www.francovivarelli.com
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VIAGGI
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Patagonia: San Martin De Los Andes British Columbia: Desiderata Lodge Nel cuore dell’Amazzonia: Rio Roosevelt Irlanda: un fiume la attraversa
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STORIA & COLLEZIONISMO
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James Heddon Gran Cascapedia
PARLIAMO DI:
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Ittiologia: trote native degli Appennini Eventi ed Appuntamenti
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P E S C A R E
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V I A G G I A N D O
SOMMARIO
» In copertina La Boca del fiume Quilquiè
Giorgio Cavatorti Direttore editoriale
H2O anno I febbraio 2008
Pescare... Viaggiando
Direttore responsabile Giovanni Cocconi Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Vice Direttore Dante Iotti Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Carlo Vernocchi Jakub Wagner Marco Ugoletti Paola Orlandi Pierpaolo Gibertoni Riccardo De Stabile Steve Thornton Art director A&A - Parma e-mail:info@aea.it Stampa : Tipografia Bertani Via C.A. Dalla Chiesa, 4 Cavriago (RE) Fotografie di Redazione. Antonio Martelli Silvia Cavatorti
Finalmente eccolo qua! Il primo numero di una rivista che si occuperà di pesca a 360°. H2O magazine - pescare viaggiando, conterrà articoli di autori conosciuti e non, si interesserà di attrezzature, ittiologia, tecniche di pesca, turismo con particolare attenzione a quello legato alla pesca, collezionismo di antiche attrezzature, storia della pesca ed altro ancora. Alcune parti saranno pubblicate in lingua inglese per aiutare un incoming che pian piano si sta facendo strada in Italia. H20 avrà cadenza stagionale, sarà gratuita e la potrete trovare nel vostro negozio di fiducia…..fino ad esaurimento scorte. Giorgio Cavatorti
Traduzioni: Elisabetta Longhi Rossella Catellani Autorizzazione Tribunale di Reggio Emilia n°1204 dello 06/02/2008 Poste Italiane spaSpedizione in Abbonamento Postale - 70% aut. N°080007 del 19/02/2008 DCB Reggio Emilia H2O Magazine è un organo di informazione gratuito dell’associazione sportiva dilettantistica “Pescare Viaggiando”. Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti, non vengono restituiti.
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Pesca in Patagonia
San Martin De Los Andes di Giorgio Cavatorti - fotografie di Dante Iotti
“… rievocando le immagini del passato, mi rendo conto che le pianure della Patagonia si presentano spesso alla mia mente, e tuttavia queste pianure sono ritenute da tutti desolate e inutili. Possono essere descritte utilizzando solo notazioni negative: senza case, senza acqua, senza alberi, senza montagne, vi crescono soltanto alcune piante nane. Perché allora, e so che il mio non è un caso isolato, questi aridi deserti si sono fissati così tenacemente nella mia memoria?”
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Charles Darwin
Un po’ di storia L'origine del nome Patagonia è oscuro, ma una teoria sostiene che il termine sia stato coniato da Magellano e dal suo equipaggio che, avendo trascorso l'inverno del 1520 a Bahia San Giulian, nell'attuale provincia di Santa Cruz, venne in contatto con gli abitanti indigeni della regione. Secondo questa spiegazione, la vista degli indios Tehuelche, che erano molto alti e indossavano mocassini che facevano sembrare i loro piedi straordinariamente grandi, può avere indotto Magellano a inventare il nome Patagonia dal termine spagnolo pata, c he significa zampa o piede. La zona in cui andiamo a pescare è quella nei pressi della cittadina di San Martin de Los Andes, nella provincia di Neuquen. Partendo da Roma, occorrono 14 ore di aereo per raggiungere Buenos Aires, dopodichè si cambia aeroporto e in altre due ore si arriva a Chapelco, l'aeroporto di San Martin de Los Andes. San Martin de los Andes Questa piccola cittadina, offre al turista ogni tipo di comfort ed è un punto di partenza per varie attività all'aria aperta come la pesca, il trekking, il rafting e la caccia. Fondata nel 1898 come postazione militare, conta oggi circa 30.000 abitanti, molti dei quali nel business del turismo. Il paese conta circa un centinaio di guide professioniste e ultimamente l'indotto della pesca ha portato molto lavoro e sono sorti ristoranti e alberghi.
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VIAGGI: Patagonia - San Martin De Los Andes
Tutto questo ha determinato un innalzamento generale dei servizi, ma anche dei prezzi.
Le trote Le trote, sia fario che iridee, sono state introdotte all'inizio del 1900 e qui hanno trovato un habitat perfetto, fatto di pochi antagonisti alimentari e di acque pulite. Era il 25 aprile 1904 quando il lago Nahuel Huapi ricevette i suoi primi ospiti. Un mese dopo sarebbero state immesse altre settantamila uova di trote iridee, che, come le precedenti, si sarebbero sparpagliate per i laghi e i fiumi del luogo. Da allora, la trota si diffuse in numeri sempre crescenti grazie all'eccellente adattamento del pesce all'originario rurale delle Ande. Nel 1915 si ebbe notizia della prima trota pescata al di fuori del Nahuel Huapi: una trota iridea di 3,5 kg catturata a Bahía Cisne da Ernesto Riketts, un nordamericano che gestiva un ranch. Veduta del lodge Cabanas - sotto: il fiume Aluminè
Il lodge Il lodge in cui soggiorniamo, la Cabanas Andina, è situato in un ambiente splendido sulle rive del fiume Quilquie, proprio dove questo esce dal lago Lolog. Si alloggia in graziose casette di legno (due persone per casetta) immerse nel verde di un campo da golf e la sera si cena nel ristorante del lodge che offre una cucina di ottima qualità.
La pesca Già a circa 50 metri da queste bellissime casette in legno è possibile catturare fario superiori ai 2 kg pescando a mosca secca. La giornata tipo comprende una guida ogni due pescatori, pranzo al sacco a mezzogiorno e rientro con cena nel ristorante del lodge. Le guide del lodge sono professionali e molto cordiali ma soprattutto indispensabili per avere accesso a zone private altrimenti inavvicinabili.
VIAGGI: Patagonia - San Martin De Los Andes
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VIAGGI: Patagonia - San Martin De Los Andes
Essendo infatti tutte terre private, se non si avesse la possibilità di raggiungere, tramite le guide locali, le strade che portano ai fiumi, diventerebbe quasi impossibile pescare. Oltre ai fiumi, merita sicuramente una giornata di pesca il lago Lolog. A parte la limpidezza delle acque, tra l'altro potabili, è uno specchio che offre la possibilità di catturare grosse trote pescando a vista con piccole ninfe o a secca. Le prime ore del mattino sono le più indicate, ma le guide danno la possibilità di individuare coste all'ombra per non perdere le ore di pesca anche nella parte centrale della giornata. Partendo la mattina presto si possono passare intere giornate di pesca nei vari fiumi della zona come il Rio Calefù o il famoso Rio Malleo. In quest'ultimo, distante un'ora di auto da San Martin, in Marzo si può pescare tutta la giornata con una temperatura che va dai 15 ai 20 gradi. Qui i risultati sono ottimi e le trote sono facilmente individuabili consentendo la tecnica a vista. Sempre alla stessa distanza si trova il Cimehuin, grande fiume che difficilmente si dimentica per la bellezza delle trote fario e dell'area completamente disabitata che attraversa. Un'esperienza molto interessante è la discesa con i
gommoni in uno dei tanti fiumi accessibili, gli scenari sono splendidi e la pesca viene esaltata dal fatto che la si esercita sia dal gommone che da riva, in totale solitudine. L'attrezzatura Per quanto riguarda l'attrezzatura da portare con sé si può pescare a mosca con canne 8-9 piedi per code 5 o 6 oppure a streamer con code 8 e punta affondante. Le mosche secche più diffuse sono molto grandi; per fare nomi e taglie: Royal Wulff e imitazioni di cavallette su ami 6, 8, bruchi e, per gli streamer, Woolly Bugger verdi, arancioni e neri su ami 4. Sicuramente il periodo da consigliare per una pesca abbastanza leggera è Febbraio-Marzo-Aprile, in quanto essendo la fine dell'estate i fiumi sono bassi e la temperatura non più elevata. Buono è anche l'inizio della stagione (Ottobre Novembre): si pesca lievemente sotto la superficie ma le catture sono assicurate. Per lo spinning non ci sono problemi di sorta in quanto sia nei laghi che nei fiumi con rapala di vari colori e qualche ondulante si coprono tutte le tipologie di pesca.
La guida Alejandro con uno stupendo esemplare catturato nel fiume Malleo
VIAGGI: Patagonia - San Martin De Los Andes
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HO INFORMAZIONI Come arrivare Da Roma Aerolinas Argentina collega bene Buenos Aires con 14 ore di volo. Si attraversa la città e si cambia aeroporto per le partenze domestiche. Qui la puntualità non è di casa ma in due ore di aereo si arriva a San Martin de Los Andes, piccolo aeroporto locale. Unica raccomandazione per chi si affida al fai da te è nel trasferimento tra i due aeroporti di Buenos Aires: usare solamente società di taxisti autorizzati, all'interno dell'aeroporto ve ne sono molti.
Alex nel fiume Caleufù
Dove mangiare In paese vi sono molti ristoranti, per consigliarne uno direi “Il Charro” in centro. La carne argentina alla griglia qui è al massimo dello splendore, anche se ultimamente la politica di esportazione della carne del governo argentino dà qualche problema ai ristoratori per l'approvvigionamento dei tagli migliori. Dove dormire San Martin e la vicina Jiunin de Los Andes non hanno problemi di ricettività turistica. A parte i lodge specializzati nella pesca, che offrono pacchetti completi di guide e trasferimenti, sono moltissime le opportunità di trovare appartamenti e hotel di varie categorie.
Il fiume Caleufù e, sotto, un suo ponte......interrotto
Da vedere Tutta la zona è interessante per gli amanti della natura. Per le attività sportive all'aria aperta San Martin offre al turista ogni tipo di sport: rafting, equitazione, sci nei mesi i n ve r n a l i ( t r a l e m e t e m i g l i o r i dell'Argentina) e, ovviamente, caccia e pesca. Per ulteriori informazioni: www.cabandina.com www.horizonpesca.com
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Desiderata Lodge British Columbia testi e fotografie di Steve Thornton
Desiderata Lodge
Desiderata Lodge
La vista di Aspen, delle montagne ricoperte di pini e delle vette imbiancate era oscurata dal cattivo tempo, ma il DASH 8 effettuò un buon atterraggio. A terra, nel tragitto dall'aeroporto di Terrace al Westcoast Fishing Adventures, la pioggia cadeva forte, ma, al di là del velo di nuvole, riuscivo a vedere il verde delle conifere e i gialli bruciacchiati di Aspen in attesa dell'inverno. Incontrai Gill McKean, proprietario e capoguida del Desiderata Lodge, nella periferia di Terrace. In quel luogo, caldo e confortevole, mi sentii subito a casa. Gill è un amante della vita all'aria aperta: è stato un taglialegna per otto anni, lottando contro gli incendi nelle foreste.
My view of the Aspen and Pine-dressed mountains, the snow-capped peaks, was obscured by heavy weather, and still the DASH 8 made safe radar guided landing. On the ground, the rain fell heavily during the short drive from Terrace Airport to Westcoast Fishing Adventures, but beneath the veil of cloud, I could see the endless green of the conifers and the burnt yellows of the Aspen as it awaited winter's touch. I met Gill McKean, owner and head guide at Westcoast's premiere lodgings, The Desiderata Lodge. The Desiderata, on the outskirts of Terrace offered warmth and a comfortable atmosphere. I felt instantly at home. Gill is a complete outdoorsman and speaks his mind.
Mi salutò con un sorriso e la mano aperta. Ha speso la maggior parte dei suoi 31 anni a pescare in queste acque piene di storia e, mentre mi accompagnava in camera, mi spiegò che questi sono i fiumi in cui nuota e si riproduce la vera steelhead del Nord America. La steelhead, o oncorynchus mykiss, è una specie anadroma che nasce in acqua dolce, passa i primi anni in questi torrenti e poi diventa adulta in acqua salata. Ogni anno ritorna nel torrente di origine per riprodursi e lo fa per tutta la vita ossia per circa dieci anni. Diversamente dal salmone, non muore dopo aver deposto le uova, il che alimenta il dibattito tra pescatori e scienziati riguardo al considerare la steelhead un vero salmone o una trota rainbow. Quando migra dal fiume verso le acque salate, lo fa in vari stadi, spostandosi di molte miglia in un solo giorno
He was a tree feller for 8 years, has fought forest fires, and loves the land and the water. Gill greeted me with a wide smile and an open hand. He has spent most of his 31 years fishing these storied waters and eagerly explained that these are the rivers where the only truly wild native steelhead run and reproduce in North America. He went on to share his knowledge on the way to my room. The Steelhead or Oncorynchus Mykiss, is an anadromous species, which hatches in freshwater streams, spends its first year or so in these streams and then matures in salt water. It returns each year to its home stream, a feat in itself, to reproduce, and this cycle is repeated over the lifespan of the fish, perhaps ten years. The steelhead, unlike the salmon does not die after spawning.
VIAGGI: Desiderata Lodge - British Columbia
e attraversando acque mosse e profonde. Si ferma per riposarsi e accoppiarsi nei tratti d'acqua più calmi (una fase detta staging) ed è proprio in questi momenti che è più facile per un pescatore catturarla. Gill mi mostrò la mia stanza: era grande ed accogliente. Attraverso una doppia porta si accedeva ad un balcone privato dal quale potevo vedere le foreste e le montagne e ascoltare il canto degli uccelli. Gill mi disse che qualche volta un orso bruno oltrepassava la collina dietro il lodge, ma io non l'ho mai visto. All'ingresso del lodge c'è un negozio di pesca ben fornito: vi si possono trovare una buona selezione di marche famose di abbigliamento, canne da pesca, mulinelli e attrezzature varie. Al muro sono appese fotografie di trofei di pesca che hanno battuto record mondiali: una steelhead di 34 libbre, un salmone di 74, una trota wild di 10 libbre. Mi ritirai nella mia stanza, mi sdraiai sul letto e provai ad immaginare come ci si sente a catturare uno di quei mostri. Le Ford F350 diesel si fermarono e io uscii per incontrare Cam e Gord, due guide del lodge. I loro clienti avevano lo sguardo di chi ha passato un giorno sul fiume a cercare di catturare predatori diffidenti e tenaci come i coho e le steelhead.
This complicates a debate between fisheries specialists and scientist as to whether the steelhead is more of a true salmon than a rainbow trout, its most commonly associated relative. As it migrates up river from the salt, in does so in stages, moving many miles in a single day through fast rapids and deep moving pools. Steelhead take brakes to rest and to pair off in softer moving runs and slow pools, a process called “staging.”It is in these stages that anglers are most likely to hit steelhead. Gill showed me to my room. The lodge was even better than he had described. A large cosy room furnished with antique French cabinets and a log fireplace. Through double sliding doors stood a private balcony from which I could view the forests and mountains and listen to the woodland birds. He told me that sometimes a black bear hiked the hills behind the lodge, but I never saw him.In the foyer of the lodge sits a well-stocked fly shop. Travelling anglers and local flyfishers are well catered for with a selection of famous brands of clothing, fly rods and reels and flytying equipment. Photographs of world record trophy fish line the walls, along with the IGFA certificates to prove their authenticity. Steelhead up to 34lbs.s, Salmon to 74lbs.s, Wild trout to 10lbs.
Una giornata di pesca indimenticabile, alla fine della quale, davanti al fuoco, le catture diventano stratosferiche
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VIAGGI: Desiderata Lodge - British Columbia
Si scambiavano battute scherzose sulle loro imprese e presto venne ora di cena. La Westcoast Fishing Adventures offre un ottimo servizio ristorante: l'Encore, un quattro stelle con eccellente cantina e cucina dal tocco francese. Mi unii ad alcuni pescatori nei racconti dei quali le dimensioni dei pesci catturati aumentavano continuamente. Scelsi una costata di agnello con patate arrosto agliate, verdure saltate e un semifreddo di ribes nero, il tutto servito con un'ottima bottiglia di Jackson Triggs Cabernet, dal prezzo assai contenuto. La pioggia picchiava sulle finestre. Quando mi svegliai, il cielo era coperto. Questo, del resto, è il tempo della foresta pluviale del Pacifico: la pioggia nutre la foresta e dà vita alle cinque specie di salmoni e alla steelhead. All'alba le nuvole coprivano le montagne. Cam propose il Lakelse River che scorre dal lago Lakelse nello Skeena. I fiumi si stavano abbassando dopo molti giorni di pioggia ma, con un sistema fluviale così grande, c'erano sempre opportunità di trovare acque in cui pescare. Dopo aver guidato per un breve tragitto, mettemmo la barca nel lago e ci dirigemmo verso lo sbocco del fiume. Salmoni coho silver nuotavano contro corrente verso il
These photographs are the ones you see in your mind's eye, when you dream of places like this. I got settled in my room, lay back on my bed and anticipated what it would be like to hook up with one of these monsters. The Ford F350 diesel river limos pulled up and I went outside to meet Cam and Gord two more guides at the lodge. Their clients had that look one earns after a day in the wilderness, angling for wary and tenacious predators like Coho and Steelhead. They exchanged hearty banter about their exploits, which ran well into the dinner hour. Westcoast Fishing Adventures can boast about its in house food service. The Encore restaurant in the lodge is a busy four star restaurant with an excellent wine cellar and a French flair. I joined some of the returning flyfishers whose banter had grown in volume about fish which had grown in size, and I selected a roast rack of lamb, with roasted garlic potatoes,sautéed vegetables with a black currant demiglas. This was served with a modestly priced, but very palatable bottle of Jackson Triggs Cabernet. The rain pattered on the windows. I awakened to an overcast day. Overcast is the mood of the Pacific rainforest. But it is the rain here which feeds the rain forest, and provides the medium of life for the five species of salmon and for the steelhead.
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VIAGGI: Desiderata Lodge - British Columbia
lago e dopo poco riuscii a catturarne uno grosso, che lottò con grande forza piegando la mia 9 piedi coda 8. Dopo 10 minuti rilasciai il coho da 16 libbre e i suoi riflessi argentei brillavano sull'acqua mentre scivolava verso il fiume. Catturai altri silver e la giornata finì molto in fretta. La barca correva sull'acqua piatta mentre le nuvole se ne andavano, lasciando filtrare il sole che illuminava le vette innevate delle montagne. La British Columbia mi stava mostrando un altro lato della sua sorprendente bellezza.
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HO » INFORMAZIONI Come arrivare Vancouver è collegata dalle migliori compagnie aeree. British Airwais e KLM sono quelle più consigliabili. Da Vancouver in due ore si arriva Smithers o Kitimat. Quest'ultimo è un aeroporto con pista riscaldata: è un aspetto non trascurabile considerato che in Ottobre, periodo migliore per le steelhead, non è difficile incappare in nevicate. Da Kitimat in questi casi non si rischia di perdere la coincidenza per l'Italia.
Dove mangiare Il cibo è buono in tutta Vancouver, con carni eccellenti e Alibut fresco da non perdere. I pescatori di salmoni in camper potranno gustarsi qualche Jack dove è consentito trattenere: sono ottimi mangiati crudi con una spruzzata di limone. Sull'Isola di Vancouver, lungo la statale verso nord, vi sono molte baracche di pescatori che con pochi dollari offrono ostriche prelibate. Un cacciavite in prestito per aprirle e un limone fa parte del pacchetto.
Dove dormire Il Canada è una delle poche destinazioni per le quali si può consigliare tranquillamente l'uso del camper. Nella Mitchell Island, in centro a Vancouver, segnaliamo la ditta Canada Camper. Anche nelle immediate vicinanze dell'aeroporto tuttavia ci sono molte strutture in grado di affittarli. Sia nei dintorni di Vancouver che sull'Isola Vittoria vi sono infinite possibilità di alloggio. Sull'isola Vittoria Il Rustic Motel, situato sulle rive del fiume Campell di Campbell river, è un'istituzione per i pescatori.
Da vedere Vancouver è stata per molti anni considerata la città con la miglior qualità della vita. Ha una media di 3 barche per abitante. La zona a nord, Granville Island, è ricca di negozi e ristoranti tipici. Per gli appassionati di antiquariato segnaliamo il famoso museo della pesca. Nel vicino mercato del pesce è inoltre possibile acquistare salmone già confezionato e imballato con ghiaccio chimico, ottimo per il trasporto aereo. Altra meta da segnalare a Vancouver è l'acquario. Sull'isola Vittoria sono da vedere senz'altro la foresta di sequoie giganti sulla strada che porta a Port Alberni e il paese di Nanaimo per i totem indiani e il piccolo centro di Port Alice nel nord dell'isola. Per ulterioti informazioni: www.fairmont.com www.bcfishing.com.
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VIAGGI: Desiderata Lodge - British Columbia
At dawn, clouds cloaked the forest covered mountains. Cam, was my guide today and he suggested that we fish the Lakelse River that flowed from Lakelse Lake into Skeena. He went on to explain that the rivers were now dropping after a few days of heavy rain, and with such a vast river system there were always plenty of opportunities to find fishable waters. After a short drive we put the jet boat into the lake and powered towards the river outlet. Silver bright Coho Salmon were running upstream into the lake and after a while I soon hooked a heavy Coho that fought with powerful runs, bending my #8 weight into a tight loop. After 10 minutes we released a 16lb. Coho, its silver reflections sparkled in the water as it glided back into the river. The jet boat gently glided across the flat calm surface as heavy clouds finally parted allowing me a sun lit view of majestic, snow capped mountains. British Columbia was revealing another facet of its stunning beauty.
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HO Âť INFORMATION How to get there Vancouver can be reached by the best air companies (except Alitalia, of course). We recommend British Airways and KLM. From Vancouver you can get to Smithers or Kitimat in two hours. Kilimat Airport has got a heated landing-strip, which is an important detail, considering the fact that in October, best period for steelhead, it often snows. In this case you are sure not to miss the coincidence to Italy.
Where to eat food is nice everywhere in Vancouver, you can find excellent meat and fresh cod. Salmon fishermen travelling in a camper van can taste Jacks: raw with lemon are fantastic. On the Island of Vancouver, along the state road to the north, there are a lot of fishermen's huts where you can have delicious oysters for few dollars. A screwdriver to open them and a lemon are included.
Where to stay Canada is one of the few destinations where it is advisable to use a camper van. On the Mitchell Island, in the centre of Vancouver, you will find the Canada Camper. Near the airport there are also a lot of companies renting camper vans. Both around Vancouver and on the Island of Victoria there are plenty of lodgings where to stay. On the Island of Victoria the Rustic Motel on the banks of the Campbell River is a must for fishermen.
What to see for years Vancouver has been considered the city with the best quality of life in the world. The average is three boats per inhabitant. The area in the north of the city, Granville Island, is full of shops and typical restaurants. For antiques lovers we recommend the famous Museum of Fishing. Nearby at the fishing market you can buy salmon packed with ice, excellent for air transport. You can't miss the aquarium in Vancouver and on the Island of Victoria the redwood trees forest along the road to Port Alberni. Worth a visit are also the village of Nanaimo for the Indian totems and the small village of Port Alice in the North of the island. You can find other information on the following websites: www.fairmont.com www.bcfishing.com
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Nel cuore dell’Amazzonia di Carlo Vernocchi - fotografie di Jakub Wagner
VIAGGI: Nel cuore dell’Amazzonia - Rio Roosevelt
Rio Roosevelt, pesca nel cuore dell'Amazzonia
l'impenetrabilità di parte del suo corso, nessuno ne conosceva le sorgenti né tanto meno il tragitto.
Ho sognato di pescare in Amazzonia sin da quando ero piccolo. Per tanti anni ho fantasticato sulle pagine delle riviste di pesca sperando di poter catturare, un giorno, il potente e aggressivo peacock (tucanares in brasiliano) bass dalla livrea coloratissima.
Si tratta di un fiume di portata media, cosa peraltro comune in Brasile, caratterizzato da acque generalmente chiare soprattutto nei rami medio e basso e nell'area in cui si trova il lodge La Posada Roosevelt, una zona di pesca totalmente vergine. Per circa 300 km non ci sono strade né centri abitati. L'unico hotel si trova a Porto Velho che rimane a circa un'ora e mezza di volo dal lodge.
Finalmente, dopo molti anni il mio sogno si concretizza: mi si presenta la possibilità di recarmi in uno dei migliori spot amazzonici per la pesca dei peacock bass ossia sui fiumi Roosevelt e Madeirinha, ai confini fra Amazzonia e Rondonia. È una delle zone più selvagge e vergini della Amazzonia Brasiliana, sia per quanto riguarda la pesca che l'ecoturismo. Il Rio Roosevelt è un affluente del Rio delle Amazzoni che nel tratto principale scorre nel Mato Grosso. Termina la sua corsa in Amazzonia dove prende il nome di Roosevelt dal nome del noto presidente americano Theodore Roosevelt che negli anni Venti lo esplorò per la quasi totalità del suo corso. Il nome originario del Rio era “Duvida” che, in brasiliano, significa “fiume del dubbio” dal fatto che, causa
Resoconto di viaggio Trascorsa la notte a Porto Velho, verso le nove del mattino, dopo un volo di circa un'ora e mezza, finalmente atterriamo sulla pista di terra battuta dove troviamo ad attenderci il personale del Lodge Roosevelt. La natura che ci circonda è di incomparabile bellezza e il paesaggio si apre sulla spiaggia di arena bianca su cui si affaccia il lodge. Sebbene la voglia di iniziare a pescare sia alle stelle, l'accoglienza del personale del lodge è così calorosa
Vista aerea del Rio Roosevelt
VIAGGI: Nel cuore dell’Amazzonia - Rio Roosevelt
che rinuncio con piacere a lanciare le mie esche nelle acque del fiume, nonostante le prime ore del mattino (unitamente a quelle del tardo pomeriggio) siano le migliori per tentare la cattura dei peacock bass. Sarebbe stato un vero peccato privarsi della frutta deliziosa o dei succhi tropicali offerti durante le presentazioni di rito. Alla ricerca dei tucanares I discorsi dei pescatori a spinning che avevano insidiato i persici del Nilo, i dorado o i barramundi, erano concordi su un punto: nessuno di questi predatori attacca gli artificiali con la stessa potenza ed aggressività dei peacock bass e nessuno combatte con la stessa tenacia. Il vantaggio di pescare in una zona praticamente vergine consiste nel fatto che la quantità di pesce presente è, di norma, superiore alla media, anche di quella di spot più conosciuti ma maggiormente sfruttati. La festa inizia, a dispetto dell'ora un po' tarda, dopo pochi lanci: la prima brutale abboccata è su un
artificiale a cui non avevo cambiato le ancorette sopravalutandone la robustezza. Un errore madornale! Siamo in Amazzonia il che significa che nulla qui è paragonabile alla pesca dei nostri lucci, black bass o lucioperca. Non bisogna sottovalutare la potenza di questi pesci ed è buona norma sostituire le ancorette e gli anellini degli artificiali con altri più robusti. I mulinelli poi dovranno essere imbobinati con un trecciato di potenza non inferiore alle 30 libbre. Pago la scarsa esperienza in questo tipo di pesca con numerose ferrate a vuoto e con la perdita di parecchi pesci. Sto utilizzando gli artificiali sbagliati, tutto qui. Fortunatamente ho portato con me, sottovalutandone l'efficacia, dei Luhr-Jensen Magnum Jerk N Sam, dei Rapala Skitter Pop e dei Super Chug Bug che mi salvano la vita e il viaggio di pesca. Nella mia esperienza i colori non giocano un ruolo determinante anche se posso dire che la classica combinazione bianco/rosso durante il mio soggiorno è quella che ha scatenato il maggior numero di attacchi.
VIAGGI: Nel cuore dell’Amazzonia - Rio Roosevelt
Waner Costa, il direttore del lodge, sostiene che i mesi migliori per tentare la cattura degli esemplari più grossi (anche oltre i 5 kg) sono Giugno e Novembre. Quando il sole è ormai alto in cielo, la nostra guida ci consiglia di cambiare zona di pesca per tentare la cattura dei bicuda, specie di luccio molto comune nelle acque amazzoniche. Le zone ideali per scovare questi predatori sono quelle più ricche di correnti e di rapide. Per affrontarli, Alain, il mio compagno di pesca, ed io decidiamo di usare gli ondulanti che, dalle informazioni che avevamo raccolto, risultavano essere gli artificiali più produttivi sia con i bicuda che con le altre specie come i payaras, i cachorra, i tucanares soprattutto della specie paca, che predilige le acque correnti. Bastano pochi lanci e la cattura di diversi tucanares e piranha (sia preta e che nera) per avere conferma dell'efficacia degli ondulanti. Il modello Balze Colonel da 42 gr. si rivelerà in assoluto il più catturante. Per la cronaca tutte le catture sono intorno ai 2 kg. In Brasile i piranha non sono considerati una specie sportiva importante: probabilmente la loro grande abbondanza rende la loro cattura troppo facile.
Ciononostante sono pesci molto aggressivi e combattivi, specialmente i piranha neri di una certa taglia. Si manifestano con attacchi molto potenti e la resistenza durante i combattimenti non è inferiore a quella dei peacock, dei bicuda e dei payara. Pescare i piranha neri con esche siliconiche munite di testina piombata si è rivelato molto divertente. Va messo in preventivo il vedersi distruggere molte esche dai denti taglienti dei piranha: se intendete provare questa pesca dotatevi dunque di un buon numero di artificiali di ricambio. Pochi minuti dopo aver slamato un piranha nero, mentre effettuo l'ennesimo recupero, un attacco brutale ed improvviso di un bicuda quasi mi strappa la canna di mano. Con il Dam rosso e bianco che gli pende da un lato della bocca, il bicuda si esibisce in salti spettacolari fuori dall'acqua. I bicuda hanno una bocca estremamente dura e, rispetto agli attacchi, sono poche le catture che vanno a buon fine. Infatti, recuperato questo, perdo un esemplare stimato intorno ai 4 kg che aveva attaccato il mio Kerk. Decidiamo allora di rientrare al Roosevelt lodge per il giusto riposo.
Jakub con le sue catture
VIAGGI: Nel cuore dell’Amazzonia - Rio Roosevelt
Il vampiro del fiume Al pomeriggio, recuperate un po' di energie, decidiamo di ritornare al fiume per riprovare i peacock bass. Il numero delle catture aumenta, nonostante in genere siano le prime ore del giorno le migliori per questo tipo di pesca. Poco prima del tramonto, quando gli ultimi raggi del sole scompaiono all'orizzonte, aggancio il mio primo tucanare paca, una sottospecie della famiglia dei tucanare che ancora mancava nell'elenco delle mie catture, che già poteva contare arapaimas, peacock, bicuda e piranha. I payara (cachorra in brasiliano), soprannominati i vampiri dell'Amazzonia, possono raggiungere i 14 kg di peso e sono dotati di una tremenda dentatura caratterizzata da enormi canini inferiori. Per questi predatori sono da preferire ondulanti di buona misura. Anche nelle prime ore della sera questo tipo di pesca rende bene, quindi, verso le 17.30, la nostra guida ci conduce in un'area di media corrente che, a suo dire, è molto buona per la cattura dei cachorra. Al terminale d'acciaio, indispensabile per resistere alle terribili dentature che troveremo nei nostri
avversari, attacchiamo un piombo ad oliva che funge da zavorra ed infine un amo di generose dimensioni a cui attacchiamo l'anguillina viva. Dopo l'ennesima sostituzione di esca avverto improvvisamente un attacco tremendo e capisco subito che non si tratta di un piranha. La lenza fuoriesce velocemente dalla bobina del mulinello mentre un pesce impazzito salta ripetutamente fuori dall'acqua. Barriga, la nostra guida, urla: Cachorra! Cachorra! Cerco di tenere la punta della canna il più basso possibile sulla superficie dell'acqua tentando di impedire al pesce di effettuare salti fuori dall'acqua che ne faciliterebbero la slamatura. Finalmente, dopo circa cinque minuti di intensa lotta, il cachorra (payara), stimato attorno ai 6 kg, è stremato e ne posso ammirare i bellissimi colori argentei. Vista l'ora tarda (sono oramai le 21) rientriamo al lodge che raggiungiamo con una navigazione di circa mezz'ora durante la quale ci accompagnano gli occhi rossi dei caimani. Troviamo ad attenderci, un po' impazienti ed affamati, gli altri clienti del lodge.
Tramonti indimenticabili
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VIAGGI: Nel cuore dell’Amazzonia - Rio Roosevelt
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HO » INFORMAZIONI Clima In Amazzonia il clima è tropicale con una temperatura media di 35 gradi durante il giorno e con un alto tasso di umidità. Due le stagioni predominanti: una secca ed una umida. Tra una regione e l'altra del paese le differenze climatiche sono notevoli. Vaccinazioni Obbligatoria la profilassi antimalarica e la vaccinazione per la febbre gialla. Abbigliamento È consigliabile optare per tenute informali, pratiche e leggere che permettano una buona aerazione del corpo. Privilegiate pantaloni lunghi e camicie a manica lunga che costituiscono un riparo migliore dagli insetti. Munitevi di un ampio capellino o berretto per proteggere il capo dal sole, che è molto forte, di scarpe sportive adatte a rimanere in acqua anche per alcune ore, occhiali da sole (meglio se polarizzati) creme solari ad alta protezione e creme dopo sole. Moneta Un euro equivale a circa 2,50 reais brasiliani. In molti negozi sono accettati dollari americani il cambio dei quali risulta, talvolta, più conveniente rispetto a quello dell'euro. Per ulteriori informazioni: www.apescaconnoi.it
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STORIA & COLLEZIONISMO: James Heddon
James Heddon di Riccardo De Stabile Tutte le fonti concordano nell'affermare che James Heddon iniziò a fare prototipi in legno di esche artificiali alla fine dell'Ottocento. Nel 1901 questi artificiali venivano già prodotti in grande quantità. Nel 1902 Heddon ottenne i primi brevetti e nello stesso anno pubblicò un catalogo nel quale proponeva i primi tre modelli di artificiali. Con esso Heddon introdusse alcune delle esche che attualmente risultano tra le più ricercate dai collezionisti, tra le quali il modello Dowagiac Expert a due ami e la versione a quattro ancorette, catalogata come modello Dowagiac N°2. Sempre nella stessa pubblicazione fu inserito il modello Dowagiac Underwater, la prima esca a tre ami di Heddon. James protesse sempre gelosamente i propri brevetti: il monito rivolto ai trasgressori presente già in questo primo catalogo lo testimonia. Offriva addirittura una ricompensa a chi gli avesse segnalato coloro che copiavano i suoi brevetti.
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È molto improbabile che qualcuno possa recuperare un catalogo del 1902 ma, se ci riesce, sicuramente sarà in possesso di un tesoro. In verità si tratta di un discorso valido per tutti i primi cataloghi di Heddon. Il catalogo del 1907 è di particolare interesse perché presenta alcune delle esche più famose e ricercate di questo produttore. In esso infatti vengono descritti minuziosamente i famosi Minnows numerati con le serie 100 e 150. Si tratta dei ricercati artificiali a tre o cinque ami che imitano ciprinidi che, se in buone condizioni o in colori rari, durante le aste raggiungono prezzi da capogiro. Sempre in questa edizione è presente una descrizione dettagliata dell'esca modello 177 e della serie 300 da superficie, oltre che del vecchio modello Expert, al quale viene ora assegnato il N° 200. Altra particolarità sono i consigli tecnici per lanciare le esche e sul loro impiego a seconda della stagione e della temperatura dell'acqua. Il catalogo del 1910 propone una delle prime canne da lancio di Heddon con prezzi che vanno da 1 fino a 30 dollari per l'attrezzo migliore della serie, venduto con due cimini di ricambio in una custodia di velluto contenuta in una scatola di cuoio pesante.
Catalogo di James Heddon del 1913
Descrive anche le serie N° 100 e 150 Minnows, il N°200 Expert, il Minnow da superficie N° 300, il N° 177 per una pesca più pesante ed il Dowagiac Muskollonge Minnow N° 701. In più, vengono fornite spiegazioni tecniche sui Minnows galleggianti N° 900 e 901, proposti assieme ad una varietà di ami, montature per canne e custodie. Una delle sezioni più famose dell'edizione del 1910 è quella nella quale la dimostrazione delle tecniche di lancio viene fatta da una donna. Va ricordato infatti che Heddon fu un pioniere nel ritrarre le donne appassionate di pesca a spinning e, in questo senso, gli va riconosciuto l'ulteriore merito di avere, nella storia dell'azienda, affidato a diverse donne ruoli significativi e di grande responsabilità. Certo, il sesso femminile fu molto importante per gli inizi della pesca a spinning in America, basti ricordare che, alla fine dell'Ottocento, Carrie Frost fondò un'altra ditta, che in seguito divenne la Weber ossia una delle case di produzione di artificiali più celebri al mondo.
STORIA & COLLEZIONISMO: James Heddon
Negli anni Venti la Heddon divenne leader nella pesca al lancio e nella vendita di esche per la pesca a spinning in America. Il catalogo del 1921 mostra chiaramente il coinvolgimento di James Heddon nell'intera industria della pesca, sin dal titolo: “Canne, mulinelli, lenze ed esche”. Si tratta del catalogo n° 18 che presenta molte esche, ora alquanto ricercate, oltre ad alcuni dei primi mulinelli che ogni collezionista spera di accaparrarsi un giorno o l'altro. Da segnalare gli innovativi Minnows presentati a pagina 7 e a pagina 8 del catalogo. Una vera rarità oggi è lo Spin-Diver n° 3000, oltre ai 100, 150, 200 e 210. Da notare inoltre tutte le variazioni di colore disponibili sulla maggior parte delle esche. Interessante è la tabella che mostra le migliori esche sia per l'acqua dolce che per il mare. Gli anni Venti videro un'esplosione della creatività di Heddon nella ideazione delle esche oltre che nella commercializzazione di altri prodotti. Sono di questo periodo il modello Head-On Basser (1922) molto ricercato, e il Luny Frog (1927). Vennero poi effettuate variazioni nelle dimensioni degli artificiali ed introdotti nuovi modelli, compresi diversi per la pesca a mosca. La tiratura dei cataloghi di questi anni fu piuttosto alta quindi non sono fra i più quotati pur essendo interessanti come guida. Alla fine degli anni Venti iniziarono le prime avvisaglie della crisi economica Americana, che ebbe un certo impatto sulle vendite di esche, esattamente come sugli altri settori. Heddon era tuttavia piuttosto solido economicamente e riuscì a resistere alla tempesta. La crisi aumentò, paradossalmente, la creatività sulla modellistica. Alcuni collezionisti ritengono che, durante la Depressione, Heddon avesse leggermente abbassato la qualità dei propri prodotti, anche se va riconosciuto che la proverbiale qualità delle esche Heddon rimase alta anche in quegli anni. Alla fine degli anni Trenta Heddon era in procinto di passare alle esche costruite in altri materiali da affiancare a quelle standard in legno. Il catalogo del 1930 infatti presenta le primissime esche Spook prodotte da Heddon. Erano artificiali non in pyralin come la Luny Frog, ma in un materiale che Heddon chiamava heddylin, dichiarandolo simile al pyralin ma, fondamentalmente, una novità.
Manifesti pubblicitari degli anni ‘50 della ditta Heddon
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STORIA & COLLEZIONISMO: James Heddon
Modello 750 originale in legno - Artificiali in scatola originale
Alla fine degli anni Trenta, effettuò anche i primi tentativi impiegando la tenite nella produzione dei modelli River Runt Spooks. Alcuni di essi risultarono parecchio instabili e la maggior parte dei collezionisti ha provato la delusione di aprire una bella vecchia scatola degli anni Trenta e ritrovarvi dentro pezzetti di tenite sbriciolata. Alla fine Heddon ed altri produttori del periodo passarono alla tenite II che era, ed è tuttora, più affidabile quanto a robustezza. Alcuni artificiali in tenite (nota anche come tenite I) sono ancora in buone condizioni, ma sono rari e la loro fragilità è davvero un problema. L'anno 1930 vide anche l'introduzione di una delle esche da bass più famose: il modello Heddon Meadow-Mouse n°4000. L'inserimento del Vamp Spook per accompagnare la serie Super Dowagiac Spook avvenne invece nel 1932. A questi seguirono, a breve, i River Runt Spooks. Il catalogo del 1935 infatti ne descrive molti in
dettaglio, tutti realizzati in tenite. Non si fa più alcun riferimento allo heddylin. Da questa pubblicazione, indipendentemente dalle precise composizioni chimiche dei componenti, risulta evidente che Heddon si è già impegnato parecchio nella produzione di esche in materiali plastici e resine composte. Ora i modelli di punta sono Dowagiac Spooks, Vamps, Torpedo Spooks, Jointed Vamps e numerosi tipi di River Runts. Nel 1936 sono già in produzione i famosi River Runt Floating Spook ed il Crab Spook, così come il Salmon Basser ed il Musky Surface Spook. Nel 1937 vennero introdotte ulteriori varianti di River Runt Spooks e di uno degli artificiali attualmente più ricercati, il King Basser n° 8550. La fine del decennio vide l'introduzione di una delle esche che più catturanti in assoluto: lo Zara Spook del 1939. Contestualmente Heddon presentò anche alcuni Spook del tipo Runt, il grande Chugger Spook ed il Wounded Spook.
STORIA & COLLEZIONISMO: James Heddon
Alcuni modelli originali con relative confezioni
Verso la fine del decennio il lento andamento economico dei primi anni Trenta era superato e il mercato risultava abbastanza prospero per la vendita di esche. Di lì a breve però i turbamenti della guerra avrebbero influito pesantemente su di esso. L'epoca felice di James Heddon stava giungendo al termine per una molteplicità di ragioni, la maggior parte delle quali completamente al di fuori del controllo di Heddon stesso. Gli anni Trenta avevano visto l'introduzione di molte esche in nuovi colori e nuovi materiali. Se volessimo collezionare anche solamente tutti gli artificiali che produsse in quel decennio, dovremmo cercare pezzi per una vita intera o forse due. Senza dubbio uno dei cataloghi migliori di Heddon è quello del 1940. In esso vennero aggiunti due artificiali oggi molto richiesti: il Crazy Crawler e il Punkinseed. Altri pezzi di valore di questo periodo sono il Punkie Spook, il Punkinseed per la pesca a mosca e il cucchiaio Go-Deeper River Runt Spook.
In quello del 1941 l'unica reale innovazione è una variante sottile del River Runt Spook. Fino a dopo il 1945 non ci furono grossi sviluppi. Il Catalogo Tascabile Heddon del 1946 mostra la linea completa di esche Spook ancora disponibili e numerosi nuovi artificiali in legno (materiale che vide in questi un revival) proposti ora con occhi dipinti. I primissimi anni del dopoguerra segnarono un significativo cambiamento nelle produzioni delle maggiori ditte Americane: ritornavano infatti i soldati dalla campagna europea portando con sé l'attrezzatura europea. Questa, indubbiamente più leggera, si rivelò molto efficace nei bacini interni americani, innescando lo studio e lo sviluppo di artificiali più inconsistenti realizzati con materiali diversi. Heddon, che aveva retto durante la guerra, attrezzò nuovamente lo stabilimento fra il 1945 e il 1946. Tuttavia l'attrezzatura da spinning leggero stava per prendere il sopravvento, eliminando dalla consuetudine gli artificiali di legno utilizzati fino a quel momento.
STORIA & COLLEZIONISMO: James Heddon
Le versioni in plastica degli artificiali soppiantarono in breve tempo quelle in legno, alcune delle quali rimasero tuttavia reperibili fino agli anni Cinquanta e poco oltre. Nel 1950 James Heddon era perfettamente consapevole del fatto che l'attrezzatura da spinning leggero non era una moda passeggera e aveva iniziato a progettare molti artificiali che sarebbero diventati i suoi prodotti di punta fino alla cessione dell'azienda alla Pradco nel 1983-1984. Il catalogo del 1952 presenta il modello Tadpolly Spook n° 9000, che sarebbe poi diventata una famosa esca da salmone nei Grandi Laghi, il Tiny Runt n° 350, il Tiny Torpedo n° 360, il Tiny Lucky 13 n° 370 (disponibile anche in confezioni da 3) ed altre esche di dimensioni contenute. Il catalogo del 1953 introdusse uno degli artificiali Heddon per la pesca a mosca più introvabili: il Widget n° 300, in legno. Termina così la panoramica sull'attrezzatura Heddon, con il catalogo del 1953 ossia tecnicamente il 51° anno dei cataloghi Heddon. Descrivere l'intera produzione di questa ditta è un'impresa ardua. Ho scelto di fermarmi ai prodotti di grande valore modellistico e qualitativamente alti. Purtroppo il successivo abbassamento nella qualità, dettato da esigenze di un mercato spronato al ribasso da produttori orientali, ha implicato una produzione non molto significativa. Preferisco conservare l'idea romantica di James Heddon in riva ad un fiume che intaglia pesciolini in legno.
Alcuni prototipi di Heddon
N.B.: Alcune fotografie di questo articolo provengono dai cataloghi della Casa D’Aste Americana LANGS, a cui vanno i nostri ringraziamenti.
A sinistra mulinello brevettato nel 1923
A destra il modello 740
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STORIA & COLLEZIONISMO: Gran Cascapedia
Gran Cascapedia di Giorgio Cavatorti
La storia del più famoso fiume americano per la pesca del salmone atlantico Il fiume Grand Cascapedia nasce da due torrenti alimentati da 3.800 chilometri quadrati di bacino idrografico dei Monti Shick-Schock, la catena più alta ad Est delle montagne rocciose canadesi. Ci sono due rami principali del Grand Cascapedia che scendono verso valle ed infine si incontrano al Forks Pool, la prima grande pool da salmone. Il più lungo dei due rami è chiamato Salmon Branch e comincia il suo viaggio con una serie di piccoli ruscelli che sgorgano da differenti laghi glaciali ad altezze di circa 3.000 piedi sugli Shick-Shock. Il lago più grande si chiama Lago Cascapedia e ha una superficie di circa ¾ di miglio. Il suo compagno minore è il Lago Paul e i torrenti che escono da essi si incontrano circa 6 miglia sopra ad un luogo bellissimo chiamato High Falls, noto anche come 17 Miglia. I salmoni riescono a risalire le tre cascate inferiori, ma l'ultima è troppo grande perché la possano oltrepassare. Il fiume attraversa rapidamente il profondo lago noto come lago delle Nove Miglia, dopodiché serpeggia per altre 14 miglia fino alla confluenza dei due rami al Forks Pool. Il secondo ramo, un tempo chiamato ramo “indiano”, parte circa 14 miglia ad ovest del Forks ed è, principalmente, il prodotto di due ruscelli: il torrente Go-A-Shore ed il torrente Miner. Entrambi poi formano il torrente Lake Branch, le cui acque sgorgano dal Lago Loon, un bacino glaciale bello e limpido che è lungo circa ¾ di miglio e largo mezzo miglio. Questo ramo, che ha quasi due volte il volume d'acqua del Salmon Branch, segue un corso più orientale finché si unisce al Salmon Branch al Forks. Da lì, il fiume Grand Cascapedia scorre verso Sud per circa 42 miglia, scendendo di circa 800 piedi e creando oltre 150 laghi, finché è accolto, alla sua foce, dall'acqua di marea della Baia di Cascapedia. Nel 1861 New Richmond stava già diventando uno degli insediamenti più significativi della penisola di Gaspé. Con una popolazione di oltre 1.500 abitanti, vantava parecchie chiese, almeno tre segherie e due imprese navali.
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Mappa del Cascapedia
New Richmond era favorita dal fatto di avere una delle più grandi aree di suolo coltivabile sul Gaspé: oltre 10.000 acri di vallate agricole che si estendono per dieci miglia nell'entroterra dalla linea costiera risalendo la valle Cascapedia. Gli agricoltori qui coltivavano luppolo e lino e producevano sciroppo d'acero. John McKay, stabilitosi nella vallata nel 1832, sviluppò un'attività navale nel piccolo villaggio di Grand Cascapedia. Il legname per la maggior parte di quelle navi, alcune delle quali erano golette a tre alberi, proveniva dal terreno libero al di sopra delle proprietà della famiglia Harrison, allora conosciuto come Donald's Gully. McKay era uno dei tanti uomini che cercavano di espandersi oltre le limitazioni dell'attività agricola, in forme più redditizie di commercio. Il trasporto a vapore era già ampiamente diffuso negli ultimi cinquanta anni dell'Ottocento.
STORIA & COLLEZIONISMO: Gran Cascapedia
Si poteva prendere un treno a vapore per raggiungere la città costiera di Shediac, nel New Brunswick, e, dopo una notte trascorsa al punto di ristoro John Q. Adams, salpare poi sull'unico piroscafo che serviva il Dalhousie, l'allora affollato porto per il trasporto dei tronchi d'albero che sorgeva sul lato di New Brunswick della Baia di Chaleur. Il piroscafo “Ammiraglio”, che faceva un solo viaggio a settimana attraverso la Baia di Chaleur, divenne l'unico collegamento affidabile e regolare col mondo esterno. La nave cominciò a trasportare anche zelanti sportivi attraverso quelle acque gelide e l'apertura del servizio nel 1862 fu sfruttata dai primi pionieri pescatori a mosca per raggiungere le sponde della Baia di Cascapedia. Già a partire dal primo viaggio l'Ammiraglio trasportò, attraverso la Baia di Chaleur, parecchi pescatori intrepidi, senza alcuna preventiva conoscenza del fiume e con poche aspettative. Nel 1850 la pesca sportiva del salmone a Nord dei fiumi già sacc heggiati di New York, Connecticut, Massachusetts e Maine, stava cominciando diffondersi fra coloro che all'amore per la pesca sportiva associavano quello della scoperta e dell'avventura. Parecchi dei fiumi canadesi vicini a centri abitati in crescita (Quebec e Bathurst, New Brunswick, ad esempio) come il Métis ed il Nepisiquit, stavano già cominciando a subire una pressione di pesca eccessiva rispetto a quella che erano in grado di sostenere, tuttavia, per andare su uno dei molti fiumi della penisola di Gaspè, ci volevano un po' di imprudenza, il gusto per un viaggio non organizzato ed un buon paio di gambe. Saltuariamente si poteva vedere un gruppetto di uomini che, con l'attrezzatura da pesca, si dirigeva verso Nord. Girava infatti la voce che vi fossero fiumi splendidi pieni zeppi di grossi salmoni. Parecchi furono anche molto rapidi nel recensire le loro avventure sulle riviste sportive, facendo così pubblicità ai pregi del pressoché sconosciuto fiume Grand Cascapedia e di molti altri. Tra questi pionieri c'era il grande pescatore-viaggiatore Charles Lanman. Nel 1847 Charles Lanman (1819-1895) partì da Washington D.C. per una lunga escursione sportiva che comprendeva buona parte del New Brunswick e della provincia meridionale del Quebec. Questo nativo del Michigan, che vantava di essere “il primo cittadino degli Stati Uniti ad aver mai visitato il Canada per pescare salmoni con una mosca artificiale”, era l'ex segretario e biografo di Daniel Webster e divenne in seguito bibliotecario del Ministero della Difesa, del Ministero degli Interni e della Camera dei Rappresentanti. Lanman era un noto naturalista ed un prolifico artista di fauna selvatica.
Hardy Cascapedia - valutazione € 15.000
John Barter con un esemplare di 43 lb.
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Il Matapedia Fotografia del 1865
Narrò le sue avventure di caccia e di pesca, comprese parecchie escursioni nel New Brunswick in cerca di pesca di qualità, in più di uno dei trentadue libri di cui fu l'autore. Lanman era un appassionato pescatore con la mosca ed il suo obiettivo in questo viaggio del 1847, il suo primo in Canada, sembra essere stato quello di lanciare mosche in più fiumi che poteva, per poi registrare i suoi risultati in veste giornalistica. Fece anche la cronistoria del suo lungo tragitto verso molti dei grandi fiumi del Canada orientale nel 1848, notando che si potevano prendere sia grossi salmoni che trote nell'“incantevole” fiume allora noto come Gascapediak. La sua ammirazione per il fiume era frutto di esperienza diretta. Scrisse ancora, in seguito, che il fiume “…promette di essere, se non rovinato dai pescatori di frodo, uno dei migliori sul continente per il pescatore con la mosca”. Discesa in canoa nel Gran Cascapedia
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Altro pioniere di queste zone fu William Henry Venning (1824-1917). Viaggiò su una nave a vapore noleggiata alla partenza da New Brunswick nel 1858, che lo lasciò, un giorno d'estate, sulle banchine di New Richmond. Era stato Ispettore delle Zone di Pesca per le province della Nuova Scozia e del New Brunswick dal 1867 al 1889, sebbene avesse la fama di essere un uomo piuttosto iracondo e malgrado i numerosi casi di comportamento rude che lo vedevano protagonista. In seguito, sotto il nom de plume di “The Old Angler”, avrebbe scritto dei fiumi in cui aveva pescato durante la sua vita e dei “milionari” che da allora, secondo lui, li avevano “monopolizzati”. Il suo elogio alla bellezza del Grand Cascapedia, oltre che alle dimensioni e al “coraggio” dei pesci che “salgono elegantemente verso la mosca”, era veramente sentito. Il resoconto che rese di quella escursione sul campo indubbiamente pone il
Il Matapedia Fotografia del 1865
rude Harry Venning tra i primi moschisti famosi ad aver pescato nel fiume Grand Cascapedia. Un altro pescatore che frequentò il Grand Cascapedia fu il Capitano Campbell Hardy (18311919), che per 15 anni stette di guarnigione alla città di Halifax, sede di presidio nella Nuova Scozia. Nel 1852 fece la prima delle sue visite ai fiumi da salmone nei mesi più caldi e descrisse con dovizia di particolari le sue escursioni di caccia all'alce e pesca al salmone nei due volumi Sporting Adventures in the New World (avventure sportive nel Nuovo Mondo), pubblicati nel 1855. Hardy aveva sentito dire che il Cascapedia “è un magnifico fiume da salmoni, sul quale, come ho appreso da informazioni che ho ricevuto a Dalhousie, con la mosca si possono prendere pesci molto grandi, nei mesi di Luglio e Agosto; ma da molti anni nessun sportivo vi si reca”.
Il capitano Hardy fece un viaggio d'esplorazione sui numerosi fiumi che sfociavano nella Baia di Chaleur prima della pubblicazione del 1855. Robert H. Montgomery, un noto mercante locale di New Richmond, gli procurò due guide native ed una canoa, così Hardy fu in grado di lanciare una mosca nelle fresche e limpide acque del Grand Cascapedia. Sulla maggior parte dei fiumi canadesi la pesca al salmone stava già, nel 1850, diventando uno sport che richiedeva denaro e conoscenze. Nell'estate del 1883 il signor D. Cameron Mackedie, un'agente sovrintendente del Ministero per le Terre della Corona, fu mandato dal governo del Quebec a valutare il potenziale d'affitto dei migliori fiumi da salmone nella penisola di Gaspè. Quando Mackedie raggiunse il fiume Grand Cascapedia, percorse in canoa le cinquanta miglia in salita fino al Forks Pool. Camp Tracadie 1901
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Catture di inizi ‘900 nel Gran Cascapedia
Incontrò numerose comitive di pescatori di salmoni e la considerazione finale fu la seguente: “Sono dell'idea che tutti i fiumi ora in affitto spunterebbero canoni ben più alti se dati al miglior offerente”. Inoltre egli pensava che i pescatori sarebbero stati i migliori guardiani del loro investimento. Solo qualche anno dopo molti degli affitti delle acque della Corona erano in mano a uomini che potevano permettersi di pagare lautamente il privilegio. Nel gennaio del 1890 si tenne un'assemblea nel Palazzo del Parlamento del Quebec che vide una vasta partecipazione: tutti speravano di aggiudicarsi un contratto d'affitto dei fiumi offerti in vendita. Tra i presenti il segretario-tesoriere del Restigouche Salmon Club, Henry Wheeler De Forest, un distinto uomo d'affari di New York, che era in loco per fare un'offerta per il fiume St. John, sulla sponda Considerazioni di fine giornata nel Lodge Douglass, 1916
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settentrionale del St. Lawrence, che ottenne per $ 550. De Forest fu testimone diretto dello scontento che si diffuse nella stanza quando fu annunciato che il contratto d'affitto del fiume Grand Cascapedia veniva, ancora una volta, concesso in vendita mediante trattativa privata, al governatore generale del Canada, l'On. Lord Stanley, alla cifra simbolica di 1 dollaro. Un cronista espresse l'opinione secondo cui, “Visto che il dominion del Canada paga al suo governatore generale un salario annuale di $ 50.000 all'anno, certo non sembra esserci alcuna ragione per cui la libera pesca dovrebbe esservi inclusa” R.G. Dun difficilmente perdeva un'estate sul Gran Cascapedia Aveva condiviso contratti d'affitto relativi ad intere sezioni del fiume, acquistato proprietà e diritti rivieraschi sulle pools che erano vendute in blocco e,
Giornata fruttuosa nella Primavera del 1926
nel complesso, i suoi anni di esperienza sul fiume erano unici. Nel 1886 Dun trascorse buona parte dell'estate del suo sessantesimo anno sul fiume in compagnia della sua nuova moglie, Mary Douglass Bradford (1825-1910) e del suo buon amico James Blossom, pescando nelle pools che aveva in affitto. Il 20 giugno di quell'anno Dun visse un giorno indimenticabile: mentre stava pescando nella Salmon Hole Pool vide ciò che suppose essere un grosso pesce che girava in tondo al margine della pool. Poco dopo il salmone afferrò la sua Silver Gray e la 15'6” Leonard in bambù si rivelò all'altezza del pesce. Col cuore in gola, Dun giocò cautamente con l'enorme pesce dopodiché, nel giro di mezz'ora, lo guadinò e lo mise al sicuro sulla barca. La comitiva ritornò al lodge Woodman's dove soggiornava ed il piatto della vecchia bilancia sul lato dell'edificio si arrestò a 50 libbre. Il salmone fu impacchettato nel ghiaccio e
spedito via treno al Merchant's Club a New York dove venne misurato accuratamente coi seguenti risultati: una lunghezza di 4 piedi e 6 pollici, una circonferenza di 28 pollici ed un'ampiezza della coda di 14 pollici. Dopo la morte del suo amico, il Presidente Chester Arthur, il signor Dun era ansioso di avere i propri alloggi privati sul fiume. Fu così che nel febbraio 1887 scrisse a Robert H. Montgomery presentandogli il progetto ed allegando i disegni preliminari che il suo architetto, John M. Merrick, aveva fatto per una splendida casa in riva al fiume. Dun spiegava: “visto che mi aspetto che d'ora in poi mia moglie mi accompagni sempre sul Cascapedia, ho deciso di costruire un piccolo cottage”. Verso la fine del ventesimo secolo il fiume Grand Cascapedia era uno dei pochi fiumi elitari da salmoni dell'Atlantico nel Canada occidentale. Fotografia di fine ‘800 del villaggio di Gran Cascapedia
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STORIA & COLLEZIONISMO: Gran Cascapedia
L'arrivo della ferrovia sulla sponda meridionale della penisola di Gaspé e i numerosi articoli pubblicati su riviste specializzate che elogiavano le dimensioni dei salmoni, portarono ad un accrescimento della pressione di pesca su molti fiumi noti della costa. L'applicazione dei regolamenti era perlopiù lasciata ad una piccola squadra di ufficiali provinciali, che faceva del suo meglio per pattugliare le centinaia di miglia di sponde dei fiumi sotto la sua giurisdizione. Il compito di sorvegliare un fiume era spesso lasciato ai club privati che, nell'interesse dei propri membri, pagava per la maggior parte della vigilanza di cui c'era bisogno. Le pressioni dei bracconieri, dei taglialegna e delle industrie esterne che volevano costruire un argine attraverso il fiume, lasciarono poca scelta ai pescatori del Grand Cascapedia: dovettero fondare un'associazione rivierasca per monitorare e far valere i regolamenti provinciali oltre che per tener d'occhio parecchie industrie locali che non avevano a cuore né la salute dei salmoni, né la pesca sportiva. Era un'idea nuova, ma valeva comunque la pena di provarla su qualunque grande fiume della costa di Gaspé. La crescente preoccupazione riguardo un certo numero di questioni salienti, indusse infine all'azione gli uomini del Grand Cascapedia. Il futuro sbarramento del 1906 del Little Jack, una delle pool preferite di molti dei membri del Cascapedia Club, il pericolo di incessanti passaggi di
tronchi, che spesso limitavano la pesca, e le licenze per la pesca con la rete concesse a pescatori nei tratti inferiori del fiume, contribuirono a spingere gli uomini che possedevano i corsi d'acqua del Grand Cascapedia a riunirsi a New Derreeen nel giugno del 1908. A quel raduno William Mershon propose l'istituzione di un'organizzazione costituita dai pescatori proprietari di acque rivierasche sul Grand Cascapedia oltre che da un rappresentante del Cascapedia Club. I membri dell'associazione avrebbero potuto discutere delle questioni che colpivano negativamente il fragile ambiente fluviale e dunque la qualità della pesca, per poi agire coalizzati nell'esercitare pressioni e, eventualmente, investire risorse laddove ce ne fosse stato bisogno. Lo statista John Cadwalader, allora presidente del Cascapedia Club, chiese a Mershon, in una lettera del gennaio 1909, di far seguito alla riunione dell'estate precedente e di capeggiare la fondazione di un'Associazione rivierasca molto simile a quella che ci si proponeva sul vicino fiume Restigouche. L'Associazione rivierasca venne fondata ufficialmente appena alcune settimane dopo l'apertura della stagione del 1909. Attraverso questa serie di vicissitudini il Grand Cascapedia è riuscito a conservare quasi intatta la sua bellezza e a rimanere uno dei fiumi più belli in cui lanciare una mosca da salmone.
N.B.:Alcune fotografie di questo articolo provengono dal libro “ The Grand Cascapedia River” pubblicato dalla Meadow Run Press (USA), a cui vanno i nostri ringraziamenti.
Penisola del Gaspè Mappa del 1810
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Un fiume la attraversa A river crosses it
di Filippo Putignano Giordano - fotografie di Silvia Cavatorti e Filippo Putignano Giordano
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Come una vena, lo Shannon alimenta la regione che porta il suo nome, nel cuore dell'Irlanda - la migliore per la p e sc a d e i g r a n d i l u c c i . Ho preso in prestito le parole del mio amico - certamente anche vostro - Norman Maclean, pescatore come tutti noi, scrittore malinconico e struggente. Lui raccontava della vita, io penso a quella che, più di qualsiasi altro luogo, è una terra dei desideri del cuore, dove l'aria è profumata e l'acqua dei fiumi si può ancora bere. E dove ognuno di noi inguaribili sognatori, finalmente, si sente a casa.
Like a vein, the river Shannon feeds the region that bears its name, in the heart of Ireland – the best one for the fishing of big pike. I will begin with the words of the great Norman Maclean, a melancholy and pensive fisherman and writer. He spoke of life, I think of a region which is, more than any other place, a land of the heart's desires, where the air is scented and the water of the rivers is still drinkable. And where everyone of us, incurable dreamers, finally feels at home.
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VIAGGI: Irlanda, un fiume la attraversa
…me ne sto seduto guardando la finestra, i vetri rigati da una pioggia leggera. Sono da poco passate le sei del pomeriggio, ho pescato per tutta la mattina e mi trovo in un piccolo Pub senza nome lungo la strada per il minuscolo porto di Doolin, Contea di Clare, nell'Ovest dell'isola, dalla parte dell'Atlantico. Un camino acceso, pochi tavoli, fotografie di grandi trote e lucci alle pareti. Ho mangiato come un lupo salmone affumicato e cipolle dolci, pane nero e burro, e bevuto un po' dell'ottimo Locke's, un whisky prodotto non molto lontano da qui, a Kilbeggan, nel Westmeath, in quella che si dice sia la distilleria con la più vecchia licenza al mondo, autorizzata fin dal 1757. In agosto non fa buio prima delle undici e c'è sempre una luce magnifica fino a tardi, così ho tutto il tempo di andare a vedere l'Oceano e fermarmi a Galway per la cena. Arrivo sulla costa quando ha appena smesso di piovere, le nuvole si sono aperte e c'è un bel vento. C'è sempre vento, qui. Sono sulle Cliff of Moher, un tratto di scogliera a strapiombo sul mare che corre per più di 8 km tra la O'Brien Tower e l'Hag's Head (la 'Testa della Strega'), un salto assolutamente verticale di 200 metri, dritto e perfetto, senza sbavature, sotto neanche uno scoglio: ti sembra di essere ai confini del mondo e che la Terra, letteralmente, sia finita. Mai visto posto più bello, penso tra me, poi mi correggo – visitare questa parte dell'Irlanda vuol dire esplorare uno stato d'animo, non solo un luogo fisico. In realtà vedrete che questo varrà tante volte per quante località visiterete, siano esse la Baia di Kingston, nel Connemara, o quella di Dingle, o la Penisola del Kerry, dove c'è una piccola casa davanti all'Isola di Puffin, che vorrei proprio fosse la mia, lì, più che in qualsiasi altro luogo al mondo. Se passate da Cork – cercate di farlo – fate un salto alla Mercier Press, una grande e vecchia libreria, con
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…I am sitting looking at the window, at the panes furrowed with a light rain. It is just past six o'clock in the afternoon, I have been fishing all morning and I am now in an unnamed Pub along the road towards the very small port of Doolin, County Clare, in the west of the island, on the side of the Atlantic Ocean. A burning hearth, few tables, photographs of big trout and pike hanging on the walls. I ate smoked salmon and sweet onions, brown bread and butter and drank some excellent Locke's, a whisky made in Kilbeggan, in Westmeath, in the distillery with the oldest licence in the world, authorized since 1757. In August it does not get dark till eleven and there is always a wonderful light till late, so I have all the time in the world to go and look at the Ocean and stop in Galway for dinner. I get to the coast when it has just stopped raining, the clouds have just cleared up and it's pretty windy. It is always windy here. I am on the Cliffs of Moher, a stretch of cliffs overlooking the sea for more than eight kilometres between the O'Brien Tower and the Hag's Head, a perfectly vertical straight jump of 200 metres, no rocks underneath: you feel as if you are at the end of the world and the earth literally appears to not go any further. I have never seen such a beautiful place, I think to myself and then correct myself – visiting this part of Ireland means exploring a state of mind, not only a physical place. Actually, it is a feeling you have in a lot of places: the Bay of Kingston, in Connemara, that of Dingle, the Peninsula of Kerry, where there is a small house in front of the Puffin Island, which I would like to be mine. Walking about the towns you have the same feeling of
VIAGGI: Irlanda, un fiume la attraversa
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VIAGGI: Irlanda, solcata dallo Shannon
Casa Rizzini
una vastissima sezione dedicata alla letteratura Irlandese: capirete quanto grande è stato il contributo dato da una pur così piccola nazione, alla cultura internazionale – l'opera di Joyce, Yeats, Wilde, Beckett (…vi bastano?) costituisce la struttura stessa del pensiero moderno. E poi c'è Dublino. Bella, colta, raffinata, divertente, piena di musica, con una cucina eccellente: arrivate a St. Stephen's Green e fermatevi a colazione da Shanahan's on the Green - al n. 119, oppure al Brownes - al 22, raggiungete Nassau Street (dove tra l'altro troverete Kevin & Howlin, per me il più bel negozio di Dublino, nel quale vendono un Tweed eccezionale tessuto solo per loro nel Donegal), da lì prendete Temple Bar Street ossia la zona più viva e centrale della città. Due occasioni da non perdere, molto diverse tra loro: la maestosità della Sala Lunga dell'Old Library, nel Trinity College, e il gusto ricco e amaro di una Guinnes al Brazen Head, il più vecchio pub dell'isola, aperto dal 1198. Per quanto mi riguarda, ho conosciuto l'Irlanda seguendo la mia grande passione, che è la pesca al luccio, e trovandola nella sua dimensione ideale, cioè in un luogo incontaminato e insieme ricco di storia e tradizione, dove l'uomo è ancora un ospite gradito e un attento custode della natura. Ogni anno, quanto torno e ritrovo i miei fiumi e i miei laghi, mi accorgo come è importante guardare anche cosa c'è intorno ad essi. E capisco quanto è grande la differenza tra l'essere solo turisti o viaggiatori.
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serenity and gaiety as in the countryside. Sometimes there is also a vague feeling of melancholy: it is “a place where you can meet with poetry sitting at the corner of the street”, as Heinrich Böll wrote in his 'Diary of Ireland'. If you pass through Cork pop over to Mercier Press, a historical bookshop with a very large section dedicated to Irish literature: you will understand what a big contribution such a small nation gave to international culture –Joyce, Yeats, Wilde, Beckett threw the basis of modern thinking. And then there is Dublin. Beautiful, cultured, refined, funny, full of music, with an excellent cuisine: go to St. Stephen's Green and stop for breakfast at Shanahan's on the Green - at n. 119, or at Brownes – at n. 22, reach Nassau Street (where you will also find Kevin & Howlin, which in my opinion is the most beautiful shop in Dublin, where they sell a special Tweed weaved just for them in Donegal), from there take Temple Bar Street, that is the most animated area of the town. Every year, when I come back and find my rivers and lakes again, I realize how important it is to look at what surrounds them too.
VIAGGI: Irlanda, solcata dallo Shannon
La pesca – attrezzatura e tecnica
Fishing – equipment and technique
Il mio consiglio è di pescare nelle Midland, che corrispondono proprio alla Shannon Region cui faccio riferimento all'inizio di queste poche righe. È in assoluto la zona con le acque più belle e proficue per la pesca dei grandi lucci – in particolare le Contee di Westmeath, Cavan e Longford. Il Grande Fiume alimenta i laghi Allen, Boderg, Ree e Derg, e un dedalo di corsi più e meno ampi, ma tutti ugualmente redditizi. Per quanto mi riguarda, la scelta cade su una Lamiglas mod. Russian River da 7'6” per 2oz – ma lancia bene fino a 2½ - accoppiata ad un mulinello Daiwa Capricorn 3500. Insieme costituiscono un binomio perfetto per potenza e sensibilità, che mi permette, con un solo attrezzo, di affrontare tecniche diversissime tra loro. Diamo un'occhiata alle esche: in realtà non ve ne serviranno molte, è invece importante che impariate a usarne alcune in grado però di coprire varie tecniche di recupero, in modo da sondare sempre efficacemente differenti strati d'acqua, in tutte le condizioni meteorologiche e le fasi di attività del pesce. Certo non partirei senza almeno un paio di buoni jerk: quelli prodotti dalla Fox sono economici, lavorano alla grande e sono facilissimi da reperire – scegliete il Raider per pescare profondo, lo Slim Dolphin per gli strati intermedi. Di norma non darei indicazioni specifiche per quanto riguarda il colore, ritenendo il movimento assai più importante ma, data
My advice is to fish in the Midlands, which correspond precisely to the Shannon Region which I mentioned at the beginning. It is the area with the most beautiful waters to fish big pike in – particularly the Counties Westmeath, Cavan and Longford. I have chosen a Lamiglas mod. Russian River 7'6” for 2oz – but it casts well up to 2½ - coupled with a Daiwa Capricorn 3500 reel . They is a perfect combination for power and sensitivity, which allows, with one single tool, to tackle very different techniques. You will not need many types of bait but it is important that you learn to use some of them which can cover different retrieval techniques, so as to sound different strata of water, always effectively in all weather conditions and phases of activity of the fish. I would not leave without at least one pair of good jerks: those made by Fox are cheap, they work pretty well and are very easy to find – choose the Raider to fish in deep water, the Slim Dolphin for intermediate strata. Among the cranks I would bring the Bucher Baby Shallow Raider and Mania 6” Jake with me: they don't go down more than a metre and a half, but they can make the fish come up from a bottom of 3-4 metres or suspended at middle depth.
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VIAGGI: Irlanda, un fiume la attraversa
la particolare resa del Rainbow Trout, vi esorto a procurarvene in questa specifica livrea. Buttate in valigia anche qualche ondulante, io non ne faccio mai a meno e li considero in assoluto il tipo di artificiale dal rendimento più costante tra quelli che possiedo: prendono sempre pesci, punto. Ecco i miei preferiti: Kuusamo Professor, Williams Withefish 5½”, Lucky Strike Lizard, KB Spoon 4½”, Eppinger Red Eye 4. Il trend attuale dà poi grande risalto all'efficacia della gomma, personalmente non ne vado matto perché non mi diverto durante il recupero come quando uso i jerk, i crank o i cucchiai, ma qualche shad sui 7” da montare su una testa piombata o su un grosso Jig (tipo il J-Mac da 1¼oz) me lo porto sempre. Qualsiasi esca usiate – quelle viste insieme sono tutte terribilmente efficaci – il vero asso nella manica sarà la vostra capacità di essere analitici e deduttivi e di fare tutto con calma. C'è sempre un motivo per cui prendiamo pesci e tanto più c'è quando non ne prendiamo affatto: ascoltate quanto l'acqua ha da dirvi, decidete la vostra strategia e scegliete l'approccio più corretto. Infine vi segnalo l'indirizzo e- mail di Alberto Rizzini alberto82@eircom.net, che gestisce con successo la notissima 'Casa Rizzini Irlanda' insieme al papà Carlo. Potete contattarlo per organizzare una vacanza di pesca messa a punto sin nei minimi dettagli, ha buone guide e barche veloci e attrezzate. Siamo amici da tanto tempo e vi dico: è un ragazzo di grande cuore e un professionista che prende molto sul serio il suo lavoro o, se preferite, il vostro divertimento. Alla fine di questa nostra chiacchierata, che mi auguro possa un giorno continuare intorno a un bel fuoco durante una pausa di pesca, mi sembra quasi di aver svelato il mio posto segreto, dove vado lontano da tutto e da tutti a immergere la lenza, nella speranza che un pesce abbocchi. Ma sono certo di averlo fatto ad amici fidati.
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Bring along some undulating bait too, that is what I consider to be the artificial type with the most constant yield among those which are in my possession. Here are my favourite ones: Kuusamo Professor, Williams Withefish 5½”, Lucky Strike Lizard, KB Spoon 4½”, Eppinger Red Eye 4¾” (2½oz, the 1oz one is good too). The current trend then gives prominence to the effectiveness of rubber, personally I am not very fond of it because I don't have any fun during the retrieval, but I always take along some 7” shads to attach to a leaded head or onto a big Jig (like the 1¼oz J-Mac). Whichever bait you use, the real strength will be your ability to be analytical and deductive and to do everything calmly. There is always a reason for which we catch fish and even more so when we do not catch any at all: listen to what the water has to tell you, decide your strategy and choose the most direct approach. The following is Alberto Rizzini's e-mail address alberto82@eircom.net. He runs the very famous 'Casa Rizzini Irlanda' (Rizzini House Ireland) with his father Carlo. You can contact him to organise a fishing holiday and he will see to arranging everything, taking care of every detail. He has got good guides and fast and wellequipped boats. We have been friends for a long time, therefore I can tell you: he's a hearty boy and a professional who takes his work or, if you prefer, your fun very seriously. At the end of this conversation, which will hopefully continue one day around a nice fire during a fishing break, I almost have the impression I have revealed my secret place, where I get away from everything and everyone to cast my line, hoping that a fish bites. However, I am sure I have given it away it to trustworthy friends.
conoscere i nostri prodotti agli utenti finali, spiegando le motivazioni per cui questi prodotti sono stati creati e con quali tecniche innovative sono stati costruiti. Avere inoltre la possibilità di poter conoscere il grado di soddisfazione dei pescatori verso i nostri prodotti e raccogliere quelle che sono le loro impressioni, ci stimola a fare sempre meglio e ci aiuta a presentare delle collezioni in linea con le nuove richieste di mercato.
Intervista a Roberto Trabucco Nata nel 1986 dalla passione e dall'esperienza di Roberto Trabucco, la Trabucco Fishing Diffusion si distingue immediatamente per la qualità dei propri prodotti. L'azienda Trabucco produce attrezzatura per svariate tecniche di pesca e, grazie alla serietà e al servizio dato ai propri clienti, si è conquistata un grande spazio e un'ottima reputazione nel difficile mercato estero. Attualmente l'azienda opera in una nuova sede di oltre 2500 mq, dove uno staff tecnico altamente motivato ed una filosofia aziendale immutata negli anni ha consolidato l'ottimo lavoro svolto fino ad ora. Da sempre l'azienda parmense è sinonimo di ricerca, innovazione e servizio. · .
Quante persone lavorano nella sua azienda? 25 tra impiegati e magazzinieri più 16 agenti che coprono il territorio nazionale.
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Quali sono le motivazioni che la spingono a partecipare alla fiera di Riva del Garda? Avere la possibilità di presentare in toto o quasi i nostri prodotti al consumatore finale senza subire il filtro dei rivenditori.
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Crede che sia importante, come azienda, essere presenti a manifestazioni fieristiche con contatto diretto verso gli utenti finali, i pescatori? In questo momento partecipiamo a diverse manifestazioni fieristiche di conseguenza la risposta viene da sè ed è un Sì netto. Il fine è quello di fare
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Su quali servizi si basa la forza della sua azienda? Sicuramente oggi il servizio è alla base del successo. La nostra azienda si basa su un servizio di consegne al cliente estremamente celere e su un servizio post vendita che assicura al consumatore finale un'assistenza continuativa sui prodotti acquistati.
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Ittiologia: trote native degli Appennini
Buca dell'Anfiteatro nell'orrido degli Schiocchi del Fiume Secchia Collagna (RE). Fotografia di James Bragazzi
Trote native degli Appennini Testi e fotografie di: Dr. Pier Paolo Gibertoni Veterinario Ittiologo Dr. Maurizio Pensierini Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale - UniversitĂ di Parma INTRODUZIONE I numerosi corsi d'acqua che solcano i territori appenninici offrono habitat particolarmente pregiati ed indubbiamente vocati per il compimento del ciclo biologico dei salmonidi. Si riscontrano infatti sia fiumi di fondovalle con acque lente, alvei ampi aventi fondali sabbiosi e ghiaiosi, sia ruscelli di media valle caratterizzati da fondali argillosi e da una importante vegetazione di fondo,
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che veri e propri torrenti di montagna con acque fredde e ben ossigenate caratterizzati da forti pendenze ed alvei con fondali rocciosi o ciottolosi. Le caratteristiche chimiche delle acque riflettono la grande diversità dei suoli che queste stesse attraversano. Sono presenti infatti sia acque calde e calcaree che acque fredde e cristalline. Caratteristica abbastanza comune a tutti gli ambienti fluviali presenti in Appennino è l'abbondante oscillazione della loro portata che solitamente
Ittiologia: trote native degli appennini
raggiunge livelli minimi in estate (luglio-agosto) ed in inverno (dicembre-gennaio) e livelli di massima portata in primavera e autunno inoltrato. Ad interferire con i cicli naturali della portata sono le opere di captazione a scopo soprattutto idropotabili ed idroelettrico realizzate dall'uomo nei diversi bacini idrografici. Il grande mutare dei livelli di portata implica necessariamente una grande capacità di adattamento degli organismi viventi che li popolano. I pesci devono infatti affrontare le piene primaverili ed autunnali e sopravvivere alle forti magre invernali ed estive. Nonostante le ragioni sopra esposte, gli ecosistemi fluviali dell'Appennino, seppur molto selettivi, si presentano ricchi di fauna ittica. La specie più rappresentativa delle acque montane è la trota fario che popola le acque fluviali e lacuali dal fondovalle ai piccoli torrenti e laghi anche oltre i 1.500 metri di
quota slm. Indagini condotte negli anni novanta da alcuni gruppi di studio legati a varie Università italiane nei torrenti appenninici hanno messo in evidenza la presenza di trote fario del ceppo mediterraneo-macrostigma (Trota Mediterranea Salmo trutta macrostigma) considerate autoctone (Fig. 1), e di trote fario di ceppo “atlantico” (Salmo trutta trutta) sicuramente di immissione (Fig. 2) e di trote fario aventi fenotipo intermedio probabilmente in conseguenza ad incroci dei primi due ceppi (Fig. 3). Palese è il valore conservazionistico del ceppo autoctono che essendosi selezionato localmente si ha ragione di ritenere che possa mostrare una grande capacità di adattamento alle già citate difficili condizioni dei torrenti appenninici.È inoltre importante ricordare che il taxon è inserito nella lista rossa delle specie a rischio di estinzione redatta recentemente dalla IUCN.
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Ittiologia: trote native degli Appennini
Figura 1 - Salmo trutta macrostigma
Figura 2 - Salmo trutta trutta
È bene sottolineare che sul fronte gestionale delle acque vocate a salmonidi è particolarmente difficile riunire le finalità di conservazione biologica delle specie autoctone con le aspettative del mondo alieutico. In particolare, l'introduzione di trote fario di “ceppo atlantico” nei corsi d'acqua appenninici tramite la pratica dei ripopolamenti effettuati con materiale ittico proveniente da pescicolture intensive ha originato una progressiva diminuzione delle popolazioni indigene a favore di quelle alloctone immesse. Inoltre le popolazioni di trota fario autoctona sono attualmente distribuite in modo discontinuo e frammentario anche a causa del pesante degrado ambientale degli ecosistemi acquatici quali l'artificializzazione degli argini e degli alvei, la riduzione degli areali di frega spesso a causa di escavazioni in alveo e di ostacoli insormontabili per le migrazioni riproduttive (dighe, traverse, briglie e manufatti), la presenza di derivazioni idriche e non ultimo l'inquinamento. La perdita delle popolazioni indigene va probabilmente anche asserita a fenomeni di introgressione genetica, cioè ad ibridazioni tra soggetti autoctoni ed altri alloctoni immessi con i ripopolamenti. È assai probabile che il rischio di introgressione genetica tra i due ceppi, che ormai da tempo vivono in simpatria nei torrenti del crinale appenninico, sia molto elevato. ORIGINI DELLA TROTA MEDITERRANEA
Figura 3 - Salmo trutta macrostigma X Salmo trutta trutta
Trota Fario Atlantica (Salmo trutta trutta) di provenienza zootecnica intensiva
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La forma migratrice (anadroma) di Salmo trutta può essere considerata la progenitrice di varie altre forme, specie e sottospecie di trote viventi in gran parte d'Europa. Per la loro filogenesi sembra siano stati determinanti gli aspetti morfologici dei bacini idrografici, in relazione alle vicende climatiche e geografiche svoltesi durante le glaciazioni. In particolare, per quanto riguarda il bacino del Mediterraneo, il ruolo di progenitore delle diverse forme autoctone potrebbe essere assegnato alla Trota Mediterranea (Salmo trutta macrostigma). Recenti indagini hanno evidenziato la presenza di trote aventi caratteristiche fenotipiche molto simili tra loro in tutti i bacini idrografici che si
Ittiologia: trote native degli appennini
affacciano sul Mar Mediterraneo (Fig.4). Bisogna però ricordare che gli studi riguardanti la sistematica e la zoogeografia dei Salmo risultano spesso difficili, anche per l'intervento dell'uomo che, visto l'interesse commerciale e della pesca sportiva, in questo ultimo secolo ha svolto cospicui ripopolamenti con materiale selezionato ed allevato in pescicolture. Tutto ciò senza preoccuparsi troppo delle acque già popolate da forme autoctone. La pratica delle immissioni ha pertanto alterato il qua-
utilizzati per l'identificazione sistematica in quanto tipici del taxon: !macchia preopercolare scura, ben definita, circondata generalmente da macchiettatura nera; !macchie parr verdastro-azzurre lungo i fianchi disposte su linea semplice, doppia o addirittura tripla, anche nei soggetti adulti sino ad una lunghezza di circa 45-50 cm, corrispondente ad una età di 7-9 anni; !macchiettatura fine diffusa sui fianchi e sulle pinne
Figura 4 Fenotipi delle trote dei bacini idrografici del Mediterraneo
dro distributivo originale e provocato così effetti di "inquinamento genetico" delle popolazioni indigene. Questo è anche dovuto alla facilità con la quale le varie forme di Salmo si ibridano tra loro. Il risultato è la sempre maggiore difficoltà nell'individuare popolazioni autoctone pure, quelle che cioè non hanno subito fenomeni di introgressione genetica da parte del materiale ittico introdotto. CARATTERISTICHE FENOTIPICO-MORFOLOGICHE DELLA TROTA MEDITERRANEA Alcuni caratteri morfologici qui di seguito elencati sono
dorsali e adiposa nel fenotipo appenninico (Fig. 5); la colorazione della macchiettatura, che può essere rada o fitta, è generalmente diversa da soggetto a soggetto; !possiamo riscontrare soggetti con macchiettatura solo rossa, solo nerastra o bruna o ancora mista generalmente non ocellata da un alone biancastro. Spesso le popolazioni di un corso d'acqua presentano differenze nel numero e nella disposizione delle macchie rispetto a quelle di altri corsi d'acqua, pur mantenendo in comune le altre caratteristiche; !macchiettatura rada diffusa sui fianchi e principalmente di forma irregolare, di colorazione bruno nerastra con la quasi totale assenza di macchiet-
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Ittiologia: trote native degli Appennini
tatura rossastra, generalmente ocellata da un alone biancastro nel fenotipo macrostigma (Fig. 6); !corpo slanciato e snello nel fenotipo appenninico
le semine di materiale di allevamento. Anche ostacoli o barriere, naturali o artificiali, come cascate, rapide, briglie e dighe, possono avere
Figura 5 - Trota mediterranea - fenotipo appenninico
Figura 6 - Trota mediterranea - fenotipo macrostigma
I disegni dell trote sono tratte dal libro “ Trout of the world” di James Prosek.
mentre tende ad essere più tozzo e brevilineo nel fenotipo macrostigma; !testa relativamente grande e pinne ben sviluppate. ATTUALE AREALE DI DIFFUSIONE DELLA TROTA MEDITERRANEA L'attuale diffusione della trota mediterranea, come risulta da alcuni studi indicati in bibliografia, è fortemente frammentata e ridotta. É evidente che non si sono operati censimenti in ogni corso d'acqua della penisola italica e nei bacini idrografici mediterranei, ma le ricerche compiute hanno evidenziato che anche in quelle acque dove sono presenti soggetti autoctoni, si ritrovano trote atlantiche e forme intermedie. Questo fatto, come già esposto, è dovuto ad immissioni eseguite di solito per incrementare la pescosità e la taglia media dei soggetti nelle acque di interesse piscatorio. Infatti popolazioni di trota mediterranea più omogenee e "pure" si riscontrano in acque di difficile accesso, in assenza di strade per automezzi e di sentieri di facile fruibilità, o in corsi d'acqua di scarso interesse piscatorio, scampati così al
paradossalmente concorso alla salvaguardia di tratti che sono divenuti "oasi" di naturale protezione del ceppo autoctono, scongiurando cioè il rischio di introgressione genetica da parte di ceppi estranei. Il paradosso deriva dal fatto che di norma gli sbarramenti, specie se artificiali, portano degrado ed impoverimento della fauna ittica per palese ostacolo alle normali e talvolta indispensabili migrazioni trofiche e riproduttive. I bacini idrografici italiani nei quali è stata accertata da diversi Ittiologi la presenza di popolazioni "mediterranee" sono evidenziati in Figura 7 rispetto ad un ipotetico areale di distribuzione (Fig. 8) che isole comprese si espandeva lungo la cordigliera appenninica, sia sul versante tirrenico che su quello adriatico, sino all'arco alpino quantomeno sino al bacino idrografico del Lago di Garda. È possibile, e quanto mai auspicabile, che diversi corsi d'acqua in altri bacini idrografici ospitino popolazioni stabili di Salmo trutta macrostigma. Comunque sino a quando altrove non ne sarà accertata la presenza, le aree sopra menzionate debbono essere ad ogni titolo considerate “preziose” e vi si dovranno in ogni modo preservare le popolazioni autoctone di trota fario.
Ittiologia: trote native degli appennini
La principale caratteristica della Trota Mediterranea
!nei corsi d'acqua appenninici con caratteristiche già descritte in introduzione compresi quelli dell'Italia centro meridionale; nei laghi appenninici, anche a
Figura 7 - Attuale areale di diffusione della Trota Mediterranea
Figura 8 - Ipotetico areale originale di diffusione della Trota Mediterranea
HABITAT
è la grande adattabilità allo svolgimento del ciclo biologico in ambienti molto differenti tra loro. Tale capacità di adattamento è conferita sostanzialmente dalla notevole rusticità e dalla “plasticità” tipica delle popolazioni selvatiche dei salmonidi. È pertanto possibile riscontrarne la presenza: !nei fiumi insulari (Sicilia e Sardegna) caratterizzati da magre estive molto accentuate con conseguente innalzamento delle temperature e calo delle quantità di ossigeno disciolto nelle acque;
quote oltre i 1500 metri di quota slm caratterizzati da vegetazione spondale tipica (faggio ed abete) e da pareti rocciose con sassaie di arenaria; in tali ambienti lo svolgimento del ciclo biologico completo necessita la presenza di immissari con greto di ghiaie serene e di giusta granulometria ove i salmonidi possono riprodursi con successo; !in laghi “chiusi”, cioè in assenza di tributari ed emissari di rilievo, sia in Appennino che sulle Alpi, a seguito di ripopolamenti operati dall'uomo.
Livrea di Trota Mediterranea a fenotipo fario (Salmo trutta macrostigma) tipica dei fiumi e dei torrenti appenninici e dei tratti superiori e prossimi alle sorgenti dei torrenti e dei ruscelli alpini.
Splendido esemplare maschio di Trota Mediterranea dell'alto corso del Fiume Secchia nel Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano.
Trota Mediterranea a fenotipo macrostigma (Salmo trutta macrostigma) con livrea tipica di fondovalle dei corsi d'acqua appenninici sia del versante tirrenico che di quello padano-adriatico.
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Trota Mediterranea a fenotipo macrostigma (Salmo trutta macrostigma) con livrea tipica dei corsi d'acqua del versante tirrenico e dei fiumi di fondovalle anche padano-adriatici.
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Trento: Millenium Sport fishing, Via M. Stenico 16/22
29-30 MARZO: Fiera della pesca e della caccia di Riva del Garda (TN), Ente Fiera. www.palacongressi.net
Milano: Il Gatto con gli Stivali, Via Bergognone, 27 Bologna: Errepi Bologna, Via San Donato 177-5/a Modena: H2O, Strada Nazionale Canaletto Sud, 162 Mantova: La Mincio, Via Marengo 6, Goito (MN)
29 Marzo: Asta di antiche attrezzatura da pesca a Londra: Angling Auction, Neil Freeman Neil@anglingauctions.demon.co.uk 19 Aprile: Raduno americano collezionisti di antiche attrezzature da pesca. Illinois. Info: Dave Boyer tel 217 644 2294
Roma: Crazy Fly, Via Diego Angeli, 45 Rimini: Outdoor International, Via Palareti, Savignano sul Rubicone (FC)
24-25-26 Aprile: Asta di antiche attrezzature da pesca negli USA: Langs, la piu grande casa d'aste specializzata degli Stati Uniti. www.langsauction.com
Firenze: Wet & Dry di Squilloni, Via del Caparra, 23,25/R
23-24-25 Maggio: Fiera dell'outdoor, presso l'ente fiere di riva del Garda. www.outdoordays.it
Udine: Errepi Udine, Via santa Caterina, 58, Paisan di Prato (UD)
13-14-15 Giugno: Fiera della pesca Efftex. Roma, ente fiere (solo per operatori del settore). www.efttex.com 21-22 Giugno: Sim fly Festival, Castel di Sangro (AQ), Convento della Maddalena. www.simfly.it 14-15-16 Settembre: Fiera internazionale della pesca a mosca: Flyfishing Retail, Denver, Colorado, USA, Convenction centre (solo per operatori del settore). www.flyfishingretailer.com 25 Ottobre: raduno europeo dei collezionisti di antiche attrezzature da pesca. Valk hotel, Eindhoven. Holland. Vhc-ace@zeelandnet.nl 24-25-26 Ottobre: TTG, fiera del turismo a Rimini, presso l'ente fiera. www.ttgitalia.com