H2O Magazine Inverno 2009

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www.francovivarelli.com


Linea Capture distribuita da: Trabucco Fishing Diffusion

UNA BATTUTA DI PESCA SENZA LA GIUSTA ATTREZZATURA E’ SOLAMENTE UN GIRO IN BARCA



SOMMARIO

VIAGGI 8 Russia: Ponoi 18 Italia: Helifishing in Valtellina 38 Danimarca: le trote di mare INTERVISTE 72 Italia: a pesca con la guida Luca Castellani 72 Cuba: Avalon di Filippo Invernizzi STORIA & COLLEZIONISMO 26 La pesca nell’ Antico Egitto 48 Le donne e la pesca LA PESCA NELL’ARTE 68 Stefano Esposito


SOMMARIO

Anno II - Numero 4 Winter 2009

H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero.Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70%.aut. N° 080007 del 19/02/2008 - DCB Reggio Emilia In caso di mancato recapito inviare al CPO di Reggio Emilia per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

per pratica €€77per chichi pratica ”catch & release” ilil”catch & release” €€14 gligli altri 14per per altri

Viaggi -

Argentina: i Dorado del Pira Lodge Austria: a mosca da Gargantini Norvegia: il mio Storlax Abruzzo: Val di Sangro Viaggi Isola De Ascension - Russia: Ponoi

- Italia: Helifishing in Valtellina Storia &leCollezionismo - Danimarca: trote di mare

- Ray Petersen il pionere d’Alaska Interviste - Solo in America - Italia: a pesca con la guida di Luca Castellani - Cuba: Avalon di Filippo Invernizzi

Storia & Collezionismo PESCARE

- La pesca nell’Antico Egitto - Le donne e la pesca

VIAGGIANDO

In copertina fotografia di David Skok

Giorgio Cavatorti Direttore Editoriale

H2O anno II Dicembre 2009 Direttore Responsabile Giovanni Cocconi Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Vice Direttore Dante Iotti Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Carlo Coronelli, Luca Castellani, Filippo Invernizzi, Riccardo De Stabile. Collaborazione grafica: Omar Gade. Servizi Esterni Sandro Mediani Art Director A&A - Parma e-mail:info@aea.it Stampa : Tipografia Bertani Via C.A. Dalla Chiesa, 4 Cavriago (RE) Fotografie di Redazione: Massimiliano Magnani Antonio Martelli Marco Agoletti Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani Elisabetta Longhi Silvia Rioli Autorizzazione Tribunale di Reggio Emilia n°1204 dello 06/02/2008 Poste Italiane spaSpedizione in Abbonamento Postale - 70% aut. N°080007 del 19/02/2008 DCB Reggio Emilia H2O Magazine è un organo di informazione dell’associazione sportiva dilettantistica “Pescare Viaggiando”. Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, Vi invitiamo a contattare la Redazione

Pescare... Viaggiando

La prossima stagione di pesca si preannuncia ricca di eventi e nuove destinazioni da scoprire. L’articolo che apre questo numero è sul Ponoi, nella penisola di Cola in Russia, uno dei luoghi migliori in cui ho lanciato le mie mosche. Per quanto riguarda le destinazioni italiane parliamo di un paio di ottime vallate: la Valtellina e la Valnerina, con un’intervista alla guida di pesca professionista Luca Castellani. Le donne, da sempre protagoniste nelle tappe evolutive della pesca, non possono mancare; nel nostro articolo cerchiamo di render loro giustizia. La pesca delle trote di mare in Danimarca ha molti fans, ma attenzione, ricordiamoci sempre che i soldi spesi meglio sono quelli per una buona guida. Nei negozi che distribuiscono gratuitamente la rivista è disponibile un catalogo di viaggi di pesca. Il catalogo “Horizon, fishing & Lifestile” nasce grazie ad una collaborazione tra la redazione di H2O Magazine e Euphemia, uno dei più importanti tour operator italiani. Inoltre, in accordo con la Fishwasser austriaca, nei punti di distribuzione della rivista indicati nell’ultima pagina troverete a breve il catalogo Fishwasser 2010, che raggruppa molti hotel con riserve austriache in cui pescare. www.h2omagazine.it Giorgio Cavatorti

The next fishing season will be full of events and new destinations to discover. This issue opens with an article about the Ponoi, in the peninsula of Cola in Russia, one of the best places where I have ever cast my flies. As for the Italian destinations we speak on two good valleys: Valtellina and Valnerina with an interview to Luca Castellani, professional fishing guide. Fishing women, protagonists in the evolution of fishing ever since, can’t be forgotten: in our article we try to give them their due. Sea trout fishing in Denmark has a lot of fans but we must remember that it is important to spend money in a good guide. In the shops that distribute this magazine you can find a catalogue of fishing trips. The catalogue “Horizon, fishing & Lifestyle” makes use of the cooperation between H2o magazine and Euphemia, one of the most important tour operators in Italy. Besides, in cooperation with the Austrian Fishwasser, the Fishwasser catalogue is available in the shops listed on the last page of this magazine: here you can find a list of hotels with Austrian fishing reserves. Giorgio Cavatorti




PONOI ПОНОИ

di/by Cavatorti Giorgio fotografie/photos Frontiers Travel e Cavatorti Giorgio



PONOI The helicopter is flying low over the small birches of the tundra in the peninsula of Cola, we left from Murmansk in Russia three hours ago, the last bulwark of civilization. The fishermen of this fishing week on Ponoi come from all over the world: two Australians, four South-Africans, two Londoners, two Irishmen, me and my friend Angelo. Fishermen usually travel even in number, it is to make the most of the guides and of other

fishing situations. The helicopter is slowing down, someone is taking off his earphones which we put on to protect our ears from the noise and finally we arrive at Ryabaga Camp on the Ponoi river. The lodge The Ryabaga Camp has twelve well-equipped tents with wooden beds and stoves that we will use during the week. The other wooden structures host the restau-

rant, the toilets, the showers and a sauna, everything is superbly organized by the tour operator Frontiers, the “Rolls Royce� of the fishing trips. The Ryabaga staff include about ten guides, five/seven cooks and waiters, five mechanics, a doctor, an ichthyologist and two very professional and helpful managers.All these people take care of max. twenty fishermen a week. It was very pleasant to meet, among the gui-


PONOI L’elicottero vola basso sulle piccole betulle della tundra della penisola di Cola, siamo partiti tre ore fa da Murmansk in Russia, l’ultimo baluardo di civiltà. I pescatori che saranno con me in questa settimana di pesca sul Ponoi arrivano da ogni parte del mondo: due australiani, quattro sudafricani, due londinesi, due irlandesi e infine io e il mio amico Angelo. È normale che si viaggi sempre in numero pari, è l’esperienza nell’ottimizzazione

delle guide. L’elicottero rallenta, qualcuno si toglie le cuffie necessarie per proteggersi dal rumore assordante e finalmente arriviamo al Ryabaga Camp sul fiume Ponoi. Il Lodge La struttura del Ryabaga è composta da una dozzina di tende ben attrezzate con letti in legno e stufe che avremo occasione di utilizzare durante la settimana. Le altre strutture in legno ospitano il ristorante, i bagni, le doc-

ce una sauna, il tutto organizzato e gestito perfettamente dal tour operator Frontiers, per chi non lo conoscesse la “Rolls Royce” dei viaggi di pesca. Lo staff del Ryabaga comprende una decina di guide, cinque/ sei persone fra cuochi e camerieri, cinque meccanici,un dottore, un ittiologo e due dirigenti, sempre disponibili e professionali. Tutte queste persone sono a disposizione di una ventina di pescatori al massimo a settimana.


des, some friends from San Martin de Los Andes in Argentina and other dear friends, this is a sign that the world is becoming smaller and smaller. The river Matt, the Camp manager, shows us the week programme and after a welcome snack some of us are ready to fish in the home pool near the Camp. The Ponoi is a big river where you can fish no

kill and only with flies. It is now considered the best river in the world for the fishing of the Atlantic salmon. If someone doesn’t believe it, I can say that doubts disappear after a fishing day. The Ponoi flows rather slow with rocks in the gravel-bed that form a lot of pools where you can fish from the boat or from the bank. The Ryabaga stretch is probably the best of the whole river, it is divided in about ten long beats where you can fish all day long, the day after you go to another beat with another gui-

de, so that you never fish in the same place with the same guide. Fishing I think it is better to bring two rods, a 14 feet stiff rod to fish from the boat and a 15 feet to fish from the bank., it is also easy to fish with single handle rods. In our group there was also a South African 12 year-old boy with his father; at the end of the


Il record del lodge é di 28 lbs, stabilito da Orazio Gatti alla fine di Luglio 2009 E’ stato un piacere trovare fra le guide alcuni ragazzi di San Martin de Los Andes in Argentina, e tante conoscenze e cari amici comuni, segno che il mondo si fa sempre più piccolo. Il Fiume Dopo la presentazione del programma della settimana da parte di Matt, il manager del Camp, e uno spuntino di benvenuto c’è già chi si tuffa a pesca nella home pool a pochi passi dal Camp. Il Ponoi è un grande fiume,

tutto gestito no kill, in cui si può pescare solo a mosca e che in pochi anni si è guadagnato la fama del migliore al mondo per la pesca al salmone atlantico. Se qualcuno è scettico al riguardo garantisco che i dubbi spariscono dopo mezza giornata di pesca. Il Ponoi scorre abbastanza lento con sassi all’interno del greto che formano una miriade di pool, tutte pescabili dalla barca e molte da riva. Il tratto di competenza del Ryabaga, probabilmente il migliore dell’intero fiume, è stato diviso in una

decina di beat molto lunghe in cui si pesca tutta la giornata; il giorno successivo si passa in un’altra beat con un’altra guida, in modo da non pescare mai nello stesso posto e con la stessa guida. La pesca Personalmente penso sia meglio portare due canne, una 14 piedi un po’ rigida per la pesca dalla barca e una 15 piedi per la pesca dalla riva; va detto anche che è molto facile pesca-


week he caught about thirty salmon, of which three or four more than 12 pounds weight. I have always fished with a floating line but it is better to have an intermediate one, too. As for the flies every fishermen brought about a hundred of various models and sizes from home; it was nice to realize at dinner, while telling our fishing adventures, that more or less everybody managed to catch with his own flies, even if they were so different. The excellent management of the river and

the absence of fishing pressure made it a paradise for this type of fishing in different situations. I think that one can learn more about the fishing of the Atlantic salmon in a week at Ryabaga than in ten years in other famous places. Here you can fish a lot of springs that have just run up, meet big size fresh salmon and sometimes, depending on the month, kelt that are swimming back to the sea.

It is also possible to see salmon catching the fly on the surface. To sum up, if you want to catch Atlantic salmon, if you wish to learn a lot about this fishing in a short time, if you want to come to such a point that you say to the guide “that’s enough for today�, then the Ryabaga lodge on the Ponoi is the place for you. For further information about this destination, see the Frontiers site (www.frontierstrvl. co.uk) or contact our editorial staff.


re anche con canne ad impugnatura singola. Con noi c’era un ragazzo sudafricano di dodici anni con il padre; alla fine della settimana credo abbia catturato una trentina di salmoni tra cui tre o quattro sopra alle 12 libbre. Io ho pescato sempre con coda galleggiante, meglio averne però anche una intermedia. Per la scelta delle mosche è bello vedere che tutti i pescatori hanno portato da casa centinaia di artificiali di svariati modelli e misure per poi accorgersi alla sera, parlando a tavola con i compagni di avventura,

che più o meno tutte hanno catturato. L’ottima gestione del fiume e la scarsissima pressione di pesca ne hanno fatto un paradiso per questo tipo di pesca in diverse situazioni. Credo che in una settimana al Ryabaga si impari di più sulla pesca al salmone atlantico di quello che si imparerebbe in dieci anni in altre mete famose. Qui si ha la possibilità di pescare molti spring appena risaliti a galla, di incontrare salmoni di buona taglia molto freschi, e ogni tanto, a seconda del mese, kelt che stanno ritornando verso il mare.

Spesso si ha anche occasione di vedere salmoni aggredire la mosca in superficie. In conclusione, se avete voglia di catturare salmoni atlantici, se desiderate imparare molto su questa pesca in breve tempo, se volete veramente arrivare al punto di dire alla guida “basta per oggi”, il Ryabaga lodge sul Ponoi è il posto che fa per voi. Per ulteriori informazioni su questa destinazione rimandiamo al sito della Frontiers (www.frontierstrvl.co.uk) o alla nostra redazione.


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Helifishing in Valtellina

testi di/ by Carlo Coronelli fotografi e/photos Dante Iotti e Marco Agoletti

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Già il “buon vecchio” Leonardo da Vinci, toscano, ci mise in guardia nel suo codice atlantico: « Voltolina, com’è detto, valle circundata d’alti e terribili monti, fa vini potenti ed assai, e fa tanto bestiame, che da paesani è concluso nascervi più latte che vino . » (Foglio 214). La definizione di ‘Tellina Vallis’ compare per la prima volta in un testo di Ennodio, vescovo di Pavia, degli inizi del VI secolo d.C.. Terra di inestimabile valore naturalistico ed enogastronomico, quest’area montuosa della Lombardia si stende da est a ovest parallela alla Svizzera. Ogni an-

golo di questa terra è legato a tradizioni originatesi dalla vita contadina e ispirate dal ritmo della natura e dal susseguirsi delle stagioni. Programmare una gita in questa parte d’Italia vuol dire mettere alla prova il proprio peso-forma e il proprio fegato per il buon cibo e il buon vino. Un grande fiume percorre la Valtellina: l’Adda . Nasce dai monti sopra Bormio e percorrendo tutta la valle arriva fino al lago di Como per poi proseguire, dopo Lecco, in direzione sud fino al Po. Nel rispetto delle regole e dei permes-

si vigenti si può pescare praticamente ovunque con numerosi punti di facile accesso al fiume. Durante tutto l’anno i fiumi, i torrenti e i laghi sono ripopolati con numerose semine curate dall’Unione Pesca Sportiva di Sondrio. La nostra meta riguarda la Valtellina più bassa, la Val Tartano. Immersa nel grandioso scenario del Parco delle Orobie Valtellinesi, offre agli escursionisti la possibilità di fare tranquille passeggiate e ai pescatori di immergersi nei due torrenti che solcano Valstretta e Valcorta, ovvero due delle

Even Leonardo da Vinci, who was Tuscan, wrote about Valtellina in his Atlantic code: “Voltolina, as we just said, is a valley surrounded by high and terrible mountains, it produces very strong wines and it is so rich of livestock that it produces more milk than wine” (Sheet 214). The definition of “Tellina Vallis” appeared for the first time in a work by the bishop of Pavia Ennodio, at the beginning of the VI century a.C.. Valtellina is a valley in the Lombardy region of northern

Italy, bordering Switzerland, which has an inestimable naturalistic and foodand-wine value. Every part of this land is linked to traditions, which originated from rural life and were inspired by the rhythm of nature and by the succession of seasons.If you decide to have a holiday in this part of Italy, you will probably put on weight because of excellent food and wine.A big river flows through the Valtelline valley: the Adda. It rises in the Alps near Bormio and flows through Lake Como, then it joins the Po a few

kilometers upstream of Cremona. You can fish everywhere, according to the rules and permissions that are in force, because there are many places where you can have access to the river. The Sport Fishing Union of Sondrio has a very important role because it repopulates rivers, streams and lakes all the year. Our destinations is located in the lower part of Valtellina. Val Tartano lies in the magnificent Park of Orobie Valtellinesi, where excursionists can have leisurely walks and anglers can fish on


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dodici vallate che costituiscono il Parco delle Orobie Valtellinesi, nell’imponente Adda e nei numerosi laghi alpini che serrano questi monti. Dai terrazzi della Val Tartano la vista spazia a trecentosessanta gradi su uno splendido panorama, che va dalle Alpi, con il gruppo del Monte Disgrazia, il Badile e la Val Masino in bella evidenza, per arrivare all’incombente Cima di Lemma, del Gruppo delle Orobie. All’interno del piccolo borgo montano di Tartano è situato l’albergo Gran Baita, un lussuoso edificio completamente ristrutturato che conserva la tradizionale architettura di questi luoghi. Circondato dal verde, in bella posizione

soleggiata, l’Hotel Gran Baita è il luogo ideale sia per gli amanti dell’escursionismo, sia per chi desidera trascorrere le sue vacanze rilassandosi nella quiete della natura o per chi come noi ha fatto campo base per la spedizione in elicottero per pescare nei laghi alpini.

the two streams that flows through Valstretta and Valcorta - two of the 12 valleys that are part of the Park of Orobie Valtellinesi -, on the imposing Adda or on the many alpine lakes which surround these mountains.You will admire a breathtaking landscape from Val Tartano terraces: you will see the Alpes and, in particular, Monte Disgrazia, Badile and Val Masino, and the impressive Cima di Lemma, which is part of the Orobie group.The hotel Gran Baita lies in Tartano, a little mountain village. It is a completely restored luxury building,

where the traditional architecture of this little mountain village is preserved. The Gran Baita Hotel is surrounded by vegetation and it is located in a sunny position: it is the ideal place for those who love excursions, but also for those who want to relax surrounded by wonderful nature. This hotel is also perfect for those who want to fish on the alpine lakes by helicopter, as we did.

La cucina La cucina della zona e in particolare dell’hotel Baita offre una ricca scelta di piatti della tradizione valtellinese, come i pizzoccheri, gli sciatt, preparati con la farina di grano saraceno, e la tipica polenta taragna. Non mancano i salumi e i formaggi della

Food The cuisine in this area and in particular at the Hotel Baita offers a wide variety

valle, come la bresaola e il bitto. Da curare sempre la scelta dei vini, tra cui spiccano, naturalmente, i valtellinesi Sassella, Inferno e Grumello. Destinazione Val Tartano Ore sei, appuntamento alle porte di Milano davanti all’azienda “Studio 82”. Io, Dante (il fotografo ufficiale), Giorgio (il capo) e Carlo Sala (il maestro). Direzione Val Tartano, eliporto di base, tutti un po’ agitati. Per chi non è abituato l’adrenalina che entra in circolo prima di salire su un elicottero è molto alta e il pensiero al film “Apocalypse Now” risulta essere comune.

of dishes, typical of the Valtellinese tradition, such as pizzoccheri, sciatt - prepared with buckwheat -, and the classic polenta taragna. You can also eat cold cuts and cheeses of the valley, such as bresaola and bitto. The most important wines are the Valtellinese ones, such as Sassella, Inferno and Grumello. Destination Val Tartano Six o’clock: meeting near Milan, in front of the firm“Studio 82”: Dante (the official photographer), Giorgio (the boss), Carlo Sala (the master) and I.


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L’elicottero dai colori rosso e bianco “Eliwork” in meno di dieci minuti ci trasporta da 300 a 2.000 metri di altitudine davanti ai tre laghetti alpini di Porcile. Fra i più belli e caratteristici della catena orobica, i tre laghi racchiudono prevalentemente acqua piovana e falde provenienti dallo scioglimento delle nevi del soprastante Passo di Porcile e del Monte Valegino. Scenari suggestivi ed incontaminati si offrono al pescatore in una quiete mistica, interrotta solo dal grido di qualche marmotta. La disposizione di questi laghi, “a rosario”, è caratteristica proprio per il loro dispiegarsi in tre ripiani successivi. Per quanto riguarda la pesca il laghetto inferiore è di dimensioni ridotte, mentre

negli altri due l’Unione Pesca Sportiva di Sondrio gestisce due volte all’anno il ripopolamento. Una splendida giornata anche per famiglie da consigliare a chi vuole abbinare la pesca al trekking. Per il rientro ci si accorda con i piloti dell’elicottero che vi preleveranno in un punto precedentemente stabilito.

Destination: Val Tartano, heliport; we are all a little bit anxious.The adrenalin we felt before getting on a helicopter was very high.We reached three little lakes in Porcile in less than 10 minutes, flying from an altitude of 300 to 2000 metres (the helicopter was red and white and it was called “Eliwork”). These three lakes are the most beautiful and the most characteristic of the Orobic chain and they mostly contain rainwater and groundwater which come from the thawing of snow of Passo di Porcile and of Monte Valegino. Fishermen can admire wonderful and uncontaminated landscapes surrounded by a mystic peacefulness interrupted only by the cry of some prairie dog.These lakes are disposed “a rosario” (as it was

a rosary), that is they are located in three successive terraces. The lower small lake isn’t the ideal for what concerns fishing because of its dimensions, while the other two are repopulated twice a year by the Sport Fishing Union of Sondrio. We also suggest these places to families who want to link fishing and trekking. You will return to the hotel by helicopter: the pilots will wait for you in a place that you will have fixed before leaving.

Val Stretta e Val Lunga Per chi ama la pesca in torrente ne segnaliamo un paio a due passi dall’hotel Baita: il Tartano e il Malasca, due flussi ricchi di trote iridee e fario. Nonostante lo scorrere dei due fiumi sia sostenuto, in alcune buche si possono trovare esemplari di grossa taglia.

Val Stretta and Val Lunga Those who love fishing on a stream can find two rivers very close to the Baita hotel: the Tartano and the Malasca, two streams packed with rainbow and brown trout. Even if the flow of the

Le due strade adiacenti ai torrenti ne agevolano l’accesso e si può sostare con l’auto nelle vicinanze. La caratteristica di quest’area risulta essere quindi la versatilità degli ambienti di pesca, dai laghi ai torrenti alpini fino al grande fiume che tutto porta a valle. Permessi di pesca e volo in elicottero I permessi sono tutti disponibili presso l’Albergo Gran Baita, mentre per informazioni sulla pesca in Valtellina consiglio di visitare il sito dell’Unione Pesca Sportiva di Sondrio. Per quando riguarda le escursioni in elicottero, in Hotel si può prenotare il volo, ovviamente con un po’ di anticipo.

two rivers is steady enough, you can find species of remarkable size in some pools.The two roads near the streams make easier the access to the streams, because you can park your car nearby. The main feature of this area is the versatility of fisheries: you can fish on lakes, on alpine streams and on the big river which flows through all the valley. Fishing licenses and helicopter flight Fishing licenses are all available at the Gran Baita Hotel; but I suggest consulting the website of the Sport Fishing Union of Sondrio for what concerns fishing in Valtellina. You can book your flight by helicopter at the hotel, but you must do that a bit in advance.


NESSUN VENTO PUO’ ESSERE DAVVERO FAVOREVOLE SE NON SI SA VERSO QUALE PORTO DIRIGERSI

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LA PESCA NELL’ANTICO EGITTO di Riccardo De Stabile

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STORIA & COLLEZIONISMO: La pesca nell’antico Egitto

Tilapia, dinastia VI, museo egizio del Cairo. Introduzione L’ambiente fisico dell’Egitto, circondato dal deserto e privo di estesi appezzamenti di terreno per il pascolo e la coltivazione, indubbiamente contribuì allo sviluppo di un’efficiente industria di pesca. Il Nilo, la caratteristica naturale più importante dell’Egitto,

fu la fonte sia dei suoi produttivi vivai, sia della sua fertilità agricola. Per apprezzare appieno lo sviluppo della pesca e come gli Egizi vedevano e sfruttavano i pesci, è necessario esaminare le condizioni fisiche uniche della valle del Nilo. Prima che venisse costruita la diga di Assuan, il Nilo era una pianura fluviale inondata stagionalmente.

Pesci in bronzo, probabilmente ex voto di epoca tarda.

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Il ricco e fertile suolo caratteristico del bacino del Nilo si depositò in seguito alle inondazioni annuali. Queste caratteristiche fisiche furono sfruttate efficacemente nello sviluppo di un sistema di irrigazione e della pesca anche sportiva verso la fine del periodo predinastico. Identificazione dei reperti Per tracciare la storia e lo sviluppo della pesca e l’impiego dei pesci nell’antico Egitto si devono esaminare varie fonti. I resti scheletrici dei pesci sono la maggiore fonte di informazioni durante il periodo preistorico dell’Egitto e attestano l’importanza dei pesci come mezzo di sussistenza. L’analisi di questi resti, assieme al numero limitato di attrezzi di pesca che si sono conservati, contribuiscono alla ricostruzione delle abitudini culinarie e della prima industria di pesca dell’Egitto. L’interpretazione di questi dati non è comunque priva di problemi. La sopravvivenza differenziale delle ossa delicate di certi pesci può potenzialmente influenzare le testimonianze archeologiche, portando a valutazioni imprecise sui tipi di pesci catturati e la loro relativa abbondanza. Per esempio, l’alta percentuale di resti cranici, paragonata al materiale scheletrico postcranico dei pesci raccolto in molti siti, ha portato a speculare, forse in maniera scorretta, sulla preparazione del pesce e sulle pratiche di immagazzinaggio dei primi abitanti del Nilo. Le ossa di pesce, come categoria, sono difficili da identificare in un dato livello tassonomico, e le vertebre sono tra gli elementi del pesce più difficili da identificare. Le vertebre inoltre non hanno una costituzione così densa come gli elementi cranici e sono perciò più soggette a essere danneggiate da processi postdeposizionali. I test preliminari di laboratorio sulla decomposizione degli scheletri di pesci mostrano che le vertebre sono i primi elementi a subire danni e a rendere difficile l’identificazione. Questi fattori, insieme, possono contribuire a un errore sistematico in favore dell’identificazione di crani rispetto a vertebre. L’amo da pesca egizio La pesca con amo e lenza è una pratica antica in Egitto. Sono stati trovati ami di vari tipi in insediamenti predinastici dell’Alto e Basso Egitto. Ami da pesca fatti di osso, avorio e conchiglie sono particolarmente comuni nei siti predinastici del Medio Egitto. Anche se mancano nelle sequenze del Fayum, le varietà senza ardiglione fatte di corna e osso scoperte a Meridme

Una delle prime raffigurazioni di ami da pesca. Museo egizio del Cairo

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STORIA & COLLEZIONISMO: La pesca nell’Antico Egitto

Sfilettarura del pesce. indicano l’uso precoce di ami da pesca nel Basso Egitto. Inoltre a el-Omari è stato portato alla luce un amo singolo in osso. In periodi precedenti possono essere stati usati ami fatti di selce o di osso. Gli ami più antichi sono piccoli fusi o oggetti a due punte fissati all’estremità di una lenza che svolgono la stessa funzione dell’amo, anche se non altrettanto efficacemente. Piccoli oggetti a due punte fatti di osso non sono rari nei siti predinastici del Fayum. Verso la fine del periodo predinastico fece la sua comparsa l’amo in rame, tuttavia rimase relativamente raro fino all’inizio dell’epoca dinastica. I primissimi ami erano di semplice fattura, più ad angolo che curvati. La punta era senza ardiglione e la testa, sullo

stesso piano dell’amo, era fatta piegando in due l’estremità del fusto per formare un occhiello. L’occhiello dell’amo era generalmente aperto, sebbene non siano rari gli ami con un occhiello completamente chiuso. Gli esemplari di ami dell’Antico Regno di Giza variavano per dimensioni da 1,5 a 2,5 cm di larghezza e da 2,5 a 3,5 cm di altezza. Gli ami dell’Antico Regno generalmente mancavano di ardiglione. Questo stile di amo durò fino all’epoca del Medio Regno e pare che venisse ancora usato, anche se molto meno frequentemente, durante la dinastia XVIII. Sulla base delle testimonianze archeologiche, gli ami da pesca con ardiglione divennero popolari in Egitto attorno alla Dinastia XII.

La più antica raffigurazione di un pescatore con la canna, Pittura murale egizia, 2000 a.C.

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Con proporzioni leggermente modificate, questi ami attraversarono il Nuovo Regno e durarono fino al Periodo Tardo (dinastia XXVI), sebbene in quello stadio fossero spesso di ferro anziché di rame. Gli ami del Nuovo Regno mancavano però spesso di occhielli, mentre l’estremità del fusto era leggermente espansa, presumibilmente per martellamento. Questo design consentiva di allacciare la lenza sotto la paletta; la legatura infatti era posizionata al di sotto nel punto meno espanso, proprio come accade oggi nell’utilizzo degli ami “moderni”. Lo studioso Petrie notò che alcuni degli ami da pesca del Nuovo Regno dissotterrati da Medinet Gurob, benché avessero un design migliorato per attaccare la lenza, spesso non erano ben fatti come quelli del Medio Regno. In epoca greco-romana gli ami egiziani differivano già solo lievemente da quelli in uso nel mondo classico in generale. Le rappresentazioni che mostrano l’uso di amo e lenza non sono rare nelle tombe dell’Antico Regno, sebbene tali scene siano sempre secondarie rispetto alla scena principale. Le tecniche di pesca Nella maggioranza dei casi la scena principale ritrae il proprietario della tomba su una barca di papiro, impegnato nella pesca con l’arpione o nell’uccellagione. In una scena di pesca con la lenza della Tomba di Ti dell’Antico Regno viene raffigurato un pescatore che tira a bordo un grosso pesce gatto. L’uomo con la mano sinistra afferra la lenza e nella destra tiene un bastone, stando in equilibrio pronto a uccidere il pesce una volta tratto a bordo. In un’altra scena del Vecchio Regno nella Tomba di Idout, il pescatore tiene la lenza con l’indice teso per percepire il minimo strattone della lenza. L’estremità della lenza è armata con una serie di cinque ami; su uno di essi è stato catturato un grosso pesce gatto. Una rassegna di scene mostra che le specie di pesci pescati all epoca erano molte. Nel Vecchio Regno la pesca con lenze a mano sembra essere stata un’attività svolta esclusivamente con imbarcazioni. I pescatori stessi sono generalmente rappresentati, probabilmente con un fondo di verità, come anziani contadini. Spesso vengono mostrati con una lenza di crine che si perde in lontananza e indossano una tunica per scaldarsi. La pesca con lenza a mano non era limitata ai contadini, ma a quanto pare veniva praticata con piacere dai nobili nel loro tempo libero. Nella tomba di Mereruka un pescatore con la lenza è seduto su una barca di papiro in compagnia del corpulento fratello di Mereruka, che sta facendo chiaramente una crociera di piacere nelle paludi. Nel Medio Regno le scene con lenze a mano diventano meno frequenti, ma alcuni esemplari mostrano uomini che pescano con una lenza a mano da riva oltre che dalla canoa.

Trappola per Tilapia, Dinastia X, Museo egizio del Cairo.

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STORIA & COLLEZIONISMO: La pesca nell’Antico Egitto

Tomba di Saqqara. Dinastia V, museo egizio del Cairo Sarcofago di pesce, epoca tarda.

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La canna da pesca e il mulinello Sono stati rinvenuti antichi attrezzi di pesca egizi in siti archeologici che vanno dai tempi preistorici fino al periodo greco-romano. Le testimonianze derivanti da varie fonti indicano che le fiocine, le reti, le trappole e gli ami erano già tutti in uso nel 2400 a.C. (tarda dinastia V). Nel 1950 a.C. (dinastia XII) era già impiegata anche la canna. Purtroppo è attualmente impossibile definire una sequenza databile per questi attrezzi di pesca esclusivamente sulla base del loro rinvenimento e della loro provenienza archeologica. Nondimeno, si possono trarre alcune conclusioni sugli attrezzi e il loro uso sulla scorta delle prove ottenute attraverso l’analisi di oggetti rinvenuti da indagini archeologiche e delle rappresentazioni di attrezzi da pesca nell’arte egizia. È nel Medio Regno che viene raffigurata per la prima volta la canna. Nel registro di Beni Hasan (Tomba di Khnumhotep) viene mostrata la prima scena nota di pesca (ca. 1950 a.C.) che raffigura l’uso di una canna in Egitto. Gli esempi di pesca con la canna continuano fino al Nuovo Regno, come indica la testimonianza di Tebe. Nelle tombe di Tebe del Nuovo Regno viene mostrato un cittadino comune o un servitore e il proprietario stesso della tomba impegnato nella pesca con canna. Inoltre la pesca non avviene più sulle rive del Nilo o di un canale, ma entro i confini di un giardino; la lenza viene piazzata in una peschiera ben definita. In tutte le scene del Nuovo Regno il proprietario della tomba è seduto su una sedia, spesso con sua moglie dietro di lui ad aiutarlo con le canne o a recuperare la preda. In queste raffigurazioni di solito venivano impiegate due canne. Anche se probabilmente tutte le classi si dedicavano alla pesca nel loro tempo libero, le scene del Nuovo Regno non ritraggono semplicemente una piacevole gita o un mezzo di sostentamento per il defunto. Esse rappresentano piuttosto un messaggio di rinascita reso evidente dalla preda, che è sempre una Tilapia, il simbolo della rinascita. Si è ipotizzato che l’uomo che prende un pesce gatto rappresentato nella Tomba di Ti stia usando una lenza scorrevole sulla canna e forse l’uso di un mulinello. È però più probabile che l’oggetto in questione sia un bastone.

Tomba di Rahotep, dinastia IV, tratto da “Fish and Fishing in ancient Egypt” di Douglas Brewer e Ren.

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STORIA & COLLEZIONISMO: La pesca nell’Antico Egitto

Pesca con arpione , tomba di Ankhtifi, tebe XI dinastia, fine III millennio a.C. Ovviamente è possibile che l’oggetto potesse essere usato sia come bastone sia come un posto adatto per avvolgerci la lenza. Le esche Non disponiamo di informazioni sull’esca usata dagli antichi pescatori egizi ma le scene che ritraggono pesci allamati per la bocca suggeriscono l’uso di esche. L’affermazione dello studioso Wilkinson, “in ogni caso essi adottarono un’esca per la pesca di fondo, senza galleggiante”, non trova conferma nelle antiche scene, dove l’esca non viene

mai mostrata sugli ami. Un’allusione curiosa all’uso di esche è però menzionata in un passo del Libro dei Morti. Il passo sembra recitare: “Non ho preso pesci con esche tratte dai loro corpi”. Ulteriori prove dell’uso di esche si trovano in un papiro del Nuovo Regno, che racconta una divertente gita di pesca e menziona l’uso di esche. In questo caso il metodo di pesca è tramite fiocina o freccia, suggerendo che l’esca fosse usata per attirare i pesci in zona di tiro della fiocina. Ringraziamo la “Leonardo Arte Edizioni” di Milano da cui sono state prese alcune illustrazioni.

Tomba di Ti, Saqqara, V Dinastia metà del III millennio a.C.

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Per me è sempre un onore presentare un libro di Alvaro Masseini, un amico e una grande scrittore… Giorgio Cavatorti

Acque magiche Il viaggio e la pesca a mosca sono, oggi più che mai, un binomio indissolubile, sia perché il pescatore è curioso per natura e quindi vuole scoprire nuovi fiumi, acque diverse e differenti pesci, sia perché ormai dalle nostre parti di pesci ne sono rimasti pochi, per cui il passaporto da molto tempo è diventato uno strumento importante per l’esercizio al meglio della disciplina. Se è vero che raccontare è resistere, se davvero l’io narrante è un antidoto al conformismo, all’omologazione e alle ‘retoriche del disumano’ oggi prevalenti, questa antologia fotografica vuol essere un contributo in tale direzione, insieme alla testimonianza di un pescatore a mosca ambientalista per il quale il viaggio e la pesca hanno finito per fondersi e divenire un amalgama inscindibile di una passione e di una irrequietezza che non si è ancora placata. www.alvaromasseini.it

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1° PREMIO Viaggio in Canada

2° PREMIO Viaggio in Irlanda sabato 27 e domenica 28 Marzo 2010 all’interno della manifestazione fieristica si terrà il:

1° Trofeo Gamakatsu Gara di costruzione mosche artificiali

3°/4°/5°PREMIO Weekend in Austria

1° Premio: Viaggio di pesca in Canada offerto da: “Le Reve House” 2° Premio: Viaggio di pesca in Irlanda offerto da: “Pikepride” 3°/4°/5° Premio: Weekend di pesca in Austria presso le riserve: “Aktiv Hotel di Gargantini” - “Hotel Braurup “ - “Hurch fly fishing”

SPONSOR

informazioni per iscriversi alla gara : info@cavatortigiorgio.it


Le trote di mare della Danimarca Danish seatrout testi di/ by Sandro Mediani fotografi e/photos Valentina Scarabelli



VIAGGI: Danimarca - Le trote di mare - Danish Seatrout In Danimarca la primavera dalla fine di Aprile è verde e fiorita. La regione del Fyn in particolare è ricca di boschi e campagne. All’orizzonte qua e là non è difficile imbattersi in suggestivi castelli e tipiche case immerse in un verde curato. La tranquillità che si respira vede la sua naturale conseguenza nel carattere gioviale e sereno della gente i cui ritmi sono scanditi da appuntamenti fissi: una buona birra gustata al porto, un giro a cavallo o una grigliata tra vicini. In questo periodo le città si animano di vita, di belle ragazze e tanta voglia di fare tardi tra concerti all’aperto...e buone bevute.

8 aprile 2009, ore 4.45 del mattino: la sveglia del telefono suona inesorabilmente; apro gli occhi, la spengo e quasi sto per ricadere nel sonno, ma qualcosa mi fa sobbalzare. E’ ora di muoversi ! L‘appuntamento è per le 6.00.

The spring season in the end of April month in Denmark, is green and flourish. The Funen county is especially rich in woods and countrysides. On the horizon, it’s easy to run into suggestive castles and typical houses tucked away among the gently countrysides. The perceptible tranquillity manifests itself in the jovial and calm temperament of the people, whose rhythms are defined by “fixed appointments” as a good beer tasted at the seaport, a horseback ride, or a good barbecue with neighbours. In this period the cities are brought to life by beautiful girls, open-air concerts, a lot of wish to stay up late...and glasses of good beer.

April 8, 2009, 4.45 am: the wake-up call rings inexorably; I wake up and I turn it off, than I’m falling asleep again when something awakes me... It’s time to hurry up!

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Ad attendermi ci sarà Andrea, conosciuto via telefono e primo compagno in questa nuova avventura. Le valigie e l’ attrezzatura sono già in macchina, dobbiamo essere in aeroporto a Bergamo per le 8.30. Nel tragitto ci conosciamo meglio ed essendoci già stato, Andrea mi dà le prime informazioni sulla pesca che andremo ad affrontare. Dopo un paio d’ ore di volo atterriamo a Billund. Ad aspettarci troviamo Omar Gade, amico di lunga data di Andrea e mio conoscente da alcuni mesi. Omar, 28 anni e danese di origine, vive in Italia da molti anni, è un bravissimo grafico e la sua ragazza Valentina è un’ ottima fotografa. In questa vacanza Omar sarà il nostro accompagnatore nell’organizzare le giornate, ma soprattutto sarà la nostra guida di pesca. Omar è un grande appassionato di pesca e conosce perfettamente i migliori spot per insidiare la trota di mare direttamente dalla spiaggia. Prima di lasciare l’ aeroporto, però, c’ è un “rito” da consumare: un ottimo spuntino a base di wurstel e birra…!

The appointment is for 6 o’clock. Andrea is waiting for me: I known him by phone and he is going to be the first fellow traveller for this adventure. Our bags and fishing gears are already in the car, we have to be in Bergamo airport at 8.30 am. In the route we know better each other, and Andrea gives me the first information about seatrout fishing. After two hours flight we are landing in Billund, Denmark. In the airport Omar Gade, a good friend of Andrea and my recent acquaitance, is waiting for us. Omar, 28 years old and Danish born, lives in Italy; he is a good graphic designer and his girlfriend Valentina is a nice photographer. However in this vacation Omar will be our “organization man”, but above all he will be our fishing guide. Omar is a great fishing passionate and he knows perfectly the best spots for fishing seatrouts directly from the beaches. But before leaving the airport we have to consume a “rite”: a very good snack hot-dog and beer based...! So, on a full stomach, after two hours travel time by car we arrive at our accomodation.


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Così, con la pancia piena, dopo un paio d’ ore di macchina arriviamo nella nostra accomodation. Ci dà il benvenuto una signora sorridente in compagnia di due bellissimi cani Labrador. L’ alloggio con il tetto in paglia è decisamente accogliente. Prendiamo possesso delle camere, ci prepariamo velocemente e partiamo subito per il primo spot di pesca. Strada facendo Omar ci comunica che la primavera è arrivata tardi causa un inverno molto lungo e quindi l’ acqua del mare è ancora piuttosto fredda, conseguentemente le trote ci sono ma sono ancora un po’ “ferme”. Mentre scendiamo dalla macchina comincia a piovere e si alza il vento. Omar e Andrea pescano a mosca. Io invece, pescando a spinning, ho decisamente vita più facile. Nonostante questo faccio fatica a concentrarmi, ad immedesimarmi in quello che sto facendo, non riesco ad “andare in pesca”. Mi servono quasi due ore e alcune centinaia di metri a piedi per capire che l’ approccio a questa pesca non ha niente

a che vedere con quelli che ho normalmente andando a pescare trote in fiumi o laghi. Omar quasi svegliandomi dal “torpore” mi dice: “Sandro, ritorna verso la macchina e prova a lanciare dopo il promontorio!” Con un cenno della testa gli rispondo che va bene, ho capito. Quando gli altri mi raggiungono, ho già effettuato diversi lanci. Ora mi sento meglio, non sono più spaesato. E poi all’ improvviso sento il filo irrigidirsi. La ferrata è immediata e immediata è la reazione della trota che si esibisce in un salto spettacolare. Non è grande, ma il colore argento vivo e i radi punti neri la rendono bellissima. Pochi secondi dopo riesce a liberarsi con una breve fuga. Non fa niente, quello che conta è averla sentita. E adesso tutti i dubbi sono spariti. Certo non è una pesca facile, le variabili determinanti sono molte e scegliere una spiaggia piuttosto che un’altra richiede esperienza, ma questo rende la sfida ancora più bella.

A smiling lady with her two beautiful labrador dogs receives us. The lodge with its thatched top is undoubtedly welcoming. Shortly after we are already on the way to our first fishing spot. On the way Omar tells us that the water in the sea is still cold because of the long winter, therefore the trout activity is a little “slow”. While we get out of the car it starts to rain and the wind gets up. Omar and Andrea start fly-fishing. It’s easier for me to fish in this weather conditions as I decide to fish with my spinning rod. Despite that, I can’t concentrate in what I am doing: I can’t fish “in the right way”. I need almost two hours fishing and hundreds meters on foot to understand that this type of fishing has nothing to do with the rivers and lakes trout fishing I am accostumed to. Omar, waking me up from my “numbness”, tells me: “Sandro, go back near our car, and try to cast your lure behind the promontory!”

I beckon, it’s ok. When Omar and Andrea reach me, I have already made some casts. Now I feel better, and I’m no longer disoriented. Than, after a short time, I feel the line coming to a stop. I immediately lift up my rod and at same time a trout performs a spectacular jump out of the water surface in front of us. It’s not a big fish, but the silvery color and the black points convey all her beauty. After few seconds the fish is able to become free from the hook. It doesn’t matter, the important thing is to have felt it. Now all the doubts disappear. Sure this isn’t a simple type of fishing, there are many determinant variables, and choosing a beach rather than another it’s a matter of experience, but this makes the “challenge” bigger. Returning for dinner, Omar explains that seatrout have a strong defence characterized by sudden escapes and continuous jumps out of the water, so loosing some fish is quite frequent. The dinner is very good, except an unconvincing Papaya-


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Rientrando per la cena Omar mi spiega che le trote di mare hanno una difesa molto tenace con salti e fughe repentine e quindi non è difficile che riescano a slamarsi. La cena è ottima a parte un improbabile patè di papaia, che però sarà motivo di risate nei giorni a venire. La compagnia di Omar e Andrea è fantastica, troviamo subito l’affiatamento giusto, e tra una birra e una battuta facciamo tardi. Tocca a Omar l’ amaro compito di porre fine alle risate, comunicandoci l’ ora della sveglia: le 4 e mezza !!! La nostra guida, molto professionalmente, ci comunica che se vogliamo avere più possibilità di catturare le trote di mare dobbiamo essere sugli spot già all’ alba. Senza lamentarci più di tanto andiamo a dormire. La mattina seguente Omar ci guida in un nuovo spot dove troviamo altri pescatori, sia locali che provenienti da diversi paesi nordeuropei. Con alcuni scambiamo alcune parole e tutti ci fanno notare che l’ acqua è ancora fredda, ma che insistendo nei posti migliori si possono fare ottime catture. Noi non ci spaventiamo, Omar è la nostra guida e si sta

dimostrando all’ altezza in ogni situazione; dobbiamo solo ascoltarlo e seguire i suoi consigli…. Nei giorni a venire siamo riusciti ad effettuare diverse catture sia a mosca che a spinning e in diversi spot, nonostante la temperatura dell’acqua ancora fredda e naturalmente grazie ai preziosi consigli che Omar ha pazientemente dispensato con pacatezza e signorilità. La taglia più usuale delle catture è stata sui 40 cm, ma non sono mancati esemplari superiori ai 50. In ogni caso in queste spiagge ogni anno vengono catturate molte trote oltre i 4-5 kg di peso con catture record che superano anche gli 8 kg. Tutto questo è il frutto di un ambizioso progetto della regione “Fyn”, che dal 1990 ad oggi ha immesso milioni di piccoli salmonidi nei corsi d’acqua della zona ed ha rivisto il letto di molti canali (a volte semplici rigagnoli d’acqua) in modo da permettere la risalita e la discesa annuale delle trote da e verso il mare. L’aspetto piu affascinante di questa pesca è che ogni lancio può essere quello giusto per agganciare il pesce della vita.

pâté appetizer, which will be a funny reason for laughing in the following days. Omar and Andrea’s company is fantastic, we find the right harmony from the beginning, and between a beer and a joke, we stay up late. Omar has the bitter role to stop all our jokes, by telling us that next morning we have to get up at 4:30 !!! Our guide, very professionally, tells us that to have more chances to catch seatrout, we have to be on the spots early in the morning. Next morning Omar guides us to a new fishing spot where we meet other anglers, both Danish and from other northeuropean countries. Talking with them, they explain that the water is still cold, but if we insist in the best spring spots we can catch seatrouts anyway. We are not scared, Omar is our guide, and he turns out on top of every situations; we just have to listen to his advice... In the next days, despite the cold temperature of the water, thanks to Omar’s advice we capture various seatrouts, with both fly and spinnig gear. The standard size of the fish was somewhere about 40 cm,

but we also captured some fish over 50 cm. Anyhow in those beaches every year many seatrouts over 4-5 kg are captured, with some record fish of over 8 kg. This is the result of an ambitious project of the Funen county, which from 1990, released millions of small seatrout in rivers mouths around Funen, and worked on many of the waterways of the region, in order to make the migration back into the rivers to lay eggs. The more exciting aspect of this type of fishing is that every cast can be the right one to catch the fish of the life. Odense In the center of the older part of Odense it is possible to visit the house of the famous fairy tale writer Hans Christian Andersen, who was born here in the beginning of 1800. Here there is also a cultural center “Fyrtojet” which organizes various events for children. Near this significant stop there’s the Biopark, where there are a large number of different animal species, and there also the teatre where H.C Andersen’s fairy tales are often acted. Odense is also well-known for its beautiful palaces and


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VIAGGI: Danimarca - Le trote di mare - Danish Seatrout Da vedere a Odensee

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Nel centro della parte vecchia di Odense si può visitare la casa di Hans Christian Andersen, il famoso scrittore di fiabe per bambini che vi nacque agli inizi del 1800. Presso la casa si trova anche il Fyrtojet , un centro culturale che organizza molti eventi per il divertimento dei più piccoli. Poco distante da questa importante tappa c’è il bioparco, tra i più completi della Danimarca con un gran numero di specie animali, ed anche il teatro dove spesso vengono recitate le fiabe dello scrittore. Odense è conosciuta anche per i suoi bei palazzi e per l’atmosfera tranquilla delle sue strade, percorribili comodamente in bicicletta. Da vedere la Cattedrale di San Knud originariamente costruita intorno all’anno 1000 e poi più volte riedificata. Questa è una chiesa in stile gotico e dentro vi sono i resti mortali del santo patrono della Danimarca, San Canuto (Knud) che fu ucciso da ribelli dentro una chiesa della città nel 1086. Tutto da vedere è il grande centro culturale Brandts Klae-

defabrik, il primo della Danimarca fondato nel 1987. Al suo interno sono organizzati eventi, concerti ed incontri; è inoltre dotato di ristorante e caffè. Importante il museo dove si trovano anche mostre permanenti d’arte e fotografia ed il centro per i giovani. Per i più piccoli altri appuntamenti da non perdere sono rappresentati dal Museo Preistorico e dal museo Il villaggio della Fiona , dove all’aperto d’estate si svolgono le rappresentazioni delle fiabe scritte dal più illustre cittadino di Odense. I dintorni della città sono anch’essi pieni di attrazioni: a circa 20 minuti di distanza si trova il parco acquatico, dove vivono molti esemplari di fauna marina. Naturalmente non mancano ancora centri di divertimento per bambini e città dei ragazzi, come a Bornebyen e Lovens Hule. Poco più distante, meno di 30 km dal centro cittadino, c’è il parco divertimenti più famoso della zona, il Fun Park Fyn , con giostre, zone ristoro, parco acquatico e piccolo zoo.

the quiet atmosphere of its comfortably biking roads. Not to be missed is Saint knud’s cathedral originally built around year 1000, then rebuilt. In this gothic church, the body of Saint Canuto (Knud), the saint patron of Denmark, who was killed in 1086 by the rebels inside a church of the city. Another significant place in the city is the cultural center called Brands Klaedefabrik, the first in Denmark, established in 1987. In this centre events, concerts and meeting are organized, and there is also a restaurant and a cafe. An important institution is the museum where there also are permanent art and photography exhibitions, and the

“youth centre”. Other places for the youngest are the Prehistorical Museum and the open air Museum of Funen, where in the summer season famous fairy tales written by the most illustrious citizen of Odense are performed. In the surroundings of the city there are other interesting places, 20 minutes outside the town it is possible to visit the Aquatic Park, with many different species of marine animals; there are also other places for the youngest as the small children town Bornebyen or the Lovens hule. 30 km outside Odense there’s the well-known “Fun Park Fyn”, with carousels, refresh zone, aqua park and a small zoo.


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Le donne e la pesca. di Giorgio Cavatorti



STORIA & COLLEZIONISMO: Le donne e la pesca

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La Commissione Travis, istituita alla fine degli anni Settanta in Inghilterra per condurre un’ampia inchiesta sul ruolo occupato dalla pesca con la lenza nella vita britannica, stimò che la pesca avesse un’immagine maschile che poteva respingere piuttosto che attrarre le donne. In un’inchiesta nazionale sulla pesca con la lenza del 1973 un ricercatore affermò: “Sembra che una delle attrazioni della pesca per gli uomini sia la capacità di questo sport di liberarli dai vincoli domestici”. In altre parole, “fuggire dalla moglie per un po’. ” Ma è proprio vero?

Può darsi che lei passi di lì e si fermi per ammirare l’uomo vigoroso che esercita la sua arte, oppure può pescare lei stessa. Che bello imbattersi in una graziosa pescatrice caduta in disgrazia – un amo nella gonna, un’esca finita in un ramo o in lotta con un grosso pesce da trarre a riva – il cavaliere errante viene in soccorso e allama non solo il pesce. Il secondo stadio è ora raggiunto e la nostra aitante pescatrice accompagna il suo uomo o come spettatrice che dà cauti consigli, o come ammiratrice silenziosa o per un garbato corteggiamento durante i momenti di inattività – e

Piccolo magazine del New England - USA

Cartolina inglese umoristica del 1940

Se lo è, è sempre stato così? Molte testimonianze di vecchie cartoline suggeriscono che non sia sempre stato così e in effetti sembrerebbe che il gentil sesso un tempo si dilettasse molto con la pesca. Da queste testimonianze sembrerebbero esserci quattro stadi nell’atteggiamento del pescatore nei confronti delle donne, siano esse vere e proprie pescatrici o partecipi del diletto degli uomini per questo sport. Il primo stadio è l’immagine romantica dove il pescatore ottimisticamente sogna di incontrare la sua futura moglie sulla riva.

quasi certamente come organizzatrice di un pranzo a picnic. Al terzo stadio supponiamo che le nostre coppie si siano sposate. Ora, se la giovane moglie non era già una pescatrice, non le basta starsene semplicemente seduta ad ammirare. Lei deve condividere i piaceri del marito. Si comprano abiti e attrezzatura adatti e lei permette al marito di mostrarle come si fa, almeno per un po’. Questo stadio è generalmente l’ultimo con la maggior parte degli uomini.


STORIA & COLLEZIONISMO: Le donne e la pesca

Arrivano i bambini e la graziosa pescatrice si ritira volontariamente dalla scena. Può ritornare allo sport quando i bambini sono più grandi o sono cresciuti e se ne sono andati di casa. Questo è il quarto stadio, associato ad anni più maturi o a un’età più anziana. Nel corso degli anni c’è stato un buon numero di pescatrici molto famose. La prima posizione spetta alla signorina Georgina Ballantine, che prese il salmone più grande mai pescato con canna e lenza in Gran Bretagna.

in cui le sue catture di salmoni furono a due cifre. Educò bene i suoi figli, che sono ora entrambi eccellenti pescatori, soprattutto Richard. La storia delle donne pescatrici risale a molto tempo fa e il loro ruolo in questo sport può essere tracciato a partire dalla letteratura sulla pesca con la lenza, alla quale modestamente contribuirono. Lasciarono il segno fin dall’inizio e uno dei primissimi libri di pesca – Il trattato di pesca con la lenza , stampato per la prima volta nel 1495 nel secondo Libro di S. Albans – venne attribuito a Donna Juliana Berners, la quale, secondo la

Dipinto inglese del 1880

Cartolina americana del 1960

Era un salmone da 64 libbre pescato nel fiume Tay nel 1922. La regina Elisabetta era anche lei un’eccellente pescatrice di salmoni che senza dubbio esercitò una grande influenza sul nipote, il Principe del Galles, che è ora un pescatore di salmoni molto competente. Probabilmente una delle più eccezionali pescatrici con la lenza, notata per le sue imprese nella pesca e per la sua resistenza sovrumana, fu la defunta signora Jessie Tyser della Tenuta Gordonbush, nel Sutherland. Il suo fiume era il Brora e non si conta il numero di giorni

leggenda, era una monaca e una sportiva. Il primo manoscritto del Trattato risale al 1450, quasi duecento anni prima che venisse pubblicato il famoso Complet Angler di Izaak Walton. Juliana Berners non fu però la prima donna a pescare con la lenza. Questa posizione sembra debba essere attribuita a Cleopatra, almeno secondo Shakespeare:

Cleopatra

Datemi la mia lenza; andremo al fiume: là – Mentre la mia musica suonerà da lontano,

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STORIA & COLLEZIONISMO: Le donne e la pesca

PubblicitĂ della Kingfisher del 1940

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STORIA & COLLEZIONISMO: Le donne e la pesca

insidierò I pesci dalle pinne fulve; il mio amo ricurvo trapasserà Le loro mascelle melmose; e, tirandoli su, Crederò che ognuno di essi sia un Antonio, E dirò, “Ah, ah, siete preso!”

(Antonio e Cleopatra, Atto 11, scena V)

Nel 1683 fu pubblicata la terza edizione di La delizia della

Calendario pubblicitario del 1904

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dama raffinata con una sezione di venti pagine sulla pesca. Anche questo libro fu attribuito a una donna, una certa Hannah Wolley. Poi, quasi duecento anni dopo, Diane Chasseresse, pseudonimo della signora Walter Crayke, produsse Scenette sportive , che conteneva quattro capitoli sulla pesca al salmone e alla trota. Un volume importante uscì nel 1892 ad opera di un gruppo di donne. Si trattava del Libro sportivo della gentildonna , edito da Lady Greville. Lady Colin Campbell scrisse un capitolo sulla pesca alla tro-

ta, così come fece la signorina Starkey; le signore Steuart Menzies e Diane Chasseresse contribuirono con capitoli sulla pesca al salmone e quest’ultima ne produsse anche uno sulla pesca al merluzzo. Infine, la quinta autrice, la signora Stagg, scrisse sulla pesca alla spigola e al tarpone. La signora Hilda Murray fece pubblicare nel 1910 Echi di sport , che conteneva due capitoli sulla pesca, e la signora Victor Hunt scrisse Caccia, tiro e pesca nel 1953. Nel 1980 Patricia King fece pubblicare i diari di pesca della zia, Muriel Foster.

Dipinto inglese del 1840 ca.

Muriel Foster era non solo una pescatrice sensibile, ma anche una raffinata artista e le scenette che illustrano i suoi diari li rendono indubbiamente una delle più affascinanti testimonianze di pesca a memoria d’uomo. Dall’altra parte dell’Atlantico, dove si dice che le donne portino i pantaloni, le pescatrici hanno anche loro messo mano alla penna. La signora Oliver C. Grinnel e altre produssero La pesca americana, pubblicato dalla Derrydale Press nel 1935. Chris Farrington nel 1951 mostrò che le donne sapevano pescare nel suo libro Le donne sanno pescare , mentre Be-


STORIA & COLLEZIONISMO: Le donne e la pesca

atrice Cook nel 1944 scrisse la saga di una vedova di pesca intitolata Finché la pesca non ci separi , seguita nel 1955 da un testo con un titolo ugualmente enigmatico, La verità è più forte della pesca. Ora, con l’emancipazione, le donne sembrano aver chiarito il proprio punto di vista e non hanno più il tempo di scrivere di argomenti così frivoli. Ci sono oggi meno pescatrici serie? È difficile sapere quale Paese abbia oggi il maggior numero di donne pescatrici in percentuale, ma è probabilmente l’Islanda, un Paese che, fin dopo la seconda guerra mon-

dialogo simile a quello descritto nell’Arte della pesca con la lenza (1577) sul ritorno del pescatore dal suo sport:

Pescatore Moglie Pescatore

Pubblicità americana del 1950

Dipinto inglese del 1870

diale, ha prodotto pochi pescatori di ambo i sessi. Non dovremmo terminare questo capitolo senza lasciare che siano le donne, pescatrici o no, ad avere l’ultima parola. La lattaia e sua figlia nel Pescatore incompleto di Burnand (secondo il maestro Izaak Walton) hanno questo da dire: “Amiamo entrambe pescatori con la mosca, sono uomini così onesti, civili e pacifici”. Un sentimento condiviso, senza dubbio, da molte brave mogli! Forse tutti noi pescatori abbiamo fatto esperienza di un

Allora, moglie, è pronto il brodo? Ho avuto proprio del bel tempo libero, signor marito. Dove è stato tutto il giorno? Ha pranzato? No, nient’affatto. Devo ancora mangiare dall’ultima volta che mi ha visto stamani, dunque mi faccia trovare pronta la cena il

Moglie Pescatore Moglie Pescatore Moglie

prima possibile. Lo farò, ma lei cosa ha portato per cena? Mi vada a prendere dei piatti da portata e lo vedrà. Eccone uno. E sufficiente? Nossignora, ne serviranno molti suppongo. Come vede, moglie, sarà una buona cena. Ora sono contenta di non averLe tirato dietro una vecchia scarpa stamattina quando mi ha svegliata per partire.

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Caccia & PESCA

nel cuore della lapponiasvedese

Info: Marco Tognazzi 338.8775887 - www.club-scandinavia.com



La vita dura della guida di pesca A fishing guide’s hard life Intervista/interview a/to Luca Castellani fotografiie/photos Marco Agoletti


L’INTERVISTA: la vita dura della guida da pesca - A fishing guide’s hard life

Some time ago a guide told me: “Believe me Giorgio, a fishing guide’s life is very hard: you must get up early in the morning, prepare your fishing rods and equipment, decide which route you will offer your client, prepare your picnic, check the battery of your camera and then eventually ask yourself questions like: < Will this client be able to fish well enough? How can I let him fish? How many flies will he lose?> etc.” My answer was very simple: <Yes, of course you’d better work in a foundry>. For the occasion of this article, I have involved my friend Luca Castellani, who is perhaps the only professional fishing guide I know in Italy, so that he’ll give me some information about his job. I caught the occasion during a fishing trip in the wonderful waters of the Nera river, where he often works. It was the opportunity I had been waiting for, for a long time. We had one of the best accommodations, at Cacio Re, managed by Paolo and his staff, and we had a very good time there. But let’s get to the point: now we’ll talk about the profession that fishermen envy the most, that of the fishing guide. Luca, for how long have you been making a living of this job?

I’ll start by telling you that it is not an occupation you should envy, because you do go fishing, but you don’t have the

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fishing rod with you, and really, it’s not always that nice. Anyway, I started for fun in 2001 and now it is my main activity in the fishing season. What kind of fishermen are your clients?

This question needs a rather developed answer. There are different types of clients with different levels of abilities and knowledge of fly-fishing. Everyone has got different motivations and different reasons for which they rely on a guide’s cooperation. So we have a puzzle of situations, in which everyone has some of the features we talked about earlier, but the final result is that every client is different from another one. And so, the situation you’re working in is unique. The guide’s skill is to adapt to the situation and achieve results. The only thing that counts is whether you really want to be frank. As you have already guided fishermen from all the continents, could you please tell us something about their merits and defects, if they have any? Italians are on average the best launchers. I said launchers, not fishermen. They pay the least attention to your advice and sometimes I even think: <why did they take a guide?> For example: if two friends share a guide, and one is good and the other a


L’INTERVISTA: la vita dura della guida da pesca - A fishing guide’s hard life Tempo fa una guida mi disse: “Credimi Giorgio, la vita della guida di pesca è molto dura; alzarsi la mattina, preparare le canne da pesca e l’attrezzatura e decidere che itinerario far fare al cliente, preparare il pic nic, controllare la batteria della fotocamera e poi ancora porsi mille domande: sarà in grado questo cliente di pescare decentemente? come lo faccio pescare? quante mosche mi perderà? ecc.. La mia risposta fu molto semplice: “Sì, sicuramente è meglio lavorare in fonderia”. Con il pretesto di questo articolo ho tirato in ballo l’amico Luca Castellani, forse l’unica guida professionista di pesca in Italia che conosco, così da avere da lui qualche informazione in merito. L’occasione è capitata con una gita di pesca nelle splendide acque del fiume Nera, in cui lui spesso opera; è stata l’opportunità che aspettavo da tempo. L’alloggio è stato dei migliori, al Cacio Re di Paolo e staff ci siamo trovati benissimo. Ma veniamo al sodo, ora parliamo della professione tra le più invidiate dai pescatori, la guida di pesca. Luca, da quanto tempo vivi di questo mestiere? Inizio dicendoti che non è una professione da invidiare, nel senso che vai a pescare ma non hai la canna in mano e credimi qualche volta non è così divertente; comunque cominciai per gioco nel 2001 ed ora è la mia attività principale in tempo di stagione di pesca. Che tipi di pescatori sono i tuoi clienti? Questa domanda ha bisogno di una risposta un po’ articolata. Ci sono varie tipologie di clienti e questi hanno diversi

gradi di abilità e conoscenza della pesca a mosca. Ognuno ha motivazioni diverse e differenti ragioni per cui si affidano alla collaborazione di una guida. Quindi un cliente non è mai uguale all’altro e la situazione in cui ci si trova ad operare è quindi unica. La bravura della guida sta nell’adattarsi a questo, e produrre risultati. L’unica cosa che conta, se voglio essere realmente franco. Visto che oramai hai guidato pescatori provenienti da tutti i continenti, raccontaci un po’ quali, se ci sono, i loro pregi e difetti? Gli italiani mediamente sono i più bravi “lanciatori”. Ho detto lanciatori, non pescatori. Sono quelli che ascoltano di meno i consigli e qualche volta arrivo perfino a pensare “perché hanno preso una guida?” Per farti capire, se un paio di amici dividono un servizio guida e uno è bravo mentre l’altro è alle prime armi, puoi star certo che quello che avrà i pesci più grandi alla fine della giornata sarà il secondo: ha seguito i consigli della guida. Gli americani hanno già pescato quasi sempre su fiumi importanti in giro per il mondo quando arrivano da noi. Quelli più “esperti” hanno, non poche volte, difficoltà a far uscire una coda del quattro dalla canna, ma sono quelli che vogliono il servizio dalla guida. Sono i miei preferiti. Se sei disattento, magari stai osservando la superficie dell’acqua per capire se sta cambiando qualcosa, e non stai guardando il tuo cliente all’opera, lui aspetta a fare il lancio fino quando non gli indicherai dove deve posare la mosca. Anche se sono passati minuti. Se non gli dici dove mettere la mosca, lui non lancia.

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L’INTERVISTA: la vita dura della guida da pesca - A fishing guide’s hard life

beginner, you can be sure that the latter will have got the biggest fish at the end of the day: he will have followed the guide’s advice. Americans have almost always fished on important rivers around the world already, before they come to us. It happens quite often that the most experienced ones find it difficult to let a 4” tail come out of the rod, nevertheless they want the guide. They are my favorite ones. If you don’t pay attention, perhaps you are observing the surface of the water in order to understand if something is changing without looking at your client’s activity, he’ll wait for the cast until you show him where to hold the fly. Even after a while. If you don’t tell him where to cast the fly, he won’t cast at all.

The English are always surprised to catch big trout in the Nera and Tevere River, during the day with an external temperature of more than thirty-five degrees. Generally they are good fishermen. Australians go crazy for our bamboo rods; they almost always request them for the guided trip. I have got some bamboo rods, built by some of my friends from IBRA and I place them at disposal for the guided services. As for Hollanders, Belgians, Danes, Brazilians and SouthAfricans, I’ve only dealt with some of them, therefore I haven’t got a sufficient case history to get a precise idea of them. The only thing that all fishermen have in common is the search for fish of a big size. The bigger fish they catch, the

Due istruttori della Scuola Italiano Pesca a mosca in azione sul Sangro

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L’INTERVISTA: la vita dura della guida da pesca - A fishing guide’s hard life

LastupendavallatadelfiumeNera,èsenz’altrounadellezonedell’Umbriamenonoteaipercorsi turistici“tradizionali”,comeAssisi,Spello,Montefalco,Perugia,Orvietoecc.;edèproprioquesto caratterecosi’incontaminato,verdeggiantedovel’occhiosisoffermaammiratosuPaesiniperfettamenteristrutturatidipietrabianca,VallodiNeraneèsenz’altroilsimbolopredominante,lesue murailcastellomedioevale,leChieseromanichearricchitedapreziosiaffreschidiscuolagiottesca; quindinaturaeculturasifondonoperfarassaporareilcontattoconlaterra,lestagioni.Tuttociò cihaspintoquasidieciannifàinquestastupendaavventuracheèLaLocandaCacioRe.Unpiccolo Ristorantedoveabbiamounitosapientementeimagnificiprodottidiquestaterra,allenostreesperienzepassateriuscendoaproporredeiMenùinnovativisenzamaidimenticareletradizioniumbre. Lostimoloprincipaledellenostreideesonostatii“Formaggi”,senzamaidimenticareilprelibato Tartufo nero , i salumi derivanti dalla straordinaria tradizione norcina (o di Norcia), le carni ,specialmente l’agnello, derivanti da allevamenti allo stato brado. Il fiume Nera ci ha fornito infine le trote, i gamberi le anguille, da acque ancora cristalline. Non rimanevacheunabenfornitaEnotecadovespiccanoivinidellavicinaMontefalco,maarricchitada etichettedituttaItaliaedancheestere,preziosidistillaticheciaiutanoaconcludereunastupenda giornata trascorsa magari a pescare sul fiume. LesobriestanzedellaLocandaaccolgonoinfineinostriospiti,regalandoilsilenziodellanotterotto solo dai rumori di qualche animale notturno. Ilrisvegliopoi,saràpiùdolcedelriposo,infrantodal profumodeidolcifattidanoiognimattino, dalle nostre marmellate, dai formaggi freschi e dal prosciutto appena affettato.

Gli inglesi sono sempre sorpresi che nelle acque del Nera e del Tevere si catturino le trote di taglia durante il giorno con una temperatura esterna sopra i trentacinque gradi. Mediamente sono buoni pescatori. Gli australiani vanno matti per le nostre canne in bambù, quasi sempre me ne fanno richiesta per il servizio guida. Ho alcune canne in bambù refendù, costruite da alcuni miei amici dell’IBRA, che metto a disposizione per i servizi guida. Per quanto riguarda olandesi, belgi, danesi, brasiliani, sudafricani, ne ho serviti saltuariamente, quindi non ho una casistica così consistente per poter farmi un’idea precisa.

L’unica cosa che accomuna tutti i pescatori è la ricerca della taglia dei pesci. Più il pesce catturato è grande, più la guida è brava. Hai guidato anche personaggi importanti? Sì, per merito del World Tuscany Open le nostre acque hanno avuto una risonanza mondiale e di conseguenza molti personaggi famosi hanno potuto testare le nostre acque: politici stranieri molto importanti, attori e personaggi dello spettacolo e non, con nomi altisonanti conosciuti nel loro mestiere a livello internazionale.

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L’INTERVISTA: la vita dura della guida da pesca - A fishing guide’s hard life

better the guide is. Have you also guided important people? Yes, thanks to the World Tuscany Open, our waters have been known far and wide all over the world and as a consequence many famous people were able to test them. Among them are important foreign politicians, actors, show business people and others, with sonorous names known worldwide in their field. However, the guide’s satisfactions are of different kinds.

Once a photography professor of the University of Montana, who lives between the Silver Creek and the Madison River, caught the two biggest fish of his life with a dry fly, one in the Nera and the other in the Tail Water Tevere, guided by me. He is an excellent fisherman. Or another time in the Santa Susanna river. That day it was the only river in which you could fish, as the Nera and the Tevere were still closed to fishing. It was my client’s first day of fly-fishing. He had never had a fly-rod in his hands before. Although the river was crowded with people, the only se-

serie a w i a nne D rie misure a c e v a.Va nuo c e 5. s l o o v m coda rri a i a a d c n e i s i Sono t per la pe 4 alla 10 p da ligh edi co Truef i p 8 ibili. c n i . v dalla n 2010 zzo i a e s r s p a F tà e alogo t Quali a c l bili su a n o i s Vi

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L’INTERVISTA: la vita dura della guida da pesca - A fishing guide’s hard life

Ma le soddisfazioni della guida sono altre. Immagina che un professore di fotografia dell’università del Montana, che vive tra il Silver Creek ed il Madison River, i due pesci più grandi della sua vita, a mosca secca, li ha pescati uno nel Nera e l’altro nella Tail Water Tevere, guidato da me. Lui è un ottimo pescatore. Oppure un’altra volta nel Santa Susanna. Quel giorno era l’unico fiume pescabile, Nera e Tevere erano ancora chiusi alla pesca. Primo giorno di pesca a mosca del mio cliente.

Non aveva mai preso una canna da mosca in mano prima di quel momento. Fiume affollatissimo di gente, le uniche sette trote pescate sono state catturate da lui. Oppure quando ho guidato un pescatore della nazionale scozzese che ha preteso che pescassi con lui dopo che mi ha visto in azione, in modo da poterci confrontare in ogni situazione. Sono queste le realtà che mi danno soddisfazione anche se non nego di aver provato piacere e orgoglio nell’aver visto Van Klinken a pescare mentre indossava il mio giub-

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ven trout caught were fished by him. Or when I guided a fisherman of the Scottish National Team, who wanted me to fish with him after observing me, so that we could compare ourselves in every situation. These are the facts that give me satisfaction, even though I can’t deny that I was proud when I saw Van Klinken fishing, using my jacket, my flies and my rods. And when I was required as a guide by John Randolph, editor of FlyFisherman, or when I guided the two latest Chairmen of Trout Unlimited, who came over by a private jet plane from New York to Perugia, in order to fish in Valnerina and the Tail Water Tevere. And many else. Nice! It is a great satisfaction! What else would you want from your job?

Personally I’d like to have more beginners or rather inexperienced clients, i.e. those that want to try fishing for a day, to see if they like this technique, with the advantage that they don’t have to buy the equipment and can begin the first day without attending a course of casting on the grass. If he will be interested in the technique, he can get specialized in it later on. There are a lot of schools and professionals who teach you how to cast. So many that they can hold them back from other fishing techniques?

Yes, of course. Then I have a suggestion, as your magazine is read by women as well. I advise wives and girlfriends, to give a “guided” fishing day as an original gift which also has the guarantee to be appreciated by any receiver, whether it’s a beginner or an expert.It can be a good opportunity for those who have never measured themselves with “the noble art” to see what sensations and emotions fishing with an artificial fly can give. I have already experienced it several times; it is often appreciated as an amazing gift. Well Luca, perhaps now you will be even more envied than ever before, but many people will know a bit more about the meaning of being a professional fishing guide.

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Code Amiche di Rampazzo Gianclaudio Un nuovo negozio di riferimento per la pesca a mosca a Padova

betto, ed usare le mie mosche e le mie canne. Essere richiesto come guida da John Randolph, l’editore di FlyFisherman, o guidare gliultimi due Chair Man di Trout Unlimited, venuti con un volo New York-Perugia con un jet privato a pescare in Valnerina e nella Tail Water Tevere. Ed altro ancora. Bello! E’ una bella soddisfazione! Cosa vorresti ancora dalla tua professione? A livello personale mi piacerebbe avere più clienti neofiti o poco esperti. Cioè quelli che vorrebbero provare a pescare una giornata per vedere se gli piace questa tecnica di pesca, con il vantaggio di non dover comprare l’attrezzatura ed iniziare il primo giorno senza dover fare un corso di lancio su prato. Se saranno interessati alla tecnica potranno farne esperienza e approfondirla in un secondo momento. Ci sono tante scuole e tanti professionisti che insegnano il lancio.

g fishin y l F tive a n r e Alt

Così da poterli rubare alle altre tecniche di pesca? Si, certo. Poi avrei un suggerimento visto che la tua rivista è letta anche dall’altra metà del cielo, un consiglio a mogli e fidanzate:regalare una giornata di pesca “guidata” oltre che essere un’idea originale, ha pure la garanzia di essere un regalo apprezzato, sia che il ricevente sia un principiante oppure un esperto. Può essere l’opportunità per chi non si è mai misurato con “la nobile arte” di provare quali sensazioni ed emozioni può trasmettere la pesca con la mosca artificiale. L’ho già sperimentato diverse volte, spesso è stimato come un regalo di livello. Bene Luca, forse ora sarai più invidiato di prima, ma molti avranno qualche informazione in più di cosa vuole dire fare la guida di pesca professionista.

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STORIA & COLLEZIONISMO: “ L’arte nella pesca....la pesca nell’arte “ Stefano Esposito

Stefano Esposito Dopo la maturità scientifica si è laureato in Scienze Naturali all’Università di Torino. Qui ha partecipato ad una stagione di recupero dei riproduttori di marmorata nello Stura di Lanzo. La sua passione per le trote autoctone lo ha portato presto ad incontrare Pier Paolo Gibertoni, veterinario ittiologo titolare de ”I Giardini dell’Acqua” nell’Appennino Reggiano. Successivamente si è trasferito all’università di Parma dove collabora attivamente con la Troticoltura Alta Val Secchia e partecipa ai programmi di salvaguardia delle trote autoctone. Il suo grande interesse è lo studio della biogeografia dei pesci d’acqua dolce europei e delle ipotesi di distribuzione dei salmonidi mediterranei. Confrontandosi su questi temi con il dott. Gibertoni e con Maurizio Pensierini ha recentemente fondato il “Mediterranean Trout Research Group”, associazione scientifica culturale che vede tra i soci fondatori anche ricercatori dell’Università di Siena e neolaureati dell’Università di Torino. Il suo scopo principale è lo studio e la salvaguardia dei salmonidi mediterranei, nonché la protezione degli ecosistemi fluviali. Come per l’edizione 2009, sulla copertina del nuovo Trout Calendar 2010, le illustrazioni di trote native delle acque italiane sono a cura di Stefano Esposito ed i testi sono curati da Pier Paolo Gibertoni. I proventi della vendita del calendario servono a finanziare la ricerca e la divulgazione in merito alle tematiche della tutela degli habitat e dei salmonidi autoctoni operata dal Mediterranean Trout Research Group. E’ possibile prenotarne una copia al costo di 27 euro (spese di spedizione comprese) direttamente sul sito www.medtrout.org nella pagina gadget o inviando una mail a info@igiardinidellacqua.com “.

.

After the school-leaving examination in a scientific liceo Stefano Esposito got a degree in Natural Science at the University of Turin. Here he took part in a season for the salvage of the marmorata breeders in Stura di Lanzo. His passion for the native trout has brought him to meet Pier Paolo Gibertoni, vet, ichthyologist and owner of “I giardini dell’Acqua” in the Appennines near Reggio Emilia. Later he has started to work with the university of Parma where he cooperates with the troutculture Alta Val Secchia and he takes part in programmes for the protection of native trout. His great interest is studying the biogeography of European fresh water fish and the hypotheses of distribution of Mediterranean trout. He has recently founded the “Mediterranean Trout Research Group” with Pier Paolo Gibertoni and Maurizio Pensierini - this is a cultural and scientific association whose foundation members are researchers from the University of Siena and graduates from the University of Turin. Its main aim is the study and the safeguard of Mediterranean trout and the protection of river ecosystems. As in the 2009 edition the new Trout Calendar shows photos of Italian waters native trout by Stefano Esposito and texts by Pier Paolo Gibertoni. The profits from the sale of the calendar will finance the research and the popularization about the protection of habitat and native salmon carried out by the Mediterranean Trout Research Group. It is possible to order a copy at a price of 27 euros (shipment costs included) on the site www.medtrout.org in the gadget page or by e-mail to info@giardinidellacqua.com..

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STORIA & COLLEZIONISMO: “ L’arte nella pesca....la pesca nell’arte “ Stefano Esposito

In basso: opere di Stefano Esposito

In alto: calendario 2010

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CUBA

Intervista/Interview a Filippo Invernizzi Foto/photos Sandro Mediani e Filippo invernizzi


How

did Avalon start?

Along the south coast of Cuba, in the middle of the Caribbean Sea, three hundred kilometers south of the Tropic of Cancer and more than two thousand north of the equator, a group of Italians, fond of the place, made three worldunique tourist centres for fishermen. As a result of their initiative several years ago, the Republic

of Cuba declared the whole area of the Jardines de la Reina a National Park. Afterwards the same limitations were also extended to the areas of the other two centres of the Isla de la Joventud and then to Cayo Largo. In these areas only lobster fishing is permitted, whereas any other type of commercial fishing is forbidden.Some years ago the Ministry for Fisheries, together with the Academy of Sciences, also began a program to control the fish species which are present. Several specimens, particularly bonefish, but also tarpon, various snapper and grouper, for a total of some thousands, have been caught till now and “marked” by a small antenna or little flag. This allows, once they are caught again, to evaluate their growth, to study eventual big migrations or other micro-variations within the area, due to changes in tides, water temperature and places of “pasture”. In order to combine the development with the protection


C

ome è nato Avalon?

Lungo la costa sud dell’isola di Cuba, in pieno Mar dei Ca raibi, trecento chilometri a Sud del Tropico del Cancro e oltre duemila a Nord dell’equatore,un gruppo d’Italiani, innamorati del luogo, hanno realizzato tre centri turistici, unici al mondo, per pescatori. In seguito a questa loro iniziativa, parecchi anni fa la Repubblica di Cuba ha dichiarato Parco Naturale l’intera area dei Jardines de la Reina. Succes-

sivamente sono state estese le stesse limitazioni anche alle aree degli altri due centri dell’Isla de la Juventud e poi per Cayo Largo. In queste aree è permessa solo la pesca dell’aragosta mentre è stato proibito ogni altro tipo di pesca commerciale. Da alcuni anni il Ministero della Pesca, unitamente all’Accademia delle Scienza ha iniziato anche un programma di controllo delle specie di pesci presenti. Finora parecchi esemplari, particolarmente bonefish, ma anche tarpon, vari snapper e cernie, nell’ordine di qualche migliaio, sono stati catturati e “marcati” con un piccola antenna o bandierina. Questo permette, una volta ricatturati, di valutarne l’accrescimento, studiarne eventuali grandi migrazioni o altre micro-variazioni all’interno dell’area, dovute al cambio delle maree, della temperatura dell’acqua, dei luoghi di “pascolo”. Per coniugare sviluppo con tutela dell’ambiente, è stato concesso un numero limitato di permessi d’entrata al parco con alcune limitazioni (obbligo di


of the environment, a limited number of entry permissions were granted, with some limitations (obligation not to cast the anchor on the reef, to release the fish etc.). These provisions have allowed the parks to remain natural paradises. They are places where fishing is always legendary and the environment surrounding you is fabulous as well. In fact, innumerable bonefish, tarpon, permit, jack crevalle, barracuda, cubera, mutton and red snapper are present in the canals, inlets and flats. And the huge expanses of sand, bushes and mangrove islets among dazzling flats or turquoise canals are excellent. The flats have a bottom of hard sand and can be perfectly waded; here and there you meet small coral formations or zones of “Turtle grass”. You see permits of impressive size rooting some meters away or hundreds of tarpons “rolling” in the canals. It often happens to be surrounded by four or five whale sharks in autumn, when millions of bonitos get closer to the sea bank. And it is always impressive to see these slow, spotted, big beasts which are eight to ten

meters long. Sometimes you see a manta, a manatee or an eagle ray (the fish, not the bird) jumping a few meters out of the water.

What

kind of clients, fishing techniques and fish species are there?

The scuba-divers can swim among Lemon, Bull e Grey Reef Sharks or make quieter dives: “only” among tens of giant grouper swimming around undisturbed. Beyond the reef there are hammer and whale sharks, dolphin-fish, kingfish


non ancorarsi al reef, di rilasciare il pesce ecc.). Queste disposizioni hanno permesso la conservazione di questi paradisi naturali, Sono luoghi dove la pesca è sempre leggendaria come favolosi sono gli ambienti che ti circondano. Infatti sono presenti tra i canali, le cale, le flats innumerevoli Bonefish, Tarpon, Permit, Jack Crevalle, Barracuda, Cubera, Mutton e Red Snapper. E le ‘enormi distesa di sabbia, cespugli ed isolotti di mangrovie tra flats abbaglianti o canali turchesi sono superlative.Le flats hanno il fondo di sabbia dura e sono perfettamente guadabili, qua e là incontri piccole formazioni coralline o zone di “Turtle grass”. Vedi permit di taglia impressionante grufolare a qualche metro o “rollare” nei canali decine o centinaia di Tarpon. Capita spesso in autunno, quando milioni di bonitos si avvicinano alla riva, di essere circondati da quattro o cinque squali balena. E ti fa sempre un certo effetto il vedere questi lenti bestioni maculati lunghi otto, dieci metri. A volte vedi una manta o un lamantino, o un’aquila di mare (il pesce, non l’uccello) saltare un paio di metri fuori dalla superficie.

Che

tipo di clientela, tecniche di pesca, e specie di pesci insidiabili ci sono? I subacquei possono nuotare tra Lemon, Bull e Grey Reef Shark, oppure fare immersioni più tranquille, “solo” tra decine di cernie giganti che nuotano attorno indisturbate. Oltre la barriera sono presenti Squali martello e Balena, Corifene, Kingfish e Wahoo, Pesci-Vela, Marlin. La flora è rappresentate principalmente dai tre tipi di mangrovie, la bianca (Laguncularia racemosa), la rossa (Rhizophora mangle) e la nera (Avicennia germinans).

P E R S O N A L

V O Y A G E R


and wahoos, sailfish and marlin. The flora is primarily represented by the three types of mangroves; the white (Laguncularia racemosa), the red (Rhizophora mangle) and the black (Avicennia germinans) ones. Moreover there are several types of palms (Reistonea regia and Microcycas calocoma) and pines (Pinus cubeniss).

As concerns the fauna, the islands are inhabited only by iguanas (Cyclura macleayi), caimans and the species of nutria-beaver called jutia (Capromys sanfelipensis). Tens of different species of birds, such as pelicans, eagle rays, cormorants, various types of herons and sometimes flamingos live here. In the sea, in addition to thousands of fish, there

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Sono presenti, inoltre, vari tipi di palme (Reistonea regia e Microcycas calocoma) e pini (Pinus cubeniss). Per quanto riguarda la fauna, le isole sono abitate soltanto da iguane (Cyclura macleayi) caimani e quella specie di nutria-castoro chiamata jutia Capromys sanfelipensis). Qui vivono anche decine di diverse specie d’uccelli come

pellicani, aquile di mare, cormorani, vari tipi di aironi e, talvolta, fenicotteri. Nel mare, oltre alle migliaia di pesci, ci sono enormi tartarughe marine di tre diverse specie, molti tipi di molluschi e granchi, calamari, gamberi e meduse.


are huge turtles of three different species, several types of mollusks and crabs, squids, crayfish and jelly-fish. Everything is exactly as it was when Christopher Columbus arrived there 500 years ago. It is a world beyond imagination. It is difficult to describe with words what is surrounding you: you should experience these emotions, which are too deep to be narrated. In the resorts of the Isla de la Joventud and Cayo Largo, there is accommodation ashore, in a hotel or bungalow. On the contrary, at the Jardines we are in full “wilderness”. The accommodation at Los Jardines de la Reina is on a comfortable, spacious floating hotel with eight rooms. This is anchored in a small natural harbor. You can reach the three centers from Avana by plane. This flight for Cayo and Isla only takes a few minutes, while in order to reach Jardines, you need a transfer by mini-van and a three hour boat trip. The season or, as the Cubans say, “la temporada” lasts all year long. In July and August, fishing is outstanding, but it is rather hot, around 35/40°, with just the impression of a light breeze. During the rest of the year the temperature is on average between 24 and 28 degrees.

D

ifficulties

in the management of a lodge?

What a fisherman sees of a fishing centre when everything is working (i.e. guides, kitchen, boats, motors, etc.), can be compared to an iceberg: the part that juts out of the sea is impressive; nevertheless it is just one eighth of the total ice mass. Similarly, the client of a fishing center gets to see just a small part of it, while all that is behind the scenes remains completely unknown. When the fisherman gets up in the morning, he is welcomed by a fragrant coffee and, after a little while, by an excellent breakfast. He collects his Polaroid, sun cream and camera and finds a clean launch, a filled tank and an experienced guide waiting for him. Rods, sandwiches, fruit, drinks, life-jackets etc. are already on board. The only thing a fisherman knows is that he is just half an hour away from


Tutto è esattamente come quando vi giunse Cristoforo Colombo 500 anni fa. È un mondo che va al di là di ogni immaginazione. È difficile descrivere con parole quanto ti circonda: sono emozioni che vanno vissute, troppo profonde perché siano narrate. Nei centri dell’’Isla de la Juventud e a Cayo Largo la sistemazione è prevista a terra, in hotel o bungalow. Invece ai Jardines siamo in pieno “wilderness”. La sistemazione a Los Jardines de la Reina è su di un comodo, spazioso hotel galleggiante, con otto stanze. Questo è ancorato all’interno di piccolo porto naturale. Nei tre centri ci arriva dall’Avana, con un volo di pochi minuti per Cayo e Isla, mentre per Jardines occorre un transfer in mini-van ed una traversata in barca di tre ore. La stagione o, come dicono i Cubani, “la temporada” dura tutto l’anno. In luglio ed agosto la pesca è eccezionale, ma fa piuttosto caldo, attorno ai 35/40°, con solo l’impressione di una leggera brezza. Nel resto dell’anno la temperatura si mantiene mediamente tra i 24-28 gradi.

D

ifficoltà

nel gestire un lodge?

Quello che il pescatore vede di un centro di pesca quando tutto funziona e cioè guide, cucina, barche, motori ... può essere paragonato ad un iceberg: ciò che sporge fuori dall’acqua è impressionante, ma è solo un ottavo della massa totate del ghiaccio. Allo stesso modo, solo la minima parte sta sotto gli occhi del cliente mentre tutto quello che si trova dietro le scene rimane completamente sconosciuto. Quando il pescatore si alza al mattino, è accolto da un fragrante caffè e, poco dopo, da un’eccellente colazione. Egli raccoglie polaroid, crema solare e macchina fotografica e trova una lancia pulita, il pieno fatto e una una guida esperta che lo aspetta. Canne, panini, frutta, bibite, salvagenti ecc... sono già a bordo. L’unica cosa che il pescatore sa è che si trova a mezz’ora da qualche flats ricca di bonefish che stanno grufolando nelle prime fresche ore della giornata.

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some flats, full of bonefish rooting during the early hours of the day. And he knows that, in a few minutes, he will be “in action” already, maybe struggling with a thirty kilo tarpon. Easy? Not at all. It is very difficult to build a well-functioning and well-oiled mechanism. To manage a fishing lodge well, you must be or become an expert in every aspect. You must know where to collect investments and use them cautiously; you must be familiar with book-keeping, insurances and laws. You must be cautious when you buy something, whether it’s a can of tomato sauce or a 60 feet yacht. You often make mistakes and almost always you have to pay a high price for them. You must know how to throw a spear, have a little knowledge of mechanics (unfortunately, sometimes you happen to stop…). and know where to find at any time someone who is reliable and experienced enough to repair a bathroom, a current generator or a radio. You need to have more than superficial knowledge about propellers, pumps, electrical and hydraulic systems, coo-

king recipes, timetables of flight companies and above all you must be able to properly evaluate pilots, guides, cooks, mechanics, maidens etc. and be a good personnel director. You have to apply psychology in order to be able to “manage” a staff that stays for weeks or months in a secluded place: the lodges are there where there is plenty of fish, and fish is always far from people.You have to know where to find these people ashore, where they live with their families, where their partners are... And that isn’t all, you must be diplomatic, a friend and a teacher for your clients, try to offer them good fishing both in quality and in quantity: nobody wants to travel around half the world to end up sitting in a boat and passively wait for three or four bites. You must know what medicine you should give for a sunstroke or diarrhea; how to give an injection; you must explain how to make a double traction or build a Crazy Charlie. And you must be able to do it in at least two languages. You must know in what areas to fish in different seasons, when the tide is high or low, when it is windy.....“I know a


Foto: Steve Thornton

E sa che tra qualche minuto, sarà già “in azione”, magari lottando con un tarpon da trenta chili. Facile? No, non lo è. Anzi è dannatamente difficile costruire un meccanismo ben funzionante e ben oliato. Per far funzionare un lodge di pesca devi essere, o diventare, un esperto tuttofare. Devi sapere dove raccogliere investimenti ed essere accorto nell’usarli, devi sapere di contabilità, assicurazioni e leggi . Devi essere accorto negli acquisti, si tratti di una confezione di salsa di pomodoro o di uno yacht di 60 piedi. Molte volte si fanno degli errori, e si pagano quasi sempre molto cari. Occorre saper pilotare una lancia, aver qualche conoscenza di meccanica (a volte, purtroppo, ci si ferma .....) e sapere dove reperire in qualsiasi momento qualcuno di fiducia ed esperto che possa riparare un bagno, un generatore di corrente, una radio. Devi avere più che un’infarinatura per ciò che riguarda eliche, pompe, impianti elettrici ed idraulici, ricette di cucina, orari di linee aeree e soprattutto devi sapere valutare piloti, guide, cuochi, meccanici, camerieri ecc. e saper essere un buon direttore del personale. Devi usare psicologia per poter “gestire” uno staff che se ne sta settimane o mesi in un luogo sperduto: i lodges che funzionano sono dove c’è pesce, e il pesce si trova sempre lontano da dove c’è gente. Devi sapere dove rintracciare a terra queste persone, dove abitano con la famiglia, dove vive l’amante... E non è tutto, bisogna essere diplomatico, amici e insegnanti con i clienti, cercando di offrire loro quantità e qualità nella pesca: uno non attraversa mezzo mondo per stare seduto in barca ad aspettare passivamente tre o quattro abboccate. Devi sapere quale farmaco dare per un’insolazione, per una diarrea, fare un’iniezione, devi spiegare come fare la doppia trazione o costruire una Crazy Charlie. E devi poterlo fare in un paio di lingue, almeno. Sapere in quali zone far pescare nelle diverse stagioni, con alta e bassa marea, con vento.....“Conosco un posto dove possiamo farne saltare un paio lanciando alla cieca”. ” C’e’ solo una possibilita’. Domani l’acqua sarà troppo fredda per il tarpon. Oggi penso che ce ne siano ancora qui attorno ma con il cielo coperto e il mare mosso il problema e’ vederli....”. Molte sono cose che si possono imparare in un paio di settimane, altre in mesi, per altre ancora occorre acquisire un sesto senso: la direzione che prenderà il vento, testare la temperatura dell’acqua immergendo una mano. Quel sesto senso che ti fa pescare nel posto giusto al momento giusto o sapere quale mosca usare, e quando e come. I pescatori spesso ritengono che i pesci non ci siano o siano da qualche altra parte se non riescono a catturarne nel primo quarto d’ora. Le scuse normalmente spaziano dal tempo alle maree, al vento. L’assunto è che hanno saputo presentare le esche o gli artificiali nel modo migliore, più naturale o più seducente. Qualche volta anche gente che sembra non avere la minima idea di cosa stia facendo in questi luoghi cattura dei pesci.Devi poter conversare e consigliare sia il pescatore super-esperto sia chi è alle prime armi.....


place where we can make a couple jump by casting blindly”. ” There is only one possibility. Tomorrow the water will be too cold for the tarpon. Today I think there are still some around here, but the problem is how to see them with a cloudy sky and a rough sea”. There are many things you can learn in a couple of weeks, while for other things you need months and for other ones again you must acquire a sixth sense: for example: guessing which direction the wind will take or test the temperature of the water by dipping your hand in the water. That sixth sense tells you what is the right place to fish, the best moment and what fly to use, when and how. Fishermen often think that there aren’t any fish at all or that the fish are somewhere else if they don’t catch any in the first fifteen minutes. The excuses normally stretch from the weather to tides and wind. The assumption is that they know how to present the baits or artificials in the best way, most natural or alluring way. Sometimes even people who don’t seem to have any idea what they are doing in these places, catch fish. You must be able to communicate and advise both very expert fishermen and beginners.... “How can I lace such a thick tail in such a small hole of the fly?” You must find a way out as a photographer: you must be able to take a photo of a fish with wide-angle lens, which always adds some kilos to a fish which is already big, and invent a slogan to stimulate a travel agent or a fisherman’s fantasy. Well, it is relatively easy to convince the latter:

whoever is used to catch tiny trout will consider a fish weighing a couple of kilos a whale. Considering what has been said so far, you might think that managing a lodge is just hard work. With respect to these aspects it is a big game, a big bet, but above all it is every day an adventure full of unexpected events which are sometimes dramatic, sometimes exciting, so that you are tired in the evening. I am not complaining at all. In fact, the evening is the best part of the day: I observe the shoals of Crevalle jacks which are attracted by the light and come hunting crayfish and small fish even under the raft, while you are drinking a Daiquiri or an Aguardiente (a local drink that would make you feel warm on a winter day in Toronto, but can also cause nightmares, especially in these climates) and you feel like being in paradise. Once I read about the different stages in a fisherman’s life... one fish, many fish, bigger and more difficult ones. Now, in my opinion, this occupation adds another stage: looking at the others while they catch fish, helping the others and teaching them how to catch

fish.


“Come faccio a infilare la coda così spessa nell’occhiello della mosca, così piccolo?”.Devi cavartela come fotografo: devi sapere fotografare un pesce con un grandangolo che aggiunge sempre qualche chilo a un pesce già grosso e inventare uno slogan che stimoli le fantasie di un agente di viaggio o di un pescatore. Oddio, quest’ultimo è relativamente facile da convincere: a chi è abituato a prendere trote di una spanna, un pesce di un paio di chili sembrerà sempre una balena. Certo che detto così uno può pensare che condurre un lodge sia solo un lavoro duro. Per tutti questi aspetti è un grosso gioco, una grossa scommessa, ma soprattutto un’avventura ricca ogni giorno di imprevisti, a volte drammatici, a volte entusiasmanti che alla sera ti fanno sentire la fatica.. Non me ne lamento, anzi è proprio la sera il momento più bello: osservi i branchi di Jack Crevalle attratti dalla luce, che vengono a cacciare gamberi e pesciolini fin sotto la zattera, mentre bevi un Daiquiri o un’Aguardiente (una bevanda locale che ti scalderebbe in un giorno invernale a Toronto, ma che causa anche incubi, specialmente a questi climi) e ti senti in Paradiso. Una volta avevo letto dei diversi stadi nella vita del pescatore... un pesce, molti pesci, più grossi, più difficili.

Ora

secondo me, con questa occupazione si aggiunge un’altra fase: guardare gli altri prender pesci, aiutare ed insegnare agli altri a prendere pesci.


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Brescia: Pesca Mania, Roè Volciano-Via Bellini, 7 Firenze: Wet & Dry di Squilloni, via del Caparra 23-25/R

1 Febbraio: Paris - Salon International des péches Fishing Tackle and Sport Fishing Exhibition Expo Porte de Versailles, France

Forlì: Massi Gabriele Pesca Sport, V.le Appennino 456 S.Martino in Strada

12 - 15 Febbraio: Bologna - Fiera della pesca organizzata dalla FIPO - Bolognafiere

Mantova: La Mincio, Via Marengo 6, Goito

18 - 21 Febbraio: Milano - Fieramilano Bit Turismo

Milano: Il Gatto con gli Stivali, via Bergognone 27

19 - 21 Febbraio: Florida USA: raduno dei collezionisti di artificiali da pesca a Daitona Beach. Per info: larry@flowerscentral.com

Modena: H2O, Via Benedetto Croce 65 Padova: Code amiche, via Firenze, 5, Villafranca Padovana Parma: Fishing & Adventure, via Buffolara 90 Rimini: Outdoor International, via Palareti, Savignano sul Rubicone (FC) Reggio Emilia: Paco Pesca, via Adua 92 Reggio Emilia: I Giardini dell’acqua, S.S 63, Collagna Roma: Crazy Fly, via Diego Angeli 45 Trento: Millenium Sport Fishing, via M. Stenico 16/22 Udine: Errepi Udine, via Santa Caterina 58, Paisan di Prato (UD) Austria: Frogg, Aktiv Hotel di Gargantini Austria: Graz, Austrian Outdoor Sports, Karntner Strasse Austria: Mittersill, Hotel Braurup

21 - 23 Febbraio: Vicenza - Flyfishing and spinning show Vicenzafiere 23 - 25 Febbraio: Pechino - China Fish 2010 26 Febbraio: Verona - Luxury & Yachts, salone internazionale del lusso 13 Marzo: Oud-Empel. Olanda . Raduno collezionisti di antiche attrezzature da pesca a Oud-Empel. Orari dalle 10.00 alle 14.00 indirizzo: “De Lachende Vis”, Empelsedijk 21, 5235 AD Oud-Empel. Olanda. Contatto: Herman Verswijveren Tel : 00/31/1186/15818 26 Marzo: Napoli - Bmt Borsa Mediterranea Turismo 26 - 27 Marzo: Riva del Garda. Mostra mercato Expo Caccia Pesca Ambiente www.exporivacacciapescambiente.it 29 Aprile: Bolzano -Tempo Libero Salone per sport, hobby, auto, vacanze, montagna


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