X Inside Magazine N° 30

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www.xinsidemagazine.com numero

MXGP 2015

Arco di Trento - Valkenswaard

AMA SX 2015

Houston BEST WHIP TEAM J TECH Interview ADAM CIANCIARULO


NUMERO 30


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Eccoci tornati nella cara e vecchia Europa, prima due gare, Arco di Trento e la mitica Valkenswaard. Ad Arco abbiamo avuto la riprova di un grande Max Nagl, il tedesco si è imposto su Antonio con un secondo e un primo, certo stesso risultato di Cairoli ma il gradino più alto del podio è andato al pilota Husky che ora incomincia a far paura! Arco di Trento ci ha fatto vedere una bellissima anteprima la nuova 250 Husky, nuovo telaio, nuovo motore e nuove plastiche che dire fantastica, speriamo che diventi di serie in futuro non troppo prossimo. In Olanda invece è tornata alla vittoria la HRC, con Gautier Paulin, doppietta sulla sabbia, incredibile. A Valkenswaard i nostri hanno picchiato forte! Antonio Cairoli ha riportato forse una frattura alla mano, Davide Guarneri è pieno di lividi così come Philippaerts, tutti sono caduti nello stesso tratto di pista, va bene non sistemare la pista per non farla troppo facile ma forse alle volte la sicurezza viene prima di tutto, infatti dopo le prime manche alcune parti del tracciato sono state sistemate. RV2 ha detto di aver sbagliato da principiante e speriamo di rivederlo in Spagna. Buon lettura!!!

Davide Messora

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CONTENUTI

MXGP 2015 AMA SX 2015 Special Interview Adam Cianciarulo Best Whip Team JTech S1GP Jerez - Ottobiano Official Bike S1GP Enduro


Testo e Foto Davide Messora

MXGP ARCO DI TRENTO - VALKENSWAARD

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ROUND 4

GP of TRENTINO

Si torna nella vecchia e cara Europa, ad Arco di Trento. Pista molto tecnica e difficile per tutti, ed a farne le spese è stato prorpio Villopoto in gara 2, l’americano che era pressato da Clement Desalle ha commesso un grave errore che gli è costato una brutta caduta ed 4 microfratture al coggige. Ma torniamo alla gara, i protagonisti sono stati Max Nagl e Antonio Cairoli, i due dopo la gara in Argentina sono diventati ancora più avversari, le vittorie se le sono spartite una a testa. Antonio su di una pista che non ha mai amato ha centrato una grandissima vittoria in gara 1 e Nagl con autorevolezza ha vinto gara 2 Clement Desalle si tiene ancora stretto la tabella rossa, il pilota belga sembra aver capito che per raggiungere il sogno mondiale non ci vuole solo velocità e grinta ma anche costanza. La Mx2 ha visto la vittoria di Tim Gajser lo sloveno ufficiale Honda HRC del Team Gariboldi è stato perfetto e nella seconda manche ha anche costretto all’errore Herlings che dopo una brutta partenza stava cercando di recuperare. Tim sta diventando veramente forte e lo vedremo ancora la vertice in questa stagione, sicuramente sarà difficile poter cercare la vittoria finale ma riuscirà sicuramente a dar fastidio al pilota Ktm Herlings.






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ROUND 5

GP of EUROPE

Quinta gara e primo sabbione, Valkenswaard e la sua sabbia nera sono pronti per ospitare i piloti del circus iridato. Eravamo tutti curiosi di vedere il rosso americano in azione ma purtroppo Rayn e Kawasaki hanno deciso di fermarsi per recuperare al meglio, durante la presentazione del team, Villopoto ha detto di aver commesso un errore da principiante. Tutti si aspettavano un Cairoli in grande spolvero ma chi è saltato fuori dal cilindro: Gautier Paulin il francese, già lo scorso anno aveva fatto cose egregie in Olanda ha “ucciso” tutti. Due perentorie doppiette, Paulin raggiante sul podio ha centrato la prima vittoria stagionale, sicuramente questo risultato farà da trampolino di lancio dopo le prime gare in ombra. Max Nagl si porta a casa il secondo posto di giornata e soffia la tabella rossa a Clement Desalle. E il nostro Antonio? Cairoli è caduto violentemente in gara 1, procurandosi forse una frattura alla mano, il siciliano ha però stretto i denti e preso il via in gara 2 ma non ha potuto fare di più che accontentarsi del

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settimo posto. Ma non solo lui è stato vittima di alcune cadute, Davide Guarneri è quello che ha riportato le conseguenze più gravi, il bresciano ha una costola rotta diversi ematomi e un problema alla spalla e dovrà saltare il Gp di Spagna, David Philippaerts è ucito anche lui acciaccato. Una gara dove forse ci sono stati troppi brutti incidenti. Jeffrey Herlings a casa sua non ha vinto ha dominato, contro di lui e ancora di più in casa sua non ci sono avversari, partenza in testa oppure rimonta non si può proprio arginarlo. Sulla sabbia è veramente un marziano, per fermarlo bisognerebbe “sparargli”. Ottima la gara del campione del mondo in carica Jordy Tixier che dopo la sua volontà di smettere sembra invece aver ritrovato la retta via e la velocità, terzo sul gradino del podio Alexander Tonkov in sella alla nuovissima Husky 250.

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AMA SX Houston


Testo e Foto Davide Messora


Houston Venerdì si ritirano i pass e la pettorina per entrare in pista, la voglia di non restituirela a fine gara è tanta ma bisogna fare le persone serie. Diamo un occhio veloce al paddock ma non possiamo fermarci l’altra parte della redazione che ha scavalcato l’Atlantico per assistere al Sx ha deciso che è tempo di shooping ed allora ci buttiamo all’interno di un centro commerciale enorme. La sera di venerdì abbiamo deciso di andare a vedere uno sport con la palla!!! Tranquilli niente calcio ma il basketball, si perchè a Houston se lo chiami basket non ti capiscono. Al Toyota Center abbiamo assistito a Houston contro San Antonio dove il nostro atleta Marco Bellinelli sta facendo molto bene. Uno spettacolo incredibile, due ore di emozioni che sono passate in un attimo, la cosa che più ci ha impressionato è stata la vicinanza tra i tifiosi di squadre diverse, da noi in Italia si conterebbero i feriti, ma forse in America lo sport è veramente quello che deve essere: un Divertimento. Dopo la partita ci siamo gustati una buona birra al Rice Village un bellissimo quartiere residenziale dove si possono trovare un sacco di bei locali, naturalmente birra dopo aver mostrato il documento. Andiamo a letto pensando al giorno dopo alla gara di SX.






Mi sveglio presto, e comincio a preparare tutta l’atrezzatura e dopo un veloce “brunch” mi faccio portare all’NRG Stadium, l’altra parte di redazione decide di venire solo per il programma serale. Prima cosa si va in cerca della sala stampa situazta all’ottavo piano del complesso, stadio da 80.000 persone, come essere a San Siro. Dopo aver presa visione del tracciato e delle zone verdi e soprattuto come poterle raggiungere e come spostarsi durante la gara, decido di andare subito in pista a provare qualche scatto e trovare le inquadrature giuste. Prime prove libere e Justin Barcia mi regala una whip da panico e subito il sorriso ci compare sulla faccia e non andrà via fino alla fine della gara, sono abituato a fotografare grandi campioni e manifestazioni a livello mondiale ma ogni volta in America è come se fosse la prima. Man mano che la gornata va avanti la pressione sale in pista e si comincia a fare sul serio, nella 450 per Rayn Dungey può essere la gara che lo consacra campione..ma la giornata è lunga e piena di difficoltà, Seely è in forma smaglainte, Tomac non ci sembra in palla e gli toccherà passare dalle semi finali per poter accedere alla finale. Nella 250 invece Cooper Weeb è imprendibile e fin dalle prime prove sembra proiettato verso la vittoria e il titolo della Lites costa Ovest. Prima dell’inizio del programma serale siamo stati invitati a cena da Rob Geiger, adetto stampa del Team Honda Geico, lo vogliamo ringraziare per la grande ospitaltià e per averci fatto mangiare il vero cibo TEX-MEX!!! Si arriva al programma serale, come da tradizione prima di iniziare qualsiasi cosa l’inno Americano, tutti in piedi e mano sul cuore, un momento emozionante anche se noi non siamo Americani e il nostro spirito patriottico non è neanche paragonabile. Prima dello schieramento sui maxi schermi, e qui sono veramente maxi un piccolo ripasso sul programma di gara e sui tipi di bandiere. Nella 250 holeshot di Mcelrath, che è stato in testa per alcuni giri seguito da Bisceglia, compagno di Malcom Stewart che dopo una partenza disastrosa è risucito a recuperare. Chi ci ha impressionato è stato Weeb, partenza disastrosa nella parte centrale del gruppo ma grazie ad una velocità incredibile ha scalato la classifica ed a 6 giri daòòa fine è passato in vantaggio andando a vincere gara e campionato. Sul podio secondo Zach Osborne e terzo un ottimo malcom Stewart. La classes regina per la vittoria non c’è stata storia Cole Seely è passato in testa la primo giro e fino alla fine non ha concesso niente a nessuno. Lo spettacolo è stato alle sue spalle, bellissima la battaglia tra Short, Reed e Anderson, gli ultimi due dopo alcuni soprassi sono venuti al contatto e hanno salutato la possibilità del podio. Da dietro dopo due partenze disastrose Dungey e Tomac. Dungey non si è tirato indietro e con una gara da vero campione ha recuperato fino alla seconda posizione, il secondo gradino del podio gli ha dato la matematica del titolo e titolo per KTM, forse chi diceva che con la moto Austriaca non si poteva vincere il supercross ha sbagliato.

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Eli Tomac si è svegliato forse un pò troppo tardi ed è arrivato a pochissimi millesimi da Dungey, il pilota Honda deve imparare a sbagliare meno e sicuramente sarà uno dei prossimi protagonisti per i prossimi anni insieme a Coe Seely. Dopo il podio e riconsegnato la giacca, ci dirigiamo verso la macchina sotto la pioggia battente ma con un’altra esperienza incredibile che ci porteremo nel cuore fino alla prossima gara di Sx e speriamo di non far passare troppo tempo...... Aterriamo a Linate il lunedì e si riparte subito perchè il mondiale motocross ci aspetta per la prima Europea ad Arco di trento siamo a casa, per fortuna che nella MXGP c’è un pò di America quest’anno. Tra qualche girono saremo on line con il numero 30!!!!

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SPECIAL

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Adam CIANCIARU


Conversazione con una Star nascente: Adam Cianciarulo Il Lucas Oil AMA Pro Nationals non è lontano perciò abbiamo incontrato la star Americana per fare due chiacchere sulle sue aspettative, dagli insegnamenti di Ryan Villopoto all’arduo programma di training di Aldon Baker, programmato per vincere. Adam Cianciarulo è un pazzo: nel modo più positivo possibile. È allarmante e disarmante, dedito e rinomato, il rider del Pro Circuit ha 18 anni e ha tante stagioni da professionista davanti a lui. Un pomeriggio con Adam è un esperienza davvero piacevole. Non può ancora guidare e non gli è nemmeno concesso di salire su una bici finchè non finisce la riabilitazione alla spalla infortunata al Supercross di Ginevra dello scorso Dicembre, ma è molto accomodante quando si tratta di foto e chiacchere, potrebbe andare Avanti ben oltre I 34 minuti del registratore MP3. Gli piace parlare e non si fa nessuna remora a descrivere come si sente e raccontarci I suoi pensieri a proposito della competizione e del motorcross. Più che una sessione di Q+A l’intervista è diventata una

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conversazione a spirale in cui Adam si impegna a farci capire il suo punto di vista. In 15 anni non ho mai conosciuto un diciottene tanto eloquente e con una tale consapevolezza di cosa sta facendo e dove vuole arrivare. AC è nei giochi da tanto tempo. Ha raggiunto la popolarità ancora prima di cambiare voce ed ha preso parte al programma di allenamento di Aldon Baker da quasi 5 anni. Non ci sono molti giovani atleti in grado di affrontare un educazione sportiva che prevede Villopoto, Mitch Payton, Baker e tutta l’attenzione di Kawasaki. Non ce ne sono nemmeno molti che hanno a che fare con I riflettori costantemente puntati su di sè e che hanno un’ influenza mediatica tale, proprio nel momento in cui la Kawasaki stava pensando ‘dov’è il prossimo fenomeno Carmichael/ Stewart/Villopoto?’ Il motore di Cianciarulo tuttavia pare tentennare quando sarebbe il momento giusto per dare il massimo. Infortunio, malattie e assenteismo si sono mescolati con risultati sensazionali come la vittoria all’East Coast Supercross di Dallas, Indianapolis e Detroit da rookie. Le sue spalle hanno subito una bella botta ma quando è tonico il teenager è formidabile. Stava anche facendo un bel 2014 nell’ East Coast prima di demolirsi la spalla sinistra in Canada l’anno scorso ma l’incidente di Ginevra l’ha di nuovo buttato giù, e ha significato perdere di nuovo tanto. Cianciarulo ha fatto parecchia notizia dato che la nuova leva Kawasaki/Pro Circuit/Monster e il suo record di 5 titoli amatoriali hanno significato un notevole successo ancora prima di entrare nel AMA. Iniziando il 2015 abbiamo voluto chiedergli quali sono le sue aspettative. Per il suo evidente charm, buon senso dell’umorismo e incredibile confidenza, è intensamente guidato da un innato senso di raggiungimento dei suoi obiettivi, e qualsiasi cosa minore è un fallimento. In termini

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normali è un orribile e inappropriato cliché ma non ci sono molti Pro con il background di Cianciarulo – grazie anche a genitori che lo hanno supportato e spinto al punto giusto – e a tutti quelli che gli sono stati dietro (trainer, advisor, mentori, modelli). Questo lo rende unico ed è praticamente impossibile trovare un racer più deciso di lui a raggiungere la gloria. Purtroppo la più antica “forza livellatrice” di questo sport – una visita dal dottore – è stata l’unica cosa ad intralciarlo. Cianciarulo sta solo aspettando di ricominciare. Quando l’inevitabile succederà (compirà 19 anni ad ottobre) verrà inghiottito da un altro circuito, e noi abbiamo avuto il tempo di scoprire un po’ di più sul suo approccio e la sua filosofia di vita. Ecco a voi la visione del mondo di una (quasi) motocross megastar; dal comfort di un grosso divano marrone a Norco, CA e un bungalow a 5 minuti a piedi dalla residenza Payton. Fin ora la tua carriera da Pro è stata un giro sulle montagne russe. Come si fa a rapportarsi con l’adulazione il minuto prima e poi un infortunio e la frustrazione il minuto dopo? Penso che in generale in questo sport bisogna mantenere un livello mentale adatto sempre. Non puoi mai essere troppo felice o troppo giù di corda o troppo duro con te stesso perchè è talmente fatto di alti e bassi.. Un weekend ti senti il capo del mondo e quello dopo sei completamente insignificante. Non dev’essere affatto facile… Esatto. Essendo stato in contatto con Ryan Villopoto per così tanto tempo ho visto che quasi non vuole essere contento dopo una gara perchè sa quanto velocemente possano cambiare le cose. Penso - 100% - che questo sia il motivo per cui vince così tanto, non si lascia spaventare troppo da una gara andata male e non si esalta troppo per una andata bene. Il suo stato mentale non è mai confuso. Finora ti sei circondato delle persone giuste. È

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come se avessi individuato la strada giusta per il successo… Mi è andata molto bene e ho avuto tutti i pezzi del puzzle al posto giusto da quando avevo 5 o 6 anni. I miei genitori volevano fare tutto il possibile per farmi gareggiare nei posti giusti. Sembra proprio che tutto sia sempre andato liscio come l’olio. Aldon Baker l’ho seguito da quando avevo 14 anni. Sono con Kawasaki praticamente da sempre, da quando guidavo una 65. Praticamente se la guardi dal mio punto di vista l’unica persona che può combinare dei casini sono io. E questa è la parte difficile. So che tutti quanti lo sanno! Ho avuto pressioni da quando avevo sei anni o sette.. le persone dicevano “beh, dovrebbe vincere”. Se vincevo non c’era problema. Se c’era qualcuno che magari non mi batteva ma era 5 o 6 secondi dietro allora c’era un problema! È sempre stato così ed è come se il mio cervello si fosse programmato a non esaltarsi mai troppo. Ho un lavoro, e il mio lavoro è vincere. Ho fatto di tutto per riuscirci e ho tutte queste persone intorno. Devo vincere, ed è sempre stato così. C’è stato un momento in cui avresti volute ribellarti a tutto questo? Sei praticamente una macchina.. Decisamente! Questo è ciò che succede quando cominci a vincere da così giovane e se non continui sembra che il tuo valore diminuisca. Ho dovuto continuare a vincere per avere quello che volevo. È stata una buona cosa perchè mi ha aiutato a crescere in fretta. Grazie a chi mi stava attorno sapevo dove dovevo arrivare. Penso che sia stato più difficile di qualsiasi mia competizione, ma alla fine credo ne sarò grato. Qui sta il paradosso. La gente potrebbe pensare che per te sia stato facile ma in qualche modo è ancora più difficile essere ‘il favorito’ , c’è tutta una serie di circostanze che bisogna affrontare. Sì, ho sempre avuto qualcuno che mi spingeva. Aggiungi I grandi sponsors…diventa difficile dal punto di vista della pressione psicologica ma allo stesso tempo non ti puoi lamentare perchè hai

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tutto quello che vuoi. Come hai detto prima a proposito della ribellione. Non credo di aver mai sentito la necessità di uscire e far festa ma ogni tanto è anche bello prendersi una pausa. A un certo punto devi staccare per un po’.Durante i bootcamp non riesco a pensare ad altro che a quello che sto facendo ed è molto più facile avere la mente incastrata in certe cose. Esiste un modo di smettere di essere ‘Cianciarulo: la star’? O quando vinci, guardi i video perchè mancano pochi giorni alla prossima.. È buffo perchè nel supercross l’anno scorso mi sentivo sicuro – sono sempre sicuro di poter vincere, non per tirarmela ma ho batutto così tante persone da amatore che sento di poter battere più o meno tutti! Si un po’ me la tiro.. ma so quali sono le mie abilità. La storia era che non avrei combinato molto in supercross. Dean Wilson è tornato in Florida e ha fatto un commento a Chad Reed sul fatto che non sarei nemmeno stato nella top 5 e la cosa mi ha abbastanza infastidito. Ero ancora nelle prime fasi dell’allenamento a metà gennaio e questo – può sembrare strano – mi ha dato ancora più motivazione per vincere. Siamo andati a Pala ed eravamo solo Dean ed io, 3 settimane prima della gara e il mio stato fisico cominciava a risalire verso il picco di benessere. Era davanti e probabilmente pensava ‘è un ragazzino, non sarà un problema’ ma io l’ho preso, ed è stata una gran cosa per me. Ora, capisco che sembri stupido parlarne ma era tutto quello di cui avevo bisogno. Mi sentivo bene e Dean aveva appena vinto una gara nella West Coast. Ho pensato ‘ce l’ho fatta”. Poi sono andato a Dallas ed ero il più veloce nelle qualifiche e ho pensato ‘Posso vincere’. L’ho fatto e poi ancora 3 giorni di riding e di nuovo un aereo. Sono dovuto tornare coi piedi per terra molto velocemente. Ma come fai? L’anno scorso – rispondo indirettamente alla tua domanda! – quando ho vinto mi sono detto: ‘Me la godo

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Sabato e sarò gasato. Anche domenica, scrivo messaggi a tutti.’ Lunedì mattina e durante le 2 ore di track (vivevo coi miei allora) non proferirò più parola. Appena salito sul track non parlerò più della gara. L’ho imparato da Ryan. Sono cresciuto assieme a lui e non lo conoscevo così bene, Ryan è una persona che ti intimidisce, non vuoi assolutamente dire o fare la cosa sbagliata, quindi nessuno parla mai della gara. Incluso lui. Lui ha avuto un gran successo, quindi ho pensato ‘OK, non si parla della gara’ e questo è quello che faccio il lunedì. La tua personalità però sembrerebbe molto diversa dalla sua… Sì, Ryan ed io siamo completamente diversi ma allo stesso tempo abbiamo caratteristiche simili che fanno di noi dei campioni. Siamo ‘quadrati’. Quello è il modo di darmi una calmata, altrimenti rimarrei esaltato da una vittoria per tutta la settimana! Il mio sogno di una vita era vincere una gara di Supercross. È un obiettivo a breve termine ma si comincia con il volere una gara e poi quella dopo e poi il campionato e poi più campionati. A quel punto [Dallas] era tutto, e a quel punto devi essere estremo. Quando hai menzionato la storia di Wilson e del tuo stato fisico che ominciava a spingere: attraverso tutto il lavoro con Aldon e i sacrifici, è stato quello il momento di totale fiducia nei suoi confronti? Quando pensi ‘sì, tutto quello che dice fuziona’? Certo; specialmente perchè il programma di Aldon è parecchio difficile. Senti di essere fin troppo allenato ma sta tutto nella formula che si è studiato per 15 anni – e tutto il tempo in cui si è allenato in motocross – che funziona come un orologio svizzero. Sai che devi spingere tanto, vai un po’ giù e poi due settimane prima della gara cominci a sentirti bene e tutto comincia a funzionare. Devi avere fiducia perchè un mese prima della gara ti senti da schifo ma poi comincia a girare tutto per il verso giusto. L’ho visto specialmente lo scorso anno, era la mia prima volta in un bootcamp ed è stata dura. Ho pensato ‘ma cosa sto facendo?’ Mitch [Payton] diceva “devi tirarti su!” e io “non posso; non mi sento bene”. Non era il riding ma proprio l’ammontare di ore e l’intensità. Ma se hai fiducia torna tutto. Come hai scalato le classifiche? C’era qualcuno che ti stava dietro e ti insegnava? O dato che c’erano persone come Aldon, Mitch e Ryan eri da solo? Ho sempre dato retta alle persone del mio circolo. Ci sono anche sempre stati commenti da altri! Con internet raccogli le opinioni su cosa dovresti fare e vedi cosa pensa la gente di te. Ho imparato ad ascoltare sempre il cerchio più ristretto. Nel periodo da amatore ero piuttosto lanciato e le persone la prendevano come se mi autopubblicizzassi. Pensavano ‘Ken Roczen ha 15 anni e ha già vinto un GP, tu ne hai 14, amatore e parlano lo stesso tutti di te’. Pensavo ‘sì, hai ragione!’. Non ho mai pensato di essere come Ken e la gente pensava parlassi di me come il futuro Ricky Carmichael ma quello non sono proprio io. Non mi è mai stato detto ma lo percepivo da come le persone scrivevano di me. Hanno messo l’asticella lì, e io dovevo per forza superarla. Sicuramente la tua visibilità ha aiutato a far sì che le cose ti cadessero vicino e nel posto giusto – come hai detto – ma quello è uno strano scenario in cui non si ritrovano molti riders. Mi ricordo quando ero alla conferenza stampa per la prima Monster Cup nel 2011 e ti guardavo lì al tavolo con Villopoto, Dungey & co e hai iniziato facendo una battuta sulle Monster Girl dietro di te. Ho pensato che avessi molta fiducia in te stesso allora, ma anche la furbizia di sapere con chi potevi scherzare, anche se eri solamente un teenager e un amatore…. Alcune persone dicono cavolate su di me perchè giù dalla moto posto tanto sui social media, ma è il mio modo di fare. Essere bravo con i fans e i media...mi piace. Non mento. Andare sui giornali e fare video,

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un edit o una foto su Instagram. Qualsiasi cosa sia. Sento che è parte del mio ‘impero’ perchè guardo a me stesso anche come un uomo d’affari. Ogni singolo articolo o commento sul fatto di essere bravo con la stampa…piace agli sponsors. Voglio essere socievole. Non voglio sembrare un robot. La gente non vuole vedere altleti depressi… Esatto. Nemmeno se lo sei davvero! Per esempio in quella conferenza stampa alla Monster Cup ero davvero nervoso. Avevo Ryan Dungey e Ryan Villopoto seduti a fianco a me e tutti gli altri. Pensavo ‘Ma perchè sono qui?’ Però mi hanno anche invitato alla conferenza perchè sapevano che non avrei detto solo ‘si’ e ‘no’. Mi piacciono i media. Ti approcci alla John Lennon e pensi di avere sempre una buona battuta o un commento pronto per ogni situazione? Non lo pianifico. Se in passato ho lavorato sui miei discorsi ora lo trovo obsoleto e non mi piace. E poi rischio di balbettare. Abbiamo parlato di Ryan che ora si sta muovendo in un’ altra direzione. Carmichael si è fermato a vent’anni e Roczen è un più volte campione ed ha appena ventun anni. Ti viene da guardare ai tuoi 18 anni, vedere questi multi milionari e pensare ‘manca poco per essere così’ ? Non lo penso affatto. Se ci pensi lavori più come amatore che da Pro. Sono stato un amatore per 12-13 anni, se ti va bene ne fai 10. Questi primi insegnamenti e poi finalmente quel momento… Riusciresti a immaginarti altri 10 anni di bootcamps? Haha! Si riesco, perchè la motocross è ciò che amo, non importa se mi faccio del male. Ti devi uccidere per essere il migliore ma lo farei 6 o 7 volte per vincere una gara. Vivi solo per quel momento…ed è questo il motocross per me. Non credo che significhi la mia felicità per sempre. Quando sei sulla moto sei felice, ma quando vinci

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una gara sei al settimo cielo. Io ho vinto 3 gare ma al momento non importa a nessuno. Era l’anno scorso! Non faccio motocross per la mia felicità perpetua, ma farei qualsiasi cosa per quel singolo momento. Descrivi ‘il momento’. È davvero così alto? Oh sì, è pazzesco. Quando ho passato la linea del traguardo a Dallas ho praticamente perso conoscenza. È come se fossi stato tutto intorpidito ed era più intenso di qualsiasi altra sensazione abbia mai avuto. Gli ultimi anni tra gli amatori ero arrivato al punto in cui vincere non significava più così tanto. Non ho mai vinto quando era inaspettato. Mai. Il ‘momento’ è solo un momento ma darei tutto per provarlo di nuovo. Sai che si dice che l’importante è il viaggio e non la destinazione? Non sono sicuro di essere d’accordo. Abbiamo un bel gruppo in Florida, sono i miei migliori amici. Jason, Ken, Marvin…ci divertiamo ad allenarci insieme ma la mente è sempre concentrata sulla competizione. È sempre una questione di pensare in anticipo. Il viaggio è quello che ti serve per raggiungere quel Momento. Prima però hai detto che vincere può anche essere noioso… Solo vincere davanti a tutta la gente [a un Supercross]. Sembra stupido, ma è quando poi vai a vedere il tuo twitter e hai dei piloti di F1 e gente come Casey Stoner che ti scrivono ‘congrats’, che ti rendi conto che da ragazzino quale eri adesso puoi raggiungere queste persone.. questo fa parte di quel Momento. Sono stato al telefono fino alle 3 del mattino dopo Dallas. Il regime Baker sembra molto boarderline e difficile, come riesci a mantenere le relazioni di amicizia in questo ambiente? Per come la vedo io, e magari anche altri, Il fatto è che lo faccio per stare meglio e forse non sarebbe così efficace se non fossi lì da solo. Se

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Jason si sente da schifo in pista e Ryan invece spacca, Jason si butta giù. Lo facciamo [il regime] sapendo che ci farà stare meglio e dobbiamo mettere da parte tutte le altre sensazioni. A volte è molto dura. Quando sei su una moto e fai fatica e c’è qualcun altro che invece riesce a spingere di più cominci a farti delle domande su Aldon. Due settimane dopo però quel rider starà faticando mentre io mi sentirò da paura. La ruota gira, e tutti noi abbiamo i giorni “giusti”, e lo sappiamo bene. Ovviamente conta anche la personalità. Jason ad esempio, che le persone pensano sia uno sempre agitato, in realtà è super pacato. Io non vedo l’ora di fare amicizia con tutti e vincere. Dev’essere una delle dinamiche di gruppo più difficili di questo sport…ma ti tira anche su il morale quando non ce la fai più… Sicuramente Aldon ha la stessa mentalità con tutti. Non esagera mai nè in positivo nè in negativo. La cosa può essere: “questo è il problema e questa è la soluzione” oppure “abbiamo trovato la soluzione”! Ognuno è diverso ed è difficile quando non te la senti ma allo stesso tempo non ti fa arrendere. Se il record di un percorso è ‘54 e tu fai 57 mentre gli altri fanno 54 allora c’è un problema. È un sacrificio essere sempre attaccato a uno standard alto ma è meglio a lungo termine. Cosa ti fa venire il panico? Pensi ‘mi sono di nuovo fatto male, adesso gli altri mi supereranno’? Ce l’hai questa paura? Guarda ad esempio Jake Weimer con cui dovresti esserti allenato pochi anni fa; un paio di infortuni e le persone si dimenticano di te… La mia paura più grande è non soddisfare il potenziale che so di avere. Potrei aver vinto un campionato supercross l’anno scorso ma non ce l’ho fatta. Mi sono fatto male e Jason Bogle se l’è meritato. Immagina dove potrei essere ora. Devi pensarla così. Sono super giovane ma anche indietro in termini di campionati. Ho iniziato a 16 anni, ne ho 18 e 10-11 anni di solido passato in questo sport. Immagino la paura sia più sul

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potenziale ma al momento non sono tanto spaventato. Penso “posso farcela” e “ce la farò”. C’è qualcuno come Marc Marquez che arriva ad essere due volte campione in MotoGP a soli 21 anni. So che per te c’è molto da fare ancora e non si può pianificare nulla di troppo Avanti col tempo ma riusciresti a guardare al quadro più ampio e considerare una mossa radicale alla Jean Michel Bayle? O pensare al MXGP? Oppure il tuo cuore è programmato per tipo 6 titoli indoor e outdoor? Non la penso così. Non voglio finire nel turbine dei record perchè come dicevo prima la felicità per me non è solo la motocross. Non è quello il motivo per cui faccio tutto questo. Lo faccio perchè posso vincere, e mi fa sentire benissimo. Non ho paura di deludere le persone. Così è la vita, sembrerà anche un cliché ma chi vivrà vedrà. Non punto a uno specifico numero di campionati ma a fare il meglio finchè tutto funziona bene e mi diverto. Sarebbe figo provare anche a correre in macchina o cose del genere… Se ho successo, perchè no! Per finire, Ryan è passato al MXGP e ha creato un precedente cambiando scena, al culmine della sua potenza… Mi ha sorpreso. Ho sentito che voleva farlo e mi sembrava una follia lasciare l’opportunità di vincere il quinto campionato. Ti fa capire che persona è. Fa quello che vuole e non gli interessa dei record. Non vede la motocross come felicità permanente. Ha vinto 4 campionati e ora se ne è andato in Europa. Mi piace la sua mentalità, è giusto insegnare ai più giovani che non va bene essere dei robot. Aprirà un sacco di porte a un sacco di persone.


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Nuova Vanquish Volante è pura essenza Aston Martin distillata in un’automobile splendidamente scolpita. Le incredibili prestazioni, la meticolosa cura costruttiva ed il senso del lusso più raffinato sono ora combinati con l’edonismo della guida a cielo aperto per creare un’esperienza unica ed affascinante. Vestita di un abito in fibra di carbonio, Vanquish Volante mantiene il dinamismo possente della sorella Coupé evidenziandolo con sottile piacere. La GT per eccellenza si è ora trasformata in eccellente Volante. Per sperimentare il fascino della Nuova Vanquish Volante: ASTON MARTIN ITALY Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel: 02 43510988 info@astonmartinmilano.it www.astonmartinmilano.it

Consumi ed Emissioni CO2 Consumi (litri per 100 Km): Urbano 21,4; Extra Urbano 10,2; Combinato 14,4. Emissioni CO2: 335 g/Km



BEST WHIP

TEAM JTECH 70


Una tranquilla giornata a Dorno, sole primaverile e ottino terreno....quando ad un certo punto irrompono tre piloti a briglie sciolte sono i tre ragazzi del Team J tech. Vsevolod, Nick e Jens sono venuti a dorno per noi per dimostrarci e farci vedere come si fanno due salti fatti bene. Le foto come vedete nel servizio sono venute in maniera divina, gli altri piloti che erano in pista hanno lasciato le loro moto per osservare e capire come imitarli. I tre ragazzi non avevano piĂš volglia di fermarsi e sono andati avanti fino quasi a pomeriggio inoltrato quando abbiamo dovuto sparargli per fermarli. Voglio ringraziare per la disponibilitĂ tutto il Team J tech Gabriele Rinaldi e Iler Aldani ma anche Giulia Rinaldi per aver guidato il furgone per portare su tre pazzi!!!

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UWENBERG


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BRY


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YLYAKOV


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Testo e Foto Davide Messora

S1GP Jerez

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Hermunen c'è! Si apre ufficialmente la stagione con il mondiale S1GP, nuovo nome per la massima categoria, il primo palcoscenico è Jerez de La Frontera la capitale mondiale della moto, così è scritto sul cartello che ti da il benvenuto nella città, ma non è il famoso circuito ad ospitare il circus della derapata ma il piazzale dello stadio. L'organizzatore locale è lo stesso che si prende carico della gestione dell'impianto permanente e si vede la loro competenza e il dispiegamento di forze, per delimitare il circuito sono state usate 2800 balle di paglia, unica pecca lo sterrato, da una prima valutazione da parte dei piloti a detta loro molto bello ma dopo le prove tutti hanno capito che si poteva usare una sola traiettoria. Però dobbiamo dire che con la marea umana di pubblico tutto è passato in secondo piano, gli spagnoli e soprattutto gli abitanti di Jerez amano in modo viscerale la moto e hanno preso d'assalto il circuito cittadino fin dalle prime prove libere del sabato mattina cosa mai vista nel mondiale supermoto. Grossa novità per questa stagione il nuovo team di proprietà Max Biaggi che ha messo in piede una piccola struttura per Mauno Hermunen che alla fine dello scorso anno dopo la stagione nel team Vorlicek era rimasto a piedi, Mauno in questo 2015 userà le coperture Metzeller gomme che sono state evolute nel corso della passata stagione da Ivan Lazzarini he con il suo team L30 racing tra Italiano e Mondiale avrà sotto la sua tenda ben 10 piloti. Thomas Chareyre il campione del mondo in carica dopo la vittoria a Viterbo si presenta a questa prima gara con il favore del pronostico. Le prime due uscite in pista a far la voce grossa è Mauno Hermunen, il giocoliere

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finlandese danza sul circuito cittadino, Thomas Chareyre è subito dietro ed a sorpresa si inseriscono molto vicino ai primi le due Husqvarna di Lukas Holbacker e Pavel Kejmar. Le qualifiche non cambiamo, i primi sei si giocano la pole nella Super Crono, il leader Hermunen sempre primo dietro di lui Kejmar e Chareyre che insieme a Holbacker Lazzarini e un sorprendente Elia Sammartin si giocheranno la prima posizione. Quando le cose fanno sul serio Thomas Chareyre tira fuori dal cilindro il giro perfetto e si porta al comando, Hermunen nell'ultimo suo giro buono sbaglia nelle ultime curve e si deve accontentare della seconda piazza, Lazzarini quinto e Sammartin sesto. Al via della prima manche Thomas scatta in modo perfetto e sembra riuscire a prendere del margine su Hermunen ma nel corso della gara il francese per colpa di un problema al freno anteriore non può guidare con tranquillità ed è costretto ad alzare il suo ritmo favorendo il ritorno di Mauno che con grande facilità lo passa e si invola verso la vittoria. Alle loro spalle grande duello tra Kejmar e Holbacker, con il ceco che riesce a portarsi a casa il terzo posto, verrà poi squalificato a causa dell'eccessivo rumore dei suoi scarichi, Lazzarini chiude quarto e Ravaglia ottimo sesto. Sammartin dopo una partenza disastrosa chiude in decima posizione. 91


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Testo e Foto Domenico Mussillo

OTTOBIANO Meteorologicamente parlando nel week-end del 25-26 aprile nella pista di Ottobiano che accoglieva la seconda tappa del Mondiale S1Gp, l’azzurro del cielo si è fatto abbastanza desiderare, ma non si è fatto attendere per quanto riguarda le gare in programma, proprio cosi la casa Italiana Tm ha dominato il week end non lasciando spazio agli inseguitori sia della S1Gp che della S2. S1Gp gara1 Primo posto in griglia per Thomas Chareyre che fin subito dalla partenza rompe ogni induguio e parte per una gara completamente in solitaria, alle sue spalle ottimo secondo e terzo posto per Pavel Kejmar e Lukas Hollbacher del 833 Racing Team anche loro artefici di un’ottima gara avendo distaccato tutto il resto del gruppo. Terzetto infernale dalla quarta alla sesta posizione che vede a capo il nostro Andrea Occhini che dalla sesta casella di partenza riesce a salire fino al quarto posto e a rimanervi fino al settimo giro dopo gli insistenti attacchi di un Ivan Lazzarini che riesce a dare una “zampata” e conquistare cosi la quarta piazza, subito dopo




anche Mauno Hermunen sferra l’attacco nei confronti di Occhini salendo in quinta posizione, altri italiani li vediamo al nono posto Cristian Ravaglia del Team Honda Assomotor, subito dietro Elia Sammartin, più attardato Edgardo Borella in sella alla Honda che è stato protagonista pronti via di una caduta recuperando cosi fino alla dodicesima posizione S1Gp gara2 Partenza di gara 2 favorevole per il finlandese Mauno Hermunen che scatta velocissimo appropriandosi della prima posizione, ma subito dietro di lui c’è il rullo compressore dalla targa francese, Thomas Chareyre che in un paio di curve archivia la pratica sorpassi e si avvia verso un’altra volata in solitaria lasciandosi alle spalle il resto del gruppo. Guizzo vincente per Paver Kejmar che prende momentaneamente la seconda posizione, momentaneamente perché viene passato al sesto giro da Mauno Hermunen e riuscirà a rimanervi sino alla fine della gara subito dopo è il turno di Ivan Lazzarini, combattivo e costante riesce a salire al terzo posto portando cosi a casa un ottimo piazzamento, quindi per lui quarto posto nella classifica assoluta di campionato. Poco più dietro Andrea Occhini riesce a resistere agli attacchi dell’olandese Devon Vermeulen fino al decimo giro, l’olandese morde l’asfalto e riuscire a controllare gli attacchi per il nostro italiano comincia ad essere dura, finirà la gara al


settimo posto dietro all’austriaco Lukas Hollbacher. Dopo la seconda prova Vediamo Occhini al settimo posto della classifica finale e questo non può far altro che farci ben sperare. Poco più dietro Edgardo Borella dà spettacolo con una buona rimonta che lo vedrà protagonista insieme a Max Verderosa (del Team L30 racing) di uno “scontro” al secondo curvone dove Borella fa di tutto per passarlo all’interno toccandolo e facendogli perdere la traiettoria, pronte le scuse da parte di Borella il quale ha alzato un braccio in segno di scuse, arriverà dodicesimo (come nella prima manche) dietro al poliziotto delle fiamme oro Christian Ravaglia a sua volta preceduto da Elia Sammartin. Là davanti non cambia nulla, la sua gara è stata tutt’altra, da solo si invola verso il traguardo portando a casa due perfetti primi posti e sulla moto azzurra di Thomas Chareyre ci sarà posto anche per un po’ di rosso, quello della tabella rossa che passa nelle sue mani e sappiamo che saprà difenderla fino all’ultima volata, non resta che stare a vedere come procederanno le prossime gare sicuri di vedere un bello spettacolo per quanto riguarda questa classe. S2 gara1 Se nella classe S1Gp la Tm ha stra vinto, non si può dire di meno per quanto riguarda la S2 dove in entrambe le due manche (di cui la secondo per via di un breve acquazzone, è stata dichiarata bagnata) di giornata hanno visto come migliore protagonista il tedesco Marc Reiner Schmidt in sella alla Tm del Team Degasoline . Seconda posizione per l’italiano del Team L30 Racing Yuri Guardalà che scat-




tando perfettamente al via ha messo al sicuro un’ottima seconda posizione finale, dietro di lui un combattivo Giovanni Bussei che con il suo stile inconfondibile da velocistà ha deliziato tutti con un’ottima performance dando spettacolo insieme a Fabrizio Bartolini (Team Honda Assomotor) per la terza posizione, quest’ultimo ha dovuto cedere la posizione dopo numerosi attacchi da parte del pilota del Team SBD Union Bike, ma comunque ha concluso la gara in settima posizione. Partito un po’ più attardato Diego Monticelli ma ottimo recupero fino alla quarta posizione. S2 gara2 Stesso copione per quanto riguarda la gara di Marc Reiner Schmidt che prende il largo dal gruppone e lascia parlar poco di sé, dietro infuria la lotta per il secondo posto che vede impegnati il nostro Guardalà e il finlandese Toni Klem il quale sorpassa Guardalà sul lungo rettilineo di partenza non lasciando spazio per un contro attacco, altro sorpasso è quello del pilota italiano in sella ad un’altra Tm, Mattia Martella proprio ai “danni” di Guardalà, il quale finirà la gara al ventiquattresimo posto. Gli altri italiani, Bussei al quinto posto e Bartolini nuovamente al settimo. Dunque alla fine della seconda prova mondiale svoltasi sul tracciato di Ottobiano, il tedesco Schmidt è nuovamente sul gradino più alto del podio e non sembra voglia farselo scappare e sicuramente difenderà questa posizione a denti molto stretti.

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S1GP 104

OFFICIAL B


P

BIKE

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TM FACTOR


RY RACING

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X MAX RAC


CING

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TEAM L30 R


RACING

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TEAM ASSO


OMOTOR

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TEAM 883


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TEAM GAZZ


ZA RACING

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TEAM SPEE


ED MAX

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ENDURO CAMPION ITALIAN Get started! Venerdì sera, si respira una strana aria nei paddok, già, questa volta è un vero paddok, nessuna piazza, nessun centro cittadino o vicinanza di un bosco, nessuna collina o montagna in vista. Ci troviamo al circuito internazionale di Ottabiano, e stranamente non per una competizione di supermoto o motocross, ma di enduro. Uno strano weekend per iniziare questo 2015, ma tuto sommato si respira una sensazione di risveglio lento, un rientro per i piloti in tranquillità, nessuna linea ad aspettarli, nessuna mulattiera. Li vedi camminare per la, a studiarne le traiettorie. Il cross test è pronto, e non è semplice, perché la sabbia non perdona. E poi c'è quella parte, non accessibile, con la ruspa e ancora in azione: succederà qualcosa sabato sera. Sì, perché questa volta la gara si svolge ad imitazione degli Assoluti a Lignano Sabbiadoro, due giorni di cross test e un extreme test la sera. Una scelta discussa, indubbiamente, dove a fine competizione le 120


O NATO NO

Testo e Foto Samantha Pacolini

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voci nel paddok erano discordanti. Sicuramente

non

è

stata

una

tradizionale competizione di enduro, ma i piloti hanno sicuramente una dote: lo spirito di adattamento. E quindi, vederli scivolare sulle curve di sabbia, superare i canali profondi, salire sulle rampe dei salti lasciate a se stesse, non ha tolto di certo il fascino a questa competizione, tutt'altro. Non è stato facile per chi durante l'inverno si è allenato nei boschi, ma sabato sera, dopo le prime prove del pomeriggio, lasciata il dubbio e lo scetticismo, è tornato a brillare la luce nei loro occhi. Ed ecco la prova extreme in notturna. 24 batterie, composte da circa 15 piloti ciascuna, il raking ha deciderne l'ordine. Lasciati i cancelletti alle spalle, superato il primo tratto sulla pista di motocross, ecco gli ostacoli artificiali, sassi e pietre ad attendere la sfida. Sì, forse l'organizzazione ha fatto un azzardo, ma la scelta del sabato sera e stato sicuramente un colpo vincente, che il giorno dopo, ha risollevato il morale. E a fine giornata, sul podio, ecco salire esclusa la classe Elite, con la presenza di piloti del calibro di Davide Soreca, Gianluca Rendoni e Gianluca Marini, per la prima gara d’Italiano si chiude con Dawid Ciucci e Matteo Cavallo entrambi della E2U. In terza posizione, per quanto riguarda

gli assoluti di giornata,

troviamo il giovane campione dello scorso anno Nicolò Bruschi, pilota della 123


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E1 4TU. Quarto e primo nella sua categoria, si aggiudica

la

posizione

Michele

Marchelli, della E1 2TU, lasciandosi dietro nella classifica di categoria Riccardo Grippa, e Jordi Gardiol. Nella classe E1 4TU Nicolò Bruschi non dà spazio a Jonathan Zecchin e Luca Ghislandi. Nella E2U i già classificati nell’assoluta di giornata Ciucci e Cavallo, lasciano alle loro spalle un Guido Conforti che non ha intenzione di lasciare il podio. Nella E3U troviamo classificati Andrea Castellana, Nicholas Trainini e Nicola Piccinini. Nella senior case E2 è Roberto Rota a regolare

Diego

Nicoletti

e

Mauro

Fiorgentili. Andrea Bellotti vince nella E3S su Luca Marcotulli e Riccardo Peroni. Nella E1 2TS abbiamo Simone Zaffaroni, Luca Rovelli e Mattia Traversi. Nella E1 4TS si riconferma sul primo scalino del podio Jacopo Cerutti, assieme ad Andrea Bassi e Federico Ulissi. Nella 125 cadetti Matteo Pavoni anche quest’anno riconferma il podio. Un occhio particolare va alle squadre, nella under a farla da padrone in questa giornata di gara il team Osellini Husqvarna

mentre,

nella

senior,

abbiamo i Diligenti Racing.

Questo 2015 si è aperto con delle novità, nuovi piloti, l'assenza di altri, come di Davide Sorreca che quest’anno lascia l'italiano per raggiungere gli 125


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assoluti, cambiamenti all'interno de team sia con l'acquisizione di nuovi piloti che con il rientro di altri, pensiamo a Guido Conforti. Ma a guardare il paddok quello che davvero colpiva era il numero dei piloti e la presenza del minienduro: l'Italiano di enduro, nonostante tutto, vuole farsi sentire. In concomitanza con l'Italiano, si è svolta anche la prova di Minienduro dei giovanissimi che, sotto l'ala protettiva del Campione Simone Albergoni che ne cura la realizzazione e segue i ragazzi, hanno percorso lo stesso tracciato degli adulti ovviamente con delle modifiche, ma questo non ha

minimamente

turbato i giovanissimi Lorenzo Corti (categoria

aspiranti

85),

Manolo

Morettini (categoria aspiranti 50) e Cagnoni Simone (categoria baby sprint) primi nelle loro categorie. E' stato bello e anche simbolico vedere le nuove leve al fianco dei campioni, con il loro entusiasmo, perchÊ diciamocelo, il futuro sono loro e con la loro presenza, con la loro tenacia, il loro sguardo combattivo, danno notevoli speranze a questo sport meraviglioso, ma difficile. Difficile, già , ma non selettivo. L'enduro e adatto a chi desidera farlo, senza distinzioni di alcun tipo, quest'anno il team delle lady project si è allargato e la partecipazione

femminile

aumenta

anche con la presenza nel Minienduro di ben due bambine. Inoltre il rientro in gara del titolo Mondiale Anna Sappino, 127


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ha rimesso in dubbio la posizione sul podio, tornata a marcare il territorio, la giovane Cristina Marocco quest'anno si e vista togliere subito il primo posto sul podio, cosa che lo scorso hanno nessuno era riuscito ancora a fare. Terza sul podio la giovane Terranova Raissa. E cosi, se questa prima prova, nel confermare sul podio nomi giĂ noti ha lasciato spazio ad altri. Complice la scelta del tracciato? impossibile a dirsi, saranno le prossime tappe a mostrarci a che gioco vogliono giocare i piloti, a farci vedere chi salirĂ sul podio se "Soliti nomi"

o

qualche

cambiamento

repentino. Infondo, già il podio di Ottabiano ci ha mostrato che in questo sport non e mai detta l’ultima, e che le certezze sono solo una maschera per gli illusi. Ora, non ci resta che aspettare la seconda tappa, e ci spostiamo al sud, al caldo della Puglia dove si sfideranno in una gara di enduro, questa volta in vecchio stile.

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