Carraro et al., Die Waldvegetation des Onsernonetals und ihre Entwicklungstendenzen

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La vegetazione forestale della Valle Onsernone e le sue tendenze evolutive Con carta della vegetazione 1: 25 000

Die Waldvegetation des Onsernonetals und ihre Entwicklungstendenzen Mit Vegetationskarte 1 : 25 000 Gabriele Carraro / Pippo Gianoni / Annette Kemper



Bristol-Schriftenreihe Band 61


Herausgeber Ruth und Herbert Uhl-Forschungsstelle fĂźr Natur- und Umweltschutz, Bristol-Stiftung, ZĂźrich www.bristol-stiftung.ch


Gabriele Carraro, Pippo Gianoni, Annette Kemper

La vegetazione forestale della Valle Onsernone e le sue tendenze evolutive Con carta della vegetazione 1:25 000

Die Waldvegetation des Onsernonetals und ihre Entwicklungstendenzen Mit Vegetationskarte 1:25 000

Con contributi di / Unter Mitwirkung von Sandro Boggia, Ivo Ceschi, Monika Frehner, Willy Tinner, Elisa Vescovi, Ludwig Z’graggen

Haupt Verlag


Responsabile editoriale / Verantwortlich für die Herausgabe: Fondazione Bristol / Bristol-Stiftung. Consiglio di Fondazione / Stiftungsrat: Dr. René Schwarzenbach, Herrliberg; Dr. Mario F. Broggi, Triesen; Prof. Dr. Klaus Ewald, Gerzensee; Martin Gehring, Zürich Managing editor: Dr. Manuela Di Giulio, Natur Umwelt Wissen GmbH, Zürich Indirizzi degli autori / Adressen der Autorinnen und Autoren: Gabriele Carraro, Pippo Gianoni, Annette Kemper; Dionea SA, Lungolago Motta 8, 6600 Locarno Layout: Jacqueline Annen, Maschwanden Figure / Illustrationen Copertina / Umschlag: Atelier Silvia Ruppen, Vaduz Capitoli 1–8 / Kapitel 1–8: Dionea SA, 6600 Locarno Citazione / Zitierung: Carraro G., Gianoni P., Kemper A., 2020: La vegetazione forestale della Valle Onsernone e le sue tendenze evolutive. Con carta della vegetazione 1: 25 000 / Die Waldvegetation des Onsernonetals und ihre Entwicklungstendenzen. Mit Waldvegetationskarte 1: 25 000. Zürich, Bristol-Stiftung; Bern, Haupt, 337 S. Questa pubblicazione è registrata nella Deutschen Nationalbibliografie. Maggiori informazioni possono essere trovate su http://dnb.dnb.de Diese Publikation ist in der Deutschen Nationalbibliografie verzeichnet. Mehr Informationen dazu finden Sie unter http://dnb.dnb.de La Haupt-Verlag beneficia di un sostegno strutturale dall’Ufficio federale della cultura per il periodo 2016–2020 / Der Haupt Verlag wird vom Bundesamt für Kultur mit einem Strukturbeitrag für die Jahre 2016–2020 unterstützt. ISBN 978-3-258-08160-1 Fonte di tutte le carte: Ufficio federale di topografia swisstopo Quelle aller Karten: Bundesamt für Landestopografie swisstopo Tutti i diritti riservati / Alle Rechte vorbehalten. Copyright © 2020 Haupt Bern Qualsiasi tipo di riproduzione senza autorizzazione da parte dell’editore è vietata. Jede Art der Vervielfältigung ohne Genehmigung des Verlages ist unzulässig. Stampato in Germania / Printed in Germany www.haupt.ch


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Abstract It has been more than 100 years ago, that Johannes Bär studied and mapped the forest vegetation of the Onsernone valley (Ticino): rare, scientific work in our Alpine valleys, with great benefits for today’s understanding of evolutionary dynamics and for the management of forest ecosystems. For the comparison of the current state of vegetation with that of the past and for processing of future development scenarios, an updated mapping was required in addition to Bär’s map. A detailed mapping carried out solely by terrestrial surveys, in rough and partly inaccessible regions, which extends over 100 km2, is difficult and very costly. To address these difficulties, an alternative method has been proposed, based on existing terrestrial surveys and supplemented by trans-sectoral mapping over a total area of 10 km2. These assessments were the basis for an area-wide modelling using Random Forest Models. Considering the large number of forest types present (31), the model is effective in its forecasts. In an area with many newly formed forests, the reliability of the results could be increased by the evolutionary dynamics derived from historical maps. Thus the J. Bär’s map represents a valuable data set that contributes to a better understanding of the present vegetation distribution. Subsequently, the results of the modelling and the quality of the forest vegetation map could be improved due to existing and additional terrestrial surveys, and the use of aerial photographs and drones for quality control. Based on these findings and other contributions in the field of forest history, landscape studies, palynology and local climatic conditions, it was possible to depict the dynamics of forest vegetation in the Onsernone valley with its evolutionary potential, considering also climate change scenarios. The study provided a map of current forest vegetation and useful information for the management of forest ecosystems. The successful application of a large-scale mapping allows application also in other areas in the Alpine region. Keywords: Forest vegetation, Evolutionary, Random Forest Model, Climate change, Forest management.



La vegetazione forestale della Valle Onsernone e le sue tendenze evolutive Con carta della vegetazione 1:25 000


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La vegetazione forestale della Valle Onsernone

Prefazione La Valle Onsernone ha per me un’aura speciale. Una strada tortuosa unisce i paesaggi terrazzati, immersi in una pregiata vegetazione forestale, luoghi di residenza anche di artisti e scrittori. L’Onsernone è per me prima di tutto un vasto territorio forestale con le sue profonde gole in cui scorrono acque selvagge. L’Onsernone, con la sua valle laterale di Vergeletto era per me il cuore del progetto di Parco Nazionale del Locarnese, con un affascinate contrasto tra i paesaggi culturali ancora presenti e i loro intorni selvaggi. Questa opportunità è stata persa, forse un giorno ci sarà un seguito. La prima carta della vegetazione di tutta la valle del 1918 di Johannes Bär è una rarità di storia naturale. È stato molto accattivante ripetere questa cartografia dopo 100 anni. In questo periodo non è solo cambiata la modalità di sfruttamento delle foreste, vi è stato un cambiamento radicale della società che da rurale è diventata industriale, con una forte riduzione delle attività agricole. La fotografia di Loco del 1885 presentata nel volume esplicita chiaramente l’entità di questa trasformazione. Una nuova importante domanda si pone con i cambiamenti climatici in atto. Quale sarà l’evoluzione dell’areale forestale della Valle? Un gruppo di esperti coordinati da Pippo Gianoni e Gabriele Carraro della Dionea Sa di Locarno, hanno provato a dare delle risposte a queste diverse domande, dando vita a un rapporto accurato con 4 rappresentazioni cartografiche. Sono state identificate 31 diverse tipologie forestale e la carta della vegetazione forestale attuale della Valle è stata creata utilizzando una nuova metodologia e sviluppando anche uno scenario per il futuro. L’eccezionale lavoro scientifico di inzio XX secolo, con il suo recente aggiornamento permettono una migliore comprensione dei nostri ecosistemi forestali. In tal senso questo studio assume particolare valore nell’ottica della conoscenza delle dinamiche evolutive, anche se 100 anni rappresentano un breve periodo per gli ecosistemi forestali. La validità di alcune affermazioni va ben oltre l’area di indagine. Si potrà mai ripetere in futuro questa cartografia? Ci saranno ancora le competenze per un appropriata lettura ecologica della vegetazione e delle specie. Al momento stiamo perdendo in larga misura le conoscenze specialistiche necessarie. Ringraziamo gli autori e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro. Possa esso essere letto dai lettori interessati poiché il suo contenuto merita attenzione. Con 62 volumi pubblicati, la Fondazione Bristol chiude le sue attività.

Mario F. Broggi Membro del Consiglio di Fondazione Bristol e direttore del Centro di ricerca per la protezione della natura e dell’ambiente Ruth und Herbert Uhl


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Indice Abstract Prefazione Ringraziamenti

5 8 11

1 Introduzione, organizzazione del lavoro e obiettivi 1.1 Obiettivi della ricerca 1.2 Struttura e Metodo di lavoro

13 13 13

2 Contesto geografico e storico 2.1 Geologia e geomorfologia 2.1.1 Geologia 2.1.2 Geomorfologia 2.2 Elementi di paleobotanica 2.3 Cenni sulla storia forestale recente della Valle Onsernone 2.3.1 Lo sfruttamento del legname fino alla fine del ‘700 2.3.2 Lo sfruttamento del legname a partire dall ’800 2.3.3 Le prime leggi forestali della seconda metà dell ’800 e il conflitto con l’autorità forestale 2.3.4 La creazione del Demanio forestale cantonale in Valle di Vergeletto (1914–1938) 2.3.5 I volumi dei prelievi e l’ubicazione dei principali interventi recenti 2.3.6 Effetto dei prelievi sulla struttura e composizione dei boschi 2.4 Il bosco protagonista nel paesaggio onsernonese

15 15 15 17 19 26 26 27

29 29 31 32

3 Il clima della Valle Onsernone e delle aree limitrofe 3.1 Il clima attuale nell’area di studio 3.1.1 Temperature 3.1.2 Precipitazioni e umidità relativa 3.1.3 Vento 3.2 Evoluzione del clima nel prossimo futuro

37 37 37 40 43 44

4 Documentazione disponibile

45

5 La modellizzazione della vegetazione 5.1 Procedimento e concetti generali 5.2 Campionamento 5.3 Variabile dipendente 5.4 Variabili esplicative 5.4.1 Le variabili climatiche 5.4.2 Le variabili non climatiche 5.5 La modellizzazione 5.5.1 Modello «CLU»-Vegetazione forestale attuale 5.5.2 Modello «MAX»-Vegetazione forestale climacica 5.5.3 Valutazione della precisione del modello 5.6 Problematiche relative alla modelizzazione 5.7 Future sfide per una modellizzazione

55 55 55 56 58 59 61 63 65 70 72 77 80

28


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La vegetazione forestale della Valle Onsernone

6 La vegetazione attuale 6.1 Metodologia di lavoro 6.2 La vegetazione forestale attuale 6.2.1 Situazione generale 6.2.2 Le formazioni forestali della fascia collinare e iperinsubrica 6.2.3 Le formazioni forestali delle fasce montana e altimontana 6.2.4 Le formazioni forestali della fascia subalpina

83 83 84 84 87 88 91

7 La dinamica dell’ultimo secolo e gli scenari per la vegetazione potenziale 7.1 Confronti tra la vegetazione attuale e quella di un secolo fa 7.1.1 Attualizzazione delle unità cartografiche utilizzate di J. Bär alle tipologie forestali 7.1.2 Evoluzione del bosco dal confronto dalla carta di J. Bär interpretata e lo stato attuale 7.1.3 Aspetti significativi del confronto 7.2 Le tendenze evolutive: la vegetazione potenziale della Valle Onsernone e il riscaldamento climatico 7.3 Sintesi della dinamica intercorsa e delle tendenze evolutive

93 93

109 121

8 Conclusioni e prospettive 8.1 I modelli e le future applicazioni 8.2 Vegetazione in movimento: verso nuove sfide 8.3 Il paesaggio verso una nuova wilderness

123 123 124 125

9 Fotografie storiche e attuali della Valle Onsernone / Historische und aktuelle Fotos des Onsernonetals

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Die Waldvegetation des Onsernonetals und ihre Entwicklungstendenzen

139

10 Bibliografia / Literaturverzeichnis

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Allegati / Anhang Matrice di confusione / Konfusion Matrix Schede delle tipologie forestali / Katalog der Waldtypologien

271 271 272

Profilo degli autori / Porträt der Autorinnen und Autoren

335

93 95 99


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Ringraziamenti Il presente lavoro non avrebbe potuto vedere la luce senza il prezioso contributo della Fondazione Bristol, che nell’ambito del suo sostegno al progetto di Parco Nazionale del Locarnese, ha messo a disposizione importanti risorse finanziarie per questa ricerca. La ricerca, sviluppatasi su diversi anni, ha potuto concretizzarsi anche grazie all’impegno di tutti gli autori. In particolare vanno ringraziati per il loro impegno tutti coloro che hanno assicurato dei contributi specifici e hanno riletto criticamente il lavoro. Ma anche altre persone hanno contribuito alla ricerca in modo diretto o indiretto, in particolare: – Dr. Marco Conedera e Patrick Krebs (WSL – Cadenazzo, Gruppo ecosistemi insubrici) – PD Dr. Andreas Stampfli – Università Berna – Roberto e Loredana Carazzetti, Loco – Onsernone – Franco e Valerio Remonda, Comologno – Onsernone – Tarcisio Terribilini, Vergeletto – Onsernone – Sebastiano Pron-Vezia – Paolo Giovanola, Craveggia – Valle Vigezzo – Italia

Gli autori



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Introduzione, organizzazione del lavoro e obiettivi

1.1

Obiettivi della ricerca

A inizio ‘900 la vegetazione della Valle Onsernone era stata oggetto di studi approfonditi da parte di Johannes Bär grazie al quale oggi disponiamo di una cartografia della vegetazione di 100 anni orsono, documento raro nel contesto alpino (BÄR 1914, 1915, 1918). La disponibilità di un dato così prezioso e dettagliato ha suggerito l’idea di avviare una ricerca sull’evoluzione del bosco – e più in generale del paesaggio – utile per qualsiasi pianificazione futura della valle. Grazie al progetto di Parco Nazionale del Locarnese – che nella sua fase di istituzione ha posto particolare attenzione al bosco quale componente dominante nel territorio – e al sostegno finanziario della Fondazione Bristol, è stato possibile avviare il presente lavoro e realizzare una carta recente della vegetazione forestale della Valle Onsernone. Una carta nuova confrontabile con quella del passato e con le ipotesi per l’avvenire rappresenta una base solida per lo sviluppo di pianificazioni e per le ricerche sulla biodiversità a lungo termine nel bosco con o senza gestione, aspetto ancora poco esplorato alle nostre latitudini. Il lavoro ha inteso pure raccogliere la sfida circa nuove soluzioni per la cartografia della vegetazione con l’aiuto di modelli predittivi utili per definire lo stato attuale o le dinamiche della vegetazione su territori estesi e poco accessibili con una disponibilità di risorse limitate.

1.2

Struttura e metodo di lavoro

Questa pubblicazione illustra dapprima il contesto geografico, storico e climatico della Valle Onsernone (cap. 2 e 3). Segue una sintesi sugli studi disponibili nel campo della vegetazione (cap. 4). Una parte rilevante è dedicata alla modellizzazione (cap. 5) per poi descrivere la carta della vegetazione attuale (cap. 6). La parte finale affronta il tema delle dinamiche evolutive per giungere infine alle conclusioni del lavoro (cap. 7 e 8). Dal profilo metodologico, il lavoro è stato impostato in modo da poter confrontare le carte della vegetazione nelle diverse fasi temporali, identificare le tendenze intercorse e future della vegetazione forestale. Sulla scorta dei rilievi della vegetazione forestale e delle conoscenze sulle tipologie forestali è stato ricostruito lo stato della vegetazione di un secolo addietro interpretando la carta di J. BÄR (1918) sulla base delle unità tipologiche odierne. Il modello della vegetazione attuale (modello «CLU») è stato sviluppato a partire da rilievi terrestri delle tipologie forestali e da una serie di fattori esplicativi. La modellizzazione è poi stata estesa a scenari evolutivi per la vegetazione potenziale (modello «MAX») con le condizioni climatiche attuali (periodo di riferimento 1961–1990) e nella prospettiva di uno scenario con riscaldamento (scenario RegCM3, 2070–2099, + 3,5 °C, – 10 % precipitazioni). La Figura 1 rappresenta la struttura del lavoro. A partire dai rilievi terresti in bosco vengono sviluppati diversi modelli sulla scorta dei fattori esplicativi a disposizione. Successivamente è stato possibile approfondire le relazioni e i confronti fra le varie cartografie allestite. Al lavoro hanno contributo diversi esperti e autori: rilievi e analisi vegetazione, contesto geografico e paesaggisitco (Gabriele Carraro, Pippo Gianoni, Monika Frehner) in collaborazione con Ludwig Z’graggen per clima e geologia; con Tinner Willy e Vescovi Elisa per la paleoecologia e con Ivo Ceschi per la storia forestale); modellizzazione e elaborazione carte (Annette Kemper, Sandro Boggia).I diversi contributi sono stati sintetizzati, integrati e cor-


La vegetazione forestale della Valle Onsernone

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relati da Gabriele Carraro e Pippo Gianoni a favore di un’interdisciplinarietà del lavoro. La traduzione in tedesco è stata assicurata da Susanne Lehringer e Annette Kemper.

Cartografia terrestre Cartografia storica (1918 Bär)

Cartografia storica in chiave attuale

Modellizzazione Tipologie forestali Variabile dipendente

Rilievi stato attuale

Random Forest Model Fattori esplicativi Variabili indipendenti

Stato attuale (2015)

Stato attuale (CLU)

Vegetazione potenziale naturale

Vegetazione potenziale naturale (MAX) Vegetazione potenziale naturale e cambiamento climatico (MAX)

Fig. 1. Lo schema rappresenta la struttura del lavoro. I rilievi attuali e i fattori esplicativi hanno permesso di elaborare un modello «CLU», quale base per la carta della vegetazione attuale (verde) e per la vegetazione climax «MAX» (blu). Le frecce azzurre rappresentano i confronti tra le varie cartografie.


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2

Contesto geografico e storico

Il presente lavoro interessa il bacino imbrifero dell’Isorno che comprende la Valle Onsernone e la Valle di Vergeletto per il lato svizzero e la Valle dei Bagni sul lato italiano. La Figura 2 indica i principali elementi che caratterizzano l’area di studio e che vengono citati anche nel testo successivamente permettendo in tal modo di orientare il lettore.

2.1

Geologia e geomorfologia

2.1.1 Geologia Nell’area in esame si distinguono due unità tettoniche principali delle Alpi Lepontine: a sudest la falda dell’Antigorio e a nord-ovest la falda della Maggia (MAXELON e MANCKTELOW 2005; STECK et al. 2013). Le due unità situate entrambe a nord della Linea Insubrica sono separate da un sottile strato appartenente all’unità di Mergoscia (STECK et al. 2013; Fig. 3). La falda dell’Antigorio è costituita quasi esclusivamente da un silicato relativamente omogeneo – lo Gneiss dell’Antigorio – un ortogneiss originato in buona parte da granodiorite, una roccia magmatica intrusiva che nel corso della metamorfosi alpina è stata trasformata in ortogneiss. Nella falda della Maggia agli ortogneiss si alternano dei paragneiss generati dalla metamorfosi di sedimenti sabbioso-argillosi, in genere più forniti di elementi nutritivi nel processo pedogenetico. Queste differenze sono meno percettibili in Onsernone sia per la somiglianza a livello mineralogico, sia per la grana fine fortemente metamorfizzata di entrambe le tipologie che da luogo a prodotti simili nei processi di disgregazione.

Fig. 2. Bacino idrografico dell’Isorno.


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La vegetazione forestale della Valle Onsernone

Fig. 3. Carta tettonica che indica la relativa uniformità della geologia in Onsernone: in bianco la falda dell’Antigorio, in giallo la falda della Maggia intramezzate da quella di Mergoscia che contribuisce alle poche formazioni rocciose alternative agli Gneiss. Il perimetro rosso racchiude l’area interessata dalla cartografia della vegetazione del rilievo storico di BÄR (1918). Nelle Centovalli e verso sud in prossimità della Linea Insubrica (Centovalli Fault) le introgressioni di rocce basiche si fanno più numerose producendo un quadro geologico più variegato (ELABORATA da STECK et al. 2013).

La presenza dominante di questi substrati – ortogneisss e paragneiss – poco permeabili e ricchi di faglie da un lato, ma molto tenaci ai processi di disgregazione e poveri quanto a contenuto di basi dall’altro è determinante per la pedogenesi e di riflesso per le fitocenosi. Tutti gli affioramenti delle diverse unità tettoniche sono in parte ricoperti da depositi morenici e detritici non di rado costituiti in origine da paragneiss. I terreni che si sviluppano su questi substrati presentano una discreta profondità e una frazione limoso-sabbiosa, di conseguenza una migliore capacità di ritenzione idrica e di nutrienti nonostante abbiano la medesima struttura chimica di un granito a grana grossa. Tra le diverse unità tettoniche, qua e là, s’individuano piccoli inserti discontinui di rocce basiche dure come ad esempio le Anfiboliti o Micascisti presso il Rosso di Ribia. Ancor più rara è la presenza di rocce carbonatiche come dolomie o marmi, preziose e di rilevanza storica per la produzione locale della calce (p. es. presso Costa da Chignell sopra Loco, Ledrima, Costa di Ghell presso Gresso, Fornace e Sasso d’Arena; com. pers. Roberto Carazzetti). Vista l’esigua estensione le tipologie di roccia alternative agli Gneiss risultano di scarsa influenza sul piano pedologico, floristico e sulla vegetazione forestale onsernonese. Le posizioni zonali (ovvero con pedogenesi indisturbata, con progressivo invecchiamento del profilo) rimangono ovunque caratterizzate dalla dominanza di suoli acidi con tendenza alla podsolizzazione (BLASER 1973; BLASER et al. 2005). Di converso le posizioni azonali (ovvero con perturbazioni periodiche e contributi da parte di frane, processi erosivi e detriti fini) presentano dei suoli vieppiù neutri grazie ai contributi che aumentano la disponibilità di basi.


Contesto geografico e storico

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2.1.2 Geomorfologia Tutto il Ticino, dunque anche la regione della Valle Onsernone, è stato segnato profondamente dalle glaciazioni. Gli imponenti ghiacciai del Ticino e della Maggia hanno svolto la maggior parte dell’erosione, lasciando ovunque tracce del loro passaggio. La loro congiunzione presso la zona delle Terre di Pedemonte ha dato origine ad una valle profonda che nella regione di Locarno scende fino a sotto il livello del mare. La minor resistenza della roccia all’interno della Linea Insubrica, nello specifico la zona di contatto Arcegno-Palagnedra, ha probabilmente favorito il nascere di queste profonde depressioni. In confronto, il più modesto ghiacciaio della Valle Onsernone ha scavato molto meno in profondità, raggiungendo ad Auressio una quota di 600 m s.l.m. In questo modo si è formato il fenomeno, comune a molte valli alpine, di una cosiddetta valle sospesa che sfocia nella valle principale con uno scalino. Nel nostro caso, i ripiani su cui poggiano i villaggi di Loco e Auressio si trovano a una quota superiore di ben 300 m rispetto a Intragna e Cavigliano, situati in posizione analoga. Durante il momento di massima estensione dell’ultima glaciazione il ghiaccio copriva quasi tutta la Valle Onsernone. Il limite superiore del ghiaccio in fondo alla Valle Onsernone e Valle di Vergeletto si trovava a circa 2000 m s.l.m., alla confluenza della Valle di Vergeletto a circa 1800 m s.l.m. lasciando scoperti in sostanza solo le sommità del Pizzo della Croce e del Ruscada. A valle di Mosogno tutto risultava coperto dalla coltre di ghiaccio che presso Auressio raggiungeva ancora circa 1600 m s.l.m. (BINI et al. 2009). La zona a monte del limite superiore del ghiaccio, circoscritta ai crinali, si presenta oggi come più irregolare e frastagliata a causa dell’effetto del gelo che ha frammentato le rocce.

Fig. 4. Fotografia che ritrae un circo glaciale sulla sponda sinistra della Valle di Vergeletto ai piedi del Rosso di Ribia in località «Piròi». Si intuisce bene la depressione delimitata da rocce montonate e corredata da pozze. Foto: Dionea SA.


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La vegetazione forestale della Valle Onsernone

Al contrario, al di sotto di tale limite, l’effetto abrasivo del ghiaccio ha tornito forme molto diverse. Ne sono testimoni i segmenti terminali dove, sovente, ai piedi delle ripide e frastagliate pareti delle creste, la pendenza del terreno si addolcisce a formare depressioni subcircolari chiamate circhi glaciali (Fig. 4) prima di seguire i ripidi pendii delle valli glaciali che ripidamente si portano verso i fondivalle. La regione della Valle Onsernone è stata attraversata da fratture e faglie in occasione della formazione delle Alpi al termine della metamorfosi alpina. Questi punti deboli, paralleli alla Linea Insubrica hanno offerto minor resistenza all’erosione generando l’orientamento prevalente est-ovest, un fattore rilevante per la distribuzione della vegetazione nella regione di studio (Fig. 5). Una seconda conseguenza legata alla presenza di faglie e fratture sono le forre che caratterizzano buona parte del paesaggio fluviale onsernonese. Solo i brevi fondivalle superiori dove l’azione del ghiaccio era prevalente – a monte dei Bagni di Craveggia o di Vergeletto – hanno conservato la caratteristica forma a «U» propria delle valli glaciali. Più avanti questa risulta alterata dall’intensa erosione dell’acqua mentre il fondovalle glaciale rimane riconoscibile solo a tratti, a mezza costa, dove oggi si trovano i villaggi. Le glaciazioni hanno inoltre lasciato in eredità estesi depositi di detrito morenico: i fianchi meno ripidi sono ancora coperti da morene più o meno spesse. Tra le più massicce della regione vi sono i ragguardevoli depositi in Valle Vergeletto dietro alla località «Zardin» che per una lunghezza di svariati chilometri ricoprono l’intero versante sud del fondovalle con uno strato spesso alcune decine di metri. Altri depositi morenici di rilievo si trovano pure in fondo alla Valle Onsernone dal Riale Rossetti a Monfracchio.

Fig. 5. Valle di Vergeletto: l’orientamento est-ovest, corrispondente a faglie preesistenti, meno resistenti ai processi erosivi, influenza in modo appariscente la composizione della vegetazione forestale. Seppur di piccole dimensioni si scorge molto bene la forma a U del fondovalle. In primo piano in sponda sinistra il monte di Pièi (1089 m s.l.m.) che poggia su importanti depositi morenici. Foto: Dionea SA.


Die Waldvegetation des Onsernonetals und ihre Entwicklungstendenzen Mit Vegetationskarte 1: 25 000


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Die Waldvegetation des Onsernonetals

Vorwort Das Onsernonetal hat für mich seine ganz besondere Aura. Eine kurvenreiche Strasse erschliesst Gelände-Terrassen mit wertvoller Bausubstanz, auch Wohnsitz von Schriftstellern und Künstlern. Es ist für mich aber vor allem ausgedehntes Waldland mit tiefen Schluchten und Wildwassern. Onserone mit seinem Seitental des Vergeletto war für mich das Herz des geplanten Nationalparkes Locarnese, mit reizvollem Gegensatz verbliebener traditioneller Kulturlandschaft und umgebender Wildnis. Diese Chance wurde verpasst, sie findet vielleicht eines Tages eine Fortsetzung. Die frühe Vegetationskarte 1918 von Johannes Bär für die ganze Talschaft war eine Trouvaille besonderer naturkundlicher Art. Es war reizvoll, diese Kartierung 100 Jahre später zu wiederholen. Dazwischen änderte sich nicht nur die Art der forstlichen Nutzung, sondern es fand auch ein gesellschaftlicher Umbruch von der bäuerlichen zur Industriegesellschaft mit dem Rückzug agrarischer Aktivitäten statt. Das in der Schrift abgebildete Loco des Jahres 1885 mag diese Entwicklung drastisch veranschaulichen. Eine weitere wichtige Fragestellung ergibt sich mit dem anstehenden Klimawandel. Wohin entwickelt sich dieses Waldareal? Fachleute um Pippo Gianoni und Gabriele Carraro der Firma Dionea SA in Locarno nahmen sich dieser vielfältigen Fragestellungen an. Daraus ist ein akribischer Bericht mit vierfacher Kartendarstellung geworden. Es wurden 31 verschiedene Waldtypen erfasst, die aktuelle Vegetationskarte wurde mit neuer Methodik erstellt und auch mit einem Zukunftsszenario versehen. Das herausragende wissenschaftliche Werk von anfangs des 20. Jahrhunderts dient so mit seiner jetzigen Fortschreibung dazu, ein besseres Verständnis für unsere Wald-Ökosysteme zu erhalten. Damit erhält diese Studie ihren besonderen Wert für Erkenntnisse der evolutiven Dynamik, wobei 100 Jahre für Waldökosysteme immer noch eine kurze Zeit darstellen. Solche Aussagen haben weit über dieses untersuchte Gebiet hinaus Geltung. Ob wir diese Kartierung irgendwann wieder einmal wiederholen können? Haben wir dann noch die Kompetenz für die benötigte ökologische Ansprache der Vegetation und der Arten? Wir verlieren derzeit unser dafür nötiges Fachwissen in grossem Ausmass. Wir danken den Autorinnen und Autoren AutorInnen und allen an der Herausgabe Beteiligten für das Zustandekommen dieses Werkes. Möge es eine interessierte Leserschaft erhalten, der Inhalt ist es wert Beachtung zu finden. Der Band gehört zu den letzten der Schriftenreihe, denn mit 62 herausgegebenen Bänden schliesst die Bristol Stiftung ihre Aktivitäten ab.

Mario F. Broggi Stiftungsrat Bristol Stiftung und Geschäftsführer der Ruth und Herbert Uhl-Forschungsstelle für Natur- und Umweltschutz


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Inhalt Abstract Vorwort Dank

5 140 143

1 Einführung 1.1 Ziele des Forschungsprojekts 1.2 Aufbau und Methode

145 145 145

2 Geographischer und geschichtlicher Kontext 2.1 Geologie und Geomorphologie 2.1.1 Geologie 2.1.2 Geomorphologie 2.2 Untersuchung zur Paläobotanik 2.3 Anmerkungen zur neueren Forstgeschichte des Onsernonetals 2.3.1 Die Holznutzung bis zum Ende des 18. Jahrhunderts 2.3.2 Die Holznutzung ab dem 19. Jahrhundert 2.3.3 Die ersten Forstgesetze Mitte des 19. Jahrhunderts und der Konflikt mit den forstlichen Autoritäten 2.3.4 Die Schaffung des kantonalen Staatswaldes Vergeletto (1914–1938) 2.3.5 Die Volumen der Holzentnahme und die Standorte der wichtigsten Eingriffe in jüngster Zeit 2.3.6 Auswirkungen der Holzentnahme auf die Struktur und Zusammensetzung der Wälder 2.4 Der Wald als Protagonist der Landschaft im Onsernone

147 147 147 149 151 159 159 160

3 Das Klima des Onsernonetals und benachbarter Gebiete 3.1 Das aktuelle Klima im Untersuchungsgebiet 3.1.1 Temperaturen 3.1.2 Niederschläge und relative Feuchtigkeit 3.1.3 Wind 3.2 Die Entwicklung des Klimas in nächster Zukunft

171 171 171 174 177 178

4 Vorhandene Untersuchungen

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5 Vegetationsmodellierung 5.1 Vorgehensweise und Gesamtkonzept 5.2 Datenerhebung 5.3 Abhängige Variable 5.4 Erklärende Variablen 5.4.1 Klimavariablen 5.4.2 Nicht-klimatische Variablen 5.5 Modellierung 5.5.1 «CLU»-Modell: aktuelle Waldvegetation 5.5.2 «MAX»-Modell: Klimax-Waldvegetation 5.5.3 Bewertung der Vorhersagegenauigkeit der Modelle 5.6 Probleme bei der Modellierung 5.7 Zukünftige Anforderungen an eine Modellierung der Vegetationsverbreitung

189 189 189 190 192 193 195 197 201 204 206 211 214

160 163 163 164 165


142

Die Waldvegetation des Onsernonetals

6 Die aktuelle Vegetation 6.1 Methodik 6.2 Die aktuelle Waldvegetation 6.2.1 Generelle Situation 6.2.2 Die Waldbestände der kollinen und hyperinsubrischen Stufe 6.2.3 Die Waldbestände der montanen und hochmontanen Stufe 6.2.4 Die Waldbestände der subalpinen Stufe

217 217 218 218 221 223 225

7 Die Dynamik des letzten Jahrhunderts und die Szenarien für eine potentielle Vegetation 7.1 Vergleich der heutigen Vegetation mit derjenigen vor einem Jahrhundert 7.1.1 Angleichung der kartographischen Einheiten von J. Bär an die Waldtypen 7.1.2 Die Waldentwicklung im Vergleich der interpretierten Karte von J. Bär und der aktuelle Zustand 7.1.3 Signifikante Aspekte der Waldentwicklung 7.2 Die potentielle Vegetation des Onsernonetals in Zeiten der Klimaerwärmung 7.3 Synthese der bisherigen Dynamik und der evolutionären Tendenzen

245 258

8 Schlussfolgerungen und Ausblick 8.1 Das Modell und zukünftige Anwendungen 8.2 Vegetation in Bewegung: neue Herausforderungen 8.3 Landschaftsentwicklung in Richtung einer neuen Wildnis

259 259 260 261

9 Fotografie storiche e attuali della Valle Onsernone / Historische und aktuelle Fotos des Onsernonetals

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10 Bibliografia / Literaturverzeichnis

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Allegati / Anhang Matrice die confusione / Konfusions-Matrix Schede delle tipologie forestali / Katalog der Waldtypologien

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Profilo degli Autori / Porträt der Autorinnen und Autoren

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Dank Die folgende Arbeit wäre nicht möglich gewesen, ohne den wertvollen Beitrag der Bristol-Stiftung, die im Rahmen des Nationalparkprojekts «Locarnese» finanzielle Ressourcen für die Forschung zum vorliegenden Bericht zur Verfügung gestellt hat. Die Dionea SA hat die mehrere Jahre dauernde Forschung geleitet und ihre Mitarbeiterinnen und Mitarbeiter haben mit viel Einsatz einen grossen Teil der Arbeit geleistet. Ein spezieller Dank geht an all jene, die mit Ihrem Engagement spezifische Beiträge ermöglicht und die Arbeit kritisch gelesen haben. Zudem haben folgende Personen durch Ihren Beitrag zum Gelingen dieses Projektes beigetragen: – Dr. Marco Conedera und Patrick Krebs, Eidg. Forschungsanstalt WSL (Cadenazzo, Forschungsgruppe Insubrische Ökosysteme) – PD Dr. Andreas Stampfli, Universität Bern – Roberto und Loredana Carazzetti, Loco – Franco und Valerio Remonda, Comologno – Tarcisio Terribilini, Vergeletto – Sebastiano Pron-Vezia – Paolo Giovanola, Craveggia

Die Autorinnen und Autoren



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1

Einführung

1.1

Ziele des Forschungsprojekts

Zu Beginn des 20. Jahrhunderts wurde die Vegetation des Onsernonetals von Johannes Bär einer vertieften Untersuchung unterzogen, weshalb wir heute über eine Vegetationskarte verfügen, die über 100 Jahre alt ist – ein seltenes Dokument im Kontext der Alpen. Die Verfügbarkeit solch wertvoller und detaillierter alter Daten hat uns auf die Idee gebracht, ein Forschungsprojekt zur Entwicklung des Waldes oder weiter übergreifend der Landschaft zu starten, das nützlich ist für jede zukünftige Raumplanung in diesem Tal. Dank des Projekts Nationalpark Locarnese – das in seiner Planungs- und Vorbereitungsphase auf den Wald als dominante Landschaftskomponente fokussierte – und durch die finanzielle Unterstützung der Bristol-Stiftung, war es möglich, die vorliegende Arbeit durchzuführen und eine aktuelle Karte der Waldvegetation des Onsernonetals zu erstellen. Diese Karte sollte der historischen Karte von Johannes Bär gegenübergestellt werden und auf Grund von Hypothesen zur zukünftigen Entwicklung eine solide Basis schaffen, sowohl für zukünftige Planungen als auch für langfristig ausgelegte Untersuchungen zur Biodiversität von Wäldern mit oder ohne wirtschaftliche Eingriffe – ein Aspekt, der in unseren Breiten noch wenig untersucht worden ist. Diese Arbeit hat zudem die Absicht, neue Lösungen für die Vegetationskartierung mit Hilfe von prädiktiven Modellen zu entwickeln, die auch mit begrenzten Mitteln erlauben, den aktuellen Vegetationszustand und die Vegetationsdynamik auf ausgedehnten und wenig zugänglichen Flächen zu erfassen.

1.2

Aufbau und Methode

Der vorliegende Band beleuchtet zuerst den geographischen, geschichtlichen und klimatischen Kontext des Onsernonetals (Kap. 2 und 3). Es folgt eine Synthese der bisher vorhandenen Vegetationsuntersuchungen (Kap. 4). Ein relevanter Teil befasst sich mit der Modellierung (Kap. 5), um dann die aktuelle Vegetationskarte zu beschreiben (Kap. 6). Der Schlussteil befasst sich mit dem Thema der Dynamik und den Folgerungen (Kap. 7 und 8). Methodisch wurde die Untersuchung auf den Vergleich der Vegetationskarten in zeitlicher Abfolge ausgerichtet, um die vergangenen, gegenwärtigen und zukünftigen Entwicklungen der Waldvegetation zu identifizieren. Auf der Basis der Vegetationsaufnahmen und der Kenntnisse der Waldtypen wurde der Vegetationszustand vor einem Jahrhundert rekonstruiert und die Karte von J. BÄR (1918) auf der Grundlage der heutigen typologischen Einheiten interpretiert. Das Modell der aktuellen Vegetation («CLU»-Modell) wurde auf der Basis von Vegetationsaufnahmen der Waldtypen und einer Serie von damit zusammenhängenden Faktoren entwickelt. Die Modellierung wurde dann auf evolutive Szenarien für die potentielle Vegetation ausgedehnt («MAX»-Modell), einmal mit den aktuellen klimatischen Bedingungen (Referenzperiode 1961–1990) sowie einmal mit einer modellierten Erwärmung (Szenario RegCM3, 20170–2099, +3,5 °C, –10 % Niederschläge). Abbildung 1 zeigt die Struktur der Forschungsarbeit. Ausgehend von den Vegetationserhebungen des Waldes wurden auf der Basis von bekannten und damit verbundenen Faktoren verschiedene Modelle entwickelt. Darauf aufbauend war es möglich, die verschiedenen Kartierungsebenen zu vergleichen.


Die Waldvegetation des Onsernonetals

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Zur vorliegenden Arbeit haben verschiedene Expertinnen und Experten sowie Autorinnen und Autoren beigetragen: Die Erhebungen und Untersuchungen der Vegetation sowie des geographischen und landschaflichen Kontexts wurden von Gabriele Carraro, Pippo Gianoni, Monika Frehner durchgeführt, unter Mitwirkung von Ludwig Z’graggen für Klima und Geologie, Ivo Ceschi für die Forstgeschichte, Willy Tinner und Elisa Vescovi für die Palinologie. Die Modellierung und die Karten erfolgten durch Annette Kemper und Sandro Boggia. Als Synthese wurden die verschiedenen Beiträge von Gabriele Carraro und Pippo Gianoni zusammengefasst, ergänzt und in Zusammenhang gebracht. Die Übersetzung ins Deutsche wurde von Annette Kemper und Susanne Lehringer durchgeführt.

Geländeerhebungen Historische Vegetationskarte (1918 Bär) Historische Vegetationskarte mit aktuellem Schlüssel

Modellierung Forsttypen Abhängige Variable

Erhebung des heutigen Zustands

Random Forest Model Erklärende Faktoren Unabhängige Variablen

Heutiger Zustand (2015)

Heutiger Zustand (CLU)

Potentiell natürliche Vegetation

Potentielle Waldvegetation (MAX) Potentielle Waldvegetation (MAX)

Abb. 1. Das Schema stellt die Struktur der Untersuchungen dar. Aktuelle Vegetationserhebungen und die damit verbundenen Faktoren erlauben es, ein Modells des aktuellen Zustands (Modell «CLU»), eine aktuelle Vegetationskarte (grün) sowie ein Modell der Klimaxvegetation (Modell «MAX», blau) zu entwickeln. Die blauen Pfeile veranschaulichen die Gegenüberstellung der verschiedenen Kartierungen.


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2

Geographischer und geschichtlicher Kontext

Die vorliegende Arbeit umfasst das Wassereinzugsgebiet des Isorno mit den Tälern Onsernone und Vergeletto auf der Schweizer Seite sowie dem Valle die Bagni auf der italienischen Seite. Abbildung 2 zeigt die wichtigsten charakteristischen Elemente des Untersuchungsgebiets, um einen ersten Überblick zu geben.

2.1

Geologie und Geomorphologie

2.1.1 Geologie Im Untersuchungsgebiet befinden sich zwei der wichtigsten tektonischen Einheiten der Lepontischen Alpen: im Südosten die Antigoriodecke und im Nordwesten die Maggiadecke (MAXELON und MANCKTELOW 2005; STECK et al. 2013) Diese beiden Einheiten liegen nördlich der insubrischen Linie und sind durch eine dünne Schicht getrennt, die zur Einheit von Mergoscia gehört (STECK et al. 2013; Abb.3). Die Antigoriosdecke wird fast ausschliesslich aus relativ homogenen Silikaten gebildet – dem Antigoriosgneis – einem Orthogneis. Dieser bestand ehemals grösstenteils aus Granodiorit, einem magmatischen intrusiven Gestein, das im Verlauf der alpinen Metamorphose in Orthogneis verwandelt wurde. In der Maggiadecke wechseln sich Orthogneis mit Paragneis ab. Die Paragneise enstanden durch Metamorphose von sandig-lehmigen Sedimenten und die aus ihnen hervorgehenden Böden sind gewöhnlich nährstoffreich. Diese

Abb. 2. Wassereinzugsgebiet des Isorno.


148

Die Waldvegetation des Onsernonetals

Abb. 3. Tektonische Karte, welche die relative Einförmigkeit der Geologie im Onsernonetal zeigt: in weiss dargestellt ist die Antigoriodecke, in gelb die Maggiadecke, unterbrochen von der Mergosciaeinheiten, die als einzige Formation nicht auschliesslich aus Gneis besteht. Der rot umrandete Bereich umfasst das von der historischen Vegetationskarte von BÄR (1918) abgedeckte Gebiet. Im Centovalli und Richtung Süden in der Nähe der insubrischen Linie (Centovalli Fault) sind basiche Gesteine häufiger und der geologische Rahmen wird vielfältiger (STECK et al. 2013).

Unterschiede sind im Onsernonetal weniger erfassbar, weil dort auch die Orthogneise relativ feinkörnig sind und deshalb ähnliche Verwitterungsprodukte entstehen. Die Dominanz der beiden Substrate – Orthogneis und Paragneis –, die auf der einen Seite wenig durchlässig und reich an Verwerfungen sind, andererseits ziemlich widerstandsfähig gegen Abbauprozesse und basenarm ist, ist entscheidend für die Bodenbildung und spiegelt sich auch in den Phytozönosen wider. Alle Aufschlüsse der unterschiedlichen tektonischen Einheiten sind teilweise überdeckt mit Ablagerungen von Moränen sowie anderem Schutt, die ursprünglich oft aus Paragneis bestanden. Die Böden, die sich auf diesen Substraten entwickeln, sind eher tiefgründig und enthalten eine sandig-lehmige Fraktion und damit eine bessere Kapazität für die Speicherung von Wasser und Nährstoffen, auch wenn sie dieselbe chemische Zusammensetzung haben wie ein Granit mit grober Körnung. Zwischen diesen tektonischen Einheiten tauchen hier und dort kleine uneinheitliche Einschlüsse harten basischen Gesteins auf, zum Beispiel Amphibolit und Glimmerschiefer beim Gipfel «Rosso di Ribia». Noch seltener ist das Vorkommen von Karbonatgestein wie Dolomit und Marmor, die wirtschaftlich wertvoll und von geschichtlicher Bedeutung sind für die Produktion von Kalk (z. B. bei der Costa da Chignell oberhalb von Loco, Ledrima, Costa di Ghell bei Gresso, Fornace und Sasso d´Arena; mündliche Mitteilung Roberto Carazzetti). Angesichts ihrer geringen Ausdehnung haben andere Gesteinstypen als der Gneis wenig Einfluss auf die pedologischer sowie die floristische Ebene und auf die Waldvegetation des Onsernonetals. Die zonalen Gebiete (d. h. mit ungestörter Pedogenese, mit progressi-


Geographischer und geschichtlicher Kontext

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ver Alterung des Profils) sind überall charakterisiert durch die Dominanz saurer Böden mit einer Tendenz zur Podsolierung (BLASER 1973; BLASER et al. 2005). Demgegenüber zeigen azonale Bereiche (d. h. mit periodischen Störungen, so zum Beispiel Bereiche mit Erdrutschen, Felsstürzen und Murgängen) neutralere Böden mit erhöhtem Basengehalt.

2.1.2 Geomorphologie Das gesamte Tessin, und damit auch das Onsernonetal, sind stark geprägt von Vergletscherungen. Die riesigen Gletscher der Flüsse Ticino und Maggia haben den grössten Teil der Erosionen verursacht und überall ihre Spuren hinterlassen. Ihr Zusammenfliessen im Bereich der «Terre di Pedemonte» war der Ursprung für das tiefe Tal, das im Bereich von Locarno bis unter die Meereshöhe reicht. Der geringere Widerstand der Gesteine um die insubrische Linie, vor allem das Kontaktgebiet Arcegno-Palagnedra, hat womöglich das Entstehen der tiefen Einschnitte begünstigt. Im Vergleich dazu hat sich der kleinere Gletscher des Onsernonetals sehr viel weniger in die Tiefe gegraben und bei Auressio eine Höhe von 600 m ü. M. erreicht. Auf diese Art hat sich ein für viele Alpentäler typisches Phänomen gebildet, ein sogenanntes Hängetal, das vom Haupttal durch einen treppenartigen Höhenunterschied, einer sogenannten Stufe, abgetrennt ist. In Fall des Onsernonetals befinden sich die Verebnungen von Loco und Auressio in einer um 300 m höheren Lage als Intragna und Cavigliano, die sich in einer vergleichbaren Position befinden. Zu Zeiten der maximalen Ausbreitung der letzten Vergletscherung bedeckte der Gletscher fast das gesamte Onsernonetal. Die obere Grenze des Gletschers im hinteren Onsernone- und Vergelettotal befand sich auf etwa 2000 m ü. M., beim Zusammenfluss mit

Abb. 4. Das Foto zeigt eine Gletschermulde, das Kar, auf der orografisch linken Seite des Vergelettotals am Fuss des Rosso di Ribia im Gebiet «Piròi». Foto: Dionea SA.


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Die Waldvegetation des Onsernonetals

dem Vergelettotal auf etwa 1800 m ü. M. Somit waren im Grunde nur die Gipfel des Pizzo della Croce und der Ruscada eisfrei. Unten im Tal bei Mosogno war dagegen alles vom Gletscher bedeckt, der bei Auressio noch 1600 m ü. M. erreichte (BINI et al. 2009). Das Gebiet oberhalb des maximalen Höchtstandes der Gletscher der letzten Eiszeit, präsentiert sich heute als scharfkantige Grat- und Gipfelregion. Hier hat die Frostsprengung unter anderem stark zersplitterte Gratschneiden entstehen lassen. Im Gegensatz dazu hat der schleifende Effekt der Gletscher unterhalb dieser Grenze deutlich rundere Formen hinterlassen. Zeugen dafür sind Bereiche, wo am Fusse der steilen und gezackten Wände der Felsgrate das Gelände sanfter wird und kreisförmige Einschnitte umfasst, die sogenannte Kare (Abb. 4), bevor die steilen Hänge der Gletschertäler, die sogenannte Trogwände, zur Talsohle abfallen. Das Gebiet des Onsernonetals wurde bei der Entstehung der Alpen gegen Ende der alpinen Metamorphose von Brüchen und Verwerfungen durchzogen. Diese schwachen Stellen, parallel zur insubrische Linie, haben der Erosion weniger Widerstand entgegengesetzt und dadurch die vorherrschende Ost-West-Ausrichtung verursacht, sie ist ein relevanter Faktor für die Vegetationsverteilung im Untersuchungsgebiet (Abb. 5). Eine zweite Folge dieser Verwerfungen und Brüche sind die typischen Tobel, die einen Grossteil der Flusslandschaft des Onsernone charakterisieren. Nur die obersten Talabschnitte – oberhalb der Bagni di Craveggia und von Vergeletto – haben die charakteristische U-Form von Gletschertälern bewahrt. Weiter unten haben die Flüsse tiefe Schluchten in das ehemalige Trogtal eingekerbt, so dass der ehemalige, vom Gletscher geprägte Talgrund nur noch in

Abb. 5. Das Vergelettotal verdankt seine West-Ost-Ausrichtung Verwerfungen und Brüchen, welche der Erosion kaum Widerstand boten. Die West-Ost-Ausrichtung des Tales bedingt Nord- und Südhänge, welche sich klimatisch und damit auch bezüglich der Vegetation stark unterscheiden. Gut erkennbar auf dem Fotos ist die U-Form des Talgrunds. Im Vordergrund links sichtibar ist die Siedlung Monte di Pièi (1089 m ü. M.), welche sich auf einer mächtigen Moräne befindet. Foto: Dionea SA.


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Profilo degli autori / Porträt der Autorinnen und Autoren Gabriele Carraro (1963), cresciuto in Ticino, ingegnere forestale diplomato al Politecnico forestale di Zurigo, specializzato in geobotanica e autore di una sintesi delle tipologie forestali nell’Insubria. La ricerca sulla dinamica della vegetazione permette la compensione della composizione della vegetazione attuale, i rapporti con clima-suolo-uomo e il potenziale futuro. Gabriele Carraro (1963) ist im Tessin aufgewachsen. Er hat Forstwirtschaft an der ETH Zürich studiert, ist spezialisiert in Geobotanik und hat eine standortkundliche Synthese über Waldvegetationstypen in Insubrien entwickelt. Die Forschung der Vegetationsdynamik verbessert das Verständnis für das heutige Vegetationsgefüge, der Beziehungen Klima-Boden-Mensch und das natürliche Potential. Email: carraro@dionea.ch Pippo Gianoni (1963), cresciuto in Ticino, ingegnere forestale di-

plomato al Politecnico forestale di Zurigo, già docente a contratto allo IUAV di Venezia e responsabile scientifico del progetto di Parco Nazionale del Locarnese. La ricerca sulla dinamica della vegetazione e del paesaggio costituiscono elementi essenziali per progettare e pianificare il futuro di territori alpini. Pippo Gianoni (Jg. 1963), aufgewachsen im Tessin, absolvierte sein Forstingenieurstudium an der ETH Zürich, war bereits Privatdozent an der IUAV in Venedig und wissenschaftlicher Co-Geschäftsleiter des Nationalparkprojekts Locarnese. Die Erforschung der Dynamik von Vegetation und Landschaft ist ein wesentliches Element für die Planung und Zukunftsplanung der alpinen Gebiete. Email: gianoni@dionea.ch Annette Kemper (1969) ha ottenuto il diploma in geografia fisica applicata con focus sulla geobotanica e climatologia al Università di Trier (Germania) nel 1997. Tramite diversi progetti di ricerca ha potuto approfondire le sue conoscenze specifiche nei campi di clima-igiene d’aria, sistemi informative territoriali (GIS), geostatistica, banche dati, modellizzazioni, studi di paessaggio e tecniche di telerilevamento. Annette Kemper (Jg. 1969) hat 1997 das Diplom in angewandter physischer Geographie mit den Schwerpunkten Geobotanik und Klimatologie an der Universität Trier (Deutschland) erworben. Durch zahlreiche Forschungsprojekte konnte sie weitere Fachkenntnisse in den Bereichen Klima-Lufthygiene, Geographische Informationssysteme (GIS), Geostatistik, Dantenbanken, Modellierungen, Landschaftsstudien und Fernerkundungstechniken vertiefen. Email: fietz@dionea.ch


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La vegetazione forestale della Valle Onsernone / Die Waldvegetation des Onsernonetals

Sandro Boggia (1984) ha ottenuto un Master in ecologia ed evoluzione presso la facoltà di Scienze naturali al Politecnico Federale di Zurigo. In seguito ha acquisito conoscenze in zoologia e botanica specializzandosi in analisi sui mutamenti della biodiversità, conservazione degli ambienti, protezione delle specie ed ecologia faunistica, elaborazione, rappresentazione e analisi dei dati per mezzo di sistemi informativi territoriali (GIS). Sandro Boggia (Jg. 1984) erwarb einen Master in Ökologie und Evolution an der Fakultät für Umweltnaturwissenschaften der ETH Zürich. Später erwarb er Kenntnisse in Zoologie und Botanik und spezialisierte sich auf Analysen zu Veränderungen der biologischen Vielfalt, Umweltschutz, Artenschutz und Tierökologie, sowie Darstellung und Analyse von Daten mittels territorialer Informationssysteme (GIS). Email: sandro.boggia@gmail.com Ivo Ceschi (1935) cresciuto a Locarno. Studio d’ingegneria forestale al Poli e dopo il diploma, dal 1960 al 1962 Master alla University of Washinton a Seattle(USA). In seguito nel Servizio foretale cantonale prima come aggiunto poi come ispettore forestale del 4. Circondario (Locarnese e Valli) dal 1970 al 1983. In seguito Capo Sezione forestale fino al 1999. Ivo Ceschi (Jg. 1935) in Locarno geboren. Forstwissenschatstudium an der ETH Zürich und nach dem Diplom von 1960 bis 1962 Studienaufenthalt an der University of Washington in Seattle (USA) mit Master. Danach tätig beim kantonalen Forstdienst, zuerst als Adjunkt, dann als Forstinspektor im Gebiet Locarno und Täler und anschliessend bis 1999 tätig als Kantonsoberförster. Email: ivoceschi@bluewin.ch Dr. Monika Frehner (1961) ha sutudiato ingegneria forestale al

Politecnico di Zurigo, con successivo dottorato. Lavora in proprio, in particolare occupandosi di studi sulla conoscnenza degli ambieti forestali e delle foreste di montagna. Insegna al Politecnico federale gestione delle foreste di montagna. Negli ultimi anni si occupa del progetto »Adaptierte Ökogramme” al fine di definire delle raccomandazioni selvicolturali pratiche in ottica di cambiamenti climatici. Dr. Monika Frehner (Jg. 1961) hat an der ETH Zürich Forstwirtschaft studiert und mit einem Doktorat abgeschlossen. Sie arbeitet in der eigene Firma vor allem zu den Themen Waldstandortskunde und Gebirgswald und lehrt an der ETH Zürich Gebirgswaldmanagement. In den letzten Jahren beschäftigte sie sich im Projekt «Adaptierte Ökogramme» mit der Herleitung von praxisnahen Empfehlungen für den Waldbau im Klimawandel. Email: monika.frehner@bluewin.ch


Profilo degli Autori / Porträt der Autorinnen und Autoren

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Willy Tinner (1965) cresciuto in Ossola, Vallese e Berna, si è specializzato in paleoecologia, è professore all’Università di Berna ed autore di oltre 200 articoli scientifici. La ricerca paleoecologica gli permette di allungare l’asse temporale ecologica ai periodi preistorici, considerando gli effetti reciprochi tra vegetazione, clima, agricoltura ed incendi. Willy Tinner (Jg. 1965) ist im Ossola, im Wallis und in Bern aufgewachsen und hat sich auf die Paläoökologie spezialisiert. Er ist Professor an der Universität Bern und Autor von über 200 wissenschaftlichen Artikeln. Die paläoökologische Forschung erlaubt es ihm, die ökologische Zeitachse auf die vorgeschichtlichen Perioden auszudehnen, um die Wechselwirkungen zwischen Vegetation, Klima, Landnutzung und Bränden besser zu verstehen. Email: willy.tinner@ips.unibe.ch Elisa Vescovi (1975) nata e cresciuta a Milano, si è specializzata in paleoecologia all’Università di Berna. Si è dedicata alla ricostruzione della storia della vegetazione in diversi siti lungo la penisola italiana e in Ticino. Lo studio del passato è la chiave per comprendere i futuri cambiamenti. Elisa Vescovi (Jg. 1975) in Mailand geboren und aufgewachsen, hat sich an der Universität Bern auf Paläoökologie spezialisiert. Sie hat sich der Rekonstruktion der Vegetationsgeschichte an mehreren Standorten auf der italienischen Halbinsel und im Tessin gewidmet. Die Untersuchung der Vergangenheit ist der Schlüssel zum Verständnis der zukünftigen Änderungen. Email: elisa.vescovi@libero.it Dr. Ludwig Z’graggen (1968) cresciuto a Silenen (Uri). Ha studiato georegrafia a Politecnico federale di Zurigo, con successivo dottorato sul tema del bilancio delle radiazioni in Svizzera. Da allora lavora come metereologo a MeteoSuisse. Si occupa intensivamente delle relazioni tra clima e vegetazione forestale nel contesto alpino e della tipologie forestali nella valle della Reuss urana e in Leventina. Dr. Ludwig Z’graggen (Jg. 1968) in Silenen (Uri) aufgewachsen. Er studierte Geographie an der ETH Zürich, mit einer Doktorarbeit «Strahlungsbilanz der Schweiz». Seither arbeitet er bei MeteoSchweiz als Meteorologe. Daneben befasst er sich intensiv mit den Beziehungen Klima-Waldvegetation in Alpenraum und den Waldgesellschaften im Urner Reusstal und in der Leventina. Email: Ludwig.Zgraggen@meteoswiss.ch


Che cosa può raccontarci una carta della vegetazione forestale della Valle Onser none d’inizio ’900? La storia di un’intera valle alpina, della sua comunità e dei suoi rapporti con il grande ritorno della foresta. Ma non solo. Si possono trovare indizi sui cambiamenti climatici e grazie ad altre informa zioni immaginare cosa succederà nei prossimi decenni. Quale foresta e quale wilderness ci saranno domani?

Was kann uns eine Karte der Waldvegetation des Onsernonetals aus dem frühen 20. Jahrhundert sagen? Sie erzählt uns einiges über die Geschichte dieses Alpentals, seiner Ortschaften, der menschlichen Aktivitäten und vor allem über die grosse Wiederkehr des Waldes in den letzten Jahrzehnten. Darüber hinaus ergeben sich zahlreiche Hinweise auf die Klimaverände run gen und darauf, wie sich der Wald und die Wildnis in den nächsten Jahr zehnten entwickeln werden.


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