www.xinsidemagazine.com numero 35
RMZ 450Special SPECIAL FLUO TESTER DAVIDE GUARNERI
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REDAZIONE: Via della Taccona 27/A, - 20900 Monza (MB) Italia Tel: +39 039 325106 - Fax: +39 039 325107 info@studioocus.com DIRETTORE RESPONSABILE: Davide Messora Foto Coordinator: Riccardo Tagliabue DIREZIONE ARTISTICA: Cristina Balestrini
WEBMASTER: Fabio Principe Responsabile attività social: Gianmarco Cicuzza
CONTRIBUTORS: Fabio Principe, Davide Messora, Filippo Camaschella, Domenico Mussillo Cristina Botteri, Tea Barbieri
FOTOGRAFIE: Davide Messora Fabio Principe, Domenico Mussillo
Numero Registro Stampa N° 563 Decreto Presidente Tribunale Novara del 27/05/2013
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Questo mese segna l’inizio di una nuova iniziativa di X Inside Magazine! Diventa Tester per un giorno! In questo numero abbiamo provato la nuova Suzuki RMZ 450 con l’aggiunta delle plastiche FLUO e un tester d’eccezzione Davide Guarneri. Nelle prossime pagine potrete leggere e vedere come va la nuova gialla giapponese. In questo numero non sarà presente la gara di Genova Sx ma uscirà uno speciale nei prossimi giorni. Novembre è anche il mese della Fiera Internazionale del Motociclo dove vedremo tutte le novità della prossima stagione. Un saluto!!!
Davide Messora
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CONTENUTI
SUZUKI RMZ 450 Special Gallery Monster Cup Gallery RED BULL Preparazione Fisica MERZOUGA Rally
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Eccola la nuova Suzuki RM-Z450, anche se l’aspetto esteriore è sempre lo stesso, ormai sono diversi anni che le sovrastrutture sono uguali, ma la moto presenta molte novità sia nel reparto motore che nella ciclistica. Per l’occasione e per dare un tocco di novità abiamo chiesto a Enzo Valenti un fuori programma, allestire la sua moto con le plastiche fluo di Racetech per dare un tocco di novità. Valenti ha anche allestito una versione special con tantissime parti speciali. Ma la sorpresa più grande è l’entrata nella famiglia di X Inside Magazine di un nuovo tester: DAVIDE GUARNERI pilota del mondiale MXGP con tantissimi anni di esperienza e una velocità unica. Davide ha subito risposto con entusiasmo alla nostra 11
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chiamata e si è subito messo a disposizione per testare la nuova Suzuki. Il test della moto di Valenti è stato anche la prima volta della nostra nuova iniziativa diventa tester per un giorno, la scelta è ricaduta su un pilota amatoriale con una buona esperienza a livello agonistico territoriale:Christian Mercanti che ha potuto salire sulla Suzuki dopo Guarneri ci ha dato le sue impressioni. IMPRESSIONI DI GUIDA. Davide Guarneri ha iniziato il test con il setup standard di forcelle e mono per poi andare a regolare a seconda delle sue esigenze e per rendere la moto più performante. Ecco le sue impressioni: “Il primo aggettivo che mi viene per questa moto è equilibrata, il motore va molto forte sicuramente tra le tutte le sue concorrenti non è quello più performante, ma hai medi regimi va forte. La risposta al gas per la mia andatura è un pò troppo morbida, alle volte devi accelerare un attimo prima e questa caratteristica in certe occasioni ti “salva” il motore è bello morbido e linerare e anche nel salire di giri la moto non è brusca e non ha cambi repentini di potenza soprattutto quando si prendono le buche e questo ti permette dare il gas in modo molto più deciso e non mette in crisi la ciclistica. Altro pregio del motore che non mura di colpo, non ha un grosso allungo ma non chiude di colpo che nell’ultimo metro della rampa ti può mettere in crisi, ma come ho detto se ci fosse più risposta al gas nelle parti più morbide un pò più di brio con le marce lunghe sicuramente lavorandoci sù questo aspetto si può sicuramente migliorare. Passiamo a parlare della ciclistica, dopo aver fatto delle regolazioni la moto è molto cambiata, all’inizio in frenata la moto affondava molto e questo provocava tanto sottosterzo e con la pista di Dorno che oggi è medio morbida, nel sottosterzare facevi fatica a impostare le curve quindi ne risentiva la ciclistica in generale e non si riusciva a sfruttare bene il suo telaio. La moto aveva all’inizio del test un grosso cambio di peso da accelerazioni a staccata aveva un neutro 4,3 un valore un pò basso e la moto tendeva ad im13
pennarsi e quando si frenava la moto si abbassava molto, quando c’è molto cambio di peso la guida diventa complicata. Abbiamo fatto la pressione alle tre camere delle farcella aumentando la terza camere che da zero l’abbiamo portata a 0,6/0,7 bar ho portato il neutro a 3,9 e ho chiuso il ritorno e aumentando il precarico della molla, con queste modifiche la moto si è bilanciata e fin da subito quando ci si sedeva sopra si sentiva che la moto era più piatta perchè il retrotreno era è più sostenuto e affondava di meno. La forcella ad aria tende ad essere un pò “legnosa” soprattutto nella prima parte, più la indurisci è tende ad essere più “legnosa” e se la ammorbidisci tenta a sfondare subito. Grazie a cambiamenti fatti la moto non avevo più sottosterzo e riuscivo ad entrare in curva molto meglio. A differenza di una forcella tradizionale quella ad aria risente molto nella prima parte la rende elettrica sull’anteriore. In generale anche per la mia esperienza non è la migliore forcella ad aria che ho potuto provare. Parlando del telaio dopo le modifiche che sono state fatte si guida molto bene soprattutto quando si riesce a puntare bene il davanti e quando prendi il canale il posteriore segue subito nello stretto gira benissimo e nei cambi di direzione la moto ti segue e non devi “smanettare” con freno o con il gas. Non è la moto più stabile rispetto alle altre, ma rispetto al Suzuki che avevo provato qualche anno fa è migliorata molto sia in stabilità che in velocità. Il suo pregio è il cambio di direzione e nello stretto, negli appoggi un pò lunghi ha il difetto che si muove molto, ma con il telaio che è facile nel caso di errore è facile riuscire a riprenderla. La posizione in moto è buona, è facile adattarsi sin da subito, la frizione a cavo ha funzionato bene stacca in maniera omogenea, il cambio è morbido e preciso come tutte le giapponesi. Queste le impressioni di guida del “Pota” Guarneri che ci ha preso gusto ed ha fatto segnare il nuovo record sul giro della pista di Dorno. Dopo Davide è sceso in pista il nostro “Amateur” che ha potuto effettuare tre turni con la Suzuki.
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Ecco le sensazioni di Christian: “Prima di apportare le modifiche fatte da Guarneri, sono entrato in pista con le regolazioni standard, mi sono trovato discretamente bene ma dopo aver indurito le sospensioni la moto è cambiata decisamente in meglio, prima era molto bassa sul posteriore e succesivamente la moto è diventata molto bella da guidare. La moto dopo le modifiche me la sono sentita più mia, come se fossi un pezzo unico insieme alla moto, io sono abituato ad usare le forcelle tradizionali, era la prima volta che provavo quelle ad aria e non è stato male il primo approccio ma con le dovute regolazioni sono cambiate in positivo, con poche modifiche la moto riesci a calzartela sulle tue proprie esigenze. Il motore per un pilota amatore l’ho trovato molto ben guidabile diciamo che la moto è pronta per usarla per farci le gare, la potenza è gestibile e puoi insistere con la marcia che ti porta fuori dalle curve con facilità. Mi sono trovato molto bene con la posizione in sella, bene anche con le gomme. In conclusione dopo aver fatto alcuni giri per prendere confidenza con il mezzo posso dire che questa Suzuki è una gran moto.” Christian ci lascia con il sorriso sulle labbra per essere protagonista di questo test. Per tutte le info www.valentiracing.com
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PH. DOMENICO MUSSILLO
MONST MONS ENERG CUP LAS VEGAS
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by Filippo Camaschella
TRAINING
I TEST: dall’ antropometria ai test specifici per l’atleta. La gara è solo il risultato finale di un lungo lavoro svolto nei mesi precedenti. Inizia da qui il primo passo importante per l’atleta con: la presentazione e i relativi test ad esso eseguiti. Il nuovo atleta che si presenterà nel Centro seguirà diverse procedure affinché alla fine di tutti i test si abbia un quadro completo dell'atleta con i relativi dati necessari per una corretta programmazione dell'allenamento. Partendo dalla presentazione dell'atleta seguiamo passo a passo l'iter. L'ATLETA E I TEST 55
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PRESENTAZIONE DELL'ATLETA L'atleta racconta le proprie esperienze nell'ambito sportivo, e i diversi allenamenti da lui svolti in precedenza. È molto importante conoscerlo a fondo affinché si riesca a fare una programmazione fatta su misura per lui, tenendo conto delle sue esigenze e dei suoi progetti inerenti alla stagione agonistica futura. Inizialmente verrà svolta un’analisi posturale, nella quale sarà fatta una vera e propria analisi dell’atleta, tra cui: Antropometria: è la scienza che si occupa di misurare il corpo umano nella sua totalità o nelle sue componenti Peso/altezza: l’atleta viene pesato e gli viene misurata la propria altezza Plicometria: questa rilevazione ci permette di misurare il grasso corporeo dell’atleta. Si attua mediante uno strumento, chiamato plicometro, che permette di rilevare lo spessore delle pliche cutanee. (vedi in foto) Altri test tra cui: test sull’equilibrio, sulla flessibilità, sulla forza, ecc…) Terminata questa prima parte di test, si passerà alla parte più pratica e specifica: il test massimale di corsa. TEST MASSIMALE DI CORSA Il test viene eseguito in pista di atletica o su tredmill (tapis roulant). Io personalmente utilizzo sempre questo tipo di test per stabilire come reagisce il fisico a sforzi crescenti, come varia dunque, la frequenza car57
diaca, la velocità e la potenza applicata. L’obbiettivo è identificare il livello della cosiddetta “soglia anaerobica”, un concetto su cui si basa gran parte della metodologia di allenamento recente, utile per determinare le diverse intensità di allenamento indispensabili durante l’intero anno agonistico. Al termine dei test, avremo così tutti i dati che ci serviranno per programmare al meglio l’inizio della nostra preparazione atletica a “secco” (senza moto). E’ possibile effettuare ulteriori test, analoghi al precedente, utilizzando la bicicletta da strada o mountain bike (al velodromo o su rullo) e più nello specifico in moto, andando a trovare soglie e intensità di lavoro direttamente durante l’attività in pista. Tutto questo per rendere più proficui e corretti i nostri allenamenti. Consiglio a tutti di eseguire i test per conoscere realmente il proprio corpo e i propri limiti, cosi da lavorare fin da ora sulle proprie carenze e valorizzare così le proprie capacità. Al prossimo numero, vi aspetto! Buon allenamento! Filippo.
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Foto RED BULL CONTENT POOL
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Testo Maria Guidotti
ENDURO Merzouga Rally
Foto Rally Zone: Bauer/Barni, Paolo Rugiero, Sanderson Pereira
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Merzouga Rally Prove generali di KTM e Yamaha in vista della Dakar Alessandro Botturi regala alla Yamaha la vittoria del Merzouga Rally, secondo per numero di iscritti dopo la Dakar. Carlos Checa debutta in un rally africano e ci prende gusto: “Sono abituato a competere in pista ai massimi livelli, ma il rally è un’altra storia. É un mondo che mi appassiona e tornerò, ma per piacere. Non penso alla classifica”. Chi non ha sognato di correre con Valentino Rossi, Jorge Lorenzo o Marc Mar75
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quez? In pista è inaudito persino pensarlo. Nei Rally, invece, è un’altra storia. Lo scorso 11 ottobre nel sud est del Marocco, 110 piloti amatori e professionisti hanno preso il via del Merzouga Rally al fianco del Campione del Mondo Cross Country Rally 2015, nonché tre volte iridato nel Mondiale Motocross Matthias Walkner, il 5 volte Campione del Mondo Enduro Antoine Meo, la pluricampionessa Laia Sanz, l’ex pilota MotoGP e campione del Mondo SBK Carlos Checa.... e chi più ne ha, più ne metta. Per un amatore è pura libido poter affrontare una speciale con piloti del calibro di Sam Sunderland, Stefan Svitko, Alessandro Botturi, Olivier Pain o lo spagnolo Gerard Farres o sedersi attorno al fuoco nel bivacco nel deserto della tappa marathon. Una gara nella gara, Pro ed Expert si sono sfidati nel deserto di Merzouga per cinque giorni coprendo 1289 chilometri. Così mentre l’americano Nathan Rafferty, Presidente dello Ski Utah, guidava la testa della classifica Expert e Massimo Chinaglia si batteva per le prime posizioni della Rally Lite, classe a cui si accede con una moto da enduro equipaggiata con la strumentazione per navigare, il campione del mondo SBK 2011, Carlos Checa debuttava in un rally africano. “L’atmosfera di un rally africano è unica”, ha commentato Carlos Checa, che al Merzouga ha festeggiato il suo 43esimo compleanno, “sono sempre stato attratto dai Rally Raid e qualche anno fa sono stato in Marocco con Marc Coma. Non sono qui per fare risultati, ma per godermi il deserto e sfidarmi in questa nuova disciplina. Cosa mi piace dei rally? La sensazione di libertà, d’avventura e la varietà del percorso. Non c’è una curva uguale all’altra, questo è così diverso dall’approccio che abbiamo noi piloti di velocità, abituati a inanellare giri su giri nei circuiti e a portare la moto sempre al limite. In MotoGP il team si preoccupa di tutto, noi dobbiamo pensare solo a dare gas. Nei rally, invece, il pilota è ancora al centro: deve preparare bene il road book, organizzare la logistica e essere abile nella meccanica. La navigazione è cruciale, perché ti indica il percorso, ma può essere anche fonte di distrazione. É importante trovare il giusto equilibrio. Mi sono accorto che inizi veramente a divertirti quando impari a 77
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navigare, quando riesci ad anticipare la prossima nota del roadbook. Non solo, ho scoperto una zona bellissima del Marocco, paesaggi strepitosi e ho stretto nuove amicizie. I rally sono una forma di turismo diversa e interessante”. Ma se per molti il rally è anche un’occasione per conoscere un paese nuovo e affascinate come il Marocco, per le squadre ufficiali Red Bull KTM e Yamaha Racing, il Merzouga Rally ha rappresentato una sorta di prova generale in vista della Dakar 2016. Apprezzato per le speciali tecniche e navigate su un percorso che ha visto le dune come assolute protagoniste, oltre a bellissimi passaggi su trialere di montagna e pistoni veloci sulle tracce della leggendaria Parigi Dakar, il rally promosso da Edo Mossi ha ben evidenziato i valori in campo. Pronti via, il più veloce del Prologo è stato il fresco campione del Mondo Enduro 2015 Antoine Meo. Il francese in forza alla Red Bull KTM ha così aperto la pista cavandosela egregiamente nei 229 km della prima speciale, caratterizzata dall’attraversamento di due dei tre Erg del deserto di Merzouga: Gli Erg (montagne di sabbia) Chebbi e Snaguy. La vittoria di tappa è andata a Sam Sunderland, il velocissimo pilota britannico residente a Dubai che ha le dune nel sangue. Vincitore del Merzouga Rally 2013, Sunderland, alla prima stagione completa con il team ufficiale KTM, si è imposto davanti a Stefan Svitko (KTM) e Olivier Pain, passato alla KTM del team Nomade Racing, con la prima Yamaha di Alessandro Botturi in quinta posizione. Sesto Meo, settimo Walkner. Dopo aver assaggiato la sabbia al primo giorno, la seconda speciale è stata caratterizzata da una spettacolare trialera in salita di 500 mt che ha condotto i piloti sul plateau di Boudnib. I 225 km di guida tecnica in zone vergini e tanti tratti in fuoripista hanno messo a dura prova i piloti, con Matthias Walkner che ha approfittato di qualche sbavatura commessa dal compagno di squadra per aggiudicarsi la prima vittoria di tappa al MR. Con Sunderland secondo e Meo terzo, Botturi ha recuperato una posizione ed ha chiuso quarto. Quinto il 33 enne slovacco Stefan Svtiko.
Il “Merzouga” sembrava una questione tra i due ufficiali KTM, quando al terzo giorno il rally ha perso due dei suoi protagonisti. Sunderland stava aprendo la pista quando è caduto al km 111, mentre stava attraversando il letto di un fiume. Meo e Walkner sono stati i primi a raggiungere il compagno di squadra, assistendolo sino all’arrivo dell’elicottero che lo ha trasportato alla clinica privata di Errachidia dove è stato poi operato per fissare la frattura al femore destro. Con il velocissimo inglese fuori, Meo si è aggiudicato la vittoria di tappa e la testa della classifica generale, a seguito dell’abbandono della corsa di Matthias Walkner, secondo al traguardo della SS3 di 153km , ma che ha preferito non proseguire i 200 km di liaison per raggiungere il bivacco della tappa marathon. “Sono troppo distratto per continuare”, ha commentato l’austriaco, visibilmente turbato dalla caduta del compagno di squadra, “é stato un bellissimo allenamento. In Marocco abbiamo trovato dei terreni simili a quelli che troveremo alla Dakar, e molte difficoltà di navigazione che ci hanno permesso di verificare il nostro livello. Non mi sento bene e preferisco non prendere rischi ulteriori”. A ribaltare le sorti di Yamaha, alla seconda uscita con la nuova WR 450 F, ci ha pensato il “Bottu” andando a vincere la quarta tappa: 216 km di prova cronometrata nella zona di Dayat Maider, un’area desertica che separa la regione di Merzouga da quella di Zagora, caratterizzata da spazi aperti con tratti di sabbia e molti fuori pista. Bella prova anche per Gerard Farres, secondo e Laia Sanz, terza. Con il ritiro di Meo per problemi meccanici, Svitko è balzato in testa alla generale con soli 2’2 di vantaggio su Botturi e meno di 3 su Farres. I tre se la sono giocata ad armi pari nel GP delle dune: due giri di un anello di 37.5 km nelle spettacolari dune dell’Erg Chebbi nel deserto di Merzouga. La vittoria di tappa è andata alla Yamaha di Adrien van Beveren, lo specialista delle corse su sabbia, mentre Alessandro Botturi si è assicurato la vittoria del Merzouga Rally 2015, davanti a Farres e Svitko, con Olivier Pain e Laia Sanz che hanno chiuso ri-
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spettivamente quarto e quinta. «Sono contentissimo” ha dichiarato Alessandro Botturi alla prima vittoria di un rally internazionale, “Mi sono trovato molto bene con la nuova WR 450 F e tappa dopo tappa mi è sembrato di essere più veloce. I primi giorni Sunderland e Walkner hanno imposto un ritmo molto alto. Tenere il loro passo è stato un bel lavoro. Anche Svitko non ha scherzato. Il suo non è un nome troppo noto da noi, ma alla fine è uno che tutto da solo nelle ultime tre Dakar ha sempre centrato un risultato eccellente. E poi Olivier Pain, Laia Sanz e Gerard Farres che tornava dopo la vittoria in Turchia. Mancavano i piloti Honda, d’accordo, ma la battaglia non è mancata. Guardando in ottica Dakar vedo davvero competitivo Matthias Walkner, il nuovo campione del mondo. In un anno soltanto è cresciuto tantissimo. Non cade mai, forse non è il più veloce in assoluto, non come Barreda per esempio, ma è sempre molto equilibrato nell’azione. Per la verità avrei voluto iniziare da Sam Sunderland. Sfortunatissimo. Credo che salterà la Dakar. Il problema è che alla fine si è “mangiato” un pericolo 3 perché, pur partendo tra i primi e aprendo la pista, andava troppo forte. Mi dispiace, la frattura scomposta del femore non è una cosa che si rimedia in settanta giorni, quanti ne mancano alla partenza della Dakar! Mi spiace tantissimo perché è un bravissimo ragazzo ed era in una condizione di forma strepitosa. Al Merzouga ho visto molto bene anche Antoine Meo, secondo me nel giro di tre anni diventa il pilota di riferimento. Per quanto mi riguarda, invece, non ho il passo dei primissimi per cui farò una gara d’attesa. Tutti partiranno a manetta per colmare il vuoto lasciato da Coma, io aspetterò il momento buono per sferrare l’eventuale attacco”. Anche il 33enne slovacco Stefan Svitko (KTM) si è rivelato una certezza. Veloce e molto costante farà nuovamente parlare di sé alla Dakar : “Ho particolarmente apprezzato la navigazione del Merzouga Rally, più impegnativa della Dakar! É stato un peccato aver preso 6 minuti di penalità che mi sono costati il primo posto del podio. Sono comunque molto contento, è stata un’ottima preparazione per la Dakar!”.
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Ottimo l’affiatamento di Laia Sanz con il nuovo team KTM con cui ha disputato il secondo rally e ha chiuso il MR in quinta posizione: “È stato un ottimo training per la Dakar. Al Merzouga in un giorno fai tanti chilometri sulle dune quanto 15 giorni di Dakar!! Sono arrivata un po’ stanca dalla gara di Enduro in Francia e dal rally precedente e i primi giorni ho faticato nel fare il cambio di mentalità: dai pistoni veloci ai fuori pista e le stradine secondarie. Poi ho ripreso il ritmo e mi sono davvero divertita, Ho macinato chilometri sulla mia KTM 450 Rally. Adesso guardo alla Dakar. Sarà difficile migliorare il 9 posto dello scorso anno, ma farò del mio meglio. La mia forza? La testa. La meccanica invece non è il mio forte”. GLI ITALIANI La presenza di tanti piloti professionisti ha indubbiamente alzato il livello del Merzouga Rally, rendendo la vita più difficile ai tanti italiani al via. Con Stefano Rampolla, Stefano Fasani e Francesco Tarricone nella top20, hanno chiuso molto bene anche Andrea Gaggiani, Luca Viglio, Nicola Quinto e Andrea Fesani nei Pro Rally. Terzo assoluto Pro – Rally Lite Massimo Chinaglia, ottavo Paolo Boano. Nella Categoria Expert, vinta dall’americano Nathan Rafferty, l’italiano Paolo Caprioni si è classificato quarto, seguto da Maurizio Littamé (7°), Valter Parisi (8°), Mario Conforti (10°) e Gianni Rossi (13°) BAJA MERZOUGA Ultimo round della FIM Baja World Cup, la Baja Merzouga (ottobre 16-17) ha incoronato tre nuovi campioni del Mondo: Andrien Maré nella categoria moto, Alexandre Giroud, campione del mondo quad e Luca Tavernari, vincitore della classe junior. Il primo giorno della Baja Merzouga ha visto i concorrenti prendere il via insieme ai piloti del Merzouga Rally per 3 giri del GP delle Dune: un anello di 37.5 km nel famoso Erg Chebbi. Maré si è aggiudicato la vittoria della prima speciale davanti a Luca Tavernari e Brice Barbier. Giraud e Rajczyk hanno chiuso rispettivamente 4° e 5°.
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In testa alla classifica generale moto, Maré si è ripetuto anche nella seconda speciale andando a tagliare per primo il traguardo di una tappa impegnativa di 200 km su un terreno tipicamente africano caratterizzato da sabbia, piste veloci e diversi tratti in fuori pista. Con la vittoria del Baja Merzouga, Maré si è assicurato anche il titolo mondiale moto. Secondo Luca Tavernari, campione del mondo junior. Terzo posto per Brice Barbier. Adrien Mare: “Sono arrivato al Merzouga da leader con la priorità di finire la gara e amministrare i 13 punti di vantaggio al fine di assicurarmi il titolo iridato. La Baja Merzouga è stata una bellissima sorpresa. Il GP delle Dune ieri è stato veramente divertente e il deserto è magnifico. Il prossimo anno punto a salire di categoria e correre nei Rally. Mi piacerebbe tornare qui e correre il Merzouga Rally”. Luca Tavernari: “il Baja era un campionato nuovo per me. Abbiamo raccolto ottimi risultati e sono arrivato al Baja Merzouga a pari punti con il secondo. Sono contento di aver vinto il mondiale junior. Per il prossimo anno vorrei continuare con le Baja e fare qualche Rally”. Alexandre Giroud: “Mi giocavo il titolo con Damian Rajczyk, e sono molto contento del titolo. Mi dispiace per Damian che ha avuto un problema, facilitandomi la gara e la vittoria. Riguardo al futuro, con Damien contiamo di prepararci insieme per la Dakar 2017. Maria Guidotti
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