AEGYPTIACA DELLE COLLEZIONI VITELLESCHI E VEROSPI TRA XVII E XVIII SECOLO MARIA GRAZIA PICOZZI
Nelle collezioni romane di antichità, com’è ben noto, è assai frequente la presenza di antichità egizie ed egittizzanti, spesso provenienti dalla città stessa o dagli immediati dintorni: compaiono sin dal XV secolo, e si diffondono nelle raccolte maggiori delle famiglie pontificie, in quelle delle casate cardinalizie, nei gabinetti di curiosità e nelle dimore degli antiquari che contestualmente ne intraprendevano lo studio1. Tra le collezioni che si erano formate e sviluppate nella prima metà del XVII secolo sia la raccolta di Ippolito Vitelleschi2 che
Le ricerche sul collezionismo di antichità orientali, tra cui quelle egizie ed egittizzanti occupano un ruolo rilevante, hanno avuto recentemente un notevole nuovo impulso grazie a Beatrice Palma Venetucci, che ha dedicato particolare attenzione ai problemi di provenienza e di contestualizzazione di questi materiali: si ricordano soprattutto tra le importanti iniziative della collega il convegno con i relativi atti Culti orientali 2008, e la mostra con il relativo catalogo Il fascino dell’Oriente 2010. 2 Sulla raccolta Vitelleschi in generale PICOZZI 1993, con bibliografia; vedi anche PICOZZI 2003. 1