S. Capocasa, Gli 'Aegyptiaca' della collezione Palagi

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GLI AEGYPTIACA DELLA COLLEZIONE PALAGI SIMONE CAPOCASA

La collezione egiziana del Museo Archeologico di Bologna è, in Italia, inferiore solo a quella conservata nei musei di Torino e di Firenze, ed è certamente, con i suoi 3500 oggetti circa, una delle più ricche e significative tra quante ne esistono in Europa e forse nel mondo intero. Anch’essa al pari di importanti sezioni del Museo di Bologna è costituita in gran parte da oggetti provenienti dalla magnifica collezione di antichità che il pittore bolognese Pelagio Palagi (1775-1860) raccolse durante la sua vita e volle poi lasciare al Municipio della sua città1. L’interesse verso le antichità sviluppatosi in Pelagio Palagi può essere fatto risalire alla sua amicizia con Eduard Gerhard, illustre archeologo, membro dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica di Roma, il quale contribuì a suscitare nell’artista l’interesse verso l’archeologia2. L’incontro con lo studioso tedesco era avvenuto molto tempo addietro, negli anni che il Palagi aveva trascorso a Roma (1806PERNIGOTTI, MORIGI GOVI 1994, p. 19. Secondo quanto è documentato negli archivi della Biblioteca bolognese dell’Archiginnasio i primi rapporti epistolari tra Palagi e Gerhard risalgono al 1832 (BONORA, SCARDOVI 1979, p. 52; CARANTI MARTIGNAGO 1995, p. 9). 1 2


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