parecchi giorni di cavalcate,

larve, ma anche pesci e roditori fanno tutti parte della loro dieta. Fortunatamente i lenok rispondono molto bene alle esche sulla superficie dell’acqua. Di conseguenza – in base a che cibo è prevalentemente disponibile in natura – possono essere presi con successo con cavallette di foam, topi fatti di peli di cervo, e non da ultimo con mosche secche. La curiosità dei piccoli lenok si trasforma in un pronunciato comportamento predatorio nei grossi esemplari. Gli strikes con esche sorprendentemente grandi, per esempio grosse mosche usate per prendere il taimen siberiano, sono più la regola che l’eccezione. In molti fiumi la taglia dei lenok catturati è maggiore di quella delle tipiche trote – gli esemplari attorno ai 45-55 centimetri non sono nulla di cui entusiasmarsi. Come nelle trote, la taglia massima che raggiungono i lenok varia fortemente da un

rapide impegnative, montagne innevate e vaste foreste dai colori autunnali ci separavano da ogni insediamento umano. Interrotto da rapide molto impetuose, il fiume ci invitava a pescare in pool lunghe e profonde. Ci dirigemmo verso questi luoghi promettenti per pescare i taimen siberiani – sfortunatamente senza successo. Ci avvicinammo a una larga pool formatasi dietro a un’isola rocciosa. Il mio amico voleva pescare nell’insenatura con la sua canna a una mano e io pianificavo di ispezionare la metà posteriore della pool, più ampia, con la mia canna spey. Già il secondo lancio finì con un forte strattone. Il mio primo pensiero fu che dovesse essere un taimen di buone dimensioni, non c’erano altre possibilità considerando il grosso streamer da 4/0. Il pesce sembrava confermare quel piacevole presagio e si servì della forte corrente per

77


Both feed highly opportunistically showing little disdain for any particular food source. Aquatic and terrestrial insects, especially caddis- and stoneflies, grasshoppers, dragonflies and their larvae, but also fish and rodents are all part of their diet. Fortunately, lenok strongly respond to lures on the water surface. Therefore – depending on the prevalent available natural food – they can be very successfully caught on foam hoppers, deer hair mice, and last but not least dry flies. The curiosity of small lenoks changes to a pronounced predatory behaviour of big specimen. Strikes at surprisingly large lures, for example huge flies used to catch Siberian taimen, are more the rule than the exception. In many rivers the size of lenok catches are larger than

the size of typical trout – individuals around 45 to 55 centimetres are nothing to rave about. As in trout, the maximum size that lenok reach strongly varies among rivers. In many cases it is around 60 - 65 centimetres, but exceptionally big individuals up to a meter in length and weighting eight kilograms can be found.

for Siberian taimen!

and I plan to scan the broader back half of the pool with my spey rod. Already the second cast results in a strong jerk. My first and euphoric thought: that has to be a good-sized taimen, there is no other option considering the huge size 4/0 streamer. The fish seems to confirm that pleasant anticipation and uses the strong current for a fierce escape downstream. Several minutes later I catch a glimpse of the long-awaited taimen – but instead of the typical red flanks, I spot the characteristic purple blotches of a sharp-nosed lenok. For a second, I am not sure if I should be pleased or annoyed not to have a Siberian taimen on the line – even if it would have been a small one. But that’s nonsense, such a big lenok – already a lunker at a length of 64 cm – is the more rewarding catch at any rate!

But I understand this reaction – it happened to me as well. It’s September 2009 and we are on a long float trip in the Sayan range in southern Siberia. Several days of horse riding, challenging whitewater, snow-capped mountains and vast woods in autumnal colours isolate us far from any human settlement. Interrupted by very fierce rapids, the river invites us to fish long and deep pools. We head for these promising places to fish for Siberian taimen – unfortunately without success. We approach a large pool formed behind a rocky island. My buddy will fish the inlet with his single-handed rod,

78

If you hook a large lenok, it will at first pull hard and shake in the depths. But these fish hardly fight with longer sprints and their resistance – as in brown trout – will not last very long. Regarding their size and their remarkable affinity to rise and take a fly, however, they are a very rewarding target for us fly-fishermen. They definitely don’t deserve to be known merely as an unwelcome by-catch while fishing


una violenta fuga verso valle. Diversi minuti dopo diedi un’occhiata al taimen tanto atteso, ma invece dei tipici fianchi rossi, vidi le caratteristiche macchie color porpora di un lenok musoguzzo. Per un secondo non sapevo se dovevo

essere felice o irritato per il fatto che non fosse un taimen siberiano – anche se sarebbe stato più piccolo. Che assurdità! Un lenok così grosso – un lunker lungo 64 cm – è in ogni caso una cattura più gratificante!


Hotel

Erlenhof

L’hotel Erlenhof offre l’accoglienza ideale per pescare nella famosa riserva del fiume Gail a Kotschach Mauthen, riserva adatta sia per principianti sia per esperti pescatori a mosca. L’hotel è situato vicinissimo al fiume ed è perfetto non solo per la pesca, ma anche per escursioni a piedi o in bicicletta. Erlenhof is the ideal hotel for fishing in the famous reserve of the Gail River in Kotschach Mauthen, a reserve suitable for beginners as well as for experienced flyfishermen. The hotel is located very close to the river and it is perfect not only for fishing, but also for hiking or cycling. www.erlenhof.at


SUPER NATURAL ADVENTURES Il Deep Creek Lodge ĂŠ situato a Terrace in British Columbia nel cuore della regione dello Skeena, vicino ai migliori fiumi per la pesca alla Steelhead e ai cinque salmoni del Pacifico. Nel lodge a conduzione famigliare, troverete un ambiente confortevole e accogliente in cui potrete gustare la nostra famosa autentica cucina Italiana. Un posto perfetto per le vostra vacanza di pesca in famiglia, con amici oppure da soli. The Deep Creek lodge is located in Terrace British Columbia in the heart of the Skeena region, close to the best rivers for Steelhead and Pacific Salmon fishing. At the Lodge in a family atmosphere you will find a clean and comfortable accommodation and taste our famous home made Italian and International cuisine. The perfect place for your fishing holiday with family or friends.

DEEP CREEK LODGE 5255 Deep Creek Drive Terrace B.C. V8G0C2 - CAN Phone: 1-250-635 4449

info@deepcreeklodge.com www.deepcreeklodge.com follow us on



LAMPi D’ARGENTO

a u q c a ’ l l e n

di PAolo Zoletto


“ Booom”…a thud coming from above the roof woke me up in the heart of the night. The mosquito net surrounding my bed was moved by the light airflow of the air conditioner, which helps in taking off a little humidity and reducing the temperature of the jungle. A pale crescent moon appeared at the window, intermittently covered by the rustle of the big leaves of coconut trees. “Booom”… another thud… Then the rain drumming,like the sign given by the conductor, started the concert: “Huh HuhHuhHuhhhhhuuuuuuu,”

wind made it flutter. “Let’s hope it will not last long,” I happened to think of the wind. Tomorrow we are leaving on the boat, and the Tarpons are waiting for us. The night downpour brought about its impacts, and there was a long wave which was annoying enough to make us skip as if we were on a bucking bronco, rhythmically and mildly, on our journey towards the first spot. There we were, at last. The Sixaola River brings muddy water into the sea, so we positioned ourselves just at the edge of the

84

the hoarse rhythmic screams of Mono Congos (howler monkeys) filled my room like a loudspeaker, turning it into a concert hall with perfect acoustics; the pouring rain was a sort of accompaniment. “I’m going to record them with my smartphone;who knows what kind of ringtone would turn out…?” I thought. Monkeys do not like rain…and they are complaining… making rain unpleasant for me, too. I decided to get up,sit in the rocking chair in the porch and lean my feet on the railing, light up a cigar and pour a drop of rum into the large round glass. The jungle was dark and still, and the

line where the colour changes. Tarpons like dirty water.I do not like it so much, but I must abide…. We started the leeway and our guide positioned the boat so I could cast well. The leeway was perfect;it ran along the demarcation line between murky and clear water. The hot afternoon passed slowly, without any fish activity. We continued to cast, but a few hours with no stroke on the streamers would have discouraged even the most determined fishermen. Yet we saw some whirl swhich confirmed that there were some fish.


“ Booouum”…un tonfo proveniente da sopra il tetto mi sveglia nel cuore della notte. La zanzariera che avvolge il mio letto è mossa dal lieve getto d’aria del climatizzatore che aiuta a togliere un po’ di umidità e ad abbassare la temperatura della jungla. Una pallida falce di luna si affaccia dalla finestra, coperta a fasi alterne dallo stormire delle grandi foglie degli alberi da cocco. “Booouum”…un altro tonfo… Poi, il picchiettare della pioggia, quasi come l’attacco chiamato dal direttore d’orchestra, fa iniziare il concerto:“

Uh UhUhUhhhhhuuuuuuu” le roche grida ritmate dei Mono Congo (scimmie urlatrici) riempiono come una cassa acustica la mia stanza, che si trasforma in un’aula di conservatorio con acustica perfetta; la pioggia battente fa da accompagnamento. “Quasi quasi le registro con lo smartphone, sai che suoneria viene…?” penso. Alle scimmie non piace la pioggia…e si lamentano…e così rendono sgradevole la pioggia anche a me. Decido di alzarmi, esco sulla veranda, mi accomodo sulla sedia a dondolo, appoggio i piedi sulla ringhiera, accendo un sigaro e mi verso un dito di rum nel bicchiere tondo e largo. La jungla

è buia e immobile, solo un po’ di vento la fa ondeggiare. “Speriamo duri poco” mi trovo a pensare, il vento intendo. Domani si esce in barca, i Tarpon aspettano.

scarroccio, la guida posiziona la barca in modo da consentirmi un lancio corretto. Lo scarroccio è perfetto, costeggia la linea di demarcazione tra l’acqua torbida e l’acqua chiara.

L’acquazzone notturno ha portato i suoi strascichi, c’è un’onda lunga abbastanza fastidiosa che ci fa saltare come sopra un toro meccanico, ritmicamente, blandamente, nel tragitto verso il primo spot. Finalmente ci siamo, il Sixaola porta acqua limacciosa al mare, e noi ci posizioniamo proprio al limitare della riga del cambio di colore. Ai Tarpon piace l’acqua sporca, a me un po’ meno, ma se piace a loro... Cominciamo lo

Il pomeriggio trascorre lento, caldo, senza alcuna attività da parte dei pesci. Noi continuiamo a lanciare, ma un paio d’ore senza nessuno strattone sugli streamer scoraggerebbero anche i più tenaci. Eppure qualche rollata la vediamo, almeno a confermare che i pesci ci sono. È chiaro che non si molla, ma i livelli di attenzione e concentrazione scendono ferocemente, rischiando di farci perdere forse l’unica occasione del

85


Of course we did not give up, but the levels of attention and concentration fell a lot, so that we could have missed the only occasion of the afternoon. It was a strange day, nothing at all, not even a Jack Yellow Tail…it rarely happens here. The regular rhythm of the waves, together with that of the casts and the constant retrieval of the streamer, had the cadence of a lullaby sung by the American natives to ingratiate themselves with some divinity. You almost get into a trance numbing all senses.

bit towards me before turning and leaving again. I could make 2 or 3 strikes before it pulled the line off my fingers and burst out of the water about 20 meters from the boat. It fell down with a thud, as if a fridge had been cast on the water. It sprang for another 30 meters, jumped out again with all its body, opened its gills, fell down, and then jumped twice again consecutively. It had taken about 30 meters of backing and now quickly swam far away. I then pressed the clutch a little.We had already reached 100 meters, and the bicolor backing made it easier to evaluate how far the fish was. It was

86

“Here, now we would need one that is 180 lbs!!” Dalmin cried out, as if he had realized it out of apathy. “Well, as well as two that are 90 lbs. each, Giuliano added.” “Well, if you put it that way, then even 4 that are45 lbs. each would do the job to enliven this end of the day!!” Not a minute had passed when I perceived a tension on the line. I slightly held back with my index, and the tension increased.The line began to vibrate when the fish moved, and I held the line back to make the most powerful strike I could. Probably it arrived from a side, took the fly and swam a

another jump away. “Cientosetenta libras” Dalmin spoke distinctly …damn ii…we will hardly get it… Thoughts…piled up and accumulated in my head as images of what it was, what it could have been and what it would have been instead. Hopes…for what I had long desired, chased, awaited. Effort…more than I had thought, much more, so much that you would like it to end straight away. “Take this leader, come on, it is just a few meters away!!!”


pomeriggio. È una giornata strana, proprio niente, nemmeno un Jack Yellow Tail…succede raramente qui. Il ritmo regolare delle onde sommato a quello dei lanci e al recupero costante dello streamer ha la cadenza di una cantilena cantata dai nativi americani per ingraziarsi qualche divinità. Si entra quasi in uno stato di trance che spegne tutti i sensi. “Ecco, adesso ce ne vorrebbe uno da 180 libbre!!” esclama Dalmin, quasi avesse intuito la nostra apatia. “Beh, anche due da 90 libbre, uno a testa, rinforza Giuliano”.

coda dalle dita ed esploda fuori dall’acqua ad una ventina di metri dalla barca. Ricade con un tonfo, come se avessero lanciato un frigorifero nell’acqua, scatta ancora per una trentina di metri, salta di nuovo fuori con tutto il corpo, sbattendo la testa e aprendo le branchie, ricade per poi saltare ancora consecutivamente altre due volte. Ha preso circa una trentina di metri di backing ed ora parte spedito verso il largo, stringo ancora un po’ la frizione, siamo ormai sui cento metri, il backing bicolore favorisce un po’ la stima di quanto lontano sia il pesce. Un ultimo salto lontano

“Ah beh, se la mettiamo così, allora per movimentare questo finale di giornata, anche 4 da 45 libbre non farebbero schifo!!”. Non passa un minuto dalla mia ipotesi che percepisco una tensione sulla coda, trattengo leggermente con l’indice, poi la tensione aumenta, la coda comincia a vibrare sulla partenza del pesce, trattengo la coda per inchiodare una ferrata più potente che posso. Probabilmente è arrivato lateralmente, ha preso la mosca e mi è venuto leggermente incontro prima di girarsi e ripartire. Riesco a piantargli due o tre ferrate prima che mi tolga la

lontano. “Cientosetenta libras” scandisce Dalmin…ca..biiip..o…sarà dura… Pensieri… si accavallano e si inseguono nella mia mente, immagini di quello che è, di quello che potrebbe essere e di quello che invece sarà. Speranze…di ciò che da tanto ho desiderato, inseguito, atteso. Fatica…più di quella che pensavo, molta di più, tanta che vorresti finisse subito, “prendi ‘sto finale in mano, dai è qui ad un paio di metri!!!”, ma lui, il pesce, non è ancora pronto,

87


But the fish was not ready yet.It left again and took off another 15 meters of line. It was tired by then, and after a little more than an hour the fish was ready to be grabbed. But the long wave continued to keep itat a distance. Every time it reached the boat, the wave moved it 5 meters away again. Despair…it seemed that it was not my destiny…then, in a second, Dalmin leaned against the gunnel, and took the leader. I lowered the rod…and his hands were in its mouth. Relief…it was finally over, but the fish shook, lifted Dalmin,

and I threw myself to seize his ankles. I stopped him, and a minute passed. Then Dalmin turned and told me,“ok."

Then it decided that it was time to leave, and shook again. I could not hold it back any longer…I released it slowly and he swam away fluttering almost lazily, like a silver outline in the middle of the green sea.

“Booomm"…a thud “Huh HuhHuhHuhhhhuuuuuuuu"… I turned to switch off the alarm clock. It was time to prepare and wake up the children to go to school.

I let myself fall on the bottom of the boat.Iwas fine, really fine, satisfied, exhausted, stiff and even a bit achy due to some blows on the boat, but I was happy. I rested my head on the crossbeam and stayed there for a while, with my eyes closed…

88

Rough…like thick sand paper, my hand felt its rough mouth, and the immense power of its body, as it began to recuperate and recover its strength. We dragged it with the boat to re-oxygenate it well. After a snap I held it back for another while. I would have liked to caress it again, feel its hard scales with my hand, and admire its mighty head, bone plates, and colors.

Sometimes I dream of it, and the dream seems so real as in that moment, on that day in Tarponville, when that big Tarpon decided to take my fly. While getting up, I checked whether my fingers were abraded by its mouth…


riparte e toglie ancora una quindicina di metri di coda. Ormai è stanco, dopo poco più di un'ora il pesce è pronto per essere grabbato, ma l'onda lunga continua a tenerlo a distanza, ogni volta che arriva alla barca, l'onda lo riallontana di cinque metri. Disperazione…sembra che non debba essere destino…poi è un attimo, Dalmin si appoggia alla murata, prende il finale, abbasso la canna…ha le mani nella sua bocca. Sollievo…finalmente è finita, ma il pesce si scuote, solleva Dalmin, mi lancio a serrargli le caviglie, lo blocco, passa un

minuto, poi Dalmin si volta e mi dice “ok".

sua poderosa testa e le sue placche ossee, i suoi colori. Poi decide che è a posto, si scuote di nuovo e ora non posso più tenerlo…lo lascio andare, lentamente, ondeggiando quasi pigramente se ne va, una sagoma argentea in mezzo al verde del mare.

“Booouumm"…un tonfo “Uh UhUhUhhhhuuuuuuuu"… mi giro, spengo la sveglia, è ora di prepararsi e svegliare i ragazzi per andare a scuola.

Mi lascio cadere sul fondo della barca, a posto, sono veramente a posto, appagato, svuotato, indolenzito e anche un po’ dolorante per qualche colpo preso sulla barca, ma felice. Appoggio la testa alla traversa e resto un po’ lì, ad occhi chiusi…

Ruvido…come carta vetrata di grosso spessore, lo sento nelle mie mani il ruvido della sua bocca, l'immensa potenza del suo corpo, mentre comincia a riprendersi, a recuperare le energie. Lo trasciniamo con la barca per farlo riossigenare bene. Uno scossone, lo tengo ancora un attimo, vorrei accarezzarlo ancora, sentire le sue dure scaglie sotto la mano, ammirare la

A volte lo sogno, e il sogno sembra così reale, come allora, come quel giorno a Tarponville, quando quel grosso Tarpon decise di prendere la mia mosca. Mentre mi alzo, inconsciamente, controllo se ho le dita abrase dalla sua bocca…

89




Hardy Zephrus SWS THE SALTWATER GAME CHANGER Zephrus SWS with SINTRIX® 440 technology takes the multi award winning, record breaking Proaxis blank design to the next level of saltwater evolution. Pick one up and change your game for good.

www.hardyfishing.com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.