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EDITION MILANO
IldiVero Amore Sua Maestà
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GIUGIARO
Disegnare il Futuro
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Tradizione e creatività a MIlAnO
Coco
ChAnel
lA RIvOlUzIOnARIA
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MILANO
Mandarin Oriental Milan 4
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EDIZIONE NO.
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CONTENUTI STORIA DI COPERTINA
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COCO CHANEL Icona e iconoclasta
CARATTERISTICHE
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ANdrEAs PANAyiOtOu
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GLOBAL rEViEW
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MArCO BOrrAdOri
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iNstruZiONE d’ELitE
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iL VErO AMOrE
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L’ACCAttiVANtE CAPPAdOCiA
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FABriZiO GiuGiArO
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LE CABriO
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CLAudiO sAdLEr
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FrANCis MALLMANN
Il Re Mida degli Hotel
di Roberto Pucciano
Un uomo diventato Sindaco
Le Migliori 10 scuole del mondo
di Sua Maestà
Gioiello nascosto della Turchia
Disegnare Futuro
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Il miglior cuoco Argentino
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MILAN – LONDON thesavilecompany.com
“Per essere insostituibili bisogna essere diversi” Coco Chanel
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envenuti in H Edition Milano – Milano è senza discussioni una delle capitali culturali del mondo. E’ casa del leggendario “Teatro alla Scala” e, insieme a Parigi, New York e Londra è capitale della moda ed è sede dei maggiori stilisti italiani, fra cui Armani e Dolce&Gabbana. Per queste ragioni, in questo numero racconteremo la storia di una delle più influenti pioniere dello stile: Coco Chanel. Nonostante potreste pensare che sia più riconducibile a Parigi, il suo impatto è stato ugualmente forte anche a Venezia e Milano. Chanel nel periodo che seguì la Prima Guerra Mondiale è stata la portavoce della liberazione delle donne dal “corsetto” rendendo lo stile sportivo e chic lo standard della moda femminile. Essendo una designer molto prolifica, Chanel ha esteso la sua influenza oltre l’alta moda, dimostrando genio anche per la gioielleria, le borse e i profumi; ad esempio la sua fragranza Chanel No.5 è diventata un cult. E’ stata inoltre l’unica designer di moda ad essere inserita dal Time nella lista delle 100 persone più influenti del 20° secolo. Andate alla pagina … per scoprire come la sua eredità resiste nel tempo. Oltre alla storia di Chanel, abbiamo selezionato per voi altri vibranti ed originali contenuti di BUSINESS, LUSSO, LIFESTYLE, GASTRONOMIA, CULTURA & VIAGGI. Buon divertimento. Dina Aletras
MILANO • MONACO • TICINO H Edition Magazine is published quarterly and offers advertisers an exclusive audience of affluent readers. Whilst every attempt has been made to ensure that content in the magazine is accurate we cannot accept and hereby disclaim any liability to loss or damage caused by errors resulting from negligence, accident or any other cause. All rights are reserved no duplication of this magazine can be used without prior permission from H Edition Magazine. All information is correct at time of press. Views expressed are not necessarily those of H Edition Magazine.
Editor in Chief Dina Aletras Design Kevin Dodd Sapori Dany Stauffacher Carlotta Girola Marco Gagliati
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Contributors Philip Whiteley Joanne Walker Barbara Van Veen Shannon Kyle Natalie Read Matthew Smith Red Consultancy Matt Harris Gareth Herincx Network London PR
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AFFARI
il Segreto negli affari “è conoscere qualcosa che nessun altro sa ” Aristotle Onassis
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Il Re Mida degli hotel Il greco Andreas Panayiotou ha creato un impero dal nulla. Ha investito con gran fiuto e ottimo tempismo nel settore immobiliare, guadagnando una fortuna in una Londra degi anni 90, prima della crisi del credito. Ora è il re indiscusso del settore alberghiero. Il suo segreto? Ama il suo lavoro.
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n uomo d’affari vende un impero residenziale appena sotto il suo prezzo massimo, guadagnando 1 miliardo di sterline poco prima della crisi bancaria e la scarsità del credito. Istinto, fortuna o buona scelta di tempo? Andreas Panayiotou, fondatore, presidente e amministratore delegato di Ability Group, ha fatto un’ importante chiamata strategica nel 2006/07 per vendere le circa 7.000 unità abitative che aveva costruito, per lo più a Londra. Quanti descrivono il suo successo solo con la parola fortuna sono fuori strada. Sarebbe stata comunque la decisione giusta, anche se l’economia non avesse risentito della crisi del credito. C’è ben altro dietro alla fortuna di quest’uomo: è nato nel 1960 nella parte orientale di Londra da una famiglia di immigrati greco-ciprioti. E’ sicuro di sè, è un astuto lettore dei mercati e ha la capacità di pensare in modo strategico. Il suo modo di essere è sottilmente diverso dagli altri manager e in modi che possono sorprendere. La teoria del management si dovrà adeguare al modo di fare business di Panayiotou. Esteriormente, Andreas può essere connotato come un maschio alfa, quando lo incontri nel suo ufficio al sesto piano dell’hotel Hampton by Hilton che la sua società ha costruito, accanto all’aeroporto di Luton. È alto, rasato, sicuro di sé, veste abiti su misura e indossa orologi di design. Tuttavia parla con un notevole rispetto di modestia e dell’importanza di rimanere con i piedi per terra. “Il mio modo di fare business si basa sulle relazioni” – dice. “Si tratta anche di non diventare compiacenti. Mantenere i piedi per terra e accettare di imparare sempre. Siate umili nel mondo degli affari. Ascoltate di più e parlate meno. La maggior parte delle persone di successo, più soldi fanno più diventano arroganti,
mentre il più umile sei... più la gente si fida di te e vuole trattare con te; ci sono persone che tornano da te”. Andreas sottolinea anche la sua responsabilità sociale, dopo aver messo da parte il 30% dei suoi sviluppi residenziali in edilizia sociale. Esprime preoccupazione per la situazione degli acquirenti della prima casa e per gli operatori chiave, essendo elevati gli attuali prezzi degli immobili. Mantiene la residenza nel Regno Unito: “Credo che se il denaro lo hai guadagnato in questo Paese le tasse vadano pagate qui.” Anche se avverte che le alte tassazioni sulla ricchezza sono autolesioniste, e portano gli affari fuori dal Paese. Il suo zelo e professionalità di lunga data con con le imprese di costruzione e lo slogan “la mia parola è il mio impegno”, lo hanno aiutato a formare partnership strategiche con il gigante degli hotel Hilton. “Ci ha colpito dal primo giorno” – ricorda. Gran parte dell’incasso strepitoso ottenuto dalla sua vendita otto anni fa, gli ha permesso di costruire un ancor più florido business nel settore alberghiero, tra cui l’apertura del primo Waldorf Astoria nel Regno Unito. La sua attività, che oggi dà lavoro a circa 3.000 persone, si trova nel bel mezzo di un investimento di 200 milioni di sterline in nuovi hotel in tutto il Regno Unito. Andreas pensa in modo diverso dagli altri. Questo deriva probabilmente da una dislessia non diagnosticata in età scolare. “Mi ha dato un modo diverso di pensare – memorizzare parole, piuttosto che leggerle... riesco a calcolare le offerte nella mia testa. Penso molto per conto mio – sempre. Forse è per questo che ho più successo di altre persone. Un altro punto importante che ti rende diverso, che rende un business di successo, è guardare sempre ciò che gli altri hanno tralasciato – pensare a qualcosa cui nessuno ha pensato”.
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Photos: Stephen Crockford Photography
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Panayiotou ha iniziato la sua attività a metà degli anni 90, in parti di Londra che allora erano fuori moda, ma abbastanza al centro di Londra, come Hoxton e alcune parti di Islington. Il suo primo lavoro è stato quello di contribuire a migliorare la lavanderia dei suoi genitori. Un punto di svolta è arrivato nel 1994 quando ha ristrutturato un appartamento sopra un negozio e lo ha affittato. Si è reso conto che alcune aree erano state sottovalutate e ha ampliato il suo “costruire per fare affari”. Ma, come accadde a molti individui ed imprese che affollavano il settore, i margini vennero schiacciati dalla crisi del 2006/07. “Io ero il più grande latifondista nel Regno Unito. Stavo guardando i rendimenti sul mio investimento – che erano aumentati del ??25% in quel periodo. Poi il mercato ha iniziato a capire il residenziale; ci fu il fenomeno degli immobili a riscatto... i rendimenti sono passati dal 25% a circa il 3% in quel periodo. Per me la cosa era molto semplice: non era un buon investimento.
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Finché riesci a prendere più decisioni giuste di quelle sbagliate, rimani davanti
”
“Nel 2007 mi sono trovato con un grande conflitto interiore. Mi sono ditto: e ora dove andiamo a investire? L’asset class più vicina al residenziale è l’alberghiero. Se pensi agli hotel è possibile aggiungere più valore, cosa che non avviene nel residenziale dove, una volta che si è costruito, ci si affida all’indicizzazione sugli affitti – con gli alberghi è possible, invece, migliorare le strutture – ad esempio costruendo una palestra o spazi per conferenze”. Il suo approccio nel settore alberghiero è simile a quello residenziale. Costruisce e possiede gli edifici, organizzando contratti di gestione con operatori come Hilton. Un’altra caratteristica dove è arrivato in anticipo nel pensiero di gestione è l’importanza del coinvolgimento del suo staff. “Se credono che è anche la loro attività, perché ne beneficiano anche loro, questo è di primaria importanza. Se li spremi, il progetto ne soffrirà.” Come molti uomini d’affari di successo, Panayiotou non sopravvaluta le sue capacità di prevedere gli eventi futuri. Il trucco è rimanere agili e vigili. La sua formidabile agilità mentale è spiegata dal suo cervello, abituato a commerciare, che non si spegne mai. E’ perplesso riguardo all’idea che possa appassionarsi ad un hobby come il golf. Allora, ti prendi una pausa? “‘La gente mi fa sempre questa domanda” alla quale risponde, allegramente e con cortesia. “Se si trova qualcosa che ti piace, non è un lavoro. Se sono a casa e penso al lavoro è perché
sono entusiasta di quello che sto facendo, non lo sento come un lavoro”. Trova comunque il tempo per la famiglia. Ha cinque figli. I suoi due figli grandi lavorano nel settore, ma dice di essere ‘troppo giovane’ per pensare formalmente alla creazione di una società a gestione famigliare da trasmettere alla generazione successiva. Nel frattempo, l’azienda è di proprietà di un trust e tutte le famiglie sono beneficiarie. Molti aspetti del modo di fare impresa di Andreas Panayiotou stanno diventando un mainstream. Le business school riportano i risultati delle ricerche che mostrano l’importanza delle relazioni strategiche, l’impegno dei dipendenti, dell’agile strategia di formazione, e l’evitare un’esuberanza irrazionale. “Nessuno è un genio” – osserva. “In un grande business si incontrano grandi problemi tutti i giorni. Bisogna saper prendere una decisione. Se il lunedi ti trovi cinque problemi irrisolti, mercoledì ne avrai 15, e venerdì esploderai. Finché riesci a prendere più decisioni giuste di quelle sbagliate, rimani davanti”. Nonostante tutto, rimanere con i piedi per terra è anche buono per godersi il successo. L’investitore statunitense e guru Warren Buffett ha notoriamente scelto di rimanere nella sua modesta casa di tre camere da letto a Omaha dopo essere diventato ricco. “Questo è prendere le cose un po’ alla lontana!” – Dice Panayiotou, rilassandosi con un sorriso. Gli piace vestirsi bene, avere una grande casa per la sua famiglia e una bella macchina o due. Ma non fa che il successo gli dia alla testa. Quello spazio è riservato per il pensiero intelligente – afferma. di Philip Whiteley HEditionMag
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Global Review di roberto Pucciano CEo of anchorage Group Global
Iran Il mese di agosto ha assistito ad un acceso dibattito in seno all’opinione pubblica iraniana. Oggetto della discussione è stato un video ripetutamente trasmesso dalla TV di stato, il cui titolo è traducibile come “Ci opponiamo fino all’ultima goccia di sangue”. Il filmato, ispirato ad un evento realmente accaduto nel 1988, mostra una flotta americana abbattere un aereo di linea nei pressi di un tranquillo villaggio lungo la costa (che ospita inoltre un impianto nucleare): gli abitanti si riuniscono impugnando le bandiere nazionali ed evocano un gigantesco tsunami che spazza via le navi statunitensi. Nonostante sia stato prodotto da un gruppo affiliato all’apparato mediatico statale, il video ha ricevuto critiche non solo dai riformatori ma anche dalle frange più conservatrici; mentre altri hanno espresso un maggiore apprezzamento per il filmato. Questo mostra come la società iraniana sia divisa riguardo al futuro del paese ed il rapporto con l’Occidente. L’Iran si trova in una fase di transizione. L’alleviamento delle sanzioni in seguito all’accordo sul nucleare dello scorso anno non ha ancora rilanciato l’economia, ma la Banca Mondiale stima che il PIL reale crescerà più del 4% nel 2016-17, anche grazie ad un ambizioso piano annunciato dal governo per riformare un’economia 20
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ancora largamente dominata dallo stato e basata sugli idrocarburi. Tuttavia, resta ancora molto lavoro da fare: il paese figura al 130° posto nell’Indice di Trasparenza, e al 74° in quello sulla Competitività globale. La popolazione è largamente giovane ma l’aspettativa di vita (circa 71 anni) ed il tasso di alfabetizzazione (86,6%) sono relativamente bassi.
CIna Negli ultimi mesi il programma spaziale del “Regno di Mezzo” ha fatto importanti progressi. Oltre ad aver sperimentato con successo una sonda collocata su di un razzo di nuova generazione nel mese di giugno, la Cina ha rivelato maggiori dettagli sui mezzi che intende utilizzare per la missione su Marte prevista attorno al 2025. Infine, ad agosto la RPC ha messo in orbita il primo satellite al mondo concepito per effettuare esperimenti sulla comunicazione quantica. Tale tecnologia è potenzialmente rivoluzionaria, siccome i principi stessi della fisica quantistica rendono le trasmissioni basate su di essa impossibili da intercettare. Per di più, progressi in questo campo permetterebbero di realizzare computer molto più potenti di quelli elettronici attualmente in uso. Naturalmente, serviranno ancora anni di ricerche ed esperimenti prima di padroneggiare questa tecnologia; ma i recenti avvenimenti mostrano
che l’interesse per essa è ben vivo. Vari paesi stanno svolgendo studi su di essa, anche se il programma cinese è ad oggi quello più avanzato. Il principale ostacolo allo sviluppo del programma spaziale della RPC rimane l’economia. Nonostante la competitività sia abbastanza buona (28° posizione nel mondo) e la crescita del PIL resti attorno al 7% annuo, quest’ultima è rallentata negli ultimi anni ed il paese deve affrontare diverse questioni come l’invecchiamento demografico, l’inquinamento ed un’urbanizzazione problematica e contraddittoria. L’indice di Trasparenza rivela inoltre che i problemi legati alla corruzione rimangono considerevoli, in quanto la Cina figura all’83° posto.
FInlandIa Lo scorso luglio, il Presidente finlandese Sauli Niinisto ha incontrato il suo omologo russo Vladimir Putin. I due hanno dichiarato che è necessario intraprendere misure per migliorare la sicurezza nella regione; nello specifico Niinisto ha affermato che nessun aereo militare dovrebbe sorvolare il Baltico coi dispositivi d’identificazione spenti. Nonostante tali dichiarazioni, l’incontro ha evidenziato anche alcuni motivi di tensione tra i due paesi. In particolare, Putin ha lasciato intendere che la Russia reagirà se la Finlandia dovesse entrare nella NATO, suggerendo che in tal caso le forze militari russe non verrebbero più mantenute a 1500 km di distanza dal confine finlandese come lo sono ora. Il commento è una risposta al rafforzamento della cooperazione militare tra stati neutrali come Svezia e la stessa Finlandia da una parte e l’Alleanza Atlantica dall’altra. Dichiarazioni simili erano state rilasciate anche riguardo all’adesione di Stoccolma a quest’ultima. La Finlandia è una nazione economicamente sviluppata e stabile. Anche se la crescita è limitata allo 0,5% il paese gode di un elevato tenore di vita con un PIL pro capite di circa 40.000$ l’anno in termini di PPA, e figura al 24° posto nell’Indice di Sviluppo Umano con un’aspettativa di vita superiore agli 80 anni. Inoltre è un paese molto competitivo (8° posto nell’Indice Globale) nonché uno dei meno corrotti al mondo, secondo solo alla Danimarca.
PakIstan Sul finire di agosto 2016 la capitale pakistana Islamabad ha ospitato il summit finalizzato a diffondere la consapevolezza dell’importanza del “Corridoio Economico tra Cina e Pakistan”, conosciuto con l’acronimo inglese CPEC. Il ministro delle finanze pakistano Muhammad Ishaq Dar ha sottolineato la portata di tale progetto, che attraverso un investimento di 46 miliardi di dollari mira a costruire una serie di infrastrutture come porti, autostrade, ferrovie, impianti per la produzione dell’energia solare ed altro ancora. Lo scopo è quello di sviluppare l’economia nazionale ed in particolare i rapporti con la Cina, che a sua
volta finanzia il progetto nell’ambito della sua ambiziosa iniziativa volta a creare una “Cintura” economica terrestre attraverso l’Asia Centrale ed una “Strada” marittima lungo le coste dell’oceano Indiano. Nella fattispecie, il CPEC permetterebbe ai cinesi di ridurre la loro dipendenza dalle rotte marittime che passano tra le contese acque del Mar Cinese Meridionale e di quello Orientale. Nonostante varie difficoltà come l’instabilità dovuta alla presenza dei Talebani e l’opposizione dell’India, il progetto va avanti e sta contribuendo a migliorare le prospettive economiche del Pakistan. Il paese, che resta affetto da gravi problemi di corruzione (117° al mondo per trasparenza) e che rimane ancora tra le nazioni a basso livello di sviluppo umano (147° posizione), gode ora di una crescita economica maggiore al 4% spinta anche da questo progetto. Ciò potrebbe inoltre migliorare la sua competitività globale, che ora lo vede solo al 126° posto al mondo.
Gabon Il Gabon è uno stato di ridotte dimensioni situato sulla costa occidentale dell’Africa. Ha una popolazione di meno di 2 milioni di abitanti ed è uno dei paesi più stabili e più sviluppati del continente, figurando al 110° posto al mondo per Indice di Sviluppo Umano; un risultato nettamente migliore della maggior parte degli stati africani. Le recenti elezioni presidenziali hanno visto una ristretta vittoria di Ali Bongo. Suo padre Omar aveva già ricoperto la massima carica dal 1968 al 2009, anno in cui Ali gli succedette in seguito ad una controversa elezione. Anche l’ultimo suffragio svoltosi ad agosto di quest’anno ha dato luogo a forti contestazioni, infatti il candidato perdente Jean Ping solleva obiezioni sulla percentuale di voti eccezionalmente alta ottenuta dal rivale in alcune circoscrizioni. Vi sono stati anche alcuni scontri che hanno causato la morte di tre persone ed un centinaio di feriti. Tali tensioni minacciano di danneggiare la stabilità del paese e di rallentare ulteriormente la crescita economica. Infatti, nonostante l’ambizioso piano voluto da Ali Bongo per fare del Gabon un paese emergente entro il 2025, essa è già scesa al 4% annuo in seguito alla caduta del prezzo del petrolio, di cui il Gabon è il quinto produttore africano. I problemi maggiori riguardano la trasparenza e la competitività, in cui lo stato figura rispettivamente al 99° e al 103° posto al mondo. Inoltre, malgrado la relativa prosperità, il Gabon soffre di una forte diseguaglianza di reddito ed un terzo della popolazione è povera.
nICaraGua Il piccolo stato centramericano del Nicaragua è uno dei più poveri e meno sviluppati dell’America Latina. Appare infatti al 125° posto mondiale nell’Indice di Sviluppo Umano, e nonostante il buon ritmo di crescita attorno al 4% negli ultimi anni abbia permesso di ridurre il numero HEditionMag
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di abitanti in condizioni di povertà, il paese ha ancora un PIL pro capite abbastanza basso di circa 5000 dollari in termini di PPA (171° al mondo). Il Nicaragua soffre anche di problemi legati alla corruzione (130° posto sull’Indice di Trasparenza) e di scarsa competitività, come dimostra la 108° posizione nel relativo indicatore. A migliorare la condizione economica sono stati il commercio e soprattutto gli investimenti stranieri, favoriti da una maggior stabilità macroeconomica rispetto al passato. Di particolare rilievo a riguardo è la concessione cinquantennale approvata dal governo nicaraguense nel 2013 in favore di un gruppo cinese (creato per l’occasione) al fine di realizzare il Canale del Nicaragua. Il progetto, supportato da Cina e Russia e dal valore stimato attorno ai 50 miliardi di dollari, mira a favorire il commercio aprendo una nuova via di comunicazione più ampia, profonda e lunga rispetto al già esistente Canale di Panama. L’opera, che comprende inoltre una serie di infrastrutture correlate, ha tuttavia incontrato anche forti opposizioni. I contestatori sostengono infatti che il governo abbia “venduto” il paese ai cinesi, e temono le espropriazioni e l’impatto ambientale. Ad oggi, la costruzione non è ancora iniziata.
MonGolIa La Mongolia è un vasto stato asiatico senza sbocchi sul mare e con una popolazione di meno di 3 milioni di abitanti. Economicamente, il paese dipende dalle esportazioni verso la Cina e dallo sfruttamento delle proprie ricchezze minerarie. Proprio quest’ultimo settore, alimentato dagli investimenti stranieri, ha permesso alla Mongolia di raggiungere tassi di crescita del 17,5% nel 2011. Ciò ha portato a ridurre il tasso di povertà dal 38,8% al 21,6% in soli tre anni e di migliorare altri indicatori. Ad oggi, il paese gode di un’aspettativa di vita media di quasi 70 anni ed il tasso di alfabetizzazione supera il 98%. Nel complesso, la Mongolia figura tra i paesi ad alto livello di sviluppo umano, piazzandosi al 90° posto. In quanto a trasparenza si piazza abbastanza bene (72° posizione), mentre la competitività è ancora ridotta (104° su 140) Tuttavia negli ultimi anni ed in particolare in quello in corso, la situazione è notevolmente peggiorata. In seguito alla caduta del prezzo delle materie prime e della domanda di merci mongole dalla Cina, la crescita economica è crollata al 2,3% e gli investimenti stranieri hanno subito un calo dell’85%. La valuta nazionale, il tugrik, ha perso quasi l’8% del proprio valore nel solo mese di agosto 2016. Per tentare di rimediare, il governo ha accumulato un debito che sfiora i 23 miliardi di dollari e che l’anno scorso corrispondeva al 72% del PIL; e le autorità hanno apertamente riconosciuto la gravità della situazione. Si pensa ormai che la Mongolia dovrà dichiarare la bancarotta o chiedere un programma di salvataggio internazionale.
roManIa La Romania, pur rimanendo uno degli stati economicamente meno sviluppati dell’UE, ha registrato una buona crescita negli ultimi anni. Grazie alle esportazioni manifatturiere ed agricole (il settore primario è ancora preponderante) il paese ha raggiunto una stabilità macroeconomica che ha permesso un tasso di crescita del PIL pari al 3,7% nel 2015; uno dei migliori dell’Unione. In quanto a trasparenza, competitività e sviluppo umano la Romania ha un posizionamento globale abbastanza buono; figura infatti al 58°, 53° e 52° posto nei rispettivi indici. Tuttavia, ancora una volta tali posizionamenti risultano inferiori alla media dell’UE; ed ulteriori sforzi sono necessari, come ad esempio nei settori agricolo, sanitario, energetico, nei trasporti e nella pubblica amministrazione. Uno dei trend più significativi è quello legato all’industria dell’alta tecnologia. C’è infatti chi ritiene che la Romania possa diventare una “Silicon Valley Europea”. Questo settore ha iniziato a svilupparsi solo di recente ma si è espanso molto rapidamente, favorito dalla presenza di ottimi istituti d’istruzione e dai bassi salari. E se inizialmente l’attività principale era l’outsourcing per conto di imprese straniere (che resta ancora consistente), oggi il numero di startup nel paese è cresciuto considerevolmente. La questione è dunque di vedere se il paese sarà in grado non solo di svolgere attività per conto terzi ma anche di assumere l’iniziativa e diventare un vero hub dell’innovazione.
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Il dIlemma: come prepararsI al cambIamento quando Il futuro è Incerto
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orrei iniziare con una domanda: su una scala da 1 a 10 quanto è importante per te il futuro? Considerando che stai leggendo H Ticino Magazine, immagino che starai pensando ad almeno 8. Ed è importante perché pensare al futuro è fondamentale per crescere e migliorare. Questo aspetto è evidente quando si confronta la nostra società con quella del passato. Da cacciatori-raccoglitori, ci siamo evoluti nei cyber-abitanti delle città. Ciò non sarebbe accaduto se non avessimo pensato a come poter fare meglio le cose, più facilmente ed a costi più minori. Qualsiasi cosa sappiamo riguarda il futuro. Se non avessimo obiettivi, pianificazione, o l’immaginare il futuro, rimarrebbe solo il comportamento impulsivo. Non saremmo neppure in grado di alzarci e andare in bagno, per non parlare di sopravvivere e prosperare. Il tipo di pensiero futuro che riusciamo ad esprimere meglio è in gran parte relativo al compito da svolgere nel futuro prossimo: cosa dobbiamo fare. Affrontiamo incertezze e sfide quando l’orizzonte temporale si allunga e il compito si allarga. Per immaginare il futuro, bisogna essere in grado di pensare ad oggetti che non si vedono. Devi riconoscere gli oggetti invisibili che possono cambiare ed influenzare gli altri. I bambini iniziano
a sviluppare questo concetto tra i 4 e gli 8 mesi di vita con i genitori quando orsacchiotti iniziano a scomparire. Ci vogliono altri 3 anni prima di poter cominciare a cogliere ciò che significa pianificare il futuro. I più piccoli potranno dire cosa accadrà per il loro compleanno. Ma questa non è una visione del futuro. È la conoscenza di un copione delle feste di compleanno. Per avere una visione sul futuro, è necessario capire cosa può nascondere il futuro e pianificare in base a ciò. Due scienziati canadesi hanno chiesto a dei bambini di scegliere diversi oggetti da portare in un viaggio. Solo i bambini dai 4 anni in su hanno preso qualcosa di utile in caso di emergenza e noia. I bambini più piccoli hanno preso solo snack. Grazie a questo studio che sappiamo che il pensiero futuro si sviluppa intorno all’età di 4 anni. Si tratta di pensiero lineare relativo a causa ed effetto. Come adulti, abbiamo ancora difficoltà a far fare al nostro cervello dei ragionamenti più complessi riguardo al futuro. Non possiamo davvero farne a meno a causa delle attuali limitazioni biologiche del cervello umano. Pesando solo 3 chili, i nostri cervelli rappresentano circa il 2% del nostro peso corporeo mentre usano circa il 20% del nostro approvvigionamento energetico. Comprensibilmente, il nostro cervello cerca di risparmiare il più possibile.
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La maggior parte dei nostri ragionamenti vengono fatti con il pilota automatico. Si inizia a pensare deliberatamente quando le circostanze ci sorprendono, ma l’analisi razionale è faticosa. Così, quando la facciamo, cerchiamo di sviluppare regole pratiche per affrontare più facilmente questi tipi di sorpresa. Generare regole pratiche è la nostra risposta per risparmiare energia ma allo stesso tempo porta a un punto cieco per la complessità nel nostro ambiente più ampio. C’è un meraviglioso libro sulla probabilità. A volte, quando piove, mi piace guardare le probabilità di un uomo e il numero di partner sessuali che ha avuto per proteggere il suo ego (1 su 7.1). O su quante persone mangiano toast a colazione (1 su 20). Le probabilità di cui vale la pena parlare sono la probabilità avete di trovarvi a leggere questo articolo, oggi, ora ed in questo luogo. È prossima allo zero. Perché per permettervi di leggerlo, tutti i vostri antenati in 10.000 anni di evoluzione umana, dovevano nascere, trovare un compagno ed avere un figlio sano. Niente malattie, incidenti mortali prematuri, disastri naturali. Per non parlare del vostro gusto per il tema del futuro che doveva sbocciare contro ogni previsione. (Qualcuno ha fatto i conti e la probabilità è 1 su 10 alla 974.076 potenza). Ricordate i due vasi con le palline di marmo bianche e rosse che i nostri insegnanti utilizzavano per spiegare le probabilità? Ebbene, il futuro, come la storia, ha troppi vasi con biglie. Le nostre vite sono costituite da moltissimi eventi che possono o non possono essere collegati, di cui si può o non si può essere a conoscenza, e che si sviluppano in parte al di fuori del nostro controllo e nel corso del tempo. Quindi no, il futuro non è prevedibile. Né da profani, né da esperti. Molti esperti hanno fatto previsioni totalmente sbagliate. La differenza tra esperti e profani è la quantità di esperienza, ma condividono ancora gli stessi punti ciechi per il cambiamento.
Come la famosa citazione dell’amministratore delegato di IBM, il quale ha affermato che il mercato mondiale dei computer non sarebbe stato più grande di 5 PC. O Decca Recording, che ha respinto i Beatles: “Non mi piace il loro sound, la musica per chitarra è sulla via del declino”. Queste persone devono avere seri rimpianti. Ma le sfide globali sono reali. Affrontiamo cambiamenti climatici, anche se gli economisti ed i politici non hanno ancora previsto con precisione cosa significano 6 gradi in più e che effetti ha in termini di danni reali.
Quando si “ affronta il dilemma del futuro ci sono solo due vie d’uscita. La prima risposta è la flessibilità e la seconda è il futuro che desideriamo
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Affrontare sfide come la scarsità di materie prime, l’aumento delle differenze di reddito e l’emergere di molte tecnologie interessanti e forse dirompenti. Le sfide cui non possono essere in grado di sfuggire sono solo quelle legate all’innovazione. Quando si affronta il dilemma dal futuro ci sono due vie d’uscita. La prima risposta è la flessibilità e la seconda è il futuro che desideriamo. La flessibilità di risposta ha dimostrato tutto il suo valore. Prendete l’IBM. Nei primi anni 1990, i prezzi delle azioni
erano in calo e fu assunto un nuovo CEO. Appena nominato, Louis Gerstner pronunciò le famose parole: “L’ultima cosa di cui IBM ha bisogno è una visione”. Invece di concentrarsi sul core business, IBM ha iniziato a concentrarsi sul cambiamento dell’ambiente. I dipendenti sono stati premiati per correre rischi e prendere decisioni imprenditoriali e la Ricerca e Sviluppo ha ottenuto maggiore importanza. Tutto ciò che poteva essere brevettato è stato brevettato. IBM era pronta a cogliere le opportunità. Con questa strategia, IBM è passata da un fatturato di 62,7 miliardi di dollari, con una perdita netta di 8.1 miliardi nel 1992, a 85,9 miliardi di dollari e un utile netto di 7.7 miliardi nel 2001. Inseguire il futuro desiderato è un altro, più appassionante, approccio che rende più facile radunare le truppe. Il mondo in cui viviamo è in gran parte la conseguenza della messa a fuoco delle nostre azioni. È la conseguenza delle decisioni che prendiamo per le cose che facciamo e che abbiamo scelto di non fare. Questo punto di vista lascia a noi l’iniziativa e la scelta della direzione del nostro futuro. Ci dà la responsabilità di creare un futuro per cui valga la pena lavorare. È anche un modo più onesto di convivere con la realtà. Invece di concentrarsi su possibile o probabile futuro, il futuro desiderato non porta ad un falso senso di certezza. Al contrario, è come un bambino. Solo le prime fasi sono visibili e l’idea matura è temporaneamente confinata nel nostro cervello. Ha bisogno di protezione e cura per crescere. Come futurista, o meglio, consulente di strategia con un orizzonte molto lungo, sono irremovibile nella mia lotta per le valutazioni critiche di tendenze e visioni. Non sono una che fa finta di sapere cosa porterà il futuro. Ma so che le grandi cose sono possibili a patto che ci si concentri ed allo stesso tempo si tengano d’occhio i primi segnali di cambiamento.
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| TICINO NEWS
Un uomo diventato Sindaco:
MARCO BORR ADORI Si chiama Marco Borradori ed è uno dei personaggi più in vista nel Ticino: avvocato e notaio, è stato eletto Sindaco di Lugano nel 2013 e, con onestà, professionalità e passione per il suo lavoro sta facendo crescere la Nuova Lugano, sostenuto dai luganesi e dalla Lega dei Ticinesi.
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olti i progetti cui il suo Municipio sta lavorando, in un momento storico in cui il Ticino si apre a nuovi flussi turistici grazie ad Alptransit, in presenza di un’espansione urbanistica e abitativa della città, di nuovi poli culturali e ricettivi presenti e in divenire. Presidente a più riprese della Regio Insubrica è, da sempre, considerato la “faccia presentabile” della Lega.
Il suo percorso verso la Politica Nato e cresciuto a Lugano, classe 1959, studia diritto a Zurigo e nel 1986 inizia a lavorare come avvocato e notaio. Conquistato dalla logica del diritto, frequenta la scena politico-finanzaria ticinese e, come semplice cittadino, discute animatamente anche di Lugano. Grazie al suo modo di fare sempre sorridente, cortese e propositivo si guadagna la simpatia, il rispetto e la fiducia del fondatore della Lega, Giuliano Bignasca, conosciuto per caso a un matrimonio sul finire degli anni ‘80, che lo invita successivamente a entrare a far parte del movimento. “Rimasi colpito da lui, era un personaggio strepitoso, umanamente e politicamente – afferma Mi ha telefonato e mi ha chiesto se volevo candidarmi per la Lega. La prima volta gli ho detto di no, ma quattro mesi dopo ho accettato. La passione è arrivata piuttosto in fretta perché ho avuto la possibilità di lavorare concretamente per qualcosa in cui credevo 28
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molto, la mia città e il mio cantone, e di fare le cose per bene”. Lascia dunque il suo lavoro di avvocato e notaio per dedicarsi a tempo pieno alla politica. “Mi sembrava giusto mettere tutto me stesso in questa avventura che stava iniziando e che mi stava “prendendo” molto. E’ stata una scelta giusta e non ho mai rimpianto nulla”.
I primi anni con la Lega e l’elezione a Sindaco E’ con Giuliano Bignasca, all’indomani della costituzione del movimento della Lega dei ticinesi. Nel 1991 viene eletto, con Flavio Maspoli, in Consiglio Nazionale. Poi, nel 1992, entra per la prima volta in Municipio a Lugano, dove – dopo un “intervallo” di 18 anni nel Governo cantonale – dall’aprile 2013 ricopre la carica di sindaco. Ha retto, in Consiglio di Stato, per 18 anni le sorti del Dipartimento del territorio, che gli era stato affidato in un momento cruciale: quello in cui il Cantone, per gestire e risolvere una volta per tutte l’annoso problema dell’eliminazione dei rifiuti, era chiamato a scegliere il relativo impianto di smaltimento e, quindi, la tecnologia a cui affidarsi. Altri temi tra i tantissimi che l’hanno visto in prima fila sono: la creazione della Comunità tariffale e l’abbonamento Arcobaleno, il potenziamento dei trasporti pubblici e l’introduzione dei treni TILO, l’A2-A13, Alptransit, la realizzazione della galleria Vedeggio-Cassarate. Oggi porta avanti con impegno e passione questi e altri progetti per rilanciare, assieme al suo Municipio, Lugano.
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Il rapporto con la popolazione Grazie alla dimensione ancora relativamente contenuta del territorio (per quanto Lugano sia la seconda città svizzera per estensione territoriale), Marco Borradori si è dotato di strumenti di comunicazione efficaci e capillari per dialogare con i cittadini. “Lugano è una città divenuta importante, con i suoi 68.000 abitanti – dice. Essere sindaco di Lugano è un onore ma vuol dire anche responsabilità, impegno, sapere che per le tue azioni e per quelle dell’esecutivo che dirigi ci sono persone che ti guardano, che si fidano, che credono in te e nei tuoi colleghi, che ti stimolano e ti criticano.” A Lugano il contatto con la popolazione è piuttosto diretto. “Mi fermo spesso a parlare con i cittadini proprio dei problemi che li toccano direttamente; qui la cinghia di trasmissione tra politico e cittadino è molto corta. Faticoso ma affascinante.” – prosegue. La gente lo stima, lo segue, anche perché vede in lui non un politico diventato Sindaco, ma un uomo diventato Sindaco; un cittadino che non ha mai perso il contatto con il tessuto urbano, che non si è mai montato la testa.
Testa in Svizzera e cuore a Lugano Si parlava di una sua possibile candidatura a livello federale, ma lui ha scelto di rimanere a fare il sindaco per il legame che ha con la sua città. Dietro questa scelta c’è l’amore di Borradori per Lugano e per il territorio: “Avevo iniziato a lavorare a Lugano da soli due anni e mezzo e non mi sembrava serio tentare altre strade; volevo e desidero rimanere qui e cercare di fare sempre meglio, per questo ho lasciato stare la politica a livello federale”.
Gli ottimi risultati per le casse comunali Riesce a chiudere il Consuntivo comunale del 2014 con un disavanzo di 2,8 milioni di franchi contro i 36,5 milioni di deficit preventivati. Un risultato che ha del prodigioso, se si pensa che a Consuntivo 2013 il disavanzo ammontava a 50 milioni di franchi. Il Municipio di Borradori e il sindaco stesso sono stati come dice lui: “bravi e fortunati al tempo stesso”. “Per ottenere questi risultati – afferma il primo cittadino – abbiamo dovuto mettere in atto delle misure di risparmio talvolta anche molto impopolari, e abbiamo avuto il coraggio di tenere duro nonostante le critiche; siamo stati fortunati poi perché non sono scappati troppi contribuenti, anche se ci siamo trovati nella scomoda posizione e nella necessità di dovere aumentare le imposte.”
Il Risanamento delle finanze e il Pareggio del Bilancio Con questi risultati non si può che essere ottimisti e il Municipio di Lugano, infatti, prevede di raggiungere
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il pareggio di bilancio già nel 2018, se continuerà a lavorare sodo e in modo serio come ha fatto finora. E’ fiero quando asserisce che: “negli ultimi 3 anni siamo riusciti a rimettere in sesto i conti della città, anche se la guardia non può essere abbassata. La situazione finanziaria di Lugano era delicatissima e molto problematica; abbiamo riorganizzato completamente l’amministrazione cittadina e razionalizzato le risorse e i processi interni. Oggi siamo sulla buona strada per il risanamento duraturo delle finanze pubbliche, e questo è un traguardo importante perché senza finanze sane non si può fare politica, non si può essere progettuali, non si può realizzare niente”. Il programma del Municipio prevede la realizzazione di diversi progetti: alcuni grandi, che avranno un respiro di diversi anni, altri più minuti, ma molto concreti, sempre nell’interesse della popolazione. Si punterà dunque sul binomio vincente rigore e realizzazione di progetti importanti.
L’importanza del Turismo Lugano è una città accogliente, un crocevia di persone, spesso di passaggio per altre destinazioni svizzere e italiane. Oggi il Sindaco vede delle potenzialità notevoli per la città dal profilo dei turisti, attratti sia dall’ambiente e dal paesaggio (lago, montagne), sia dai servizi offerti dalla città (dal nuovo polo culturale alle griffes delle boutiques del centro).
mettere a disposizione “diPossiamo chi vuol investire in Lugano condizioni interessanti: fiscalità e burocrazia migliori che altrove
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Grazie alle recenti aggregazioni il territorio di Lugano è per più del 60% verde, un dato che sicuramente fa piacere a un certo tipo di turismo. Per Borradori: “il turismo di Lugano si compone di persone spesso non giovanissime che ricercano tranquillità, la possibilità di vivere il lago ma anche di fare escursioni in montagna. Persone che vogliono godere della cultura e della musica che si trova in Città. Ciò che rende attrattiva Lugano è la qualità di vita, la sicurezza e lo splendido paesaggio”.
L’Alptransit Da poche settimane è stata inaugurata Alptransit, il treno ad alta velocità che collegherà le città svizzere con Lugano e il Ticino e apporteranno un’importante riduzione
dei tempi di percorrenza. Chi dovrà percorrere il tragitto tra Zurigo e Lugano impiegherà circa 40 minuti in meno rispetto a oggi in un primo tempo, e poi più di un’ora in meno (a partire dal 2020). Il sindaco ne è convinto: “essere più facilmente accessibile per una città è un elemento di richiamo importante, i tempi di percorrenza si riducono; per noi la città svizzera di riferimento è Zurigo, che potremo raggiungere (e gli Svizzeri tedeschi potranno raggiungere noi) in meno di 1 ora e 40; si tratta di un vantaggio significativo, sia dal punto di vista turistico che economico, commerciale e culturale. Di recente abbiamo aperto un prezioso centro culturale, e ci aspettiamo molto da questa infrastruttura che potrà costituire una chiave di volta per la nostra regione e il nostro cantone”.
Una città simbolo di sicurezza e legalità Uno degli elementi attrattivi nei confronti dei Paesi esteri è proprio la sicurezza; Lugano, essendo relativamente piccola, è facilmente controllabile e questo la rende una delle tre città più sicure della Svizzera. Il Sindaco punta su sicurezza e qualità di vita per attrarre nuovi cittadini e futuri contribuenti. “Possiamo mettere a disposizione di chi vuol vivere e investire a Lugano delle condizioni interessanti, quali una fiscalità di sicuro non opprimente e una burocrazia certamente non asfissiante, con un’Amministrazione vicina al cittadino.” – afferma Borradori. Per molti italiani, Lugano è stata vista per anni come un porto sicuro per l’evasione fiscale. “La piazza finanziaria sta lavorando per diventare sempre più un centro di grande competenza e di alta professionalità. La piazza finanziaria è in una fase di riposizionamento importante, talvolta dolorosa per la perdita di numerosi posti di lavoro. Oggi il segreto bancario ha perso gran parte del suo significato. Ora le banche sono sottoposte a controlli rigorosissimi e richiedono ai propri clienti, offrendo a loro volta, correttezza e trasparenza”.
Lugano e la Cultura La cultura è oggi forse l’aspetto più interessante e innovativo per la città. Lugano a livello musicale ha già dato e ricevuto tanto in termini di consensi. Oggi, con la recente apertura del nuovo Polo Culturale, il “Lac”, si è spalancata una porta piuttosto ampia per puntare sulla cultura come elemento di crescita per noi stessi e per la società e come opportunità per attrarre un certo tipo di turismo.
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Il settore immobiliare e lo scenario abitativo Lugano resta sempre una piazza interessante per nuovi investimenti immobiliari. A parere del Sindaco “con Alptransit, alcune zone diventeranno particolarmente interessanti, nasceranno nuove infrastrutture e abitazioni. Ora siamo in una fase di assestamento.
Lugano oggi conta 68.000 “ abitanti, ma 12 anni fa erano solo 28.000. Ora vogliamo far sentire ogni cittadino parte integrante del Comune
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Lugano oggi conta 68.000 abitanti, ma appena 12 anni fa erano solo 28.000. C’è stata una crescita importante dovuta alle aggregazioni, alcuni comuni vicini ora sono diventati dei quartieri della città e ciò richiede a noi politici un contatto più marcato e costante con la popolazione. Essenziale (e difficile) è far sentire il cittadino degli ex comuni parte integrante di Lugano, senza fargli però perdere le sue radici e peculiarità ” – prosegue Borradori.
Manovre e Idee per la Grande Lugano “Il mio sogno è quello di una città sempre più bella, avere una cura maggiore, un’attenzione più pronunciata per l’ambiente, il paesaggio e anche per il costruito” – afferma Marco Borradori.” A Lugano l’edilizia ha giocato e gioca un ruolo importante, nel bene e nel male. L’obiettivo del Sindaco è cercare di contenerla, laddove è possibile, e valorizzarla. “Stiamo per realizzare il Piano regolatore unico per tutta la città, grazie al quale riusciremo a dare alla bellezza il giusto peso.” “Vogliamo fare in modo che quello che c’è di prezioso venga tutelato e valorizzato. Abbiamo degli architetti in grado di realizzare progetti molto interessanti – prosegue Borradori – Lugano è una città turistica, quindi sarà importante anche coinvolgere attivamente gli operatori del settore (albergatori, ristoratori e tutti coloro che hanno un contatto con il pubblico). Vogliamo che credano nella possibilità che Lugano cresca e non si pieghino al pessimismo. La politica può e deve stare accanto al privato”. “Nei prossimi anni – prosegue – vorremmo vedere realizzato il nuovo Centro turisticoalberghiero e congressuale, che permetterà alla città di diventare più accogliente. C’è poi, accanto al Polo
Sportivo e degli eventi, lo sviluppo del Nuovo Quartiere di Cornaredo, che grazie alla galleria VedeggioCassarate, aperta quattro anni fa, può diventare interessante per uffici, attività amministrative e per unità abitative e porsi così come una pregiata porta d’ingresso della città”.
Come rendere più attrattiva la città Lugano riveste un ruolo di primaria importanza: è la porta di entrata in Svizzera da Sud. La città però ha degli orari di apertura dei negozi piuttosto restrittivi, il che costituisce un limite a parere del Sindaco. “Oggi non possiamo negare di avere degli orari di apertura non particolarmente attrattivi per chi vuol venire da noi. E’ un problema che tocca tutta la Svizzera. Il turista che viene qui di domenica trova spesso una città spenta. Questo è senz’altro un elemento da migliorare per rendere la città più accogliente”. Tante idee e proposte di un uomo che prima di essere un politico è un uomo che si impegna e si appassiona, che incarna le volontà e i sogni dei luganesi. di Valentino De Pietro
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Mini Geni NEL SETTEMbRE 2015 la dodicenne Lydia Sebastian ha raggiunto il massimo punteggio possibile al test sul quoziente intellettivo di Mensa (l’associazione che raggruppa i “cervelloni” nel mondo) – un risultato che è stato conseguito solo dall’1% della popolazione – di due punti superiore al punteggio raggiunto da Albert Einstein e Stephen Hawking. Certo si tratta di un risultato notevole, è incredibile, ma Lydia non era la prima bambina inglese che ha raggiunto questo risultato nel 2015. Solo tre mesi fa, il giovane Aahil Jour, di appena 10 anni, ha ottenuto esattamente lo stesso punteggio. Nel frattempo, Alma Deutscher con i suoi dieci anni, aveva composto la sua prima opera breve all’età di sei anni e il suo primo concerto a 9. Nel 2011 Joshua beckford – di appena sei anni – è diventato la persona più giovane ad essere ammessa all’Università di Oxford. Ora, raggiunti i 10 anni, ha intenzione di diventare un neurochirurgo e un astronauta. Anche se questi bambini sono davvero eccezionali, sembra che in questi giorni siamo circondati da un numero sempre crescente di bambini talentuosi e intelligenti. Può essere che i bambini dotati siano sempre esistiti ma ne riusciamo a vedere di più ora grazie alla visibilità che arriva dai media internazionali, e da genitori molto orgogliosi, ma questo aumento percepito può riflettere una reale crescita dell’intelligenza globale. Nel 1982 la ricerca di James Flynn in Nuova Zelanda, ha mostrato che mentre i test del QI sono diventati sempre più difficili, il punteggio medio del quoziente intellettivo (IQ) è rimasto lo stesso – indice che il tasso medio del QI deve essere in aumento. Una ricerca più recente, del Kings College di Londra del 2015, suggerisce che l’intelligenza media dal 1950 è cresciuta di 20 punti del QI. Un contributo a questo aumento dei livelli di QI può essere semplicemente legato al fatto che i moderni stili di vita richiedono un miglioramento in salute e nutrizione, che hanno entrambi un effetto diretto sullo sviluppo mentale e l’intelligenza. Si dice anche che il mondo di oggi, con i suoi giochi per computer, la televisione, la pubblicità e i simboli, utilizzati quotidianamente, sia un mondo più ‘visivo’ di quello
di 100 anni fa – e ciò ha un impatto diretto su almeno uno dei test di intelligenza (quello che richiede ai candidati di individuare dei disegni mimetizzati da una serie di linee e scarabocchi). Un’altra influenza del ventunesimo secolo sullo sviluppo del talento e dell’intelligenza può essere spiegata dal fatto che i bambini di oggi hanno più probabilità di essere attivamente incoraggiati a seguire le cose che li appassionano. Mentre i ‘genitori invadenti’ e il fenomeno delle ‘Tiger Mother’ (madri molto esigenti nei confronti delle figlie affinché tirino fuori sempre il meglio in ogni campo) possono anche essere responsabili in parte di alcuni alti risultati raggiunti dai bambini, spesso sono i bambini stessi che sono ambiziosi e si vogliono migliorare e mettere alla prova – come nel caso della giovane Lydia che ha pregato i suoi genitori per oltre un anno affinché le dessero il permesso di sostenere le prove Mensa. I bambini di oggi riescono anche ad avere più tempo per sviluppare il loro talento. E’ raro trovare un genitore fuori i cancelli della scuola che non vi dirà che ogni giorno si scapicolla per portare i loro bambini a scuola e alle lezioni di musica, danza o di sport, o anche a fare ripetizioni nelle materie scolastiche. Mentre forse 100 anni fa, i bambini dovevano aiutare a casa dopo la scuola, ora hanno tempo per imparare a suonare uno strumento, frequentare una scuola di ballo o fare sport di squadra o semplicemente leggere un libro. L’aumento del tempo personale sembra abbia contribuito a questo aumento nelle loro capacità. Inoltre, come società civile ci sembra di dare sempre più valore al potenziale dei nostri bambini – nel Regno Unito ciò si riflette nel fatto che dal 2005 esiste un registro per “Abili, Dotati e Talentuosi”, che permette al 10% dei bambini che hanno ottimi voti in tutte le materie, di ricevere ulteriori lezioni e aiuti per imparare cose che non vengono insegnate in classe. Sembra che questa combinazione di doti naturali e formazione fa sì che i nostri figli siano sempre più intelligenti e capaci di sviluppare i loro talenti – e che le generazioni future possano fare ancora meglio. Anche se tutto ciò è fantastico, per quelli di voi, che aiutano i figli con i compiti a casa, vi siete chiesti fino a quando potrete tenere il loro passo? HEditionMag
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Co-educational day & boarding school for children ages 9 to 18 years Caring and supportive environment International primary and middle school curriculum International Baccalaureate (IB)Diploma programme in the final two years All instruction is in English Small classes
ISCHLERSTRASSE 13 | 5340 ST. GILGEN | AUSTRIA | INFO@STGIS.AT | +43 (0) 6227 20259
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| EDUCAZIONE
d’Elite
IstruzIone
Siamo andati alla ricerca delle scuole più prestigiose al mondo – Istituti che permettono ai bambini di avere a disposizione semplicemente il meglio. Insegnanti di fama mondiale e le migliori attività educative. Queste scuole private (note nel Regno Unito come scuole pubbliche) offrono la migliore educazione a 360° che si possa immaginare. Le tasse di iscrizione non comprendono libri, vestiti o altri corsi extra-curriculari opzionali.
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TASIS – La scuola americana in Svizzera
Fondata nel 1956 da M. Crist Fleming, è il primo college americano in Europa, un meraviglioso campus di 9 acri che si affaccia sul Lago di Lugano e sulle Alpi. La TASIS fornisce agli studenti un’ottima preparazione per l’università. L’offerta formativa comprende anche un Advanced Placement, un diploma Internazionale e il corso di inglese come seconda lingua. Gli studenti della TASIS vivono e studiano in edifici storici che sono stati riqualificati specificatamente per un uso moderno della didattica. Viaggi studio e sportivi, tra cui una settimana di sci, sono a completa disposizione degli studenti. Località: Montagnola, Collina d’Oro,Lugano, Ticino, Svizzera Fondazione: 1956 Tassa di iscrizione: £ 40.000 Alumni degni di nota: Jeanie Cunnigham, Darby Hinton, Victor Kraatz, Jennifer Missoni, Jack Savoretti, Ferit ?ahenk, Isaac Tigrett, Billy Zane, Laura Wasser, Francesca Gregorini. Vantaggi: La scuola ha laboratori di informatica, sale per la musica, un teatro, due palestre, un’enorme biblioteca, laboratori d’arte e perfino un laboratorio fotografico. La TASIS offre corsi di danza, ginnastica, badminton, tennis, yoga, pilates, escursioni e molto altro. Il dipartimento delle arti offre anche alcune attività insolite come la ceramica, l’architettura ed il design.
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Hurtwood House
Oltre all’eccezionale background accademico, Hurtwood House è ben nota per la sua creatività, è un centro di eccellenza nel quale viene posta molta attenzione sul tema del Performing and Creative Arts. La scuola offre opportunità eccezionali agli aspiranti attori, cantanti, artisti, designer, compositori e registi. Località: Dorking, Surrey, Inghilterra Fondazione: 1970 Tassa di iscrizione: £ 43.000 Alumni degni di nota: Emily Blunt, Ben Chaplin, Hans Zimmer, Aidan Gillen, Leah Wood e Jack Huston. Vantaggi: Molte gite scolastiche, viaggi e visite. Per quanto riguarda lo sport, è possibile praticare dal golf al cricket, andare in palestra, equitazione e mountain bike. Per quanto riguarda l’area artistica, vengono proposte attività relative allo spettacolo, musica, studi cinematografici e persino fotografia.
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Brillantmont International School
Una scuola a conduzione familiare con oltre 130 anni di esperienza. Brilliantmont International School è un collegio nel centro di Losanna per ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 11 ed i 18 anni. La scuola offre programmi accademici in lingua inglese riconosciuti a livello internazionale che permettono agli studenti di poter accedere alle università di tutto il mondo.
Località: Lausanne, Svizzera Fondazione: 1882 Tassa di iscrizione: £ 56,100 Vantaggi: L’offerta extra-curriculare comprende il Model United Nations ovvero conferenze per studenti in cui vengono simulate assemblee dell’ONU, servizi per la comunità ed attività sportive come per esempio pallanuoto, zumba, spinning e persino yoga e Pilates. Inoltre vi è l’opportunità di entrare in un gruppo rock, suonare uno strumento o partecipare a corsi di fotografia e giornalismo. Per quanto riguarda i viaggi culturali viene proposto di andare all’opera, vedere un balletto o assistere ad un concerto di musica classica.
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St. George’s School, Svizzera
L’obiettivo di questo istituto è consentire a ciascun alunno di raggiungere il suo pieno potenziale accademico e garantire un ambiente equilibrato e sicuro in cui gli studenti siano incoraggiati e guidati a sviluppare la creatività e la propria forma fisica. Fondamentale è anche lo sviluppo della curiosità intellettuale, così come è fondamentale che l’educazione ricevuta aiuti gli studenti ad acquisire un equilibrio personale di auto-consapevolezza e una fiducia tale che permettano loro di cogliere le opportunità ed affrontare le sfide della vita. Località: Clarens, Svizzera Fondazione: 1927 Tassa di iscrizione: £ 57,251 HEditionMag
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Vantaggi: Questa scuola offre una molteplicità di attività extra-scolastiche: sport da combattimento, arrampicata su roccia, movie editing, studio recording, dibattiti, breakdance, sci, coro, cucito e orchestra jazz.
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Leysin American School
La Leysin American School coltiva i talenti e motiva gli studenti a raggiungere il successo nel campo dell’istruzione, dello sport e delle arti. Unisce gli studenti di tutto il mondo con lo scopo di creare una comunità universitaria con una prospettiva globale unita ad un ambiente familiare. La sua volontà di mantenere forti legami con gli studenti ed i genitori sostiene la formazione dagli 8 ai 12 anni e si conclude con il diploma internazionale o il diploma riconosciuto negli Stati Uniti. Località: Leysin, Svizzera Fondazione: 1961 Tassa di iscrizione: £ 57.438 Vantaggi: Viaggi culturali obbligatori in Romania, Croazia, Italia, Germania, Repubblica Ceca e tanti altri ancora. C’è anche un programma di sviluppo imprenditoriale. Inoltre, la scuola è abbastanza attenta alle tematiche ambientali: l’acqua calda nei dormitori è fornita dall’energia solare.
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Lyceum Alpinum Zuoz
Circa trecento studenti tra i 12 ed i 18 anni provenienti da tutto il mondo seguono programmi che li porteranno al Diploma Internazionale (IB), alla maturità svizzera (tedesco) o al diploma bilingue svizzero (tedesco / inglese) ed al diploma tedesco. In questa scuola la tolleranza, il fair play ed il rispetto per i valori della comunità vengono posti al centro dell’educazione. Località: Zuoz, Svizzera Fondazione: 1904 Tassa di iscrizione: £ 59.287 Alumni degni di nota: Gunther Sachs e Thomas Gold Vantaggi: Accesso ad una molteplicità incredibile di attività fisiche tra cui snowboard, sci di fondo, pattinaggio di figura, sollevamento pesi, body building, cricket, alpinismo, windsurf e passeggiate a cavallo. Inoltre ci sono corsi opzionali come latino, spagnolo, attualità, artigianato, teatro, disegno, filosofia, storia dell’arte e la contemplazione dell’arte.
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Aiglon College
Aiglon College è un collegio Svizzero privato creato sul modello dei collegi britannici. Questa scuola ha student provenienti da tutto il mondo. Si tratta di una scuola indipendente, non-profit, situata tra le Alpi svizzere. Località: Chesiers, Svizzera Fondazione: 1949 Tassa di iscrizione: £ 69.163 Alumni degni di nota: Sheherazade Goldsmith; Fran?ois Grosjean; Leka, il principe ereditario di Albania; Laura Harring; Alan Merril; Roger Field; Abhishek Bachchan e Rohan Sippy. Vantaggi: Offre attività all’aria aperto come sci alpino, mountain bike, canoa, arrampicata su roccia incluse le spedizioni sulla Via Ferrata. Inoltre la scuola incoraggia i suoi studenti a mettersi al servizio della comunità e partecipare alle gite culturali che spaziano dal campeggio in montagna alle escursioni.
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Institut auf dem Rosenberg
Attitudine e partecipazione vengono valutate attraverso una consulenza personale. L’Institut auf dem Rosenberg da molta importanza alla ricerca del sistema scolastico migliore per ciascun studente. Località: St. Gallen, Svizzera Fondazione: 1889 Tassa di iscrizione: £ 66.973 esclusi extra Alumni degni di nota: Mario Molina, Gunther Sachs, Christopher O’Neill, Alexander, Principe ereditario di Hohenzollern Vantaggi: Escursioni e gite d’istruzione a Zurigo, Ginevra, Lugano, Lucerna, Parigi, Milano, Monaco di Baviera e Innsbruck. Le attività sportive comprendono slittino, pattinaggio su ghiaccio, scherma, pattinaggio, sci d’acqua ed il golf.
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College Alpin Beau Soleil
Fondato nel 1910 il College Alpin Beau Soleil è uno dei collegi private più antichi in Svizzera. Di proprietà della famiglia Meyer fino al 2010, divenne in seguito di proprietà della Nord Anglia Education. Quest’ultima è un’organizzazione leader nel mondo dell’istruzione di alta qualità, responsabile di 35 scuole in 14 paesi che educano 23.600 studenti.
Località: Villars-sur-Ollon, Svizzera Fondazione: 1910 Tassa di iscrizione: £ 75.600 Alumni degni di nota: Charlotte Gainsbourg; Jacques Villeneuve; JeanDaniel Dätwyler; Principessa Maria di Danimarca; Guglielmo di Lussemburgo; Il principe Louis di Lussemburgo; Félix di Lussemburgo e Claire Lademacher. Vantaggi: Spedizioni umanitarie per orfanotrofi in Madagascar, Tanzania, India ed Uruguay. I viaggi culturali spaziano dalla Nuova Zelanda, Marocco, Ghana e India fina a Giappone e Cina. Inoltre ogni anno alcuni studenti scalano il Kilimanjaro. La scuola dispone anche di un ristorante, un centro artistico e uno studio di registrazione digitale.
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Institut Le Rosey
Tutte le grandi scuole cercano di essere uniche, di distinguersi dai rivali e di mantenere il loro carattere. Le Rosey è profondamente orgogliosa di non aver affatto la necessità di partecipare a questa ricerca in quanto si sente intrinsecamente diversa da tutte le altre scuole internazionali – non in quanto si considera superiore ma piuttosto per una serie di qualità che messe insieme le conferiscono un’identità unica. Località: Rolle, Svizzera Fondazione: 1880 Tassa di iscrizione: £ 79.000 È famosa come la scuola dei re, contando tra i suoi ex allievi lo Shah di Persia, il Principe Ranieri di Monaco e Re Farouk d’Egitto. In passato il suo bacino d’utenza erano i palazzi scintillanti che ospitavano le famiglie più importanti del continente: I Metternich, i Borghese e gli Hohenlohe. Alumni degni di nota: Sean Taro Ono Lennon; Winthrop Paul Rockefeller; Shah Mohammad Reza Pahlavi; Álvaro Noboa; Marie-Chantal, la Principessa di Grecia; Albert Hammond Jr.; Sir Alistair Horne; H. John Heinz III; Pia Getty; Re Juan Carlos I di Spagna; Rhonda Ross Kendrick; Julian Casablancas; Re Fuad II d’Egitto ed il re Alberto II del Belgio. Vantaggi: Un campus invernale distaccato; un castello in riva al lago con campi da tennis, vasche idromassaggio, saune, bagni di vapore ed un centro di vela. I servizi includono anche un maneggio, piscine, una serra, una cappella ecumenica, una pista da bowling, una pista di hockey su ghiaccio ed un parco di skateboard. Please note: prices were correct at time of going to press. HEditionMag
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CULTURA
“Insieme alla cultura del lavoro, ci deve essere sempre la cultura del piacere inteso come gratificazione. Per dirlo in un altro modo: le persone che lavorano devono prendersi del tempo per rilassarsi, per stare con la loro famiglia, per divertirsi, leggere, ascoltare musica e praticare uno sport� Papa Francesco
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ICONA E ICONOCLASTA
Coco Chanel
In un’intervista televisiva fatta nel 1969, a 86 anni, Coco Chanel apparve come l’icona vivente del marchio Chanel: cappellino nero, unghie laccate di rosso, tailleur elegante e trucco perfetto. Parlava con l’intervistatore e allo stesso tempo lo sottometteva, come un’austera direttrice di un collegio. Il suo innato fascino, unito a una determinazione e un’ambizione senza pari, soggiogò uomini e ispirò donne con la sua moda rivoluzionaria.
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isteriosa, scandalosa, austera, ambiziosa: Coco Chanel riuscì a diventare un’icona della moda mondiale malgrado avesse trascorso un’infanzia povera e infelice, usando quella che oggi definiremmo l’arte del networking. Proprio come uno stratega militare Chanel seppe crearsi alleati potenti e influenti che la aiutarono a realizzare la sua visione di donna moderna. Alla fine dell’Ottocento e inizio del Novecento gli abiti femminili erano ancorati al passato, creando un effetto “matrioska”: strati e strati di crinoline e un corsetto soffocavano il corpo (e la mente). Coco Chanel capì che il modo di vestire dell’epoca era dettato da canoni antiquati: il suo motto era la libertà di movimento, ispirato dai capi sportivi indossati dagli uomini. Infatti, le creazioni Chanel furono il risultato di fare di necessità virtu’: durante la prima guerra mondiale, non potendo accedere a tessuti di qualità, Chanel usò dei materiali poveri e inventò abiti che accarezzavano dolcemente il corpo. Questi materiali erano il jersey e la maglieria, usati per confezionare la biancheria intima maschile. La geniale Coco Chanel aprì il suo primo negozio a vent’anni. La maglieria rimase il fil rouge dello stile Chanel, soprattutto per i tailleur. Il suo genio però fu anche nell’unire dovere e piacere, forse perché gli anni dell’infanzia erano stati caratterizzati dalle molte privazioni: conobbe l’imprenditore Étienne de Balsan nel 1904, con cui ebbe una relazione di sei anni, e il quale finanziò il suo primo negozio. Chanel si specializzò inizialmente
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in cappelli; i capi d’abbigliamento sarebbero arrivati alcuni anni più tardi. Un’altra figura importante nella vita di Chanel fu l’industriale e appassionato sportivo Arthur “Boy” Capel, che l’aiutò ad aprire la prima boutique a Parigi a Rue Cambon 31, tuttora sede principale del marchio Chanel. Per nove anni Capel fu suo amante e mentore, presentandole amici influenti quali attrici e signore aristocratiche. Furono soprattutto i capi sportivi indossati da Capel per giocare a polo a ispirare i designs di Coco. Gabrielle Bonheur Chanel, nata il 19 agosto 1883, ebbe un’infanzia drammatica, spesa in gran parte in orfanotrofio, un monastero cattolico ad Aubazine, dove imparò a cucire e ricamare. Non appena raggiunse i 18 anni iniziò a lavorare come sarta, cantando in un caffè-concerto la sera per arrotondare lo stipendio. Le fu dato il nomignolo di Coco dai ritornelli di canzoni popolari del tempo che lei intonava sul palcoscenico. La fascinosa chanteuse capì che il carisma l’avrebbe portata lontano. Coco Chanel dimostrò in varie occasioni di non essere una donna tradizionale il cui unico scopo fosse di sposare un marito ricco: non solo Chanel non si sposò mai, ma riuscì a creare un impero globale grazie alla sua visione futuristica della moda e del ruolo della donna nella società. Gli Anni Venti furono un periodo importante per l’emancipazione femminile: le donne avevano conquistato il diritto al voto e ricoprivano per la prima volta incarichi di rilievo. Furono anche anni di un successo strepitoso per la maison Chanel. Nel 1926 Vogue la rese un fenomeno mondiale, riconoscendone le doti rivoluzionarie e all’avanguardia.
“C’è un momento per lavorare, e uno per amare. Il che non lascia altro tempo a disposizione” Il magnetismo di Coco fece molte vittime: conquistò uomini facoltosi e importanti quali Pablo Picasso, Salvador Dalí, Igor Stravinskij, il granduca russo Dimitri Pavlovich e il duca di Westminster. Stravinskij le regalò una preziosa icona russa, che Coco scelse come unica decorazione nella sua stanza d’albergo al Ritz, dove visse per vari decenni fino alla morte il 10 gennaio 1971 e dove ebbe pure una relazione controversa con l’ufficiale della Gestapo Hans Günter von Dincklage. Le sue passioni erano molteplici e il suo gioco di 46
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seduzione coinvolse anche donne. Il suo look anorexicchic era anch’esso avanti con i tempi. Costantemente attanagliata dal terrore di ricadere nella povertà sofferta da bambina, Coco preferì non avere domestici o una casa di lusso. Tra le sue innovazioni fu il famoso tubino nero da sera, e anche se non inventò i pantaloni da donna li fecero diventare il capo più ambito negli Anni Trenta. Da vera businesswoman, Coco aveva previsto il futuro e aveva anticipato quello che le donne desideravano ancor prima lo sapessero loro stesse. La praticità dei capi Chanel era inimitabile e inaudita. Chanel era una persona dalla personalità molto complessa e senza dubbio lavorare per lei era durissimo. Stacanovista e intransigente, licenziò 300 operaie perché’ scioperarono per ottenere il diritto alle vacanze pagate. Coco odiava la domenica e si meravigliava che gli altri bramassero un giorno di riposo. Se nel secondo dopoguerra la crisi colpì duramente gli affari, la maison Chanel conquistò nuove fans oltreoceano grazie a star di Hollywood quali Grace Kelly e Audrey Hepburn. Coco rimase inattiva per 15 anni, riaprendo la sua boutique nel 1954, a 71 anni e con tanta voglia di ricominciare. E’ del 1955 l’iconica borsetta Chanel trapuntata. Sebbene i critici avessero definito la moda di Chanel “misérabilisme de luxe” o povertà di lusso, lo stile Chanel rimase inalterato. Coco era più interessata a creare un nuovo stile classico piuttosto che stupire in ogni collezione e passerella. Una volta identificati linee, modelli, materiali e finiture, i cavalli di battaglia Chanel furono soltanto adattati leggermente negli anni. La bigiotteria e le passamanerie, elementi-chiave dei completi e accessori, non erano destinate a diventare un fenomeno usa-e-getta ma erano la colonna portante del marchio Chanel. Le perle finte e le catene dorate di metallo per le borsette erano state scelte inizialmente per una questione di mancanza di fondi, ma nel corso degli anni divennero i simboli di Chanel, così come il logo dalle due “C”. Chanel fu anche la prima stilista di moda a lanciare la propria linea di profumi con Chanel Numero 5 nel 1922, che diventò la fragranza preferita di Marilyn Monroe. Come disse Coco: la moda passa, lo stile resta. di Paola Bassanese
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Il vero amore di SUA MAESTA
Conta 70 primavere: il matrimonio di Sua Maestà e il Principe Philip è una vera storia d’amore che ha ammaliato un’intera nazione.
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aratterizzato da sfarzo, colori accesi e una cerimonia in pompa magna, il 90° compleanno di Sua Maestà è stato celebrato con grande entusiasmo in tutto il Regno Unito. E’ un’altra pietra miliare per lo straordinario regno della Regina Elizabeth II che perdura da oltre cinquant’anni, durante i quali il suo popolo ha attraversato enormi cambiamenti sociali. Ma, mentre la presenza di Sua Altezza Reale è rimasta una costante sulle numerose vite dei suoi sudditi, lei stessa ha beneficiato del supporto continuo di suo marito Principe Philip. Il Duca di Edimburgo ha partecipato alle celebrazioni speciali che hanno avuto inizio il giorno del compleanno ufficiale della Regina il 21 aprile con l’accensione di 1000 fari spettacolari in tutto il Regno Unito, cui sono seguiti tre giorni di eventi a maggio. Quando la coppia si è affacciata dalla carrozza per le nozze di diamante, per ammirare uno spettacolo di due ore tenutosi a Windsor il 15 maggio,
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il pubblico li ha applauditi calorosamente. La Regina e il Duca poi hanno guardato dal palco reale oltre 900 cavalli, più di 1500 artisti tra ballerini, attori e molti volti famosi, che hanno celebrato i momenti chiave del regno della regina. Nel mese scorso ci sono stati ulteriori eventi : un servizio di ringraziamento e una grande festa in strada per 10.000 persone, più, naturalmente, l’annuale sfilata della bandiera (Trooping the colour). Ma senza dubbio un’altra data significativa nella fitta agenda della regina è stato anche il 95° compleanno di suo marito Principe Philip il 10 giugno. Riguardo al suo devoto marito, la Regina, in un raro momento di candore al pranzo delle nozze d’oro nel 1997, una volta ha detto: “E’ una persona che non accetta facilmente i complimenti. Ma è stato, con semplicità, la mia forza, ed è rimasto per tutti questi anni ed io, e tutta la sua famiglia, in questo e in molti altri paesi, abbiamo un debito più grande di quello che potrebbe mai rivendicare o sapremo mai.”
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Forse, se esistono davvero le fiabe per Principesse, l’incontro tra Sua Maestà e il Principe Philip è una di queste? E’ stata la prima a mettere gli occhi addosso al focoso Principe greco e cadetto navale quando era solo una timida Principessa di 13 anni, ed è stata colpita subito. A quel tempo la sua tata Marion ‘Crawfie’ Crawford ricorda che Elizabeth “non gli ha mai tolto gli occhi di dosso” e hanno cominciato a scriversi lettere durante i lunghi soggiorni di Principe Philip all’estero. Ne è nata una forte amicizia che si è poi sviluppata in storia d’amore e sette anni dopo Principe Philip le ha chiesto di sposarlo nel suo ritiro scozzese di Balmoral nel 1947. La proposta è stata accettata senza prima chiedere il permesso del re
Ci comportiamo come se “fossimo da sempre l’uno dell’altra…Philip è un angelo gentile e premuroso
”
e della Regina. I quali, preoccupati per l’unione, hanno suggerito alla principessa di riflettere sulla sua decisione. Dopo tutto Principe Philip era considerato uno straniero, pur essendo nato nel Regno Unito e in servizio nella Royal Navy, era un principe senza Regno o beni finanziari, ma la Principessa era ferma sulle sue decisioni e cinque mesi più tardi fissarono la data del matrimonio. In cambio Principe Philip non ha esitato neanche un momento a mostrarle fedeltà assoluta, poiché ha rinunciato ai suoi titoli greci e danesi. Si dice che la mattina del loro matrimonio, il 20 novembre 1947, lo sposo devoto ha anche smesso di fumare da un giorno all’altro perché sapeva che alla sua Principessa non piaceva. Il matrimonio reale è stata la prima festa dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, e la sposa ha completamente abbagliato la nazione indossando un abito di seta color avorio Norman Hartnell decorato con cristalli scintillanti, 10.000
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| CULTURA
perline, e una stola cucita a mano da 13 piedi. Molte persone hanno acquistato apparecchi televisivi per la prima volta per guardarlo in diretta da Westminster Abbey. “Ci comportiamo come se ci appartenessimo da anni”, ha scritto la Principessa Elizabeth ai suoi genitori in viaggio di nozze. ‘Philip è un angelo -. Così gentile e premuroso. “Per Philip, ha segnato l’inizio di una vita di completa devozione a sua moglie, anche se non sempre facile. Dopo aver gustato la spensieratezza per qualche anno insieme di stanza a Malta nel 1949-1951, la vita è cambiata di colpo per entrambi, quando re Giorgio VI è morto. All’età di soli 25 anni la Principessa Elizabeth divenne Elisabeth II e suo marito il suo consorte. Ora il galateo prevedeva che Principe Philip camminasse dietro la sua Regina e sacrificasse la sua amata carriera navale. Dopo la nascita dei loro figli si è inoltre deciso che avrebbero preso tutti il nome di Windsor e non il Mountbatten dal padre. Forse la volontà del principe Principe Philip di mettere da parte i suoi desideri per la donna che ama è l’ingrediente segreto della loro felicità? O è perché, come disse una volta Lord Charteris, il Duca ha trattato la Regina “semplicemente come un altro essere umano ... e lei lo ha apprezzato”. O è una semplice storia d’amore che si è andata rafforzando giorno dopo giorno? Come ha commentato Patricia Mountbatten, cugina reciproca della coppia: “Principe Philip aveva una capacità di amare che era in attesa di essere sbloccata e lei l’ha aperta. Sostenere la regina è stata la sua vita. “Come tutti i matrimoni forti, le caratteristiche della coppia si completano a vicenda e hanno anche molto in comune. Uno stretto collaboratore, una volta ha rilevato come la tendenza del Duca verso l’umorismo tiene su di morale la Regina, mentre Sua Maestà a sua volta dà libero sfogo al Duca
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il più spesso possibile. La coppia si diverte anche nel proprio tempo libero: sono stati visti entrambi andare in giro per Windsor in Land Rover guidando di notte. La longevità del matrimonio è ancora un altro punto di riferimento che nessun altro monarca aveva raggiunto quando la Regina Elizabeth ha celebrato il suo 65 ° anniversario di matrimonio nelle sue Nozze di diamante del 2012. Con tipica umiltà, questa coppia totalmente devota ma essenzialmente privata ha scelto di festeggiare a un giorno di distanza dal pubblico, privatamente a Buckingham Palace. Forse a parte la loro devozione personale gli uni agli altri e alla vita pubblica, la loro capacità di sganciarsi dal controllo e assaporare la compagnia di uno da soli è ancora un altro segreto della loro unione di successo. Sia per amore, dovere o entrambe le cose, il principe Principe Philip è rimasto un marito fedele e devoto e a novembre si celebrerà un sorprendente 69° anniversario di matrimonio. Ora, dato che la regina si unisce al marito nel suo nono decennio, possa egli rimanere ‘forte’ e ‘regnare’ ancora a lungo.
E’ stato la mia “forza. Mi è stato
accanto per tutti questi anni e io e tutta la sua famiglia abbiamo con lui un debito più grande di quanto avrebbe mai potuto richiedere
”
di Shannon Kyle
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| SOCIAL MEDIA
La guida Twitter per il
L U X U R Y T R AV E L Twitter è una scelta intelligente per i viaggiatori che amano le cose belle della vita. Scopri le ultime notizie relative al luxury travel, rimani informato sulle più recenti esperienze premium e scopri di più sulle destinazioni più straordinarie al mondo attraverso recensioni, foto, vines e streaming Periscope. Per i devoti delle cinque stelle, Twitter ha stilato una lista di sistemazioni di lusso, esperti, trasporti, accessori e hashtag da seguire in modo da poter scoprire come viaggiare veramente in grande stile.
• Boat International – @boatint (22.4K followers) • Superyachts.com – @Superyachtscom (13.5K followers) • Air Charter Service – @ACS_AIRCHARTER (11.3K followers) • Private Jet Charter – @PJCJets (10.5K followers) • Fly Me Now – @FlyMeNow (7,209 followers)
Godetevi le sistemazioni più lussuose al mondo seguendo questi account, che vanno dai piccoli hotel boutique fino ai più grandi nomi nel mondo del Luxury travel: • Fairmont Hotels – @FairmontHotels (150K followers) • Leading Hotels – @LeadingHotels (123K followers) • Small Luxury Hotels – @SLHLuxuryHotels – (73.6K followers) • Mr & Mrs Smith – @smithhotels (54.3K followers)
Accessori per il Luxury Travel Viaggiate in stile impeccabile con questa selezione di brand premium che mettono in contatto ciascun follower al meglio degli accessori da Luxury travel attraverso i live stream e le immagini di Periscope: • Louis Vuitton – @LouisVuitton (5.55M followers) • Mulberry – @MulberryEngland (390K followers)
• Virtuoso – @Virtuoso (19.3K followers)
• Bose – @Bose (160K followers)
• The One & Only – @OOResorts (13K followers)
• Hermes Paris – @Hermes_Paris (24.6K followers)
• Preferred Hotels – @preferredhotels (10.8K followers)
• Longchamp – @Longchamp (17.5K followers) • TUMI – @Tumitravel (17k followers)
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”
Esperti di Luxury Travel
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Quale modo migliore di viaggiare di un super yacht o di un areo privato? Questi account vi terranno aggiornati sui modi migliori per raggiungere le vostre destinazioni da sogno:
• Signature Car Hire – @signaturecar (9,031 followers)
Alloggi di lusso
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Trasporti di lusso
• Aspinal – @AspinalofLondon (16.9K followers) • Smythson – @Smythson (14.4K followers)
Luxury Travel Hashtag da tenere sempre sotto osservazione
Scopri per primo le notizie relative al Luxury con questi esperti di viaggio che possono offrire testimonianze e approfondimenti sulle nuove offerte e su tutte le nuove tendenze:
Utilizzando i seguenti hashtag puoi scoprire e partecipare a discussioni relative alle ultime notizie del mondo dei Luxury Travel. Questi sono solamente un punto di partenza, ma le opzioni sono infinite e possono essere adattatate alle vostre esigenze:
• A luxury Travel Blog – @luxury__travel (614K followers)
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• Stacy Small – @EliteTravelGal (72.9K followers)
• #LuxuryLifestyle
• The Luxury Travel Expert – @LuxTravelExpert (62.1K followers)
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• LUX Worldwide – @LUXWorldwide (51.1K followers)
• #LuxuryAccomodation
• Luxury Travel Bible – @LuxTravelBible (41.7K followers)
• #LuxuryNews
• Luxury Travel Advisor – @LuxuryTAmag (32.4K followers)
• #LuxuryProperty
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MILANO Milano ha l’eleganza della sobrietà, della discrezione, della solidità.
Passeggiata fra le guglie del duoMo Un’ora alla scoperta della vista più suggestiva della città. Una passeggiata fra le guglie del Duomo è un’esperienza unica da fare
nella vita. Le Terrazze della Cattedrale regalano una suggestiva vista dello skyline di Milano avvolto dall’aria frizzante e dai cieli tersi autunnali, dai nuovi grattacieli, ai giardini verticali, ai monumenti sino al profilo delle Alpi,
grandi emozioni e un dialogo aperto con la storia. Ogni secondo e quarto sabato del mese, viene offerta l’opportunità di visitare, guidati da personale preparato, questo inimitabile spettacolo di arte e Fede.
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lasciatevi isPirare da leonardo L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci è senza dubbio l’attrazione più conosciuta di Milano ed i biglietti sono probabilmente più difficili da trovare anche di un posto in prima fila ad una sfilata di moda di Prada. Chi ha la fortuna di entrare nel sacro refettorio (annesso alla chiesa di Santa Maria delle Grazie) ha a disposizione 15 minuti per vivere le espressioni di costernazione, ostilità e disperazione sui volti dei discepoli, proprio nel momento in cui Gesù rivelò il suo tradimento imminente. Grazie alla tecnica sperimentale di Leonardo, l’affresco è notoriamente soggetto a deterioramenti – ma ciò non toglie una virgola a quest’opera di sorprendente bellezza.
il teMPio delle Meraviglie, il teatro alla scala «Esco ora dalla Scala. È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri. Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo» (Stendhal, Roma, Napoli e Firenze, in data 26 settembre 1816) Il Teatro alla Scala, citato spesso sempli cemente come La Scala, è il principale teatro d’opera di Milano. Considerato come uno dei più prestigiosi teatri al mondo, ospita da oltre duecento anni i principali artisti nel campo internazionale della lirica, spesso commissionando opere tuttora presenti nella programmazione dei maggiori teatri operistici.
atMosfera: eleganza, gusto e tradizione A pochi metri dal Castello Sforzesco, ATM propone un itinerario speciale, in cui al piacere del palato si unisce la bellezza di viaggiare nel cuore di Milano. Si chiamano ATMosfera i due tram storici, primi ristoranti itineranti in Italia. Il tram del 1920 giallo e arancione originali di Milano ed il tram del 1950 con sedili in legno verniciato e paralumi di vetro sono diventati simbolo ed icona storica della città. I tram ATMosfera sono il frutto di un accurato lavoro di progettazione, restyling e ammodernamento delle più antiche vetture tranviarie di Milano. È possibile prenotare in esclusiva l’intero tram per qualsiasi orario della giornata e occasione (colazione, brunch, pranzo, aperitivo, cena). Il noleggio in esclusiva consente di avere ATMosfera interamente dedicato alle proprie esigenze.
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shoPPing in grande stile nella galleria vittorio eManuele Con la sua cupola in vetro e ferro, i magnifici mosaici ed i pavimenti in marmo, la Galleria Vittorio Emanuele è sicuramente uno dei centri commerciali più glamour (e più antichi – costruito nel 1867) di tutto il mondo. Al alimentare la sua fama il fatto che è presente il primo negozio Prada in assoluto del pianeta, qui dal 1913. Lussuosa e scintillante. Durante le feste natalizie la Galleria riesce sempre a stupire, sia per i negozi e ristoranti che sfavillano di luce propria che per la struttura stessa della Galleria che si apprezza alzando gli occhi verso il soffitto. Davvero bella, il cuore pulsante della città.
tra le strade del Quadrilatero della Moda Se lo shopping è la vostra passione, Milano è la città che fa per voi. Milano è considerata nel mondo la città della moda e dello shopping, il più importante centro del commercio e del fashion d’Italia. Il Quadrilatero della moda è un quartiere in cui si concentrano gioiellerie, boutique e showroom di design e arredamento. Così chiamato perché idealmente delimitato da quattro strade famose e per i numerosissimi negozi ed outlet delle case di moda più famose al mondo a tua disposizione per uno shopping esclusivo: Versace, Armani, Jimmy Choo, Balenciaga, Alexander McQueen, Burberry, Dsquared, Gucci, Jil Sander, Dolce & Gabbana Uomo/ Vintage/Donna, Gianfranco Ferré, Moschino, Miu Miu, Roberto Cavalli, accessori e biancheria intima di Prada, Hugo Boss, Kenzo, Chanel, Calvin Klein, Laura Biagiotti, Valextra, e molto altro ancora!
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giorni d‘avventura alpinismo 5 notti - CHF 1‘865 p.p., incluso guida alpina professionista, spa e 5 stelle lusso Ospitalitá svizzera al suo meglio
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L’Accattivante Cappadocia Gioiello nascosto della Turchia Se l’idea di tornare indietro nel tempo visitando la terra di una favola mistica vi sembra allettante, allora la regione magica della Cappadocia dovrebbe certamente essere in cima alle vostre destinazioni di viaggio preferite.
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ituato in Turchia nella parte centrale dell’Anatolia, Cappadocia racchiude diverse città. Tutte hanno il loro fascino unico e stanno solo aspettando di essere esplorate. Göreme e Urgup sono le più sviluppate con molti alberghi e una varietà di ristoranti, mentre Uchisar e Ortahisar sono graziosi villaggi pacifici con una vista mozzafiato. Cappadocia o “Kapadokya” in turco significa “terra di cavalli meravigliosi” molti dei quali possono essere visti al galoppo ed al pascolo attraverso il paesaggio pittoresco. Ricco di storia, molti visitatori scelgono questa destinazione speciale per esplorare le affascinanti città sotterranee, chiese e cappelle che comprendono affreschi risalenti al 9° secolo. Il museo a cielo aperto a Goreme è forse il più visitato a Cappadocia. Altri vengono semplicemente per fare escursioni ed ammirare il paesaggio lunare. Naturalmente il modo migliore per fare questa esperienza è in cima ad una mongolfiera. Cappadocia è uno dei migliori posti al mondo per fare un giro in mongolfiera e volare ad alta quota per ammirare l’alba insieme ad altre 100 mongolfiere è un’esperienza di vita indimenticabile e da non perdere. Fluttuare sopra il Parco Nazionale di Goreme, la Rose Valley ed i famosi camini (formazioni rocciose) è semplicemente mozzafiato.
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Hotel Il lussuoso Museum Hotel vicino al castello di Uchisar ha alcune delle migliori viste panoramiche che Cappadocia possa offrire ed è l’unico hotel Relais & Chateaux in Turchia www.museumhotel.com.tr Goreme, anche se è semplicemente un piccolo villaggio, è una delle città più trafficate ed è meglio conosciuta per le sue grotte sia naturali che artificiali, molte delle quali continuano ad essere frequentate e abitate ancora oggi. La Old Town Stone House incastonata nella roccia ha camera meravigliose con i tradizionali tappeti turchi e mobili in legno intagliato a mano. www.oldtownstonehouse.com
Ristoranti Lil’a è un ristorante premiato situato nell’hotel Museum che serve un’autentica Anatolian Turkishcuisine con un tocco contemporaneo emozionante. Menu delizioso ed emozionante, servizio ed attenzione al dettaglio semplicemente di prima classe. La pre cena con cocktail nel bar dell’hotel Indigo è il modo perfetto per godersi il tramonto. www.museumhotel.com.tr
Shopping Goreme ha una grande scelta di tappeti turchi e ceramiche fatte a mano.
Escursioni Ci sono così tanti luoghi da visitare in Cappadocia ed il modo migliore per vedere il più possibile è quello di prenotare un tour private. Il percorso rosso e verde offrono entrambi una grande giornata di visite turistiche attraverso le principali attrazioni. La gita da sola è spettacolare, passando attraverso una campagna mozzafiato lungo la strada.
Da fare Prenota la tua esperienza in mongolfiera prima di arrivare attraverso Voyager. Offrono prenotazioni di gruppo e private. www.voyagerballoons.com
Come arrivare e qual è il period migliore L’aeroporto più vicino è Nevsehir a circa 30 km da Cappadocia. Si può arrivare ad Istanbul con Turkish Airlines e prendere una connessione per Nevsehir. Il periodo migliore è aprile-giugno o settembre-ottobre. di Natalie Read
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I Libri
di Matthew SMith Urbane Publications
Il periodo migliore per i lettori è sicuramente l’estate. Gli editori fanno di tutto per attirare la loro attenzione, sanno perfettamente di essere in un periodo di vacanza e quindi con molto tempo a disposizione da dedicare alla lettura. Di seguito una selezione di libri interessanti da poter leggere in spiaggia.
Tara Moore è una scrittrice di romanzi bestseller, ma “Fade to Dead” vede il suo primo entusiasmante debutto nella scrittura di gialli. Un serial killer, il Regista, è a piede libero nel sud di Londra. Sta attirando giovani donne con la scusa di “recitare” nei suoi film. Il regista ha un suo tipo di donna preferito: da poco maggiorenne, bionda e bella. La Neopromossa DI Jessica Wideacre ha il compito di condurre le indagini. Ma con pochi indizi a disposizione e il numero corpi in aumento, Jessica comincia a temere di non essere all’altezza dell’incarico. Il suo capo le sta col fiato sul collo, il suo matrimonio è in pericolo e l’enorme pressione la sta spingendo a bere. Nel frattempo il regista ha una nuova vittima nel mirino. Tappeto rosso pronto, script da serial killer in mano ed ora anche una stella. È un ruolo da sogno, ma non per lei. “Fade to Dead” è perfetto per i fan di Lynda La Plante e Martina Cole – e una lettura interessante per chiunque si sia appassionato ai casi di Prime Suspect e DI Tennison.
La saga multi-milionaria di Harry Potter non ha bisogno di presentazioni e questa nuova avventura è già il bestseller numero 1 un mese prima della pubblicazione! Basato sulla nuova storia originale di J.K. Rowling, John Tiffany e Jack Thorne, “Harry Potter e il bambino maledetto” è l’ottavo episodio della saga ed il primo Harry Potter ad essere presentato on stage. È sempre difficile essere Harry Potter ed a maggior ragione ora che è un dipendente oberato di lavoro del Ministero della Magia, un marito e padre di tre bambini piccoli. Mentre Harry si trova alle prese con un passato che rifiuta di rimanere al suo posto, il suo figlio più giovane Albus deve lottare con il peso di un’eredità che non ha mai voluto. Il passato ed il presente si fondono minacciosamente, padre e figlio imparano una scomoda verità: a volte l’oscurità si nasconde in luoghi inaspettati.
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Fino a che punto ti spingeresti per proteggere degli innocenti? “Threat” è il sequel esplosivo del bestseller “Harm” scritto da Hugh Fraser – noto anche per il ruolo di Captain Hastings nel film Poirot. Londra, 1961. Negli ultimi giorni del governo Macmillan, George Preston è a capo del crimine organizzato della zona ad ovest di Londra e Rina Walker è il suo assassino preferito. Quando Rina viene assunta dal vice re di Soho Tony Farina per indagare sulla scomparsa di alcune ragazze dai suoi club scopre che sono consegnate ad un membro dell’aristocrazia inglese per l’appagamento dei suoi macabri desideri sessuali. Gli sforzi di Rina per ritrovare le ragazze e per salvare le innocenti dal massacro diventano sempre più pericolosi più si fa strada tra corruzione e tradimenti, passando per le losche discoteche di Berlino fino ad arrivare ad uno scontro finale con la totale depravazione.
“Cara mamma, Mi diverto molto qui. Giochiamo a calcio ogni giorno. I letti non hanno le molle...” Così inizia la prima lettera che Roald Dahl, un bambino di nove anni, scrisse a sua madre, Sofie Maddalena, sotto l’occhio vigile del preside del suo collegio. Per la maggior parte della vita, Roald Dahl scrisse ogni settimana lettere alla madre raccontandole le sue avventure, frustrazioni ed opinioni, e, all’insaputa di Roald, la madre le conservò tutte scrupolosamente. Sotto molti punti di vista Sofie è stata la prima lettrice di Roald. Fu lei che lo incoraggiò a raccontare storie e che incoraggiò il suo desiderio di scrivere, esagerare e divertire. Leggendo queste lettere si può immaginare Roald mentre scrive, mentre sviluppa il suo senso dell’umorismo un po’ dark e quell’incredibile immaginazione che lo porterà a scrivere racconti senza tempo come The BFG, Matilda, Fantastic Mr Fox e The Witches. Le lettere di “Love from Boy” sono piene di battute ed osservazioni folli; alcune volte molto serie, altre dolci, altre ancora offensive. Leggendo le lettere del figlio alla madre si vede chiaramente Roald Dahl diventare uomo e diventare poi uno scrittore.
Il capolavoro di Annie Proulx, premio Pulitzer per “The Shipping News”: un epico, stupefacente, violento, magnificamente drammatico romanzo sull’abbattimento delle foreste di tutto il mondo. Alla fine del XVII secolo due giovani francesi senza un soldo, René Sel e Charles Duquet, arrivano nella Nuova Francia. Si legano ad un feudatario, un “signore”, per tre anni in cambio della terra e diventano boscaioli – barkskins. René affronta difficoltà enormi, oppresso dalla foresta che deve pulire. René è costretto a sposare una donna Mi’kmaw ed i loro discendenti vivono intrappolati tra due culture ostili. Invece Duquet, furbo e spietato, fugge dal signore, diventa un commerciante di pellicce ed inizia infine un commercio di legname. Proulx racconta le storie dei discendenti di Sel e Duquet lungo oltre trecento anni – i loro viaggi in Nord America, in Europa, Cina e Nuova Zelanda, in condizioni incredibilmente difficili; la vendetta dei rivali; incidenti; le pestilenze; gli attacchi degli indiani; e l’annientamento culturale. Affrontano ripetutamente le difficoltà facendo ricorso a risorse inesauribili e lasciando ai personaggi moderni la lotta al possibile collasso ecologico. Vediamo il genio inimitabile della Proulx nella sua creazione di personaggi talmente intensi – nella loro avidità, la lussuria, la vendetta oppure la loro semplice compassione e speranza – che li seguiamo con attenzione spasmodica. Annie Proulx è una delle scrittrici americane più formidabili e convincenti, e “Barkskins” è il suo più grande romanzo, un magnifico connubio di storia e fantasia.
Il romanzo estivo perfetto, “After You” è il sequel del bestseller “Me Before You”. Lou Clark ha un sacco di domande. Per esempio, come è finita a lavorare nel bar dell’aeroporto passando ogni singola ora a guardare le persone viaggiare in posti nuovi. Oppure perché nell’appartamento in cui vive da più di un anno non si sente ancora a casa. Se la sua famiglia la potrà perdonare per quello che ha fatto diciotto mesi fa. E se sarà mai in grado di superare l’amore della sua vita. Quello che Lou sa per certo è che qualcosa deve cambiare. Poi, una notte, tutto cambia. Ma lo straniero alla sua porta avrà le risposte alle sue domnde o ne porterà semplicemente di nuove? Se sceglie di chiudere la porta, la vita continua: semplice, ordinata, sicura. Se sceglie di aprirla, sceglie di rischiare tutto. Ma Lou ha fatto una promessa. E se ha intenzione di mantenerle fede, deve invitarli a…
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| Viaggio di Lusso
Evasioni
DOLCI
ESTIVE
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bbiamo scelto quattro proposte esclusive per chi desidera un’evasione di classe per questa estate. Vi stuzzica l’idea di una nuovissima villa in collina a pochi minuti da Monaco o preferite un esclusivo riad in Marocco? Chi ama l’Italia opterà probabilmente per una rilassante casa di campagna con vista sui vigneti, nel cuore della Toscana. Gli appassionati dei party, invece, non hanno che da partire per Ibiza e godersi i comfort di un lussuoso appartamento in centro. Ognuna di queste proposte comprende un maggiordomo disponibile 24 ore al giorno, chef in casa e un servizio di livello a cinque stelle. Di seguito i dettagli e le caratteristiche delle nuove proprietà che vi consigliamo.
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Villa Sant’Anna
Riad Mamounia
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Un ritiro tra le colline a pochi minuti da Monaco – Villa M, ad Èze, Francia Nascosta su una collina in una delle zone più esclusive della Costa Azzurra è la nuovissima Villa M; una villa moderna fornita di servizi eccellenti disponibile per un massimo di 10 ospiti. Con una vista panoramica sul Mar Mediterraneo, la villa fonde sapientemente un design minimalista e accogliente, eleganti tocchi; pavimenti bianchi lucidi, una cucina a regola d’arte, top della gamma per gli elettrodomestici e una scala di vetro ultrachiaro, il tutto arricchito da tessuti neutri, letti kingsize imbottiti e vasche da bagno a libera installazione. Porte cielo-terra scorrevoli in vetro illuminano gli spazi abitativi, e aprono sulla piscina panoramica riscaldata e la terrazza della villa, fornita di barbecue e forno a legna; ideali per mangiare all’aperto. Gli ospiti che amano tenersi in forma possono inoltre usufruire della palestra completamente attrezzata della villa, completa di sauna, bagno turco e doccia tropicale. Prezzo: da 7,100 £ a settimana, per un massimo di 10 persone in self-catering. Un lussuoso appartamento per fare festa nei pressi del centro storico di Ibiza – Can Mono L’ultima novità di Ibiza aggiuntasi alla collezione di proprietà di Villa Guru per il 2016 si chiama Can Mono ed è un’ottima villa contemporanea, con 5 camere da letto progettata dal famoso architetto catalano Jaime Serra. Ideale per adulti in cerca di una base per rilassarsi vicino alla vita notturna dell’isola festaiola, la villa è dotata di un ampio soggiorno open space su due livelli, con cinque camere matrimoniali con bagno complete di lavello e letti king-size, impressionanti bagni in cemento lucidato e opere d’arte eclettiche. Degli enormi pannelli di vetro scorrevoli si aprono sulla terrazza esterna della villa, dove gli ospiti possono prendere il sole di Ibiza sui lettini e brindare guardando il mare e il tramonto tra le mani. Possono anche essere organizzati servizi che comprendono uno Chef privato e maggiordomo. Prezzo: da 7.800 £ a settimana, per un massimo di 10 persone in self-catering, compresi i trasferimenti aeroportuali e il servizio di portineria per tutto il soggiorno. 68
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Una deliziosa casa di campagna nel cuore della Toscana – Villa Sant’Anna, Toscana, Italia L’epitome di intramontabile eleganza italiana, Villa Sant’Anna è una nuova gradita aggiunta alla collezione italiana di Villa Guru per il 2016. Può ospitare fino a 9 persone nelle 5 camere con bagno, questo elegante rifugio di campagna è arroccato su un crinale che domina i vigneti del Sangiovese e offre una vista che spazia per chilometri sulla campagna che porta alla tenuta di Castiglion del Bosco. L’arredamento rustico-chic pervade su tutto, con caminetti tradizionali toscani, pareti in pietra a vista e soffitti in legno; ospita anche una propria sala lettura e sala teatro. Ambienti esterni: gli ospiti possono usufruire di un ulteriore piscina, oltre a una grande piscina riscaldata, forno a legna esterno e un campo da tennis, e di numerose belle terrazze; è l’ideale per rilassarsi di pomeriggio all’ombra. Dolcetti toscani appena sfornati arrivano ogni mattina, con una pulizia giornaliera e
servizio di riassetto delle camere e servizio in camera. Uno chef privato in casa può anche essere fornito se necessario. Prezzo: da 19.000 £ a settimana, per un massimo di 9 persone in self-catering, compresi cesto di benvenuto, cestino di dolcetti quotidiani, mini bar e servizio di pulizia giornaliero. E’ inoltre incluso l’accesso al Castiglion del Bosco resort. L’esclusivo riad marocchino con servizio alberghiero a 5 stelle – Riad Mamounia, Marrakech, Marocco. Altra novità per l’estate 2016 è la prima incursione di Villa Guru in Marocco con lo splendido Riad Mamounia; un riad di tre camere da letto del lussuoso hotel La Mamounia di Marrakech. Uno dei tre Riad Mamounia offre la possibilità a 6 ospiti di sperimentare il servizio a cinque stelle di La Mamounia dal proprio rifugio privato situato in mezzo a giardini ben curati. Un’oasi di relax lontano dal caos di Marrakech, la villa dispone di due salotti, tre camere con bagno e un cortile con piscina privata, ma anche il servizio di maggiordomo 24 ore al giorno e uno chef privato per soddisfare ogni vostra esigenza culinaria.
novità di Ibiza “diL’ultima Villa Guru per il 2016:
Alto ea destra : Riad Mamounia A sinistra e al centro : Può Mono Sotto ea destra : Villa Sant’Anna
Can Mono, una villa contemporanea con 5 camere da letto progettata dal famoso architetto catalano Jaime Serra
”
Prezzo: da 4.800 £ a notte, per un massimo di 6 persone in condivisione, compresi i trasferimenti aeroportuali di ritorno in una Range Rover, servizio di maggiordomo 24 ore al giorno e chef privato.
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Grand Hotel a Villa Feltrinelli Lago di Garda
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illa Feltrinelli è senza dubbio uno degli hotel più importanti al mondo, che intrattiene alcune delle persone più esigenti del pianeta. E’ stata acquistata negli anni ’90 dal leggendario albergatore Bob Burns, che l’ha prima trasformata in una perfetta casa estiva e poi l’ha aperta al pubblico come hotel nel 2001. Torri, affreschi, piscine di marmo e un salotto incantevole con pareti interamente a specchio, Villa Feltrinelli offre il meglio sotto ogni aspetto. Disponendo di una ratio di 85 dipendenti per un massimo di 42 ospiti questo hotel garantisce un servizio straordinario. La Villa ricorda un’epoca di ricchezza, segreti e raffinatezza, dove alcuni dei più importanti statisti e donne importanti del pianeta hanno trascorso il loro tempo nel corso della storia. E’ un’esperienza straordinariamente ricca. Il sol fatto di essere qui ti fa sentire membro del più esclusivo club privato, discreto e magnifico a coloro che possono permettersi di spendere il proprio tempo qui. Il profumo delle belle lenzuola pulite, un giardino da attraversare lentamente, romanticismo a ogni boccata d’aria. Mussolini ha passato molto tempo qui. La villa è stata la residenza estiva di una delle famiglie più ricche d’Italia alla fine del 1800, tra il 1943 e il 1945 il dittatore italiano ha vissuto qui durante l’esecuzione della fantomatica repubblica fascista di Salò (anche se la vista dell’acqua dalla sua camera da letto – ora nota come la Suite Magnolia – non lo faceva impazzire, Mussolini odiava i laghi). L’hotel dispone di solo 13 camere nella casa principale ma in tutto il parco ci sono gemme nascoste, così spettacolari che ognuna ha la propria storia. Mangiare qui è un must e il ristorante a due stelle Michelin è diretto dallo chef Stefano Baiocco, della scuola di Ferran Adrià a El Bulli. Di sicuro uno dei miei dieci locali preferiti. di Dina Aletras
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Viaggi d’elite di Matt Harris
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l DUO FRANCESE dei Daft Punk avrebbero potuto dedicare una canzone al Business Aviation quando scrissero il loro singolo “Harder Better Faster Stronger”. Questo sentimento si lega perfettamente all’ethos dei migliori produttori di jet il cui “lavoro non è mai finito” in quanto devono continuamente
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spostare il limite di un viaggio d’affari. Non possono permettersi di stare fermi nemmeno un momento a riposare sugli allori godendosi il loro ultimo jet che immediatamente qualcuno trova un difetto e la concorrenza è già al lavoro per alzare ulteriormente l’asticella offrendo al mercato un altro upgrade
verso il Santo Graal dei viaggi d’affari in termini di efficienza e comfort. Gli orizzonti del Business Aviation sono sempre in espansione e questo articolo dimostrerà quanto questo sia tuttora vero mostrando 3 progetti che saranno sviluppati a breve...
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aerion aS2
In collaborazione con la NASA e altre organizzazioni di ricerca aerospaziale, Aerion Corp ha sviluppato un concetto di business relativo ai jet supersonici da molto prima dell’ultimo volo del Concorde nel 2003. Dopo aver dovuto affrontare il problema forte rumore sulla terra che ha portato alla scomparsa di Concorde, sembra che l’instancabile impegno di Aerion stia cominciando a ripagare. Questo perché nel novembre del 2015, dopo aver inizialmente stretto una collaborazione con Airbus, le due compagnie hanno annunciato un nuovo accordo che prevederebbe l’espansione delle risorse del gruppo Airbus del Nord America al programma AS2. Nel giro di un giorno da quella notizia Flexjet ha fatto un ordine di 20 AS2
business jet supersonici e la dimensione dell’ordine ha fatto estremo scalpore nel settore. L’ AS2 da 120m, 1.5 Mach (1150 mph) può trasportare 8-12 passeggeri e dispone di una portata intercontinentale con capacità di 4.750 miglia nautiche. In confronto, il più veloce aereo civile in volo attualmente raggiunge una velocità massima di Mach 0,925 (710 mph). Se Aerion sarà in grado di completare lo sviluppo e le certificazione varie come previsto, l’AS2 ridurrà di tre ore l’attraversamento dell’Atlantico rispetto agli aerei subsonici di oggi, e più di sei ore sulle rotte transpacifiche. Il tri-motore del jet è attualmente pensato per fare il suo primo volo nel 2021 ed entrerà in servizio nel 2023. La fede dimostrata finora da Flexjet la dice lunga.
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BomBardier gloBal 8000
Annunciato nel 2010 da Bombardier Aerospace, Global 8000, a raggio ultra-lungo, insieme con la sua nave gemella Global 7000, la sua versione a raggio leggermente minore ma con cabina più grande, ha alimentato i mormorii nell’industria per l’enorme gamma di servizi che promettono di fornire ai clienti una volta stabilite le certificazioni ed i tempi di consegna. Ponendo particolare attenzione al Global 8000, questo aereo promette di essere
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un giramondo nel vero senso della parola, portando otto passeggeri e quattro membri dell’equipaggio fino a 7,900nm a Mach 0,85 (quasi 650 mph). Attualmente il top di gamma non-stop offerto da un business jet appositamente costruito è pari a 7,500nm. Attualmente il costo di Global 8000 è di $ 69 milioni. Lo sviluppo di entrambi i jet (Global 7000 e 8000) ha subito ritardi, tuttavia l’entrata nel mercato del Global 8000 seguirà quella del Global 7000, prevista verso la fine del 2018.
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PilatuS PC-24 e
Alla estremità più piccola del Business Aviation, si devono fare i complimenti a Pilatus Aircraft, con sede in Svizzera, che sta sviluppando il PC-24. Da sempre rispettata come il costruttore del PC-12 con turboelica, con il PC-24 Pilatus tenta per la prima volta di sviluppare un jet e dal momento che mantiene molte delle caratteristiche del PC-12, sarà sicuramente un jet unico! Offrendo le prestazioni di un jet più leggero, ma con la dimensione della cabina di un aereo medium, il PC-24 mantiene la versatilità del PC-12 con una porta di carico, ed ancor più importante, la capacità di atterrare sulle strisce sporche e corte e anche su piste non asfaltate aprendo quasi il 100% in più di aeroporti in tutto il mondo rispetto ad altri jet leggeri, afferma Pilatus. Questo permette ai proprietari di aarrivare sempre più vicino alla loro destinazione finale rispetto al passato. Presentato come progetto nel 2013, il PC-24 è stato trainato fuori dal capannone da 24 cavalli davanti a una folla in attesa per la festa nazionale svizzera nel 2014 ed ha fatto il suo primo volo nel maggio 2015. Da allora, un secondo test aircraft ha iniziato volare. Una volta certificato (proiettata Q3 2017), il $ 8,9 PC-24 da $ 8,9 milioni dovrebbe portare 12 persone (compreso pilota) a 1,190nm, o fino a 1,950nm con quattro passeggeri.
Sommario Naturalmente, mentre qui abbiamo trattato tre progetti, in questo momento vi sono molti più aerei in fase di sviluppo e certificazione, ognuno dei quali cerca di alzare in un modo o nell’altro un già elevato livello, in termini di efficienza del viaggio di lavoro. Speriamo che questo articolo dimostri la reattività dello sviluppo degli aerei su misura per l’evoluzione delle esigenze del cliente. Business Aviation è stato per decenni uno strumento fondamentale per le imprese e gli individui che cercano un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti, e sembra destinato a rimanere tale anche per i decenni a venire! Trovi Jet scontati su www.avbuyer.com HEditionMag
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FABRIZIO GIUGIARO Fabrizio Giugiaro è il Presidente della Giugiaro Architettura, una struttura indipendente dedicata a progetti di architettura e progettazione urbana per clienti in tutto il mondo. Membro del Consiglio di Italdesign Giugiaro – ora parte del Gruppo Volkswagen – dopo gli studi in architettura nel 1990, Fabrizio È entrato negli affari di famiglia, per i quali ha ricoperto diverse posizioni fino a diventare direttore del Centro Styling per tutti e tre i settori: automotive, industrial design e architettura. Nato nel 1965, Fabrizio è un forte appassionato del mondo del motorsport. Ha una licenza di Formula 1, è un pilota qualificato di elicotteri e velivoli leggeri e ama guidare auto da rally e barche a motore. È sposato con Jessica, un chirurgo, ed ha tre figlie: Paolina, Flora Maria e Adele. Abbiamo incontrato Fabrizio Giugiaro a Milano alla recentemente restaurata stazione centrale in un pomeriggio soleggiato.
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Come definiresti il tuo rapporto con il lusso? “Prima di tutto, vorrei iniziare dalle mie esperienze. Sotto la mia direzione del Centro Styling in ItaldesignGiugiaro, abbiamo prodotto automobili che erano – e sono tuttora – la perfetta espressione del lusso, un concetto che, nella sua accezione moderna, va ben oltre la semplice ricerca del piacere e dell’edonismo: essa comprende, infatti, un forte significato emozionale ed è la sintesi dell’eccellenza qualitativa e della raffinatezza estetica. Mi riferisco, in particolare, alla Lamborghini Gallardo, la Maserati 3200 GT e Spider, a marchi come Bentley e Bugatti, che rappresentano la base da cui partire per determinare la definizione stessa di auto di lusso. Spostandosi dalla produzione di auto ai prototipi, fra tutti sono orgoglioso di nominare tre modelli in particolare: l’Aston Martin Twenty-Twenty, la Bugatti Chiron e la BMW Nazca. Se andiamo ancora oltre, parlando di design industriale e dei trasporti, penso alle fotocamenre di alta gamma Nikon, al design degli interni dei megayacht, ai progetti per le barche da regata per il quattro volte campione del mondo Aaron Ciantar, ai trattori Same – vincitori di numerosi premi al palcoscenico del design internazionale, la Okamura chairs “.
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Tra le auto che hai citato, a quale sei più affezzionato? “Direi due. La Gallardo, la vettura estrema, super sportiva della Lamborghini. Le sue origini sorgono sul prototipo della Calà del 1995. Compatta per essere una supercar; estrema non solo in termini di prestazioni ma anche nelle linee della carrozzeria: tesa e squadrata. Una vettura che, in breve tempo, è diventata un’icona vera e propria e, soprattutto, la Lamborghini più venduta di tutti i tempi. L’altra è la Maserati 3200 GT Gran Turismo 2 + 2 coupé. A quel tempo (1998) Maserati era alla ricerca di un nuovo modello per l’ultimo rilancio del marchio. Insieme alla mia squadra, ho deciso di prendere l’auto più iconica di Maserati come punto di partenza: la Gran Turismo 2 + 2 coupé con motore anteriore. L’ispirazione per la nuova 3200 GT è da ricercarsi nei modelli della Maserati di fine anni ‘60, in particolare nel Maserati Ghibli del 1966, progegata da mio padre Giorgetto. Lo scopo era quello di sviluppare l’immagine del marchio, evidenziando la potenza nel suo complesso ma anche fornendo alla nuova Maserati non solo le caratteristiche di una vera GT 2 + 2 ma anche l’aspetto di un two box-and-a-half design”.
E tra i prototipi? “Beh, il 18 cilindri Bugatti Chiron, commissionato da Ferdinando Piech in persona, con un innovativo motore 18 cilindri stellare, da cui si è sviluppato poi lo standard Veyron, la vettura più esclusiva del mondo in termini di potenza e velocità. Vorrei anche menzionare il W12 della Volkswagen che ha battuto tutti i record di velocità nel mondo per tutte le classi di velocità in 24 ore, coprendo una distanza di 7,740.576 km alla velocità media di 322,891 kmh. Il Record fu stabilito il 23 febbraio 2002 sul circuito ad alta velocità di Nardò ed è ancora imbattuto. Conosco questi dati a memoria”.
Siamo consapevoli che si tratta di una eredità notevole, chiara e dominante. Ma hai un legame simile anche quando parliamo della Giugiaro Architettura? “Credo di averne di ancora più forti. Il portafoglio della Giugiaro Architettura comprende numerosi progetti in tutto il mondo per quanto riguarda ville di fascia alta, residenze private e strutture alberghiere di lusso. Abbiamo un forte legame con i paesi che, più di altri, credono nel valore di un’architettura in grado di innovare e creare con stile nel rispetto del contesto culturale specifico. In particolare, l’intero Medio Oriente, da Dubai (dove si trova una delle nostre sedi operative) a Doha. A completamento della gamma offerta, abbiamo recentemente preso e rilanciato un settore caratterizzato da un elevato contenuto tecnologico, attivo da anni sul mercato internazionale e specializzato nella progettazione e realizzazione di strutture in vetro, acciaio e alluminio, con un portafoglio di clienti
globale che comprende i grandi nomi dell’architettura contemporanea. A tal proposito è stata creata una nuova società sotto il nome di Giugiaro Architettura & Structures – Enviai”.
Pochi giorni fa Expo Milano 2015 ha finalmente aperto i suoi cancelli: qual è il ruolo svolto dalla Giugiaro Architettura nell’ambito della manifestazione più importante dell’anno a livello globale? “Abbiamo giocato un ruolo indiretto ma di impatto immediato per la città e per i milioni di visitatori attesi per l’Expo. È stato un progetto che ci è stato commissionato da Grandi Stazioni, società proprietaria delle più importanti stazioni ferroviarie italiane che ha giustamente deciso di riqualificare e valorizzare un patrimonio così importante.
“Abbiamo giocato un ruolo indiretto ma di impatto immediato per la città e per i milioni di visitatori attesi per l’Expo” In particolare, tra queste, la Stazione Centrale di Milano svolge un ruolo fondamentale: è la più importante in Italia in termini di business ed è collegata con altre città principali per mezzo di linee ferroviarie ad alta velocità che stanno soppiantando completamente il ruolo delle compagnie aeree anche in termini di lusso: da centro città a centro città il lusso a bordo del treno si misura in termini di servizio, qualità dei materiali e di una migliore esperienza di viaggio”.
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riparo, accogliente e accessibile: l’ampio spazio monumentale ospita 500 metri quadrati di negozi all’interno di una struttura di vetro e acciaio. Negozi e ristoranti, aperti tutti i giorni dalle 08:00 alle 22:00, godono di una posizione privilegiata e hanno subito attratto il mondo della moda e i brand del lusso – una vera e propria ragione di vita (e per le imprese) per la città e per i suoi visitatori da tutto il mondo. L’altra parte del restyling della stazione centrale riguarda l’accesso ai binari con barriere di vetro che richiamano le linee ed i materiali della struttura nella “Galleria della Carrozze”, nel pieno rispetto dello stile architettonico generale.”
Ed ora eccoci qui, pochi giorni dopo l’inaugurazione della “Galleria delle Carrozze”.
Sono previsti altri interventi per la Stazione Centrale?
Qualcuno probabilmente potrà obiettare che il concetto di lusso non si può accostare facilmente alle stazioni ferroviarie. “Il mondo sta cambiando a un ritmo sempre più frenetico, basti pensare alla rivoluzione digitale, la globalizzazione, alle nuove esigenze di mobilità, i nuovi stili di vita, i nuovi approcci al consumo, la rinnovata attenzione per l’ambiente e per le politiche relative ai rifiuti. Si tratta di temi complessi che, in maggiore o minor misura, diventano sempre più importanti per le metropoli contemporanee che agiscono come veri e propri “hub” per tutta l’umanità. In tale senso la stazione è caratterizzata da un concetto di modernità che potrebbe essere difficile da capire ma che può essere integrato con la città in cui si si trova. Suona come una sorta di operazione “vintage” ma non è così: se per decenni gli aeroporti sono stati delle icone per l’uomo moderno, come accennato in precedenza, al giorno d’oggi le stazioni hanno ripreso il concetto di ospitalità e lusso. Come parte del nostro immaginario collettivo e della nostra esperienza di vita, in particolare nel Vecchio Continente ed ancor più in Italia, abbiamo un’idea meramente funzionale ed essenzialmente “statica” della Stazione ferroviaria – i binari, le linee, la sala d’attesa e poco altro – è uno spazio pubblico da vivere indipendentemente dalla necessità di utilizzare i mezzi pubblici. Ma ora come allora, le stazioni sono spesso primo biglietto da visita di una città.
“Il restyling della “Galleria delle Carrozze” rappresenta solo la prima fase di un processo di recupero e sviluppo dell’intero complesso che comprende ben sette edifici tra i cosiddetti “terrapieni ferroviari”, dove i “Magazzini Raccordati” erano originariamente situati. Quest’ultimo si sviluppa fino a circa un chilometro e mezzo a nord della stazione centrale.
Ci può raccontare brevemente il progetto che ha sviluppato? “Il progetto è sostanzialmente diviso in due parti. La prima riguarda l’area di accesso della stazione che si affaccia su Piazza Duca d’Aosta, vale a dire, la “Galleria delle Carrozze”. Oggi, dall’essere una mera zona transitoria, è diventata una vera e propria piazza – al 80
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“La stazione ferroviaria… è uno spazio pubblico da vivere indipendentemente dalla necessità di utilizzare i mezzi pubblici” Questi edifici sono disposti lungo Via Ferrante Aporti e Via Ammartini, che sarà gradualmente interessata dai lavori. Sono stati ridisegnati spazi immensi, in disuso per quasi quindici anni e che si estendono per circa 60.000 metri quadrat i, per accogliere 130 nuovi spazi con una superficie media di 300 metri quadrati, con sei diverse aree tematiche dedicate al tempo libero, istruzione, sport, gallerie d’arte e intrattenimento. Al fine di conferire ai cittadini l’importanza ed il valore che meritano verranno creati ampi marciapiedi e piste ciclabili, ripensando quindi in tal modo la viabilità e la mobilità sostenibile, lasciando allo stesso tempo la circolazione aperta al traffico privato. Al momento dei nostri primi sondaggi (la sensazione di sorpresa nello scoprire e riscoprire è uno degli aspetti più interessanti della nostra professione) ci siamo imbattuti in una vera e propria città nascosta, fatta di camere, ampi saloni, corridoi e viali, tutti collegati l’uno all’altro.
Fino al 1991 sono stati utilizzati per la movimentazione delle merci scaricate dai camion, caricate sui Vagoni e successivamente spostati nel “piano del ferro” (superficie superiore delle rotaie) mediante enormi ascensori, per essere poi trasportati nel resto dell’Italia e dell’Europa. L’esatto contrario di ciò che accade oggi.”
Qual è stato il tuo approccio a questo tema? “Il nostro primo obiettivo era quello di ricucire il tessuto urbano e sociale, che il complesso della Stazione aveva compromesso dividendo l’intero quartiere in due. Abbiamo lavorato per ottenere il miglior uso possibile del territorio, non solo in termini di spazio ma anche di tempo, in modo da definire la funzione specifica di ogni edificio singolarmente. In termini di design in senso stretto, abbiamo voluto che fosse molto iconica, quindi ci siamo ispirati al profilo delle rotaie su una linea ferroviaria. È così che sono state create le soluzioni progettuali per l’arredo urbano. Per la pavimentazione abbiamo tratto ispirazione dalle linee ferroviarie mentre per la segnaletica abbiamo ripercorso e sottolineato i segmenti caratteristici della facciata.”
Come immagina il futuro delle stazioni? La nostra intenzione è quella di fornire tutti i servizi possibili. Quando abbiamo presentato il progetto al cliente abbiamo concluso la presentazione con l’affermazione “Urban Infinity Station”. La parola “urbano” implica un intervento vero e proprio volto a riparare sia il lato urbano che il tessuto sociale: 60.000 metri quadrati nel centro della città dedicati al tempo libero, shopping, cultura, sport e divertimento, in un ambiente unico e affascinante. Un sistema efficiente, ecocompatibile ed all’avanguardia delle connessioni copre una superficie di tre chilometri ed è stato incarnato dalla parola “infinito”. La parola “stazione” in realtà non richiede una spiegazione, ma è forse necessario menzionare le cifre rilevanti: ogni giorno più di 410.000 persone (150 milioni per anno) passano attraverso stazione centrale, per una media di 600 treni. Treni che sono sempre più confortevole e lussuosi. Ad esempio, i treni che abbiamo progettato prevedono per la business class sedili come se ci trovassimo in un aereo e sale riunioni multifunzionali.”
delle stazioni all’interno del contesto urbano. I dati sono impressionanti: ogni anno, più di 700 milioni di persone transitano attraverso le principali stazioni ferroviarie italiane, senza tenere naturalmente conto dei grandi eventi che spingono questi valori ancora più in alto. Per Expo 2015 sono attesi più di 20 milioni di visitatori, una buona parte di questi italiani e quindi probabilmente più propensi a scegliere il treno come il mezzo di trasporto preferito. Circa il 20% dei 700 milioni di persone di cui sopra transiterà passando per la Stazione Centrale di Milano.”
Abbiamo parlato di tante cose ma non ancora di treni. Si tratta di una dimenticanza voluta? “Come accennato prima, in questo momento la mia attenzione è focalizzata sulla architettura e progettazione urbana. Ho lavorato fianco a fianco con i più importanti produttori di treni in tutto il mondo (tra i quali: Alstom, Ansaldo, CAF, CSR, Stadler e Bombardier), così come per le imprese ferroviarie, sviluppando progetti legati allo style sia per spazi interni che esterni.”
Si può dire che una delle caratteristiche principali del tuo modello architettonico è la valorizzazione degli spazi di entertainment? “Sì, direi di sì. E a questo proposito vorrei citare un altro esempio, la nuova casa della Juventus Football Club, per la quale la Giugiaro Architettura ha progettato gli esterni dello stadio. L’aspetto lineare dei lati dell’edificio è stato migliorato dandogli un effetto moderno, tecnologico, con piastre di metallo che rimpiccioliscono gradualmente quando si avvicinano al suolo. L’aspetto grafico disegnato specificatamente per la pavimentazione dà luogo ad un modello che consente al gruppo di sviluppare una serie di promozioni commerciali, quali la vendita delle stelle, riferendosi alla pavimentazione, e che portano il
Avete già pensato di applicare il vostro concetto anche ad altre stazioni? “Naturalmente questo è quello che speriamo. Abbiamo trovato un cliente che è culturalmente preparato a reinventare lo spazio pubblico ed estremamente sensibile al tema del nuovo ruolo HEditionMag
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nome del nuovo proprietario. Un’altra caratteristica sviluppata per lo stadio è lo stile dei due pilastri strutturali. La loro sezione, originariamente diritta, è ora a forma ellittica. Il progetto grafico è stato creato per garantire sicurezza e riconoscibilità (la bandiera italiana). Oltre a tutto questo, per quanto riguarda lo sport e gli spazi pubblici, Giugiaro ha progettato due sale espositive per la Città di Torino, in occasione dei XX Giochi Olimpici invernali di Torino nel 2006, due grandi archi di legno laminato uniti da un ponte sospeso che collega le estremità delle aree verdi della storica Piazza Solferino.
“I materiali usati per le strutture principali – si inseriscono perfettamente nel contesto della costruzione creando un mix coerente tra classico e moderno” La forma prismatica è stata volutamente progettata per non andare a toccare la folta chioma degli alberi antichi sottostanti. Le fondamenta sono poco profonde per non toccare le radici che si estendono su tutto il terreno. I materiali usati per le strutture principali – legno, acciaio spazzolato e vetro – si inseriscono perfettamente nel contesto della costruzione creando un mix coerente tra classico e moderno. L’edificio è diventato un “agorà” per eventi sociali, di comunicazione, culturali e accademici in continua interazione con i suoi visitatori. In conclusione, e per tornare al tema del lusso, abbiamo recentemente sviluppato il concetto di un grattacielo che ospiterà un hotel di lusso in Brasile. La particolarità dell’edificio risiede nell’uso del legno lamellare nella struttura portante. È uno degli edifici più alti mai progettati con questo materiale.”
Suppongo che tu abbia incontrato molte persone interessanti nel corso della tua carriera. Chi ti ha colpito di più? Tra le tante persone che ho incontrato e con le quali ho lavorato, tra cui capi di aziende, manager, uomini e donne provenienti da istituzioni, creativi, vorrei citarne una in particolare, Helmut Newton. Gli commissionai lo shoot per il nostro calendario 2000: rilasciato in soli 1.000 esemplari, numerati e firmati da Newton e mio padre e che divenne subito un oggetto di culto. Helmut ed io abbiamo lavorato per mesi per preparare le riprese senza mai incontrarci di persona, tutto tramite telefono e via e-mail ogni tanto. Quando finalmente è venuto da noi ero molto eccitato all’idea di incontrarlo finalmente e di avere la possibilità di apprezzare la sua verve creativa e la sua incredibile curiosità artistica. Siamo diventati amici al punto che ci ha commissionato un veicolo unico per le sue vacanze a Monaco. Ho personalmente progettato il Newton mobile e lo abbiamo prodotto esclusivamente per lui.
Ora è esposto a Berlino presso la Fondazione che porta il suo nome.
Tornando alle auto, è possibile far coesistere innovazione e lusso? Negli ultimi anni il SUV è diventato uno status symbol assoluto, prezioso e pratico allo stesso tempo. Tutti i marchi di lusso hanno sviluppato questo particolare veicolo spingendo un disegno originariamente previsto per i fuoristrada (Range Rover) a prestazioni estreme. Io guido una Audi Q7 12 cilindri con 520 cavalli di potenza che mi permette di viaggiare a 280 km/h (quando guido da Monaco a Ingolstadt). Mi sento al sicuro, perché ho una posizione di guida elevata e sono ben protetto. Viaggio molto spesso da solo. Un giorno, mentre sorpasso una Ferrari in Germania, ho avuto l’idea di creare una super sportiva a due posti SUV. Da questa idea, nel 2013 è nata la Giugiaro Parcour, un veicolo a trazione integrale con un motore Lamborghini 10 cilindri che mi permette di saltare tra le dune di strade non asfaltate, salire tra i vigneti delle Langhe e perfino di sorpassare una Ferrari. Inoltre è dotata di una forma innovativa e completamente unica.
Cosa vedi nel futuro professionale di Fabrizio Giugiaro? “Ci sono molte sfide in corso, la maggior parte delle quali sono concentrate in Asia. Ad esempio, in Cina, dove recenti concessioni hanno liberalizzato l’uso di aerei privati dando di conseguenza posto a grandi opportunità di business: altri hub e più aerei da progettare, più spazi espositivi, più interior design. Questo è il motivo per cui ho avviato i primi progetti con un gruppo imprenditori Orientale per investire nel lusso. Un altro progetto in corso riguarda la prossima apertura del nostro ufficio a Londra. I segnali di ripresa nel mercato automobilistico stanno portando i marchi di lusso a sviluppare nuovi modelli. Un esempio è la nostra collaborazione nella progettazione della nuova Bentley. Sono sicuro che sarà una delle più ambite auto di lusso.
Grazie per l’intervista Fabrizio. “Grazie a voi e alla vostra meravigliosa rivista”. HEditionMag
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CARMEN JORDA: Il Volante Rosa Della F1 Carmen Jordà Buades è una donna pilota spagnola … Lei è una grande ispirazione per le donne di tutto il mondo, riuscendo a entrare in un mondo storicamente connotato dalla predominanza di sesso maschile.
Tuo padre è l’ex pilota Jose Miguel Jordà. Questo fatto ti ha spinta a entrare in una squadra di corse? Sì certo. Questo fatto mi ha spinta a iniziare le corse molto presto. Mio padre mi ha trasmesso la sua passione per gli sport motoristici. Mi ha portato a vedere le gare da quando avevo otto anni, al mio primo GP di Formula 1. All’età di 11 anni ho avuto il mio primo go kart. In verità era il vecchio kart di mio padre; che aveva riparato per me e mia sorella ma io ero quella che era più interessata e tutto è iniziato da lì... A che età hai iniziato a guidare a livello professionale? Ho fatto la mia prima gara di go-kart all’età di 12 ma naturalmente ancora andavo a scuola e ho continuato i miei studi universitari fino a quando avevo 19, 20 anni. È stato allora che ho iniziato a guidare a tempo pieno. Cosa ti ha portato a ricoprire il tuo ruolo di development driver alla Lotus in Formula Uno? Ho lavorato duramente e a lungo per ottenere questa opportunità, è sempre stato il mio sogno. Ero già in contatto con il Team F1 della Lotus e sono veramente molto felice di aver avuto questa opportunità. Sei a un passo dal tuo obiettivo: correre in Formula 1. Che cosa implicherà questa scelta? Al momento mi sto concentrando tantissimo sul lavoro con il Team Lotus F1, lavoro molto al simulatore per riuscire a progredire come pilota. Frequento i Gran Premi e cerco di imparare il più possibile su come funziona il team durante una gara. Osservo molto e partecipo alle riunioni degli ingegneri. Vorrei assorbire e imparare sempre di più. Tutto questo fa parte del lavoro che sto facendo quest’anno per essere in grado di raggiungere i miei obiettivi.
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Com’è il tuo programma di allenamento? Mi alleno sei giorni a settimana, due volte al giorno quando sono a casa. Quando viaggio, lo faccio per due ore al giorno. Con il mio allenatore faccio esercizi cardio circolatori e pratico anche Pilates. Mi piace andare in bicicletta quindi puoi anche vederemi in bici attorno alla pista! Eri l’unica donna nelle gare a circuito GP3 dello scorso anno, in cosa sono diverse quelle gare dalla F1? La GP3 è una serie più giovane ma il livello di competizione è già molto alto. Le vetture in GP3 sono molto diverse. Hanno meno tecnologia e sono probabilmente un po’ più difficili da guidare sotto certi aspetti come lo sterzo (non hanno il servosterzo). Le sfide di guida su una vettura di Formula 1 sono diverse e più complesse. Fisicamente è molto più stressante sulla muscolatura del collo in quanto vi è molto di più carico aerodinamico. Il collo è una zona che sto, infatti, allenando di più ora. Come donna, la mia sensazione è che ho dovuto farmi vedere di più come un concorrente serio per cui essere accettato. Da quando ho iniziato a gareggiare mi capitava spesso di essere l’unica donna nei vari campionati e a volte eravamo in due. Sei la seconda donna a detenere una posizione di Formula Uno dopo Williams Susie Wolff, come sarà il futuro della F1 per le donne? Bernie Ecclestone ha parlato di volere un campionato femminile poco tempo fa e penso che sarebbe davvero una cosa buona per tutte le donne al volante. Credo che avere un campionato per noi sarebbe eccezionale. Sei un grande ispirazione per le donne, quali sagge parole puoi condividere con le altre donne in un mondo di uomini che vorrebbe entrare a far parte degli sport a motore?
Quali aspettative e quali obiettivi ti sei prefissata per il tuo primo anno in Formula Uno?
Direi che se una ce la può fare allora tutte le altre possono! Mantenete la fede, siate forti, dedicate e non perdete mai la motivazione.
Come pilota di sviluppo per il Team Lotus F1 voglio dare il massimo. Come ho detto prima, voglio imparare come si lavora in gruppo su in un team Formula 1, conoscere la macchina e migliorarmi ogni giorno.
Vedi il mondo della Formula 1 compromesso dalla formula E in futuro?
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Non proprio. La Formula 1 ha un sacco di storia e penso che i due siano molto diversi...
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LE CABRIO PIÙ
Belle al Mondo di Gareth Herincx
Aston Martin Vanquish Volante Con un tempo da 0 a 60 mph di soli 3,8 secondi e una velocità massima di 197 miglia orarie, la Vanquish è la Aston Martin Cabrio più veloce di sempre. La capote in tessuto impiega solamente 14 secondi per chiudersi e funziona fino a 30 miglia orarie.
Ora che l’inverno non è altro che un lontano ricordo, l’automobilismo open-top si esprime al meglio. Sia che le si voglia chiamare decappottabili, roadsters, cabriolet o spider, non c’è modo migliore per vivere il brivido della strada all’aria aperta. Basta tirare indietro il tettuccio e sentire il vento tra i capelli ed il sole in viso. Dopo gli Stati Uniti, l’Europa è il più grande mercato al mondo per le cabrio. La Germania primeggia per vendite seguita dal Regno Unito.
Sorprendentemente, il mercato delle cabrio funziona molto bene anche nel Regno Unito. L’inverno è spesso abbastanza mite da poter tenere abbassata la capote, mentre l’estate non è così calda come nel continente ed il caldo non è mai insopportabile. Gli acquirenti di fascia alta delle cabrio non sono mai stati così tanti. Alcuni cercano il lusso, altri la prestazione, altri ancora una combinazione delle due. Qui di seguito trovate otto tra le migliori, più altre due opzioni non propriamente convenzionali…
Bentley Continental GT Speed La Bentley cabrio più veloce, la Continental GT Speed unisce il piacere sensoriale del Luxury da turismo delle cabrio alle prestazioni impressionanti di un 626 bhp twin-turbo da 6.0 litri W12 che può spingere l’auto ad una velocità massima di 203 mph.
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Ferrari 488 Spider Rivolta ai “clienti che ricercano il piacere dell’automobilismo a cielo aperto in una vettura sportiva ad alte prestazioni e con il suono inconfondibile del motore Ferrari”, la 488 Spider ha il più potente motore centrale mai realizzato per una cabrio dal Cavallino Rampante. Può raggiungere le 62 mph in 3.0 secondi, con una velocità massima di 203 miglia orarie ed il tettuccio che si ripiega in 14 secondi ad una velocità fino le 25 miglia orarie.
Lamborghini Huracán Spyder Un’altra nuova arrivata, Lamborghini sostiene che l’Huracán Spyder sia “progettata per aprirsi un varco nell’aria e diventare un tuttuno con il cielo”. Ad aiutarla ci pensa un magnifico 5,2 litri V10 posto direttamente dietro la testa, che è notevole per 201 mph. Il soft-top può essere alzato in 18 secondi ad una velocità fino le 30 miglia orarie.
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McLaren 650S Spider La McLaren 650S Spider è una cabrio da competizione che tocca le 204 mph. Spinta da un V8 641bhp twin-turbo da 3.8 litri, è una vera e propria auto da gara. Realizzata con l’inconfondibile precisione meccanica di McLaren, il tettuccio si alza in 17 secondi e fino ad una velocità di 19 miglia orarie.
Mercedes-AMG S65 Cabriolet La prima grande open-top Classe S dal 1971, il nuovo top di gamma S 65 è dotata di un potente 621bhp da 6.0 litri V12 biturbo. Può raggiungere le 62 mph in 4,1 secondi ed il tettuccio può essere abbassato in 17 secondi.
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Porsche 911 Turbo Cabriolet Con un tempo da 0 alle 62 mph in 3,1 secondi ed una velocità massima di 198 mph, questa è una delle più veloci cabrio su strada. È anche un mito che affonda le sue radici nel 1974. Il tettuccio ad azionamento elettrico può essere alzato o abbassato ad una velocità fino le 30 miglia orarie.
Rolls-Royce-Dawn Questa è semplicemente la Rolls-Royce “più sexy” mai vista, secondo Torsten Müller-Ötvös, il CEO dell’azienda. Seducente, sontuosa e molto esclusiva, deve essere il non plus ultra tra le cabrio. Il Dawn sembra anche essere una vera quattro posti, mentre il tettuccio si muove quasi in totale silenzio in 22 secondi ad una velocità fino le 30 miglia orarie.
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Range Rover Evoque Cabrio Lanciato dalla Bond girl Naomie Harris e pubblicizzata come il “primo SUV premium compatto al mondo della ctegoria cabrio”, la nuova Range Rover Evoque Cabrio è assolutamente unica. Il suo design non genera riscontri univoci, ma sembra superba nel materiale ed è in ogni sua componente una Land Rover fuoristrada.
Ford Mustang Cabrio L’ultima versione della Ford Mustang va anche oltre al lusso ed è una vera e propria leggenda. Il primo “Stang” ad essere lanciato a livello globale ed è stata ideata anche una versione con guida a destra per la prima volta in oltre 50 anni. Si tratta di una quantità enorme di soldi per un’auto ma il suono di quel V8 posizionato sotto l’enorme cofano motore è elettrizzante.
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SAPORI di Dany Stauffacher
“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha mangiato bene” Virginia Woolf
© Pascal Barbot
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CLAUDIO
SADLER Tradizione e creatività a Milano
Ho conosciuto claudio sadler nel suo ristorante a Milano ormai qualche anno fa: ricordo che fu una bellissima serata, ricca di emozioni gastronomiche, oltre che molto divertente a livello conviviale. Da subito c’è stata sintonia e, dopo quella cena nel suo ristorante, ci siamo poi rincontrati più volte in altre manifestazioni, dove abbiamo riconfermato la simpatia iniziale. oltre che come amico, stimo molto claudio come professionista e trovo che la sua cucina sia una delle meraviglie di questa città ricca di spunti gastronomici senza pari. Quest’anno, per il nostro festival s.Pellegrino sapori ticino ho deciso di coinvolgere da vicino sadler, come presidente di una delle associazioni di ristoranti più autorevole del mondo: Le soste. sono tornato da claudio per definire i dettagli dell’edizione 2017 nella quale diversi grandi chef de Le soste cucineranno in ticino, e ne ho approfittato per discutere con lui dei temi che da sempre ci appassionano, il cibo e il vino, ma anche per raccontare delle sue bellissime esperienze di vita.
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Sei uno dei fondatori dei Jeunes Restaurateur d’Europe, hai scritto molti libri e ti sei sempre occupato di formazione. Quanto sono importanti i giovani per il futuro della ristorazione? “il cuoco è sempre di più un lavoro per i giovani. A parte essere un mestiere faticoso e dove serve sempre nuova energia, è necessario avere voglia di fare e sempre nuove idee. Perché si raggiungano buoni risultati non deve mancare anche una buona capacità di concentrazione. Altra questione basilare è quella di poter contare su buoni maestri, facendo esperienza in qualche grande cucina che può insegnare disciplina e tracciare la strada per poter esprimere la propria creatività. nella mia cucina, per esempio, in questi anni si sono alternati moltissimi giovani e da parte mia ho sempre concesso molto del mio tempo alla formazione delle nuove generazioni.”
Nell’attuale menu quale piatto ti rappresenta di più? “in cucina amo fare sempre cose nuove. ci sono comunque alcuni grandi classici della mia cucina che si trovano sempre in carta, piatti che rispecchiano il mio modo di essere e cucinare, il mio background. Parlo ad esempio della padellata di crostacei con spuma di dragoncello, piuttosto che la cotoletta di agnello farcita con foie gras e tartufo. scrivere molti libri ha portato alcuni di questi piatti a diventare non solo miei, ma di tutti. Per me un piatto diventa un classico quando rimane nella testa della gente. cerco sempre di creare delle ricette che siano facilmente ripetibili, in modo che ognuno ci possa riuscire, magari non a replicare, ma almeno che sia da ispirazione anche per i giovani cuochi di cui dicevamo poco fa.”
Cosa non può mancare sulla tavola di un milanese? “ovviamente risotto e cotoletta! Quando un piatto è già perfetto non ha bisogno di troppe rielaborazioni. Questi due grandi classici della cucina meneghina lo sono, e trovo che si possano definire dei capolavori della cucina.”
Oltre a Milano, la ristorazione targata Sadler ha avuto i suoi fan anche a Tokyo… “i 5 anni a tokyo sono stati un’esperienza assolutamente unica. E’ come per un tennista poter giocare sull’erba di Winbledon. Mi sono divertito, ho sperimentato gusti e ingredienti nuovi oltre ad aver lavorato su un mercato florido e multiculturale. Da tokyo ho imparato moltissimo: ho iniziato a sperimentare il molecolare mentre ero lì, ma poi ho capito subito che la carta vincente era essere me stesso. All’estero da un italiano si aspettano cucina italiana, pura e semplice. Ho archiviato il sifone e per 5 anni ho cucinato da italiano. E’ stato un grande successo.”
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La migliore cucina del mondo per Claudio Sadler? “senza alcun dubbio quella giapponese. La mia ispirazione di partenza è sempre la cucina regionale italiana, ma quella nipponica mi ha fatto capire quanto sia importante rispettare la purezza dei sapori. Lavorare trattando una materia prima di qualità per me significa rispettare il suo gusto originario e lavorare il prodotto il meno possibile, che è il vero insegnamento della scuola culinaria giapponese.”
Altro argomento che ci unisce sono i vini, quali sono i tuoi vitigni del cuore? “nel mio cuore c’è il Pinot nero, vitigno di un’eleganza unica. se invece dovessi scegliere un autoctono italiano, non avrei dubbi sul nerello Mascalese, un’uva siciliana che viene coltivata sull’Etna. E poi non posso certo dimenticare lo champagne di cui sono un grande estimatore.”
Cosa ti ha spinto a dirmi di sì quando ti ho proposto di partecipare attivamente come Associazione Le Soste alla prossima edizione di S.Pellegrino Sapori Ticino? “il festival che si svolge in ticino è un’occasione mediatica e culturale unica nel suo genere. La kermesse ha un grande prestigio, e per me sarà un onore essere presente personalmente e come associazione. oltre al fatto che, per gli chef italiani, andare all’estero, incontrare la svizzera e il mercato globale è di certo un’occasione di grande crescita personale e professionale. inoltre uscire dalla propria area d’azione quotidiana, anche se non troppo spesso, è sempre positivo. Per me, ad esempio, significa anche dare spazio al mio staff per esprimersi in mia assenza, cosa che li stimola a migliorare e crescere.” di Dany Stauffacher HEditionMag
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Francis MALLMAN Francis Mallmann è sicuramente un uomo che fa la differenza. Un uomo dotato di un’intelligenza tagliente. Rappresenta la solitudine, ma anche la socialità. Affascinante e diretto. La prima volta che vidi Francis fu nella serie originale. Netflix “Chef’s Table” e ho subito avuto il desiderio di conoscerlo. È ipnotizzante. La sua passione per la cucina è sublime, e si riflette senza dubbio in un grande amore per la vita. In una breve intervista abbiamo colto ciò che rende quest’uomo così grande, attraverso le sue risposte chiare e concise. Francis Mallmann è noto soprattutto per l’uso di tecniche gastronomiche autoctone Argentine, in particolare della Patagonia, dove vive. Possiede 2 ristoranti: Patagonia Sur e Siete Fuegos.
Sei un uomo dotato di una creatività eccezionale e di un forte legame con ciò che ti sta intorno. Tutto questo ha ispirato il tuo modo di cucinare e il tuo modo di pensare il cibo? Sì, assolutamente, sono un generalista e tendo ad amare tutto ciò con cui entro in contatto quotidianamente, la cucina tocca ogni aspetto della vita. È il simbolo della vita, delle culture, delle tradizioni e delle diversità. È un percorso che scava più in profondità rispetto alle tecniche che utilizziamo attualmente. Cucinare è
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sentire, toccare, esplorare. Musica, letteratura, film, fashion joy, amore, lussuria, dramma sono alcune delle cose più importanti per me.
Hai più volte raccontato come la tua vita sia stata piena di punti interrogativi, pensi che questo comporti una comprensione della vita molto più profonda rispetto a un’educazione convenzionale? Sì, non si cresce veramente se si hanno solo condizioni ideali. La vita è prendere rischi per ricominciare ancora e ancora. Per cadere e rialzarsi. Fidarsi del proprio intuito è importante per andare avanti, come anche non guardare ai critici che ti giudicano ma ricordarsi che siamo un veliero che naviga nel vento attraverso le sfide della vita. La gente invidia la passione che questo comporta. Il mio consiglio è andare sempre avanti costruendosi attorno una squadra, una brigata composta da individui di grande talento e passione: credo che un buon leader debba lasciarli andare prima che si adagino e si abituino troppo a ciò che è comodo. Sì, questo è il percorso della crescita di ciascuno di noi. Bisogna mantenere la stima, il rispetto e i migliori ricordi. Alcune persone entrano nella tua vita nel momento perfetto per entrambi, si tratta di un ciclo: niente è per sempre.
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il fuoco “ è una cosa così fragile e bella
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Ci racconti la tua giornata tipo dal momento in cui ti svegli fino a quando fai ritorno nella terra di Morfeo? Mi sveglio pieno di felicità perché posso fare l’amore un altro giorno. Amo che i miei giorni siano carnali e pieni di lussuria. Scelgo i vestiti che rispecchino la mia personalità, questo è ciò che conta per me.
Se dovessi cucinare con un altro chef chi vorresti al tuo fianco? Potessi pescare nella storia, sceglierei senza dubbio Fernand Point, mentre dei giorni nostri direi Alice Waters.
Se potessi scegliere 5 persone con cui cenare, chi vorresti avere al tuo tavolo? John Malkovich, Jorge Luis Borges, Faye Dunaway, Klaus Maria Brandauer, Maya Angelou.
Ami poter cucinare all’aria aperta, cosa pensi che dia in più al tuo cibo? Il silenzio della lontananza è un balsamo per la vita.
Sei cresciuto in un luogo magico insieme ai Gaucho e agli indiani, quali tecniche hai imparato da loro che porti con te nella vita di tutti i giorni? La loro pazienza e l’essere in grado di abbracciare le avversità.
Se dovessi venire nel suo ristorante e le chiedessi di cucinare per me tutto ciò che il suo cuore desidera, cosa cucinerebbe? Tutto dipende dai tuoi occhi, dalle tue scarpe e dalla mia immaginazione della tua biancheria intima!
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