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SMON Bulgaria-Pleven Superbiker Mettet Interview MATTEO BONINI
Numero 12
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Special Sommario SM 01 SMON
Sommario MX
04 Interview Team Massignani
03 Interview Matteo Bonini
05 GIRLS
Bulgaria
02 SUPERBIKER Mettet
Intro Ormai la bella stagione sembra passata, tra poco tireremo fuori i cappotti dagli armadi, ma la stagione agonistica non è ancora finita. In questa prima parte di ottobre due eventi di livello planetario della SM, in Nazioni e Mettet. Il trofeo Zerbi ce lo siamo portati a casa un’altra volta noi italiani in barba a finti bulgari e francesi. Lazzarini, Ravaglia e Monticelli sono stati incredibili!!!!!, la disciplina più bistrattata del fuoristrada è quella che ha portato a casa il bottino pieno. Mettet non è solo una gara con un ricchissimo montepremi ma è anche divertimento e grande spettacolo, peccato per Romain Fevbre che si è infortunato, sarebbe bello vedere il pilota ufficiale Husqvarna in Mx2 correre tutto il mondiale Sm, Hermunen e compagni avrebbero vita davvero difficile!
Buona visione a tutti!!!!
Davide Messora direttore responsabile
Davide Messora Direttore Responsabile Riccardo Tagliabue Foto Coordinator xinsidemagazine
www.xinsidemagazine.com dm@xinsidemagazine.com Numero Registro Stampa N° 563 Decreto Presidente Tribunale Novara del 27/05/2013
Adriano Dondi Federico Cassolato - Dirt Mood Iniziative speciali Fabio Principe responsabile sito web Gianmarco Cicuzza responsabile attività social
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Il team Italia in festa
MXON 2013 Testo e Foto DAVIDE MESSORA
Campioni! Il Supermoto delle Nazioni è sempre un appuntamento molto sentito dove i piloti scendono in pista per rappresentare il proprio Paese… con alcune eccezioni. Sebbene fosse ormai noto, vedere Mauno Hermunen con la casacca della Bulgaria ci ha lasciati spiazzati. La scelta di Hermunen di correre per un’altra nazione è stata dettata soprattutto da un fattore economico nonostante la Finlandia fosse presente con una squadra di tutto rispetto. La nostra Italia si presenta da campione. Il nostro capitano Ivan Lazzarini, Christian “Picchio” Ravaglia e Teo Monticelli, sotto la supervisione di Attilio Pignotti, sono scesi in pista con un solo obiettivo: riconfermarsi
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campioni. La nostra acerrima rivale, la Francia, arriva a Pleven in una situazione un po’ travagliata: Thierry Van Den Bosch non ha ancora recuperato la sua condizione fisica ed è stato sostituito all’ultimo momento da Warren Bougard, un buon pilota del campionato nazionale, ma che ha pochissima esperienza internazionale e che non ha mai corso sul circuito bulgaro. Gli altri piloti francesi, Thomas Chareyre e Sylvain Bidart, sono chiamati a compiere una grande impresa. Terza forza in campo è la Bulgaria con “la new entry…” Mauno Hermunen, che non ha bisogno di presentazioni, Angel Karanyotov, che vive a “pane e pista di Pleven” e il terzo pilota Alexander
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Teo Monticelli è stato costante ed ha portato punti pesanti e poi che whipp sul panettone!!!!
Teo Monticelli al suo secondo nazioni si dimostra molto costante e con un'ottima manche finisce terzo. La classifica di sabato recita: Bulgaria prima, Francia seconda e Italia terza. Il pronostico sembra rispettato, ma sono le tre gare della domenica ad essere decisive. La nostra strategia per gara 1 è quella di far partire davanti Ivan Lazzarini, che ha dimostrato di avere il passo per potere stare davanti, mentre Ravaglia parte dietro perché il “Picchio” in manche è un leone. In prima fila la Bulgaria schiera Georgev, la Francia punta tutto su Thomas Chareyre e la Repubblica Ceca su Kejmar. Al via Chareyre scatta molto bene, ma
alla prima curva Kejmar arriva lunghissimo colpendo in pieno il francese e scaraventandolo a terra, mentre anche Lazzarini rimane coinvolto e riparte ultimo. Kejmar e la vecchia volpe di Bernd Hiemer si contendono la heat, mentre Ravaglia dopo una partenza da manuale e dopo sei giri è già terzo. Lazzarini cerca di recuperare dalle retrovie, ma non è facile. Hermunen e Chareyre iniziano una rimonta strepitosa e, a pochi giri dalla fine, piombano su Ravaglia che deve cedere il passo ai due inseguitori. Sotto la bandiera a scacchi sfilano in ordine: Kejmar, Hiemer ed Hermunen; Ravaglia chiude in quinta posizione e Lazzarini al nono posto. In gara 2, Ravaglia parte davanti e Monticelli dietro; la Bulgaria cambia all'ultimo momento mettendo in pole position Karanyotov. Si spegne la luce verde e Ravaglia parte bene, recuperando subito una posizione e si mette sulla scia di Karanyotov; Christian è stato tutta la manche incollato al bulgaro e avrebbe potuto tentare l'attacco, ma giu-
stamente non ha voluto correre il rischio di buttare via un secondo posto molto importante per la squadra. Monticelli rimonta finendo ottavo. Dopo due manche la classifica vede l’Italia prima, ma con gli scarti siamo secondi dietro la Repubblica Ceca. Gli azzurri devono fare la loro gara sui Bulgari, che nell'ultima manche schierano i lori due piloti migliori, Hermunen e Karanyotov. Sulla griglia di partenza Ivan Lazzarini è concentrato al massimo e dai suoi occhi si capisce una cosa sola: alla prima curva vuole essere primo. Monticelli è preparato a dare il tutto per tutto, mentre Ravaglia dai box è pronto ad incitare e fare i conti. Si spegne la luce rossa e alla prima curva sbuca il numero uno: Ivan Lazzarini è primo. La tribuna, colma di bandiera bulgare, viene zittita e spunta solo una bandiera italiana, quella di Bicio Bartolini che sta dando “fuori di matto” tra il pubblico. Lazzarini comanda la gara da grande campione, non commettendo neanche una sba-
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Eccoli sul podio a masticare oro!!!
vatura; Monticelli pian piano recupera posizioni su posizioni e Hermunen non riesce ad avere la solita supremazia e finisce secondo. A due giri dalla fine, Teo Monticelli supera Kingelin e con Lazzarini primo non ci sono più dubbi: siamo campioni del mondo!!! Ivan e Teo non si accorgono di aver vinto, ma, quando vedono tutta la squadra che corre loro incontro, capiscono al volo e scatta una gioia irrefrenabile. L'Italia si tiene stretta il trofeo. Questa è stata una vittoria incredibile, i piloti sono stati perfetti, il team non ha sbagliato niente, Lazzarini è un campione, Ravaglia la tenacia e Monticelli il futuro. Non si può che ringraziare questi tre piloti che hanno fatto un eccellente lavoro di squadra. Bravi!!!
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Angel Karanyotov è stato il miglior della squadra bulgara con un 1° e 2° posto.
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SUPERBIKER METTET Testo e Foto DAVIDE MESSORA
Mettet è qualcosa che non si vede in altre parti del mondo: è una corsa su invito, è spettacolo, è un raduno di vecchie glorie! Se un appassionato non è mai stato a Mettet, dovrebbe andarci almeno una volta nella vita! Qual è la formula magica che ne decreta ogni anno il successo? La risposta è semplice: unire piloti del mondiale motocross, in attività e non, riders della velocità e i migliori interpreti della supermoto, farli correre su un tracciato velocissimo intervallato da quattro tratti in sterrato e il gioco è fatto. Lo spettacolo è assicurato se aggiungiamo anche 300 piloti iscritti e una media negli anni di più di 20.000 spettatori. Il 2013 ha segnato l'edizione numero 27. Il pilota
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con il numero 1 che doveva difendere il titolo di Superbiker è Romain Fevbre, il crossista francese, che nel 2014 sarà pilota ufficiale Husqvarna, oltre ad essere un fenomeno nello sterrato, ha dimostrato di andare fortissimo anche sull'asfalto, mettendo in difficoltà anche il pilota della Supermoto Mauno Hermunen. Purtroppo il francesino ha deciso di tagliarsi fuori da solo: nelle prove del sabato si è cappottato riportando una brutta botta alla spalla destra che non gli ha consentito di continuare il fine settimana di gare. Tra i crossisti che sono stati invitati, oltre a Miky Dymond e Jeff Ward, ormai presenza fissa, abbiamo avuto l'onore di vedere Jeremy Van Horebeek con la
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sua nuova Yamaha 450, Ken De Dycker e Mark Dereuver, Cedric Melotte che ancora ci da del gran gas. Jeremy Van Horebeek è stato una sorpresa, dopo un paio di turni per prendere confidenza con le ruote lisce, il nuovo pilota del team Rinaldi ha fatto vedere uno stile incredibile sullo sterrato e, ovviamente, un'ottima velocità sull'asfalto. Tra i motardisti, i soliti nomi hanno affollato la parte alta della classifica: Mauno Hermunen, i fratelli Chareyre, Sylvain Bidart, Ivan Lazzarini e Christian Ravaglia. Con Fevbre fuori dai giochi, la battaglia per la pole position se la sono giocata i migliori interpreti del mondiale Supermoto con Hermunen, che ha veramente dimostrato una supremazia incredibile. La formula di gara di Mettet prevede che gli Starbiker, crossisti, velocisti e prestige supermoto, disputino le qualifiche insieme e le gare separatamente, per poi trovarsi insieme solo per la finalissima che decreterà il vincitore assoluto e darà accesso al ricco montepremi. Nella prima finale, abbiamo assistito ad una grandissima gara di Cedric
Thomas Chareyre ci ha provato in tutti i modi a mettere i bastoni tra le ruote a Hermunen
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Melotte che, dopo essersi sbarazzato di Chris Filmore, ha preso il largo andando a vincere in solitaria, alle sua spalle bellissima lotta tra Van Horebeek e Iddon, con il belga che ha chiuso secondo davanti all'inglese. Nella seconda finale, in cui sono state tagliate molte parti di sterrato, a portarsi a casa la vittoria è stato Chris Iddon. La finale dei prestige Supermoto è stata veramente uno spettacolo. Alla prima curva è Hermunen a prendere il comando, ma all'uscita dello sterrato cade perdendo una tantissime posizioni; Adrien e Thomas Chareyre non si fanno pregare e passano al comando. Adrien tiene la testa per qualche giro per poi lasciare il comando al fratello; invece, Lazzarini rompe la sua Honda dopo un paio di giri. Assistiamo poi ad una grandissima rimonta di Hermunen; Mauno con dei numeri da paura è riuscito a recuperare fino alle spalle di Thomas e il finlandese dopo solamente un paio di passaggi ha sferrato l'attacco e si è ripreso la leadership della gara, andando a vincere con un buon margine.
Sylvain Bidart sempre tra i protagonisti
Siamo finalmente giunti all'atto finale di questo evento, la finalissima. Hermunen scatta in modo perfetto dalla prima fila (n.d.r. si parte in linee di sei piloti, per un totale di 42 superbiker), mentre alle sue spalle Thomas Chareyre e Bidart. Christian Ravaglia, dopo l'ottimo quinto posto della prima manche, rompe un radiatore quando si trovava nelle prime posizioni. Lazzarini dalla sua 42° posizione inizia una folle rimonta, concludendo in quinta posizione. Hermunen non ha avuto problemi a controllare gli attacchi dei suoi avversari che non sono mai riusciti a impensierirlo. Sul podio Hermunen primo, Thomas Chareyre secondo e Bidart terzo. Si chiude un'altra eccezionale edizione e tutti sono già proiettati al 2014.
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Jeremy Van Horebeek ha stupito tutti con delle ottime prestazioni
Romain Fevbre non ha potuto difendere il titolio del 2012
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Interview Matteo Bonini Testo FEDERICO CASSOLATO foto D.Messora
Campione d’ Italia Motocross MX1 ELITE! Ci racconti cosa si prova ad essere sul gradino più alto del motocross Italiano?
“E' sempre bello! E' una esperienza che mi mancava e vincere rende sempre orgogliosi. Stagione difficile questa, la svolta a Fermo con quella caduta che ha permesso a Bertuzzo di portarsi davanti. Hai sempre tenuto la testa bassa e lavorato, a dimostrazione che credi in questo sport e nella tua determinazione.” Cosa ha fatto la differenza? Cosa ti ha permesso di ribaltare di nuovo tutto a tuo favore? “Si, purtroppo brutti incidenti mi hanno fatto perdere un sacco di punti prima della pausa estiva, durante la quale mi sono concentrato nel Supercross e diciamo che ho riazzerato la mente. Alla riapertura del campionato sono arrivato ad Odolo, " dopo bei risultati nel SX" carico fisica-
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mente e moralmente, sapendo che non avevo nulla da perdere.” Quanta fatica costa, ottenere tutto questo? O meglio la vedi come fatica, o come assoluta e impagabile soddisfazione nel fare ciò che fai?
“Amo il mio sport non che il mio lavoro, in passato ho avuto tante delusioni dovute agli infortuni, ma non ho mollato. Credo tanto nella mia tecnica di guida e so che se tutto va per il meglio, sono forte.” L’ esperienza mondiale, è servita a renderti ciò che sei adesso, o la vivi come una
Matteo davanti a tutti nel gara di Padova SX
occasione che a causa infortuni non ti ha permesso di emergere?
“No credo di aver dimostrato in parecchie gare che ero li ad un passo dalla vetta però si, troppi infortuni mi han fatto cadere in basso. In questo sport gli infortuni ti segnano troppo ed è sempre un po come una ferita aperta.” Perché stai puntando anche al Supercross?
“Amo il Supercross perché esalta molto la tecnica e la precisione dei piloti. E' spettacolare e al momento c' è ancora chi investe economicamente nell'ambiente.”
Interview Matteo Bonini Quello che abbiamo letto recentemente ci fa sognare. Parlo di America. Ci puoi raccontare qualcosa in dettaglio?
“Sto facendo un anno molto bello sia nel Motocross che nel Supercross. Sono a posto sia fisicamente che moralmente e mi son detto: “se continuo cosi voglio provarci” !! Qualche anno fa ero ad un passo dall'andare a correre in USA ed è un obbiettivo che mi manca e che voglio realizzare prima di terminare la mia carriera.” Molti Italiani hanno provato a fare qualcosa in America. Cairoli addirittura non ci ha quasi nemmeno provato. Cosa ti spinge a tentare?
“Riguardo il Supercross per un atleta è un olimpo come per uno sportivo le olimpiadi. Nella classe MX1 ci sono atleti alieni nel Supercross e arrivare solamente alla finale per me sarebbe un sogno ed anche una rivincita.” Adesso che il campionato Italiano è finito e gli impegni nel motocross “tradizionale” sono terminati. Ti dedicherai
esclusivamente al Supercross?
“Assolutamente si, sono carico e motivato, il team è eccezionale e so che potremmo fare molto bene.” Sei uno dei pochi in Italia che fa entrambi i campionati Italiani di Motocross e Supercross, in più non disdegni qualche gara di Supercross Oltralpe. Come fai a conciliare tutto?
“Non è facile, c'è un programma importante dietro che viene completato dalla mia esperienza quella del mio team e quella del mio preparatore. L'unica cosa che mi dispiace è che con due campionati nello stesso periodo non corri mai al 100%, dovrebbero separarli come in America...” A livello di team non deve essere semplice. In America Supercross e National sono campionati ben separati e le moto vanno preparate e settate di conseguenza per i diversi campionati. Tu invece mischiando il tutto, o hai due moto ben distinte, o il team è veramente sotto costante pressione. Ci sveli i dettagli?
“Sorrido perché i dettagli sono: una moto da mx e una da sx, ma il dettaglio più importante è che il mio manager Cristian Colombo, non so quante notti in bianco abbia fatto per me. Siamo proprio una bella squadra!” Come vedi il motocross in Italia? Cosa pensi della situazione piste?
“Credo che per un pilota giovane che voglia emergere l'Italia non vada bene. Le piste son troppo lisce, dure e facili per far girare anche gli amatori. All'estero sono molto più selettive nonostante ci girino anche gli amatori quindi credo che chi vuole davvero emergere, dovrebbe correre ed allenarsi all'estero.” Perché in Italia il Supercross non prende piede? “Per quello che vedo, da persona esterna posso solo dire che in Italia ci si accontenta. Il Supercross ha un valore incredibile secondo me, ma bisogna investire molto e al momento vedo che siamo fermi allo stesso livello da un po di tempo.”
Cosa deve fare un ragazzo che si vuole avvicinare a questo sport e raggiungere i tuoi risultati?
“Da piccoli subito nel Supercross per imparare la tecnica, allenarsi in piste dove si fa davvero fatica a causa della difficoltà e non in piste lisce. Comunque lavorare tanto ed essere pronti a tanti sacrifici.” Sappiamo che hai una scuola di motocross, sarà il tuo futuro?
“Non è una semplice scuola. E' un progetto un po più importante. Voglio mettere a disposizione la mia pista privata,creare una base per i giovani dove possano sia avvicinarsi alle moto, sia perfezionarsi. Io metterò a disposizione la mia esperienza a chi necessita sia in moto che giù dalla moto” Perché motocross? Cosa ti da questo sport che altri non potrebbero darti?
E' uno sport individuale, veramente duro, difficile e spettacolare. Quando tu da solo o con il tuo gruppo riesci ad arrivare ad obbiettivi importanti, ti emozioni perché sai che hai dato tutto te stesso per provarci.” Wow! Grazie mille Matteo!! Grazie a voi.... bella chiacchierata!
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Interview TEAM MASSIGNANI Testo e foto FEDERICO CASSOLATO
Ad Odolo, domenica scorsa abbiamo raggiunto i meccanici del team Massignani per una intervista sul loro lavoro, le loro aspettative e come si svolge l' attività di un meccanico all' interno di un team impegnato su più fronti come il team Massignani. Portavoce della squadra meccanici è stato Michele Doro (meccanico di Davide De Bortoli) , il più “anziano” del gruppo, ma anche Thomas Grigolato (meccanico di Federico Bracesco) e Luca Nicoletti (meccanico di Simone Zecchina), nella pausa pranzo si sono seduti tutti al tavolo per far parte di questa intervista, compreso Renzo De Bortoli (meccanico di Marco Paganini) che non è parte ufficiale dello staff. Essere parte di un team come quello Massignani, con tanti piloti ed impegnati in quasi tutti i campionati a livello italiano ed europeo richiede senz’altro molta organizzazione all’interno della squadra dei meccanici. Come riuscite a convivere, lavorare e essere sempre al momento giusto nel
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posto giusto? “Diciamo che l' organizzazione è l' arma vincente, ma al di sopra di tutto c' è la passione. Quello che ci lega a questo sport è quel punto di partenza per fare tutto al meglio, anche nelle situazioni critiche o di forte pressione. Non è facile convivere all'interno di un team così corposo con diversi piloti e diverse classi da gestire. Se analizziamo tutto c' è anche quel legame di amicizia che si è formato tra di noi e che anche se una cosa non va, si riesce moralmente a superarla ed ad andare avanti.” Cosa impegna di più voi meccanici tra l’ allenamento, la preparazione/sviluppo moto e la giornata di gare? “Nel complesso il week-end di gare è la cosa più impegnativa. Noi siamo dei tutto
fare: c' è il TIR da allestire e caricare, portarlo in pista, preparare la tensostruttura, preparare l' officina, l'hospitality, e tutto il resto. Oltre a questo c' è tutto quello che gira attorno alla manche: segnaliamo, portiamo le moto al preparco.. ed infine smontare tutto e tornare a casa. Si insomma è un week end davvero massacrante per noi.” Chi è il più produttivo tra di voi? (tutti a gran voce: Michele!!! n.d.r.) “In realtà non esiste il più produttivo, esiste una scala gerarchica semplicemente basata sugli anni di permanenza nel team, io (Michele Doro n.d.r.) sono il più vecchio, ma non significa nulla. Siamo tutti produttivi... con stili magari diversi. Chi è più bravo da una parte e chi in un altra.”
E il casinista? “NON FACCIAMO NOMI (e si scoppia a ridere). Diciamo che essendo un po' esterno al team poiché seguo esclusivamente Paganini, ho più libertà e quindi il più casinista, devo confessarlo, sono io (Renzo De Bortoli n.d.r.).. ma a detta di tutti e soprattutto del capo: CI VUOLE!” Fateci capire una cosa: siete dedicati ognuno ad un singolo pilota o avete ognuno più piloti da gestire? “Siamo in tre meccanici che lavorano a tempo pieno nel team: Michele, Thomas e Luca. Renzo è diciamo “esterno” perché non lo fa per lavoro. Abbiamo un pilota per meccanico anche se ad esempio durante gli allenamenti non andiamo sempre via tutti assieme. Di solito andiamo in due meccanici e gli altri rimangono in officina a lavorare sulle moto da gara, o a sistemare il camion, o a lavorare sulle moto dei piloti chiamiamoli “esterni”.” Infatti, Il Team Massignani da supporto a parecchi piloti che non sono diciamo “ufficiali”. Il vostro lavoro si spinge anche alle moto di questi piloti? “Noi seguiamo in parte anche le moto di quei piloti, soprattutto nelle gare del regionale. Ovviamente la precedenza va alle moto ufficiali del team. Ma diamo comunque sempre una mano a tutti i piloti che
ruotano attorno al Massignani Racing Team, in officina e sui campi di gara, assieme ai genitori dei ragazzi ed ai loro meccanici.” Nella prima parte dell'anno eravate impegnati come team ufficiale solo sulle 250 4t. La scelta di “investire” sullo sviluppo delle 250 lasciando da parte la 450, è una scelta che deriva anche da una componente di base meccanica, o è una scelta mossa dalla tipologia di team? “Sostanzialmente è una scelta del Team Manager Max perché abbiamo in obiettivo il campionato Europeo e come sai, esiste solo per la classe 250. Il team Massignani nasce anche per formare i ragazzi e farli crescere. Alla 250 possono accedere i ragazzi giovani che possono potenzialmente intraprendere questa carriera ed essere formati.” Il prossimo anno la moto sarà totalmente nuova. Cosa vi aspetta quest’inverno? “Come lavoro, non credo che cambierà tantissimo a livello di motore. Più che altro sarà un lavoro impegnativo sulla ciclistica della moto. Probabilmente lavoreremo su degli sviluppi della centralina. A livello sospensioni siamo già a buon punto anche sulla 450 perché De Bortoli sta già correndo queste ultime gare di campionato sulla MX1. Do-
vremmo smontare le attuali pezzo per pezzo, ripristinarle e sistemarle. Dopo di che ci metteremo all'opera sulle nuove.” Cosa si aspetta un meccanico dal suo pilota? “Si spera che vinca tutte le domeniche e che non si faccia mai male!!!! A parte gli scherzi, principalmente ci aspettiamo l' impegno. Noi lavoriamo credendoci e ci aspettiamo altrettanto dai nostri piloti e quest'anno siamo molto soddisfatti!” E dal team? “Da un team come questo in cui si è praticamente una famiglia, ci si aspetta che rimanga tale. Ora il momento non è dei migliori a causa della crisi generale che sta patendo molto anche il motocross, ma ci si aspetta continua evoluzione ed investimento. Quest'anno siamo cresciuti molto, abbiamo una struttura veramente bella. Speriamo di continuare così!” Quando qualcosa non va… si cerca il colpevole o si cerca la causa? “Sempre prima la causa! Ovviamente poi ognuno di noi si assume le proprie responsabilità. Stiamo mano a mano crescendo ed imparando, ovviamente qualche volta sbagliamo. Ad esempio que-
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sta mattina ( parla Renzo De Bortoli n.d.r.) ho sbagliato la scelta delle gomme per Marco. Io assieme a Max abbiamo deciso per le morbide, ma quando Marco è uscito dalle qualifiche la prima cosa che ha chiesto era che gomma gli avevamo montato perché proprio non andava. L' errore non viene mai visto come capo di accusa, ma come esperienza da registrare e mettere nel bagaglio.” E’ ancora una passione la vostra, o essendo impegnati a tempo pieno è diventato un lavoro come un altro? “Per tutti è ancora una grande passione, non c' è ombra di dubbio. Quando diventa anche un lavoro, è il massimo” Tra i piloti dei diversi team, c’ è chi si sopporta a malapena, chi si odia e chi invece è amico da sempre. Tra i meccanici invece? Com’è il clima? “L' ambiente è super tranquillo! E' ancora sano. Ci sono i soliti amici di sempre. Mancano un po' di donne ecco.. (Renzo De Bortoli n.d.r.)” Il lato migliore del Massignani Racing Team qual è? E il peggiore? “Il team Manager Max è sempre disponibile e questa è la cosa più bella. Non è un rap-
Michele Doro
porto datore di lavoro–dipendente classico, è quasi come essere in famiglia, davvero. Il lato peggiore non esiste, davvero. Max è esigente, ma è giusto che sia così. E' sempre sul pezzo, non gli sfugge niente. E' esattamente come dovrebbe essere.” Ragazzi, perché motocross? “E' una passione di famiglia per molti, ma è indubbiamente lo sport più bello del mondo... e tu lo sai benissimo!” Cosa fare per diventare meccanici come voi ed essere impegnati nei campi di gara? “Impegno. Tanto. Ed essere a volte al momento giusto nel posto giusto. La differenza la fa la passione che metti nelle cose. Cambiare 10 gomme in un giorno, non è un peso... è il mio lavoro, la mia passione e la voglio fare bene! Al massimo!” In moto ci andate ancora? “Quando ci riusciamo si. Succede poche volte, ma la voglia di girare c' è sempre!” Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato ragazzi. Ci vediamo alla prossima! Grazie a te Fede, e a tutto XINSIDE MAGAZINE.. è sempre un piacere!
Renzo De Bortoli a sx Luca Nicoletti a dx
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