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NUMERO 86-2021

GASGAS MC450F Prova Stivali


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LENDARIO 2021


EDITORIALE Finalmente il 2021 è arrivato e tutto ce lo aspettavamo per lasciarci alle spalle un 2020 davvero difficile, purtroppo le cose non sembrano cambiate anzi sembra che la fine del tunnel sia ancora lontana. Fortunatamente il mondo del fuoristrada sembra non patire piÚ del dovuto di tutta la situazione, le case le moto le stanno vendendo, vedere Honda con il nuovo 450 che sembra introvabile, ma anche GasGas e Ktm stanno avendo dei buoni riscontri. In questo numero potete vedere la prova del GasGas 450 forse la prima rivista in Italia a poterla provare e in quale momento migliore poteva arrivare in concomitanza della vittoria di Barcia a Houston nel Sx!!!!! Abbiamo anche messo alla prova diversi stivali da cross e per chiudere anche la prova della Silverado. Aspettando news sul Mondiale Motocross buona lettura e ci vediamo molto presto!!!! Gassssssss sempre a manetta!!!!!!!!!!!!

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In copertina GASGAS MC 450F MXGP Foto di Davide Messora

TESTI Davide Messora Riccardo Tagliabue Fabio Principe FOTO Davide Messora Fabio Principe Riccardo Tagliabue Sem Righetti

HANNO COLLABORATO

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Davide Messora Elia Sammartin Roman Jelen Alberto Moseriti Fabio Principe Riccardo Tagliabue Giuseppe Merigo PROGETTO GRAFICO Cristina Balestrini CB-studio.eu

Numero Registro Stampa N° 563 Decreto Presidente Tribunale Novara del 27/05/2013

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Direttore Responsabile Davide Messora


DIAMO FORMA ALLE TUE IDEE ABBIGLIAMENTO TECNICO DA MOTOCROSS, ENDURO E MTB MADE IN ITALY ABBIGLIAMENTO SPORTIVO PERSONALIZZATO ABBIGLIAMENTO PER TEAM STAMPE GRANDE FORMATO PER TENDE E HOSPITALITY


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STORY MOSERITI IN THE USA

TEST

Chevrolet Silverado Fabio Principe

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contenuti

COMPA STIVALI RedazioneX Inside

the lifestyle motorbike magazine

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GASGAS MC450F Davide Messora


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NEW ERA! NEW EVERYTHING! MXGP-TV TI ASPETTA CON UN NUOVO LOOK! OFFERTA LANCIO

Disponibile per tutti i dispositivi


GAS G MC 450

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Testo e Foto Davide Messora Foto Backstage Sem Righetti Tester Elia Sammartin - Roman Jelen - Alberto Moseriti

Negli ultimi anni GasGas ha avuto una vita difficile, passata di mano in mano diverse volte e oggi grazie alla volontà Stefan Pierer che ha deciso di comprare il marchio e riportarlo in auge. Con questa operazione il colosso KTM e Husqvarna si porta in casa un altro brand ma non solo, entra anche nel mondo del Trial, la casa spagnola ha avuto grande successo in quella fetta di mercato e anche diversi successi. GasGas ha spinto forte fin da subito prima lanciando la moto da Enduro e poi le Cross ed è

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questa che vogliamo prendere in esame in questa prova e naturalmente abbiamo deciso di iniziare con la regina la 450. L’azienda non solo ha iniziato a spingere a livello commerciale ma anche nelle gare, nel mondiale MXGP nel 2020 ha portato la 450 ad una vittoria storica con Glen Coldenhoff e nell’apertura del Sx 2021 Justin Barcia ha dominato scrivendo un’altra pagina importante per il marchio. La moto eredita molto parti dalle sorelle ma non tutte, le sovrastrutture e il serbatoio sono specifiche GasGas e non si possono intercambiare con Husky o K, si può obbiettare sulla scelta dei cerchi colore


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alluminio che a prima vista rendono la moto old style oppure le piastre più grezze ma una moto da cross non deve essere solo bella ma deve funzionare bene e far divertire il pilota. Il modello che abbiamo avuto il piacere di provare montava alcuni optional come il pulsante per cambiare le mappe e il conta ore, diciamo che lo switch mappe e traction control è un elemento a cui ormai non si può fare a meno. Come dotazione troviamo all’anteriore la forcella WP XACT con diametro da 48mm e al posteriore il mono è WP XACT con leveragio, i freni sono Brembo con disco da 260mm davanti e 220 mm dietro. Il comando idraulico della frizione è marchiato Brembo. Di primo equipaggiamento la moto monta i pneumatici Maxxis.

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Il prezzo al pubblico è di Euro 10.060,00 I nostri tre tester Elia Sammartin, Roman Jelen e Alberto Moseriti sono scesi in pista a Covo alla pista MXE 45, giornata non freddissima e il fondo della pista era in condizioni perfette. Di seguito le impressioni di guida dei piloti.

Elia Sammartin ci racconta la sua impressione di guida:”Da subito è stata una sorpresa a salirci sopra per la prima volta ti trasmette subito un ottimo feeling. A livello mio personale l’altezza del manubrio mi è piaciuta molto ma è un problema facilmente risolvibile. La moto è pronta per essere portata in gara come le sorelle. Ho trovato il motore molto utilizzabile a bassi regimi, in certi punti ho avuto difficoltà a girare con la terza marcia perché ha un’erogazione molto morbida, comunque anche se non ti dà la botta riesce ad allungare molto bene. La differenza tra le mappe si sente molto bene, il traction si sente ma non è fastidioso. Ho avuto la sensazione di aver un po’ troppo freno motore. Le sospensioni mi sono piaciute 18

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veramente tanto, e con veramente pochi click la moto migliora tantissimo. Avevo sentito che la gamma GasGas sarebbe stata la entry level con scelte tecniche diverse rispetto a K e Husky e invece ho potuto toccare con mano che la moto non ha niente da invidiare alle altre, i freni Brembo sono perfetti funzionano in maniera ottimale. La frizione Brembo è precisa. Mi è piaciuto veramente tanto il grip che hai sulla moto, riesci a stare molto bene attaccato ai convogliatori, è stata una delle prime volte che ho notato questa cosa potrebbe essere il tipo di materiale usato. Le gomme Maxxis si sono comportate bene, il terreno era in condizioni perfette ma il pneumatico ha lavorato in modo corretto. Mi sono divertito veramente tanto e mi ha sorpreso perché non pensavo di trovare una moto così performante. Posso dire che questa GasGas è pronto gara.”

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Roman Jelen ci racconta come va la GasGas MC 450F:”La moto è molto simile alla KTM e anche qualcosa di Husky, posso dire di conoscere molto bene il brand essendo io pilota Husqvarna. La moto monta le Maxxis e devo dire di aver avuto un buon feeling con questa gomma, in alcuni punti dove il terreno era molto duro l’anteriore mi ha dato qualche sensazione strana ma credo che sia colpa della gomma. Le sospensioni in assetto standard mi sono sembrata un pochino morbido ma comunque mi hanno dato delle belle sensazioni, dopo aver aperto un pochino il ritorno il feeling è migliorato molto. La moto che abbiamo provato aveva l’optional del comando delle mappe e del traction control così ho potuto provare entrambe le mappe mi è piaciuta molto la prima che uso spesso anche sulla mia Husky che ha un buon compromesso, la mappa 2 quella sport nella pista di Covo era forse troppa ma in altri circuiti dove ci si può dare gas la 2 è il top. Mi è piaciuta la piega del manubrio e i comandi sono al


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posto giusto. Moto alta che ti da tanta stabilità e nei canali profondi trasmette ottime sensazioni. I freni buoni. La frizione funziona benissimo il comando del gas è preciso e non troppo sensibile. La moto mi è sembrata un mix tra la K e la Husky, naturalmente ci sono delle differenze di equipaggiamento che ti danno delle sensazioni diverse di guida tra le sorelle. La moto posso dire che come esce dal concessionario è perfetta per l’utente medio, va forte è divertente funziona bene, poi certo che con le pawer parts si riesce a darle un tocco in più. Il look è splendido il rosso con la scritta GasGas grande ha dato una nuova veste al brand. Se aggiungiamo che il prezzo della moto è il più basso di KTM e Husqvarna la moto ha veramente un alto valore. In conclusione devo dire di essermi divertito molto e mi sono trovato come a casa su questa GasGas mi è piaciuta.”

Alberto Moseriti ci parla delle sue sensazioni di guida:”La prima cosa che mi sento di dire è: Non è una KTM Rossa! La moto ha una buona posizione in sella e appena si parte da subito 22

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fiducia con un buon feeling. La parte anteriore sembra più larga nei convogliatori il che può dare una sensazione di maggiore stabilità quando si è seduti e la si va ad inserire nel canale. Infatti nel divertente circuito di MXe45 dal fondo morbido e canalato in curva la moto reagiva alla grande. Dopo aver cambiato il setting di qualche click delle sospensioni d’accordo con gli altri tester, la moto è risultata facile e molto maneggevole reagendo bene con una buona sensibilità nelle buche e negli atterraggi dai salti. Il motore anche se molto potente ha una erogazione pronta e rotonda dando una sensazione di essere meno aggressivo rispetto alle cugine di colore bianco e arancione. La moto ha una buona frenata , la frizione e la cambiata sono buone e mi hanno portato a divertirmi dopo pochi giri mettendomi subito a mio agio. Esteticamente il design è accattivante e trovo la moto bella, il colore dei cerchi stile anni 90’ è di gusto soggettivo, a me non piacciono, li preferisco neri. Posso dire però che nel complesso la moto è un prodotto molto valido e penso che prossimamente vedremo sempre più moto di questo brand nei crossodromi.”


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Siamo tornati a provare i prodotti che tutti gli amanti del fuoristrada utilizzano, la nostra prova in questo numero sono gli stivali. Strumento essenziale per il fuoristradista perché una delle protezioni più importanti insieme al casco e alla pettorina, ma non devono solo essere sicuri ma avere il giusto confort per poter agire su freno e cambio. Ma non solo quello devono anche essere alla moda!!! Ecco chi ha aderito alla nostra prova: Acerbis X-Rock MM, Alpinestars Tech 10, Eleveit X-Legend, LeattMoto 5.5 FlexLock, Sidi ATOJO e TCX Comp Evo 2 Michelin, i top di gamma di ogni azienda. Su sei paia di stivali solo una l’Acerbis ha la suola classica firmata Vibram tutti gli altri hanno la suola integrata. Abbiamo portato i sei protagonisti in pista, sul circuito MXE 45 di Covo, e abbiamo preso i nostri due tester Roman Jelen il pilota pro e Alberto Moseriti il nostro tester amateur. Le sensazioni dei due tester in alcuni case sono discordanti ma bisogna anche tener conto delle differenze tra ogni pilota Vi presentiamo gli stivali in ordine alfabetico e non è una classifica

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STIVALI Testo e Foto Davide Messora Tester Alberto Moseriti - Roman Jelen


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â—† Ultimum bonorum, quod nunc a me defenceitur; Sed fortuna fortis; Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Hoc loco tenere se Triarius non potuit. Sit hoc ultimum bonorum, quod nunc a me defenceitur; Quae cum magnifice primo dici viderentur, considerata minus probabantur.

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J:”Non mi sono trovato benissimo, ho sofferto un po’ nella calzata, il tallone mi dava l’impressione di essere molto alto e quando stavo in piedi sulle pedane mi sembrava di andare avanti con il corpo, però devo dire che lo snodo della caviglia è ottimo si muove bene e anche nel cambiare le marce funziona correttamente e anche con il pedale del freno mi sono trovato bene

M:”Indossati gli Acerbis, ho notato subito una buona vestibilità ed il piede è comodo all’interno con la chiusura pratica e salda. Una volta in sella sento un buonissimo grip sulle pedane e un buon controllo sul cambio e il freno. Ho sentito lo stivale solido con una buona sensazione di protezione. 34

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J:”Devo dire che a primo impat mi è sembrato di avere su un pa di pantofole, molto comodo, h dovuto abituarmi alla scarpett ma è un problema passegge perché dopo pochi giri ci si abitu mi è sembrato che la suola s molto morbida e ho sentito tan le pedane sotto i piedi. Como e molto leggeri alla fine mi son piaciuti, forse unica pecca che stivale è molto morbido per il m gusto forse troppo.”

M:”Gli Alpinestars richiedono p tempo per essere indossati vista scarpetta interna. Hanno però un buona chiusura e risultano mol morbidi una volta indossati co una buona sensibilità ai coman cambio e freno. Il modello ne è bianco è ok ma li avrei prefer tinta unita. Sono tutto somma degli ottimi stivali.”

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J:”Molto comodi sia da calzare che da usare in pista, la suola è ancora un pochino sottile è simile ad Alpinestars senti molto la pedane. A prima vista mi danno una sensazione di essere molto leggeri forse troppo. Naturalmente quando si guida si apprezza molto questa sensazione. Devo dire che essendo un prodotto nuovissimo e sul mercato da poco sono molto interessanti.

M:”Gli Eleveit hanno una buona calzata, la chiusura è diversa dalle altre e mi ci è voluto qualche secondo in più per chiuderli la prima volta. Hanno un buon feeling sulla pedana e il piede dentro resta comodo un una buona sensibilità sui comandi e un ottimo ingombro. La colorazione rossa e bianca non nel mio stile ma è accattivante.”

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J:”Non sono male, sono un pochino duri da chiudere i ganci ma forse è dovuto anche dal prodotto nuovo e mai usato. Tra tutti gli stivali mi ha dato l’impressione di essere il più basso, lo snodo della caviglia funziona da sicurezza, in frenata per avere un ottimo feeling avrei dovuto alzare la leva, purtroppo ogni stivale ha le sue misure, il cambio marcia perfetta buona anche la flessibilità. Buono il peso.

M:”Leatt è un buon stivale, una chiusura rapida e solida e l’ho percepito confortevole e morbido dandomi sicurezza alla guida. Hanno tutto sommato un buon grip sulle pedane e si muovono bene tra i controlli cambio e freno. Penso che questa colorazione strong abbinata a un completo tinta unita crei un effetto bomba.”

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J:”Mi da tanta sicurezza, molto leggero, io uso questa marca di stivale ma il modello classico, infatti ho faticato un pochino ad usarlo, sicuramente bisogna lasciare che si ammorbidisca un po’ con l’utilizzo in modo che il confort migliori. Per il resto devo dire che è un ottimo prodotto, mi sarebbe piaciuto usarlo di più per poter avere qualche riscontro in più.”

M:”Gli stivali Sidi hanno una buona calzata e un super grip sulle pedane. La chiusura è ok. Li ho trovati validi e leggeri quando si vanno ad inserire sotto la leva del cambio. La colorazione di questo modello non mi entusiasma ma la forma è il design sono belli.”

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J:”Mi ricordava molto gli stivali che ho usato nel campionato brasiliano i vecchi Oxtar, molto comodo e leggero, forse un pochino troppo largo ho dovuto modificare molto i ganci e stringerlo molto per trovare il giusto feeling. Buono il livello di sicurezza quando stai in piedi sulle pedane ti da un’ottimo feeling, buono la risposta con i comandi. Anche se nella parte della caviglia mi è sembrato un po’ morbido non mi ha dato fastidio. Se posso dire una mia considerazione con TCX ho avuto le migliori sensazioni di tutti gli stivali.

M:”I TCX sono comodissimi con una calzata super. Un ottimo grip sulle pedane una chiusura rapida istintiva e solida con un gran feeling sui comandi freno e cambio. Uno stivale ottimo che da senso di protezione. La colorazione tinta unita Blu li rende semplici da abbinare e molto stilosi.”

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MOSER IN THE Testo Alberto Moseriti Foto SM Bradley M Petruchik Foto Enduro by WORCSS

In questo periodo caratterizzato da un’emergenza sanitaria senza precedenti, il mondo del motociclismo ha subito molti stravolgimenti sia a livello di calendario che di gare. Ad inizio anno, il mio obbiettivo e quello del team FRT MOTORSPORT per cui corro, era di disputare ancora tutto il Campionato Americano AMA Supermoto come la stagione precedente. Quest anno però il campionato, a differenza dell’anno scorso, che ha visto 8 round sparsi per tutto il nord America con appuntamenti affascinanti come il Texas, South Dakota, Colorado e Canada, si è svolto in un solo round di 4 gare in Arizona.

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Nonostante il divieto d’ingresso agli Europei negli USA, imposto dal Governo Americano per l’emergenza COVID19, sono riuscito ad ottenere un permesso eccezionale dall’Ambiasciata Americana che mi è arrivato solamente il sabato prima del week-end di gara. Ho quindi immediatamente cercato un volo per gli States e sono partito subito il lunedi con il primo volo disponibile e atterrato a Los Angeles. Il giovedi mi sono poi trasferito da Los Angeles al circuito di Tucson (Arizona) con un viaggio in auto di ben 7 ore. Il venerdì durante le prove libere ho provato il circuito dove avevo già gareggiato lo scorso anno, ma che risultava avere un nuovo asfalto piu scivoloso


RITI USA

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e una parte sterrata modificata veloce ed impegnativa. Il week-end è stato intenso , perché costituito da prove qualificate e due manches di 20 minuti sia il sabato che la domenica. Con gare combattute e 20 piloti agguerriti nella PRO Open class, ho conquistato l’ottavo posto assoluto in mezzo ai migliori piloti statunitensi della disciplina con presenti anche piloti del campionato americano flat track tra cui il campione in carica. Anche se non ho combattuto per il podio come la scorsa stagione, io ed il mio team riteniamo questa trasferta un vero successo, considerando l’organizzazione dell’ultimo 52

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minuto, il jet lag come avversario (sono salito in sella alla moto da gara solo dopo 4 giorni l’atterraggio negli USA) ed essendo l’unico pilota non statunitense in griglia. Il week-end successivo alla mia gara di AMA Supermoto, il mio amico Giacomo Redondi, pilota Enduro Offroad per il team Factory Husqvarna Rockstar correva l’ottavo round del famoso campionato di Enduro Offroad che disputa negli States il, il WORCS (World Offroad Championship Series) situato a Primm nel Nevada. Questo campionato ha una lunga tradizione negli USA e vede impegnate case motociclistiche come la KTM e l’Husqvarna in veste ufficiale e


con team satellite supportati come inoltre team Kawasaki, Honda e Yamaha. Ad ogni round del campionato partecipano numerosi piloti che attirano un numero elevato di pubblico. Ho quindi deciso di condividere con lui questa esperienza gareggiando come wild card. Giacomo mi ha messo a disposizione una KTM 450 con specifiche simili a quelle che aveva usato nella stagione in cui ha vinto il campionato da Privateer, mezzo più che perfetto per me benche’ la mia preparazione nell’enduro fosse praticamente nulla. Mi sposto da SealBeach dove risiedo con il team della Supermoto alla casa di Red situata a Lake Elsinore. Dopo alcuni

allenamenti insieme a Giacomo con la bici da corsa sulla ripida salita dell’Ortega Highway e una giornata di motocross nel veloce circuito di Lake Elisnore, dove ho provato la moto con cui correro’ il WORCS, partiamo il venerdì mattina verso il Nevada pronti per il weekend di gara. All’arrivo siamo andati subito camminando a vedere parte del tracciato di gara, che era situato nell’arido deserto sul confine di stato tra la California e il Nevada. Il tracciato molto lungo, che i PRO percorrevano in 10 minuti a giro, è caratterizzato da una parte di pista di motocross, una parte di fettucciato veloce e una parte sabbiosa e molto impegnativa con alcuni ostacoli x

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come attraversare un tunnel di cemento, saltare qualche strada, rocce e passare su auto demolite ricoperte di terra. La differenza tra le categorie PRO ed Amateur sono: il tempo gara che vede le categorie Amateur correre per 50 minuti mentre la PRO per ben quasi 2 ore, con conseguente stop per rifornimento; il tracciato di gara che prevede per la categoria PRO una Pro Line con ostacoli molto più impegnativi come grandi rocce e new Jersey in cemento da scavalcare. Dopo aver visionato a piedi la PRO line dove erano presenti per circa 40 secondi, grosse rocce sia in salita che discesa, ho deciso, anche su consiglio di Giacomo, visto la mia totale inesperienza con l’enduro e su come affrontare certi ostacoli, di correre nella categorie Open B e 450 B. Il numero di gara che mi è stato assegnato alle iscrizioni, il 1598 mi ha dato subito l’idea di quanti partecipanti ci sono in questo campionato: ogni round infatti vede presenti circa 400 piloti nelle varie classi, più le categorie di Quad ed ATV. 54

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Le mie gare si svolgevano entrambe alla mattina presto, il clima a novembre in Nevada durante il giorno è sui 20 gradi ma la notte scende repentinamente e alla mattina c’era freschino. Riempito di benzina il mio serbatoio maggiorato, idoneo per percorrere i 50 minuti di gara e con abbigliamento opportuno, sono pronto a schierarmi sulla griglia di partenza. A differenza del normale Enduro europeo questa versione americana avviene come una gara di moto cross. Quindi, partenza in fila e vittoria che viene assegnata a chi arriva primo al traguardo allo scadere del tempo. Si parte! Benche’ siano le categorie Open B e 450 B senza i Pro, il livello è molto agguerrito con una numerosa griglia di partenza. I piloti spingono tutti al massimo per tutta la lunghezza della gara. Dopo il primo giro tra sorpassi e cadute degli avversari, riesco a prendere un buon ritmo in una pista sempre piu’ scavata, giro dopo giro. Fisicamente mi sentivo in forma, ero ormai abituato all’orario americano e cio’ mi ha permesso di disputare le due manche di 50 minuti in entrambe le giornate, ma la mia totale inesperienza nelle rocce, anche se più facili rispetto alla Pro line, mi ha fatto


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mancare per un soffio il podio, terminando quinto il sabato e quarto la domenica. E’ stata pero’ un’esperienza veramente speciale ed adrenalinica in un contesto da sogno. La gara di Giacomo Redondi che ho seguito da spettatore, disputata sullo stesso circuito, rende veramente l’idea dell’alto livello tecnico e fisico di questi piloti. Il circuito veloce e allo stesso tempo molto tecnico e molto bucato, a causa dell’elevato numero di partecipanti, con ostacoli impegnativi, mette a dura prova i piloti della categoria PRO e PRO2. Giacomo dopo un brutto infortunio ad inizio anno ad entrambe le gambe, che lo ha tenuto fermo praticamente tutta la stagione, inizia a ritrovare la sua forma migliore e disputa una bella prova con tenacia e carattere terminando in quinta posizione. Spero di avervi trasmesso con questo racconto l’entusiasmo e la passione che ho vissuto durante questa trasferta a stelle e strisce. Contento di avervi raccontato questa esperienza, spero di aver reso partecipi voi che avete letto e goduto di questo racconto. Un saluto e speriamo che il 2021 porti a tutti tante soddisfazioni.


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SILVERADO Testo E Foto Fabio Principe

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Il mitico pick-up americano Chevrolet Silverado sbarca in Italia portando il fascino made in USA sulle strade del Bel Paese. Lo abbiamo guidato per voi su strade urbane ed extraurbane, ci ha accompagnato per qualche giorno diventando il nostro mezzo di trasporto durante le giornate lavorative, nel corso delle quali ci ha permesso di apprezzare a pieno le sue caratteristiche di versatilità e doti di trasporto, grazie ad un grandissimo vano di carico posteriore e un abitacolo degno di una berlina di lusso. Silverado 1500 è importato in Italia dal Gruppo Cavauto in tre motorizzazioni differenti: due a benzina da 5.3 e 6.2 lt entrambe EcoTec3 V8 ad iniezione diretta (capaci rispettivamente di 355 e 420 CV), ed un turbodiesel 3.0 lt Duramax da 277 CV. Quest’ultima è la motorizzazione provata durante il nostro test drive. Un motore più adatto alle strade nostrane, infatti è completamente “made in Italy”, progettato dal centro ingegneristico General Motors Global Propulsion System di Torino con l’obiettivo di realizzare il propulsore più ecologico e pulito sul mercato. In esclusiva per il mercato italiano le due motorizzazioni benzina sono disponibili anche in versione bifuel (benzina/GPL). Grazie all’impianto GPL Prins di x

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ultima generazione a iniezione diretta si possono percorrere quasi 600km con meno di 60€. Questa particolarità rende Silverado l’unico pick-up in grado di offrire una scelta fra tre differenti tipi di alimentazione. Esteticamente il Silverado si presenta con un look inconfondibile: un frontale imponete che trasmette forza e potenza, dove spicca un’ampia calandra che integra i gruppi ottici, ed un retrotreno caratterizzato dal pianale di carico squadrato che riprende nel portellone posteriore le linee dei truck Chevy anni ’50-60. Difficile passare inosservati alla guida di questo 4x4 Americano, che può essere personalizzato scegliendo tra differenti allestimenti che ne esaltano le caratteristiche offroad o le finiture di pregio dentro e fuori dall’abitacolo.

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Alla guida si apprezza subito la notevole coppia disponibile a bassi regimi che abbinata ad un cambio automatico a 10 rapporti rende la guida sicura e molto divertente. Tecnologia infotainment (Apple Car Play, Android Auto, Head-Up Display), la nuova configurazione dei sedili in pelle e i grandi spazi interni esaltano le doti di comfort e lusso, rendendo l’esperienza di viaggio a bordo di Silverado unica per un veicolo che normalmente viene identificato come un mezzo da lavoro. Nel corso della nostra prova abbiamo utilizzato il piano di carico per trasportare attrezzature sportive e mountain bike, oltre alle attrezzature fotografiche. Particolarmente apprezzata, sia per ragioni di sicurezza che come protezione in caso di maltempo, la copertura del vano di carico: robusta e modulabile è l’ideale


per praticità e versatilità. Inoltre l’apertura elettrificata del portellone posteriore rende più agevoli le operazioni di carico e scarico. Le dimensioni importanti del mezzo non ci hanno messo in difficoltà, seppur abituati a guidare veicoli molto più contenuti, ci siamo trovati subito a nostro agio al volante. La posizione di guida elevata, i comandi a portata di mano e l’ausilio dei sensori di parcheggio abbinato alle telecamere posteriori agevolano la guida in spazi stretti, trasmettendo fiducia e sicurezza nelle manovre. I consumi, in relazione alle dimensioni e alla cubatura del propulsore, sono nella norma. Chevrolet Silverado 1500 si rivela essere un ottimo partner nel lavoro grazie alle grandi doti di carico, la possibilità di trasportare fino a 6 passeggeri

nella configurazione Autocarro N1 (non è soggetto a superbollo e permette il recupero dell’IVA) e alla dotazione specifica per il traino di rimorchi, come la telecamera posteriore dedicata alle operazioni di aggancio. Ma anche un fuoristrada, icona di uno stile di vita che affascina da decenni, e fa sognare gli amanti dell’American style che ora possono smettere di sognare e mettersi al volante del proprio mito anche sulle strade di casa nostra. Silverado è disponibile in Italia presso la rete di concessionari del Gruppo Cavauto AMERICAN DIVISION, con prezzi a partire da 58.950.000€ iva esclusa con una garanzia di 3 anni o 100.000 Km.

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S72 THE GIN WITH ATTITUDE.

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STEFAN EVERTS

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