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anima.RE collezione fotografica di RICCARDO TAGLIABUE


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In collaborazione con:

Con il patrocinio di: PROVINCIA MONZA BRIANZA


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anima.RE <<Chi voglia rendersi conto dell' artistica genialità degli ideatori, e tributare loro il suo cosciente omaggio di ammirazione faccia come ho fatto io: per quel tanto che le distanze considerevoli richiedono per il resto felicemente a piedi, percorra il Parco [...] con un’anima di esploratore ambizioso, che intenda scoprire in questo angolo di mondo e non fuori di qui, la ragione non mai detta prima che lo renderà celebre>>. (R. Cormio, 1938)


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Come un viaggiatore dell’ Ottocento, il fruitore

Si tratta forse del Genius loci ? Una sorta di interazione

moderno del Parco, tra una corsa distratta e una

fra tutti gli alberi, le architetture, le rogge, le statue che

camminata, potrà accorgersi dell’ Anima del luogo.

fanno percepire a te, viaggiatore del Duemila,

La si può percepire percorrendo i grandi rettifili, i rondò,

l’ identità del luogo.

i sentieri sinuosi nella fitta boscaglia ascoltando lo

Ciascun angolo del Parco e dei Giardini contiene un

scroscio delle acque del Lambro. Nei Giardini e nel

Genius loci la cui presenza continua dà carattere,

Parco Reale ogni scorcio panoramico sembra lasciato

coesione e “spirito” a questi luoghi. Il Genius loci

al caso, ma non è così. Anche l’ ombra che in alcune

stabilisce un magico equilibrio tra gli elementi naturali

ore del giorno si mostra al tuo sguardo doveva

e le culture, rappresentazioni molteplici dell’ essere. E’

metterti di fronte immagini antiche e suggestioni di

custodito nelle arcadiche poesie del cardinal Angelo

pensieri: “Erra tra i rami il pensier mio sognando le

Maria Durini, nel tronco cavo della quercia più antica,

orme d’ un tempo che fu” (Il Comune rustico, G.

nella colonna ritorta e nelle decorazioni di stucco

Carducci)

dell’ Albertolli.


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I popoli dell’ antichità classica legavano ciascun luogo

Anche tu ora stai costruendo l’ identità del luogo, con

a un particolare nume: ogni fonte, ogni valle, ogni

il fruscio dei tuoi passi e con i tuoi sguardi. Adesso, o

montagna aveva la propria divinità tutelare:

viaggiatore, prosegui, più incuriosito di quando sei

“Quando le ninfe nascono, sulla terra ferace nascono

entrato, il tuo cammino e a leggere le frasi, poste

con loro querce dagli alti rami o abeti, belli e fiorenti

sotto ogni immagine, pensieri di antichi viaggiatori che

sopra le cime dei monti. Svettano altissimi, sono

come me e te si accingono a conoscere l’ anima di

chiamati templi degli immortali: nessun uomo li recide

questo luogo: l’ anima.re.

col ferro ….” (Inno ad Afrodite, Omero). Così anche qui nei Giardini il laghetto par dedicato alle ninfe lacustri

Corrado Beretta

e il “Bosco bello” diviene ricettacolo di folletti. La classicità ci suggerisce che i luoghi possono avere un’ anima e diventare sede di uno spirito del luogo, di un Genius loci. I luoghi si guadagnano l’ anima, attraverso un processo di deposito, di accumulazione di affetti, anche i tuoi, che viene operato dalle diverse generazioni di persone che li hanno frequentati e vissuti.

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Il progetto è nato da una mia ricerca iniziata qualche

L’Anima di una persona che danza e che si muove

anno fa e grazie al Consorzio Villa Reale e Parco di

negli ambienti e che si libra nell’aria; Animare dei luoghi

Monza ha preso vita.

e renderli vivi e vivaci, far capire che un parco è sinonimo di libertà di spazio, un luogo dove ci si può

Volevo dare “movimento” a scorci particolari del

muovere liberamente, che è vivo grazie alla

Parco di Monza e della Villa Reale; dare vita a “spiriti

vegetazione, a tutto quello che lo circonda e anche

danzanti” che creassero armonia in alcuni luoghi

grazie a chi lo abita; le ultime due lettere “Re” sono il

meravigliosi della natura all’interno del Parco e che

motivo per cui tutto ruota intorno al parco di Monza

potessero anche mettere in mostra, sotto una luce

e alla sua Villa, voluta dall’Imperatrice Maria Teresa

diversa, gli interni della Villa.

d’Austria e infine utilizzata come residenza estiva dai Savoia.

Il titolo della mostra racchiude al suo interno le varie “essenze” di quello che si voleva rappresentare: “Anima.Re”.

Dedicato alla mia splendida Famiglia che mi fa ballare e muovere tutti i giorni Riccardo

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Bosco del Parco, Carpino bianco “Oh bel teatro verdeggiante e vago Di ville e piante, d'aura luce ed ombre Sparse così che sembra opra di Mago”. I. Pindemonte

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PARCO DI MONZA

Bosco del Parco, Carpini “Il Parco comprende uno spazio di campagne pel circuito di nove miglia circa estendentesi sotto una figura tenente alquanto del parallelogrammo dalla parte settentrionale del palazzo e dei giardini fin sotto le case di Biassono. È cinto d’ alto muro uniforme, e vi si ha accesso per diversi cancelli variamente ornati. Nel suolo presso il margine del Lambro, che per gran tratto questo fiume pescoso serpeggiando il fende e empie di fragore, siccome il sito che resta più basso, tra le spiagge dei boschi vi hanno molti pinguissimi prati, e sulla dritta del fiume e nella stessa sua direzione forma un’ alta costa, in cima alla quale svestendo una pianura coltivata nella maggior parte a campi di cereali e vigne. Signoreggia questa pianura un altro rialzamento del terreno che si appalesa più chiaramente al Mirabellino, al Tempietto di ferro ed alla Costa” ... Mezzotti, G.A. ,1842

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PARCO DI MONZA

Bosco del Parco, Carpini “Il Mirabellino dalla costa più elevata del parco domina la campagna che il divide dal Mirabello, e gran parte del parco stesso, massime della vezzosa collinetta che s' erge nella parte del giardino che gli rimane a mezzodì. Esso è ridente per l' ampiezza dell’ orizzonte, per le grazie del palagio; e ad accrescerne l’ eleganza ammiransi ne' suoi giardini i pavoni, i fagiani bianchi e neri ed i dorati della China, sopra i quali la natura profuse i colori più brillanti del cielo e della terra, mostrando una magnificenza tale che l' arte non può né imitare né descrivere. Ivi sogliono i principi recarsi per qualche pranzo o festa campestre, e massime nell' occasione delle vendemmie del vicin colle verso Vedano…” Mezzotti, G.A. ,1842

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Giardino di Villa Mirabellino, Carpino

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PARCO DI MONZA

Cascata del Ponte dei Bertoli « La sua vista a nord spazia “sulla cascata forse più bella di Lombardia”. Intorno “ci sono rogge e ruscelli “dalle chiare, fresche e dolci acque” le cui fonti erariali di Lambrugo, Inverigo, Fabbrica, ecc., erano, ai bei tempi, rigorosamente vigilate da appositi campari ». M. Sartorio, 1836

Bosco del Parco Reale

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PARCO DI MONZA

Il fiume Lambro nel Parco “Il Lambro che con le sue chiuse, salti, cascatelle pare abbia l' incarico di punteggiare d' arguzie brillanti il pacato discorso del paesaggio, salvo poi offrire con bonaria condiscendenza specchi tranquilli e riposti a quanti d' estate non possono avere a portata di mano (o di borsa) altre più vistose spiagge”. R. Cormio, 1939

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Mulino del Cantone Il Lambro ebbe un’ importanza determinante nello sviluppo del Parco, sia quale elemento qualificante del disegno paesistico generale del complesso e di coesione tra le sue varie parti, sia quale fonte di energia dei numerosi mulini che azionava rendendo possibile la capillare irrigazione dei terreni agricoli, l' approvvigionamento d' acqua per le cascine, i giardini, le lavanderie ma soprattutto per assolvere a una delle sue funzioni principali: la sperimentazione agraria.

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Mulino del Cantone Costruito a partire dal 1840 su progetto di Giacomo Tazzini, il mulino ha subito numerosi interventi di restauro, che inferiscono all' edificio un aspetto abbastanza ibrido dal punto di vista architettonico, assegnabile alla corrente dell' Eclettismo. La facciata principale presenta un colonnato sormontato da cuspide a raggiera di chiaro gusto neoclassico, mentre i corpi laterali, ad arcate, creano un curioso effetto a galleria caratterizzato dal passaggio della Roggia al Lambro, in corrispondenza della chiusa del mulino. Degna di nota è la torretta in mattoni a vista posta sul lato nord, assegnabile al XII secolo, terminante con merli ghibellini e con una piccola finestra a bifora: reperto medievale conforme al gusto romantico delle "rovine". Si tratta probabilmente dell' unico reperto ancora esistente dell' antica linea difensiva a protezione di Monza, collegata alle preesistenze della vicina Villa Mirabello.

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PARCO DI MONZA

Mulini Asciutti Risale alla metà dell' Ottocento la realizzazione dell’ edificio su progetto di Giacomo Tazzini. Il "Prospetto degli utenti del Fiume Lambro" del 1850 documenta l' esistenza di un molino detto Asciutto nel Regio Parco, sotto il comune di Biassono. Si tratta di un Bene della Corona, provvisto di sei ruote in legno e sei macine da grano con tre bocche di irrigazione utilizzabili per 100 pertiche. Il catasto Lombardo-Veneto, redatto nella seconda metà dell'Ottocento, testimonia ancora l' esistenza di mulino da grano ad acqua con casa detto "Asciutto" di proprietà del Demanio Regio, ramo Corona. A cavallo fra il XIX ed il XX secolo il catasto cessato riportava due molini sulla Roggia Lambrette detti "Molini Asciutti". Il passaggio di proprietà dalla Corona al Demanio dello Stato ed ai comuni di Monza e Milano nel 1937, non interrompe l' attività produttiva che prosegue gestita da Farina Giacomo fino agli anni Settanta.

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Mulini Asciutti, fienili

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Villa Mirabellino “… Merita particolar menzione la Villeggiatura del Mirabello soggiorno dell’ eminentissimo Durini noto alla repubblica letteraria per la sua erudizione, alla Chiesa per le laboriose Legazioni, alle Muse per le sue Poesie. Abbellì egli assai questo suo domicilio con eleganti fabbriche, tra le quali spicca il Mirabellino, che colla sua vaghezza sembra incitar Apolline ad intrattenersi col Porporato suo Poeta”. Antiquario della Diocesi di Milano, Milano, 1790

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Villa Mirabello “Ecco di nuovo la soave melodia mi rapisce, accarezza l' aria e acuisce l' ingegno con uno stimolo più vivace. Con quale varietà di ritmi la festevole Musa regola la misura di questo canto! Forse che i secoli antichi riconducono i dotti giochi? ... Ecco, tu canti, o Durini: e nel frattempo i Geni e le Grazie sorelle si affollano negli atri ameni della casa. Quale casa, o Celesti! Minerva e le Muse potrebbero desiderare di trovar sollievo nei giorni estivi in questo Liceo. Dove l' industriosa Monza dispiega i verdi colli, dove zefìro soffiando più dolcemente ricrea il cielo e avviluppa le ali variopinte nelle selve in pendio, questa è la sede deliziosa della tua villa, o Durini, qui c' è il tuo palazzo avito. Per Giove, quanto rimane profondamente impressa la casa nella mente e nell' animo! All' eruditissimo Signore Angelo Maria Durini Cardinale Illustrissimo per il soavissimo dono di una poesia.” Cardinal G. Pozzobonelli

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“Lo Scrittore”, opera di Giancarlo Neri Dialogo con Richard Cork Ciao Giancarlo, visto che nei prossimi giorni scriverò del tuo lavoro, saresti così gentile da dirmi qualcosa sulle ragioni che ti hanno spinto a realizzare la straordinaria scultura dello Scrittore? Sarebbe fantastico poter conoscere le tue considerazioni in merito. Cordiali saluti, Richard Cork

Salve Richard, grazie per avermi scritto, sarò felice di aiutarti. L' idea per Lo Scrittore mi è venuta in treno. Mi trovavo su un treno lentissimo che mi portava da Napoli a Roma e a circa metà di quel viaggio atrocemente noioso ho avuto una "visione": Lo Scrittore, o meglio gli strumenti di uno scrittore, collocati da qualche parte a Londra, probabilmente in un parco. … il tema dell' opera: un omaggio agli scrittori e alla scrittura. Realizzo grandi installazioni all' aperto da più di vent' anni la prima sollecitazione viene proprio dal luogo. Rimango affascinato da un determinato paesaggio e inizio a chiedermi cosa potrei fare con quel posto (o "a quel posto" come direbbero i miei detrattori). Nel caso dello Scrittore il processo si è invertito: prima ho avuto idea e successivamente ho cercato il luogo. Ecco come è nato lo Scrittore. Mi piace far recitare i mobili, e le sedie sono i miei attori preferiti. Grazie. A presto, Giancarlo

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“Voliera per umani”, opera di G. Mauri, 2006 Nel Parco di Monza Giuliano Mauri ha creato una grande “Voliera per umani”: un cupolone costituito da tronchi intrecciati, che terminano al centro con un pilastro cavo, anch' esso formato da rami intrecciati, chiamato "cuore delle cerimonie”. Qui dentro dovevano rimanere avviluppati tutti i pensieri degli uomini prima di tornare aria. Giuliano era un artista non facilmente catalogabile. Nel suo biglietto da visita si definiva un carpentiere che costruiva scale, mulini, case, ponti, giostre, cattedrali, fiumi, isole, boschi, cieli.

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PARCO DI MONZA

Ponte dei Bertoli

>> Bosco nel Parco Reale

“Per diverse vie lo si trascorre, moltissime delle quali si fanno anche in carrozza. Alcune tengono la linea retta; come, per tacere di tante altre minori, quella che dal primo cancello di ponente mette alla Santa, quella che il divide in mezzo alla maggior lunghezza partendo da fianco ai giardini e spingendosi tra i boschi sotto Biassono. Altre vie, per lo contrario, sdegnando la linea retta, quella seguono d’ uno studiato capriccio e tortuosamente invitano o ad ascendere sulle pendici tra gli alberi frascheggi per l' aure vivaci e fresche od a vagare per le piane foreste dell’ onde del Lambro mollemente risonanti.” Mezzotti, G.A. ,1842

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Fagianaia Reale, alberata di Tigli “Dirimpetto avvi un altro palazzo più grande, chiamato il Mirabello. Vi hanno due fagianaje, l' una di figura elittica, all' ungarese, l' altra con ben divisata fabbrica, nelle quali si allevano i fagiani con molto buon successo, e dalle quali in pochi anni se ne sono estratti più migliaja. I molti punti di bella e varia veduta che presenta il parco, le differenti colture, l' abbondante selvatico, li naturali ed artefatti movimenti del terreno, il Lambro che lo bagna in parte, tutto contribuisce a gara a formarne un oggetto reale, e corrispondente all' alta sua destinazione. Il nuovo muro che lo cinge è di dieci miglia di giro.” E. Silva, conte di Biandrate

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Cascina Pariana, mangiatoia dei Cervi ravvivata dai colori autunnali di Liquidambar “In questo parco, destinato alla caccia del cervo, fra regolari piantagioni, sono ricavati altri spazj di varia figura, che offrono ravvivati punti di veduta.� E. Silva, conte di Biandrate

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G IA R D IN I R E A L I

Giganti verdi, Zelkova Ogni bimbo ha giocato con le sue ruvide rughe di legno. Sembrava un gigante, una montagna e non capivi quale creatura fosse. Poi da grande alzi quel tronco verso il cielo, con la mente, e rivedi l’ enorme Zelkova dei Giardini.

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GI ARDI N I R EALI

Ricostruzione di una porta medioevale all’ ingresso di Monza “All' intorno della torre veggonsi archi crollati, mura sconnesse con qualche vedetta e merli rovinati e rovinanti con sopra già quelle erbe e boscaglie che sogliono tra i ruderi dei fortilizi, quasi segnali di pace, germinare, e fanno sì che la finzione dell' antichità, assai ardua impresa, imiti se non al punto d' ingannare, almeno molto studiatamente da vicino la realtà. Realmente vetusti il sono bensì alcuni marmi sculti commessi nei muri o sparsi pel bosco di questo distretto pieno d' un sacro orrore.” Mezzotti, G.A. ,1842

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GI ARDI N I R EALI

I Faggi “... E alto, in cielo, scheletri di faggi, come sospesi, e sogni di rovine e di silenziosi eremitaggi.” da G. Pascoli, Nella nebbia

“... Nasceva l' arma, tra un raggiar di scaglie rosse e turchine. L' acqua, il vento, il fuoco faceano l' arma delle tue battaglie. Saldo faggio lo stile sia.” da G. Pascoli, Le armi

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GI ARD I NI RE ALI

I Tassi “Stanno schierati sotto i tassi neri Che danno loro ricovero, i gufi, Simili a dèi stranieri, dardeggiando II loro occhio vermiglio. Essi meditano.” C. Baudelaire. I Gufi

“Scaglia di drago, dente di lupo, mummia di strega, ventricolo e imbuto ... fiele di capra, rametto reciso di tasso all' eclissi di luna ...” da W. Shakespeare, Macbeth

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Il Calocedro

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G IA R D IN I R E A L I

Tempietto dei Giardini

>> Laghetto dei Giardini

«...Raccolte così le acque vanno di meandro in guisa attraversando e prati e boschi e scendono infine a dar vita ad altre minori scene nell' ima parte dei giardini...» «...Una infinità di spazi e d' andirivieni, di prospetti e scene subalterne che nei giri tortuosamente, condotti, or sulle alture, or lungo le acque ed ora per gli aperti e ridenti praticelli con un sedile o con un ceppo all' uopo bene acconcio, accennano di riposarsi, sia per godere d' una bella vista come del mormorio dell' onde in balia della soavità che inspirano diversamente gli aspetti tranquilli, patetici e gaj secondo il carattere e l' espressione differente delle scene stesse...» A. Perpenti (Descrizione della Città di Monza e sua basilica dell' I. R. Palazzo, Giardini e Parco, e delle Ville più rinomate ne’ suoi dintorni)

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VILLA REALE

Scalone nei Giardini “... Un giorno, appunto col Piermarini... trovossi Ferdinando in una piccola cassina di proprietà della famiglia Caronni di Monza. Gli piacque quell' orizzonte, ed a miglior esperienza montò su di un carro, che per i lavori agresti ivi si trovava, e veduta la deliziosa prospettiva de' colli briantei, e più lontano i monti de' laghi di Como e Lecco, e mano mano quelli del Bergamasco, che vanno all' occhio perdendosi in vasta pianura, innamoratosi del sito decise che si erigesse pei principi Viceré, un sontuoso palazzo, sotto il bel cielo di Monza...” A.B (Antichità e siti rimarchevoli della città di Monza)

>> Cortile d’ Onore, scalone d’ ingresso

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Ingresso Appartamenti Reali, scalinata del cortile d’ onore d’Onore

>> Appartamenti Reali, disimpegno

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Appartamenti Reali, disimpegno

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Appartamenti Reali, biblioteca reale frequentata dalla Regina Margherita “Ella stava diritta e ferma in mezzo la sala; [...] troneggiava ella da vero in mezzo la sala. Tra quelli abiti neri a coda, come si dice, di rondine, e quelle cravatte bianche, ridicole insegne d' eguaglianza sotto cui l' invidia cinica del terzo stato accomunò l' eroe al cameriere, ella sorgeva con una rara purezza di linee e di pòse nell' atteggiamento e con una eleganza semplice e veramente superiore sí dell' adornamento gemmato sí del vestito (color tortora, parmi) largamente cadente. In tutti gli atti [...] mostrava una bontà dignitosa; ma non rideva né sorrideva mai [...] e tra ciglio e ciglio un corusco fulgore di aquiletta balenava su quella pietà di colomba.” G. Carducci

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Appartamenti Reali, Boudoir di S.M. Umberto I di Savoia «... Crollati di fronte alla spregiudicata bellezza di Eugenia Litta. A quel punto prevalgono In lui gli istinti naturali di famiglia, Umberto ha incontrato la donna della sua vita e gli è entrata nel sangue. L' ingresso della duchessa al gran ballo del 16 febbraio avrebbe tolto il fiato a chiunque, non solo a un diciottenne sentimentalmente disarmato come Umberto. Eugenia Litta entrò nella sala all’ una e mezza di notte, su una slitta bianca e oro, imbottita di raso candido trainata da otto cavalieri. Era vestita di un abito di velo che non lasciava nulla all’ immaginazione, rivelava tutto quanto c' era da rivelare. Aveva indosso gioielli da capogiro; era naturale che al suo apparire si levasse un applauso, ma lei vi era abituata. Eugenia Attendolo Bolognini era nata nel 1837 a Milano, nel palazzo di famiglia di via Sant’ Andrea, da Giovanni Giacomo duca di Sant’ Angelo e dalla nobile Eugenia Vimercati. Era bellissima fin da bambina e Balzac ospite in casa sua quando lei aveva appena dieci anni, scrivendo a sua madre per ringraziarla, si era sentito in dovere di aggiungere “voi avete un’ Eugenia, già bella, il cui spirituale sorriso annuncia che prenderà da voi doni preziosi della donna...” Tanto bella che lo scultore Vincenzo Vela la vorrà modella per la statua “La preghiera del mattino”»

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Appartamenti Reali, Boudoir di S.M. Margherita di Savoia

Appartamenti Reali, Sala delle udienze di S.M. Umberto I di Savoia “... per questa occasione era stata appositamente arredata con squisita eleganza. Per i singoli invitati erano apprestati comodi appartamenti forniti di tutto ciò che ognuno potesse desiderare." Visita di Guglielmo I in Italia, 1875

Appartamenti Reali, Salotto di S.M. Margherita di Savoia

>> Appartamenti Reali, Sala delle udienze di S.M. Umberto I di Savoia

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Appartamenti Reali, Studio di di S.M. Umberto I di Savoia

Appartamenti Reali, Salotto di S.M. Margherita di Savoia Onde venisti ? Quali a noi secoli Sì mite e bella ti tramandarono ? Fra i canti de' sacri poeti Dove un giorno o regina, ti vidi ? [.....] O ver ne i brevi dì che Italia Fu tutta un maggio, che tutto il popolo Era cavaliere ? Il trionfo D' Amor già tra le case merlate [......] Fulgida e bionda ne l' adamàntina Luce del serto tu passi, e il popolo Superbo di te si compiace [.....] Le braccia porgendo ti dice Come a suora maggior «Margherita !». G. Carducci

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Appartamenti Reali, Sala della Pendola «Son per finire un' ode alla Regina, "Liuto e Lira". Sai, o non sai, che la Regina si compiace di due liuti bellissimi che ella ha, e pretende di sonarli. A sua istanza nell' aprile scorso furono tenute in Roma due conferenze su la musica antica, cioè del sec. XV e XVI. Vi era la Regina e vi ero io. La Regina mi volse la parola chiedendomi del mio parere. Io le dissi che intanto mi piaceva molto che S. M. toccasse il liuto dei trovatori e del Petrarca. Ella mi disse: "Faccia una poesia sull liuto". lo risposi che sì. La voleva subito. Ma io, non ho potuto farla che ora.» G. Carducci a G. Mazzoni, Courmayeur, 4 agosto 1889

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Cappella Reale, organo “Si è nella cappella d' ordine corintio con ornati e stucchi superbi, per la quale soltanto avrebbe tutta ragione d' essere tra i migliori architetti d' Italia noverato.” Mezzotti, G.A. ,1842

Cappella Reale Volgendo lo sguardo verso la volta si ammira la geniale maestria dell'artista stuccatore Giocondo Albertolli: sembra che i putti e angeli ondeggino alle lame di luce del sole.

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Teatrino di Corte, palchetto reale “Presso la rotonda havvi un grazioso teatro in forma d' arena. Ma che l' architetto lasciò non solo una prova del vasto suo ingegno, ma eziandio dell' affinato suo gusto, “ Mezzotti, G.A. ,1842

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Rotonda dell’ Appiani “Congiunge la serra dei limoni e dei cedri coll' ala settentrionale del palazzo una vaghissima rotonda, nella volta e nelle lunette della quale Andrea Appiani dipingendo gli amori e l' apoteosi di Psiche… La rotonda presenta internamente quattro scompartimenti in corrispondenza alla parte verso il palazzo, ed al lato verso le serre entrambi a grandi specchi ornati, gli altri due rimanendo impiegati l' uno pel camino e l' altro per la finestra rispettivamente di prospetto. Lo splendidissimo fondatore usò talvolta ordinare ch' ivi fosse servito il caffè, o radunata la conversazione della sera, massime allorquando s' incontrava d' avere alla sua Corte qualche personaggio straniero inscio della maraviglia di quel luogo: e così nel bello della conversazione ad un suo segreto cenno, come per arte magica, faceva improvvisamente scomparire uno de' grandi specchi, onde, rimanendo aperta la parete fino a terra, offriva nella vastità delle serre tra i fiori, le piante più belle ed una musica soavissima, quando un banchetto e quando una festa da ballo di contadini e contadinelle, realizzando in tal modo uno de' più giocondi spettacoli dei palazzi incantati.” Mezzotti, G.A. ,1842

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RICCARDO.TAGLIABUE Riccardo Tagliabue nasce nel 1968 e da ragazzo si appassiona alla fotografia e frequenta numerosi corsi specialistici a Milano. Mentre sta finendo gli studi collabora con alcune riviste sportive e fin dai primi anni viene considerato un “talentuoso” e la Canon Italia lo seleziona tra i giovani emergenti ed espone alcune sue fotografie quando è solo ventenne. Nonostante gli ottimi risultati nel settore fashion da giovane, non ama le regole “dettate” dalla moda milanese e quindi decide di dedicarsi totalmente alla fotografia sportiva e a 24 anni realizza il suo primo libro, da cui ne seguiranno molti altri. Segue per oltre 15 anni tutti i mondiali di motocross e Superbike (oltre al Supercross Americano, vivendo per diversi mesi negli USA), lavorando in diversi paesi del mondo, facendo esperienza soprattutto imparando a utilizzare la luce: diversa in ogni parte del globo. La passione per la fotografia a 360° non lo abbandona mai e continua, oltre che a lavorare nel settore sportivo, a coltivare la passione per il ritratto e per la natura. Nel 1997 vince il premio "Euro Press Photo Awards" e rappresenta l’Italia a Istanbul nel mondo della fotografia.

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A metà degli anni Novanta crea la “Hobnob Srl”, azienda specializzata nella comunicazione. Verso i primi anni 2000 dà vita allo “Studio Focus” e avvia uno studio fotografico tra i più prestigiosi del nord Italia. Realizza campagne sia nella moda che nell’ambito sportivo. Lavora con personaggi dello spettacolo e attraverso il suo obiettivo scatta immagini con Belen Rodriguez, Francesca Belussi, Loris Capirossi, Natalie Kriz, Cristina Chiabotto, Valerio Staffelli, Morena Salvino, Giorgia Wurts, Veronica Sigari, Tessa Gelisio e molti altri. Il suo amore per il movimento, per l’ armonia del corpo femminile e i paesaggi, lo porta negi ultimi anni a fare diversi scatti personali con ballerine, che sfociano in

COLLEZIONI:

questa sua ultima idea: “Anima.Re”.

- Giovani fotografi emergenti - Milano;

La sua continua ricerca lo sollecita spesso ad

- Euro Press Photo Awards - Istanbul;

“avventurarsi” in nuovi progetti e gli stimoli continui che gli

- Le forme del calore – Milano;

vengono anche dai workshop che tiene regolarmente,

- Passion 2002 – Milano

lo aiutano a ricercare sempre qualche cosa che “va

- Insoliti Sguardi Su Milano - Milano;

oltre”.

- Foto e Mosse – Milano; - Sguardi su Monza – Monza.

Non dimentica mai la frase che sua nonna Matilde gli ricordava e che più che mai è legata alla fotografia:

Autore di 18 libri fotografici

“Carpe diem”…

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Sosteniamo:

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

G.A.Mezzotti <<Passeggiata nel Real Parco di Monza. Pei viaggiatori della strada ferrata da Milano a Monza>>, in Placido Maria Visaj, Milano, 1842 AA.VV. <<La Villa Reale di Monza>>, a cura di F. de Giacomi, Associazione Pro Monza, 1984

Partner del progetto:

AA.VV. <<Il Parco Reale di Monza>>, a cura di F. de Giacomi, Associazione Pro Monza, 1989

AA.VV. <<Le Ville Mirabello e Mirabellino nel Parco Reale di Monza>>, Associazione Pro Monza, 2006

ASSICURAZIONI

Progetto ideato e curato da: HOBNOB s.r.l. - via della Taccona 27a - Monza

TWO asd sport Fotografie di Riccardo Tagliabue

Progetto grafico di Cristina Balestrini Testi curati da Corrado Beretta

Si ringraziano: Cristina Balestrini, Giulia Azzalin, Stefano Orsi, Agnese Frigerio, Lorella Maccarini, Sheila Verdi, Vera Santagata, Valentina Giolo, Francesca Mottola, Alice Belletto, Lorenzo Lamperti, Corrado Beretta, Marco Monti, FDF (Fotolaboratorio), Associazione Italiana della Rosa (Roseto di Monza), Creda Onlus (Mulini Asciutti). Il Parco di Monza e coloro che lo abitano. Tutte le persone che hanno reso possibile realizzare le tantissime immagini e che mi hanno sopportato e supportato in questi mesi di lavoro. Editore Sport Frame s.a.s. Stampato in Italia Prima pubblicazione Aprile 2013

Questa pubblicazione, nell’ interezza o in parte, non può essere riprodotta e archiviata con sistema elettronico o trasmessa con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’autore, né può circolare con una forma di rilegatura o copertine diverse da quella con cui è stato pubblicato e senza che una condizione simile sia imposta al successivo acquirente. L’autore afferma i propri diritti morali in merito alla presente pubblicazione e a tutte le opere contenute nella stessa. In particolare l’autore afferma il diritto di essere identificato quale autore della pubblicazione e delle opere in esse contenute.

R.Cormio <<Il Parco di Monza: quello che fu, quello che è e quello che potrebbe diventare>>, 1938

E.Silva <<Dell’arte de’ giardini inglesi>> a cura di G. Guerci, C. Nenci, L. Scazzosi - Leo S. Olschki, 2002 S.Bertoldi <<Il Re e Margherita>> - Rizzoli, 2004

G.Carducci, <<Eterno feminino regale>> da Confessioni e Battaglie - Zanichelli, 1890

G.Carducci, <<Odi barbare (Alla Regina d'Italia) >> da Delle Odi Barbare Libro I, 1882

<<I mulini del Lambro, testimonianze e immagini per un recupero>> a cura di Memb, 2005

F.Agostoni, <<Un verde storico guida botanica dei Giardini della Villa Reale e del Parco di Monza>> Comune di Milano, 1984 G. Neri, <<Sul Reale lo Scrittore e altre opere di Giancarlo Neri>> - Johan & Levi editore, 2005 "Lo Scrittore" è un dono al Parco e alla città di Monza in occasione del bicentenario del Parco (2005)

<< Alberi da leggere, tradizioni leggende citazioni sugli alberi più tipici della flora italiana>> Rilegno, 2002

Le opere originali della Collezione ANIMA.RE sono stampate unicamente in 5 copie a soggetto e firmate dall’autore sul retro. Tutte le opere di ANIMA.RE sono in vendita presso:

GALLERIA D'ARTE MARCO MONTI Via Volta, 17 - MONZA - www.montiartecornici.it


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