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MXON Germany Supermoto World Championship Gp France
Numero 11
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Special Sommario MX 02 Interview 01 MXON
Sommario SM
PAOLO MARTIN
Germany
05 sUPERMOTO 03 Valentin Guillod 04 Mercato Piloti
World Championship GP Francia
06 GIRLS
Intro Il Nazioni 2013 è incoronato il nostro Antonio Cairoli un campione immenso che ha dominato le due manche e grazie a lui siamo tornati sul podio del Nazioni dopo 11 anni. Ha vinto il Belgio che con inteligenza ha attaccato quando poteva e amministrato! In copertina abbiamo voluto mettere l’altro pilota che ha impressionato quel Ken Rozcen idolo di casa che ha ottenuto un secondo posto alle spalle di Tony e una vittoria eccezzionale nella seconda manche. Unico rimpinato.....forse questo nazioni si poteva vincere....... Gli USA hanno disputato un buon Nazioni ma senza il fuoriclasse Vilopoto non hanno potuto fare di meglio. Finale di stagione anche per la Supermoto che ha consacrato Mauno Hermunen campione del mondo e Eddy Borella che ci ha fatto sognare nell’Europeo.
Buona visione a tutti!!!!
Davide Messora direttore responsabile
Davide Messora Direttore Responsabile Riccardo Tagliabue Foto Coordinator xinsidemagazine
www.xinsidemagazine.com dm@xinsidemagazine.com Numero Registro Stampa N° 563 Decreto Presidente Tribunale Novara del 27/05/2013
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La partenza della prima manche
MXON 2013 Testo e Foto DAVIDE MESSORA
Per ospitare l’edizione del Trofeo delle Nazioni 2013, la pista di Teutschenthal è stata tirata a lucido, fresata alla perfezione e tutto è pronto per accogliere i campioni provenienti da tutto il mondo: ben 40 nazioni si sono presentate dietro il cancello di partenza, ma solamente venti potranno giocarsi nelle tre manche l'ambito trofeo. A rimettere in palio il trofeo è la Germania che deve difendere la coppa; la squadra tedesca è formata da Max Nagl, il fenomeno Ken Roczen e Dennis Ullrich. Il Belgio mira a migliorare il secondo posto del 2012, come anche la temibile squadra USA e, infine, la nostra Italia è pronta ad approfittare degli errori altrui, ma con Antonio Cairoli pronto a confermarsi il migliore del
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mondo. Nel sorteggio non siamo stati fortunatissimi e il nostro posto al cancello è stato il 22°. Il sabato a scendere in pista per primi sono i piloti della Mx1. Nelle prove libere, Antonio Cairoli fa subito la voce grossa andando a far segnare il miglior tempo, il gigante olandese De Dycker in quarta posizione, Germania e Usa, rispettivamente con Nagl e Dungey non forzano più del dovuto. Nella Mx2 tutti si aspettano il confronto tra Eli Tomac e Ken Roczen che nel National USA hanno dato spettacolo, ma a portarsi a casa il miglior tempo è Dean Ferris. Ultima a scendere in pista è la classe Open, dove Clement Desalle fatica a conquistare la testa della
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Guarda il video classifica, mentre Justin Barcia termina in quinta posizione. Sabato pomeriggio si svolgono le gare che decidono la classifica per prendere posto dietro al cancelletto di partenza nelle tre finali. La gara della Mx1 è dominata da Bret Metcalfe che è partito in testa, alle sue spalle Ryan Dungey. Antonio Cairoli, dopo una partenza non perfetta, parte dalla 22° posizione e recupera fino al quarto posto, dimostrando di trovarsi a suo agio anche sul terreno duro. La Mx2 ha infiammato il pubblico tedesco con Roczen che domina la manche, inseguito solo da Dean Ferris; Eli Tomac, dopo una partenza non convincente, chiude in quarta posizione. Buona la prova di Alessandro Lupino che otteniene
Il box azzurro con Thomas Traversini a incitare i suoi piloti
un ottimo ottavo posto. Nella Open Clement Desalle stravince la heat, rifilando ben 13 secondi all'americano Barcia. David Philippaerts, un po’ in difficoltà, non è riuscito a fare meglio del 14° posto, risultato poi scartato. Si chiude così la prima giornata di gara, con l'Australia davanti a tutti, seguita a ruota dagli USA e terzo il Belgio, mentre l'Italia si piazza in sesta posizione. La domenica ci si sveglia sotto una brezza invernale, il termometro segna 3 gradi, ma quando si arriva in pista ci si scalda subito grazie agli oltre 35.000 tifosi che incominciano a incitare i loro beniamini; bandiere tedesche ovunque che sventolano vicino a quelle del Belgio e al tricolore Italiano… è uno spettacolo che
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chiunque sportivo dovrebbe vedere almeno una volta nella vita! I primi a scendere in pista sono le Mx1 insieme alle Mx2. Il CT italiano Thomas Treversini decide di far partire davanti Alex Lupino. Antonio al primo giro transita in ottava posizione, intanto in vetta alla classifica Roczen prende il comando nel corso del quinto giro. Cairoli si mette a macinare giri veloci uno dietro l'altro e al 13° passaggio raggiunge e supera il tedesco di slancio e vince con un buon margine sul fenomeno Ken. Alessandro Lupino soffre un po' in questa prima gara e conclude in 13° posizione. Brutta caduta per Eli Tomac in gara 1, fortunatamente il pilota americano è ripartito senza nessun problema fisico. Per gara 2, il “Lupo” ha giusto il tempo di cambiarsi e deve già riprendere posto dietro al cancello di partenza insieme a Philippaerts. Lupino partirà ancora davanti e David cercherà di recuperare. Alessandro è riuscito a mettere in scena una grandissima gara ottenendo un
buonissimo risultato, l’ottava posizione, mentre David Philippaerts, invece, soffre più del previsto e non riesce a fare meglio della 14° piazza. Ken Roczen si aggiudica la seconda manche e insieme a Eli Tomac regala uno spettacolo incredibile, ma il tedesco vince davanti al suo pubblico. Con questo risultato Ken si porta a casa la vittoria della classe Mx2. Desalle in quarta posizione e Van Horebeek (settimo) tengono in vetta alla classifica il Belgio. Siamo all'ultima manche che è determinante per la classifica finale. Cairoli parte subito forte, ma a girare in testa alla prima curva è Max Nagl che fa scattare in piedi tutto il pubblico; al via ha luogo un contatto tra diversi piloti e a farne le spese è Clement Desalle che si procura la lussazione della spalla. Una brutta “botta” per il Belgio che ora confida solo in Ken De Dycker. Max Nagl riesce a tenere la leadership per metà gara, fino a quando Cairoli decide di cambiare marcia, passare all'at-
Ken De Dycker è stato autore di una grandissima terza manche
tacco e andare a vincere una splendida manche. Secondo Ken De Dycker, che grazie a questo risultato porta alla vittoria il Belgio. Alla nostra nazionale non è bastata la doppietta di Cairoli per salire sul più alto gradino del podio, ma insieme a Philippaerts ci regala il terzo posto, podio che mancava da oltre 10 anni. Il Belgio festeggia insieme agli italiani e gli USA non sorridono: il secondo posto è un gran risultato, ma loro sono venuti in Germania per tornare sul tetto del mondo, ma senza la loro punta di diamante Ryan Villopoto all'America è mancata la carta vincente. Si chiude la stagione 2013 del Motocross mondiale con una sola certezza per il futuro: Antonio Cairoli è e sarà l'uomo da battere anche nel 2014.
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Van Horebeek è tornato in sella alla 250, ottenendo due buoni risultati
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Interview PAOLO MARTIN Testo DAVIDE MESSORA foto D.Messora - Honda World Motocross
Una mattinata insieme ad uno dei veterani del mondo del Motocross mondiale: PAOLO MARTIN. Ci racconti com’è stato l’inizio della tua carriera e il tuo primo ricordo di una moto? Pensavo a tutto fuorché a fare il meccanico. Lavoravo nelle fabbriche di mobili e ho iniziato a frequentare le piste da cross per spirito di avventura, più che per passione. Seguivo Michele Magarotto, amico di mio fratello, che faceva gare internazionali. Non avevo una passione profonda per il motocross, ma grande spirito di girare il mondo. In seguito, la passione per le moto è sbocciata e ora ho tantissimi ricordi di momenti particolari… Il tuo ricordo più bello di questo inizio? Uno dei primi viaggi che ho fatto, in Finlandia nel 1982. Ho visto posti nuovi, paesaggi diversi, l’aurora boreale… Tutte quelle cose che vedi nei libri o di cui senti parlare, ma solo quando le vivi ti arricchiscono davvero. Poi ho tanti ricordi legati alle moto, i più belli sono quelli legati al mondiale.
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Il passaggio da appassionato a lavorare nel mondo delle moto… All’epoca in cui ho iniziato, nel 1982, c’erano più possibilità di inventarsi qualcosa perché era tutto più amatoriale, semiprofessionale. Io ho iniziato da zero, lavando e pulendo le moto. Quando ti appassioni di questo mondo, ti innamori del tuo mezzo come se fosse la tua donna e inizi a guardare e curare tutti i particolari. Infatti, guardavo nelle tende degli altri team ufficiali che buttavano via tantissimi pezzi ed io andavo nei bidoni a cercarli e li portavo a casa per pulirli, sistemarli, saldarli. Il passaggio da non capirci niente a iniziare a fare solo una buona manutenzione è lungo. Si impiega molto tempo a capire come funziona.
Paolo Martin insieme a Bobryshev al Gp di Batogne 2013
Chi è stato il tuo maestro? Hai avuto qualcuno che ti ha insegnato il mestiere? Non ho avuto nessuno che mi abbia direttamente insegnato il mestiere o con cui abbia fatto un percorso particolare. Sono stato un autodidatta. Avevo grande voglia di imparare, di ascoltare e di curiosare. Inoltre, la mia fortuna è stata la posizione favorevole del team, in un polo tecnologico importante con Aprilia, Ducati e Ferrari. Sei stato il meccanico di Fanton di Carpi Moto. Che esperienza è stata? Sono stato il meccanico di Michele Fanton ancora quando lui correva con Yamaha negli anni ‘84/’85; sono stati per entrambi due anni di crescita totale, coronati da un secondo posto nell’italiano 250. Poi ci siamo persi di vista quando lui è diventato ufficiale poiché Yamaha aveva scelto per lui un altro meccanico, quindi io ho con-
Interview PAOLO MARTIN tinuato il mio percorso con altri piloti. È stata un’esperienza fantastica perché avevo totale autonomia (Belgarda ci dava solo i pezzi), ma anche difficile perché la Yamaha non era competitiva e io non avevo ancora la preparazione necessaria per sviluppare una moto… è stata una buona gavetta!
gione avrebbe comportato. Pensavo all’epoca si trattasse di un ciclo breve, un’attività a breve termine… non mi sarei mai immaginato di arrivare a 32 mondiali!!! Decisi quindi di aprire un’officina per garantirmi un futuro nel momento in cui avrei smesso e dopo un anno si è aggiunto anche mio fratello.
Ci racconti un aneddoto di questo periodo con Fanton? Sono stato chiamato da Yamaha per correre a prendere in Francia la prima yzf250, lavorarci tutta la notte per prepararla e presentarci all’italiano, dove ce la siamo giocata con Rinaldi. Alla fine Fanton è finito secondo e Rinaldi ha vinto l’italiano. Ci siamo divertiti tanto, abbiamo fatto delle bellissime gare e, quindi, ne conservo bellissimi ricordi.
Quando hai capito di essere diventato un team manager? Negli anni ’89 e ‘90 ho seguito come meccanico Michele Fanton in Suzuki. Sono stati due anni fantastici, ricchi di soddisfazioni. Il primo anno con una moto di serie siamo finiti quarti al mondiale; mentre, l’anno successivo, nonostante una moto più competitiva, Michele si è classificato quinto per problemi fisici. Quell’anno per la trasferta Svezia/Finlandia, un ragazzo di Novara, Pier Platini, è partito con me. Io avevo deciso di smettere, ma Platini, una persona molto dinamica ed euforica, mi ha proposto di fare un team. Lui aveva un distributore, era un grande appassionato e gestiva il moto club di Maggiora. Abbiamo ini-
Qual è stato il passaggio successivo? Aprire officina con tuo fratello o è arrivato in un secondo momento? Il 1984 è stato il mio primo anno da professionista. Quando ho deciso di seguire il mondiale seriamente, ero consapevole delle difficoltà che una sta-
ziato insieme questa avventura. È stata un progetto molto bello per far partire il team, ma è finito male: a metà stagione tutti i soldi promessi non sono arrivati. Quell’anno abbiamo vinto il mondiale con Parker, ma Platini era già fuori dai giochi. Pier mi ha dato l’entusiasmo per iniziare, ma non c’erano i fondi, solo la voglia. Siamo stati salvati a fine stagione dai premi messi in palio dallo sponsor Chambers. Se non avessimo vinto il titolo, avremmo avuto un buco finanziario importate... Come è stato l’anno del dualismo tra Parker e Puzar? Un anno fantastico. Ho sempre stimato Puzar come pilota e mi dispiace di non aver fatto un anno con lui. È molto generoso, velocissimo, molto carismatico, uno dei migliori piloti italiani. Inoltre, faceva molta immagine, pubblicità. Era ed è tuttora un gran personaggio. Se ci fosse ora un dualismo Parker/Puzar, sarebbe solo un vantaggio per il motocross, come in Moto GP il dualismo Marquez/ Pedrosa. Fa bene allo sport: sportellate amichevoli, aggressive o nervose. C’era anche Mike Eli che si gio-
Christian Stevanini
Evgeny Bobryshev
Interview PAOLO MARTIN cava il mondiale. Penso sia stato uno dei mondiali più combattuti. L’anno dopo eri sempre Honda Ufficiale con Parker e Diamond, cos’è mancato per poter rivincere il mondiale? Nel ’92 il mondiale è passato da due manches da 40 minuti a tre manches da 20. Per Parker è stato un dramma perché la sua forza si concentrava negli ultimi 10 minuti. Sapeva di non essere più competitivo con la nuova formula, era scarico mentalmente. Invece, Diamond aveva un grandissimo ritorno di immagine; se non avesse avuto grossi problemi a un ginocchio, avrebbe potuto essere molto competitivo. È stato una scelta mediatica: Diamond è sempre stato un veicolo promozionale impressionante. Era un ragazzo dolce e bravo, ma fisicamente era nella fase finale della sua carriera; veniva da noi praticamente gratis. Non abbiamo continuato con Fanton perché è andato via con Platini. All’inizio del ‘91 ho alterato il mio rapporto con Michele. Dopo la stagione 1990, non ero più convinto che po-
tesse vincere un mondiale, nonostante il suo grande talento: non finiva le gare o arrivava al traguardo sfinito. Nel ‘91 abbiamo vinto il mondiale e i tre campionati italiani (125, 250 e 500) con Parker e siamo arrivati secondi nelle classi 125 e 250 con Fanton. Dal 1992 in poi sei sempre stato ufficiale Honda, ma nel 2000 il team di riferimento era Pamo con Everts. Dopo che Pamo ha chiuso sei tornato il team di riferimento per la casa “alata”… In quel periodo Honda Europa aveva sede in Italia e il presidente era Manicardi. Io non avevo conoscenze così inserite come ora, avevo solo dei contatti; non ne conoscevo mentalità, filosofia, ecc. Non c’era grande interesse nel motocross e Honda Europa cercava di spendere poco e ottenere garanzie solide. Io andavo avanti con le mie forze; ho svolto il mio lavoro in disparte. Grant è durato due anni, poi è andato in bancarotta; mentre Pamo, un grande industriale con vaste risorse finanziarie, in 2/3 anni non ha mai pagato nessuno. Prima dell’inizio del 2001, ri-
cevo una telefonata da Manicardi che mi chiede: “Saresti in grado di gestire il team?”. Non c’era più una squadra e tutti erano a piedi. Io accettai ad una condizione: solamente se si fosse trattato di un progetto a lungo termine in quanto sarebbe stato necessario un anno di transazione per poter organizzare il team al meglio e rimetterlo in piedi. Successivamente si è presentato da Manicardi un altro multimilionario, Berni, che ha messo sulla carta un dream team, con tanto di preparatore tecnico (Maddii) e di motorista (Aldini). Anche in questo caso, è andata a finire male; poi io sono tornato con molta calma e tranquillità per portare avanti il team. Gli anni ’90 e ‘00 sono stati caratterizzati da alti e bassi, ma sei poi tornato il punto di riferimento Honda, qual è il tuo segreto? Ho una passione, un obiettivo a cui mi dedico al 100%. I miei principi sono fedeltà e credere. Fedeltà nel marchio Honda. Negli anni ‘90 non c’era nessuno che la seguiva e tutti i marchi avevano un riferimento eccetto Honda; pensai che se avessi
Interview PAOLO MARTIN dovuto trovare un mio spazio, lo avrei dovuto cercare in una casa ufficiale. Ho avuto altre proposte negli anni, ma avendo impostato tutto sul marchio Honda, non ho mai pensato potesse valere la pena cambiare. Abbiamo sempre proposto un servizio e delle moto di qualità, supportati da una grande passione, da voglia di conoscere, imparare e migliorare. Nel 2002 una delle mie più grandi fortune nel cambiamento dai 2 ai 4 tempi è stato ammettere che mi serviva aiuto e ho avuto la fortuna di conoscere l’ingegnere ex Ferrari Marelli, che ci ha aiutati specialmente per amicizia e filosofia piuttosto che per soldi. Negli ultimi anni abbiamo dimostrato di avere moto competitive, ci manca solo la vittoria. La stagione 2011 è stata impressionante, molto competitiva. Nel 2012 i risultati di Bobryshev sono stati condizionati dagli infortuni, ma ha comunque dimostrato di essere velocissimo e competitivo. Quest’anno abbiamo lavorato tantissimo, con l’obiettivo di arrivare pronti al 100% al mondiale, ma Evgeny aveva un problema di
tensione nervosa, quando correva andava in apnea e poi l’infortunio di Faenza. Ora sta recuperando, tiene bene la manche e sta prendendo fiducia. Max Nagl? Max era sulla nostra lista dei piloti interessanti e disponibili. Era una situazione delicata perché era stato operato tre volte alla spina dorsale con blocco di una vertebra. È stato un avvio strano perché ha un carattere molto chiuso e solitario. È stato subito sfortunato allo Starcross a Mantova e l’infortunio ha condizionato del tutto la sua stagione. È arrivato in Qatar e in Thailandia senza aver mai girato in moto e qui ha anche avuto un’intossicazione. Dopo la Bulgaria ha capito che era giunto il momento di lavorare di più con il team. In Brasile invece ha fatto un garone. Poi gli è “scoppiato” un virus: la mononucleosi è una malattia lunga che può andare avanti per mesi, nel caso di Max dal Qatar. In seguito ha avuto un calo, i sintomi della mononucleosi sono emersi solo a maggio. Il tuo rapporto con i giappo-
nesi? Abbiamo un bel rapporto, ma la grande difficoltà risiede nella diversità culturale. Occorre rapportarsi in maniera diversa, capire come ragionano, entrare nella loro mentalità. Si tratta di un rapporto tecnico, ma anche di amicizia e di comunicazione aperta. Ci scambiamo anche qualche e-mail simpatica di cortesia. I giapponesi sono difficili, ma oggi credono nell’Europa e spingono verso il mercato europeo. Stanno investendo molto perché l’America è stabile per i prossimi anni, l’Europa è in leggera crescita, mentre si sta verificando una rapida crescita nell’est (ad esempio, nuovi stabilimenti in Russia e ampia distribuzione in Ungheria e Polonia). Inoltre, si prevede una rapida crescita tra qualche anno nell’area mediterranea, nel Nord Africa, una volta raggiunto maggiore stabilità sociale nei vari paesi. Programmi futuri, tuoi e di Honda? Non ti posso rivelare i programmi di Honda. Ti posso solo anticipare che ci saranno grossi cambiamenti. Bobryshev e Nagl hanno fir-
Interview PAOLO MARTIN mato con Honda Europa per altri due anni. Com’è cambiato il motocross in questi 32 anni di attività? È cambiato tantissimo. Sono sempre stato un innovatore e ho sempre creduto nelle innovazioni, sia in ambito meccanico sia in ambito di marketing e comunicazione aziendale. Vedo il motocross in crescita e abbiamo margini enormi, ma dobbiamo lavorare in un’ottica di cambiamento, di evoluzione. I “conservatori” vogliono mantenere le due manches e le due categorie, ma occorre cambiare. Per far sì che diventi uno sport di massa, occorre creare un prodotto televisivo diverso. Il concetto delle due manche e della somma del loro punteggio confonde il pubblico. Io copierei gli Stati Uniti ed il supercross: tante semifinali e il main event. Inoltre, dividerei Mx1 e Mx2. La Mx2 non può avere la stessa importanza e lo stesso ritorno di immagine della classe regina. Non può essere considerata allo stesso livello della Mx1. In televisione sarebbe più interessante un format di 40 minuti, introdotto da una
pre-grid con informazioni e curiosità sulla pista e sull’evento, ad esempio il terreno, il tipo di gomma usato, i rapporti, il circuito con i suoi salti e le sue curve; potrebbe seguire un paddock show. Io vorrei una manche sola; in televisione non guarderei mai quattro ore di gare, è un prodotto invendibile e di bassa qualità. Occorre adattarsi alle esigenze del pubblico e degli sponsor. Inoltre, è necessario che aumentino gli investimenti in comunicazione e in promozione. Occorre presentare agli sponsor prodotti definiti a livello di comunicazione. Noi compiamo grandi sforzi in comunicazione e in branding e sappiamo che i nostri investimenti in questa direzione coinvolgono in modo positivo gli stakeholders. Il pubblico deve rimanere impressionato e vedere professionalità al fine di attirare nuovi sponsor e crescere. Il passaggio è unico: occorre progredire, trovare nuove risorse e investire in branding communication. Gli sport ad alto livello sono tutti belli, ma alcuni godono di scarsa visibilità, si pensi alla pallavolo o alla canoa. Noi abbiamo la possibilità di
copertura mediatica, quindi sfruttiamola! Infine, mi auguro che Luongo riesca a mettere un montepremi per i piloti per aumentare la griglia di partenza e coinvolgere piloti che non hanno a disposizione grandi budget, come Angelo Pellegrini e Cedric Soubeyras. Cosa ne pensi del cartellino sul pilota? Ogni team che ha scoperto giovani promesse spesso è rimasto con un pugno di mosche; è quindi giusto che si preveda un ritorno, almeno per recuperare i soldi investiti. Se fosse previsto il cartellino, non mi dispiacerebbe fare una squadretta. Piloti del calibro di Cairoli, Gautier e Musquin sono cresciuti qua. Non parlo solo per me, ma anche per tutti quei team (Pardi, Bertino, ecc.) che hanno cresciuto piloti che hanno dimostrato di avere talento. Almeno un 20-30% deve ritornare per tutte le spese e le energie impiegate per farli crescere. Ringraziamo Paolo Martin per la disponibilità e la bellissima intervista che ci ha concesso.
Fred Bolley
Interview VALENTIN GUILLOD Testo Marcella Tubelli
SVIZZERO? NO, VALENTIN GUILLOD Sebbene per chi lo osserva comodamente seduto in poltrona o per chi solo raramente riesce a raggiungere i campi di gara sembri uno sport “piroettante” e spettacolare e non molto di più, il motocross è una disciplina sportiva molto dura. Sono duri i suoi terreni, sono duri i “guerrieri del fango” che nei weekend di gara ci regalano emozioni sempre più forti, ed è duro il percorso che li porta al traguardo del Mondiale. Molti sono i giovani ragazzi che in tutto il mondo per passione, fascino e desiderio di sfida si avvicinano a questa disciplina nella speranza di successo. Ma se molti sono quelli che si incamminano lungo il percorso, altrettanti sono coloro che si perdono lungo il tragitto. Un tragitto non facile fatto spesso di insegnamenti appresi sul campo e anche di fatiche e dolori pagati sulla
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propria pelle. Dedizione, impegno, preparazione atletica e sulla moto ma sopratutto talento sono tra i requisiti essenziali. Se possiamo dire che il Campionato Europeo sia spesso il prescelto per “sfornare” nuovi talenti, si può dire senza dubbio che quest’anno il leader indiscusso della stagione 2013 sia stato Valentin Guillod. Svizzero di nascita, cantone francese, Valentin ha incominciato la sua carriera molto presto all’età di 4 anni.
Valentin Guillod con Pier Bottero e Filippo Bellotti
Silenzioso ma molto determinato Valentin è sempre accompagnato sui campi di gara da due affettuosi e affiatatissimi genitori, Monique e Joel, che sin dall’inizio della sua carriera lo hanno sostenuto permettendogli di seguire stage e scuole come quella di Sebastien Tortelli in America e ora facendolo seguire da Yves De Maria come personal trainer a lui totalmente dedicato. Prima degli spettatori dell’ultimo Nazioni di quest’anno che si saranno “accorti” di Valentin per la performance che ha lasciato tutti i suoi fan senza fiato che lo ha visto in testa alla prima manche per più di 3 giri, chiudendo 9° su tutti, il progetto Lovemy-
training nato per volere di Pier Carlo Bottero e Filippo Bellotti lo ha scelto credendo in lui e notandone il talento ad inizio stagione. Lovemytraining ha infatti trovato in Valentin il perfetto candidato al premio che ogni anno viene dedicato a dei giovani piloti selezionati che si distinguano per impegno, talento e devozione a questa tanto complessa disciplina. Il progetto infatti, che aveva visto lo scorso anno la partecipazione di Cedric Melotte in qualità di personal trainer accanto al meno fortunato Simone Zecchina, si promette di accompagnare lungo la strada per il mondiale i giovani piloti promettenti fornendo loro supporto e strumenti adeguati. Visto il successo di quest’anno Lovemytraining ha quindi stabilito di rinnovare il suo impegno nei confronti di Valentin affiancandolo in quello che sarà il suo ingresso nel mondiale nella categoria MX2 durante la stagione 2014. Stagione che lo vedrà gareggiare con tutta probabilità in sella alla sua KTM per il Team privato da lui fondato Guillod Motorsports KTM.
Mercato Piloti Testo “WikiCross” Adriano Dondi
Con il Motocross delle Nazioni che si è corso questo fine settimana è definitivamente terminata la stagione mondiale di motocross. La gara ha sancito l'ultimo titolo disponibile e questo titolo è andato alla squadra belga che ha vinto davanti agli USA e alla squadra italiana. A questo punto della stagione, si stanno delineando i Team che disputeranno il Mondiale 2014. La KTM ha praticamente confermato la stessa squadra di quest'anno: Cairoli e De Dicker nella MX1, Herlings e Tixier nella MX2. C'è una new entry che porta il nome di Husqvarna. Il prestigioso e famoso marchio svedese si riaffaccia nel Mondiale MX e lo fa con due squadre. Ice One, di proprietà del pilota di F1 e futuro driver Ferrari Raikkonen, sarà il Team che si occuperà della MX1 con i piloti Tyla Rattray e Tpd WatersInvece nella MX2, il Team di riferimento è quello gestito fa Jacky Martens con Tonkov e Febvre Il Team Suzuki dei fratelli
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Geboers avrà ancora nelle sue file Desalle e Strijbos nella MX1 mentre per la categoria MX2 con Glen Coldenhoff Novità anche da parte del Team Honda che ritorna in MX2 con una moto seguita direttamente dal Giappone. Il Team che gestirà le moto sarà quello di Giacomo Gariboldi. Al momento in cui scriviamo l'unico che ha firmato è Tim Gajser, a giorni si saprà il nome del secondo pilota. Nella MX1, confermati Bobryshev e Nagl con la struttura di Paolo Martin. Si ridimensiona il Team Yamaha Factory. Da tre passa a due piloti con un nome nuovo per la MX1. Jeremy Van Horebeek dopo una sola stagione in KRT passa in scambiandosi il posto con Steven Frossard che a sua volta da Yamaha passa in Kawasaki. Confermato il francese Charlier nella MX2 Per una Casa che si ridimensiona (Yamaha appunto) ce n'è una invece che incrementa la presenza di piloti. La Casa in questione è la TM gestita in pista dalla struttura di Ilario
Ricci. Il Marchio pesarese avrà due piloti in MX1: Tanel Leok ed il nuovo arrivato Davide Guarneri. Nella categoria più piccola TM avrà almeno un pilota se non due ed in questi giorni si faranno diversi test per trovare chi salirà sulla azzurra 250 4T. KRT conferma Paulin ma al suo fianco, come detto in precedenza, invece di Van Horebeek ci sarà Steven Frossard in arrivo da Yamaha. Restando sempre in Kawasaki, Tommy Searle resta con il team CLS così come il nostro Alessandro Lupino. Il secondo Team Yamaha, quello di Dixon, si tiene stretto Tim Ferris che in quest'ultima parte di stagione si è comportato ottimamente. Al suo fianco ci saranno Tonus e Pocock. Butron rimane in MX2 con Silver Action mentre Ivo Monticelli è passato da TM a KTM con il Marchetti Racing. Sul prossimo numero avremo sicuramente un quadro più preciso delle squadre.
SM World Championshi Gp France Testo e Foto DAVIDE MESSORA
L'ultimo appuntamento della stagione ha avuto luogo a Perpignan, nel sud della Francia, in un bellissimo impianto con un tratto d'asfalto velocissimo, ma anche con tratti molti tecnici, invece lo sterrato non era all'altezza della pista (considerando anche tutto lo spazio a disposizione) e nella giornata era troppo polveroso. Questa volta iniziamo a parlare del campionato Europeo. Sono quattro i piloti che si possono giocare la vittoria finale, racchiusi in meno di 10 punti: Edgardo Borella, Devon Vermeulen, Asseri Kingelin e Mitchell-Thomas. Un fine settimana così emozionante non si viveva da anni, forse l'ultimo campionato così combattuto è stato quello del 2008, dove Luca D'Addato aveva vinto all'ultima gara. Nelle qualifiche il più veloce è il pilota inglese Mitchell-Thomas, in sella alla sua potente
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SM World Championship
Tm, seguito a pochi decimi da Diego Monticelli (peccato che il marchigiano sia ormai fuori dai giochi per il titolo), terzo Asseri Kingelin e, a chiudere la prima fila, Fred Guerin, il pilota della Suzuki Lux Performance che, se non avesse avuto problemi fisici, avrebbe potuto puntare al titolo. Borella e Vermeulen in seconda fila, rispettivamente sesto e quinto. Il via della prima manche è da cardiopalma: Kingelin parte subito fortissimo con Monticelli alle sue spalle, ma viene buttato fuori dal francese Petard (il cui nome è tutto un programma!), all'inseguimento del battistrada Mitchell-Thomas e Vermeulen, con Borella un po' piÚ staccato. Primo colpo di scena. Kingelin rompe il motore in rettilineo con il rischio di essere tamponato e Mitchell-Thomas ne approfitta per prendere il comando e, con un ritmo incredibile, prende il largo e un vantaggio tale che ormai sembra destinato alla vittoria.
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SM
Adrien Chareyre ottiene la seconda vittoria consecutiva
M World Championship Gp France Altro colpo di scena! Il pilota del team Shr scivola in un curvino lento con conseguente lussazione alla spalla… gara finita e addio ai sogni di vittoria. A prendere la testa è Vermeulen, ma Eddy Borella riesce a recuperare e dopo aver studiato il suo avversario lo passa portandosi al comando. E il terzo colpo di scena? Borella all’ultimo giro commette un errore nello sterrato e si fa passare da Vermeulen che taglia il traguardo con Eddy secondo. In classifica Borella è ancora in testa, ma con un solo punto da Devon. Non ci sono più calcoli da fare: chi sarà davanti alla fine vincerà. Nell’ultima manche è ancora Kingelin a girare in testa alla prima curva, ma Borella non ci sta e si mette subito alle sue spalle; Kingelin ha un'altro problema alla moto ed è costretto al ritiro. Eddy prende il comando, seguito a pochi metri da Guerin e Petard; Vermeulen sembra soffrire psicologicamente in questa manche e non riesce ad essere aggressivo e rimane in quarta posizione per tutta la gara. In testa Borella respinge
gli attacchi prima di Guerin e poi di Petard con la freddezza del campione e dopo 12 giri taglia il traguardo da vincitore! Borella si porta a casa il GP ma, soprattutto, il campionato Europeo!!! Devon Vermeulen e il team di Franco Mollo si devono accontentare del secondo posto in classifica e la vittoria nella classifica Junior. Ora passiamo al mondiale dove Hermunen è ormai ad un passo dal titolo, ma sicuramente Thomas Chareyre cercherà di rendergli la vita difficile. Nelle qualifiche Mauno ottiene la pole position seguito a ruota da Thomas, terzo Adrien e quarto un grande Ivan Lazzarini che riesce sempre a metterci una pezza contro le ufficiali Tm e Aprilia. Anche qui le emozioni non mancano: al via Hermunen scatta primo, ma, dopo un paio di curve, Thomas entra senza fare troppi complimenti spingendo il finlandese fuori pista; Mauno perde alcune posizioni e nel tentare un recupero forza l'ingresso nello sterrato ed arriva al
Edgardo Borella è il nuovo campione Europeo 2013
Photo Shoot
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contatto con VDB. Nella curva successiva la “vecchia volpe” del motard gli restituisce la cortesia con gli interessi: Thierry cade e la moto di Hermunen si spegne e riparte nelle ultime posizioni. In testa al gruppo è battaglia tra i fratelli Chareyre con Thomas che riesce a portarsi a casa la vittoria. Per il terzo posto è Bidart ad avere la meglio su Lazzarini che si deve accontentare della quarta piazza. Ad una manche dalla fine Hermunen è ancora al comando con 16 punti. La partenza di gara 2 è qualcosa di incredibile: Hermunen scatta alla perfezione, ma alla seconda curva il finlandese rimane tutto all'esterno, lasciandosi sfilare da tutti gli avversari e al primo giro passa in quinta posizione. Davanti i due fratelli Chareyre danno spettacolo: Thomas prende il comando delle
operazioni, ma al quinto giro scivola spalancando le porte a suo fratello che si porta a casa la vittoria. Nel dopo gara Thomas ridendo ha commentato: “Non mi hanno segnalato che avevo un bel vantaggio su mio fratello ed ho continuato a tirare come un matto!!!” Hermunen ha disputato la seconda manche da ragioniere e ha chiuso in ottava posizione, portandosi a casa l'agoniato titolo mondiale. Adrien Chareyre si porta a casa il GP. Il podio di giornata è tutto francese con Thomas secondo e Bidart terzo. Nelle ultime gare Adrien ha collezionato più punti dei suoi avversari e se fosse stato così competitivo fin dall'inizio della stagione, avrebbe sicuramente battagliato per il titolo. Si chiude così un grandissimo anno di gare con programmi ancora incerti per il 2014.
Il team SHR festeggia la vittoria del mondiale di Hermunen
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Edgardo Borella nuovo campione Europeo
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Sylvain Bidart ottimo terzo assoluto
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