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Per il settore sport suona sempre la stessa musica Gianfranco Mazzia

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Gianfranco Mazzia

direzione@anifeurowellness.it POOL&GYM - L'OPINIONE

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PER IL SETTORE SPORT SUONA SEMPRE LA STESSA MUSICA

Cambiano i governi, ma per la politica è sempre comodo tenere le serrande dello sport abbassate, con un danno incalcolabile in termini di chiusure di impianti, posti di lavoro persi e di salute degli Italiani: dal premier Draghi ci si attenderebbe un deciso cambio di rotta, invece…

I Governi Conte 1 e 2 sono caduti ed è subentrato Il 13 febbraio il Governo Draghi.

Sono quindi cambiati il Direttore e, in parte, anche l’orchestra, ma la musica per i centri sportivi è sempre la medesima. Suona sempre lo stesso ripetitivo ritornello: chiudere!

Pensavamo che finalmente oltre alla chiusura il Governo potesse proporci qualcosa di nuovo. Uno scatto in avanti. Un volo della fantasia del Direttore che gli consentisse di trovare una soluzione per la ripresa delle attività sportive leggermente diversa da quelle fin qui proposte dalla precedente orchestra.

Possibile che oltre alla “chiusura” non si potesse immaginare un quadro di riferimento più avanzato, meno semplicistico, che consentisse al settore di ripartire pur nel rigoroso rispetto dei Protocolli di Sicurezza emanati il 17 maggio 2020 dal Ministero dello Sport e il 22 ottobre 2020 dal Dipartimento per lo Sport? Tenuto conto che le verifiche effettuate dagli Organi di Controllo (NAS, ASL, Polizia Municipale) presso i centri i centri si sono sempre concluse con un nulla di fatto e spesso accompagnate da encomi formali.

Perché questo accanimento quindi contro lo sport dilettantistico? Contro i centri sportivi cioè che dovrebbero essere considerati in realtà vere e proprie agenzie della salute per l’alto valore salutistico delle attività svolte a favore della prevenzione e del benessere psico-fisico del cittadino. I “ristori” (oggi “sostegni”) sono risultati purtroppo insufficienti. Per i lavoratori è andata un po' meglio. Ma possiamo pensare che questa situazione di precarietà e di incertezza possa essere portata ancora avanti a lungo senza causare il crollo irreversibile del settore? È troppo chiedere alle Istituzioni di suonare un’altra musica? Anche perché a breve dovrà suonare necessariamente un altro brano, sicuramente inquietante: il “REQUIEM“! Non possiamo comunque credere che il GovernoDraghi, acclamato a gran voce dall’ intero arco costituzionale, voglia passare alla storia per questo triste risultato. Cancellare, cioè, 150 anni di associazionismo sportivo.

Restiamo quindi in fiduciosa attesa. 

PERCHÉ QUESTO ACCANIMENTO CONTRO LO SPORT DILETTANTISTICO? CONTRO I CENTRI SPORTIVI?

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