Tesi Serena Anelli

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTA’ DI SCIENZE MOTORIE Corso di Scienze Motorie, Sport e Salute (L-22)

CRESCERE CON LA PALLAMANO Un’unità di apprendimento per la scuola primaria

Relatore: Davide Malfa Tesi di: Serena Anelli Matricola: 860975

Anno accademico 2016/2017


INDICE INTRODUZIONE .......................................................................................................... i CAPITOLO 1 LA SCUOLA PRIMARIA ............................................................................................. 1 1.1 L’obiettivo .......................................................................................................... 1 1.2 Le tappe dello sviluppo nella scuola elementare ............................................... 1 1.3 Il compito dell’educazione fisica ........................................................................ 2 1.4 Come intervenire nella scuola primaria? ........................................................... 2 CAPITOLO 2 LA PROPOSTA DELLA PALLAMANO ....................................................................... 6 2.1 Che cos’è? ........................................................................................................ 6 2.2 La storia e le origini ........................................................................................... 7 2.3 In Italia ............................................................................................................... 8 2.4 Le regole fondamentali ...................................................................................... 9 2.5 I giocatori oggi ................................................................................................. 10 2.6 Il mini handball e le sue regole all’interno della scuola .................................... 12 CAPITOLO 3 L’UNITA’ DI APPRENDIMENTO DELLA PALLAMANO IN UNA CLASSE QUINTA. 14 3.1 L'unità di apprendimento ................................................................................. 14 3.1.1 LEZIONE 1: CONOSCERE LA PALLA DA PALLAMANO ............................ 17 3.1.2 LEZIONE 2: LA PRESA ............................................................................... 19 3.1.3 LEZIONE 3: lL PASSAGGIO E LA RICEZIONE ........................................... 20 3.1.4 LEZIONE 4: IL PALLEGGIO......................................................................... 21 3.1.5 LEZIONE 5: IL TIRO .................................................................................... 22 3.1.6 LEZIONE 6: L’ATTACCO E LA DIFESA ...................................................... 23 3.1.7 LEZIONE 7: LA PARTITA............................................................................. 24 3.1.8 LEZIONE 8: LA PARTITA NEL TORNEO .................................................... 25 3.1.9 I RISULTATI ................................................................................................. 27 CONCLUSIONE ....................................................................................................... 28 ALLEGATI ................................................................................................................... I BIBLIOGRAFIA......................................................................................................... XII SITOGRAFIA ........................................................................................................... XIV


INTRODUZIONE Negli ultimi anni mi sono avvicinata al mondo della pallamano in quanto seguendo il corso con l’università ho deciso che dovevo approfondire ciò che stavo studiando e che dovevo subito metterlo in pratica. Ho iniziato ad allenare una piccola squadra di under 12 di pallamano e sono tornata a riallenarmi per poter seguire meglio i miei atleti. Qualche mese dopo mi sono buttata nel mondo della scuola primaria, collaborando al progetto “IMPARA GIOCANDO” che è stato creato da quattro società sportive in accordo con il comune di San Donato Milanese per permettere ai bambini delle elementari di zona di poter effettuare regolarmente l’ora di educazione fisica con un esperto e di avvicinarsi al mondo dello sport. Proprio per questo mi sono ritrovata a dover scrivere, attivare e programmare un progetto multisport in diverse classi a me affidate. In particolar modo programmando e vedendo il livello di una classe quinta ho deciso di proporre l’attività della pallamano. Lavorando con gli alunni delle classi ho provato a trasmettere i valori dello sport e nel farlo ho avuto la conferma dell’esigenza che nella scuola primaria occorra l’inserimento di una figura stabile per insegnare educazione motoria in modo tale da dare una continuità alla crescita del bambino nel suo percorso didattico e pedagogico. Ho voluto principalmente spiegare il ruolo fondamentale della ginnastica nell’età evolutiva e dell’insegnante nell’ambiente scolastico proponendo successivamente un’unità di apprendimento reale di pallamano adeguata per la classe quinta. Inoltre ho deciso di approfondire anche il tema generale dello sport della pallamano in quanto in Italia sembra essere uno sport poco diffuso di cui nessuno conosce le regole e i segreti ma che in realtà richiede molta abilità tecnica e un inquadramento di gioco ben preciso poiché permette di sviluppare la coordinazione a tutte le età e perché rispecchia i principi del fair play applicabili nella vita quotidiana.

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CAPITOLO 1 LA SCUOLA PRIMARIA 1.1 L’obiettivo La scuola primaria risulta fondamentale per l’apprendimento e lo sviluppo dell’identità dei bambini. Quest’arco di tempo scolastico permette di costruire le basi per far continuare gli allievi ad apprendere a scuola e lungo l’intero percorso della vita. Proprio per questo la scuola propone delle situazioni e dei contesti in cui gli alunni riflettono per capire il mondo e loro stessi, diventano consapevoli che il proprio corpo è un bene di cui prendersi cura, trovano stimoli per sviluppare il pensiero critico ed analitico, coltivano un pensiero originale e condividono schemi di comprensione della realtà. La finalità dei primi otto anni di scuola risulta perciò quella di far acquisire ai propri studenti delle conoscenze e delle abilità fondamentali per lo sviluppo delle competenze culturali di base che portino al completo sviluppo della persona in generale. Per raggiungere quest’obiettivo la scuola collabora con le altre istituzioni alla rimozione di ogni ostacolo alla frequenza, alla cura dell’accesso facilitato per gli alunni con disabilità, a contrastare la dispersione ed a valorizzare il talento e le inclinazioni di ciascuno, tramite il continuo miglioramento della qualità del proprio sistema di istruzione, creando così un progetto educativo continuo e condiviso adatto allo sviluppo degli studenti.

1.2 Le tappe dello sviluppo nella scuola elementare Nella scuola di primo grado troviamo delle differenze notevoli tra gli alunni delle varie classi che richiedono riflessioni e scelte molto accurate. Oltre alla differenza d’età, di accrescimento e di sviluppo, emergono differenti esigenze sul piano ludico, motorio, motivazionale e relazionale. Nel bambino infatti si assiste a due cicli di maturazione nei quali gli sviluppi di apprendimento si differenziano a livello psicologico e motorio a seconda dell’età e dalla classe frequentata. La prima tappa di sviluppo coincide con il primo periodo della fanciullezza che racchiude la fascia d’età compresa tra i sei e i sette anni. In essa il bambino viene incoraggiato a prestare attenzione e a simbolizzare tramite il parlare, il disegnare e lo scrivere le esperienze concrete. Dal punto di vista motorio invece l’alunno si trova nella situazione di permanente egocentrismo, ha rapporti sociali unidirezionali, ha paura di affrontare nuove esperienze e ricerca la continua gratificazione dell’adulto. 1


Nel 2° ciclo troviamo invece i bambini tra gli 8 e gli 11 anni nei quali si ricerca il superamento delle paure con l’acquisizione della fiducia in se stessi e la disponibilità di vivere nuove forme di gioco competitivo che portino ad accettare con consapevolezza la sconfitta. Dal punto dello sviluppo motorio si hanno miglioramenti soprattutto per quanto riguarda il piano dell’apprendimento, della padronanza di sé e della relazione con i compagni. 1.3 Il compito dell’educazione fisica A scuola il movimento contribuisce all’educazione generale dell’individuo poiché alimenta la consapevolezza della percezione attiva del funzionamento del proprio corpo, migliorando l’autostima e la fiducia degli allievi. L’educazione fisica si trova in linea con la finalità della scuola primaria perché getta le basi per una migliore realizzazione personale e rende gli alunni in grado di saper affrontare al meglio la realtà della vita. L’insegnante attraverso il movimento, grazie alle competenze tecniche, fisiologiche e pedagogiche, mira al mantenimento del benessere psicofisico facilitando l’apprendimento dei bambini. La ginnastica insegna ad essere leali nel gioco ma anche nella vita quotidiana. Si educano i bambini alla legalità e al rispetto. Con l’educazione fisica gli alunni potenziano ciò che fanno a scuola in quanto conoscono e rispettano i propri limiti, stringono relazioni con i compagni e imparano a non danneggiare gli impianti in un ambiente differente dall’aula scolastica. 1.4 Come intervenire nella scuola primaria? Proprio per la suddivisione in cicli scolastici si devono differenziare anche i programmi didattici e i contenuti in relazione all’età. Questo perché i bambini della classe prima hanno ancora molte caratteristiche tipiche degli alunni della scuola dell’infanzia mentre negli allievi della classe quinta cominciano a manifestarsi delle caratteristiche e degli atteggiamenti tipici dei ragazzi della scuola secondaria di 1°grado. Per le classi prime, seconde e terze si svolge un’attività motoria globale utilizzando il linguaggio del corpo per migliorare la propria espressione corporea, si propongono giochi imitativi e percorsi ginnici per portare i bambini a provare nuove esperienze motorie, in modo da fornire loro un bagaglio motorio sempre più ampio ed unito all’apprendimento dei fondamentali schemi motori di base. Per le classi quarte e quinte invece si propongono giochi tradizionali per consolidare gli schemi motori di base e gli aspetti coordinativi, in modo tale da poter inserire un avviamento allo sport. 2


1.5 I contenuti, gli obiettivi di apprendimento e i traguardi per lo sviluppo al termine della classe quinta In un percorso che porti al termine della classe quinta verso una percentuale di alunni appassionati e motivati, verso la pratica dell’educazione fisica, occorre individuare alcune prassi che riducano al minimo i vissuti negativi che potrebbero allontanare gli allievi dalla disciplina. Proprio per questo di seguito nelle tabelle viene presentato un ipotetico percorso scolastico, dalla prima alla quinta elementare che tiene conto dell’età degli allievi e che mette in risalto gli obiettivi di apprendimento affiancati ai contenuti proposti dal Ministero dell’Istruzione. Figura 1. vedi tabella 1 (allegati)

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Figura 2. vedi tabella 2 (allegati)

Figura 3. vedi tabella 3 (allegati)

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Figura 4. vedi tabella 4 (allegati)

Figura 5. vedi tabella 5 (allegati)

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CAPITOLO 2 LA PROPOSTA DELLA PALLAMANO 2.1 Che cos’è? La pallamano è uno sport di potenza, di destrezza e di coordinazione, infatti risulta essere perfetto da proporre alla fascia d’età dei bambini tra i nove e gli undici anni poiché va a sviluppare sia le capacità motorie di coordinazione che quelle condizionali. A livello educativo svolge un ruolo importante in quanto esso è basato sulle regole del fair play e mette così in risalto il lavoro di squadra e la buona condotta sportiva. Esso è uno sport di squadra che viene disputato su un campo rettangolare con i lati di 40 per 20 metri. Viene definito il gioco più veloce con la palla ed inoltre viene considerato uno sport indoor del quale esiste anche una versione giocata sulla sabbia che prende il nome di beach handball. Questo sport è caratterizzato dalla contrapposizione di due squadre composte da sette giocatori ciascuna tra cui un portiere. Le partite si disputano in due tempi ciascuno di trenta minuti. Lo scopo è quello di realizzare il maggior numero di reti possibili nella porta avversaria per portare a casa una vittoria.

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per poter giocare occorrono: - un campo di gioco che può essere allestito ovunque vi sia un po’ di spazio (palestra, cortile ecc..). - un suolo che può essere in legno o in materiale sintetico. Si può giocare anche sul cemento. - due porte poste dietro le linee di fondo di misura 3 m di larghezza e 2 m di altezza. In assenza si possono anche disegnare sulle pareti o delimitare con dei coni o si possono utilizzare anche dei materassi. - palloni da pallamano, o comunque palle non troppo grandi né dure, adatte all’utenza. - delle pettorine utili per la divisione in squadre.

2.2 La storia e le origini La pallamano è uno sport le cui origini si perdono nella storia. Già nell’antica Grecia esisteva un gioco molto simile denominato Urania. Da questa forma più rudimentale, alla fine del XIX secolo si è approdati nella pallamano moderna di cui si trovano testimonianze a partire dal 1897 in Danimarca e più precisamente nella città di Nyborg. Questa disciplina si sviluppa proprio in Danimarca, Germania e Svezia, con l’aiuto di insegnanti di educazione fisica tedeschi che elaborano sport come il Raffball e il Königsbergeball. Nel 1917 Max Heiser, un professore tedesco di educazione fisica, inventa il gioco del Tornball che viene chiamato Handball qualche anno dopo da Carl Schelenz. Nel 1928 viene fondata la Fédération Internationale Handball Amateur che nel 1946 cambia nome in International Handball Fédération. Nella sua forma attuale la pallamano viene organizzata dal tedesco Carl Diem, uno degli organizzatori delle Olimpiadi di Berlino del 1936, in occasione delle quali essa diventa sport olimpico su specifica richiesta di Adolf Hitler di includerla nei giochi in quanto incarna il gesto atletico, il coraggio e lo spirito di squadra. Nel 1938 vengono organizzati i primi campionati mondiali maschili.

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La pallamano diventa uno sport indoor negli anni quaranta del ‘900, anni in cui le squadre vengono ridotte a sette elementi anziché undici e le dimensioni del campo diventano quelle attuali di 40x20 metri e anche quelle delle porte vengono rimpicciolite rispetto a quelle utilizzate all’aperto. Dalla fine degli anni sessanta la pallamano, nella nuova versione indoor, si diffonde velocemente in tutto il mondo, fino a rientrare di diritto tra gli sport olimpici a partire dalle Olimpiadi di Monaco del 1972, anno in cui ad imporsi per prima è la squadra della Jugoslavia. Quattro anni dopo, a Montréal 1976, viene disputato per la prima volta anche un torneo femminile, vinto dall’Unione Sovietica, da allora sempre presente accanto a quello maschile. Dal 1938 ogni due anni viene giocata la Coppa del Mondo riservata ad atleti maschi mentre i Campionati mondiali femminili vengono disputati dal 1957 ogni due anni in un Paese ospitante sempre diverso. Attualmente la pallamano è uno sport olimpico e nelle ultime Olimpiadi, le Olimpiadi di Rio 2016, è stata vinta la medaglia d’oro dalla squadra della Danimarca per quanto riguarda il torneo maschile mentre la vittoria di quello femminile è stata assegnata alla squadra della Russia.

2.3 In Italia Le prime tracce della pallamano risalgono al secondo dopoguerra (luglio 1946), ma di fatto essa inizia a diffondersi negli anni ’60 e nel 1969 si organizzano sul territorio i primi campionati maschili e femminili. Il 20 dicembre 1970 viene costituita ufficialmente la Federazione Italiana Giuoco Handball (FIGH) e l’anno successivo la pallamano diventa sport riconosciuto sul territorio. La FIGH diventa una federazione effettiva del CONI a partire dal 1976. La pallamano è praticata maggiormente nel Nordest, in Lombardia, in Emilia-Romagna, in Puglia e in Sicilia, e si sta diffondendo molto anche in Toscana. Oggi la Pallamano Trieste è la squadra che vanta il maggior numero di scudetti, precisamente diciassette.

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2.4 Le regole fondamentali -Si gioca con le mani, ci si può muovere nel campo palleggiando. -Se si ferma la palla si possono fare al massimo tre passi. -Non si può tenere la palla per più di tre secondi in mano o si passa o si tira. -La palla non può esser strappata di mano ma può essere intercettata nel momento del passaggio. -La squadra attaccante deve cercare di far rete senza entrare nell'area del portiere ma nel caso in cui il giocatore decidesse di tirare in corsa esso deve rilasciare la palla prima che una parte del proprio corpo tocchi il suolo dentro l'area. -Il gol è convalidato dal doppio fischio dell’arbitro se la palla è entrata dentro la porta. -Non si può utilizzare la palla in modo pericoloso. -Non si può utilizzare in modo pericoloso il corpo per difendere e neanche spingere o trattenere l’avversario. -Al portiere è proibito impadronirsi del pallone fuori dall’area e portarlo all’interno, uscire fuori dall’area con il pallone in mano e calciare volontariamente la palla. - Ai giocatori è permesso questo tipo di contatto.

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2.5 I giocatori oggi G1: portiere della squadra in difesa G2,G3,G4,G5,G6,G7: giocatori della squadra in attacco

Ogni squadra è composta da quattordici giocatori, sette in campo e sette in panchina. Le riserve possono entrare sul terreno di gioco in qualsiasi momento e ripetutamente entrando o uscendo dal campo dall’apposita area di cambio. In campo scendono un centrale, un pivot, due terzini, due ali e un portiere. Le posizioni di gioco però sono otto perché il pivot può essere destro, centrale o sinistro in base allo schema di gioco. Il centrale è un giocatore dalla grande resistenza fisica in quanto deve sopportare i falli della squadra avversaria ma deve essere anche veloce ed ha il compito di dirigere il gioco e di guidare la squadra in attacco a seconda degli schemi di gioco. La sua posizione in campo si trova di fronte al portiere. Il pivot invece cerca di bloccare la difesa avversaria ed è in grado di creare un sovrannumero di giocatori della propria squadra in attacco. Solitamente i terzini sono giocatori alti e potenti e molto fisici. Al contrario le ali che giocano all’estremità del semicerchio che contraddistingue l’area di porta, sono giocatori dotati di buona capacità di ripartenza e di un tiro più preciso che potente. Essi infatti devono tirare da una visione ristretta rispetto alla porta del portiere e perciò il loro tiro risulta imprevedibile. Ne è un esempio il tiro della girella che sembra uscire dallo specchio della porta. Infine il ruolo del portiere risulta un ruolo difficile in quanto esso deve cercare di anticipare le azioni e i tiri degli avversari per non subire un gol.

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Ad ogni giocatore sono associate differenti caratteristiche che vengono riassunte nella tabella seguente:

RUOLO

ASSOCIAZIONE

CARATTERISTICHE -Statura

IL PORTIERE

-Personalità -Coraggio -Rapidità -Reattività -Rapidità

L’ALA

-Accelerazione -Elevazione -Abilità di tiro -Capacità acrobatiche -Statura

IL TERZINO

-Potenza degli arti -Esplosività -Precisione E’ un terzino con in più

IL

elevata visione di gioco

CENTRALE

e duttilità. -Statura

IL PIVOT

-Peso -Coraggio -Destrezza -Abilità di tiro

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2.6 Il mini handball e le sue regole all’interno della scuola IL MINIHANDBALL A SCUOLA Il minihanball è il minisport della pallamano che si adatta molto bene nelle palestre scolastiche. Tra i motivi del crescente successo della pallamano nelle scuole ci sono certamente la semplicità delle regole fondamentali, la facilità di apprendimento, il dinamismo e la vivacità del gioco che piacciono a ragazzi e ragazze. L’INIZIO DEL GIOCO L’arbitro sorteggia la squadra che per prima decide se prendere la palla o il campo. Dopo di che la squadra non in possesso palla passa il pallone alla squadra avversaria. Da qui inizia il gioco. I GIOCATORI -

possono muoversi nel campo palleggiando a terra.

-

non possono tenere la palla per più di tre secondi ferma in mano.

-

possono fare tre passi, palleggiare e fare altri tre passi appena prendono la palla.

-

non possono tuffarsi su una palla che rotola e trattenerla.

-

non possono ripassare la palla al portiere.

-

non possono calciare la palla con i piedi.  Se sono attaccante

-

non posso fare più di tre passi con la palla in mano.

-

posso correre e smarcarmi all’interno del campo se non ho la palla.

-

posso scegliere a chi passare la palla.

-

non posso entrare nell’area di porta se non in salto.  Se sono difensore

-

posso occupare il campo come meglio ritengo con la squadra.

-

non posso colpire / afferrare la palla in mano all’attaccante.

-

posso intercettare i passaggi degli avversari.

-

non posso entrare nell’area di porta.

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 Se sono il portiere  posso: -

toccare e fermare il pallone nell’area di porta con tutte le parti del corpo, anche con i piedi.

-

muovermi nell’area con il pallone.

-

giocare fuori dalla porta come un qualsiasi giocatore.  non posso:

-

uscire dall’area con la palla in mano.

-

prendere il pallone da fuori.

IL RIGORE Viene assegnato il tiro di rigore quando si entra nell’aria di porta volontariamente per fermare l’avversario o quando il portiere prende il pallone nel campo e lo porta in area. Il tiro deve essere eseguito entro tre secondi dal fischio dell’arbitro. Al momento del tiro i giocatori devono essere distanti almeno tre metri dal tiratore. Dopo il rigore il pallone può essere rigiocato.

LA RIMESSA IN GIOCO Se la palla esce dalle linee laterali, è fuori. Per continuare a giocare si effettua una rimessa laterale. Un giocatore della squadra che non ha fatto uscire la palla dal campo rimette in gioco la palla tenendo un piede sulla linea laterale. Gli altri giocatori cercano di liberarsi per ricevere la palla.

LA RIMESSA DELL’INSEGNANTE L’ insegnante rimette in gioco la palla quando due giocatori non si staccano dal pallone o quando la palla tocca il soffitto.

LA PARTITA Si giocano partite di 3 tempi di 10 minuti ciascuno, con intervalli di 5 minuti tra i tempi, in cui ogni squadra cerca di far entrare la palla nella porta avversaria per realizzare un punto. Ogni volta che si prende un gol la palla viene rimessa in gioco dal portiere che non ha parato.

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CAPITOLO 3 L’UNITA’ DI APPRENDIMENTO DELLA PALLAMANO IN UNA CLASSE QUINTA Il promemoria dell’insegnante L’INSEGNANTE Deve permettere il raggiungimento di: -autoconsapevolezza -autostima -autoaccettazione -sicurezza di sè

Deve chiedersi: -Cosa fare? -Come fare? -Perché fare? -Quando fare? -Con quale efficacia e come verificare?

Deve tenere a mente: divertimento, magia, flessibilità, sguardo globale, coinvolgere, sapere improvvisare, educare, creare stimoli, energia, sfida, emozioni.

ALBERTO MANZI “ Siete capaci di camminare da soli a testa alta perché nessuno di voi è incapace di farlo. “

3.1 L'unità di apprendimento Di seguito viene proposta un’unità di apprendimento ad una classe quinta che ha svolto l’ora di educazione motoria con l’insegnante di classe nel primo semestre e che nel secondo svolge le lezioni con un esperto dello sport. IL GRUPPO: l’unità è programmata per bambini di 9-10 anni che frequentano la classe 5° elementare. Il gruppo è misto. Gli alunni sono 20. PERIODO DELL’ATTIVITA’: inizio secondo quadrimestre PREMESSA: le lezioni fanno parte della progettazione didattica legata al modulo degli sport di squadra prevista dalla programmazione per il secondo semestre, all’interno del quale si tratta del gioco della pallamano e del rugby. Sono state previste per questa unità didattica otto unità di lavoro. Di seguito si presenta il piano di otto lezioni per la pallamano da svolgere nella classe di durata di un'ora circa. Gran parte della classe non ha mai giocato a pallamano, non conosce il regolamento e i fondamentali di gioco ma possiede una buona capacità di gioco generico in virtù di una conoscenza tecnica dei fondamentali individuali e collettivi dei vari sport in quanto pratica attività sportiva fuori dalla scuola.

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Il lavoro è stato costruito sull'impostazione dell'avviamento alla tecnica del fondamentale che è stata programmata in relazione alle osservazioni fatte attraverso il gioco-base proposto all’inizio di ogni lezione, con il fine di migliorare la conoscenza e la pratica del gioco stesso. Nelle lezioni seguenti vengono introdotte durante il gioco e gli esercizi alcune regole dello sport come il trattamento del pallone (ciò che è consentito e ciò che è vietato fare con la palla) e la regola relativa al cambio dei giocatori che permette di avere atleti in campo e fuori. PREREQUISITI: per poter svolgere le attività proposte e per poter raggiungere le competenze relative all’obiettivo della lezione, gli alunni devono possedere i seguenti prerequisiti: -

Controllo degli schemi motori di base

-

Percezione spazio temporale

-

Concetto di distanza, di successione e di contemporaneità

-

Disponibilità alla collaborazione

-

Creatività

AMBIENTE: palestra con campo da basket, pallavolo e mini hanball disegnato. ATTREZZI E MATERIALE A DISPOSIZIONE: cinesini, materassini, cerchi, ostacoli bassi, palle della misura 1 in gomma da pallamano, palloni di varie misure, panchine, trave, bastoni, coni, step, materassoni, porte 3x1,80 metri. METODO UTILIZZATO: metodo misto (globale, analitico e globale). Nella prima parte delle lezioni, mentre i ragazzi sono presi dalla situazione di gioco, noi osserviamo dall’esterno le loro capacità interpretative degli schemi di base, di gioco e l’uso della tecnica. Inoltre guidiamo la classe con il fischietto, con il linguaggio verbale e non verbale. I ragazzi si trovano ad eseguire giochi in coppia, in terne e a squadre. Dopo un intervento specifico dove si evidenziano le maggiori carenze, riproponiamo il gioco iniziale, confrontando il risultato con il precedente. OBIETTIVO GENERALE: lo sviluppo della componente propriocettiva dello schema corporeo e dello schema motorio ed il consolidamento delle capacità coordinative.

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OBIETTIVO OPERATIVO: collaborazione del gruppo classe, interazione e confronto dell’allievo. OBIETTIVO SPECIFICO: avvicinamento ai fondamentali di gioco della pallamano con l’evoluzione degli schemi motori di base. OBIETTIVI DIDATTICI: conoscere il gruppo classe ed avviamento allo sport specifico della pallamano. COMPETENZE DA RAGGIUNGERE: il rispetto delle regole, prestare attenzione ai comandi ed eseguire correttamente l’esercizio in sequenza. STRUTTURA DELLE 8 LEZIONI: si inizia con un gioco base, nella parte intermedia si scompone il gioco in tante piccole parti tramite esercitazioni, percorsi e circuiti, e infine si ripropone il gioco finale per verificare i risultati della lezione. A fine lezione si raccoglie il gruppo al centro del campo, si ripassano le regole dei giochi insieme e ci si saluta. OBIETTIVI PRATICI FINALI: alla fine delle otto lezioni l’alunno deve saper riconoscere gli attrezzi utilizzati e lo spazio delimitato dalle linee. Il bambino deve collaborare con i compagni passando la palla da fermo, in movimento, da vicino, da lontano, sopra, sotto, avanti e dietro. Tutta la classe deve sapersi confrontare con gli avversari rispettando le regole prestabilite e deve riuscire a giocare una partita del gioco base. PROGRAMMAZIONE  Lezione 1: Conoscere la palla da pallamano  Lezione 2: La presa  Lezione 3: Il passaggio e la ricezione  Lezione 4: Il palleggio  Lezione 5: Il tiro in porta  Lezione 6: L’attacco e la difesa  Lezione 7: La partita  Lezione 8: La partita nel torneo

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3.1.1 LEZIONE 1: CONOSCERE LA PALLA DA PALLAMANO Argomento della lezione: CONOSCERE LA PALLA DA PALLAMANO Obiettivo principale: conoscenza della classe e relazione con la palla Obiettivi secondari: avvicinamento al gioco della pallamano Fase di attivazione: esercitazioni in forma di gioco. La lezione rientra in un’unità didattica formata da 8 lezioni. Quella qui presentata è la prima. I ragazzi non hanno quindi idea di come si svolga questo gioco. Motivo per il quale si tenterà un approccio graduale. La lezione:  Spiegazione CHE COS’E’ LA PALLAMANO?

La pallamano è uno sport di squadra in cui si utilizza una palla di cuoio. In questo sport ci sono due squadre che giocano l’una contro l’altra in un campo di 20x40metri, il campo è delimitato dalle linee laterali e da quelle di fondo campo. Inoltre ci sono due aree di porta semicircolari nelle quali sono situate le porte di dimensioni 3x2 metri. I giocatori sono sette per ogni squadra, di cui sei in movimento e uno in porta. Essi possono palleggiare per il campo ma non possono entrare nell’area di porta con la palla in mano, devono tirare la palla prima di atterrare dal tiro in corsa sul terreno di gioco. I giocatori quando interrompono il palleggio possono fare tre passi prima di 17


passare la palla e prima di tirare. Lo scopo del gioco è quello di totalizzare più gol possibili.  Parte pratica La classe si presenta Il gioco dei nomi: i bambini sono disposti in cerchio e si passano la palla dicendo il loro nome e lo sport che praticano.(Fig.1). Il lancio della palla: gli alunni rimangono in cerchio seduti con gli occhi chiusi. Un bambino corre esterno al cerchio, si ferma dietro ad un compagno, dice il suo nome, gli passa la palla e prende il suo posto a sedere.(Fig.2) Esercizi per conoscere la classe Tic tac: tutti sparsi per la palestra dopo il fischio iniziale dell’istruttore i bambini contano tutti insieme a voce alta fino a tre secondi e passano la palla al compagno più vicino. Variante: passaggio consegnato o diretto.(Fig.3) Il percorso: disposti su 4 file toccare con la palla i materassoni posti sull’area del portiere, riportare la palla al compagno e riposizionarsi in fondo alla fila. Variante: si può colpire il materasso rotolando la palla sul terreno o tirare direttamente sul materasso senza superare la linea.(Fig.4) Porticine: i bambini divisi a squadre partono da dietro la linea, fanno rotolare la palla sul terreno con una mano eseguendo lo slalom fino al cerchio e successivamente cercano di fare gol nelle porticine poste a cinque metri da esso. Ogni gol equivale ad un punto. Obbligo di far rotolare la palla con le mani tenendo i piedi dentro al cerchio e di recuperare la palla per riportarla al compagno. Variante: eseguire lo slalom tenendo la palla sul palmo/sul dorso della mano.(Fig.5) Il gioco base finale Svuota campo: creare due squadre divise dalla linea di metà campo nelle quali sono sparsi in modo bilanciato molti palloni. Al via i bambini rotolano/lanciano nel campo avversario un pallone alla volta. Vince la squadra che al momento dello stop ne ha 18


meno nel proprio campo. Variante: i bambini dopo aver recuperato la palla prima di poterla rinviare nel campo avversario devono toccare la linea di fondo campo.(Fig.6)  Conclusione della lezione Momento del raccoglimento classe, riassunto della lezione ed ideazione del saluto a centro campo con tutti gli allievi: “1,2,3 quinta x”. 3.1.2 LEZIONE 2: LA PRESA Per presa si intende il modo con il quale il giocatore mantiene il possesso della palla. La presa deve essere sicura, il regolamento della pallamano infatti permette di usare tre misure di palloni. Per la 4° e la 5° si usa la misura 1. I giocatori sopra i 14 anni utilizzano la pece per non farsi scappare la palla. Giorno e notte: si divide la classe a coppie numerate. Le coppie pari guardano la porta uno mentre quelle dispari la porta due. La coppia è formata da un bambino che guarda la porta davanti alla linea di metà campo e da un altro dietro ad essa. Chi sta davanti alla linea deve superare l'area di porta di corsa prima che il compagno lo tocchi. Chi prende urla "giorno" e chi scappa urla "notte".(Fig.7) Palla materasso: si divide la classe in cinque basi costituite da cinque materassi. Tutti i bambini hanno una palla da pallamano. Al comando devono scambiare la loro palla con il pallone di un'altra base.(Fig.8) Palla presa: divisi a piccole squadre si corre facendo finta di palleggiare con la palla immaginaria. Si deve prendere un pallone alla volta dietro alla linea dell'area. Vince la squadra che allo stop dell'insegnante ha messo più palloni nella propria cassa. Variante: all'andata inserire le andature come il cane, il coniglio, la rana, l’elefante, il gambero, la tartaruga, mettere degli ostacoli da oltrepassare.(Fig.9) Il giardinaggio: sempre divisi a piccole squadre, i bambini devono riempire la fila di cerchi con dei palloni. Partono uno alla volta, per partire devono ricevere il cinque dal compagno.(Fig.10) I due castelli: divisi in due squadre i bambini devono prendere una palla alla volta con una mano dal castello avversario e portarla nel proprio castello. Si gioca per un po', alla parola "Fantasma" tutti si fermano e si contano i palloni nei castelli, vince la 19


squadra che ha più palloni. Variante: se qualcuno viene preso si ferma e divarica le gambe, per essere liberato un compagno deve passargli sotto le gambe.(Fig.11) 3.1.3 LEZIONE 3: lL PASSAGGIO E LA RICEZIONE Il passaggio viene utilizzato per guadagnare spazio. La ricezione è un'azione composta da una serie di movimenti coordinati atti a favorire l'entrata in possesso della palla. Le dita si chiudono per avvolgere la palla. Palla corridoio: due squadre, una corre nel corridoio, l'altra disposta come in figura. Al via si devono colpire i compagni che corrono nel corridoio, mirando le gambe. Chi la prende al volo è salvo.(Fig.12) Passapalla: disposti in file sul lato più lungo del campo. A passa la palla a B. Prima la consegna in mano correndo, poi diretto e poi schiacciato a terra. Il passaggio viene eseguito prima con due mani e poi con una. Si segue il comando dell'insegnante e si aumenta sempre di più la distanza. A dopo che ha passato prende il posto di B che passa a C e si mette in fondo alla fila. Varianti: ci si passa la palla salendo sugli step. Dopo aver ricevuto la palla dal compagno, fare tre passi, fermarsi nel cerchio e ripassare la palla.(Fig.13) La catena: i bambini divisi in gruppi si dispongono su più file una accanto all’altra. Agli estremi delle file ci sono dei contenitori con tanti palloni. Al segnale dell’insegnante i bambini prendono i palloni dalla scatola, e passandosela di mano devono riempire l’altra scatola. Vince il gruppo che rimane con meno palloni nel proprio contenitore. La palla può essere consegnata, passata a terra con rimbalzo o eseguendo tre passi prima di passarla. La distanza tra i bambini è prestabilita. L’esercizio viene eseguito per 2/3 minuti.(Fig.14) 10 passaggi: si divide la classe in due squadre, ognuna da 10 alunni con distribuzione equa dei maschi e delle femmine. Il colore delle pettorine aiuterà a riconoscere l’appartenenza all’una o all’altra squadra. Si gioca nel campo di pallavolo. Effettua il punto la squadra che riesce a compiere senza interruzione 10 passaggi consecutivi. Ogni volta che si raggiungono i dieci passaggi si può tirare in porta. Ad ogni gol effettuato la squadra guadagna un punto. Se la palla cade, va in possesso della squadra avversaria all’ultimo

giocatore che l’ha toccata. Nella

variante si possono inserire passaggi prima a due mani poi solo con quella che si preferisce, e successivamente i passaggi schiacciati a terra.(Fig.15) 20


3.1.4 LEZIONE 4: IL PALLEGGIO Il regolamento prevede che non si può continuare a palleggiare dopo aver fermato il palleggio. Il drago: un bambino si trasforma in un drago che dorme nella sua tana e protegge le sue uova. Gli altri bambini silenziosamente devono rubare un uovo alla volta. Ad un certo punto il drago si sveglia e può prendere i compagni. Chi viene preso si unisce al drago. Chi viene preso con l'uovo deve riposizionare l'uovo nella tana del drago. Chi prende l'uovo deve tornare palleggiando. Variante: tutti hanno in mano una palla da pallamano per tornare nella grotta devono palleggiare se non hanno preso l'uovo.(Fig.16) Percorso sul palleggio: si passa sotto la capanna con la palla in mano e si palleggia nei cerchi prima a due mani poi a una mano, si raggiunge una trave e si palleggia sopra di essa e si tira a canestro. Variante: si sale sulla trave e si palleggia.(Fig.17) Ruba palla: si palleggia tutti in un campo. Al via si devono rubare i palloni dei compagni facendoli uscire dal campo da pallavolo. Chi perde la palla può aiutare i compagni a rubarla agli altri. Vince chi allo stop ha ancora il proprio pallone.(Fig.18) Il mimo: tutti sparsi con la propria palla nel campo si segue quello che fa l'insegnante. Se esso palleggia basso, si palleggia basso. Variante: si fa il contrario rispetto all’esecuzione dell’insegnante. Si esegue quello che fa un compagno che prende il posto dell'insegnante a giro. ( Palleggi continui alternando la mano destra e sinistra da seduti, in ginocchio, proni, supini, con due palloni, slalom, con ostacoli, correre in palleggio allo stop, tenere la palla con una mano e rilanciarla poco più avanti per ripartire).(Fig.19) Palla re: divisi in due squadre. Si possono fare tre passi tenendo la palla in mano, dopo i quali, è obbligatorio passare la palla. Si deve passare la palla al proprio re che è nell'altro campo seduto su una sedia e che non si può alzare per prendere la palla al volo. Per passare la palla non si può entrare nell’area di porta. Vince chi passa la palla più volte al re senza entrare nell'area di porta. Ogni tot punti si cambia re. Variante: ogni volta che si riceve la palla prima si palleggia e poi si passa ai compagni.(Fig.20)

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3.1.5 LEZIONE 5: IL TIRO Sacco a pelo: tutti sparsi per il campo senza toccare gli attrezzi. Seguire il comando dell’insegnante che può compiere anche movimenti. Alla parola sacco a pelo ci si sdraia per terra a pancia in su (supini), alla parola “sacco-piedi” si toccano le scarpe con le mani e alla parola “sacco-freddo” ci si allontana dai compagni cambiando la propria posizione nello spazio. Nella variante l’insegnante si mette in gioco, conduce un allievo con la propria voce, ogni tot si cambia l’allievo nominato.(Fig.21) I trasporti: predisporre un percorso libero con i vari attrezzi che i bambini devono effettuare per portare il pallone nel contenitore posto alla fine del percorso. Sui tappeti devono essere eseguiti dei rotolamenti e una capovolta in avanti. Tutti gli esercizi vanno eseguiti mantenendo il possesso della palla. Chi, durante il percorso, la perde la deve recuperare, però non può metterla nel contenitore. Si richiede quanto più possibile la presa ad una mano.(Fig.22) Il circuito sul tiro: si divide la classe in tre gruppi ANATRE, BALENE e CASTORI. Le anatre svolgono il percorso A, le balene il B e i castori il C. Al comando dell’insegnante si cambia postazione in modo tale da effettuare tutti i percorsi in soli due cambi. Le anatre eseguono il B, le balene il C e i castori l’A. Al secondo cambio i tre gruppi eseguono il percorso che non hanno svolto.(Fig.23) -

Postazione A: i bambini sono seduti in fila con una palla ciascuno. Al via il primo si alza e corre facendo lo slalom tra i coni, cammina sopra la panca, esegue una capovolta sopra il materassino, saltella in forma libera nei cerchi, lancia la palla dentro la scatola, la riprende e si siede in fondo alla fila dopo aver dato il cinque al primo compagno.

-

Postazione B: i bambini effettuano uno slalom tra i coni, saltano la panca e tirano, recuperano la palla e la consegnano al primo. Variante: inserire il portiere, chi fa gol va in porta.

-

Postazione C: a coppie si saltano tre ostacoli, si prende la palla nel cerchio e si effettuano dei passaggi ad ogni cinesino. Tira solo chi è a destra della porta. Chi non tira corre in porta a parare. Si rimette la palla a posto e si dà il cinque ai compagni che ripartono.

22


Le tre porte: le stesse squadre devono effettuare più gol possibili nella loro porta, senza superare il torrente (la linea di porta). Il campo è diviso in tre parti come in figura. Allo stop chi ha più palloni nella propria porta vince.(Fig.24)

3.1.6 LEZIONE 6: L’ATTACCO E LA DIFESA Ragni e mosche: tutti gli alunni si trasformano in mosche tranne due che diventano ragni. Al “via”, tutte le mosche che si trovano sulla linea di fondo campo, corrono verso i due ragni disposti in un’area delimitata a centro campo. Le mosche devono cercare di oltrepassare l’area dei due ragni (per 4 volte in tutto), senza farsi prendere dagli stessi e arrivare alla linea opposta di fondo campo, per poi tornare indietro. I ragni possono muoversi solo nell’area delimitata, con andatura laterale a destra o a sinistra. Le mosche che vengono toccate dai ragni, diventano ragni a loro volta e devono prendersi per mano (si forma una ragnatela-catena). Sono considerate prese le mosche che escono dalle linee laterali del campo da pallavolo. Se la ragnatelacatena si rompe e un ragno tocca una mosca, quest’ultima non viene considerata presa; per prendere una mosca tutti devono tenersi per mano. Una volta che le mosche raggiungono la linea di fondo campo, devono tornare indietro e passare nuovamente dall’area dei ragni. Le mosche possono attraversare l’area dei ragni, passando anche sotto le loro braccia, senza farsi toccare. Vince chi rimane mosca e riesce a passare per 4 volte nell’area dei ragni, senza farsi prendere. Variante: il gioco può essere a tempo.(Fig.25) Le statue: tutti i bambini sono divisi in quattro squadre da cinque, disposti in fila dentro a dei cerchi. Al via si passano una palla. Dopo aver passato la palla, prendono il cerchio e si posizionano davanti alla fila. Prima di passare la palla devono aspettare che il compagno che gli ha appena passato la palla si sia posizionato. La squadra che per prima porta il pallone dietro la linea di fondo campo e si siede dietro la linea vince.(Fig.26) Taglia: Disporre il gruppo a coppie. Due giocatori sono in possesso di un pallone da pallamano. Le coppie, unite per mano, corrono liberamente per lo spazio di gioco. I giocatori con il pallone possono muoversi soltanto palleggiando e devono cercare di lanciare il pallone nello spazio compreso tra due giocatori di una coppia. La coppia che sta per essere attraversata dal pallone, può difendersi chiudendosi a riccio. Se il possessore di palla, riesce a centrare la coppia, prende il posto di uno di essa. 23


Vince la coppia che riesce a non farsi mai “attraversare” dal pallone. Nel corso del gioco si può aumentare il numero di bambini in possesso palla.(Fig.27) Il portiere materasso: si dividono gli alunni in squadre eque da 5 giocatori. Giocano i gialli contro gli arancioni e i blu contro i verdi. Si deve passare la palla ai propri compagni. Lo scopo è fare gol sul materasso. Si può palleggiare e si devono fare i tre passi. Non c’è il portiere. La squadra in difesa deve distribuirsi sulla linea di area di porta per non far passare gli avversari. Al cambio palla la squadra che ha attaccato torna a difendere la propria area. Il gol viene validato con due fischi dall’insegnante solo se si colpisce il materasso. Il tempo di gioco viene stabilito dall’insegnante. Variante: passaggio obbligatorio prima di fare gol, fare cinque passaggi prima del gol, passarla a due bambine/i della squadra, far tirare solo le femmine/solo i maschi.(Fig.28) 3.1.7 LEZIONE 7: LA PARTITA Fratelli: ci si dispone a coppie, una dietro all’altra, formando due file. Al via dell’insegnante, i due “serpentoni” si muovono liberamente nello spazio di gioco. Quando l’insegnante grida: “fratelli”, ciascuna coppia si deve ricostruire il prima possibile

e

accovacciarsi.

L’ultima

che

si

accovaccia

viene

eliminata.

Successivamente si formano di nuovo le due file e si ricomincia, fino a proclamare la coppia vincente. L’insegnante può fare anche delle finte che ingannino i giocatori, ad esempio: “FRA…NCESCO”, “FRATE…..RNAMENTE”. Durante lo spostamento a “serpentoni”, i giocatori devono avere le mani appoggiate sui fianchi o sulle spalle dei compagni. Il capofila, cambia sempre, deve fare dei giri molto larghi e stare ad una certa distanza dall’altro serpentone. Bisogna stare molto attenti a non scontrarsi durante la ricostruzione delle coppie. Chi viene eliminato diventa giudice.(Fig.29) Palla in ginocchio: i bambini sono divisi in due squadre composte ciascuna da dieci giocatori. I giocatori sono sparsi nel campo in quadrupedia. Lo scopo del gioco consiste nel passarsi la palla con le mani e cercare di farla entrare nella porta avversaria. I giocatori possono spostarsi alla ricerca di una posizione migliore. Se si perde la palla essa viene consegnata alla squadra avversaria. È possibile intercettare la palla. Variante: inserire piano piano più palloni, si inizia a giocare con un pallone fino ad arrivare a quattro nello stesso campo. Ad un certo punto una squadra potrà far gol solo con i palloni arancioni mentre l’altra solo con i palloni bianchi.(Fig.30) 24


La partita: si divide la classe in due squadre. Cinque giocatori in campo tra cui un portiere. Gli altri giocatori sono in panchina. Si effettuano dei cambi prestabiliti a sorteggio ogni due minuti in modo tale che tutti giochino lo stesso tempo. Ad ogni cambio si cambia anche il portiere. Chi è in panchina o tiene i punti con il segnapunti o fa il guardialinee o il tifo. Si effettuano due tempi da dieci minuti.(Fig.31) Alla fine della lezione dividere gli alunni in quattro squadre per il torneo. Ogni squadra per la lezione 8 deve scegliere un proprio nome e un proprio saluto.

3.1.8 LEZIONE 8: LA PARTITA NEL TORNEO Riscaldamento: -

Chiedere agli alunni di mettersi in fila indiana e disporre per tutte le quattro linee delimitanti il campo dei cinesini. Il primo corre e si sdraia con la testa verso il cinesino. Il secondo salta in corsa il primo allievo e si posiziona al secondo cinesino e così via.(Fig.32)

-

Si rimane dove c’è il proprio cinesino, si passa la palla al compagno e si va all’inizio della fila dove c’è un cinesino libero. Variante: inserire le variazioni di passaggio e il cambio giro.(Fig.33)

-

Tiri in porta: i bambini divisi in quattro squadre, ogni squadra riscalda il proprio portiere effettuando dei tiri.(Fig.34)

Incomincia il torneo: si divide la classe in quattro squadre che sono state decise nella lezione precedente a fine lezione. Si effettuano piccole partite da quattro minuti per squadra. La vittoria del torneo viene data alla squadra che vince più partite. Per la classifica si utilizza anche il conteggio dei gol. Sono valide tutte le regole del mini handball. Alla fine del torneo a tutti i giocatori viene dato un attestato di partecipazione con il nome della propria squadra.(Fig.35)

25


Il girone: Partita 1: PORCOSPINI – I LIMONI Partita 2: I CASTORI – META Partita 3: META – PORCOSPINI Partita 4: I LIMONI – I CASTORI Partita 5: I CASTORI – PORCOSPINI Partita 6: META – I LIMONI

La classifica e il tabellone: costruire un tabellone di carta con i nomi delle squadre come il seguente. SQUADRA

PARTITE PARTITE GOL VINTE

CLASSIFICA

PERSE

TOTALI

PORCOSPINI XX

X

6

SECONDO

I LIMONI

X

XX

5

TERZO

I CASTORI

X

XX

3

QUARTO

META

XX

X

7

PRIMO

Attestato per ogni alunno:

26


VALUTAZIONE PER OGNI ALUNNO

3.1.9 I RISULTATI Dopo otto lezioni la classe ha raggiunto buoni risultati per poter organizzare un torneo anche contro le altre classi della scuola inizialmente non previsto. I bambini hanno con naturalezza risposto correttamente ai compiti richiesti evolvendo i gesti fondamentali individuali e di squadra del gioco della pallamano. Infatti gli alunni hanno acquisito la posizione fondamentale della pallamano. Sanno tenere la palla con una mano e sanno riceverla sia a due mani che ad una mano. Hanno conosciuto diversi tipi di passaggio come il passaggio diretto, schiacciato e consegnato. In relazione al momento di gioco i bambini sono in grado di palleggiare normale, alto, basso, in velocità e sanno scegliere in quale condizione fermare il palleggio per passare o tirare. Inoltre sono abili nell’effettuare contropiedi inaspettati ed incroci. Infine la classe dimostra di essere molto unita, infatti i bambini difendono insieme facendo squadra, sparsi sull’area di porta per aiutare il portiere a non prendere gol e tutti i componenti delle squadre fanno girare il pallone per dare la possibilità a tutti i compagni di tirare in porta. 27


CONCLUSIONE

È necessario far affermare la figura dell’insegnante di scienze motorie nella scuola primaria perché si gettano le basi per far conoscere e far avvicinare al mondo sportivo i più piccoli. I bambini richiedono particolari attenzioni: è auspicabile creare loro uno spazio psicomotorio adeguato nel quale è possibile interagire con i compagni, migliorare dal punto di vista motorio ed avere dei feedback dalle proprie guide. L’ aumento della sedentarietà nei bambini negli ultimi anni (sono sempre più pigri e carenti anche negli schemi motori di base) è un altro valido motivo per perorare la figura dell’insegnante di educazione motoria anche alla scuola primaria. L’insegnante dovrebbe essere una persona molto dinamica in grado di conquistare tutti gli animi dei bambini, durante l’attività fisica egli diventa un regista in grado di integrare il divertimento con l’educazione (il rispetto delle regole e degli altri è un obiettivo fondamentale a questa età). L’introduzione del docente di scienze motorie nella scuola primaria dovrebbe essere un obiettivo primario per lo sviluppo dell’intelligenza motoria dei bambini. E’ un periodo molto importante nel quale i bambini stessi si comportano come “spugne” e hanno “fame” e voglia di apprendere. Il loro corpo è in continua evoluzione e trasformazione. Lo sport è una lezione di vita: dà la possibilità ai ragazzi di affrontare e vincere le proprie paure, di imparare ad essere leali, diventare responsabili, ed esprimersi attraverso il movimento, alimentare la propria creatività, creare gruppo e vivere emozioni uniche. Introducendo tale figura si darebbe continuità nel percorso di crescita degli allievi senza creare spaccature. Fin dall’inizio si getterebbero le basi di un’attività motoria che sia non soltanto divertimento ma anche miglioramento della qualità della vita. Un’ adeguata attività motoria migliora il benessere fisico e soprattutto nei piccoli migliora lo sviluppo della personalità e aiuta ad affrontare le avversità con uno spirito positivo.

28


ALLEGATI TABELLA 1

I


TABELLA 2

II


TABELLA 3

III


TABELLA 4

IV


TABELLA 5

V


VI


VII


VIII


IX


X


XI


BIBLIOGRAFIA - Annali della Pubblica Istruzione, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (n.s 2012). Periodico multimediale per la scuola italiana a cura del Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca. - Giunti Scuola, La vita scolastica , la rivista della scuola primaria. ( Anno 71, dicembre 2016- gennaio 2017 , nn.4.5 e febbraio 2017 n.6). - Sergio Dugnani – Pietro Luigi Invernizzi, (2013), Progettare in educazione fisica e nelle scienze motorie, Per la programmazione e organizzazione della didattica nella scuola secondaria. Carabà Univesitaria. - Francesco Casolo, 2011, Didattica delle attività motorie per l'età evolutiva, Vita e pensiero. - Gyula Zsiga, The education of handball in little pupillage, Methodological handbook for the education of 6-10 years old children. - Federazione Italiana Giuoco Handball, autori vari, Pallamano - Progetto di centri scolastici di giocosport, esperienza assistita nella scuola elementare. (Scuola dello sport Coni). - Alberto Manzi , Lettera del 1976 di Alberto Manzi ai suoi alunni di V. - Disney e Federazione Italiana Giuoco Handball, (1998), Topolino presenta Giochiamo a pallamano, il regolamento per il gioco base. - Janusz Czerwiniski and Frantisek Toborsky,(1997) Basic Handball, Methods/ tactics/ tecnique. - EHF Methods Commision, (1996), Basic Handball, Practical Exercises. - EHF, (2004), European Handball Federation presents Minihandball. - EHF, Gutheil-Shoder-Gasse, (1997) The steps to handball. - EHF, Helmut Höritsch, (2004), Specif Didactis for Handball, A concept for teaching the specific playing skills of the sport game of handball.

XII


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XIII


SITOGRAFIA - www.giuntiscuola.it - www.risorsedidattiche.net - www.olympic.org - www.ihf.info - www..eurohandball.com - www.figh.it

XIV


A mamma e papĂ i miei modelli di vita, ai miei fratelli due forze della natura che non scambierei per nessun altro al mondo, ai dottori del gruppo Cardiologia Pediatrica e Congeniti Adulti del Policlinico di San Donato Milanese che mi stanno permettendo di realizzare il mio sogno, a tutti gli insegnanti di ginnastica che hanno alimentato in me il desiderio di intraprendere il mondo sportivo, a tutti i miei allenatori e a tutte le mie allenatrici che hanno creduto e credono in me, ai miei colleghi dai quali imparo sempre qualcosa di nuovo, ai miei alunni che ogni giorno mi sorprendono e mi spronano a stupirli, a Christian il mio compagno di avventura, ai miei amici che solo loro sanno cosa siamo insieme, alle mie compagne di squadra che condividono con me non solo il momento degli allenamenti in palestra, a Giulia il cui sorriso ovunque,

mi accompagna

al mio relatore che mi ha permesso di riavvicinarmi al mondo della pallamano, ai miei zii, ai miei cugini e alle mie cugine che ogni giorno crescono con me, ai miei nonni che non hanno mai smesso di tifare per me. Oggi questo giorno lo dedico a voi, la mia grande famiglia, grazie.

Serena


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