Homemade gallery #1ex

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HOMEMADE GALLERY

Home Made Gallery è un’idea, un’iniziativa e uno spazio che nasce per ospitare la creatività di giovani artisti. Il nostro spazio non è né una galleria, né un museo, ma bensì una casa che accoglie appassionati d’arte di ogni genere ed età e ospita i lavori concepiti dalle menti più creative. In questo piccolo viaggio esperienziale, gli ospiti possono esplorare con assoluta libertà le stanze della casa, tra divani e librerie, scrivanie e poltrone, percorrendo un percorso intimo che permette a ognuno di relazionarsi con le opere e gli artisti in un contesto che annienta ogni confine spaziale e psichico. Al riparo dal grigio e dalla frenesia, gli ospiti sono invitati a immergersi in una dimensione soffusa e familiare, un ritrovo che incita la scoperta di nuovi talenti emergenti tra un calice e l’altro, il confronto intellettuale e il dialogo, ma soprattutto lo stringere di rapporti che hanno il potenziale di diventare future amicizie o collaborazioni professionali. Gentili ospiti, Home Made Gallery vi dà il benvenuto in casa.


1# Exhibition

Home Made Gallery in collaborazione con Web of Modern Art inaugura il proprio spazio con una prima mostra dedicata all’illustrazione, riunendo undici artisti diversi per il contesto di provenienza e il linguaggio artistico, ma simili nella forza espressiva e passione per il disegno. Dalle illustrazioni più vivaci e comiche di Andres Jensen ai volti realistici e carichi di umanità di Thomas Cian, dalle sequenze narrative e solitarie di Andrea Cacace alle astrazioni musicali di Francesco Venturi. Il viaggio domestico si tinge di colori e forme da una tappa all’altra, dove la curiosità si proclama guida di questo intenso itinerario che accompagna gli ospiti dalle creazioni più cariche e sofisticate a quelle più sobrie e lineari. Ogni stanza diventa così un altrove, ogni muro uno squarcio di realtà immaginaria, ogni opera un racconto. Le porte sono aperte. Il viaggio ha inizio. Benvenuti in casa cari ospiti.


Andrea Andrea si occupa di grafica e spesso usa il disegno, oppure il collage o l’incisione, per realizzare illustrazioni. Ama l’illustrazione per come essa riesce a incuriosirla, entrando nel vivo di quel particolare meccanismo che mette un’immagine in risonanza con una certa narrazione o con una concatenazione di idee.

Cacace

I tuoi disegni sono finestre dell’immaginazione, dotati di un’impressionante forza narrativa. Non attingi al reale, non cerchi la perfezione, ma l’evocazione e la suggestione. I personaggi e i contesti che si concretizzano sul foglio sono la diretta proiezione dei tuoi umori e sentimenti, e sembra esserci un senso di malinconia che li pervade. Cosa significa disegnare per te? Nel corso del tempo ci sono stati periodi in cui ho disegnato molto e anche altri in cui l’ho fatto molto meno; in alcuni casi addirittura per niente. Però se volessi definire cosa continua a tenermi legata al disegno credo ci sarebbero almeno due cose importanti da dire, e cioè che disegno perché mi piace, e poi perché farlo mi permette di dare corpo a qualcosa che altrimenti finirebbe col confondersi con il rumore di fondo, qualcosa che incidendosi sul foglio può stupirmi con la sua riapparizione. Disegnare per me è un modo di pensare la forma attraverso il processo che serve a costruirla; il che equivale a dire per pensare nuove forme. Hai saputo rendere la tecnica dell’acquaforte tua, creando uno stile molto personale e distintivo. Linee e tratti molto spessi, a volte quasi forzati, che alludono a una voce, forse la tua, desiderosa di esprimersi e farsi udire. Ci sono autori e artisti che hanno ispirato il tuo lavoro? Che tipo di narratore ti consideri? Spesso sono influenzata dal lavoro di artisti o autori che mi hanno colpito. Quando non lo scopro in tempo è sempre un peccato; credo si possa trarre molto di più da un dialogo che non da un soliloquio. Per il resto le top ten non sono mai state il mio forte...

andreia.cacace@gmail.com


Tecnica: linolegrafia su carta di cotone


Johnny

Cobalto Johnny Cobalto è un ragazzo sulla trentina. Al momento dell’intervista si sente disidratato perché dice di aver fatto lo scemo la sera prima. Nella vita quotidiana, collabora con agenzie in qualità di illustratore, grafico e in alcuni casi pagliaccio. Ama disegnare, perdere tempo in studio, perdere altro tempo a casa. Ha iniziato a fare l’illustratore nel 2008 perché ai suoi colleghi del bar del cinema di Pioltello piacevano tanto gli schizzi che faceva sul rotolo di carta degli scontrini e perché disegnare gli fa impazzire. Illustrazioni in 2D tracciate soltanto con linee e contorni, in cui pochi ma vigorosi colori riempiono e animano le forme. Una totale semplificazione dell’immagine che porta all’essenza, e quindi un’espressione che parla forte e chiaro. Qual è il percorso e la ricerca che ti hanno portato allo stile di oggi? È successo tutto nel modo più naturale possibile, non ho mai impostato una vera e propria ricerca e non so dire come mi sia ritrovato ad essere chi sono ora. Ho disegnato tanto. Come altri, ho preso e sintetizzato spunti da altri artisti, anche inconsciamente. Ho riprodotto quello che mi piaceva dandogli un mio linguaggio e oggi, anche se ho trovato una buona stabilità, continuo a sperimentare. Ci sono scritte, etichettature o affermazioni, che accompagnano molti dei tuoi disegni e li trasformano così in potenziali manifesti o slogan. Si possono fare tanti usi delle tue illustrazioni, dall’uso personale per un tatuaggio, a quello più commerciale a scopo pubblicitario. A tuo parere, che ruolo ha l’illustrazione oggigiorno? Quali sono invece le potenzialità di questa forma artistica ancora poco esplorate? L’illustrazione è stata la prima forma narrativa per sordomuti concepita dall’uomo. Dopo aver estrapolato il concetto di arte visiva dal suo uso pratico, chi disegna lo fa anche per trasmettere sensazioni, saltando il racconto e arrivando al punto. Amo quando l’immagine si sposa con la scrittura sotto forma di romanzi grafici, pubblicità, libri illustrati e via dicendo, ma non necessariamente serve a raccontare qualcosa. Ha molteplici ruoli. Un uso alternativo ancora da definire non mi viene in mente e magari neanche esiste; siamo bombardati di illustrazioni, dalle cover dei telefoni alle tovagliette per fare colazione. L’illustrazione ai minimi termini arricchisce, mettiamola così. Magari non emoziona e non dice un c***o, però piace, e questo è l’importante.

www.johnnycobalto.it instagram.com/johnnycobalto/ https://www.facebook.com/johnnycobalto/



Francesco

Venturi

Francesco Venturi è un compositore e artista visivo. Da musicista, ha sempre cercato asilo nel mondo dell’arte visiva, e gran parte delle sue ambizioni vivono sull’impossibile confine fra “concertismi” e “gallerismi”. Secondo l’artista, fare musica senza usare il suono corrisponde a far emergere i meccanismi, i misteri ma anche le ideologie implicite nella musica. Scrivere musica implica, invece, l’affermazione di una forma acustica, risolvere un’idea col suono. Di mezzo c’è il lavoro compositivo che è un lavoro in parte grafico, ma che non si ricollega del tutto al lavoro dell’illustratore, o almeno solo a livello metaforico. Così Francesco è arrivato all’illustrazione: quando non era possibile restare sul piano acustico. La rappresentazione della musica nell’arte è un campo ancora poco esplorato. Ci sono simboli e suggestioni musicali che sembrano riflettere i momenti più fertili ma anche confusi di un compositore nella fase di scrittura. Qual è la reazione del pubblico che immagini? Sono sempre curioso della reazione del pubblico, che da quello che ho imparato non è mai proporzionata. Anche la tua reazione mi ha colpito, perché hai visto nelle mie illustrazioni il fertile e confuso lavoro del compositore. La ricezione è un fatto importantissimo, ma per fortuna è imprevedibile. Certe volte arriva qualcuno e ti ringrazia, altre volte si fa il deserto, altre percepisci qualcosa di indefinito e di persistente, ma non se ne parla, almeno fino alla prossima occasione. La “ricezione” che preferisco è quella a rilascio lento, come una battuta che “arriva dopo” e ti segue molto aldilà del contesto espositivo, per poi sorprenderti chissà dove. Tutte le volte che qualcuno ascolta il tuo pezzo o osserva un tuo lavoro, ti sta regalando un pezzo della sua vita… è comunque una bella responsabilità! In musica prendo molto sul serio questo intervallo di tempo, e faccio in modo di isolarlo da tutto il resto, immergendolo in ampie durate. Quando preparo un’illustrazione cerco ovviamente di essere il più conciso possibile.

Il tuo lavoro è sicuramente il più concettuale esposto qui alla mostra. Parli di universi ideali e impossibili, un’astrazione che trova la concretezza tramite foglio e penna. Secondo te, quali sono i confini che dividono uno schizzo di preparazione da un’illustrazione? Non parlerei di “confini” fra uno schizzo preparatorio e l’illustrazione perché questi due ideali fogli di carta in realtà non combaciano. Entrambi contengono un riferimento a un altro da mettere in luce, ed entrambi sono pratiche d’orgoglio artigiano, ma una bozza compositiva ha valore documentario. L’illustrazione è autonoma, la sua esistenza si dà in uno spazio pittorico che, se tutto va bene, può sperare di sganciarsi dalla parola e dal suo altro “illustrato”. La bozza è una serie di istruzioni, e se sganciamo il suo rapporto con la partitura finale e l’interprete che eseguirà, è come se restasse in attesa… come una fotografia mai sviluppata. Non che questo non abbia fascino. Alcuni fogli preparatori, poi, sono talmente belli da far fatica a non considerarli opere “da appendere” volutamente. Ma per tornare agli universi ideali e impossibili, ultimamente ero talmente immerso in questa “musica ideale” e non acustica che sono dovuto entrare in coro, altrimenti mi sarei perso!

radiotristano@gmail.com cargocollective.com/francescoventuri venturivasiljevic.com


Senza titolo

Le Paradoxe de la Dichotomie

Tre Preludi e Fuga (pag 8 e 9)


Lucio

Palmieri

Lucio è semplicemente un illustratore che disegna perché è la cosa che più ama fare. Il corpo, ma soprattutto la sessualità, sono aspetti antropici che sembrano intrigare e ispirare le tue creazioni. Ma questa visione spinta e audace si scontra, o s’immischia a un’altra più puerile e innocente. Qual è il tuo pensiero a riguardo? La passione che permette all’uomo di liberarsi dal tormento del desiderio ispira la mia vita e i miei disegni senza contraddirne l’apparente innocenza. Si percepisce una ricerca della bellezza, dalla scelta cromatica e l’essenzialità dei tratti, alla stilizzazione della mise che portano le tue figure. Ma il fascino di queste figure è dettato anche da una certa bestialità che preservano sotto la superficie. Cosa più desideri far emergere della bellezza, e cosa della malizia? L’uomo è l’unica bestia che osa scandalizzarsi della propria bestialità. Mi consolo e mi diverto a far emergere l’aspetto animalesco dei miei modelli. Il mostro esiste per mostrare, questa rivelazione ingentilisce lo sguardo e permette di vivere un’esperienza di autentica bellezza. Celebro le suggestioni che nascono da intrighi e passioni con e senza malizia.

http://luciopalmieri.tumblr.com/ lucioluciopalmieri@gmail.com


Wohnung, Miniatura, 2016 - 38x35x21 cm

In pijama, tempera su carta 2016 - 19x 27 cm

Killer, tempera su carta 2016 - 19x27 cm


Pietro

Agostoni Ricorda che un giorno da bambino gli venne in mente il muso di un dobermann pieno zeppo d’ira che sbrodolava ovunque impaziente di essere sguinzagliato. Era un’immagine limpida e nitida ma allo stesso tempo era impossibile tracciare una singola linea che potesse vagamente somigliare a quello che, chiudendo gli occhi, era li. Da allora iniziò ad essere ossessionato da quel limite, dal desiderio di sguinzagliare quel cane dalla sua testa. Si chiama Pietro ed è nato negli anni 90. A volte sono esseri umani, altre volte creature bestiali, ma sempre figure dotate di un’esistenza, se non nella vita reale, allora in quella immaginaria. Diversi forse nell’aspetto, ma sicuramente simili per i comportamenti lussuriosi e depravati. Qual è il fascino dei vizi per te? La parola vizio in se mi fa pensare a qualcosa di obsoleto. Di antico. Nessuno parla più di queste cose... è sdoganato. Moderazione e sobrietà, follia e razionalità. In che misure questi stimoli guidano la tua mano artistica? Un professore mi ha domandato se avessi mai fatto un disegno con la febbre, oppure mentre mangiavo una banana o addirittura inginocchiato. Solo con il tempo e l’esperienza ho capito il significato di queste apparentemente banali provocazioni. Esistono infiniti modi di porsi nei confronti del proprio lavoro, e prendere un foglio bianco, una matita e sedersi diligentemente alla scrivania non basta. Bisogna imparare a conoscersi e a conoscere le proprie mani. Quello che ci circonda non è solo una piatta scenografia del mondo geocentrico. Che ore sono? Come sono vestito? Quanto sono lunghe le mie dita? Che odore ha la stanza? Cosa ho mangiato prima? Sono ubriaco? Di che colore è il tavolo? Che rumore fa la matita quando striscia sul foglio? E se ascoltassi la musica al massimo? Il mio gatto sta saltando sulla televisione e probabilmente farà cadere quel vaso, fuori una Maserati sfreccia facendo tuonare la via, c’è uno spiffero nella finestra e inizio a pensare che mi verrà il torcicollo. Quella tr**a non ha risposto al messaggio. Per questo non esiste un disegno uguale all’altro, nemmeno lo stesso ridisegnato o ricalcato. Il disegno è una creatura viva. Non necessita solo di tecnica e strumenti: è parte di un rito.

Pietro Agostoni pietroagostoni@hotmail.it cell. 3930866727


Unabomber inchiostro su carta 2016 - 210 x 297 mm Squirting Chakra From the Inside inchiostro su carta 2016 - 210 x 297 mm

Deanna Dentro (NEIN) inchiostro su carta 2016 - 210 x 297 mm

Concave/Convex inchiostro su carta 2016 - 210 x 297 mm

First Date Bondage inchiostro su carta 2016 - 210 x 297 mm


Rada

Kozelj Rada Kozelj è figlia di immigrati balcanici, nata e cresciuta in provincia di Lecco, sul lago di Como. Ha frequentato il liceo artistico e poi l’accademia di belle arti di Brera dove ha studiato pittura. Il suo percorso si inserisce nell’arte visiva in tutte le sue forme. Sente il bisogno di cambiare continuamente linguaggio, il suo lavoro è estremamente eterogeneo, e per questo trova nel disegno un grado di libertà che le consente di raggiungere quella profonda intimità con se stessa, quella sorta di prolungamento interiore che si materializza magicamente sul foglio e ci consente di guardarci e di offrici agli occhi degli altri. Secondo l’artista, l’abilità di un illustratore risiede nella capacità di immergere qualunque soggetto in una peculiare atmosfera della quale lui solo conosce la formula magica. E così, Rada rivela e racconta se stessa attraverso l’illustrazione, contraddistinta dai segni emblematici del suo io interiore. Una lotta tra bianco e nero, luce e ombra, il bene e il male. Ci sono aspetti ed elementi che ritieni appartenenti alla tua personale sfera psichica? Se sì, in che modo i tuoi disegni ti rispecchiano?

Le tue illustrazioni sono caratterizzate da simboli, ma anche spiriti che sembrano provenire da remoti mondi. Quali sono le tue fonti d’ispirazione? Qual è la chiave di lettura dei tuoi disegni?

Per quanto mi sia sempre piaciuto disegnare, ho ripreso a farlo intensamente soprattutto in momenti di estremo stress emotivo. Credo che il processo sia paragonabile alla combustione alchemica: invece di reprimere le emozioni, si tratta di osservarle con precisione chirurgica e incanalarle in una linea, trasformarle fuori per superarle dentro. L’ultima volta che ho ripreso a disegnare è stato per sopravvivere ad una notte difficile: con quei primi disegni ho inaugurato il blog “ardue notti”. Disegno soprattutto d’inverno perché mi manca moltissimo il sole, utilizzo solo il nero perché è un colore che mi riscalda, mi rassicura, non è dispersivo, non mi toglie calore. Per questo credo che i miei disegni rispecchino la parte più nascosta di me, è come se provenissero dai miei personali “inferi”, ma questi inferi non contengono solo incubi, anzi sono pieni di strani alleati, utilissime armi e suggerimenti occulti per sopravvivere al freddo dell’inverno, in attesa che la primavera ritorni.

Quando inizio un disegno non ho mai un’intenzione definita: se provo ad imporla il disegno non funziona, non prende vita. Solo a posteriori mi rendo conto di ciò che può avermi ispirato, e può essere davvero qualsiasi cosa: il racconto di un amico, un sogno, una frustrazione, un testo mistico o un libro di astronomia per bambini. L’ispirazione è uno stato interiore: quando c’è, tutto è potenzialmente interessante e può innescare la voglia di disegnare, e quando è così cerco di disegnare costantemente, per non perdere il ritmo e non sentirmi mai a disagio di fronte al foglio bianco. Ho paura di fermarmi, anche se ad un certo punto diventa necessario, se non si vuole impazzire. Credo che i miei disegni possano essere letti come delle tracce, dei segnali provenienti da una dimensione ambigua, in cui ognuno può riconoscere quello che riesce a vedere di se stesso.

radakozelj@gmail.com http://radakozelj.altervista.org/ http://adamantportale.altervista.org/ http://arduenotti.tumblr.com/


Croci china su carta 2015 - 21x29 cm

Cavaliere china su carta 2015 - 21x29 cm

Felino china su carta 2015 - 21x29 cm

Gatto Boris china su carta 2015 - 17,5x24,8 cm

Venere china su carta 2015 - 17x24,8 cm

Lupo bianco estinto china su carta 2015 - 21x29 cm

Uccello china su carta 2015 - 21x29 cm


Salvatore

Zanfrisco Salvatore è innanzi tutto una persona pigra, poi un illustratore ed infine un art director, che è quello che fa per sfamare i suoi gatti. Ha iniziato ad illustrare quasi sin da subito. Dice di aver fatto dei bruttissimi ritratti di persone con la testa tonda, senza collo o busto, e con braccia e gambe attaccate alla testa. Questi ritratti poi sono diventati fumetti e dopo sono evoluti in qualcosa di diverso. Non comprende a pieno perchè disegna, lo ritiene una cosa naturale, come mangiare o bere. Le tue illustrazioni offrono squarci dettagliati del corpo umano. Cosa ti ha portato allo studio dell’anatomia? I ritratti anatomici di “Anatomy of” sono nati per caso. Sono sempre stato attirato dalle scienze e dal modo di vedere il corpo come una macchina. Ingranaggi e carrucole fatte di ossa e carne. Ed è proprio mentre ammazzavo il tempo facendo uno studio anatomico su un mio ritratto ( il primo Anatomy of, ed anche il primo incompiuto ) che mi sono chiesto se le nostre esperienze, se ciò che amiamo ed odiamo, non modificassero la nostra anatomia. In questo modo è nata l’anatomia surreale di Anatomy of. I volti che raffiguri offrono due livelli di percezione, uno interiore e l’altro esteriore. Attraverso i tuoi disegni cerchi di svelare e far fuoriuscire ciò che non è visibile, portando alla luce anche elementi fantasiosi. Cosa rappresentano quei dettagli legati sia all’immaginazione, sia alla cultura pop? A ogni persona ritratta ho chiesto di elencarmi delle cose da inserire nella sua anatomia. Non ho mai chiesto a nessuno di loro il significato delle cose scelte perchè l’anatomia è intima, personale. Io la metto solo su carta.

https://www.behance.net/zanfrisco


Anatomy of D dimensioni: 42x29,7 cm

Anatomy of E dimensioni: 42x29,7 cm

Anatomy of S dimensioni: 42x29,7

Anatomy of ML dimensioni: 42x29,7


Sbadato Si chiama Zeno Peduzzi, è dell’81 e viene dalla Brianza. E’ laureato in grafica e pubblicità e lavora da oltre dieci anni come grafico libero professionista. Ha iniziato a fare collage analogici dopo tanti anni che sfruttava già la stessa estetica per dei lavori di grafica digitale, facendo un percorso a ritroso, risalendo alla fonte della tecnica, dal ctrl-C ctrl-V è ritornato alle forbici e colla. I tuoi collage danno una seconda vita a fogli di riviste, libri e altro materiale cartaceo che forse andrebbero altrimenti scartati e buttati. C’è probabilmente una maggiore creatività nell’utilizzo d’immagini che prima appartenevano a un contesto differente, e che successivamente vengono assemblati e collocati in un nuovo spazio, assumendo così un aspetto totalmente diverso. Secondo te, cosa rende un collage originale e interessante? Secondo me un collage interessante deve essere come un ottimo piatto, le materie prime devono essere buone, i sapori devono sposarsi bene e anche l’impiattamento va curato. Per fare un lavoro originale puoi anche partire da una ricetta conosciuta e poi metterci del tuo. Intuizione, logica estetica, narrazione. Cosa guida la tua scelta delle immagini? Cosa motiva il tuo lavoro? Mi ritengo un visivo. Affamato ricercatore di immagini, ladro, e ossessionato dalla giustapposizione. La cosa che preferisco non è né tagliare né incollare, ma andare a caccia di immagini inesplorate.

http://sbadato.com/


Teatime collage analogico 2016 - 30x40 cm

Appetito collage analogico 2015 - 30x40 cm

Sfortuna collage analogico 2015 - 30x40 cm

Partigiana collage analogico 2016 - 30x40 cm


Simone Titolare dello studio HPC sito a Brivio, Simone Brullo si occupa dal 2011 di arte, design e comunicazione. In questi ultimi anni ha coperto il ruolo di art director per aziende del territorio, e segue con molto interesse anche richieste di privati, offrendo in entrambi i contesti innovazione e unicità nei progetti realizzati, che implicano creatività, manualità e eccezionalità del lavoro, rendendo possibile ogni sfida. Il suo percorso accademico e lavorativo lo ha portato a sviluppare un proprio percorso artistico, basato sulla continua ricerca della forma, attraverso il disegno e l’illustrazione. Un professionista, un artista, un’anima. Ha iniziato a fare illustrazioni nel 2002 approcciandosi al disegno grafico integrandolo con l’utilizzo del computer. Questo per una sua ricerca personale e passione per l’ignoto, tutto ciò che era nuovo, da scoprire. Hai esplorato a lungo il mondo dei graffiti e della street art, cosa ti ha portato all’illustrazione? Cosa preservi della street art nelle tue illustrazioni, e cosa invece hai apportato di nuovo? Disegnavo inconsapevolmente dalle elementari, un lontano ricordo, copiando e rielaborando fumetti. Crescendo mi sono innamorato, e rovinato allo stesso tempo, dei graffiti, quando ancora erano per pochi. Sin dall’inizio ho avuto un interesse per la narrazione e quindi inventavo personaggi che mi rappresentassero in qualche modo, ho continuato seguendo l’ispirazione, che mi ha portato a creare un mio stile. Col tempo ho sentito il bisogno di sviluppare un percorso parallelo che mi portasse a trovare una forma perfetta, concentrandomi su illustrazioni ricercate dai significati celati. A oggi disegno per necessità. Sicuramente preservo la capacità di abbinare cromie uniche e indissolubili, quello che cerco di curare è la ricerca per il dettaglio sotto forma di allegorie, codici tipici della Street Art/ graffiti. Di nuovo, nel passaggio dalla Street Art all’illustrazione, cerco di non cadere nello scontato e nel consueto, mantengo una mia linea mentale futurista che mi permette di pormi stilisticamente all’avanguardia nel contesto storico che sto vivendo.

Brullo

Una croce, una lampadina, un chiodo… qual è l’importanza del dettaglio, sia a livello grafico che concettuale per te? Cosa scaturisce la tua fantasia? Se non ci fosse un dettaglio non esisterei. Quando elaboro un’illustrazione nel suo complesso, inizio a vedere il dettaglio, dal quale emergerà tutto il valore dell’intera opera. Graficamente il dettaglio dovrà essere il più veritiero e realistico possibile, perché senza realtà non esisterebbe esso stesso, non renderebbe credibile la sua visione. E’ nel dettaglio il cuore dell’opera, più è ricco, ricercato, maniacale e perfetto, più io mi sento vivo. Tutto ciò che mi circonda ispira la mia fantasia, le mie azioni, dal risveglio al dormiveglia, dalla routine all’evento, dal positivo al negativo, da tutto ciò che sento, da tutto ciò che la realtà mi provoca dentro. Nel mio essere cominciano ad animarsi figure, situazioni, personaggi malefici dall’animo gentile che ingannano la mia stessa ragione portandomi in un viaggio senza ritorno. Le mie paure mi raccontano ciò che sono e io le rendo visibili, alla mercé di chiunque.

http://www.simonebrullo.it/


PUNTE-RUOLO stampa digitale su tela cangiante 60X80 cm

ELEMENTI PT2 stampa digitale su tela cangiante 60X80 cm

ANNAFIA LA VITA stampa digitale su tela cangiante 60X80 cm


Andres Andres is an illustrator and graphic artist from New Zealand, right now just trying to balance his day job and produce some actual fuc**ng art! He always liked drawing stuff since he was a kid, but the biggest inspiration came from skateboarding and music, like gig posters, album covers and skateboard art.

Jensen

A great sense of humor permeates your works and certainly doesn’t leave the viewer indifferent. What are the most entertaining aspects of life according to you? Making music and going skateboarding are the best things for me, it’s kind of like a break from the art side of things, which I tend to find quite difficult sometimes to generate ideas and produce work, because I’m quite indecisive and picky about what I want to draw. But yep definitely humour is a major theme I try to incorporate into my work, just trying to get some sort of actual reaction - whether it’s a laugh or cringe. I think the funniest things are those mundane, ordinary moments that happen day by day, awkward and stupid things that can make people even uncomfortable. Your works are lively and playful, both in the colors and forms, and especially in the sexual references which inevitably offer a smile to the public. Do you think your work is aimed at a particular segment of the population, for instance at young people and those who participate more actively in subcultures? Or may its fruition be broader? Most of the time I like to use subjects and themes that are relevant to the place where I live, so in those cases I guess my audience is the community that experiences the same things as myself in everyday life. I also think of the people who simply share my same interests or sense of humour. I know my Mum doesn’t like some of my art.

http://andresjensen.com/



SuperUltraBlu SuperUltraBlu nasce come una collaborazione tra Salvatore delle Femmine (fondatore di tv//out, un collettivo artistico che lavora con il media activism e sperimenta sulla libera circolazione dell’arte) e Chiara Dal Maso, due designer stabilitisi a Milano e che operano nei settori graphic e motion design. Desiderosi di sperimentare nel campo delle discipline visive e artistiche, hanno dato vita a questo progetto.

SUBCONSCIOUS - Cortometraggio animazione A volte ci capita di sprofondare in sogni carichi di simboli da decodificare. Il protagonista di questo cortometraggio, seduto alla finestra, sta vivendo un’esperienza simile, complice un’atmosfera onirica e sospesa. Una finestra che, più che aprirsi sul mondo esterno, si apre sul suo mondo interiore, fitto di immagini e colori. Viaggiamo così nella stratificata complessità della mente umana, che ludicamente assembla una grande varietà di stimoli diversi, generando visioni.

http://chiaradalmaso.com/ http://www.salvatoredellefemmine.com/


SuperUltraBlu, 2016, Digital Animation, 2


Thomas Thomas ha 26 anni, vive e lavora a Milano. Oltre a portare avanti la sua produzione personale, lavora sia per varie agenzie di comunicazioni milanesi e internazionali che per commissioni private. Non c’è stato un vero momento che si possa definire l’inizio del suo percorso creativo, disegnare è un’attività che fa da sempre e che con il tempo da passione si è tramutata anche in lavoro. Forse non è il realismo ciò che ricerchi, ma bensì una soggettività. C’è dettaglio e minuzia nei tuoi ritratti, ma anche sogno e visione. La trasparenza dei volti esalta la tua tecnica facendo intravedere le sottili linee tracciate in matita, o le macchie di colori in acquerello, ma non solo. Questa velatura fa emergere anche particolari legati alla fantasia, come rami di alberi e squarci di case e abitazioni. Secondo te, cosa è capace di raccontare il volto umano? Se devo puntualizzare si potrebbe dire che sono molto interessato al realismo ma non lo sono per niente all’iperrealismo. Bella domanda, ci si potrebbe chiedere forse cosa non è in grado di raccontare. Penso che la domanda possa avere molte risposte possibili. Un volto felice di un bambino sorridente ci comunica immediatamente una felicità data dalla spensieratezza che solo i bambini hanno, se prendessimo invece il volto di un anziano con la stessa espressione la sensazione che avremmo sarebbe di una felicità consapevole (probabilmente accompagnata da sentori nostalgici) data per l’appunto dall’alto grado di consapevolezza che generalmente attribuiamo agli anziani. Potremmo invece fare un discorso diverso e parlare solo del fatto che i volti durante la vita continuano a subire cambiamenti e col passare del tempo rimangono intrisi di quelle che sono state le proprie esperienze fisiche, come nel caso di una cicatrice, o sentimentali, tipo uno sguardo vispo o uno più spento. Il volto marcato da un segno fisico o intangibile, come il passaggio del tempo, ci comunicherebbe senz’altro delle sensazioni completamente diverse. Secondo me la bravura del disegnatore piuttosto che del direttore creativo o fotografo sta nel fornire allo spettatore un qualcosa su cui riflettere, qualcosa su cui si possa porre delle domande, qualcosa che lo tenga fisso sull’immagine anche solo per pochi secondi in più.

Cian

Proprio questa trasparenza della tecnica sembra sottintendere al peso che dai non tanto al risultato, ma quanto al processo. A tuo avviso, cosa rende il processo affascinante? Sono sicuramente molto appassionato di tecnica, mi piace esplorare le potenzialità di ogni strumento e imparare a usarlo al meglio. Durante la fase di creazione nulla è ancora svelato, tutto è ancora in divenire, e spetta al disegnatore o autore decidere quando l’opera sarà conclusa.

cell 3939143271 https://www.behance.net/chanbella tumblr, instagram e facebook : thomas cian



Contatti: Facebook - Homemade gallery Instagram - homemadegallery Tumblr - http://wearehomemadegallery.tumblr.com Mail - hmadegallery@gmail.com


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