La Reggia Portatile

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eam La Reggia Portatile

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cre Quattro eventi per/Four Events for Caterina Cornaro (1454-1510) Venezia Asolo Larnaca /Venice Asolo Larnaca 2010-2011

Presentazione/Introduction Carlo Montanaro Testi/Texts Gloria Vallese

Curatori/Curators Iosif Hadjikyriakos, Gloria Vallese, Vittorio Urbani, Carlo Sala, Francesco Urbano, Francesco Ragazzi

Fotografo/Photographer Paolo Della Corte

Realizzazione grafica/Graphic layout Gloria Vallese & John Volpato

Il libro della Reggia Portatile/Book published by Accademia di Belle Arti di Venezia, 2010

Stampa/Printed by PIXART

Nella pagina accanto: Iosif Hadjikyriakos, Caterina Cornaro, 2010 Da una medaglia anonima del XV secolo recante la scritta “CATHERINA CORNELIA CYPRI REGINA�, conservata al Museo Correr di Venezia

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eam La Reggia Portatile

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Caterina Cornèr

o Cornaro (Venezia, 25 novembre 1454 – Asolo, 10 luglio 1510), fu regina di Gerusalemme, Cipro e Armenia dal 1474 al 1489.

Vita di Caterina Figlia del veneziano Marco Cornaro e di Fiorenza Crispo, apparteneva a una delle case più abbienti e influenti del patriziato veneto, con importanti interessi commerciali a Cipro. Nel distretto di Limassol (uno dei sei in cui era anticamente divisa l’isola), la famiglia Cornaro aveva fra l’altro impianti di raffinamento dello zucchero, che importava a Venezia assieme ad altri caratteristici prodotti del luogo come cotone, lino, canapa e grano. Altri Corner, detti Psicopio, erano anch’essi presenti nell’isola fin dall’inizio del XIV secolo, con vasti possedimenti tra cui il grande feudo di Episkopi, da cui deriva il nome.

Infanzia Caterina fu educata in monastero a Padova fino all’età di 14 anni. Nel 1468, lo zio Andrea Cornaro, intimo amico del Re di Cipro, il trentenne Jacques II di Lusignano, combinò il matrimonio della nipote con lui, promettendogli in cambio la protezione di Venezia. Jacques apparteneva ad una dinastia di crociati originari del Poitou e portava anche il titolo di Re di Gerusalemme, ma era avversato da altri eredi, che gli contestavano il diritto al trono. Pur essendo infatti l’unico erede maschio di Giovanni II di Lusignano, era di nascita illegittima; con queste nozze, si assicurava la protezione di Venezia, che a sua volta rafforzava così la sua presenza sul suolo cipriota. Caterina sposò Giacomo II per procura nel 1468, a Venezia, con una fastosa cerimonia. Lo sposo era rappresentato dall’ambasciatore Filippo Mistahel. A Caterina, dichiarata dal Senato veneto “figlia adottiva della Repubblica”, onore mai tributato a nessuna donna prima di lei, fu assegnata una dote di 100.000 ducati d’oro; inoltre la famiglia Cornaro acquistava diritti e privilegi sulle città di Famagosta e di Cerines.

Cipro Solo quattro anni dopo, nel 1472, Caterina fu condotta a Famagosta, sull’isola di Cipro, dove fu accolta dallo sposo con celebrazioni sontuose. Il matrimonio fu felice, anche se breve, perchè un anno dopo re Giacomo morì per le conseguenze di un banale incidente di caccia, lasciandola incinta del loro primo ed unico figlio. Una sommossa tentò allora di sostituire Caterina con Carlotta di Savoia, sorella di Giacomo per parte di padre, ma a differenza di lui di nascita legittima. Venezia intervenne a sostegno della regina Cornaro, che fu affiancata da un consiglio di reggenza formato da suoi parenti veneziani. Ma Cipro non poteva aver pace a lungo: collocata al centro del Mediterraneo orientale, strategica per la guerra e per i commerci, l’isola suscitava le concupiscenze di molti. Nella notte del 13 novembre 1473, un gruppo di nobili catalani capeggiati dal vescovo di Nicosia fece irruzione nel palazzo reale facendo strage tra i parenti di Caterina e rapendo il solo erede, il piccolo Giacomo III, davanti ai suoi occhi. Venezia rispose inviando dieci galee agli ordini del Provveditore Vettor Soranzo. Sbarcati sull’isola, gli armati della Serenissima catturarono i nobili dissidenti, che avevano il sostegno del re di Napoli e del Duca di Savoia, e posero fine alla rivolta. Caterina continuò a regnare, sotto la costante protezione di Venezia, anche dopo la morte del piccolo Giacomo, nel 1474, causata dalle febbri malariche. Nell’ottobre 1488 fu scoperta un’altra congiura, ordita ancora dai nobili catalani. Venezia represse anche questa ribellione, ma 4


il 21 febbraio 1487 il Senato veneziano decise di annettere il Regno di Cipro ai domini della Serenissima, invitando Caterina ad abdicare a favore della Repubblica e a fare ritorno in patria.

Abdicazione e ritorno a Venezia Caterina dissentiva, ma era isolata perchè il padre Marco Cornaro, che le era stato vicino a Cipro, era morto, e la madre Fiorenza Crispo, discendente di un’illustre famiglia bizantina, aveva lasciato l’isola. Il 28 ottobre 1488, i Dieci ribadirono l’ordine al Capitano Generale Francesco Priuli di ricondurre Caterina a Venezia, avvertendola che in caso di rifiuto sarebbe stata trattata da ribelle e la sua famiglia sarebbe incorsa nello sfavore dello Stato. Nello stesso tempo, ordinano a Giorgio Cornaro, fratello di Caterina, di recarsi a Cipro e di esercitare su di lei tutta la sua influenza. Caterina indugiò a Cipro per alcuni mesi, visitando tutta l’isola per assistere a messe di ringraziamento e di congedo, acclamata dalla popolazione che ricambiava il suo affetto. Ma il 26 febbraio 1489 a Famagosta, dopo un solenne “Te Deum”, la bandiera dei Lusignano venne ammainata e innalzato al suo posto il gonfalone di San Marco. Il 18 marzo, vestita di nero, la Regina s’imbarcò per Venezia lasciando Cipro per sempre. La Serenissima accolse la sua figlia il 6 giugno 1489, con un solenne corteo acqueo in cui Caterina prese posto vicino al Doge nel Bucintoro, e con un solenne pontificale nella Basilica di San Marco, durante il quale Caterina rinnovò la rinuncia alla corona di Cipro in favore della Serenissima. Banchetti e feste durarono tre giorni.

La corte di Asolo Insieme al permesso di conservare a vita il titolo di “Reina de Jerusalem Cypri et Armeniae”, il Senato accordò a Caterina il titolo di domina Aceli, signora di Asolo. Asolo era una piccola signoria situata in un’amenissima parte della Marca trevigiana, che includeva trentatrè villaggi. Sul territorio di Asolo a Caterina furono dati poteri pari a quelli del doge, salvo che non poteva far subire ai sudditi nessun onere o angheria, e non poteva dare ricetto a persone non gradite alla Serenissima. Caterina giunse ad Asolo accompagnata da un piccolo seguito, che includeva un cappellano cipriota, i suoi due segretari, un medico, due cancellieri ed un maggiordomo, e alcuni nobili veneziani: Nicolò Priuli, che fu podestà in Asolo dal 1489 al 1497, e Filippo Cornaro, fratellastro di Caterina, che divenne cancelliere regio. Ad Asolo, la regina di Cipro fondò una nuova corte e la rese splendida, richiamando intorno a sè artisti e letterati, tra cui Giorgione, Lorenzo Lotto, e Pietro Bembo, che le dedicò Gli Asolani. Il libro, una raccolta di dialoghi sul tema dell’amore, si inserisce nel revival platonico di quegli anni e ha come sfondo la corte di Caterina Cornaro. Fu il Bembo a trovare l’incantevole soprannome di “Barco” (“il fienile”), per il luogo di delizie che la regina si fece costruire ad Altivole, nei pressi di Asolo.

Ultimi anni Caterina tornava spesso a Venezia, non troppo distante da Asolo. Frequentava di preferenza la magnifica villa del fratello Giorgio a Murano, dove l’umanista Andrea Navagero piantò un raro giardino botanico, il primo in Europa. Qui Caterina ospitò grandi dame dell’Umanesimo italiano come Isabella d’Este Gonzaga, Marchesa di Mantova, e Beatrice Sforza, Duchessa di Milano. A Venezia riceveva splendidamente gli ospiti anche nel palazzo di famiglia sul Canal Grande, che il fratello Giorgio aveva messo a sua completa disposizione dopo la morte della madre. Ma nel 1509, all’avanzare delle truppe imperiali di Massimiliano I d’Asburgo, Caterina dovette lasciare la sua nuova e amata dimora di Asolo per rifugiarsi a Venezia, dove morì il 10 luglio 1510. Venne sepolta nella Chiesa dei Santi Apostoli, e una volta terminata la costruzione del monumento di famiglia, fu traslata nella Chiesa di San Salvador, dove tuttora riposa.

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Caterina Cornèr

or Cornaro (November 25, 1454 – July 10, 1510), was Queen of Jerusalem, Cyprus and Armenia from 1474 to 1489.

Caterina’s Life Daughter of the Venetian merchant Marco Cornaro and of Fiorenza Crispo, Caterina belonged to one of the most affluent families of the town, with relevant trade links with Cyprus. In the Limassol district of the Mediterranean island, the family owned refineries of sugar, which it imported to Venice together with other typical local products such as cotton, hemp, linen and grain. Another branch of the Cornaro was in Cyprus from the beginning of the fifteenth century; they were called Piscopio, from the big feud of Episkopi.

Early Years Caterina was educated in a monastery in Padua until the age of 14 years. In 1468, her uncle Andrea Cornaro, a close friend of the King of Cyprus, Jacques II de Lusignan, arranged the marriage of his niece with him, promising in return the protection of Venice. Jacques belonged to a dynasty of Crusaders originating in Poitou, and also brought the title of King of Jerusalem. Other heirs, however, disputed to him the claim to the throne of Cyprus. Although he was the only male heir of John II of Lusignan, he was of illegitimate birth by part of mother. With this wedding, he ensured the protection of Venice, which in turn strengthened its presence in Cyprus. In 1468 Caterina married James II by proxy, in Venice, with a lavish ceremony. The groom was represented by Ambassador Philip Mistahel. To Caterina, declared by the Venetian Senate “adopted daughter of the Republic”, an honor never bestowed on any woman before her, was given a dowry of 100,000 ducats of gold. The Corner family also acquired rights and privileges on the towns of Famagusta and Cerines .

Cyprus Four years later, in 1472, Caterina was led in Famagusta on the island of Cyprus, where she was greeted by the groom with lavish celebrations. The marriage was happy, if brief, because King James died a year after of the consequences of a hunting accident, leaving her pregnant with their first and only child. A riot then tried to replace Caterina with Charlotte of Savoy, sister of James, unlike him of legitimate birth. Venice intervened in support of the Queen Cornaro, who was flanked by a regency council composed of her relatives in Venice. But Cyprus could not have peace for a long time: situated in the center of the Eastern Mediterranean, strategic for war and trade, the island raised the desires of many. On the night of November 13, 1473, a group of Catalan nobles led by the bishop of Nicosia burst into the royal palace, massacred several of Caterina’s relatives and kidnapped her only heir, the little James III. Venice responded by sending ten galleys under the command of Superintendent Vettor Soranzo. Landed on the island, the Venetians captured the rebellious noblemen and put an end to the revolt. Caterina continued to rule under the constant protection of Venice, even after the death of little James, in 1474, caused by malaria. In October 1488 another conspiracy was discovered, this time also hatched by Catalan nobles. Once again Venice suppressed the rebellion; but on February 21, 1487, the Venetian Senate resolved to annex the Kingdom of Cyprus, inviting Caterina to abdicate in favor of the Republic and to return to her homeland.

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Abdication and return to Venice Caterina disagreed, but she was isolated, as her father Marco Cornaro, who had been close to her in Cyprus, had died, and her mother Fiorenza Crispo, scion of an ancient Byzantine family, had left the island. On 28 October 1488, the Council of Ten confirmed the order to the Captain General Francesco Priuli to bring Caterina back in Venice, warning her that in case of refusal she would be treated as a rebel and her family would have been disgraced. At the same time, they ordered Giorgio Cornaro, Caterina’s brother, to travel to Cyprus and to exert all his influence with his sister. Caterina hesitated for a few months in Cyprus, visiting the island to attend Masses of thanksgiving and farewell, everywhere acclaimed by the people who returned her affection. But on February 26, 1489 in Famagusta, after a solemn “Te Deum”, the Lusignan flag was lowered and the banner of St. Mark raised in its place. On March 18, clad in black, the Queen embarked for Venice, leaving Cyprus forever. La Serenissima welcomed her “daughter” on June 6, 1489, with a solemn procession on water in which Caterina took her place next to the Doge in the Bucintoro, and with a solemn pontifical in the Basilica of San Marco, during which Caterina renewed her renunciation of the crown of Cyprus in favor of the Venetian Republic. Banquets and feasts lasted three days.

The court in Asolo Along with the permit to keep for life the title of “Reina de Jerusalem, Cypri et Armeniae”, the Senate conceded to Caterina the title of “domina Aceli”, the Lady of Asolo. Asolo was a small town located in a beautiful hillside near Treviso, which included thirty-three villages. On the territory of Asolo, Caterina was given powers equal to those of the Doge, except that she could not oppress her subjects, and could not give shelter to persons not welcome to the Serenissima. Caterina came to Asolo accompanied by a small retinue, that included a chaplain from Cyprus, her two secretaries, a doctor, two clerks and a butler, some Venetian nobles such as Nicolò Priuli, who was Podestà from 1489 to 1497 in Asolo, and Filippo Cornaro, Caterina’s half-brother, who became Royal chancellor. In Asolo, the Queen of Cyprus founded a new court and made it splendid, attracting artists, musicians and and writers. Among them were Giorgione, Lorenzo Lotto, and Pietro Bembo, who dedicated to her The Asolani. The book, a collection of dialogues on the theme of love, is part of the Platonic revival of those years, and has as its background the court of Caterina Cornaro. Bembo found the charming nickname “Il Barco” (“The Barn”), for the palace of pleasure that the Queen built at Altivole near Asolo.

Last years Caterina often returned to Venice, not far from Asolo. There she usually stayed in the magnificent villa of her brother George in Murano, where the humanist Andrea Navagero planted a rare botanical garden, the first in Europe. Here Caterina received splendidly the great princesses of the Italian Renaissance, as Isabella d’Este Gonzaga, Marchioness of Mantua, and Beatrice Sforza, Duchess of Milan. In Venice, she received splendidly also in the family palace on the Grand Canal, which her brother George had placed at her complete disposal after the death of their mother. But in 1509, as the troops of Emperor Maximilian I of Habsburg were advancing, Caterina was compelled to leave also her new and beloved seat of Asolo, and took refuge in Venice, where she died on July 10, 1510. She was buried in the Church of the Santi Apostoli, and, once completed the construction of the family monument, she was translated to the Church of San Salvador, where she still rests.

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L’artista cipriota Iosif Hadjikyriakos e il gruppo CREAM, artisti giovani di diverse nazionalità che si sono formati all’Accademia di Venezia, celebrano i 500 anni dalla morte di Caterina Cornaro, regina di Cipro alla fine del Quattrocento, con quattro interventi d’arte vivente, che si snodano nell’arco dell’anno giubilare nei luoghi più significativi della biografia della nobildonna veneziana. I quattro eventi si sviluppano a Venezia (due sedi), Cipro e Asolo, intorno all’idea di una Reggia Portatile, che esprime il lusso e la precarietà di un’esistenza eccezionale. “La Reggia Portatile” nasce da un’idea di Iosif Hadjikyriakos e Gloria Vallese; i diversi eventi sono sviluppati in dialogo con i curatori Vittorio Urbani (Venezia, Nuova Icona, Oratorio di San Ludovico), Francesco Urbano e Francesco Ragazzi (Associazione E, Venezia) e Carlo Sala (Asolo, Museo Civico).

La Reggia Portatile Quattro eventi per Caterina Cornaro (1454-1510) Venezia Asolo Larnaca 2010-2011

Living/Leaving Venezia, Palazzo delle Prigioni Nove, 13 - 17 maggio 2010. In sintonia con le pareti a nudi blocchi in pietra d’Istria e le grandi inferriate del luogo che fu un tempo il carcere di Stato della Serenissima, Iosif Hadjikyriakos ha presentato un abito-prigione, scultura ispirata all’abito da lutto che Caterina, lasciando Cipro per tornare a Venezia, indossò il giorno del suo imbarco. La presentazione includeva inoltre un taccuino di viaggio realizzato nel 2009-10 nei luoghi di Caterina tra Venezia e il Mediterraneo, e una collezione di dipinti e oggetti personali dell’artista che mettevano a fuoco il tema di una doppia identità culturale, veneziana e cipriota. Once I lived here Asolo, Museo Civico, 21 agosto - 19 settembre 2010. Nel museo della città dell’entroterra veneto dove la sovrana trasferì la sua corte dopo il rientro forzato da Cipro nel 1489, Iosif Hadjikyriakos e il gruppo CREAM focalizzano sulla maturità di Caterina, sulla vita sontuosa ma attraversata da lutti e ripetuti forzati abbandoni. Inserendosi fra i cimeli della regina e altri oggetti antichi, dialogando con essi attraverso dipinti, fotografie e installazioni, gli artisti mettono in scena l’intersezione del mondo mediterraneo con quello veneto e asolano, l’interferenza del presente con la memoria, una galleria di volti e di luoghi vissuti nel sogno e nel ricordo. Una meditazione sul significato del cimelio di vita e affettivo e sul suo rapporto con la vita presente. Living/Leaving Venezia, Oratorio di San Ludovico, 27 agosto - 12 settembre 2010. Qui la Reggia Portatile si presenta piegata, impacchettata, pronta a una partenza: Nebojša Despotović, Cristina Treppo, Dania Zanotto, tre artisti del gruppo CREAM (Creativity and Research in Arts and Media, www.artcream.it), realizzano a più mani un’installazione che allude a una bella e confortevole dimora, che però ha tratti di fragilità e di impermanenza, contribuendo ciascuno per un aspetto diverso: Nebojša Despotović (ritratti di bambini sposi), Cristina Treppo (la camera di Caterina), Dania Zanotto (le nozze e il viaggio nel Mediterraneo). Iosif Hadjikyriakos contribuisce con dipinti realizzati con l’antica tecnica greco-veneta della tempera a fondo oro, con proiezioni dal libro di viaggio nei luoghi di Caterina, e con una scelta di oggetti antichi e moderni veneziani e ciprioti. Larnaca (Cipro), primavera 2011 (titolo e date da definire). Negli spazi del Museo d’arte contemporanea di Larnaca, Cipro, la cui base architettonica sono magazzini veneziani del Cinquecento, la Reggia Portatile verrà dispiegata nuovamente modificata per focalizzare un diverso segmento biografico, lo sbarco a Cipro e la scoperta del luogo, arricchita con tratti ispirati ai caratteristici materiali cui l’isola ha dato il nome: come il sale, il rame, ad esempio, o la cipria, la finissima argilla bianca che si usava come cosmetico. Al termine della mostra, parte della Reggia Portatile rimarrà al museo cipriota in esposizione permanente, attraverso un’operazione calcolata di scorporamento dall’insieme che segnerà una “partenza”, una separazione e un’assenza, in ricordo delle vicende biografiche di Caterina. Nelle quattro presentazioni della Reggia Portatile il legame con un personaggio e con eventi storici costituisce un nesso narrativo, anche se tenue e liberamente interpretato, che offre al pubblico una chiave d’accesso alla narrazione per oggetti e immagini. Quest’orientamento a una nuova leggibilità dell’opera d’arte è una caratteristica del gruppo CREAM, che si mette volentieri in sintonia con i linguaggi visuali viventi e “parlati” nel mondo d’oggi: il trucco, l’abbigliamento, l’allestimento di interni, collaborando con il mondo della moda e del design. Alcuni degli artisti interpretano il tema della Reggia Portatile in chiave drammatica, mettendo a fuoco il dolore delle partenze e delle separazioni, la paura o anche l’incubo di un futuro incognito, i disagi dell’abitare provvisorio, i traumi del passaggio alla vita adulta. Altri sembrano muoversi in direzione di una nuova levità, in dissenso con la truculenza, il malessere, l’ironia derisoria che hanno spesso caratterizzato le presentazioni d’arte contemporanea. Scelgono cioè di dar voce a una nuova domanda di ordine (inteso come equilibrio, armonia), di delicatezza, leggerezza, speranza che si fa sempre più insistente nei confronti dell’arte contemporanea, e viene a interrompere la tendenza, che dura ormai da un secolo, in cui l’arte si poneva il compito di frustare attraverso malessere e crudeltà una società impigrita nel benessere e bloccata dalle convenzioni sociali. Condizioni che da tempo ormai non sussistono più, anzi si sono cambiate nel loro opposto: è sempre più evidente che il compito dell’arte non può più essere quello di somministrare ansia e inquietudine a un mondo che ne è già saturo, nè quello di infrangere regole che ormai non esistono più.

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Living/Leaving La Reggia Portatile a Venezia, Oratorio di San Ludovico 27 agosto - 12 settembre, 2010

L’allestimento site-sensitive creato dai tre artisti nel cinquecentesco Oratorio di San Ludovico si focalizza in particolare sui primi anni della vita di Caterina, e sulla sua partenza da Venezia per Cipro: un mondo ancora infantile di volti e ritratti, la fantasticheria di un viaggio per mare e di un regno esotico nel Mediterraneo, sono materia di immaginazioni esaltanti e angosciose. Il segmento biografico preso in considerazione per l’allestimento all’Oratorio di San Ludovico è il seguente: nata il 25 novembre 1454 a Venezia da una delle più facoltose famiglie cittadine con importanti interessi mercantili a Cipro, educata in convento a Padova, Caterina sposa per procura nel 1468 Jacques II di Lusignano, erede al trono di Cipro, che andrà a incontrare quattro anni dopo a Famagosta, accolta da memorabili feste. Il matrimonio è felice anche se breve, poiché Jacques (“Re Zaco” per i veneziani), muore circa un anno dopo per le conseguenze di un incidente di caccia, lasciando Caterina incinta del primo figlio, e il regno più vulnerabile alle mire di espansione di numerosi potenze vicine del Mediterraneo. Una situazione cui la Serenissima porrà fine inducendo Caterina ad abdicare e a rientrare in patria, e prendendo ufficialmente possesso dell’isola nel 1489. Alcuni dei temi sviluppati all’Oratorio di San Ludovico sono comuni all’intero progetto: lusso e impermanenza, vivere provvisorio, viaggio, Venezia e Mediterraneo. Altri temi, infanzia e immaginazione femminile della vita adulta, per esempio, sono particolari a questo segmento del progetto. L’ambiente fornisce alcune suggestioni che vengono fatte entrare nello sviluppo narrativo: uno spazio a carattere liturgico del XVI secolo, un vecchio giardino veneziano oltre le finestre a grata, una piccola stanza che ha come pavimento la nuda terra.

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The young Cypriot Iosif Hadjikyriakos, painter and sculptor, and several members of the group CREAM, young people of different nationalities who were trained at the Academy of Venice, celebrate the 500th anniversary of the death of Caterina Cornaro with four art exhibitions held during the jubilar year in the most significant places of the biography of the Venetian noblewoman: Venice (two locations), Cyprus and Asolo. The four exhibitions of contemporary art, which include drawings and paintings, photographs, sculptures and installations, develop around the idea of a Portable Royal-Palace, which expresses the luxury and deprivation of Caterina’s unique existence. The Portable Royal-Palace is an idea by Gloria Vallese and Iosif Hadjikyriakos. The four different events are developed in dialogue with the curators Vittorio Urbani, Francesco Urbano and Francesco Ragazzi (Venice, Nuova Icona, Oratorio di San Ludovico), and Carlo Sala (Asolo, Museo Civico).

La Reggia Portatile Four events for Caterina Cornaro (1454-1510) Venezia Asolo Larnaca 2010-2011 Living/Leaving Venice Palazzo delle Prigioni, May 13-17, 2010. Among the walls in bare, huge blocks of Istrian stone that were once the State Prison of the Serenissima, Iosif Hadjikyriakos exhibits a “dress-prison”, a sculpture expressly designed and inspired by the mourning dress that Caterina wore on the day of her embarcation, leaving Cyprus forever to return to Venice. The show also includes a travel diary, hand-drawn in pen, pencil and gouache, sketched during a 2009-10 journey to Caterina places between Venice and the Mediterranean, and a collection of paintings and personal belongings of the artist, focusing on the theme of a double cultural identity, Venetian and Cypriot. Once I lived here Asolo Museo Civico, August 21 - September 19, 2010. In the museum of the town where the Queen moved her court in 1489, after her forced return from Cyprus, Iosif Hadijkyriakos and the CREAM group focus on the maturity of Caterina, on her sumptuous life interspexed with losses and repeated forced abandonments. Included among the memorabilia of the Queen and other ancient objects preserved in the Asolo museum, interacting with them by means of paintings, photographs and installations, the artists enact the intersection of the Mediterranean world with the Venetian one, and build up a gallery of faces and places lived and re-lived in dream and memory. A meditation on the meaning of remembrance and its relationship with the present time. Living/Leaving Venice Oratorio di San Ludovico . August 27 - September 12, 2010. Here the Portable Royal-Palace appears folded and in bundles, ready for a journey; nice and confortable but with hints to frailty and impermanence. Iosif Hadjikyriakos and three artists of CREAM ( Creativity and Research in Arts and Media, www.artcream.it) contribute each for a different aspect: Nebojša Despotović (persons), Cristina Treppo (furniture and affections), Dania Zanotto (materials from Venice and Cyprus). Iosif Hadjikyriakos exhibits a a choice of drawings, paintings, and objects from his personal collection. Larnaca (Cyprus) Spring 2011 (title and date to be defined). In the spaces of the Museum of Contemporary Art in Larnaca, Cyprus, which is located in sixteenth-century Venetian warehouses, the Portable Royal Palace will be rebuilt with a focus on a different biographical segment, the arrival of the Queen in Cyprus and her discovery of the place. The exhibition will include features inspired by characteristic materials which gave the island its renown: salt, copper, or the fine white clay powder that was used as a cosmetic. At the end of the exhibition, part of the Portable-Royal-Palace will remain on permanent display at the Museum of Cyprus, through a calculated division that will mark a “leave”, a separation and an absence, in relation with the biographical events of Caterina. In the four presentations of the Portable Royal-Palace a real-life character builds up a narrative link, though tenuous and freely interpreted, which offers the public a key to the contemporary art event. The CREAM group loves art in tune with reality, and use reallife visual languages: makeup, clothing, interior design. Some of the artists interpret the theme of the Portable Royal-Palace focusing on the tragedy: the pain of departures and separations, the fear of an unknown future, the inconvenience of leaving, the trauma of transition to adult life. Others, in disagreement with the truculence, the malaise, the mocking irony that have often characterized art in the last decades, seem to move forward, exploring a new delicacy of feeling and expression. They choose to give voice to a new desire for order (intended as balance, harmony), lightness, hope. This interrupts the trend, that lasted for over a century, according to which art took on itself the task of whipping, by means of sick violence and extreme cruelty, an opulent and lazy social background. Conditions that are no more there; indeed, they have changed into their opposite, so that the function of art can no more be to add anxiety and worry to a world that is already saturated of them, nor to break rules that no longer exist.

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Living/Leaving The Portable Royal-Palace Venice, Oratorio di San Ludovico August 27-September 12, 2010

The site-sensitive installation created by the four artists in the sixteenth-century sacred architecture of the Oratorio di San Ludovico in Venice focuses in particular on Caterina’s early life, and on her departure from Venice for Cyprus: a still childish imagination of faces and portraits, of a sea voyage, of the wedding and of a kingdom in the Mediterranean are the basis for fantasies which are exciting and frightening at one time. The biographical segment considered is the following: Caterina marries by proxy in 1468 Jacques de Lusignan II, heir to the throne of Cyprus, which she will meet four years later in Famagusta. The marriage is happy, even if short, since Jacques (“Re Zaco” to the Venetians), dies about a year later for the consequences of a hunting accident, leaving Caterina’s pregnant with her first child, and the kingdom more vulnerable to the ambitions of several neighboring powers in the Mediterranean. A situation to which the Serenissima responds causing Caterina to abdicate and to return home, and taking officially possession of the island in 1489. Some of the themes developed at the Oratorio di San Ludovico are common to the entire project of the Portable Royal-Palace: luxury and impermanence, travel and temporary stay, Venice and the Mediterranean. Other issues, such as childhood and the imagination of a woman’s adult life, are specific to this segment of the show. The environment and architecture provide some suggestions that are brought into the narrative development: a small but smartly designed liturgical space, with a sixteenth-century marble altar and panels in wood, two small vestries, one with whitewashed walls and one unfinished, red bricks corroded by salt, and an old Venetian garden beyond the latticed windows.

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Venezia: Oratorio di San Ludovico

Ludovico Priuli, di famiglia dogale, lasciò nel suo testamento datato 3 maggio 1569 una somma di denaro allo scopo di costruire una casa per ospitare dodici uomini anziani senza moglie nè figli, in ricordo dei dodici compagni di Cristo. I dodici ospiti sarebbero stati dotati di un appannaggio annuo di dodici ‘ducati’ (la moneta d’oro di Venezia), oltre alla farina e alla legna per cucinare e riscaldarsi.

L’istituzione fu dedicata al santo patrono del donatore, San Ludovico di Tolosa. Il testamento prevedeva anche la costruzione di una piccola chiesa o ‘oratorio’, con un suo cappellano. Tuttavia, fin dall’inizio, l’istituzione fu gestita da un organismo laico il cui primo capo fu la vedova di Lodovico Priuli, Marietta Venier. Una diffidenza verso la Chiesa romana che era tradizionale nella Repubblica di Venezia.

Per quattro secoli il capofamiglia dei Priuli fu anche il governatore dell’ ospizio. Al volgere del secolo scorso la famiglia Priuli si estinse e la proprietà dell’Ospizio fu trasferita a un’istituzione pubblica, ‘IRE’, che si occupa di diverse analoghe associazioni di beneficenza. Queste istituzioni con finalità assistenziali erano piuttosto diffuse nell’antica Repubblica di Venezia.

L’Ospizio esiste ancora oggi e continua ad ospitare dodici uomini indigenti. La casa originale è stata ricostruita, anche se, a causa del suo decadimento, l’Oratorio, unica parte superstite dell ‘originale edificio del XVI secolo, fu chiuso fin dagli anni Sessanta, dopo la morte dell’ultimo cappellano.

Nuova Icona ha riscoperto l’Oratorio nel 1996, avvolto in un oblio profondo sotto strati favolosi di ragnatele enormi. All’Oratorio è stato dato un nuovo scopo, in continuità col suo carattere originale di uno spazio spirituale. L’Oratorio di San Ludovico, sotto la direzione artistica di Nuova Icona, ora è la vetrina per le creazioni di arte contemporanea di espressioni molto diverse, cui mette a disposizione circa 70 metri quadri di spazio espositivo. Il maggior grado possibile di libertà è consentita per la durata dei suoi programmi, seguendo la tradizione del mecenatismo privato liberale che ha creato l’ente originale quattro secoli fa.

(Dall’introduzione di Vittorio Urbani, fondatore di Nuova Icona e autore della riscoperta dell’Oratorio, in www.nuovaicona.org)

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Venice: Oratorio di San Ludovico Here a short history of the exhibition space: Ludovico Priuli, whose family gave several Doges to the Serenissima, left in his will, dated May 3, 1569, a sum of money to build a house to accommodate twelve men, elderly and alone, with no wife nor children, in memory of the twelve companions of Christ. The twelve guests were to be provided with twelve ‘ducati’ for year (the golden coin of Venice), and with flour and firewood for cooking and heating.

The institution was dedicated to the patron-saint of the donor, St. Louis of Toulouse. The will also provided for the construction of a small church or ‘oratory’, with its own chaplain. The institution was managed from its inception by laypersons, the first of which was the widow of Ludovico Priuli, Marietta Venier. A distrust for the Roman Church which was traditional in the Republic of Venice.

For four centuries, the head of the family of Priuli was also the governor of the hospice. Such institutions for charitable purposes were quite widespread in the ancient Republic of Venice. At the turn of last century, the Priuli family died out. Hospice and property passed to a public institution, called ‘IRE’, which still operates this and several similar charities.

The Hospice exists to this day and continues to house twelve poor men. The original house was replaced by a new building. Because of its decay, the Oratory, the only surviving part of the original complex of the sixteenth century, was closed in the ’60, after the death of the last chaplain.

Nuova Icona rediscovered the Oratorio in 1996, wrapped in layers of fabulous cobwebs. The Oratorio was given a new purpose in continuity with its original character of spiritual space. Under the artistic direction of Nuova Icona, the Oratorio di San Ludovico is now a showcase for very different expressions of contemporary art, to which it provides about 70 square meters of exhibition space. The highest possible degree of freedom is allowed to the hosted art and artists, following the tradition of liberal private patronage that created the original institution four centuries ago.

(From the introduction by Vittorio Urbani, founder of Nuova Icona and author the rediscovery of the Oratorio, in www.nuovaicona.org)

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Carlo Montanaro Direttore Accademia di Belle Arti, Venezia

La “Reggia Portatile” che si arricchisce di suggestioni man mano che cambia il cielo sotto il quale va a collocarsi. L’arte che insegue la sua eterna necessità di esistere e di riproporsi, mutando le forme, sperimentando nuovi materiali, reinventando i linguaggi. Magari per ritrovarsi sotto un cielo simile, con un’emozione analoga, sorpresi da una continuità che parrebbe improbabile se non improponibile. Tutto questo, ed altro ancora, che affascina e fa discutere nel mondo della creatività, non può non passare all’interno del momento formativo, della didattica dell’arte. Una didattica che spesso più che una certezza è una scommessa. E non solo perché il sacro fuoco o c’è o non c’è nella persona - l’artista - che sceglie quel percorso per crescere e comunicare, ma anche e soprattutto perché spesso mancano le occasioni per la verifica sul campo che stabilizza la qualità delle proposte. Ben vengano, allora, le “regge portatili”. Ancora più utili e preziose quando si ispirano a personaggi reali, a fatti che la storia non riesce a non trasformare in mito.

In questo mondo che ormai vive “in diretta”, interallacciato istante per istante, con le distanze ormai vanificate dall’efficienza dei jet, pare folle pensare ad una donna che cinquecento anni fa, non solo percorreva tranquilla buona parte del mondo allora conosciuto, ma fondando e rifondando ad ogni tappa corti colte e sontuose. Luoghi che, perduta la loro importanza strategica, esistono ancora, sopravvivendo almeno nel ricordo, soprattutto grazie alla lungimiranza di quella signora. Signora d’Asolo, di Cipro, nobildonna di Venezia. Di una Venezia allora al culmine di una potenza economica che equivaleva alla capacità di produrre e promuovere “il bello”. Poco più di duecento anni più tardi, la Repubblica Veneta sentirà il bisogno di offrire ai giovani la possibilità di cimentarsi con i linguaggi artistici, fondando un’Accademia d’arte. La “Reggia Portatile”, grazie alla perseveranza di Gloria Vallese e di tutti gli altri amici fuori e dentro l’Italia che si son fatti coinvolgere, ripercorre in modo molto più veloce quel tour di Caterina Cornaro, replicando l’esigenza di consentire agli artisti emergenti di creare e di trasmettere emozioni. Che è come dire che l’Accademia di Belle Arti di Venezia, sulla soglia del suo 260° compleanno, continua ad assolvere al suo compito istituzionale.

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A Portable Royal-Palace, gathering new suggestions as it changes the sky beneath which it sits. And Art, which pursues its eternal need to exist and to recur, changing forms, experimenting with new materials, reinventing its own language; even if only to find itself always under the same sky, with similar emotions, surprised by a continuity in time which would seem unbelievable, if not impossible, and yet is. All this, which is so fascinating and creates so much debate in the world of creativity, cannot but reflect itself in the experience of art education. Art teaching is often a surmise, more than a certainty. And not just because the sacred fire may or may not exist in the persons who choose the art path to grow and communicate; but also because an art student often lacks opportunities to test him or herself on the field, which is, however, the only way to gauge the quality of his/her proposal. Welcome, then, to enterprises like this Portable Royal-Palace. Even more useful and valuable, when they are, as this is the case, inspired by historical persons and events, that cannot too easily be turned into myth. In this world devoted to experiencing “live”, which interlaces moment to moment, where any gaps are undermined by the efficiency of high speed communication, it seems outrageous to ripropose the experience of a woman that five hundred years ago walked at a leisured pace a wide part of the then known world, grounding several exquisite courts in places which, having long lost since their strategic importance, survive now largely because of the vision of this lady. Signora of Asolo, Queen of Cyprus, noblewoman in Venice. Venice that was then at the height of an economic power which was tantamount to its ability to produce and promote quality. Just over two hundred years later, the Venetian Republic felt the need to offer young people the opportunity to engage with the artistic languages, and the Accademia di Belle Arti was founded. The “Portable Royal-Palace”, thanks to the perseverance of Gloria Vallese and all the friends in and out of Italy she was able to involve, recreates at a faster pace the tour of Caterina Cornaro, replicating her need to give emerging artists an opportunity to create and convey emotions. That is to say that the Venetian Academy of Fine Arts, on the threshold of its 260th birthday, continues to fulfill its mission.

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cre CREAM (Creativity and Research in Arts and Media)

Gruppo costituito nel 2007 dagli artisti Martin-Emilian Balint, Nebojša Despotović, Resi Girardello, Giacomo Roccon, Barbara Taboni, Cristina Treppo, Giuseppe Vigolo, Dania Zanotto, studenti o ex studenti dell’Accademia di Venezia (www.artcream.it)

Le mostre del gruppo: CREAM On Madness/Straitjackets nell’ambito di Open XI, 2008 (sette dipinti, sculture e installazioni sul tema della follia nel giardino dell’ isola di San Servolo a Venezia); MADNESS in Paradise, Venezia, Giardini della Biennale, 6 giugno 2009; THE CREAM SOCIETY, Asolo, Fondazione La Fornace, 2009 (sculture, fotografie e installazioni sul tema dell’ansia generata dalla crisi).

Group created in 2007 by the artists Martin-Emilian Balint, Nebojša Despotović, Resi Girardello, Giacomo Roccon, Barbara Taboni, Cristina Treppo, Giuseppe Vigolo, Dania Zanotto, students or former students of the Academy of Venice (www.artcream.it) Exhibitions and events: CREAM On Madness/ Straitjackets, Open XI, 2008 (paintings, sculptures and installations on the theme of madness in the garden of the Island of San Servolo, Venice) MADNESS in Paradise, Venice, Giardini della Biennale, June 6, 2009 THE CREAM SOCIETY, Asolo, Fondazione La Fornace dell’Innovazione, 2009 (paintings, sculptures, photographs and installations on the theme of the anxiety generated by the crisis).

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eam Living/Leaving La Reggia Portatile a Venezia, Oratorio di San Ludovico

27 agosto - 12 settembre 2010 Foto: Paolo Della Corte

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eam Gli artisti

della Reggia Portatile

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Nebojša Despotović Provvede i volti della Reggia Portatile: una serie di dipinti che raffigurano Caterina e altri adolescenti e bambini. Sono presenze talvolta ispirate a vecchie fotografie e ritratti che rappresentano coppie in posa. In questa collezione ci sono potenziali sposi e spose, zii e parenti lontani. Come spesso accade nella pittura di Nebojša Despotović, i bambini sono degli alieni inquietanti, il cui pensiero e le cui intenzioni appaiono misteriosi ma tutt’altro che rassicuranti.

In mostra Prayer, 2010 Olio su tela 50 x 70 cm Caterina, 2010 Olio su tela, 70 x 90 cm Futuri coniugi, 2010 Olio su lino, 100 x 110 cm

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Futuri coniugi, 2010 Olio su lino, 100 x 110 cm

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RITRATTO IN PIEDI

INFANTE

SPOSI

Esposto al Museo Civico di Asolo, fa parte di una serie dedicata all’idea dello scambio di ritratti attraverso il quale si decidevano le nozze nelle corti europee di un tempo

Una delle presenze è quella del bambino di Caterina, un bambino sognato al momento di lasciare Venezia per le nozze a Cipro

In questo collage che riusa in chiave ironica frammenti di immagini d’epoca, Nebojša Despotović indaga immagini di coppie di altri secoli per captare pose e atteggiamenti

PREGHIERA

BAMBINA

DERELITTO

In accordo con l’atmosfera dello spazio liturgico dell’Oratorio di San Ludovico, questo ragazzo rappresentato in atteggiamento di preghiera si affianca all’immagine degli sposi bambini

Questa indagine sulla nudità, insieme fisica e psicologica, di una bambina, fa parte del ciclo di dipinti preparatori per La Reggia Portatile. E’ incluso fra i dipinti presentati al Museo di Asolo

Dipinto su un grande lenzuolo color ocra, fa parte di uno studio sugli stati d’animo della Reggia Portatile all’Oratorio di San Ludovico

FABBRICHE

LUOGHI

ARREDI

Periferie, scenari urbani, sono i luoghi studiati da Nebojša Despotović per la messa a punto degli ambienti della Reggia Portatile

I grigi e i neri dei dipinti per l’Oratorio in una serie di stanze nei colori “generati” dai personaggi e dalla loro psicologia

Realizzato su carta millimetrata, come è spesso il caso coi disegni di Nebojša Despotović, è uno studio sul tema del lettino affrontato da Cristina Treppo nel suo allestimento

GLI SPOSI 43


Nebojša Despotović Nato a Belgrado (Serbia) nel 1982. Ha conseguito nel 2006 la laurea di primo livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove attualmente frequenta il biennio specialistico in Arti Visive e Discipline dello spettacolo. Vive e lavora a Venezia. Born in Belgrade (Serbia) in 1982. He graduated in Painting in 2006 at the Academy of Fine Arts in Venice, where he’s now taking a second-level degree in Visual and Performing Arts. Lives and works in Venice. Mostre personali/One-man shows: 2010 Velvet Glove, Galleria Boccanera Contemporanea, Trento, a cura di Daniele Capra; Backdoor, Galleria Upp, Venezia, a cura di Gloria Vallese, 2009; “Human after all”, Ex chiesa di Sant’Antonio, Badoere (Treviso), a cura di Carlo Sala; 2007 ”Magri e impauriti”, Galleria 3D, Mestre (Venezia); “Sweet home”, doppia personale con Resi Girardello, Galleria Radar, Mestre (Venezia), a cura di Gloria Vallese. Collettive/Group exhibitions: 2010, IN/Carne, Fondazione Cominelli, San Felice del Benaco, a cura di Eduardo di Mauro; Lost in Painting, Villa Brandolini, Pieve di Soligo, a cura di Carlo Sala; 2009 “93.ma Collettiva”, Fondazione Bevilacqua La Masa, Galleria di Piazza San Marco, Venezia; “Immagine – La nuova visione della generazione anni ’80”, GiaMaArt studio, Vitulano (Benevento), a cura di Carolina Lio; THE CREAM SOCIETY, Fondazione La Fornace dell’Innovazione, Asolo(Treviso), a cura di Gloria Vallese e Carlo Sala; ”Fairy tales”, Galleria Antonio Battaglia, Milano, a cura di Carolina Lio; “Rooted”, Galerie Clairefontaine, Lussemburgo, a cura di Marjita Ruiter; “CREAM in Paradise”, Caffè-Ristorante Al Paradiso, Venezia, Giardini della Biennale, a cura di Gloria Vallese; “Nuove figure 3 - idiosincrasie“, Forte Marghera, Venezia; 2008 “Reazione Mutante”, Bugno Art Gallery, Venezia, a cura di Giulia Ceschel; Terzo Premio Internazionale “Arte Laguna” (Menzione speciale per il miglior artista straniero), Mogliano Veneto (Treviso); “CREAM On Madness”, nell’ambito di OPEN 11, Esposizione internazionale di sculture ed installazioni all’aperto, a cura di Paolo De Grandis e Gloria Vallese, Venezia, Isola di San Servolo; “Contemporanea/ L’arte a Venezia per Emergency”, Mostra e asta di beneficienza, Casinò di Venezia; “Schlaglichter”, GEH8, Dresda, Germania, a cura di Paola Alborghetti.

Big Blue 2010 Olio su tela, 100 x 150 cm

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Iosif Hadjikyriakos Alla prima sosta della Reggia Portatile a Venezia, Palazzo delle Prigioni, dal 13 al 17 maggio 2010, ha presentato un taccuino di viaggio realizzato nei luoghi della vita di Caterina, dal Veneto al Mediterraneo; un abito-prigione, scultura ispirata all’abito da lutto che Caterina indossò quando fu costretta a lasciare Cipro, e una collezione di dipinti e oggetti personali che mettevano in luce il tema di una doppia identità culturale veneziana e cipriota. Contribuisce alla mostra all’Oratorio di San Ludovico con una scelta degli stessi materiali.

In mostra Taccuino di viaggio: I luoghi di Caterina, 2010 79 tavole a penna e acquerello su carta 18 x 27 cm Dipinti, 2010 Tempera e foglia d’oro su legno 30 x 30 cm

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ABITO PRIGIONE

RAME E FOGLIA D’ORO

EMBLEMI ARALDICI

La scultura si ispira all’abito nero da lutto che Caterina Cornaro indossò il giorno in cui partì da Cipro. Modellato in lamina metallica, con le sue forme aguzze diviene l’emblema di una condizione privilegiata ma umanamente difficile

L’abito-prigione posa su un grande cartiglio, divenendo una sorta di stemma, simbolo degli obblighi dinastici e familiari che modellarono la vita di Caterina. Il rame è un materiale tipico di Cipro, per il quale l’isola era nota fin dall’antichità

Il leone di San Marco e quello dello stemma dei Lusignano si fondono con immagini di antiche belve arcaiche riprodotte nelle ceramiche della tradizione popolare cipriota

LUOGHI

DISEGNI E APPUNTI

PROIEZIONI

I disegni sono un aspetto rilevante del lavoro di Iosif Hadjikyriakos. Talvolta appunti veloci, talvolta rilievi accurati e precisi, creano un diario intimo dei luoghi, degli stili, dei paesaggi

Le immagini del taccuino sono state realizzate durante un viaggio che nel 2009 -10 ha ripercorso i luoghi di Caterina Cornaro a Venezia, Cipro e Asolo

Sulle pareti in pietra d’Istria di Palazzo delle Prigioni, i luoghi della vita di Caterina riprodotti nel libro di disegni assumevano la natura tenue e fantasmatica di rievocazioni e di sogni

SPAZIO DELLE PRIGIONI NOVE

DIPINTI

COLLEZIONE

Con le sue mura a grandi blocchi nudi in pietra d’Istria, l’edificio iniziato nel 1560 da Giovanni Antonio Rusconi è stato un elemento fondamentale nell’allestimento site-sensitive creato da Iosif Hadjikyriakos: un aspetto caratteristico di Venezia reale, che sottolinea i tratti di potere e costrizione presenti nella storia

Su tavola, realizzati in foglia d’oro su bolo rosso d’Armenia, hanno la raffinata testura della pittura veneziana a tempera su tavola del tempo di Caterina Cornaro. L’iconografia riprende motivi araldici sottolineando l’intreccio di civiltà che caratterizza la vita di Caterina

La raccolta personale di Iosif Hadjikyriakos include oggetti d’antiquariato e della cultura popolare di Venezia e Cipro. Sono allestiti in modo da evocare dettagli di immagini d’epoca, completando le suggestioni dello spazio architettonico

VENEZIA E IL MEDITERRANEO 49


Iosif Hadjikyriakos Nato a Cipro nel 1979. Diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, sta attualmente conseguendo un master in Storia dell’Arte e Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Ca’ Foscari, e un dottorato in Scienze della Cultura Materiale presso l’Università di Ioannina (Grecia). Ha vinto la borsa di studio 2004 della Fondazione Marc De Montalembert (www.fondationmdm.com) con un progetto artistico consistente in taccuini di viaggio con disegni eseguiti nei luoghi del Mediterraneo ove sopravvive il mito di di Digenis Akritas, eroe medievale dalla doppia discendenza (“di due razze”, come indica il nome), bizantino e siriano. Una scelta dei disegni è stata pubblicata da Gangemi Editore nel 2006, e ha ispirato l’idea di una sua collaborazione con il gruppo CREAM per La Reggia Portatile. Ha al suo attivo sei personali e la partecipazione a numerose collettive in Grecia e a Cipro. Vive e lavora tra Venezia e Cipro. Iosif Hadjikyriakos was born in Cyprus in 1979. He graduated in Painting at the Accademia di Belle Arti in Venice. He is currently getting a Master in Art History and Conservation of the Cultural Heritage, at the University of Ca’ Foscari in Venice, and a Ph. D. in Science of Material Culture at the University of Ioannina (Greece). He held six one-man and many group exhibitions in Greece and Cyprus. In 2004 he obtained a grant from the Marc de Montalembert Foundation (www.fondationmdm.com) for an art project consisting in travel drawings taken in the Mediterranean places where survives the myth of Digenis Akritas, Medieval hero of double descent (“two races”, as its name suggests), Byzantine and Syrian. A selection of the drawings was published by Gangemi Editore in 2006. This activity, and his life between Venice and Cyprus, suggested the idea of his cooperation with CREAM for La Reggia Portatile.

Taccuino di viaggio I luoghi di Caterina, 2010 Penna e acquerello su carta, 18 x 27 cm

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Cristina Treppo La cameretta e il letto di Caterina sono il tema con cui contribuisce alla Reggia Portatile all’Oratorio di San Ludovico. Fragilità, delicatezza, trasparenza, uno spazio venato di fili d’argento. Il lettino, privo di arredi soffici, è di un genere clinico. I fogli di carta, su cui sono delinati dei fiori, sono del tipo che si usa per imballare vasi: un’allusione al viaggio. Le reti di perle contengono riferimenti complessi: servono a racchiudere, a trasportare, evocano il mare ma anche acconciature e abiti femminili. Prezioso ma un po’ luttuoso, l’argento è sollevato da tocchi di colore cremisi: un trauma cromatico simbolo delle nozze e del viaggio nei colori del Mediterraneo.

In mostra La stanza di Caterina, 2010 Installazione Letto da bambino, vasi e perle di vetro, cristalli, pigmenti, grafite, carta da imballaggio, fiori artificiali, vernice, filo argentato Dimensioni variabili

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GOCCE DI CRISTALLO

FIORI DI STOFFA E NASTRI

CONCHIGLIE

Sospese contro fogli di carta su cui sono delineate tenui immagini di fiori. La carta è del tipo che si usa per imballare i vasi di vetro per le spedizioni

Di colore argentato, esprimono femminilità e una nota di fondo cinerea e un po’ luttuosa. I fiori artificiali sono un elemento ricorrente nella scultura di Cristina Treppo

E una treccia di capelli artificiali, in seguito fotografata per il Museo di Asolo. Gli oggetti che hanno tonalità dal biondo pallido al rosato richiamano la cipria e il rame che si connettevano al nome dell’isola di Cipro

PIGMENTO ROSSO

FILI D’ARGENTO

CARTA BIANCA

In polvere, distilla le molteplici connotazioni di questo colore: amore, sangue. Posto all’interno di coppe e vasi in vetro, le associa a note di fragilità e delicatezza

Creano una trama aerea, partizioni quasi invisibili, matasse che a tratti si addensano diventando inestricabili. Alludono ai giochi della memoria, ai legami familiari, ai lavori femminili

Molto leggera. E’ il lenzuolo immaginario del lettino di Caterina, la sua cortina, il suo velo. Evoca anche l’imballaggio per un trasloco, il vuoto, il nuovo

CRISTALLI

LETTINO

VASI

Il loro scintillio ricorda quello del ghiaccio: luminosi e trasparenti come un’acqua pura, ma duri, immobili, sono un emblema di fissazione. Connotano trasparenza e luminosità, e sono un arredo prezioso e brillante per la Reggia Portatile

il letto è un elemento nodale nella poetica di Cristina Treppo. Il lettino di Caterina per la Reggia Portatile nella sua interpretazione è clinico, d’acciaio, su ruote, e le pareti precarie, che non ci sono, o sono pronte a dissolversi, sono formate da una distesa di fogli bianchi o percorsi da disegni tenui

E coppe di vetro trasparente, rappresentano un’idea del sè, un’interno/esterno femminile, fragile e facilmente rivelato. La cortina di fogli di carta li protegge e nasconde solo in parte

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LA STANZA DI CATERINA


Cristina Treppo Nata a Udine nel 1968. Dopo un periodo trascorso a Berlino (1999) e un workshop con Luciano Fabro, si laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia specializzandosi in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Scultrice e fotografa, ha approfondito in particolare i temi dell’affettività e della memoria evocati attraverso oggetti d’arredo e d’abbigliamento: letti, sedie, abiti e scarpe, le loro trasformazioni e interrelazioni. Fra le personali recenti: 2005 Paesaggi/Landscapes, Spazio eventi Mondadori, Venezia, a cura di Gloria Vallese e Giuseppe Ulian; 2008 The Consequences of Time, Galleria Michela Rizzo, Venezia, a cura di Martina Cavallarin; 2009 Friday Musicart, Hotel Metropole, Venezia, a cura di Galleria Michela Rizzo; Darkroom, Ex Chiesa di Sant’Antonio, Badoere (Treviso), a cura di Carlo Sala; Opus & Light, Chiesetta della Madonna del Pozzo, Spoleto, a cura di Studio A’87 e Ilaria Loquenzi; 2010 Situazione Transitoria, Museo Civico Chiesa di Sant’Antonio, Cascia (Perugia) a cura di Carlo Sala; Perfect Number, Sponge living space, Pergola (Pesaro e Urbino), a cura di Carlo Sala; Interno Bianco, Galleria Yvonne Arte Contemporanea, Vicenza, a cura di Carolina Lio. Collabora con la Galleria Michela Rizzo di Venezia e la Galleria Yvonne Arte Contemporanea di Vicenza. Vive e lavora a Udine. Cristina Treppo was born in Udine in 1968. After a period in Berlin (1999) and a workshop with Luciano Fabro, she graduated in Painting at the Accademia di Belle Arti in Venice, obtaining a second level degree in Visual and Performing Arts. Sculptor and photographer, she deals in particular with memory and affectivity, evoked through objects, furniture and clothing, such as beds, chairs, clothes and shoes, their interrelations and transformations. Among her recent one-man exhibitions: 2005 Paesaggi/Landscapes, Spazio Eventi Mondadori, Venice, curated by Gloria Vallese and Giuseppe Ulian; 2008 The Consequences of Time, Galleria Michela Rizzo, Venice, curated by Martina Cavallarin; 2009 Friday Musicart, Hotel Metropole, Venice, curated by Galleria Michela Rizzo; Darkroom, Former Church of Sant’Antonio, Badoere (Treviso), curated by Carlo Sala, Opus & Light, Church of La Madonna del Pozzo, Spoleto, curated by Study A’87 and Ilaria Loquenzi; 2010 Situazione Transitoria, Museo Civico Chiesa di Sant’Antonio, Cascia (Perugia), curated by Carlo Sala; Perfect Number, Sponge Living Space, Pergola (Pesaro e Urbino), curated by Carlo Sala; Interno Bianco, Yvonne Contemporary Art Gallery, Vicenza, curated by Carolina Lio. She collaborates with Galleria Michela Rizzo in Venice and Yvonne Contemporary Art Gallery in Vicenza. She lives and works in Udine.

La camera di Caterina, 2010 Particolare

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Dania Zanotto Viaggio per mare, cambiamento di luogo, curiosità e meraviglia sono i temi su cui verte il suo apporto alla Reggia Portatile. Immagini di acqua, di cielo e di nuvole, che a volte si scambiano di posto, si fondono con le caratteristiche di una piccola stanza dell’Oratorio di San Ludovico che ha un’inferriata alla finestra e guarda un antico giardino veneziano, offrendo suggestioni per un allestimento nel quale entrano anche piante aromatiche e spezie del Mediterraneo. A questi buoni odori si aggiungono i bauli preparati con un corredo che ha i colori del viaggio sognato.

In mostra One-way Journey, 2010 Installazione Resina, rete, stoffa, vetro, legno, metallo, spezie, pigmenti, sale marino, piante, 10 fotografie su d-bond, 25 x 35 cm. Dimensioni variabili

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EMANATORI

MARE

VESTI

Diffondono all’Oratorio di San Ludovico aromi del Mediterraneo Associati a piante verdi e spezie, entro contenitori trattati in modo da ricordare la schiuma congelata del mare

Pallido della laguna di Venezia, azzurro intenso di Cipro. A volte calmo, a volte mosso e ribollente

Bianche, verdi e azzurre. Chiuse nei sacchi a cerniera, pronte per un viaggio

GABBIETTE

SPEZIE

BAULI

Per uccelli, vuote, con gli sportellini aperti. Avvolte nel nylon per suggerire l’idea del nuovo e dell’imballaggio che si accompagna a viaggi e traslochi. Matasse di reti da pesca azzurre precisano che il viaggio si farà per mare

Alloro, basilico, rosmarino e cannella formano all’Oratorio di San Ludovico un giardino aromatico simile a quello che Caterina fece piantare ad Asolo, per essere sempre avvolta dai profumi dell’isola di Cipro. Il giardino veneziano visibile oltre le finestre rafforza l’evocazione del verziere di Caterina

E corde: ispirati alla schiuma del mare, pronti a essere chiusi e spediti altrove. Il trattamento che dà loro un aspetto fantastico è un tratto distintivo della scultura di Dania Zanotto

ABITO NERO

BAULETTI DA VIAGGIO

PIGMENTI E RESINE

Un abito in trina nera, espressamente realizzato da Dania Zanotto per la sosta della Reggia Portatile al Museo di Asolo, ricorda il simbolico abito da lutto che Caterina indossò lasciando Cipro per significare il suo dissenso

E trecce color rame si moltiplicano per evocare il sogno festoso di un avvenire da regina nell’isola nei cui pressi, secondo la leggenda, nacque dalla schiuma del mare la dea Venere

Pigmenti dai colori intensi entro contenitori realizzati con resine candide, simili a oggetti scolpiti nel sale marino

IL VIAGGIO PER MARE 61


Dania Zanotto Nata il 4 maggio 1975 a Treviso. Nel 1998 ha conseguito il diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Docente di discipline pittoriche, vive e lavora a Brescia. Scultrice e fotografa, ha dedicato particolare attenzione al tema del vestito che si trasforma in armatura, abitazione, narrazione di una realtà storica e geografica. Dania Zanotto was born in 1975 in Treviso. In 1998 she graduated in Painting at the Accademia di Belle Arti in Venice. Professor of Art, lives and works in Brescia. As a sculptor and a photographer, she focuses on garments that turn into armors, dwellings, historical and geographical realities. Personali recenti/One-man shows: 2009 Aria, a cura di Carolina Lio, Galleria Yvonne Arte Contemporanea, Vicenza; La Sfida di Aracne, a cura di Igor Zanti, Brolo, Mogliano Veneto (Treviso); 2008 Phada Murgania, Tributo all’Occidente e al Medio Oriente/ preghiera al petrolio, a cura di Carlo Sala, Ex Chiesa di Sant’Antonio, Badoere (Treviso); 2007 Storia, immaginazione, verità e leggenda, a cura di Carlo Sala, Galleria Polin Contemporanea, Treviso; 2006 Dania Zanotto, a cura di Maurizio Sciaccaluga, Galleria Santa Marta, Milano. Collettive/ Group exhibitions: 2009 THE CREAM SOCIETY, a cura di Gloria Vallese e Carlo Sala, Fondazione La Fornace dell’Innovazione, Asolo (Treviso); Degli uomini selvaggi e d’altre forasticherie, a cura di Viviana Siviero, Lab 610 XL e De Faveri Arte, Servo di Sovramonte (Belluno); CREAM in Paradise, a cura di Gloria Vallese, Giardini della Biennale, Venezia; Facciamo quadrato, a cura di Roberto Pozzobon, Accademia di Belle Arti, Venezia; L’anima del suono, a cura di Antonio Costanzo, Maria Luisa Trevisan, Myriam Zerbi, PaRDeS , Mirano (Venezia); La traccia dell’arte a Villa Carcina, a cura di Silvia Iacobelli e Maddalena Penocchio, Villa Glisenti, Villa Carcina (Brescia). 2008: Il Vuoto e le Forme, I Esposizione Internazionale di Sculture, Installazioni e Dipinti, a cura di Anna Caterina Bellati, Chiavenna (Sondrio); Open 11, Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni/ CREAM on Madness e Straitjackets, a cura di Paolo De Grandis e Gloria Vallese, Isola di San Servolo, Venezia; Ego Iperbolico, a cura di Luciano Ghersi, Mya Lurgo Gallery, Lugano; Á travers l’immateriel- Omaggio a Yves Klein, a cura di Anna Caterina Bellati, Mya Lurgo Gallery, Lugano.

One-Way Journey, 2010 Installazione

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cre La Reggia Portatile

Il libro degli amici

Questi sono gli amici che col loro affetto, il loro entusiamo e il sostegno materiale hanno reso possibile la Reggia Portatile di Caterina Cornaro

This is our BOOK OF FRIENDS: the friends who with their love,

enthusiasm and material support have made real the Portable Royal-Palace

Capitano Andrea Falconi console onorario di Cipro a Venezia

Generale Giorgio Paternò direttore del comitato organizzativo della FESTA DELLA SENSA Venezia

Salvatore Lo Giudice direttore del CIRCOLO ARTISTICO Venezia

Luigino Rossi presidente Carlo Montanaro direttore e l’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI VENEZIA in particolare i professori: Carlo Di Raco, Roberto Pozzobon, Mirella Brugnerotto, Aldo Grazzi, Salvatore Guzzo, Silvano Traini,

Filippo Zaccaria, Franco Tagliapietra, Diana Ferrara, Marina Gasparini, Davide Tiso

Lefteris Empedoklis direttore esecutivo, Comune di Larnaca, Cipro Loredana Baldisser sindaco di Asolo

Federico Dussin vicesindaco di Asolo

Chiara Carinato e Orietta Dissegna Comune di Asolo

Marzio Favero assessore ai beni culturali della Provincia di Treviso

Floriano Zambon vicepresidente della Provincia di Treviso

Uberto Di Remigio, Francesca Susanna, Daniela Zampetti,

Fiorella Girardi, RETEVENTI della Provincia di Treviso Cornilios Selamsis compositore

SAIC MECCANICA sas, Badia Polesine

Giorgia Corradin di TIPOLITOGRAFIA ARTESTAMPA snc, Urbana Gaia Hadjikyriakos e il bambino Andreas Flavio Favero Gianni Alberti Maria Cristina Della Berta Lorenzo Borroni Cristina Guitti Anna Paola Morabito Alessandra Pini Maria Rosa Rivali

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eam Alessandro Rossini Onorina Frazzi

Anna Vidotto mamma di Dania Orazio Zanotto papà di Dania Carolina Lio

Viviana Siviero Igor Zanti

Eddie Rubin

Stefano Zaratin

Paolo Rosa Salva Isabella Falbo

Gordana Dzakula mamma di Nebo Erica Vaina

Ratomir Despotović papà di Nebo Tiziano Possamai, consulente

Paolo Della Corte fotografo de LA REGGIA PORTATILE Rodolfo Treppo assistente insostituibile Esperia Iliadi Università di Cipro

Massimo Anselmi, Silvia Cortesi, Ilaria Quinto NOAH BRAND ENERGY, San Martino Buon Albergo Gianluca Zuin VENEZIA MARKETING & EVENTI spa

Paolo De Grandis presidente Carlotta Scarpa curatore ARTECOMMUNICATIONS, Venezia Antonietta Grandesso responsabile eventi e mostre SPAZIO THETIS, Venezia Anna Caprara direttore CONSORZIO DELLA MODA, Verona Giuliano Ramazzina giornalista Angelo Miatello giornalista

Roberto Fiorato designer PRISMA/PERFORMANCE IN LIGHTING, Colognola ai Colli Roberto Bianconi direttore OFFICINA CONTEMPORANEA, Verona Erika Isalberti direttore DIAMOND COMMUNICATION, Verona happytobehappywith™

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cre Gli eventi

della Reggia Portatile

Living/Leaving Venezia, Palazzo delle Prigioni Nove, 13 - 17 maggio 2010 Once I lived here Asolo, Museo Civico, 21 agosto - 19 settembre 2010 Living/Leaving Venezia, Oratorio di San Ludovico, 27 agosto - 12 settembre 2010 Larnaca (Cipro), Larnaca Municipal Art Gallery, marzo - aprile 2011 Λάρνακα, Κύπρος, Δημοτική Πινακοθήκη, Άνοιξη 2011

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cre Quattro eventi per/Four Events for Caterina Cornaro (1454-1510) Venezia Asolo Larnaca /Venice Asolo Larnaca 2010-2011

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