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Sound STADIO NUMERO SPECIALE MONOGRAFICO

MARTEDĂŒ 4 FEBBRAIO 2014

Stasera Renato torna al Mediolanum Forum. La vita, la musica, la poesia di un artista che ha stravolto le regole

Milano da Zero


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Martedì 4 febbraio 2014

Una tournée da record

Renato Zero torna a Milano per un nuovo capitolo del suo “Amo Tour”. Uno spettacolo emozionante dove ripercorrere la carriera del cantattore romano

Speciale Renato Zero

48 Tante sono le date del tour Amo. Di queste 47 sono andate immediatamente sold out.

28 Il numero delle tournée di Renato Zero.

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MILANO. Difficile trovare la parola giusta per definirlo. A chiamarlo semplicemente “trionfale”, infatti, si rischia di fargli un torto. Sì perché l’Amo Tour che Renato Zero sta portando in giro per l’Italia non è solo un incredibile spettacolo dal vivo. È una vera e propria “summa”, un carrozzone pieno delle emozioni, dei sogni, degli amori (al plurale) e dell’amore (stavolta al singolare) che il cantattore ci ha regalato nei suoi primi quarant’anni di attività. Uno show itinerante che vuole essere un regalo a tutti i sorcini (e non) per festeggiare insieme una vita di successi.

NUMERI DA RECORD E i numeri parlano da soli. Nonostante questa sia la sua tournee numero ventotto, Zero è riuscito a creare ancora una volta qualcosa di strabiliante. Merito anche degli ingredienti particolari che il cantante ha usato per cucinare il suo spettacolo: due ore di musica, una band di otto musicisti, una scenografia spettacolare, un’orchestra di 34 elementi diretti dal Maestro Renato Serio e un corpo di ballo che danza sulle coreografie di Bill Goodson. Il risultato? Oltre 410mila biglietti venduti per la prima parte del tour, che si era conclusa il 22 dicembre dopo ben quarantotto tappe.

Renato Zero torna a Milano per la fase conclusiva del suo fortunatissmo tour.

LA FESTA A ROMA I più coccolati dal grande Renato sono stati, ovviamente, i romani. Per loro, Zero ha preparato una sorpresa davvero incredibile. Fra il 27 aprile e il 25 maggio 2013, infatti, il cantante ha messo in cartello qualcosa come 15 concerti nella Capitale, trasformando il Palalottomatica nel PalaZero. Qui, nel mese dei concerti, sono state messe a punto anche due mostre suggestive. Nella prima erano esposti alcuni abiti di scena, la cui originalità ha

contribuito a rendere unico il cantante, e alcune foto. Nella seconda, invece, a finire in esposizione sono stati gli altri. Molti artigiani, infatti, hanno avuto l’occasione di promuovere i propri manufatti per raccontare al pubblico il proprio mestiere. Ma non è finita certo qui. Nella pancia del PalaZero sono state installate altre due sorprese. Un “Videobox”, grazie al quale era possibile lasciare un messaggio al cantattore, e alcuni “Backdrop”, capaci di regalare

Il totale delle canzoni in scaletta

2 Le ore di musica e spettacolo che Renato Zero offrirà al pubblico presente. Sono più di 410mila i biglietti finora venduti per lo spettacolo del re dei sorcini.

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a tutti i sorcini l’emozione di trasformarsi nel loro idolo e farsi immortalare in una fotografia. Inutile dire che la risposta del pubblico è stata assolutamente incredibile. Chi temeva che così tanti concerti ravvicinati potessero saziare i sorcini è rimasto deluso. Tutte e quindici le tappe romane hanno fatto registrare il tutto esaurito in pochissimo tempo. La pazienza di chi si è messo in coda per acquistare il biglietto, però, è stata ripagata da altre quattro sorprese che Zero ha riservato ai suoi fan. Ad impreziosire l’Amo Tour, ci hanno pensato quattro duetti d’eccezione. A rompere il ghiaccio è stato Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro e autore apprezzato, che ha interpretato prima la sua “Estate”, il brano che l’ha fatto conoscere al grande pubblico, e poi ha cantato insieme a Zero “È la pioggia che va”. Il 9 maggio, invece, ad accompagnare l’istrione ci ha pensato Biagio Antonacci. Il cantautore milanese ha intonato prima “Se è vero che ci sei”, poi ha accompagnato Renato in “Dimmi chi dorme accanto a me”. Quattro giorni più tardi, è stato il turno di un romano doc come

Christian De Sica. L’attore, che fra l’altro ha partecipato al Festival di Sanremo con il brano “Mondo Mio”, ha duettato con Zero in “Roma nun fa la stupida stasera”, a suggellare il rapporto di stima reciproca che lega i due. In molte interviste, lo chansonnier ha detto apertamente di apprezzare l’amico attore che è “è sempre rimasto Christian senza mai voler essere De Sica”. Grande sorpresa anche per l’ultima data romana, quella del 22 maggio. Qui, infatti, a dividere il palco con il padrone di casa è stato un gigante della musica italiana come Antonello Venditti che, dopo aver intonato “Notte prima degli esami”, si è lanciato nel duetto di “Roma Capoccia”. La scelta di ospitare l’autore di classici come “Alta Marea” e “Amici Mai”, però, non è stata certo casuale. Zero, infatti, ama raccontare un aneddoto molto particolare della sua gavetta. “La sera del 24 dicembre 1974, al Folk Rosso, suonai per un solo spettatore – ha detto il re dei sorcini in un’intervista al Corriere del 2010 - il proprietario stava spegnendo le luci. Lo fermai: ho detto in casa che stasera lavoro, e

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dana Berté, mentre il 13 è stato il turno di Michele Zarrillo e il giorno successivo di Nek. La tournee è proseguita poi per Padova (tre date), Bologna (due date), Firenze (sei date), Torino (tre), Eboli (due), Bari (due), Acireale (due), Pesaro (due) e di nuovo Roma, dove il cantante è tornato per altri cinque spettacoli. Un lunghissimo giro d’Italia che ha stabilito un record difficile da insidiare. Delle quarantotto date in cartellone, infatti, addirittura quarantasette hanno fatto registrare il tutto esaurito. Unica eccezione la seconda esibizione all’Adriatic Arena di Pesaro del 14 dicembre scorso.

Il tour si concluderà a Mantova il prossimo 21 febbraio.

voglio lavorare. Dopo di sono andati in scena al me, lo spettatore solitario Mediolanum Forum di Miascoltò pure Venditti”. lano dal 10 al 17 settembre. E anche qui non sono LA PARTENZA DA MILANO mancate le sorprese. Tre, Archiviato il successo del- infatti, i grandi artisti che le tappe nella Capitale, sono saliti sul palco per l’Amo Tour è ripartito per prendere parte a un live un viaggio con trentatré che è già entrato nella fermate in tutto lo Stivale. storia della musica. L’11 I primi sei spettacoli, tutti settembre è toccato alrigorosamente sold out, l’amica di sempre Lore-

UNA SCALETTA DA LECCARSI I BAFFI Oltre che all’incredibile amore dei suoi fan, il segreto del successo della nuova tournee di Zero sta nella speciale scaletta che il cantautore ha messo a punto per la fase autunnale del suo viaggio. Si inizia con un medley di ben nove successi per scaldare l’ambiente (La favola mia/ Niente trucco stasera/ Amico/ Più su/ Cercami/ Marciapiedi/ Nei giardini che nessuno sa/ Uomo no/ Arrendermi mai) e si continua con un menù di quelli che più ricchi non si può. Così,

ecco che Zero infila l’uno dietro l’altro brani come Siamo eroi, Chiedi di me, A braccia aperte, Voglia d'amare, L'ammucchiata, Il nostro mondo, Angelina, Lu, La pace sia con te, Vizi e desideri e Una canzone da cantare avrai. Poi, dopo un intervallo di un quarto d’ora, Renato rientra per il suo personalissimo secondo tempo con Nessuno tocchi l'amore, I '70, Magari, Baratto, Un'apertura d'ali, Morire qui, Dovremmo imparare a vivere, Vola alto, La fabbrica dei sogni, Il progetto magnifico, La vita che mi aspetta, Il carrozzone, Ma-

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dame 2013, Il principe Mediolanum Forum. Il 7 dell'eccentricità e Il cielo. febbraio, invece, sarà il turno di Bologna (Unipol LE ULTIME DATE Arena), il 10 e l’11 di FiEppure quasi cinquanta renze (Mandela Forum), date in giro per l’Italia il 13, 15 e 16 di Livorno non sono bastate a soddi- (con le prime due date sfare l’amore dei sorcini. già sold out) e il 18 ad E visto che stancarsi di Ancona (PalaRossini). L’apvedere Renato dal vivo è puntamento per il gran praticamente impossibile, finale è fissato per il 21 il cantattore ha deciso di febbraio al PalaBam di andare incontro alle ri- Mantova. chieste dei suoi fan met- Poi, per Zero sarà tempo tendo in calendario altre di godersi un po’ di meriundici, imperdibili, date. tato riposo. La prima è andata in onda Ma non troppo. Perché il sabato scorso alla Fiera re dei sorcini sta già predi Brescia, mentre questa parando una nuova sorsera e domani lo show presa per i suoi fan. sbarcherà nuovamente al

Più di 34 ballerini si scatenano sulle coreografie di Bill Goodson preparate per l’evento.


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Non solo parole La provocazione, la spiritualità, l’amore, il sociale. Cosa c’è nei testi di Renato CARROZZONI. “Bella la vita che se ne va... Vecchi cortili dove il tempo non ha età, i nostri sogni, la fantasia... Ridevi forte e la paura e l'allegria...”. Catalogarlo non è facile. Non puoi dire, come si è detto di tanti altri cantautori, lui canta l’amore, canta la politica, canta l’impegno, solo solo canzonette… Cosa c’è nelle canzoni, nei testi di Renatone della Montagnola, è difficile dirlo. Forse c’è tutto, in quel “Carrozzone” che si è sempre portato appresso, cambiandogli faccia e connotati, “e mi trucco perché la vita mia non mi riconosca e vada via”, partendo dalla “periferia, dove vivere è un terno alla lotteria!”, fino a trattare la bestia della morte, “Stringimi forte che nessuna notte è infinita. I migliori anni della nostra vita”, oppure “Morire qui, io non vorrei: sarei un qualcosa dovunque andrei... Morire qui, sotto gli occhi tuoi e dimostrarti che vinto ormai, no!”, o magari Ti darei gli occhi

miei per vedere ciò che non vedi; l’energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi. Dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare dove vuoi, dove sai, senza più quel peso sul cuore...”. IL GRIMALDELLO E certo, catalogarlo mica è facile, lo Zero che passa da via Ripetta alla Montagnola, e attraversa cinque decenni nel sociale d’Italia, lo apre come fa un grimaldello con una serratura, lo seziona, guarda dentro e prende, un po’ di qua e un po’ di là, dei piccoli segni di cambiamento. Magari li forza quando sono agli albori, “mi vendo la grinta che non hai, in cambio del tuo inferno ti do due ali sai...”, li utilizza come un Baratto (“hey, se ti do il pelo tu che mi dai?... hey, ti do la milza tu che mi dai? Se ti do il polpaccio che mi dai? Per due molari io ci starei... C’accomodiamo casomai?”), li forza a volte con un “sono stato invadente, eccessivo, lo so, il pagliaccio di sempre,

anche quello era amore però”, li spreme, con quel grimaldello, per vedere fin dove si arriva, stimola “la mia curiosità non ha sesso e non ha età... Forse è per questo che successo ha, se ti ferirà colpevole non è in mondo di voyeur!!! Voyeur, voyeur, voyeur”. E accade solo allora che “chiedi di me a quei bigotti laggiù i dubbi che seminai non li sciolsero mai, poveri Cristi! Corpi deserti! Quindi se puoi non deludermi mai, osa di più: falli tremare dai! Chiedi di me”, comunque sempre in cerca di “mille avventure che non finiranno se per quegli amori esisteranno nuove... spiagge”. E poi “tutto il resto è d'una noia mortale quando non sai più che dire, non sai più che fare... un libro porno!? E tu sei a posto tutto il giorno!”. ACROBATI E NANI Ma al di là delle provocazioni, c’è un livello più denso e profondo, da verificare, se “è meglio fingersi acrobati che sentirsi

Canzoni e poesia. Così Renato Zero mette il cuore nelle sue canzoni.

dei nani“, oppure ”manichini senza volto e senza età... Chi ti muove i fili è un padre ubriaco da far pietà!”, e ancora c’è da farsi domande come “chi ti muove i fili è Dio o Satana? Chi ti muove i fili è maschio o femmina?”. Chi lo sa. Ovvio, il cantattore Renato va preso pieno, a tutto tondo, e voler tirare fuori un’idea è difficile se consideri solo il singolo verso, la sola battuta, la frase.

lare che alla fine, ci accorgiamo, racconta la verità divertendo ma tocca l’anima nel più profondo dell’abisso, dove “dovremmo imparare a vivere capire come si fa”, e “se sali nella gerarchia c'è meno qualità”. Il risultato, a volte è che ”quando vinci sono tutti là. Si paga a caro prezzo ciò che credi sia lealtà. Successo... sei falso pure tu”. Allora non è il caso di infingimenti, “ tu vola alto amico caro, pure per chi non ce la fa, LA TRAMA DEL POETA per chi di un sogno è priE però c’è chi lo intravede, gioniero, per chi rinunil tessuto del poeta di pe- cerà. Pensa in grande e riferia, la trama del giul- fallo ancora tu, cavalca

quell'idea; suda, incazzati e poi prega e quando puoi tu scappa via che soffrire di coraggio è la più bella malattia! Vola alto!”. Se ci sarà da pagare “vuoi sapere chi ha pagato il conto mio?... Io!”. Poi, solo poi, alla fine della Favola, si capirà una verità tutto sommato assoluta, che “mi trucco perché la vita mia non mi riconosca e vada via”. E dunque “vivrò cent'anni e una vita in più, e che il conto torni o no, io me ne fregherò!“. Del resto, in fin dei conti, “ma che uomo sei se non hai il cielo!?”



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Tutto Renato dalla A allo... Dalla F di Fellini alla P di Piper, alla R di Roma. Alfabeto di vita e di sucessi di un istrione del palco

A

come “Alla Fine”, l’ultimo singolo di Renato (tratto dall’album “Amo – Capitolo II”). Nel video del brano, girato nel castello di Bracciano, il cantante è vittima di un tragico triangolo amoroso ordito contro di lui da una coppia di traditori.

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come Don Pietro, suo zio, una figura importantissima nella crescita di Renato. Mentre il fratello del padre diceva Messa nella sua parrocchia di Esantatolia, il piccolo Zero faceva il chierichetto. Ora, a distanza di tanti anni, il paese ha ricordato il suo parroco decome Bonaccorti. En- dicandogli un busto e conrica è stata la prima segnando a Renato le chiavi fidanzata di Zero. della città. “Con lei – ha detto il cantante in un’intervista di come Esordi. Per il qualche anno fa al Corriere cantante, infatti, la – è stato un lungo viaggio gavetta non è stata affettivo insieme”. certo facile. Anche per questo Renato ama ricordare che la sera del 24 dicembre 1974 si esibì al Folk Rosso. Ad ascoltarlo, però, c’era un solo spettatore.

B

E F

come Federico Fellini. Il grande regista di Rimini affidò a Renato due ruoli da comparsa nei film Satyricon e Casanova.

C

come Cinquecento, le canzoni che il cancome Genitore. Una tattore ha scritto (per sera, al cinema, un il momento) nella sua carragazzino ha regalariera. to a Zero un pupazzetto di

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sente nella sua vita anche dopo la fine della loro storia. “Lei, però, è quella che ha sofferto di più – ha ricordato l’istrione - era odiata dai miei fan”.

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pica con una parrucca con i capelli corti, quando si ferma una macchina. Dalla vettura scende un uomo che, senza dire niente, gli molla un ceffone facendogli volare via la parrucca.

come Mutande rosse. Quelle che ha come Piper, uno dei Bart Simpson e gli ha racindossato Zero alla locali con cui Zero ha contato la storia dramma- visita militare per evitare avuto un rapporto di tica di suo padre scomparso il servizio di leva. amore ed odio. In fila per e sua madre malata. Il canl’ingresso, infatti, spesso il tante è rimasto così comcome “Non basta cantautore e i suoi amici mosso da quell’incontro sai/in mezzo ai venivano presi di mira dai che ha deciso di adottare guai”, il primo 45 passanti. Qualcuno, addiil piccolo Roberto. giri di Renato. Leggenda rittura, si divertiva a tirare vuole che il disco, con il te- contro di loro delle buste come Hit Parade. Sì sto di Gianni Boncompagni piene d’acqua. perché Zero è stato e le musiche Jimmy Fontal’unico ad aver rag- na, abbia venduto solo 20 come quarantacingiunto il primo posto nelle copie. que milioni, i dischi classifiche ufficiali italiane che Renato ha venin cinque decenni differencome Olimpica. Re- duto in tutto il mondo. ti. nato ha raccontato che una sera stava come Roma. Zero ha come Istrione. Perché facendo autostop sull’Olimmantenuto sempre nessuno sa tenere il palun amore viscerale co come Renato. Non un con la parte più vera della cantante, ma un vero cansua città. Ogni giorno, intattore. fatti, il cantante non può fare a meno di passeggiare come Lucy Morante, per i mercatini e per i bar l’altro grande amore per sentire il contatto con di Renato, sempre prei romani più veraci e per

sentire che la gente gli vuole bene. “La mia soddisfazione più grande – ha detto - è aver conquistato quei romani che da ragazzo mi dileggiavano”.

P

N

H I

L

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Q R

S

come Sanremo. Nel 1991 il cantautore ha partecipato per la prima volta al Festival con il brano “Spalle al Muro”, classificandosi al secondo posto. Ma S è anche come “Sei Zero” il grande evento in otto date organizzato per il sessanteseimo compleanno di Renato Zero.


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Zero T

come “Triangolo”, una canzone che Zero ha spiegato come una ricerca di identità, come la timidezza che si maschera da trasgressione.

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come Un milione e quattrocentomila, le copie vendute di Amore dopo Amore, il suo album più venduto di sempre.

V

come Vasco. Il rocker invitò Renato a suonare in un concerto nel giardino comunale di Zocca. Al terzo brano, l’amplificazione saltò e Zero iniziò a raccontare qualche barzelletta al buio per intrattenere il pubblico. Alla fine gli organizzatori erano così entusiasti che, dopo avergli dato un milione e mezzo, gli dissero: “Mai pagato un cachet con tanta soddisfazione”.

Artista generoso NON SOLO CANZONI. I testi delle canzoni di Renato Zero hanno sempre toccato il cuore. Poesie scritte con passione e attenzione alla vita sociale che da sempre portano alla ribalta problematiche giovanili e non, senza mai cadere nella rete della retorica. Questo anche perchè chi le scrive è un uomo che non si limita a raccontarle, ma le tocca con mano dando tutto l’apporto possibile alle strutture e alle iniziative

che si propongono di aiutare il prossimo. Renato Zero da sempre mette la sua professionalità e la sua popolarità al servizio delle cause sociali più diverse, dal recupero dei tossicodipendenti, alla formazione dei giovani artisti fino alla ricerca scientifica sul cancro e le malattie genetiche. Sempre attento all’attualità, Renato Zero non ha mancato di dare il suo appoggio anche nelle manifestazioni a favore delle

vittime dei terremoti dell'Aquila e dell'Emilia e ha prestato la sua immagine per uno spot sulla sicurezza stradale.

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Zero, il nome d’arte che Renato ha scelto in risposta a chi gli diceva che non valeva niente. Mai errore di valutazione fu così clamoroso.

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Renato Zero con Luciano Pavarotti, Gianni Morandi e Alex Britti.


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E la sua vita ricominciò ne Da via Ripetta alla Montagnola, dove nasce il personaggio vero

Prendi Celentano e Baglioni, che sono stati in testa alla classifica in ben 4 decenni diversi. Beh, ce n’è uno che li ha sorpassati, che è riuscito ad avere album interi al numero 1 della classifica italiana attraversando 5 decenni diversi, dagli anni Settanta agli Ottanta, ai Novanta, al Duemila e ancora al Duemiladieci. Uno che partito da Zero è arrivato a mille, raccontando una storia

sempre uguale e sempre diversa, sempre bianca e allo stesso tempo nera. Senza che questo divenisse, nel tempo, una faccia di Giano, ma rimanendo tuttavia sempre lo stesso doppio volto. Nasce romano, Renato Fiacchini, in una data rotonda come il 30 settembre 1950, da Domenico, poliziotto, e Ada. Nasce in centro, a via Ripetta, dove resta fino agli 11 anni. Poi via, all’improvviso si deve cam-

biare casa, si va alla Montagnola. IL DOLORE Che roba è? Periferia capitolina, a quei tempi molto popolare, verace, sanguigna. All’inizio è un dolore, vissuto come una cattiveria, un bambino estirpato dall’appartamento dov’era nato per quella “estrema periferia, un quartiere ai confini della realtà”, dirà poi rivivendo

quel passaggio. Invece, e se ne rende conto presto, è proprio lì che rinasce, anzi che nasce e poi diventa quello che è il vero, autentico Renato Zero. Sintesi perfetta di due opposti. Uno come tutti, come ognuno di quelli che diventeranno i suoi “Sorcini”. E allo stesso tempo uno diverso da tutti, con le sue piume, le sue paillettes, i suoi travestimenti. Quando lo porte-

I dischi più Oltre 45 milioni di dischi venduti, Collaborazioni importanti e duetti d’eccezione. La vita artistica di Renato Zero è una vita da primatista. E suo infatti è il record di essere l’unico ad aver raggiunto il primo posto nelle classifiche italiane ufficiali di vendita in cinque decenni con-

1973

No! Mamma, no!

1974

Invenzioni

1976

Trapezio

1977

Zerofobia

1978

Zerolandia

1979

EroZero

1980

Tregua

1981

Artide Antartide

1982

Via Tagliamento

1983

Calore

1984

Leoni si nasce

1984

Identikit

1986

Soggetti smarriti

1987

Zero

1989

Voyeur

secutivi. Un ris nale, senza pre dice lunga sulle tistiche e sull’a blico che ha sap disco dopo disc stima e l’amiciz che hanno due eseguito cover d


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ella Roma di periferia

Le mascherate, i club gay, i sorcini: storie di un cantattore diverso da tutti gli altri

ranno al successo, quei lustrini da pre-drag queen, negli stessi anni un certo David Bowie fa di sé il profeta del travestitismo e dello Zelig. Ma è diverso. Quello è una maschera in sé, Zero è realtà mascherata. Dentro c’è uno vero. Quando sarà adulto, tornerà in quel Centro di Roma che lo ha visto nascere, “abito dalle parti di piazza di Spagna”, dove è cambiato tutto, e “non c’è più un fornaio”. No, è

la Montagnola che lo cresce ta i club gay, fa il suo scandalo nelle case della classe e lo plasma. media. E spesso finisce al commissariato. Papà DomeIL TRAVESTIMENTO Licenza media, Istituto di nico è poliziotto: “Ci porStato per la cinematografia, tavano al Campo Marzio, poi si butta a corpo morto proprio lì dove lavorava mio sulla musica e il canto. Rac- padre. Poveretto, ogni volta conta di essere omosessuale mi gridava: Un’altra volta!”. “per evitare il servizio di Lui, mentre nasce il vero leva”. Però “ho mentito. Renato Zero, per non ferirSono fatto di ben altra pa- lo, si veste nei portoni dei sta”, dice nel 2006 a Dome- palazzi: “Uscivo dalla casa nica In. Eppure a quei tempi della Montagnola con tutto si traveste davvero, frequen- l’armamentario e poi cer-

importanti

sultato eccezioecedenti che la sue capacità aramore del pubuto conquistare co. Così come la zia dei colleghi ettato con lui o dei suoi successi

(come Mina, Patty Pravo, Laura Pausini, Al Bano) o, ancora, si sono avvalsi della sua capacità di autore. Suoi infatti sono alcuni capolavori interpretati da Ornaella Vanoni, Claudio Villa, Loredana Bertè, Al Bano e, recentemnte, Anna Tatangelo.

1991

La coscienza di Zero

1993

Quando non sei più di nessuno

1994

L'imperfetto

1995

Sulle tracce dell'imperfetto

1998

Amore dopo amore

2000

Tutti gli Zeri del mondo

2001

La curva dell'angelo

2003

Cattura

2005

Il dono

2009

Presente

2013

Amo - Capitolo I

2013

Amo - Capitolo II

cavo un angolo segreto per agghindarmi”. Sono gli anni Settanta del glam-rock, si mischia tutto, lustrini e paillettes diventano uno strumento che modella un personaggio istrionico, antisistema, provocatorio e diverso, arrivano “Mi vendo”, “Triangolo”, “Fermoposta”, “Sbattiamoci”. Già dai primi successi stabilisce un rapporto unico con i propri fans, che non lo molleranno mai nel corso della sua car-

riera. Sono gli Zerofolli, sono tanti, poi , un giorno lo attorniano coi motorini, lui pensa “Sembrano tanti sorci”, ecco, diventeranno i Sorcini, per tutta la vita. E’ sempre di più un cantattore, in un tour del 1980 entra in scena su un carro trainato da un cavallo bianco, nel 1984 lancia un disco presentandolo allo zoo di Roma vestito da leone e scortato da quattro aborigeni. Poi sarà Sanremo, la

radio, la tv, i temi che nelle canzoni si spostano sempre più sul sociale, anche sull’introspezione. Ma forse lo erano anche prima, raccontavano un’Italia che stava cambiando pelle. Ancora oggi è lì, nato a via Ripetta, rinato alla Montagnola, che racconta e canta facendosi capire bene, un po’ con il cuore e molto con la semplicità. E i Sorcini lo staranno a sentire. Sempre.



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Amicizie in musica

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Curiosità

Da Claudio Villa a Laura Pausini, sono molti gli artisti che hanno duettato con Renato Zero CURIOSITÀ. Artisti, amici, colleghi. Renato Zero ha saputo coltivare nel tempo rapporti di sincera amicizia nel mondo spesso capriccioso dello showbiz . Rapporti umani, veri che in occasione del “Sei Zero Tour” - evento messo in scena a Roma in otto date per il suo sessantesimo compleanno - si sono tradotti in duetti canori o semplici abbracci sul palco. Quelle sere, che a Roma (e non solo) se le ricordano proprio tutti, a cantare con Renato si avvicendarono artisti come Lucio Dalla, Ron, Amedeo Minghi, Mario Biondi, Andrea Bcelli, Gigi D’Alessio, Fiorella Man-

noia, Irene Grandi, Michele Zarrillo. Tutti lì a condividere con l’amico Zero la gioia di un compleanno speciale. E con loro gli amici storici: i New Trolls, Al

Bano, Rita Pavone e Raffaella Carrà. Duetti d’eccezione, che rimarranno nella storia, come quelli che hanno visto cimentarsi sul palco anche chi cantante

CIAO NÌ

Jovanotti e Renato Zero al Concerto per l’Emilia (2012).

Un trio davvero eccezionale al “Panariello non esiste”.

L’abbraccio con Laura Pausini al Live del Circo Massimo.

non è come l’attrice Sabrina Ferilli e il Maestro Gigi Proietti. Un duetto quest’ultimo che ha fatto davvero sognare. Mentre a far sorridere ci ha pensato la grande ironia di Renato che ha voluto accanto a sè anche l’attore Giorgio Panariello, autore della sua imitazione più famosa e ben riuscita, visto che lo stesso Renato racconta spes-

so di essersi visto in tv e, non ricordando di aver rilasciato l’intervista che stava andando in onda, si accorse che si trattava di un’imitazione. Un gioco, quello di Panariello, che ha dato vita a una grande amicizia e a divertenti siparietti. Ma a duettare con Renato, negli anni, sono stati anche altri grandi artisti come l’amica Loredana Bertè, la compagna d’avventure al Piper Patty Pravo, addirittura Claudio Villa. E ancora, nel 1999, Luciano Pavarotti lo vuole nel suo

Pavarotti and Friends, per cantare insieme, e poi i duetti con Jovanotti e Baglioni nel 2012, in occasione del concerto per l’Emilia, o ancora con Fiorello, con Gino Paoli sul palco messo in piedi per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo, con Laura Pausini nel live al Circo Massimo e, anche se non dal vivo, quello con Mina che resta uno dei duetti più belli e che è incluso nel cd di cover che la tigre di Cremona ha voluto dedicare a Renato Zero.

Nel 1979 Renato Zero gira il suo unico film da protagonista “Ciao nì”. Il titolo si deve a un episodio della vita dell’artista. “Un giorno - ha detto Renato a Rai Radio2 - mentre ero in auto con mio padre, che guidava, una donna dalla macchina accanto mi salutò. Aveva l’accento romano e disse: “ciao nì”. Mi voltai verso il finestrino e rimasi folgorato: era Anna Magnani. Per me fu come un sogno che si realizza. E in quel momento capii che ero diventato Renato Zero”.



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Renato Zero secondo me

Dario Salvatori, uno dei più importanti critici musicali d’Italia, racconta l’artista attraverso le sue provocazioni e i suoi successi Cinque decenni passati sulla cresta dell’onda. Dai tempi di “No! Mamma, no!” fino a “Amo – Capitolo II”, Renato Zero è riuscito a conquistare quasi tre generazioni di italiani. Tutto merito di un’alchimia perfetta fatta di trasgressione, di testi mai banali, di eccentricità e, soprattutto, della capacità di parlare al cuore della gente. È per questo che, nel corso degli anni, il re dei sorcini ha smesso i panni del cantante per diventare un punto di riferimento culturale. Un fenomeno vero e proprio che il critico musicale (ma è anche giornalista, conduttore, scrittore e responsabile del patrimonio sonoro della Rai) Dario Salvatori ha provato ad analizzare per noi. Dario, ci racconti il fenomeno Zero? Credo che questo “fenomeno” di Renato sia unico non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa. All’inizio venne paragonato, maldestramente, a David Bowie, ma i due ave-

vano poco da spartire a parte i lustrini. Avevano un background sociale e umano molto diverso. Zero è un fenomeno basato sulla cultura romana sia per quanto riguarda la sua esperienza nei locali che per la sua vita personale e familiare. Parliamo di un ragazzino nato nel centro storico, nel rione Trevi, e rimbalzato alla Montagnola, in quello che doveva essere un quartiere emergente. Lui è un fenomeno unico anche per le battaglia che ha vinto, prima di tutto quella sulla sua “durata”. Per uno che si presentava nel suo modo era facile prevedere una carriera breve. Quanto sono stati importanti gli anni del Piper? Molto. Il Piper è stato portato al successo dai giovani che andavano lì e ballavano vestiti in maniera diversa. Poi, in un secondo momento, sono arrivati i vip che non volevano andare solo nei locali di una Dolce Vita che non c’era più. Erano spinti dalle moglie e le fidanzate che lo

trovavano eccentrico, un modo per fare qualcosa di diverso. E venivano anche molti coreografi che volevano copiare i nostri passi. Come è riuscito Zero a far convivere trasgressione e valori apparentemente in contraddizione come la cristianità? Sinceramente non lo so, anche perché chi prende una posizione così marcata rischia di scontentare una parte dei fan che la pensa diversamente. L’essere padre di famiglia e religioso, però, ha allungato la sua carriera. Non puoi essere trasgressivo per tutta la vita, così è diventato anche un fenomeno familiare. L’ultima volta che l’ho visto parlava solo dei nipoti e non delle nuove tendenze musicali inglesi. Bastano un po’ di lustrini per essere trasgressivi? Negli anni Sessanta era facile stupire anche solo con un taglio di capelli. Chi non aveva un look mainstream era automaticamente un fenomeno da baraccone. Zero è stato

aiutato da “rinforzi” come la sua famiglia e il fatto di venire dalla strada. Allora dov’è che è stato rivoluzionario? Nell’uso dei testi, di certi temi e di alcune parole nel corso della sua amplissima discografia. Perché musicalmente non ci sono svolte epocali nelle sue note. Si è sempre affidato a musicisti che facevano cose abbastanza convenzionali, non è mai stato all’avanguardia come sound. Dopo ventotto tour riesce a fare ancora il tutto esaurito. Qual è il suo segreto? Prendere le distanze dalla musica perché, a parte i Rolling Stones e pochi altri, nessuno riesce a tenere botta solo con la melodia. Renato riesce a mettere insieme tre generazioni diverse, e non è una frase fatta dire che ai suoi concerti ci vanno anche i figli dei sorcini della prima ora. In Italia ci riescono solo Baglioni e i Pooh. Trasversale è chi riesce a sconfessare quello che doveva essere effimero trasformandolo in mainstream.

Dario Salvatori presenta il suo ‘dizionario della canzone’.

L’evoluzione della sua musica, non mi viene in mente nessuna intuizione “paralizzante”. Il suo rapporto con i sorcini? Prima di tutto è sincero. Lui l’ha coltivano fin dall’inizio, dal primo disco. È un rapporto filiale ma corretto, supera l’idea del semplice fan club. Avrebbe poco senso fare un bollettino e spedirlo via web,

lui riesce a fare dei raduni e a stabilire un filo diretto. Ma è un rapporto difficile da mantenere. Un pubblico così trasversale lo tieni insieme solo se non l’hai mai tradito, bidonato. Lui prende decisioni anche discutibili, a volte è papalino, ma siamo a Roma e ci sta anche questo. Io, però, preferisco la sua anima trasgressiva. Andrea Romano



Sound STADIO

Martedì 4 febbraio 2014

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Milano: un 2014 da suonare In attesa dell’attesissimo mega concerto di Vasco Rossi, il calendario degli eventi meneghini si arricchisce di nomi preziosi: dai Simple Minds a D’Alessio e Piero Pelù, fino agli One Direction IL CARTELLONE. Non solo Renato Zero. Quello che è appena iniziato, infatti, sarà un anno all’insegna dell’ottima musica. E il menù dei concerti che andranno in scena a Milano è così variegato da accontentare anche i palati più esigenti.

le, 28 euro) festeggiare i suoi primi 40 anni di Rock con un’esibizione che già si preannuncia esplosiva. Attesa anche per Antonello Venditti che il 24 (Teatro degli Arcimboldi, dai 34 ai 74 euro) scalderà i cuoi con il suo “70/80 ritorno al futuro”.

Si comincia lunedì 10 febbraio con Luca Carboni (Teatro degli Arcimboldi, biglietti da 34 a 51 euro) e il suo Fisico & Politico Tour. Un appuntamento da non perdere che vede in scaletta tutte le hit delIl giorno seguente sarà la volta dei Simple Minds (Alcatraz), chiamati a chiudere col botto il mese di febbraio. Fitto il calendario degli appuntamenti di marzo. la sua carriera, da “Inno Nazionale”a “Ci vuole un fisico bestiale” passando per “Mare Mare”, per raccontare i suoi magici 30 anni di attività. Sette giorni più tardi, invece, toccherà a Loredana Berté (Barlcays Teatro Naziona-

gherà il Teatro Nuovo (da 29 a 40 euro) e i testi taglienti degli Afterhours faranno cantare il pubblico dell’Alcatraz (25 euro). Giovedì 27, invece, la chitarra di Alex Britti si prenderà il Teatro Dal Si comincia il 5 con Gio- Verme (dai 23 ai 36 euro). vanni Allevi (Teatro degli Arcimboldi, da 11 a 46 euro) e si continua il 6 con Brunori Sas (Alcatraz, 11 euro), il 7 con la PFM e Antonella Ruggiero (Teatro degli Arcimboldi da 26 a 42 euro) e il 13 con i The Zen Circus (Alcatraz, 11 euro). Il 19, in- Tantissime le date da sevece, spazio alle note di gnare col circoletto rosso Gavin De Graw (Magazzi- ad aprile, dove nel giro ni Generali, 34 euro), men- di pochi giorni si esibitre il giorno successivo il ranno pezzi da novanta palco dell’Alcatraz sarà come Ornella Vanoni (il tutto per Neffa (17 euro). 7 al Teatro Dal Verme, da Doppietta per la serata 34 a 57 euro), le Luci della del 24, quando l’energia Centrale Elettrica (il 9 di Enrico Ruggeri stre- all’Alcatraz, 15 euro), Samuele Bersani (il 10 al Barclays Teatro Nazionale, dai 25 ai 40 euro), Emis Killa (il 10 all’Alcatraz, 23 euro), Gigi D’Alessio (l’11 e il 12 al Gran Teatro Linear4Ciak, dai 28 ai 57 euro) e Piero Pelù (il 16

all’Alcatraz, 36 euro). Maggio, invece, sorride ai fan di Ben Harper, che si esibirà il 13 al Gran Teatro Linear4Ciak (biglietti dai 34 ai 63 euro), e di Biagio Antonacci (Stadio San Siro, da 17 a 69 euro). È da giugno, però, che si entra nella fase clou. Sono tanti gli assi della musica internazionale che saliranno sul palco per salutare la bella stagione. Qualche nome? Tori Amos (3 giugno al Barclays Teatro Nazionale, dai 46 ai 69 euro), Ligabue (il 6 e il 7 allo Stadio San Siro), Linkin Park (il 10 all’Ippodromo City Sound,

57 euro), Davide Van de Sfroos (il 13 all’Ippodromo City Sound, 23 euro), Pearl Jam (il 20 a San Siro), Motorhead (Ippodromo City Sound, da 46 a 57 euro) e Aerosmith (il 25 all’Arena Fiera Rho, 60 euro) One Direction (San Siro, 28 e 29 giugno, biglietti da 51 a 80 euro). Fra gli appuntamenti più attesi della stagione, ci sono senza dubbio i 4 concerti che Vasco Rossi terrà a San Siro (4,5,9 e 10 luglio) e i ritorni di Bruce Springsteen e dei Placebo (il 22 all’Ippodromo City Sound, da 41 a 51 euro).



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