HÉRÉTIQUE DESIGN FIRENZE / MADRID COMMUNICATION AND DESIGN FOR CONTEMPORARY ART APPUNTI E RIFLESSIONI / NOTAS Y REFLEXIONES NUMERO 1 / NÚMERO 1
HÉRÉTIQUE DESIGN FIRENZE / MADRID COMMUNICATION AND DESIGN FOR CONTEMPORARY ART
FONDATORI / FUNDADORES Virginia Garcia Bonilla Francesco Ozzola SOCI / SOCIOS Tommaso Panerai COLLABORATORI / COLABORADORES Alba Braza Boïls Jose Antonio Moya Pietro Gaglianò Umberto Zanesi Valerio Donfrancesco
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PIETRO GAGLIANÒ PAOLO PARISI SANDRA MOROS SIDES MINERVA CUEVAS PILAR ALBARRACÍN LOVE DIFFERENCE LEE JAFFE THE WALL (ARCHIVES) FRANCESCO GNOT
RINGRAZIAMENTI / AGRADECIMIENTOS Hérétique Design Firenze / Madrid desidera ringraziare tutti coloro che in vario modo hanno contribuito al suo sviluppo Hérétique Design Firenze / Madrid agradece a todas las personas que de diversas maneras han contribuido a su desarrollo CRISTIANA MARGIACCHI | ELENA FORIN | EMANUELA BALDI | EUGENIA VANNI FRANCESCA GANZENUA | GIANCARLO CAUTERUCCIO | GIUDITTA PRUNETI GIOVANNI OZZOLA | IVANA FERLAINO | LEE JAFFE | LETIZIA CANTINI MASSIMO CONTI | NURTEN OZKORAY | PAOLO PARISI | PILAR ALBARRACÍN PINA IZZI | SANDRA MOROS SIDES | SERGIO RISALITI SILVIA LUCCHESI | VAIA BALEKIS | MARIO VECCHIONE
GRAFICA E IMPAGINAZIONE / DISEÑO Y MAQUETACIÓN CORREZIONE TESTI / CORRECCIÓN DE TEXTOS PUBBLICATO DA / PUBLICADO POR CREATIVE COMMONS BY HÉRÉTIQUE DESIGN FIRENZE / MADRID WWW.HERETIQUE.IT INFO@HERETIQUE.IT
HÉRÉTIQUE DESIGN
Hérétique Design propone un diverso punto di vista nei confronti delle avversità, considerandole non solo ostacoli da superare ma anche come diverse possibilità per percorrere la vita in maniera inaspettata: si può scegliere d’imbattersi in avversità per maturare un diverso punto di vista, gustando il piacere della sfida, indipendentemente dal trovarsi, in seguito, dalla parte dei vincitori o dei vinti. Lo stesso nome Hérétique cita, rievocandone l’immagine, il gommone a vela di Alain Bombard, il ‘naufrago volontario’ che ‘si lasciò letteralmente andare’ contro le avversità di sessantacinque giorni per mare, teorizzando, infine, che nella maggior parte dei casi a spingere i naufraghi verso la morte siano cause psicologiche come la disperazione e la paura e che, al contrario, affrontare volontariamente tale esperienza può condurre, come nel suo caso, a inaspettate rivelazioni.
Hérétique Design propone un punto de vista distinto frente a la adversidad, considerándola no solamente como un obstáculo que hay que superar, sino también como la posibilidad de vivir la vida de modo inesperado: se puede decidir lanzarse hacia un destino adverso para madurar un punto de vista distinto, disfrutando del placer del desafío, independientemente de encontrarse, al final, en la parte de los vencedores o vencidos. El propio nombre Hérétique cita, invocando su imagen, la lancha a vela de Alain Bombard, el náufrago que literalmente se dejo andar contra la adversidad durante sesenta y cinco días en el mar, teorizando al final, que en la mayor parte de casos lo que empuja a los náufragos hacia la muerte, sean las causas psicológicas como la desesperación y el miedo y que al contrario, afrontar voluntariamente la experiencia, puede conducir, como en su caso, a revelaciones inesperadas.
Hérétique Design proposes a different point of view against adversity, considering it not only as an obstacle to overcome, but also as the possibility to live the life in an unexpected way: we may decide to charge into an adverse fate to mature a different point of view, enjoying the pleasure of the challenge, regardless of being, then, on the side of the victors or vanquished. The name Hérétique itself speaks about the boat, the rubber dinghy sailing by Alain Bombard, the castaway who did face against adversity during 65 days on a solitary trip on the ocean, from Marseille to Barbados Islands, testing his theory himself in order to save thousands of lives of people lost at sea, because in the most part of cases, what pushes the castaways into death are psychological causes such as fear and desperation. On the contrary, to voluntarily face that experience, as he did, can lead to unexpected revelations.
Hérétique design propose une vision positive de l’adversité suivant laquelle chaque expérience, chaque défit, chaque accident de la vie, constitue paradoxalement une opportunité pour mûrir suivant des schémas peu orthodoxes. “Hérétique” rappelle le nom de l’embarcation d’Alain Bombard qu’il utilisât pendant son expérience de 50 jours de naufrage volontaire pour prouver que la survie est possible grâce à la générosité de la mer. Ainsi la mort est-elle davantage conditionnée par un état d’esprit négatif généré par la peur et le désespoir. En tout état de cause, il convient donc de positiver toute expérience indépendamment de son résultat final pour recueillir des révélations inattendues.
HÉRÉTIQUE DESIGN
Visual Identity / Design Graphic Design / Web Design / Photo and post-production / Video and editing / Publishing / Organization and content ratio / Editing and proofreading / Editing and correction of technical sheets and bibliographies / Publication style care / Publication rights management and legal use of images / Community management / Events communication / Application factory /
FIRENZE / MADRID 1/12/2012 _ 5.45 AM - 11.45 PM
UN SEGNO NELLO SPAZIO Pietro Gaglianò
UNA SEÑAL EN EL ESPACIO Pietro Gaglianò
“Io una volta passando feci un segno in un punto dello spazio, apposta per poterlo ritrovare duecento milioni d’anni dopo, quando saremmo ripassati da lì al prossimo giro.” Italo Calvino, Le cosmicomiche
“Una vez pasando hice una señal en un punto del espacio, aposta para poder encontrarlo doscientos millones de años después, cuando volvamos a pasar por allí en la próxima vuelta “. Italo Calvino, Le cosmicomiche
La parola “immagine” ha la stessa radice di “immaginazione”, e entrambe hanno una tortuosa e incerta etimologia che le fa ascendere al latino “imitor” (“imitare”,”riprodurre”). L’immagine quindi è sempre il risultato di una ricerca di somiglianza, ma da nessuna parte si specifica che il modello debba essere a sua volta qualcosa di visibile. L’immaginazione procede da astrazioni, e i risultati ai quali arriva sono, a volte, immagini che prima non esistevano e che imitano un’idea, un pensiero, un’emozione. L’immagine rimane a testimonianza di un concetto che ha bisogno di essere tradotto in termini formali per essere comprensibile e diffuso. C’è stato un tempo - ed esistono ancora luoghi - in cui la creazione di immagini veniva bandita, per rafforzare il valore della loro origine, l’aspetto immateriale e inimitabile dell’idea dalla quale discendevano, oppure per negarla completamente. La “società dello spettacolo” predilige invece la sovrapproduzione di immagini e la stimola sistematicamente, arrivando, secondo Guy Debord, a sostituirle alla merce come oggetto del desiderio. Il gap tra queste forme e la loro origine è ormai incolmabile, e la distanza lungo la quale si perde il loro significato rappresenta il deserto di senso in cui l’osservatore assume il paradossale e didimeo ruolo di consumatore passivo. Tra l’iconoclastia e l’inquinamento di sollecitazioni visive, è ancora possibile formulare un’immagine, anche dove sembrano mancare le coordinate per riconoscerla, come nel racconto di Calvino “nello spessore generale di segni sovrapposti e agglutinati”. In queste condizioni lasciare un segno, con gli strumenti del pensiero, dell’arte, dell’intelletto creativo, è addirittura una sfida.
La palabra “imágen” tiene la misma raíz que “imaginación”, y ambas tienen una tortuosa e incierta etimología que les hace ascender al latín ‘imitor’ (“imitar”, “reproducir”). La imagen es por lo tanto siempre el resultado de una búsqueda de similitudes, pero en ninguna parte se especifica que el modelo deba a su vez ser algo visible. La imaginación procede de abstracciones, y los resultados a los que llega son, a veces, imágenes que antes no existían y que imitan una idea, un pensamiento, una emoción. La imagen permanece como testimonio de un concepto que necesita ser traducido en términos formales para ser comprensible y generalizado. Hubo un tiempo - y todavía hay lugares - en el que la imagen se prohibía, para aumentar el valor de su origen, el aspecto inmaterial y la idea única de cual provenían, o para negarla por completo. La “sociedad del espectáculo” prefiere en cambio el exceso de producción de imágenes y estimula de manera sistemática, llegando, según Guy Debord, a sustituir de los bienes como objetos de deseo. La diferencia entre estas formas y su origen es insalvable, y la distancia en la cual se pierde su significado representa el desierto de sentido en el que el observador asume el paradójico y didimeo papel de consumidor pasivo. Entre la iconoclasia y la contaminación de los estímulos visuales, aún es posible formular una imagen, incluso donde parecen faltar las coordenadas para reconocerla, como en el relato de Calvino “en el espesor total de signos superpuestos y aglutinados.” En estas condiciones, dejar una señal, con las herramientas del pensamiento, del arte, de la inteligencia creativa, es incluso un desafío.
http://www.thewallarchives.net/
Courtesy of the artist
Paolo Parisi
“Commonplace (Unitè d’habitation)”, 2011
IL POTERE DELLA RIUTILIZZAZIONE Sandra Moros Sides
EL PODER DE LA REUTILIZACIÓN Sandra Moros Sides
Un punto in comune delle arti visive contemporanee è l’uso di immagini, oggetti o meccanismi sociali già esistenti. Marcel Duchamp cominciò a sviluppare queste strategie con i suoi famosi ready-made, e da lì iniziò un percorso nell’arte verso l’utilizzo del “già realizzato”. Con Duchamp si mise in dubbio il processo creativo, dato che lo semplificò fino al punto di farlo sparire, “semplicemente” scelse un oggetto di uso quotidiano o un’immagine, come ad esempio un orinatoio o una cartolina della Gioconda, e li tramutò in arte attraverso la sola volontà dell’artista. Bourriaud conferisce a Duchamp il compito di completare la definizione di creare: “inserire un oggetto in un nuovo scenario, considerarlo come un personaggio di una storia”1. Possiamo definire questa strategia artistica con molti verbi: riciclare, rimodellare, innestare, decontestualizzare, trapiantare, ritagliare, riprogrammare ... Minerva Cuevas in Nuevos mercados propone una critica alla colonizzazione economica che le grandi multinazionali mettono in atto. A questo scopo crea degli stickers in cui modifica l’immagine corporativa di una nota società di telecomunicazioni spagnola cambiandone il nome sul logo con la parola coloniSar e aggiungendo immagini di sfondo che alludono all’arrivo di Colombo in America. Inoltre, l’artista introduce questa nuova immagine in un altro contesto che collide con l’abituale, manifestando a proposito della riunione del vertice dei leader provenienti da Europa e America Latina che si tiene a Madrid. Bourriaud definisce molto bene in Postproduction queste strategie equiparandole con il lavoro del DJ, in quanto questi sono impegnati ad estrarre frammenti, copiandoli e incollandoli, creando cosi un altro prodotto, ora racconto personale del DJ. Gli artisti si avvalgono di immagini già create per costruire la propria narrazione alternativa al racconto ufficiale dell’oggetto, immagine o forma. L’artista Pilar Albarracín costruisce la sua storia per mettere in discussione gli stereotipi e il processo di costruzione dell’identità. Nella video-performance Musical Dancing Spanish Doll si appropria della figura della bambola flamenca e crea una coreografia tra bambole e un elemento di distorsione: la stessa artista vestita come le bambole. L’artista ci porta ad una profonda riflessione sull’immagine della donna spagnola che si è costruita e diffusa, con l’utilizzo dell’umorismo, a partire da un elemento superficiale come lo è ad esempio una bambola. La preminenza dell’immagine nella nostra società in cui i mass media muovono velocemente e costantemente le immagini, ci avvicina all’appropriazione come di un fatto quotidiano che oscura e forse impedisce di vedere la rilevanza che ha avuto l’atto di prendere gli elementi già creati dagli artisti. Arthur H. Danto volle dare visibilità all’importanza di questa posizione, qualificando come un principale contributo artistico della decade degli anni settanta l’appropriazione “di immagini con un significato e identità stabiliti, attribuendogli un nuovo significato ed identità”2. Apriamo gli occhi, leggiamo l’altra storia delle immagini che ci presentano gli artisti, ampliando con questi nuovi racconti alternativi e sovversivi, i nostri sguardi.
Un punto en común de las artes visuales contemporáneas es la utilización de imágenes, objetos o mecanismos sociales ya existentes. Marcel Duchamp empezó a desarrollar estas estrategias con sus famosos ready-mades, y a partir de aquí se abrió un camino en el arte hacia el uso de lo ya creado. El proceso creativo con Duchamp se puso en duda, ya que lo simplificó hasta tal punto que casi desapareció, “simplemente” seleccionó un objeto cotidiano o una imagen, como el urinario o la postal de la Mona Lisa, y los convirtió en arte sólo por la voluntad del artista. Bourriaud otorga a Duchamp la labor de completar la definición de crear: “insertar un objeto en un nuevo escenario, considerarlo como un personaje dentro de un relato”1. Podemos definir esta estrategia artística con multitud de verbos: reciclar, remezclar, injertar, descontextualizar, trasplantar, recortar, reprogramar... Minerva Cuevas en Nuevos mercados plantea una crítica a la colonización económica que ponen en marcha las grandes multinacionales. Para ello crea una pegatinas en las cuales modifica la imagen corporativa de una conocida compañía de telecomunicaciones española cambiando el nombre de ésta en el logo por la palabra coloniSar y añadiendo imágenes de fondo que aluden a la llegada de Colón a América. Además la artista introduce esta nueva imagen en otro contexto que rompe con el habitual, una manifestación a propósito de la cumbre de mandatarios de Europa y América Latina que se celebra en Madrid. Bourriaud define muy bien en Postproducción estas estrategias al equipararlas con el trabajo del DJ, ya que estos se dedican a extraer fragmentos, copiándolos y pegándolos, creando así otro producto que se ha convertido en un relato personal del DJ. Los artistas se sirven de signos ya creados para construir su propio relato alternativo al relato oficial del objeto, imagen o forma. La artista Pilar Albarracín construye su historia para provocar un cuestionamiento de los estereotipos y del proceso de construcción de la identidad. En la vídeo-performance Musical Dancing Spanish Doll se apropia de la figura de la muñeca flamenca y crea una coreografía entre estas muñecas y un elemento distorsionador, que es la propia artista vestida también igual que las muñecas. La artista nos lleva a una reflexión profunda sobre la imagen de la mujer española que se ha construido y difundido a partir de un elemento superficial como es una muñeca y con el uso del humor. La preeminencia de la imagen en nuestra sociedad, donde los medios de comunicación de masas actuales mueven veloz y constantemente imágenes, nos acercan a la apropiación como un hecho cotidiano que quizás impide ver la relevancia que ha tenido el acto de tomar elementos ya creados por parte de los artistas. Arthur H. Danto quiso visibilizar la importancia de esta postura calificando como principal contribución artística de la década de los setenta la apropiación “de imágenes con un significado e identidad establecidos y otorgarles una nueva significación e identidad”2. Abramos los ojos, leamos la otra historia de las imágenes que nos presentan los artistas, ampliando con estos nuevos relatos alternativos y subversivos nuestras miradas.
sandramorossides@gmail.com 1 Bourriaud, Nicolas. Postproducción, Buenos Aires: Adriana Hidalgo Editora, 2009, p. 25. 2 Danto, Arthur H. Después del fin del arte. El arte contemporáneo y el linde de la historia, Barcellona: Paidós, 2002, p. 37.
1 Bourriaud, Nicolas. Postproducción, Buenos Aires: Adriana Hidalgo Editora, 2009, p. 25. 2 Danto, Arthur H. Después del fin del arte. El arte contemporáneo y el linde de la historia, Barcelona: Paidós, 2002, p. 37.
MINERVA CUEVAS Nuevos mercados
Courtesy of the artist and kurimanzutto, Ciudad de MĂŠxico
PILAR ALBARRACĂ?N Musical Dancing Spanish Dolls video still
Courtesy of the artist
LOVE DIFFERENCE Cittadellarte SHARING TRANSFORMATION Kunsthaus, Graz
LOVE DIFFERENCE Cittadellarte SHARING TRANSFORMATION Kunsthaus, Graz
Cittadellarte SHARING TRANSFORMATION alla Kunsthaus di Graz (29.09.201220.01.2013) è una mostra collettiva che presenta una selezione di progetti che attraverso la pratica artistica invitano diverse comunità alla partecipazione e al coinvolgimento attivo nelle dinamiche sociali.
Cittadellarte SHARING TRANSFORMATION en la Kunsthaus di Graz (29.09.201220.01.2013) es una exposición colectiva que presenta una selección de proyectos que, a través de la práctica artística invitan a diferentes comunidades a la participación e involucración activa en las dinámicas sociales.
Come partecipante alla mostra Love Difference ha voluto indagare quali parole maggiormente vengono usate dagli artisti selezionati per descrivere la loro relazione tra arte e ricerca e il loro rapporto con la società.
Como participante en la exposición Love Difference quiso investigar qué palabras son las más utilizadas por los artistas seleccionados para describir su relación entre el arte , la investigación y su relación con la sociedad.
Così nascono cinque tag cloud elaborazioni visive delle risposte a questionari inviati agli artisti partecipanti alla mostra e dalle descrizioni delle opere presenti sul catalogo.
Así nacieron cinco nubes de tags, elaboraciones visuales de las respuestas a los cuestionarios enviados a los artistas participantes en la exposición y de las descripciones de las obras en el catálogo.
È stato utilizzato tagxedo per creare l’immagine. Il programma conta quante volte un termine è menzionato in modo che le parole ripetute appaiono più grandi rispetto alle altre. Love Difference ha lavorato sul significato delle parole simili e sul layout dove il colore è utilizzato solamente per aiutare la lettura. Buona Visione!
Se utilizó tagxedo para crear la imagen. El programa cuenta cuántas veces se menciona un término de forma que las palabras repetidas aparecen más grandes respecto a las otras. Love Difference trabajó sobre el significado de las palabras símiles y sobre el layout donde el color se utiliza sólo para ayudar a la lectura. Disfrutelo!
INSPIRATION / DA DOVE PRENDI ISPIRAZIONE? MOTIVATION / DA DOVE PRENDI MOTIVAZIONE? APPROACH / COSA È IMPORTANTE NELL’APPROCCIO? RESULTS / COSA EMERGE DALLE AZIONI? NEW NEEDS / DI COSA C’È ANCORA BISOGNO?
INSPIRACIÓN / ¿DE QUE SACAS LA INSPIRACIÓN? MOTIVACIÓN / ¿DE DÓNDE SACAS LA MOTIVACIÓN? ENFOQUE / ¿LO QUE ES IMPORTANTE EN EL ENFOQUE? RESULTADOS / ¿LO QUE SE DESPRENDE DE LAS ACCIONES? NUEVAS NECESIDADES / ¿LO QUE AÚN SE NECESITA?
www.cittadellartest.tumblr.com/
Courtesy of Love Difference
LEE JAFFE Lee and Bob Marley, Chelsea, NYC. 1973 Lee and James Cotton, Austin, Texas. 2012
www.leejaffe.com
Courtesy of the artist
Jean-Michel Basquiat, 1983
THE WALL (ARCHIVES) #8 – BEYOND THE RAILWAY A project by PIETRO GAGLIANÒ in collaboration with B.GO LORETO/SP e CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea
THE WALL (ARCHIVES) #8 – BEYOND THE RAILWAY A project by PIETRO GAGLIANÒ in collaboration with B.GO LORETO/SP e CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea
Giovedì 27 giugno alle ore 18.00, negli spazi di B.go Loreto/SP, inaugura The Wall (archives) #8 – beyond the railway, nuova edizione del progetto che coinvolge artisti, curatori e studiosi chiamati a partecipare con un contributo formale o teorico per creare un archivio mobile: una piattaforma per il dibattito dalla quale scaturiscono esperienze di formazione e laboratori di mappatura sensibile dello spazio sociale. A Cremona il progetto si colloca con precisione ai margini della città, oltre la ferrovia che separa Borgo Loreto dal centro storico, per una indagine sulla periferia come luogo di decantazione e nuova propulsione culturale. Nato in collaborazione con B.go Loreto/SP e CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea, The Wall #8 prevede la realizzazione di un laboratorio rivolto agli studenti del Liceo Artistico Statale “Bruno Munari” e ai giovani creativi del territorio. Le attività saranno incentrate sull’interpretazione di alcune condizioni di permeabilità dello spazio pubblico e confluiranno in una formalizzazione che verrà presentata in occasione dell’inaugurazione. Verrà realizzato un secondo laboratorio dedicato alle insegnanti e incentrato sui temi della comprensione della diversità sociale e della sua valorizzazione. Per tutto il periodo di permanenza nello spazio di Borgo Loreto, i materiali di The Wall (archives) saranno a disposizione del pubblico in libera consultazione. The Wall (archives) è nato nel 2010 per aprire un dibattito intorno al concetto di muro, a partire dalla definizione geopolitica di frontiera per esplorare le più diverse interpretazioni sociali, culturali, territoriali, estetiche. Il progetto sviluppa un modello discussione sui linguaggi contemporanei e di comunicazione con il pubblico che reinterpreta la prassi contemporanea dell’archiviazione in funzione creativa. I materiali raccolti sono di qualsiasi natura e formato: performance, video, foto, disegni, o altre opere, testi originali, documenti, libri, riviste, dichiarazioni verbali. The Wall (archives) si muove di città in città ampliandosi col lavoro di nuovi autori incontrati lungo il percorso e assumendo ogni volta un profilo diverso sul piano della condivisione con il pubblico e dei dispositivi messi in opera. Nel corso delle precedenti edizioni, a Firenze, Roma, Bologna, Lecce, Città del Lussemburgo, Santa Croce sull’Arno (Pisa), Cosenza, ha presentato i contributi di oltre 160 autori e ha avviato progetti specifici con le istituzioni e con gli enti di formazione.
Jueves, 27 de junio a las 18:00 en los espacios Borgo Loreto / SP, se inaugura The Wall (archives) # 8 – beyond the railway, la nueva edición del proyecto que involucra a artistas, curadores y académicos invitados a participar con una aportación formal o teórica para crear un archivo móvil: una plataforma para el debate del qual surgen las experiencias de formación y laboratorios de mapeo sensible del espacio social. En Cremona, el proyecto se encuentra con precisión al borde de la ciudad, más allá del ferrocarril que separa Borgo Loreto del centro histórico, para una investigación sobre la periferia como lugar de decantación y nueva propulsión cultural. Desarrollado en colaboración con Borgo Loreto / SP y el Centro de Arte Contemporáneo CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea, The Wall # 8 prevé la realización de un laboratorio para los estudiantes de la Escuela de Arte “Bruno Munari” y los jóvenes creativos de la zona. Las actividades se centrarán en la interpretación de ciertas condiciones de permeabilidad del espacio público y confluirán en una formalización que se presentará en ocasión de la inauguración. Se realizará un segundo laboratorio dedicado a los profesores, enfocado en las cuestiones de la comprensión de la diversidad social y de su valoración. Durante todo el período de permanencia en el espacio de Borgo Loreto, los materiales de The Wall (archives) estarán disponibles al público para su consulta. The Wall (archivos) nació en 2010 para abrir un debate en torno al concepto de la pared, a partir de la definición geopolítica de las fronteras para explorar las más diversas interpretaciones sociales, culturales, territoriales, estéticas. El proyecto desarrolla un modelo de discusión sobre los lenguajes contemporáneos y de comunicación con el público, que reinterpreta la práctica contemporánea del archivo en función creativa. Los materiales recogidos son de cualquier tipo y formato: performance, video, fotos, dibujos u otras obras, textos originales, documentos, libros, revistas, declaraciones orales. The Wall (archives) se mueve de ciudad en ciudad ampliándose con las obras de nuevos autores encontrados a lo largo del camino y asumiendo cada vez un perfil diferente a la hora de compartirlo con el público y del los dispositivos puestos en marcha. A lo largo de las ediciones anteriores, en Florencia, Roma, Bolonia, Lecce, Ciudad de Luxemburgo, Santa Croce sull’Arno (Pisa), Cosenza, ha presentado los aportes de más de 160 autores e iniciado proyectos específicos con instituciones y organismos de formación.
BORGO LORETO/SP via Loreto 1 - 26100 Cremona, Italia. info tel +393405068857 - studiopermanente@gmail.com www.thewallarchives.net
GLI AUTORI / LOS AUTORES: ADALBERTO ABBATE, CORRADO AGRICOLA, ALLEGRA SOLITUDE, MARINA ARIENZALE, EMANUELA ASCARI, EMANUELA BALDI, STEFANIA BALESTRI, FRANCESCA BANCHELLI, MAURA BANFO, EMANUELE BECHERI, FRANCESCO BERNARDELLI, FILIPPO BERTA, LUCA BERTOLO, ANNA BIAGETTI, MARCO BIAGINI, LEONORA BISAGNO, MARINA BISTOLFI, IACOPO BRACA, ALBA BRAZA, ANDRAS CALAMANDREI, FRANCESCO CAMPIDORI, CECILIA CANZIANI, DARIA CARMI, CHRISTIANA CARO, FRANCESCO CARONE, ALESSANDRO CASATI, GEA CASOLARO, GIANCARLO CAUTERUCCIO, MATTEO CAVALLERI, GIUSY CHECOLA, PAOLO CHIASERA, CRISTIAN CHIRONI, CLAUDIO CIRRI, LUCA COCLITE, CARLO COLLI, DANIELA COMANI, MICHELANGELO CONSANI, MASSIMO CONTI, LEONE CONTINI, FABIO CRESCI, CUOGHI CORSELLO, GAETANO CUNSOLO, DAVIDE DANINOS, MICHELE DANTINI, VALERIO DEL BAGLIVO, DANIELA DE LORENZO, ELISA DEL PRETE, GIUSEPPE DE MATTIA, GINTARAS DIDZIAPETRIS, LAURA DI GIOVANNI / LUIGI ADDUCI, FRANCESCO DI TILLO, JOHN DUNCAN, ELENA EL ASMAR, DEBORA ERCOLI, EMILIO FANTIN, FLAVIO FAVELLI, DAVIDE FERRI, SERENA FINESCHI, ROBERT FRANKLE, GINO GIANUIZZI, LUCIA GIARDINO, PIERFRANCESCO GNOT, FEDERICO GORI, GRETA GRENDAITE, FRANCESCO IMPELLIZZERI, DEVRIM KADIRBEYOGLU, ARDO KEKEZI, ALESSANDRO LAITA, SALVATORE LA PORTA, PAOLA LEONE, LOREDANA LONGO, LOVE DIFFERENCE, ANDREA LUNARDI, ANGELO MAGGIO, EDOARDO MALAGIGI, TONKA MALEKOVIC, FILIPPO MANZINI, AROLDO MARINAI, GIANLUCA MARINELLI, DANIELE MASTINI, MARCO MAZZONI, CAROLE MELCHIOR, PIETRO MELE, ALESSANDRO MENCARELLI, FRANCO MENICAGLI, MANUELA MENICI, MENOVENTI, PAOLO MEONI, LUCIE MIČÍKOVÁ, JACOPO MILIANI, GIANNI MORETTI, MAURO MORICONI, MARGHERITA MOSCARDINI, MOTUS, ANGEL MOYA GARCIA, NICHOLAS MULLER, MUTA IMAGO, ELENA NEMKOVA, NERO, ANGELA NOCENTINI, GIANCARLO NORESE, GIOVANNI OBERTI, FRANCESCO OZZOLA, GIOVANNI OZZOLA, FILIPPO PAGOTTO, LUCA PANCRAZZI, TOMMASO PANERAI, PANTANI-SURACE, PAOLO PARISI, OLGA PAVLENKO, MARIA PECCHIOLI, ANITA PEPE, EUGENIO PERCOSSI, CHIARA PERGOLA, LUANA PERILLI, ROBERT PETTENA, ALESSANDRO PIANGIAMORE, ALBERTO PICCINNI, CESARE PIETROIUSTI, LORENZA PIGNATTI, ALFREDO PIRRI, CATERINA POGGESI, POSTCARDS FROM BEIRUT, LUIGI PRESICCE, SERGIO RACANATI, ALESSANDRO RAVEGGI, MASSIMO RICCIARDO, DAVIDE RIVALTA, ANTONIO ROVALDI, PABLO RUBIO, PAOLO RUFFINI, ALESSANDRA SANDROLINI, EVA SAUER, CHIARA SCARSELLI, DIEGO SEGATTO, GIANLUCA SGHERRI, ANDREW SMALDONE, MIRKO SMERDEL, EDDIE SPANIER, STUDIO PLUS PLUS, ESTER TATANGELO, PIER LUIGI TAZZI, TEATRINO CLANDESTINO, CHIARA TINONIN, NICOLA TOFFOLINI, STEFANO TONDO, GIAN MARIA TOSATTI, GABRIELE TOSI, ULTRANATURE, ROBERTO URSO, EUGENIA VANNI, MARCELLA VANZO, SABRINA VEDOVOTTO, VALENTINA VETTURI, ENRICO VEZZI, VIRGINIA ZANETTI, ZEROZAK, ITALO ZUFFI. ANDRAS CALAMANDREI Keine Hälfte der Welt kann ohne die andere Hälfte der Welt überleben, 2007
FRANCESCO GNOT Pixel, Catania
Neon, Firenze Crocerossa, Milano Scala Liberty, Torino
francescognot@gmail.com
Courtesy of the artist
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