Il portale

Maggio 2017

Al portale a tre lati si giungeva in sogno Il suono dell'acqua indicava la strada Era vicino, appena un passo oltre E il suo richiamo diceva
Di-len val nil Di-len val fel
Chi sceglie di passare parte Chi sceglie di passare ritorna 
Nascere E lÏ si incontrava il diavolo 
Sapevamo tutti come nascere Si scendeva nella grotta, nella terra E lĂŹ si incontrava il diavolo Cosa accadesse nessuno lo ricorda Ma ritornavamo profumati di fiori Fatti di luce e di ombra
Allora le voci iniziavano a cantare Ci guidavano lungo il fiume Fino al mare dove si moriva Ma noi non potevamo piÚ sentirle 
Divisione La nostra percezione
 si articola su tre frequenze 
La nostra percezione si articola su tre frequenze: • Passato-Futuro-Presente • Buio-Luce-BuioLuce • Maschile-Femminile-Unione di uomo e donna • Pieno-Vuoto-VuotoPieno etc. Il nostro corpo-mente sperimenta però la divisione; per questo funziona su quattro frequenze invece di tre. La quarta frequenza è quella della divisione/ unione, e ci permette di percepire e distinguere tra loro le altre tre frequenze.
Esempio: adattamento cromatico Chiudi gli occhi. Poi punta una luce su un occhio solo, mentre tieni coperto e al buio l’altro. Come reazione meccanica del corpo, la visione dell’occhio esposto alla luce si adatta alla luce forte e mostra le immagini con una sfumatura più fredda. Quelle mostrate dall’occhio tenuto al buio invece compenseranno assumendo colori più caldi.
colori freddi
colori caldi
unione: vedere la scena con colori caldi/freddi
Quando utilizziamo entrambi gli occhi la differenza di colori non si nota: il cervello unisce le due immagini creando un unico quadro, in cui è presente ogni sfumatura in modo armonico. Se invece chiudiamo alternativamente un occhio e l’altro, vediamo la scena solo con tinte fredde o solo calde.  divisione: ricevere solo le immagini con tinte calde o fredde
colori caldi
colori freddi
divisione: vedere la scena in tinte solo calde o solo fredde
La quarta frequenza ci fornisce lo strumento per percepire la differenza tra unione e divisione. Grazie ad essa possiamo avere la percezione separata di una singola frequenza e del suo complementare: maschile oppure femminile, pensare oppure sentire, buio oppure luce. Possiamo distinguere le frequenze complementari perché la quarta frequenza crea un livello di osservazione delle altre tre. Gli animali non percepiscono la quarta frequenza, dunque vivono sempre nell’unione degli opposti. Per questo motivo anche la loro percezione del tempo non si articola su passato e futuro come la nostra, ma è solo nel perpetuo momento divenire.
Oltre il tempo Passaggi delle infinite traiettorie 
Una notte chiusi gli occhi accanto al fuoco dello sciamano - La polvere scura nelle fiamme sollevava scintille d'oro Disse: sei nel ventre di tua madre Poi: sei gravida di un figlio Infine: sei nei sogni di quelli morti Ad ogni parola mi spostavo Attraversavo la porta del tempo E sempre volevo vivere FinchÊ si fece silenzio, nel cuore e nella pancia - Mi avvolse la rete, luminosa delle mie esistenze Allora vivere e morire divennero uguali Passaggi delle infinite traiettorie E ovunque il fuoco bruciava  
Vite Viviamo molte vite 
Viviamo molte vite. Ogni coscienza conosce solo sé stessa, ma l’anima le percepisce tutte e attinge informazioni da ognuna. Tutte le vite che viviamo sono legate, sono tutte parte di un “ciclo”. Tutte le vite in un ciclo sono contemporanee C’è un intento alla base di ogni ciclo, che influenza tutte le nostre vite che ne fanno parte. Il ruolo originario con cui nasciamo. Il ruolo originario si traduce nell’istinto di sopravvivenza in ogni vita, nella spinta ad andare avanti. E’ la consapevolezza sotterranea di vivere per una motivazione, con un qualcosa da fare.
Quando iniziamo un ciclo entriamo a far parte di una rete che connette tutte le vite (nostre e di altri) che si incrociano e si influenzano. Nulla è predeterminato in essa, ma tutto è interconnesso e in contatto costante. Ogni vita aiuta l’altra a realizzare il ruolo originario con la reciproca influenza In questa rete il tempo assoluto non esiste. In ogni vita si percepisce il cambiamento, lo scorrere del tempo, ma in ognuna è differente, influenzato dal corpo, dall’ambiente, dalla società, dalla fisica/ chimica del luogo in cui si vive ecc. In ogni vita di un ciclo sperimentiamo una sfaccettatura diversa del ruolo originario. La divisione del proprio ruolo in molte vite ha la stessa funzione della quarta frequenza: permette di percepire la divisione/unione delle esistenze nella rete.
Ricordi Il tempo antico 


Vengo dal tempo antico Il tempo che esiste prima d’ogni cosa Nel mio tempo i sogni camminano tra gli svegli e i ricordi occhieggiano dal fondo dei pozzi Le onde ci portano nuove ere e poi le risucchiano via, sommerse nella memoria eterna del mare Spesso ci sdraiamo al tramonto nell’erba e con i polpastrelli giochiamo a sfiorare il Velo Guardiamo i colori creare l’arcobaleno, ci specchiamo ridendo nelle forme Ci siamo tenuti la mano, ricordi? Quando eravamo insieme nel tempo antico Il tempo che esiste prima d’ogni cosa
Legami I legami tendono all’equilibrio 
I legami tendono all’equilibrio. Gli opposti si attraggono perché nei legami ogni parte tende a compensare le altre. Tanto maschile stimola la nascita di elementi femminili. Tanto controllo stimola l’assenza di responsabilità. Tanta comunicazione stimola il silenzio. In una rete complessa di elementi legati tra loro, ognuno di essi tende -spesso inconsciamente e in modo meccanico- a compensare quanto apportato dagli altri. Ogni vita di un ciclo richiama perciò all’interno di sé elementi complementari. Le vite di uno stesso ciclo saranno tra loro bilanciate, complementari l’una con l’altra.
L’equilibrio tra le vite di un ciclo e gli elementi all’interno di ognuna di essa si concretizza nell’incastro dell’intento.
L’equilibrio si mantiene con i legami e le reciproche influenze, le traiettorie e le frequenze intrecciate a formare un unico, immenso disegno in continuo movimento.
Esempio: omeopatia Indirizzo terapeutico fondato sul concetto che le malattie vadano curate con dosi infinitesimali di quei farmaci che, somministrati a persone sane, inducono una sintomatologia analoga a quella considerata. 
Il doppio Il gioco dello specchio

Ci mandavano ad incontrarlo da bambini Quando non sapevamo ancora nulla e potevamo entrare nella radura Lui ci aspettava lì, vestito di blu Sorrideva tra i rami e ci guardava con i curiosi occhi dorati Il viso né allegro né triste, le mani lunghe e delicate Sedevamo davanti a lui e giocavamo al gioco dello specchio - Si rideva, si piangeva, lo si animava con la nostra anima Ma nessuno di noi riusciva mai ad afferrarlo Eravamo bambini, non sapevamo ancora nulla Eravamo bambini e non avevamo paura di lui
Specchi Non possiamo vedere noi stessi 
Non possiamo vedere noi stessi. Le energie che muoviamo nelle nostre vite, consciamente o meno, disegnano il nostro ritratto: questo è l’unico modo in cui possiamo osservarci. Le vite che viviamo sono tutte il riflesso del ruolo originario da cui il ciclo nasce, tutto in esse lo riflette. Come lo specchio mostra il corpo, ogni nostra esistenza fisica rispecchia l’anima. In ogni vita, scopriamo una differente parte del nostro essere, come se ci osservassimo in uno specchio sempre diverso. Inoltre in ogni vita l’equilibrio e la compensazione ci portano intorno energie uguali e complementari alle parti di noi di cui ancora non abbiamo preso coscienza.
Dunque è molto difficile riconoscersi nel riflesso, perché spesso ci mostra le cose al contrario.
La difficoltà di ricordare sta nella natura invisibile del ricordo. Non abbiamo immagini, fotografie, profumi, catene di eventi causa-effetto. Non ci sono agganci con la realtà materiale né con la logica del pensiero umano. Le chiamiamo “sensazioni”, “impressioni”, “sogni”. Accediamo nel riposo o nel dormiveglia all’immenso bacino oscuro di cose senza nome che stanno appena oltre la linea del visibile. Nella notte, nell’assenza di logica, sottoterra. La parte oscura non è ciò che non conosco, ma ciò che non posso conoscere.
Acqua dai mondi Parlare con quelli di fuori 



C'era un luogo in cui ci insegnavano le parole per parlare con quelli di fuori Era un’ampia vasca di pietra, nessuno sapeva da quanto esistesse L’acqua vi giungeva dai mondi e gorgogliava tutti i loro suoni Quando bevevamo sentivamo una voce Parlava all’interno, dietro la fronte Molti avevano paura e chiedevano “Quando smetterà?” Ma la voce non smetteva mai E pian piano ci insegnava le parole
Comunicazione Il tutto è formato da due parti 
Il tutto è formato da due parti. Abbiamo la necessità di attirare il complementare delle nostre energie perché ogni scambio equilibrato si compone di due parti.
Esempio1: la comunicazione La comunicazione avviene sempre in due versi, opposti e contemporanei: da fuori a dentro, da dentro a fuori. • Le informazioni dall’esterno vengono filate nei nostri corpi • Le informazioni dall’interno vengono filate nel mondo Sia fuori che dentro, contemporaneamente. Il messaggio si evolve attraverso la comunicazione.
Esempio 2: la creatività Da dentro a fuori: nella creatività il ruolo originario prende forma • Quando creo, sono • Quando sono cambio la realtà
Da fuori a dentro: con la creatività trovo le tracce dell’anima • Quando creo mi ritrovo • Quando mi ritrovo, ricordo